Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Le elezioni presidenziali e parlamentari in Liberia ' i risultati (8 novembre 2011)
Serie: Note elezioni nel mondo    Numero: 117
Data: 16/11/2011
Descrittori:
ELEZIONI POLITICHE   LIBERIA
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari

Casella di testo: Elezioni parlamentari e presidenziali nel mondon. 117 – 16 novembre 2011

 


Le elezioni presidenziali e parlamentari
in Liberia – i risultati
(8 novembre 2011)

Flag of Liberia

 

 

L’11 ottobre e l’8 novembre 2011 si sono svolte le elezioni presidenziali e parlamentari in Liberia. 

Al primo turno delle presidenziali, svoltosi l’11 ottobre, i candidati che hanno ottenuto l’accesso al secondo turno sono stati la Presidente uscente della Liberia e premio Nobel per la pace 2011 Ellen Johnson-Sirleaf, leader del Partito d’Unità (UP) con il 43,9 % di voti, e Winston Tubman, ex-diplomatico ONU ed ex-ministro della giustizia durante la dittatura di Samuel K. Doe, leader del partito Congresso per il cambiamento democratico (CDC) con il 32,7 % dei suffragi.

Il secondo turno delle elezioni che avuto luogo l’8 novembre 2011 ha visto la vittoria della Presidente uscente Ellen Johnson-Sirleaf con il 90,8 % dei voti, poiché il ballottaggio è stato boicottato dal suo principale avversario Winston Tubman, a seguito delle sue accuse di vaste frodi elettorali in occasione del primo turno e di alcuni scontri tra suoi sostenitori e le forze dell’ordine.

 

Si ricordi che la Liberia, classificata come “Stato parzialmente libero” da Freedom House, ha una forma di governo presidenziale. In base alla costituzione, il potere legislativo è affidato a un Parlamento bicamerale. Il Senato è composto da 30 membri, dei quali 15 sono eletti per una durata di nove anni, mentre la parte restante ha una durata di sei anni. L’altra camera, la Camera dei Rappresentanti, è formata da 64 membri per una durata di sei anni. Il Presidente è eletto con suffragio universale per un periodo di 6 anni (con la possibilità di un secondo turno se nessun candidato si assicuri il 50% dei voti al primo turno). Il Gabinetto è guidato e nominato dal Presidente. L’attuale Presidente e capo del governo è Ellen Johnson-Sirleaf, leader del partito di Unità.

 

Secondo i dati dell’IFES gli elettori registrati sono 1,798,259 (aggiornati all’agosto 2011).

Per quanto riguarda la partecipazione elettorale, l’affluenza alle urne è stata pari al 37,4% degli aventi diritto.

Osservatori internazionali, come quelli dell’Ecowas (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) e quelli dell’organizzazione non governativa USA Carter Center, hanno valutato le elezioni come libere e corrette, criticando la scelta del boicottaggio da parte di Tubman.

La denuncia di brogli nel primo turno è stata oggetto di manifestazioni da parte di sostenitori di Tubman, nel corso delle quali, il 6 novembre, si sono verificati scontri con le forze dell’ordine. Negli scontri sono rimaste uccisi alcuni sostenitori di Tubman (merita ricordare che altro esponente di spicco del Congresso per il cambiamento democratico, già candidato alla presidenza contro la Johnson-Sirleaf nel 2005 ed attuale candidato alla vicepresidenza, è l’ex calciatore George Weah).

Il periodo tra il primo e il secondo turno è stato anche caratterizzato dalle prese di posizione del candidato classificatosi terzo nel primo turno con l’11,8 per cento, Prince Johnson, ex-signore della guerra durante la guerra civile. Le sue dichiarazioni di sostegno alla presidente Johnson-Sirleaf hanno fatto temere un suo ingresso nella maggioranza di governo. Questa prospettiva tuttavia non è apparsa concretizzarsi, a seguito di colloqui tra Johnson e la Johnson-Sirleaf.

 

La Presidente Ellen Johson-Sirleaf, eletta democraticamente come la prima presidente donna in Africa nel 2005, al termine di una lunga guerra civile, durante il suo primo mandato ha portato avanti una politica di pacificazione del paese ed ha ottenuto importanti successi in campo economico.

 

La situazione di guerra civile in Liberia può essere fatta risalire al 1990, quando il presidente Samuel Doe (al potere con un colpo di stato dal 1980) fu deposto, dando origine ad una guerra civile che vide contrapposti Charles Taylor e Prince Johnson. Taylor assunse il controllo della Liberia nel 1996 ma il suo successivo coinvolgimento nella guerra civile in Sierra Leone fece scoppiare una nuova insorgenza armata all’interno della Liberia che ne determinò l’abbandono del potere nel 2003 (Taylor è stato successivamente consegnato al tribunale internazionale per i crimini in Sierra Leone, presso il quale è in corso il suo processo). A seguito dell’abbandono del potere da parte di Taylor un governo di transizione guidato da Gyude Bryant e sostenuto dall’ONU ha condotto alle prime elezioni libere nel 2005.

 

Il programma politico della Presidente per il secondo mandato è incentrato sul proseguimento della politica di riconciliazione, anche attraverso il coinvolgimento nel governo delle forze di opposizione.

 

Per quanto riguarda le elezioni parlamentari dell’11 ottobre il partito diEllen Johnson-Sirleaf ha ottenuto 10 seggi al Senato e 24 alla Camera dei Rappresentanti, mentre il Partito del Congresso per il cambiamento democratico ha guadagnato 3 e 11 seggi nelle rispettive due Camere.

I restanti seggi sono stati ripartiti tra gli altri partiti come il Partito Libertario (LP), l’Unione Nazionale per il Progresso Democratico (NUDP) e la Coalizione Democratica Nazionale (NDC).

 

 

Indicatori internazionali sul paese[1]:

Libertà politiche e civili: Stato “parzialmente libero” (Freedom House); “regime ibrido" (97 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 84 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: conflitti locali (ACS);generale rispetto nella pratica  (USA)

Libertà economica: Stato non libero (160 su 179)

Corruzione percepita: 87 su 178

Variazione PIL 2009: + 4,6 per cento; 2010: + 5,1 per cento (stima)

 

 

 

Fonti: IFES, International Crisis Group, Agenzie di stampa, Enciclopedia britannica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

Servizio Studi – Analisi dei temi di politica estera nell’ambito dell’Osservatorio di Politica Internazionale

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File: ELEZIONI LIBERIA.doc



[1]    Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); il tasso di crescita del PIL come riportato dall’Economist Intelligence Unit; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alla nota esplicativa presente in Le elezioni programmate nel periodo febbraio-aprile 2011 (documentazione e ricerche n. 85, 9 febbraio 2011).