Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Missione di studio in Romania del Comitato Schengen, 20-21 ottobre 2011
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 292
Data: 18/10/2011
Descrittori:
ACCORDO DI SCHENGEN   ROMANIA
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Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Missione di studio in Romania del Comitato Schengen
20-21 ottobre 2011

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 292

 

 

 

18 ottobre 2011

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri

( 066760-4939 / 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it

 

 

Hanno partecipato alla redazione del dossier i seguenti Servizi e Uffici:

 

Servizio Studi – Dipartimento Istituzioni

( 066760-3855 / 066760-9475 – * st_istituzioni@camera.it

 

Servizio Rapporti internazionali

( 066760-3948 / 066760-9515 – * cdrin1i@camera.it

Segreteria Generale – Ufficio Rapporti con l’Unione europea

( 066760-2145 – * cdrue@camera.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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File: es0931.doc

 


INDICE

Documentazione

§      Scheda di sintesi politico istituzionale  3

La Romania e il sistema Schengen (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)5

§      1. Il contenuto dell’acquis di Schengen  5

§      2. Il sistema operativo Schengen  7

§      3. L’ingresso di Bulgaria e Romania nell’area Schengen  8

L’immigrazione rumena in Italia  (a cura del Servizio Studi - Dipartimento Istituzioni)11

Rapporto INCE (secondo semestre 2010), Quadro Macroeconomico della Romania (estratto)15

Rapporto INCE (secondo semestre 2010), Interscambio commerciale tra Italia e Romania (estratto)15

Appendice 1 (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

Scheda Paese ROMANIA  91

§      Quadro istituzionale  95

§      Quadro politico  100

§      Politica estera  103

§      Relazioni con l’Unione Europea  106

§      Quadro economico  108

§      Relazioni economiche e commerciali111

§      Bilancia commerciale della Romania  112

§      Interscambio con l’Italia e principali partners commerciali115

Adesione della Romania e della Bulgaria allo Spazio Schengen  119

Rapporti bilaterali121

§      Principali accordi bilaterali137

Curricula  140

§      Emil Boc, Primo Ministro  140

§      Costica Canacheu, Presidente della Commissione per la Difesa, l’Ordine Pubblico e la Sicurezza Nazionale della Camera dei Deputati141

§      Korodi Attila, Presidente della Commissione per la Politica Estera della Camera dei Deputati142

§      Viorel Hrebenciuc, Presidente della Commissione per gli Affari Europei della Camera dei Deputati143

§      Vasile Nedelcu, Presidente della Commissione per gli Affari Europei del Senato  144

§      Titus Corlatean, Presidente della Commissione per gli Affari esteri del Senato  145

§      Cătălin Marian Predoiu, Ministro della Giustizia  146

§      Bogdan Lucian Aurescu, Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari esteri147

§      Traian Constantin Igas, Ministro dell’interno  148

 

 


SIWEB

Documentazione

 


Casella di testo: SCHEDA PAESE
politico-parlamentare

n. 26 21 aprile 2011

Romania                             



Il quadro istituzionale

Dal punto di vista della forma di governo, la Romania è una Repubblica semipresidenziale. In base alla nuova Costituzione del 2003, il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale diretto con un sistema elettorale a doppio turno (per essere eletti al primo turno è necessaria la maggioranza assoluta dei voti) per non più di due mandati consecutivi di cinque anni. Il Presidente nomina il primo ministro che però deve essere confermato dal Parlamento. Il Presidente ha potere di veto sulle leggi approvate dal Parlamento, veto che può essere superato con una maggioranza parlamentare dei due terzi. Il Parlamento è bicamerale: la Camera dei Deputati è composta da 315 membri e il Senato da 137 membri, in entrambi i casi eletti per quattro  anni con un sistema elettorale misto basato su collegi uninominali e circoscrizioni plurinominali (alla Camera i seggi sono ripartiti proporzionalmente ai partiti che abbiano superato la soglia di sbarramento del cinque per cento dei voti, dando la priorità ai candidati che abbiano ottenuto la maggioranza assoluta nei collegi uninominali; diciotto seggi della Camera sono poi riservati alle minoranze etniche; al Senato vige lo stesso sistema elettorale, con diverse soglie di sbarramento per l’accesso alla ripartizione dei seggi: cinque per cento o tre seggi in collegi uninominali del Senato o sei seggi della Camera per i singoli partiti; otto per cento per le coalizioni tra due partiti; nove per cento per le coalizioni tra tre partiti; dieci per cento per le coalizioni tra quattro o più partiti).

Per “Freedom House” la Romania è uno “Stato libero”, in possesso dello status di “democrazia elettorale”, mentre il Democracy Index 2010 dell’Economist Intelligence Unit la definisce “democrazia difettosa” (cfr. infra“Indicatori internazionali del paese”).  Per quel che concerne il rispetto in concreto delle libertà politiche e civili, fonti indipendenti rilevano come in Romania appaiano effettivamente tutelate le principali libertà di associazione e riunione; si registri un buon pluralismo nei media di comunicazione; non si segnalino restrizioni all’accesso nella rete Internet. Per quel che concerne la libertà religiosa, la Romania riconosce ben 18 comunità religiose (la Chiesa ortodossa rimane la comunità principale, influente anche in ambito politico). Per essere ufficialmente riconosciuta, qualsiasi religione deve avere un seguito di fedeli pari almeno allo 0,1 per cento della popolazione totale nazionale. Sul territorio romeno sono presenti anche altri piccoli gruppi religiosi non tradizionali: a questi è richiesto un “periodo di attesa” di dodici anni prima di poter essere ufficialmente riconosciuti. La corruzione appare come un problema significativo del paese.

La situazione politica e sociale

L’attuale Presidente della Repubblica è Traian Basescu (n.1951), rieletto per il suo secondo mandato nel 2009, dopo essere stato eletto la prima volta nel 2004. Nelle elezioni del 2009 Basescu è stato rieletto al secondo turno con il 50,3 per cento dei voti, suscitando accuse di brogli da parte dello sfidante socialdemocratico Mircea Genoana. Primo ministro è Emil Boc (n. 1966), alla guida di una coalizione tra partito liberaldemocratico (PDL; aderente al Parlamento europeo al gruppo del partito popolare europeo) e Unione democratica degli ungheresi di Romania (UDMR; anch’esso aderente al Parlamento europeo al gruppo del partito popolare europeo).

La coalizione ha sostituito alla fine del 2009 la precedente coalizione di governo tra PDL e partito socialdemocratico, venuta meno a causa dell’approvazione (primo caso nella storia rumena) di una mozione di sfiducia promossa dallo stesso partito del primo ministro a seguito delle dimissioni dei ministri socialdemocratici dal governo, che contestavano la politica economica dell’esecutivo e accusavano il PDL di preparare brogli elettorali in vista delle prossime elezioni presidenziali. La recente instabilità di governo appare da collegarsi agli incerti risultati delle elezioni del 2008. Infatti, in tali elezioni, il PDL ha ottenuto 115 seggi (32,4 per cento dei voti) alla Camera e 51 seggi (33,6 per cento dei voti) al Senato; il partito socialdemocratico 114 seggi (nonostante il 33,1 per cento dei voti) alla Camera e 49 (nonostante il 34,2 per cento dei voti) al Senato; terzo partito è il partito nazionale liberale (aderente al Parlamento europeo al gruppo dell’Alleanza dei liberali e democratici per l’Europa) con 65 seggi (e il 18,6 per cento dei voti) alla Camera e 28 seggi (e il 18,7 per cento dei voti al Senato); l’Unione degli ungheresi di Romania ha ottenuto 22 seggi (6,2 per cento dei voti) alla Camera e 9 seggi (6,4 per cento) al Senato.

All’instabilità della situazione parlamentare si è aggiunta la pesante crisi economica, che, riflesso della crisi economica e finanziaria internazionale, ha colpito la Romania.  Il PIL rumeno è calato del 7,5 nel 2009, il deficit ha raggiunto nello stesso anno il 7,3 per cento del PIL, rendendo necessario l’intervento a sostegno del paese del Fondo monetario internazionale.

Con riferimento ad alcuni dati economici e sociali si segnala che il PIL romeno ha registrato per l’anno 2010 una contrazione dell’1,2 per cento, mentre il PIL pro-capite è di 11500 dollari. Circa il 57 per cento della popolazione vive in zone urbane, mentre il tasso di scolarizzazione primaria è del 97 per cento (98 per cento maschile, 96 per cento femminile). Infine, il tasso di disoccupazione, sempre per il 2010, è pari all’8,2 per cento.

Membro della NATO  dal 2004 e dell’Unione europea dal 2007 la Romania sta cercando di consolidare la sua integrazione nel sistema di alleanza occidentale, come testimonia, da ultimo, la sua adesione, pur non appartenendo ancora all’area dell’Euro, al patto “Euro-plus” varato dal Consiglio europeo del 24-25 marzo 2011.

 


 


Indicatori internazionali sul paese[1]:

Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House); democrazia difettosa (Economist)

Indice della libertà di stampa: 52  su 178

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); situazione di rispetto in concreto  (USA)

Corruzione percepita: 69 su 178

Variazione PIL 2010: -1,2 per cento

 

 


 


Fonti: The Statesman’s Yearbook 2011, Unione interparlamentare, Freedom House, Human Rights Watch, IFES-Election Guide, Fondazione Robert Schuman

 

Servizio Studi – Analisi dei temi di politica estera nell’ambito dell’Osservatorio di Politica internazionale

( 06 6760-4939 – *st_affari_esteri@camera.it

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File: es0931.doc


La Romania e il sistema Schengen
(a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)

Attualmente l’area Schengen garantisce la libera circolazione senza controlli alle frontiere tra 25 Stati, 22 Stati membri UE (sono ancora esclusi Cipro, Romania e Bulgaria, la cui adesione non è ancora completa; Regno Unito e Irlanda non partecipano all’area Schengen e pertanto non aderiscono alla cooperazione in materia di visti e non hanno abolito i controlli alle loro frontiere interne) e tre paesi associati (Norvegia, Islanda, Svizzera), interessando più di 400 milioni di cittadini. 

Il 7 marzo 2011 il Consiglio UE ha inoltre approvato la decisione relativa all’adesione del Liechtenstein; si attende l’avvio delle procedure di verifica necessarie alla futura abolizione dei controlli alle frontiere interne.

1. Il contenuto dell’acquis di Schengen

Negli anni ottanta si svolse un ampio dibattito circa l’opportunità di creare spazi di libera circolazione delle persone all’interno degli Stati europei. Belgio, Francia, Germania Federale, Lussemburgo e Olanda hanno quindi firmato il 14 giugno 1985 l'”Accordo di Schengen”, dal nome della cittadina lussemburghese ove si erano riuniti. L'accordo del 1985 conteneva essenzialmente una dichiarazione di intenti, prefigurando la creazione di uno spazio comune entro il 1° gennaio 1990, attraverso la progressiva eliminazione dei controlli alle frontiere sia delle merci sia delle persone. Tale soppressione di controlli doveva essere accompagnata da «misure di compensazione», soprattutto in materia di sicurezza, attraverso una collaborazione nei campi della giustizia, polizia e immigrazione. È risultata così necessaria la predisposizione di una Convenzione di applicazione, contenente le modalità della soppressione del controllo delle persone, firmata il 19 giugno 1990 a Schengen.

Successivamente l'Accordo di Schengen e la relativa Convenzione sono stati sottoscritti da Italia (27 novembre 1990), Spagna (25 giugno 1991), Portogallo (25 giugno 1991), Grecia (5 novembre 1992), Austria (28 aprile 1995) e, nel dicembre 1996, da Danimarca, Finlandia e Svezia.

In estrema sintesi, gli "accordi di Schengen" prevedono:

·         la soppressione dei controlli che sono operati alle frontiere interne dei Paesi contraenti, previo il rafforzamento di quelli operati alle frontiere esterne;

·         misure finalizzate al reciproco riconoscimento dei visti rilasciati;

·         forme di cooperazione giudiziaria e di pubblica sicurezza;

·         la possibilità di definire norme comuni in materia di armi, stupefacenti, immigrazione e diritto di asilo, regime giuridico dei dati informatizzati.

L'obiettivo prioritario è, dunque, rappresentato dalla libertà di circolazione, purché "compensata" in termini di sicurezza.

Con la firma del Trattato di Amsterdam, il “pacchetto” di misure di Schengen (acquis di Schengen) è stato inserito all’interno del Trattato sull’Unione europea. In virtù del Trattato di Amsterdam, le decisioni adottate dal 1985 dai membri dello spazio Schengen e le relative strutture operative sono state integrate nell’Unione europea il 1° maggio 1999. In particolare, il Protocollo allegato al medesimo Trattato ha individuato in modo puntuale gli atti che costituiscono l’acquis di Schengen:

·         l’accordo, firmato a Schengen il 14 giugno 1985, tra i Governi degli Stati dell’Unione economica del Benelux, la Repubblica federale di Germania e la Repubblica francese;

·         la Convenzione, firmata a Schengen il 19 giugno 1990, tra il Regno del Belgio, la Repubblica federale di Germania, la Repubblica francese, il Granducato di Lussemburgo e il Regno dei Paesi Bassi, recante applicazione dell’accordo di Schengen, nonché l’atto finale e le dichiarazioni comuni relativi;

·         i protocolli e gli accordi di adesione all’accordo del 1985 e la Convenzione di applicazione del 1990 con l’Italia (firmata a Parigi il 27 novembre 1990), la Spagna e il Portogallo (entrambe firmate a Bonn il 25 giugno 1991), la Grecia (firmata a Madrid il 6 novembre 1992), l’Austria (firmata a Bruxelles il 28 aprile 1995) e la Danimarca, la Finlandia e la Svezia (tutte firmate a Lussemburgo il 19 dicembre 1996), con i relativi atti finali e dichiarazioni.

·         le decisioni e le dichiarazioni adottate dal Comitato esecutivo istituito dalla Convenzione di applicazione del 1990, nonché gli atti per l’attuazione della Convenzione adottati dagli organi cui il Comitato esecutivo ha conferito poteri decisionali.

Per quanto riguarda i contenuti, si ricorda che l'Accordo di Schengen si articola in due titoli: il Titolo I, relativo a misure a breve termine di carattere organizzativo e amministrativo (viene delineata una organizzazione dei posti di frontiera, intesa a facilitare lo scorrimento del traffico delle persone e delle merci); il Titolo II, contenente misure applicabili a lungo termine ed impegni di principio.

La Convenzione di applicazione dell'Accordo si compone di 142 articoli, suddivisi in titoli. In particolare, si segnalano:

·         il titolo II, che affronta il tema della soppressione dei controlli alle frontiere interne ed alla circolazione delle persone (passaggio alle frontiere interne; passaggio alle frontiere esterne; visti per soggiorni di breve e lunga durata; condizioni di circolazione degli stranieri; titoli di soggiorno e segnalazioni ai fini della non ammissione; misure di accompagnamento per chi favorisca a scopo di lucro l'immigrazione clandestina; responsabilità per l'esame delle domande d'asilo). In particolare, l’articolo 2 stabilisce che le frontiere interne possono essere attraversate senza che venga effettuato il controllo delle persone, ma, per esigenze di ordine pubblico o di sicurezza nazionale, ciascuno Stato aderente, previa consultazione degli altri Stati, può decidere di  effettuare  controlli di frontiera  nazionali adeguati  alla situazione, per un periodo di tempo limitato. Se in tali casi risulti necessaria un'azione immediata, lo Stato interessato adotta le misure necessarie e ne informa tempestivamente gli altri Paesi aderenti.

·         il titolo III, che stabilisce norme comuni in materia di lotta al terrorismo, al traffico illecito di stupefacenti ed alla criminalità organizzata;

·         il titolo IV, che istituisce e disciplina uno schedario informatizzato, chiamato Sistema d'informazione Schengen (SIS) (su cui si veda il paragrafo seguente);

·         il titolo V, relativo alla circolazione delle merci, nel quale si pongono norme tese ad alleggerire o eliminare i controlli alle frontiere interne, controlli che dovranno essere trasferiti all'interno dei singoli Stati. È, inoltre, rafforzata la cooperazione doganale anche attraverso lo scambio dei funzionari di collegamento.

2. Il sistema operativo Schengen

Il Sistema di informazione Schengen (SIS), di cui al titolo IV della Convenzione di applicazione dell’Accordo Schengen, è il sistema informatico che permette lo scambio di informazioni tra le competenti autorità degli Stati membri nel quadro dell’istituzione di uno spazio senza controlli alle frontiere interne. Esso contribuisce all'attuazione delle disposizioni previste sia in materia di libera circolazione delle persone sia per quanto riguarda la cooperazione giudiziaria in materia penale e di polizia. Il sistema è costituito da un'unità centrale con sede a Strasburgo (C-SIS) e da diramazioni in tutti gli Stati contraenti (N-SIS). Su segnalazione delle parti, nel sistema vengono inseriti dati riguardanti le persone ricercate per l'arresto ai fini dell'estradizione, gli stranieri segnalati ai fini della non ammissione, le persone scomparse e quelle sotto protezione, i testimoni, le persone ricercate ai fini di una notifica di sentenza penale o che debbono scontare una pena. Sono attualmente in corso i lavori per la  realizzazione di un Sistema informativo Schengen di seconda generazione (SIS II), dotato di maggiori potenzialità rispetto al sistema attualmente utilizzato (SIS1+).

Nell’attesa della piena operatività del SIS II, al fine di permettere agli Stati membri entrati nell’Unione europea nel 2004 e nel 2007 di poter partecipare in tempi rapidi alla cooperazione in materia di sicurezza di Schengen, il Consiglio Giustizia e affari interni del 5 dicembre 2006 ha adottato il programma SISOne4All che ha permesso la connessione al sistema centrale dei nuovi Stati membri interessati.

La realizzazione del SIS II, che in base al progetto originario doveva essere operativo a partire dal 2007, ha richiesto tempi più lunghi del previsto. Il Consiglio giustizia e affari interni 3-4 giugno 2010 ha previsto l'entrata in funzione del SIS II entro il primo trimestre del 2013.

3. L’ingresso di Bulgaria e Romania nell’area Schengen

Come riferito nel documento del Consiglio 6740/1/11, relativo allo stato di avanzamento del processo di adesione della Bulgaria e della Romania allo spazio Schengen, in una dichiarazione comune - sottoscritta il 16 febbraio 2011 dalle Commissioni affari esteri della Camera dei deputati rumena e dell’Assemblea nazionale bulgara e trasmessa alle istituzioni UE - Romania e  Bulgaria avrebbero confermato l’intenzione di aderire allo spazio Schengen insieme e alla stessa data, auspicando che ciò avvenisse nel corso del semestre di Presidenza ungherese dell’UE.

Ai fini dell’abolizione dei controlli alle frontiere interne, nel gennaio 2011 si è concluso il processo di valutazione della Romania da parte del gruppo ”Valutazioni di Schengen”[2]. Secondo quanto annunciato dalla Presidenza ungherese nel corso del Consiglio giustizia e affari interni del 24-25 febbraio 2011, la Romania risulta aver ultimato i preparativi tecnici richiesti per tutti i capitoli dell'acquis di Schengen oggetto di valutazione e si è impegnata a dare attuazione, informandone regolamente il Consiglio, alle raccomandazioni enunciate nelle relazioni di valutazione. Per quanto riguarda la Bulgaria, l’ultima verifica, relativa ad un’ulteriore valutazione delle frontiere terrestri esterne da parte del  gruppo ”Valutazioni di Schengen”, ha avuto luogo alla fine del mese di marzo 2011.

Le valutazioni, iniziate nel 2009, hanno avuto lo scopo di verificare il soddisfacimento dei requisiti necessari per l’applicazione di tutte le parti dell’acquis e la conseguente abolizione dei controlli alle frontiere interne (in particolare i requisiti tecnici sul controllo delle frontiere in materia di: protezione dei dati, adesione al Sistema informativo Schengen, frontiere aeree, frontiere terrestri, frontiere marittime, cooperazione di polizia e visti). 

L’eliminazione definitiva dei controlli alle frontiere interne avverrà a seguito di una decisione del Consiglio, (all’unanimità dei componenti del Consiglio che rappresentino i Governi degli Stati membri che già applicano le disposizioni relative a Schengen e del Governo dello Stato membro interessato), sentito il Parlamento europeo, al termine delle procedure di verifica.

Originariamente prevista per il Consiglio giustizia e affari interni di fine febbraio 2011, l’adozione della decisione del Consiglio relativa alla completa adesione a Schengen dei due paesi è stata rinviata in considerazione delle riserve avanzate da alcuni Stati membri. In particolare, Francia e Germania avrebbero giudicato prematura l’adesione, ritenendo opportuno attendere progressi definitivi nel settore della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Il Consiglio giustizia e affari interni del 9-10 giugno 2011 ha preso atto della conclusione del processo di valutazione e rinviato la discussione ad una prossima riunione. La questione è stata ulteriormente dibattuta nel corso della riunione del Consiglio giustizia e affari interni del 23 settembre 2011. Come indicato nel comunicato della riunione, la presidenza polacca ha effettivamente presentato la proposta di decisione per la piena applicazione dellacquis in Bulgaria e Romania, non ottenendo tuttavia l’unanimità necessaria per l’adozione del testo (notizie stampa informano che riserve sarebbero state avanzate in questa occasione, in particolare, da Paesi Bassi e Finlandia). La presidenza polacca ha comunque confermato la sua intenzione di continuare ad impegnarsi per costruire le basi di un accordo sul dossier.

Per quanto riguarda il Parlamento europeo, nella risoluzione in materia adottata a larga maggioranza l’8 giugno 2011, l’Assemblea plenaria ha ritenuto che, sebbene alcune questioni siano ancora aperte e richiedano di essere seguite da vicino con regolarità, esse non costituiscono un ostacolo alla piena adesione a Schengen di Bulgaria e Romania. Il  Parlamento europeo ha inoltre chiesto di essere informato sulle misure che verranno adottate dagli Stati membri interessati,  relativamente all'area Bulgaria-Turchia-Grecia, per poter rispondere al possibile forte incremento della pressione migratoria.

In attesa del pieno ingresso nell’area Schengen, Bulgaria e Romania,  ai sensi dell’articolo 4 dell’Atto di adesione, allegato al Trattato di adesione, risultano comunque vincolati all’acquis di Schengen e sono tenuti ad applicarne tutte le disposizioni in materia di cooperazione giudiziaria e di polizia che non siano intrinsecamente collegate all’abolizione dei controlli alle frontiere interne.

A questo proposito si ricorda che, contestualmente all'adesione di Romania e Bulgaria all'UE il 1° gennaio 2007, l’Unione europea ha istituito un Meccanismo di cooperazione e verifica(MCV)per aiutare i due paesi a ovviare a determinate carenze a livello di riforma giudiziaria e di lotta contro la corruzione e monitorare i progressi in questi settori mediante relazioni periodiche. Il Consiglio affari generali del 12 settembre 2011 ha esaminato le ultime relazioni annuali, presentate dalla Commissione europea nel luglio 2011 (COM(2011)459, per la Bulgaria e COM(2011)460 per la Romania), sottolineando la necessità di ulteriori passi avanti nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione ad alto livello. La Commissione europea presenterà, nel corso dell’estate 2012, una relazione complessiva sul funzionamento del MCV dal 2007.

Si segnala infine che,  in una lettera pervenuta al Presidente della Camera, e da questi trasmessa alla Commissione Affari esteri e comunitari, per le valutazioni di competenza,il Presidente del Senato rumeno, Mircea Geoană, aveva invitato la Camera a sollecitare il Governo italiano affinché sostenesse, nell’ambito del Consiglio UE, l’ingresso della Romania nello spazio Schengen già nella primavera del 2011. Secondo il presidente del Senato rumeno la lotta alla corruzione e la riforma del sistema giudiziario rientrerebbero infatti negli impegni assunti dalla Romania nel quadro del Meccanismo di cooperazione e verifica, ma esulerebbero dai criteri previsti dalla normativa UE in materia di requisiti di adesione allo spazio Schengen, non avendo collegamento diretto con la sicurezza delle frontiere esterne. Analoghe considerazioni erano state svolte nella citata dichiarazione comune Romania-Bulgaria trasmessa alle istituzioni UE.

 


L’immigrazione rumena in Italia
(a cura del Servizio Studi - Dipartimento Istituzioni)

I cittadini rumeni godono del diritto riconosciuto ai cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, come disciplinato dalla direttiva 2004/38/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004.

L’Italia ha provveduto ad adeguare il proprio diritto interno alla normativa comunitaria con il decreto legislativo 30/2007[3], modificato dal D.Lgs. 32/2008[4]e,da ultimo, dal D.L. 89/2011[5].

Una comunicazione concernente gli orientamenti per un migliore recepimento e una migliore applicazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente sul territorio degli Stati membriera stata presentata dalla Commissione europea il 2 luglio 2009 (COM(2009)313).

 

Il decreto-legge 89/2011 dispone il completamento dell’attuazione della direttiva 2004/38/CE sulla libera circolazione dei cittadini comunitari (artt. 1 e 2)e il recepimento della direttiva 2008/115/CE sul rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi irregolari (artt. 3, 4 e 5).In materia è, inoltre, intervenuta la circolare del Ministero dell'Interno n. 17102/124 del 23 giugno 2011. Per entrambi gli oggetti, l’intervento normativo è finalizzato a rispondere a specifici atti dell’Unione europea. Il decreto-legge è formulato prevalentemente in forma di novella di provvedimenti in vigore. Vengono modificati e integrati principalmente il D.Lgs. 30/2007 di attuazione della direttiva 2004/38/CE e il D.Lgs. 286/1998 di attuazione del testo unico in materia di immigrazione dei cittadini non comunitari.

Queste modifiche corrispondono a rilievi espressi dalla Commissione europea e riguardano:

-              l’attestazione, che deve essere ufficiale, di una relazione stabile tra il cittadino comunitario e il partner della cui circolazione e soggiorno si tratti;

-              l’eliminazione del riferimento all’obbligo del visto d’ingresso ai fini del soggiorno fino a tre mesi, dell’iscrizione anagrafica per i familiari del cittadino comunitario nonché del rilascio della carta di soggiorno di durata superiore a tre mesi per i medesimi soggetti;la “valutazione della situazione complessiva personale dell’interessato”, quale elemento da considerare nella verifica della sussistenza del requisito della disponibilità delle risorse economiche sufficienti a garantire il soggiorno oltre i tre mesi;

-              la presentazione da parte dei familiari non comunitari del cittadino UE di un documento rilasciato dall'autorità competente del Paese di origine o provenienza che attesti la qualità di familiare e, qualora richiesto, di familiare a carico ovvero di membro del nucleo familiare ovvero familiare affetto da gravi problemi di salute, che richiedono l'assistenza personale del cittadino dell'Unione, titolare di un autonomo diritto di soggiorno;la possibilità di verificare la sussistenza delle condizioni di soggiorno solo in presenza di ragionevoli dubbi in ordine alla loro persistenza;

-              l’affermazione che il possesso del documento di attestazione di iscrizione anagrafica o di soggiorno non costituisce condizione per l’esercizio di un diritto;le modifiche della disciplina dei presupposti dell’allontanamento dal territorio dello Stato sia del cittadino comunitario che dei suoi familiari;la previsione che l’eventuale ricorso al sistema di assistenza sociale non va considerato, automaticamente, come causa di allontanamento, ma valutato caso per caso;la consultazione tra gli Stati membri per l’acquisizione di informazioni.

Per la parte relativa alla disciplina dei rimpatri, il decreto legge recepisce la direttiva 2008/115/CE apportando modifiche ed integrazioni al testo unico in materia d’immigrazione D.Lgs. 267/1998. In particolare, sono disciplinati: l’esclusione del reato di ingresso e soggiorno illegale per lo straniero, in uscita dal territorio nazionale, identificato durante i controlli di frontiera;l’esclusione dell’espulsione per lo straniero irregolare identificato alla frontiera;l’esecuzione dell’espulsione con accompagnamento alla frontiera in una serie tassativa di casi, quali l’esistenza del rischio di fuga;l’indicazione dei casi (residuali) nei quali non si procede all’espulsione forzata, bensì all’intimazione ad abbandonare il territorio dello Stato; la richiesta dello straniero al prefetto di un periodo, tra 7 e 30 giorni, per la partenza volontaria, nei casi in cui non ricorrono le condizioni per l’allontanamento coatto, con possibilità di proroga di tale periodo in considerazione di diversi fattori;l’applicazione, da parte del questore, nel caso di concessione di un termine per la partenza volontaria, di una serie di prescrizioni finalizzate ad assicurare l’effettività dell’allontanamento, quali la consegna del passaporto o altro documento equipollente in corso di validità, l’obbligo di dimora in un luogo dove lo straniero possa essere agevolmente rintracciato, l’obbligo di presentazione, in giorni ed orari stabiliti, presso un ufficio della forza pubblica territorialmente competente; con l’effetto che il mancato rispetto anche di una sola delle misure di sicurezza comporta l’applicazione di una multa e l'espulsione;la rideterminazione della durata del divieto di reingresso in un periodo da tre a cinque anni, con possibilità di periodi superiori in caso di espulsione per motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o di sicurezza nazionale;il trattenimento presso i centri di identificazione ed espulsione (CIE) degli stranieri qualora non è possibile procedere all’espulsione, non solo, come già previsto, per necessità di soccorso, accertamenti di identità o nazionalità, acquisizione di documenti per il viaggio, verifica della disponibilità di un mezzo di trasporto idoneo, ma anche per “situazioni transitorie che ostacolano la preparazione del rimpatrio o l'effettuazione dell'allontanamento”;la previsione di misure meno coercitive, alternative al trattenimento (consegna del passaporto, obbligo di dimora; obbligo di firma);l’aumento del periodo massimo di trattenimento nei CIE da 6 mesi a 18 mesi, e da 5 a 7 giorni del termine entro il quale lo straniero deve lasciare il territorio nazionale su ordine del questore, qualora non sia stato possibile il trattenimento presso il CIE;la sostituzione della reclusione con multe in caso di inottemperanza all’ordine del questore di lasciare il territorio nazionale in caso di impossibilità di trattenimento presso il CIE e introduzione, in conformità alla giurisprudenza costituzionale, l’esimente del “giustificato motivo” per il mancato allontanamento dal territorio nazionale;l’attribuzione al giudice di pace della competenza per le fattispecie sopra indicate;l’adozione di nuovo provvedimento di trattenimento in caso di indebito allontanamento dello straniero irregolare dal CIE; l’emanazione di un decreto del Ministro dell’interno per la definizione delle linee-guida per la realizzazione dei programmi di rimpatrio, delle priorità da seguire nella loro attuazione e dei criteri per l’individuazione dei soggetti chiamati a collaborare (enti locali, associazioni di volontariato ecc.).

È attualmente all’esame del Senato un disegno di legge (Disposizioni in materia di sicurezza e di lotta alla criminalità organizzata, A.S. 2494) che reca diversi interventi in materia di immigrazione, tra cui una nuova disciplina relativa all’allontanamento di cittadini stranieri comunitari per motivi di ordine pubblico. In particolare, l’articolo 7, al fine di corrispondere ai rilevi mossi dalla Commissione europea in merito alla trasposizione nell’ordinamento interno della direttiva 2004/38/CE, reca le necessarie modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 30/2007.

Infine, si segnala che il Governo ha prorogato fino al 31 dicembre 2011 il regime transitorio, consentito in sede comunitaria, per l'accesso al mercato del lavoro dei cittadini rumeni e bulgari, confermando le disposizioni degli anni precedenti che pongono alcune limitazioni in materia di accesso al lavoro subordinato[6].

 

L’immigrazione romena in Italia

I romeni rappresentano la comunità straniera più numerosa in Italia, che raggiunge, al 1° gennaio 2011, quasi il milione di residenti (887.763 nel 2009 e 968.576 nel 2010), pari al 21,2% del totale degli stranieri residenti in Italia. Dopo la crescita vertiginosa dovuta all’allargamento dell’Ue e alla nuova normativa sulla circolazione e il soggiorno dei cittadini di paesi Ue negli altri paesi dell’Unione, registrata nel 2007 e, in misura ridotta, anche nel 2008 e 2009, nel 2010 l’incremento, pur inferiore, si mantiene comunque consistente: +9,1%[7].

Insieme con le altre due collettività prevalenti in Italia – albanesi e marocchini – la comunità romena è bene rappresentata in quasi tutte le aree del Paese, sebbene con differenti gradi di concentrazione. I romeni sono la comunità prevalente nel Lazio (dove rappresentano il 36,2% del totale degli stranieri residenti, pari a circa 196 mila individui), in Piemonte (34,4%, oltre 137 mila unità), in Lombardia (12,9%, quasi 138 mila persone), nel Veneto (20,2%, quasi 102 mila residenti).

La consistente collettività romena è costituita in prevalenza da donne, da lavoratori per lo più nel settore di assistenza alle famiglie e in edilizia, con una crescente tendenza all’inserimento stabile, come attesta l’aumento dei minori e dei proprietari di appartamenti. La collettività romena è anche presente nel settore dell’imprenditoria, con particolare riferimento ai settori delle costruzioni e del commercio e riparazioni, con 32.452 imprenditori, pari al 15,2% del totale dei titolari d’impresa stranieri presenti in Italia[8].

 

 

 

 


SIWEB

Appendice 1
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

 


Scheda Paese ROMANIA[9]


ottobre 2011

 

DATI GENERALI

Superficie

238.391 kmq

Capitale

Bucarest (1.944.000 ab.)

Abitanti

21.904.551 (età media 40 anni)

Tasso crescita pop.

- 0,2%

Aspettativa di vita

74 anni

Confessioni religiose

Cristiano ortodossi (87%)[10], protestanti (6,8%), cattolici (5,6%), altro (0,6%).

Gruppi etnici

rumeni (89,5%), ungheresi (6,6%), rom (2,5%), ucraini (0,3%), tedeschi (0,3%), russi (0,2%), turchi (0,2%), altri (0,4%)

Lingue

romeno (ufficiale), minoranze di madrelingua ungherese, tedesca, dialetti rom

Tasso alfabetizzazione

97,3%

 

 

CENNI STORICI

Il nazionalismo romeno nasce nel XVIII secolo, dopo la conquista del Principato di Transilvania da parte dell’Impero Asburgico (1687). Le élites romene della regione (Şcoala Ardeleană), entrate in contatto con la Chiesa di Roma, riscoprirono l’origine latina del loro idioma che risaliva all’antica commistione tra le truppe romane e le popolazioni locali, appartenenti alla famiglia indo-europea dei Traci, dopo la conquista della Dacia da parte dell’Imperatore Traiano nel 107 d.C..

Aspirazioni di indipendenza furono manifestate nel corso dei secoli XV-XVII dai Prìncipi Vlad l’Impalatore (1456-1467), noto in Occidente come Dracula, e da Michele il Coraggioso, che intorno al 1600 riunificò per brevissimo tempo i tre Principati di Moldavia, Valacchia e Transilvania. La storica occasione di unificare i Principati di Moldavia e Valacchia fu offerta dal declino dell’Impero Ottomano e la Guerra di Crimea (1853-1856) e tale unione venne sancita dal Congresso di Parigi del 1856. La vittoriosa guerra contro l’Impero ottomano (1877-78), combattuta a fianco della Russia durante il regno di Carlo di Hohenzollern-Sigmaringen, consentì alla Romania di conquistare lo sbocco sul Mar Nero (Dobrogia), formalmente riconosciuto al Congresso di Berlino del 1878, dovendo tuttavia cedere alla Russia la Bassarabia (oggi parte della Moldova).

Allo scoppio della I guerra mondiale, Bucarest, che era associata alla Triplice Alleanza, rimase neutrale, per poi passare nel campo nell’Intesa (luglio 1916), dichiarando guerra all’Austria-Ungheria. Dopo le alterne vicende del conflitto, il Trattato di pace firmato a Parigi nell’ottobre 1920 sancì la nascita della Grande Romania (“Romania Mare”). Il nuovo stato inglobava la Transilvania, la Bassarabia e la Bucovina settentrionale, avendo una popolazione più che raddoppiata, in cui erano presenti varie minoranze etniche (magiare, tedesche ed ucraine in particolare). Dopo una lunga e turbolenta crisi interna, nel 1938 Carlo II impose un regime dittatoriale, promulgando una nuova costituzione di ispirazione totalitaria.

Le vicende della II guerra mondiale portarono la Romania ad un significativo ridimensionamento territoriale. Il 23 agosto 1944, mentre le truppe sovietiche marciavano sul territorio romeno, il Re Michele rovesciò il governo del maresciallo Antonescu (instaurato nel novembre 1940) e il 12 settembre firmò l’armistizio. La Romania, ormai gravitante nell’orbita sovietica, subì la graduale instaurazione di un regime comunista. Il 30 dicembre 1947 il Re fu costretto ad abdicare e il giorno stesso fu proclamata la Repubblica Popolare. Con il Trattato di Pace (10.2.1947), il Paese riottenne definitivamente la Transilvania settentrionale, ma fu costretto a riconoscere la cessione della Bessarabia e della Bucovina settentrionale all’Unione Sovietica e della Dobrugia meridionale alla Bulgaria.

Durante la leadership di Gheorghiu-Dej, segnata da persecuzioni di stampo staliniano, l’esercito romeno intervenne nel 1956 in Ungheria a fianco dell’URSS e nel 1958 le truppe sovietiche abbandonarono definitivamente il territorio romeno. A Gheorghiu-Dej successe, nel 1967, Nicolae Ceauşescu. Pur restando nell’orbita sovietica, la Romania rafforzò i suoi rapporti con l’Occidente, uscendo dal Patto di Varsavia (1968), entrando nel Fondo Monetario Internazionale e nella Banca Mondiale (1972), e firmò, nel 1976, un accordo con la Comunità Economica Europea.

Con l’avvento di Gorbaciov, Ceauşescu perse definitivamente l’appoggio sovietico e la popolazione - che versava ormai da un decennio in condizioni di povertà impensabili per il resto del continente - si sollevò spontaneamente il 22 dicembre 1989, dopo i moti di Timişoara. Ceauşescu venne sbrigativamente condannato a morte da un improvvisato Tribunale rivoluzionario il 25 dicembre del 1989. Dopo la caduta del regime comunista i nuovi leader politici romeni, raggruppati nel Fronte di Salvezza Nazionale (FSN), invertirono rapidamente alcune tra le più impopolari politiche del dittatore. Tuttavia, quando nel 1991 il primo ministro Roman tentò di introdurre riforme di mercato di più ampia portata, dovette rinunciare a tale progetto in seguito alla protesta dei minatori che devastarono i principali edifici pubblici di Bucarest e malmenarono gli studenti universitari anti-comunisti.

Solo dopo lo smembramento dell’Unione Sovietica (con cui la Romania fino a quel momento confinava) la Romania poté iniziare a recuperare il ritardo accumulato rispetto ai Paesi dell’Europa Centrale. Nel 1992 si tennero nuove elezioni politiche vinte dal Fronte democratico di salvezza nazionale (FDSN) - successivamente ridenominato Partito della Democrazia Sociale di Romania (PSDR) - e nelle elezioni presidenziali del 1992 Ion Iliescu fu rieletto Presidente. Le elezioni del 1996 sancirono la vittoria della Convenzione Democratica (CDR) e del Presidente Constantinescu che si dimostrarono incapaci di completare le riforme economiche avviate. Le successive elezioni del 26 novembre 2000 vennero vinte da quello che sarebbe divenuto il Partito Social Democratico (PSD) e da Ion Iliescu, al suo ultimo mandato. Al suo posto, nel novembre 2004, verrà eletto l’attuale Presidente Traian Băsescu.

Il quinquennio 2004-2009 è stato caratterizzato da due importanti tappe nella storia del Paese: l’adesione alla NATO nel 2004 e l’ingresso nell’Unione Europea, dal 1º gennaio 2007.


 



Principali cariche dello Stato

Presidente della Repubblica

Traian BASESCU (Partito Democratico-Liberale) dal 6 dicembre 2009, al secondo mandato

Presidente della Camera dei deputati

Roberta Alma ANASTASE (Partito Democratico-Liberale) dal dicembre 2008

Presidente del Senato

Mircea Dan GEOANĂ (Partito Social Democratico) dal dicembre 2008

Primo Ministro

Emil BOC (Partito Democratico-Liberale) dal dicembre 2009, al secondo mandato

Vice Premier

Markó BÉLA (Unione Democratica dei Magiari di Romania), dal dicembre 2009

Ministro degli Esteri

Teodor BACONSCHI (Partito Democratico-Liberale), dal dicembre 2009

 

 

 

 

SCADENZE ELETTORALI

 

Presidente della Repubblica

Dicembre 2014

Parlamento

Novembre 2012

 


Quadro istituzionale

Sistema politico

 

La Romania è una repubblica parlamentare con caratteristiche semi-presidenziali. La Costituzione è entrata in vigore l'8 dicembre 1991 ed è stata modificata nel novembre 2003, per adeguare l’ordinamento romeno all’adesione all’Unione Europea e per distanziare le elezioni presidenziali da quelle legislative, portando la durata del mandato del Presidente della Repubblica da quattro a cinque anni.

 

Presidente della Repubblica

 

Il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale diretto per 5 anni.

Per essere eletto un candidato deve ottenere la maggioranza assoluta dei voti. Nel caso che nessuno riesca a raggiungere il quorum, si tiene un ballottaggio tra i primi due candidati. La Costituzione consente solo due mandati.

Il Presidente può presiedere le riunioni di Governo su questioni di interesse nazionale riguardanti politica estera, difesa, ordine pubblico e, su richiesta del Primo Ministro, altri temi. Tra i poteri del Presidentevi è inoltre quello di designare il candidato alla carica di Primo Ministro, rivolgere messaggi al Parlamento, consultare il Governo, indire referendum (dopo aver consultato il Parlamento), firmare trattati internazionali (poi sottoposti al Parlamento per la ratifica). E’ comandante delle Forze Armate e presiede il Consiglio Supremo di Difesa.

Può sciogliere il Parlamento, sentito il parere dei Presidenti delle Camere e dei Capi Gruppo, se questo non ha accordato la fiducia al Governo nell’arco di sessanta giorni a partire dalla prima proposta di investitura e dopo la reiezione di almeno due proposte. Il Parlamento può essere sciolto, nel corso di un anno, una sola volta. Non può essere sciolto nell’ultimo semestre di mandato presidenziale o in una situazione di stato d’emergenza o d’assedio.

Ha il potere di veto sulle leggi votate dal Parlamento, ma, se il Parlamento riconferma il testo già approvato, è tenuto alla promulgazione.

Il Presidente può essere messo in stato di accusa per alto tradimento con il voto dei 2/3 dei parlamentari riuniti in seduta comune.

 

Parlamento (bicamerale)

 

Il Parlamento è composto dalla Camera dei Deputati (Camera Deputilator) e dal Senato (Senat), i cui componenti (332 per la Camera e 137 per il Senato) sono eletti dai cittadini per 4 anni, con sistema proporzionale e soglia di sbarramento. L’elettorato attivo è 18 anni. Le organizzazioni di cittadini appartenenti a minoranze etniche che non riescono a superare lo sbarramento elettorale (5% per i partiti, dall’8% al 10% per le coalizioni di partiti) hanno diritto comunque ad un seggio ciascuna. Ogni minoranza etnica non può essere rappresentata da più di un’organizzazione politica.

 

Composizione del Parlamento

 

Le ultime elezioni politiche si sono tenute il 30 novembre 2008. I gruppi parlamentari alla Camera dei deputati, al 13 ottobre 2011, si presentano così[11]:

 

Gruppi parlamentari

Seggi

PDL Partito Democratico Liberale

121

PSD Partito Social Democratico

91

PNL Partito Nazionale Liberale

60

UDMR Unione Democratica degli Ungheresi di Romania

21

Partito delle Minoranze Nazionali

17

Progressisti

18

Non iscritti ad alcun gruppo

4

Totale

332

 

 

 

 

 

 

I gruppi parlamentari al Senato sono i seguenti:

 

Gruppi parlamentari

Seggi

PDL Partito Democratico Liberale

48

PSD Partito Social Democratico + Partito Conservatore

43

PNL Partito Nazionale Liberale

24

UDMR Unione Democratica degli Ungheresi di Romania

9

Indipendenti

13

Totale

137

 

 

L’iniziativa legislativa spetta al Governo, ai parlamentari e ad almeno 100.000 cittadini aventi diritto di voto (in quest’ultimo caso, però, la proposta di legge non può riguardare materie fiscali, amnistia e grazia, trattati internazionali). Le deliberazioni in entrambe le Camere sono adottate a maggioranza dei presenti; il numero legale è dato dalla maggioranza dei componenti.

Una proposta di legge, votata da una Camera, viene inviata all’altra per il voto finale. Nel caso non venga approvata, è rinviata per un nuovo dibattito alla Camera che l’ha approvata per prima. Se il testo viene bocciato due volte, s’intende definitivamente respinto. Se invece una delle Camere approva un progetto di legge in un testo diverso da quello approvato dall’altra Camera, i Presidenti delle Camere attivano un’apposita “procedura di mediazione”, che si svolge con l’intervento di una Commissione paritetica. Nel caso in cui la Commissione non pervenga ad un accordo o una delle Camere non approvi la relazione della Commissione, i testi in discussione sono sottoposti al Parlamento in seduta comune, che adotta il testo definitivo a maggioranza dei membri presenti.

La Costituzione prevede inoltre la presenza del Consiglio legislativo, organo consultivo del Parlamento che esprime pareri sui progetti di legge a fini di riordinamento e coordinamento della legislazione.

Le modifiche costituzionali possono essere apportate con apposita legge costituzionale. L’iniziativa spetta al Presidente della Repubblica, su proposta del Governo, al Parlamento, con proposte legislative sottoscritte da almeno un quarto del numero complessivo di parlamentari, e al Corpo elettorale, con leggi di iniziativa popolare sottoscritte da almeno 500.000 elettori.

Le leggi costituzionali sono approvate singolarmente dalla Camera e dal Senato con il voto di almeno 2/3 dei membri. Se le due Camere non raggiungono un accordo sull’adozione dello stesso testo, viene riunito il Parlamento in seduta comune, che approva la legge con il voto di almeno 3/4 dei componenti. Dopo l’approvazione da parte del Parlamento, la legge di modifica costituzionale è sottoposta a referendum popolare entro 30 giorni dall’approvazione.

 

Governo

Il Governo è presieduto dal Primo Ministro. Spetta al Presidente della Repubblica designare il Primo Ministro (sulla base delle indicazioni del partito che ha la maggioranza assoluta in Parlamento) e, su sua proposta, i ministri. Il Governo è politicamente responsabile di fronte alle Camere. Il candidato Primo Ministro entro 10 giorni dall’incarico si presenta al Parlamento per chiedere la fiducia sul programma e sulla lista dei Ministri. Il dibattito sulla fiducia parlamentare si svolge davanti al Parlamento riunito in seduta comune, che vota a maggioranza dei componenti delle due Camere. Il Presidente della Repubblica non può dimissionare il Primo Ministro. Il Governo può essere sfiduciato dal Parlamento con una mozione di censura adottata a maggioranza dei componenti.

Si segnala che il 3 marzo 2009 la Camera dei deputati romena ha adottato con 177 voti favorevoli e 6 contrari la modifica al regolamento interno per il voto sull'autorizzazione a procedere contro gli ex ministri che hanno incarico da deputati. La nuova regola prevede il voto a maggioranza semplice invece dei precedenti 2/3 dell'aula[12].

 

La Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale è composta da nove giudici nominati per nove anni dalla Camera dei deputati dal Senato e dal Presidente della Repubblica. Il mandato non è rinnovabile. La Corte Costituzionale pronuncia sentenze sulla costituzionalità delle leggi, prima della loro promulgazione, su richiesta del Presidente della Repubblica, dei Presidenti delle Camere, del Governo, della Corte Suprema di Giustizia, di 50 deputati o 25 senatori, e di ufficio sulle iniziative di revisione della Costituzione. Si pronuncia sulla costituzionalità dei Regolamenti delle Camere, su richiesta dei rispettivi Presidenti, di un gruppo parlamentare, di 50 deputati o 25 senatori. Decide sulle contestazioni aventi per oggetto la costituzionalità di un partito politico. Si pronuncia inoltre sulla regolarità delle elezioni presidenziali e sulla possibilità di una Presidenza ad interim, sulla regolarità dello svolgimento dei referendum e dei loro risultati, sulla regolarità della iniziative di legge popolare. Le decisioni e le sentenze della Corte Costituzionale non sono appellabili.

 

La Magistratura

Nonostante i progressi fatti negli ultimi anni, molto rimane da fare per migliorare l’indipendenza del sistema giudiziario. Più volte la Commissione europea ha sollevato seri dubbi sulla neutralità politica della magistratura, lamentando inoltre il basso livello di preparazione e qualificazione del personale e la mancanza di familiarità con la normativa europea.

La Corte Suprema di Giustizia è composta da 11 giudici, nominati per un mandato di 3 anni dal Presidente della Repubblica e dal Consiglio Superiore della Magistratura. La Corte Costituzionale è invece composta da 9 giudici con un mandato di 9 anni.


Quadro politico

Dal 22 dicembre 2009 la Romania ha un Governo di centrodestra guidato ancora una volta dal Presidente del Partito Democratico Liberale (PDL), Emil Boc, ma questa volta senza il sostegno del PSD (“grande coalizione”). Il Governo ha ottenuto la fiducia del Parlamento grazie al sostegno del PDL, del partito della minoranza ungherese (UDMR), dei 18 parlamentari delle minoranze cui é costituzionalmente garantito un seggio alla Camera dei Deputati, e del nuovo partito UNPR (formato da transfughi dell’opposizione).

La nomina del nuovo esecutivo ha messo fine alla più lunga crisi politica della Romania democratica ed ha chiuso un anno segnato da importanti appuntamenti elettorali. In particolare, il 6 dicembre 2009 si era avuta l’elezione del Presidente della Repubblica, con l’affermazione del Presidente uscente Traian Basescu, confermato – di misura –  per un nuovo mandato quinquennale. In effetti in questo momento il Presidente Basescu è l’unica personalità romena con una prospettiva politica di lungo periodo, in quanto rimarrà in carica fino al dicembre 2014.

Le priorità di politica interna del Governo Boc sono principalmente legate all’ingresso nello spazio Schengen (si veda focus infra), alla risposta alla grave situazione economica attraverso l’attuazione di importanti riforme strutturali ed una significativa riduzione della spesa pubblica capace di conciliarsi con la creazione di condizioni di sviluppo utili agli investimenti ed alla crescita economica.

Il 2 settembre 2010, dopo che la Corte Costituzionale aveva dichiarato incostituzionale il Decreto Legge che prevedeva la riduzione del 15% delle pensioni ed il ricalcolo delle pensioni di magistrati e militari (misure che il Governo aveva dovuto adottare per riportare a livelli accettabili il deficit), il Capo del Governo ha effettuato un importante rimpasto della compagine di Governo, con la sostituzione di ben sei ministri, tutti di area economica: Trasporti, Economia, Finanze, Agricoltura, Comunicazioni e Lavoro. Questo rimpasto si è svolto sullo sfondo di crescenti proteste popolari (il gradimento del PDL è sceso dal 33,5% delle elezioni al 17% che gli accreditano recenti sondaggi) per i provvedimenti di riduzione della spesa pubblica; malcontento che si è espresso anche con manifestazioni, scioperi e blocchi stradali. A seguito della protesta di piazza del corpo di polizia e delle polemiche insorte tra il Presidente Basescu ed il Primo Ministro Boc da un lato ed il Ministro dell’Interno Blaga dall’altro, si è giunti alle dimissioni di quest’ultimo ed alla sua sostituzione con Traian Igas).

Le opposizioni, sfruttando la debolezza dell’Esecutivo, hanno sinora presentato, da inizio legislatura, ben otto mozioni di sfiducia, senza tuttavia riuscire a far cadere il Governo. Peraltro, la situazione sociale appare peggiorare di mese in mese rendendo sempre più instabile il quadro politico ed economico. Nel gennaio 2011 si è registrato un ulteriore aumento del clima di tensione sociale a seguito delle misure anti-crisi adottate dal Governo Boc.  Alle proteste dei militari per i tagli alle pensioni si sono aggiunte quelle di migliaia di lavoratori (la maggior parte dei quali provenienti dall'industria automobilistica DACIA) scontenti per le novità introdotte dalla riforma del Codice del Lavoro. L’ultima mozione di sfiducia in ordine temporale è stata presentata in marzo 2011 proprio contro l’ipotesi di riforma del Codice del Lavoro (poi approvato, ed entrato in vigore dal 2 maggio 2011). Tra le principali novità in esso contenute, si segnalano il prolungamento del periodo di prova e della durata dei contratti a tempo determinato, l'inasprimento delle sanzioni per il lavoro nero, gli obblighi individuali di rendimento ed i criteri di valutazione dei lavoratori da applicare in caso di licenziamenti collettivi.

Il 20 aprile 2011, dopo l’approvazione del nuovo Codice, si è dimesso il Ministro del Lavoro, Ioan Botis. Le dimissioni sono state presentate a seguito di uno scandalo che ha coinvolto la moglie di Botis ed alcuni suoi stretti collaboratori. Al suo posto è stato nominato l’ex Consigliere presidenziale Sebastian Lazaroiu.

A partire dal febbraio 2011 lo stesso Presidente Basescu ha avviato un’iniziativa di “rilancio dell’azione di Governo”, con la richiesta di sostituire il Primo Ministro Boc con un Primo Ministro tecnico – ottenendo però una risposta negativa da parte della grandissima maggioranza dei Parlamentari del PDL.

L’iniziativa del Presidente è dettata principalmente dall’esigenza di recuperare il consenso elettorale perduto dal PDL a causa delle conseguenze della crisi economica in vista delle elezioni amministrative e parlamentari del 2012. La partita sul cambio al vertice dell'Esecutivo pare aver avuto una battuta d’arresto il 14 maggio 2011 con la rielezione al vertice del PDL di Emil Boc, confermato alla Presidenza con 868 voti contro i 499 del principale sfidante, l’ex Ministro dell’Interno Vasile Blaga, ed i 24 dell'outsider Paleologu.

Ciononostante, Basescu non demorde dall’idea di sostituire Boc con un Primo Ministro tecnico che serva da "cuscinetto" nell'anno elettorale e si assuma le eventuali responsabilità in caso di fallimento della politica di contenimento della spesa pubblica. Boc, al contrario, pare non avere intenzione alcuna di lasciare l'incarico nel momento in cui si inizia ad intravedere la luce in fondo al tunnel della crisi economica.

Ha creato ulteriori forti tensioni nella coalizione di Governo il progetto di riforma della Costituzione lanciato dal Primo Ministro Boc. Tra i punti fondamentali, una riorganizzazione amministrativa regionale, una riforma del Parlamento (con riduzione del numero dei parlamentari fino a un massimo di 300 e la restrizione della possibilità di ricorrere al voto di fiducia), la revisione della composizione del Consiglio Superiore della Magistratura, la riduzione della sfera di applicazione dell'immunità parlamentare e l'eliminazione del principio della presunta natura legale dei redditi.

Il progetto di riforma regionale prevede in particolare una fusione degli attuali quarantuno distretti (dotati di un Consiglio distrettuale eletto dal popolo) in otto macro-regioni: una soluzione che presenterebbe, nell’ottica di Boc, indubbi vantaggi quali una sostanziale riduzione dei costi, una "sburocratizzazione" delle Istituzioni e un'accelerazione delle procedure di assorbimento dei fondi europei. Una soluzione che non piace all'UDMR (e nemmeno al Governo ungherese, il quale, tramite Il vicepremier Semjenha, ha definito il piano come "inaccettabile" in quanto modificherebbe la "mappa etnica" della Romania), che vedrebbe significativamente ridimensionato il peso della minoranza ungherese nei territori in cui è maggiormente radicata. A seguito di un vertice di maggioranza tenutosi a fine giugno, la discussione sul progetto di riforma regionale è stata rinviata all’autunno.

Alla fine di settembre 2011 è stato istituito il Ministero per gli Affari europei.


Politica estera

 

I pilastri della politica estera romena sono due: l’appartenenza all’Alleanza Atlantica, che data dal 2004, e l’adesione all’Unione Europea, avvenuta il 1° gennaio 2007.

In costante sviluppo i rapporti con Washington, soprattutto in materia di difesa. Sin dal maggio 2003 il Consiglio Supremo di Difesa romeno ha approvato lo stabilimento di basi americane nell’area tra il delta del Danubio e la regione di Costanza. Piena collaborazione è stata offerta anche in Iraq. Il contingente di circa 500 unità che ha operato prima in stretta cooperazione con il comando italiano e poi, dopo il nostro ritiro, con quello britannico è stato peraltro ritirato a fine luglio 2009. Maggiori unità saranno schierate progressivamente in Afghanistan: il contingente romeno conta attualmente 1020 unità e dovrebbe aumentare fino a raggiungere circa 1800 soldati.

Il CSAT (Consiglio Supremo per la Difesa del Paese) ha di recente deciso di partecipare allo sviluppo del sistema americano di difesa antimissilistica. Il progetto prevede la costruzione di un complesso sistema di radar e sensori capace di difendere l’Europa meridionale, oltre a garantire una più efficace ed ampia copertura del territorio romeno. L’installazione del sistema di difesa potrebbe promuovere investimenti in Romania per 3-4 miliardi di dollari.

L’accordo  sul dispiegamento del sistema di difesa missilistica in Romania è stato infine firmato in occasione della visita del Presidente Basescu a Washington avvenuta a settembre 2011, durante la quale il Presidente romeno ha incontrato il Presidente statunitense Obama ed il Segretario di Stato Clinton.

Il contingente di circa 500 unità che ha operato in Iraq, prima in stretta cooperazione con il comando italiano, ed in seguito al nostro ritiro, con quello britannico, è stato ritirato a fine luglio 2009. Maggiori unità saranno schierate progressivamente in Afghanistan: il contingente romeno dovrebbe aumentare fino a raggiungere circa 1800 soldati.

In ambito NATO, la Romania aspira a svolgere un ruolo sempre più attivo in seno all’Alleanza Atlantica, in particolar modo nell'area del Mar Nero, dove ha promosso la creazione di un Forum di dialogo per il Mar Nero, e nei Balcani.

Attualmente, la Romania fornisce un importante contributo alle missioni di pace nel mondo attraverso l’impiego di 2175 militari.

Le principali zone di presenza militare romena sono i Balcani, la Libia e l’Afghanistan: nei Balcani le forze armate romene sono utilizzate nelle operazioni “Althea” (72 militari) e “KFOR(NATO)” (176 militari) principalmente nelle città di Pristina e Sarajevo.

In Libia la Romania è presente con la fregata “Re Ferdinando” e con un equipaggio di 207 militari.

L’Afghanistan è il teatro di operazioni in cui si registra il maggiore impegno da parte della Romania, mediante la sua partecipazione alle operazioni “Enduring Freedom” (8 ufficiali) e “ISAF” (1687 militari, tra ufficiali e personale distaccato): la maggior parte delle truppe (1220 persone delle 1687 sopra menzionate) e’ impegnata nella città di Qalat, capitale della provincia di Zabul situata nella parte meridionale del Paese.

Si registra, infine, la presenza di 7 militari romeni nella missione di monitoraggio in Georgia (EUMM) e 41 osservatori militari alle Nazioni Unite (MONUC, UNOCI, UNMIL, UNMIS, UNMIK, UNMIN).

Per quanto concerne la riforma del Consiglio di Sicurezza Onu, la posizione romena è tradizionalmente allineata con quella dei G4 (alla luce di un impegno preso in tal senso con Germania e Giappone), senza però alcuna preclusione verso proposte alternative suscettibili di raccogliere un'ampia maggioranza assembleare.

I rapporti con l'Ungheria, dopo la storica riconciliazione del 1996, restano eccellenti, pur se occasionalmente venati dal riacutizzarsi della questione della minoranza magiara in Transilvania e dalla recente proposta di riforma regionale avanzata da Boc che inciderebbe sulla situazione delle regioni ad etnia prevalentemente magiara. Peraltro, il sostegno dell'UDMR (il partito della minoranza magiara) risulta necessario per garantire la fiducia al Governo Boc.

I rapporti con la vicina Moldova, caratterizzati spesso da periodiche incomprensioni, hanno registrato nell’ultimo anno un sostanziale miglioramento. Le forti tensioni seguite alle elezioni moldave dell’aprile 2009 non hanno modificato l’impegno di Bucarest a sostegno del processo di avvicinamento della Moldova all’UE. L’esito delle elezioni moldave del 29 luglio 2009 ha attribuito la maggioranza ad una coalizione eterogenea di partiti anticomunisti fino ad allora all’opposizione, senza dubbio più in sintonia con Bucarest: la nuova situazione si è fra l’altro riflessa nella firma, l’8 novembre 2010, del trattato bilaterale sulle frontiere di Stato, che, oltre a risolvere – tramite la costituzione di una commissione mista – l’annoso problema della delimitazione della frontiera, disciplina una lunga serie di attività transfrontaliere (dalle ferrovie alla caccia).

Il 28 aprile 2011 si è svolto a Bucarest un incontro tra il Presidente Basescu ed il Presidente ad interim della Moldova e Presidente del Parlamento Marian Lupu. Durante l’incontro i due Capi di Stato hanno discusso della situazione politica in Moldova, di un prestito di 100 milioni di euro concesso da Bucarest a Chisinau per 4 anni, e del processo di avvicinamento moldavo all'Unione Europea. Nell’occasione, Basescu ha assicurato al Presidente Lupu ogni utile sostegno per gli accordi sulla libera circolazione e sui visti nonché per l'inizio dei negoziati in vista della conclusione di un Accordo di Associazione con l'UE.

La Romania è membro dei principali fori sub-regionali, quali l’Iniziativa Centro Europea (InCE), di cui ha esercitato la presidenza per il 2009, la South-East European Cooperation Process (SEECP), la Black Sea Economic Cooperation (BSEC), il South East European Cooperative Initiative (SECI).

Le Autorità romene hanno espresso la propria contrarietà alla dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo, ribadendo al contempo l’importanza di garantire un maggiore e più stretto raccordo con la Serbia, Paese con cui Bucarest intrattiene rapporti molto forti. Bucarest ha comunque predisposto l’invio di 150 gendarmi nell’ambito della missione PESD EULEX Kosovo, da affiancarsi alle 176 unità impegnate con la KFOR.

Sin dai primi giorni della crisi georgiana del 2008, la Romania ha assicurato un forte sostegno a Tbilisi, fornendo anche assistenza sul piano umanitario. La Romania partecipa alla missione di monitoraggio promossa dall’Unione Europea (European Union Monitoring Mission), con l’invio di 20 osservatori dislocati nell’area di Tblisi/Basaleti. Sul versante dei rapporti con la Federazione Russa, da sempre altalenanti ma sostanzialmente improntati – specialmente nell’era Basescu - a reciproca diffidenza, a fine 2010 si è registrata da parte di Mosca l’espulsione di un diplomatico romeno accusato di spionaggio, con conseguenti contro-espulsione di un diplomatico russo a Bucarest e innalzamento dei toni nelle dichiarazioni delle due parti (in particolare Basescu ha definito “occupanti” i peacekeepersrussi presenti dal 1992 in Moldova). All’acuirsi della tensione hanno peraltro contribuito anche le recenti dichiarazioni del Presidente Basescu sulla Bessarabia e la Bucovina settentrionale.

Di rilevante interesse, quantomeno in una prospettiva di medio periodo, è stata la missione in Cina compiuta dal Premier Boc (accompagnato da alcuni membri dell’Esecutivo e da una delegazione imprenditoriale). Oltre a riannodare le fila del dialogo politico e culturale ad alto livello, la missione ha avuto come obiettivo principale da un lato l'attrazione degli investimenti cinesi in Romania (anche attraverso il finanziamento di importanti opere pubbliche, tra cui la realizzazione del terzo e quarto reattore della centrale nucleare di Cernavoda) e dall'altro il sostegno alle esportazioni romene verso Pechino.

Nell’agosto 2010, ha avuto un forte impatto mediatico la decisione francese di rimpatriare un gran numero di cittadini romeni di etnia Rom, soggiornanti nel Paese transalpino senza fissa dimora o lavoro.

Recentemente, il Governo spagnolo ha deciso di limitare attraverso un sistema di permessi l'accesso al mercato del lavoro di cittadini romeni a partire dal 1° agosto 2011. Le misure, attualmente al vaglio della Commissione Europea ed analoghe a quelle già adottate dai Paesi Bassi, non limiteranno la libera circolazione dei cittadini romeni in Spagna, ma ne ridimensioneranno la possibilità di trovare un posto lavoro.

 

Relazioni con l’Unione Europea

I temi europei prioritari per il Governo romeno sono: la fine del Meccanismo di Cooperazione e Verifica; lo stabilimento a Bucarest di un’Agenzia Comunitaria; la realizzazione delle grandi infrastrutture energetiche e del gasdotto Nabucco; la cooperazione tra l’UE ed i Paesi che si affacciano sul Mar Nero; la cooperazione tra gli Stati attraversati dal Danubio; la definizione di obiettivi nazionali realistici nell’ambito della nuova Strategia “UE 2020”.

Il principale obiettivo di politica europea del Governo romeno resta comunque l’ingresso nello spazio Schengen, inizialmente previsto per il marzo 2011 e successivamente posticipato. Allo sforzo di carattere tecnico ed infrastrutturale per soddisfare i criteri imposti dall’UE si è aggiunta anche la necessità di rassicurare alcuni partner europei preoccupati che l’allargamento dell’area Schengen a Romania e Bulgaria possa rendere più vulnerabili le frontiere dell’Unione e, sul piano interno, favorire l’emigrazione delle fasce più deboli. Lo sforzo ha però avuto un successo limitato, ed alcuni partner (tra cui Francia e Germania)hanno espresso, in una lettera, la loro contrarietà all’accesso dei due Paesi a Schengen entro breve. In due recenti visite compiute a Bucarest, i Ministri francesi degli Esteri (Juppé) e Interni (Gueant) hanno esposto la nuova linea di Parigi sull'adesione di Bucarest: passare ad una fase dove l'adesione allo spazio Schengen sia trattata esclusivamente a Bruxelles (in Coreper II) senza tappe forzate o calendari artificiali.

Già nel luglio 2010, in sede di relazione per il Gruppo ad hoc sul MCV (Meccanismo di cooperazione e verifica), la Commissione Europea affermava di ritenere che, nonostante alcuni progressi, continuasse a non esservi una volontà politica condivisa per le riforme. La Commissione metteva in luce i progressi costituiti dall'approvazione dei codici di procedura civile e penale e delle norme di attuazione dei due codici sostanziali approvati, ma esprimeva preoccupazione per il ritmo particolarmente lento della riforma del sistema giudiziario e per la mancanza di adeguate risorse. Nonostante vi fosse un buon track record nella lotta alla corruzione, mancavano infatti casi nei quali veniva perseguita la corruzione ad alto livello.

La Commissione mostrava inoltra preoccupazione per la vicenda dell'Agenzia Nazionale per l'Integrità (ANI), che, dopo aver funzionato bene per due anni, aveva sospeso la propria attività in aprile, a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale che aveva giudicato parzialmente illegittima la legge istitutiva dell'Agenzia. Lo sforzo romeno veniva comunque riconosciuto dalle Conclusioni del Consiglio UE, redatte nel corso dei lavori del sopra menzionato Gruppo ad hoc.

Nella risoluzione del Parlamento europeo approvata giovedì 13 ottobre 2011, si esortano gli Stati membri ad evitare populismi nazionali e a consentire l'ingresso di Bulgaria e Romania nell'area Schengen, prendendo in considerazione esclusivamente i criteri esistenti "sulla sola base dell'acquis e delle procedure di Schengen". Criteri addizionali non possono essere imposti a questi due paesi, sottolinea il PE, chiedendo ai governi nazionali di onorare i propri impegni e di "non dare la priorità al populismo nazionale". Il PE invita inoltre il Consiglio europeo ad adottare le misure necessarie per consentire a entrambi i paesi di entrar a far parte dell'area senza frontiere.

La risoluzione giunge dopo la decisione, assunta dai governi olandese e finlandese del 22 settembre 2011, di bloccare la richiesta di Romania e Bulgaria di far parte della zona Schengen e in essa il Parlamento europeo ha ribadito a larga maggioranza l’esortazione a includere entrambi i Paesi nell'area Schengen. "I due paesi hanno ridisegnato e riorganizzato in modo sostanziale i propri sistemi di gestione integrata delle frontiere, investendo considerevolmente nelle autorità incaricate dell'applicazione della legge (...) ed hanno visibilmente rafforzato il proprio quadro istituzionale e giuridico", sottolinea la risoluzione. Il PE nota infine "il sostegno e la solidarietà regolarmente dimostrati dalla Bulgaria e dalla Romania quali partner affidabili" dell'Europa sud-orientale, nonché il loro costante contributo alla sicurezza delle frontiere in questa parte dell'Unione.

 

Il Governo romeno sembra invece dover rinunciare all'obiettivo del 2015 quale data limite di ingresso del Paese nell'eurozona, benché non vi sia al momento nulla di definito, tanto che le autorità di Bucarest - ed in particolar modo la Banca Nazionale Romena - premono per il rispetto della scadenza prefissata. Testimonianza tangibile di tale impegno è l’adesione del luglio 2011 al sistema dei pagamenti in Euro "Target2".

Una questione delicata concerne il tasso di assorbimento dei fondi europei, tra i temi-chiave del dibattito economico e politico da quando il Paese è entrato nell'UE, e che non ha effettivamente raggiunto livelli accettabili. Il livello di assorbimento dei fondi strutturali e di coesione ha raggiunto in effetti solo il 3% ed è stato oggetto di una recente missiva del Presidente della Commissione Barroso al premier Boc.

Nell’attuale Esecutivo europeo, la Romania ha ottenuto il portafoglio “Agricoltura” e “Sviluppo Rurale”, con il Commissario Dacian Ciolos, ex Ministro dell’Agricoltura.


Quadro economico

 

Principali indicatori economici

(2010)

Entità nominale del PIL (in miliardi di €)

113,6

PIL pro-capite (in US dollari)

11.500

Variazione reale del PIL

-1,3%

PIL (composizione per settore)

agricoltura 30%;

industria 23%;

servizi 50%

Disoccupazione

7,6%

Inflazione (tasso medio annnuo)

6,1%

 

Lineamenti strutturali

 

La transizione avviata in Romania dopo la caduta del comunismo ha portato in pochi anni ad una drastica contrazione del settore primario (la cui incidenza sul PIL del 2009 è stata del 12,4%), una più contenuta riduzione del settore secondario (dal 57% nel 1989 al 35% nel 2009) ed un aumento esponenziale del settore terziario (fino al 52,6% nel 2009).

Le disomogeneità nello sviluppo del territorio e le accentuate disparità regionali hanno influito sui processi di internazionalizzazione, dal momento che interazioni commerciali e Investimenti Diretti Esteri si sono per lungo tempo concentrati solamente nelle regioni più prospere. In tempi più recenti, tuttavia, si è iniziato ad assistere ad un’inversione di tendenza, con la rivitalizzazione e l’inserimento nei processi di sviluppo ed internazionalizzazione di regioni fino a poco tempo fa assai marginali.

 

Andamento congiunturale e politica economica

Dopo anni di rapida crescita, nel 2009, a causa delle conseguenze della crisi economica internazionale, il PIL ha registrato una pesante flessione (-7,1%). Il tasso di crescita del 2010 ha risentito di diversi fattori congiunturali, che lo hanno reso piuttosto altalenante: il dato di fine anno ha quindi registrato un’ulteriore flessione di circa l’1,2%. Al contrario, i dati relativi al primo trimestre 2011 indicano una crescita compresa tra lo 0,4 e lo 0,6% del PIL: dati che confermano l’uscita del Paese dalla fase di recessione. Le previsioni delle istituzioni finanziarie internazionali attribuiscono alla Romania una crescita dell’1,5% nel 2011 e del 3,5-4% nel 2012.

Le difficoltà strutturali del Paese, nonostante le misure di austerità varate dall’Esecutivo per far fronte agli effetti della crisi, permangono ed hanno avuto la tendenza ad acuirsi nel 2010, durante il quale sono stati necessari alcuni interventi per fronteggiare la crisi economica ancora imperversante. Le principali misure hanno riguardato, a partire dal mese di luglio 2010, l’aumento dell’IVA dal 19% al 24% ed il taglio degli stipendi dei dipendenti pubblici del 25%, al quale si sono progressivamente aggiunte altre riduzioni. Tali misure hanno naturalmente portato forti tensioni sociali, sfociate in numerose manifestazioni di dipendenti pubblici. Non è stata invece toccata l’aliquota unica di tassazione per le imprese, al 16%, che ha sinora contribuito all’attrazione di ingenti investimenti stranieri.

Il Governo ha comunque ribadito il forte impegno a proseguire con la politica dei tagli alla spesa pubblica improduttiva (il 70% della spesa è per salari, pensioni ed assistenza sociale). La legge di bilancio 2011, approvata in extremis il 22 dicembre tra le proteste sociali e dell’opposizione, è ancora nel segno dell’austerità, con forti riduzioni dei bilanci di alcuni dicasteri (difesa -30%; sanità -40% ecc.). Il Governo si sta inoltre preparando, al fine di rendere operative le annunciate riforme che riguardano la pubblica amministrazione, a tagliare sostanzialmente il numero dei dipendenti delle aziende a partecipazione statale. La nuova ondata di licenziamenti dovrebbe interessare circa 7.000 dipendenti del settore pubblico. I settori maggiormente interessati dovrebbero essere le compagnie ferroviarie "CFR Merci" (3.000 dipendenti in meno) e "CFR Passeggeri" (1.000) oltre che quella per le Strade ed Autostrade (600 posti da tagliare).

Secondo le ultime stime, il deficit di bilancio della Romania ammonterebbe, alla fine di maggio 2011, a circa l’1,2% del PIL. Esso è stato pari al 6,5% del PIL nel 2010 (7,9 miliardi euro circa). L’ECOFIN ha concesso alla Romania un’ulteriore dilazione, sino al 2012, per portare il deficit di bilancio al di sotto della soglia richiesta del 3% del PIL (obiettivo presente nel bilancio di previsione triennale presentato a ottobre 2010, ma giudicato ottimistico da più parti). L’obiettivo del Governo per il 2012 è giungere al 3%, per il 2013 al 2,5% e per il 2014 all’1,8%.

Bucarest ha ottenuto nel 2008 un prestito internazionale di 19,95 miliardi di euro (di cui 18,95 miliardi circa incassati ad oggi) comprendente quattro fonti di finanziamento provenienti da altrettante istituzioni internazionali: il FMI ha concesso, nell’ambito di uno Stand-by Agreement, un prestito di 12,95 miliardi di euro, l’Unione Europea ha partecipato con 5 miliardi, la Banca Mondiale ha messo a disposizione 1 miliardo mentre la BERS, di concerto con altre IFI, ha prestato un altro miliardo. Detti accordi hanno comportato obblighi precisi per il Governo romeno in termini di riforma della politica fiscale, controllo del bilancio dello Stato e della spesa pubblica, rafforzamento del settore finanziario e perseguimento di politiche monetarie più stabili. Il prestito, concesso ad un tasso di interesse medio annuo del 3,5%, dovrà essere rimborsato entro il 2015.

Alla conclusione del primo accordo di prestito, la Romania ha deciso di continuare a ricorrere all’assistenza del Fondo Monetario e delle istituzioni internazionali ed ha concluso un nuovo accordo, già approvato dal board dell’FMI, di tipo “precauzionale”, che ha una durata di due anni, sino alla fine di marzo del 2013. Nell’ambito di tale accordo il Paese disporrà di 3,5 miliardi di euro stanziati dal Fondo, cui si aggiunge un sostegno precauzionale di 1,4 miliardi dall’Unione Europea ed un prestito di 400 milioni di euro dalla Banca Mondiale. Le Autorità romene hanno peraltro deciso di non utilizzare i predetti fondi, riservandoli per eventuali nuove emergenze.

In base agli accordi con il Fondo Monetario Internazionale, l'Esecutivo romeno si è impegnato a cedere pacchetti di azioni delle principali compagnie di Stato (il 15% di Transelectrica, Transgaz e Romgaz, il 10% di Hidroelectrica e Nuclearelectrica, il 20% del ramo merci delle Ferrovie e il 20 per cento della compagnia aerea Tarom) con l'obiettivo di garantire maggiore efficienza gestionale e più lusinghieri risultati economici.

Con l’obiettivo di dare la maggiore stabilità possibile al proprio percorso di crescita, la Romania ha inoltre deciso, alla fine di marzo, di aderire al Patto “Euro Plus”, approvato dai Capi di Stato e di Governo dei Paesi dell’area euro e al quale hanno aderito anche Bulgaria, Danimarca, Lettonia, Lituania e Polonia. Il Governo romeno ha ritenuto che gli obiettivi di miglioramento della competitività, aumento dell’occupazione, sostenibilità fiscale e consolidamento della stabilità finanziaria, previsti dal Patto fossero pienamente concordanti con gli interessi nazionali e ricompresi negli impegni assunti nei confronti del FMI. 

Segnali positivi giungono dal settore delle energie rinnovabili. Il sostegno agli investimenti nel settore ha generato nel tempo un vero e proprio 'boom' nello sviluppo di progetti eolici nel Paese. Attualmente la Romania fa parte a pieno titolo della mappa europea dei produttori di energia eolica, con 462 MW già installati rispetto ai soli 14 MW esistenti alla fine del 2009, mentre le previsioni indicano un potenziale livello di produzione di circa 3.000 MW entro il 2015. Il Consiglio Esecutivo della Banca Mondiale (BM), nella riunione del 23 novembre 2010, ha approvato un investimento per la costruzione di due parchi eolici per la capacità totale di 228 MW nella regione di Dobrogea per 338 milioni di euro. Si tratta del primo progetto del genere approvato per la Romania.

Un ulteriore segnale di movimento sul fronte energetico è scaturito, il 14 febbraio 2011, dalla firma a Bucarest un'intesa interministeriale per l'ulteriore sviluppo del progetto AGRI (Azerbaijan Georgia Romania Interconnector), lanciato a Bucarest nella primavera del 2010 e che dovrebbe consentire il trasporto di gas naturale liquefatto dai giacimenti azeri verso l'Europa. Nell'ambito di tale progetto, è prevista in particolare la costruzione a Costanza di un impianto di rigassificazione dal quale convogliare il gas giunto dalla Georgia via nave verso il resto dell'Europa.

Passato probabilmente il momento più duro della crisi nel settore industriale, e nonostante decisi segnali positivi registrati negli ultimi mesi del 2010 ed i primi del 2011 (dal 4% del novembre 2010 si è passati al 6,5 di dicembre ed al 10,6% del gennaio 2011), il Paese continua ad aver bisogno, per poter pensare alla crescita di lungo periodo, di realizzare le infrastrutture necessarie alla messa in funzione di nuovi insediamenti industriali in tutte le zone del Paese.

Luci ed ombre si concentrano anche sul settore dei prezzi e dell’inflazione: il tasso d’inflazione a dicembre 2010 ha raggiunto il 7,96% mentre il tasso d’inflazione medio annuo è stato del 6,1%. Secondo l’analisi della Banca Nazionale di Romania, l’inflazione sarebbe spinta dall’aumento dei prezzi degli alimentari e del petrolio ma, già alla fine del 2011, essa potrebbe raggiungere valori più contenuti (4%).

Fra le principali fonti di preoccupazione, spiccano il tasso di disoccupazione e il livello dei salari, soprattutto alla luce delle perduranti tensioni sociali, in un Paese che vede 13,9 milioni di persone fruire di un qualche tipo di assistenza sociale. Nel solo comparto dell’istruzione si prevede un taglio di circa 15.000 unità, mentre il Ministero dell`Amministrazione Pubblica e dell`Interno ha stimato finora in 17.000 unità il risultato della razionalizzazione dei dipendenti degli enti locali e quello dei Trasporti ha programmato il licenziamento di circa 10.000 dipendenti.

Nel mese di dicembre 2010, secondo i dati forniti dall’Agenzia Nazionale per l’Occupazione, il tasso di disoccupazione è stato del 6,87%, in diminuzione del 0,9% rispetto all’anno precedente. Ad aprile 2011 il tasso di disoccupazione è ulteriormente diminuito per attestarsi al 5,41%, anche per effetto del contrasto al lavoro sommerso attuato dal Governo Boc, soprattutto mediante l’approvazione, nel marzo 2011, del nuovo Codice del Lavoro, adottato per adeguare la legislazione giuslavoristica al quadro comunitario, adattarla all’attuale contesto economico, combattere il “lavoro nero” e rendere più flessibile il mercato del lavoro senza privare il lavoratore della tutela offerta dal contratto legale.

Relazioni economiche e commerciali

Commercio Estero

Il grado di apertura al commercio internazionale dell’economia romena è molto elevato, favorito da un’economia aperta e dall’ingresso nell’Unione Europea. Dopo il calo nel 2009, il commercio estero è ritornato a crescere nel 2010. Secondo i dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica, il valore complessivo delle esportazioni FOB nel 2010 è 37,29 miliardi di euro mentre quello delle importazioni CIF è 46,8 miliardi di euro con un aumento, rispetto al 2009, del 28,2% delle’export e del 20,1% dell’import. Il deficit commerciale FOB-CIF nel 2010 è stato di 9,51 miliardi di euro, 360,8 milioni di euro in meno rispetto al 2009.

Bilancia commerciale della Romania

(valori in miliardi euro e variazioni %)

 

 

2006

2007

2008

2009

2010

Esportazioni

25,9

29,4

33,6

29,1

37,3

Var. annua  %

16,6%

13,7%

13,8%

-13,7%

28,2%

Importazioni

40,7

50,9

56,3

 38,9

46,8

Var. annua %

24,8%

25,1%

9,8%

-32,0%

20,1%

Saldo (negativo)

bilancia commerciale 

14,9

21,5

22,7

9,8

9,5

 

L’analisi settoriale dell’interscambio romeno, illustrata nelle tabelle seguenti, evidenzia un peso preponderante nell’’export delle voci “macchine e dispositivi meccanici; macchine, apparecchiature ed attrezzature elettriche”, “autoveicoli e altri mezzi ed attrezzature da trasporto”, “metalli comuni ed altri articoli in metallo”; voci per cui si sono registrano aumenti importanti. Da segnalare un forte aumento delle esportazioni di metalli comuni ed altri articoli in metallo (+52,5%). Relativamente all’import, le principali voci sono “macchine e dispositivi meccanici; macchine, apparecchiature ed attrezzature elettriche”, “prodotti minerari”, “metalli comuni ed altri articoli in metallo”, “prodotti dell’industria chimica”, tutte con valori in aumento rispetto al 2009.

Nel 2010 l’Italia si è trovata nella seconda posizione della classifica, dopo la Germania, sia nella graduatoria dei Paesi fornitori sia in quella dei mercati di destinazione dell’export romeno.

Esportazioni della Romania - Italia secondo Paese di destinazione con 5.159,1 milioni di euro, una quota sul totale pari al 13,8% ed un aumento del 15,6% rispetto al 2009. La Germania conferma pertanto la sua posizione di leader come Paese di destinazione dell’export (fino al 2007 occupata dall’Italia), con 6.734,8 milioni di euro ed una quota del 18,1% sul totale, un aumento del 23,8% nel 2010 rispetto al 2009. Tra i paesi extra-UE si distingue la Turchia, con un aumento del 76,8% dell’export.

Importazioni della Romania - Italia secondo Paese fornitore con 5.419,9 milioni di euro, una quota sul totale del 11,6% ed un aumento del 19,1% rispetto al 2009. La Germania e’ il primo Paese fornitore anche nel 2010, con 7.818,3 milioni di euro, una quota sul totale del 16,7%, e un aumento del 16% rispetto al 2009. In terza posizione l’Ungheria, con 4.060,8 milioni di euro di export verso la Romania e l’8,7 % del totale. Da segnalare l’entrata della Russia nei primi 10 Paesi fornitori alla sesta posizione, con un aumento record di prodotti esportati pari al 35,8%.

Anche se gli scambi con l’Italia hanno un trend ascendente, la quota export della Romania verso l’Italia risulta in diminuzione (dal 15,3% al 13,8%) mentre la quota import della Romania dall’Italia rimane relativamente stabile (dal 11,7% al 11,6%).

Esportazioni della Romania – Principali Paesi acquirenti

 

Paese

Valore

- milioni Euro -

Quote

Variazioni %

2010/ 2009

 

2009

2010

2009

2010

 

Mondo

29.084,2

37.293,4

100,0

100,0

+28,2

1.

Germania

5.465,7

6.734,8

18,8

18,1

+23,8

2.

Italia

4.469,8

5.159,1

15,3

13,8

+15,6

3.

Francia

2.384,3

3.103,0

8,2

8,3

+30,5

4.

Turchia

1.451,2

2.563,5

5,0

6,9

+76,8

5.

Ungheria

1.263,6

1.782,0

4,3

4,8

+40,7

6.

Regno Unito

973,7

1.350,5

3,3

3,6

+39,3

7.

Bulgaria

1.094,2

1.337,3

3,8

3,6

+20,9

8.

Spagna

688,2

1.131,5

2,4

3,0

+30,4

9.

Olanda

953,7

1.026,2

3,3

2,8

+7,7

10.

Polonia

642,4

981,7

2,2

2,6

+51,7

 

 


 

 

Importazioni della Romania - Principali Paesi fornitori

 

Paese

Valore

- milioni Euro -

Quote

Variazioni %

2010/2009

 

2009

2010

2009

2010

 

Mondo

38.953,2

46.801,6

100,0

100,0

+20,1

1.

Germania

6.727,2

7.818,3

17,3

16,7

+16,0

2.

Italia

4.572,4

5.419,9

11,7

11,6

+19,1

3.

Ungheria

3.254,7

4.060,8

8,4

8,7

+23,3

4.

Francia

2.394,8

2.771,5

6,2

5,9

+15,4

5.

Cina

1.901,7

2.556,7

4,9

5,5

+34,4

6.

Russia

1.499,2

2.038,9

3,9

4,3

+35,8

7.

Austria

1.849,7

1.913,9

4,8

4,1

+3,1

8.

Polonia

1.380,8

1.748,9

3,5

3,7

+26,3

9.

Turchia

1.459,6

1.720,9

3,8

3,7

+17,9

10.

Olanda

1.497,3

1.641,9

3,9

3,5

+9,1

 

 

ESPORTAZIONI/IMPORTAZIONI

(Principali sezioni della Nomenclatura Combinata)

 

Esportazioni FOB 2010

Principali gruppi merceologici (73,5% del totale esportazioni)

Tipologie merci

Valore

-milioni Euro-

Quota % sul totale export

Var. %

2010 /

2009

Macchine e dispositivi meccanici; macchine, apparecchiature ed attrezzature elettriche

10.136,6

27,2%

+32,1%

Autoveicoli e altri mezzi ed attrezzature da trasporto

5.753,0

15,4%

+17,8%

Metalli comuni ed altri articoli in metallo

4.454,9

11,9%

+52,5%

Materiali tessili ed altri articoli connessi

3.133,9

8,4%

+8,1%

Prodotti minerali

2.059,5

5,5%

+15,4%

Materie plastiche, gomma e articoli connessi.

1.884,7

5,1%

+31,2%

Totale Esportazioni Mondo

37.293,4

100,0%

+28,2%

 

Importazioni CIF 2010 – Principali gruppi merceologici (74,7% del totale importazioni)

Tipologie merci

Valore

Milioni Euro

Quota % sul totale

Var. %

2010 /

2009

Macchine e dispositivi meccanici; macchine, apparecchiature ed attrezzature elettriche

13.334,7

28,5

+26,8

Prodotti minerali

5.168,8

11,0

+33,1

Metalli comuni ed altri articoli in metallo

5.116,3

10,9

+34,1

Prodotti dell’industria chimica

4.666,7

10,0

+8,5

Autoveicoli e altri mezzi ed attrezzature da trasporto

3.457,1

7,4

+19,6

Materie plastiche, gomma e articoli connessi

3.249,9

6,9

+27,8

Totale Importazioni Mondo

46.801,6

100,0

+20,1%

 

 

 

Interscambio con l’Italia e principali partners commerciali

 

Secondo i dati dell’INS, l’interscambio commerciale tra Italia e Romania ha raggiunto nel 2010 un valore complessivo di 10,57 miliardi di Euro, superiore ai livelli del 2009 (9,04 miliardi di euro). La Romania ha esportato verso l’Italia un valore di 5,16 miliardi di euro (+15,6% rispetto al 2009), mentre le importazioni dall’Italia hanno raggiunto un valore di 5,42 miliardi di Euro (+19,1% rispetto al 2009). Pertanto nel 2010 la bilancia commerciale della Romania relativamente agli scambi con l’Italia ha registrato un saldo commerciale negativo di 260,8 milioni di euro.

 

 

 

 

 

 

 

Interscambio commerciale Romania - Italia

 (valori in milioni di euro e variazioni %)

 

 

 

 

2009

2010

Variazione %

Export verso l'Italia

 

4.469,8

5.159,1

+15,6

Import dall'Italia

 

4.572,4

5.419,9

+19,1

Saldo

 

-102,6

-260,8

-

 

Analizzando la serie storica dell’interscambio tra i due Paesi dal 2003 al 2010 si nota un progressivo aumento dei valori, che si è fermato nel 2008, anno in cui l’interscambio è aumentato lievemente, per poi diminuire nel 2009. Inoltre, si nota una progressiva riduzione del saldo negativo che da 1.515 milioni di euro del 2007 è arrivato a soli 103 milioni nel 2009. Nel 2010 si nota un leggero miglioramento dei valori.

 

 

Interscambio commerciale Romania - Italia dal 2003 al 2010

(valori in milioni di euro)

 

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Export verso l’Italia

3.774

3.993

4.249

4.596

5.013

5.217

4.467

5.159

Import dall’Italia

4.140

4.500

5.008

5.915

6.528

6.618

4.570

5.420

Totale interscambio

7.914

8.493

9.257

10.511

11.541

11.835

9.037

10.578

Saldo

 

- 366

- 507

- 759

-1.319

-1.515

-1.401

-103

-261

 

Il notevole calo degli investimenti legato agli effetti della crisi è proseguito  nel 2010, come illustrato nella tabella seguente che riporta la serie storica degli IDE negli ultimi sette anni.

 

 

Investimenti diretti esteri in Romania

(valori in milioni euro)

 

 

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Flussi IDE

5.183

5.213

9.059

7.250

9.496

3.488

2.596

Var. Annue (sem) %

+166,3

+0,6

+73,8

-20,0

+31,0

-63,3

-25,6

Considerando invece il numero di nuove imprese a partecipazione estera (dati del Registro del Commercio), nel 2010 sono state registrate in Romania 6.302 nuove aziende, portando a 173.030 il numero totale di imprese estere dal 1991. Anche in questo caso i dati sono inferiori rispetto al 2009 (-9,3%), quando erano state registrate ben 6.946 nuove aziende con partecipazione estera.


L’Italia continua ad essere, da oltre 10 anni, il principale paese investitore per numero di aziende registrate, mentre detiene il settimo posto tra i primi investitori per capitale investito.

 

 Primi 10 paesi investitori per numero di imprese

1991 – 31 dicembre  2010

N.

Paese

Nr. Aziende

%

 

Totale Romania

173.030

100,0

1.

ITALIA

30.147

17,42

2.

GERMANIA

18.163

10,5

3.

TURCHIA

12.036

7,0

5.

UNGHERIA

10.777

6,2

4.

CINA

10.011

5,8

6.

FRANCIA

6.505

3,8

7.

USA

6.235

3,6

8.

ISRAEL

6.105

3,5

9.

AUSTRIA

5.969

3,5

10.

IRAK

5.718

3,3

 

 Primi 10 paesi investitori per capitale sociale versato

 (mil. euro)

1991 – 31 dicembre 2010

N.

Paese

Mil. Euro

%

 

Totale Romania

29.150

100,0

1.

OLANDA

5.851

20,1

2.

AUSTRIA

4.692

16,1

3.

GERMANIA

4.423

15,2

4.

FRANCIA

2.247

7,1

5.

GRECIA

1.944

6,7

6.

CIPRO

1.872

6,3

7.

ITALIA

1.383

4,7

8.

ELVETIA

1.051

3,6

9.

SPAGNA

1.023

3,5

10.

GRAN BRETAGNA

857

2,9

 


Adesione della Romania e della Bulgaria allo Spazio Schengen

L’ingresso di Romania e Bulgaria nello spazio Schengen si trova in una situazione di stallo a seguito del veto espresso da Olanda e Finlandia al Consiglio GAI del 22 settembre u.s., chiamato a pronunciarsi in proposito all’unanimità.

Olanda e Finlandia continuano a ritenere che - nonostante il rispetto dei requisiti tecnici[13] - Bulgaria e Romania non siano pronte ad entrare nell’area Schengen a causa di perduranti carenze nella lotta alla corruzione ed alla criminalità organizzata. Il Consiglio non è quindi riuscito a raggiungere un accordo sulla proposta di compromesso – sostenuta dalla Presidenza e dalla maggioranza degli Stati membri, compresa l’Italia – di “un ingresso in due tempi”, basato sull’apertura delle frontiere aeree e marittime tra fine ottobre e inizio novembre; e sul rinvio della decisione riguardante le frontiere terrestri al 2012, a data da definire.

La questione ora potrebbe essere discussa dal Consiglio Europeo del 23 ottobre p.v.  Il 3 ottobre u.s. il Presidente romeno Basescu ha indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy ed al Presidente della Commissione Barroso indicando l’intenzione di sollevare la questione dell’adesione di Romania e Bulgaria allo Spazio Schengen in tale occasione.

Il Ministro dell’Interno olandese, tuttavia, ha già anticipato in alcune dichiarazioni alla stampa che la propria posizione cambierà soltanto “quando in Romania e Bulgaria ci saranno risultati concreti nella lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione". Per misurare i progressi in questi ambiti, i Paesi Bassi "continueranno a fare affidamento sui Rapporti pubblicati dalla Commissione europea nell'ambito del Meccanismo di Cooperazione e Verifica" (MCV). La prossima relazione della Commissione sul MCV in Romania e Bulgaria sarà resa nota a febbraio 2012.

Infine, il 13 ottobre u.s. il Parlamento Europeo ha adottato una Risoluzione in cui esprime il proprio sostegno all’adesione di Bulgaria e Romania a Schengen. Il Parlamento Europeo, in particolare, invita gli Stati membri ad adottare una decisione sull’allargamento dell’area Schengen a Bulgaria e Romania esclusivamente sulla base del rispetto dell’acquis e delle procedure Schengen (senza imporre nuove condizionalità) ed il Consiglio Europeo ad adottare le misure necessarie per permettere l’adesione dei due Paesi.


Rapporti bilaterali[14]

 

Rapporti politici bilaterali

Le relazioni tra Italia e Romania sono caratterizzate da grande intensità, sia sul piano del dialogo politico sia su quello della collaborazione economico-commerciale e si sviluppano nel quadro della Dichiarazione di Partenariato strategico adottata a Bucarest il 9 gennaio 2008.

Il 9 ottobre 2008 si è svolto a Roma il primo Vertice inter-governativo, che ha confermato l’interesse comune a sviluppare i rapporti in settori strategici quali l’energia, i trasporti e le tecnologie avanzate e ad instaurare un raccordo più stretto sui principali temi regionali di comune interesse, tra cui i Balcani Occidentali e l’area del Mar Nero. È stato confermato altresì il comune impegno ad affrontare i temi connessi alla cosiddetta “dimensione sociale” dei rapporti bilaterali, con particolare riferimento alla collaborazione in materia di sicurezza e giustizia, riguardanti l’inclusione sociale delle fasce più svantaggiate della comunità romena e in particolare quella di origine rom.

Gli incontri ad alto livello sono tradizionalmente frequenti. Il 16 settembre 2009 si è svolto a Roma il primo incontro ufficiale fra il Presidente del Consiglio ed il Primo Ministro romeno, Emil Boc. Il 20 Aprile 2010 il Ministro degli Esteri Franco Frattini e il suo omologo romeno Teodor Baconschi si sono incontrati a Roma e hanno passato in rassegna le principali tematiche bilaterali e internazionali.

Il 26 e 27 gennaio 2011, durante un viaggio di missione a Bucarest il Sottosegretario Mantica ha incontrato Bogdan Aurescu, il Ministro dell'Economia Ion Ariton ed il Consigliere Presidenziale ed ex Commissario Europeo Leonard Orban, mentre lo stesso Aurescu si è recato in missione a Roma il 20 aprile. Il 4 e 5 maggio 2011 ha avuto luogo a Bucarest una visita della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati.

Il secondo Vertice Inter-Governativo si è tenuto a Bucarest il 30 e 31 maggio 2011. Da parte italiana, oltre al Presidente del Consiglio e al Ministro Frattini, hanno partecipato il Ministro della Giustizia Alfano, il Ministro dell’Interno Maroni ed il Ministro per lo Sviluppo Economico Romani. Nel corso del Vertice sono stati affrontati con gli omologhi romeni gli argomenti di maggiore attualità nel quadro internazionale e comunitario ed è stata ribadita con convinzione la volontà di rilanciare il Partenariato Strategico Rafforzato su cui si reggono le relazioni bilaterali.

Il 15 e 16 settembre 2011 il Presidente Giorgio Napolitano ha svolto una visita di Stato in Romania. Il Presidente ha incontrato il Presidente di Romania Traian Basescu, il Presidente del Senato Mircea Geoana, il Presidente della Camera dei Deputati Roberta Anastase, il Primo Ministro di Romania Emil Boc, Ministro dell'Istruzione, Petru Daniel Funeriu, nonché studenti e rappresentanti della comunità italiana, del mondo imprenditoriale e di organizzazioni non governative.

 

 

Comunità romena in Italia

 

I romeni costituiscono la più numerosa comunità straniera presente sul territorio italiano, nonché la principale collettività all’estero della stessa Romania. Essa si colloca al di sopra delle già consistenti collettività di albanesi (al 2° posto) e marocchini (al 3° posto), raggiungendo all’inizio del 2010 - se si considerano le rilevazioni della Caritas (elaborazioni su dati Istat) - quota 950.000 persone registrate come residenti, pari circa a un quarto dell’intera popolazione immigrata. L’inserimento è avvenuto per quasi un terzo nell’industria (notoriamente in edilizia), per la metà nel terziario (assistenza familiare, alberghi e ristoranti, informatica e servizi alle imprese) e per un quinto nell’agricoltura.

Gli imprenditori romeni che operano sul territorio italiano sono aumentati del 204,1% nel quinquennio 2004-2009: lo rivela uno studio del maggio 2010 dell’ICE sull'imprenditoria straniera in Italia. La comunità imprenditoriale romena, che opera prevalentemente nell'edilizia è la terza più numerosa, con 49.132 aziende, preceduta solo da quella marocchina (57.621) e da quella cinese (49.854). Si tratta di una presenza diffusa che si sta trasformando da temporanea in stabile, come dimostrano l’aumento delle registrazioni anagrafiche, il numero delle persone occupate, dei nuovi assunti e quello di quanti sono diventati cittadini italiani. Non bisogna inoltre trascurare i cospicui vantaggi che Bucarest consegue dai propri cittadini in Italia: tra i principali, circa un miliardo di euro di rimesse valutarie nel 2009 e soprattutto minore incidenza sul proprio welfare di oltre un milione di persone (che gravano invece, come costo sociale, sul nostro sistema di assistenza). Uno scenario che potrebbe in futuro assumere proporzioni ancor più rilevanti perché i settori in cui i romeni lavorano in Italia non sono stati toccati dalla crisi economica ed offrono ancora oggi prospettive per nuovi arrivi. L’importanza che Bucarest annette alla propria collettività nel nostro Paese è testimoniata anche dall’estensione della rete consolare (4 Consolati Generali a Bologna, Milano, Torino, Trieste, oltre alla cancelleria consolare presso l’Ambasciata a Roma)  e dalla recente decisione del MAE rumeno di aprire un Consolato a Catania con competenza sulle regioni Sicilia, Basilicata, Calabria e Puglia.

I cittadini romeni detenutinelle carceri italiane al 31 marzo 2011 sono 3.609 (pari al 14,5% sul totale dei detenuti stranieri), cifra che fa della Romania il 2° Paese per numero di detenuti in Italia dopo il Marocco.

Il quadro degli accordi bilaterali in materia migratoria si compone di un accordo in materia di criminalità organizzata che risale al 1993, di un accordo per la riammissione degli immigrati irregolari del 1997 (che dal 1° gennaio 2007 trova applicazione solo per la riammissione in Romania di cittadini di Paesi extracomunitari) ed un accordo per il trasferimento dei detenuti del 2003 (in vigore dall’11 aprile 2006). Va inoltre ricordato l’Accordo sulla cooperazione per la protezione dei minori romeni non accompagnatio in difficoltà presenti sul territorio, in vigore dal 12 ottobre 2008. L’applicazione dell’Accordo è affidata, per parte italiana, all’Organismo Centrale di Raccordo (OCR, un tavolo interministeriale del quale fanno parte, tra gli altri, il Ministero dell’Interno, degli Esteri, della Giustizia, del Lavoro e l’ANCI). In attuazione dell’Accordo, le Parti hanno altresì proceduto all’insediamento di una Commissione Mista di Esperti, competente per la definizione delle modalità tecniche per il rimpatrio dei singoli minori.

 

 

L’accesso al mercato del lavoro dei cittadini romeni

Dal 1° gennaio 2007 i cittadini romeni e bulgari possono circolare liberamente nei Paesi dell’Unione Europea, e anche svolgere lavoro autonomo o stagionale, senza aver bisogno di specifico nulla osta. Da questa data, infatti, Romania e Bulgaria sono diventati Paesi membri dell’UE e i loro cittadini possono godere dei diritti previsti dall’ordinamento comunitario. L’accesso al lavoro subordinato non è stato, invece, completamente liberalizzato, poiché il Governo italiano, analogamente a quanto deciso da altri Paesi dell’Unione Europea, al momento dell’accessione della Romania e della Bulgaria, ha optato per una apertura graduale del mercato del lavoro nazionale, attraverso un regime transitorio previsto dai Trattati di Adesione per un periodo massimo di 5 anni (2007-2013). Tale regime è stato adottato dal 1° gennaio 2007 ed è stato dall’Italia, anno per anno, riconfermato. Esso viene disciplinato con apposite Circolari emanate congiuntamente dal Ministero dell’Interno e dal Ministero del Lavoro. Da ultimo, l’Italia ha deciso di continuare ad avvalersi del regime transitorio per un ulteriore anno, fino al 31 dicembre 2011, con una circolare congiunta del Ministero dell’Interno e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 31 gennaio 2011. Con tali disposizioni, è stata prevista l’apertura immediata nei seguenti settori lavorativi: agricolo e turistico-alberghiero; lavoro domestico e di assistenza alla persona; edilizio; metalmeccanico; dirigenziale e altamente qualificato (oltre al lavoro subordinato stagionale e lavoro autonomo).

Per tutti i restanti settori produttivi, l’assunzione di lavoratori romeni e bulgari, cui non è stato posto alcun tetto numerico, avviene con una procedura semplificata (e comunque a condizioni non più restrittive di quelle esistenti alla data della firma del Trattato di Adesione, cd. clausola di “standstill”) e più rapida rispetto a quella necessaria per i lavoratori extracomunitari (cd. principio di “preferenza”), attraverso la presentazione di una richiesta di nulla osta da parte del datore di lavoro allo Sportello Unico per l’Immigrazione della Provincia ove sarà svolta l’attività produttiva. Il regime transitorio adottato è comunque favorevole per i lavoratori dei Paesi in questione perché sono stati liberalizzati tutti i settori di loro maggiore interesse. Alla fine del 2011, eventualmente, sarà possibile, ma unicamente in caso di gravi turbative del mercato del lavoro, prorogare tale regime per un ultimo, ulteriore biennio (2012-2013).

 

 

Comunità Rom

La comunità Rom in Italia (di nazionalità romena e non) è stimata in circa 150.000 presenze, delle quali circa un terzo (50.000 unità) sono Rom rumeni. Il Ministero dell’Interno, basandosi sul Regolamento CE n. 230 del 29 aprile 2008, ha nominato cinque Commissari straordinari(nel Lazio, Campania, Lombardia, Veneto e Piemonte) con il compito non solo di censire la popolazione  rom e sinti che si trova nei campi nomadi abusivi, ma anche di avviare iniziative di carattere strutturale per la sistemazione delle aree occupate dagli insediamenti e provvedere alle esigenze di natura sanitaria e di integrazione(avviamento al lavoro e la scolarizzazione per i bambini), con risorse finanziarie messe a disposizione dal Ministero dell'Interno, dagli Enti locali e dall'Unione Europea, per tutte le persone che hanno titolo a rimanere in Italia. Le politiche nazionali di promozione dell’integrazione socialedei Rom si avvalgono del Fondo per l’Inclusione Sociale degli immigrati e del Fondo nazionale per le Politiche Sociali istituiti dal Ministero del Lavoro per la promozione di politiche di integrazione sociale degli stranieri (attraverso la sottoscrizione di specifici Accordi di programma con le Amministrazioni regionali). Con quest’ultimo fondo è stato previsto l’utilizzo degli istituti dell’apprendistato e del tirocinio formativo e l’attivazione di servizi di informazione, orientamento e accompagnamento al lavoro per le popolazioni Rom e Sinti.

 

 

Cooperazione giudiziaria

In materia penale sono in vigore tra i due Paesi le seguenti Convenzioni multilaterali:

-          Convenzione Europea di Estradizione (Parigi, 1957) e II Protocollo addizionale alla Convenzione Europea di Estradizione (Strasburgo, 1978), in vigore per la Romania dal 9.12.1997;

-          Convenzione Europea di Assistenza Giudiziaria in materia penale (CEAG – Strasburgo, 1959) e Protocollo Addizionale CEAG (Strasburgo, 1978), in vigore per la Romania dal 15.6.1999;

-          Convenzione Europea sul riciclaggio, ricerca, sequestro e confisca dei proventi di reato (Strasburg, 1990), in vigore per la Romania dal 1° dicembre 2002;

-          Mandato di Arresto Europeo (MAE) – Legge 22.4.2005 n. 69, in vigore per la Romania dal 1° gennaio 2007.

 

Dal 26 maggio 2006 è in vigore l’Accordo bilaterale sul trasferimento delle persone condannate alle quali è stata inflitta la misura dell’espulsione o quella dell’accompagnamento al confine. Nel gennaio 2010 è stato finalizzato un accordo sulle buone prassi amministrative da seguire per la sua applicazione.

In materia civile è in vigore dal 1° gennaio 2007 il Regolamento (CE) n. 1348 del 29.5.2000 relativo alla notificazione e alla comunicazione negli Stati membri degli atti giudiziari ed extragiudiziari in materia civile e commerciale.

E’ altresì in vigore una Convenzione bilaterale firmata a Bucarest l’11 novembre 1972 concernente l’assistenza giudiziaria in materia civile e penale

Dal dicembre 2009, è in servizio presso il Ministero della Giustizia romeno un magistrato di collegamento distaccato sulla base dell’Azione Comune 96/277/GAI del 22 aprile 1996.

 

 

Rapporti economici bilaterali

I rapporti commerciali hanno registrato una lunga fase di espansione, con un interscambio che nei 5 anni precedenti al 2009 era più che raddoppiato. Tuttavia, nel 2009 la crisi economica ha provocato una forte riduzione anche degli interscambi con l’Italia, che comunque continua a mantenere il secondo posto nella classifica dei partner commerciali della Romania, alle spalle solamente della Germania. Nel 2010 l’interscambio commerciale è tornato a crescere, raggiungendo i 10,57 miliardi di euro (rispetto ai 9,04 miliardi del 2009), con un surplus di 260,8 milioni a favore di Bucarest. In particolare, la Romania ha esportato verso l’Italia un valore di 5,16 miliardi di euro (+15,6% rispetto al 2009), mentre le importazioni dal nostro Paese hanno raggiunto un valore di 5,42 miliardi di euro (+19,1% rispetto al 2009). 

Per quanto concerne la quota di mercato italiana nelle esportazioni ed importazioni romene, si registrano rispettivamente una diminuzione ed una continua stabilità, con la quota delle merci in entrata in Romania ridottasi dal 15,4% al 13,9%; il peso complessivo italiano per quanto concerne il totale delle merci in uscita, relativo ai primi 9 mesi del 2010, è rimasto invece sostanzialmente invariato, dall'11,8% del 2009 all'attuale 11,6%.

L’Italia si colloca al primo posto per numero di società a capitale straniero registrate in Romania (settimo per capitale investito): al 31 dicembre 2010, secondo i dati dell’Ufficio del registro del Commercio, erano registrate complessivamente 30.147 imprese italiane cui 15.741 attive, con un capitale versato di circa 1,38 miliardi di euro. Sotto il profilo dell'impiego, il nostro Paese può essere considerato il primo investitore in Romania, con un ammontare totale di circa 800.000 posti di lavoro creati direttamente o nell'indotto. 

Negli ultimi anni, la Romania ha visto una presenza maggiormente ampia e differenziata del nostro sistema imprenditoriale. In tale quadro, la novità più importante è stata costituita senz’altro dall’“approdo” nel Paese delle grandi imprese e dei grandi gruppi industriali italiani (su tutti ENEL, Tenaris, Agip e Pirelli, che recentemente ha inaugurato l'ampliamento dell'impianto di produzione di pneumatici di alta gamma a Slatina).

Nel terziario, nel corso degli ultimi anni le banche italiane hanno mostrato crescenti segni di interesse per il mercato romeno. Le forme di investimento realizzate vanno dall'acquisto di istituti di credito locali preesistenti (Unicredit, Veneto Banca, Intesa S.Paolo, Cassa di Risparmio di Firenze), alla costituzione di desk Italia presso banche internazionali (Banca Popolare di Vicenza). Assicurazioni Generali ha inoltre rilevato dal gruppo di private equity Ppf Investments il controllo di due compagnie del Paese, Ardafe Rai, raddoppiando la quota di mercato all’11,7% e diventando così il terzo operatore romeno. A settembre 2011 è avvenuta la fusione di "Generali Asigurari" e "Ardaf", operazione che ha dato vita alla nuova società "Generali Romania”.

Molto significativi anche gli appalti vinti da Astaldi/Italstrade:tra questi, la riabilitazione e l’ammodernamento del complesso sportivo “Lia Manoliu” (120 milioni), i lavori di rimodernamento dell’aeroporto di Cluj-Napoca e della tratta ferroviaria Bucarest-Costanza (178 milioni), la costruzione del cavalcavia “Basarab overpass” nella capitale (113 milioni); la realizzazione del tratto autostradale TimisoaraOradea (127 milioni); la linea 5 della Metropolitana di Bucarest (215 milioni); la ristrutturazione dell’Aeroporto di Bucarest (76 milioni), la realizzazione del Lotto 4 dell'Autostrada Orastie-Sibiu, (per un valore di circa 115 milioni) e di un altro tratto autostradale di 20 chilometri tra Medgidia e Costanza (120 milioni). Nello stesso periodo, altre grandi aziende italiane si sono aggiudicate importanti contratti: Impregilo quello per la progettazione e realizzazione del lotto tre dell'autostrada Orastie-Sibiu (144 milioni di euro) e la Società italiana per Condotte d'Acqua, in associazione con Tirrena Scavi e Cossi Costruzioni, due lotti autostradali che fanno parte del quarto corridoio Paneuropeo, per un importo complessivo di 265 milioni di euro.

Nel settore dei trasporti, la Romania ha in programma la costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità (Budapest-Bucarest) e la modernizzazione delle principali stazioni ferroviarie del Paese, per le quali vi è un interesse della società Grandi Stazioni. Il Gruppo FS sta inoltre seguendo la definizione di altri due importanti progetti: la realizzazione del collegamento ferroviario tra la stazione di Bucarest Nord e l’aeroporto internazionale della capitale, per il quale vi è anche un interesse da parte del Gruppo Finmeccanica, e la costruzione dell’anello ferroviario intorno a Bucarest. A seguito della visita a Bucarest compiuta nel febbraio scorso dall'Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, una delegazione romena guidata dal Segretario di Stato del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Alexandru Nazare, si è recata in Italia lo scorso mese di marzo per un incontro con i vertici delle FS. A seguito di tali visite sono stati avviati due gruppi di lavoro, uno sui terminali merci e l’altro sull’ammodernamento delle stazioni, e sono in fase di definizione quelli sull’innovazione tecnologica ed il trasporto intermodale, anche alla luce della consistente disponibilità di fondi UE per l’ammodernamento delle strutture ferroviarie romene.

Nel settore della difesa, la società Orizzonte Sistemi Navali è interessata a partecipare alla gara per acquisto di corvette e l’ammodernamento di due fregate “Type 22” da parte della Marina romena. Orizzonte, Fincantieri e Selex hanno preso l’impegno di presentare una proposta tecnico-economica basata sulle esigenze sinora manifestate dalla controparte romena, con particolare focus sul finanziamento delle operazioni descritte attraverso un prestito a lungo termine ed il coinvolgimento dell’industria locale, anche attraverso attività di “offset”, che avrebbero un’importante ricaduta sul tessuto economico romeno con la creazione di centinaia di posti di lavoro.

Il 7 dicembre 2007 è stato sottoscritto un contratto tra Alenia Aeronautica ed il Ministero della Difesa per la fornitura di 7 aeroplani da trasporto C-27J Spartan. Alenia, alla guida del Consorzio Eurofighter, era altresì interessata alla gara per la fornitura di 24/48 velivoli da combattimento per l’Aeronautica Militare romena; attualmente, a seguito di una prima indicazione espressa da parte romena verso l’acquisto di 24 aerei F16 usati dalle Forze Armate USA, si stanno svolgendo consultazioni tra il Parlamento e le altre aziende interessate, tra le quali Alenia, per addivenire ad una decisione definitiva (anche se l’attuale difficile situazione finanziaria del Paese mette per il momento in forse l’effettiva prosecuzione del tender). La SELEX Sistemi Integrati ha realizzato il sistema di controllo del traffico aereo civile, commissionato dal Ministero romeno dei Trasporti e co-finanziato dalla BEI (100 milioni di dollari).

La società Selex Communications, che si è aggiudicata una gara per la prima fase del programma SCOMAR (Sistema Integrato di osservazione, sorveglianza e controllo del traffico del Mar Nero) per un valore di circa 5 milioni di euro, sta già fornendo alla Romania la rete di telecomunicazioni militari PTN. Il Gruppo Finmeccanica e’ interessato al completamento ed ammodernamento del predetto sistema e della PTN (Permanent Telecommunication Network) in favore del Ministero della Difesa. Tali programmi sono fondamentali nel quadro del rispetto degli obblighi imposti alla Romania in ambito Schengen e NATO.

 

 

 

 

Settore energetico

Le risorse interne romene (petrolio, gas e carbone) sono diversificate ma insufficienti a coprire il fabbisogno nazionale, notevolmente cresciuto in ragione della continua espansione della produzione industriale. La Romania importa il 34% del suo fabbisogno, principalmente dalla Russia.

Obiettivo del Governo romeno è quindi la sicurezza e la diversificazione degli approvvigionamenti. La Romania è un tradizionale sostenitore del progetto Nabucco che per Bucarest permetterebbe una migliore diversificazione degli approvvigionamenti, dal momento che si tratta dell`unico progetto che non comprende il passaggio sul territorio russo. Vi e’ inoltre interesse per l’oleodotto Costanza-Trieste (PEOP), che renderebbe la Romania il principale punto di partenza europeo per il trasporto del greggio proveniente dal Mar Caspio e dal Medio Oriente.L’Italia ha fino ad oggi assicurato il sostegno “politico” al progetto, ma non è entrata a far parte del consorzio di imprese che ne dovrebbe promuovere la realizzazione. La Romania è inoltre interessata all’AGRI (Azerbaijan, Georgia, Romania Interconnector) che dovrebbe consentire il trasporto di gas naturale liquefatto dai giacimenti azeri verso l’Europa, con la costruzione a Costanza, sul Mar Nero, di un impianto di rigassificazione dal quale convogliare il gas giunto dalla Georgia via nave verso l’Ungheria ed il resto dell’Europa.

La Romania ha inoltre manifestato la propria apertura nei confronti del progetto South Stream, sviluppato congiuntamente da Gazprom ed ENI. A tal fine, nell’ottobre 2010 è stata firmata un’intesa tecnica per verificare la possibilità che il tracciato passi sul territorio romeno.

La società italiana Gasplus, tra i primissimi produttori italiani di gas, è impegnata in qualità di socio di minoranza (15%) dell'azienda canadese Sterling, in un lungo e complesso negoziato sullo sfruttamento dei giacimenti di gas in alcune concessioni nel Mar Nero.Sterling ha inviato al Governo romeno una 'notice of dispute', aprendo un periodo di negoziato di sei mesi, durante i quali trovare una soluzione per avviare le attività estrattive. In caso contrario, l'azienda farà probabilmente ricorso ad un arbitrato internazionale.

Per quanto riguarda il comparto dell’energia elettrica, nel quale il Paese è esportatore netto, la Romania potrebbe triplicare entro il 2020 la produzione derivante da risorse rinnovabili.

In compartecipazione con la società tedesca E.ON., ENEL ha inoltre avviato i negoziati con l’azienda locale Termoelectrica per la costruzione di un impianto a carbone ad alta efficienza per la generazione di elettricità in prossimità delle città di Brăila o Galati[15]. Sempre nel settore energetico, Ansaldo Energia ha poi realizzato la prima unità della Centrale nucleare di Cernavodă, che fornisce oltre il 10% del fabbisogno di energia elettrica del Paese, e, nell’ottobre 2007, ha messo in funzione la seconda unità[16]. Il 21 novembre 2008 è stato firmato l’accordo tra la società statale di gestione dell’energia nucleare, Nuclearelectrica, ed i sei gruppi stranieri, tra cui Enel, che dovrebbero finanziare la realizzazione dei reattori 3 e 4 della centrale.L’incertezza di fondo sul destino del progetto ha spinto alcuni degli investitori stranieri, ad eccezione di ENEL ed Arcelormittal, a ritirarsi dal progetto. Attualmente il Governo romeno sta cercando di trovare altri potenziali finanziatori, tra cui potrebbero inserirsi la China Nuclear Power Engineering e la sudcoreana BKB, leader del consorzio "Korea Nuclear”.

 

Enel è presente in Romania dal 2005, nei settori della vendita e della distribuzione dell’energia elettrica. Attualmente opera, con circa 5.000 dipendenti, con tre società di distribuzione e due società di vendita in tre Regioni (Banat, Dobrogea e Bucarest) che servono complessivamente, 2,5 milioni di clienti pari a circa il 30% del mercato. Enel è anche presente nella generazione da fonti rinnovabili con Enel Green Power. In Romania Enel ha investito dal 2005, oltre 1,2 miliardi di Euro e ha in fase di svolgimento ulteriori investimenti che potrebbero portare a un impegno complessivo di circa 3 miliardi di Euro. (v. oltre). Enel ha avviato, per l’ammodernamento della sola rete elettrica, un piano di investimenti di oltre 800 milioni di euro nei prossimi cinque anni. Per l’anno 2010 ha realizzato un investimento pari a 220 milioni di Euro, di cui oltre 110 nella rete di Bucarest, superando così l’obiettivo di investimenti del contratto di privatizzazione. Inoltre Enel desidera realizzare in Romania la piena integrazione verticale nella catena del valore attraverso la realizzazione e la partecipazione a nuovi impianti di generazione, nonché l’avviamento di un progetto pilota sugli Smart Meters. I progetti principali nella generazione sono:

·                La partecipazione alla società Energonuclear per la realizzazione della terza e della quarta unità  dell’impianto nucleare di Cernavoda (tecnologia canadese CANDU – 2x720 MW). L’azionariato vede attualmente Nuclearelettrica  all’84,65%, Enel al 9,15% ed Arcelor Mittal al 6,2 %. In linea con la procedura definita a livello europeo a valle dell’evento Fukushima, la prima e la seconda unità di Cernavoda di proprietà di Nuclearelectrica, attualmente in esercizio, saranno sottoposte nei prossimi mesi a stress test che ne valuteranno il livello di sicurezza. Enel monitorerà i risultati degli stress test sulle due unità in esercizio tecnologicamente analoghe alle due unità da costruire al fine di acquisire gli elementi necessari per valutare la decisione di investimento prevista nella seconda metà del 2012.

·                Lo sviluppo di un portafoglio di fonti rinnovabili, in particolare impianti eolici. Tra dicembre e gennaio 2011 sono entrati in esercizio due nuovi campi eolici per un totale di 64 MW e sono inoltre in fase di sviluppo progetti eolici sul Mar Nero, con capacità di oltre 200 MW.

·                La realizzazione di un impianto a carbone ad alta efficienza per la generazione di elettricità in prossimità delle città di Braila (con E-ON) o di Galati (Enel 100%) da 800 MW.

 

Enel ha come obiettivo l’integrazione della catena del valore attraverso nuovi importanti investimenti nel settore della produzione di energia, a condizione che vengano risolte le seguenti questioni:

Enel vanta verso le Ferrovie Romene (CFR) un credito di oltre 180 milioni di Euro. Tale credito è in continua crescita poiché la legge non consente il distacco di CFR in quanto fornisce un servizio di pubblica utilità. Il problema del recupero del credito nei confronti di CFR continua ad essere la maggiore preoccupazione per lo sviluppo corretto e proficuo del business di Enel in Romania. Più volte, gli impegni e le assicurazioni del Governo ad onorare il debito, sono stati disattesi. Enel si è resa disponibile a discutere in tempi brevi con i Ministeri romeni dei Trasporti, dell’Economia e delle Finanze ma, il gruppo di lavoro interministeriale promosso dal Ministero dei Trasporti e formatosi proprio con l’obiettivo di risolvere la questione, si è riunito due volte in aprile senza nessuna ulteriore convocazione più recente.

Nel corso del vertice italo-romeno del 30 maggio 2011 si è deciso di individuare la soluzione al problema attraverso l’opera di due rappresentanti, uno del Ministero per lo Sviluppo Economico italiano e l’altro del Ministero dell’Economia romeno. 

 

ANSALDO ENERGIA: il gruppo ha realizzato insieme al partner canadese AECL le prime due unità della centrale nucleare di Cernavodă, che forniscono da sole il 20% del fabbisogno energetico nazionale ed è inoltre interessata alla costruzione e messa in opera della terza e quarta unità.

 

TERNA ha firmato con il gestore della rete di trasmissione dell’energia elettrica, Transelectrica, un MoU sullo sviluppo infrastrutturale e la partnership strategica; è inoltre interessata ad uno scambio azionario con l’omologa romena (al 71% controllata dal Ministero dell’Economia).

 

INERGIA: nei prossimi due anni opererà nello sviluppo, realizzazione e gestione di impianti di produzione di energia rinnovabile. Verso la fine del 2005 il gruppo ha approvato un piano di investimenti per la costruzione di una società in Romania, la “Land Power”Srl, con l’obiettivo prioritario di sviluppare progetti per la produzione d’energia da fonti rinnovabili, in particolare eolico ed idroelettrico.

 

SORGENIA ROMANIA: costituita nel 2008, prevede di investire 600 milioni di Euro nel comparto eolico entro il 2011. Sono in fase avanzata i progetti per la costruzione di due parchi da 106 MW complessivi nella provincia di Vaslui e per altri due parchi, da 62 MW totali, in provincia di Costanza. 

 

SARAS è impegnata, attraverso proprie controllate, nella realizzazione di parchi eolici nella regione della Dobrugia.

Da segnalare infine il “re-branding", ad inizio febbraio 2011, della più importante associazione imprenditoriale italiana in Romania, Unimpresa Romania, che conta attualmente circa mezzo migliaio di soci. La nuova associazione è entrata entra a far parte a pieno titolo del sistema confindustriale italiano ed assume la denominazione di "Confindustria Romania", federata in "Confindustria Balcani", nata alcuni mesi addietro e comprendente al momento circa 1.500 associati.

 

 

Dati statistici relativi al rischio

 

STUDIO DELLE CATEGORIE DI RISCHIO – SACE –

Categoria OCSE

4/7

 

Categoria Consensus

2

 

Rating

BB+

Standard & Poors’s

BBB-

Moody’s

BB+

Fitch

Garanzie deliberate (capitale e interessi)

220,8 mln

 

Garanzie perfezionate

147,0 mln

135,9 mln € già erogati

Rischio operativo

Basso

Outlook: stabile

Rischio finanziario

Basso

Outlook: stabile

Rischio economico

Basso

Outlook: stabile

Rischio politico

Basso

Outlook: negativo

 

 

Rapporti culturali

 

Forti di antiche e sempre vive tradizioni latine, le relazioni culturali vivono una nuova fase che si è aperta con la firma del nuovo Accordo culturale e scientifico del 21 ottobre 2003, in occasione della Visita di Stato dell’allora Presidente Ciampi. Tale accordo èentrato in vigore nel marzo del 2006 e sostituisce i precedenti accordi: quello culturale del 1967 e quello di cooperazione scientifica e tecnologica del 1964.

Richiamandosi spesso alle comuni origini latine, i romeni si sentono particolarmente vicini all’Italia e ciò è testimoniato dalla disponibilità con cui le istituzioni culturali collaborano con l’Ambasciata d’Italia, l’Istituto di Cultura e l’ICE.

Fra le attività realizzate nel 2010 si registra il Festival Italiano, organizzato in concomitanza con la Festa della Repubblica, che ha visto succedersi per un mese iniziative legate alla moda, all’eno-gastronomia, alla cultura e al settore sociale, riscotendo un grande successo.Giunto alla seconda edizione, il Festival ha visto, fra le varie manifestazioni proposte, una settimana di eventi italiani presso  il celebre  Museo del Villaggio di Bucarest,  una mostra di fotografie della Nazionale Italiana di Calcio, patrocinata dalla FIGC, una mostra sull’Espresso italiano e un caffè letterario con lo scrittore italiano Andrea Pinketts.

il Salone del Libro più grande della Romania che ha visto lo scorso anno la partecipazione della Casa Editrice Einaudi con una mostra dedicata alle edizioni storiche di capolavori della letteratura italiana del dopoguerra. Nell’ambito della musica classica, è di rilevanza mondiale il Festival Enescu[17] che si è svolto a Bucarest nel settembre di quest’anno ed ha visto la partecipazione di celebri artisti ed orchestre italiane. 

Nel contesto della Decima Edizione della Lingua Italiana nel Mondo, si segnala la realizzazione del concerto del cantautore italiano Edoardo Bennato, che si è esibito a Bucarest il 21 ottobre 2010 e ha altresì tenuto una lezione presso la cattedra di italianistica dell’Università di Bucarest.

Nel settore della collaborazione interuniversitaria sono attivi numerosi accordi di collaborazione tra Atenei italiani e romeni, anche nell'ambito della partecipazione ai programmi comunitari Socrates-Erasmus e Tempus-Phare. E' stato inoltre costituito nel 1992 un Centro Culturale Italiano a Cluj con funzioni di punto di raccordo della collaborazione interuniversitaria romeno-italiana.

È attiva a Bucarest la Scuola italiana privata "Aldo Moro", operante dal 1990 e comprendente una scuola materna, elementare, media ed un liceo scientifico quadriennale. Il 17 aprile 2002 è stato firmato il Memorandum d’Intesa fra le Autorità italiane e romene con cui si definiscono le modalità di funzionamento delle sezioni bilingue presso i Licei romeni. Gli Istituti che hanno già creato sezioni di questo tipo sono cinque: due a Bucarest, gli altri a Deva, Cluj-Napoca e Timisoara. Il nostro Paese contribuisce con l’invio dal nostro Paese di docenti di ruolo, la concessione di contributi finanziari e la fornitura di testi scolastici e di materiale didattico multimediale. Il numero complessivo degli alunni di queste istituzioni scolastiche è di 827 unità.

In Romania sono attivi attualmente cinque lettorati presso le Università di Bucarest, Cluj-Napoca, Timisoara, Iasi e Costanza.

Dall’anno scolastico 2007-2008 sono in corso in alcune scuole italiane dei progetti pilota di lingua e civiltà romena. A favore di queste iniziative, finanziate dalle Autorità romene, si sono espressi il Ministro della Pubblica Istruzione Adomnitei e l’allora Ministro Fioroni con una dichiarazione congiunta siglata durante un loro incontro a Rimini il 25 agosto 2007.

Recentemente si è sviluppata una collaborazione anche nel settore della protezione e tutela dell’ambiente. L’11 marzo 2009 sono stati inaugurati due nuovi progetti “twinning”: il primo relativo all’azione di sostegno della Guardia Nazionale Ambientale romena per il rafforzamento delle proprie capacità di ispezione e controllo ed il secondo concernente il rafforzamento dell’applicazione della legislazione comunitaria in materia nelle zone di confine dell’Unione Europea. Tali progetti verranno realizzati in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata e del Veneto, con l’Istituto Superiore di Sanità e con il Centro di Geomorfologia Integrata per l’Area del Mediterraneo.

Per l’A.A. 2009/2010 il Ministero degli Affari Esteri ha offerto ai cittadini romeni 70 mensilità dell’importo di euro 619,75 per corsi brevi di lingua italiana e per borse di studio di diversa tipologia della durata di 3, 6, 9 o 12 mesi.

 

 

Cooperazione allo sviluppo

A partire dal 2000, la Romania rientra nel novero dei Paesi eleggibili per finanziamenti sui fondi della legge 49/87 per iniziative promosse da ONG e programmi di emergenza.

I principali ambiti di attività delle associazioni italiane presenti in Romania riguardano la tutela e la cura dei bambini e degli adolescenti in difficoltà.

In particolare, un problema persistente, fin dai tempi della caduta di Ceausescu, é la drammatica situazione dell’infanzia istituzionalizzata (condizioni materiali precarie ed elevata diffusione dei casi di AIDS pediatrico). Relativamente a quest’obiettivo si inserisce l’iniziativa del GVC che ha contribuito alla chiusura di due istituti di accoglienza obsoleti e fatiscenti. Nel corso del 2010 è proseguito il processo di de-istituzionalizzazione dei minori, con largo ricorso ad utilizzo di assistenti maternali da parte dello Stato e promozione delle case-famiglia da parte delle ONG.

In Romania sono attive numerose Organizzazioni Non Governative italiane, sia religiose che laiche. Alcune di esse, grazie anche all’impulso dell’Ambasciata, si sono riunite nel Comitato Associazioni e ONG italiane in Romania (C.I.A.O). Sorto nel 2008, il Comitato si propone l’obbiettivo di coordinare l’operato e ottimizzare le risorse delle associazioni che ne sono parte, promuovendo all’esterno i valori condivisi e cercando di sensibilizzare la realtà romena sui problemi dell’infanzia, dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, dell’etica negli ambienti di lavoro e dello sviluppo sostenibile. Nel 2010 hanno beneficiato degli interventi delle nostre ONG 7107 cittadini romeni.

Il Ministero degli Affari Esteri ha finanziato, ad oggi, sei progetti promossi dalle ONG AVSI (due progetti), CESVI, GVC, COMI e GRT. Quest’ultimo, volo a contrastare ilrandagismo canino, che segue un approccio animalista innovativo, su una tematica molto controversa in Romania, dando voce ai diritti degli animali nell’affrontare il problema del randagismo e della rabbia canina.


Principali visite ed incontri recenti

2008

 

9 gennaio

Visita a Bucarest dell’On. Ministro D’Alema. Incontri con il Ministro degli Esteri Cioroianu ed il Primo Ministro Tariceanu

6 maggio

Partecipazione del Presidente di Confindustria Montezemolo alla riunione di Unimpresa Romania a Bucarest

15 maggio

Incontro a Roma tra il Ministro dell’Interno Maroni ed il suo omologo David

5 giugno

Visita a Bucarest del Ministro dello Sviluppo Economico, Commercio Internazionale e Comunicazioni Scajola

9 giugno

Incontro a Roma tra l’On. Ministro Frattini ed il Ministro degli Esteri Comanescu

10 giugno

Visita a Bucarest del Ministro per le Politiche Comunitarie Ronchi

2 luglio

Incontro dell’On. Ministro con il Presidente della Commissione Esteri del Senato, Mircea Geoana

31 luglio

Incontro a Roma del Presidente Basescu con il Presidente Berlusconi

5 settembre

Incontro a Roma del Presidente Basescu con il Presidente della Repubblica Napolitano

30 settembre, 1 ottobre

Visita a Bucarest del Ministro dell’Interno Maroni e del Ministro della Giustizia Alfano

9 ottobre

Primo Vertice Intergovernativo italo-romeno a Roma

 

2009

 

29 gennaio

Visita a Roma del Ministro dell’Economia Videanu

23 febbraio

Incontro dell’On. Ministro con il Ministro degli Esteri Diaconescu, Roma

23 aprile 

La Presidente della Camera romena, Anastase, ha incontrato a Roma il Ministro Frattini ed il Presidente della camera Fini

8 giugno 

Trilaterale a Belgrado tra i MAE di Italia, Romani e Serbia

7 luglio 

Visita a Bucarest del Ministro degli Esteri Frattini

16-17 luglio 

Visita a Bucarest della Commissione Parlamentare per l’Infanzia, presieduta dall’On. A. Mussolini

22-23 luglio

Visita a Bucarest del Ministro dell’Interno Maroni

16-17 settembre

Visita a Roma del Primo Ministro romeno Emil Boc, accompagnato dai Ministri degli Esteri Diaconescu, dell’Economia Videanu e della Salute Bazac

27-28 ottobre 

Visita a Bucarest dei membri italiani dell’Assemblea Parlamentare INCE (in occasione riunione annuale)

12 novembre 

Visita a Bucarest del Ministro degli Esteri Frattini (in occasione della ministeriale INCE)

13 novembre

Visita a Bucarest del Sottosegretario di Stato Alfredo Mantica (in occasione del vertice INCE)

 

2010

 

15-17 aprile

Visita a Roma del Presidente del Senato Geoana (per Assemblea dei Senati europei – incontro il 16-4 con l’On. Ministro)

20-21 aprile

Visita a Roma del Ministro degli Esteri Baconschi (incontri con l’On. Ministro, il Presidente della Camera Fini e il Ministro delle Politiche Europee Ronchi)

9-10 giugno

Visita a Bucarest del Vice Ministro allo Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni, On. Romani

25-26 ottobre

Visita a Bucarest della Commissione Straordinaria per la Tutela e la Promozione dei Diritti Umani del Senato

9 novembre

Visita a Bucarest del Presidente della Camera Fini

 

2011

 

26-27 gennaio

Visita a Bucarest del SS Mantica - Incontro con l’omologo Bogdan Aurescu, il Ministro dell'Economia Ion Ariton ed il Consigliere Presidenziale ed ex Commissario Europeo Leonard Orban.

30 maggio

Secondo vertice Intergovernativo italo-romeno a Bucarest, con la partecipazione del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, accompagnato dal Ministro degli Esteri Franco Frattini, dal Ministro dell’Interno Roberto Maroni, dal Ministro della Giustizia, Angelino Alfano e dal Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani

15-16 settembre

Visita di Stato del Presidente Giorgio Napolitano a Bucarest. Incontro con il Presidente di Romania Traian Basescu, il Presidente del Senato Mircea Geoana, il Presidente della Camera dei Deputati Roberta Anastase, il Primo Ministro di Romania Emil Boc, Ministro dell'Istruzione, Petru Daniel Funeriu, nonché studenti e rappresentanti della comunità italiana, del mondo imprenditoriale e di organizzazioni non governative.

 


Principali accordi bilaterali

Denominazione

ACCORDO SULLA COOPERAZIONE NEL SETTORE DELLE COMUNICAZIONI E DELLA SOCIETA’ DELL’INFORMAZIONE

Data firma

10 giugno 2010

In vigore

Ratificato da parte romena il 20/2/2011

 

MEMORANDUM DI INTESA SUL FUNZIONAMENTO DELLE SEZIONI SCOLASTICHE BILINGUI, CON N. 2 ALLEGATI

17/04/2002

21.11.2002

SCAMBIO DI NOTE, COSTITUENTE UN ACCORDO, PER L'ESENZIONE DALL'OBBLIGO DI VISTO AGLI AUTISTI CHE EFFETTUANO TRASPORTI DI MERCI E PASSEGGERI TRA I DUE PAESI.

24/04/2002

01.05.2002. COMUNICATO IN GU N. 268 SO DEL 15.11.2002.

SCAMBIO DI NOTE, COSTITUENTE UN ACCORDO, SUL RECIPROCO RICONOSCIMENTO DELLE PATENTI DI GUIDA, CON N. 3 ALLEGATI.

17/06/2002

17/06/2002

MEMORANDUM DI INTESA PER LA COOPERAZIONE NEL PROCESSO DI ADESIONE DELLA ROMANIA ALL'UNIONE EUROPEA.

12/11/2002

12.11.2002

ACCORDO SUL TRASFERIMENTO DELLE PERSONE CONDANNATE ALLE QUALI E' STATA INFLITTA LA MISURA DELLA ESPULSIONE O QUELLA DELL'ACCOMPAGNAMENTO AL CONFINE.

13/09/2003

13/09/2003

ACCORDO DI COOPERAZIONE CULTURALE E SCIENTIFICA.

21/10/2003

10.03.2006

ACCORDO PER LA RECIPROCA TUTELA DELLE INFORMAZIONI CLASSIFICATE.

06/04/2005

01.12.2005

ACCORDO SULLA COOPERAZIONE PER LA PROTEZIONE DEI MINORI ROMENI NON ACCOMPAGNATI O IN DIFFICOLTA' PRESENTI SUL TERRITORIO ITALIANO.

09/06/2008

12.10.2008

ACCORDO DI COLLABORAZIONE TURISTICA.

15/04/1993

18.01.1996

SCAMBIO DI NOTE PER L'ESENZIONE E LA GRATUITA' DEL VISTO CONSOLARE SUI CERTIFICATI DI ORIGINE E SULLE FATTURE COMMERCIALI.

25/02/1930

21.01.1933

PROTOCOLLO CONCERNENTE IL REGIME DOGANALE, CON SCAMBIO DI NOTE.

25/11/1950

20.12.1950

ACCORDO DI PAGAMENTO E SCAMBI DI NOTE.

28/01/1958

01.03.1958. COMUNICATO IN GU N. 58 DEL 07.03.1958

ACCORDO PER LA COOPERAZIONE SCIENTIFICA E TECNICA.

16/06/1964

30.03.1965

CONVENZIONE VETERINARIA, CON SCAMBIO DI NOTE.

14/04/1965

14.04.1965 PARZIALMENTE

ACCORDO PER LA COLLABORAZIONE ECONOMICA, INDUSTRIALE E TECNICA.

06/09/1965

10.03.1966

ACCORDO SUI TRASPORTI INTERNAZIONALI SU STRADA.

14/07/1966

02.06.1967

ACCORDO CULTURALE.

08/08/1967

07.02.1968

ACCORDO DI COPRODUZIONE CINEMATOGRAFICA.

08/08/1967

05.12.1967

SCAMBIO DI NOTE RELATIVO ALL'APERTURA DI UFFICI TURISTICI NELLE RISPETTIVE CAPITALI.

08/08/1967

08.08.1967

CONVENZIONE CONSOLARE.

08/08/1967

11.05.1972

SCAMBIO DI NOTE PER LA RIAPERTURA DELL'ACCADEMIA RUMENA A ROMA E DELL'UFFICIO DELL'ADDETTO CULTURALE A BUCAREST.

10/08/1967

10.08.1967

ACCORDO CONCERNENTE IL REGOLAMENTO DELLE QUESTIONI FINANZIARIE IN SOSPESO, CON SCAMBIO DI NOTE.

23/01/1968

07.03.1972

SCAMBIO DI NOTE PER LA RECIPROCA APERTURA DI BIBLIOTECHE NELLE RISPETTIVE CAPITALI.

18/06/1969

18.06.1969

PROTOCOLLO ADDIZIONALE DI COLLABORAZIONE TECNICA E SCIENTIFICA NEL SETTORE AGRICOLO.

18/03/1971

18.03.1971

DICHIARAZIONE SOLENNE.

22/05/1973

22.05.1973

ACCORDO FITO-SANITARIO.

11/11/1972

09.09.1973

CONVENZIONE CONCERNENTE L'ASSISTENZA GIUDIZIARIA IN MATERIA CIVILE E PENALE.

11/11/1972

04.08.1975

ACCORDO SULLA NAVIGAZIONE MARITTIMA.

22/05/1973

18.01.1976

ACCORDO DI COLLABORAZIONE ECONOMICA, INDUSTRIALE E TECNICA.

22/05/1973

20.05.1976

 


Curricula

Emil Boc

Primo Ministro

 

 

 

 

 

 

Emil Boc, in carica dal 22 dicembre 2008, è nato il 6 settembre 1966 nel villaggio di Răchiţele, vicino a Cluj-Napoca (municipio nel nord-ovest della Romania e vecchia capitale della Transilvania, a 440 kilometri da Bucarest).

Si laurea nel 1991 in Storia e Filosofia, nel 1995 in Giurisprudenza e nel 2000 consegue il dottorato in Scienze Politiche presso l’Università di Cluj-Napoca. Insegna come assistente presso l’Università di Babeş-Bolyai.

Viene eletto deputato per la prima volta nel 2000 e, dal 2001 al 2004, è Vice Presidente del Comitato Legale della Camera dei Deputati. Nel 2003 diviene Vice Presidente del Comitato parlamentare incaricato di rivedere la Costituzione romena.

Dal 2003 al 2007 è presidente esecutivo del Partito Democratico Liberale (PDL), di cui dal 2003 al 2004 assume anche la funzione di capogruppo alla Camera dei Deputati. Nel dicembre 2007 viene eletto Presidente del PDL.

Nel 2004 viene eletto sindaco di Cluj-Napoca, carica che mantiene fino alla nomina a Primo Ministro.

Designato Primo Ministro dal Presidente della Repubblica Traian Băsescu (leader dello stesso Partito Democratico Liberale), ha guidato dal 22 dicembre 2008 una coalizione di governo con il Partito Socialdemocratico. Dal 22 dicembre 2009 guida un nuovo Governo, questa volta senza il sostegno del Partito Social Democratico.

Emil Boc è sposato e ha due figlie. Parla correntemente inglese e francese.

 


Costica Canacheu

 

Presidente della Commissione per la Difesa, l’Ordine Pubblico e la Sicurezza Nazionale della Camera dei Deputati

 

 

Nato il 15 ottobre 1958 a Budesti, provincia di Calarasi. Parla inglese.

 

Consegue il diploma di maturità presso il Liceo Industriale Elettro-Energetico di Bucarest.

 

Inizia lavorare come perito tecnico presso l’Azienda per la Distribuzione dell’Energia Elettrica di Bucarest (1978-1989) e nel 1993 diviene Presidente del Consiglio di Amministrazione della società Neico Grup SpA, svolgendo tale funzione fino al 2000.

 

Intraprende la carriera politica subito dopo la rivoluzione del dicembre 1989, partecipando all’istituzione della prima formazione politica denominata “Fronte della Salvezza Nazionale”, di cui diviene, nel 1992, Direttore esecutivo della campagna elettorale per le elezioni parlamentari.

Dal 1993 è membro del Partito Democratico (PD), nel cui ambito ricopre i seguenti incarichi: Presidente del Comitato Elettorale di Bucarest (1994-1996), Presidente dell’Organizzazione PD del Settore 1 di Bucarest e Segretario esecutivo del Ufficio Permanente del PD (2002).

Nel 2000, ottiene il primo mandato di deputato, nel corso del quale svolge la sua attività presso la Commissione per Difesa, Ordine Pubblico e Sicurezza Nazionale; è inoltre Presidente del Gruppo parlamentare di amicizia con la Macedonia.

 

Ricopre attualmente la carica di Presidente della Commissione per la Difesa, l’Ordine Pubblico e la Sicurezza Nazionale della Camera dei Deputati romena.


On. Korodi Attila

Presidente della Commissione per la Politica Estera della Camera dei Deputati

 

Attila Korodi

 

Nato il 23 giugno 1977 a Miercurea Ciuc, è sposato e ha un figlio. Parla ungherese, romeno, inglese e tedesco

 

Studi:

 

2001: laurea in ingegneria presso l’Università’ Politecnico di Bucarest

2003: master – Scuola Nazionale di Studi Politici ed Amministrativi

 

Attività professionale e incarichi politici:

 

2000-2001: manager presso INTEGRAtel S.A.

2001-2003: manager presso Porsche Romania SRL

2003-2004: rappresentante per la Romania della Società APV RT – Ungheria

2005-2007: Segretario di Stato presso il Ministero dell’Ambiente

2007-2008: Ministro dell’Ambiente

 

Eletto deputato nel 2008, è attualmente il Presidente della Commissione per la Politica Estera della Camera dei Deputati del Parlamento romeno.

 

 

 


Viorel Hrebenciuc

Presidente della Commissione per gli Affari Europei

della Camera dei Deputati

 

 

Nato il 7 agosto 1953 a Siminicea, Provincia di Suceava, è sposato e ha un figlio.

 

Consegue la laurea presso l’Accademia di Studi Economici di Bucarest, Facoltà di Cibernetica (1977).

 

Nel periodo 1977-1980 dirige l’IFL Bacau e, successivamente, svolge l’attività di ispettore prima presso la Direzione Distrettuale di Statistica (fino al 1982) e poi presso il Consiglio Distrettuale di Bacau (fino al 1989).

 

Alle prime elezioni libere, svoltesi nel 1990, viene eletto Sindaco di Bacau.

 

Entra a far parte del Partito della Democrazia Sociale di Romania (PSDR) – oggi Partito Social Democratico (PSD) – nel cui ambito, grazie all’intenso lavoro profuso nell’attività politica nonché alla fedeltà sempre dimostrata a tale formazione, si afferma come membro di rilievo, ricoprendo le seguenti posizioni: Vice Presidente del PDSR (1992-2000), Vice Presidente del PSR (2000-2004) e, nel 1992, Direttore della Campania Centrale del partito.

 

Nel 1992 ottiene il primo mandato di deputato nel Parlamento della Romania e continua tutt’oggi a svolgere l’attività parlamentare, ricoprendo i seguenti incarichi: leader del Gruppo Parlamentare del PSD (2000-2004, 2005-2008), Vice Presidente della Camera dei Deputati (2000-2004), Presidente della Commissione per l’Integrazione Europea della Camera dei Deputati (2003-2004), Presidente della Commissione Comune delle Due Camere sulla Legge elettorale (2003-2004) nonché Presidente della Commissione per gli Affari Europei della Camera dei Deputati (2004-2008), incarico che tutt’ora ricopre.


Vasile Nedelcu

Presidente della Commissione per gli Affari Europei del Senato

 

 

 

Nato il 12 agosto 1950 a Vutcani, provincia di Vaslui.

 

Consegue la laurea in medicina veterinaria presso l’Università di Iasi – Facoltà di Medicina Veterinaria (1975) ove, frequenta successivamente corsi postuniversitari (1978 e 1986). Nel 2001 ottiene inoltre il Dottorato in Medicina Veterinaria.

 

Intraprende la carriera professionale come medico veterinario (1975-1982) e continua l’ascesa nello stesso campo, ricoprendo i seguenti incarichi: Direttore del Centro di Riproduzione e Selezione (1982-1987), Capo Reparto Diagnosi presso la “LSUS” (1987-1982), Direttore Esecutivo della “DSUSA” di Calarasi (1996-2008) – in contemporanea, è inoltre Presidente dell’Associazione dei Medici Veterinari.

 

Nel 2008 viene investito della carica di Consigliere di Stato presso la Cancelleria del Primo Ministro.

 

E’ attualmente Presidente della Commissione per gli Affari Europei del Senato della Romania.

 

 


Sen. Titus Corlatean

Presidente della Commissione per gli Affari esteri del Senato

 

 

È nato a Medgidia, in provincia di Costanza, l’11 gennaio 1968. Parla fluentemente inglese e francese.

 

Consegue la laurea in Giurisprudenza nel 1994 presso l’Università di Bucarest.

Nel 2005 frequenta corsi post-universitari di relazioni internazionali e diplomazia a Parigi e presso il Collegio Nazionale della Difesa di Bucarest.

 

Intraprende la carriera professionale come diplomatico (1994–2001) e, successivamente, nel periodo 2001–2003, ricopre la carica di Consigliere per gli Affari Esteri dell’allora Ministro degli Esteri. Nel 2003 riceve la nomina di Segretario di Stato del Dipartimento per i Romeni all’estero.

In contemporanea, continua l’ascesa anche nell’ambito del Partito Socialdemocratico, all’interno del quale è titolare di vari incarichi: portavoce (aprile 2004–maggio 2005), Vicepresidente (aprile 2005–dicembre 2006) e Segretario Generale (2006–2009).

Entra a far parte del Parlamento Europeo nel 2005, all’inizio come osservatore e, in seguito all’ingresso della Romania nell’UE il 1° gennaio 2007, in qualità di membro dotato di pieni diritti.

Nel 2008 viene nominato Vicepresidente della Commissione Giuridica del Parlamento Europeo, fino alla sua elezione al Senato romeno, alla fine dello stesso anno.

 

E’ autore di vari studi ed articoli di diritto internazionale e relazioni diplomatiche. Gli e’ stato conferito l’Ordine Nazionale “La Stella della Romania“, con il grado di Cavaliere.

 

Attualmente è senatore e Presidente della Commissione per gli Affari esteri del Senato.


Cătălin Marian Predoiu

Ministro della Giustizia

È nato il 27 agosto 1968 a Buzau, è sposato e ha due figli. Parla fluentemente inglese e francese.

Si laurea in Giurisprudenza nel 1991 presso l’Università di Bucarest, Facoltà di Diritto, ove nel 2004 consegue anche il dottorato in Diritto Commerciale summa cum laudae. Frequenta presso l’Ordine degli Avvocati di Caen, in Francia, i corsi del “Programma d’istruzione nella pratica del diritto commerciale” (2004).

Intraprende la carriera professionale come avvocato, iscrivendosi presso l’Albo degli Avvocati di Bucarest (1991-1995). Successivamente diviene Fondatore socio della SCA Racoti Predoiu (1995-2005) e avvocato socio della SCA Zamfirescu Racoti Predoiu (dal 2005).

Contemporaneamente svolge attività di insegnamento in Diritto Commerciale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bucarest (1994-2007).

E’ altresì membro delle seguenti Associazioni professionali: Albo degli Avvocati di Romania (dal 1991), Unione Nazionale degli Albi degli Avvocati di Romania (dal 1991), “International Bar Association” (dal 1999), Commissione Permanente dell’Unione Nazionale degli Albi degli Avvocati di Romania (dal 2007).

Il 29 febbraio 2008 riceve la nomina di Ministro della Giustizia nel Governo Tariceanu e, nello stesso anno, si candida senza successo al Parlamento della Romania nelle liste del Partito Nazionale Liberale, formazione politica dalla quale esce il 19 dicembre 2008, in seguito alla decisione di accettare la proposta del nuovo Primo Ministro Boc di proseguire la sua attività ministeriale.

Rimane quindi in carica per un nuovo mandato da Ministro della Giustizia, ricoprendo tutt’oggi le stesse funzioni. E’ inoltre autore di numerose pubblicazioni scientifiche.


Bogdan Lucian Aurescu

Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari esteri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bogdan Aurescu è stato nominato Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari esteri nel luglio 2003 e nell’aprile 2004 ha ricevuto la delega per gli affari europei.

 

Il Sottosegretario è un diplomatico ed ha iniziato la sua carriera all’interno del Ministero affari esteri nel 1996. Negli anni che vanno dal 1998 al 2003 ha ricoperto numerosi incarichi direzionali all’interno del Ministero tra cui, ultimo in ordine di tempo, l’incarico di Direttore generale del Dipartimento affari giuridici.

All’indomani della sua nomina a Sottosegretario agli esteri (2003), ha rappresentato il Governo rumeno presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo; nello stesso periodo ha fatto parte delle delegazioni negoziali che hanno portato alla sigla di importanti accordi bilaterali, tra cui l’Accordo politico di base tra Romania e Federazione russa.

Dal 2002 è membro supplente per la Romania presso la Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa.

 

Nato nel 1973, è laureato in storia e diritto. Ha conseguito alcuni master in diritto internazionale e nel suo curriculum vengono evidenziate numerose borse di studio e partecipazioni a seminari internazionali in materia di diritto internazionale e comunitario. E’ inoltre membro, tra l’altro, dell’Associazione di diritto e relazioni internazionali. Assistente di diritto presso la Facoltà di legge Bucarest, Aurescu ha pubblicato numerosi articoli e saggi in materia di diritto internazionale e umanitario.

 


Traian Constantin Igas

Ministro dell’interno

 

Traian Constantin Igaş

 

 

 

È nato il 29 settembre 1968 a Cristian, in provincia di Sibiu, è sposato e ha due figlie. Parla fluentemente italiano e tedesco.

 

Si laurea in giurisprudenza presso l’Università “Vasile Goldis” di Arad, Facoltà di Diritto, e in seguito consegue il dottorato in “Finanze nella Pubblica Amministrazione” presso l’Università “Aurel Vlaicu”, Facoltà di Scienze ed Economia. Nel 2007 frequenta corsi post-universitari presso il Collegio Nazionale di Difesa.

 

Inizia a lavorare come Amministratore dell’Organizzazione “La Gioventù Libera di Arad” (1990-1995) e successivamente ricopre incarichi di alto profilo presso due società italiane: Direttore della SC Astralegno SRL (1996-2000) e Amministratore della SC Costello 2000 SRL.

 

Nel 2004 viene eletto deputato nel Parlamento della Romania nelle liste del Partito Democratico e, per tutta la durata del mandato, svolge la funzione di Vicepresidente della Commissione per la Pubblica Amministrazione, Gestione Territoriale ed Equilibrio Ecologico.

 

Diventa membro del Senato (2008) ove dirige il Gruppo Democratico–Liberale, fino al 27 settembre 2010, quando subentra al Ministro dell’Interno Vasile Blaga a seguito delle dimissioni di quest’ultimo.

 

 



[1]    Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); il tasso di crescita del PIL come riportato dall’Economist Intelligence Unit; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alla nota esplicativa presente in Le elezioni programmate nel periodo febbraio-aprile 2011 (documentazione e ricerche n. 85, 9 febbraio 2011).

[2] Le valutazioni Schengen degli Stati membri dell'Unione candidati all'abolizione dei controlli alle frontiere interne sono avviate su richiesta dello Stato membro interessato, una volta che ritiene di soddisfare tutti i requisiti indispensabili. Il compito di tali verifiche spetta attualmente agli Stati membri Schengen, tramite il Gruppo “Valutazioni di Schengen” SCH-EVAL.

[3]  D.Lgs. 6 febbraio 2007, n. 30, Attuazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri.

[4]  D.Lgs. 28 febbraio 2008, n. 32, Modifiche e integrazioni al decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30, recante attuazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri.

[5]    Disposizioni urgenti per il completamento dell'attuazione della direttiva 2004/38/CE sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e per il recepimento della direttiva 2008/115/CE sul rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi irregolari, convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, L. 2 agosto 2011, n. 129.

[6]    Si veda Ministero dell’interno, Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Circolare n. 702 del 31 gennaio 2011.

[7]    Istat, La popolazione straniera residente in Italia al 1° gennaio 2011, Roma, 22 settembre 2011

[8]    Si v. in proposito Caritas/Migrantes, Immigrazione. Dossier Statistico 2010, XX Rapporto, 2010.

[9]Fonti: Ministero degli Affari esteri, The CIA World Factbook (https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/index.html), sito della Camera dei deputati romena (http://www.cdep.ro/), sito del Senato romeno (https://www.senat.ro/Start.aspx), ICE Bucarest, Istituto Nazionale di Statistica romeno, fonti di stampa.

[10]   Sono presenti in Romania la Chiesa Ortodossa Romena (autocefala) e la Chiesa greco-cattolica (unita con Roma, radicata principalmente in Transilvania).

[11] Dal sito internet del Parlamento romeno.

[12] Il 25 marzo 2010 il Senato ha autorizzato l’arresto del senatore Catalin Voicu, accusato di corruzione.

[13] Il Consiglio Giustizia e Affari Interni del 9-10 giugno u.s. ha dato atto del soddisfacimento dei requisiti tecnici per l’ingresso di Romania e Bulgaria nell’area Schengen  nel quadro delle “Conclusioni sul completamento del processo di valutazione dell’applicazione dell’acquis Schengen da parte di Romania e Bulgaria”. Tali requisiti - espressamente previsti dall’Atto di Adesione dei due Paesi all’Unione Europea del 2005 - riguardano sei settori: protezione dei dati, Sistema d’Informazione Schengen, frontiere aeree, terrestri e marittime, cooperazione di polizia e visti.

[14] Fonte: Ministero degli Affari esteri.

[15] Enel, nell’ottobre 2007, ha inoltre acquisito il controllo della ditta di progetti eolici BLU LINE di Bistriţa,. Con tale operazione, Enel si è progressivamente ritagliata un ruolo di interlocutore strategico nell’ambito delle linee di politica energetica seguite dal Governo romeno. La strategia individuata dal governo romeno è quella di diminuire gradualmente la dipendenza del sistema produttivo dall’importazione di gas, anche attraverso lo sviluppo di progetti per la costruzione o l’ampliamento di centrali nucleari ed idroelettriche. In tale contesto ENEL intende presentarsi quale operatore integrato nella generazione e distribuzione di energia, progettando un piano di sviluppo che vede questo paese come “hub” nella produzione per l’intera macroregione balcanica e caucasica.

[16]Gli impianti realizzati sono il frutto di una collaborazione con la società canadese Atomic Energy of Canada Limited (AECL) e con la società romena Nuclearelectrica, in una commessa del valore di 900 milioni di euro. È prevista un’ulteriore collaborazione fra le due società per la partecipazione alla gara  (per un valore di 2 miliardi e 500 milioni) finalizzata a realizzare la terza e la quarta unità della centrale. Con l’inaugurazione e la messa a regime della seconda unità di Cernavodă, la produzione energetica termonucleare soddisfa oggi il 20% del fabbisogno della Romania.

[17]   Il festival ha luogo ogni due anni.