Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Georgia
Serie: Schede Paese politico-parlamentare    Numero: 38
Data: 20/09/2011
Descrittori:
GEORGIA     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari

Casella di testo: SCHEDA PAESE
politico-parlamentare

n. 38 –  20 settembre  2011

Georgia                             საქართველოს სახელმწიფო დროშა

 


Il quadro istituzionale

La Georgiaè una repubblica presidenziale. Il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale diretto per un mandato di cinque anni con un sistema a doppio turno ed è rieleggibile per un massimo di due mandati. Il Parlamento unicamerale (Sakartvelos Parlamenti) è composto da 150 deputati eletti per quattro anni, 75 con il sistema maggioritario uninominale a turno unico e 75 con sistema proporzionale a liste bloccate con soglia di sbarramento al 5 per cento. Una riforma elettorale approvata nel luglio 2011 ha elevato il numero dei deputati a 190, 107 dei quali da eleggere con sistema proporzionale e liste bloccate e i rimanenti con sistema maggioritario uninominale a turno unico. Una riforma costituzionale approvata nell’ottobre 2010, mira a rafforzare i poteri del Primo ministro a scapito di quelli del Presidente e a limitare la possibilità di sfiducia parlamentare del governo. La riforma, che dovrebbe entrare in vigore a decorrere dalla scadenza dell’attuale mandato presidenziale, nel 2013, è stata criticata dal Consiglio d’Europa, in particolare per quanto concerne il ruolo ancora troppo debole, nel sistema istituzionale georgiano, del Parlamento.

Per “Freedom House”, la Georgia è uno Stato “parzialmente libero”, non in possesso dello status di “democrazia elettorale”, mentre il Democracy Index 2010 dell’Economist Intelligence Unit la classifica come “regime ibrido” (cfr. infra “Indicatori internazionali sul Paese”). Per quanto concerne la condizione di effettivo rispetto delle libertà politiche e civili, se le prime elezioni successive alla “rivoluzione delle rose”, nel 2004, avevano registrato significativi miglioramenti rispetto a quelle precedenti, negli scrutini successivi l’OSCE ha rilevato profili problematici, con riferimento anche a presunti abusi di risorse statali a sostegno dei candidati filo-governativi ed intimidazioni di rappresentanti delle opposizioni. Inoltre, le modifiche costituzionali sopra richiamate hanno sollevato perplessità in quanto, aumentando i poteri del primo ministro, consentirebbero al presidente Saakasvili, giunto al termine del suo secondo mandato e quindi non più rieleggibile, di continuare ad esercitare un forte controllo della vita politica georgiana ricoprendo la carica di primo ministro. La libertà di stampa è riconosciuta dalla Costituzione e rispettata nella pratica, anche se è possibile rilevare una certa prevalenza di organi di stampa e mezzi di comunicazione di massa sostenitori del governo e del presidente. Anche la libertà di associazione e di manifestazione è riconosciuta e tutelata, anche se alcune restrizioni legali per le organizz azioni non governative hanno suscitato le perplessità del Consiglio d’Europa.

 

La situazione politica interna

Presidente della Repubblica dal 2004, rieletto nelle elezioni presidenziali anticipate del 2008, è Mikheil Saakasvili (n. 1967). La prima elezione del 2004 faceva seguito alla cosiddetta “rivoluzione delle rose”, l’ondata di proteste popolari contro i brogli verificatisi alle elezioni parlamentari del 2003, che costrinse alle dimissioni Eduard Shevarnadze, presidente dal 1994 (e in precedenza, fino al dicembre 1990, ministro degli esteri dell’URSS).

La situazione della Georgia è ancora pesantemente condizionata dalle conseguenze del conflitto armato con la Russia dell’agosto 2008, con le regioni dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud che hanno proclamato la loro indipendenza, sotto la protezione delle truppe russe.

Il 18 febbraio scorso il parlamento ha discusso il nuovo Concetto di Sicurezza Nazionale, che identifica una possibile aggressione russa come la maggior minaccia per la sicurezza del paese. Il quindicesimo round dei negoziati di Ginevra è terminato all’inizio di marzo senza risultati. Il primo aprile la Corte Internazionale di Giustizia ha affermato la sua non competenza nel giudicare il contenzioso tra la Russia e la Georgia risalente all’agosto 2008. L’8 aprile un militare russo e due georgiani sono rimasti uccisi in una sparatoria vicino al confine tra Georgia e Abkhazia. A fine aprile la Russia ha dichiarato di essere pronta a proteggere l’Ossezia del sud da provocazioni militari georgiane. Nel mese di agosto il governo russo ha presentato alla Duma un progetto di unione doganale con Abkhazia e Sud-Ossezia e aperto un nuovo posto di frontiera in Sud-Ossezia, formulando anche una protesta per l’approvazione da parte del Congresso USA di una risoluzione di sostegno all’integrità territoriale georgiana che, tra le altre cose, definisce “occupazione” la presenza russa in Abkhazia e Ossezia del Sud. Allo stesso tempo, il ministro degli esteri russo Lavrov si è dichiarato disponibile a negoziati diretti con il governo georgiano. L’Abkhazia ha eletto, con elezioni dichiarate illegittime da USA e Unione europea, il suo nuovo presidente l’uomo d’affari, già alto esponente del partito comunista locale, Aleksander Ankbyav.

In politica interna, Saakasvili deve affrontare forti critiche per le recenti riforme elettorale e costituzionale, già sopra richiamate (cfr. paragrafo Il quadro istituzionale).

 


 

Indicatori internazionali sul paese1:

Libertà politiche e civili: Stato “parzialmente libero” (Freedom House); regime ibrido (103 su 167 Economist)

Indice della libertà di stampa: 99  su 178

Libertà di Internet: filtraggio “selettivo” dei siti in materia politica e di pubblica sicurezza

Libertà religiosa:  assenza di eventi significativi (ACS); situazione di rispetto in concreto sia pure in presenza di episodi di discriminazione sociale (USA)

Corruzione percepita: 68  su 178

Libertà economica: Stato prevalentemente libero (29 su 179)

Variazione PIL:  2010:  + 6,3 per cento (stima)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1  Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); la condizione della libertà economica come riportata dalla fondazione Heritage la condizione della libertà di Internet come riportata da OpenNet Initiative; il tasso di crescita del PIL come riportato dal Fondo monetario internazionale; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alla nota esplicativa presente in “Le elezioni programmate nel periodo febbraio-aprile 2011” (documentazione e ricerche n. 85, 9 febbraio 2011).

 

 

 

Servizio Studi – Analisi dei temi di politica estera nell’ambito dell’Osservatorio di Politica internazionale

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File: es0901paese.doc