Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Elezioni programmate nel periodo settembre-dicembre 2011
Serie: Note elezioni nel mondo    Numero: 106
Data: 09/09/2011
Descrittori:
ELEZIONI POLITICHE   RELAZIONI INTERNAZIONALI
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari

Casella di testo: Elezioni nel mondo 
n. 106   –   9 settembre2011

Elezioni programmate nel periodo Settembre-Dicembre 2011

Con la presente nota si fornisce un’informazione sintetica sulle elezioni parlamentari e presidenziali previste nel mondo. Oltre all’indicazione della data delle elezioni si forniscono informazioni di base sull’assetto istituzionale e sul sistema elettorale del paese interessato. Vengono anche sinteticamente riportati alcuni indicatori internazionali sul paese ripresi da autorevoli centri di ricerca: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières; la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); la condizione di libertà di Internet secondo OpenNet Initiative; la condizione di libertà economica secondo l’Heritage Foundation; il tasso di crescita del PIL come stimato dal Fondo monetario internazionale; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS).  Le fonti e i criteri adottati nel testo sono ulteriormente illustrati alla fine della nota. La nota copre un arco temporale di 3 mesi dalla data della sua pubblicazione.

 


 

11 SETTEMBRE 2011

elezioni PRESIDENZIALI E PARLAMENTARI

GUATEMALA

 

 

Il Guatemala, classificato da Freedom House come Stato “parzialmente libero”, ha una forma di governo presidenziale. Presidente e Vicepresidente sono eletti con un mandato di quattro anni senza possibilità di rielezione a suffragio universale con un sistema elettorale a doppio turno. Il Parlamento unicamerale (Congreso de la Républica)è composto da 158 membri eletti per quattro anni con un sistema elettorale proporzionale con metodo D’Hondt; 127 deputati sono eletti in 22 circoscrizioni plurinominali provinciali e 31 a livello di circoscrizione unica nazionale). Il presidente uscente è Alvaro Colom Caballeros del movimento di centro-sinistra dell’Unione nazionale della speranza (UNE). La coalizione di centrosinistra detiene anche la maggioranza parlamentare.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “parzialmente libero” (Freedom House); “democrazia difettosa” (75 su 167; Economist)

Libertà di stampa: 77 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “parzialmente libero” (79 su 179)

Corruzione percepita: 91 su 178

Variazione PIL 2009: + 0,5 per cento; 2010: + 2,6 (stima)

 

 

 

15 settembre 2011

elezioni Parlamentari

danimarca

La Danimarca è una monarchia con una forma di governo parlamentare. Il Parlamento unicamerale (Folketinget) è composto da 179 membri eletti per quattro anni con un sistema proporzionale  con metodo Sainte-Lagüe. Primo ministro è Lars Løkke Rasmussen, del partito liberale (appartenente al Parlamento europeo al gruppo dell’Alleanza dei liberali e democratici per l’Europa), alla guida di una coalizione di centro-destra tra partito liberale, partito conservatore (appartenente al Parlamento europeo al gruppo del Partito popolare europeo) e partito popolare danese (appartenente al Parlamento europeo al gruppo conservatore Europa della libertà e della democrazia)

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House); “democrazia piena” (3 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 11 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “prevalentemente libero” (8  su 179)

Corruzione percepita: 1 su 178

Variazione PIL 2009: -5,2 per cento; 2010: + 2 per cento

 

 

 

 

 

 

17 SETTEMBRE 2011

elezioni PARLAMENTARI

lettonia

 

La Lettonia è una repubblica parlamentare. Il Parlamento unicamerale (Saeima) è composto da 100 membri eletti per quattro anni con sistema proporzionale con metodo Sainte-Lagüe. Il Presidente della Repubblica è eletto per quattro anni dal Parlamento e nomina il primo ministro che deve essere confermato dal Parlamento. Le elezioni politiche anticipate fanno seguito alla vittoria dei sì al referendum dello scorso 28 luglio, referendum chiamato a confermare la decisione del presidente della Repubblica uscente Valdis Zatlers, il 28 maggio, di sciogliere (per la prima volta nella storia della Lettonia post-sovietica) anticipatamente il Parlamento (il 2 giugno il Parlamento ha eletto il nuovo Presidente della Repubblica, Andris Berzins); la decisione era motivata dal diniego del Parlamento dell’autorizzazione a procedere nei confronti del deputato Ainars Leesers. L’attuale primo ministro è Valdis Dombrovskis, alla guida di una coalizione di centro-destra composta dall’Unione civica (al Parlamento europeo nel gruppo del Partito popolare europeo); da “Nuova era” (al Parlamento europeo nel gruppo del Partito popolare europeo) e dalla Società per un’altra politica, movimenti che lo scorso 8 agosto si sono fuse nel nuovo partito “Unità”.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House);  “democrazia difettosa” (48 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 30 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “moderatamente libero” (56 su 179)

Corruzione percepita: 59 su 178

Variazione PIL 2009: - 17,9 per cento; 2010: - 0,3 per cento

 

20 settembre 2011

elezioni PRESIDENZIALI e parlamentari

zambia

 

Lo Zambia, classificato da Freedom House come Stato “parzialmente libero”, ha una forma di governo presidenziale. Il Presidente è eletto per un mandato di cinque anni (rinnovabile una sola volta) con un sistema a turno unico. Il Parlamento unicamerale è composto da 158 membri, 150 eletti per cinque anni con un sistema maggioritario uninominale a turno unico ed otto di nomina presidenziale, sempre con un mandato di cinque anni. L’attuale presidente è Rupiah Banda, del movimento per la democrazia multipartitica, la cui vittoria elettorale nel 1991 pose termine al regime di impostazione marxista di Kenneth Kaunda.  

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “parzialmente libero” (Freedom House); “regime ibrido” (91 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 82 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “prevalentemente non libero” (91 su 179)

Corruzione percepita: 123 su 178

Variazione PIL 2009: + 6,4 per cento; 2010: + 7,6 per cento

 

24 settembre 2011

elezioni Parlamentari

emirati arabi uniti

 

Gli Emirati Arabi Uniti, classificati da Freedom Huose come Stato “non libero”, sono una federazione di monarchie, vale a dire i sette emirati di Dubai, Abu Dhabi, Shariah, Reisal Khaimah, Aiman, Fujarah, Quwain. Il ruolo di Capo dello Stato è esercitato collettivamente dal Consiglio supremo che riunisce i sette emiri, eleggendo al suo interno un presidente, che esercita il ruolo di Presidente della Federazione, assegnato fin da principio all’Emirato di Dubai, e un vice-presidente, che esercita le funzioni di primo ministro, con un mandato di cinque anni. Il Consiglio supremo nomina il Consiglio dei ministri ed esercita il potere legislativo. Esiste, come organo parzialmente elettivo, il Consiglio Federale Nazionale, composto da 40 membri, 20 elettivi e 20 nominati dal Presidente della Federazione. I membri elettivi sono eletti per due anni a suffragio universale maschile e femminile (la cittadinanza degli Emirati Arabi Uniti è però detenuta da una minoranza di residenti, solo  6.689 persone). Presidente della Federazione è Khalifa bin Zayed Al-Nuhayyan (n. 1948), mentre il Primo Ministro del Consiglio Federale Nazionale è Muhammad bin Rashid Al-Maktum (n. 1949), che ricopre contemporaneamente anche la carica di Vice Presidente della Federazione.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: “Stato non libero” (Freedom House); “regime Autoritario” (148 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 86  su 178

Libertà di Internet 2009: “Filtraggio” pervasivo per quanto riguarda i temi sociali e gli strumenti informatici, sostanziale per le questioni politiche e selettivo per i conflitti e la sicurezza

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); Islam religione di stato, tolleranza verso altre religioni ma divieto di proselitismo pubblico (USA)

Libertà economica: Stato “parzialmente libero” (47 su 179)

Corruzione percepita: 28  su 178

Variazione PIL 2009: -3,1 per cento 2010: + 3,2 per cento

 

 

 

 

 

 

 

 

24 settembre 2011

elezioni Parlamentari

bahrain

علم البحرين

 

Il Bahrain, classificato come “Stato non libero” da Freedom House, è una monarchia costituzionale. In base alla Costituzione del 2002, il potere esecutivo è esercitato dal re, attraverso il primo ministro e il governo da lui nominato. Il potere legislativo è esercitato da un parlamento bicamerale, composto dal consiglio dei rappresentanti (Majlis Al Nuwab) e dal consiglio consultivo (Majlis Al Shura). Il consiglio dei rappresentanti è composto da 40 membri, eletti a suffragio universale maschile e femminile da tutti i cittadini maggiorenni (con più di 21 anni di età), con sistema uninominale maggioritario a doppio turno. Il Consiglio consultivo è anch’esso composto da quaranta membri, nominati però dal re (la Camera alta appare prevalente nel processo legislativo). Re del Bahrain è, dal 2002, Hamad bin Isa Al-Khalifa, già al potere dal 1999 con il titolo di emiro. Primo ministro, dall’indipendenza dell’Emirato nel 1971 (il più longevo per carica dei capi di governo del mondo) è Khalifa bin Salman Al-Khalifa. Le elezioni riguarderanno solo 18 seggi resisi vacanti; il principale movimento di opposizione sciita Wefaq ha annunciato il boicottaggio delle elezioni per protesta contro la repressione in corso.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: “Stato non libero” (Freedom House); “regime autoritario” (122 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 144  su 178

Libertà di Internet 2009: “filtraggio” pervasivo per i temi politici e sociali, sostanziale per quanto riguarda gli strumenti informatici, selettivo sui conflitti e la sicurezza

Libertà religiosa: limitazioni alla libertà religiosa (ACS); Islam religione di Stato, riconoscimento della libertà religiosa in Costituzione e generale rispetto nella pratica, pur in presenza di limitazioni da parte del governo (USA)

Libertà economica: Stato “prevalentemente libero” (10 su 179)

Corruzione percepita: 48  su 178

Variazione PIL 2009: -3  per cento; 2010: + 4 per cento (stima)

 

settembre 2011

elezioni presidenziali

madagascar

Il Madagascar, classificato da Freedom House come Stato “parzialmente libero”, ha una forma di governo semipresidenziale. Il Presidente è eletto a suffragio universale diretto con un sistema a doppio turno. Il Parlamento è bicamerale. Il Senato è composto da 90 membri (60 eletti indirettamente dalle regioni per cinque anni; 30 nominati dal presidente sempre per 5 anni); l’Assemblea nazionale è composta da 160 membri eletti per cinque anni (115 con sistema uninominale maggioritario a turno unico ed i rimanenti eletti con voto singolo non trasferibile in circoscrizioni “binominali”). A seguito del colpo di stato del 2009, il presidente eletto Marc Ravalomanana si è dimesso cedendo il potere all’autorità militare che ha nominato Andry Rajoelina. 

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “parzialmente libero” (Freedom House); “regime autoritario”  (113 su 178 Economist)

Libertà di stampa: 116  su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “parzialmente libero” (81 su 179)

Corruzione percepita: 123 su 178

Variazione PIL 2009: -3,6 per cento; 2010: - 1,9 per cento (stima)

 

settembre-ottobre 2011

elezioni parlamentari e presidenziali

kiribati

Flag of Kiribati

Kiribati è una repubblica presidenziale. Il presidente è eletto a suffragio universale diretto con un sistema a turno unico tra candidati selezionati dal Parlamento per un mandato di quattro anni. Il Parlamento unicamerale (Maneaba ni Maungatabu) è composto da 46 membri, 44 eletti con un sistema maggioritario in collegi uninominali e circoscrizioni plurinominali per un mandato di quattro anni, un membro di diritto (il Procuratore generale) e un rappresentante eletto della comunità Banaban. Presidente è Anote Tong.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House)

Libertà di stampa: -

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “non libero” (166 su 178)

Corruzione percepita: 91 su 178

Variazione PIL 2009: -0,6 per cento; 2010: + 1,8 per cento (stima)

 

9 ottobre 2011

elezioni presidenziali

camerun

Il Camerun, classificato da Freedom House come Stato “non libero”, ha una forma di governo presidenziale. Il Presidente è eletto a suffragio universale diretto con un sistema a turno unico eletto per sette anni; il Parlamento unicamerale (Assembee Nationale) è composto da 180 membri eletti per cinque anni con un sistema elettorale misto (90 con sistema uninominale maggioritario a turno unico e 90 con un sistema proporzionale a liste chiuse, con soglia di sbarramento al cinque per cento). Attuale presidente è Paul Byia.  

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “non libero” (Freedom House);  “regime autoritario” (126 su 178 Economist)

Libertà di stampa: 129 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “prevalentemente non libero” (136 su 179)

Corruzione percepita: 146 su 178

Variazione PIL 2009: + 1,9 per cento; 2010: + 3 per cento

 

 

9 ottobre 2011

elezioni parlamentari

polonia

La Polonia è una repubblica semipresidenziale. Il presidente è eletto a suffragio universale diretto con un sistema a doppio turno per un mandato di quattro anni (rinnovabile una volta). Il presidente nomina il primo ministro che deve essere approvato dalla Camera dei deputati (Sejm). Il Parlamento è bicamerale. La Camera dei deputati è composta da 460 membri eletti per cinque con un sistema proporzionale con soglia di sbarramento del 5 per cento (8 per cento per le coalizioni). Il Senato è composto da 100 membri eletti per quattro anni con un sistema maggioritario in circoscrizioni plurinominali. Presidente della Repubblica dal 2010 è Borislaw Komorowski del movimento Piattaforma civica (al Parlamento europeo nel gruppo del partito popolare europeo). Primo ministro dal 2007 è Donald Tusk, sempre di Piattaforma civica, alla guida di una coalizione di centro-destra composta anche dal partito dei contadini (al Parlamento europeo nel gruppo del partito popolare europeo). 

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House);  “democrazia difettosa” (48 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 32 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica; episodi di discriminazioni sociali comunque duramente condannati da istituzioni e leader società civile (USA)

Libertà economica: Stato “parzialmente libero” (68  su 179)

Corruzione percepita: 41 su 178

Variazione PIL 2009: + 1,6 per cento; 2010: + 3,8 per cento

 

16 ottobre 2011

elezioni parlamentari

mauritania

La Mauritania, classificato da Freedom House come Stato “non libero”, ha una forma di governo presidenziale. Il presidente è eletto a suffragio universale diretto con un sistema a doppio turno con un mandato di cinque anni. Il Parlamento è bicamerale. L’Assemblea nazionale è composta da 95 membri eletti per cinque anni (81 con un sistema maggioritario, in parte in collegi uninominali in parte in circoscrizioni plurinominali, 14 con un sistema proporzionale a liste chiuse); il Senato è composto da 56 membri, 53 eletti in modo indiretto dai consigli municipali per sei anni (rinnovati per un terzo ogni due anni) e tre nominati. Attuale presidente è il generale Mohamed Ould Abdel Aziz, autore di un colpo di stato nel 2009.   

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “non libero” (Freedom House); “regime autoritario” (115 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 95 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: limitazioni alla libertà religiosa (ACS); restrizioni della libertà religiosa (USA)

Libertà economica: Stato “prevalentemente non libero” (134 su 179)

Corruzione percepita: 143 su 178

Variazione PIL 2009: -1,2 per cento; 2010: + 4,6 per cento (stima)

 

 

23 ottobre 2011

elezioni presidenziali e legislative

argentina

L’Argentina è una Repubblica federale presidenziale. Il Presidente è eletto per 4 anni (rinnovabile una sola volta) con un sistema a doppio turno; si risulta eletti al primo turno ottenendo il 45 per cento dei voti  ovvero il 40 per cento con almeno 10 punti in più rispetto  al più vicino dei contendenti. Il potere legislativo è esercitato da un parlamento bicamerale, il Congresso Nazionale, composto dal Senato e dalla Camera dei Deputati. Il Senato è composto da 72 membri eletti dalle assemblee regionali per un periodo di 6 anni ed ogni due anni viene rinnovato per un terzo; la Camera è composta da 257 deputati eletti per 4 anni  (rinnovati per metà a metà della legislatura) con un sistema proporzionale con liste bloccate e soglia di sbarramento del 3 per cento in 24 circoscrizioni plurinominali. Attuale presidente è Cristina Fernandez de Kirchner (n. 1953), moglie del precedente Presidente Nestor Kirchner, leader del Fronte della Vittoria al cui interno è confluito il Partito giustizialista peronista. Principali sfidanti sono Ricardo Alfonsin, figlio del primo presidente eletto dopo l’ultima dittatura militare, candidato dell’Union Civica Radical (UCR) e Eduardo Duhalde, esponente del “peronismo dissidente”.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: “Stato libero” (Freedom House); “democrazia difettosa” (51 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 55  su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica  (USA)

Libertà economica: Stato “prevalentemente non libero” (138 su 179)

Corruzione percepita: 105  su 178

Variazione PIL 2009: + 0,8 per cento; 2010: 9,16 per cento

 

23 ottobre 2011

elezioni parlamentari (COnsiglio nazionale)

svizzera

La Confederazione svizzera è uno Stato federale in cui il potere legislativo è esercitato dal parlamento bicamerale, composto dal Consiglio degli Stati e dal Consiglio nazionale. Il Consiglio degli Stati è composto da 46 membri, due per cantone; sistema elettorale e durata del mandato sono regolati da ciascun cantone per i propri rappresentanti. Il Consiglio nazionale è composto da 200 deputati eletti a suffragio universale maschile e femminile per quattro anni, 195 con un sistema proporzionale e 5 con un sistema maggioritario uninominale a turno unico. Il potere esecutivo è esercitato dal Consiglio federale composto da sette membri eletti, con decisione nella prassi consensuale, per quattro anni dalle Camere riunite del Parlamento in modo da rappresentare sia le diverse aree della Svizzera sia le diverse comunità linguistiche. Il Consiglio federale elegge al suo interno il Capo dello Stato, che esercita anche le funzioni di primo ministro, per un anno. Capo dello Stato per l’anno 2011 è Micheline Calmy-Rey. Le elezioni del Consiglio nazionale dell’ottobre 2007 hanno visto la significativa affermazione di un movimento di orientamento populista, il partito del popolo svizzero- Unione del centro democratico, che ha ottenuto la maggioranza relativa con il 29% dei voti.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House); “democrazia piena” (8 su 178 Economist)

Libertà di stampa: 1 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica; episodi di discriminazioni sociali principalmente contro le minoranze islamica ed ebraica (USA)

Libertà economica: Stato “libero” (5 su 179)

Corruzione percepita: 8  su 178

Variazione PIL 2009: - 1,9 per cento; 2010: + 2,5 per cento

 

 

23 e 30 ottobre 2011

elezioni PRESIDENZIALI

bulgaria

La Bulgaria unisce alcuni tratti dei sistemi semipresidenziali ed alcuni tratti dei sistemi parlamentari. In particolare, il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale diretto per non più di due mandati di cinque anni con un sistema maggioritario a doppio turno. Il Presidente della Repubblica nomina primo ministro il leader del  gruppo parlamentare più ampio in Parlamento. Il Parlamento è unicamerale: l’Assemblea Nazionale (Narodno Sabranie) è composta di 240 membri, eletti per quattro anni, in base alla nuova legge elettorale del 2009, con un sistema elettorale misto (31 membri sono eletti in altrettanti collegi uninominali; mentre i restanti 209 con un sistema proporzionale a liste bloccate e soglia di sbarramento al quattro per cento per i singoli partiti e all’otto per cento per le coalizioni). Presidente della Repubblica è Georgi Parvanov mentre il Primo Ministro è, dal 2009, Boyko Borisov, leader del partito GERB (cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria, fondato nel 2007 e aderente al Parlamento europeo al gruppo del partito popolare europeo), alla guida di una coalizione di centro-destra.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House); “democrazia difettosa”  (51 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 70 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); situazione di rispetto, alcune restrizioni da parte delle istituzioni  (USA)

Libertà economica: Stato “parzialmente libero” (60 su 179)

Corruzione percepita: 73 su 178

Variazione PIL 2009: - 5,4 per cento; 2010: + 0,1 per cento

 

 

23 ottobre 2011

elezioni assemblea costituente

          tunisia

A seguito della dimissioni del presidente Ben Alì nel gennaio 2011, la Tunisia ha avviato un processo di transizione costituzionale. In particolare, il 9 febbraio il Parlamento tunisino ha approvato una legge che consente al presidente ad interim (in base alla Costituzione previgente il presidente della Camera bassa) di emanare, su proposta del governo provvisorio decreti con forza di legge in materia quali i diritti dell’uomo come definiti dalle convenzioni internazionali; l’organizzazione dei partiti politici; la riforma del sistema elettorale; l’amnistia. Su queste materie il governo riceve i pareri dell’Alta autorità per il raggiungimento degli obiettivi della Rivoluzione, della riforma politica e della transizione democratica, costituita il 18 febbraio e composta di rappresentanti di partiti politici, organizzazioni e associazioni di carattere nazionale, esponenti della società civile. Il 3 marzo è stata annunciata la decisione di convocare un’Assemblea costituente, le cui elezioni, previste inizialmente per il 24 luglio, sono state poi differite al 23 ottobre. L’Assemblea costituente sarà composta da 218 membri eletti in 33 circoscrizioni plurinominali (delle quali 6 estere) con sistema proporzionale con metodo del quoziente e liste chiuse che vedano la presenza paritaria ed alternata di un candidato di sesso maschile e di un candidato di sesso femminile. L’Assemblea costituente è chiamata ad approvare la nuova Costituzione entro sei mesi. Attuale primo ministro del governo provvisorio è Beji Caid Essebsi, già ministro con il primo leader tunisino post-indipendenza Bourghiba. Secondo un sondaggio condotto lo scorso giugno, con due terzi dei tunisini ancora indecisi sul proprio voto, il movimento islamista moderato Ennahda otterebbe il 14 per cento dei voti, seguito dal partito progressista democratico (5 per cento) e dal Forum democratico per la libertà e il lavoro (2 per cento).  

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “non libero” (Freedom House); regime autoritario (144 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 164 su 178

Libertà di Internet 2009: “filtraggio” pervasivo per le questioni politiche, sociali e gli strumenti di internet, selettivo sui conflitti e la sicurezza (OpenNet Initiative)

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); Islam religione di stato  (USA)

Libertà economica: Stato “prevalentemente non libero” (100 su 179)

Corruzione percepita: 59 su 178

Variazione PIL 2009: + 3,1 per cento; 2010: + 3,6 per cento

 

27 ottobre 2011

elezioni presidenziali

irlanda

La Repubblica d’Irlanda ha un Parlamento formato da due Camere. La camera bassa, Dáil Éireann, è composta da 166 membri che vengono eletti con un sistema proporzionale, con voto singolo trasferibile (che consente all’elettore di indicare in circoscrizioni plurinominali un ordine di preferenza dei candidati; i voti in eccesso, rispetto al quorum necessario per essere eletti, dei candidati eletti vengono ridistribuiti secondo l’ordine di preferenza tra gli altri candidati), per un mandato di 5 anni. Il Senato (Seanad Éireann) prevede 60 seggi, di cui 43 eletti con il medesimo sistema della camera bassa, 11 nominati dal Presidente e i restanti 6 nominati dalla National University of Ireland e dalla University of Dublin. Anche il Presidente della Repubblica è eletto dai cittadini, con voto alternativo (anche in questo caso i cittadini esprimono un ordine di preferenza tra i candidati, per essere eletti è necessaria la maggioranza assoluta dei voti validi; se nessun candidato la ottiene con le prime preferenze, si conteggiano le seconde e così via). Attuale Presidente è Mary McAleese. Nelle elezioni politiche anticipate dello scorso febbraio attuale primo ministro è Enda Kenny, del partito di centro-destra Fine Gael (al Parlamento europeo nel gruppo parlamentare del partito popolare europeo).

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House); “democrazia piena” (12 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 9 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); situazione di rispetto concreto (USA)

Libertà economica: Stato “prevalentemente libero” (7 su 179)

Corruzione percepita: 14 su 178

Variazione PIL 2009: - 7,6 per cento; 2010: - 1 per cento

 

30 ottobre 2011

elezioni presidenziali

kyrgyzstan

 

Il Kyrgyzstan, classificato da Freedom House come Stato “parzialmente libero”, ha una forma di governo semipresidenziale. Il presidente è eletto a suffragio universale diretto con un sistema a doppio turno; il primo ministro è indicato dal partito che detiene la maggioranza assoluta in Parlamento e deve essere approvato dal Presidente; se nessun partito detiene la maggioranza assoluta il presidente può scegliere il partito chiamato ad indicare il primo ministro. Il Parlamento unicamerale (Jorgorku Kenesh) è composto da 120 membri eletti per cinque anni con un sistema proporzionale a liste chiuse con soglia di sbarramento al cinque per cento. Attuale presidente, dopo le proteste popolari che hanno condotto nel gennaio 2010 hanno condotto alle dimissioni di Kurmanbek Bakiyev, è Roza Otunbayeva.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “parzialmente libero” (Freedom House); “regime ibrido” (106 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 159 su 178

Libertà di Internet: 2009 filtraggio “selettivo” in materia politica e sociale

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); restrizioni nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “parzialmente libero” (83 su 179)

Corruzione percepita: 164 su 178

Variazione PIL 2009: + 2,9 per cento; 2010: -1,3 per cento

 

ottobre 2011

elezioni presidenziali e parlamentari

liberia

Flag of Liberia

La Liberia, classificata da Freedom House come Stato “parzialmente libero”, ha una forma di governo presidenziale. Il presidente è eletto a suffragio universale diretto con un sistema a doppio turno. Il Parlamento è bicamerale. Il Senato è composto da 30 membri eletti per sei anni, 15 con sistema maggioritario uninominale a turno unico e 15 con sistema maggioritario in circoscrizioni plurinominali. La Camera è composta da 64 membri eletti per sei anni con un sistema maggioritario uninominale a turno unico. Presidente uscente è Ellen Johnson-Sirleaf, primo presidente donna eletta in Africa, al termine della dittatura di Charles Taylor.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “parzialmente libero” (Freedom House); “regime ibrido” (97 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 84 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: conflitti locali (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “non libero” (160 su 179)

Corruzione percepita: 87 su 178

Variazione PIL 2009: 4,6 per cento; 2010: + 5,1 per cento (stima)

 

ottobre 2011

elezioni parlamentari

oman

L’Oman, classificato da Freedom House come Stato “non libero”, è un sultanato. Dal punto di vista della forma di governo, l’Oman è una monarchia assoluta ereditaria. Il potere legislativo è esercitato da un parlamento bicamerale, composto da una Camera Alta (Majlis al-Dawla, Consiglio di Stato) con 59 membri nominati dal sultano, e una Camera Bassa (Majlis al-Shura) di 84, in carica per quattro anni rinnovabili. Questi ultimi sono eletti in 59 distretti elettorali (plurinominali e uninominali); i distretti con una popolazione superiore alle 30.000 unità presentano un sistema elettorale plurinominale e nominano due rappresentanti ciascuno. Tale camera si occupa di questioni legate alla politica interna, ma non gode di poteri legislativi né di veto.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: “Stato non libero” (Freedom House); “regime autoritario”  (143 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 124  su 178

Libertà di internet 2009: “filtraggio” selettivo per tematiche politiche, pervasivo per le sociali, sostanziale per quanto riguarda gli strumenti di internet; assenza di censura su temi legati ai conflitti e alla sicurezza

Libertà religiosa: limitazioni alla libertà religiosa (ACS);

Libertà economica: Stato “parzialmente libero” (34 su 179)

Corruzione percepita: 41  su 178

Variazione PIL 2009: 1,1 per cento; 2010: + 4,2 per cento (stima)

 

ottobre 2011

elezioni parlamentari

seychelles

Le isole Seychelles, classificate da Freedom House come Stato “parzialmente libero”, hanno una forma di governo presidenziale. Il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale diretto con un sistema a doppio turno con un mandato di cinque anni. Il Parlamento unicamerale è composto da 36 membri eletti per cinque anni, 25 eletti con sistema maggioritario uninominale a turno unico e 9 eletti con sistema proporzionale. Attuale presidente è James Michel, del Fronte progressista del popolo, di ispirazione marxista, al potere dal 1977, partito unico fino al 1993, quando la nuova costituzione ha introdotto il multipartitismo. MIchel nel 2004 è succeduto a Albert René presidente ininterrottamente dal 1984.   

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “parzialmente libero” (Freedom House)

Libertà di stampa: 65 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “prevalentemente non libero” (142 su 179)

Corruzione percepita: 49 su 178

Variazione PIL 2009: + 0,6 per cento; 2010: + 6,2 per cento (stima)

 

16 novembre 2011

elezioni parlamentari

guyana

La Guyana ha una forma di governo “neo-parlamentare”. I partiti designano il candidato alla Presidenza della Repubblica al momento delle elezioni parlamentari e l’Assemblea nazionale conferma la designazione con un’elezione (per essere eletti è sufficiente la maggioranza relativa). Il presidente rimane in carica per cinque anni ed è rieleggibile senza limiti di mandato. Il presidente nomina il primo ministro. Il Parlamento unicamerale, l’Assemblea nazionale è composta da 65 membri, eletti per cinque anni con sistema proporzionale con metodo Hare. Attuale presidente è Bharrat Jagdeo, del partito progressista del popolo, partito egemone della vita politica della Guyana dall’indipendenza nel 1961.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House); “democrazia difettosa” (75 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 59 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS);  generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “non libero” (151 su 179)

Corruzione percepita: 116  su 178

Variazione PIL 2009: + 3,3 per cento; 2010: + 3,6 per cento (stima)

 

20 novembre 2011

elezioni parlamentari

spagna

Bandera de España

La Spagna è una monarchia con forma di governo parlamentare. Il primo ministro è eletto dal Congresso dei deputati. Il Parlamento è bicamerale: il Congresso dei deputati è composto da un numero di membri variabile tra 300 e 400 (350 nelle elezioni del 2008), eletti per quattro anni con un sistema proporzionale con liste chiuse in circoscrizioni plurinominali piccole (cioè che eleggono un basso numero di deputati). Il Senato è composto da 264 membri, 208 eletti per quattro anni con sistema maggioritario in circoscrizioni plurinominali coincidenti con le province, 56 eletti indirettamente dalle Comunità autonome in ragione di un minimo di uno per Comunità e di un membro ulteriore per ogni milione di abitanti. Primo ministro uscente, non ricandidatosi alle elezioni, è Jose Luis Rodriguez Zapatero, leader del partito socialista PSOE.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House); “democrazia piena” (18 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 39 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “prevalentemente libero” (31 su 179)

Corruzione percepita: 30 su 178

Variazione PIL 2009: - 3,7 per cento; 2010: -0,1 per cento

 

24 novembre 2011

elezioni presidenziali

gambia

Il Gambia, classificato da Freedom House come Stato “parzialmente libero”, ha una forma di governo presidenziale. Il Presidente è eletto a suffragio universale diretto con un sistema a doppio turno per cinque anni ed è rieleggibile senza limiti di mandato. Il Parlamento unicamerale è composto da 53 membri, 48 eletti per cinque anni con sistema uninominale maggioritario a turno unico e cinque nominati dal Presidente per cinque anni. Attuale presidente è Yahya Jammeh, al potere in seguito ad un colpo di stato dal 1994.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “parzialmente libero” (Freedom House); “regime autoritario” (128 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 125 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “prevalentemente non libero” (105 su 179)

Corruzione percepita: 91 su 178

Variazione PIL 2009: + 6,6 per cento; 2010: + 5,7 per cento (stima)

 

25 novembre 2011

elezioni parlamentari

marocco

Il Marocco, classificato da Freedom House come Stato “parzialmente libero”, è una monarchia costituzionale. In base alla riforma costituzionale del 2011, il re nomina “presidente del governo” un esponente del partito con più seggi nella Camera base del Parlamento e questi nomina e revoca i ministri. Il re può anche sciogliere il Parlamento e partecipa al potere legislativo sanzionando le leggi. La Camera alta ha il potere, con una maggioranza di due terzi, di sfiduciare il governo. Il Parlamento è bicamerale. La Camera dei rappresentanti è composta da 325 deputati eletti per cinque anni a suffragio universale diretto con sistema proporzionale su base circoscrizionale e di liste nazionali riservate a candidate donne, in modo da garantire che almeno il 10 per cento degli eletti appartenga al sesso femminile. La Camera dei consiglieri è composta da 270 membri, eletti con un mandato di nove anni (un terzo dell’assemblea è rinnovato ogni tre): 162 membri sono eletti dalle assemblee elettive locali; 81 dalle camere di commercio e 27 dai sindacati. Il bicameralismo non è perfetto, in quanto la Camera dei consiglieri ha la prerogativa di avviare la legislazione e quella di rivolgere mozioni di censura al governo. Al referendum sulle modifiche costituzionali proposte da re Mohammed VI la coalizione 20 febbraio, protagonista delle proteste popolari avviate a febbraio, ha invitato a non recarsi a votare, mentre il partito islamista per la Giustizia e lo Sviluppo, arrivato secondo alle elezioni del 2007 e principale movimento di opposizione in Parlamento, si è schierato per il sì.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “parzialmente libero” (Freedom House); “regime autoritario” (116 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 135 su 178

Libertà di internet 2009: assenza di “filtraggio” su temi politici, ma selettivo per quanto riguarda le questioni sociali, i conflitti e la sicurezza e gli strumenti di internet

Libertà religiosa: limitazioni alla libertà religiosa (ACS); Islam religione di Stato, riconoscimento della libertà religiosa ma divieto di proselitismo (USA)

Libertà economica: Stato “prevalentemente non libero” (93 su 179)

Corruzione percepita: 85  su 178

Variazione PIL  2009: + 4,9 per cento; 2010: + 3,1 per cento (stima)

Situazione di cessate il fuoco in conflitto armato interno

 

26 novembre 2011

elezioni parlamentari

nuova zelanda

La Nuova Zelanda è uno Stato membro del Commonwealth. Capo dello Stato è la regina Elisabetta II, che nomina come suo rappresentante il Governatore generale. Il Governatore generale nomina primo ministro il leader del partito vincitore delle elezioni. Il Parlamento unicamerale, la House of Representatives, è composta da 122 membri eletti per tre anni, 70 eletti con sistema maggioritario uninominale a turno unico, 52 eletti con sistema proporzionale (7 in rappresentanza della minoranza maori). Attuale primo ministro è John Key, del National Party di centro-destra.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House); “democrazia piena” (5 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 8 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “libero” (4 su 179)

Corruzione percepita:1  su 178

Variazione PIL 2009: -2,1 per cento; 2010: + 1,5 per cento (stima)

 

 

 

 

28 novembre 2011

elezioni presidenziali e parlamentari

repubblica democratica del congo

Drapeau de la République Démocratique du Congo

La Repubblica democratica del Congo, considerata uno Stato “non libero” da Freedom House, ha una forma di governo presidenziale. In base alla riforma approvata agli inizi del 2011, il Presidente è eletto a suffragio universale diretto con un sistema a turno unico (e non più a doppio turno) per cinque anni e senza limiti alla rieleggibilità. Il Presidente nomina il Primo ministro, scegliendo un rappresentante del partito di maggioranza in Parlamento. Il Parlamento è bicamerale. La Camera dei deputati è composta da 500 membri eletti per cinque anni, 60 con sistema maggioritario uninominale a turno unico, 440 con sistema proporzionale a lista aperta. Il Senato è composto da 112 membri, eletti per cinque anni indirettamente dalle Assemblee regionali. Nonostante l’avvio di alcune significative riforme, la vita politica congolese è controllata dal presidente Joseph Kabila, mentre nelle regioni orientali prosegue un sanguinoso conflitto interno.  

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “non libero” (Freedom House); “regime autoritario” (155 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 148 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: conflitti locali (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “non libero” (172 su 179)

Corruzione percepita: 164 su 178

Variazione PIL 2009: + 2,8 per cento; 2010: + 7,2 per cento

Situazione di conflitto armato interno

 

novembre 2011

elezioni parlamentari e presidenziali

egitto

A seguito delle dimissioni del presidente Mubarak, l’Egitto ha avviato un processo di transizione costituzionale che ha già visto l’approvazione con referendum, lo scorso 19 marzo, di alcune proposte di riforma costituzionale. In particolare, il mandato del presidente è stato ridotto da sei a quattro anni ed è stato introdotto un limite alla rieleggibilità (il presidente non potrà svolgere più di due mandati consecutivi); la vigilanza sulle elezioni è stata affidata alla magistratura; sono state poste limitazioni alla possibilità di proclamare lo stato di emergenza e di derogare alla disciplina di tutela dei diritti umani con funzione antiterrorismo. Le elezioni parlamentari dell’Assemblea del popolo, che precederanno quelle presidenziali, dovrebbero svolgersi (anche se l’iter di approvazione della legge elettorale non risulta ancora concluso) con un sistema elettorale misto, con metà dei seggi assegnati con sistema uninominale maggioritario e metà con sistema proporzionale e liste chiuse. La guida del paese è attualmente affidata al consiglio supremo delle forze armate presieduto dal ministro della difesa Mohamed Tantawi. Si stanno profilando tre coalizioni alle elezioni: l’alleanza democratica che unisce il partito libertà e giustizia fondato nella primavera ed emanazione dei fratelli musulmani a movimenti laici come il partito liberale Nuovo Wafd; il blocco egiziano che unisce forze laiche come l’Associazione nazionale per il cambiamento di Mohammed El Baradei, il partito dei liberi egiziani ed esponenti dissidenti del Wafd; il blocco della “Terza via” che si sta formando intorno ad un altro movimento nato dai fratelli musulmani ma maggiormente “centrista” Al Wasat. Favorito alle elezioni presidenziali appare invece l’ex segretario generale della Lega Araba Amr Moussa.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “non libero” (Freedom House); regime autoritario (138 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 127 su 178

Libertà di Internet 2009: assenza di evidenza di “filtraggio”

Libertà religiosa: limitazioni alla libertà religiosa ed episodi di violenza (ACS); Islam religione di stato e limitazioni alle libertà delle altre religioni  (USA)

Corruzione percepita: 98 su 178

Libertà economica: Stato “prevalentemente non libero” 96 su 179

Variazione PIL 2009: + 4,6 per cento; 2010: + 5,1 per cento

 

 

novembre 2011

elezioni presidenziali e parlamentari

nicaragua

Il Nicaragua, considerato uno Stato “parzialmente libero” da Freedom House, ha una forma di governo presidenziale. Il Presidente è eletto a suffragio universale diretto con un sistema a doppio turno (per essere eletti al primo turno occorre ottenere il 40 per cento dei voti o almeno il 35 per cento con un distacco rispetto agli altri candidati di almeno il 5 per cento) per un mandato di cinque anni. Il Parlamento unicamerale (Asamblea National) è composto da 92 membri eletti per cinque anni con un sistema proporzionale a liste aperte. Attuale presidente è Daniel Ortega, già alla guida del paese durante la dittatura sandinista.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “parzialmente libero” (Freedom House); “regime ibrido” (89 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 83 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: violenza da parte di istituzioni (ACS); generale rispetto nella pratica; episodi di intolleranza del governo nei confronti di interventi su materia politico-sociale di esponenti religiosi (USA)

Libertà economica: Stato “prevalentemente non libero” (98 su 179)

Corruzione percepita: 127  su 178

Variazione PIL 2009: - 1,4 per cento; 2010: + 4,4 per cento

 

novembre 2011

elezioni parlamentari

isole marshall

Flag of the Marshall Islands

Le isole Marshall hanno una forma di governo presidenziale. Il Presidente, che è anche Capo del governo, è eletto dal Parlamento per quattro anni. Il Parlamento unicamerale (Nitijela) è composto da 33 membri eletti per quattro anni con sistema maggioritario in circoscrizioni plurinominali.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House)

Libertà di stampa: -

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: -

Corruzione percepita: -

Variazione PIL: -

 

4 dicembre 2011

elezioni parlamentari

croazia

Zastava Republike Hrvatske

In Croazia, il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale diretto con un sistema a doppio turno per un mandato di cinque anni rinnovabile. Il Presidente nomina il primo ministro (per consuetudine il leader del partito di maggioranza in Parlamento) che deve ricevere la fiducia del Parlamento. Il primo ministro nomina a sua volta i ministri. Il Parlamento è, a seguito della riforma del 2001 che ha abolito la Camera delle province, monocamerale: il Sabor è composto  da 153 deputati, eletti per quattro anni, dei quali 140 sono eletti con un sistema proporzionale a liste chiuse, otto sono eletti con sistema maggioritario in rappresentanza delle minoranze nazionali e cinque con sistema proporzionale dai cittadini croati residenti all’estero. Presidente della Repubblica croata è, dal febbraio 2010, Ivo Josipovic, del partito socialdemocratico SDP mentre primo ministro è, dal luglio 2009, Jadranka Kosor, dell’Unione democratica croata HDZ, alla guida di una coalizione di centrodestra.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: “Stato libero” (Freedom House); “democrazia difettosa” (53 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 62 su 178

Libertà di Internet  -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “parzialmente libero” (82 su 179)

Corruzione percepita: 62  su 178

Variazione PIL 2009: - 5,8 per cento  2010: - 1,3 per cento (stima);

 

 

4 dicembre 2011

elezioni parlamentari (duma)

russia

Флаг России

La Federazione russa, ritenuta da Freedom House, “Stato non libero”,  ha una forma di governo presidenziale; il presidente è eletto a suffragio universale diretto con un sistema a doppio turno (con secondo turno di ballottaggio tra i due candidati con più voti, nel caso nessuno ottenga al primo turno la maggioranza assoluta dei voti validi). Il mandato presidenziale, inizialmente previsto in quattro anni, è stato elevato nel dicembre 2008 a sei anni a decorrere dalla prossima elezione presidenziale del 2012, per non più di due mandati. Il presidente nomina il primo ministro e, su sua proposta, nomina e revoca i ministri, così come può far dimettere l’intero governo. Il primo ministro deve essere confermato dalla Duma (una delle due Camere del Parlamento cfr. infra) che però viene sciolta in caso di tre voti contrari alla conferma del primo ministro, così come in caso di due voti consecutivi di sfiducia al Governo o di respingimento della questione di fiducia. Il potere legislativo è attribuito al Parlamento (Assemblea federale), costituito dalla Duma di Stato e dal Consiglio della federazione. La Duma di Stato, 450 membri, è eletta a suffragio universale diretto, ogni quattro anni che, per effetto della riforma costituzionale, dalle prossime elezioni del 2011 saranno elevati a cinque. Dalle elezioni del 2007 il precedente sistema elettorale misto (metà dei seggi assegnati con sistema maggioritario uninominale, metà con sistema proporzionale) è stato sostituito da un sistema proporzionale sulla base di liste politiche nazionali (che concorrono cioè in un’unica circoscrizione nazionale) con una soglia di sbarramento del 7 per cento. Le candidature possono essere effettuate unicamente da un partito politico registrato; per i partiti non già rappresentati alla Duma è richiesta, per la presentazione delle liste, la sottoscrizione di 200.000 elettori, dei quali non più del cinque per cento deve provenire dalla medesima regione (il che costituisce, date le dimensioni della Federazione, un significativo disincentivo). Con una riforma approvata nel 2009, è stato riconosciuto un diritto di tribuna, con l’attribuzione di uno o due seggi alla Duma per i partiti che abbiano superato il cinque per cento dei voti. Il consiglio della Federazione, competente nelle materie di interesse della federazione nel suo insieme, è costituito da due rappresentanti per ciascuno degli 83 soggetti della Federazione, uno dei quali designato dal potere legislativo regionale ed uno dal potere esecutivo regionale. Da segnalare che, con una riforma introdotta alla metà del decennio, i vertici degli esecutivi regionali non sono più eletti direttamente dai cittadini, ma nominati dal presidente federale e confermati dai legislativi regionali.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: “Stato non libero” (Freedom House); “regime ibrido” (107 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 140 su 178

Libertà di Internet: 2009 filtraggio “selettivo” in materia politica e sociale

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto in concreto pur in presenza di discriminazioni nei confronti di alcune minoranze come Scientology e i testimoni di Geova; infrazioni da parte del governo del principio di separazione tra Chiesa e Stato (USA)

Libertà economica: Stato “prevalentemente non libero” (143 su 179)

Corruzione percepita: 154  su 178

Variazione PIL 2009: -7,8 per cento  2010: + 3,9 per cento (stima)

Situazione di conflitto armato interno (Cecenia)

 

 

dicembre 2011

elezioni parlamentari

gabon

Drapeau du Gabon

 

Il Gabon, considerato Stato “non libero” da Freedom House, ha una forma di governo presidenziale. Il Presidente è eletto a suffragio universale diretto per un mandato di sette anni con un sistema maggioritario a doppio turno. Il Parlamento è bicamerale. La Camera dei deputati è composta da 120 membri, 111 eletti per cinque anni con un sistema proporzionale, 9 di nomina presidenziale sempre per cinque anni. Il Senato è composto da 91 membri eletti indirettamente dai consigli comunali e di dipartimento con un mandato di cinque anni. La vita politica del Gabon è rigidamente controllata dal presidente Alì Ondimba, succeduto nel 2009 al padre Omar Ondimba.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “non libero” (Freedom House); “regime autoritario” (133 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 107 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “prevalentemente non libero” (110 su 179)

Corruzione percepita: 110 su 178

Variazione PIL 2009: - 1,4 per cento (stima) 2010: + 4,6 per cento (stima)

 

 

 

 

 

 

dicembre 2011

elezioni parlamentari

santa lucia

Flag of Saint Lucia

Santa Lucia è uno Stato membro del Commonwealth. Capo dello Stato è la regina Elisabetta II, rappresentata dal Governatore generale. Il Governatore generale nomina primo ministro il leader del partito di maggioranza. Il Parlamento è bicamerale. La Camera è composta da 17 membri eletti per cinque anni con un sistema maggioritario uninominale a turno unico; il Senato è composta da 11 membri nominati dal Governatore generale, 6 su proposta del Primo ministro, 3 su proposta del leader dell’opposizione, 2 su proposta dei gruppi religiosi, sociali e culturali. Attuale primo ministro è Stephenson King del Partito dei lavoratori uniti.

 

Indicatori internazionali sul paese:

Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House)

Libertà di stampa: -

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “prevalentemente libero” (26 su 179)

Corruzione percepita: -

Variazione PIL 2009: + 0,8 per cento  (stima) 2010:  + 4,2 per cento (stima)

 

 


 

Fonti e criteri

Le informazioni relative alle date di svolgimento delle elezioni, alle forme di stato e di governo e ai sistemi elettorali sono riprese dall’Unione interparlamentare (www.ipu.org), dalla International Foundation for Electoral Systems(www.ifes.org; l’IFES è una fondazione indipendente statunitense volta alla promozione della stabilità democratica attraverso lo studio e l’assistenza dei processi elettorali) e dal CIA World FactBook.

La distinzione tra “Stati liberi”, “Stati parzialmente liberi” e “Stati non liberi” è ripresa dal rapporto annuale Freedom in the World redatto daFreedom House, organizzazione non governativa USA per la promozione delle libertà civili e della democrazia nel mondo, fondata nel 1941 con un’impronta bipartisan. I dati riportati nella nota sono ripresi dal rapporto Freedom in the World 2011.Per ulteriori elementi cfr.: www.freedomhouse.org.

Sempre con riferimento alle condizioni delle libertà politiche e civili sono stati inseriti i dati ripresi dal Democracy Index 2010 dell’Economist Intelligence Unit, che distingue tra democrazie compiute, democrazie imperfette, regimi ibridi democratico-autoritari, regimi autoritari.

I dati relativi alla libertà di stampa sono ripresi dall’indice della libertà di stampa 2010 predisposto dall’organizzazione Reporters sans frontières, organizzazione non governativa internazionale fondata nel 1985.

I dati relativi alla libertà di Internet sono ripresi da Open Net Iniziative (partnership tra l’Università di Harvard, l’Università di Toronto e la società di consulenza canadese sui rischi globali SecDev Group istituita allo scopo di informare in maniera indipendente sulle pratiche di censura e controllo di Internet).

Per la situazione della libertà religiosa, non essendosi rinvenute allo stato fonti qualificate indipendenti, si è fatto ricorso a due diverse risorse che comunque appaiono presentare un sufficiente grado di accuratezza e affidabilità scientifica: il rapporto annuale di “Aiuto alla Chiesa che soffre” e quello predisposto dal Dipartimento di Stato USA. “Aiuto alla Chiesa che soffre” è un’”opera di diritto pontificio” fondata nel 1947 per il soccorso della Chiesa nei paesi in cui si trovi in difficoltà in particolare per violazioni della libertà religiosa. In particolare, le valutazioni riprese nella nota sono desunte dalla mappa allegata al rapporto che classifica i diversi Stati sulla base della presenza di gravi limitazioni alla libertà religiosa; limitazioni alla libertà religiosa; violenze da parte di istituzioni; violenze e intolleranze sociali; conflitti locali di carattere religioso, ovvero dall’assenza di eventi significativi. E’ stato utilizzato il rapporto 2010.

Il rapporto sulla libertà religiosa del Dipartimento di Stato USA è invece predisposto annualmente sulla base dell’International Religious Freedom Act del 1998. Nella nota è riportata una sintesi del giudizio preliminare espresso nei paragrafi introduttivi dei capitoli relativi ai diversi paesi; è stato utilizzato il rapporto 2010.

L’indice della corruzione percepita è elaborato dall’organizzazione indipendente internazionale Transparency International, fondata nel 1993. L’indice definisce la corruzione come l’”abuso di potere pubblico per ottenere vantaggi privati” ed è elaborato attraverso l’aggregazione di dati contenuti in fonti internazionali e indipendenti. La posizione più alta nell’indice corrisponde ad una situazione di minore corruzione percepita. Nella nota si è fatto riferimento all’Indice 2010. Per ulteriori dettagli cfr. www.transparency.org

Per quanto concerne i dati relativi alla libertà economica si è fatto riferimento all’Index of Economic Freedom 2011 dell’Heritage Foundation, che distingue tra “Stati liberi”, “Stati prevalentemente liberi”, Stati “parzialmente liberi, Stati “prevalentemente non liberi”, “Stati non liberi”

I dati relativi al tasso di variazione del PIL nel 2009 sono ripresi dal World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale.

La presenza o meno di situazioni di conflitto armato è ripresa dall’Armed Conflict Database dell’International Institute for Strategic Studies, centro di ricerca britannico,che classifica i conflitti armati in conflitti internazionali (che coinvolgono i governi in conflitto sulla sovranità e il territorio), in conflitti armati interni (che hanno luogo tra forze governative e gruppi armati organizzati che controllano un territorio sufficiente a sostenere operazioni militari pianificate) ed in azioni terroristiche (vale a dire in attacchi posti in essere da fazioni coinvolte in una significativa opposizione armata allo Stato). Con riferimento allo status del conflitto si distingue tra conflitti attivi o in corso (che possono essere a bassa o alta intensità); situazioni di cessate il fuoco (che coinvolgano I leader riconosciuti dei contendenti, senza tuttavia rappresentare la risoluzione del conflitto) e di accordo di pace (una formale soluzione del conflitto riconosciuta dai contendenti, che tuttavia può essere non ancora attuata completamente). E’ segnalata anche la presenza di fenomeni di pirateria.


 

 

 


Servizio Studi – Analisi dei temi di politica estera nell’ambito dell’Osservatorio di Politica internazionale

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