Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Il IV Forum di alto livello sull'efficacia degli aiuti allo sviluppo
Serie: Note di politica internazionale    Numero: 83
Data: 08/07/2011
Descrittori:
ASSISTENZA ALLO SVILUPPO   COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari

Casella di testo: Note di politica internazionalen. 83 8 luglio 2011

 

Il IV Forum di alto livello sull’efficacia degli aiuti allo sviluppo

 


Dal 29 novembre al 1° dicembre 2011 si terrà a Busan, in Corea del Sud, il IV Forum di Alto livello sull’efficacia degli aiuti che dovrà valutare i progressi effettuati verso i target fissati nella Dichiarazione di Parigi, riconfermati dal Piano d’azione di Accra e programmare gli interventi futuri. Il Vertice di Busan fa seguito a quelli di Roma (2003), di Parigi (2005) e di Accra (2008).

Nel febbraio 2003 si sono riuniti a Roma i rappresentanti del Comitato per l’aiuto allo sviluppo dell’OCSE (DAC), i leader delle grandi banche multilaterali di sviluppo e delle maggiori organizzazioni internazionali, i rappresentanti dei paesi donatori e di quelli riceventi, per il Forum ad alto livello sull'armonizzazione degli aiuti conclusosi con la Dichiarazione di Roma per l’armonizzazione.

In quella sede per la prima volta furono inseriti in un documento scritto – impegnativo per i paesi donatori - i princìpi per l’efficacia degli aiuti. La Dichiarazione di Roma ha definito un programma ambizioso di rafforzamento dell’efficacia degli interventi d’aiuto allo sviluppo, mediante il coordinamento tra donatori, la complementarietà degli interventi e l’armonizzazione delle procedure di concessione degli aiuti.

Al Forum di alto livello di Roma ha fatto seguito il Forum di Parigi del 2005. La Paris Declaration è stata sottoscritta da oltre 100 tra donatori ed istituzioni finanziarie internazionali oltre che da paesi in via di sviluppo ai quali, per la prima volta, è stato chiesta un’assunzione di responsabilità diretta nella realizzazione delle attività di cooperazione. La Dichiarazione di Parigi ha stabilito i cinque princìpi cui la comunità internazionale deve uniformarsi, per rendere più efficace l’aiuto allo sviluppo:

§       Ownership: i Pvs esercitano la leadership riguardo le proprie politiche di sviluppo, le strategie e il coordinamento delle iniziative per lo sviluppo stesso. I paesi donatori sono responsabili nel sostenere e facilitare tale leadership.

§       Alignment: i paesi donatori allineano le attività alle strategie di sviluppo dei paesi beneficiari, utilizzando i loro sistemi locali.

§       Harmonisation: i paesi donatori coordinano la propria azione, semplificando le procedure e condividendo le informazioni per ridurre sovrapposizioni e duplicazioni.

§       Managing for results: le attività dei donatori e dei paesi beneficiari devono essere orientate al raggiungimento di risultati verificabili. I paesi donatori devono sostenere i Pvs nella realizzazione di meccanismi di monitoraggio che misurino i progressi rispetto agli elementi chiave delle strategie di sviluppo nazionali.

§       Mutual accountability: i paesi donatori e i paesi beneficiari sono reciprocamente responsabili per i progressi conseguiti nell’efficacia degli aiuti e per i risultati ottenuti in termini di sviluppo.

Tali obiettivi sono stati accompagnati da dodici indicatori di efficacia dell’aiuto, per verificare concretamente i progressi conseguiti. Sia i paesi donatori che i paesi partner, servendosi di tali indicatori, devono poter valutare congiuntamente e reciprocamente i progressi ottenuti nella realizzazione degli impegni assunti, in un’ottica di slegamento dell’aiuto che migliori l’efficacia e l’efficienza delle attività di cooperazione.

Si sono svolti tre cicli di monitoraggio degli indicatori: nel 2006 e nel 2008 i primi due e, dall’ultimo trimestre del 2010 fino al marzo 2011, il terzo ciclo. I risultati del monitoraggio, così come la valutazione dell’implementazione della Dichiarazione di Parigi da parte di un gruppo indipendente che include anche paesi partner, costituiranno materia di dibattito al Forum di Busan.

La valutazione dell’implementazione della Dichiarazione di Parigi sull’efficacia degli aiuti è parte integrante della Dichiarazione stessa. Una prima fase della valutazione, presentata al Forum di Alto Livello di Accra nel 2008, era prevalentemente focalizzata sui metodi per migliorare l’implementazione e non forniva giudizi circa l’effettiva efficacia; questo tema sarà invece al centro della seconda fase della valutazione e verrà affrontato a Busan.

L’Agenda di Accra, adottata nel 2008, aveva la funzione di rilanciare e approfondire la Dichiarazione di Parigi, sulla scorta dei progressi fino a quel momento effettuati, fissando alcuni punti cardine:

§       prevedibilità: i donatori forniranno ai paesi partner le informazioni circa gli aiuti che prevedono di accordare ai propri partner con 3-5 anni di anticipo;

§       sistemi nazionali: per fornire gli aiuti, saranno utilizzati prioritariamente i sistemi nazionali dei paesi partner invece di quelli dei paesi donatori;

§         condizionalità: i donatori forniranno gli aiuti non più imponendo condizioni sul modo e il momento di erogarli, ma basandosi sugli specifici obiettivi di sviluppo dei Paesi riceventi;

§         slegamento degli aiuti: i donatori attenueranno le restrizioni che impediscono ai paesi in via di sviluppo di acquistare merci e servizi da chiunque e dovunque riescano ad ottenere la qualità migliore al prezzo più basso.

L’Agenda di Accra poneva fortemente l’accento sulla costruzione delle capacità locali, necessarie alla gestione in proprio del futuro da parte dei singoli pvs.

 

Il Forum di Busan discuterà anche dei dati emersi dal monitoraggio dei Princìpi per il corretto impegno negli Stati Fragili (FSPs) , ossia in quegli Stati con una debole capacità di espletare le basilari funzioni di governo della popolazione e del territorio e che sono molto lontani dalla realizzazione degli Obiettivi del Millennio (fino al 75% del deficit nel raggiungimento).

I Princìpi per gli Stati Fragili, adottati dall’OCSE nel 2007, contengono una serie di linee guida per gli attori coinvolti nella cooperazione allo sviluppo, nel peacebuilding, nella costruzione delle istituzioni e delle strutture di sicurezza negli Stati fragili e in quelli nei quali si svolgono conflitti, che necessitano di un particolare, specifico approccio.

L’implementazione dei Princìpi per gli Stati Fragili è monitorata attraverso sondaggi a livello nazionale che hanno lo scopo di fare il punto sull’impegno internazionale nei paesi partecipanti. E’ attualmente in corso il secondo round di monitoraggio, al quale partecipano 14 paesi[1]: tutti, tranne la Somalia, partecipano anche alla valutazione circa l’implementazione della Dichiarazione di Parigi.

Nel primo rapporto di monitoraggio dei Princìpi negli Stati Fragili (anno 2009) riferito a sei paesi (Afghanistan, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Haiti, Sierra Leone e Timor Est) si leggeva che gli aiuti agli stati fragili rappresentavano il 30% circa del totale degli aiuti forniti dall’ODA (Official Development Assistance) e che le missioni delle Nazioni Unite in quei luoghi erano al loro massimo storico (116mila caschi blu: otto volte in più di quelli impiegati nel 1999).

Al Forum di Busan, i circa duemila delegati attesi avranno dunque  il compito di  esaminare il progresso

 

globale sul miglioramento dell’efficacia degli aiuti, ma anche di fissare una nuova agenda per lo sviluppo. La riuscita del IV Forum dipenderà da molti fattori, a partire dalla possibilità di fissare nuove linee guida basate sul princìpio dell’eliminazione di tutte le politiche che ostacolano il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo.

 

Il tema dell’efficacia degli aiuti è di prioritaria importanza per la Cooperazione italiana: nelle Linee – guida e indirizzi di programmazione per il triennio 2011-2013  viene dichiarata l’intenzione di proseguire nella strada già intrapresa di adeguamento ai princìpi e criteri fissati a Parigi e ad Accrain materia di efficacia degli aiuti, nonostante la “netta riduzione dei fondi della Cooperazione del Ministero Affari Esteri” per il triennio in questione.

In  tale direzione, gli indirizzi di programmazione della politica di cooperazione sono sempre più improntati al princìpio del cosiddetto whole of country approach che, a partire dal momento della  Presidenza italiana del G8 nel 2009,  è sempre più praticato, con il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di attori e di strumenti.

La Direzione Generale per la Cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari esteri ha elaborato un Piano Programmatico per l’efficacia degli aiuti (luglio 2009 - dicembre 2010) alla scadenza del quale si è decisa la prosecuzione delle attività ancora in corso, nonché la realizzazione di nuovi progetti, nella cornice di un “Secondo Piano programmatico per l’efficacia degli aiuti”. Nell’ambito del Primo Piano sono state realizzate una serie di attività tra le quali l’elaborazione di Linee guida settoriali e di marker di efficacia che, con l’attribuzione di un punteggio di merito ai singoli aspetti dei progetti di cooperazione, sono in grado di valutare le iniziative di cooperazione bilaterale intergovernativa sotto il profilo dell’efficienza. I risultati ottenuti dai due Piani efficacia (entrambi gestiti dal Gruppo Efficacia) saranno presentati al Foro di Busan.

Il 21 luglio 2010 il sottosegretario agli Affari esteri, Vincenzo Scotti, nel rispondere, presso la Commissione Esteri della camera, all’interrogazione 5-03062 Villecco Calipari sulle iniziative volte a migliorare l'efficacia degli aiuti italiani allo sviluppo, ha fornito un quadro dettagliato delle azioni realizzate nell’ambito del primo Piano Programmatico Nazionale per l'efficacia degli aiuti e di quelle ancora da realizzare, fra le quali una proposta su come assicurare ulteriormente il cosiddetto “slegamento dell'aiuto”, favorendo ancor di più l'acquisto di beni e servizi locali.

Si ricorda inoltre che nella seduta della Commissione esteri della Camera del 20 giugno 2011, è stata approvata la risoluzione d’iniziativa dell’on. Tempestini n. 8-00129sulla partecipazione italiana a banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale.

La risoluzione impegna il Governo ad una tempestiva presentazione della Relazione annuale sull'attività di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale per il 2010 che consenta al Parlamento di effettuare un esame accurato circa gli impegni assunti dall’Italia all’interno delle singole istituzioni finanziarie internazionali, corredandola di tabelle relative ai singoli impegni finanziari assunti dall'Italia, sia per il 2010 che per il 2009, nonché di un approfondimento di natura strategica e programmatica sulla partecipazione dell'Italia alle banche e ai fondi di sviluppo a carattere multilaterale per il triennio 2011-2013, anche con riferimento alla presenza italiana ai livelli di management presso tali organismi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri

( 06 6760-4939 – *st_affari_esteri@camera.it

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File: es0847inf.doc



[1]Burundi, Repubblica Centrafricana, Ciad, Comore, Costa d’Avorio, Repubblica democratica del Congo, Guinea-Bissau, Haiti, Liberia, Sierra Leone, Somalia, Sud Sudan, Timor Est, Togo.