Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Le elezioni parlamentari in Canada: 2 maggio 2011
Serie: Note elezioni nel mondo    Numero: 97
Data: 05/05/2011
Descrittori:
CANADA   ELEZIONI POLITICHE
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari

SIWEB

Casella di testo: Elezioni nel mondo
n. 97  5 maggio 2011

 


Le elezioni parlamentari in Canada: 2 maggio 2011

Nella presente nota si forniscono elementi di informazione sui risultati delle elezioni politiche anticipate canadesi del 2 maggio 2011, che hanno visto la conferma e il rafforzamento del partito di governo, il partito conservatore del primo ministro Stephen Harper.

Il 2 maggio 2011 si sono tenute le elezioni politiche anticipate per eleggere i 308 membri della Camera dei Comuni canadese.

I 308 deputati sono stati eletti con sistema uninominale maggioritario a turno unico.

Per ulteriori elementi sull’assetto istituzionale del Paese e per gli indicatori internazionali sullo stesso si rinvia alla nota Elezioni programmate nel periodo maggio-luglio 2011 (2 maggio 2011).

 

In seguito al voto di sfiducia sul disegno di legge finanziaria di marzo, infatti, il governo guidato dal conservatore Harper, il quale era stato accusato di mancata chiarezza sui costi del programma anti crimine, dei tagli fiscali alle grandi corporation e dell'acquisto di aerei caccia Stealth dagli Stati Uniti, aveva rassegnato le dimissioni.

Stephen Harper, leader del partito conservatore, è alla guida del governo del Canada dal 2006, sempre però con governi di minoranza, non avendo ottenuto il suo partito nelle due precedenti tornate elettorali, quella del 2006 e quella anticipata del 2008, la maggioranza assoluta dei seggi della Camera.

Nelle elezioni del 2 maggio, invece, con 167 seggi ottenuti (il 39,62% dei voti), il partito conservatore ha superato la soglia di 155 deputati, riuscendo ad ottenere la maggioranza assoluta dei seggi.

Le elezioni hanno significativamente mutato gli equilibri nell’opposizione: fino alle elezioni infatti, la forza egemone delle opposizioni è stata il partito liberale, guidato da Michael Ignatieff. Da questa tornata elettorale è invece uscito come primo partito dell’opposizione il Nuovo Partito Democratico (NDP), di ispirazione socialista, guidato da Jack Layton. Da segnalare infine il significativo calo degli indipendentisti del Quebeq del Bloc Quebecois.

Infatti il nuovo partito democratico ha ottenuto il migliore risultato della sua storia ottenendo il 30,62 % dei consensi e 102 deputati, contro i 37 delle ultime consultazioni. Il partito liberale ha ottenuto il 18,91% e 35 deputati contro i 76 della passata legislatura, mentre il Bloc Quebecois ha ottenuto il 6,1% e 4 deputati contro i 49 della passata legislatura. I Verdi sono entrati in Parlamento per la prima volta con un seggio, conquistato dalla leader Elizabeth May.

I leader del Partito Liberale e del Bloc Quebecois, Michael Ignatieff e Gilles Duceppe, hanno addirittura perso il seggio, non essendo stati rieletti; hanno quindi entrambi rassegnato le proprie dimissioni. Nella tabella sottostante sono riportati i risultati elettorali:

Partito

Voti (%) 2011

Seggi 2011

Seggi 2008

Partito Conservatore (PC)

39,62 %

167

143

Nuovo Partito

Democratico (NDP)

30,62%

102

37

Partito Liberale (PL)

18,91%

35

76

Blocco del Quebec (BQ)

6,1%

4

50

Verdi

3,8%

1

-

 

Uno dei temi centrali di questa campagna elettorale è stato quello dell’unità nazionale; tanto il Partito Conservatore, quanto il Partito Liberale, infatti, hanno cercato di ottenere voti nel Canada francese, cercando di ridurre il supporto generalizzato per il Partito indipendentista del Blocco del Quebec.

Oltre al problema dell’unità nazionale, l’elezione ruotava intorno a temi economici, quali i tagli delle tasse promossi in passato dal governo Harper e le modalità di gestione della crescente spesa per sanità e pensioni.

Per quanto riguarda la lotta al crimine, i conservatori hanno reso negli scorsi anni la legislazione anti-crimine più severa e costruito nuove prigioni, iniziative contestate dall’opposizione che sosteneva che un programma così rigido non era necessario, dato che i fenomeni di criminalità risultano, in base alle statistiche, in calo da un decennio.

I liberali hanno invece insistito sulla trasparenza dell’amministrazione per cercare di rendere pubblici cifre e documenti sui costi della campagna contro il crimine, sulla gestione dei prigionieri afghani e sui contratti per l’acquisto di 65 nuovi aerei da combattimento, questioni che avevano aperto la crisi del governo Harper nel mese di marzo scorso.

Tra i temi del programma elettorale del nuovo partito democratico si possono segnalare le pari opportunità, del salario minimo e della legalizzazione delle droghe leggere.

Relativamente alla questione specifica della presenza di truppe canadesi in Afghanistan, il partito Conservatore, nonostante avesse aumentato l’invio di contingenti in tale Paese, aveva anche annunciato un ritiro delle truppe, approvato con mozione parlamentare, per il luglio del 2011. Nel novembre del 2010, però, il governo di Harper aveva annunciato la decisione di estendere la presenza militare in Afghanistan fino al 2014, senza dover ricorrere ad un voto parlamentare in quanto si sarebbe trattato di una missione che non avrebbe comportato il ricorso al combattimento. Tale decisione sarebbe stata in linea con la nuova data-obiettivo stabilita dalla NATO nel vertice di Lisbona del novembre 2010 per completare la transizione al governo afgano delle responsabilità della sicurezza nazionale. In quella occasione, il nuovo partito democratico ha chiesto un voto parlamentare concernente tale proroga. Il leader del Partito Liberale, Ignatieff, invece, già nel giugno del 2010 aveva sostenuto la necessità che alcune truppe rimanessero in Afghanistan per guidare la preparazione delle truppe locali anche dopo il 2011. Egli ha quindi accolto con favore la decisione dei conservatori di estendere la presenza delle truppe canadesi fino al 2014.

 

 

Fonti: Unione interparlamentare, Ifes, Ansa

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Servizio Studi – Analisi dei temi di politica estera nell’ambito dell’Osservatorio di Politica internazionale

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