Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Altri Autori: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: Missione in Romania (Bucarest, 4-5 maggio 2011)
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 230
Data: 03/05/2011
Descrittori:
POLITICA ESTERA   ROMANIA
Nota: Questo dossier contiene materiale protetto dalla legge sul diritto d'autore, pertanto la versione html è parziale. La versione integrale in formato pdf può essere consultata solo dalle postazioni della rete Intranet della Camera dei deputati (ad es. presso la Biblioteca)

 

Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Missione in Romania

 

(Bucarest, 4-5 maggio 2011)

 

 

 

 

 

 

n. 230

 

 

 

3 maggio 2011

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri

( 066760-4939 – * st_affari_esteri@camera.it

 

Hanno partecipato alla redazione del dossier i seguenti Servizi e Uffici:

Servizio Rapporti internazionali

( 066760-3948 / 066760-9515 – * cdrin1i@camera.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.

File: es0784.doc

 


INDICE

Programma della missione

Visita in Romania di una delegazione della  Commissione Affari esteri della Camera dei deputati (Bucarest, 4-5 maggio 2011)3

Schede di sintesi

Scheda Paese  (a cura del Servizio Rapporti internazionali)9

Romania: scheda politico-parlamentare  31

Le relazioni parlamentari Italia-Romania (a cura del Servizio Rapporti internazionali)33

Rapporti bilaterali Italia-Romania (a cura del Ministero degli Affari esteri)45

LA Romania e l’Unione europea: l’ingresso nello spazio Schengen e nell’Eurozona  61

La comunità romena in Italia (a cura del Ministero degli Affari esteri)64

La collettività italiana in Romania: origine, evoluzione storica e caratteristiche (a cura del Ministero degli Affari esteri)67

L’accordo italo-romeno sul trasferimento delle persone condannate  68

La cooperazione economica nel Mar Nero (a cura del Ministero degli Affari esteri)69

I principali organismi di cooperazione regionale nell’area dell’Europa sud-orientale e mediterranea (a cura del Servizio Rapporti internazionali)71

Profili biografici  (a cura del Servizio Rapporti internazionali)

Emil Boc Primo Ministro  89

Markó Béla Vice Primo Ministro  90

Traian Constantin Igas Ministro dell’Interno  92

Cătălin Marian Predoiu Ministro della Giustizia  93

Valeriu Stefan Zgonea Vicepresidente della Camera dei Deputati95

Cristian Diaconescu Vicepresidente del Senato  96

Attila Korodi Presidente della Commissione per la Politica Estera della Camera dei deputati98

Titus Corlatean Presidente della Commissione per gli Affari esteri del Senato  99

Bogdan Lucian Aurescu Sottosegretario di Stato al Ministero Affari esteri101

Marius Sorin Ovidiu Bota Presidente del Gruppo parlamentare di amicizia Romania-Italia  102

Documentazione

Rapporto Congiunto ICE/MAE sulla Romania (I semestre 2010)105

Protocollo di cooperazione parlamentare tra la Camera dei deputati del Parlamento italiano e la Camera dei deputati del Parlamento romeno, 3 novembre 1998  107

Dichiarazione congiunta del Presidente della Camera dei deputati del Parlamento italiano e del Presidente della Camera dei deputati del Parlamento della Romania, 23 aprile 2009  107

Dichiarazione congiunta del Presidente della Camera dei deputati del Parlamento italiano e del Presidente della Camera dei deputati del Parlamento della Romania, 12 giugno 2003  107

Pubblicistica  (a cura del Servizio Studi)

§      Intervista al Ministro romeno dell’Interno, Traia Igas, in: Osservatorio dei Balcani e Caucaso, 13 aprile 2011  143

§      Caritas Italiana e Confederetia Caritas Romania, I romeni in Italia tra rifiuto e accoglienza, marzo 2010  143

§      C. Diaconescu, Il Mar Nero secondo la Romania, in: Limes. Rivista italiana di geopolitica, n. 3/2009  143

§      E. Cusmai, Emergenza immigrazione. In Italia mille criminali romeni. E ci mandano solo 14 agenti, ne: Il Giornale, 29 gennaio 2009  143

§      F. Sarzanini, Bucarest: xenofobia nel governo italiano, in: Il Corriere della sera, 11 febbraio 2009  143

§      C. Picozza, Raid razzista contro tre romeni ‘Bastardi, tornatevene a casa’, in: la Repubblica, 20 febbraio 2009  143

§      L. Sal., Roma accelera sulle espulsioni dei comunitari, in: Il Corriere della sera, 21 febbraio 2009  143

§      M. A. Calabrò, Omicidi, violenze, furti: i numeri del caso romeno, in: Il Corriere della sera, 23 febbraio 2009  143

§      M.A.C., Roma è la Bucarest italiana: 157 mila presenze. E sulla costa toscana arrivi in aumento del 200%, ne: Il Corriere della sera, 23 febbraio 2009  143

§      M. Caprara, I vescovi romeni: crimini mortificanti, in: Il Corriere della sera, 24 febbraio 2009  143

§      E. Bettiza, Razzisti con i romeni?, in: La stampa, 25 febbraio 2009  143

§      R. Frignani, I romeni si offrono per partecipare alle ronde, in: Il Corriere della sera, 26 febbraio 2009  143

§      G. Bolaffi, Non chiediamo solo badanti, in: Corriere economia, 23 marzo 2009  143

§      C. Giorni, G. Schinaia, In tre anni raddoppiati i romeni in Italia, ne: Il Sole 24 ore, 4 maggio 2009  143

§      P. Viana, Il ‘controesodo dei migranti romeni’, in: Avvenire, 28 luglio 2009  144

§      K. Moual, I romeni spostano a destra il voto straniero, in: Il Sole 24 ore, 2 aprile 2010  144

§      Unione Europea: la corruzione in Bulgaria e Romania allarma Bruxelles, in: www.equilibri.net, 8 maggio 2010  144

§      P. Lambruschi, Le ‘schiave’ romene nelle serre di Vittoria, in Avvenire, 20 giugno 2010  144

§      V. Polchi, Romeni, immigrati ‘pendolari’ svanisce il sogno di tornare a casa, in: la Repubblica, 28 giugno 2010  144

§      G. Micalessin, Bucarest regala passaporti: moldavi pronti a invaderci, in il Giornale, 19 luglio 2010  144

§      M.A. Calabrò, ‘Non va espulso chi entra via Schengen’, in: Corriere della sera, 13 ottobre 2010  144

§      G. Isola, Romania nell’area Schengen. L’apprensione di Maroni, in: Avvenire, 13 ottobre 2010  144

§      M. Iordache, Romania, la costanza della crisi, in: Osservatorio Balcani e Caucaso, 29 novembre 2010  144

§      N. Yotov, Traian Basescu, padre padrone della politica rumena, in: Osservatorio Balcani e Caucaso, 7 dicembre 2010  144

§      G. Merlicco, Russia e Romania si contendono la Moldova, in: Limes, rivista italiana di geopolitica, 22 dicembre 2010  144

§      C. Ban, Romania, buone notizie da un decennio perduto, in: Osservatorio Balcani e Caucaso, 19 gennaio 2011  144

§      M. Iordache, La Romania allo specchio: l’Egitto e il 1989, in: Osservatorio Balcani e Caucaso, 18 febbraio 2011  144

§      UE: rinviato l’ingresso della Bulgaria e della Romani nell’area Schengen, in: www.equilibri.net, 20 febbraio 2011  144

§      D. Mogavero, Il nucleare della Romania, in: Osservatorio Balcani e Caucaso, 18 marzo 2011  145

§      M. Iordache, Romania-Libia: relazioni pericolose, in: Osservatorio Balcani e Caucaso, 21 marzo 2011  145

§      N. Yotov, Tudor Chiuariu:’ telegiustizia’ e stato di diritto in Romania, in: Osservatorio Balcani e Caucaso, 23 marzo 2011  145

§      C. Ban, Romania, gli emigranti non tornano a casa, in: Osservatorio Balcani e Caucaso, 25 marzo 2011  145

§      D. Mogavero, La Romania, Schengen e i compiti a casa, in: Osservatorio Balcani e Caucaso, 13 aprile 2011  145

§      Romania pronta ad accogliere 200 migranti, in: il Messaggero, 18 aprile 2011  145

§      F. Martino, Schengen, prigionieri di un’Europa fragile, in: Osservatorio Balcani e Caucaso, 2 maggio 2011  145

Allegato

§      Legge 30 dicembre 2005, n. 281, Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra la Repubblica italiana e la Romania sul trasferimento delle persone condannate alle quali è stata inflitta la misura dell’espulsione o quella dell’accompagnamento al confine, fatto a Roma il 13 settembre 2003  143

 

 


SIWEB

Schede di sintesi

 


Scheda Paese
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)


ROMANIA[1]

 

Romania - Bandiera

 

Aprile 2011

 

DATI GENERALI

Superficie

238.391 kmq

Capitale

Bucarest (1.944.000 ab.)

Abitanti

21.904.551 (età media 40 anni)

Tasso crescita pop.

- 0,2%

Aspettativa di vita

74 anni

Confessioni religiose

Cristiano ortodossi (87%)[2], protestanti (6,8%), cattolici (5,6%), altro (0,6%).

Gruppi etnici

rumeni (89,5%), ungheresi (6,6%), rom (2,5%), ucraini (0,3%), tedeschi (0,3%), russi (0,2%), turchi (0,2%), altri (0,4%)

Lingue

romeno (ufficiale), minoranze di madrelingua ungherese, tedesca, dialetti rom

Tasso alfabetizzazione

97,3%


Cenni storici

Il nazionalismo romeno nasce nel XVIII secolo, dopo la conquista del Principato di Transilvania da parte dell’Impero Asburgico (1687). Le élites romene della regione (Şcoala Ardeleană), entrate in contatto con la Chiesa di Roma, riscoprirono l’origine latina del loro idioma che risaliva all’antica commistione tra le truppe romane e le popolazioni locali, appartenenti alla famiglia indo-europea dei Traci, dopo la conquista della Dacia da parte dell’Imperatore Traiano nel 107 d.C.. Aspirazioni di indipendenza furono manifestate nel corso dei secoli XV-XVII dai Prìncipi Vlad l’Impalatore (1456-1467), noto in Occidente come Dracula, e da Michele il Coraggioso, che intorno al 1600 riunificò per brevissimo tempo i tre Principati di Moldavia, Valacchia e Transilvania. La storica occasione di unificare i Principati di Moldavia e Valacchia fu offerta dal declino dell’Impero Ottomano e la Guerra di Crimea (1853-1856) e tale unione venne sancita dal Congresso di Parigi del 1856.

La vittoriosa guerra contro l’Impero ottomano (1877-78), combattuta a fianco della Russia durante il regno di Carlo di Hohenzollern-Sigmaringen, consentì alla Romania di conquistare lo sbocco sul Mar Nero (Dobrogia), formalmente riconosciuto al Congresso di Berlino del 1878, dovendo tuttavia cedere alla Russia la Bassarabia (oggi parte della Moldova).

Allo scoppio della I guerra mondiale, Bucarest, che era associata alla Triplice Alleanza, rimase neutrale, per poi passare nel campo nell’Intesa (luglio 1916), dichiarando guerra all’Austria-Ungheria. Dopo le alterne vicende del conflitto, il Trattato di pace firmato a Parigi nell’ottobre 1920 sancì la nascita della Grande Romania (“Romania Mare”). Il nuovo stato inglobava la Transilvania, la Bassarabia e la Bucovina settentrionale, avendo una popolazione più che raddoppiata, in cui erano presenti varie minoranze etniche (magiare, tedesche ed ucraine in particolare). Dopo una lunga e turbolenta crisi interna, nel 1938 Carlo II impose un regime dittatoriale, promulgando una nuova costituzione di ispirazione totalitaria.

Le vicende della II guerra mondiale portarono la Romania ad un significativo ridimensionamento territoriale. Il 23 agosto 1944, mentre le truppe sovietiche marciavano sul territorio romeno, il Re Michele rovesciò il governo del maresciallo Antonescu (instaurato nel novembre 1940) e il 12 settembre firmò l’armistizio. La Romania, ormai gravitante nell’orbita sovietica, subì la graduale instaurazione di un regime comunista. Il 30 dicembre 1947 il Re fu costretto ad abdicare e il giorno stesso fu proclamata la Repubblica Popolare. Con il Trattato di Pace (10.2.1947), il Paese riottenne definitivamente la Transilvania settentrionale, ma fu costretto a riconoscere la cessione della Bessarabia e della Bucovina settentrionale all’Unione Sovietica e della Dobrugia meridionale alla Bulgaria.

Durante la leadership di Gheorghiu-Dej, segnata da persecuzioni di stampo staliniano, l’esercito romeno intervenne nel 1956 in Ungheria a fianco dell’URSS e nel 1958 le truppe sovietiche abbandonarono definitivamente il territorio romeno. A Gheorghiu-Dej successe, nel 1967, Nicolae Ceauşescu. Pur restando nell’orbita sovietica, la Romania rafforzò i suoi rapporti con l’Occidente, uscendo dal Patto di Varsavia (1968), entrando nel Fondo Monetario Internazionale e nella Banca Mondiale (1972), e firmò, nel 1976, un accordo con la Comunità Economica Europea.

Ma dopo il grave terremoto del 1977 e l’involuzione del regime verso modelli ispirati alla Rivoluzione culturale cinese ed alla Corea del Nord, iniziò un lungo periodo di repressione nei confronti di una popolazione sempre più insofferente all’autarchia imposta da un Governo tirannico, sul quale l’Unione Sovietica faceva pesare la dipendenza energetica e di cui l’Occidente temeva il riavvicinamento a Mosca.

Con l’avvento di Gorbaciov, Ceauşescu perse definitivamente l’appoggio sovietico e la popolazione - che versava ormai da un decennio in condizioni di povertà impensabili per il resto del continente - si sollevò spontaneamente il 22 dicembre 1989, dopo i moti di Timişoara. Ceauşescu venne sbrigativamente condannato a morte da un improvvisato Tribunale rivoluzionario il 25 dicembre del 1989. Dopo la caduta del regime comunista i nuovi leader politici romeni, raggruppati nel Fronte di Salvezza Nazionale (FSN), invertirono rapidamente alcune tra le più impopolari politiche del dittatore. Tuttavia, quando nel 1991 il primo ministro Roman tentò di introdurre riforme di mercato di più ampia portata, dovette rinunciare a tale progetto in seguito alla protesta dei minatori che devastarono i principali edifici pubblici di Bucarest e malmenarono gli studenti universitari anti-comunisti.

Nel 1992 si tennero nuove elezioni politiche vinte dal Fronte democratico di salvezza nazionale (FDSN) - successivamente ridenominato Partito della Democrazia Sociale di Romania (PSDR) - e nelle elezioni presidenziali del 1992 Ion Iliescu fu rieletto Presidente. Solo dopo lo smembramento dell’Unione Sovietica (con cui la Romania fino a quel momento confinava) la Romania poté iniziare a recuperare il ritardo accumulato rispetto ai Paesi dell’Europa Centrale. Le elezioni del 1996 sancirono la vittoria della Convenzione Democratica (CDR) e del Presidente Constantinescu che si dimostrarono incapaci di completare le riforme economiche avviate. Le successive elezioni del 26 novembre 2000 vennero vinte da quello che sarebbe divenuto il Partito Social Democratico (PSD) e da Ion Iliescu, al suo ultimo mandato. Al suo posto, nel novembre 2004, verrà eletto l’attuale Presidente Traian Băsescu.

Il quinquennio 2004-2009 è stato caratterizzato da due importanti tappe nella storia del Paese: l’adesione alla NATO nel 2004 e l’ingresso nell’Unione Europea dal 1º gennaio 2007.


 



Principali cariche dello Stato

Presidente della Repubblica

Traian BASESCU (Partito Democratico-Liberale) dal 6 dicembre 2009, al secondo mandato

Presidente della Camera dei deputati

Roberta Alma ANASTASE (Partito Democratico-Liberale) dal dicembre 2008

Presidente del Senato

Mircea Dan GEOANĂ (Partito Social Democratico)dal dicembre 2008

Primo Ministro (e dal 22 aprile 2011 Ministro del Lavoro ad interim)

Emil BOC (Partito Democratico-Liberale)dal dicembre 2009

Vice Premier

Marko BELA (Unione Democratica dei Magiari di Romania), dal dicembre 2009

Ministro degli Esteri

Teodor Baconschi

 

 

 

SCADENZE ELETTORALI

 

Presidente della Repubblica

Dicembre 2014

Parlamento

Novembre 2012

 

Quadro politico

Dal 22 dicembre 2009 la Romania ha un nuovo Governo guidato ancora una volta dal Presidente del Partito Democratico Liberale (PDL) Emil Boc, ma questa volta senza il sostegno del Partito Social Democratico - PSD (“grande coalizione”). Il Governo ha ottenuto la fiducia del Parlamento grazie al sostegno del PDL (Partito Democratico-Liberale), dell’UDMR (Unione Democratica dei Magiari di Romania, il partito della minoranza ungherese), dei 18 parlamentari delle minoranze, cui è costituzionalmente garantito un seggio alla Camera dei Deputati, e del nuovo partito Unione Nazionale per il Progresso della Romania – UNPR, formato da transfughi dell’opposizione.

La nomina del nuovo esecutivo ha messo fine alla più lunga crisi politica della Romania democratica e ha chiuso un anno segnato da importanti appuntamenti elettorali. In particolare, il 6 dicembre 2009 si era avuta l’elezione del Presidente della Repubblica, con l’affermazione del Presidente uscente Traian Basescu, confermato – di misura - per un nuovo mandato quinquennale.In effetti, in questo momento, il Presidente Basescu è l’unica personalità romena con una prospettiva politica di lungo periodo, in quanto rimarrà in carica fino al dicembre 2014.

I primi mesi del 2010 sono stati caratterizzati, all’interno dei due principali partiti d’opposizione, il Partito Social Democratico (PSD) ed il Partito Nazional Liberale (PNL), dal confronto sulle leadership, conclusosi con la vittoria di Victor Ponta sull’ex candidato presidenziale Mircea Geoana nel PSD e con l’indiscussa riconferma di Crin Antonescu alla guida del PNL.

Le priorità di politica interna del Governo Boc sono principalmente legate alla risposta alla grave situazione economica attraverso l’attuazione di importanti riforme strutturali ed una significativa riduzione della spesa pubblica capace di conciliarsi con la creazione di condizioni di sviluppo utili agli investimenti ed alla crescita economica.

Dopo che la Corte Costituzionale, nel giugno 2010, aveva dichiarato incostituzionale il decreto legge che prevedeva la riduzione del 15% delle pensioni ed il ricalcolo delle pensioni di magistrati e militari (misure che il Governo aveva dovuto adottare per riportare a livelli accettabili il deficit), il 2 settembre 2010 il Capo del Governo ha annunciato un importante rimpasto della compagine di Governo, con la sostituzione di ben sei ministri, tutti di area economica: Trasporti, Economia, Finanze, Agricoltura, Comunicazioni e Lavoro. Questo rimpasto si svolge sullo sfondo di crescenti proteste popolari (il gradimento del PDL è sceso dal 33,5% delle elezioni al 12% che gli accreditano gli ultimi sondaggi) per i provvedimenti di riduzione della spesa pubblica degli ultimi mesi; tale malcontento si esprime anche in scioperi e blocchi stradali che rendono ancora più precaria la situazione. La popolarità dei vertici istituzionali – compreso il Presidente Basescu – è in preoccupante discesa e si susseguono le proteste di piazza; da ultimo quella dei poliziotti del 24 settembre 2010 che ha portato a polemiche tra il Presidente Basescu e il Primo Ministro Boc, da un lato, e il Ministro dell’Interno Blaga dall’altro (poi dimessosi e sostituito da Traian Igas). Nonostante questa sostituzione i militari e le forze di polizia continuano le proprie azioni di protesta e il sindacato dei militari in pensione - molto forte in Romania - minaccia nuove, grandi manifestazioni di piazza.

Le opposizioni, sfruttando la debolezza dell’esecutivo, hanno presentato numerose mozioni di sfiducia, senza tuttavia riuscire ad abbattere il Governo. Peraltro, la situazione sociale appare peggiorare di mese in mese rendendo sempre più instabile il quadro politico ed economico. Nel gennaio 2011 si è registrato un ulteriore aumento del clima di tensione sociale, a seguito delle misure anti-crisi adottate dal Governo Boc. Alle proteste dei militari per i tagli alle pensioni si sono aggiunte quelle di migliaia di lavoratori - la maggior parte dei quali provenienti dall'industria automobilistica DACIA - scontenti per le novità introdotte dalla riforma del codice del lavoro.

Il 22 aprile 2011 il primo ministro Boc ha assunto l'interim di ministro del Lavoro dopo che il titolare del dicastero, Ioan Botis, s'è dimesso.Botis ha rassegnato le dimissioni sulla base delle notizie che evocavano un possibile conflitto d'interessi dovuto al fatto che la moglie sarebbe una consulente di un progetto finanziato dall'Unione europea e dal Governo.

 

Composizione del Parlamento

Le ultime elezioni politiche si sono tenute il 30 novembre 2008. I gruppi parlamentari alla Camera dei deputati, ad oggi, si presentano così[3]:

Gruppi parlamentari

Seggi

PDL Partito Democratico Liberale

123

PSD Partito Social Democratico

91

PNL Partito Nazionale Liberale

58

UDMR Unione Democratica degli Ungheresi di Romania

22

Partito delle Minoranze Nazionali

17

Indipendenti

16

Non iscritti ad alcun gruppo

6

 


I gruppi parlamentari al Senato sono i seguenti:

 

Gruppi parlamentari

Seggi

PDL Partito Democratico Liberale

50

PSD Partito Social Democratico + Partito Conservatore

44

PNL Partito Nazionale Liberale

24

UDMR Unione Democratica degli Ungheresi di Romania

9

Indipendenti

10

 

 

Quadro istituzionale

Sistema politico

 

La Romania è una repubblica parlamentare con caratteristiche semi-presidenziali. La Costituzione è entrata in vigore l'8 dicembre 1991 ed è stata modificata nel novembre 2003, per adeguare l’ordinamento romeno all’adesione all’Unione Europea e per distanziare le elezioni presidenziali da quelle legislative, portando la durata del mandato del Presidente della Repubblica da quattro a cinque anni.

 

 

Presidente della Repubblica

 

Il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale diretto per 5 anni.

Per essere eletto un candidato deve ottenere la maggioranza assoluta dei voti. Nel caso che nessuno riesca a raggiungere il quorum, si tiene un ballottaggio tra i primi due candidati. La Costituzione consente solo due mandati.

Il Presidente può presiedere le riunioni di Governo su questioni di interesse nazionale riguardanti politica estera, difesa, ordine pubblico e, su richiesta del Primo Ministro, altri temi. Tra i poteri del Presidentevi è inoltre quello di designare il candidato alla carica di Primo Ministro, rivolgere messaggi al Parlamento, consultare il Governo, indire referendum (dopo aver consultato il Parlamento), firmare trattati internazionali (poi sottoposti al Parlamento per la ratifica). E’ comandante delle Forze Armate e presiede il Consiglio Supremo di Difesa.

Può sciogliere il Parlamento, sentito il parere dei Presidenti delle Camere e dei Capi Gruppo, se questo non ha accordato la fiducia al Governo nell’arco di sessanta giorni a partire dalla prima proposta di investitura e dopo la reiezione di almeno due proposte. Il Parlamento può essere sciolto, nel corso di un anno, una sola volta. Non può essere sciolto nell’ultimo semestre di mandato presidenziale o in una situazione di stato d’emergenza o d’assedio.

Ha il potere di veto sulle leggi votate dal Parlamento, ma, se il Parlamento riconferma il testo già approvato, è tenuto alla promulgazione.

Il Presidente può essere messo in stato di accusa per alto tradimento con il voto dei 2/3 dei parlamentari riuniti in seduta comune.

 

 

Parlamento (bicamerale)

 

Il Parlamento è composto dalla Camera dei Deputati (Camera Deputilator) e dal Senato (Senat), i cui componenti (332 per la Camera e 137 per il Senato) sono eletti dai cittadini per 4 anni, con sistema proporzionale e soglia di sbarramento. L’elettorato attivo è 18 anni. Le organizzazioni di cittadini appartenenti a minoranze etniche che non riescono a superare lo sbarramento elettorale (5% per i partiti, dall’8% al 10% per le coalizioni di partiti) hanno diritto comunque ad un seggio ciascuna. Ogni minoranza etnica non può essere rappresentata da più di un’organizzazione politica.

L’iniziativa legislativa spetta al Governo, ai parlamentari e ad almeno 100.000 cittadini aventi diritto di voto (in quest’ultimo caso, però, la proposta di legge non può riguardare materie fiscali, amnistia e grazia, trattati internazionali). Le deliberazioni in entrambe le Camere sono adottate a maggioranza dei presenti; il numero legale è dato dalla maggioranza dei componenti.

Una proposta di legge, votata da una Camera, viene inviata all’altra per il voto finale. Nel caso non venga approvata, è rinviata per un nuovo dibattito alla Camera che l’ha approvata per prima. Se il testo viene bocciato due volte, s’intende definitivamente respinto. Se invece una delle Camere approva un progetto di legge in un testo diverso da quello approvato dall’altra Camera, i Presidenti delle Camere attivano un’apposita “procedura di mediazione”, che si svolge con l’intervento di una Commissione paritetica. Nel caso in cui la Commissione non pervenga ad un accordo o una delle Camere non approvi la relazione della Commissione, i testi in discussione sono sottoposti al Parlamento in seduta comune, che adotta il testo definitivo a maggioranza dei membri presenti.

La Costituzione prevede inoltre la presenza del Consiglio legislativo, organo consultivo del Parlamento che esprime pareri sui progetti di legge a fini di riordinamento e coordinamento della legislazione.

Le modifiche costituzionali possono essere apportate con apposita legge costituzionale. L’iniziativa spetta al Presidente della Repubblica, su proposta del Governo, al Parlamento, con proposte legislative sottoscritte da almeno un quarto del numero complessivo di parlamentari, e al Corpo elettorale, con leggi di iniziativa popolare sottoscritte da almeno 500.000 elettori.

Le leggi costituzionali sono approvate singolarmente dalla Camera e dal Senato con il voto di almeno 2/3 dei membri. Se le due Camere non raggiungono un accordo sull’adozione dello stesso testo, viene riunito il Parlamento in seduta comune, che approva la legge con il voto di almeno 3/4 dei componenti. Dopo l’approvazione da parte del Parlamento, la legge di modifica costituzionale è sottoposta a referendum popolare entro 30 giorni dall’approvazione.

 

Governo

 

Il Governo è presieduto dal Primo Ministro. Spetta al Presidente della Repubblica designare il Primo Ministro (sulla base delle indicazioni del partito che ha la maggioranza assoluta in Parlamento) e, su sua proposta, i ministri. Il Governo è politicamente responsabile di fronte alle Camere. Il candidato Primo Ministro entro 10 giorni dall’incarico si presenta al Parlamento per chiedere la fiducia sul programma e sulla lista dei Ministri. Il dibattito sulla fiducia parlamentare si svolge davanti al Parlamento riunito in seduta comune, che vota a maggioranza dei componenti delle due Camere. Il Presidente della Repubblica non può dimissionare il Primo Ministro. Il Governo può essere sfiduciato dal Parlamento con una mozione di censura adottata a maggioranza dei componenti.

Si segnala che il 3 marzo 2009 la Camera dei deputati romena ha adottato con 177 voti favorevoli e 6 contrari la modifica al regolamento interno per il voto sull'autorizzazione a procedere contro gli ex ministri che hanno incarico da deputati. La nuova regola prevede il voto a maggioranza semplice invece dei precedenti 2/3 dell'aula[4].

 

La Corte Costituzionale

 

La Corte Costituzionale è composta da nove giudici nominati per nove anni dalla Camera dei deputati dal Senato e dal Presidente della Repubblica. Il mandato non è rinnovabile. La Corte Costituzionale pronuncia sentenze sulla costituzionalità delle leggi, prima della loro promulgazione, su richiesta del Presidente della Repubblica, dei Presidenti delle Camere, del Governo, della Corte Suprema di Giustizia, di 50 deputati o 25 senatori, e di ufficio sulle iniziative di revisione della Costituzione. Si pronuncia sulla costituzionalità dei Regolamenti delle Camere, su richiesta dei rispettivi Presidenti, di un gruppo parlamentare, di 50 deputati o 25 senatori. Decide sulle contestazioni aventi per oggetto la costituzionalità di un partito politico. Si pronuncia inoltre sulla regolarità delle elezioni presidenziali e sulla possibilità di una Presidenza ad interim, sulla regolarità dello svolgimento dei referendum e dei loro risultati, sulla regolarità della iniziative di legge popolare. Le decisioni e le sentenze della Corte Costituzionale non sono appellabili.

 

La Magistratura

 

Nonostante i progressi fatti negli ultimi anni, molto rimane da fare per migliorare l’indipendenza del sistema giudiziario. Più volte la Commissione europea ha sollevato seri dubbi sulla neutralità politica della magistratura, lamentando inoltre il basso livello di preparazione e qualificazione del personale e la mancanza di familiarità con la normativa europea.

La Corte Suprema di Giustizia è composta da 11 giudici, nominati per un mandato di 3 anni dal Presidente della Repubblica e dal Consiglio Superiore della Magistratura. La Corte Costituzionale è invece composta da 9 giudici con un mandato di 9 anni.

 

 

Politica estera

 

I pilastri della politica estera romena sono due: l’appartenenza all’Alleanza Atlantica, che data dal 2004, e l’adesione all’Unione Europea, avvenuta il 1° gennaio 2007.

In costante sviluppo i rapporti con Washington, soprattutto in materia di difesa. Sin dal maggio 2003 il Consiglio Supremo di Difesa romeno ha approvato lo stabilimento di basi americane nell’area tra il delta del Danubio e la regione di Costanza. Piena collaborazione è stata offerta anche in Iraq. Il contingente di circa 500 unità che ha operato prima in stretta cooperazione con il comando italiano e poi, dopo il nostro ritiro, con quello britannico è stato peraltro ritirato a fine luglio 2009. Maggiori unità saranno schierate progressivamente in Afghanistan: il contingente romeno conta attualmente 1020 unità e dovrebbe aumentare fino a raggiungere circa 1800 soldati.

Il CSAT (Consiglio Supremo per la Difesa del Paese) ha di recente deciso di partecipare allo sviluppo del sistema americano di difesa antimissilistica. Il progetto prevede la costruzione di un complesso sistema di radar e sensori capace di difendere l’Europa meridionale, oltre a garantire una più efficace ed ampia copertura del territorio romeno. L’installazione del sistema di difesa potrebbe promuovere investimenti in Romania per 3-4 miliardi di dollari.

In ambito NATO, la Romania aspira a svolgere un ruolo sempre più attivo in seno all’Alleanza Atlantica, in particolar modo nell'area del Mar Nero, dove ha promosso la creazione di un Forum di dialogo per il Mar Nero, e nei Balcani.

Restano eccellenti, dopo la storica riconciliazione del 1996, i rapporti con l'Ungheria. I rapporti con la vicina Moldova, caratterizzati spesso da periodiche incomprensioni, hanno registrato nell’ultimo anno un sostanziale miglioramento. Le forti tensioni seguite alle elezioni moldave dell’aprile 2009 non hanno modificato l’impegno di Bucarest a sostegno del processo di avvicinamento della Moldova all’UE. L’esito delle elezioni moldave del 29 luglio 2009 ha attribuito la maggioranza ad una coalizione eterogenea di partiti anticomunisti fino ad allora all’opposizione, senza dubbio più in sintonia con Bucarest: la nuova situazione si è fra l’altro riflessa nella firma, l’8 novembre 2010, del trattato bilaterale sulle frontiere di Stato, che, oltre a risolvere – tramite la costituzione di una commissione mista – l’annoso problema della delimitazione della frontiera, disciplina una lunga serie di attività transfrontaliere (dalle ferrovie alla caccia).

La Romania è membro dei principali fori sub-regionali, quali l’Iniziativa Centro Europea (InCE), di cui ha esercitato la presidenza per il 2009, la South-East European Cooperation Process (SEECP), la Black Sea Economic Cooperation (BSEC), il South East European Cooperative Initiative (SECI).

Le Autorità romene hanno espresso la propria contrarietà alla dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo, ribadendo al contempo l’importanza di garantire un maggiore e più stretto raccordo con la Serbia, Paese con cui Bucarest intrattiene rapporti molto forti. Bucarest ha comunque annunciato l’invio di 150 gendarmi nell’ambito della missione PESD EULEX Kosovo, che si andranno ad affiancare alle 148 unità impegnate con la KFOR.

Sin dai primi giorni della crisi georgiana del 2008, la Romania ha assicurato un forte sostegno a Tbilisi, fornendo anche assistenza sul piano umanitario. La Romania partecipa alla missione di monitoraggio promossa dall’Unione Europea (European Union Monitoring Mission), con l’invio di 20 osservatori dislocati nell’area di Tblisi/Basaleti. Sul versante dei rapporti con la Federazione Russa, da sempre altalenanti ma sostanzialmente improntati – specialmente nell’era Basescu - a reciproca diffidenza, nell’ultima parte del 2010 si è registrata da parte di Mosca l’espulsione di un diplomatico romeno accusato di spionaggio, con conseguenti contro-espulsione di un diplomatico russo a Bucarest e innalzamento dei toni nelle dichiarazioni delle due parti (in particolare Basescu ha definito “occupanti” i peacekeepers russi presenti dal 1992 in Moldova).

Nell’agosto 2010, due questioni hanno movimentato lo scenario della politica estera romena. Ha avuto un forte impatto mediatico la decisione francese di rimpatriare un gran numero di cittadini romeni di etnia Rom, soggiornanti nel Paese transalpino senza fissa dimora o lavoro, che ha toccato alcune sensibilità di Bucarest.


 

Quadro economico

§      PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI

§       

§      2009

§      1^ semestre 2010

§      Entità nominale del PIL (in miliardi di €)

§      115,9

§      50,9

§      Variazione reale del PIL

§      -7,1%

§      -1,5%

§      Reddito pro capite (in dollari)

§      7500

§      7390

§      Disoccupazione

§      7,8%

§      7,1%

§      Inflazione

§      5,6%

§      2,8%

 

Lineamenti strutturali

 

La transizione avviata in Romania dopo la caduta del comunismo ha portato in pochi anni ad una drastica contrazione del settore primario (la cui incidenza sul PIL del 2009 è stata DEL 12,4%), una più contenuta riduzione del settore secondario (dal 57% nel 1989 al 35% nel 2009) ed un aumento esponenziale del settore terziario (fino al 52,6% nel 2009).

Le disomogeneità nello sviluppo del territorio e le accentuate disparità regionali hanno influito sui processi di internazionalizzazione, dal momento che interazioni commerciali e IDE si sono per lungo tempo concentrati solamente nelle regioni più prospere. In tempi più recenti, tuttavia, si è iniziato ad assistere ad un’inversione di tendenza, con la rivitalizzazione e l’inserimento nei processi di sviluppo ed internazionalizzazione di regioni fino a poco tempo fa assai marginali.

 

Andamento congiunturale e politica economica

Dopo anni di rapida crescita, nel 2009, anche a causa delle conseguenze della crisi economica internazionale, il PIL ha registrato una pesante flessione (-7,1%), con una generale contrazione di tutti i settori, ed in particolare di quelli, come le costruzioni, che più avevano contribuito al boom economico. Il tasso di crescita del 2010 risente di diversi fattori congiunturali, che lo hanno reso piuttosto altalenante: il dato di fine anno, non ancora reso pubblico, con buona probabilità registrerà un’ulteriore flessione di circa il 2%.

L’economia romena è fortemente dipendente dai flussi finanziari esteri e dalle esportazioni verso l’Europa: la contrazione di liquidità sui mercati finanziari internazionali e la recessione nell’eurozona hanno determinato dunque una forte stretta creditizia ed una marcata riduzione delle esportazioni. A fronte dell’acuirsi della crisi, che ha visto nel periodo a cavallo fra gennaio e febbraio la sostanziale sospensione dei finanziamenti ai privati da parte delle istituzioni bancarie, la Banca di Romania ha più volte ritoccato al ribasso il tasso ufficiale di sconto, riducendolo progressivamente dal 10,25% dell’agosto 2009 fino all’attuale 6,25%.

Le difficoltà strutturali del Paese, nonostante le misure di austerità varate dall’Esecutivo per far fronte agli effetti della crisi, permangono ed hanno avuto la tendenza ad acuirsi nel 2010, durante il quale sono stati necessari alcuni interventi per fronteggiare la crisi economica ancora imperversante.

Le principali misure di austerity hanno riguardato, a partire dal mese di luglio 2010, l’aumento dell’IVA dal 19% al 24% ed il taglio degli stipendi dei dipendenti pubblici del 25%, al quale si sono progressivamente aggiunte altre riduzioni. Tali misure hanno naturalmente portato forti tensioni sociali, sfociate in numerose manifestazioni di tutte le categorie di dipendenti pubblici. La riforma delle pensioni, che prevedeva un taglio del 15% e’ stata bocciata dalla Corte Costituzionale ed e’ in fase di revisione prima di tornare all’esame delle Camere. Non è stata invece toccata l’aliquota unica di tassazione per le imprese, al 16%, che ha sinora contribuito all’attrazione di ingenti investimenti stranieri.

Il Governo ha già dovuto ricorrere ad un prestito internazionale che ammonta a 19,95 miliardi di euro  (di cui finora ricevuti 14,7, gli ultimi 1,17 nell’ambito della sesta revisione a gennaio 2011) e comprende quattro fonti di finanziamento provenienti da altrettante istituzioni internazionali: il FMI sta concedendo nell’ambito di uno Stand-by Agreement, un prestito di 12,95 miliardi di euro, l’Unione Europea partecipa con 5 miliardi, la Banca Mondiale mette a disposizione 1 miliardo mentre la BERS, di concerto con altre IFI, presta un altro miliardo. Detti accordi prevedono obblighi precisi per il Governo romeno in termini di riforma della politica fiscale, controllo del bilancio dello Stato e della spesa pubblica, rafforzamento del settore finanziario e perseguimento di politiche monetarie più stabili. Il prestito è stato concesso ad un tasso di interesse medio annuo del 3,5%, e dovrà essere rimborsato entro il 2015. Al momento (febbraio 2011) è in corso la missione di valutazione del FMI per la settima "review" dell'accordo con la Romania, in seguito alla quale dovrebbe essere data luce verde al versamento dell'ottava tranche del prestito (per circa un miliardo di euro)[5].

La perdurante crisi dell’economia nazionale e delle finanze statali ha costretto il presidente Basescu ad annunciare, alla fine di settembre 2010, che la Romania dovrà chiedere ulteriori 5,7 miliardi di Euro al FMI nel 2011, nonché a ribadire un forte impegno a proseguire con la politica dei tagli alla spesa pubblica improduttiva (il 70% della spesa è per salari, pensioni ed assistenza sociale). La legge di bilancio 2011, approvata in extremis il  22 dicembre tra le proteste sociali e dell’opposizione è ancora nel segno dell’austerità, con forti riduzioni dei bilanci di alcuni dicasteri (difesa -30%; sanità -40% ecc.)

Il Consiglio Esecutivo della Banca Mondiale (BM), nella riunione del 23 novembre 2010, ha approvato un investimento su fondi dell'International Finance Corporation (IFC) per la costruzione di due parchi eolici per la capacita' totale di 228 MW nella regione di Dobrogea, di cui 138 MW per il parco eolico di Cernavoda e 90 MW per quello di Pestera. Il costo totale del Progetto, ammonta a Euro 338 milioni. Si tratta del primo progetto del genere approvato per la Romania.

Il deficit statale si è attestato al 7,3% del PIL nel 2009 e non dovrà superare, secondo le previsioni dello stand-by-agreement siglato con il FMI, il 6,8% del PIL nel 2010. A tale riguardo l’ECOFIN ha concesso alla Romania un’ulteriore dilazione, sino al 2012, per portare il deficit di bilancio al di sotto della soglia richiesta del 3% del PIL (obiettivo presente nel bilancio di previsione triennale presentato a ottobre 2010, ma giudicato ottimistico  da più parti). Il FMI ha inoltre chiesto alle banche internazionali presenti nel Paese di firmare una lettera di intenti, nella quale si impegnano a non ridurre la propria esposizione complessiva verso la Romania.

Il FMI ha dato luce verde, all’inizio di ottobre, al versamento della sesta tranche del prestito (884 milioni di Euro) e ha approvato una deroga per i mancati pagamenti da parte di Bucarest. Parallelamente, però, il FMI ha voluto ribadire la necessità che il Governo non si limiti a misure di risanamento di breve periodo, concentrandosi invece su quelle strutturali (inter alia aumento dell’IVA del 5%) e di affrontare il costante problema del posticipo (a mezzo emissione di titoli) delle ingenti spese statali

Nemmeno sul fronte dell’energia, nonostante le grandi potenzialità del Paese e le opportunità aperte dai progetti in corso (tra cui quello per l’ampliamento della centrale nucleare di Cernavoda) l’Esecutivo e’ riuscito a dare concreto avvio ai programmi di sviluppo: è del gennaio 2010, ad esempio, la decisione di riesaminare, ancora una volta, forme e modalità di partecipazione dello stato alla realizzazione dei nuovi reattori nucleari della centrale sul Danubio. 

Passato probabilmente il momento più duro della crisi nel settore industriale (la produzione industriale di marzo 2010, in salita del 5,8%, mostra un tasso di crescita medio dell’3,6% rispetto a febbraio) e nonostante alcuni segnali positivi registrati a metà anno il Paese continua ad aver bisogno, per poter pensare alla crescita di lungo periodo, di realizzare le infrastrutture necessarie alla messa in funzione di nuovi insediamenti industriali in tutte le zone del Paese.

Luci ed ombre si concentrano anche sul settore dei prezzi e dell’inflazione: alle ottimistiche previsioni di inizio anno, suffragate anche dal positivo andamento della moneta nazionale che aveva in quel periodo riguadagnato terreno nei confronti dell’Euro, si sono susseguiti progressivi ritocchi al rialzo. Al 30 giugno il dato registrato era del 2,77%; i dati successivi, in conseguenza soprattutto dell’aumento dell’IVA al 24%, hanno portato FMI e Banca Nazionale di Romania a ritoccare sensibilmente le stime su base annua, fino all’attuale 8,1%. Gli ultimi dati diffusi dal FMI, comunque, non nascondono un moderato ottimismo riguardo alla possibilità che l’impegno del Governo romeno possa contenere la spinta inflazionistica al di sotto delle previsioni. L’indice dei prezzi al consumo a settembre non ha tuttavia interrotto la propria corsa al rialzo, stabilendosi a quota 137,53 contro 133 di giugno[6].

Fra le principali fonti di preoccupazione, spiccano il tasso di disoccupazione e il livello dei salari, soprattutto alla luce delle perduranti tensioni sociali, in un Paese che vede 13,9 milioni di persone fruire di un qualche tipo di assistenza sociale. Nel solo comparto dell’istruzione si prevede un taglio di circa 15.000 unità a partire dall`autunno 2010, mentre il Ministero dell`Amministrazione Pubblica e dell`Interno ha stimato finora in 17.000 unità il risultato della razionalizzazione dei dipendenti degli enti locali e quello dei Trasporti ha programmato il licenziamento di circa 10.000 dipendenti. Oltre ai pesanti tagli salariali ed ai licenziamenti sono state applicate ulteriori riduzioni di alcune voci delle buste paga dei dipendenti statali, suscitando tensioni sociali ancora più marcate, culminate con manifestazioni di piazza, l’ultima delle quali ha avuto luogo a fine ottobre. Tuttavia, anche su indicazione del FMI, la politica di riduzione del personale è destinata a proseguire nel 2011, al contrario di quella dei tagli salariali.

Il tasso di disoccupazione, nonostante rimanga piuttosto elevato, si è assestato nel secondo trimestre del 2010 sul valore del 7,1%[7] rispetto alla popolazione attiva, in leggero calo rispetto al primo trimestre e con una previsione di sostanziale stabilità fino alla fine dell’anno. Occorre tenere presente che, alla luce della bassa propensione al risparmio e dell’alto tasso di indebitamento tipici della popolazione romena, due o tre volte maggiore rispetto all’Ungheria o alla Repubblica Ceca, la disoccupazione risulta scarsamente sostenibile.

Tali forti pressioni sul mercato del lavoro rischiano tra l’altro di pesare anche sul credito al consumo, già duramente colpito dagli effetti della crisi nell’ultimo anno, con l’insolvenza sui prestiti che, nel solo mese di agosto 2010, è cresciuta del 5,2% sui prestiti in valuta locale e del 9% su quelli in valuta estera, rispettivamente al doppio ed al triplo rispetto ai valori dello stesso mese del 2009.

 

Relazioni economiche e commerciali

 

Rapporti con i principali partners commerciali

 

La Romania commercia principalmente con i Paesi membri dell’Unione Europea. Nel 2009 la crisi economica internazionale ha provocato effetti negativi sul commercio internazionale, generando anche in Romania una forte riduzione del volume degli scambi. Secondo i dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica, il valore complessivo delle esportazioni FOB realizzate nel 2009 è stato di 29,1 miliardi di euro, mentre quello delle importazioni CIF è stato di 38,9 miliardi di euro. Rispetto al 2008 le esportazioni sono diminuite del 13,7% e le importazioni del 32%. La pesante riduzione delle importazioni, determinata da un calo della domanda e dei consumi interni, ha avuto effetti positivi sul deficit commerciale FOB-CIF, che si è ridotto del 32% nel 2009 fino ad un valore di 9,8 miliardi di euro, rispetto ai 23,5 miliardi del 2008.

I dati relativi ai primi tre trimestri del 2010 lasciano trasparire decisi segnali di miglioramento, sebbene si attendano per il quarto trimestre i riflessi negativi delle misure di austerity introdotte a luglio, specialmente sulle esportazioni intracomunitarie.

 L'andamento degli scambi commerciali con l'estero, che vede il valore delle esportazioni free on board (FOB) assestarsi sulla cifra di quasi 27 miliardi di euro registra un marcato aumento, di 26,5 punti percentuali, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Allo stesso modo, anche le importazioni cost, insurance and freight (CIF) fanno registrare un valore decisamente positivo, sopratutto in relazione a quello dello scorso anno: il valore complessivo delle merci in entrata è stato infatti di quasi 34 miliardi di euro (33,8), in aumento di quasi venti punti percentuali rispetto ai primi nove mesi del 2009. Il deficit commerciale ha proseguito nel proprio percorso di progressiva riduzione, con un’ulteriore crescita del peso delle esportazioni rispetto all'import, assestandosi sul valore di 6.976,8 milioni di euro.

I partner europei continuano a costituire lo "zoccolo duro" del commercio estero romeno, assorbendo complessivamente il 72,6% del totale delle esportazioni, per un valore di 19.461 milioni di euro. Si assesta su una frazione sostanzialmente analoga anche il valore percentuale delle importazioni intracomunitarie, con un 72,4% che è pari a quasi 25 miliardi di euro (24, 470).

Esportazioni della Romania – Principali Paesi acquirenti

 

Paese

Valore

- milioni Euro -

Quote

Variazioni %

I SEM 2010

I SEM 2009

 

Gen-Giu 2009

Gen-Giu 2010

Gen-Giu 2009

Gen-Giu 2010

 

Mondo

13.565,9

17.214,5

100

100

+26,2

1.

Germania

2.584,5

3.226,1

19,0

18,0

+23,6

2.

Italia

2.172,1

2.449,8

16,0

14,2

+12,4

3.

Francia

1118,0

1.521,4

8,2

8,8

+36,4

4.

Turchia

678,8

1.190,0

5,0

6,9

+75,2

5.

Ungheria

595,8

811,1

4,4

4,7

+33,8

6.

Regno Unito

440,9

644,9

3,2

3,8

+45,6

7.

Bulgaria

425,6

637,8

3,1

3,7

+48,7

8.

Spagna

392,6

524,3

2,9

3,0

+36,1

9.

Polonia

274,4

453,3

2,0

2,6

+61,5

10.

Olanda

436,8

414,3

3,2

2,4

-8,9

 


 

Importazioni della Romania - Principali Paesi fornitori

 

Paese

Valore

- milioni Euro -

Quote

Variazioni %

I SEM 2010

I SEM 2009

Gen-Giu 2009

Gen-Giu 2010

Gen-Giu 2009

Gen-Giu 2010

 

Mondo

17.947,4

21.953,4

100

100

19,8

1.

Germania

3007,3

3721,7

16,8

17,0

23,8

2.

Italia

2203,8

2620,6

12,3

11,9

15,4

3.

Ungheria

1501,4

1.767,8

8,4

8,1

13,4

4.

Francia

1379,7

1379,7

6,6

6,3

14,1

5.

Cina

825,9

1.177,2

4,6

5,4

42,5

6.

Russia

588,3

1.037,1

3,3

4,7

76,3

7.

Austria

880,0

920,2

4,9

4,2

3,3

8.

Turchia

676,4

823,0

3,8

3,7

21,6

9.

Polonia

614,6

768,4

3,4

3,5

23,7

  10.

Olanda

716,4

750,6

4,0

3,4

1,9

 

 


 

Esportazioni FOB 01/01/2010 – 30/06/2010 – Principali gruppi merceologici

Tipologie merci

Valore

-milioni Euro-

Quota % sul totale export

Variazione %

 I sem 2010 /

 I sem 2009

Macchine e dispositivi meccanici; macchine, apparecchiature ed attrezzature elettriche

4.612,2

26,8

+33,2

Metalli comuni ed altri articoli in metallo

2.067,1

12,0

+44,8

Autoveicoli e altri mezzi ed attrezzature da trasporto

2.877,2

16,7

+28,2

Materiali tessili ed altri articoli connessi

1.510,3

8,8

+1,6

Prodotti minerali

1.104,4

6,4

+23,4

Materie plastiche, gomma e articoli connessi.

891,9

5,2

+36,9

Totale Esportazioni Mondo

17.214,5

100

+26,2

 

 

Importazioni CIF 01/01/2010 – 30/06/2010 – Principali gruppi merceologici

Tipologie merci

Valore

-milioni Euro-

Quota % sul totale

Variazione %

 I sem 2010 /

 I sem 2009

Macchine e dispositivi meccanici; macchine, apparecchiature ed attrezzature elettriche

6.220,4

28,3

+30

Prodotti minerali

2.475,6

11,3

+50,4

Autoveicoli e altri mezzi ed attrezzature da trasporto

1.590,6

7,3

+15,1

Metalli comuni ed altri articoli in metallo

2.292,7

10,4

+33,2

Prodotti dell’industria chimica

2.306,0

10,5

+8,8

Materiali tessili ed altri articoli connessi

1.493,9

6,8

+26,7

Totale Importazioni Mondo

21.953,4

100

+19,8

Investimenti Diretti Esteri

Nel 2009, solo il 50% del deficit è stato riequilibrato dagli investimenti esteri diretti, che hanno raggiunto complessivamente i 4,9 miliardi di euro, con un calo del 48,4% rispetto ai 9,5 miliardi registrati nel 2008, causato dagli effetti negativi della crisi economica internazionale, che ha ridotto i flussi di capitali esteri e il sostegno delle banche ai nuovi progetti di investimento. Degli investimenti esteri diretti registrati nel 2009 le partecipazioni al capitale, inclusi i profitti reinvestiti, rappresentano il 62,6% e i crediti intra-gruppo il 37,4%.

I settori di maggiore destinazione degli investimenti stranieri sono stati: attività industriali (in particolare industria metallurgica, automobilistica e dei componenti auto, materiali da costruzione, industria alimentare e del tabacco) e servizi (in particolare di intermediazione finanziaria, bancaria e assicurativa e servizi IT).

Considerando invece il numero di nuove imprese a partecipazione estera (dati del Registro del Commercio), nel 2009 sono state registrate in Romania 6.801 nuove aziende, portando a 166.728 il numero totale di imprese a partecipazione estera dal 1991. Anche in questo caso i dati sono inferiori rispetto al 2008 (-44,5%), quando erano state registrate ben 12.264 nuove aziende estere

 

Soprattutto nel 2009, la crisi finanziaria ha causato una fuga di capitali dai mercati dell’Europa dell’Est inclusa la Romania. Ai dubbi nati dall’esposizione alla crisi greca, a causa della forte presenza di banche elleniche nel Paese, i cui capitali rappresentavano prima della crisi il 15% degli assets bancari di tutta la Romania, il sistema bancario e la BNR hanno risposto positivamente, mostrando di disporre di adeguata capitalizzazione per fronteggiare simili crisi. Appaiono positivi gli sviluppi sul fronte delle garanzie bancarie, con l’atteso innalzamento della soglia di garanzia sui depositi fino a 100.000 euro, allineando così il sistema romeno al resto d’Europa.

Rimane di grande attualità all’interno del dibattito sulle riforme strutturali il processo di privatizzazione delle aziende di Stato, che aveva conosciuto fino al 2008 un periodo di grande attività. Il FMI sta effettuando pressioni affinché vengano inserite tra le prossime privatizzazioni in calendario quelle della “Compania Nationala a Huilei” impegnata nel settore del carbone, e di “Termoelectrica”, gruppi industriali che stanno registrando pesanti perdite di bilancio. È già stata prevista da parte del Governo l’immissione sul mercato di nuovi pacchetti azionari di OMV-Petrom (settore petrolifero) e Transgaz, mentre si sta perfezionando il rientro della partecipazione statale nel gruppo Rompetrol, che dalla sua privatizzazione al 50% avvenuta nel 2007 ha maturato, specialmente nel corso del 2009, ingenti perdite.


 

Investimenti diretti esteri in Romania

(valori in milioni euro)           

 

 

2004

2005

2006

2007

2008

2009

I

Sem

2010

Flussi in entrata

5.183

5.212

9.059

7.250

9.496

4.556

1.623

Var. Annue  %

+166,3

+0,6

+73,8

-20,0

+31,0

-52,0

-45,8*

Fonte: Elaborazione su dati BNR

* Variazione percentuale rispetto al dato del I semestre 2009, il cui valore era di 2994 milioni di euro

 

Flussi IDE (saldo al 30.06.2010)

mln €

Totale

48.798

 

 

1. Olanda

4.997

2. Austria

4.304

3. Germania

4.291

4. Francia

2.205

5. Grecia

1.928

6. Cipro

1.620

7. Italia

1.418

8. Svizzera

1.055

9. Spagna

937

10. Regno Unito

836

Fonte: www.onrc.ro


Romania: scheda politico-parlamentare

 

INSERIRE SCHEDA ES0771PAESE.PDF


Le relazioni parlamentari Italia-Romania
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

 

Presidenza del Parlamento

Senato (Senatul)

Mircea Dan Geoană (dal dicembre 2008)

Camera
(Camera Deputatilor)

Roberta Alma ANASTASE (dal dicembre 2008)

Rappresentanze diplomatiche

Ambasciatore d’Italia
in Romania

S.E. Mario COSPITO (dal luglio 2008)

Ambasciatore di Romania
in Italia

S.E. Răzvan-Victor RUSU (dal febbraio 2008)

 

 

XVI legislatura

 

Corrispondenza

Il 2 febbraio 2011 è pervenuta al Presidente Fini una lettera del Presidente del Senato romeno, Mircea Geoană, in cui si ribadisce la piena legittimità della Romania ad entrare nello spazio Schengen, dal momento che essa, secondo il rapporto di valutazione tecnica, soddisfa tutti i requisiti tecnici richiesti dalla UE. Il Presidente Geoană chiede pertanto al Presidente Fini di incoraggiare il Parlamento italiano perché chieda al Governo di supportare, nell’ambito del Consiglio europeo, il diritto legittimo della Romania di entrare a far parte dell’area Schengen a partire dalla primavera del 2011, in considerazione del rapporto di valutazione positivo e dell’opinione favorevole del Parlamento europeo.

 

Il 24 novembre 2010 il Presidente Geoană ha scritto al Presidente Fini per ringraziarlo dell’incontro svoltosi durante la visita ufficiale del Presidente a Bucarest del 9 novembre 2010 e per rinnovare la sua proposta di rafforzare ulteriormente la cooperazione interparlamentare attraverso meccanismi di consultazione permanente tra le Commissioni delle due Assemblee. Egli esprime inoltre apprezzamento per il sostegno della Camera dei deputati all’ingresso della Romania nell’area Schengen e invita il Presidente Fini all’evento organizzato a Roma dall’”Associazione dei Romeni in Italia” il 5 dicembre 2010, in occasione della Festa nazionale della Romania (al Presidente non è stato possibile prendervi parte).

 

Il 22 giugno 2010 è pervenuta al Presidente una lettera della Presidente della Camera romena, Roberta Anastase, con la quale la Presidente Anastase ha rivolto felicitazionie auguriin occasione della festa della Repubblica italiana.

 

Il 23 marzo 2010 è pervenuta al Presidente Fini unalettera del Presidente della Camera Anastase, in cui, dopo aver ribadito il suo compiacimento per l’andamento delle relazioni bilaterali, la Presidente Anastase, a nome suo e del Parlamento romeno, ha rinnovato l’invito al Presidente Fini a svolgere una visita ufficiale in Romania (la visita si è svolta il 9 novembre 2010; si vedano infra gli incontri bilaterali).

 

in data 18 maggio 2009 è pervenuta alla Presidenza una lettera dei Presidenti delle Camere, Roberta Anastase e Mircea Geoană, contenente la Dichiarazione Solenne del Parlamento della Romania, adottata il 31 marzo 2009, in occasione della celebrazione del 60° anniversario della NATO e dei cinque anni dall’adesione della Romania alla NATO.

 

Dopo la sua visita del 23 aprile 2009, la Presidente Anastase ha scritto una lettera, pervenuta alla Presidenza il 15 maggio 2009, per ringraziare il Presidente Fini dell’accoglienza ricevuta e per invitarlo a recarsi in visita ufficiale in Romania.

 

In data 15 aprile 2009 è pervenuta al Presidente Fini una lettera del Presidente Anastase, relativa ai disordini scoppiati nella Repubblica di Moldova dopo le elezioni del 5 aprile u.s., in cui si esprime preoccupazione per la reazione del Governo moldavo, ritenendo che tali fatti possano minare i valori fondanti di ogni democrazia e rendano problematici i rapporti della Moldavia con l’Unione europea. Per questa ragione, si chiede al Presidente Fini di sollecitare un attento monitoraggio della situazione in Moldavia, affinché non si verifichino altre eventuali violazioni dei diritti umani, repressioni e censura dei mezzi d’informazione, e lo si esorta altresì a richiamare l’attenzione dei membri della Camera su questa situazione.

Il Presidente Fini ha provveduto a trasmettere copia della lettera alla Commissione Affari esteri, organo competente a seguire gli eventuali sviluppi della vicenda.

 

Incontri bilaterali

Il 9 novembre 2010 il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, si è recato in visita ufficiale in Romania. Al Presidente della Camera è stata conferita una laurea honoris causa presso l'Università Statale di Bucarest, per il suo impegno nella ''costruzione di una societa' europea aperta, solidale e dinamica''. Durante la cerimonia, dopo un indirizzo di saluto del Rettore, Ioan Panzaru, e una laudatio domini svolta dal Vice Rettore, Mircea Dumitru, il Presidente Fini ha pronunciato una lectio magistralis sul tema: "Sicurezza ed inclusione sociale: le sfide della nuova Europa".

Il Presidente Fini ha quindi incontrato la Presidente della Camera dei deputati, Roberta Alma Anastase, il Presidente del Senato, Mircea Geoana, il Primo Ministro, Emil Boc, il Presidente della Repubblica, Traian Bãsescu, ed infine un gruppo di imprenditori e altri rappresentanti della comunità italiana. Tra i temi affrontati nei diversi colloqui, le misure adottate per fronteggiare la crisi economica e finanziaria internazionale, l’ingresso della Romania nello spazio Schengen e i problemi legati al controllo delle frontiere, l’importanza della collaborazione tra i rispettivi Parlamenti, il ruolo che il Trattato di Lisbona conferisce ai Parlamenti nazionali, la questione della minoranza Rom.

Il 6 luglio 2010 il Vice Presidente della Camera, Rocco Buttiglione, ha svolto l’intervento di apertura del Convegno svoltosi nell’ambito delle “Giornate parlamentari di amicizia italo–romena”, che si sono tenute a Montecitorio dal 4 al 7 luglio 2010. Le “Giornate di amicizia” sono state un evento organizzato in ambito UIP (si veda infra la sezione Unione Interparlamentare).

Il 26 maggio 2010 il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha presieduto alla Camera la presentazione del libro di Alina Harja e Guido Melis “Romeni, la minoranza decisiva per l’Italia di domani”.

Il 20 aprile 2010 il Presidente Fini ha incontrato il Ministro degli esteri della Romania, Teodor Baconschi.

Il Ministro Baconschi ha informato il Presidente circa l’attuale situazione economica e amministrativa del suo paese. Il Presidente Fini ha sottolineato l’entità delle imprese italiane che lavorano in Romania e ha ricordato che il prossimo 9 novembre 2010 si recherà in visita alla Camera dei deputati romena su invito della Presidente Anastase. Per quanto concerne i problemi con la comunità romena in Italia, ha proseguito Fini, essi appaiono superati. Il Ministro Baconschi ha citato la opportunità di voler orientare gli investimenti italiani anche verso la Moldavia, paese strategico il cui governo va sostenuto. Ha poi ringraziato Fini per la diffusione di una immagine positiva della Romania e ha infine ricordato che il 2012 sarà l’anno della cultura romena in Italia.

 

Il 17 settembre 2009 il Presidente Fini, ha incontrato il Primo ministro della Romania, Emil Boc. All’incontro hanno partecipato anche il Ministro degli esteri romeno, Cristian Diaconescu; il Ministro romeno dell’economia, Adriean Videanu; il Ministro romeno della salute, Ion Bazac; infine, il Senatore romeno Viorel Badea.

Il Primo Ministro Boc ha fatto cenno al suo incontro con il Presidente del Consiglio Berlusconi (nel corso del quale è stato anche affrontato il tema del prossimo Vertice intergovernativo, previsto a Bucarest per il prossimo febbraio) e ha recato i saluti della Presidente della Camera romena, Anastase, rinnovando al Presidente Fini l’invito a recarsi in Romania. Ha quindi sottolineato il rapporto privilegiato esistente con l’Italia dal punto di vista politico, sociale e culturale e fatto cenno alle condizioni fiscalmente vantaggiose esistenti in Romania per gli investitori, nonché al vasto numero di cittadini romeni che hanno rapporti lavorativi, in Italia o in Romania, con imprese italiane. Ha infine caldeggiato l’eliminazione delle restrizioni previste dal regime transitorio di adesione della Romania alla UE per i lavoratori romeni.

Entrambi hanno espresso preoccupazione per il prosieguo del processo di ratifica del Trattato di Lisbona. E’ stata altresì trattata la questione degli approvvigionamenti energetici, in ordine alla quale la Romania intende diversificare le fonti e sostenere il progetto Nabucco. Il Presidente Fini ha ipotizzato un prossimo incontro tra i Parlamenti dei due paesi, soprattutto se nel corso del Vertice intergovernativo del 2010 dovessero emergere aspetti che abbiano ripercussioni sull’attività parlamentare.

Il 23 aprile 2009, il Presidente Fini ha incontrato a Roma la Presidente della Camera dei deputati della Romania, Roberta Anastase, che ha tenuto una Conferenza sul tema "Il futuro europeo delle relazioni fra Romania e Italia: affinità e valori comuni". Nel corso dell'incontro è stata firmata una Dichiarazione congiunta, volta a rafforzare la collaborazione parlamentare fra i due Paesi. La Presidente Anastase ha poi incontrato il Presidente del Senato, Renato Schifani, e il Ministro degli esteri, Franco Frattini.

Il 27 febbraio 2009 il Presidente Fini ha incontrato a Parigi la Presidente Anastase, a margine della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell'Unione europea. In tale circostanza il Presidente Fini ha invitato la Presidente Anastase a recarsi in visita in Italia.

L’8 luglio 2009 il Vice Presidente della Camera, Rocco Buttiglione, ha incontrato il Vice Presidente della Camera di Romania, Adrian Nastase[8]. All’incontro ha partecipato anche l’allora Presidente della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’Iniziativa Centro Europea (INCE), Laura Ravetto (PDL).

Nel corso del colloquio è stato affrontato tra gli altri, il tema degli immigrati romeni in Italia. Il Vice Presidente Nastase ha auspicato una loro maggiore integrazione nella società, rilevando come le preoccupazioni per le azioni criminali verificatesi recentemente in questa comunità siano inappropriate, così come i pregiudizi che ne sono conseguiti. Sarebbe necessario, secondo il Vice Presidente Nastase, costituire una rete europea per il monitoraggio di tutte le attività criminali nell’Unione europea.

Il Vice Presidente Buttiglione ha osservato che sembrano esserci stati commenti troppo enfatizzati circa i recenti fatti di cronaca nera. La Presidente Ravetto ha auspicato una sempre maggiore intensificazione dei rapporti con la Romania e ha preannunciato che compirà una visita in quel paese nel prossimo mese di ottobre.

 

IL 27 maggio 2009 il Vice Presidente della Camera, Rocco Buttiglione, ha ricevuto una delegazione della Commissione Affari esteri della Camera dei deputati romena, guidata dal Presidente della Commissione, Làszlo Borbely.

Sono stati affrontati i temi dei rapporti bilaterali e delle posizioni comuni in campo europeo e regionale, la crisi economica mondiale e le relazioni economiche bilaterali. L’attenzione si è soffermata sulla situazione in Moldova e sulle sue ricadute sull’Unione europea. E’ stato preso atto infine della migliorata percezione in Italia dei cittadini Romeni.

 

Commissioni

Il 4 luglio 2010 Il Presidente della Commissione Affari Esteri, Stefano Stefani, ha ricevuto la delegazione di parlamentari rumeni della Sezione bilaterale di amicizia della UIP, giunta a Roma in occasione delle “Giornate parlamentari di amicizia italo-romena” (si veda infra la sezione UIP). La delegazione romena era guidata dal sen. Marius Sorin-Ovidiu BOTA.

 

Il 28 aprile 2010 si è svolto un incontro della XIII Commissione Agricoltura della Camera con una delegazione della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati romena, guidata dal suo Presidente Valeriu Tabara (PD-L) e composta dagli onorevoli Filip Georgescu (PSD), Stefan Vasile Beres (DAHR) e Gabriel Plaiasu (PNL).

Il Presidente Tabara ha illustrato gli aspetti della agricoltura del suo paese, rispondendo anche a domande e approfondimenti a lui chiesti. E’ stato altresì toccato il tema delle eventuali collaborazioni e sinergie fra Italia e Romania al fine di studiare adeguate proposte circa il divenire della Politica Agricola Comune europea (PAC), in vista soprattutto dei periodi successivi al 2013.

 

Il 30 settembre e il 1° ottobre 2009 si è svolto un incontro delle Commissioni Lavoro e Affari Sociali della Camera, nonché Infanzia, del Parlamento italiano, con una delegazione di parlamentari della Camera dei deputati romeni.

La delegazione romena era guidata dal Presidente della Commissione per il lavoro e la protezione sociale della Camera dei Deputati, Victor Paul Dobre, e composta dai deputati Maria Eugenia Barna, Ioan Nelu Botis, Cristina Ancuta Pocora e Adrian Solomon.

Nel corso dell’incontro sono stati affrontati fra l’altro i seguenti temi: le ripercussioni sociali della crisi economica mondiale; il problema della immigrazione di lavoratori rumeni in Italia; la questione delle adozioni di bambini rumeni; la normativa in materia di handicap e, infine, il congelamento in Romania degli stipendi pubblici.

 

Il 16 e 17 luglio 2009 una delegazione della Commissione Infanzia del Parlamento italiano si è recata in missione in Romania. La delegazione, guidata dal Presidente della Commissione, on. Alessandra Mussolini, e composta dall’on. Amalia Schirru (PD), dall’on. Luisa Capitanio Santolini (UDC), e dalla sen. Giuliana Carlino (IDV), ha incontrato le seguenti Autorità romene: Commissione Lavoro e protezione sociale della Camera dei deputati romena; Rodina Costantinovici, Segretario di Stato al Ministero della Giustizia; Bogdan Panait, Segretario di Stato titolare dell’Ufficio delle Adozioni; Ileana Savu, Segretario di Stato capo della Autorità Nazionale romena per la Protezione dei diritti dei Minori;

Nel corso dei colloqui sono state tra l’altro discusse le difficoltà relative alle adozioni internazionali e la situazione della applicazione dell’Accordo italo-romeno sui minori romeni non accompagnati in Italia.

 

Il 27 maggio 2009 la XIV Commissione (Politiche dell'Unione Europea) ha incontrato una delegazione della Commissione Affari esteri della Camera dei deputati romena, guidata dal Presidente della Commissione, Làszlo Borbely.

 

Il 26 maggio 2009 la Commissione Affari esteri ha incontrato una delegazione della Commissione Affari esteri della Camera dei deputati romena, guidata dal Presidente della Commissione, Làszlo Borbely.

 

Il 4 marzo 2009 gli Uffici di Presidenza della III e della XIV Commissione (Affari esteri e Politiche dell'Unione Europea) hanno incontrato una delegazione di europarlamentari romeni, con i quali si sono affrontati i temi del “decreto sicurezza”, della situazione dei campi nomadi e delle politiche di inclusione finalizzate ad una maggiore integrazione dei cittadini romeni nella società italiana.

 

Il 18 febbraio 2009 il Presidente della III Commissione (Affari esteri), Stefano Stefani, ha incontrato l’Ambasciatore della Romania in Italia, Razvan-Victor Rusu. Al centro del colloquio la difficile situazione della comunità romena in Italia, dopo gli atti di violenza perpetrati da cittadini romeni, e l’accordo sul trasferimento dei detenuti firmato nel 2003 dai Ministri della giustizia italiano e romeno.

Cooperazione multilaterale

Il Parlamento della Romania invia delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa, della UEO, della NATO (di cui è membro dal 29 marzo 2004), dell’OSCE e dell’InCE (Iniziativa Centro Europea)[9].

Il 7 aprile 2011 la Camera dei deputati ha ospitato la riunione della Commissione Politica dell’Assemblea parlamentare dell’InCE, la cui presidenza è esercitata per il 2011 dal Presidente della delegazione parlamentare italiana InCE, on. Roberto Antonione.

La riunione è stata aperta con un indirizzo di saluto del Presidente della Camera, Gianfranco Fini. Per il Parlamento romeno hanno preso parte ai lavori i deputati Andràs Gyorgy Edler, Mihaita Gaina e Cornel Itu, accompagnati dall’ambasciatore di Romania a Roma, S.E. Razvan-Victor Rusu.

Nell’ambito dell’esercizio della presidenza annuale, il Parlamento romeno ha ospitato la Sessione annuale dell’Assemblea parlamentare dell’InCE, dal 27 al 28 ottobre 2009. La allora Presidente della delegazione parlamentare italiana, on. Laura Ravetto, ha partecipato ai lavori, insieme all’on. Alessandro Maran e ai senn. Tamara Blazina e Oskar Peterlini.

Il Parlamento romeno ha ospitato a Bucarest, dal 7 al 9 maggio 2009, la riunione della Commissione Parlamentare dell’InCE. Alla riunione ha partecipato la sen. Tamara Blazina, componente della delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’InCE.

La allora Presidente della delegazione parlamentare italiana presso l’InCE, on. Laura Ravetto, ha incontrato l’11 febbraio 2009 l’Ambasciatore di Romania in Italia, S.E. Răzvan-Victor Rusu. Oggetto dell’incontro, le priorità della Presidenza romena dell’InCE, esercitata nel 2009.

 

 

Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP – UpM)

 

Il Parlamento romeno prende parte alla cooperazione parlamentare euromediterranea e, quindi, alle riunioni dell’Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP – UpM). L’ultima sessione plenaria, la 7^, si è svolta il 3 e 4 marzo 2011 a Roma, presso la Camera dei deputati, che, insieme al Senato della Repubblica, ha esercitato la Presidenza di turno da marzo 2010 a marzo 2011. Per la Camera dei deputati romena vi ha preso parte l’on. Lucreţia Roşca, per il Senato romeno la sen. Minerva Boitan.

 

Protocollo di collaborazione

Nel corso dell’incontro del 23 aprile 2009 tra il Presidente della Camera dei deputati italiana, Gianfranco Fini, e la Presidente della Camera dei deputati romena, Roberta Anastase, è stata firmata una Dichiarazione congiunta[10], volta a rafforzare la collaborazione parlamentare avviata con i richiamati documenti.

In precedenza (il 12 giugno 2003) era già stata adottata una Dichiarazione congiunta[11] che, al fine di intensificare le iniziative di collaborazione tra i due Parlamenti, prevedeva l’organizzazione di incontri regolari tra delegazioni (almeno una volta l’anno, alternativamente in Romania e Italia), scambi di visite tra Commissioni e Delegazioni presso le Assemblee parlamentari, stages per funzionari parlamentari.

Nella XII legislatura, il 3 novembre 1998, è stato siglato a Bucarest un Protocollo di cooperazione[12] tra la Camera dei deputati italiana e quella romena. Il Protocollo prevede una volta all’anno l’organizzazione di una giornata parlamentare.

Si segnala che, nell’ambito degli indicati documenti, non è prevista la formazione di un gruppo di collaborazione parlamentare.

 

Unione interparlamentare (UIP)

La sezione bilaterale di amicizia Italia–Romania è presieduta dall’on. Guido Melis (PD) ed è composta dagli onn. Alessio Bonciani (PdL), Aldo Di Biagio (FLI), Mauro Libe’ (UDC), Jean-Léonard Touadi (PD), Claudio D’Amico (Lega Nord).

 

Dal 4 al 7 luglio 2010 si sono tenute alla Camera dei deputati le “Giornate di amicizia italo–romena” in ambito UIP. La delegazione romena era composta dal sen. Marius Sorin-Ovidiu Bota (Presidente del Gruppo di amicizia romeno), dal sen. Viorel-Riceard Badea, dal sen. Emilian-Valentin Francu, dall’on. Karoly Kerekes, dall’on. Mircea Grosaru e dall’on. Ileana Cristina Dumitrache. La delegazione italiana era invece composta dal Presidente del gruppo di amicizia italiano Guido Melis (PD), dall’on. Alessio Bonciani (PDL – Vice Presidente della Associazione “Amici della Romania”), dall’on. Aldo Di Biagio (PDL), dall’on. Franco Narducci (PD), dall’on. Antonio Razzi (IDV) e dal sen. Giampiero D’Alia (UDC).

Il 6 luglio 2010 il Vice Presidente della Camera, Rocco Buttiglione, ha svolto l’intervento di apertura del Convegno svoltosi in occasione delle “Giornate di amicizia”. Hanno partecipato al Convegno il Ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi, e il Vice Ministro allo Sviluppo economico, Adolfo Urso. Per la parte romena ha partecipato anche il Segretario di stato del Ministero dell’economia, Maria Parcalabescu. Hanno presenziato anche i due ambasciatori, italiano e romeno, presso i corrispettivi paesi, S.E. Mario Cospito e S.E. Razvan Rusu, nonché esponenti del mondo imprenditoriale ed economico.

 

Il tema del Convegno è stato: “Due economie a confronto”. Esso si è soffermato sullo stato delle rispettive economie e sulle migliori strategie di cooperazione e sinergia fra i due paesi, ivi compresa la attività degli imprenditori italiani in Romania e quella degli imprenditori rumeni in Italia.

 

Si ricorda che il 7 luglio 2010 Il Presidente della Commissione Affari esteri, on. Stefano Stefani, ha ricevuto la delegazione di parlamentari rumeni della Sezione bilaterale di amicizia della UIP, giunta a Roma in occasione delle “Giornate parlamentari di amicizia italo-romena”.

 

L’on. Melis ha svolto il 23 e 24 febbraio 2010 una visita in Romania dove ha incontrato il Gruppo omologo di amicizia romeno, guidato dal suo Presidente, il Senatore Bota (PSD), oltre che diversi esponenti italiani, residenti in Romania, del mondo istituzionale, dell’imprenditoria e dell’associazionismo.

 

Attività legislativa

Legge 4 giugno 2010, n. 91: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo multilaterale tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, la Repubblica di Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Repubblica di Bulgaria, la Repubblica di Croazia, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Repubblica d'Islanda, la Missione delle Nazioni Unite per l'amministrazione ad interim nel Kosovo, la Repubblica di Montenegro, il Regno di Norvegia, la Romania e la Repubblica di Serbia, relativo all'istituzione di uno Spazio aereo comune europeo, con Allegati, fatto a Lussemburgo il 9 giugno 2006".

 

Legge 1° febbraio 2010, n. 20: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla partecipazione della Repubblica di Bulgaria e della Romania allo Spazio economico europeo con allegati, dichiarazioni e atto finale, fatto a Bruxelles il 25 luglio 2007"

 

Non risultano all’esame del Parlamento disegni di legge di ratifica di trattati internazionali riguardanti la Romania.

 

Atti di indirizzo e controllo

La risoluzione n. 7-00418, approvata il 24 novembre 2010 dall’XI Commissione (Lavoro), primo firmatario Silvano Moffa (FLI), impegna il Governo ad anticipare la completa liberalizzazione del lavoro subordinato per i lavoratori romeni rispetto alla scadenza definitiva del regime transitorio, prevista, secondo la circolare del Ministero dell'interno e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per il 31 dicembre 2011.

 

La mozione Capitanio Santolini (UDC), Zampa (PD), Di Giuseppe (IDV), Mussolini (PDL), Mosella (Misto), Misiti (Misto), Iannaccone (Misto) e altri, n. 1-00459, discussa e approvata il 20 ottobre 2010, è dedicata al problema dei minori non accompagnati e impegna il Governo ad adottare strumenti e iniziative volte alla loro assistenza. Nel testo viene ricordato che dal 2007 non vengono più registrati dal European migration network i minori provenienti dalla Romania, ora cittadini comunitari.

 

L’interrogazione a risposta scritta n. 4–08807 del 29 settembre 2010, Negro Giovanna (LNP) (iter in corso), lamenta l’importazione di formaggi e latticini provenienti dalla Romania con marchi e denominazioni falsamente evocative di prodotti italiani e chiede al Governo iniziative per contrastare il fenomeno.

Sullo stesso tema della contraffazione di marchi di latticini verte l’interrogazione a risposta scritta n. 4 – 08770, presentata il 28 settembre 2010, primo firmatario Ermete Realacci (PD). Secondo la risposta, pubblicata giovedì 10 marzo 2011, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha già adottato una serie d'iniziative al riguardo, costituendo in particolare nel mese di ottobre 2010, una delegazione interministeriale che ha proceduto ad una verifica presso lo  stabilimento caseario di Timisoara (Romania), verifica da cui non sono emerse situazioni di usurpazione di denominazioni protette italiane. Inoltre tutte le amministrazioni coinvolte stanno già predisponendo ulteriori criteri per l'assegnazione dei progetti di finanziamento nell'ambito dell'internazionalizzazione delle aziende agroalimentari, al fine di scongiurare qualsiasi tipo di appropriazione indebita delle denominazioni protette ed impropri richiami all'origine italiana dei prodotti ottenuti e commercializzati.

 

L’ interrogazione a risposta scritta n. 4-06094, Guido Melis, presentata il 10 febbraio 2010 (iter in corso), lamenta che in Italia non sono ancora riconosciuti, in base alla normativa europea i diplomi di laurea e di abilitazione (specie per le professioni di medico e odontoiatra) rilasciati in Romania e chiede quindi al Governo delucidazioni e azioni in merito.

 

L’interrogazione a risposta scritta n. 4-05463, Marco Reguzzoni e altri, presentata il 16 dicembre 2009 (iter in corso), chiede al Governo se corrispondano alla realtà le notizie di stampa su presunti brogli alle elezioni presidenziali in Romania e, se del caso, quali iniziative intendano assumere il Governo e l’Unione europea nei confronti della crisi della democrazia romena.

 

L’interrogazione a risposta in Commissione n. 5-02258, Marco Reguzzoni (iter in corso), presentata il 16 dicembre 2009, afferma che gli standard economici e democratici rumeni paiono sempre più allontanarsi dalla media europea; per questa ragione chiede al governo se risulti che i valori - economici, statistici, sociologici e democratici - alla base dell'ingresso della Romania nell'Unione europea siano rispettati e, in caso contrario, quali iniziative intenda promuovere.

 

Si segnala l’interrogazione a risposta orale n. 3-00495, presentata dall’on. Riccardo Migliori il 27 aprile 2009, in merito alla decisione del Governo romeno, in seguito alle note vicende interne della Repubblica di Moldova, di attribuire la cittadinanza romena praticamente a tutti i cittadini moldavi che ne facciano richiesta. Si tratta, secondo l’interrogante, di circa 600.000 moldavi in procinto di acquisire il passaporto romeno e di causare quindi massicce ripercussioni sui flussi migratori. L’interrogante chiede quali iniziative intenda assumere il Governo italiano in merito (iter in corso).

 

L’interrogazione a risposta scritta n. 4-07038, presentata dall’on. Rita Bernardini ed altri il 4 maggio 2010 (iter in corso), richiama l’episodio del presunto pestaggio nel carcere di Regina Coeli del detenuto romeno Marin Romica Ceausu, imputato del reato di stupro di gruppo, e chiede al Governo se intenda aprire un'indagine amministrativa interna, al fine di verificare se i fatti denunciati dal detenuto corrispondano al vero e, nel caso, quali eventuali sanzioni disciplinari intenda adottare nei confronti dei responsabili del presunto pestaggio.

 

Si segnalano, sul tema del rimpatrio di detenuti romeni ammessi a scontare la pena nel loro paese e tematiche analoghe, i seguenti atti di sindacato ispettivo.

 

L’on. Roberto Cota (LNP) ha presentato l’interrogazione a risposta immediata n. 3-00732, del 27 ottobre 2009, concernente iniziative per la piena applicazione delle convenzioni internazionali stipulate dall'Italia, affinché i detenuti stranieri scontino integralmente la pena nei Paesi d'origine. Il Governo ha risposto riaffermando l’impegno profuso su tale tema, che deve peraltro essere affrontato anche in sede europea.

Sul tema della rinuncia all’appello dei detenuti romeni desiderosi di scontare la pena nel loro paese si è focalizzata l’interrogazione a risposta immediata in Commissione n. 5-01709, presentata il 29 luglio 2009 dall’on. Guido Melis (PD), cui il Governo ha risposto ricordando il quadro normativo in vigore e la necessità di dar corso ai nuovi strumenti di cooperazione giudiziaria previsti dall’art. 52 della legge comunitaria per il 2008.

L’on. Giorgio Jannone (PDL) ha presentato l’interrogazione a risposta scritta n. 4-02450 il 9 marzo 2009, il cui iter è ancora in corso, chiedendo al Ministro degli affari esteri e al Ministro della giustizia se intendano stipulare degli accordi con la Romania per garantire che il cittadino romeno che commetta atti di grave violenza in Italia debba scontare la pena commisurata nelle carceri rumene sulla base di criteri di reciprocità.

 

Si segnala inoltre l’ordine del giorno n. 9/1366/32 presentato il 16 luglio 2008 dall’on. Guido Melis, relativo al disegno di legge: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica (Legge n. 125 del 24 Luglio 2008), accolto dal Governo il 16 luglio 2008, con il quale si impegna il Governo a perseguire coerentemente il processo di integrazione della comunità romena in tutte le sue componenti (ivi inclusa quella dei rom di nazionalità romena, che consta in Italia di 70 mila persone).

Si segnala infine l’interrogazione a risposta orale n.3-00585, presentata dai senn. Pedica e Li Gotti (Idv) il 3 marzo 2009, ai Ministri dell'interno, della giustizia, degli affari esteri e per le politiche europee, sulla crescita esponenziale del numero di atti criminosi perpetrati sul territorio italiano da cittadini di nazionalità romena. Essi chiedono quali iniziative di competenza intendano assumere i Ministri per sollecitare la realizzazione di programmi di integrazione dei cittadini romeni immigrati in Italia, dato che tra le cause della marginalità e della devianza di parte degli stranieri romeni vi sono l'insufficienza di strutture di accoglienza e la mancanza di programmi volti all'integrazione scolastica e culturale; quali misure intendano prendere, anche a livello di comunicazione istituzionale, per evitare che gli episodi di violenza e la consistenza del fenomeno criminale generino in Italia pregiudizi, discriminazioni, nonché atti di violenza privata, nei confronti degli immigrati pacifici e produttivi che compongono la maggioranza del flusso migratorio proveniente dalla Romania. L’iter è ancora in corso.


Rapporti bilaterali Italia-Romania
(a cura del Ministero degli Affari esteri)

RAPPORTI BILATERALI[13]

Rapporti politici bilaterali

Le relazioni tra Italia e Romania sono caratterizzate da grande intensità, sia sul piano del dialogo politico, sia su quello della collaborazione economico-commerciale e si sviluppano nel quadro della nuova Dichiarazione di Partenariato strategico adottata a Bucarest il 9 gennaio 2008.

Il 9 ottobre 2008 si è svolto a Roma il 1° Vertice intergovernativo, che ha confermato l’interesse comune a sviluppare i rapporti in settori strategici quali l’energia, i trasporti e le tecnologie avanzate e ad instaurare un raccordo più stretto sui principali temi regionali di comune interesse, tra cui i Balcani Occidentali e l’area del Mar Nero. È stato confermato altresì il comune impegno ad affrontare i temi connessi alla cosiddetta “dimensione sociale” dei rapporti bilaterali, con particolare riferimento alla collaborazione in materia di sicurezza e giustizia, riguardanti l’inclusione sociale delle fasce più svantaggiate della comunità romena e in particolare quella di origine rom.

Gli incontri ad alto livello sono tradizionalmente frequenti. Il 16 settembre 2009 si è svolto a Roma il primo incontro ufficiale fra il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e il Primo Ministro romeno, Emil Boc. Il 20 Aprile 2010 il Ministro degli Esteri Franco Frattini e il suo omologo romeno Teodor Baconschi si sono incontrati a Roma e hanno passato in rassegna le principali tematiche bilaterali e internazionali in vista del secondo Vertice Intergovernativo.

Il 26 e 27 gennaio 2011, durante un viaggio di missione a Bucarest, il Sottosegretario Mantica ha incontrato Bogdan Aurescu, il Ministro dell'Economia Ion Ariton ed il Consigliere Presidenziale ed ex Commissario Europeo Leonard Orban.

Cooperazione giudiziaria

In materia penale sono in vigore tra i due Paesi le seguenti Convenzioni multilaterali:

 

-          Convenzione Europea di Estradizione (Parigi, 1957) e II Protocollo addizionale alla Convenzione Europea di Estradizione (Strasburgo, 1978), in vigore per la Romania dal 9.12.1997;

-          Convenzione Europea di Assistenza Giudiziaria in materia penale (CEAG – Strasburgo, 1959) e Protocollo Addizionale CEAG (Strasburgo, 1978), in vigore per la Romania dal 15.6.1999;

-          Convenzione Europea sul riciclaggio, ricerca, sequestro e confisca dei proventi di reato (Strasburg, 1990), in vigore per la Romania dal 1° dicembre 2002;

-          Mandato di Arresto Europeo (MAE) – Legge 22.4.2005 n. 69, in vigore per la Romania dal 1° gennaio 2007.

 

Dal 26 maggio 2006 è in vigore l’Accordo bilaterale sul trasferimento delle persone condannate alle quali è stata inflitta la misura dell’espulsione o quella dell’accompagnamento al confine. Nel gennaio 2010 è stato finalizzato un accordo sulle buone prassi amministrative da seguire per la sua applicazione. In materia civile è in vigore dal 1° gennaio 2007 il Regolamento (CE) n. 1348 del 29.5.2000 relativo alla notificazione e alla comunicazione negli Stati membri degli atti giudiziari ed extragiudiziari in materia civile e commerciale.

E’ altresì in vigore una Convenzione bilaterale firmata a Bucarest l’11 novembre 1972 concernente l’assistenza giudiziaria in materia civile e penale. 

Dal dicembre 2009, e’ in servizio presso il Ministero della Giustizia romeno un magistrato di collegamento distaccato sulla base dell’Azione Comune 96/277/GAI del 22 aprile 1996.

 

Rapporti economici bilaterali

I rapporti commerciali hanno registrato una lunga fase di espansione, con un interscambio che nei 5 anni precedenti al 2009 è più che raddoppiato. L`effetto della crisi economica internazionale ha prodotto effetti negativi, causando una forte riduzione anche degli interscambi con l’Italia. Il nostro Paese resta comunque attualmente il secondo fornitore ed il secondo cliente della Romania dopo la Germania.

 

 


 

Interscambio commerciale Romania - Italia dal 2003 al I semestre 2010

(valori in milioni di euro)

 

 

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

I sem 2010

Export verso l’Italia

3.774

4.014

4.270

4.637

5.013

5.183

4.470

2.450

Import dall’ Italia

4.140

4.515

5.032

5.955

6.485

6.384

4.572

2.621

Totale interscambio

7.914

8.529

9.302

10.592

11.498

11.567

9.042

5.071

Saldo

 

- 366

- 501

- 762

-1.318

-1.472

-1.201

-102

-171

Elaborazione su dati INS (Istituto nazionale di Statistica)

 

Nei primi nove mesi del 2010 l'interscambio con l'Italia, pari a circa 7,65 miliardi di euro, è tornato ad avvicinarsi ai livelli considerati "fisiologici" del rapporto bilaterale: se anche questi numeri non permetteranno di raggiungere, anche con i dati completi per il 2010, gli 11,835 miliardi di euro del 2008, si è già ben oltre i valori del 2009, che dopo i primi nove mesi registravano solo 6,58 miliardi di euro e avevano portato, alla fine dell'anno, a raggiungere il totale di 9,037 miliardi di euro. L'aumento dell'interscambio commerciale rispetto ai primi nove mesi del 2009 è quindi del 16,3%.

Sempre per quanto concerne i dati relativi ai primi tre trimestri del 2010, la bilancia commerciale con l'Italia ha accresciuto di poco la propria leggera pendenza negativa, alla luce dell'aumento del valore delle importazioni del 18,6% (per un valore totale di 3,93 miliardi di euro) al quale si è contrapposto quello del 14,4% delle esportazioni, assestatesi sul valore di 3,72 miliardi di euro. Il deficit commerciale è quindi pari a 208 milioni di euro, ben lontano dal massimo degli ultimi anni, registrato nel 2007 (1.515 milioni di euro). I settori in grado di trainare il mercato rimangono il tessile e le macchine elettriche, con quote ragguardevoli sia per quanto riguarda l'import che l'export, comprese tra il 17,4% ed il 24,1%.

Per quanto concerne la quota di mercato italiana nelle esportazioni ed importazioni romene, si registrano rispettivamente una diminuzione ed una continua stabilità, con la quota delle merci in entrata in Romania ridottasi dal 15,4% al 13,9%; il peso complessivo italiano per quanto concerne il totale delle merci in uscita, registrato al 30 settembre, e relativo ai primi 9 mesi del 2010, è rimasto invece sostanzialmente invariato, dall'11,8% dello stesso periodo di riferimento nel 2009, all'attuale 11,6%.  In particolare, la Romania ha esportato verso l’Italia un valore di 4,470 miliardi di euro (-14,4% rispetto al 2008), mentre le importazioni dall’Italia hanno raggiunto un valore di 4,572 miliardi di Euro (-30,9% rispetto al 2008). Pertanto, nel 2009, la bilancia commerciale della Romania rispetto all’Italia è stata quasi in pareggio, con soli 102 milioni di saldo commerciale negativo.

L'Italia continua a mantenere il secondo posto nella classifica dei partner commerciali della Romania, seconda solamente alla Germania, con la quale il distacco in termini di valore si è però leggermente dilatato nel corso dell'ultimo anno. Ragguardevoli balzi in avanti nel valore delle merci scambiate con la Romania sono stati compiuti da altri concorrenti, come Francia, Turchia, Ungheria e Cina, sebbene in valore assoluto gli aumenti conquistati da questi Paesi siano vicini, se non minori, rispetto a quelli del nostro Paese.

L’Italia si colloca al primo posto per numero di società a capitale straniero registrate in Romania mentre detiene il settimo posto per capitale investito. Al 31 agosto 2010, le società a capitale italiano iscritte al Registro del Commercio sono 29.731, pari al 17,10 % del totale delle società a capitale straniero, e l’ammontare del capitale italiano investito è di 1.816.893,1 milioni di dollari, pari al 4,90% del totale. Le partecipazioni italiane nel capitale sociale di imprese romene al 30 giugno 2010 risultavano pari a 1.418 milioni di euro, con una proiezione a fine anno, se dovesse permanere un analogo trend, di riduzione di circa un quinto rispetto all'anno precedente.

Tali dati non riflettonoadeguatamente la presenza del capitale italiano in Romania poiché considerano il solo capitale sociale effettivamente versato al momento della costituzione e non il valore dei beni capitali né i profitti reinvestiti. Sotto il profilo dell'impiego della manodopera locale, l'Italia può invece essere considerata il primo investitore in Romania, con un ammontare totale di circa 800.000 posti di lavoro creati direttamente da aziende italiane o nell'indotto. 

La presenza italiana è diffusa in molte aree del Paese, anche se manifesta una generale tendenza a concentrarsi in alcune zone specifiche. Tra queste, è rilevante la tradizionale presenza dei nostri imprenditori nel Nord-Ovest, in particolare nella provincia di Timisoara, dove si è riprodotto un vero e proprio modello distrettuale italiano (oltre 2.820 aziende italiane e miste registrate). In tale area geografica e nelle province limitrofe (Arad, Bihor, Cluj) è ancora concentrato oltre un terzo delle presenze imprenditoriali italiane in Romania, mentre un quinto delle nostre aziende ha investito nella municipalità di Bucarest.

Negli ultimi anni, la Romania ha tuttavia visto una presenza maggiormente ampia e differenziata del nostro sistema imprenditoriale, tesa a sfruttarne le potenzialità di mercato emergente e di possibile trampolino per la penetrazione nella più vasta area sud-orientale. In tale quadro, la novità più importante è stata costituita senz’altro dall’“approdo” nel Paese delle grandi imprese e dei grandi gruppi industriali italiani (ENEL, Tenaris, Agip, Pirelli, tra gli altri).

Rilevante l’apporto di investitori nel terziario; nel corso degli ultimi anni le banche italiane hanno mostrato crescenti segni di interesse per il mercato bancario romeno[14] ed, anche in considerazione dell’interesse ad accompagnare l'azione delle aziende italiane che qui operano, hanno effettuato ingenti investimenti sino a rendere l’Italia il terzo investitore nel settore. Le forme di investimento realizzate vanno dall'acquisto di istituti di credito locali preesistenti (Unicredit[15], Veneto Banca, Intesa S.Paolo[16], Cassa di Risparmio di Firenze), alla costituzione di desk Italia presso banche internazionali (Banca Popolare di Vicenza). La Compagnia triestina Assicurazioni Generali ha inoltre rilevato dal gruppo di private equity Ppf Investments il controllo di due compagnie del Paese, Ardaf e Rai, raddoppiando la quota di mercato all’11,7% e diventando così il terzo operatore romeno.

Nell’ambito della presenza di gruppi italiani di grandi dimensioni, si registra l’attività del Gruppo Pirelli, che ha realizzato a Slatina, 200 km a sud di Bucarest, un impianto di produzione di pneumatici ed a Târgu Jiu un altro per la produzione di filtri. Il gruppo Tenaris Dalmine ha rilevato la Silcotub di Zalău (oggi tuttavia in crisi a causa della massiccia diminuzione degli ordini a livello europeo) e l’acciaieria Donasid di Călăraşi; il Gruppo Radici di Bergamo ha acquistato la Fibrex di Săvineşti già nel febbraio del 2000, e l'ENEL ha acquisito nell’aprile 2005 Electrica Dobrogea ed Electrica Banat (1.400.000 clienti) e nel giugno 2008 il pacchetto di maggioranza di Electrica Muntenia Sud (1.000.000 di clienti nella zona di Bucarest, Ilfov e Giurgiu) con un’operazione del valore di oltre 820 milioni di euro.

In compartecipazione con la società tedesca E.ON., ENEL ha inoltre avviato i negoziati con l’azienda locale Termoelectrica per la costruzione di un impianto a carbone ad alta efficienza per la generazione di elettricità in prossimità delle città di Brăila o Galati[17]. Sempre nel settore energetico, Ansaldo Energia ha poi realizzato la prima unità della Centrale nucleare di Cernavodă, che fornisce oltre il 10% del fabbisogno di energia elettrica del Paese, e, nell’ottobre 2007, ha messo in funzione la seconda unità[18]. Il 21 novembre 2008 è stato firmato l’accordo tra la società statale di gestione dell’energia nucleare, Nuclearelectrica, ed i sei gruppi stranieri, tra cui Enel, che dovrebbero finanziare la realizzazione dei reattori 3 e 4 della centrale.

 

Sono da tempo presenti in Romania alcuni importanti contractor italiani che lavorano su progetti infrastrutturali finanziati dall’UE e della BEI, nonché rilevanti gruppi del settore industriale e dei servizi: Riso Scotti (Ialomita), Lactitalia (Timişoara), Divani & Divani di Natuzzi (Baia Mare), Zoppas (Sânnicolau Mare), Termomeccanica Ecologia S.p.A. (che si è aggiudicata l’appalto per la realizzazione dell’impianto di trattamento delle acque reflue di Craiova, finanziato dalla BEI), Società Interbancaria per l’Automazione (che ha realizzato il sistema dei pagamenti interbancari per la Banca Nazionale di Romania), Martelli Europe S.r.l. (impianto di lavorazione del tessile a Buzău), Ferrari (con l’apertura di uno show-room nel maggio 2008), Parmalat, Agip, Assicurazioni Generali, Sirti/Finsiel, Stefanel, Fiat/Iveco, Butan Gas, Italferr, Indesit, Astaldi/Italstrade[19], Grassetto, Secol, TIrrenia Scavi, Pizzarotti, Euroholding e SNAM Progetti.

Nel settore dei trasporti, ulteriori opportunità potranno scaturire dalla decisione del Governo romeno di privatizzare la società “CFR” che gestisce  il trasporto merci delle Ferrovie dello Stato romene. Il piano d’azione è attualmente in attesa dell’approvazione da parte delle Autorità europee. La Romania ha inoltre in programma la costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità (Budapest-Bucarest) e la modernizzazione delle principali stazioni ferroviarie del Paese, per le quali vi è un interesse della società Grandi Stazioni. Il Gruppo FS sta inoltre seguendo la definizione di altri due importanti progetti: la realizzazione del collegamento ferroviario tra la stazione di Bucarest Nord e l’aeroporto internazionale della capitale, per il quale vi è anche un interesse da parte del Gruppo Finmeccanica, e la costruzione dell’anello ferroviario intorno a Bucarest.

Non meno interessante il dato della presenza italiana nel settore agro-alimentare, nel quale il nostro Paese risulta essere il primo investitore straniero: circa 300.000 ettari di terreni agricoli sul territorio romeno sono stati acquisiti da società a partecipazione italiana, e la tendenza è verso un’ulteriore crescita. Sono già attive nel settore numerose imprese italiane, tra le quali Riso Scotti, New Holland, Maschio Gaspardo, Colussi, Antinori, Agrimon.

Di rilievo anche gli interessi italiani nel settore della difesa e delle alte tecnologie. Il Gruppo Finmeccanica (SELEX Communications, Telespazio, Elsag ed Ansaldo Nucleare) ha aperto nel 2006 un ufficio di rappresentanza a Bucarest[20]. La società Orizzonte Sistemi Navali è invece interessata a partecipare alla gara per acquisto di quattro corvette e l’ammodernamento di due fregate “Type 22” da parte della Marina romena. Orizzonte, assieme a Fincantieri e Selex, dovrebbe presentare  a breve una proposta che include un finanziamento a lungo termine ed un forte coinvolgimento dell’industria locale. Il 7 dicembre 2007 è stato sottoscritto un contratto tra Alenia Aeronautica ed il Ministero della Difesa per la fornituradi 7 aeroplani da trasporto C-27J Spartan. Alenia, alla guida del Consorzio Eurofighter, era altresì interessata alla garaper la fornitura di 24/48 velivoli da combattimento per l’Aeronautica Militare romena; attualmente, a seguito di una prima indicazione espressa da parte romena verso l’acquisto di 24 aerei F16 usati dalle Forze Armate USA, si stanno svolgendo consultazioni tra il Parlamento e le altre aziende interessate, tra le quali Alenia, per addivenire ad una decisione definitiva (anche se l’attuale difficile situazione finanziaria del Paese mette per il momento in forse l’effettiva prosecuzione del tender). La Oto Melara è impegnata nella realizzazione delle torrette per carri armati in dotazione presso l’esercito romeno. La SELEX Sistemi Integrati ha realizzato il sistema di controllo del traffico aereo civile, commissionato dal Ministero romeno dei Trasporti e co-finanziato dalla BEI (100 milioni di dollari).

 

Interessi delle aziende italiane nel settore energetico

Le risorse interne romene (petrolio, gas e carbone) sono diversificate ma insufficienti a coprire il fabbisogno nazionale, notevolmente cresciuto in ragione della continua espansione della produzione industriale. La Romania importa il 34% del suo fabbisogno, principalmente dalla Russia.

Obiettivo del Governo romeno è quindi la sicurezza e la diversificazione degli approvvigionamenti. Bucarest è tra i sostenitori del progetto di gasdotto Nabucco e del progetto di oleodotto Costanza-Trieste (PEOP), che renderebbe il Paese il principale punto di partenza europeo per il trasporto del greggio proveniente dal Mar Caspio e dal Medio Oriente (la Romania ha stretto accordi in tal senso con l’Azerbaijan ed il Qatar). L’Italia ha fino ad oggi assicurato il sostegno “politico” al progetto, ma non è entrata a far parte del consorzio di imprese che ne dovrebbe promuovere la realizzazione.

La Romania ha inoltre manifestato la propria apertura nei confronti del progetto South Stream, sviluppato congiuntamente da Gazprom ed ENI. A tal fine, nell’ottobre 2010 è stata firmata un’intesa tecnica per verificare la possibilità che il tracciato passi sul territorio romeno.

Per quanto riguarda il comparto dell’energia elettrica, nel quale il Paese è esportatore netto, la Romania potrebbe triplicare entro il 2020 la produzione derivante da risorse rinnovabili.

 

Presenza delle aziende italiane:

    

ENEL: l’azienda è attualmente il principale investitore nel settore elettrico in Romania, con acquisizioni di oltre 1 miliardo di Euro, 2,5 milioni di clienti, pari a circa il 30% del mercato, circa 5.500 dipendenti ed un piano di investimenti per l’ammodernamento delle reti elettriche per oltre 2 miliardi di Euro nei prossimi 15 anni. La strategia dell’ENEL è volta a posizionare il Gruppo come operatore integrato nel mercato elettrico romeno, attraverso le seguenti priorità:

·         prosecuzione nella partecipazione alla gara per lo sviluppo di due nuove unità nucleari presso l’impianto di Cernavodă (investimento superiore a 2 miliardi di Euro); A seguito dell’abbandono del progetto da parte di alcuni investitori stranieri, ENEL ha deciso comunque di proseguire. Nel caso in cui l'attività di "scouting" di nuovi investitori da parte del Governo romeno dovesse dare esito negativo, lo Stato si troverebbe costretto ad aumentare la propria quota nel progetto (scenario che appare alquanto irrealistico, alla luce delle difficoltà economiche del Paese) oppure a dare luce verde soltanto alla costruzione di uno dei due reattori programmati

·         sviluppo di una serie di impianti a fonti rinnovabili, in particolare eoliche;

·         realizzazione di almeno un impianto a carbone ad alta efficienza per la generazione di elettricità, con limitato impatto ambientale, in prossimità delle città di Brăila o Galaţi;

·         sviluppo di attività commerciali per la compravendita di energia all’ingrosso sul mercato romeno.

La posizione del Gruppo in Romania è venuta recentemente al centro dell’attenzione del Senato Rumeno che ha creato una commissione d’inchiesta che dovrà presentare un rapporto relativo alla qualità dei servizi forniti da ENEL (e della tedesca E.ON). L’azienda italiana ha ammesso alcune mancanze, che imputa però a difficoltà oggettive quali lo stato della rete, ma nega sostanziali violazioni dei contratti stipulati.ENEL vanta altresì un credito di circa 150 milioni di Euro nei confronti delle Ferrovie romene, per il quale – nonostante vari interventi a livello politico – non si è finora pervenuti ad una soluzione soddisfacente per l’azienda italiana.

 

ANSALDO ENERGIA: il gruppo ha realizzato insieme al partner canadese AECL le prime due unità della centrale nucleare di Cernavodă, che forniscono da sole il 20% del fabbisogno energetico nazionale ed è inoltre interessata alla costruzione e messa in opera della terza e quarta unità.

 

TERNA ha firmato con il gestore della rete di trasmissione dell’energia elettrica, Transelectrica, un MoU sullo sviluppo infrastrutturale e la partnership strategica; è inoltre interessata ad uno scambio azionario con l’omologa romena (al 71% controllata dal Ministero dell’Economia).

 

INERGIA: nei prossimi due anni opererà nello sviluppo, realizzazione e gestione di impianti di produzione di energia rinnovabile. Verso la fine del 2005 il gruppo ha approvato un piano di investimenti per la costruzione di una società in Romania, la “Land Power”Srl, con l’obiettivo prioritario di sviluppare progetti per la produzione d’energia da fonti rinnovabili, in particolare eolico ed idroelettrico.

 

SORGENIA ROMANIA: costituita nel 2008, prevede di investire 600 milioni di Euro nel comparto eolico entro il 2011. Sono in fase avanzata i progetti per la costruzione di due parchi da 106 MW complessivi nella provincia di Vaslui e per altri due parchi, da 62 MW totali, in provincia di Costanza. 

 

SARAS è impegnata, attraverso proprie controllate, nella realizzazione di parchi eolici nella regione della Dobrugia.

Da segnalare infine il re-branding, ad inizio febbraio 2011, della più importante associazione imprenditoriale italiana in Romania, Unimpresa Romania, che conta attualmente circa mezzo migliaio di soci. La nuova associazione entra a far parte a pieno titolo del sistema confindustriale italiano ed assume la denominazione di "Confindustria Romania", federata in "Confindustria Balcani", nata alcuni mesi addietro e comprendente al momento circa 1.500 associati.

Dati statistici relativi al rischio

 

STUDIO DELLE CATEGORIE DI RISCHIO – SACE –

Categoria OCSE

4/7

 

Categoria Consensus

2

 

Rating

BB+

Standard & Poors’s

BBB-

Moody’s

BB+

Fitch

Garanzie deliberate (capitale e interessi)

220,8 mln €

 

Garanzie perfezionate

147,0 mln €

135,9 mln € già erogati

Rischio operativo

Basso

Outlook: stabile

Rischio finanziario

Basso

Outlook: stabile

Rischio economico

Basso

Outlook: stabile

Rischio politico

Basso

Outlook: negativo

 

Rapporti culturali

Forti di antiche e sempre vive tradizioni latine, le relazioni culturali vivono una nuova fase che si è aperta con la firma del nuovo Accordo culturale e scientifico del 21 ottobre 2003, in occasione della Visita di Stato dell’allora Presidente Ciampi. Tale accordo èentrato in vigore nel marzo del 2006 e sostituisce i precedenti accordi: quello culturale del 1967 e quello di cooperazione scientifica e tecnologica del 1964.

Richiamandosi spesso alle comuni origini latine, i romeni si sentono particolarmente vicini all’Italia e ciò è testimoniato dalla disponibilità con cui le istituzioni culturali collaborano con l’Ambasciata d’Italia, l’Istituto di Cultura e l’ICE.

Fra le attività realizzate nel 2010 si registra il Festival Italiano, organizzato in concomitanza con la Festa della Repubblica, che ha visto succedersi per un mese iniziative legate alla moda, all’eno-gastronomia, alla cultura e al settore sociale, riscotendo un grande successo.Giunto alla seconda edizione, il Festival ha visto, fra le varie manifestazioni proposte, una settimana di eventi italiani presso  il celebre  Museo del Villaggio di Bucarest, una mostra di fotografie della Nazionale Italiana di Calcio, patrocinata dalla FIGC, una mostra sull’Espresso italiano e un caffe’ letterario con lo scrittore italiano Andrea Pinketts.

il Salone del Libro più grande della Romania che ha visto lo scorso anno la partecipazione della Casa Editrice Einaudi con una mostra dedicata alle edizioni storiche di capolavori della letteratura italiana del dopoguerra. Nell’ambito della musica classica, è di rilevanza mondiale il Festival Enescu[21] che si è svolto a Bucarest nel settembre di quest’anno  ed ha visto la partecipazione di celebri artisti ed orchestre italiane. 

Nel contesto della Decima Edizione della Lingua Italiana nel Mondo, si segnala la realizzazione del concerto del cantautore italiano Edoardo Bennato, che si è esibito a Bucarest il 21 ottobre 2010 e ha altresi tenuto una lezione presso la cattedra di italianistica dell’Universita’ di Bucarest.

Nel settore della collaborazione interuniversitaria sono attivi numerosi accordi di collaborazione tra Atenei italiani e romeni, anche nell'ambito della partecipazione ai programmi comunitari Socrates-Erasmus e Tempus-Phare. E' stato inoltre costituito nel 1992 un Centro Culturale Italiano a Cluj con funzioni di punto di raccordo della collaborazione interuniversitaria romeno-italiana.

E’ attiva a Bucarest la Scuola italiana privata "Aldo Moro", operante dal 1990 e comprendente una scuola materna, elementare, media ed un liceo scientifico quadriennale. Il 17 aprile 2002 è stato firmato il Memorandum d’Intesa fra le Autorità italiane e romene con cui si definiscono le modalità di funzionamento delle sezioni bilingue presso i Licei romeni. Gli Istituti che hanno già creato sezioni di questo tipo sono cinque: due a Bucarest, gli altri a Deva, Cluj-Napoca e Timisoara. Il nostro Paese contribuisce con l’invio dal nostro Paese di docenti di ruolo, la concessione di contributi finanziari e la fornitura di testi scolastici e di materiale didattico multimediale. Il numero complessivo degli alunni di queste istituzioni scolastiche è di 827 unità.

In Romania sono attivi attualmente cinque lettorati presso le Universita’ di Bucarest, Cluj-Napoca, Timisoara, Iasi e Costanza.

Dall’anno scolastico 2007-2008 sono in corso in alcune scuole italiane dei progetti pilota di lingua e civiltà romena. A favore di queste iniziative, finanziate dalle Autorità romene, si sono espressi il Ministro della Pubblica Istruzione Adomnitei e l’allora Ministro Fioroni con una dichiarazione congiunta siglata durante un loro incontro a Rimini il 25 agosto 2007.

Recentemente si è sviluppata una collaborazione anche nel settore della protezione e tutela dell’ambiente. L’11 marzo 2009 sono stati inaugurati due nuovi progetti “twinning”: il primo relativo all’azione di sostegno della Guardia Nazionale Ambientale romena per il rafforzamento delle proprie capacità di ispezione e controllo ed il secondo concernente il rafforzamento dell’applicazione della legislazione comunitaria in materia nelle zone di confine dell’Unione Europea. Tali progetti verranno realizzati in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata e del Veneto, con l’Istituto Superiore di Sanità e con il Centro di Geomorfologia Integrata per l’Area del Mediterraneo.

Per l’A.A. 2009/2010 il Ministero degli Affari Esteri ha offerto ai cittadini romeni 70 mensilità dell’importo di euro 619,75 per corsi brevi di lingua italiana e per borse di studio di diversa tipologia della durata di 3, 6, 9 o 12 mesi.

 

Cooperazione allo sviluppo

A partire dal 2000, la Romania rientra nel novero dei Paesi eleggibili per finanziamenti sui fondi della legge 49/87 per iniziative promosse da ONG e programmi di emergenza.

I principali ambiti di attività delle associazioni italiane presenti in Romania riguardano la tutela e la cura dei bambini e degli adolescenti in difficoltà.

In particolare, un problema persistente, fin dai tempi della caduta di Ceausescu, è la drammatica situazione dell’infanzia istituzionalizzata (condizioni materiali precarie e l’elevata diffusione dei casi di AIDS pediatrico). Relativamente a quest’obiettivo si inserisce l’iniziativa del GVC che ha contribuito alla chiusura di due istituti di accoglienza obsoleti e fatiscenti. Nel corso del 2010 è proseguito il processo di de-istituzionalizzazione dei minori, con largo ricorso ad utilizzo di assistenti maternali da parte dello Stato e promozione delle case-famiglia da parte delle ONG.

In Romania sono attive numerose Organizzazioni Non Governative italiane, sia religiose che laiche. Alcune di esse, grazie anche all’impulso dell’Ambasciata, si sono riunite nel Comitato Associazioni e ONG italiane in Romania (C.I.A.O). Sorto nel 2008, il Comitato si propone l’obbiettivo di coordinare l’operato e ottimizzare le risorse delle associazioni che ne sono parte, promuovendo all’esterno i valori condivisi e cercando di sensibilizzare la realtà romena sui problemi dell’infanzia, dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, dell’etica negli ambienti di lavoro e dello sviluppo sostenibile. Nel 2010 hanno beneficiato degli interventi delle nostre ONG 7107 cittadini romeni.

Il Ministero degli Affari Esteri ha finanziato, ad oggi, sei progetti promossi dalle ONG AVSI (due progetti), CESVI, GVC, COMI e GRT. Quest’ultimo, volto a contrastare ilrandagismo canino, che segue un approccio animalista innovativo, su una tematica molto controversa in Romania, dando voce ai diritti degli animali nell’affrontare il problema del randagismo e della rabbia canina.


Principali visite ed incontri recenti

2008

 

9 gennaio

Visita a Bucarest dell’On. Ministro D’Alema. Incontri con il Ministro degli Esteri Cioroianu ed il Primo Ministro Tariceanu

6 maggio

Partecipazione del Presidente di Confindustria Montezemolo alla riunione di Unimpresa Romania a Bucarest

15 maggio

Incontro a Roma tra il Ministro dell’Interno Maroni ed il suo omologo David

5 giugno

Visita a Bucarest del Ministro dello Sviluppo Economico, Commercio Internazionale e Comunicazioni Scajola

9 giugno

Incontro a Roma tra l’On. Ministro Frattini ed il Ministro degli Esteri Comanescu

10 giugno

Visita a Bucarest del Ministro per le Politiche Comunitarie Ronchi

2 luglio

Incontro dell’On. Ministro con il Presidente della Commissione Esteri del Senato, Mircea Geoana

31 luglio

Incontro a Roma del Presidente Basescu con il Presidente Berlusconi

5 settembre

Incontro a Roma del Presidente Basescu con il Presidente della Repubblica Napolitano

9 ottobre

Primo Vertice Intergovernativo italo-romeno a Roma

 


2009

 

29 gennaio

Visita a Roma del Ministro dell’Economia Videanu

23 febbraio

Incontro dell’On. Ministro con il Ministro degli Esteri Diaconescu, Roma

23 aprile 

La Presidente della Camera romena, Anastase, ha incontrato a Roma il Ministro Frattini ed il Presidente della camera Fini

8 giugno 

Trilaterale a Belgrado tra i MAE di Italia, Romani e Serbia

7 luglio 

Visita a Bucarest del Ministro degli Esteri Frattini

16-17 luglio 

Visita a Bucarest della Commissione Parlamentare per l’Infanzia, presieduta dall’On. A. Mussolini

22-23 luglio

Visita a Bucarest del Ministro dell’Interno Maroni

16-17 settembre

Visita a Roma del Primo Ministro romeno Emil Boc, accompagnato dai Ministri degli Esteri Diaconescu, dell’Economia Videanu e della Salute Bazac

27-28 ottobre 

Visita a Bucarest dei membri italiani dell’Assemblea Parlamentare INCE (in occasione riunione annuale)

12 novembre 

Visita a Bucarest del Ministro degli Esteri Frattini (in occasione della ministeriale INCE)

13 novembre

Visita a Bucarest del Sottosegretario di Stato Alfredo Mantica (in occasione del vertice INCE)

 

2010

 

15-17 aprile

Visita a Roma del Presidente del Senato Geoana (per Assemblea dei Senati europei – incontro il 16-4 con l’On. Ministro)

20-21 aprile

Visita a Roma del Ministro degli Esteri Baconschi (incontri con l’On. Ministro, il Presidente della Camera Fini e il Ministro delle Politiche Europee Ronchi)

25-26 ottobre

Visita a Bucarest della Commissione Straordinaria per la Tutela e la Promozione dei Diritti Umani del Senato

9 novembre

Visita a Bucarest del Presidente della Camera Fini

 

2011

 

26-27 gennaio

Visita a Bucarest del SS Mantica - Incontro con l’omologo Bogdan Aurescu, il Ministro dell'Economia Ion Ariton ed il Consigliere Presidenziale ed ex Commissario Europeo Leonard Orban.

 


Principali accordi bilaterali

Denominazione

Data firma

In vigore

MEMORANDUM DI INTESA SUL FUNZIONAMENTO DELLE SEZIONI SCOLASTICHE BILINGUI, CON N. 2 ALLEGATI

17/04/2002

21.11.2002

SCAMBIO DI NOTE, COSTITUENTE UN ACCORDO, PER L'ESENZIONE DALL'OBBLIGO DI VISTO AGLI AUTISTI CHE EFFETTUANO TRASPORTI DI MERCI E PASSEGGERI TRA I DUE PAESI.

24/04/2002

01.05.2002. COMUNICATO IN GU N. 268 SO DEL 15.11.2002.

SCAMBIO DI NOTE, COSTITUENTE UN ACCORDO, SUL RECIPROCO RICONOSCIMENTO DELLE PATENTI DI GUIDA, CON N. 3 ALLEGATI.

17/06/2002

17/06/2002

MEMORANDUM DI INTESA PER LA COOPERAZIONE NEL PROCESSO DI ADESIONE DELLA ROMANIA ALL'UNIONE EUROPEA.

12/11/2002

12.11.2002

ACCORDO SUL TRASFERIMENTO DELLE PERSONE CONDANNATE ALLE QUALI E' STATA INFLITTA LA MISURA DELLA ESPULSIONE O QUELLA DELL'ACCOMPAGNAMENTO AL CONFINE.

13/09/2003

13/09/2003

ACCORDO DI COOPERAZIONE CULTURALE E SCIENTIFICA.

21/10/2003

10.03.2006

ACCORDO PER LA RECIPROCA TUTELA DELLE INFORMAZIONI CLASSIFICATE.

06/04/2005

01.12.2005

ACCORDO SULLA COOPERAZIONE PER LA PROTEZIONE DEI MINORI ROMENI NON ACCOMPAGNATI O IN DIFFICOLTA' PRESENTI SUL TERRITORIO ITALIANO.

09/06/2008

12.10.2008

ACCORDO DI COLLABORAZIONE TURISTICA.

15/04/1993

18.01.1996

SCAMBIO DI NOTE PER L'ESENZIONE E LA GRATUITA' DEL VISTO CONSOLARE SUI CERTIFICATI DI ORIGINE E SULLE FATTURE COMMERCIALI.

25/02/1930

21.01.1933

PROTOCOLLO CONCERNENTE IL REGIME DOGANALE, CON SCAMBIO DI NOTE.

25/11/1950

20.12.1950

ACCORDO DI PAGAMENTO E SCAMBI DI NOTE.

28/01/1958

01.03.1958. COMUNICATO IN GU N. 58 DEL 07.03.1958

ACCORDO PER LA COOPERAZIONE SCIENTIFICA E TECNICA.

16/06/1964

30.03.1965

CONVENZIONE VETERINARIA, CON SCAMBIO DI NOTE.

14/04/1965

14.04.1965 PARZIALMENTE

ACCORDO PER LA COLLABORAZIONE ECONOMICA, INDUSTRIALE E TECNICA.

06/09/1965

10.03.1966

ACCORDO SUI TRASPORTI INTERNAZIONALI SU STRADA.

14/07/1966

02.06.1967

ACCORDO CULTURALE.

08/08/1967

07.02.1968

ACCORDO DI COPRODUZIONE CINEMATOGRAFICA.

08/08/1967

05.12.1967

SCAMBIO DI NOTE RELATIVO ALL'APERTURA DI UFFICI TURISTICI NELLE RISPETTIVE CAPITALI.

08/08/1967

08.08.1967

CONVENZIONE CONSOLARE.

08/08/1967

11.05.1972

SCAMBIO DI NOTE PER LA RIAPERTURA DELL'ACCADEMIA RUMENA A ROMA E DELL'UFFICIO DELL'ADDETTO CULTURALE A BUCAREST.

10/08/1967

10.08.1967

ACCORDO CONCERNENTE IL REGOLAMENTO DELLE QUESTIONI FINANZIARIE IN SOSPESO, CON SCAMBIO DI NOTE.

23/01/1968

07.03.1972

SCAMBIO DI NOTE PER LA RECIPROCA APERTURA DI BIBLIOTECHE NELLE RISPETTIVE CAPITALI.

18/06/1969

18.06.1969

PROTOCOLLO ADDIZIONALE DI COLLABORAZIONE TECNICA E SCIENTIFICA NEL SETTORE AGRICOLO.

18/03/1971

18.03.1971

DICHIARAZIONE SOLENNE.

22/05/1973

22.05.1973

ACCORDO FITO-SANITARIO.

11/11/1972

09.09.1973

CONVENZIONE CONCERNENTE L'ASSISTENZA GIUDIZIARIA IN MATERIA CIVILE E PENALE.

11/11/1972

04.08.1975

ACCORDO SULLA NAVIGAZIONE MARITTIMA.

22/05/1973

18.01.1976

ACCORDO DI COLLABORAZIONE ECONOMICA, INDUSTRIALE E TECNICA.

22/05/1973

20.05.1976


LA Romania e l’Unione europea: l’ingresso nello spazio Schengen e nell’Eurozona

I temi europei prioritari per il Governo romeno sono:

·       la fine del Meccanismo di Cooperazione e Verifica;

·       lo stabilimento a Bucarest di un’Agenzia Comunitaria;

·       la realizzazione delle grandi infrastrutture energetiche e del gasdotto Nabucco;

·       la cooperazione tra l’UE ed i Paesi che si affacciano sul Mar Nero;

·       la cooperazione tra gli Stati attraversati dal Danubio; la definizione di obiettivi nazionali realistici nell’ambito della nuova Strategia “UE 2020”.

Nel nuovo esecutivo europeo, la Romania ha ottenuto il portafoglio “Agricoltura” e “Sviluppo Rurale”, con il Commissario Dacian Ciolos, ex Ministro dell’Agricoltura.

Il principale obiettivo di politica europea del Governo romeno resta comunque l’ingresso nello spazio Schengen entro il 27 marzo 2011. Allo sforzo di carattere tecnico ed infrastrutturale per soddisfare i criteri imposti dall’UE, si è aggiunta anche la necessità di rassicurare alcuni partner europei – tra cui la Francia e la Germania - preoccupati che l’allargamento dell’area Schengen a Romania e Bulgaria possa rendere più vulnerabili le frontiere dell’Unione e, sul piano interno, favorire l’emigrazione delle fasce più deboli.

Lo sforzo sembra avere avuto un successo limitato se alcuni partner hanno già espresso, in una lettera del dicembre scorso al commissario europeo per gli Affari interni, Cecilia Malmström, la loro contrarietà all’accesso dei due Paesi a Shengen per quella data[22].

In questo documento la prospettiva del rinvio si è rivelata con forza: in particolare, il ministro dell’Interno francese Brice Hortefeux ed il suo omologo tedesco, Thomas de Maiziere, hanno sostenuto che al momento un eventuale ingresso di Bulgaria e Romania nell’area Schengen appare “prematuro”.

I due paesi balcanici non sarebbero ancora in grado di assicurare la necessaria opera di controllo dei confini dell’area senza frontiere, come dimostrato dal fallimento bulgaro nella gestione della frontiera con la Turchia.

Non solo, i ministri criticano il fatto che in entrambi i paesi persista un intollerabile livello di corruzione diffusa e che nel caso della Bulgaria vi sia una consistente presenza del crimine organizzato. Il requisito della capacità di svolgere un adeguato controllo alle frontiere è fondamentale per essere ammessi nello spazio Schengen, mentre, sul piano tecnico, le questioni della corruzione e del crimine organizzato non sono determinanti a tal fine.

Per questo motivo il presidente romeno Traian Basescu ha criticato fortemente il documento e ha accusato Francia e Germania di compiere un atto di “discriminazione”.

E’ opportuno ricordare che, contestualmente all’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Unione europea, nel 2007, è stato istituito un Meccanismo comunitario di cooperazione e verifica (MCV) per sostenerli nell’azione di superamento delle lacune presenti nei loro sistemi giudiziari e di polizia e monitorare i progressi in questi settori.

Le autorità bulgare e rumene si sono impegnate a realizzare un gran numero di riforme al fine di “assumere integralmente i diritti e gli obblighi che comporta l'adesione all'UE”. Ma, nonostante lo sforzo profuso, fino ad oggi i report annuali di monitoraggio dei progressi ottenuti dai due paesi balcanici hanno sempre riportato valutazioni negative.

Nel luglio 2010, in sede di relazione per il Gruppo ad hoc sul Meccanismo di Cooperazione e Verifica, la Commissione europea ha affermato che, nonostante alcuni progressi, continui a non esservi in Romania una volontà politica condivisa per le riforme. La Commissione ha messo in luce i progressi costituiti dall'approvazione dei codici di procedura civile e penale e delle norme di attuazione dei due codici sostanziali approvati l'anno scorso, ma ha espresso preoccupazione per il ritmo particolarmente lento della riforma del sistema giudiziario e per la mancanza di adeguate risorse.

Nonostante vi sia un buon track record nella lotta alla corruzione, mancano casi nei quali viene perseguita la corruzione ad alto livello. La Commissione ha quindi mostrato preoccupazione per la vicenda dell'Agenzia nazionale romena per l'integrità (ANI), che, dopo aver funzionato bene per due anni, ha sospeso la propria attività in aprile a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale che ha giudicato parzialmente illegittima la legge istitutiva dell'Agenzia. Lo sforzo romeno è stato comunque riconosciuto dalle Conclusioni del Consiglio UE, redatte nel corso dei lavori del sopra menzionato Gruppo ad hoc.

 

Per quanto riguarda l’ingresso nell’Eurozona, secondo quanto ha dichiarato il primo ministro Boc il 26 aprile 2011, la Romania ha rinunciato all'obiettivo di entrarvi nel 2015, giacché non si ritiene in grado di adottare il Meccanismo di cambio europeo (ERM-II) prima del 2013-2014 (in precedenza pensava di poterlo adottare nel 2012). Il primo ministro ha poi precisato che verrà fissata una nuova data al più presto.

Insieme ad altri paesi che non appartegono all’Eurozona (Polonia, Bulgaria, Danimarca, Lettonia e Lituania), la Romania alla fine di marzo 2011 ha firmato il nuovo “Patto Euro Plus”, un nutrito pacchetto di misure per rispondere alla crisi e preservare la stabilità economico-finanziaria dell'area Euro e dell'intera Unione europea. Proposto dalla Germania, il Patto prevede che gli Stati limitino rigorosamente il loro debito e si impegnino nella moderazione salariale. Berlino ne ha fatto la condizione per partecipare ai salvataggi dei paesi in difficoltà. La Romania però - ha dichiarato il Presidente Basescu - non rinuncerà ad una politica fiscale autonoma. L'armonizzazione fiscale promossa dal patto – ha aggiunto il Presidente – “non significa che dobbiamo avere tutti gli stessi livelli di tassazione".


 

La comunità romena in Italia
(a cura del Ministero degli Affari esteri)

 

I romeni costituiscono la più numerosa comunità straniera presente sul territorio italiano, nonché la principale collettività all’estero della stessa Romania. Essa si colloca al di sopra delle già consistenti collettività di albanesi (al 2° posto)  e marocchini (al 3° posto), raggiungendo all’inizio del 2010 - se si considerano le rilevazioni della Caritas (elaborazioni su dati Istat) - quota 950.000 persone registrate come residenti, pari circa a un quarto dell’intera popolazione immigrata[23]. L’inserimento è avvenuto per quasi un terzo nell’industria (notoriamente in edilizia), per la metà nel terziario (assistenza familiare, alberghi e ristoranti, informatica e servizi alle imprese) e per un quinto nell’agricoltura.

Gli imprenditori romeni che operano sul territorio italiano sono aumentati del 204,1% nel quinquennio 2004-2009: lo rivela uno studio del maggio 2010 dell’ICE sull'imprenditoria straniera in Italia. La comunità imprenditoriale romena, che opera prevalentemente nell'edilizia è la terza più numerosa, con 49.132 aziende, preceduta solo da quella marocchina (57.621) e da quella cinese (49.854). Si tratta di una presenza diffusa che si sta trasformando da temporanea in stabile, come dimostrano l’aumento delle registrazioni anagrafiche, il numero delle persone occupate, dei nuovi assunti e quello di quanti sono diventati cittadini italiani. Non bisogna inoltre trascurare i cospicui vantaggi che Bucarest consegue dai propri cittadini in Italia: tra i principali, circa un miliardo di Euro di rimesse valutarie nel 2009 e soprattutto minore incidenza sul proprio welfare di oltre un milione di persone (che gravano invece, come costo sociale, sul nostro sistema di assistenza). Uno scenario che potrebbe in futuro assumere proporzioni ancor più rilevanti perché i settori in cui i romeni lavorano in Italia non sono stati toccati dalla crisi economica ed offrono ancora oggi prospettive per nuovi arrivi.[24] L’importanza che Bucarest annette alla propria collettività nel nostro Paese è testimoniata anche dall’estensione della rete consolare (4 Consolati Generali a Bologna, Milano, Torino, Trieste, oltre alla cancelleria consolare presso l’Ambasciata a Roma) e dalla recente decisione del MAE rumeno di aprire un Consolato a Catania con competenza sulle regioni Sicilia, Basilicata, Calabria e Puglia.[25]

I cittadini romeni detenuti nelle carceri italiane al 31 marzo 2011 sono 3.609 (pari al 14,5% sul totale dei detenuti stranieri), cifra che fa della Romania il 2° Paese per numero di detenuti in Italia dopo il Marocco.

Il quadro degli accordi bilaterali in materia migratoria si compone di un accordo in materia di criminalità organizzata che risale al 1993, di un accordo per la riammissione degli immigrati irregolari del 1997 (che dal 1° gennaio 2007 trova applicazione solo per la riammissione in Romania di cittadini di Paesi extracomunitari) ed un accordo per il trasferimento dei detenuti del 2003 (in vigore dall’11 aprile 2006). Va inoltre ricordatol’Accordo sulla cooperazione per la protezione dei minori romeni non accompagnatio in difficoltà presenti sul territorio, in vigore dal 12 ottobre 2008. L’applicazione dell’Accordo è affidata, per parte italiana, all’Organismo Centrale di Raccordo (OCR, un tavolo interministeriale del quale fanno parte, tra gli altri, il Ministero dell’Interno, degli Esteri, della Giustizia, del Lavoro e l’ANCI). In attuazione dell’Accordo, le Parti hanno altresì proceduto all’insediamento di una Commissione Mista di Esperti, competente per la definizione delle modalità tecniche per il rimpatrio dei singoli minori.

La comunità Rom in Italia (di nazionalità romena e non) è stimata in circa 150.000 presenze, delle quali circa un terzo (50.000 unità) sono Rom rumeni. Il Ministero dell’Interno, basandosi sul  Regolamento CE n. 230 del 29 aprile 2008, ha nominato cinque Commissari straordinari(nel Lazio, Campania, Lombardia, Veneto e Piemonte) con il compito non solo di censire la popolazione  rom e sinti che si trova nei campi nomadi abusivi, ma anche di avviare iniziative di carattere strutturale per la sistemazione delle aree occupate dagli insediamenti e provvedere alle esigenze di natura sanitaria e di integrazione(avviamento al lavoro e la scolarizzazione per i bambini), con risorse finanziarie messe a disposizione dal Ministero dell'Interno, dagli Enti locali e dall'Unione Europea, per tutte le persone che hanno titolo a rimanere in Italia. Le politiche nazionali di promozione dell’integrazione socialedei rom si avvalgono del Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati e del Fondo nazionale per le Politiche Sociali istituiti dal Ministero del Lavoro per la promozione di politiche di integrazione sociale degli stranieri (attraverso la sottoscrizione di specifici Accordi di programma con le Amministrazioni regionali). Con quest’ultimo fondo è stato previsto l’utilizzo degli istituti dell’apprendistato e del tirocinio formativo e l’attivazione di servizi di informazione, orientamento e accompagnamento al lavoro per le popolazioni Rom e Sinti.


La collettività italiana in Romania: origine, evoluzione storica e caratteristiche
(a cura del Ministero degli Affari esteri)

La collettività italiana residente in Romania è composta prevalentemente da imprenditori (titolari di piccole imprese, artigiani e ristoratori), che agli inizi degli anni ‘90 del secolo scorso hanno dislocato o trasferito in Romania le loro attività, in considerazione dei più bassi costi del lavoro.

Più recentemente si sono trasferiti in Romania connazionali con incarichi dirigenziali, i quali operano per conto di grandi e medie imprese italiane (tra cui l’Enel), attratte dalle opportunità che offre il mercato locale.

Presso le anagrafi consolari risultano attualmente registrati 3.473 connazionali: 2.304 nella circoscrizione della Cancelleria consolare in Bucarest e 1.169 nella circoscrizione del Consolato Generale in Timisoara.

Va inoltre segnalata una fortissima presenza di connazionali (il cui numero è difficilmente quantificabile, ma potrebbe essere stimato in circa 25.000), i quali, pur soggiornando per la maggior parte dell’anno in Romania, non si sono registrati presso le anagrafi consolari. I connazionali in questione lavorano per le circa 27.000 piccole, medie e grandi imprese a capitale italiano o italo-romeno presenti in Romania.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica, si può stimare che poco meno della metà si trovino nella zona del Banato (ed in particolare a Timisoara, storicamente la provincia più ricca) e gli altri nelle zone di presenza imprenditoriale italiana (Bucarest, Arad, Cluj-Napoca, Oradea).

A seguito dell’entrata della Romania nella UE (01.01.2007) si è registrato un aumento del costo del lavoro, che ha determinato, in parallelo con l’attuale crisi economico-finanziaria mondiale, un trasferimento di piccole imprese gestite da connazionali nella vicina Repubblica Moldova.

Accanto a tale realtà piuttosto dinamica vive una comunità di circa 300 discendenti di connazionali provenienti soprattutto dal Friuli e dal Veneto, la cui immigrazione in Romania risale alla fine del XIX secolo e gli inizi del XX.

Sono presenti sul territorio 2 associazioni (entrambe nella circoscrizione della Cancelleria Consolare di Bucarest) che prestano assistenza alle famiglie di italiani indigenti e agli ammalati.

In occasione delle elezioni politiche dell’aprile 2008 la partecipazione al voto è stata del 42,49% (media mondiale 41,49%).

 

L’accordo italo-romeno sul trasferimento delle persone condannate

Il 13 settembre 2003 è stato siglato unaccordo tra l’Italia e la Romania sul trasferimento delle persone condannate alle quali è stata inflitta la misura dell’espulsione,dell’accompagnamento alla frontiera o ad ogni altra misura in applicazione della quale la persona condannata, dopo la sua scarcerazione, non potrà più soggiornare nel territorio dello Stato di condanna.

Lo scopo di questa convenzione – ratificata dal nostro Paese con la legge 30 dicembre 2006, n. 281 ed entrata in vigore l’11 aprile 2006 - è quello di intensificare e facilitare la cooperazione bilaterale nell’applicazione della Convenzione europea sul trasferimento delle persone condannate, adottata a Strasburgo il 21 marzo 1983.

È stata quindi avviata una cooperazione strutturata tra i Ministeri competenti per superare le difficoltà di ordine pratico che sono state riscontrate nel corso dell’applicazione dell’accordo.

L’attuazione dell’accordo è stata al centro dell’incontro tra il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e quello della Giustizia, Angelino Alfano con il ministro dell'Interno romeno Cristian David ed il sottosegretario alla Giustizia Gabriel Tanasescu, svoltosi a Bucarest il 30 settembre 2008 per studiare insieme come rendere operativo l'accordo del 2003 tra i due Paesi per il trasferimento con procedura semplificata dei romeni detenuti in Italia che scontano pene definitive, soggetti a provvedimento di espulsione.  

Nel commentare l’incontro con la stampa, il ministro Alfano ha sottolineato come, in relazione al rimpatrio dei romeni detenuti in Italia (2790, dei quali 805 scontano una pena definitiva) “le difficoltà e i ritardi riscontrati sono dovuti ad aspetti procedurali”. Il Ministro dell’Interno ha invece osservato come il Trattato europeo preveda il rimpatrio con il consenso del detenuto, consenso che non serve se c’e’ un accordo bilaterale, come nel caso dell’Italia e della Romania.

Il nodo dell’attuazione dell’accordo è stato trattato anche nel corso del primo vertice intergovernativo italo-romeno, svoltosi a Roma il 9-10 ottobre 2008, alla presenza del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del primo ministro Calin Popescu Tariceanu.

 


La cooperazione economica nel Mar Nero
(a cura del Ministero degli Affari esteri)

La Cooperazione Economica del Mar Nero è stata istituita con una dichiarazione politica adottata in occasione di un Vertice tra i Capi di Stato della regione, tenutosi ad Istanbul il 25 giugno 1992.

L’adozione di una Carta della Cooperazione Economica del Mar Nero avvenne solo nel 1998 ed il varo formale dell’organizzazione regionale l’anno successivo.

Gli Stati fondatori sono Albania, Armenia, Azerbaijan, Bulgaria, Georgia, Grecia, Moldova, Romania, Russia, Turchia ed Ucraina. Ad essi si è aggiunta la Serbia nel 2004.

L’Italia gode dello status di Osservatore, unitamente ad Austria, Bielorussia, Croazia, Egitto, Francia, Germania, Israele, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Stati Uniti e Tunisia. La Commissione dell’Unione Europea ha ottenuto tale status nel giugno 2007.

L’Italia, che detiene il predetto status dal 1995, ha tratto negli anni ottimi spunti di contatto, soprattutto in considerazione della strategica appartenenza della maggior parte dei Paesi della BSEC alle iniziative dei corridoi paneuropei n° 8 e n° 5 e del riconosciuto ruolo del nostro Paese quale terminale occidentale della rete est-ovest nel Patto di Stabilità per il sud-est europeo. Lo status di osservatore dell'Italia sarà rinnovato nel prossimo mese di giugno per un ulteriore biennio.

Oltre ai Paesi osservatori, altri Stati o OOII attuano forme di cooperazione settoriale con la BSEC. Tra questi Iran, Giordania, Ungheria, Corea del Sud, Slovenia, Montenegro, Giappone, Regno Unito e Commissione del Danubio.

 

La BSEC opera sia sul piano intergovernativo che interparlamentare. La più alta autorità decisionale è rappresentata dal Consiglio dei Ministri degli Esteri che si riunisce due volte all’anno e delibera in base al consensus, od in alternativa a maggioranza di due terzi degli Stati membri. Subordinatamente al Consiglio opera un Comitato di Alti Funzionari (CSO). È prevista un’Assemblea Parlamentare (PABSEC), di cui fanno parte 70 membri. Essa ha sede a Istanbul e si riunisce due volte l’anno per fornire supporto politico e legale all’esercizio.

Sempre a Istanbul opera un Segretariato Internazionale Permanente (PERMIS), con funzioni di organizzazione e di coordinamento.

La normale attività di coordinamento intergovernativo è affidata a numerosi Gruppi di lavoro specializzati (commercio e sviluppo economico, cooperazione nella lotta contro la criminalità, energia, trasporti, scienza e tecnologia, sanità, agricoltura e cooperazione in situazioni di emergenza).  La Presidenza dell’Organizzazione è a rotazione semestrale, ed è attualmente detenuta dalla Romania, cui subentrerà dal 1° luglio la Federazione Russa.

Particolarmente significativo è stato il rafforzamento della cooperazione tra la BSEC e l’UE, di cui è stato momento culminante il lancio della "Black Sea Synergy" avvenuto il 14 febbraio 2008 a Kiev, con la Riunione congiunta dei Ministri degli Esteri della UE e dei Paesi della Regione del Mar Nero. La "Sinergia del Mar Nero" rappresenta l’evoluzione di un processo di collaborazione tra le due Organizzazioni, partito dalla volontà di attuazione di una politica di buon vicinato (ENP European Neighbourhood Policy - per la quale l'UE manifestò a suo tempo la disponibilità ad appoggiare il processo di sviluppo nella regione del Mar Nero tramite un programma di cooperazione più intenso e mirato alla realizzazione di progetti settoriali di rilevante interesse economico-politico) e concretizzatosi nella concessione alla Commissione Europea dello Status di Paese Osservatore nel giugno 2007.

Il fatto che le recenti Presidenze dell’Organizzazione siano state o siano tuttora detenute dai tre Stati della BSEC che sono al contempo membri dell’UE (Bulgaria, Grecia, Romania) ha comportato un ulteriore impulso verso il rafforzamento della "Black Sea Synergy" e della politica di Buon Vicinato”. Di rilevante importanza e foriere di possibili sviluppi positivi appaiono le recenti interazioni tra le due Organizzazioni in settori quali gli investimenti, la piccola e media impresa, i trasporti, la sicurezza energetica, i controlli alle frontiere, la lotta al crimine organizzato e la tutela ambientale.

Di rilievo e potenziale interesse appare lo sviluppo di progetti di investimento a favore delle infrastrutture, ed in particolare per lo sviluppo generale della rete stradale della regione: il MoU sullo sviluppo coordinato del “Black Sea Highway Ring”, nonché quello sullo sviluppo delle “Motorways of the Sea” nella regione del Mar Nero, entrambi entrati in vigore nel 2009.

L’attuale Presidenza romena ha posto al vertice delle proprie priorità, oltre al rafforzamento dei legami con l’UE, soprattutto la rivitalizzazione della cooperazione economica tra i Paesi membri, con una particolare enfasi posta sulle politiche energetiche ed ambientali, nonché sulla necessità di rafforzare gli scambi commerciali e gli investimenti interregionali tra Paesi membri.

 


I principali organismi di cooperazione regionale nell’area dell’Europa sud-orientale e mediterranea
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

Per intensificare la collaborazione tra i Paesi della regione sono stati istituiti diversi organismi, che hanno come obiettivo la promozione dei rapporti bi e multi-laterali tra tali Stati, nell’ottica della realizzazione della stabilità politica e della crescita economica dell’area.

Spesso si tratta di organizzazioni governative che hanno anche una dimensione parlamentare, a cui si aggiungono organismi di carattere unicamente parlamentare.

Tra questi, si ricordano, in particolare,

·         l’Iniziativa Adriatico-Ionica (IAI)

·         il Processo di cooperazione dell’Europa Sudorientale (SEECP)

·         il Consiglio di Cooperazione Regionale (RCC)

·         il Southeast Europe Cooperative Iniziative (SECI)

·         il Segretariato Regionale per la cooperazione parlamentare nel Sud – Est Europa.

·         l’Iniziativa Centro-europea (InCE)

·         la Cooperazione Economica del Mar Nero (BSEC)

·         la Conferenza delle Commissioni parlamentari per l’integrazione europea degli Stati che partecipano al Processo di Stabilizzazione e Associazione (COSAP)

·         il Forum Parlamentare di Cettinje

·         Unione per il Mediterraneo (UpM)

 


 

INIZIATIVA ADRIATICO IONICA (IAI)

L’Iniziativa Adriatico-Ionica (IAI) è stata avviata con la Conferenza di Ancona del 19-20 maggio 2000. Agli originali membri dell’Iniziativa Adriatico-Ionica, Albania, Bosnia Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia e Slovenia, si sono aggiunti Serbia e Montenegro.

La sua istituzione si ricollega ad un’intuizione di politica estera italiana che aveva condotto, già nel 1989, alla creazione dell’Iniziativa Centro Europea (InCE),  rivolta ad un rafforzamento della dimensione regionale per assecondare, in una cornice di sicurezza, i processi di trasformazione politica ed economica dell’Europa Centrale ed Orientale avviatisi a partire dal crollo dei sistemi comunisti. Con l’istituzione della IAI si era voluta rafforzare la cooperazione regionale tra le due sponde adriatiche al fine di promuovere soluzioni concordate per problemi comuni, relativi sopratutto alla sicurezza e stabilità della regione ma anche alla protezione ambientale del bacino adriatico-ionico[26].

Dal 2008 l’attività della IAI si articola principalmente su quattro tavoli di lavoro: piccole e medie imprese; trasporti e cooperazione marittima; turismo, cultura e cooperazione inter-universitaria; ambiente.

Un forte accento è posto anche nel coinvolgimento degli enti locali nella cooperazione e nel raccordo con altre organizzazioni regionali esistenti nei Balcani, in primo luogo l’InCE, ma anche il Consiglio di Cooperazione Regionale (CCR), subentrato al Patto di Stabilità per il Sud-Est Europa, l’organizzazione della Cooperazione Economica degli Stati del Mar Nero (BSEC) e con i programmi comunitari attivi nella regione, in particolare lo Strumento di Assistenza Pre-adesione (IPA).

L’Iniziativa Adriatico Ionica, per le caratteristiche che la contraddistinguono e in particolare per l’interesse che i suoi Paesi membri nutrono nei confronti delle tematiche connesse alla tutela delle acque marittime e delle coste, si proietta in una dimensione più propriamente mediterranea. Per la sua specifica vocazione geografica e per le tematiche ad essa connesse, la IAI è destinata a fornire un valore aggiunto ai processi di stabilizzazione nell’area ed in particolare alle dinamiche di integrazione nello spazio europeo senza sovrapposizione con altre istituzioni di diverso assetto e rilevanza. La IAI si propone attualmente come nocciolo duro per la formulazione di una strategia macroregionale europea connessa appunto all’area Adriatico Ionica.

Su proposta italiana il 1° giugno 2007, a Sarajevo, i Ministri degli Esteri dei Paesi dell’Iniziativa Adriatico-Ionica hanno convenuto sulla necessità di dotare l’Iniziativa di un Segretariato Permanente (istituito nel 2008 ad Ancona).

La Dimensione parlamentare dell’Iniziativa Adriatico–Ionica è nata con la I° Riunione dei Presidenti delle Assemblee parlamentari dei Paesi membri, riunitasi a Zara nell’aprile 2001, su invito del Presidente del Parlamento croato[27]. L’Iniziativa prevede una riunione[28] annuale dei Presidenti dei Parlamenti coinvolti presso il paese che detiene la presidenza di turno (che è esercitata per il periodo compreso dal 1 giugno al 31 maggio dell’anno successivo). 

Tra gli obiettivi dell'Iniziativa Adriatica vi è inoltre quello di promuovere l'adeguamento delle legislazioni nazionali all'acquis comunitario e di favorire il Processo di Stabilizzazione e Associazione, già avviato per numerosi Paesi, in vista della futura adesione alla UE[29]. E’ auspicato altresì il raccordo di tale iniziativa parlamentare con le altre iniziative regionali come in particolare la Conferenza Parlamentare del Mar Baltico[30].

La Presidenza dell’Iniziativa dal 1° giugno 2009 al 30 maggio 2010 è stata esercitata dall’Italia. Dal 1° giugno 2010 è passata al Montenegro.

Il Parlamento italiano ha ospitato a Bari, il 29 aprile 2010, l’VIII riunione dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi aderenti all’Iniziativa Adriatico-Ionica. La riunione si è articolata in due sessioni di lavoro dedicate rispettivamente a: “Il ruolo della cooperazione parlamentare in ambito IAI nella prospettiva dell’integrazione europea dei Balcani Occidentali”  e  “La tutela e la valorizzazione del Mar Adriatico quale fattore di sviluppo culturale e turistico della Regione”.

 

SOUTH EAST EUROPEAN COOPERATION PROCESS (SEECP)

Il South-East European Cooperation Process (SEECP) è nato a Sofia nel 1996 come iniziativa di cooperazione regionale su impulso dei Ministri degli Esteri dei Paesi dell’Europa sud-orientale. Ne sono attualmente membri 12 Paesi: Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Grecia, Macedonia, Moldavia, Montenegro, Romania, Serbia, Slovenia (dal giugno 2010), Turchia. L’Iniziativa si propone di realizzare il rafforzamento delle relazioni di buon vicinato tra i Paesi dell’Europa Sud Orientale al fine di creare un’area di pace, stabilità, sicurezza e collaborazione, nonché la piena integrazione della regione nelle strutture europee ed euro-atlantiche. La cooperazione fra i Paesi membri si estende ai settori della sicurezza e stabilità, dello sviluppo economico e ambientale, della promozione della cooperazione umanitaria, sociale e culturale, nonché della lotta al crimine organizzato, al terrorismo, al traffico illegale della droga, armi ed esseri umani.

Il SEECP mantiene stretti contatti con Organizzazioni Internazionali ed altri organismi di cooperazione regionale; rappresentanti di ONU, UE, OSCE, InCE, BSEC, Banca Mondiale e Patto di Stabilità assistono alle riunioni.

I Capi di Stato dei Paesi membri si riuniscono una volta l’anno; il Vertice è presieduto dal Capo di Governo del Paese ospitante. Gli incontri dei rappresentanti dei Ministri degli Esteri costituiscono il forum principale della promozione degli obiettivi del Processo ed hanno luogo quattro volte all’anno nel Paese che detiene la Presidenza. La Presidenza SEECP è a rotazione annuale, mentre le funzioni di segretariato sono assicurate dal Consiglio di Cooperazione Regionale. La presidenza 2009-2010 è stata esercitata dalla Turchia; nel 2010-2011 è stata assunta dal Montenegro.


 

CONSIGLIO DI COOPERAZIONE REGIONALE

Regional Cooperation Council – RCC(ex Patto di Stabilità per il Sud Est Europa)

Il Consiglio di cooperazione regionale (RCC – Regional Cooperation Council) opera come struttura di sostegno alla cooperazione regionale tra i Paesi dell’Europa sud orientale. Esso è succeduto al Patto di Stabilità per il Sud est Europa, e ha avviato ufficialmente le sue attività nel febbraio 2008.

I membri del Consiglio[31] sono i Paesi SEECP e UNMIK/Kosovo (ai sensi della Risoluzione 1244 UNSCR), l’Unione Europea rappresentata dalla Troika (intesa come la Presidenza UE, la Commmissione Europea e il Segretariato del Consiglio dell’Unione europea) e tutti i Paesi donatori, le organizzazioni internazionali e le istituzioni finanziarie internazionali impegnati attivamente e in modo sostanziale nella cooperazione regionale in Sud Est Europa, tra cui l’Italia.

Il Patto di Stabilità per il Sud est Europa era stato creato nel 1999, dietro iniziativa dell’Unione Europea, con decine di firmatari tra Stati e Organizzazioni Internazionali che si impegnarono a sostenere i Paesi dell’Europa Sud-Orientale nei loro sforzi e nelle loro riforme verso una pace sostenibile, uno sviluppo democratico e un benessere economico tali da garantire la stabilità dell’area nel lungo periodo. Si trattava, in sostanza, di una forma di cooperazione regionale attraverso la quale gli Stati membri dell'Unione, la Commissione Europea, gli Stati della regione, la Russia, gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone, varie istituzioni finanziarie ed organizzazioni internazionali partecipavano al consolidamento della pace e della stabilità nella regione. Il funzionamento del Patto si basava sulla conclusione di accordi di buon vicinato tra gli Stati dell'Europa Sud-Orientale; il suo lavoro si strutturava in un gruppo regionale (presieduto dal coordinatore speciale) che comprendeva tre sottogruppi: il primo per la democratizzazione ed i diritti dell'uomo, il secondo per la ricostruzione, la cooperazione e lo sviluppo economico ed il terzo per le questioni relative alla sicurezza. Si istituiva quindi un meccanismo di coordinamento per le politiche dei diversi attori impegnati nella regione balcanica, sancendo l’impegno politico assunto dai soggetti che avevano sottoscritto il Patto stesso.

L’Italia ha partecipato in maniera significativa alle attività del Patto di Stabilità, sia sul piano finanziario, dove risultava tra i primi donatori bilaterali, sia in termini di risorse umane.

Nel maggio 2006 si è deciso di sostituire lo strumento del Patto di Stabilità con l’istituzionalizzazione di un “Consiglio per la Cooperazione Regionale”, composto dai Paesi dell’Europa Sud-Orientale precedentemente beneficiari del Patto. Tale orientamento riflette la richiesta di “responsabilizzazione” avanzata dai Paesi in questione e offre dunque risposta alla loro volontà di passare da una fase “paternalistica” ad una maggiormente attiva e responsabile nella gestione della operazione regionale nell’area. Le attività del Consiglio di Cooperazione Regionale sono state avviate formalmente nel 2008, contemporaneamente alla chiusura ufficiale del Patto di Stabilità.

Il Consiglio sostiene la cooperazione regionale nel sud est Europa, promuove l’integrazione europea ed euro-atlantica della regione e fornisce al Processo di Cooperazione Sud Est Europeo (SEECP, South-East European Cooperation Process)  sostegno operativo attraverso il proprio segretariato.

Si occupa prioritariamente delle seguenti aree tematiche:

- Sviluppo economico e sociale: commercio regionale e investimenti, in particolare l’attuazione dell’accordo di libero scambio (CEFTA, Central European Free Trade Agreement del 2006) e del quadro regionale per gli investimenti, in coordinamento anche con il settore privato e accompagnata da politiche sociali adeguate.

- Infrastrutture: trasporti, in particolare i principali corridoi di trasporto, energia, ambiente, spazio aereo, information e communication technology.

- Giustizia e affari interni: soprattutto lotta al crimine organizzato e alla corruzione, compreso il sostegno ad una cooperazone rafforzata attraverso il SECI (vedi infra) Regional Centre for Combating Transborder Crime e tra questo e Europol.

- Cooperazione in ambito di sicurezza: riforma del settore di sicurezza, conversione militare, controllo della diffusione illecita di armi leggere e rafforzamento del controllo civile sulle forze armate.

- Rafforzamento del capitale umano: educazione, ricerca e scienza, rafforzamento della capacita’ amminstrativa in questi settori

- Cooperazione parlamentare come tema trasversale per sostenere la cooperazione nella aree summenzionate.

Il Consiglio di Cooperazione Regionale coopera anche con le altre organizzazioni ed iniziative operanti nel Sud Est Europa, tra cui l’Iniziativa Centro Europea (InCE), con cui agli inizi del 2009 ha anche negoziato un “memorandum of understanding” per rafforzare la reciproca collaborazione, e con l’Iniziativa Adriatico Ionica (IAI).

Il Consiglio è guidato da un Segretario Generale, Hido Biščevic, ex Segretario di stato presso il Ministero degli Esteri in Croazia, ed è assistito da un Segretariato con sede a Sarajevo. Il Consiglio dispone anche di un ufficio di collegamento a Bruxelles. Il Segretariato sostiene il Consiglio e il SEECP nello svolgimento delle loro funzioni. Dispone di un bilancio annuale di circa 3 milioni di Euro, finanziato per un terzo dai paesi SEECP (Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Grecia, Moldavia, Montenegro, Romania, Serbia, Turchia) più UNMIK/Kossovo nei termini della Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per un terzo dalla Commissione Europea e per un terzo da altri donatori internazionali.

La base legale del RCC è rappresentata da un accordo di sede (Host Country Agreement) firmato a Plovdiv il 14 settembre 2007 tra la Bosnia Erzegovina, paese ospitante, e i paesi SEECP più UNMIK/Kossovo (ex Risoluzione 1244 UNSCR). Un secondo accordo è stato negoziato tra il Segretario Generale del RCC ed il Belgio per regolamentare lo status dell’ufficio di collegamento del RCC a Bruxelles. Le funzioni del Consiglio di Cooperazione Regionale sono definite in dettaglio nel suo Statuto, approvato nel maggio 2007.

Il Consiglio si riunisce annualmente, a livello di Senior Civil Servants, a latere del Summit annuale del SEECP, per garantire il coordinamento strategico e lo sviluppo dei processi di cooperazione regionale, approvare il rapporto annuale del Segretario Generale RCC e il programma strategico per l’anno successivo.

Il Board del Consiglio[32], composto dai membri RCC che contribuiscono al bilancio del Segretariato, cioè Paesi SEECP e UNMIK/Kosovo (ai sensi della Risoluzione 1244 UNSCR) più diversi Paesi donatori e dall’Unione Europea, si riunisce quattro volte l’anno per garantire continuità di indirizzo e supervisione.

 

 

 

SOUTHEAST EUROPE COOPERATIVE INIZIATIVE (SECI)

La Southeast Europe Cooperative Initiative è un’associazione regionale nata nel 1996 sulla base di un’intesa tra Stati Uniti e Unione Europea per incoraggiare la collaborazione tra gli stati membri SECI (Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Grecia, Macedonia, Moldavia, Montenegro, Romania, Slovenia, Serbia, Turchia, Ungheria) e agevolarne l’integrazione nelle strutture europee. L’obiettivo di tale iniziativa è quello di aumentare la stabilità regionale attraverso lo sviluppo della cooperazione tra i Paesi della Regione. L’intento è che gli Stati partecipanti si attivino al fine di migliorare il sistema di scambio di informazioni, pianificare programmi interstatali e attrarre capitali privati reperendo fonti di finanziamento necessarie allo sviluppo della regione. L’Italia partecipa come osservatore permanente. L’iniziativa ha dato vita ad un centro votato alla collaborazione nel settore sicurezza, il SECI Regional Centre for Combating Transborder Crime (http://www.secicenter.org).

 

IL SEGRETARIATO REGIONALE PER LA COOPERAZIONE PARLAMENTARE NEL SUD – EST EUROPA

(Regional Secretariat for Parliamentary Cooperation in South East Europe)

Il Segretariato Regionale rappresenta la dimensione parlamentare del South-East European Cooperation Process (SEECP) e,di fatto, quella del Consiglio di Cooperazione Regionale (esercizio di cooperazione regionale che ha sostituito il Patto di Stabilità)

I Parlamenti membri sono quelli di Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Grecia,  Macedonia,  Moldova, Montenegro, Serbia, Romania,  Slovenia, Turchia. 

Il Segretariato Regionale per la cooperazione parlamentare nell’Europa Sudorientale è stato istituito a seguito della VI Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti SEECP (15-17 aprile 2007) con lo scopo di aiutare ad intensificare la cooperazione parlamentare regionale a tutti i livelli, assicurando il coordinamento ed il supporto politico per la formulazione ed attuazione delle attività regionali.

L’ultima Conferenza dei Presidenti, l’8°, si è svolta ad Antalya (Turchia) il 7 giugno 2010. A conclusione della riunione è stata adottata una dichiarazione finale nella quale si ribadisce, tra l’altro, l’impegno per  un futuro euro-atlantico da parte di tutti i paesi membri. Si sottolinea, altresì, la necessità di rafforzare i contatti con gli altri organismi di cooperazione regionale, tra cui la COSAP e l’InCE ed il CCR. E’ stato inoltre deciso di istituire un gruppo di lavoro con il compito di valutare le modalità per l’istituzione futura di una Assemblea Parlamentare degli Stati membri del SEECP

Il Regional Secretariat for Parliamentary Cooperation in South East Europe, dispone di un Segretariato presso l’Assemblea Nazionale bulgara (con sede, quindi, a Sofia), che agisce anche come rete di informazione tra i Parlamenti della regione, mirando a rafforzarne l’efficienza democratica e la cooperazione bi e multi-laterale. Agisce in stretto raccordo con il SEECP, con l’RCC, nonchè con i coordinatori nazionali, designati dai Parlamenti degli Stati dell’Europa Sudorientale.

Redige il progetto di Programma annuale di cooperazione parlamentare per l’Europa Sudorientale, che viene poi presentato dalla Presidenza SEECP e adottato dalla Conferenza annuale dei Presidenti dei Parlamenti SEECP.

 

INIZIATIVA CENTRO EUROPEA (InCE)

Nel 1989, su impulso italiano, è stata creata l’Iniziativa Centro Europea (InCE), con sede del relativo Segretariato a Trieste.

L’INCE, il cui scopo in origine era quello di dare una prima risposta da parte di alcuni paesi occidentali alla richiesta di alcuni paesi dell’ex area di influenza sovietica di avvicinarsi all'Europa occidentale, si propone oggi come parte attiva del processo di integrazione europea dei Paesi membri che ne sono ancora esclusi (ovvero, Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Ex Repubblica Yugoslava di Macedonia, Montenegro, Serbia e Bielorussia, Moldova e Ucraina) e mira quindi a rafforzare la collaborazione con le istituzioni dell’Unione Europea e a promuovere al suo interno una cooperazione a largo raggio.

Fanno parte dell’INCE 18 Paesi[33] (Albania, Austria, Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Italia, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Moldova, Montenegro, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Ucraina, Ungheria), ai quali spetta a turno la Presidenza.

Nel 2010 la Presidenza è stata esercitata dal Montenegro e nel 2011 è passata alla Serbia.

I Capi di Governo si riuniscono di norma una volta l'anno, in autunno, per definire, tra l’altro, i principi e gli obiettivi dell’Iniziativa, e per l'approvazione delle linee guida dell'attività dell'INCE. Sono altresì previste riunioni periodiche dei Ministri degli esteri, dei Ministri di settore e dei Coordinatori Nazionali.

Oltre alla dimensione governativa, l’INCE ha anche una dimensione parlamentare ed economica[34].

In particolare, l'Assemblea parlamentare, nata per impulso autonomo dei Parlamenti di alcuni dei paesi membri[35], ha come obiettivo il rafforzamento della cooperazione multilaterale tra gli Stati membri dell’INCE a livello parlamentare, della partecipazione di tutti gli Stati membri al processo di integrazione europea, promuovendo la cooperazione economica e la tutela dell’ambiente conformemente al principio dello sviluppo sostenibile.

Si riunisce di norma in autunno, almeno 15 giorni prima del Vertice dei Capi di Governo. La presidenza segue il principio della rotazione, che coincide con l'ordine di rotazione della presidenza della Dimensione governativa, ed è esercitata dal Presidente della rispettiva Delegazione nazionale. La Presidenza di turno, quella dell'anno precedente e del successivo formano la cosiddetta Troika.

L’Assemblea si compone di delegazioni dei Parlamenti nazionali che comprendono da un minimo di 3 ad un massimo di 7 parlamentari in proporzione alla popolazione dei paesi membri. L'Assemblea è composta da 81 membri in rappresentanza degli Stati membri. All'interno dell'Assemblea non sono costituiti gruppi politici.

 

COOPERAZIONE ECONOMICA DEL MAR NERO (BSEC)

La Cooperazione economica del Mar Nero (Black Sea Economic Cooperation, BSEC), prende avvio nel 1992 con la Dichiarazione di Istanbul siglata da 11 Paesi[36] ovvero, Albania, Armenia, Azerbaigian, Bulgaria, Georgia, Grecia  Moldavia, Romania, Russia, Turchia, Ucraina (cui si è aggiunta la Serbia nel 2004, allora come Serbia e Montenegro[37]). Nella Dichiarazione si indicano quali obiettivi dell’iniziativa la sicurezza, la stabilità e lo sviluppo dei Paesi della regione da realizzare attraverso la promozione della cooperazione economica regionale.

Dal 1999 l’organizzazione è un soggetto legale internazionale e ha assunto il nome di Organizzazione della Cooperazione Economica del Mar Nero. La sede dell’organizzazione, il Segretariato Internazionale Permanente dell’Organizzazione della Cooperazione Economica del Mar Nero creato nel 1994, è ad Istanbul. La presidenza è semestrale; dal 1 gennaio 2011 al 30 giugno 2011 è esercitata dalla Romania.

Paesi “osservatori” sono: Austria, Bielorussia, Croazia, Repubblica Ceca,  Egitto, Francia, Germania, Israele, Italia, Polonia, Slovacchia, Tunisia, Stati Uniti. La BSEC promuove anche un “dialogo settoriale” con quei paesi (ma anche  organizzazioni internazionali e istituzioni) che sono  interessare a cooperare su varie materie di interesse reciproco; i paesi con i quali ha avviato un dialogo settoriale sono: Ungheria, Iran, Giordania, Montenegro, Gran Bretagna.

La regione è una zona strategica per il petrolio e il gas naturale, oltre ad essere un corridoio per gli scambi economici tra Europa e Asia.

L’Assemblea parlamentare della Cooperazione economica del Mar Nero (PABSEC) costituisce la dimensione parlamentare della Cooperazione economica del Mar Nero (BSEC), e prende avvio nel 1993 quando i rappresentanti di Albania, Armenia, Azerbaijian, Bulgaria, Georgia, Grecia, Moldova, Romania, Russia, Turchia e Ucraina decisero di costituire l’Assemblea Parlamentare dell’organo. Ad essi si è poi aggiunta la Serbia. L’Assemblea è un organo consultivo della BSEC[38]. L’obiettivo della cooperazione parlamentare è di promuovere la comprensione e la diffusione da parte dei cittadini degli ideali e degli obiettivi della Cooperazione; di sostenere le iniziative intergovernative dell’organismo e di fornire il supporto giuridico necessario ai fini della realizzazione della cooperazione politica, economica, sociale e culturale tra i paesi membri; di adottare la normativa necessaria per l’attuazione delle decisioni prese a livello della dimensione governativa della BSEC. Rientrano, infine, tra le finalità della PABSEC l’assistenza ai parlamenti nazionali per il rafforzamento delle strutture democratiche, la stabilità politica della regione del Mar Nero, oltre che la promozione della cooperazione con le altre organizzazioni internazionali e regionali.

L’Assemblea si compone di 76 parlamentari in rappresentanza dei 12 Paesi membri del BSEC. L’Assemblea del popolo egiziano, il Parlamento francese, il Bundestag tedesco, la Knesset israeliana, l’Assemblea Nazionale francese ed il Senato francese, il Consiglio nazionale della Repubblica Slovacca e l’Assemblea Nazionale della Bielorussia godono dello status di osservatore.

L’Assemblea si riunisce in plenaria due volte all’anno nel Paese del Presidente del Parlamento che ricopre, in base ad una rotazione semestrale, la Presidenza di turno della PABSEC (dal 4 novembre 2010 la Presidenza è stata assunta da Mr. Volodymyr Lytvyn, Presidente del Parlamento ucraino).A conclusione delle sessioni possono essere adottate raccomandazioni, decisioni o dichiarazioni a maggioranza assoluta dei voti.

All’interno dell’Assemblea operano tre Commissioni rispettivamente dedicate agli Affari economici e ambientali, agli Affari politici e giuridici, agli Affari culturali e sociali. Le Commissioni si riuniscono periodicamente per discutere su problemi di interesse della regione e presentano una relazione all’Assemblea Generale. Al suo interno opera, altresì, un Comitato permanente di cui fanno parte i capi delle delegazioni nazionali, i membri dell’Ufficio di Presidenza e i Presidenti delle tre Commissioni di merito. Il Comitato assicura il coordinamento delle attività delle tre Commissioni di merito e tra il BSEC e la PABSEC (tutti i documenti adottati vengono trasmessi al BSEC), nonché la supervisione dell’attività dell’Assemblea.

Vengono altresì organizzati seminari e conferenze ad hoc sui problemi delle democrazie emergenti della regione del Mar Nero. Le lingue ufficiali sono l’inglese, il francese, il russo e il turco. I documenti e la corrispondenza sono in  inglese. Il Segretariato dalla PABSEC ha sede ad Istanbul.

L’Assemblea intrattiene rapporti anche con altre assemblee interparlamentari tra cui il Parlamento europeo, le Assemblee parlamentari del CdE, dell’OSCE, della NATO, della UEO e con la UIP. Sono stati presi inoltre contatti, tra gli altri, con l’Assemblea parlamentare del Patto di stabilità per il sud-est europeo, del Consiglio Nordico, con la Conferenza parlamentare del Mar Baltico e con la Rete Parlamentare della Banca Mondiale.

L’Assemblea ha peraltro rafforzato la cooperazione con l’Assemblea parlamentare dell’INCE. Le due Assemblee godono infatti dello status di osservatore su base di reciprocità. Tale status è stato poi codificato nel nuovo Regolamento della Dimensione parlamentare del’INCE del 2005.

Da segnalare, infine, che nel quadro di un’azione coordinata con le altre forme di cooperazione regionale, in occasione della 3a Riunione dei Presidenti delle Assemblee parlamentari dei paesi membri dell’Iniziativa Adriatico-ionica che si è svolta a Ravenna nel maggio 2003, sono stati invitati in qualità di osservatori, ai fini di sviluppare ulteriormente i profili di collaborazione, i Presidenti in carica della Conferenza Parlamentare del Mar Baltico e dell’Assemblea parlamentare della Cooperazione economica del Mar Nero.

 

COSAP

(Commissioni parlamentari per l’integrazione europea degli Stati che partecipano al Processo di Stabilizzazione e Associazione)

Le Commissioni parlamentari per l’integrazione europea degli Stati che partecipano al Processo di Stabilizzazione e Associazione (PSA) con l’Unione europea (Albania, Bosnia Erzegovina, Croazia, Macedonia, Montenegro, Serbia) si sono riunite a Sarajevo il 16-18 giugno 2005 ed hanno convenuto di riunirsi periodicamente, dando vita ad una Conferenza (la COSAP appunto), organizzata su modello della COSAC (Conferenza degli Organismi Specializzati per gli Affari Comunitari), con lo scopo di promuovere le riforme interne necessarie per favorire l’adesione all’Unione europea. Alle riunioni sono invitati anche i componenti delle Commissioni affari esteri dei Paesi membri UE.

In quell’occasione è stato adottato un regolamento procedurale, in base al quale la Conferenza ha una Presidenza a rotazione, secondo un criterio alfabetico, mentre una troika – composta dai Presidenti delle Commissioni parlamentari per l’integrazione europea precedente, attuale e futuro – assicura il coordinamento delle attività. Il regolamento stabilisce, altresì, che la Conferenza svolga almeno due riunioni annuali su temi relativi all’allargamento dell’UE e allo sviluppo del processo di stabilizzazione ed associazione. Le riunioni sono programmate tenendo anche presente l’agenda della COSAC. Inoltre, le Commissioni parlamentari per l’integrazione europea dovranno informare i rispettivi Parlamenti delle iniziative assunte in ambito COSAP.

Si ricorda che la Conferenza degli organismi specializzati negli affari comunitari ed europei dei Parlamenti dell'Unione europea (COSAC) è stata istituita dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee parlamentari dei Paesi membri della Comunità europea, che si è svolta a Madrid nel maggio 1989, al fine di rafforzare il ruolo dei Parlamenti nazionali nel processo comunitario mediante riunioni periodiche degli organismi specializzati negli affari europei e comunitari. La COSAC è composta da sei membri degli organismi specializzati negli affari comunitari ed europei di ogni Parlamento dell’UE e da sei membri in rappresentanza del Parlamento europeo. Essa si riunisce ordinariamente ogni sei mesi nello Stato membro che detiene la Presidenza del Consiglio dell'Unione europea; è fatta salva la possibilità di procedere a riunioni straordinarie in caso di necessità. Le riunioni plenarie sono precedute da una riunione preparatoria della troika, che comprende i rappresentanti del Parlamento dello Stato membro che esercita il turno di Presidenza dell’UE, di quello che lo ha esercitato nel semestre precedente, di quello che lo eserciterà nel semestre successivo e del rappresentante del Parlamento europeo[39].

La V riunione della COSAP si è svolta a Belgrado il 23 e 24 novembre 2009. La Camera è stata invitata a partecipare ed è stata rappresentata da Alessandro Maran (PD). Al termine della riunione è stata adottata una dichiarazione congiunta.

In precedenza si sono svolte quattro riunioni COSAP: la prima a Sarajevo (16-18 giugno 2005); la seconda a Zagabria (5-6 Marzo 2006), la terza a Skopje (13-14 Dicembre 2006) e la quarta a Cetinje (27 marzo 2009).

Durante la prima riunione – nel corso della quale è stata appunto istituita la Conferenza – i paesi partecipanti hanno auspicato il proseguimento dell’impegno da parte dell’Unione europea nel processo di allargamento.

Il secondo incontro si è incentrato sul ruolo ed il funzionamento della Conferenza e sulla cooperazione tra i Parlamenti dei Paesi componenti, attraverso le riunioni congiunte in esame. Inoltre, i partecipanti hanno individuato nella stretta cooperazione tra COSAP e COSAC la chiave per rafforzare in via generale il ruolo dei Parlamenti nazionali nel quadro  delle attività finalizzate all’integrazione dei Paesi dei Balcani nell’UE. A tal fine la COSAP ha auspicato l’istituzionalizzazione di forme di dialogo e riunioni periodiche con la COSAC.

La terza riunione ha avuto ad oggetto i temi del processo di allargamento e della capacità di integrazione dell’Unione europea. Futuri allargamenti dovranno realizzarsi attraverso criteri prestabiliti, incentivando il proseguimento del processo di riforme ed il rafforzamento della capacità istituzionale e democratica dei Paesi aderenti al PSA. Dovranno, inoltre, essere incoraggiati il dialogo e la mutua cooperazione tra questi ultimi e i membri del Parlamento europeo, per promuovere l’individuazione di un sistema di giuridico per combattere la corruzione e altre forme di crimine organizzato. Infine, i partecipanti hanno accolto con favore il processo avviato dal Patto di Stabilità per l’Europa Sud Orientale verso la creazione di un Consiglio di cooperazione regionale, sostenendo altresì le iniziative assunte per l’istituzione di un Segretariato regionale, quale strumento per assicurare ulteriori sviluppi nel processo di cooperazione parlamentare nella regione.

Si segnala che la Camera non era stata invitata a tali riunioni COSAP.

Infine, la IV Conferenza, svoltasi congiuntamente all’8° Riunione del Forum parlamentare di Cetinje (vedi infra), è stata dedicata al ruolo delle Commissioni per l’integrazione europea dei Parlamenti degli Stati candidati e potenziali candidati e all’impatto della crisi globale nella regione balcanica. A quest’ultima riunione, è stata per la prima volta invitata a partecipare anche la Camera, che è stata rappresentata dall’on. Alessandro Maran. Al termine della IV Conferenza è stata approvata una dichiarazione congiunta.

 

FORUM PARLAMENTARE DI CETINJE

Il Forum Parlamentare di Cetinje (capitale storica del Montenegro) è un’iniziativa promossa nel febbraio 2004 dall’allora Parlamento serbo-montenegrino, unitamente all’Assemblea della Repubblica del Montenegro, per incoraggiare e promuovere il dialogo parlamentare e la cooperazione tra i Paesi della regione nelle materie di comune interesse. Sono invitati in veste di partecipanti: Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Romania, Croazia, Montenegro, Serbia. In qualità di osservatori Grecia, Italia, Norvegia, Polonia, Slovenia e regno Unito oltre all’OSCE, CdE, Parlamento europeo.

Inizialmente, da parte montenegrina era stato proposto di collegare il Forum Parlamentare di Cetinje alla dimensione parlamentare dell’Iniziativa Adriatico-Ionica promuovendo incontri a livello di Presidenti e dicomponenti delle Commissioni dei Parlamenti dei Paesi aderenti all’Iniziativa Adriatico-Ionica. Così, le riunioni che hanno avuto luogo tra il settembre 2004 e il maggio 2005 (ovvero dalla 2° alla 6° riunione) sono state agganciate a riunioni dei componenti delle  Commissioni di merito in ambito IAI.

Tuttavia, successivamente, è venuto meno l’aggancio alla dimensione parlamentare dell’Inizitiva Adriatico – Ionica. L’orientamento attuale seguito dal Parlamento montenegrino è di promuovere il Forum Parlamentare di Cetinje come iniziativa regionale autoctona, per favorire i contatti e la cooperazione parlamentare dei paesi della regione, procedendo di volta in volta ad una eventuale convocazione del Forum agganciandolo alle iniziative parlamentari multilaterali che il Parlamento del Montenegro si appresta ad ospitare secondo varie formule: o convocando il Forum stesso per una riunione o coinvolgendolo come partner di un evento. 

Si segnala che la Camera dei deputati è stata rappresentata alle riunioni di settembre 2004, del dicembre 2004, di febbraio 2005, di aprile 2005, di maggio 2005, ovvero dalla 2° alla 6° riunione del Forum. Non ha invece partecipato alla 7° riunione del Forum che ha avuto luogo dal 16 al 19 novembre 2007.

Si segnala che l’8° riunione del Forum si è svolta il 27 marzo 2009 a Cetinje in concomitanza della IV Conferenza COSAP. La Camera è stata rappresentata dall’On. Alessandro Maran. La 9° riunione del Forum si è svolta il 26 aprile 2010 a Cetinje in concomitanza della riunione della Commissione Parlamentare dell’InCE.

 

UNIONE PER IL MEDITERRANEO (UpM)

Membri dell’UpM sono i 27 paesi UE, la Commissione europea e 16 paesi del Mediterraneo: Albania, Austria, Algeria, Bosnia Erzegovina, Croazia, Belgium, Bulgaria, Cyprus, Denmark, Estonia, France, Greece, Israel, The Czech Republic, Egypt, Finland, Germany, Hungary, Italy, Latvia, Lithuania, Malta, Monaco, Morocco, Portugal, Romania, Slovenia, Sweden, Tunisia, The United Kingdom, The Palestinian Authority, Jordan, Lebanon, Luxemburg, Mauritania, Montenegro, The Netherlands, Poland, Republic of Ireland, Slovakia, Spain, Syria, Turkey.

La creazione di una Unione per il Mediterraneo, istituita con il Vertice di Parigi (luglio 2008), ha rappresentato la più recente evoluzione delle relazioni euro-mediterranee, che ha assorbito il Processo di Barcellona (1995). L’Unione per il Mediterraneo copre un quadro esteso di collaborazione, che riguarda soprattutto i volet politico e di sicurezza, economico-finanziario e socio-culturale e umano, che già caratterizzavano il precedente Partenariato Euromed. Il rafforzamento della cooperazione regionale e multilaterale rappresenta uno strumento prioritario ai fini della pace, della stabilità e dello sviluppo economico, politico e sociale dei Paesi della regione.

L’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP-UpM) precedentemente denominata Assemblea parlamentare euro-mediterranea (APEM), la cui seduta inaugurale si è svolta ad Atene il 22 e 23 marzo 2004, costituisce il volet parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo già previsto al punto V del Programma di lavoro annesso alla Dichiarazione di Barcellona del 27 novembre 1995, che indicava l’opportunità di istituire un dialogo parlamentare permanente tra le due sponde del Mediterraneo.

L’APEM era stata istituita a Napoli, nel dicembre 2003, su impulso del Governo e del Parlamento italiano nel quadro del semestre di Presidenza italiana dell’Unione europea.

La Sessione Plenaria dell’Assemblea si è svolta il 3-4 marzo 2011, presso la Camera dei deputati, a conclusione dell’anno di Presidenza del Parlamento italiano (marzo 2010 – marzo 2011). La Presidenza è ora passata al Parlamento marocchino.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Profili biografici

(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

 

 


Emil Boc
Primo Ministro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Emil Boc, in carica dal 22 dicembre 2008, è nato il 6 settembre 1966 nel villaggio di Răchiţele, vicino a Cluj-Napoca (municipio del nord-ovest della Romania e vecchia capitale della Transilvania, a 440 kilometri da Bucarest). E' sposato e ha due figlie.

Si laurea nel 1991 in Storia e Filosofia, nel 1995 in Giurisprudenza e nel 2000 consegue il dottorato in Scienze Politiche presso l’Università di Cluj-Napoca. Insegna come assistente presso l’Università di Babeş-Bolyai.

Viene eletto deputato per la prima volta nel 2000 e dal 2001 al 2004 è Vice Presidente del Comitato Legale della Camera dei Deputati. Nel 2003 diviene Vice Presidente del Comitato parlamentare incaricato di rivedere la Costituzione romena.

Dal 2003 al 2007 è presidente esecutivo del Partito Democratico Liberale, di cui dal 2003 al 2004 assume anche la funzione di capogruppo alla Camera dei Deputati. Nel dicembre 2007 viene eletto Presidente del partito Democratico Liberale.

Nel 2004 viene eletto sindaco di Cluj-Napoca, carica che mantiene fino alla nomina a Primo Ministro.

Designato Primo Ministro dal Presidente della Repubblica Basescu (leader dello stesso Partito Democratico Liberale), ha guidato dal 22 dicembre 2008 una coalizione di governo con il Partito Socialdemocratico. Dal 22 dicembre 2009 guida un nuovo Governo, questa volta senza il sostegno del Partito Social Democratico.

Dal 22 aprile 2011 ha assunto l'interim di Ministro del Lavoro.


Markó Béla
Vice Primo Ministro

[40]

 

Nato l’ 8 settembre 1951 a Targu Secuiesc, e’ sposato e ha tre figli. Parla fluentemente inglese, francese, russo e ungherese.

 

Studi:

Nel 1974 consegue la laurea presso l’Università di Babes-Bolyai di Cluj – Facoltà di Filologia.

 

Carriera politica:

 

1989: membro fondatore e Vice Presidente dell’Organizzazione UDMR - Mures

1990: senatore, rieletto nel 1992, 1996, 2000, 2004 e 2008;

1990-1992: membro della Commissione per la Cultura del Senato

1992-1996: membro della Commissione di Politica Estera nonché della Commissione di Cultura del Senato

1991-1992: Presidente del Gruppo UDMR del Senato

1993: Presidente dell’Unione Democratica dei Magiari di Romania (UDMR), rieletto nel 1995, 1999, 2003 e 2007

2004-2007: Vice Primo Ministro e Ministro di Stato per il coordinamento delle attività inerenti al settore della cultura, istruzione ed integrazione europea

 

Organizzazioni professionali:

 

dal 1978: membro dell’Unione degli Scrittori della Romania

dal 1990: membro dell’Unione degli Scrittori dell’Ungheria

 

E’ autore di 20 libri di poesia in lingua ungherese nonché varie pubblicazioni di letteratura. Gli sono state inoltre attribuiti diversi premi e onorificenze da varie organizzazioni nazionali ed internazionali.

 

Attualmente ricopre l’incarico di Vice Primo Ministro del Governo Boc.

 

 

 

 


Traian Constantin Igas
Ministro dell’Interno

[41]

Traian Constantin Igaş

 

È nato il 29 settembre 1968 a Cristian, in provincia di Sibiu, è sposato e ha due figlie. Parla fluentemente italiano e tedesco.

 

Si laurea in giurisprudenza presso l’Università “Vasile Goldis” di Arad, Facoltà di Diritto, e in seguito consegue il dottorato in “Finanze nella Pubblica Amministrazione” presso l’Università “Aurel Vlaicu”, Facoltà di Scienze ed Economia. Nel 2007 frequenta corsi post-universitari presso il Collegio Nazionale di Difesa.

 

Inizia a lavorare come Amministratore dell’Organizzazione “La Gioventù Libera di Arad” (1990-1995) e successivamente ricopre incarichi di alto profilo presso due società italiane: Direttore della SC Astralegno SRL (1996-2000) e Amministratore della SC Costello 2000 SRL.

 

Nel 2004 viene eletto deputato nel Parlamento della Romania nelle liste del Partito Democratico e, per tutta la durata del mandato, svolge la funzione di Vicepresidente della Commissione per la Pubblica Amministrazione, Gestione Territoriale ed Equilibrio Ecologico.

 

Diventa membro del Senato (2008) ove dirige il Gruppo Democratico – Liberale, fino al 27 settembre 2010, quando subentra al Ministro dell’Interno Vasile Blaga a seguito delle dimissioni di quest’ultimo.


Cătălin Marian Predoiu
Ministro della Giustizia

[42]

 

È nato il 27 agosto 1968 a Buzau, è sposato e ha due figli. Parla fluentemente inglese e francese.

Si laurea in Giurisprudenza nel 1991 presso l’Università di Bucarest, Facoltà di Diritto, ove nel 2004 consegue anche il dottorato in Diritto Commerciale summa cum laudae. Frequenta presso l’Ordine degli Avvocati di Caen, in Francia, i corsi del “Programma d’istruzione nella pratica del diritto commerciale” (2004).

Intraprende la carriera professionale come avvocato, iscrivendosi presso l’Albo degli Avvocati di Bucarest (1991-1995). Successivamente diviene Fondatore socio della SCA Racoti Predoiu (1995-2005) e avvocato socio della SCA Zamfirescu Racoti Predoiu (dal 2005).

Contemporaneamente svolge attività di insegnamento in Diritto Commerciale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bucarest (1994-2007).

E’ altresì membro delle seguenti Associazioni professionali: Albo degli Avvocati di Romania (dal 1991), Unione Nazionale degli Albi degli Avvocati di Romania (dal 1991), “International Bar Association” (dal 1999), Commissione Permanente dell’Unione Nazionale degli Albi degli Avvocati di Romania (dal 2007).

Il 29 febbraio 2008 riceve la nomina di Ministro della Giustizia nel Governo Tariceanu e, nello stesso anno, si candida senza successo al Parlamento della Romania nelle liste del Partito Nazionale Liberale, formazione politica dalla quale esce il 19 dicembre 2008, in seguito alla decisione di accettare la proposta del nuovo Primo Ministro Boc di proseguire la sua attività ministeriale.

Rimane quindi in carica per un nuovo mandato da Ministro della Giustizia, ricoprendo tutt’oggi le stesse funzioni.

E’ inoltre autore di numerose pubblicazioni scientifiche.

 

 


Valeriu Stefan Zgonea
Vicepresidente della Camera dei Deputati

[43]

 

Nato il 3 settembre 1967 a Craiova, provincia di Dolj, è sposato ed ha un figlio.

 

Studi:

1993: consegue la laurea presso l’Istituto Nazionale di Costruzioni di Bucarest

2000: corsi postuniversitari

2006: master – Collegio Nazionale per la Difesa

2007: master – Collegio Superiore di Sicurezza Nazionale

 

Attività professionale:

 

1985: Società Costruzioni Ferroviarie SpA Craiova

1985-1990: Incertrans Bucarest

1990-1993: ingegnere – Società Costruzioni Ferroviarie SpA Craiova

1993-1994: ingegnere – Società Monte Cristo SRL

1994-2000: ingegnere – Compagnia Nazionale CFR SpA

 

Attività e incarichi politici:

 

1999-2000: Presidente dell’Organizzazione giovanile del PDSR - Dolj

2000-2008: membro del Consiglio Nazionale PSD

2008: Vice Segretario Generale del PSD

2000 ad oggi: Deputato

2005-2006: “Euro-osservatore del Parlamento della Romania

 

E’ attualmente Vicepresidente della Camera dei Deputati del Parlamento romeno.


Cristian Diaconescu
Vicepresidente del Senato

 
 

 

 

 

 

 

 

 


Nato a Bucarest, il 2 febbraio 1959, Cristian Diaconescu è coniugato e ha una figlia.

Nel 1993 si laurea in giurisprudenza presso l’Università di Bucarest; dal 1992 insegna diritto internazionale presso diverse Università di Bucarest.

Nel 1983 al 1990 ricopre diversi incarichi di magistrato presso il Tribunale di Ilfov e quello di Bucarest e successivamente al Ministero della Giustizia.

Nel 1990 ha inizio la sua carriera diplomatica presso la Missione permanente romena presso l’OSCE. Dal 1993 al 1995 è coordinatore della sezione di cooperazione in ambito politico-militare dell’OSCE presso il Ministero degli Affari Esteri

Nel 1995 è alla Missione permanente romena presso le organizzazioni internazionali aventi sede a Vienna quale vicario del Capo Missione per i settori politico-militare e sicurezza dell’OSCE.

Nel 1996 viene nominato Direttore presso la Direzione OSCE presso il Ministero degli Affari Esteri.

Dal 1998 al 2000, ricopre l’incarico di Direttore generale per gli Affari giuridici e consolari ed è il negoziatore capo per i trattati e per gli accordi bilaterali sul regime delle frontiere, sulla protezione delle minoranze e sulla riammissione, nonché capo delegazione alle riunioni sulla Dimensione umana dell’OSCE e a quelle della Commissione diritti umani di Ginevra e della Commissione internazionale del Danubio.

Tra maggio e dicembre 2000 ricopre l’incarico di Vice Segretario generale dell’Organizzazione per la Cooperazione Economica nel Mar Nero e di ambasciatore en pied della stessa. 

Nel dicembre 2001 viene nominato Sottosegretario agli Affari esteri (relazioni bilaterali).

Nel marzo 2004 viene nominato Ministro della Giustizia. Nello stesso anno viene eletto senatore nelle liste del Partito socialdemocratico (PSD). Nominato presidente della Commissione Difesa, ordine pubblico e sicurezza, è altresì membro della Commissione Affari esteri

Nel 2005 diventa Vicepresidente del Partito socialdemocratico e viene rieletto senatore nel  novembre 2008.

Il 22 dicembre 2008 assume l’incarico di Ministro degli Affari esteri nell’esecutivo guidato da Emil Boc, gestendo una serie di gravi tensioni sul piano delle relazioni bilaterali con la Moldova (moti del 2009), con l’Italia ed il Regno Unito (per i gravi episodi di criminalità perpetrati da immigrati romeni).

Si dimette dall’incarico nell’ottobre 2009 assieme agli altri colleghi del PSD, in segno di protesta per le dimissioni del Vice Primo Ministro e Ministro dell’Interno, Nica.

Nel febbraio 2010, dopo aver tentato di essere eletto presidente del suo partito, lascia il PSD divenendo presidente onorario della neonata Unione nazionale per il progresso della Romania (UNPR), formata prevalentemente da ex socialdemocratici nel marzo 2010.

E’ attualmente Vicepresidente del Senato, in rappresentanza del Gruppo misto.


Attila Korodi
Presidente della Commissione per la Politica Estera della Camera dei deputati

[44]Attila Korodi

 

Nato il 23.06.1977 a Miercurea Ciuc, è sposato e ha un figlio. Parla ungherese, romeno, inglese e tedesco

 

Studi:

 

2001: laurea in ingegneria presso l’Università’ Politecnico di Bucarest

2003: master – Scuola Nazionale di Studi Politici ed Amministrativi

 

Attività professionale e incarichi politici:

 

2000-2001: manager presso INTEGRAtel S.A.

2001-2003: manager presso Porsche Romania SRL

2003-2004: rappresentante per la Romania della Società APV RT – Ungheria

2005-2007: Segretario di Stato presso il Ministero dell’Ambiente

2007-2008: Ministro dell’Ambiente

 

Eletto deputato nel 2008, è attualmente il Presidente della Commissione per la Politica Estera della Camera dei Deputati del Parlamento romeno.

 

 

 


Titus Corlatean
Presidente della Commissione per gli Affari esteri del Senato

[45]

 

È nato a Medgidia, in provincia di Costanza, l’11 gennaio 1968. Parla fluentemente inglese e francese.

 

Consegue la laurea in Giurisprudenza nel 1994 presso l’Università di Bucarest.

Nel 2005 frequenta corsi post-universitari di relazioni internazionali e diplomazia a Parigi e presso il Collegio Nazionale della Difesa di Bucarest.

 

Intraprende la carriera professionale come diplomatico (1994 – 2001) e, successivamente, nel periodo 2001 – 2003,  ricopre la carica di Consigliere per gli Affari Esteri dell’allora Ministro degli Esteri.

Nel 2003 riceve la nomina di Segretario di Stato del Dipartimento per i Romeni all’estero.

In contemporanea, continua l’ascesa anche nell’ambito del Partito Social Democratico, dove è titolare di vari incarichi: portavoce (aprile 2004 – maggio 2005), Vicepresidente (aprile 2005 – dicembre 2006 ) e Segretario Generale ( 2006 – 2009 ).

Entra a far parte del Parlamento Europeo nel 2005, all’inizio come osservatore e, in seguito all’ingresso della Romania nell’UE il 1° gennaio 2007, in qualità di membro dotato di pieni diritti.

Nel 2008 viene nominato Vicepresidente della Commissione Giuridica del Parlamento Europeo fino alla sua elezione al Senato romeno alla fine dello stesso anno.

 

E’ autore di vari studi ed articoli di diritto internazionale e relazioni diplomatiche. Gli e’ stato conferito l’Ordine Nazionale “La Stella della Romania“, con il grado di Cavaliere.

 

Attualmente è senatore e Presidente della Commissione per gli Affari esteri del Senato.

 


Bogdan Lucian Aurescu
Sottosegretario di Stato al Ministero Affari esteri

 

 

 

 

 

 

 

 

Bogdan Aurescu è stato nominato Sottosegretario di Stato al Ministero Affari esteri nel luglio 2003 e nell’aprile 2004 ha ricevuto la delega per gli affari europei.

 

Il Sottosegretario è un diplomatico ed ha iniziato la sua carriera all’interno del Ministero affari esteri nel 1996. Negli anni che vanno dal 1998 al 2003 ha ricoperto numerosi incarichi direzionali all’interno del Ministero tra cui, ultimo in ordine di tempo, l’incarico di Direttore generale del Dipartimento affari giuridici.

All’indomani della sua nomina a Sottosegretario agli esteri (2003), ha rappresentato il Governo rumeno presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo; nello stesso periodo ha fatto parte delle delegazioni negoziali che hanno portato alla sigla di importanti accordi bilaterali, tra cui l’Accordo politico di base tra Romania e Federazione russa.

Dal 2002 è membro supplente per la Romania presso la Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa.

 

Nato nel 1973, è laureato in storia e diritto. Ha conseguito alcuni master in diritto internazionale e nel suo curriculum vengono evidenziate numerose borse di studio e partecipazioni a seminari internazionali in materia di diritto internazionale e comunitario. E’ inoltre membro, tra l’altro, dell’Associazione di diritto e relazioni internazionali. Assistente di diritto presso la Facoltà di legge Bucarest, Aurescu ha pubblicato numerosi articoli e saggi in materia di diritto internazionale e umanitario.

 

Bogdan Aurescu rappresenterà il governo rumeno davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, alla quale la Romania è ricorsa per risolvere le controversie con l’Ucraina relative alla spartizione della piattaforma continentale del Mar Nero.


Marius Sorin Ovidiu Bota
Presidente del Gruppo parlamentare di amicizia Romania-Italia

[46]Marius Sorin Ovidiu Bota - senator Maramures-Sud

 

È nato a Baia Mare, provincia del Maramures, il 9 agosto 1969. E’ sposato e ha due figli. Parla correntemente inglese ed italiano.

Ha conseguito due lauree: la prima in Ingegneria presso l’Universita’ Tecnica di Cluj (1993) e la seconda in Economia presso l’Ateneo Bogdan Voda di Cluj (1998).

Ha compiuto studi post-universitari di Marketing e Management delle Vendite (Torino - 1999) ed in seguito di Management delle Finanze Internazionali (Harvard Business University Boston, 2003).

Nel 2003 ha ottenuto il Dottorato in Ingegneria presso l’Ateneo di Oradea.

Negli anni 1993–2000 e 2005–2008 è stato Direttore Generale di importanti aziende nel ramo dei trasporti e delle costruzioni.

Dal 1997 entra nel Partito Social Democratico. Nel 2001 assume l’incarico di Segretario di Stato presso il Ministero dei Trasporti, delle Costruzioni e del Turismo, che mantiene sino al 2005.

In seguito alle elezioni parlamentari del 2008 diviene senatore della provincia del Maramures.

 

 

 

 

 




[1]Fonti: Ministero degli Affari esteri, The CIA World Factbook (https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/index.html), sito della Camera dei deputati romena (http://www.cdep.ro/), sito del Senato romeno (https://www.senat.ro/Start.aspx), Istituto Nazionale di Statistica romeno, fonti di stampa.

[2] Sono presenti in Romania la Chiesa Ortodossa Romena (autocefala) e la Chiesa greco-cattolica (unita con Roma, radicata principalmente in Transilvania).

[3] Dal sito internet del Parlamento rumeno.

[4] Il 25 marzo 2010 il Senato ha autorizzato l’arresto del senatore Catalin Voicu, accusato di corruzione.

[5] Un comunicato del 22 aprile 2011 annuncia che una missione del Fondo Monetario Internazionale sarà a Bucarest dal 27 aprile al 9 maggio, per una valutazione nel quadro del prestito concesso.

[6] Il valore 100 di riferimento è quello registrato a fine 2005. Va inoltre sottolineato come a luglio 2010, anche in conseguenza delle misure di austerity, si sia passati al valore di 136,45, con un balzo in avanti del 3,45% rispetto al mese precedente.

[7] In accordo con l’Indice Armonizzato di Disoccupazione per genere fornito da Eurostat, aggiornato al 27 ottobre 2010.

[8] Si segnala che il Vice Presidente Buttiglione è stato insignito dal Governo romeno, il 30 aprile 2009, del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine Nazionale Servizio Fedele.

[9] Nel 2009 la Romania ha esercitato la presidenza di turno dell’InCE.

 

[10] In allegato.

[11] In allegato.

[12] In allegato.

[13] Fonte: Ministero degli Affari esteri.

[14] Il settore bancario in Romania è cresciuto nel 2006 del 47% e tale sviluppo è dovuto principalmente all’espansione del segmento retail, grazie alla maggiore dinamicità dei piccoli risparmiatori, imputabile alla crescita dei salari e, di conseguenza, del benessere della popolazione. Il volume dei prestiti ai privati è anch’esso raddoppiato.

[15] Unicredit è il quarto gruppo bancario presente in Romania, dove il mese di giugno 2008 è stata completata la fusione con la banca TiriacLa Banca conta oggi 240 agenzie sul territorio e circa 3.000 dipendenti.

[16] Intesa Sanpaolo Bank è presente con 96 filiali che coprono la maggior parte del territorio.

[17] Enel, nell’ottobre 2007, ha inoltre acquisito il controllo della ditta di progetti eolici BLU LINE di Bistriţa,. Con tale operazione, Enel si è progressivamente ritagliata un ruolo di interlocutore strategico nell’ambito delle linee di politica energetica seguite dal Governo romeno. La strategia individuata dal governo romeno è quella di diminuire gradualmente la dipendenza del sistema produttivo dall’importazione di gas, anche attraverso lo sviluppo di progetti per la costruzione o l’ampliamento di centrali nucleari ed idroelettriche. In tale contesto ENEL intende presentarsi quale operatore integrato nella generazione e distribuzione di energia, progettando un piano di sviluppo che vede questo paese come “hub” nella produzione per l’intera macroregione balcanica e caucasica.

[18] Gli impianti realizzati sono il frutto di una collaborazione con la società canadese Atomic Energy of Canada Limited (AECL) e con la società romena Nuclearelectrica, in una commessa del valore di 900 milioni di euro. È prevista un’ulteriore collaborazione fra le due società per la partecipazione alla gara  (per un valore di 2 miliardi e 500 milioni) finalizzata a realizzare la terza e la quarta unità della centrale. Con l’inaugurazione e la messa a regime della seconda unità di Cernavodă, la produzione energetica termonucleare soddisfa oggi il 20% del fabbisogno della Romania.

[19] Nel gennaio 2008 la Astaldi si è aggiudicata la gara di appalto per la ristrutturazione dell’Aeroporto Internazionale “Henri Coandă” di Otopeni, un contratto di 76 milioni di euro per realizzare la terza tappa del progetto di sviluppo ed ammodernamento della struttura, necessario all’ingresso della Romania nello spazio Schenghen. Il gruppo si è assicurato anche l’appalto per la riabilitazione e l’ammodernamento del complesso sportivo “Lia Manoliu” (120 milioni di euro), i lavori di rimodernamento dell’aereoporto di Cluj-Napoca e della tratta ferroviaria Bucarest-Costanza (178 milioni di euro) e la costruzione del cavalcavia “Basarab overpass” nella capitale (113 milioni di euro). La società italiana Astaldi si è aggiudicata la gara di appalto per la realizzazione del tratto autostradale che collegherà Timisoara con l’importante cittadina industriale di Oradea, in prossimità del confine con l’Ungheria; si tratta di un consorzio italo-spagnolo formato dall’Astaldi e da FCC Construccion. Il nuovo contratto ha il valore di circa 127 milioni di euro.

Il 14 aprile 2011 il Gruppo Astaldi si è aggiudicato il contratto per la realizzazione del Lotto 4 dell'Autostrada Orastie - Sibiu in Romania, del valore equivalente a 114 milioni di euro (l'iniziativa, di cui è Committente la Compagnia Nazionale delle Autostrade e Strade Nazionali rumena, è finanziata per l'85% da Fondi di Coesione Ue e per la restante parte dai fondi stanziati nel budget di stato rumeno).

[20] Il gruppo Finmeccanica vanta non pochi interessi in Romania: si pensi alle joint-ventures concluse con operatori locali quali Rartel (partecipazione Telespazio), Ipacri Romania (partecipazione Elsag) ed Elettra Communications (partecipazione Selex Communications).

[21] Il festival ha luogo ogni due anni.

[22] Nel rapporto della Commissione europea del 18 febbraio 2011 si afferma che la Romania e la Bulgaria hanno fatto progressi nella riforma dei loro sistemi giudiziari e nella lotta contro la corruzione, ma si tratta ancora di sforzi insufficienti per arrivare a soddisfare i criteri dell'Unione europea. Prima dell'estate 2011 arriverà un ulteriore rapporto di valutazione per verificare se Bucarest e Sofia sono o meno in grado d'entrare nello spazio Schengen. In un’intervista rilasciata il 14 aprile 2011 il ministro dell’Interno Traian Igas ha affermato che Bucarest si sente a posto con la coscienza quando guarda all'obiettivo di Schengen ed è certa che se un rinvio, seppur non ufficiale, dell'ingresso c'è stato, è dovuto principalmente ai ritardi del partner bulgaro e non a mancanze nella preparazione delle frontiere e della sicurezza. Se poi qualche Paese membro vuole usare i problemi legati alla corruzione o ad altri temi per procrastinare l'accesso all'area di libera circolazione della Romania, si tratta – secondo il ministro - soltanto di un pretesto.

[23]  Così riporta il volume della Caritas “I romeni in Italia tra rifiuto e accoglienza” ed. Idos del 25 Marzo 2010, pag.28. Nella sola città di Roma vivono circa 70.000 cittadini romeni.

[24]  Msg. Amb. Bucarest 3679 del 5.11.2010.

[25]  Msg Amb. Bucarest 4109 del 7.12.2010.

[26]Per l’Italia aveva assunto infatti rilevanza promuovere forme di coordinamento nei settori sicurezza, contrasto al crimine organizzato, all'immigrazione clandestina ed ai traffici illeciti, nonché  lotta contro il terrorismo. A tali obiettivi si erano successivamente aggiunti anche quelli di una cooperazione allargata in aree quali: educazione e cooperazione interuniversitaria; cultura; economia, turismo e cooperazione fra PMI; trasporti e cooperazione marittima; ambiente.

[27] La Camera è stata rappresentata dal Vicepresidente Pierluigi Petrini.

[28] Nel corso della seconda riunione (Atene, 2002) era stata avanzata la proposta, da parte croata, relativa alle Rules of Procedures della Dimensione parlamentare dell’Iniziativa con la creazione, tra l’altro, di organi aggiuntivi; tale proposta, non è stata tuttavia accolta.

[29] Così come emerge dal testo delle Conclusioni della I° Riunione dei Presidenti dei Parlamenti della IAI, Zara, 27 aprile 2001.

[30] Il raccordo con la Conferenza parlamentare del Mar Baltico (BSPC), secondo un asse verticale tra il Nord e il Sud d'Europa si è formalizzato in occasione della 10° Conferenza parlamentare del mar Baltico, svoltasi a Greifswald nel 2001 (Germania). La Camera è stata rappresentata, in quanto componente della troika, dagli onorevoli Gustavo Selva e Monica Stefania Baldi. Successivamente, il Vice Presidente della Camera dei deputati, on. Alfredo Biondi ha partecipato all'XI Conferenza Parlamentare del Mar Baltico, svoltasi a San Pietroburgo nel 2002 e alla XII Conferenza svoltasi in Finlandia, rappresentando in tale sede, rispettivamente, nel 2002 la Presidenza di turno dell'Iniziativa Adriatico Ionica e nel 2003 la troika dell’Iniziativa Adriatico Ionica. A sua volta, l’on. Kent Olsson, componente della Commissione permanente della Conferenza Parlamentare del Mar Baltico, ha preso parte alla III riunione dei Presidenti delle Assemblee parlamentari dell’Iniziativa Adriatico-Ionica, che si è svolta a Ravenna nel 2003 (su cui si veda infra). Tuttavia, negli anni successivi, la reciproca partecipazione alle riunioni parlamentari delle due organizzazioni non ha avuto luogo.

[31]Albania, Austria, Bosnia and Herzegovina, Bulgaria,  Canada, Council of Europe, Council of Europe Development Bank, Croatia,  Czech Republic, Denmark, European Bank for Reconstruction and Development, European Investment Bank, European Union (EU) (represented by the Troika, consisting of the EU Presidency, the European Commission and the Council Secretariat, as well as the European Parliament), Federal Republic of Germany, Finland, France, Greece, Hungary, Ireland, Italy, Latria, The Former Yugoslav Republic of Macedonia, Republic of Moldova, Montenegro, North Atlantic Treaty Organisation, Norway, Organisation for Economic Co-operation and Development, Organisation for Security and Co-operation in Europe, Poland, Romania, Serbia, Slovakia, Slovenia, South East European Co-operative iniziative, Spain, Sweden, Switzerland, Turkey, United Kingdom, United Nations, United Nations Economic Commission for Europe, United Nations Development Programme, United Nations Interim Administration Mission in Kosovo (UNMIK) on behalf of Kosovo in accordance with United Nations Security Council Resolution 1244, United States of America, World Bank.

[32] Albania, Austria, Bosnia and Herzegovina, Bulgaria, Croatia, Czech Republic, European Union (EU), represented by the Troika, consisting of the EU Presidency, the European Commission and the Council Secretariat, Federal Republic of Germany, Finland, France, Greece, Hungary, Ireland, Italy, Latria, The Former Yugoslav Republic of Macedonia, Republic of Moldova, Montenegro, Norway, Poland, Romania, Serbia, Slovenia, Spain, Sweden, Switzerland, Turkey, United Nations Interim Administration Mission in Kosovo (UNMIK) on behalf of Kosovo in accordance with United Nations Security Council Resolution 1244, United States of America.

[33] L'INCE ha la sua origine nell'accordo firmato a Budapest nel novembre del 1989 dai Ministri degli esteri di quattro Paesi, Italia, Austria, Jugoslavia e Ungheria, che dava vita a quella che allora si chiamava la Quadrangolare. Nel maggio del 1990, con l'ingresso della Cecoslovacchia, l'iniziativa prese il nome di Pentagonale e nel 1991, a seguito della adesione della Polonia, divenne Esagonale. Nel Vertice dei Capi di Governo di Vienna (16-17 luglio 1992), si stabilì di adottare la denominazione di "Iniziativa Centro Europea". Ai sei paesi della Esagonale si sono via via aggiunti quasi tutti gli altri paesi dell'Europa centro-orientale, fino al 1° agosto 2006 quando il Montenegro è divenuto il 18° Stato membro del'INCE.

[34] Essa funziona secondo proprie modalità ed è promossa dall’Iniziativa Centro Europea delle Camere di Commercio (Central European Chamber of Commerce Iniziative-CECCI) che agisce quale forum di cooperazione e di consultazione regionale tra le Camere di Commercio dei Paesi INCE.

[35] L’Assemblea ha vissuto alterne vicende prima di venire "istituzionalizzata" nel 1993 Con l'approvazione di un Regolamento ad hoc. Nel corso della sessione di Bratislava, il 4 novembre 2005, è stata approvata una riforma del Regolamento dell'Assemblea, a sua volta emendato il 7 maggio 2009 nel corso della riunione della Commissione Parlamentare a Bucarest (Romania).

[36] La partecipazione non è ristretta ai paesi che hanno accesso al Mar Nero: Albania, Armenia, Azerbaigian, Grecia, Moldavia e Serbia non hanno coste sul Mar Nero.

[37] La Serbia, dopo la scissione del Montenegro, ha mantenuto il diritto all’appartenenza agli organismi internazionali. La Grecia ha posto il veto sulla candidatura del Montenegro dopo che la Turchia aveva posto il veto sulla candidatura di Cipro. Per lo stesso motivo la Grecia si oppone a qualunque nuova candidatura.

[38] L’art. 20 della Carta dell’Organizzazione della Cooperazione economica del Mar Nero statuisce che l’Assemblea rappresenta i Parlamenti nazionali e contribuisce allo sviluppo dell’esercizio su base consultiva. E’ previsto altresì uno stretto raccordo tra gli istituti della Cooperazione e l’Assemblea parlamentare.

[39] In base al Protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali, allegato al Trattato di Amsterdam, la COSAC:

- può esaminare proposte o iniziative di atti legislativi concernenti la realizzazione di uno spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia che possa incidere direttamente sui diritti e le libertà dei singoli;

- può sottoporre all'attenzione delle istituzioni dell'Unione i contributi che ritenga opportuni sulle attività legislative dell'Unione e in particolare per quanto riguarda l'applicazione del principio di sussidiarietà, lo spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia e le questioni inerenti ai diritti fondamentali.

Il Protocollo precisa che i contributi trasmessi dalla COSAC non vincolano i Parlamenti nazionali e non pregiudicano la loro posizione. Il nuovo protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali, allegato al Trattato di Lisbona, riprende l’impianto delle disposizioni attuali, ampliando le funzioni della COSAC.

[40] Fonte: Ambasciata d’Italia a Bucarest.

[41]Fonte: Ambasciata d’Italia a Bucarest.

 

[42] Fonte: Ambasciata d’Italia a Bucarest.

[43] Fonte: Ambasciata d’Italia a Bucarest.

[44] Fonte: Ambasciata d’Italia a Bucarest.

[45] Fonte: Ambasciata d’Italia a Bucarest.

 

[46] Fonte: sito web del Senato romeno.