Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri |
Titolo: | Ungheria |
Serie: | Schede Paese politico-parlamentare Numero: 27 |
Data: | 02/05/2011 |
Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari |
n. 27 – 2 maggio 2011
Ungheria
In occasione della missione di una delegazione della Commissione Affari esteri in Romania ed Ungheria, si forniscono con la presente nota elementi di informazione sulla situazione politico-istituzionale ungherese, anche con riferimento alla recente approvazione della nuova Costituzione.
Il quadro istituzionale
Dal punto di vista della forma di governo,
l’Ungheria è una repubblica parlamentare. Il Parlamento, l’Assemblea nazionale,
è monocamerale e composto da 386 membri eletti per quattro anni con un sistema
elettorale misto: 176 membri sono eletti con un sistema maggioritario
uninominale a doppio turno (per essere eletti al primo turno è necessaria la
maggioranza assoluta dei voti, che a loro volta devono corrispondere ad almeno
la metà degli aventi diritto; se nessun candidato risulta eletto al primo turno
accedono al secondo turno tutti i candidati che abbiano ottenuto almeno il 15
per cento dei voti); 152 membri sono eletti in venti circoscrizioni
plurinominalicon sistema proporzionale e soglia
di sbarramento del 5 per cento a livello nazionale; infine 58 membri sono
eletti sulla base di liste nazionali a titolo compensativo, tenendo conto della
somma dei “resti”, cioè dei voti non utili per l’elezione di candidati, a
livello circoscrizionale e a livello di collegi uninominali). Il Presidente
della Repubblica è eletto dall’Assemblea nazionale con un mandato di cinque
anni (per risultare eletto deve ottenere i due terzi dei voti nei primi due
scrutini o la maggioranza semplice a partire dal terzo). L’Assemblea nazionale
elegge anche, su proposta del Presidente della Repubblica, il primo ministro.
Per “Freedom House” l’Ungheria è uno Stato libero, in possesso dello status di “democrazia elettorale”, mentre per il Democracy Index 2010 dell’Economist Intelligence Unit è una “democrazia difettosa” (cfr. infra“Indicatori internazionali sul paese”). Con riferimento al concreto esercizio delle libertà politiche e civili, è stato al centro del dibattito nelle scorse settimane, sia a livello interno ungherese, sia a livello europeo, l’impatto della riforma costituzionale discussa a partire dal mese di marzo e approvata, con i voti della sola maggioranza parlamentare, nel mese di aprile dal Parlamento ungherese. La nuova Costituzione è stata promulgata dal Presidente della Repubblica il 25 aprile 2011. Per i contenuti della riforma, come risultanti da fonti di stampa, si rinvia al box sottostante.
La nuova Costituzione ungherese
Tra le principali innovazioni inserite nel testo costituzionale si segnalano:
l’introduzione di un preambolo che, tra le altre cose, richiama le radici cristiane dello Stato ungherese (“siamo orgogliosi che il nostro re Santo Stefano abbia edificato il nostro Stato su fondamenta solide mille anni fa e abbia reso il nostro paese parte dell’Europa cristiana”)
Art. D delle Disposizioni fondamentali: viene introdotto il riferimento all’ideale dell’unità della nazione ungherese, anche per quanto concerne il “senso di responsabilità dell’Ungheria per il destino degli ungheresi che vivono fuori dai confini dell’Ungheria”Al riguardo, si segnala che il ministro degli esteri della Slovacchia, paese con una significativa minoranza ungherese, ha espresso il 12 aprile l’auspicio che l’Ungheria voglia rispettare gli impegni internazionali che, tra le altre cose, affidano la responsabilità per la tutela dei diritti dei componenti delle minoranze etniche agli Stati di residenza.
Art. M delle Disposizioni fondamentali: viene introdotto il riferimento alla protezione del matrimonio tra uomo e donna e alla famiglia come base per la sopravvivenza della nazione
Art. II: viene inserita la previsione che “la vita del feto sarà protetta dal concepimento”
Art. XXI: si prevede che “il diritto di voto non sarà garantito alle persone che ne siano state escluse da una decisione giurisdizionale per ridotta o limitata capacità mentale”; si prevede altresì che, in deroga al principio di uguaglianza del voto, una legge costituzionale possa prevedere un “voto addizionale per le donne con figli minori o per altre persone”
Art. 30: viene soppressa la figura dell’Ombundsman parlamentare sui diritti delle minoranze e le sue competenze sono assorbite dal Commissario parlamentare per i diritti umani
Art. 37: viene introdotto un livello massimo del debito pubblico, pari al 50 per cento del PIL e il divieto di modificare la legge di bilancio in modo da aumentare il debito dello Stato.
Art. 39-40: viene prevista una legge a maggioranza qualificata (dei due terzi) per le leggi concernenti le proprietà statali, il debito pubblico e le pensioni
Art. 41: il mandato del governatore della Banca centrale, nominato dal Presidente della Repubblica, è elevato da sei a nove anni
Art. 43: è costituito un Consiglio del bilancio, composto dal governatore della banca centrale, dal presidente della Corte dei conti e da un Presidente nominato per sei anni dal Presidente della Repubblica, che, tra le altre cose, ha un potere di veto sulle modifiche parlamentari alla legge di bilancio, al fine di verificare il rispetto del divieto di aumentare con la legge di bilancio il debito pubblico.
Con riferimento al processo di revisione costituzionale ungherese, la Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa per l’assistenza costituzionale agli Stati membri ha richiamato l’esigenza, come “condizione chiave di un processo costituente democratico”, della “trasparenza e apertura” dello stesso, nonché della “volontà di coinvolgere l’opinione pubblica”, di “tempi adeguati e condizioni che garantiscano il pluralismo” e di “un dibattito reale sulle questioni controverse”.
Già nel novembre 2010 l’Ungheria ha approvato alcuni emendamenti alla Costituzione, riguardanti la Corte costituzionale:in particolare si prevede che la Corte nel valutare la costituzionalità delle leggi in materia economica e sociale possa assumere a parametro di giudizio unicamente le disposizioni costituzionali in materia di diritto alla libertà personale, alle libertà di coscienza, di pensiero, di religione, agli altri diritti connessi alla cittadinanza e non più quindi quelle relative ai diritti sociali
Per quel che concerne nello specifico la libertà di stampa, la nuova legge ungherese sui media approvata il 21 dicembre 2010 è stata ritenuta dall’OSCE non compatibile con i principi dell’organizzazione ed ha provocato una richiesta di modifiche da parte della Commissione europea. In particolare, oggetto di contestazione sono stati gli ampi e discrezionali poteri attribuiti dalla legge al consiglio dei media, di nomina governativa. Tale consiglio ha infatti di imporre sanzioni pesanti ai media, sia della carta stampata, sia televisivi sia on line in caso di “informazione non bilanciata” o di “offese alla dignità umana”. A seguito della richiesta di modifiche da parte della Commissione europea, il 7 marzo il Parlamento ungherese ha approvato alcune modifiche alla legge in particolare volte ad escludere i blog dall’ambito di applicazione della legge. Inoltre le fattispecie perseguibili in base alla legge sono state meglio definite con riferimento all’incitamento all’odio e alla discriminazione, ma permane la previsione di sanzioni in caso di offese alla dignità umana o alla pubblica moralità. L’entità delle sanzioni è stata comunque ridotta.
La situazione politica interna
Presidente della Repubblica è, dall’agosto 2010, Pal Schmitt (n. 1942), esponente del partito di maggioranza FIDEZS (l’Alleanza dei giovani democratici), già campione olimpico di scherma e vice-presidente del Comitato olimpico internazionale. Primo ministro, a seguito dei risultati elettorali delle elezioni dell’aprile 2010, è il leader della stessa FIDEZS, Viktor Orban (n. 1963).
Nelle elezioni dell’aprile 2010 la FIDEZS ha ottenuto 5 in seggi in più (cfr. sotto la tabella dei risultati elettorali) rispetto ai due terzi dell’Assemblea nazionale ungherese, quorum necessario per l’approvazione delle riforme costituzionali (questo ha consentito al governo di procedere alla revisione costituzionale sopra richiamata); l’ampia vittoria elettorale ha quindi determinato la formazione di un governo monocolore. La FIDEZS fa parte, al Parlamento europeo, del gruppo del Partito popolare europeo.
Significativa è risultata anche l’affermazione alle elezioni del movimento per un’Ungheria migliore, JOBBIK, di estrema destra, con 47 seggi (leader Gabor Vona; legata al partito è anche la guardia magiara, ufficialmente “organizzazione culturale per preparare la gioventù fisicamente e spiritualmente a situazioni in cui potrebbe essere necessaria la mobilitazione delle persone”; l’organizzazione, i cui membri indossano un’uniforme nera, è stata sciolta dalla magistratura nel 2008 per violazione dei diritti delle minoranze ed è stata quindi ricostituita come associazione di servizio civile).
In questo contesto politico, la nuova Costituzione ungherese è stata approvata con i voti favorevoli della FIDESZ e contrari dello Jobbik, mentre l’opposizione socialista non ha partecipato al voto.
L’Ungheria è stata profondamente colpita, nel 2008, dalle conseguenze della crisi economica internazionale ed è stato il primo Stato membro dell’Unione europea a dover ricorrere all’aiuto del Fondo monetario internazionale, che ha varato un piano di intervento.
Indicatori internazionali sul paese[1]:
Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House); democrazia difettosa (43 su 178 Economist)
Indice della libertà di stampa: 23 su 178
Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); situazione di rispetto in concreto (USA)
Corruzione percepita: 50 su 178
Variazione PIL 2009: - 6,7 per cento
Risultati elezioni Assemblea nazionale ungherese 11-25 aprile 2010
Partito |
Seggi |
Alleanza dei giovani democratici (FIDESZ) |
263 |
Partito socialista (MSZP) |
59 |
Movimento per un’Ungheria migliore (Jobbik) |
47 |
Fare una politica diversa |
16 |
Indipendenti |
1 |
Fonti: Parlamento europeo; Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa; The Statesman’s Yearbook 2011, Library of Congress – Global Legal Monitor, IFES, Foundation Robert Schuman, EastJournal, Euractiv.com
[1] Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); il tasso di crescita del PIL come riportato dall’Economist Intelligence Unit; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alla nota esplicativa presente in Le elezioni programmate nel periodo febbraio-aprile 2011 (documentazione e ricerche n. 85, 9 febbraio 2011).
Servizio Studi – Analisi dei temi di politica estera nell’ambito dell’Osservatorio di Politica internazionale |
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File: es0782paese.doc