Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Il referendum in Gran Bretagna sul sistema elettorale
Serie: Note elezioni nel mondo    Numero: 95
Data: 02/05/2011
Descrittori:
GRAN BRETAGNA   ORGANIZZAZIONE ELETTORALE
REFERENDUM     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari

SIWEB

Casella di testo: Elezioni parlamentari e presidenziali nel mondon. 95  2 maggio 2011

Il referendum in Gran Bretagna sul sistema elettorale

 

Il prossimo 5 maggio è previsto un Referendum sulla modifica del sistema elettorale del Regno Unito. In particolare, gli elettori saranno chiamati a scegliere tra il mantenimento dell’attuale sistema uninominale maggioritario a turno unico (First past the post)e l’introduzione del sistema del voto alternativo. Il quesito sarà così formulato:

Il Regno Unito utilizza il sistema First Past the Post per eleggere i membri della Camera dei Comuni. Questo sistema deve essere abbandonato in favore del “voto alternativo” ?”

Affinché il referendum abbia esito positivo, il “SI” dovrà ottenere la maggioranza assoluta dei voti validi. La proposta della Camera dei Lord di introdurre un quorum di partecipazione del 40 per cento degli elettori per la validità del referendum è stata respinta. L’organizzazione del referendum faceva parte dell’accordo di coalizione tra conservatori e liberaldemocratici.

 

Come è noto, il sistema elettorale maggioritario uninominale a turno unico prevede l’elezione, in ciascuno dei collegi uninominali nei quali è diviso il Regno Unito del candidato che abbia ottenuto il maggior numero dei voti (è quindi sufficiente una maggioranza relativa e non una maggioranza assoluta dei voti). Il sistema del voto alternativo, adottato in Australia, è anch’esso fondato su collegi uninominali, ma l’elettore può esprimere in questo caso un ordine di preferenza tra i diversi candidati; per essere eletti è necessaria la maggioranza assoluta dei voti validi del collegio; se nessun candidato la ottiene con le prime preferenze, viene eliminato dal conteggio dei voti il candidato che ha ottenuto meno voti, per il conteggio vengono quindi utilizzate le seconde preferenze degli elettori che avevano scelto come prima preferenza questo candidato e così via.

 

Il partito conservatore del primo ministro David Cameron ha invitato a votare no al referendum, mentre il partito liberal-democratico del vice-primo ministro Nick Clegg è il principale sostenitore della riforma elettorale (come testimonia la richiesta liberaldemocratica dell’inserimento del referendum nell’accordo di coalizione con i conservatori dopo le elezioni del maggio 2010). Il partito laburista, con il suo leader Ed Miliband, sostiene ufficialmente il sì, anche se esponenti laburisti di rilievo come John Prescott e David Blunkett hanno invitato a votare no.

 

In base ad alcune simulazioni, se il sistema del voto alternativo fosse stato adottato nelle elezioni del maggio 2010 i conservatori avrebbero ottenuto 281 seggi anziché i 307 effettivamente conseguiti; i laburisti 262 seggi anziché i 258 effettivamente ottenuti e i liberaldemocratici 79 seggi anziché i 57 effettivamente ottenuti.

 

Alcuni sondaggi (istituto YouGov) indicano una prevalenza dei no sui sì con il 44 per cento contro il 37 per cento.

 

Alcuni osservatori indicano che, in caso di effettiva prevalenza del no la posizione del partito liberaldemocratico - partner “debole” della coalizione di governo, che già è stato messo in difficoltà dalla politica economica di estremo rigore adottata dal governo, la quale, in particolare con l’aumento delle tasse universitarie, contraddice la piattaforma elettorale del partito - potrebbe risultare ulteriormente indebolita tanto da rischiare di mettere in discussione la coalizione medesima. In proposito, si ricorda che l’accordo di coalizione tra conservatori e liberaldemocratici del maggio 2010 prevedeva l’approvazione di una legge che predeterminasse, contrariamente alla consuetudine, la durata della legislatura in cinque anni (fino al maggio 2015), potendosi effettuare elezioni anticipate solo con l’approvazione del 55 per cento dei membri della Camera dei Comuni.

 

In caso di vittoria del sì, le elezioni con il nuovo sistema elettorale del voto alternativo si svolgeranno nel maggio 2015.

 


Fonti: Foundation Robert Schuman; Quaderni costituzionali

 


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File: es0780ele.doc