Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri |
Titolo: | Cina |
Serie: | Schede Paese politico-parlamentare Numero: 22 |
Data: | 12/04/2011 |
Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari |
n. 22 – 12 aprile
2011
Cina
In occasione dell’esame parlamentare del disegno di legge C.4250 di autorizzazione alla ratifica dell’accordo di coproduzione cinematografica tra Italia e Repubblica popolare cinese si forniscono di seguito elementi di sintesi sulla situazione politico-istituzionale cinese.
Il quadro istituzionale
L’attuale
Costituzione della Repubblica popolare cinese, adottata nel 1982 (le precedenti
costituzioni sono quelle del 1954, del 1975 e del 1978), assegna il ruolo guida
della società cinese al Partito comunista che compone, insieme ad altri otto
partiti riconosciuti,
Per Freedom House,
La situazione politica e sociale
Attuale presidente della Repubblica popolare cinese, e presidente della Commissione militare centrale, nonché segretario generale del Partito comunista cinese è, dal 2003, HuJintao (n. 1942); primo ministro, dal medesimo anno, è Wen Jaobao (n. 1942).
La Cina risulta in transizione verso una nuova leadership, che vedrà, nel 2012, l’elezione a segretario generale del partito e Presidente della Repubblica di Xi Jinping (n. 1953), recentemente nominato vicepresidente della Repubblica e vicepresidente della Commissione militare centrale.
Divenuta ormai la seconda potenza manifatturiera
mondiale,
A questo tema della “crescita armoniosa” possono essere ricondotti molti degli aspetti dell’attualità cinese, a partire dal dibattito sugli equilibri monetari internazionali, che vede molti Stati, a partire dagli USA, accusare la debolezza della moneta cinese. Tale sottovalutazione della moneta appare infatti funzionale ad un modello di sviluppo ancora (nonostante le misure antirecessive e di stimolo al mercato interno assunte nel 2008) prevalentemente export-led, cioè trainato dalle esportazioni, laddove una riallocazione di risorse verso il mercato interno potrebbe far scoppiare tensioni sociali, che, secondo alcuni analisti, appaiono già profilarsi all’orizzonte come dimostrerebbero le incipienti tensioni sociali relative al massiccio fenomeno di urbanizzazione in corso, i rischi di tensioni inflative dovute a pressioni salariali e all’aumento dei prezzi energetici e alimentari, i ripetuti timori per lo scoppio di una bolla immobiliare.
In questo quadro, peraltro, la leadership cinese teme
che a queste eventuali tensioni, o comunque nell’ambito di un’ulteriore
espansione del ceto medio cinese, si possa associare anche la richiesta di
maggiore libertà politica interna. Che questi timori siano effettivamente
nutriti è stato dimostrato dall’atteggiamento di netta chiusura rispetto alle
richieste di scarcerazione del dissidente Liu Xiaobo, promotore del movimento
per i diritti civili Charta ’08, ispirato al cecoslovacco Charta ’77 di Vaclav
Havel, in occasione del conferimento allo stesso del premio Nobel per la pace.
A questo si aggiungono ora i timori manifestati in occasione delle proteste
scoppiate agli inizi del
Indicatori internazionali sul paese[1]:
- Libertà politiche e civili: “Stato non libero” (Freedom House); “regime autoritario” (136 su 178; Economist)
- Indice della libertà di stampa: 171 su 178
- libertà di Internet (2009): “filtraggio pervasivo” su temi politici e di sicurezza; “filtraggio sostanziale su temi sociali”
- Libertà religiosa: gravi limitazioni alla libertà religiosa e violenza da parte di istituzioni (ACS); libertà religiosa riconosciuta dalla Costituzione ma limitata possibilità di registrazione di gruppi religiosi e limitazioni alle attività dei gruppi non registrati (USA)
- Libertà economica: “prevalentemente non libero” (135 su 179)
- Corruzione percepita: 78 su 178
- Variazione PIL 2010: + 10,3 per cento
Proteste non insurrezionali (Xinjiang e Tibet)
Fonti: The Statesman’s Yearbook 2011, www.freedomhouse.org, Heritage Foundation, OpenNet Initiative, www.affarinternazionali.it
Servizio Studi – Analisi dei temi di politica estera nell’ambito dell’Osservatorio di Politica internazionale |
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File: es0752paese.doc
[1] Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); il grado di libertà di internet secondo OpenNet Initiative e il grado di libertà economica secondo il rapporto 2011 sulla libertà economica dell’Heritage Foundation; il tasso di crescita del PIL come riportato dal Fondo monetario internazionale; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alla nota esplicativa presente in Le elezioni programmate nel periodo febbraio-aprile 2011 (documentazione e ricerche n. 85, 9 febbraio 2011).