Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Le elezioni presidenziali in Kazakhstan: il quadro politico istituzionale
Serie: Note elezioni nel mondo    Numero: 90
Data: 31/03/2011
Descrittori:
ELEZIONI POLITICHE   KAZAKISTAN
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari

SIWEB

Casella di testo: Elezioni parlamentari e presidenziali nel mondon. 90  31 marzo 2011

Le elezioni presidenziali in Kazakhstan:
il quadro politico istituzionale

File:Flag of Kazakhstan.svg

 


Il prossimo 3 aprile si svolgeranno le elezioni presidenziali anticipate in Kazakhstan. Di seguito si forniscono elementi di informazione sulla situazione politico-istituzionale del Kazakhstan, unitamente ad alcuni indicatori internazionali sul Paese.

Dal punto di vista della forma di Stato, le valutazioni di numerosi indicatori internazionali (cfr. sotto) esprimono forti perplessità sulle condizioni di effettivo esercizio delle libertà politiche e civili in Kazachstan:

Indicatori internazionali sul paese[1]

Stato non libero (Freedom House); Regime autoritario (Economist)

Libertà di stampa: 162 su 178

Libertà religiosa: limitazioni alla libertà religiosa (ACS); riconoscimento costituzionale della libertà religiosa ma limitazioni legislative alla tutela legale della stessa (USA)

Corruzione: 105 su 178

PIL 2009: + 1,18 per cento

Dal punto di vista della forma di governo, il Kazachstan è una repubblica presidenziale. Fino alle modifiche costituzionali introdotte lo scorso febbraio, il presidente era eletto a suffragio universale diretto con un sistema maggioritario a turno unico per un mandato di sette anni e per non più di due mandati consecutivi. Tuttavia, a seguito della riforma costituzionale del maggio 2007, il limite dei due mandati non si applicava all’attuale Presidente, Nursultan Nazarbaiev (n. 1940).

Il 14 giugno 2010, Nazarbaiev , che guida il paese dall’indipendenza successiva allo scioglimento dell’Unione sovietica nel dicembre 1991, è stato dichiarato Yelbasy (Leader nazionale). In quanto tale, è membro di diritto di tutti i più alti organi di governo kazaki, come il consiglio di sicurezza nazionale e il consiglio costituzionale, approva tutte le iniziative politiche, non è responsabile per qualsiasi azione assunta nello svolgimento delle sue funzioni e le sue proprietà sono inviolabili; inoltre monumenti in suo onore saranno eretti nella capitale dello Stato Astana e nella sua città natale.

In base alla riforma dello scorso febbraio, il mandato presidenziale è stato però ridotto a cinque anni ed è stato reintrodotto il limite di due mandati consecutivi; inoltre il presidente sarà eletto con un sistema elettorale maggioritario a doppio turno. A seguito della riforma sono state convocate nuove elezioni presidenziali per il prossimo 3 aprile. La riforma è stata promossa dal presidente Nazarbaiev, dopo che, a seguito del suo ricorso, il Consiglio costituzionale aveva rigettato come incostituzionale la riforma approvata dal Parlamento kazako che convocava un referendum per prorogare la durata del mandato presidenziale fino al 2020 (la riforma faceva seguito ad una raccolta di firme popolare svoltasi tra il dicembre 2010 e il gennaio 2011 e volta anch’essa a richiedere la proroga del mandato presidenziale). La riforma aveva suscitato anche le proteste di USA e Unione europea. In base alla costituzione kazaka, le decisioni del Consiglio costituzionale sono definitive solo con l’approvazione presidenziale. Sulle ragioni che possono aver spinto Nazarbaiev a rifiutare la proroga del mandato al 2020 sono state avanzate diverse interpretazioni: in particolare è stato evidenziato come in caso di rielezione, Nazarbaiev potrebbe sciogliere il Parlamento, che ha dimostrato nei mesi scorsi segnali di indipendenza rispetto al potere presidenziale; altre interpretazioni evidenziano invece proprio l’influenza che sulla decisione presidenziale hanno potuto esercitare le proteste internazionali. La rielezione di Nazarbaiev appare comunque scontata. Altri candidati sono Gani Kasimov, del partito dei patrioti kazaki, Zhambyl Ahmetbekov, del partito comunista del popolo del Kazachstan e Mels Khamzayevich Eleusizov, del partito ecologista.

Il potere legislativo è attribuito ad un parlamento bicamerale. La Camera bassa (Majlis) è composta da 107 deputati; 98 sono eletti con un sistema proporzionale su base di liste nazionali con soglia di sbarramento al 7 per cento, mentre i rimanenti sono scelti dall’Assemblea del popolo del Kazachstan, un organismo di 364 componenti in rappresentanza dei diversi gruppi etnici del paese, di nomina presidenziale. La Camera alta, il Senato è invece composto da 39 senatori, sette di nomina presidenziale con mandato di sei anni e 32 eletti per sei anni dagli organi elettivi territoriali (metà dei quali rinnovati ogni tre anni).

Il primo ministro è nominato dal presidente e confermato dal Parlamento, che detiene anche il potere di sfiduciare il governo. Tuttavia, in caso di approvazione di una mozione di sfiducia o di mancata conferma con due votazioni consecutive della nomina del primo ministro, il presidente può sciogliere il Parlamento e governare per decreto.

Alle ultime elezioni presidenziali, tenutesi il 4 dicembre 2005, Nazarbaiev è stato rieletto con il 91,15 per cento dei voti (l’affluenza alle urne è stata del 76,8 per cento dei voti). Gli osservatori OSCE hanno in quella occasione rilevato che “nonostante qualche miglioramento nella gestione amministrativa del processo elettorale, le elezioni non soddisfacevano un certo numero di impegni assunti in sede OSCE al riguardo e altri standard internazionali per elezioni democratiche

Nelle ultime elezioni parlamentari del Majlis, svoltesi il 18 agosto 2007, a seguito dello scioglimento dell’Assemblea del 2004, il partito del presidente Nazarbaiev, Nur Otan (“luce della patria”) ha ottenuto tutti i 98 seggi disponibili.  Gli osservatori OSCE hanno in quella occasione rilevato che “nonostante qualche progresso nel processo elettorale e in certi aspetti del voto, le elezioni non soddisfacevano un certo numero di impegni assunti in sede OSCE al riguardo e altri standard internazionali per elezioni democratiche”.

Con riferimento alle condizioni di effettivo godimento delle liberà politiche e civili, in primo luogo merita rilevare come l’OSCE abbia riscontrato nella legislazione elettorale del Kazachstan alcuni aspetti non compatibili con i requisiti delineati dalla stessa organizzazione: in particolare, la previsione di limitazioni non giustificate al diritto dei cittadini a concorrere per cariche pubbliche, attraverso la previsione dell’obbligo di residenza nello Stato di dieci anni per l’elettorato passivo, nonché la mancata previsione di candidature indipendenti e la scelta rimessa ai partiti, successivamente alle elezioni, su quali candidati considerare eletti in Parlamento.

Inoltre, anche altri osservatori evidenziano come la legislazione in materia di partiti presenti significative restrizioni: da un lato, dal 2007 risulta preclusa la possibilità di formare coalizioni preelettorali tra i partiti; inoltre, dal 2002, è stato elevato da 3.000 a 50.000 il numero di sottoscrizioni di cittadini necessari per la registrazione di un partito.

Sono inoltre indicate limitazioni alla libertà di associazione e di assemblea, mentre la libertà di stampa e diffusione del pensiero, pure riconosciuta dalla Costituzione, è soggetta da limitazioni nella pratica, come testimoniato dalla configurazione come reati della diffamazione a mezzo stampa e delle offese al presidente.

 

 

Fonti: Unione interparlamentare; Library of Congress – Global Legal Monitor; International Foundation for electoral systems; Freedom House; Human Rights Watch


 

Servizio Studi – Analisi dei temi di politica estera nell’ambito dell’Osservatorio di Politica internazionale

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File: es0740ele.doc



[1]    Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); il tasso di crescita del PIL come riportato dall’Economist Intelligence Unit; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alla nota esplicativa presente in Le elezioni programmate nel periodo febbraio-aprile 2011 (documentazione e ricerche n. 85, 9 febbraio 2011).