Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||
Titolo: | Federazione Russa | ||
Serie: | Schede Paese politico-parlamentare Numero: 3 Progressivo: 1 | ||
Data: | 15/03/2011 | ||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari |
n. 3/1 (edizione aggiornata) – 15 marzo 2011
Federazione
russa
Il quadro istituzionale
La
forma di governo è presidenziale; il
presidente è eletto a suffragio universale diretto con un sistema a doppio
turno (con secondo turno di ballottaggio tra i due candidati con più voti, nel
caso nessuno ottenga al primo turno la maggioranza assoluta dei voti validi).
Il mandato presidenziale, inizialmente previsto in quattro anni, è stato elevato nel dicembre
Il potere legislativo è attribuito al Parlamento (Assemblea federale), costituito dalla Duma di Stato e dal Consiglio della federazione.
Il consiglio della Federazione, competente nelle materie di interesse della federazione nel suo insieme, è costituito da due rappresentanti per ciascuno degli 83 soggetti della Federazione, uno dei quali designato dal potere legislativo regionale ed uno dal potere esecutivo regionale. Da segnalare che, con una riforma introdotta alla metà del decennio, i vertici degli esecutivi regionali non sono più eletti direttamente dai cittadini, ma nominati dal presidente federale e confermati dai legislativi regionali.
Gli 83 soggetti della Federazione sono 21 repubbliche; una regione autonoma; quattro distretti autonomi; nove territori; quarantasei regioni e due città federali. Sono di competenza esclusiva della Federazione gli affari esteri, la politica socio-economica, il bilancio, l’energia; sono di competenza concorrente l’educazione, la salute, la sicurezza sociale; le rimanenti competenze sono dei soggetti della federazione.
Con riferimento alle condizioni di esercizio concreto delle libertà
politiche e civili, Freedom House classifica
Al riguardo, merita ricordare ad esempio, la legge sui partiti approvata nel 2001, che ha introdotto criteri più severi per la registrazione dei partiti politici, registrazione che deve essere confermata ogni due anni. Per ottenere la registrazione i partiti politici devono avere almeno 50.000 membri e, dal gennaio 2006, più d 45 articolazioni regionali ciascuna delle quali con almeno 500 membri.
In maniera analoga, la legge sulle organizzazioni
non governative del
La situazione politica interna
Attuale Presidente della Federazione è Dimitri Medvedev (n. 1965), primo ministro è l’ex-presidente Vladimir Putin (n. 1952).
Dimitri Medvedev, nato a Leningrado (ora San Pietroburgo), laurea e dottorato in legge, collaboratore, al pari di Putin, del sindaco riformista della città, Anatoli Sobchak a partire dall’elezione di quest’ultimo nel 1991; successivamente a capo dell’amministrazione presidenziale del presidente Putin, vicepresidente di Gazprom (compagnia di Stato per l’energia), viceprimo ministro.
Vladimir Putin, anch’egli nato a Leningrado, laureato in legge, per quindici anni al servizio del KGB, prima a Leningrado, quindi nell’allora Germania Est; collaboratore del già ricordato sindaco Sobchak; chiamato dal Presidente Eltsin nel 1996 come vicecapo dell’amministrazione presidenziale; dal 1998 capo dei servizi segreti federali FSB e segretario del consiglio di sicurezza nazionale; dall’agosto 1999 primo ministro; eletto presidente della Federazione nel 2000 e rieletto per il secondo mandato nel 2004.
Nelle ultime elezioni parlamentari del 2007, il partito fondato dall’allora presidente Putin “Russia Unita” ottenne il 64,1 per cento dei voti e 315 seggi; il partito comunista l’11,6 per cento dei voti e 57 seggi; il partito liberaldemocratico (partito di estrema destra) l’8,2 per cento dei voti e 40 seggi.
Nelle successive elezioni presidenziali, Dimitri Medvedev è stato eletto presidente al primo turno con il 70,3 per cento dei voti; il leader comunista Gennady Zyuganov ha ottenuto il 17,7 per cento dei voti; il leader nazionalista del partito liberaldemocratico Vladimir Zhirinovsky il 9,3 per cento dei voti.
Per la fine del 2011 sono previste le elezioni per il rinnovo della Duma.
Come è noto, dopo la crisi del primo decennio post-sovietico, nel corso
della presidenza Eltsin,
Tra i principali temi dell’agenda politica russa merita qui sinteticamente richiamare:
- l’apertura ad un graduale processo di riforme politiche del paese manifestata dal presidente Medvedev. In alcuni interventi pubblici (da ultimo il 23 novembre) Medvedev ha invitato ad una maggiore vivacità nella vita civile e nella vita politica del paese, invocando riforme nella disciplina delle organizzazioni non governative ed anche dei partiti politici. In particolare, alla fine del 2008, Medvedev ha prospettato una riduzione delle firme necessarie per la presentazione delle liste elettorali e l’introduzione di un “diritto di tribuna” per i piccoli partiti (misura quest’ultima poi effettivamente introdotta cfr. supra).Alcuni osservatori hanno ipotizzato, a partire da queste prese di posizione, l’emersione di un dualismo Putin-Medvedev, del quale però non appaiono fin qui ulteriori significative manifestazioni (segno di forza da parte di Medvedev è stata comunque la rimozione del potente sindaco di Mosca Yuri Luzhkov, in carica ininterrottamente dal 1991);
- la politica estera: la politica
di “Reset” avviata dall’amministrazione Obama per ottenere migliori
relazioni con
- la crisi economica: l’economia russa, pesantemente dipendente dall’andamento dei prezzi energetici, ha risentito del consistente calo di tali prezzi seguito alla crisi economica e solo la presenza di ingenti risorse valutarie ha evitato più gravi effetti sociali ed economici (il calo del PIL è stato del 7,9 per cento nel 2009; per il 2010 si prevede una crescita del 4 per cento); nell’ottica di un rilancio e di una modernizzazione dell’economia, il presidente Medvedev ha prospettato la necessità di favorire gli investimenti e l’iniziativa economica, combattendo corruzione e burocrazia ed aumentando le garanzie dello Stato di diritto;
- la situazione dei diritti umani: organizzazioni di tutela dei diritti umani hanno in più occasioni denunciato la situazione della Cecenia e i ripetuti attentati nei confronti di giornalisti e attivisti dei diritti umani: tra le vittime più significative degli ultimi anni si possono richiamare la giornalista Anna Politkovskaja e l’esponente di Memorial Natalia Estemirova.
Da ultimo merita poi segnalare la recrudescenza, lo scorso gennaio, delle tensioni in Cecenia e nel Caucaso settentrionale: in particolare, all’insorgenza cecena riconducibile a Doku Umarov appare riconducibile l’attentato del 24 gennaio all’aeroporto di Mosca che ha provocato 35 morti.
Nelle elezioni amministrative dello scorso 13 marzo 2011, che hanno interessato 74 degli 83 soggetti della federazione ed il 25 per cento della popolazione, i risultati hanno confermato la preminenza di Russia Unita che tuttavia, in un numero significativo di regioni, non avrebbe raggiunto la maggioranza assoluta.
Indicatori internazionali sul paese[1]:
Libertà politiche e civili: “Stato non libero” (Freedom House); “regime ibrido” (107 su 167) (Economist)
Indice della libertà di stampa: 140 su 178
Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto in concreto pur in presenza di discriminazioni nei confronti di alcune minoranze come Scientology e i testimoni di Geova; infrazioni da parte del governo del principio di separazione tra Chiesa e Stato (USA)
Corruzione percepita: 154 su 178
Variazione PIL 2009: -7,9 per cento
Situazione di conflitto armato interno (Cecenia)
Fonti: Unione interparlamentare; IFES, Freedom House, Human Rights Watch; East Journal; ANSA; BBC
[1] Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); il tasso di crescita del PIL come riportato dal Fondo monetario internazionale; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alla nota esplicativa presente in Le elezioni programmate nel periodo febbraio-aprile 2011 (documentazione e ricerche n. 85, 9 febbraio 2011).
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