Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri |
Titolo: | Turchia |
Serie: | Schede Paese politico-parlamentare Numero: 2 |
Data: | 30/11/2010 |
Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari |
n. 2 – 30 novembre 2010
Turchia
Il quadro istituzionale
In questo contesto, in base alla riforma costituzionale approvata nel 2007, il Capo di Stato turco, il Presidente della Repubblica, sarà a partire dal 2014 (scadenza del mandato dell’attuale presidente) eletto a suffragio universale diretto, a doppio turno (con secondo turno di ballottaggio tra i due candidati più votati nel caso in cui nessun candidato ottenga la maggioranza assoluta dei voti validi al primo turno; art. 102 Cost.; l’attuale presidente, Abdullah Gül, è stato invece eletto, in base al sistema previgente dal Parlamento). La durata del mandato, rinnovabile una volta, è stato ridotto a cinque anni (art. 101 Cost; in precedenza sette).Il Presidente della Repubblica, provvede, in base all’art. 104 Cost., alla promulgazione delle leggi, ha facoltà di porre il veto sulle leggi approvate (veto superabile dalla riapprovazione parlamentare del medesimo testo), indice, ove lo ritenga necessario, il referendum sulle modifiche alla Costituzione, può sollevare direttamente questioni di legittimità di leggi ed atti equiparati dinnanzi alla Corte costituzionale; nomina il presidente del Consiglio - solitamente il leader del principale partito - nomina i ministri, designati dal premier, presiede il Consiglio dei ministri o lo convoca nei casi ritenuti “necessari”. Il Consiglio dei ministri, rappresenta la seconda componente dell’esecutivo turco, deve avere la fiducia parlamentare (conferita a maggioranza semplice al momento dell’investitura del nuovo governo, mentre per respingere la questione di fiducia richiesta nel corso del mandato è necessaria la maggioranza assoluta).
Il potere legislativo è affidato al Parlamento unicamerale (Türkiye Büyük Millet Meclisi – TBMM: Grande Assemblea nazionale turca) composto da 550 membri il cui mandato, ai sensi di una riforma costituzionale del 2007, è stato ridotto da cinque a quattro anni. E’ stato confermato invece il sistema elettorale proporzionale (metodo D’Hondt), con voto di preferenza e soglia di sbarramento al 10 per cento. Si vota compiuti i 18 anni di età; il voto è obbligatorio. I poteri parlamentari afferiscono alle funzioni legislative e di controllo verso il Consiglio dei ministri e i singoli ministri; il Parlamento può delegare il Governo ad emanare decreti con forza di legge su materie precostituite. Il Parlamento ratifica i trattati internazionali ed è titolare del potere di dichiarazione di guerra.
Per
modificare
La situazione politica interna
L’attuale Presidente della Repubblica è Abdullah Gül (n. 1950), esponente dell’AKP,mentre Presidente del Consiglioè il leader del medesimo partito Recep Tayyip Erdogan (n. 1954).
Nelle ultime elezioni parlamentari del 2007, l’AKP ha conquistato una solida maggioranza parlamentare: il suo gruppo parlamentare attualmente conta 341 seggi; il principale partito di opposizione, il CHP di ispirazione laica e kemalista, moderatamente progressista, ha 99 seggi; consistente in parlamento anche la presenza dell’MHP partito nazionalista di destra, con 70 seggi.
Le elezioni municipali del 2009 hanno confermato l’AKP come partito di maggioranza relativa; il partito ha però perso voti, scendendo dal 46,6 per cento del 2007 al 38,1 per cento, a vantaggio del CHP (che ha incrementato i suoi voti del 2,2 per cento, arrivando al 23,1) e dell’MHP (+ 1,8 per cento; per un risultato complessivo del 16,1 per cento).
Le prossime elezioni politiche nazionali sono previste per il luglio 2011.
Tra i principali temi dell’agenda politica turca merita qui sinteticamente ricordare:
- il processo di riforme politiche del paese: al centro
della vita politica turca vi è, sin dal 2002, il programma del primo ministro
Erdogan volto a superare le istituzioni della “democrazia protetta” turca (in
particolare il ruolo di “supervisione” su Parlamento e Governo esercitato da
forze armate e Corte costituzionale), nonché la rigida esclusione della
religione islamica dalla vita pubblica turca (come testimoniato ad esempio
dalle limitazioni all’uso del velo nelle università e negli uffici pubblici); i
critici di tale programma hanno denunciato i rischi di una deriva islamista,
nonché lo stile di governo eccessivamente accentratore ed insofferente delle
critiche di Erdogan. La situazione ha determinato momenti di tensione nel
- il dibattito sulla collocazione
internazionale del paese: i negoziati per l’adesione all’Unione europea,
aperti, dopo una lunga attesa della Turchia, nel 2005, hanno visto la
sospensione già l’anno successivo dei più importanti capitoli negoziali a causa
dei contenzioso tra Turchia e Cipro (dal 2004 membro dell’Unione europea); allo
stato solo il capitolo negoziale in materia di Scienza e Ricerca risulta provvisoriamente
chiuso. Importanti Stati membri dell’Unione, come Francia e Germania, sono
contrari all’ingresso della Turchia; gli argomenti contrari all’ingresso attengono
sia all’identità culturale europea, cui
- il ruolo economico del paese:
- la questione curda: mentre il PKK
alterna cessate il fuoco unilaterali e
ripresa delle azioni,