Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Individuazione degli Enti con finalità di pace e umanitarie destinatari di contributi - Schema di D.M. n. 57 - (art. 1, co. 2, L. 180/1992)
Riferimenti:
SCH.DEC 57/XVI     
Serie: Atti del Governo    Numero: 53
Data: 03/02/2009
Descrittori:
CONTRIBUTI PUBBLICI     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
Altri riferimenti:
L N. 180 DEL 06-FEB-92     
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Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

SERVIZIO STUDI

 

Atti del Governo

Individuazione degli Enti con finalità di pace e umanitarie destinatari di contributi

Schema di D.M. n. 57

(art. 1, co. 2, L. 180/1992)

 

 

 

 

n. 53

 

 

3 febbraio 2009

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento affari esteri

 

SIWEB

 

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File:es0132.doc


INDICE

Scheda di sintesi

Dati identificativi                                                                                                3

Presupposti normativi                                                                                       4

Contenuto                                                                                                           5

La relazione sullo stato di attuazione degli interventi relativi al 2003-2008        9

Organizzazioni ed enti di rilievo internazionali, possibili destinatari dei contributi di cui alla legge n. 180 del 1992                                                                                       14

Attività parlamentare

§      Camera dei deputati

-       III Commissione (Affari esteri)

Seduta del 16 luglio 2008                                                                          25

§      Senato della Repubblica

-       3a Commissione (Affari esteri)

Seduta del 9 luglio 2008                                                                            33

Normativa di riferimento

§      L. 6 febbraio 1992, n. 180 Partecipazione dell'Italia alle iniziative di pace ed umanitarie in sede internazionale                                                                                                39

§      D.M. del 27 luglio 1992 di individuazione delle organizzazioni e degli enti di rilievo internazionale destinatari dei contributi di cui alla legge 6 febbraio 1992, n. 180                 40

§      D.M. del 20 luglio 2004 di approvazione dell’elenco delle organizzazioni e degli enti di rilievo internazionale ai quali possono essere erogati i contributi di cui all’art. 1, comma 1, della legge 6 febbraio 1992, n. 180                                                                                     42

§      D.M. del 24 gennaio 2006 di approvazione dell’elenco delle organizzazioni e degli enti di rilievo internazionale ai quali possono essere erogati i contributi di cui all’art. 1, comma 1, della legge 6 febbraio 1992, n. 180                                                                                     44

§      D.M. del 13 aprile 2007, n. 1035, di approvazione dell’elenco delle organizzazioni e degli enti di rilievo internazionale ai quali possono essere erogati i contributi di cui all’art. 1, comma 1, della legge 6 febbraio 1992                                                                                                 46

§      D.M. del 28 luglio 2008, n. 1853, di approvazione per il 2008 dell’elenco delle organizzazioni e degli enti di rilievo internazionale ai quali possono essere erogati i contributi di cui all’art. 1, comma 1, della legge 6 febbraio 1992                                                                                    48

Documentazione

§      Ministero degli Affari esteri, Relazione sulle attività svolte nell’ambito della partecipazione dell’Italia alle iniziative di pace ed umanitarie in sede internazionale (anno 2007-Doc. LXXXI, n. 1)          53

§      Ministero degli Affari esteri, Relazione sullo stato di attuazione degli interventi nel quinquennio 2003-2007 e sull’entità complessiva delle risorse destinate ad analoghe finalità, ottobre 2008    91

 

 


Scheda di sintesi

per l’istruttoria legislativa

 


 

Dati identificativi

Numero dello schema di decreto ministeriale

57

Titolo

Schema di decreto ministeriale di individuazione delle organizzazioni e degli enti di rilievo internazionale destinatari dei contributi di cui alla legge 6 febbraio 1992, n. 180, recante partecipazione dell’Italia alle iniziative di pace e umanitarie in sede internazionale

Norma di delega

Legge 6 febbraio 1992, n. 180

Settore d’intervento

Politica estera; organizzazioni interna-zionali

Numero di articoli

1

Date

 

§       presentazione

23 dicembre 2008

§       assegnazione

19 gennaio 2009

§       termine per l’espressione del parere

8 febbraio 2009

Commissione competente

III (Affari esteri)

Rilievi di altre Commissioni

----

 

 


Presupposti normativi

Lo schema di decreto all'esame della Commissione Affari esteri è sottoposto a parere parlamentare sulla base dell'articolo 1, comma 2, della legge 6 febbraio 1992, n. 180, Partecipazione dell’Italia alle iniziative di pace ed umanitarie in sede internazionale.

Il comma 1 del predetto articolo 1 prevede che, al fine di consentire la partecipazione italiana ad iniziative di pace ed umanitarie in sede internazionale, si effettuino interventi da realizzare sia attraverso la fornitura di beni e servizi sia attraverso l’erogazione di contributi ad organizzazioni internazionali, a Stati esteri e ad enti pubblici e privati italiani e stranieri con finalità di tutela della pace e della sicurezza internazionale, nonché di attuazione di iniziative umanitarie e di tutela dei diritti umani. Il successivo comma 2 prevede che le organizzazioni e gli enti di rilievo internazionale di cui al comma 1, siano indicati in un elenco approvato con decreto del Ministro degli affari esteri, previo parere favorevole delle competenti Commissioni parlamentari. E’ previsto, sempre al comma 2, che tale elenco venga aggiornato annualmente.

 

 


Contenuto

L’elenco delle organizzazioni e degli enti - definito in sede di prima attuazione della legge n. 180 cit. dal D.M. 27 luglio 1992, n. 3218 - è stato recentemente modificato dal D.M. 20 luglio 2004, che ha inserito nell’elenco in questione la Comunità Caraibica (CARICOM), l’Inter-governmental Agency for Development (IGAD), la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS), la Caritas, la Lega Araba e l’Unione del Maghreb Arabo (UMA).

Successivamente, il Decreto del Ministro degli Affari esteri n. 2492 del 2006 si è limitato ad aggiungere all’elenco vigente la Fondazione euromediterranea “Anna Lindh” per il dialogo tra le culture, mentre il Decreto del Ministro degli Affari esteri n. 1035 del 2007 ha a sua volta incluso un’ampia serie di enti e iniziative, operando altresì la rimozione dall’elenco dell’Unione europea e dei suoi organi competenti per la PESC e la PESD.

Infine, con il Decreto del Ministro degli Affari esteri n. 1853 del 2008 si è provveduto anzitutto alla rimozione dall’elenco di tre organismi, ovvero:

§           COMESA  -  Mercato comune per l’Africa centro-meridionale

§           JCLEC  -  Jakarta Centre for law enforcement cooperation

§           Segretariato virtuale dell’ASEM (Asia-Europe Meeting)

Del pari, il D.M. 1853/2008 ha determinato l’inclusione nell’elenco di una serie di nuovi organismi e iniziative. Si tratta in dettaglio di:

§           AIEA  -  Agenzia internazionale per l’energia atomica

§           ECO  -  Economic Cooperation Organization

§           RCC  -  Consiglio di cooperazione regionale

§           IAI  -  Iniziativa adriatico-ionica (e relativi organi ed istituzioni)

§           NEPAD  -  New Partnership for Africa’s Development

§           APRM  -  African Peer Review Mechanism

§           IIDU  -  Istituto internazionale di diritto umanitario di Sanremo

§           LNCV  -  Landau Network – Centro Volta

§           Comunità di Sant’Egidio

§           IECOB  -  Istituto per l’Europa centro-orientale e balcanica di Forlì

§           Scuola superiore di studi universitari e di perfezionamento Sant’Anna di Pisa

§           Comitato atlantico italiano/Atlantic Treaty Association

§           Fondazione Collegio europeo di Parma

Infine, per i seguenti enti e organismi il D.M. 1853/2008 nulla ha mutato,  rendendone dunque possibile il mantenimento nell’elenco:

§           l’Organizzazione delle Nazioni Unite e i suoi Fondi, Programmi, e Istituzioni specializzate;

§           il Comitato Internazionale della Croce Rossa;

§           la Croce Rossa italiana;

§           l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) e i suoi organi e istituzioni;

§           Il Consiglio d’Europa e i suoi Organi e Istituzioni

§           l’Unione africana (UA);

§           l’Organizzazione degli Stati americani (OSA);

§           la Comunità Caraibica (CARICOM);

§           l’Inter-governmental Agency for Development (IGAD);

§           la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS);

§           la Caritas;

§           I.O.M.  -  Organizzazione internazionale per le migrazioni

§           Community of Democracies

§           ICDT  -  Centro internazionale per la transizione democratica

§           SADC  -  Comunità per lo sviluppo dell’Africa meridionale

§           SEARCCT  -  Centro regionale del sud-est asiatico contro il terrorismo

§           CAERT  -  Centre africain d’études et de recherche sur le terrorisme

§           Fondazione Mediterraneo ONLUS di Napoli

§           CIPMO  -  Centro italiano per la pace in Medio Oriente

§           NPWJ  -  ONG “Non c’è pace senza giustizia”

§           la Lega Araba;

§           l’Unione del Maghreb Arabo (UMA);

§           la Fondazione euromediterranea “Anna Lindh” per il dialogo fra le culture.

Lo schema di decreto in esame non prospetta alcuna modifica nell’elenco degli enti possibili fruitori dei contributi di cui alla legge 180/1992.

Gli “elementi d’informazione” che accompagnano lo schema di decreto all’esame della constatano da un lato il notevole decremento degli stanziamenti previsti, pari al 68,75% rispetto al 2008, ma rilevano altresì l’adeguata articolazione dell’elenco di enti e organismi già individuato nel 2008 in rapporto a criteri di equa distribuzione fra le aree geografiche prioritarie per la presenza italiana[1].

Al tempo stesso negli “elementi d’informazione” vengono ribaditi alcuni ulteriori criteri fondamentali da continuare a seguire per una sempre maggiore razionalizzazione degli interventi, tra i quali la “progressiva concentrazione nei Paesi dove maggiore è la necessità di misure umanitarie e di sostegno ai processi di stabilizzazione e riforma democratica”. Inoltre, la somministrazione dei fondi disponibili dovrà essere improntata alla complementarità tanto fra i contributi agli enti inclusi nell’elenco e quelli ad altri potenziali destinatari pure previsti dalla legge 180/1992; quanto a quella tra le iniziative in base alla legge 180/1992 e gli interventi più propriamente inquadrati nelle attività nazionali di cooperazione allo sviluppo. Si ricorda al proposito che la legge 180/1992, al comma 6 dell’articolo unico prevede, nel caso in cui alcune delle iniziative da essa previste si rivolgano a Paesi in via di sviluppo, la possibilità di ulteriori stanziamenti, attinti in misura non superiore all’uno per cento da quelli propriamente inerenti la cooperazione a dono.

La discussione parlamentare in occasione del precedente schema di D.M. si è conclusa, da parte della Commissione Affari esteri della Camera, con l’approvazione (seduta del 16 luglio 2008) di un parere favorevole con osservazioni. La prima osservazione impegnava il Governo a riferire entro tre mesi dall’emanazione del provvedimento, fornendo in particolare informazioni sullo stato di attuazione dei previsti interventi, nonché sui soggetti beneficiari e sui contributi erogati, mediante la presentazione di una serie storica relativa agli ultimi cinque esercizi finanziari[2].

Le osservazioni richiamavano inoltre l’Esecutivo a riferire “sull’entità complessiva delle risorse destinate ad analoghe finalità” e riguardanti i medesimi soggetti, nella prospettiva di una generale riforma degli strumenti italiani per la cooperazione internazionale, che includa anche una revisione della legge 180/1992. L’ultima delle osservazioni esprimeva la necessità che le notevoli modifiche apportate nel 2008 all’elenco previsto dal comma 2 dell’art. unico della legge 180/1992 non avvenissero “a detrimento di una ripartizione delle risorse prioritariamente dettata dall’efficacia degli interventi”.

Analoghe istanze erano state espresse, seppure più succintamente, dalla Commissione Affari esteri del Senato nella seduta del 9 luglio 2008, anche in questo caso formulando un parere favorevole con osservazioni.

In merito all’attuazione della legge n. 180 del 1992, si ricorda che il Governo presenta annualmente alle Camere un’apposita relazione ai sensi dell’art. 1, c. 3, della legge medesima. L’ultima di tali relazioni, presentata il 4 luglio 2008 e relativa all’anno 2007, è allegata al presente dossier.

 

 


 

La relazione sullo stato di attuazione degli interventi relativi al 2003-2008

Nell’ottobre scorso, il Ministero degli Affari esteri ha dato un puntuale riscontro ad un’osservazione formulata nel parere reso da questa Commissione sullo schema di decreto ministeriale di individuazione delle organizzazione e degli enti per il 2008, presentando una dettagliata relazione sullo stato di attuazione degli interventi relativi al sessennio 2003-2008 e sull’entità complessiva delle risorse destinate ad analoghe finalità.

La relazione ricostruisce le iniziative promosse dalle sei direzioni generali competenti del Ministero, fornendo una serie di indicazioni assai utili sull’entità degli stanziamenti nell’ultimo quinquennio, sull’effettiva erogazione dei contributi, e sul profilo dei beneficiari.

Per quanto riguarda i Paesi europei, la relazione sottolinea che si è data attuazione all’opzione di concentrare sempre più gli interventi nei Paesi “dove maggiore è la necessità di misure umanitarie e di sostegno ai processi di stabilizzazione democratica” (Balcani occidentali, Caucaso, Asia centrale ex-sovietica) e di privilegiare iniziative di organismi consolidati attori e promotori della stabilità regionale, del peacekeeping e della democratizzazione (OSCE, Consiglio d’Europa) e di autorevoli enti formatori e think-tank  di settore.

La serie storica degli stanziamenti per le forniture di beni e servizi, in larghissima misura erogati direttamente dalle strutture, afferenti a questa Direzione generale è la seguente:

 

Anno 2003

Anno 2004

Anno 2005

Anno 2006

Anno 2007

Anno 2008

128.942

154.937

152.937

151.165

185.857

208.000

 

L’evoluzione nell’ultimo sessennio dei fondi impegnati da parte della Direzione generale per i Paesi dell’Europa, per contributi ad organizzazioni internazionali e ad enti italiani e stranieri, è invece la seguente:


 

Anno 2003

Anno 2004

Anno 2005

Anno 2006

Anno 2007

Anno 2008

1.404.901

1.313.166

409.030

409.030

825.035

610.000

 

Per quanto attiene alla Direzione generale dei Paesi delle Americhe, la relazione sottolinea che i fondi sono stati erogati “privilegiando anzitutto iniziative significative, aperte al contributo di altri donatori, in  modo da potere assicurare un raggio d’azione sufficientemente ampio e rappresentativo nei Paesi destinatari.

Un ulteriore criterio adottato nel corso del sessennio è stato quello della diversificazione geografica e dell’equilibrio tra finanziamenti ad organizzazioni internazionali (in primis, l’Organizzazione degli Stati americani e la Comunità caraibica), ad istituzioni governative, ad enti pubblici ed a ONG (come, ad esempio, l’associazione argentina delle Abuelas de Plaza de Mayo).

In questo caso lo sviluppo delle spese per la fornitura di beni e servizi è il seguente:

 

Anno 2003

Anno 2004

Anno 2005

Anno 2006

Anno 2007

Anno 2008

51.645

51.645

49.645

49.645

49.645

49.645

 

L’evoluzione degli stanziamenti per contributi ad organizzazioni internazionali e ad enti italiani è stranieri è la seguente:

 

Anno 2003

Anno 2004

Anno 2005

Anno 2006

Anno 2007

Anno 2008

276.938

304.938

203.389

203.389

195.389 +

500.000[3]

n.d.

 

Per quanto attiene alle iniziative che fanno capo alla Direzione generale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, la relazione evidenzia che la fornitura di beni e servizi si è principalmente orientata verso la promozione di attività formative rivolte a diplomatici, giornalisti e funzionari pubblici e per la costituzione, in collaborazione con le autorità giordane e l’Istituto affari internazionali (IAI), di un Centro regionale per la prevenzione dei conflitti ad Amman.

Il quadro evolutivo delle iniziative è pertanto il seguente:

 

Anno 2003

Anno 2004

Anno 2005

Anno 2006

Anno 2007

Anno 2008

1.642.556

814.222

247.913

295.590

297.300

146.569

 

Quanto ai contributi erogati da questa Direzione ad organizzazioni internazionali e ad enti italiani e stranieri, essi hanno principalmente riguardato le agenzie delle Nazioni Unite  e, successivamente, si sono concentrati sulla promozione del dialogo interculturale e della conoscenza reciproca tra i popoli della regione, per sostenere i processi democratici e le riforme.

Gli stanziamenti per contributi sono stati i seguenti:

 

Anno 2003

Anno 2004

Anno 2005

Anno 2006

Anno 2007

Anno 2008

26.645.800

14.063.366

58.000

220.000

2.218.459

n.d.

 

In relazione alle iniziative facenti capo alla Direzione generale per i Paesi dell’Africa sub-sahariana, la relazione rileva che l’erogazione dei contributi è stata dapprima finalizzata al sostegno al settore pace e sicurezza, attraverso la creazione o il rafforzamento di tavoli negoziali per facilitare l’individuazione d’ipotesi di composizione dei conflitti in corso (Burundi, Sudan/DArfur, Repubblica democratica del Congo e Somalia). Successivamente le risorse sono state concentrate su iniziative per il capacity building, assicurando il sostegno al rafforzamento istituzionale dell’Unione africana e di alcune organizzazioni subregionali. Da ultimo sono state favorite le iniziative per il rafforzamento delle istituzioni democratiche nazionali, privilegiando il sostegno a commissioni nazionali elettorali indipendenti.

Questa la ripartizione dei fondi per l’acquisto di beni e servizi afferenti a questa Direzione generale:

 

Anno 2003

Anno 2004

Anno 2005

Anno 2006

Anno 2007

Anno 2008

1.286.577

446.279

232.401

204.000

177.639

n.d.

 

Di seguito, la ripartizione dei contributi ad enti ed organizzazioni, italiane ed internazionali:

 

Anno 2003

Anno 2004

Anno 2005

Anno 2006

Anno 2007

Anno 2008

6.086.205

1.986.205

1.124.843

1.124.843

3.422.581

n.d.

 

I contributi erogati dalla Direzione generale per i Paesi dell’Asia, dell’Oceania, del Pacifico e dell’Antartide nel periodo di riferimento hanno fatto seguito ad indicazioni fornite dalle nostre Ambasciate nell’area, che hanno provveduto ad individuare iniziative, promosse da organismi multilaterali, meritevoli di finanziamento.

Questa la loro articolazione nel sessennio di riferimento:

 

Anno 2003

Anno 2004

Anno 2005

Anno 2006

Anno 2007

Anno 2008

90.000

150.000

-

76.772

342.879

n.d.

 

Per quanto attiene l’acquisto diretto di beni e servizi, la Direzione generale si è orientata prioritariamente verso la promozione dei diritti umani e della democracy building nell’area, attraverso seminari  (come quello per favorire il dialogo tra le due Coree) ed incontri di formazione

 

Anno 2003

Anno 2004

Anno 2005

Anno 2006

Anno 2007

Anno 2008

178.604

82.471

147.797

76.772

483.856

n.d.

 

La Direzione generale per la cooperazione politica multilaterale ed i diritti umani ha privilegiato nel periodo di riferimento specifiche iniziative per il contrasto a livello globale delle minacce alla pace ed alla sicurezza internazionale, favorendo le organizzazione multilaterali operanti nel settore (sistema delle Nazioni Unite, OSCE, Consiglio d’Europa).

Questa la ripartizione dei fondi per la fornitura diretta di beni e servizi, principalmente erogati per il finanziamento delle missioni di monitoraggio elettorale e la collaborazione con l’Associazione “Nessuno tocchi Caino” per la condotta di un’azione di sensibilizzazione nel quadro della campagna italiana contro la pena capitale:

 

Anno 2003

Anno 2004

Anno 2005

Anno 2006

Anno 2007

Anno 2008

n.d.

n.d.

9.762

7.647

30.751

124.963

 

Nel quadro dei contributi erogati da questa Direzione generale è opportuno segnalare il sostengo al Gruppo di contatto degli esperti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), che ha sede a Vienna, alla Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa per la democrazia attraverso il diritto ed al CAERT (Centro africano di studi e ricerche sul terrorismo), istituito ad Algeri per impulso dell’Unione africana.

L’evoluzione dei fondi per contributi da parte di questa Direzione generale è la seguente:

 

Anno 2003

Anno 2004

Anno 2005

Anno 2006

Anno 2007

Anno 2008

n.d.

n.d.

22.205

22.205

102.850

260.101.

 

Come si evince da questa breve ricostruzione retrospettiva, l’elencazione delle organizzazioni e degli enti beneficiari dei contributi di cui alla legge n. 180/1992 non è immutabile, ma ha subito in anni recenti una serie di rimodulazioni.

 

 

 

 


Organizzazioni ed enti di rilievo internazionali, possibili destinatari dei contributi di cui alla legge n. 180 del 1992

Si riporta di seguito una serie di schede informative sugli enti e sulle iniziative, possibili destinatari dei contributi previsti dalla legge n. 180/1992 (l’elencazione segue l’ordine utilizzato nello schema di decreto: non sono ricomprese le organizzazioni internazionali più conosciute come le Nazioni Unite, la Croce rossa internazionale o il Consiglio d’Europa):

 

§        l’Unione africana (UA) è nata nel 2001 come evoluzione dell’Organizzazione dell’Unità Africana (OAU), con il compito di promuovere l’integrazione socio-economica del continente, nonché l’unità e la solidarietà dei popoli e delle nazioni africane. Obiettivo prioritario dell’UA – che comprende attualmente 53 Stati membri - è la realizzazione delle condizioni di pace, sicurezza e stabilità dell’intero continente, prerequisiti per lo sviluppo e l’integrazione;

§        l’Organizzazione degli Stati americani (OSA) è stata fondata nel 1948 a Bogotà ed è formata ora da 35 membri che comprendono Paesi dell’America latina, dei Caraibi, gli USA e il Canada. Obiettivi dell’OSA sono il rafforzamento della democrazia e del rispetto dei diritti umani, la promozione della pace e della sicurezza, l’espansione del commercio e la soluzione di problemi causati dalla povertà, la droga e la corruzione;

§        la Comunità caraibica (CARICOM) è stata istituita nel 1973 dal Trattato di Chaguaramanas, modificato nel 2002, ed è attualmente composta da 15 Stati membri più 5 associati Obiettivi di CARICOM sono, tra gli altri, il miglioramento degli standard di vita e di lavoro, la piena occupazione, l’espansione delle relazioni economiche e commerciali con gli Stati non membri, il miglioramento dei livelli di competitività;

§        l’Agenzia intergovernativa per lo sviluppo (IGAD) è un’organizzazione subregionale di sviluppo dell'Africa orientale (ne fanno parte Gibuti, Etiopia, Kenya, Somalia, Sudan, Uganda: l’Eritrea si è ritirata nel 2007) istituita nel 1986. Durante il Vertice di Nairobi, nel 1996, è stato adottato il nuovo Statuto che individua tre obiettivi prioritari: sicurezza alimentare e protezione ambientale; prevenzione, gestione e risoluzione dei conflitti e affari umanitari; sviluppo infrastrutturale, con particolare riguardo ai trasporti e alle comunicazioni. L’IGAD ha inoltre rivestito un ruolo di primo piano nella conduzione dei negoziati per riportare la pace in Sudan e in Somalia – purtroppo in questo secondo caso con scarsi risultati;

§        la Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS), organizzazione regionale formata da 15 Paesi, fondata nel 1975 per promuovere l’integrazione economica nel campo industriale, dei trasporti e delle telecomunicazioni, dell’energia, dell’agricoltura, delle risorse naturali, del commercio, in campo finanziario e sociale. ECOWAS ha svolto un ruolo rilevante nelle attività di prevenzione e gestione dei conflitti, in particolare in Costa d’Avorio e in Liberia;

§        la Lega araba è un’Organizzazione regionale della quale fanno parte  21 Stati arabi, e che include anche l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP). La Lega, fondata nel 1945, si prefigge, tra l’altro, di rafforzare i legami tra gli Stati arabi nelle questioni politiche, economiche, sociali e culturali; di proteggere l'indipendenza degli Stati membri attraverso il coordinamento delle posizioni e delle politiche internazionali; migliorare le relazioni con gli Stati del mondo e gli Organismi internazionali;

§        l’Unione del Maghreb arabo (UMA) è stata fondata nel 1989 da cinque Paesi del Nord Africa (Marocco, Algeria, Libia, Tunisia e Mauritania). Gli obiettivi delineati nel Trattato costitutivo dell’UMA sono: il consolidamento dei rapporti tra gli Stati membri; il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità magrebine e la difesa dei loro diritti; la realizzazione progressiva di un’area di libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali; l’adozione di una politica comune in tutti i campi, e particolarmente in quello economico. Va ricordato che lo sviluppo della UMA è stato frenato dapprima dalle divergenze dei componenti nei confronti della politica libica, e successivamente dalla difficilissima situazione interna sopravvenuta dal 1992  in Algeria con lo scontro fra il governo e i fondamentalisti islamici;

§        la Caritas, ente ecclesiastico costituito nel 1971 al fine di promuovere la testimonianza della carità della comunità ecclesiale italiana, con particolare attenzione ai temi della giustizia sociale e della pace, e con prevalente funzione pedagogica. La Caritas svolge rilevanti attività di carattere umanitario;

§        la Fondazione euromediterranea (FEM) è stata creata a partire dal 2004 per iniziativa dei Ministri degli esteri del Partenariato euromediterraneo – rappresentanti degli Stati membri della UE e dei 10 partner della sponda Sud del Mediterraneo. La Fondazione è la prima istituzione finanziata da tutti i partecipanti del Partenariato euromediterraneo, ha sede ad Alessandria d’Egitto e porta il nome del Ministro degli esteri svedese, Anna Lindh, assassinata nel 2003, che aveva fortemente sostenuto la creazione di una Fondazione che promuovesse il dialogo tra le culture dei Paesi aderenti al Processo di Barcellona. La Fondazione si presenta come una “rete di reti” di collegamento delle società civili dei 37 paesi che formano il Partenariato euromediterraneo; essa concentra molti dei suoi sforzi nello sviluppo delle risorse umane, con particolare attenzione alla popolazione giovanile. Fra le altre priorità vi è la promozione della tolleranza tra i popoli.

§        l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM), erede di precedenti iniziative e comitati operanti sin dall’inizio degli Anni Cinquanta, esiste come tale dal novembre 1989: conta attualmente 125 Stati membri e 16 osservatori. Lo scopo della IOM è quello di agevolare i movimenti di emigrazione e di immigrazione a livello internazionale, curandone per quanto possibile l’ordinato svolgimento;

§        la Community of Democracies è un’iniziativa inaugurata nella Conferenza di Varsavia del giugno 2000, e che riunisce Paesi di consolidata democrazia assieme a Stati in via di democratizzazione, intorno all’obiettivo di un rafforzamento delle regole e delle pratiche democratiche in tutto il mondo. La Community of Democracies si articola in una dimensione intergovernativa e in una componente non governativa (quest’ultima include varie organizzazioni della società civile dei Paesi partecipanti). Nel 2004 i governi partecipanti hanno anche dato vita ad un caucus per la democrazia in seno alle Nazioni Unite. Verso la fine del 2007 è stato preannunciato che la Community of Democracies avrebbe avuto un Segretariato permanente, con sede a Varsavia.Nel 2006 il Gruppo direttivo si è allargato, e dai Paesi inizialmente riuniti a Varsavia – USA, Polonia, Cile, Repubblica ceca, India, Mali, Corea del Sud – esso si è esteso anche a Messico, Portogallo, Sudafrica, Filippine, Mongolia, Marocco, El Salvador, Capoverde e Italia;

§        il Centro internazionale per la transizione democratica (ICDT) è un Istituto indipendente creato da una Fondazione del Governo ungherese, allo scopo di aiutare il processo di transizione, nel mondo, da modelli sociali chiusi a modelli di “società aperta”. L’attività del Centro consiste nella raccolta, analisi e trasferimento di esperienze dai Paesi di nuova democrazia a quelli in transizione. Il Comitato internazionale del Centro è composto da eminenti personalità del mondo politico, nonché di quello degli affari, della scienza e della cultura. Il Centro è finanziato dal Governo ungherese e da altri Stati, nonché da fondazioni, imprese e donatori individuali. I principali volets nell’attività del centro sono quelli della cosiddetta “democrazia sostenibile” – ossia la promozione della partecipazione democratica di gruppi sociali per varie ragioni marginalizzati; della promozione della transizione democratica in contesti di stabilità regionale mediante la cooperazione tra diverse regioni; degli “strumenti per la democrazia”, vale a dire dell’assistenza su elementi affatto pratici del processo democratico, come le elezioni o la libertà di parola;

§        la Comunità per lo sviluppo dell’Africa meridionale (SADC) è stata fondata nell’agosto 1992, come evoluzione della precedente Conferenza di coordinamento per lo sviluppo dell’Africa meridionale: alla SADC partecipano attualmente 14 Paesi della regione, allo scopo di promuovere lo sviluppo e l’integrazione economica reciproca;

§        il Centro regionale del sud-est asiatico contro il terrorismo (SEARCCT), creato nel 2003 per iniziativa del Governo della Malaysia, rappresenta uno dei principali poli nell’area per la preparazione del personale e i profili giudiziari nel settore della lotta al terrorismo, in collaborazione con altri Governi e varie organizzazioni internazionali. Il Centro si sforza di delineare gli approcci più efficaci nella lotta al terrorismo, tra i quali anzitutto la ricerca di una definizione di esso riconosciuta a livello internazionale, unitamente a un approfondimento delle radici del fenomeno e al superamento di un’impostazione meramente militare nel contrasto ad esso;

§        il Centro africano di studi e ricerche sul terrorismo (CAERT)  è stato inaugurato ad Algeri nell’ottobre 2004 dal Presidente Bouteflika. Il Centro rappresenta la prima iniziativa del genere nel continente africano, lanciata dall’Unione africana allo scopo di accrescere la cooperazione su questo tema tra i Paesi africani, soprattutto nel contrasto alle fonti di finanziamento e di approvvigionamento di armi da parte delle reti terroristiche internazionali. Con uno staff di circa 20 esperti, il Centro gode anche di sostegno dell’ONU, dell’Unione europea e degli Stati Uniti;

§        la Fondazione laboratorio Mediterraneo ONLUS di Napoli, istituita nel 1984, ha lo scopo di valorizzare le culture dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, attraverso lo sviluppo della cooperazione e del dialogo tra di essi e la promozione del Partenariato euromediterraneo in campo culturale e scientifico. Le molteplici attività della Fondazione possono essere così riassunte: a) promozione di studi, pubblicazioni, convegni, incontri culturali, mostre, tavole rotonde e ogni altro evento sui temi oggetto delle finalità statutarie; b) attuazione di programmi di ricerca, progetti operativi e corsi di formazione, aggiornamento e riqualificazione; c) tutela del territorio, dell’ambiente e del patrimonio storico, artistico e culturale dei Paesi del bacino del Mediterraneo; d) identificazione e valorizzazione di una "cultura mediterranea" al fine di affermare, anche nelle diverse tradizioni, una comune identità che favorisca sentimenti di pace e di fraterna collaborazione tra i popoli; e) assegnazione di borse di studio e premi per ricerche, attività e studi attinenti i fini istituzionali della Fondazione; f) realizzazione di una biblioteca specializzata per l’attività di documentazione, di ricerca e di studio della Fondazione; g) costituzione, sia in Italia che all’estero, di sezioni di lavoro distaccate per la promozione dell’attività della Fondazione;

§        il Centro italiano per la pace in Medio Oriente (CIPMO)  - che figura peraltro anch’esso anche tra gli enti a carattere internazionalistico che ricevono contributi dal Ministero degli Affari esteri ai sensi della legge 948/1982 – ha come missione principale quella di favorire il dialogo tra israeliani, palestinesi e arabi, nel quadro della più generale cooperazione euromediterranea. Il CIPMO promuove ricerche e seminari sul conflitto israelo-palestinese, nonchè interventi di aiuto allo sviluppo, anche in collaborazione con Organizzazioni non governative palestinesi;

§        la ONG “Non c’è pace senza giustizia” (NPWJ) – è una Organizzazione internazionale no-profit impegnata nella promozione e protezione dei diritti umani, della democrazia, dello stato di diritto e della giustizia internazionale (a tale ultimo proposito si ricorda il ruolo rilevante che l’Organizzazione ha ricoperto nel lungo processo sfociato, nel 1998, nell’approvazione a Roma dello Statuto della Corte penale internazionale);

§        l’ AIEA  -  Agenzia internazionale per l’energia atomica è un’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite - della quale sono attualmente membri 144 Paesi - operante dal luglio 1957 allo scopo di promuovere nel mondo le utilizzazioni pacifiche dell’energia nucleare. Particolarmente rilevante è stato di recente il ruolo dell’AIEA nella vicenda del nucleare iraniano, per la funzione essenziale di monitoraggio delle attività nucleari di Teheran: i rapporti periodici dell’AIEA hanno segnato le diverse fasi della tuttora aperta questione;

§        l’ECO -  Organizzazione per la cooperazione economica esiste dal gennaio 1985, con la missione di promuovere la cooperazione regionale nei settori del commercio, dei trasporti, delle comunicazioni, del turismo, delle questioni culturali e dello sviluppo economico. Sono Parti dell’ECO 10 Paesi dell’area centroasiatica, ovvero Afghanistan, Azerbaijan, Iran, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Pakistan, Tajikistan, Turchia, Turkmenistan, Uzbekistan;

§        Il Consiglio di cooperazione regionale – RCC è stato ufficialmente insediato il 27 febbraio 2008, quale iniziativa di successione al Patto di stabilità per l’Europa sud-orientale. Lo scopo del RCC è la promozione della mutua cooperazione e dell’integrazione dell’Europa sud-orientale nel seno delle istituzioni euro-atlantiche, come chiavi di rafforzamento dello sviluppo economico e sociale regionale. Il RCC, con sede principale a Sarajevo, vede la partecipazione dei seguenti 12 Paesi: Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Grecia, Ungheria, Repubblica macedone, Montenegro, Romania, Serbia, Slovenia, Turchia;

§        l’Iniziativa Adriatico-ionica (IAI) si è sviluppata a seguito della Conferenza per lo Sviluppo e la Sicurezza dell'Adriatico, svoltasi ad Ancona il 19 e 20 maggio 2000. Attualmente sono membri della IAI i seguenti 8 Paesi: Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia,  Serbia, Montenegro e Slovenia. Anche la IAI costituisce in definitiva una derivazione del Patto di stabilità per l’Europa sud-orientale, rispetto al quale si pone come uno dei momenti attuativi. Priva di organi permanenti, la IAI vede nel Consiglio dei Ministri degli Esteri (Consiglio Adriatico-Ionico) il proprio organo decisionale, mentre i lavori della IAI si articolano attorno a sei campi fondamentali, che sono: la lotta alla criminalità organizzata, l’economia, soprattutto nel turismo e nella cooperazione fra PMI, l’ambiente, i trasporti e le comunicazioni marittime, la cultura e la cooperazione interuniversitaria;

§        il NEPAD (nuovo partenariato per lo sviluppo dell’Africa) ha le sue origini nel 2001 in seno all’Organizzazione per l’unità africana (oggi Unione africana), il cui 37mo Vertice ne adottò formalmente il documento di strategia. Le priorità del NEPAD risultano essere lo sradicamento della povertà, l’avvio dell’Africa nel suo insieme e dei singoli Paesi su un cammino di sviluppo sostenibile, inserendo il continente nell’ambito dei flussi della globalizzazione, l’accelerazione della crescita sociale e politica delle donne. Tali scopi vanno perseguiti, nell’ottica NEPAD, attraverso il protagonismo dell’Africa e dei suoi leader, come anche di tutti i settori della società, nonché mediante una sempre maggiore integrazione regionale e in prospettiva continentale. Inoltre si dovrà costruire un nuovo partenariato a livello internazionale, nel quale riequilibrare i rapporti ineguali tra l’Africa e il mondo sviluppato, e in cui si tengano costantemente in cosiderazione gli Obiettivi di sviluppo del Millennio stabiliti dalle Nazioni Unite;

§        l’Africa Peer Review Mechanism è un meccanismo introdotto dall’Unione africana allo scopo di sostenere i vari Paesi del continente nel miglioramento delle pratiche di governo. La partecipazione all’APRM è volontaria. Un comitato formato da eminenti personalità, nominate dal Segretariato dell’APRM, ha il compito di controllarne l’applicazione in tutta l’Africa. L’APRM si articola in diversi momenti, a partire da un’autovalutazione che ciascun Paese redige unitamente a un piano di azione, avendo riguardo soprattutto a quattro nuclei tematici, ossia la democrazia e le pratiche della governance politica, la gestione economica – con particolare attenzione alle regole che disciplinano il funzionamento delle imprese (c.d. corporate governance) – e lo sviluppo socio-economico. I rapporti nazionali sono poi sottoposti al Segretariato dell’APRM, e a ciò seguono consultazioni in loco per ciascun Paese fatte da apposite squadre di revisori, che redigono a loro volta un rapporto. Tutti i rapporti, esaminati dal Forum APR, sono successivamente pubblicati. La valutazione dei progressi di ciascun Paese prosegue negli anni successivi;

§        l’Istituto internazionale di diritto umanitario di Sanremo (IIDU) è un’organizzazione non governativa, abilitata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite a fornire una formazione altamente specializzata in diritto umanitario internazionale al personale militare. Dal 1976, L’Istituto organizza corsi internazionali su diverse tematiche riguardanti il diritto internazionale umanitario, ad oggi seguiti da più di 4.000 partecipanti provenienti da oltre 170 Stati.

Va segnalato che l’Istituto internazionale di diritto umanitario, in quanto inserito per il triennio 2007-2009 nella tabella degli enti a carattere internazionalistico vigilati dal Ministero degli Affari esteri, gode di finanziamenti in base alla legge n. 948 del 1982.

§        Landau Network del Centro Volta si occupa dal 1995 di cooperazione scientifica internazionale e di monitoraggio della problematica globale legata al disarmo nucleare, alla non proliferazione delle armi di distruzione di massa, alla conversione ad uso civile delle tecnologie militari, alla sicurezza delle risorse energetiche e idriche. Su queste linee di intervento il Landau Network-Centro Volta conduce programmi di analisi sugli aspetti di sicurezza e stabilità in specifiche aree geografiche quali Russia, India, Pakistan, Corea del Nord, Iran, Iraq, Israele e Palestina. Le attività sono svolte in collaborazione con istituzioni nazionali e internazionali tra cui il Ministero degli Affari Esteri Italiano, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, la Commissione Europea, il RosAtom russo. Rilevante è anche l'attività congressuale e seminariale che comprende l'organizzazione di Forum e Scuole internazionali inerenti le tematiche trattate. Da citare, inoltre, il sostegno all’internazionalizzazione della ricerca scientifica e della didattica nelle università lombarde, attraverso l'assegnazione di borse di studio finanziate dalla Fondazione CARIPLO, per scienziati russi che desiderino svolgere attività di ricerca e di studio in Italia.

Il Centro di Cultura Scientifica “Alessandro Volta” è un’Associazione senza scopo di lucro, costituita nel 1983 e giuridicamente riconosciuta, che ha per missione la promozione della ricerca scientifica. Il Centro unisce a un’intensa attività di organizzazione di scuole, seminari e convegni scientifici una funzione di collegamento tra il mondo accademico e della ricerca e il tessuto culturale, economico e sociale del territorio;

§        la Comunità di S. Egidiorappresenta, dal punto di vista canonistico, un’”Associazione pubblica di laici della Chiesa" ed ha svolto, in alcune fasi della recente politica estera italiana, un delicato ruolo di collegamento con realtà dilaniate da conflitti civili: va ricordata senz’altro la soluzione dell’annoso conflitto in Mozambico, con la firma a Roma nell’ottobre 1992 degli accordi di pace, ma vanno altresì richiamate le numerose iniziative caritative in Italia e all’estero, nonché le numerose altre occasioni in cui la Comunità ha offerto la propria mediazione – come nel 1994 nel corso del sanguinoso conflitto in Algeria. Va infine segnalato il ruolo che, nello scenario successivo agli attentati dell’11 settembre 2001, assume un altro degli assi portanti dell’attività della Comunità, ovvero quello del dialogo interculturale e interreligioso; come anche va ricordata la partecipazione della Comunità all’iniziativa che dopo anni di sforzi frustrati ha condotto alfine all’approvazione, da parte dell’A.G. dell’ONU, di una risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali nel mondo;

§        l’Istituto per l’Europa centro-orientale e balcanica di Forlì (IECOB) è stato fondato nel 1995 da studiosi appartenenti a diverse università, collegate tra loro mediante la rete internazionale Europa e Balcani. La sede dell’Istituto è a Forlì, presso il locale campus dell’Università di Bologna, che è sostenitrice dell’IECOB assieme alla Commissione europea, al Ministero degli Affari esteri, alla Regione Emilia-Romagna, ai Comuni di Bologna, Forlì e Cervia. L’Istituto è inoltre sostenuto da associazioni imprenditoriali e d’affari, oltre ai principali istituti bancari dell’Emilia-Romagna. L’ampia rete di riferimento dell’IECOB è costituita da oltre 250 tra esperti e studiosi, appartenenti a 36 Paesi europei più 7 grandi Stati extraeuropei. L’Istituto è riuscito negli anni a dare vita a una rete di altri istituti attivi nei settori dell’economia, della società e della politica, capaci di assicurare ricerca e formazione ad alto livello sulle questioni dell’Europa centro-orientale e dei Balcani, con particolare riferimento agli ambiti politico-diplomatico ed economico-giuridico;

§        la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa è un istituto universitario pubblico a statuto speciale, che opera nel campo delle scienze applicate: scienze economiche, scienze giuridiche e scienze politiche per la classe di scienze sociali e scienze agrarie, scienze mediche, ingegneria industriale e dell'informazione per la classe di scienze sperimentali. Lo scopo della Scuola Superiore Sant'Anna è: promuovere lo sviluppo della cultura, della ricerca scientifica e tecnologica, dell'innovazione; curare la formazione universitaria, post - universitaria e la formazione continua; assicurare la continua interazione fra le attività  di ricerca e di formazione a beneficio dell'alta qualità  degli studi. La Scuola Superiore Sant'Anna conta 82 docenti e ricercatori nelle diverse discipline, 232 allievi ordinari e circa 1.450 allievi di dottorato, di master o di corsi di alta formazione;

§        il Comitato atlantico italiano è un Ente che ha la finalità di diffondere la migliore conoscenza della NATO e delle sue attività, mediante promozione dell’analisi dei problemi legati alla sicurezza e alla difesa nell’area euroatlantica. A livello internazionale il Comitato è il tramite della presenza italiana nell’Associazione del Trattato atlantico (ATA), che si pone quale raccordo tra la NATO e le opinioni pubbliche dei Paesi membri. Dopo gli sviluppi successivi alla fine della Guerra Fredda e l’ingresso di una gran numero di Stati nella NATO, oggi persino un Comitato atlantico russo si rapporta alla ATA. A livello nazionale, invece, il Comitato funge da coordinamento delle attività dei Club atlantici, associazioni periferiche con le medesime finalità.

§        Va segnalato che il Comitato atlantico, in quanto inserito negli anni passati nella tabella degli enti a carattere internazionalistico vigilati dal Ministero degli Affari esteri, ha usufruito di finanziamenti in base alla legge n. 948 del 1982, da ultimo nel triennio 2004-2006.

§        la Fondazione Collegio Europeo di Parma è un istituto di formazione superiore che prepara giovani laureati provenienti sia da Paesi europei che da Paesi extraeuropei sul processo di integrazione europea e sulle politiche comunitarie. Il Collegio Europeo di Parma è stato fondato nel 1988, sotto forma di Consorzio di Enti, per volontà delle istituzioni del territorio di Parma, le quali compresero l’importanza di avvicinare i cittadini, e soprattutto i giovani, all’Europa e alle sue politiche promuovendo la conoscenza del funzionamento delle istituzioni europee e creando un contatto diretto con i protagonisti delle scelte europee, attraverso la formazione superiore. Nel settembre 2003 è stata inaugurata la prima edizione del corso post-universitario di alta formazione denominato Diploma Avanzato in Studi Europei (DASE). Nel luglio 2004 il Collegio Europeo di Parma è divenuto una Fondazione. Le attività formative del Collegio sono andate man mano ampliandosi, con l’introduzione di corsi di formazione specialistica(Master in finanziamenti e progettazione europea e Master per la ricerca, l'innovazione e lo sviluppo sostenibile), seminari e conferenze, che hanno visto la presenza di personalità di fama internazionale.


Attività parlamentare

 


III COMMISSIONE PERMANENTE

(Affari esteri)
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ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 16 luglio 2008. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Stefania Gabriella Anastasia Craxi.

La seduta comincia alle 16.25.

Schema di decreto ministeriale di individuazione per il 2008 delle organizzazioni e degli enti possibili destinatari dei contributi di cui alla legge n. 180/1992.

Atto n. 15.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione. - Parere favorevole con osservazioni).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto ministeriale all'ordine del giorno.

Paolo CORSINI (PD), relatore, richiama il comma 1 dell'articolo 1 della legge n. 180 del 1992 che prevede che, al fine di consentire la partecipazione italiana ad iniziative di pace ed umanitarie in sede internazionale, si effettuino interventi da realizzare sia attraverso la fornitura di beni e servizi sia attraverso l'erogazione di contributi ad organizzazioni internazionali, a Stati esteri e ad enti pubblici e privati italiani e stranieri con finalità di  tutela della pace e della sicurezza internazionale, nonché di attuazione di iniziative umanitarie e di tutela dei diritti umani. Segnala che nel successivo comma 2 si prevede che le organizzazioni e gli enti di rilievo internazionale, di cui al comma 1, siano indicati in un elenco approvato con decreto del Ministro degli affari esteri, previo parere favorevole delle competenti Commissioni parlamentari. Ricorda altresì come dallo stesso comma 2 siano comunque consentiti al Ministero degli affari esteri interventi in deroga, in presenza di circostanze particolari. Infine, il comma 3 dello stesso articolo 1 dispone che il Ministro degli affari esteri invia annualmente al Parlamento una relazione circa le iniziative avviate in attuazione della legge, il loro sviluppo e la loro conclusione, allegando a tal fine un rendiconto.

Ritiene opportuno sottolineare che lo schema di decreto in esame si limita a individuare una lista di potenziali beneficiari, essendo poi gli effettivi contributi disposti sulla base di specifici progetti nei limiti delle disponibilità sui competenti capitoli di bilancio.

Passando all'analisi dell'elenco, sottolinea che il provvedimento dispone innanzitutto la rimozione di tre soggetti, ovvero il Mercato comune per l'Africa centro-meridionale (COMESA), il Jakarta Centre for Law Enforcement Cooperation (JCLEC) e il Segretariato virtuale dell'ASEM (Asia-Europe Meeting). In particolare per quanto riguarda il COMESA, sottolinea che costituisce l'organizzazione africana più estesa geograficamente ma, come sottolinea la relazione che accompagna il provvedimento, col minor grado di omogeneità e capacità operativa a paragone di altre organizzazioni regionali come l'Unione africana, il Nepad o l'ECOWAS. La relazione che accompagna il provvedimento dà quindi conto del fatto che si confermano buona parte degli enti già compresi nel precedente decreto e s'introduce un limitato numero di nuovi potenziali beneficiari, selezionati per il contributo all'azione della comunità internazionale a favore del mantenimento della pace e della sicurezza globale, per il ruolo svolto in cruciali aree regionali nella promozione degli obiettivi di stabilizzazione e integrazione politica ed economica, nonché nello sviluppo di una capacity regionale.

Osserva che la lettura dell'elenco dei nuovi inserimenti appare effettivamente significativa ai fini di una comprensione «politica» del provvedimento, essendo ragionevole ritenere che l'elenco riflette priorità di politica estera in parte nuove rispetto allo schema di decreto esaminato dalla Commissione da ultimo nel corso del 2007. Sottolinea che l'elenco evidenzia scelte di carattere geostrategico che valorizzano l'impegno del nostro Paese rispetto a specifici dossier di politica internazionale: la questione del nucleare iraniano, connessa al tema del disarmo e della stabilizzazione dell'Asia Centrale (AIEA, ECO, Landau Network-Centro Volta); la stabilizzazione e l'integrazione europea dei Balcani occidentali (Consiglio di cooperazione regionale RCC, Iniziativa Adriatico-Ionica, Istituto per l'Europa Centro Orientale e Balcanica di Forlì); l'Africa (NEPAD, African Peer Review Mechanism); i diritti umani (Istituto internazionale di diritto umanitario di Sanremo); il rilancio della NATO (Comitato Atlantico italiano); il dialogo interculturale e interreligioso quale strumento per la prevenzione e la soluzione dei conflitti (Comunità di Sant'Egidio); il ruolo della cultura, della ricerca e dell'alta formazione rivolta ad aree sensibili (Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, Fondazione Collegio Europeo di Parma).

A tal riguardo osserva che sarebbe coerente con tali priorità l'inserimento nell'elenco della FOCSIV, la Federazione di 61 organizzazioni non governative cristiane di servizio internazionale volontario, impegnata nella cooperazione con i popoli del Sud del mondo, contro ogni forma di povertà e di esclusione, nell'affermazione dei diritti dell'uomo e nella crescita delle istituzioni locali. La Federazione ha peraltro al suo attivo la istituzione di una rete di «caschi bianchi» nel quadro di programmi di aiuto umanitario destinati ad aree di crisi pre- e post-conflitto, come nel caso del Libano.

Quanto ai soggetti ed enti mantenuti nell'elenco, il provvedimento sembra confermare gli orientamenti alla base del decreto adottato nel 2007, favorevole ad una maggiore articolazione sul piano regionale nelle aree del Mediterraneo, del Medio Oriente, dell'Africa e dell'Asia; alla promozione dei diritti umani e della democrazia, nonché alla lotta al terrorismo, in un contesto di rafforzamento della dimensione multilaterale della cooperazione italiana. Al riguardo, è da auspicare che la cooperazione sia sempre orientata coerentemente con le linee generali della politica estera e non sia dettata da contingenze occasionali.

Passando all'analisi dei contenuti della Relazione sulla ripartizione delle risorse per l'anno 2007, sottolinea che essa dà conto del fatto che la gestione dei fondi disponibili ex lege n. 180 del 1997 è affidata alle direzioni generali geografiche e alla Direzione Generale per la Cooperazione Politica Multilaterale e i Diritti Umani, subentrate in tali compiti alla Direzione Generale per gli Affari Politici. Rinviando al testo della Relazione circa i contenuti di dettaglio, in questa sede ritiene opportuno segnalare la linea di continuità quanto all'impegno nei Balcani occidentali e nell'Asia centrale. È altresì da segnalare che la Direzione per i Paesi dell'Europa, competente per tali aree geografiche, nel 2007 ha già destinato fondi a favore dell'Istituto Internazione di Diritto Umanitario di Sanremo (IIDU) così come all'Iniziativa Adriatico-Ionica e al Consiglio di Cooperazione Regionale, che figurano tra i nuovi inserimenti dello schema di decreto in esame. Vi è stato un impegno rafforzato da parte della Direzione Generale per i Paesi delle Americhe in progetto di sminamento umanitario e per la promozione e protezione dei diritti umani, realizzati a favore di Paesi dell'America Latina. Nel quadro delle ingenti risorse destinate ai Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, sono da segnalare i fondi già destinati a finanziamento di un contratto siglato con il Landau Network-Centro Volta, inserito nell'elenco a partire dal 2008. Inoltre, nel corso del 2007 la Direzione Generale per i Paesi dell'Africa Sub-sahariana ha già finanziato uno studio in collaborazione con la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Assai significative appaiono infine le iniziative a cura della Direzione Generale per i Paesi dell'Asia, Oceania, del Pacifico e dell'Antartide a favore dell'Afghanistan nel quadro dello sforzo che l'Italia sta compiendo in quell'area sui temi della giustizia, dei diritti umani e dello sviluppo economico e sociale.

Infine, ritiene opportuno ribadire talune osservazioni apposte al parere espresso dalla Commissione sullo schema di decreto relativo all'anno 2007. La Commissione aveva rilevato l'opportunità di evitare il rischio della frammentazione, dell'occasionalità e dell'eterogeneità degli interventi. Era stata altresì segnalata l'arretratezza dell'impianto normativo, rispetto alle concrete esigenze, avanzando l'eventualità di un'abrogazione della legge n. 180 del 1992, in occasione della complessiva riforma del settore della cooperazione. In particolare, si segnalava che la dotazione finanziaria della legge n. 180 non è più autonomamente individuata nello stato di previsione ministeriale ma è ripartita nei capitoli di competenza delle direzioni geografiche, mentre i fondi destinati agli enti con finalità di pace ed umanitarie provengono, in realtà, per un terzo dalla quota dell'1 per cento delle disponibilità della legge n. 49 del 1987. Considerando pertanto ormai superato lo strumento in vigore, si invitava a valutare l'opportunità di procedere alla definizione di un fondo unico per la cooperazione. Si tratta di osservazioni che ritiene di ribadire in questa sede in considerazione della opportunità di riportare il tema della riforma della cooperazione nell'agenda del Parlamento.

Alla luce di quanto osservato, si riserva di presentare una proposta di parere, che preannuncia favorevole con osservazioni sul provvedimento in titolo.

Giorgio LA MALFA (PdL) prospetta al rappresentante del Governo l'opportunità di trasmettere una nota esplicativa sui  singoli interventi prospettati nello schema di decreto in titolo in vista del parere che la Commissione è chiamata ad esprimere. Rileva l'opportunità che la Commissione conosca l'entità dei fondi percepiti dai diversi beneficiari e sottolinea l'anomalia di una procedura che prevede il parere parlamentare su una lista di potenziali beneficiari e non anche sul provvedimento relativo all'effettiva erogazione delle risorse. Ritiene altresì anomalo che il provvedimento ponga sullo stesso piano le massime organizzazioni internazionali ed enti privati, la cui natura e attività non sono del tutto palesi. In generale, occorre che la Commissione si esprima sulla base di informazioni accurate circa aspetti delicati quali, ad esempio, l'entità dei finanziamenti destinati alla Lega Araba e il valore complessivo delle risorse finanziarie erogati ai singoli soggetti nell'anno di riferimento.

Stefano STEFANI, presidente, ritiene meritevoli di considerazione le osservazioni svolte dal collega La Malfa.

Roberto ANTONIONE (PdL) ritiene opportuno che il Governo metta a disposizione della Commissione ulteriori elementi utili al dibattito in corso.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI si riserva di fornire elementi di maggiore dettaglio sulle risorse effettivamente erogate.

Gianpaolo DOZZO (LNP) rileva l'opportunità che, nel raccogliere le informazioni richieste, il Governo tenga conto della rilevanza dei singoli importi.

Paolo CORSINI (PD), relatore, segnala che il valore complessivo delle risorse effettivamente erogate dal Ministero degli affari esteri per l'anno 2007 ammonta a circa 7,8 milioni di euro e che il rappresentante del Governo, intervenuto nel corso del dibattito svoltosi presso l'altro ramo del Parlamento, ha prospettato un analogo ammontare di risorse per l'anno 2008. Nel condividere le osservazioni svolte dal collega La Malfa sulla necessità di meglio comprendere i criteri per la scelta degli effettivi beneficiari, sottolinea che le anomalie della procedura sono da ricondurre al dettato della legge n. 180 del 1992, che non consente al Parlamento di esprimere un parere se non sulla lista dei potenziali beneficiari. Sottolinea pertanto che si tratta di un limite insito alla normativa in vigore e non riconducibile ad una specifica condotta del Governo.

Roberto ANTONIONE (PdL), anche in vista di analoghi dibattiti che potranno avere luogo presso la Commissione, segnala l'opportunità che il Governo illustri i criteri di scelta adottati nell'erogazione delle somme stanziate ai sensi della legge n. 180 del 1992. Osserva, peraltro, che l'elenco appare frutto di interventi succedutisi nel tempo e che appare arduo risalire ad una sua ratio sulla base degli elementi attualmente disponibili. Auspica altresì un'iniziativa del Governo per stimolare una riconsiderazione della normativa vigente, anche al fine di valorizzare il valore aggiunto rappresentato dalla procedura del parere parlamentare.

Margherita BONIVER (PdL), concordando con i colleghi di maggioranza già intervenuti, sottolinea che il metodo definito dalla normativa è insoddisfacente, anche se il rapporto tra le risorse finanziarie e il numero degli enti beneficiari non appare molto significativo. Peraltro, segnala che la legge n. 180 del 1992 è alquanto risalente anche rispetto a soggetti di recente istituzione, come ad esempio il NEPAD. L'elenco all'esame della Commissione appare, inoltre, poco. Ritiene pertanto opportuno procedere ad un maggiore approfondimento circa i criteri di scelta ai fini dell'attuazione della legge n. 180.

Stefano STEFANI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, la Commissione è chiamata ad esprimere il proprio parere entro il prossimo 22 luglio.

Franco NARDUCCI (PD), nel sottolineare che il provvedimento è indubbiamente frutto di una valutazione complessiva da parte del Governo, condivide l'opportunità, prospettata dai colleghi di maggioranza, di conoscere i criteri di scelta che guidato la erogazione delle risorse, anche in vista di futuri dibattiti.

Marco ZACCHERA (PdL) esprime perplessità per l'inclusione nell'elenco delle attività finanziate dal Ministero degli affari esteri per l'anno 2007, di cui alla Relazione allegata al provvedimento in titolo, di iniziative minori, come la riparazione di impianto di riscaldamento o la realizzazione di opere infrastrutturali di rilievo davvero irrisorio, seppure in Paesi quali il Kosovo o la Moldova, a fronte dei tagli che sono stati apportati alla rete diplomatico-consolare.

Fiamma NIRENSTEIN (PdL) condivide la valutazione condivisa dai colleghi circa la necessità di un ulteriore approfondimento, anche al fine di evitare di perpetuare pratiche di finanziamenti a pioggia che influiscono in modo negativo sul rapporto fra i cittadini e le istituzioni dello Stato. Nel sottolineare la meritevolezza di taluni soggetti presenti nell'elenco allegato allo schema di decreto ministeriale, segnala la necessità di riconsiderare i criteri di selezione degli enti che sono catalogati sotto il titolo relativo alla tutela dei diritti umani, considerato che talvolta si tratta di soggetti che perseguono finalità politiche di altra natura.

Gianpaolo DOZZO (LNP) esprime, a nome del suo gruppo, perplessità circa i finanziamenti destinati alla Lega Araba, che potrebbero influire sull'espressione del voto relativo alla proposta di parere. Rileva, altresì, richiamando le osservazioni del collega Zacchera, che la disomogeneità dell'elenco dei soggetti beneficiari induce a ritenere giustificati, almeno in parte, i tagli che sono stati apportati di recente all'Amministrazione del Ministero degli affari esteri. Invita pertanto il Governo a riconsiderare l'impianto generale del provvedimento, anche al fine di scongiurare una eccessiva frammentazione degli interventi.

Enrico PIANETTA (PdL), alla luce delle riduzioni apportate al comparto della cooperazione allo sviluppo e considerata la non perfetta conoscibilità del numero di enti effettivamente beneficiari delle risorse stanziate ai sensi della legge n. 180 del 1992, rileva una marcata tendenza alla dispersione delle risorse e prospetta la necessità di individuare le modalità per massimizzare l'impatto di questi fondi in rapporto ad una maggiore coerenza e concentrazione degli interventi.

Paolo GUZZANTI (PdL) prospetta la possibilità che la Commissione ometta di esprimere un parere sul provvedimento in titolo o valuti l'espressione di un parere contrario, nella prospettiva di una precisa indicazione da parte dei singoli beneficiari circa la propria natura e le attività che essi intendono porre in essere.

Marco FEDI (PD) sottolinea, quale aspetto condiviso del dibattito, l'opportunità di una novella della legge n. 180 del 1992 nel quadro di una piena collaborazione tra Governo e Parlamento, anche sul piano di una accurata informativa sulla materia. Osserva peraltro che l'elenco all'esame della Commissione è il frutto di una valutazione svolta presso il Governo che, pur nei limiti segnalati dai colleghi intervenuti, è finalizzata a risultati positivi o a scongiurare danni derivanti dall'inadempimento di impegni assunti.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI, condividendo pienamente quanto testé osservato dal deputato Fedi, esprime soddisfazione per la serietà dell'approccio adottato dalla Commissione e consenso su alcune criticità connesse all'attuazione della legge n. 180 del 1992. Condivide la necessità di considerare una riforma del settore, anche nella prospettiva di interventi normativi sulla materia della cooperazione allo sviluppo, nell'obiettivo di realizzare un coerente coordinamento dei fondi erogati per finalità di  politica estera. Nel sottolineare l'importanza del ruolo svolto dalla Commissione, segnala la necessità di ben disciplinare l'attività di controllo nell'uso dei fondi e di monitoraggio circa l'impatto sul piano politico. Per quanto concerne la Lega Araba, sottolinea che tale soggetto, svolgendo un'azione assai importante nel processo di pace in Medio Oriente, merita il sostegno da parte dell'Italia.

Giorgio LA MALFA (PdL) sottolinea la necessità che la questione del corretto uso delle risorse finanziarie per impegni internazionali sia disciplinata fin dall'inizio della legislatura in corso, pur consentendo nell'immediato al Ministero degli affari esteri di adempiere agli obblighi ai quali è vincolato. Sottolinea tuttavia la necessità che la Commissione abbia piena contezza della portata del provvedimento in titolo, non avendo altrimenti senso l'espressione del parere.

Roberto ANTONIONE (PdL), alla luce dell'imminente scadenza del termine previsto dal regolamento per l'espressione del parere e delle evidenti criticità connesse all'esame dello schema in titolo, sottolinea l'opportunità che il Governo si impegni per la presentazione in tempi rapidi degli elementi informativi richiesti, essendo diversamente arduo misurare l'impatto del provvedimento sia in termini contabili che di politiche di spesa. Ritiene infine possibile che la Commissione esprima un parere favorevole sul provvedimento in titolo a condizione che vi sia da parte del Governo un impegno ad intervenire al più presto sulla materia.

Paolo GUZZANTI (PdL), ribadendo quanto già osservato sul provvedimento in esame, sottolinea che, in caso di parere favorevole, il Parlamento sarà chiamato a rispondere al Paese di questioni che non sono state adeguatamente chiarite. Pur comprendendo la necessità di onorare impegni già assunti, prospetta l'opportunità di rinviare la deliberazione della Commissione ad un momento successivo ed una volta assunti i necessari elementi a supporto di un parere favorevole.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI ricorda i tempi esigui che sono a disposizione prima dello scadere del termine regolamentare.

Paolo CORSINI (PD), relatore, avendo recepito gli elementi di maggior rilievo emersi dal dibattito, condividegli elementi di risposta forniti dal sottosegretario Craxi e richiama l'attenzione dei colleghi commissari sui contenuti della relazione illustrativa relativi ad una riforma della materia disciplinata dalla legge n. 180 del 1992 e dalla legge n. 49 del 1987. Ricordando il lavoro svolto nel corso della precedente legislatura su tali versanti, si associa alle perplessità segnalate, tra gli altri, dal collega Zacchera, mentre non condivide quanto osservato dal collega Dozzo sulla Lega Araba, il cui ruolo è da tenere ben distinto dalle polemiche relative al rapporto tra islam e Occidente. Esprime condivisione per la linea politica seguita dal Governo italiano circa la positiva funzione di mediazione svolta dalla Lega Araba e esprime l'opportunità che la Commissione tenga conto che l'elenco dei beneficiari delle risorse è anche il frutto di opportunità, relazioni e necessità, connesse al ruolo che l'Italia intende svolgere sulla scena internazionale. Ritiene altresì opportuno che il Governo predisponga al più presto la serie storica degli ultimi cinque anni dei soggetti effettivamente beneficiari e dei contributi erogati. Nel ricordare, infine, che lo schema di decreto in esame non vincola il Governo alla concreta erogazione delle risorse agli enti e soggetti presenti nell'elenco e sottolineando la collaborazione che i gruppi di opposizione non intendono far mancare in questa occasione ai colleghi di maggioranza, illustra la proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 1).

Marco ZACCHERA (PdL), intervenendo a titolo personale, propone una riformulazione della proposta di parere favorevole con osservazioni, avanzata dal relatore, nel  senso di sopprimere il quarto punto della premessa, nonché tutte le osservazioni. Ritiene peraltro inopportuno l'inserimento di un ulteriore soggetto nell'elenco dei beneficiari, al fine di scongiurare un prevedibile malcontento da parte di altri soggetti, ugualmente meritevoli ma esclusi dal provvedimento. Integra quindi la propria proposta di riformulazione del parere favorevole nel senso di apporre l'osservazione per cui il Governo si impegna a compilare, entro tre mesi dall'entrata in vigore del decreto ministeriale, l'elenco complessivo dei beneficiari effettivi dei contributi negli ultimi cinque anni.

Roberto ANTONIONE (PdL), condividendo a nome del suo gruppo la proposta di riformulazione, testé avanzata del collega Zacchera, segnala la necessità che il Governo nei medesimi termini integri la propria informativa sull'entità complessiva delle risorse destinate per analoghe finalità in particolare ai soggetti inclusi negli elenchi.

Paolo CORSINI (PD), relatore, esprimendo il consenso del suo gruppo sulle proposte avanzate dai colleghi Zacchera e Antonione, riformula in tali termini la sua proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 2).

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con osservazioni, come riformulata dal relatore.

La seduta termina alle 17.35.

 


 



ALLEGATO 2

 

Schema di decreto ministeriale di individuazione per il 2008 delle organizzazioni e degli enti possibili destinatari dei contributi di cui alla legge n. 180/1992. Atto n. 15.

 

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La III Commissione,

esaminato lo Schema di decreto ministeriale di individuazione per il 2008 delle organizzazioni e degli enti possibili destinatari dei contributi, di cui alla legge n. 180/1992;

presa visione altresì della Relazione sulla ripartizione delle risorse per l'anno 2007, allegata al citato schema di decreto ministeriale;

rilevate le significative modifiche apportate all'elenco, di cui al comma 2 dell'articolo 1 della citata legge, rispetto al 2007;

ribadita l'esigenza di assicurare risorse congrue alla cooperazione multilaterale, nonché quella di conformarne la direzione alle linee generali della politica estera;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti osservazioni:

riferisca il Governo alle competenti Commissioni parlamentari entro tre mesi dall'emanazione del decreto ministeriale in titolo sullo stato di attuazione degli interventi previsti, producendo la serie storica degli ultimi cinque anni dei soggetti effettivamente beneficiari e dei contributi erogati e sui criteri adottati per la loro definizione e quantificazione;

riferisca altresì nei medesimi termini sull'entità complessiva delle risorse destinate ad analoghe finalità ed in particolare ai predetti soggetti, nell'ottica di una modifica della normativa in vigore di cui alla legge n. 180 del 1992, anche in relazione alle prospettive di riforma della legge n. 49 del 1987;

sia infine garantito che le modifiche apportate all'elenco, di cui al comma 2 dell'articolo 1 della legge n. 180 del 1992, non avvengano a detrimento di una ripartizione delle risorse prioritariamente dettata dall'efficacia degli interventi.


 

 


AFFARI ESTERI (3a)

MERCOLEDÌ 9 LUGLIO 2008

8ª Seduta

 

Presidenza del Presidente

DINI

 

 Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Mantica.

 

La seduta inizia alle ore 15,05.

 

 

 

 

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

 

Schema di decreto ministeriale di individuazione delle organizzazioni e degli enti di rilievo internazionale destinatari dei contributi di cui alla legge 6 febbraio 1992, n. 180, recante partecipazione dell'Italia alle iniziative di pace ed umanitarie in sede internazionale (n. 15)

(Parere al Ministro degli affari esteri, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 6 febbraio 1992, n. 180. Esame. Parere favorevole con osservazioni)

 

Il senatore BETTAMIO (PdL) illustra l’atto del Governo in titolo che contiene uno schema di decreto ministeriale che individua per l’anno 2008 le organizzazioni e gli enti possibili destinatari dei contributi di cui alla legge n. 180 del 1992. Ricorda, infatti, che la legge n. 180, all’articolo 1, comma 1, autorizza l’erogazione di contributi ad organizzazioni internazionali, Stati esteri ed enti pubblici e privati sia italiani che stranieri, aventi finalità di mantenimento della pace e della sicurezza internazionale e l’attuazione di iniziative umanitarie e di tutela dei diritti umani.

Osserva che l’elenco predisposto dal Ministero degli affari esteri individua solamente una platea dei possibili destinatari dei contributi. L’erogazione dei finanziamenti, infatti, viene disposta dal Ministero sulla base di appositi progetti che rispondono alle finalità sopra richiamate e nel limite delle disponibilità dei relativi capitoli di bilancio.

Lo schema di decreto conferma, per l’anno 2008, la maggior parte degli enti e delle organizzazioni già ricompresi nei precedenti decreti, ne cancella tre e introduce 13 nuovi possibili beneficiari.

Evidenzia che il Ministero degli affari esteri ha anche trasmesso al Parlamento la relazione annuale sulla partecipazione dell’Italia alle iniziative di pace e umanitarie in sede internazionale. Dalla relazione è possibile valutare i numerosi interventi adottati con i fondi della legge n. 180 del 1992 la cui gestione è affidata alle Direzioni generali geografiche e alla Direzione generale per la cooperazione politica multilaterale e i diritti umani, nonché avere notizie della misura del finanziamento erogato a ciascuno degli enti contenuti nell’elenco nel corso del 2007.

 

Il presidente DINI richiama alcuni importi finanziari contenuti nella relazione presentata dal Governo sulle attività svolte nell'ambito della partecipazione dell'Italia alle iniziative di pace e umanitarie in sede internazionale durante l'anno 2007. Osserva che i finanziamenti previsti a favore degli enti e delle organizzazioni risultano relativamente bassi ed evidenzia il rischio che tali risorse siano disperse, in un periodo di particolare ristrettezza economica, in attività tra loro troppo eterogenee.

 

Il senatore AMORUSO (PdL), pur preannunciando il voto favorevole del suo Gruppo, manifesta alcune perplessità sull'erogazione di finanziamenti a pioggia a favore di enti e organizzazioni tanto più in un periodo di ristrettezza della finanza pubblica. Auspica che, in futuro, vi sia la possibilità di monitorare maggiormente la concreta realizzazione dei progetti proposti dalle organizzazioni destinatarie dei finanziamenti.

 

Il senatore MARCENARO (PD) interviene per chiedere al Governo alcuni chiarimenti sulla lista degli enti e delle organizzazioni possibili beneficiari dei finanziamenti di cui alla legge n. 180 del 1992 contenuta nello schema di decreto in esame.

 

Il sottosegretario MANTICA ricorda che le risorse finanziarie a favore degli enti e delle organizzazioni contenute nell'elenco dello schema di decreto in esame risultano pari a 2,8 milioni di euro sulla base di quanto previsto dalla legge n. 180 del 1992 e a 5 milioni di euro in base ai fondi previsti per la realizzazione di progetti di cooperazione. Rileva pertanto che la disponibilità per l'anno 2008 ammonta a circa 7,8 milioni di euro. Per quanto concerne l’elenco contenuto nello schema di decreto, dà conto delle esclusioni operate e degli enti e delle organizzazioni che hanno fatto il loro ingresso nella platea dei possibili beneficiari dei finanziamenti. Osserva che l'elenco, in pratica, include la maggior parte dei soggetti già individuati nel decreto ministeriale adottato lo scorso anno dal precedente Governo.

 

Il senatore PEDICA (IdV) ringrazia il rappresentante del Governo per le precisazioni fornite in merito agli enti omessi dalla lista dei possibili beneficiari, mentre il senatore LIVI BACCI (PD) rileva che l'elenco contenuto nello schema di decreto presenta un carattere estremamente eterogeneo ed auspica, per il futuro, l'utilizzo di criteri maggiormente razionali.

 

Il senatore PERDUCA (PD) richiede alcuni chiarimenti al rappresentante del Governo sull'esistenza o meno di specifici criteri per evitare di includere nell’elenco dei beneficiari delle organizzazioni che potrebbero costituirsi al mero scopo di ottenere i finanziamenti di cui alla legge n. 180 del 1992.

 

Il presidente DINI ribadisce che gli enti e le organizzazioni menzionati nello schema di decreto costituiscono solamente dei potenziali beneficiari delle risorse previste dalla citata legge n. 180.

 

Il senatore COMPAGNA (PdL) chiede alcuni chiarimenti al rappresentante del Governo in merito all'esclusione dall'elenco dei possibili beneficiari di alcuni istituti di ricerca ed auspica in futuro che il Governo fornisca una scheda informativa che consenta di conoscere con chiarezza gli importi dei finanziamenti e i destinatari degli stessi.

Giudica, infine, positivamente la conferma della maggior parte degli enti e delle organizzazioni già individuate negli anni scorsi dai precedenti decreti ministeriali e l’inclusione del Comitato atlantico italiano tra i possibili destinatari dei contributi previsti.

 

Il presidente DINI alla luce delle osservazioni emerse nel corso del dibattito rileva la necessità che in futuro il Governo fornisca tutti gli elementi necessari a individuare con chiarezza gli importi erogati ai soggetti destinatari dei finanziamenti di cui alla legge n. 180.

 

Il senatore BETTAMIO (PdL), relatore, tenuto conto degli elementi acquisiti nel corso della discussione propone un parere favorevole integrato dalle osservazioni emerse nel corso del dibattito.

 

Verificata la presenza del numero legale, la Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore e pubblicata in allegato al resoconto della seduta odierna.

 


ALLEGATO

 

 

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE
SULL’ATTO DEL GOVERNO N. 15

 

La Commissione, esaminato lo schema di decreto in titolo, esprime parere favorevole, rilevando che va garantito che l’aumento del numero degli enti destinatari non deve avvenire a detrimento di una ripartizione delle risorse dettata dall’efficacia degli interventi e che è opportuno inoltre introdurre meccanismi di verifica dei risultati dei contributi erogati.

 

La Commissione richiama quindi la necessità che i futuri schemi di decreto siano corredati di note esplicative sui contributi erogati nell’ultimo esercizio finanziario.

 

 

 


 



[1]    Gli “elementi d’informazione” allegati allo schema di decreto ministeriale non forniscono dati complessivi sulle risorse finanziari destinate, nel 2009, all’attuazione della legge n. 180/1992.

[2]    Nell’ottobre 2008 il Governo ha effettivamente presentato la prevista relazione su base quinquennale, che figura nella documentazione allegata.

[3]    Queste risorse aggiuntive sono state rese disponibili grazie ad un integrazione dell’1% dei Fondi  della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo ex art. 1, comma 6 della legge n. 180/1992