Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||||
Titolo: | Audizione del Ministro degli Affari esteri sulla crisi russo-georgiana presso le Commissioni esteri di Camera e Senato | ||||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 13 | ||||
Data: | 25/08/2008 | ||||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari |
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Camera dei deputati |
XVI LEGISLATURA |
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SERVIZIO STUDI |
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Documentazione e ricerche |
Audizione del Ministro degli Affari esteri sulla crisi russo-georgiana presso le Commissioni esteri di Camera e Senato |
Roma, 26 agosto 2008 |
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n. 13 |
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25 agosto 2008 |
Dipartimento affari esteri
SIWEB
I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.
File:es0050.doc
INDICE
§ Documenti informativi e di analisi sulla crisi georgiana
J. Bugajski, Georgia: Epicenter of Strategic Confrontation, in: CSIS (Center for Strategic & International Studies), 12 agosto 2008
S. Salom, I Balcani in Caucaso, in: Osservatorio sui Balcani, 12 agosto 2008
G. Comai, Televisioni di Stato, in: Osservatorio sui Balcani, 13 agosto 2008
M Morandi, Paura di Grozny, in: Osservatorio sui Balcani, 13 agosto 2008
A. Rossini, Il fattore Saakashvili, in: Osservatorio sui Balcani, 14 agosto 2008
A. Wilson, War in Georgia – the EU needs to step in, in: The European Council on Foreigh Relations, 10 agosto 2008
S. E. Mendelson, An August War in the Caucasus, in: CSIS, 11 agosto 2008
A. Rossini, Gli interessi in gioco, in: Osservatorio sui Balcani, 12 agosto 2008
Russia: The FSB’s Role in the Russo-Georgian War, 14 agosto 2008 Tratto dal sito internet www.stratfor.com
L. Zanoni, Kosovo e Ossezia del Sud, in: Osservatorio sui Balcani, 14 agosto 2008
R. E. Hamilton, Russia’s Strategy in the War Against Georgia, in: CSIS, 14 agosto 2008
Georgia: Final Stand Over, Cease-fire Agreement Signed’, 15 agosto 2008, Tratto dal sito internet www.stratfor.com
E. C. Chow, An Oil Crossroad in the Cross Hairs, in: CSIS, 15 agosto 2008
V. Sabathier, G. R. Faith e A. Petersen, Ensuring U.S. Access to the International Space Station, in: CSIS, 15 agosto 2008
Geopolitical Diary: Countermoves to a Russian Resurgence, 15 agosto 2008, Tratto dal sito internet www.stratfor.com
I. Postica, Moldavia, echi dal Caucaso, in: Osservatorio sui Balcani, 18 agosto 2008
A.Minc, The Georgian conflict: seven points, in: The European Council on Foreigh Relations, 18 agosto 2008
S. Silvestri, I dilemmi di Usa e Europa di fronte alla nuova sfida russa, 18 agosto 2008, Tratto dal sito internet www.affarinternazionali.it ,
A. H. Cordesman, The Georgia War and the Century of ‘Real Power, in: CSIS, 18 agosto 2008
T. Miglierina, Un clima da guerra fredda, in: Osservatorio sui Balcani, 20 agosto 2008
N. Popescu e A. Wilson, Winning the peace in Georgia, in: The European Council on Foreign Relations, 20 agosto 2008
I. Krastev, Russia and Georgia war: the great-power trap, in: The European Council on Foreign Relations, 21 agosto 2008
Le vittime, in: Osservatorio sui Balcani, 21 agosto 2008
D. Korski, Thanks to Russia, NATO is back, The European Coincil on Foreign Relations, 21 agosto 2008
E. Alessandri, La partita a scacchi con Mosca e i principi dell’Occidente, in: Affari Internazionali, 21 agosto 2008
Bruxelles sulla crisi georgiana, in: Osservatorio sui Balcani, 21 agosto 2008
M. Morandi, In fuga, in: Osservatorio sui Balcani, 22 agosto 2008
A. Carteny, Verso la Nato, ma a quale prezzo?, in: Affari Internazionali, 24 agosto 2008
E. Visintainer, Baku per Tbilisi, in: Osservatorio sui Balcani, 25 agosto 2008
Geopolitical Diary: U.S. Aid to Georgia Raises a Question for Russia, in: Stratfor, 25 agosto 2008
§ Mappa delle operazioni militari
Documenti di analisi
§ La crisi in Abkhazia e Ossezia meridionale
K. Strachota, W. Bartuzi, Reintegration or Reconquest? Georgia policy towards Abkhazia and South Ossetia in the context of the internal and international situation, in: Policy Briefs, marzo 2008
A. Grazioso, Abkhazia: la crisi si internazionalizza, in: Osservatorio Strategico, n. 7 luglio 2008
M. Lorusso, Status giuridico ed evoluzione politica in Alto Karabakh, Abkhazia e Ossetia meridionale, in: ISPI Policy Briefs, n. 82 maggio 2008
A. Ferrari, Il Kosovo indipendente: paralleli caucasici?, in: ISPI Policy Briefs, n. 78 marzo 2008
Georgia and Russia: Clashing over Abkhazia, Crisis Group Europe Report, n. 193 giugno 2008
A. Greco, S. Parulava, Georgia: difficili rapporti con un vicino troppo potente, in: www.argoriente.it, maggio 2008
S. E. Cornell, D. J. Smith, Moscow moves to de facto annexation of Georgian breakaway regions, in: Central Asia-Caucasus Analyst, aprile 2008
§ La crisi e la situazione politica interna della Georgia
M. Lorusso, Democrazia e consenso: il ruolo del nazionalismo nel Caucaso meridionale, in: ISPI Policy Briefs, n. 69 dicembre 2007
Georgia: Sliding towards Authoritarianism?, Crisis Group Europe Report, n. 189 dicembre 2007
§ La crisi e la situazione interna della Russia
S. Giusti, Insieme vinceremo? Medvedev e Putin di fronte alle sfide della grande Russia, in: ISPI Policy Briefs, n. 79 aprile 2008
D. Szakonyi, Reciprocity or the Higher Ground? The Treatment of Ethnic Russians in Georgia After the Spy Scandal of 2006, in: European Center for Minority Issues, febbraio 2008
§ Le relazioni fra Russia e Stati Uniti
T. Penkova, Russia and the US: a New Military Confrontation?, in: ISPI Policy Briefs, n. 64 ottobre 2007
R. Alcaro, G. Gasparini, Transatlantic Security Symposium 2008, in: Osservatorio Strategico, suppl. al n. 7, luglio 2008
W. Bartuzi, K. Pelczynska-Natecz, K. Strachota, Abkhazia,, South Ossetia, Nagorno-Karabakh: unfrozen conflicts between Russia and the West, in: Special Report, luglio 2008
A. Grazioso, Ancora l’Ucraina e la Georgia al centro dei rapporti fra NATO e Russia, in: Osservatorio Strategico, giugno 2008
§ Il ruolo dell’UE nella crisi georgiana
B. Coppetiers, The EU and Georgia: time perspectives in conflict resolution, in: Occasional Paper, dicembre 2007
A. De Vasconcelos, Russia and Georgia: European Destinies, in: European Union Institute for Security Studies, agosto 2008
N. Popescu, Europe’s Unrecognised Neighbours – The EU in Abkhazia and South Ossetia, in: CEPS n. 260, marzo 2007
M. Leonard e N. Popescu, A Power Audit of Eu-Russia Relations, in: European Council on Foreign Relations cfr.eu, novembre 2007
N. Popescu, M. Leonard e A. Wilson, in: Can the EU Win the Peace in Georgia?, agosto 2008
M. Massani, Russia can play a vital role in the west’s security, Policy Brief, Tratto dal sito internet www.ft.com, 6 agosto 2008
Attività parlamentare
- III Commissione (Affari esteri e comunitari)
Seduta del 1° luglio 2008
Documenti del Ministero degli Affari esteri
§ Elementi sulla situazione in Georgia, aggiornati al 21 agosto 2008
Il dossier presenta una selezione di recenti documenti informativi e di analisi, utili ai fini di una ricostruzione delle origini e delle cause della crisi georgiana.
Nella prima parte della sezione “Pubblicistica” si riporta – in ordine cronologico - una selezione di brevi note a commento degli eventi bellici iniziati il 7 agosto scorso, prodotte da alcuni istituti di ricerca italiani e stranieri (Istituto Affari Internazionali, Osservatorio sui Balcani, Center for Strategic & international Studies, The European Council on Foreign Relations, Stratfor Institute). Il materiale presentato viene corredato da una mappa dettagliata delle operazioni militari.
Nella seconda parte sono stati invece raccolti i più significativi e recenti documenti di analisi e approfondimento sulle principali questioni – sia interne ai due paesi, sia attinenti le relazioni internazionali – che hanno originato il conflitto fra Russia e Georgia e sulle quali tale conflitto non mancherà di ripercuotersi.
Per rendere più facilmente consultabile la documentazione raccolta in questa seconda parte, la materia è stata suddivisa in cinque sezioni.
In primo luogo si sono raccolti alcuni recenti documenti dedicati in maniera specifica alla evoluzione della crisi in Abkhazia e Ossezia meridionale.
Una ricostruzione delle origini e delle principali tappe della crisi secessionista e – allo stesso tempo - una analisi delle ripercussioni delle rivendicazioni indipendentiste di Abkhazia e Ossezia meridionale sulla situazione politica georgiana viene fornita dal CES (Centre for Eastern Studies) Policy Brief Reintegration or Reconquest ?, nel quale vengono – fra l’altro – illustrate le cinque opzioni in campo per la soluzione del conflitto:
§ riconoscimento della sovranità delle entità secessioniste
§ imposizione di una rinuncia ad ogni ambizione statuale
§ inclusione forzata in un quadro di tipo federale
§ inclusione concordata in un quadro federale
§ mantenimento (a tempo indeterminato) dello status quo.
Sull’argomento di riporta anche la ricerca, condotta nel quadro dell’Osservatorio strategico del nostro Ministero della difesa, Abkhazia: la crisi si internazionalizza di Andrea Grazioso (luglio 2008).
L’Abkhazia e la Ossezia meridionale (come del resto l’Alto Karabakh, formalmente in territorio azero) di fatto esercitano sin dagli anni ’90 una statualità più o meno completa. Vedi – in proposito – lo studio molto particolareggiato di Marilisa Lorusso, Status giuridico ed evoluzione politica in Alto Karabakh, Abkhazia e Ossezia meridionale (ISPI Policy Brief) (maggio 2008).
In questa sezione sono stati anche riportati alcuni documenti che mettono in stretta connessione l’aggravamento della situazione nel Caucaso (e segnatamente nelle due entità secessioniste in territorio georgiano) e la proclamazione di indipendenza del Kosovo. La crisi georgiana rappresenta – secondo molti osservatori - una oggettiva smentita della tesi (sostenuta da rappresentanti statunitensi ed europei all’indomani della indipendenza kosovara) che il Kosovo non poteva e non doveva costituire un precedente. Gli eventi dell’agosto 2008 sembrerebbero, invece, confermare le previsioni più pessimistiche di chi paventava che la svolta di Pristina potesse segnare l’inizio dello “scongelamento” dei conflitti caucasici.
Vedi, in proposito: Aldo Ferrari, Il Kosovo indipendente: paralleli caucasici? (ISPI Policy Brief) (marzo 2008), lo Europe Report n. 193 dell’International Crisis Group, Georgia and Russia: clashing over Abkhazia (giugno 2008), la nota di Andrea Greco e Sergio Parulava, Georgia: difficili rapporti con un vicino troppo potente (Argoriente) (maggio 2008) e l’analisi di Svante E. Cornell e David J. Smith, Moscow moves to de facto annexation of georgian breakaway regions (Central Asia-Caucasus Analyst) dell’aprile 2008 dove la previsione di una risposta russa all’indipendenza del Kosovo veniva localizzata esattamente nelle aree oggetto della crisi dell’agosto 2008.
In una seconda sezione vengono raccolte le analisi maggiormente centrate sulla situazione politica interna della Georgia. Il materiale presentato dimostra come alcuni osservatori paventassero già da alcuni mesi una recrudescenza delle rivendicazioni secessioniste, come minaccia potenzialmente fatale per l’intera leadership georgiana, che già aveva registrato un indebolimento durante la crisi del gennaio 2008.
D’altro canto, sembra utile interpretare il ruolo giocato dalla leadership georgiana nel precipitare della crisi alla luce dei più generali processi involutivi delle democrazie caucasiche e delle forti tendenze in atto ad una personalizzazione del potere. In una situazione interna così instabile, la recrudescenza nazionalistica svolge una funzione di collante non facilmente fungibile. Vedi, in proposito, l’ISPI Policicy Brief di Marilisa Lorusso, Democrazia e consenso: il ruolo del nazionalismo nel Caucaso meridionale (dicembre 2007) e il Report n. 189 (dicembre 2007) dell’International Crisis Group, Georgia: sliding towards authoritarianism?
Alla situazione interna della Russia e al consolidamento della diarchia è dedicata una terza sezione, con l’analisi di Serena Giusti, Insieme vinceremo ? Medvedev e Putin di fronte alle sfide della grande Russia (ISPI Policy Brief) (aprile 2008). In questa sezione è anche riportato un’analisi dedicata al problema delle minoranze (russa in Georgia e georgiana in Russia) con una analisi delle ripercussioni di tale problema sulla politica interna dei due paesi: David Szakonyi, Reciprocity or the Higher Ground ? (febbraio 2008).
Le tensioni fra Mosca e Washington e fra Mosca e la NATO determinate dal nuovo conflitto nel Caucaso vanno collocate nel quadro ben più ampio (e oscillante) delle relazioni fra Russia e Stati Uniti, a cui è dedicata la quarta sezione della presente rassegna. Fra la vastissima bibliografia sull’argomento, si seleziona – per i nessi con la crisi caucasica - solo:
§ lo studio di Tomislava Penkova, Russia and the US: a New Military Confrontation ?(ISPI Policy Brief) (ottobre 2007) che approfondisce le problematiche dei negoziati sul controllo degli armamenti (entro cui si inscrive la questione dell’installazione del sistema antimissilistico in Polonia e Repubblica ceca) e del ruolo dell’area caucasica nella prospettiva della gestione della questione iraniana (ma sull’argomento, vedi anche il già citato: Serena Giusti Insieme vinceremo ? Medvedev e Putin di fronte alle sfide della grande Russia);
§ lo studio di Riccardo Alcaro e Giovanni Gasparini, Where to (re)start? Proposal for re-launching the transatlantic partnership in view of the US presidential elections (luglio 2008);
§ la nota di W. Bartuzi, K. Pelczynska-Nalecz e K. Strachota, Abkhazia, South Ossetia, Nagorno-Karabakh: unfrozen conflicts between Russia and the West (Special Report Centre for Eastern Studies) del 29 luglio 2008;
§ la nota di Andrea Grazioso, Ancora l’Ucraina e la Georgia al centro dei rapporti fra Nato e Russia (Osservatorio Strategico), del giugno 2008.
Infine, la quinta e ultima sezione è dedicata al ruolo dell’UE nella crisi georgiana.
Lo studio di Bruno Coppieters del dicembre 2007, The EU and Georgia (Occasional Paper n. 70 dell’Institute for Security Studies[1]) e quello di Nicu Popescu, Europe’s Unrecognised Neighbours: the EU in Abkhazia and South Ossetia (CEPS Working Document) (marzo 2007) forniscono gli elementi di base per una interpretazione di questo ruolo.
Come illustrato nello studio di Bruno Coppieters, la politica di vicinato obbliga l’UE a uno stretto coordinamento con la Georgia nella soluzione dei conflitti di Ossezia meridionale e Abkhazia. Tale coordinamento è stato finora favorito da una convergenza in termini di obiettivi generali (fra i quali rientra certamente la difesa dell’integrità territoriale della Repubblica georgiana). Tuttavia era chiaro da tempo (e lo studio citato ne offre una dimostrazione) che il timing della soluzione della crisi rappresenta un elemento di divergenza fra Bruxelles e Tbilisi. Gli ultimi avvenimenti hanno portato alla luce tale elemento di criticità.
All’interno di questa sezione vengono anche riportati alcuni documenti di analisi utili ai fini della collocazione della vicenda georgiana all’interno del quadro delle relazioni fra UE e Russia. In particolare, lo studio diM. Leonard e N. Popescu, A Power Audit of EU-Russia Relations, dove viene messo bene in evidenza come le relazioni con la Russia stia rappresentando – negli anni più recenti - uno degli elementi più divisivi all’interno dell’UE. Lo studio fornisce anche una classificazione dei 27 paesi membri secondo lo stato delle loro relazioni con la Russia, articolata in 6 categorie: dai cd “cavalli di Troia” (Cipro e Grecia), ai “partner strategici” (Francia, Germania, Italia e Spagna), ai “pragmatici amichevoli” (Austria, Belgio, Bulgaria, Finlandia, Ungheria, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovacchia, Slovenia), ai “pragmatici gelidi” (Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Irlanda, Lettonia, Olanda, Svezia, Romania, Regno Unito), ai “nuovi combattenti della Guerra Fredda” (Lituania e Polonia).
Le opportunità politiche aperte dalla crisi ad una UE che si è proposto come principale intermediario fra Russia e Georgia sono illustrate nel breve e recentissimo (agosto 2008) saggio di N. Popescu, M. Leonard e A. Wilson, Can the EU win the peace in Georgia ?
In questa sezione si riporta infine una recente (6 agosto 2008) breve nota del capo dell’Unità di analisi e programmazione del Ministero degli affari esteri dedicata al potenziale ruolo positivo di un rafforzamento della collaborazione fra Russia e NATO: Maurizio Massari, Russia can play a vital role in the West’s security (Financial Times comment and analysis).
Infine, vengono riportati alcuni documenti ufficiali relativi all’attività del Parlamento e alle posizioni del Ministero degli affari esteri italiano.
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Martedì 1o luglio 2008. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Vincenzo Scotti.
La seduta comincia alle 14.
(omissis)
5-00170 Leoluca Orlando: Controversie territoriali nella regione caucasica.
Leoluca ORLANDO (IdV) illustra l'interrogazione in titolo sottolineando che gli imminenti appuntamenti a livello europeo che si svolgeranno nel corso del semestre di presidenza francese dell'Unione europea rappresentano un'occasione per affrontare le delicate questioni concernenti la regione caucasica e che hanno un impatto sulle relazioni tra l'Unione europea e la Russia. Segnala altresì che appare particolarmente complessa la situazione relativa alla Georgia e alle istanze separatiste che rischiano di innescare in tale Paese un deterioramento progressivo della situazione con conseguenze negative per la stabilità dell'intera area.
Il sottosegretario Vincenzo SCOTTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
Leoluca ORLANDO (IdV) si dichiara parzialmente soddisfatto dalla risposta fornita dal rappresentante del Governo che rivela una condivisione sull'analisi della situazione e una consapevolezza sulla distanza tra le dichiarazioni formali e i comportamenti concreti tenuti dalla Russia. Rilevando come le recenti prese di posizione di Mosca contraddicano risultati positivi che erano stati conseguiti nel rapporto con la Georgia, sottolinea che lo strumento su cui fare leva per la positiva soluzione del problema è costituita dai rapporti con la Russia. A tal proposito auspica che il Governo italiano voglia sollecitare un pronunciamento, che è finora mancato, da parte dell'Unione europea in occasione del vertice che avrà luogo il prossimo luglio.
Stefano STEFANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 14.30.
Testo dell’interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-00170
presentata da
LEOLUCA ORLANDO
lunedì 30 giugno 2008 nella seduta n.025
LEOLUCA ORLANDO. - Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:
dopo la caduta del muro di Berlino la Georgia è stata la prima nazione, tra quelle appartenenti ed assoggettate alla sfera di influenza del blocco dell'URSS durato più di settant'anni, a liberarsi e ricostituirsi come paese indipendente;
a seguito di tale recupero di indipendenza avvenuto nel 1991, in due storiche regioni georgiane situate al confine con la nuova Federazione Russa, l'Abkhazia e l'Ossezia del sud, sono emerse istanze separatiste sospinte dalla presenza di minoranze, etniche che per secoli avevano convissuto in pace;
a partire dal 1992-93 tra la Repubblica della Georgia ed i separatisti dell'Abkhazia e dell'Ossezia del sud si sono determinati drammatici episodi di violenza e di espulsioni di massa di migliaia di abitanti di etnia georgiana dai territori delle due regioni. Tristemente famosi sono rimasti i nomi dei luoghi dove avvennero alcuni dei massacri più terribili: Ochamchire, Gali, Gagra, Kamani, Secondo alcune stime la pulizia etnica operata dai secessionisti abkhazi ha portato alla morte di circa 15.000 georgiani ed allo sfollamento di almeno 280.000;
in tale conflitto ha giocato un ruolo di primo piano la Russia con le proprie forze armate. La Russia, invece di esercitare il ruolo di forza di interposizione per il mantenimento della pace, ha invece attribuito cittadinanza russa ai cittadini delle due regioni georgiane, violando così la sovranità territoriale della Georgia. Inoltre, hanno ulteriormente destabilizzato l'area caucasica un recente decreto del 16 aprile 2008 eseguito dal Presidente Vladimir Vladimirovic Putin, recante l'introduzione di relazioni ufficiali dirette con l'Abkhazia e l'Ossezia del sud (prevedendo anche presenze consolari), e l'abbattimento da parte di un Mig russo di un aereo georgiano pilotato a distanza in fase di ricognizione, il tutto nella regione formalmente georgiana della Abkhazia);
le organizzazioni internazionali (ONU, OSCE, NATO, Consiglio dell'Unione Europea, Stati Uniti d'America ecc.) riconoscono l'Abkhazia e l'Ossezia del sud come parte integrante della Georgia di cui appellano a rispettare pienamente la sovranità e l'integrità territoriale e stanno esortando le parti a porre fine con mezzi pacifici al conflitto secessionista;
ultimamente a Mosca, il Commissario UE alle relazioni esterne, Benita Ferrero-Waldner, il 4 giugno 2008, davanti alla Duma ha ribadito che «l'Unione europea è preoccupata che le recenti azioni russe, in particolare in Georgia, possano compromettere la stabilità dei confini meridionali della Russia». Considerato, infine, il ruolo geopolitico cruciale che il Caucaso svolge attualmente sul piano economico e quale confine tra mondo occidentale ed orientale -:
se e come il Governo italiano intenda intervenire per ripristinare principi di legalità internazionale nella regione caucasica e per porre in essere politiche multilaterali ispirate al rispetto delle sovranità territoriali pur nel rispetto reciproco tra ogni specificità culturale presente al loro interno.
5-00170 Leoluca Orlando: Controversie territoriali nella regione caucasica.
TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA
Il Governo segue con attenzione gli sviluppi della situazione relativa all'Abkhazia ed all'Ossezia del Sud e sostiene con determinazione, sia a livello nazionale che nell'ambito dell'UE, gli sforzi della comunità internazionale per la loro soluzione pacifica nel rispetto dell'integrità territoriale della Georgia.
Mosca ha ribadito il proprio rispetto dell'integrità territoriale della Georgia. Tuttavia, recenti iniziative russe hanno alimentato le inquietudini georgiane. In particolare, l'abolizione delle sanzioni CSI del 1996 nei confronti dell'Abkhazia (del 6 marzo scorso); il riconoscimento della legalità dei documenti rilasciati dalle autorità secessioniste e l'assistenza consolare assicurata alla popolazione residente (16 aprile); l'aumento del contingente di peacekeepers russi nella regione (29 aprile); l'invio in Abkhazia di 400 unità del Genio militare russo, asseritamente per riattivare la ferrovia e alleviare l'isolamento della popolazione (agli inizi di giugno).
Nel mese di aprile (il 18 aprile 2008) la Russia aveva fatto dei gesti distensivi, eliminando il visa ban nei confronti dei cittadini georgiani, e decidendo di avviare negoziati a livello tecnico per togliere l'embargo commerciale (introdotti nel 2006 al culmine della «crisi degli ostaggi»). Ma l'abbattimento da parte di caccia intercettori russi di un aereo spia georgiano senza pilota in Abkhazia, lo scorso 20 aprile, ha fatto rialzare la tensione, ulteriormente aggravata dal recente fermo per alcune ore da parte della polizia georgiana di un gruppo di peacekeepers russi accusati di violare gli accordi armistiziali.
L'Italia ha colto in passato e il Governo continuerà a cogliere in futuro, ogni occasione di incontro sia multilaterale che bilaterale, soprattutto con la Georgia e la Russia, per esortare tutte le parti coinvolte ad un dialogo costruttivo e ad astenersi da iniziative suscettibili di innalzare la tensione. I nostri ottimi rapporti bilaterali con Tblisi e Mosca costituiscono un promettente viatico per dare efficacia alla nostra azione in tal senso.
Per quanto riguarda in particolare l'Abkhazia, l'Italia si riconosce pienamente, avendo contribuito ad elaborarle, nelle dichiarazioni rese dall'UE con cui le Parti vengono invitate a riprendere negoziati diretti e a dare attuazione a misure di confidence building. Per quanto riguarda in particolare la crisi abkhaza, qualora si creassero le condizioni politiche per un maggiore coinvolgimento dell'UE nei formati negoziali esistenti, siamo a favore della partecipazione dell'Unione in quanto tale al «Group of Friends» del Segretario Generale delle Nazioni Unite per la Georgia.
Più in generale, siamo convinti che in tutti i «conflitti congelati» nel Caucaso meridionale l'UE può svolgere, con iniziative sia politiche che di sostegno alla ricostruzione economica, un ruolo molto importante che peraltro è auspicato anche dalle parti coinvolte.
[1] E’ l’Istituto che ha come fine principale quello di offrire alla Politica estera e di sicurezza comune il necessario background di analisi strategica. Sull’importanza della soluzione della crisi georgiana ai fini del consolidamento di una politica europea comune di sicurezza, si riporta anche il breve articolo di Alvaro de Vasconcelos (direttore dell’Institute for Security Studies) Russia and Georgia: european destinies.