Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento istituzioni | ||||
Titolo: | Le politiche della sicurezza e dell'immigrazione e la struttura della protezione civile - Incontro tra la Commissione affari interni, sport e integrazione del Parlamento del Land della Bassa Sassonia e la Commissione affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni della Camera dei deputati (Roma, 5 maggio 2009) | ||||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 64 | ||||
Data: | 04/05/2009 | ||||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | I-Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni |
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Camera dei deputati |
XVI LEGISLATURA |
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Documentazione e ricerche |
Le politiche della sicurezza e dell’immigrazione e la struttura della protezione civile |
Incontro tra la Commissione affari interni, sport e
integrazione (Roma, 5 maggio 2009) |
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n. 64 |
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4 maggio 2009 |
Servizio responsabile: |
Servizio Studi – Dipartimento Istituzioni * st_istituzioni@camera.it |
Hanno partecipato alla redazione del dossier i seguenti Servizi e Uffici: |
Servizio Rapporti internazionali
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Le schede sui temi oggetto dell’incontro sono state curate dal Servizio Studi; le schede biografiche e sul Paese sono state curate dal Servizio Rapporti Internazionali. |
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I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. |
File: ac0302.doc |
INDICE
Interventi in materia di sicurezza nella XVI legislatura
§ Gli interventi normativi e le linee di intervento
§ La sicurezza urbana e il controllo del territorio
§ Recenti stanziamenti per la tutela della sicurezza pubblica
Le politiche in materia di immigrazione
§ La programmazione dei flussi migratori
§ Il contrasto all’immigrazione clandestina
§ L’integrazione degli stranieri regolari
§ Interventi recenti e prospettive future in materia di immigrazione
Il Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen
La struttura della protezione civile
Scheda sulla Repubblica Federale di Germania
Rapporti parlamentari con la Germania
L’avvio della XVI legislatura è stato caratterizzato dalla volontà del Governo di fornire una risposta immediata alla richiesta di maggiore sicurezza proveniente dalla società civile.
Nel corso del primo Consiglio dei ministri, tenutosi a Napoli il 21 maggio 2008, il nuovo Governo ha approvato un “pacchetto sicurezza” costituito da diversi provvedimenti finalizzati al contrasto della criminalità e allo sviluppo di politiche pubbliche per la sicurezza del territorio.
I provvedimenti di maggior rilievo di questa prima fase sono un disegno di legge sulla sicurezza pubblica (A.S. 733) recante un nutrito gruppo di disposizioni in materia e un decreto-legge (D.L. 92/2008, convertito con L. 125/2008) che ha anticipato alcune delle disposizioni del pacchetto sicurezza, ritenute dal Governo più urgenti, che sono entrate immediatamente in vigore.
Successivamente il Governo è intervenuto altre due volte con provvedimenti di urgenza: con il D.L. 151/2008 (L. 186/2008) e, soprattutto, con il recente D.L. 11/2009 (L. 38/2009).
Quest’ultimo anticipa altre disposizioni del disegno di legge sulla sicurezza che, nel frattempo, è stato approvato dal Senato ed è anch’esso all’esame della Camera (A.C. 2180-A).
Si ricorda inoltre il disegno di legge di ratifica ed esecuzione del Trattato di Prüm sulla cooperazione transfrontaliera a fini di contrasto del terrorismo, alla criminalità e alla migrazione illegale (A.S. 586 e abb.).
In dettaglio, le principali misure in materia di sicurezza della XVI legislatura sono le seguenti (situazione al 31 marzo 2009): § Decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 125 (A.S. 692 – A.C. 1366 – A.S. 692-B, ultima lettura Senato); § Disegno di legge, Disposizioni in materia di sicurezza pubblica (A.S. 733 – A.C. 2180, approvato dal Senato, in corso di esame alla Camera presso le Commissioni riunite I e II); § Decreto-legge 2 ottobre 2008, n. 151, Misure urgenti in materia di prevenzione e accertamento di reati, di contrasto alla criminalità organizzata e all’immigrazione clandestina, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 28 novembre 2008, n. 186 (A.S. 1072 – A.C. 1857, ultima lettura Camera); § Disegno di legge, Adesione della Repubblica italiana al Trattato concluso il 27 maggio 2005 tra il Regno del Belgio, la Repubblica federale di Germania, il Regno di Spagna, la Repubblica francese, il Granducato di Lussemburgo, il Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica d'Austria, relativo all'approfondimento della cooperazione transfrontaliera, in particolare allo scopo di contrastare il terrorismo, la criminalità transfrontaliera e la migrazione illegale (Trattato di Prüm). Istituzione della banca dati nazionale del DNA e del laboratorio centrale per la banca dati nazionale del DNA. Delega al Governo per l'istituzione dei ruoli tecnici del Corpo di polizia penitenziaria. Modifiche al codice di procedura penale in materia di accertamenti tecnici idonei ad incidere sulla libertà personale (A.S. 586 e abb., A.C. 2042, approvato dal Senato, in stato di relazione per l’Assemblea alla Camera); § Decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11, Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori, convertito con modificazioni dalla legge 23 aprile 2009, n. 38.. |
Accanto a questi interventi di tipo ordinamentale, si registrano alcune disposizioni in campo finanziario, alcune delle principali contenute nel decreto-legge 112/2008 sulla manovra finanziaria per il 2009.
Complessivamente, si possono individuare tre direttrici principali nei provvedimenti in materia di sicurezza approvati o in itinere nella legislatura:
interventi in materia penale;
sicurezza urbana e controllo del territorio;
misure di contrasto dell’immigrazione illegale e dei reati collegati (per le quali si veda il capitolo sulle politiche in materia di immigrazione).
Sono numerose e rilevanti le disposizioni in materia di giustizia approvate o di cui è stato avviato l’esame nella legislatura in corso. Queste riguardano interventi volti sia a contrastare la criminalità organizzata, sia a perseguire fenomeni di particolare allarme sociale, quali la prostituzione, la violenza sessuale, le violazioni del codice della strada, anche diretti a tutelare in modo particolare le categorie di cittadini più deboli (minori, disabili, persone anziane). Da rilevare, inoltre, l’introduzione di nuove fattispecie criminose come il reato di molestie insistenti (o stalking).
In particolare, si registrano diverse disposizioni antimafia: inasprimento delle sanzioni in materia di associazione di tipo mafioso, estensione della relativa disciplina penale anche alle associazioni mafiose straniere; rafforzamento dei poteri della procura distrettuale e della direzione investigativa antimafia; misure volte a garantire una maggiore efficacia delle misure di prevenzione (D.L. 92/2008).
Anche il citato d.d.l. sicurezza prevede numerose disposizioni antimafia, tra cui:
§ l’introduzione del nuovo reato di autoriciclaggio;
§ un inasprimento della disciplina dell’art. 41-bis dell’ordinamento penitenziario, relativo al regime carcerario speciale per i condannati per associazione mafiosa;
§ l’estensione delle misure di prevenzione antimafia anche agli indiziati di trasferimento fraudolento di valori ovvero a coloro che intestano a “prestanomi” la titolarità o disponibilità di denaro e beni per eludere la normativa in materia di misure di prevenzione patrimoniali o di contrabbando, o per agevolare la commissione dei reati di ricettazione, riciclaggio ed impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita;
§ il rafforzamento dei poteri di accertamento dei prefetti in materia di certificazione antimafia, per prevenire infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici nonchè in materia di destinazione di beni immobili e aziendali sequestrati alla criminalità organizzata;
§ al fine di ottimizzare la resa dei beni sottratti alla mafia prevede, nel caso il sequestro abbia ad oggetto aziende o società, la nomina di un amministratore giudiziario scelto nell’istituendo Albo nazionale degli amministratori giudiziari, sezione esperti in gestione aziendale;
§ l’estensione alla Direzione investigativa ed alle Procure distrettuali antimafia di competenze in materia di procedimenti di prevenzione antimafia (in coordinamento con le modifiche introdotte dal D.L. sicurezza 92/2008).
§ la previsione della responsabilità amministrativa degli enti per reati di criminalità organizzata;
§ l’introduzione di ulteriori ipotesi di scioglimento dei consigli comunali e provinciali a seguito di infiltrazioni mafiose e la previsione di possibile responsabilità di dirigenti e dipendenti comunali.
Sempre nel d.d.l. sicurezza, anche per finalità di prevenzione del finanziamento del terrorismo, va segnalata la disposizione che obbliga gli agenti in attività finanziaria che prestano servizi di pagamento nella forma dell’incasso e trasferimento di fondi (money transfer) ad acquisire e conservare per dieci anni copia del titolo di soggiorno se il soggetto che ordina l’operazione è un cittadino extracomunitario. La norma permette così i necessari controlli in caso di operazioni sospette.
Anche per l’attualità e frequenza del fenomeno, di particolare rilievo appaiono le disposizioni, contenute principalmente nel D.L. 92/2008, volte ad un generale inasprimento delle pene per il soggetto che provochi la morte o il ferimento di persone come conseguenza di guida in stato di ebbrezza o sotto l’influsso di sostanze stupefacenti o psicotrope. Aggravanti per tale tipo di reati dono previste anche dal d.d.l. sicurezza.
Da ultimo si segnala che, presso la Commissione trasporti della Camera, è stato approvato il 31 marzo 2009, un testo unificato che inasprisce ulteriormente le sanzioni previste dal codice della strada per guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti.
In particolare viene introdotto il divieto assoluto di guida dopo avere assunto bevande alcoliche per i conducenti di età inferiore a 21 anni e per chi esercita professionalmente attività di trasporto prevedendo che, ove a carico di questi sia stato accertato un tasso alcolemico superiore a 0 e non superiore a 0,5 grammi per litro, si applichi una robusta sanzione amministrativa pecuniaria sino ad arrivare alla revoca della patente (accertamento di tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro) ed all’arresto per chi per guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti.
Un pacchetto di disposizioni, contenute nel d.d.l. sicurezza, persegue il decoro delle città e il contrasto dell’illegalità diffusa.
In particolare:
§ sono inasprite le pene nei confronti dei cd. writers o “graffitari”, ovvero gli autori di murales e scritte su muri di edifici pubblici e privati, su autobus, treni ed, in generale, su beni mobili ed immobili altrui. In particolare sarà punito come aggravato (reclusione da 1 a 6 mesi e la multa da 300 a 1000 euro) il deturpamento o imbrattamento di (tutti i) beni immobili pubblici e privati (non solo, come attualmente, per quelli compresi nel perimetro dei centri storici) nonché su mezzi di trasporto pubblici o privati;
§ si impone ai comuni di prevedere sanzioni pecuniarie minime di almeno 500 euro per chi sporca le pubbliche vie; chi getta rifiuti o oggetti da auto in sosta o in movimento è punito con una pesante sanzione amministrativa pecuniaria (da 500 a 1.000 euro);
§ si introduce per la violazione di domicilio un minimo di pena di sei mesi di reclusione (attualmente è prevista la sola pena massima di 3 anni) nonchè l’arresto facoltativo in flagranza;
§ per il furto è introdotto l’arresto obbligatorio in flagranza se il reato è aggravato dal fatto che il reo porta addosso armi o narcotici (senza farne uso), che sia persona travisata o simuli di essere un pubblico ufficiale ovvero quando sia commesso da più persone. Sono considerate aggravanti del furto il commettere il reato su mezzi di trasporto pubblico o ai danni di persona che abbia appena prelevato denaro da banche, bancomat o uffici postali;
§ per la rapina sono introdotte nuove aggravanti: reato commesso in edifici o altri luoghi destinati, anche parzialmente, a privata dimora; rapina commessa su mezzi di trasporto pubblico o ai danni di persona che abbia appena prelevato denaro da banche, bancomat o uffici postali;
§ per la truffa il reato è aggravato se commesso ai danni di persone anziane (minorata difesa).
Altre misure nei confronti di fenomeni di particolare allarme sociale riguardano la prostituzione (introduzione del reato di prostituzione in luogo pubblico: A.S. 1079), l’introduzione del reato di “atti persecutori”, il c.d. stalking (D.L. 11/2009), le misure contro la violenza sessuale (introduzione di un’aggravante speciale del delitto di omicidio commesso in occasione di violenza sessuale, obbligatorietà della custodia cautelare in carcere, in presenza di gravi indizi di colpevolezza, a specifici delitti in materia sessuale e arresto obbligatorio in flagranza in caso di violenza sessuale: D.L. 11/2009). Ulteriori disposizioni volte al contrasto della violenza sessuale sono dettate dai progetti di legge AC 611 e abb., mentre la lotta al fenomeno della pedofilia è oggetto di una ulteriore serie di provvedimenti all’esame della Camera (AC 1672 e abb.).
Per quanto riguarda la tutela delle persone più deboli, il d.d.l. sicurezza prevede disposizioni in favore dei minori (contrasto della prostituzione minorile, dell’impiego di minori nell’accattonaggio, della sottrazione di minore, aggravante per tutti i reati commessi vicino a scuole, aggravante per il maggiorenne che concorre ad un reato con minori); degli anziani (aggravante per il reo che si approfitta della vittima per la sua età avanzata); dei disabili (aggravante speciale dei delitti non colposi contro il patrimonio che si applica quando il reato è commesso su un portatore di handicap).
Gli enti locali giocano un ruolo sempre maggiore nelle politiche della sicurezza urbana, materia in cui più acutamente si è avvertita la necessità di un coordinamento tra le istituzioni centrali e i livelli di governo più vicini ai cittadini.
In tal senso uno dei provvedimenti di maggior rilievo, contenuto nel più volte citato D.L. 92/2008, è l’ampliamento dei poteri di ordinanza del sindaco, al fine di consentirgli l’adozione di provvedimenti, sia in via ordinaria, sia con procedura di urgenza, qualora si renda necessario prevenire ed eliminare gravi pericoli non solo per l’incolumità pubblica, come già previsto, ma anche per la sicurezza delle aree urbane. Le ordinanze devono essere preventivamente comunicate al prefetto, che, qualora esse comportino conseguenze sull’ordinata convivenza delle popolazioni dei comuni contigui o limitrofi, indice un’apposita conferenza alla quale prendono parte i sindaci interessati, il presidente della provincia e, se ritenuto opportuno, i soggetti pubblici e privati dell’ambito territoriale interessato dall’intervento.
L’ambito di applicazione delle disposizioni è stato fissato da un decreto del ministro dell’interno del 5 agosto 2008[1]. Il decreto autorizza i sindaci ad intervenire, adottando a tal fine ordinanze, per prevenire e contrastare:
§ fenomeni criminosi quali lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, l’accattonaggio con impiego di minori e disabili e i fenomeni di violenza legati anche all’abuso di alcool;
§ danneggiamento al patrimonio pubblico e privato e situazioni che determinino lo scadimento della qualità urbana;
§ intralcio alla pubblica viabilità, alterazione del decoro urbano, abusivismo commerciale e illecita occupazione di suolo pubblico;
§ prostituzione su strada e comportamenti in grado di offendere la pubblica decenza.
Al sindaco viene inoltre attribuito il compito di concorrere ad assicurare la cooperazione fra le forze di polizia locali e statali, in modo da consentire una maggiore partecipazione dell’amministratore locale alla tutela della sicurezza dei cittadini.
Conseguentemente, alla polizia municipale – ovvero al personale addetto ai servizi di polizia stradale e in possesso della qualifica di agente di pubblica sicurezza – è stata concessa la facoltà di accedere agli schedari del CED (la banca dati delle Forze di Polizia) dei veicoli rubati anche a quello dei documenti d’identità rubati o smarriti e alle i informazioni contenute nel CED e concernenti i permessi di soggiorno rilasciati e rinnovati.
Il D.L. 92/2008 ha esteso, per specifiche esigenze, anche ai comuni diversi da quelli corrispondenti ai maggiori centri urbani, la predisposizione di piani coordinati di controllo del territorio da attuare a cura dei competenti uffici della Polizia di Stato, dei comandi dell’Arma dei carabinieri e del Corpo della Guardia di finanza, con la partecipazione di contingenti dei servizi di polizia municipale, previa richiesta al sindaco.
Due provvedimenti d’urgenza hanno introdotto la possibilità, in relazione a specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità, di fare ricorso alle Forze armate per lo svolgimento di compiti di vigilanza su siti istituzionali e obiettivi sensibili e di presidio del territorio.
Il menzionato D.L. 92/2008 ha consentito l’utilizzo da parte dei prefetti di un contingente massimo di 3.000 militari per una durata massima di sei mesi, rinnovabile per una sola volta.
Il successivo D.L. 151/2008, ha autorizzato l’impiego, fino al 31 dicembre 2008 di un ulteriore contingente di 500 unità nelle aree ove si ritiene necessario assicurare, in presenza di fenomeni di emergenza criminale, un più efficace controllo del territorio.
Il disegno di legge A.C. 2180 all’esame della Camera introduce la facoltà per il sindaco, previa intesa con il prefetto, di avvalersi del concorso di associazioni volontarie di cittadini non armati nel presidio del territorio – da iscrivere in un apposito elenco – con la finalità di segnalare alle forze di polizia situazioni di disagio sociale o eventi turbativi della sicurezza urbana.
Il D.L. 11/2009 ha disposto l’autorizzazione per i comuni (già prevista dal disegno di legge 2180) ad impiegare sistemi di videosorveglianza nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, ai fini della tutela della sicurezza urbana.
Il D.L. 112/2008 (convertito dalla L. 133/2008) ha istituito per l’anno 2009 un fondo, con una dotazione di 100 milioni di euro, le cui risorse sono destinate ai sindaci e ai comuni per la realizzazione di iniziative urgenti per il potenziamento della sicurezza urbana e la tutela dell’ordine pubblico (art. 61, co. 18).
Ha inoltre previsto (art. 61, co. 17) la destinazione di parte di un ulteriore fondo, la cui dotazione è di 200 milioni di euro annui a decorrere dal 2009, alla sicurezza pubblica, inclusa l’assunzione di personale in deroga alla normativa vigente. Il co. 22 dell’art. 61 ha autorizzato, per il 2009, assunzioni in deroga nelle forze di polizia entro il limite di spesa di 100 milioni a decorrere dal 2009.
Il D.L. 11/2009, novellando l’art. 61, co. 22, del D.L. 112/2008, con l’obiettivo di attuare un apposito piano straordinario di controllo del territorio, anticipa al 31 marzo 2009 (rispetto al 30 aprile dello stesso anno) il termine per l’adozione del D.P.R. per la ripartizione tra le varie forze di polizia e i vigili del fuoco delle risorse destinate all’assunzione di personale.
Le linee generali delle politiche pubbliche in materia di immigrazione extracomunitaria in Italia, fissate dalla legge n. 40 del 1998[2] (cosiddetta “legge Turco – Napolitano”), sono state successivamente consolidate nel decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, Testo unico sull’immigrazione e sulla condizione dello straniero.
In tempi più recenti è intervenuta la L. 189/2002[3](la cosiddetta “legge Bossi-Fini”) che ha modificato il testo unico del 1998, pur non alterandone l’impianto complessivo.
Norme regolamentari, di attuazione del testo unico, sono contenute nel D.P.R. 31 agosto 1999, n. 394, come modificato dal D.P.R. 18 ottobre 2004, n. 334, emanato in attuazione della L. 189/2002.
Il testo unico interviene in entrambi gli ambiti principali del diritto dell’immigrazione: il diritto dell’immigrazionein senso stretto, concernente la gestione nel suo complesso del fenomeno migratorio: la definizione di regole di ingresso, di soggiorno, di controllo, di stabilizzazione dei migranti ed anche la repressione delle violazioni a tali regole; e il diritto dell’integrazione, che riguarda l’estensione, in misura più o meno ampia, ai migranti dei diritti propri dei cittadini (diritti civili, sociali, politici).
I princìpi fondamentali che sono alla base del testo unico sono essenzialmente tre: la programmazione dei flussi migratori e il contrasto all’immigrazione clandestina (per quanto riguarda il diritto dell’immigrazione); la concessione di una ampia serie di diritti volti all’integrazione degli stranieri regolari (diritto dell’integrazione).
Il testo unico non interviene in materia di diritto di asilo la cui disciplina, in passato contenuta nel D.L. 416/1989[4] (la cosiddetta “legge Martelli”), ha avuto di recente una regolamentazione dettagliata ad opera di due decreti legislativi, il n. 251/2007 e 25/2008, entrambi di recepimento della normativa comunitaria: il primo della direttiva 2004/83/CE (la cosiddetta direttiva “qualifiche”), il secondo della direttiva 2005/85/CE (cosiddetta direttiva “procedure”).
Anche la condizione giuridica degli stranieri cittadini di stati membri dell’Unione europea è stata di recente ridisciplinata con il decreto legislativo n. 30/2007 sempre di derivazione comunitaria (dir. 2004/38/CE).
In Italia l’immigrazione dei cittadini stranieri non appartenenti all’Unione europea è regolata secondo il principio della programmazione dei flussi. Ogni anno il Governo, sulla base della necessità di manodopera interna, stabilisce il numero di stranieri che possono entrare nel nostro Paese per motivi di lavoro.
In particolare, la gestione dei flussi di immigrazione è realizzata attraverso una serie di strumenti, quali il documento programmatico triennale, il decreto annuale sui flussi, il decreto sull’ingresso degli studenti universitari.
Il documento programmatico sulla politica dell’immigrazione viene elaborato dal Governo ogni tre anni ed è sottoposto al parere delle Commissioni parlamentari. Esso contiene un’analisi del fenomeno migratorio e uno studio degli scenari futuri; gli interventi che lo Stato italiano intende attuare in materia di immigrazione; le linee generali per la definizione dei flussi d’ingresso; le misure di carattere economico e sociale per favorire l’integrazione degli stranieri regolari[5].
Il decreto sui flussi è lo strumento attuativo del documento programmatico, con cui il Governo stabilisce ogni anno, sulla base delle indicazioni contenute nel documento e dei dati sull’effettiva richiesta di lavoro da parte delle realtà locali, elaborati da un’anagrafe informatizzata tenuta dal Ministero del lavoro, le quotemassime di stranieri da ammettere in Italia per motivi di lavoro. In esso sono previste quote riservate per i cittadini provenienti da Paesi a forte pressione migratoria con i quali l’Italia ha sottoscritto accordi specifici di cooperazione in materia di immigrazione.
Il secondo principio su cui si fonda la disciplina dell’immigrazione è quello del contrasto all’immigrazione clandestina.
Gli strumenti che l’ordinamento predispone per il contrasto all’immigrazione clandestina sono numerosi e vanno dalla repressione del reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, al respingimento alla frontiera, dall’espulsione come misura di sicurezza per stranieri condannati per gravi reati, all’espulsione come sanzione sostitutiva della detenzione.
Il principale di essi può tuttavia considerarsi l’espulsione amministrativa. Dopo la legge Bossi-Fini essa si risolve, nella maggior parte dei casi, nell’accompagnamento alla frontiera da parte delle forze dell’ordine, disposto dal prefetto; più raramente si concreta in una intimazione a lasciare entro 15 giorni il territorio dello Stato. Il provvedimento di espulsione è valido per 10 anni e il mancato rispetto di quanto in esso disposto dà luogo a sanzione penale.
Per contrastare le immigrazioni clandestine e i relativi traffici, la legge Bossi-Fini ha infatti inasprito l’apparato delle sanzioni penali previste dal testo unico ed ha generalizzato il ricorso all’espulsione mediante accompagnamento coatto alla frontiera, modificando numerosi aspetti procedurali del ricorso contro il decreto di espulsione e inasprendo le pene per lo straniero espulso che rientri illegalmente nel territorio dello Stato[6].
Particolarmente severe sono le disposizioni volte a reprimere il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, punito con la reclusione fino a cinque anni o, se il reato è compiuto a fini di lucro, fino a quindici anni. Le pene sono poi aumentate in presenza di circostanze aggravanti, quali l’avviamento alla prostituzione[7]. Va inoltre ricordata, in proposito, la ridefinizione dei reati di riduzione in schiavitù e di tratta di persone operata dalla legge n. 228 del 2003[8].
Una menzione spetta anche al permesso di soggiorno a fini investigativi, rilasciato in favore degli stranieri che prestino la loro collaborazione all’autorità giudiziaria o agli organi di polizia in relazione a delitti commessi per finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell’ordine democratico. Si tratta di un nuovo strumento introdotto dal decreto-legge n. 144 del 2005[9], e che si inserisce nel solco della legislazione premiale in materia di immigrazione inaugurata dal permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale, che può essere rilasciato a immigrati clandestini che siano vittime di situazioni di violenza o di grave sfruttamento[10].
Quando l’espulsione non può essere immediata, gli stranieri devono essere trattenuti presso appositi centri di identificazione ed espulsione (CIE) (nuova denominazione dei centri di permanenza temporanea ed assistenza – CPTA) per il tempo strettamente necessario alla loro identificazione ed espulsione.
Uno degli strumenti che hanno reso possibile una efficace azione di contrasto all’immigrazione clandestina è stato la stipulazione, da parte del Governo italiano, di una serie di accordi bilaterali in materia di immigrazione.
Si tratta, innanzitutto, degli accordi di riammissione degli stranieri irregolari, previsti dal testo unico sull’immigrazione, volti ad ottenere la collaborazione delle autorità del Paese straniero nelle operazioni di rimpatrio dei migranti non regolari, espulsi dall’Italia o respinti al momento dell’attraversamento della frontiera.
Con alcuni Paesi, e specificamente con quelli a più alta pressione migratoria, sono stati perfezionati pacchetti di intese di portata più ampia che prevedono non soltanto accordi di riammissione, ma anche intese di cooperazione di polizia, nonché accordi in materia di lavoro. Nei decreti annuali sui flussi di ingresso del lavoratori extracomunitari sono previste quote riservate per gli stranieri provenienti da Paesi che hanno stretto tali accordi globali di cooperazione.
Per quanto riguarda il terzo dei tre princìpi ispiratori della legislazione vigente, l’integrazione degli stranieri regolari, il nostro ordinamento garantisce una ampia tutela dei diritti degli stranieri e promuove l’accoglienza e l’integrazione degli immigrati.
Innanzitutto, agli stranieri sono garantiti, alla stregua dei cittadini italiani, i diritti fondamentali di libertà ed eguaglianza fissati dalla prima parte della nostra Costituzione. Tra questi, espressamente destinato agli stranieri, il diritto di asilo (art. 10 Cost.).
Inoltre, una serie di disposizioni contenute in leggi ordinarie provvedono a fissare contenuti e limiti della possibilità degli stranieri di godere dei diritti propri dei cittadini e dall’altro a promuovere l’accoglienza e l’integrazione degli immigrati.
In primo luogo, la legge prevede, in presenza di determinate condizioni, la concessione agli stranieri della cittadinanza (per naturalizzazione, per nascita o per matrimonio), quale massimo strumento di integrazione e di possibilità di godimento dei diritti garantiti dall’ordinamento. L’acquisizione della cittadinanza per naturalizzazione presuppone la permanenza regolare e continuativa nel territorio nazionali per dieci anni ed è subordinata alla decisione, in larga parte discrezionale, dell’amministrazione pubblica.
Per quanto riguarda i diritti civili, agli stranieri è garantito il diritto alla difesa in giudizio (art. 17 testo unico).
Inoltre, è prevista una serie di strumenti volti al contrasto della discriminazione razziale: a partire dalla legge 654/1975 di ratifica della Convenzione di New York del 1966 contro il razzismo[11], fino al testo unico che da una definizione puntuale degli atti di discriminazione (art. 43) e disciplina l’azione di sede civile contro tali atti (art. 44).
In questo settore alcuni importanti interventi sono stati realizzati principalmente in attuazione della disciplina comunitaria: due decreti legislativi, 215 e 216 del 2003 contengono disposizioni per garantire la non discriminazione a causa delle proprie origini, il primo in generale, il secondo in materia di lavoro[12].
Sono previste, inoltre, alcune disposizioni relative alla tutela dei diritti sociali.
Specifiche disposizioni del testo unico (artt. 28-33) prendono in esame le forme di garanzia del diritto all’unità familiare e al ricongiungimento familiare, riconosciuto agli stranieri regolarmente soggiornanti, e di tutela dei minori, il cui prioritario interesse deve sorreggere tutti i provvedimenti amministrativi e giurisdizionali in materia di diritto all’unità familiare.
Per quanto riguarda il diritto alla salute, viene garantita una ampia assistenza sanitaria a tutti gli stranieri, compresi coloro che non sono in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno (artt. 34-36).
Anche il diritto allo studio è garantito dal testo unico (art. 38, 39 e 39-bis).
Le disposizioni del testo unico in materia di servizi abitativi e di assistenza sociale per stranieri (artt. 40-41) prevedono che le regioni, in collaborazione con gli enti locali e con le associazioni di volontariato, predispongano centri di accoglienza destinati ad ospitare stranieri regolarmente soggiornanti e impossibilitati, temporaneamente, a provvedere autonomamente alle proprie esigenze abitative e di sussistenza.
L’art. 41 del testo unico estende a favore degli stranieri in possesso del permesso di soggiorno (di durata non inferiore a un anno)o del permesso di soggiorno di lungo periodo anche l’accesso ai servizi socioassistenzialiorganizzati sul territorio.
Quanto ai diritti politici, va segnalata la Convenzione sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale fatta a Strasburgo nel 1992 tra i Paesi membri del Consiglio d’Europa (ratificata dall’Italia con legge 8 marzo 1994, n. 203) con la quale vengono garantiti agli stranieri residenti nei Paesi aderenti una serie di diritti. In particolare il capitolo A della Convenzione prevede il riconoscimento agli stranieri, alle stesse condizioni previste per i cittadini, delle libertà di espressione, di riunione e di associazione, ivi compresa quella di costituire sindacati e affiliarsi ad essi, ferme restando le eventuali limitazioni per ragioni attinenti alla sicurezza dello Stato, alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Con il capitolo B si riconosce il diritto alle collettività locali che hanno nei loro rispettivi territori un numero significativo di residenti stranieri, di creare organi consultivi volti a rappresentare i residenti stranieri a livello, ai quali deve essere data la possibilità di discutere sui problemi di loro interesse per il tramite di rappresentanti eletti o nominati da gruppi associati.
Non si è data, invece, applicazione al capitolo C della Convenzione che impegna le parti a concedere agli stranieri residenti il diritto di elettorato attivo e passivo alle elezioni locali che, pertanto, non è attribuibile agli stranieri non comunitari.
Le questioni relative all’immigrazione, ed in particolare il contrasto all’immigrazione clandestina e ai reati connessi, sono argomento di dibattito politico fin dall’inizio della legislatura.
Nell’illustrare alle Camere il programma del nuovo Governo, il Presidente del Consiglio ha sottolineato “le difficoltà e i rischi dell'immigrazione selvaggia e non regolata” ed ha indicato la necessità di “assorbire e integrare con ordine e saggezza le immigrazioni” interne ed esterne all’Unione europea”[13].
Il 21 maggio 2008, nel primo Consiglio dei Ministri dopo il voto di fiducia, il Governo ha approvato una serie di misure legislative in materia di sicurezza (il cosiddetto pacchetto sicurezza) dove ampio spazio è dedicato alle disposizioni volte a contrastare l’immigrazione clandestina e a fare fronte a questioni di ordine e sicurezza pubblica connesse con il fenomeno migratorio.
S tratta, in particolare, di:
§ un decreto-legge recante misure urgenti in materia di sicurezza (D.L. 92/2008);
§ due disegni di legge, attualmente all’esame delle Camere, uno contenente anch’esso disposizioni in materia di sicurezza e l’altro di ratifica al Trattato di Prüm (cooperazione transfrontaliera a fini di contrasto del terrorismo, alla criminalità e alla migrazione illegale);
§ tre schemi di decreto legislativo che intervengono rispettivamente in materia di ricongiungimento familiare, di diritto di asilo e di libera circolazione di cittadini comunitari, i primi due dei quali poi emanati;
§ una dichiarazione di stato di emergenza volta a fare fronte alla situazione di criticità in Campania, in Lombardia e nel Lazio per la presenza di numerosi cittadini extracomunitari irregolari e nomadi stabilmente insediati.
Il decreto-legge 92/2008[14] contiene diverse misure in materia di immigrazione alcune delle quali riguardano anche gli stranieri comunitari.
Un primo gruppo di disposizioni modificano il codice penale, in particolare:
§ viene ridotto da 10 a 2 anni il periodo minimo di condanna alla reclusione che comporta l’espulsione per ordine del giudice (mod. art. 235 c.p.);.
§ viene previsto la nuova fattispecie di allontanamento dello straniero comunitario per motivi di sicurezza (analoga all’espulsione dello straniero extracomunitario) ordinato dal giudice in caso di condanna penale di due anni (art. 235 c.p. come modificato dal decreto legge) o di condanna per delitti contro la personalità dello Stato (art. 312 c.p.);
§ la trasgressione all’ordine di espulsione o di allontanamento viene punita con la reclusione da 1 a 4 anni con l’arresto obbligatorio, anche al di fuori dei casi di flagranza, e si procede con rito direttissimo;
§ viene introdotta una nuova circostanza aggravante comune, che comporta l’aumento della pena fino ad un terzo, se il reato è commesso da soggetto che si trovi illegalmente sul territorio nazionale (mod. art. 61 c.p.);
§ aumento delle pene per chi dichiara falsa identità (da 1 a 6 anni di reclusione);
§ punizione con la reclusione da 1 a 6 anni per chi altera parti del proprio o dell’altrui corpo per impedire la propria o l’altrui identificazione.
Anche la procedura penale viene modificata: i procedimenti relativi ai delitti commessi in violazione delle norme in materia di immigrazione vengono inclusi tra quelli per i quali è assicurata priorità assoluta nella formazione dei ruoli di udienza.
Un terzo gruppo di disposizioni interviene direttamente a modificare il testo unico del 1998:
§ si prevede una nuova fattispecie connessa al reato di favoreggiamento della permanenza di immigrati clandestini a scopo di lucro: quando il fatto è commesso da 2 o più persone, ovvero riguarda la permanenza di 5 o più persone la pena è aumentata da un terzo alla metà;
§ viene introdotto il reato di cessione di immobile ad uno straniero irregolare, punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e la confisca dell’immobile;
§ è abbreviato da 15 a 7 giorni il termine entro il quale l’autorità giudiziaria deve concedere o negare il nullaosta dello straniero sottoposto a procedimento penale che deve essere espulso (si ricorda che in caso l’autorità giudiziaria non provveda nei termini il nulla osta si considera concesso);
§ viene elevata la pena per il datore di lavoro che impiega immigrati clandestini (l’arresto da tre mesi a un anno è aumentato a 6 mesi e 3 anni);
§ i centri di permanenza temporanea e assistenza (CPTA) vengono ridenominati centri di identificazione ed espulsione.
Infine, viene conferito ai sindaci il compito di segnalare alle competenti autorità giudiziaria o di pubblica sicurezza la condizione irregolare dello straniero o del cittadino comunitario per l’eventuale adozione di provvedimenti di espulsione o di allontanamento.
Il decreto-legge 92, sopra brevemente descritto, anticipa alcune delle disposizioni del pacchetto sicurezza ritenute dal Governo più urgenti. Un altro nutrito gruppo di interventi è contenuto in un disegno di legge del Governo approvato dal Senato (A.S. 733) ed attualmente all’esame dell’Assemblea della Camera (A.C. 2180-A).
Per quanto riguarda l’immigrazione, tra le novità principali si segnala l’introduzione di una disposizione volta a sanzionale l’ingresso e il soggiorno illegale nel territorio dello Stato. Si tratta di una contravvenzione punibile con l’ammenda da 5 mila a 10 mila euro[15]
Inoltre, anche il disegno di legge apporta numerose modifiche al testo unico sull’immigrazione tra le quali:
§ diniego dell’ammissione all’ingresso in Italia anche per condanna non definitiva per gravi reati;
§ tra gli elementi da considerare ai fini della revoca o del diniego di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi familiari, si inserisce il riferimento alle condanne per reati rispetto ai quali è previsto arresto obbligatorio in flagranza;
§ viene inasprita la pena per lo straniero che viene trovato nel territorio nazionale dopo essere già stato già espulso coattivamente per non aver ottemperato a una precedente intimazione di allontanamento;
§ l’introduzione di una contributo sul permesso di soggiorno tra gli 80 e i 200 euro;
§ previsione di un test di conoscenza della lingua italiana per il rilascio del permesso di soggiorno di lungo periodo;
§ istituzione di un accordo di integrazione, da sottoscrivere al momento della richiesta del permesso di soggiorno;
§ introduzione dell’obbligo di esibizione del permesso di soggiorno agli uffici della pubblica amministrazione anche ai fini del rilascio degli atti di stato civile o per l’accesso a pubblici servizi (ad eccezione delle prestazioni sanitarie);
§ estensione da due a 6 mesi del tempo massimo di permanenza nei Centri di identificazione ed espulsione.
Tra le altre misure di interesse si ricordano anche:
§ l’introduzione del delitto di impiego di minori nell’accattonaggio;
§ l’obbligo dei gestori degli esercizi di trasferimento di denaro (i c.d. Money Transfer) di acquisire copia del titolo di soggiorno del richiedente il servizio (se cittadino non comunitario);
§ la previsione di nuovi requisiti per l’acquisto della cittadinanza italiana per matrimonio.
Il secondo disegno di legge del pacchetto sicurezza ha una portata più circoscritta, riguardando, come anticipato, la ratifica al Trattato di Prüm relativo all’approfondimento della cooperazione transfrontaliera a fini di contrasto del terrorismo, alla criminalità transfrontaliera e alla migrazione illegale. Esso prevede tra l’altro l’istituzione di una banca dati del DNA volta a facilitare l'identificazione degli autori dei delitti. Il disegno di legge è stato approvato dal Senato che lo ha trasmesso alla Camera (A.C. 2042) dove si è concluso l’esame da parte delle commissioni riunite II Giustizia e III Affari esteri.
Riferibili interamente alle questioni dell’immigrazione sono i tre schemi di decreto legislativo facenti parte integrante del pacchetto sicurezza.
In estrema sintesi i tre provvedimenti intervengono sulle seguenti questioni:
§ cittadini comunitari: diverse modifiche vengono apportate alla disciplina della condizione giuridica dei cittadini di altri Stati membri dell’Unione europea, attualmente regolata dal D.Lgs. 30/2007, di attuazione della normativa comunitaria (non approvato in via definitiva);
§ ricongiungimenti familiari: vengono introdotte alcune restrizioni all’esercizio del diritto al ricongiungimento nei confronti del coniuge, dei figli maggiorenni e dei genitori, tra queste la possibilità di ricorrere all’esame del DNA per l’accertamento del rapporto di parentela, in assenza della documentazione relativa o qualora vi siano dubbi sulla sua autenticità (D.Lgs. 160/2008);.
§ rifugiati: il procedimento di riconoscimento dello status di rifugiato viene modificato in più punti. Tra le modifiche principali l’eliminazione dell’effetto sospensivo del ricorso giurisdizionale avverso la decisione di rigetto della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale e l’introduzione della possibilità da parte del prefetto di stabilire un luogo di residenza ove il richiedente asilo possa circolare (D.Lgs. 159/2008).
Completa il pacchetto la dichiarazione di stato di emergenza volta di fare fronte alla situazione di criticità in Campania, in Lombardia e nel Lazio per la presenza di numerosi cittadini extracomunitari irregolari e nomadi stabilmente insediati in talune aree. Lo stato di emergenza è temporaneo: fino al 31 maggio 2009[16].
Al pacchetto sicurezza si sono affiancati in questi primi mesi della legislatura altri interventi in materia di immigrazione.
In primo luogo, la dichiarazione dello Stato di emergenza sopra citata in Campania, in Lombardia e nel Lazio ha consentito di nominare i prefetti di Napoli, Milano e Roma, commissari delegati per la realizzazione di tutti gli interventi necessari al superamento dello stato di emergenza. Tra questi il monitoraggio dei campi autorizzati in cui sono presenti comunità nomadi; l’individuazione e sgombero degli insediamenti abusivi; l’identificazione e censimento delle persone, anche minori di età, e dei nuclei familiari presenti nei campi nomadi attraverso rilievi segnaletici[17].
Nella stessa ottica emergenziale si colloca la proroga dello stato di emergenza deliberata dal Governo il 25 luglio per fronteggiare il massiccio afflusso di cittadini extracomunitari[18].
Il 23 settembre 2008 il Governo ha approvato una altro decreto legge in materia di sicurezza (D.L. 151/2008)[19] che, tra l’altro, reca gli stanziamenti necessari per la costruzione di nuovi centri di identificazione ed espulsione (ex CPT) e per l'ampliamento di quelli già esistenti. Il provvedimento è motivato dall’eccezionale afflusso di immigrati: 14.200 tra gennaio e settembre del 2007, 23.600 nello stesso periodo del 2008. La ricettività dei centri verrà raddoppiata, aggiungendo ulteriori 1.000 posti agli attuali 1.160[20].
Misure che riguardano l’immigrazione sono contenute anche nel disegno di legge del Governo in materia di prostituzione che stabilisce una procedura accelerata, da definirsi con un successivo regolamento, per il rimpatrio assistito dei minori stranieri non accompagnati che esercitano la prostituzione ne nostro Paese, al fine di consentire il ricongiungimento del minore con la famiglia di origine (art. 2, comma 2, dell’A.S. 1079 all’esame della I e II Commissione del Senato)[21].
In agosto il Governo ha sottoscritto un trattato di amicizia e cooperazione con la Libia (ratificato con la legge 6 febbraio 2009, n. 7) che prevede anche forme di collaborazione in materia di contrasto all’immigrazione clandestina.
Si ricorda, inoltre, che alcune disposizioni in materia di immigrazione sono contenute in altri provvedimenti di urgenza adottati recentemente dal Governo.
Il decreto-legge 112/2008[22] recante la manovra economica per il 2009, ha inserito gli immigrati a basso reddito tra i soggetti destinatari delle abitazioni del Piano casa, a condizione che siano residenti da almeno 10 anni nel territorio nazionale ovvero da 5 anni nella medesima regione (art. 11) e prevede che l’assegno sociale è corrisposto agli aventi diritto a condizione che abbiano soggiornato legalmente, in via continuativa, per almeno 10 anni nel territorio nazionale (art. 20, co. 10)
Il decreto-legge 93/2008[23] riduce alcune delle autorizzazioni di spesa tra cui gli stanziamenti per il Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati[24].
Si segnala, inoltre, la proposta di legge A.C. 1446 di iniziativa parlamentare volta a mutare le competenze del Comitato bicamerale di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen che verrebbe trasformato in un comitato parlamentare in materia di immigrazione. La proposta è stata approvata dalla I Commissione (Affari costituzionali) della Camera.
Sempre di iniziativa parlamentare, la proposta di legge A.C. 1052 per l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sulla condizione delle donne e dei minori nelle comunità rom presenti in Italia e le proposte A.C. 103 e abbinate che modificano la disciplina della cittadinanza (entrambe all’esame della I Commissione).
La Camera ha affrontato la questione dell’immigrazione anche sul versante dell’attività di indirizzo e controllo.
Si segnala a proposito la discussione su di una serie di mozioni sull’accesso alla scuola dell’obbligo degli studenti stranieri[25]che impegnano il Governo, tra l’altro, a rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado, autorizzando il loro ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione;
Le Commissioni riunite I e II della Camera hanno esaminato una proposta di direttiva comunitaria che punisce i datori di lavoro che impiegano clandestini valutandola positivamente e impegnando il Governo a sostenere, in sede di Consiglio dell'Unione europea alcune modifiche e integrazioni al testo della proposta.[26]
Particolarmente attiva la Commissione bicamerale infanzia che ha approvato una risoluzione che impegna il Governo a adottare tutte le opportune iniziative per rafforzare gli strumenti di tutela dei minori stranieri non accompagnati (Doc. XXIV-bis, n. 1, approvato il 21 aprile 2009). Inoltre, la Commissione sta svolgendo da alcuni mesi una indagine conoscitiva volta ad approfondire la condizione dei minori stranieri presenti in Italia on assenza dei genitori.
Riguarda all’attività amministrativa, si segnala che il Governo a proceduto alla definizione delle quote di ingresso dei lavoratori stranieri per il 2008 (il cosiddetto decreto flussi) nella misura di 150.000 persone, utilizzando le graduatorie delle domande eccedenti presentate nel 2007[27], mentre per il 2009 le quote autorizzate sono destinate esclusivamente ai lavoratori stagionali (80.000 persone)[28].
Inoltre, è stato prorogato fino al 31 dicembre 2009 il regime transitorio per l'accesso al mercato del lavoro dei cittadini rumeni e bulgari, confermando le disposizioni degli anni precedenti che pongono alcune limitazioni in materia di accesso al lavoro subordinato[29].
La legge 30 settembre 1993, n. 388[30], di ratifica dell’accordo di Schengen[31], nonché della Convenzione di applicazione dell’accordo medesimo, prevede, accanto alle disposizioni immediatamente attuative dei due trattati, l’istituzione (art. 18) di un Comitato parlamentare incaricato di “esaminare l’attuazione ed il funzionamento della Convenzione di applicazione dell’Accordo di Schengen”.
Dal punto di vista strutturale, ai sensi dell’art. 18, co. 2 della legge, il Comitato è composto da 10 deputati e 10 senatori, nominati dai Presidenti di ciascuna Camera in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari. Il Comitato elegge al suo interno, così come stabilisce il comma 3 dell’articolo 18, un Presidente ed un Vicepresidente. Nel corso della XIII legislatura[32], pur in assenza di una specifica previsione in tal senso della legge istitutiva, si è ritenuto, con l’assenso dei Presidenti delle Camere, di integrare la composizione dell’Ufficio di Presidenza con l’elezione di un Segretario. Tale integrazione è stata confermata nelle successive legislature.
Dal punto di vista delle competenze e delle funzioni, i commi 4, 5 e 6 dell’art. 18 dispongono che il Comitato parlamentare esamini i progetti di decisione, vincolanti per l’Italia, pendenti innanzi al Comitato esecutivo contemplato dal Titolo VII della citata Convenzione.
A tal fine, il rappresentante del Governo italiano, chiesto eventualmente al Comitato esecutivo il rinvio della decisione a norma dell’art. 132, paragrafo 3, della Convenzione, trasmette immediatamente il progetto di decisione al Comitato parlamentare. Questo esprime il proprio parere vincolante entro quindici giorni dalla data di ricezione del progetto; qualora il parere non venga espresso entro tale termine, esso s’intende favorevole alla decisione.
Tali attribuzioni hanno consentito al Parlamento, tramite il Comitato Schengen, di intervenire, oltre che con una funzione di controllo, anche con una funzione di indirizzo politico nei processi decisionali legati alla materia Schengen che riguardavano espressamente l’Italia; dal 20 marzo del 1997, data in cui si è costituito il Comitato, sino al 1° maggio 1999, data di entrata in vigore del Trattato di Amsterdam, che con il Protocollo incorpora l’acquis di Schengen nel quadro giuridico comunitario e dell’Unione europea (v. infra), vengono espressi 66 pareri, di cui 57 favorevoli, 7 favorevoli con osservazioni e 2 contrari. Il Comitato ha fatto altresì ricorso a documenti finalizzati ad esporre considerazioni al Governo o a promuovere iniziative del nostro Paese nelle materie collegate allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Il Comitato ha approvato inoltre due risoluzioni, la prima relativa all’inserimento nel SIS dei dati dei minori a rischio di scomparsa e la seconda relativa all’armonizzazione delle politiche nazionali dei Paesi Schengen in materia di visti.
L’acquis di Schengen ha cessato peraltro di essere materia di cooperazione intergovernativa, ed è incorporato nel quadro giuridico comunitario e dell’Unione europea, col Protocollo di Amsterdam, allegato al Trattato di Amsterdam, firmato il 2 ottobre 1997 ed entrato in vigore il 1° maggio 1999.
La modifica intervenuta impone in prima istanza una riflessione sul controllo dei Parlamenti nazionali, previsto fra l’altro solo dall’Italia e dai Paesi Bassi (dove viene riconfermato dalla legge olandese di ratifica che indica il permanere del parere vincolante dell’organismo parlamentare su tutte le materie del Titolo VI del TUE e su quelle del Titolo IV della parte III del TCE fino al totale completamento della procedura di comunitarizzazione). La legge di ratifica italiana non ha dato invece alcuna indicazione circa la permanenza o la cessazione, nel nuovo quadro giuridico venutosi a determinare, dei poteri consultivi attribuiti al Comitato dal citato art. 18 della L. 388/1993, soprattutto in relazione ad alcuni dispositivi, quali il Sistema d’Informazione Schengen (SIS), per il quale ancora, in parte, si applica la cooperazione intergovernativa.
Il SIS è il risultato di una cooperazione intergovernativa, ma con il protocollo allegato al Trattato di Amsterdam è stato integrato nell’ambito dell’Unione europea. Il Consiglio, pur individuando nei trattati la base giuridica per ciascuna delle disposizioni o decisioni che costituiscono l’acquis di Schengen, non è giunto a una decisione univoca per le disposizioni relative al SIS. Di conseguenza, le disposizioni relative al SIS in materia di cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale ricadono all’interno del “terzo pilastro”, per il quale si applica la cooperazione intergovernativa, mentre le disposizioni in materia di visti, immigrazione e libera circolazione delle persone sono riferite al “primo pilastro”, regolato dal metodo comunitario.
Attualmente, ogni Paese consulta e alimenta le informazioni inserite nel database centrale a Strasburgo (C-SIS) per il tramite delle sezioni nazionali (N-SIS); le sezioni nazionali non possono scambiare direttamente i dati: possono farlo soltanto tramite il sistema centrale. La banca dati centrale si configura quindi come una struttura informativa di raccolta, alimentata dalle sezioni nazionali, a loro volta alimentate dalle banche dati nazionali. I dati personali che possono essere inclusi nel SIS sono espressamente limitati a: cognome, nome, luogo e data di nascita, sesso, cittadinanza, indicazione se le persone segnalate sono armate o violente, se si tratta di una persona evasa, il tipo di reato commesso per le persone ricercate ai fini dell’estradizione, motivo della segnalazione e linea di condotta da seguire. Non possono essere inserite informazioni sensibili. Tutte le informazioni supplementari relative alla persona o bene oggetto di segnalazioni sono invece inviate dal C-SIS agli uffici nazionali SIRENE (Supplementary Information Request at the National Entries), centrali operative di smistamento delle informazioni supplementari sui record inseriti dai vari Stati. Nella banca dati Schengen sono quindi presenti record fissi, mentre le informazioni supplementari sono veicolate dagli uffici SIRENE tramite un sistema Intranet che utilizza l’aerea SISNET. In caso di necessità l’ufficio N-SIS, dopo aver verificato che il dato sia presente nella banca centrale C-SIS, richiede ulteriori dettagli all’ufficio SIRENE competente, al quale sono state inviate dal C-SIS.
Hanno diritto d’accesso alla banca dati SIS le autorità competenti degli Stati membri. Con recenti modifiche sono state aggiunte alle Forze di polizia e alle autorità di frontiera e doganali: le autorità giudiziarie; le autorità competenti in materia di visti e immigrazione; Europol, i membri di Eurojust e i loro assistenti; le autorità competenti in materia di autoveicoli. Ogni Stato trasmette al Consiglio l’elenco delle autorità nazionali autorizzate a consultare i dati, precisando per ciascuna autorità i dati che essa può consultare e per quali compiti.
Per quanto riguarda la situazione italiana, sia la sezione nazionale del SIS che l’ufficio SIRENE sono istituiti nell’ambito della Direzione centrale della polizia criminale, presso il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’interno. Per quanto riguarda l’alimentazione delle banche dati, le Forze di polizia (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia forestale e Polizia penitenziaria) quando sono in possesso di un dato possono inserirlo direttamente, oltre che nel CED, anche nella sezione nazionale della banca dati Schengen. La convenzione Schengen contiene disposizioni in materia di protezione dei dati che prevedono sistemi di controllo a livello nazionale e a livello centrale. Le autorità nazionali preposte alla protezione dei dati (per l’Italia il Garante per la protezione dei dati personali) controllano le sedi nazionali e assicurano che i diritti individuali siano rispettati. Chiunque ha il diritto, disciplinato dalla legislazione in materia dello Stato di riferimento, di chiedere una verifica dei propri dati e l’uso che ne è stato fatto e può disporre di mezzi di ricorso (Corte di Giustizia o giurisdizioni nazionali).
La Convenzione ha inoltre istituito un’Autorità Comune di Controllo (ACC), con il compito di esaminare le difficoltà di applicazione o di interpretazione che possono sorgere dall’utilizzazione del Sistema d’Informazione Schengen e di studiare i problemi che possono presentarsi nell’esercizio del controllo indipendente esercitato dalle autorità di controllo nazionali ovvero del diritto di accesso al sistema.
È attualmente all’esame della Camera una proposta di legge (A.C. 1446) intesa ad aggiornare le competenze del Comitato parlamentare Schengen, tenendo conto sia della ricordata evoluzione in ambito comunitario sia delle ulteriori competenze attribuite al Comitato da successive leggi (vigilanza sull’attività dell’unità italiana di Europol; controllo e vigilanza sull’attuazione della normativa in materia di immigrazione e asilo).
La protezione civile, disciplinata principalmente dalla legge n. 225 del 1992, è costituita da un articolato sistema basato sul Servizio nazionale della protezione civile di cui fanno parte le amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, dalle regioni, dalle province, dai comuni, dagli enti pubblici nazionali e territoriali e da ogni altra istituzione ed organizzazione pubblica e privata presente sul territorio nazionale.
Dopo la riforma del Titolo V della seconda parte della Costituzione (2001), la protezione civile è considerata materia di legislazione concorrente e, quindi di competenza regionale, nell'ambito dei principi fondamentali di indirizzo dettati dalla legge. Al coordinamento del Servizio nazionale e alla promozione delle attività di protezione civile, provvede il Presidente del Consiglio dei ministri.
La ripartizione di competenze tra i vari soggetti, si basa - da un lato - sulla differenziazione degli eventi a seconda della loro gravità, e – dall’altro – sull’individuazione dei compiti e delle attività da svolgere.
Dopo aver classificato gli eventi secondo la gravità (ordinari e straordinari) e la pluralità o meno degli enti coinvolti, la legge n. 225 individua le attività di protezione civile:
1. previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio;
2. soccorso delle popolazioni sinistrate;
3. superamento dell'emergenza.
Per quanto riguarda il primo tipo di attività, ossia quella di previsione e prevenzione, si prevedono la predisposizione di indirizzi e programmi nazionali, regionali e provinciali.
Per quanto concerne le competenze operative riconosciute agli enti territoriali, per gli eventi di ambito comunale il sindaco è autorità di protezione civile, ed assume la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza delle popolazioni; nel caso in cui la calamità non sia fronteggiabile dal solo comune, subentra la competenza del prefetto, che coordina i propri interventi con quelli del comune.
Le province sono chiamate a svolgere un ruolo prevalentemente di rilevazione, raccolta ed elaborazione di dati, oltre che alla predisposizione e realizzazione dei programmi provinciali di previsione e prevenzione.
Le regioni partecipano all’organizzazione ed all’attuazione delle attività di protezione civile, assicurandone lo svolgimento.
Lo Stato, oltre a promuovere e coordinare tutte le attività di protezione civile, svolge, a livello operativo, un ruolo centrale nelle situazioni straordinarie, avendo il Governo il potere di dichiarare lo stato di emergenza, il potere di ordinanza, quello di nomina di commissari delegati.
Il Presidente del Consiglio dei ministri è la massima autorità nazionale di Protezione civile e la sua attività è supportata dal Dipartimento della protezione civile incardinato presso la Presidenza del Consiglio.
Nel bilancio di previsione per il 2009 gli stanziamenti dedicati al Soccorso civile (missione n. 8) ammontano in totale a 3.504,8 milioni di euro così suddivisi 1.627,15 milioni a carico del bilancio del Ministero dell’economia e finanze (di cui 1.508,32 milioni a disposizione del Dipartimento della protezione civile), 1.736,9 milioni del Ministero dell’interno (interamente assorbiti dal Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile) e 140,8 milioni del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (interventi per i soccorsi svolti dal Corpo forestale dello Stato).
Il Dipartimento della Protezione civile si articola in nove uffici ed in quarantadue servizi con un organico complessivo di circa 700 dipendenti.
Le strutture operative nazionali del servizio della protezione civile sono individuate dall’art. 11 della L. 225/1995 nei seguenti soggetti :Il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, componente fondamentale della protezione civile proprio perché già titolare delle attività istituzionali attinenti al soccorso tecnico urgente, le Forze armate, le Forze di polizia, il Corpo forestale dello Stato, i servizi tecnici nazionali, i gruppi nazionali di ricerca scientifica, l’Istituto nazionale di geofisica e gli altri istituti di ricerca (fondamentali per la predisposizione dei piani di prevenzione e per le mappature delle zone di rischio), la Croce rossa italiana, le strutture del Servizio Sanitario Nazionale, le organizzazioni di volontariato nonché il Corpo nazionale di soccorso alpino.
La struttura centrale del Corpo dei Vigili del Fuoco fa riferimento al Ministero dell’interno, Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile. Le strutture periferiche del Corpo sono organizzate secondo l’ambito territoriale di riferimento, ovvero in direzioni regionali, in comandi provinciali, e in distretti, distaccamenti e posti di vigilanza. Sono inoltre previsti, per le attività operative che richiedono l’utilizzazione di personale con preparazione tecnico-specialistica specifica (nuclei elicotteri, sommozzatori, nautici, unità cinofile, ecc.), reparti e nuclei speciali. Per assicurare sul territorio una presenza diffusa di nuclei di protezione civile, il Ministero dell’interno può promuovere l’istituzione di distaccamenti volontari del Corpo dei vigili del fuoco, al cui funzionamento si provvede mediante il personale volontario richiamato in servizio temporaneo. Il personale volontariopuò essere richiamato in servizio temporaneo nel limite massimo di 180 giorni all’anno in occasione di calamità naturali o catastrofi; in caso di particolari necessità dei Comandi provinciali dei vigili del fuoco; per le esigenze dei distaccamenti volontari del Corpo Nazionale, connesse al servizio di soccorso pubblico; per frequentare periodici corsi di formazione.
Sul territorio nazionale il personale del Corpo nazionale è distribuito in: 8 direzioni centrali, 18 direzioni regionali, 100 comandi provinciali, 334 distaccamenti e 272 distaccamenti volontari. Il personale del Corpo è attivo, su turnazioni orarie, 24 ore su 24.
I dipendenti effettivamente in servizio alla fine del 2008, dalla quale sono oltre 320 mila.
La L. 225/1992 ha conferito particolare rilievo alla partecipazione della collettività, e quindi delle associazioni no profit, alle attività di protezione civile. Sono ormai 2.500 le organizzazioni iscritte all’apposito elenco istituito presso il Dipartimento della protezione civile, corrispondenti a 1,3 milioni di volontari attivi su tutto il territorio nazionale. In caso di emergenza ben 60mila volontari sono in grado di intervenire sul territorio in tempi brevissimi, mentre 300mila sono disponibili in poche ore.
Curriculum
Vitae
Reinhold Coenen
Nato il 31 dicembre 1941 ad Ankum, distretto rurale di Osnabrück. Coniugato, 3 figli. Di religione cattolica.
Frequenta la scuola elementare e la scuola media ad Ankum; consegue il diploma di scuola media inferiore.
Inizia a lavorare nel 1954 ed in gioventù è stato Presidente del “Kreisjugendring Osnabrück-Land” (Federazione delle organizzazioni giovanili del distretto rurale di Osnabrück).
Commerciante, è proprietario di un negozio ad Ankum.
Dal 1972 è consigliere della comunità amministrativa di Bersenbrück.
Dal 1976 al 1981 è stato membro del consiglio comunale di Ankum, dal 2001 al 2006 Sindaco.
Dal 1991 al 2001 Sindaco, e dal 2006 Vicesindaco della comunità amministrativa di Bersenbrück.
Membro del Parlamento della Bassa Sassonia dal 21 giugno 1994, nel Gruppo parlamentare CDU. Dal 2001 al 2006 è stato Presidente del gruppo parlamentare CDU.
Altri incarichi:
Direttore dell`Ente idrico di Bersenbrück.
Membro del consiglio di vigilanza della cooperativa edilizia Osnabrück-Land eG.
Membro del consiglio di vigilanza della Alfsee GmbH.
Membro del consiglio di vigilanza della clinica Marien di Ankum-Bersenbrück.
Membro-reggente del consiglio di vigilanza del Niedersachsenpark GmbH.
REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA[33]
aprile 2009
DATI GENERALI |
|
Superficie |
357,021 Kmq |
Capitale |
Berlino |
Abitanti |
82,329,758 |
Tasso di crescita della popolazione |
-0,053 % |
Tasso di emigrazione |
2,19 (per 1000 abitanti) |
Gruppi etnici |
tedeschi 91,5%, Turchi 2,4%, altri 6.1% |
Religioni |
Protestanti 34%, Cattolici 34%, Musulmani 3,7% |
Lingua |
tedesco |
Tasso di alfabetizzazione |
99% |
CENNI STORICI
1806: Con la deposizione della corona imperiale da parte di Francesco II d’Asburgo, dopo che il Rheinbund (Federazione del Reno) aveva riconosciuto Napoleone come nuovo imperatore, finisce il Sacro Romano Impero (il I Reich), iniziato nel 936 con Ottone I.
1871: Guglielmo I di Prussia viene nominato Imperatore tedesco (inizio del II Reich, che terminerà nel 1918 con l’abdicazione di Guglielmo II), a seguito della vittoria prussiana nella guerra (1870-1871) contro la Francia di Napoleone III.
1888-1918: Periodo guglielmino (Guglielmo II), caratterizzato dalla politica di potenza con un forte attivismo in campo coloniale e navale.
1914-1918: Sconfitta della Germania e dell’Austria nel I conflitto mondiale.
1919: Vittoria dei socialdemocratici alle elezioni. Inizio della Repubblica di Weimar.
1929: Crollo della borsa a Wall Street ed inizio del declino della Repubblica di Weimar. Crisi economica e disoccupazione dilagante (6 milioni alla fine del 1932).
1933: 30 gennaio, Hitler, che aveva conquistato poche settimane prima con il suo partito (NSDP) la maggioranza relativa alle elezioni, viene nominato Cancelliere dal Presidente von Hindenburg.
1934: Hitler assume anche le funzioni di Capo dello Stato e di Comandante delle forze armate. E’ l’inizio del III Reich.
1938: Annessione dell’Austria e, dopo la Conferenza di Monaco, annessione dei Sudeti.
1939: Annessione del resto della Cecoslovacchia (marzo); patto d’acciaio con l’Italia (maggio); patto von Ribbentrop-Molotov (agosto); invasione della Polonia (1° settembre) e scoppio del II conflitto mondiale.
1945: 8 maggio. Capitolazione della Germania e fine del III Reich.
1948-1949: Blocco di Berlino e ponte aereo alleato; 23 maggio: Konrad Adenauer firma la Legge fondamentale. Nasce la Repubblica Federale Tedesca (RFT). 7 ottobre: nasce la Repubblica Democratica Tedesca (RDT).
1955: La RFT entra a far parte della NATO.
1957: Trattati di Roma. La RFT, con Francia, Italia e Benelux è paese fondatore della CEE e dell’Euratom.
1961: 13 agosto. Viene eretto il Muro di Berlino.
1963: Trattato dell’Eliseo con la Francia. Riconciliazione franco-tedesca.
1972: Firma del Trattato fondamentale intertedesco; Ost-Politik di Willy Brandt (SPD).
1973:La RFT entra a far parte dell’ONU.
1982-1998: Cancelliere H. Kohl (CDU) a capo dell’esecutivo.
1989: Settembre: apertura delle frontiere ungheresi; 9 novembre: apertura del Muro di Berlino; 18 dicembre: dimissioni di Honecker. Egon Krenz Segretario generale del Partito comunista della Germania Est (SED).
1990: 18 marzo. Libere elezioni nella RDT. Lothar de Maizière Presidente del Consiglio dei ministri; agosto: il Parlamento della RDT si pronuncia a favore dell’adesione alla RFT.
3 ottobre (ora festa nazionale). Nasce la Repubblica Federale di Germania.
1998: Schroeder (SPD) vince le elezioni politiche e forma una coalizione di governo con i Verdi.
2002: 22 settembre. Schroeder vince nuovamente, anche se di misura, le elezioni politiche. Confermata la coalizione con i Verdi.
18 settembre 2005: L’Unione guidata da Angela Merkel vince di misura le elezioni e comincia il negoziato con la SPD per la formazione di un governo di Grande Coalizione.
22 novembre 2005: elezione al Bundestag del nuovo Cancelliere Merkel (prima donna a divenire Capo dell’Esecutivo) e insediamento del governo di Grande Coalizione.
1° gennaio 2007: la Germania assume la Presidenza del G8 e la Presidenza semestrale dell’Unione Europea.
Principali cariche dello Stato
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Presidente federale |
Horst KÖHLER (dal 1° luglio 2004) |
Presidente del Bundestag |
Norbert LAMMERT (CDU) (dall'ottobre 2005)
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Presidente del Bundesrat |
Peter MÜLLER (CDU, dal 1° novembre 2008 al 31 ottobre 2009) |
Cancelliere federale
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Angela MERKEL (CDU) (dal novembre 2005) |
Vice Cancelliere e Ministro degli Esteri
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Frank-Walter STEINMEIER (SPD) |
Ministro del Lavoro e degli Affari sociali
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Olaf SCHOLZ (SPD) |
Ministro dell’Interno |
Wolfgang SCHÄUBLE (CDU) |
Ministro della Difesa |
Franz Josef JUNG (CDU)
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Ministro delle Finanze |
Peer STEINBRÜCK (SPD)
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Scadenze elettorali |
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Presidente federale |
23 maggio 2009 |
Bundestag |
27 settembre 2009 |
Bundesrat |
il rinnovo dei membri dipende, di volta in volta, dai Governi dei singoli Länder |
Quadro istituzionale
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Sistema politico
La Germania è una Repubblica Federale. I Länder che la compongono sono caratterizzati da un’ampia autonomia; sono dotati di propri organi legislativi ed esecutivi (Parlamenti e Governi Regionali presieduti da Ministri-Presidenti).
Il Capo dello Stato è il Presidente Federale. Viene eletto dall’Assemblea Federale, apposito organo composto dai deputati del Bundestag e da un numero uguale di delegati, scelti dai Parlamenti dei vari Länder. Viene eletto per cinque anni e può essere rieletto una sola volta. Propone al Bundestag l'elezione del Cancelliere Federale e, su proposta di questi, nomina e revoca i Ministri.
Parlamento
Il Parlamento tedesco consta di due Camere: il Bundestag e il Bundesrat.
Il Bundestag è eletto direttamente dal Corpo elettorale. Ogni elettore dispone di due schede: con la prima (Erststimme) procede alla scelta di uno dei candidati del collegio uninominale, tra i quali risulterà eletto quello che raccoglierà il maggior numero di consensi; con la seconda (Zweitstimme) esprime la propria preferenza per una delle liste presentate dai partiti nel Land corrispondente. I seggi vengono assegnati ai vari partiti in base al risultato complessivo risultante dallo spoglio di tali seconde schede, compresi però i seggi già assegnati in sede di collegio uninominale. Può verificarsi perciò il caso dei cosiddetti “mandati in eccedenza” (Überhangsmandate): può accadere, cioè, che un movimento politico veda eletto, nei collegi uninominali, un numero di suoi candidati superiore a quello spettante in base alla ripartizione percentuale ottenuta scrutinando le seconde schede. In tale ipotesi si determina conseguentemente un incremento dei seggi complessivi dell’Assemblea. Per poter essere ammessi alla ripartizione proporzionale dei seggi in base ai secondi voti, è necessario che un partito superi il 5% dei voti in tutto il territorio nazionale. Tale clausola di sbarramento (Sperrklausel) non viene applicata se una lista ottiene almeno tre seggi nei collegi uninominali[34].
Il Bundesrat è composto da membri dei Governi dei Länder, i quali Governi provvedono alla loro nomina e alla loro revoca. Per le città di Berlino, Brema e Amburgo possono essere membri del Bundesrat i sindaci e i membri del Parlamento locale.
Tutti i progetti di legge vengono esaminati e votati dal Bundestag, che li approva a maggioranza semplice. Le leggi votate dal Bundestag passano al Bundesrat, i cui poteri legislativi variano a seconda della materia: se si tratta di leggi riguardanti i diritti e gli interessi dei Länder in ambito amministrativo, finanziario e fiscale, nonché di leggi che modificano la Costituzione, il voto negativo del Bundesrat opera come veto assoluto, in nessun modo superabile dal Bundestag (cosiddette “leggi di approvazione”). Nel caso invece di leggi cosiddette semplici, il Bundesrat può sollevare obiezioni: in tal caso viene convocato un particolare organo, denominato Commissione di conciliazione (Vermittlungsausschuß), composta paritariamente da membri del Bundestag e del Bundesrat. Essa provvede ad elaborare un testo congiunto, che deve nuovamente essere sottoposto al Bundestag. Se non si perviene ad alcun compromesso in sede di Commissione, il Bundestag può superare l'obiezione approvando il disegno di legge a maggioranza assoluta dei propri membri.
Attualmente la composizione del Bundestag è la seguente[35]:
PARTITI |
SEGGI |
Unione Cristiano Democratica (CDU)/ Unione Cristiano Sociale di Baviera (CSU) |
223 |
Partito Socialdemocratico (SPD) |
222 |
Partito Liberaldemocratico (FDP) |
61 |
Die Linke |
53 |
Alleanza ‘90/Verdi |
51 |
Indipendenti |
2 |
TOTALE |
612[36] |
Potere esecutivo
Il Governo federale è formato dal Cancelliere e dagli altri Ministri federali. Il Cancelliere è eletto dal Bundestag a maggioranza dei membri su proposta del Presidente. Il Cancelliere determina l’indirizzo della politica federale e ne è responsabile. Il Bundestag può chiedere al Presidente la revoca del Cancelliere a maggioranza dei suoi membri, ma solo nel caso in cui sia in grado di esprimere il suo successore (c.d. sfiducia costruttiva).
Quadro Politico
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Governo in carica
Il 23 maggio 2004, il candidato dell’Unione CDU/CSU (Unione Cristiano Democratica e Unione Cristiano Sociale di Baviera), Horst Koehler, ex Direttore del FMI, è stato eletto Presidente della Repubblica Federale, con i voti della CDU, CSU e dell’FDP (Partito Liberaldemocratico), affermandosi sulla candidata del Governo guidato da Gerhard Schroeder (coalizione SPD-Verdi), Gesine Schwan. Koehler ha assunto le sue funzioni il 1° luglio 2004. Convinto sostenitore del processo di integrazione europea, gode di grande stima per la sua competenza economica (già alto funzionario alle Finanze e alla Cancelleria prima di negoziare gli aspetti economico-finanziari della riunificazione ed essere parte attiva nel processo verso l’Unione Economica e Monetaria europea).
Le elezioni politiche del settembre 2005 hanno visto l’affermazione dell’Unione CDU-CSU di Angela Merkel, prima donna candidata alla Cancelleria federale. La CDU/CSU ha conquistato il 35,2 % dei consensi (-3,3 % rispetto al 2002), seguita dalla SPD del Cancelliere Schroeder con il 34,2% dei voti (-4,3 %). Si è registrata una crescita dei partiti minori, in particolare dei liberali della FDP con il 9,8 % dei consensi (+ 2,4 %). Attesa l’affermazione della Linke, alleanza elettorale tra il “Partito del Socialismo Democratico” (PDS) e la “WASG” (“Alternativa elettorale per il Lavoro e la Giustizia Sociale”), che ha ottenuto l’8,7 % (+ 4,7% rispetto al risultato della sola PDS nel 2002), affermandosi come quarta forza politica, prima dei Verdi. Questi ultimi hanno conseguito l’8,1% (-0,5 %).
Nuovo Presidente del Bundestag è stato eletto Norbert Lammert (CDU), già Vice Presidente nella precedente legislatura.
Il mancato raggiungimento di una maggioranza assoluta da parte dei due schieramenti ha comportato colloqui esplorativi tra le forze politiche (tranne la Linke) per valutare coalizioni di governo alternative rispetto alle tradizionali alleanze tra Unione e Liberali e tra SPD e Verdi. Si è gradualmente affermata la prospettiva di una Grande Coalizione tra la CDU/CSU e la SPD sotto la guida di Angela Merkel. I due partiti, anche per impedire ulteriori erosioni ai propri fianchi a vantaggio dei partiti minori, hanno deciso di affrontare insieme i seri problemi, per lo più di carattere economico-sociale, che assillano il Paese. Nella compagine di Governo, i Ministeri attribuiti alla SPD sono 8 (unitamente alla Vice Cancelleria); 5 i Ministri della CDU; 2 quelli della CSU il cui leader, Edmund Stoiber, ha rinunciato all’incarico di Ministro dell’Economia, conservando l’incarico di Ministro Presidente della Baviera.
Il negoziato per l’elaborazione del programma di governo si è concluso il 12 novembre 2005. I congressi di CDU, CSU ed SPD hanno approvato il contenuto dell’accordo di coalizione, aprendo la strada all’insediamento del nuovo governo.
Il 22 novembre 2005, il nuovo Bundestag, su proposta del Capo dello Stato, ha eletto Angela Merkel quale nuovo Cancelliere. Dei 612 voti espressi, di cui 611 validi, 397 sono stati i voti favorevoli (pari al 64,65% del totale), 202 i contrari, 12 le astensioni. La Merkel ed i membri del Governo, dopo la nomina da parte del Presidente Koehler, hanno giurato nelle mani del Presidente del Bundestag, Lammert.
Il Governo di Grande Coalizione guidato da Angela Merkel è così composto:
· Frank-Walter Steinmeier (SPD), Vice Cancelliere, Ministro degli Affari Esteri;
· Wolfgang Schaeuble (CDU), Ministro degli Interni;
· Brigitte Zypries (SPD), Ministro della Giustizia;
· Peer Steinbrueck (SPD), Ministro delle Finanze;
· Karl-Theodor zu Guttenberg (CSU), Ministro dell’Economia (che ha sostituito dal febbraio 2009 il cristiano-sociale bavarese Michael Glos, dimessosi per motivi di età);
· Olaf Scholz (SPD), Ministro del Lavoro (dal novembre 2007);
· Ilsa Aigner (CSU), Ministro dell’Agricoltura e della tutela dei consumatori;
· Franz Josef Jung (CDU), Ministro della Difesa;
· Ursula von der Leyen (CDU), Ministro della Famiglia;
· Ulla Schmidt (SPD), Ministro della Sanità;
· Wolfgang Tiefensee (SPD), Ministro dei Trasporti, responsabile per i problemi dell’est;
· Sigmar Gabriel (SPD), Ministro dell’Ambiente;
· Annette Schavan (CDU), Ministro dell’Istruzione e della Ricerca;
· Heidemarie Wieczorek-Zeul (SPD), Ministro per gli aiuti allo sviluppo;
· Thomas de Maizière (CDU), Ministro alla Cancelleria con incarichi speciali[37].
Sono stati inoltre nominati tre Ministri di Stato presso la Cancelleria, con il compito di assistere il Cancelliere federale su specifiche materie. Si tratta di:
- Bernd Neumann (CDU), Ministro di Stato presso la Cancelleria incaricato del Governo federale per la cultura e i media;
- Hildegard Mueller (CDU), Ministro di Stato presso la Cancelleria incaricato del Governo federale per il coordinamento tra Federazione e Stati;
- Maria Boehmer (CDU), Ministro di Stato presso la Cancelleria incaricato del Governo federale per l’immigrazione, i rifugiati e l’integrazione.
Il programma di governo sul quale Unione e SPD hanno raggiunto l’accordo persegue gli obiettivi del risanamento del bilancio pubblico nel rispetto dei vincoli del Patto di Stabilità, della ripresa economica e della creazione di nuovi posti di lavoro.
Nel 2006 sono state adottate alcune misure per la stabilizzazione del disavanzo, tra cui l’eliminazione del contributo alla prima casa e la rimozione di numerose detrazioni fiscali.
Sempre in materia di finanza pubblica, una misura molto significativa riguarda la semplificazione del sistema di tassazione del reddito societario, con un diritto tributario unico applicabile sia alle società di persone sia alle società di capitale. L’obiettivo è di ridurre la pressione fiscale sulle imprese dal 38,6% a meno del 30%.
Per stimolare la crescita come veicolo di occupazione, il Governo ha varato un programma di nuovi investimenti pubblici per 25 miliardi di Euro diretti principalmente ai settori della ricerca e della formazione (6 miliardi di Euro), dei trasporti e delle infrastrutture (4,3 miliardi di Euro), delle politiche a favore delle famiglie (460 milioni di Euro all’anno).
In materia di riforma del mercato del lavoro, il Governo ha adottato un pacchetto di misure che ha previsto, dal 1° gennaio 2006, l’equiparazione tra Länder orientali ed occidentali per quanto riguarda l’indennità di disoccupazione per i disoccupati di lunga durata, pari a 345 euro, così come la non decurtazione, fino alla fine del 2006, della predetta indennità per i disoccupati over 58.
In materia di pensioni, è stato attuato il blocco dell’adeguamento annuale delle pensioni in pagamento fino al 2007 e varata una riforma che determinerà l’innalzamento progressivo, dal 2012 al 2029, dell’età pensionabile da 65 a 67 anni, con l’obiettivo di contenere la dinamica della spesa pensionistica e mantenere al di sotto del 20% gli oneri contributivi, al fine di garantire anche alle future generazioni una previdenza pubblica.
In materia di riforma dello Stato federale, il Governo ha ottenuto l’assenso dei Länder al programma previsto dall’accordo di coalizione, il cui principale obiettivo è di ridurre dal 60% al 35% le leggi per le quali è prevista la partecipazione del Bundesrat. Per contro, si prevede l’introduzione di un nuovo diritto di intervento del Bundesrat in caso di leggi che obblighino i Länder a prestazioni finanziarie e la riserva ai Länder di settori di competenza, quali la disciplina del pubblico impiego, la tutela dell’ambiente, il diritto fondiario ed il settore dell’istruzione.
Il tema della riforma sanitaria ha formato l’oggetto di un lungo negoziato tra l’Unione CDU-CSU da un lato e la SPD dall’altro. La soluzione di compromesso infine conseguita è comunque riuscita a ricompattare la maggioranza e a dare una risposta pragmatica. Questo esito positivo, ma sofferto, ha confermato la volontà del Governo federale di continuare la politica dei piccoli passi, nonostante le differenze tra le due formazioni, connaturate alla loro stessa identità.
Elezioni regionali
L’esito della tornata di elezioni regionali del gennaio-febbraio 2008, in Assia, Bassa Sassonia e Amburgo ha dimostrato la difficoltà di formare stabili coalizioni, soprattutto in seguito all’ingresso della Linke in questi parlamenti con un peso non trascurabile (5,1% in Assia, 7,1% in Bassa Sassonia, 6,4% ad Amburgo).
I nuovi scenari hanno accentuato il dibattito all’interno della SPD sull’apertura a collaborazioni con “Die Linke” e, allo stesso tempo, hanno imposto anche alla CDU di allargare le proprie opzioni a partners, come i Verdi, fino ad oggi lontani. In Assia si è infatti assistito ad una perdita della CDU a vantaggio dell’SPD, che ha ottenuto all’incirca lo stesso numero di consensi. Meno marcata è stata la perdita della CDU in Bassa Sassonia, dove questo partito potrà ancora governare con gli stessi alleati, i liberali dell’FDP. Peraltro, in Assia, vista l’impossibilità per l’SPD di riuscire a dar vita ad un Governo appoggiato dalla Linke, si è tornati alle urne il 18 gennaio 2009. L’elettorato ha quindi inflitto una sanzione al partito socialdemocratico, per la sua apertura alla Linke, in precedenza categoricamente esclusa.
La consistente affermazione del partito liberale-FDP (salito al 16,2 %, con un guadagno di 5,8 punti percentuali rispetto allo scorso anno) e la conferma della CDU come partito di maggioranza relativa (con il 37,2%: +0,4 rispetto al 2008) hanno invece spianato la strada ad un governo nero-giallo (Cristiano Democratici e Liberali) a Wiesbaden.
La formazione ad Amburgo, il 16 aprile 2008, di un governo di coalizione CDU-Verdi ha costituito un’ulteriore incrinatura degli equilibri politici che hanno sorretto per decenni il sistema della Bundesrepublik. Le implicazioni per le elezioni politiche del 2009 sono rilevanti. L'accordo tra i due partiti emerso dal voto regionale del 24 febbraio (CDU 42,6%, rispetto al 47,2%, SPD 34,1% rispetto al 30,5%, Verdi 9,6% rispetto al 12,3%, Linke 6,4%, FDP 4,7% con esclusione dal Parlamento regionale), oltre a permettere al Borgomastro Ole von Beust (CDU) di continuare a governare la città anseatica, ha avviato infatti un esperimento politico inedito. Infatti, mai si era realizzata un'alleanza di governo regionale tra i due partiti situati - se si prescinde dal PDS/Linke - agli estremi dello spettro parlamentare tedesco. Si tratta di un esito non inatteso, già evocato in campagna elettorale, e che i due partiti hanno perseguito con determinazione nel successivo negoziato di coalizione, mostrando nei settori più controversi - politica ambientale e politica scolastica - ampia disponibilità al compromesso. Il sollievo di CDU e Verdi per il successo dei negoziati nasce dalla consapevolezza di avere così aperto per i rispettivi partiti un'opzione aggiuntiva di sblocco dei nuovi equilibri politici, che, come in Assia, rendono più complessa la costituzione di maggioranze di governo.
Gli esiti delle elezioni per il Landtag della Baviera, tenutesi il 29 settembre 2008, hanno reso ancora più complesso lo scenario politico tedesco. Infatti, per la prima volta dal 1970, la CSU ha perso la maggioranza assoluta dei voti (scendendo dal 63% del 2003 al 44%). Della perdita della CSU non ha beneficiato la SPD, che ha anzi perso anch’essa consensi, ma i partiti dello schieramento liberale, il FDP ed il movimento degli “Elettori liberi”, mentre la sinistra radicale (“Die Linke”) non è riuscita a superare la soglia del 5%.
Elezioni parlamentari e presidenziali del 2009
Il 22 maggio 2008 il Presidente federale Horst Koehler (candidato dell’Unione CDU/CSU eletto Presidente della Repubblica Federale il 23 maggio 2004) ha reso nota la propria disponibilità a concorrere per un ulteriore mandato (le elezioni si terranno nel maggio 2009). La decisione dell’SPD di designare un proprio candidato per la Presidenza federale, nella persona della presidente dell’Università di Francoforte sull’Oder, Gesine Schwan (candidata SPD sconfitta nel 2004), ha introdotto un nuovo elemento di tensione nei rapporti tra i partners della Grosse Koalition.
In vista delle elezioni politiche del 29 settembre 2009, i contorni della fase pre-campagna elettorale sono stati definiti dalla decisione della SPD di ufficializzare la candidatura alla carica di Cancelliere federale del Vice Cancelliere e Ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier (Congresso straordinario del 18 ottobre 2008). Contestualmente alla scelta della candidatura di Steinmeier, vi sono state le dimissioni del Presidente del partito, Beck, sostituito da Muentefering. La nuova dirigenza social-democratica sembra prendere le distanze dalla Linke di Oskar Lafontaine e sottolinea, fra i suoi temi programmatici, la regolamentazione dei mercati finanziari ed economici e lo stato sociale.
Tale evoluzione è stata influenzata anche dall’impossibilità per l’SPD di dar vita in Assia ad un Governo appoggiato dalla Linke, come evidenziato sopra.
Dopo il rinnovo del Parlamento in Assia, sono saliti a tre i partiti impegnati a competere per la conquista dell'elettorato di centro in Germania: una CDU stabile e tendenzialmente in ascesa; una SPD in difficoltà e che punta a risalire la china dei consensi scesa al di sotto del 30%; una FDP equidistante da entrambi i partner della grande coalizione ed intenta ad accreditarsi come parte politica in cui la borghesia tedesca riconosce il proprio alveo naturale di appartenenza.
L'incipiente recupero del ruolo mediano dei liberali rende nuovamente possibile, anche in un sistema con cinque partiti al Bundestag, ed in ragione della scarsa propensione dell'elettorato, a sperimentare, in tempi di crisi, l'incognita di coalizioni tripartite o l'instabilità di esecutivi di minoranza, un rilancio del tradizionale modello di governo federale bipartitico.
Anche l'opzione nero-gialla potrebbe dunque riprendere quota accanto all'ipotesi di una riedizione della grande coalizione: fatti salvi naturalmente gli esiti delle ulteriori consultazioni elettorali in Saarland, Sassonia, e Turingia,che avranno luogo nell'immediata imminenza del voto del 27 settembre per il rinnovo del Parlamento federale e che, non fosse altro che per tale circostanza, avranno un'incidenza molto maggiore rispetto al responso delle urne in Assia.
Al tempo stesso, se le cifre dovessero confermare un'impennata della disoccupazione, le carte della partita politica in Germania potrebbero risultarne completamente rimescolate.
Momentaneo imbarazzo è stato creato al Governo dalle recenti dimissioni del Ministro dell’economia Michael Glos (CSU), prontamente sostituito da Karl-Theodor zu Guttenberg. Nelle motivazioni ufficialmente addotte Glos ha parlato di necessità di rinnovamento e di dare spazio ai giovani, anche a seguito delle elezioni in Baviera del settembre scorso. Al di là delle spiegazioni formali, tale decisione viene però ricondotta al risentimento per la marginalizzazione di cui ha avvertito di essere stato vittima all’interno del Governo e del suo stesso partito.
Focus sul Bundestag
Il Presidente del Bundestag, Norbert Lammert, ha recentemente deciso di rendere immediatamente operativa la legge del 2005 (che finora non aveva trovato attuazione) dopo la sentenza della Corte Costituzionale che obbliga i parlamentari a rendere note le loro attività secondarie e i guadagni che ne derivano. Sul sito del Bundestag sono quindi disponibili le informazioni relative ai guadagni di ciascun deputato derivanti da attività secondarie, rispetto allo stipendio fisso da deputati, 7.009,00 euro al mese, più 3.730,00 euro esentasse per le spese d'ufficio e i collaboratori.
Il Presidente Lambert, inoltre, ha proposto – al fine di dare una risposta al crescente “rifiuto della politica” da parte dei cittadini - l'introduzione della pensione a 67 anni anche per i deputati del Parlamento federale.
Attualmente i parlamentari tedeschi hanno diritto alla pensione minima di 1.682 euro, dopo aver fatto parte del Bundestag per due legislature (8 anni), dopo 12 anni di attività parlamentare la pensione sale al 36 per cento dello stipendio. La pensione massima scatta a 65 anni dopo 23 anni di attività parlamentare ed ammonta a 4.836 euro, sottoposti a prelievo fiscale come i redditi e le pensioni di tutti i cittadini. Se un deputato ha fatto parte del Bundestag per 18 anni, può iniziare a percepire la pensione già all'eta' di 55 anni, limite che sarà portato a 67 anni se verrà approvata la proposta di Lammert.
Il Bundestag di Berlino ha scelto l’ecologia. A marzo del 2008 una sottocommissione parlamentare ha preparato il bando di gara per scegliere una società fornitrice di energia tra quelle che usano esclusivamente fonti rinnovabili. L’edificio, che già ora è all’avanguardia in fatto di risparmio energetico - è alimentato per il 60 per cento da energia elettrica, che attualmente viene fornita da una società che utilizza carbone, nucleare e gas - sarà alimentato da nuove fonti. L’obiettivo è quello di contribuire a portare, a livello nazionale, l’energia pulita dal 13% (percentuale attuale) al 27 % di quella totale entro il 2025. Lo stesso Bundestag poi potrà, in caso di eccesso di energia, accumulare le riserve in un sotterraneo magazzino, per poi eventualmente alimentare anche altri edifici governativi.
Trattato di Prüm
Il Trattato di Prüm (chiamato anche “Schengen 2” perché ne è una sorta di completamento) è stato firmato da 7 Stati membri dell’Unione Europea (Austria, Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Spagna e Paesi Bassi) il 27 maggio 2005 a Prüm in Germania. L’Italia vi ha aderito il 4 luglio 2006, il disegno di legge di ratifica è stato approvato dal Senato ed è attualmente all’esame della Camera.
Il trattato può essere visto come una sorta di cooperazione rafforzata, sebbene non sia stato utilizzato questo strumento per stipularlo, dato che il testo stesso dell'accordo indica che l'obiettivo è quello di farlo diventare parte dell'acquis comunitario.
La sua finalità è quella di aumentare le misure di coordinamento in materia di indagini giudiziarie e prevenzione dei reati. Uno dei più importanti settori in cui l'accordo interviene è quello dello scambio dei dati relativi al DNA dei condannati per reati sul territorio dei paesi aderenti. Questa norma, che non è prevista dal trattato di Schengen, amplia le informazioni che possono essere scambiate dalle forze di polizia rispetto a quanto già previsto dalle convenzioni in vigore. Altri settori coperti sono lo scambio di informazioni a tutto tondo sui sospettati, sugli autoveicoli, e sulla falsificazione dei documenti. Inoltre, è prevista la possibilità di creare squadre internazionali di polizia per pattugliare le zone frontaliere.
Il trattato si occupa anche dell'immigrazione clandestina, elencando una serie di disposizioni, per facilitare l'identificazione e il rimpatrio delle persone senza permesso di soggiorno e per prevenire il fenomeno collaborando con i paesi di origine.
Politica estera
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La politica estera della Repubblica federale tedesca ha come base tradizionale l’adesione all’Unione Europea e all’Alleanza Atlantica.
Ritornata al centro dell’Europa in un contesto internazionale radicalmente mutato dopo l’unificazione tedesca ed il crollo dell’Unione Sovietica, le accresciute responsabilità della Germania ne hanno cambiato l’atteggiamento verso le missioni all’estero delle Forze armate federali (ha inviato infatti circa 6400 uomini in diverse operazioni di mantenimento della pace soprattutto in Afghanistan e Balcani Occidentali).
Il Governo di Große Koalition guidato da Angela Merkel ha impostato il proprio programma di politica estera su linee generali di continuità rispetto al precedente esecutivo, introducendo tuttavia un sensibile riposizionamento di Berlino in termini di rinnovata centralità della collaborazione in ambito europeo e nei confronti di Washington. Processo di integrazione europea e relazioni transatlantiche sono quindi i riferimenti chiave dell’azione internazionale tedesca.
Le priorità di politica estera del Governo Merkel possono sintetizzarsi come segue.
Nell’ambito dell’Unione Europea, spicca tradizionalmente la relazione con la Francia, rafforzatasi con le intese del gennaio 2003, in occasione del 40° anniversario del Trattato dell’Eliseo, che prevedono un maggior coordinamento nel settore della difesa e dei rapporti tra cittadini ed istituzioni, con l’obiettivo di arrivare al conferimento della doppia cittadinanza per le rispettive popolazioni.
Il rapporto con la Francia, seppur impostato su una stretta cooperazione, successivamente ha perso tuttavia il significato di relazione esclusiva. La Grande Coalizione intende portare avanti di pari passo la collaborazione con tutti i partners comunitari, riaffermando il principio della coesione europea. La Germania ritiene inoltre prioritario il coinvolgimento dei Paesi più piccoli, favorendo anche i rapporti con i membri di recente adesione dell’Europa orientale e soprattutto con Varsavia. Le relazioni con la Polonia rimangono infatti un elemento di riferimento per la politica estera tedesca. Tuttavia, dopo le elezioni parlamentari e presidenziali polacche, la conquista di tutte le principali cariche dello Stato da parte del partito Diritto e Giustizia, di impronta fortemente nazionalista, ha destato preoccupazione a Berlino, non solo per quanto attiene alle relazioni bilaterali, ma anche con riferimento all’importanza della Polonia per le decisioni in ambito europeo.
Dopo il raggiungimento del compromesso sulle prospettive finanziarie, per il quale il ruolo del Cancelliere Merkel è stato fondamentale, il Governo di Grande Coalizione, che ha esercitato la Presidenza dell’Unione per il primo semestre 2007, ha seguito la strategia del “negoziato bilaterale” nello sforzo di trovare un accordo sul nuovo Trattato UE che salvaguardasse quanto più della sostanza contenuta nella Costituzione. In tale ottica, la Presidenza tedesca ritiene di aver contribuito al superamento dell’impasse che per più di due anni ha paralizzato il processo costituzionale europeo.
L'iter parlamentare di ratifica del Trattato di Lisbona è stato completato il 23 maggio 2008, data simbolica del 59° anniversario della Legge fondamentale tedesca, con il voto favorevole di 15 Länder e l’astensione da parte di Berlino. Il Presidente Federale ha tuttavia dovuto sospendere la firma della legge di ratifica, in attesa che la Corte Costituzionale di Karlsruhe si pronunci sui ricorsi presentati (si veda la scheda sul processo di ratifica del Trattato di Lisbona)[38].
Quanto al “no” irlandese, il Governo di Berlino auspica che questo resti un caso isolato, e che se ne possa affrontare la soluzione senza pregiudicare le posizioni dei Paesi che hanno già ratificato.
In tema di allargamento dell’Unione Europea, dopo la decisione presa a Bruxelles il 3 ottobre 2005 di avviare i negoziati per l’adesione turca (fortemente sostenuta dal precedente governo Schroeder) e croata, la Germania ritiene che la continuazione dell’allargamento possa porre gravi difficoltà al funzionamento dell’Unione.
La Germania considera comunque fondamentale mantenere una “prospettiva europea” per i paesi dei Balcani Occidentali al fine di evitarne pericolose derive. Il tema dell’adesione della Turchia all’Unione Europearappresenta per il Governo tedesco al contempo un importante tema di politica estera, di politica europea e, non da ultimo, di politica interna alla luce dei legami economici e soprattutto socio-culturali (risiedono in Germania 1.850.000 cittadini turchi, mentre altre 500.000 persone di origine turca sono state naturalizzate). Per la CDU/CSU (che preferirebbe l’alternativa di una partnership privilegiata) è alta la probabilità di un fallimento dei negoziati di adesione, per l’incapacità di Ankara di adeguarsi agli standard richiesti (soprattutto in tema di libertà religiosa) o per l’incapacità dell’Europa di integrare concretamente un Paese grande e complesso come la Turchia. La Grande Coalizione rispetterà le decisioni di Bruxelles e, in caso di fallimento delle trattative, sosterrà la necessità di mantenere ancorata Ankara all’UE attraverso il rafforzamento delle esistenti relazioni privilegiate. La Germania è del resto il primo partner commerciale della Turchia.
Sempre in tema di allargamento, Berlino considera prematuri nuovi passi sulla strada dell’adesione dell’Ucraina. Nonostante ciò la Germania guarda con favore ai progressi nelle relazioni con un partner importante come Kiev.
Dopo un’iniziale diffidenza, è stato invece confermato il sostegno tedesco al progetto dell’Unione per il Mediterraneo.
Il rilancio dei rapporti con gli Stati Uniti è uno degli elementi portanti della politica estera del Governo Merkel[39], fondato su due principi base:
· l’Unione Europea non va intesa come un contrappeso al ruolo internazionale degli Stati Uniti. Al contrario, le relazioni con Washington, per Berlino come per Bruxelles, vanno inserite in un quadro di stretta collaborazione ovvero di partenariato, nell’ambito di un dialogo basato sull’ascolto reciproco.
· La NATO rappresenta il pilastro fondamentale della “comunità transatlantica”: nell’intendimento del Cancelliere essa dovrebbe costituire il foro primario di discussione politica e di coordinamento militare, ma anche di valutazione congiunta delle nuove minacce globali. L’Alleanza come strumento principale e centrale della politica di sicurezza tedesca, dunque; ma anche come strumento di dialogo transatlantico. Una NATO che per essere più efficace e globale necessita anche, nella visione tedesca, di un’Unione Europea capace di assumere maggiori responsabilità internazionali. Per il Cancelliere Merkel presenta infatti crescente importanza la partnership tra Unione Europea ed Alleanza: un’Europa che agisca sempre più ad una sola voce, soprattutto con il rafforzamento della politica estera e di sicurezza comune, renderà più efficiente la NATO.
Il consolidamento delle strette ed eccellenti relazioni costruite con Mosca dal Governo Schroeder rimane un importante riferimento anche per il Governo Merkel: nell’accordo di coalizione è stato confermato il concetto di “partnership strategica”. La Russia resta prioritaria per la rilevanza economica, per gli approvvigionamenti energetici, per il suo ruolo di attore globale. E’ emersa tuttavia la diversa impostazione con cui il Cancelliere Merkel intende connotare la “partnership strategica” con Mosca. Prima di tutto inserendola in un contesto di dialogo aperto e più critico, ampliando l’attenzione al rispetto della democrazia e delle libertà fondamentali; attribuendo rilevanza al dialogo con la società civile russa; intercettando le sensibilità degli Stati contermini, soprattutto delle Repubbliche baltiche e della Polonia. A seguito delle negative reazioni suscitate in questi paesi dalla conclusione dell’accordo tra imprese russe e tedesche per la costruzione di un gasdotto nel Mar Baltico (accordo siglato dal Governo Schroeder), da parte tedesca vi è infatti la volontà di continuare la collaborazione con la Russia coinvolgendo però i Paesi vicini per dissiparne timori e preoccupazioni. Il cancelliere Merkel è stato il primo Capo di Governo occidentale a recarsi a Mosca dopo le elezioni presidenziali russe e ad incontrare, oltre al Presidente uscente, Putin, il subentrante Medvedev (8 marzo 2008).
A seguito del conflitto russo-georgiano, la Germania ha confermato l’importanza che la Federazione russa ha per l’Europa, non solo in ragione del legame energetico, ma anche per la risoluzione di crisi internazionali, quali quella nucleare iraniana. In tale prospettiva, la Germania ha, con Italia e Francia, contribuito a definire la linea europea nei confronti della Russia, caratterizzata da fermezza ma anche dal mantenimento dei canali di dialogo con Mosca.
Il Governo di Grande Coalizione continua a perseguire l’obiettivo di un seggio permanente all’interno del Consiglio di Sicurezza, mantenendo il coordinamento con gli altri membri del G4 (cioè gli altri paesi che puntano a un seggio permanente, Brasile, India, Giappone).
Nel luglio 2005 la Germania, insieme agli altri membri del G4, ha presentato a New York il noto progetto di risoluzione che istituisce, oltre a quattro nuovi seggi non permanenti, sei nuovi seggi permanenti, e si è attivamente impegnata ad ottenere il sostegno della membership ONU, su tale proposta. La risoluzione è stata nuovamente ripresentata nel gennaio 2006, insieme a Giappone, Brasile e India, ma è poi fallita per le resistenze di vari paesi.
I negoziati per la riforma del Consiglio di sicurezza dell’ONU sono ripresi all’inizio di marzo 2009. Secondo il settimanale tedesco Der Spiegel inoltre alla metà di marzo 2009, nella sede Onu sull'East River, si è tenuto un meeting informale sui negoziati interstatali relativi alla riforma. A differenza dei tentativi passati di riformare il Consiglio, tutti falliti, stavolta secondo il giornale le prospettive di successo sono buone e si spera – conclude lo Spiegel - che i nuovi colloqui possano portare entro l'estate a un documento di lavoro in cui siano fissate le linee guida per una riforma, da sottoporre a metà settembre all'Assemblea generale.
La Germania ha deciso di presentare la propria candidatura a membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il biennio 2011/2012.
5. G8
Dopo il Vertice G8 a Tokyo, Berlino ha messo in evidenza i limiti dell’attuale struttura del G8, divenuto un complesso meccanismo di difficile gestione e non sufficientemente preparato a rispondere alle nuove sfide del XXI secolo, quali la tematica ambientale, la crisi alimentare, l’instabilità dei mercati finanziari, la sicurezza energetica, il terrorismo internazionale.
Il Ministro degli Esteri Steinmeier ha chiarito che la Germania sostiene un approfondimento ed un ampliamento del processo di outreach, consolidando il formato del “processo di Heiligendamm”. In questo senso sarà possibile considerare un confronto senza che ciò abbia impatto sui meccanismi negoziali e decisionali del G8. Infatti risulta prematuro pensare ad una membership a pieno titolo per Paesi che non condividono gli stessi standard, e che non sempre sono disposti ad assumere maggiori responsabilità sui temi della global governance. La proposta di Berlino è dunque quella di una “Global Responsibility Partnership” basata sulla costruzione di una nuova agenda globale ed il rafforzamento della cooperazione internazionale.
Quadro edonomico
|
Principali indicatori economici |
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2007 |
2008 |
2009 |
Crescita PIL (%) |
2,5 |
1,8 |
1,5 |
Inflazione (%) |
1,7 |
2,1 |
1,5 |
Debito/PIL (%) |
65 |
63,1 |
61,6 |
Tasso di disoccupazione (%) |
8,4 |
7,3 |
7,1 |
PIL (a parità di potere d’acquisto, dato 2005) |
2,833 miliardi di dollari USA |
||
PIL pro capite(a parità di potere d’acquisto, in dollari USA, dato 2005) |
34,400 dollari USA
|
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Composizione PIL per settore |
0,9% agricoltura; 29,6% industria; 69,5% servizi |
||
Debito estero |
4,489 miliardi di dollari USA |
La spina dorsale dell’economia tedesca continua ad essere l’industria (29,6% del PIL), anche se negli anni il suo peso sulla produzione nazionale è costantemente diminuito rispetto ai servizi, la cui quota è oggi pari a quasi due terzi del PIL (69,5%).
Nonostante il cambio sfavorevole, dal 2000 a oggi l’industria tedesca ha aumentato del 16% la propria quota sul commercio internazionale. L’elevata propensione all’internazionalizzazione trova una conferma nel ruolo ormai marginale del mercato tedesco per il fatturato globale delle grandi imprese: per le società quotate nel DAX 30, il fatturato nazionale rappresenta solo il 26% del totale.
La crescente internazionalizzazione dell’economia tedesca rappresenta del resto un processo di lungo periodo, se si considera che – tra il 1980 ed il 2003 - lo stock di IDE in uscita tedeschi rapportato al PIL si è quintuplicato, passando dal 4,6 per cento al 25,8 per cento. Dall’analisi della dinamica dell’indicatore si evidenzia tuttavia che in Germania gli investimenti diretti all’estero hanno mostrato un notevole incremento soprattutto nel quinquennio 1995-2002: in tale periodo, l’indice è passato dal 10,5 per cento al 31,1 per cento. In maniera speculare, per gli IDE in entrata detto indice è passato dal 3,9 per cento al 22,6 per cento.
L’elevata propensione all’internazionalizzazione dell’economia tedesca è altresì riflessa nei 9 milioni di occupati che in Germania dipendono direttamente dalle attività di trading e dai 4,4 milioni di posti di lavoro creati all’estero dalle imprese tedesche che hanno trasferito parte delle proprie attività fuori dai confini nazionali.
La terziarizzazione sempre più marcata dell’economia tedesca e la conseguente delocalizzazione del processo produttivo hanno provocato un passaggio dal “Made in Germany” al “Made by Germany” non sempre indolore per le dinamiche di ristrutturazione industriale. Il “divorzio” fra competitività della Welt AG (l’impresa globale) e competitività del “Sistema Paese” rappresenta un fattore di forte discontinuità per il tradizionale modello del capitalismo renano, basato sulla contiguità fra impresa, finanza e collettività territoriale di riferimento.
La ristrutturazione determinata dai processi di frammentazione internazionale della produzione ha naturalmente avuto pesanti ricadute per l’occupazione nel comparto manifatturiero. Sono venuti a mancare dal 1995 al 2004 oltre 1,26 milioni di posti di lavoro a tempo pieno, con picchi allarmanti nei settori ad alta intensità di lavoro come il tessile (–65,6%), l’edilizia (-58%), la metallurgia (-47,5%) e la meccanica strumentale (-39,1%). Nonostante le rassicurazioni della Confindustria tedesca sull’assenza di un legame di causalità fra dinamiche di internazionalizzazione produttiva e diminuzione dell’occupazione interna3, l’impressione è quella di un processo inarrestabile, che potrebbe accelerare ulteriormente.
Dopo una crescita sostenuta nel 2006 e 2007 (rispettivamente +3% e +2,5% del PIL) l’economia tedesca è entrata in recessione nel terzo trimestre del 2008, facendo registrare una contrazione superiore al 2% del PIL nell’ultimo trimestre dell’anno. Gli effetti della crisi economica e finanziaria dovrebbero riflettersi pesantemente sul 2009, in cui si prevede una riduzione del PIL del 3,3%.
In particolare, il deterioramento delle condizioni economiche globali condiziona fortemente le esportazioni, che costituiscono da sempre una voce determinante del prodotto nazionale, e più in generale l’attività delle imprese a causa della contrazione del credito dovuta all’instabilità finanziaria. La riduzione della domanda aggregata ed un più difficile accesso al credito potrebbero essere causa di fallimenti per molte imprese, che indebolirebbero ulteriormente il sistema bancario. Un’ulteriore minaccia per il sistema bancario tedesco è inoltre rappresentata dall’elevata esposizione in mercati emergenti dell’Est Europa, duramente colpiti dalla crisi.
L’inflazione, che aveva raggiunto un livello preoccupante nel 2007 (3,2%), è invece in netto calo a seguito del forte ridimensionamento dei prezzi dei generali alimentari e del petrolio, oltre alla contrazione della domanda dovuta alla crisi in atto. Mentre per il 2008 si è attestata all’1,0%, per il 2009, quando cioè si manifesteranno appieno gli effetti della crisi, si prevede una crescita dei prezzi molto limitata, intorno allo 0,4 %.
Per le stesse ragioni si assiste ad una tendenza inversa relativamente alla disoccupazione: in calo nel 2008, si prevede che possa nuovamente raggiungere il 9% nel 2009 e superare il 10% nel 2010.
L’azione di risanamento delle finanze pubbliche intrapresa dal governo Merkel non ha tardato a fare sentire i suoi effetti già nel corso del 2006, quando il deficit di bilancio era sceso all’1,6% in rapporto al PIL. Nel 2007 si è raggiunto il risultato assai importante del pareggio di bilancio.
Tuttavia, gli interventi pubblici a sostegno dell’economia e la contrazione del PIL fanno prevedere un sostanziale deterioramento delle finanze pubbliche, con un deficit che nel 2009 dovrebbe raggiungere il 3,9% e nel 2010 il 5,1%.
Nella stessa direzione si muove il rapporto debito/PIL: in costante calo fino al 2008 (dal 67,6% del 2006 si è raggiunto il 65% nel 2007 e il 62,1% nel 2008), per il 2009 gli analisti ritengono che supererà il 73% del PIL, per raggiungere un valore pari a circa l’80% nel 2010.
La crisi finanziaria internazionale e la contrazione dell’economia reale hanno modificato rapidamente le priorità di politica economica della Germania per i prossimi mesi. In primo luogo è stato temporaneamente abbandonato l’obiettivo di pareggio del bilancio e nel mese di gennaio 2008 è stato adottato un secondo ampio pacchetto di misure antirecessive, che si è aggiunto al più modesto approvato nell’autunno 2007.
Un aspetto prioritario è divenuta la gestione della crisi del sistema bancario: sono state poste in essere misure volte a sostenere la liquidità ed interventi di salvataggio per evitare l’insolvenza di alcune banche, con la predisposizione di un fondo di garanzia di 500 miliardi di euro. Non essendo stata ancora superata l’attuale fase di crisi, la ricapitalizzazione e la supervisione delle istituzioni finanziarie e più in generale la stabilizzazione del sistema impegneranno il Governo anche nell’anno in corso.
Infine, per la Germania, come per altri Paesi del G8, è divenuta una priorità la ristrutturazione del sistema finanziario internazionale e delle sue istituzioni, in modo da contrastare gli effetti della crisi e da prevenire situazioni simili nel futuro.
Nel complesso, nonostante gli effetti della crisi abbiano favorito il risorgere di sentimenti negativi rispetto all’economia di mercato ed atteggiamenti protezionistici, non sembrano emergere segnali di un’inversione di tendenza delle linee guida della politica economica tedesca, anche in vista delle future elezioni. Sebbene non si possano escludere interventi a sostegno di settori particolarmente colpiti dalla crisi, l’orientamento di fondo resta quello di un’economia sociale di mercato fortemente proiettata verso l’esterno, in cui l’azione dello stato sia limitata a situazioni di emergenza e ad una efficace regolamentazione.
Il 20 febbraio 2008 si è concluso l’iter della legge che introduce il secondo pacchetto di misure per il sostegno dell’economia, dell’ammontare di 50 miliardi di euro, il maggiore intervento nella storia della Repubblica Federale. Gli ambiti interessati da questo pacchetto sono: investimenti, agevolazioni fiscali, occupazione, sostegno al settore della costruzione di autoveicoli, facilitazioni per l’accesso al credito e innovazione.
4. Relazioni economiche e commerciali con i principali Paesi partner
Mentre nel 2006 le importazioni tedesche hanno registrato un incremento in valore del 16,92% rispetto all’anno precedente, nel 2007 il ritmo di crescita è rallentato, con un aumento pari al 5,6%, per un valore complessivo di 772 miliardi di euro.
Dal punto di vista della composizione merceologica, l’incremento è dovuto all’aumento delle importazioni di acciaio e ferro (+28,6%), oltre che ad un significativo aumento dell’importazioni di altre materie prime. Alti tassi di crescita si concentrano anche nei settori dei macchinari, delle autovetture e dell’industria chimica e farmaceutica.
Il principale paese fornitore della Germania rimane la Francia, con 64,8 miliardi di euro di prodotti esportati nel 2007 (+2,3% rispetto al 2006), seguito dai Paesi Bassi con 59,5 miliardi di euro (+8,0%) e dalla Cina, che con 54,6 miliardi ha incrementato le proprie esportazioni del 12,2% rispetto all’anno precedente.
Dal 2003, anno in cui è stato registrato il sorpasso sugli Stati Uniti, la Germania è il primo esportatore mondiale di merci (gli USA sono ancora in testa per i servizi) e la componente estera della domanda rappresenta il più forte e costante fattore di sostegno alla crescita economica, con rilevanti saldi positivi della bilancia commerciale.
Per il periodo gennaio-giugno 2008, si è registrata una crescita delle esportazioni tedesche del 6,9%, e del 7,9% nel solo mese di giugno, per un totale di circa 511 miliardi di euro.
Nelle prime tre posizioni dei paesi acquirenti si collocano la Francia e gli Stati Uniti, rispettivamente con 93,8 e 73,3 miliardi di euro. Segue il Regno Unito con 70,9 miliardi di euro. Tra i paesi fornitori troviamo ancora la Francia al primo posto, seguita Paesi Bassi e Cina.
In generale si può dire che la crescente posizione di leadership della Germania nell’economia globale, ed in particolare negli scambi internazionali di merci, è confermata da alcuni dati essenziali:
Tavola dei principali indicatori macroeconomici della Germania
|
2006 |
2007
|
2008* |
2009** |
PIL nominale (mld di euro) |
2,322 |
2,423 |
2,492 |
2,338 |
Variazione reale del PIL (%) |
3,0 |
2,5 |
1,3 |
-3,3 |
Avanzo/disavanzo di bilancio (% del PIL) |
-1,6 |
0,1 |
1,5 |
-3,9 |
Debito pubblico (% del PIL) |
67,6 |
65,0 |
62,1 |
73,6 |
Inflazione (variazione media annua %) |
1,4 |
3,2 |
1,0 |
0,4 |
Disoccupazione (%)
|
10,8 |
9,0 |
7,8
|
8,9 |
*stime; ** previsioni.
1. Obiettivi e interessi italiani
Nell’attuale congiuntura del processo di integrazione europea, il ruolo di Germania ed Italia è determinante. Paesi fondatori e profondamente legati da condivisi ideali europeisti, essi possono contribuire al processo di costruzione europea, in modo particolare implementando le previsioni del Trattato di Riforma firmato a Lisbona nel dicembre del 2007.
In tale ottica è stata elaborata, sulla base di una proposta italiana, una piattaforma comune (“road map”) per iniziative ed azioni concertate.
Per l’Italia, un’azione congiunta con la Germania in un forte contesto europeo significa anche:
- contenere l’esclusività dei rapporti franco-tedeschi,
- prevenire tentazioni di direttori,
- esorcizzare l’aspirazione di Berlino ad un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza.
Sul piano economico-commerciale e dei servizi, l’Italia deve porre rimedio alla lenta erosione delle sue quote del mercato tedesco, alla riduzione del flusso di turisti tedeschi ed a quella degli investimenti diretti. E’ evidente che la collaborazione tra i due sistemi economici non può più basarsi, come in passato, sul differenziale dei costi di produzione (che oggi favorisce le economie emergenti), ma deve imperniarsi sulla ricerca di nuove complementarietà di interessi, quali il miglioramento della competitività complessiva nei mercati internazionali attraverso aggregazioni imprenditoriali (es. Unicredito-HVB, accordo Basf-Brembo), la ricerca e l’innovazione tecnologica, la condivisione di esperienze e di capacità, l’accesso a materie prime e alle fonti energetiche.
Sia la Germania, sia l’Italia dispongono di una forte base industriale molto dipendente dalla capacità di esportazione: ciò favorisce, anche nel quadro europeo, una complementarietà di interessi sul fronte del rafforzamento della competitività, della ricerca e di una politica industriale. Il proseguimento della collaborazione, avviata nell’ottobre 2005 tra Confindustria e la Federazione dell’industria tedesca è un obiettivo di grande importanza.
Sotto il profilo sociale, oltre all’impegno rappresentato dal voto all’estero e dal coordinamento della più vasta rete consolare italiana nel mondo, massima priorità è costituita dal problema di indirizzare l’evoluzione della collettività italiana in Germania, che oggi deve raggiungere piena integrazione scolastica per non rischiare lo scivolamento verso la marginalità economico-sociale, come indica il tasso di disoccupazione (22%) doppio di quello medio tedesco. Accanto all’avvio di progetti concreti promossi dall’Ambasciata a Berlino (campagna di sensibilizzazione; istituzione di un premio per i migliori risultati scolastici) è necessario continuare a sollecitare la collaborazione delle Autorità tedesche.
Dal punto di vista culturale, il legame tra Italia e Germania è molto stretto. Vi è una grande attenzione del pubblico tedesco e delle istituzioni locali alle diverse espressioni della cultura italiana. Un interesse privilegiato, dunque, la cui salvaguardia va posta al centro della nostra politica culturale, non solo attraverso la promozione di manifestazioni ed eventi ma anche attraverso lo sviluppo dell’interesse e dello studio della lingua italiana.
I contatti bilaterali sono frequenti a tutti i livelli. Il 5 maggio 2005 il Presidente Horst Koehler ha pronunziato ad Aachen (Aquisgrana) la Laudatio in occasione del conferimento al Presidente Carlo Azeglio Ciampi del prestigioso Premio Carlo Magno, riconoscimento internazionale dedicato alle personalità che si sono distinte a favore dell’unità europea.
Il Presidente Ciampi ha partecipato, il 4-5 febbraio 2006, al Vertice di sette Capi di Stato organizzato dal Presidente Koehler, a Dresda, per rilanciare il progetto di integrazione europea. Il primo incontro tra il Presidente Napolitano ed il Presidente Koehler ha avuto luogo a Roma, il 19 luglio 2006.
I vertici tra Capi di Governo avvengono su base annuale (nel 2001 a Berlino, nel 2002 a Trieste, nel 2003 a Brema, nel 2004 a Roma). Il Vertice che doveva tenersi nel novembre 2005, a Berlino, è stato rinviato in ragione delle elezioni anticipate e della nomina il 22 novembre 2005 del nuovo Governo guidato da Angela Merkel, mentre il Vertice del 2006 non si è tenuto per le vicende elettorali italiane. Il Cancelliere Merkel ha compiuto la sua prima visita a Roma il 19 dicembre 2005, occasione in cui ha incontrato il Capo dello Stato e il Presidente del Consiglio. Il Presidente del Consiglio Prodi ha poi effettuato, nel giugno 2006, a pochi giorni dal suo insediamento a Palazzo Chigi, una visita a Berlino, ove ha incontrato il Cancelliere Merkel ed il Presidente Koehler.
Nel 2007, dopo due anni di interruzione del tradizionale appuntamento annuale, si è svolto il Vertice italo-tedesco a Meseberg.
Il 18 novembre 2008 il Vertice italo-tedesco ha avuto luogo a Trieste, e, rispetto al passato, particolare attenzione è stata rivolta ai temi economici. Oltre ai Capi di Governo ed ai Ministri degli Esteri hanno infatti partecipato i Ministri dell’Economia, delle Finanze e dei Trasporti e sono stati invitati esponenti rappresentativi del mondo imprenditoriale italiano e tedesco.
Gli incontri bilaterali a livello ministeriale registrano una frequenza crescente.
Intenso è anche il dialogo a livello di “società civile”, sia quello promosso direttamente da Istituzioni ed enti dei due Paesi, sia quello “facilitato” dai due Governi con il “Foro italo-tedesco”, l’appuntamento biennale a cui intervengono i due Ministri degli Esteri, e tramite il Centro italo-tedesco di “Villa Vigoni”, l’istituzione sostenuta dai due Governi (unica nel suo genere) che promuove la cooperazione bilaterale nei settori della cultura, della ricerca scientifica e socio-politica, della formazione, etc..
La comune posizione di Paesi fondatori della Comunità Europea e di membri della NATO ha storicamente fornito ulteriori importanti motivi di cooperazione tra i due Paesi.
Sulle relazioni bilaterali continuano tuttavia a pesare alcuni dossier relativi a vicende della Seconda Guerra Mondiale. Si moltiplicano presso i tribunali italiani, contro il Governo tedesco, richieste di risarcimento avanzate da privati cittadini per crimini commessi da truppe naziste durante la II Guerra Mondiale. Il Governo tedesco rigetta ogni coinvolgimento e, richiamando il Trattato di Pace e gli Accordi bilaterali stipulati nel 1961, con i quali ritiene di aver assolto ad ogni obbligo, chiama in garanzia lo Stato italiano. Con le stesse argomentazioni, Berlino respinge le richieste di indennizzo avanzate dai superstiti dei circa 700mila ex Internati Militari Italiani (IMI).
Il 23 dicembre 2008 la Germania ha presentato un ricorso contro l’Italia presso la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja a seguito delle sentenze di condanna al risarcimento pronunciate dalla Corte di Cassazione italiana nel 2008, che, secondo la Germania, violano il principio dell’immunità degli Stati sancito dal diritto internazionale[41].
Altro elemento critico è costituito dall’aspirazione tedesca ad un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza.
3. Visite recenti
2008
5-6 febbraio Visita a Berlino del Ministro della Difesa, Arturo Parisi, per incontrare il suo omologo tedesco, Jung.
7 febbraio Partecipazione a Berlino dell’On. Ministro per le Politiche Agricole, Prof. Paolo De Castro, all’inaugurazione della Fiera Internazionale Fruit Logistica. A margine, scambio di battute con l’omologo tedesco Seehofer.
18-19 febbraio Visita del Ministro delle Finanze Tommaso Padoa-Schioppa a Berlino per incontrare il Ministro Steinbrueck.
1-3 aprile Visita a Milano e a Roma del Ministro-Presidente della Turingia, Dieter Althaus, con una delegazione comprendente il Ministro per Economia, Tecnologia e Lavoro del Lander, Jurgen Reinholz, ed alcuni operatori ed associazioni economiche. A Roma, incontri con il Direttore Generale Bianchi al Ministero dello Sviluppo Economico e con il Presidente della Regione Lazio, Marrazzo. (Udienza in Vaticano per Althaus).
17 giugno Incontro a Berlino del Ministro degli Esteri, On. Frattini, con il suo omologo tedesco, Frank-Walter Steinmeier, a margine del “Dialogo EU-Israele”.
21 giugno Breve incontro a Bruxelles del Presidente del Consiglio Berlusconi con il Cancelliere Merkel, a margine della riunione del PPE (dopo il Consiglio Europeo del 19-20) (preceduto da conversazione telefonica il 18 giugno).
26 giugno Incontro a Berlino del Ministro dell’Economia e Finanze, On. Tremonti, con il suo omologo tedesco Steinbrueck.
23 settembre Visita a Berlino del Presidente della Camera, On. Gianfranco Fini
23 settembre Incontro a Berlino tra il Sottosegretario per le infrastrutture ed i trasporti, Sen. Roberto Castelli ed il suo omologo tedesco Von Randow.
6 ottobre Incontro a Berlino tra il Presidente del Consiglio Berlusconi ed il cancelliere Merkel.
18 novembre Vertice italo-tedesco di Trieste. Incontro tra i Capi di Governo, i Ministri degli Esteri, dell’Economia, delle Finanze e dei Trasporti.
16 dicembre Incontro a Berlino tra il Ministro dell’Interno, On.Maroni, ed il suo omologo tedesco Schaeuble.
2009
29 gennaio Visita a Roma del Ministro Presidente del Baden-Wuerttemberg, Gunther Oettinger, ed incontri con il Presidente Napolitano ed il Ministro dello Sviluppo Economico, On.Scajola.
4 febbraio Visita a Berlino del Ministro per le politiche agricole e forestali, On.Zaia in occasione della manifestazione Fruit Logistica.
22 febbraio Incontro bilaterale tra il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e il Cancelliere Federale Angela Merkel a Berlino.
9 marzo Visita del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli e colloquio con il Ministro Federale dei Trasporti, Wolfgang Tiefensee.
11-15 marzo Missione a Berlino del Sottosegretario di Stato Michela Vittoria Brambilla in occasione della Internationale Tourimus Börse e incontri con le controparti tedesche.
16 marzo Visita a Berlino del Sottosegretario ai Beni ed alle Attività Culturali, On. Francesco Maria Giro e del Direttore Generale per la Valorizzazione dei Musei, Dr. Mario Resca.
30 marzo Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, incontra a Bruxelles, prima dell'avvio dei lavori del Consiglio dei ministri Ue, i colleghi austriaco e tedesco, con i quali stabilisce che si firmerà a Roma in maggio l'accordo tra Italia, Austria e Germania per il progetto di tunnel del Brennero.
20 aprile Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, si è recato a Berlino per una serie di incontri sulle principali questioni di interesse comune tra Italia e Germania. Frattini ha incontrato fra gli altri, oltre alministro federale per la Cooperazione e lo Sviluppo, Heidemarie Wieczorek-Zeul, il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, e ha partecipato al VII Foro di dialogo italo-tedesco promosso dall'Ispi, per un confronto sui temi della crisi e della global-governance[42].
4. Relazioni economiche, finanziarie e commerciali
Rapporti commerciali
Per la prima volta dopo molti anni, le esportazioni italiane in Germania sono aumentate nel 2007 in misura superiore rispetto a quella dei nostri principali concorrenti su questo mercato. Tra i primi sei fornitori della Germania, solo la Cina ha registrato una crescita più elevata. Il nostro export e' cresciuto in valore assoluto del 10,1%, a fronte di un incremento delle importazioni complessive sul mercato tedesco del 5,6%: un aumento dunque che rappresenta quasi il doppio della media complessiva.
Nel 2008 sia le esportazioni che le importazioni italiane hanno fatto registrare una diminuzione, rispettivamente dell’1,28% e del 5,29%. Il saldo della bilancia commerciale rimane negativo per l’Italia.
I principali prodotti che la Germania importa dall’Italia, che restano saldamente nelle prime tre posizioni, sono i macchinari, con una quota del 14,23% sul totale, i mezzi di trasporto (13,08%) e le macchine elettriche (5,94%).
Si è così finalmente invertita quella preoccupante tendenza alla costante erosione delle quote di mercato che l'Italia ha subito fin dagli anni novanta nel primo paese destinatario delle sue esportazioni. Al contempo, esso si profila come un risultato del progressivo riorientamento della specializzazione esportativa del Made in Italy, dai beni di consumo tradizionali (che, ad eccezione dell'alta gamma, si trovano in una posizione di tendenziale regresso) ai comparti della meccanica strumentale e dell'automazione.
Per quanto riguarda le esportazioni tedesche, esse sono aumentate nel 2007 dell’8,5% rispetto all’anno precedente. L’Italia mantiene la sua posizione al quarto posto nella classifica dei paesi clienti, con 65,14 miliardi di euro nel 2007, 33 mld. nel periodo gennaio-giugno 2008, preceduta da Francia (93,86 mld. di euro), Stati Uniti (73,35 mld di euro) e Regno Unito (70,99 mld. di euro).
La composizione merceologica delle esportazioni dei due paesi è sostanzialmente sovrapponibile, infatti il 44,9% dell’export tedesco verso l’Italia, nei primi sei mesi del 2008, era composto dagli stessi prodotti che emergevano ai primi tre posti delle importazioni tedesche dall’Italia, a conferma della struttura speculare della composizione dei rispettivi interscambi.
A conferma della forte integrazione tra i sistemi produttivi di Italia e Germania, è da segnalare che il 16 gennaio 2008 Deutsche Messe di Hannover e Fiera Milano hanno dato vita ad una joint venture che prevede lo sviluppo di attività di organizzazione fieristica in Cina, India, Brasile e Russia, mediante l’acquisizione da parte del Gruppo italiano del 49% della società HM Global Germany, precedentemente di intera proprietà tedesca.
Investimenti diretti tedeschi in Italia
Attualmente l’Italia occupa il quinto posto della classifica dei Paesi destinatari di investimenti esteri tedeschi (dopo Stati Uniti, Regno Unito, Lussemburgo e Paesi Bassi).
La posizione dell’Italia all’interno di tale contesto mostra come negli ultimi anni gli IDE tedeschi destinati all’Italia abbiano seguito infatti un trend crescente a partire del 2002, sia per quanto riguarda la quota che in termini nominali.
Secondo le rilevazioni compiute da Deutsche Bundesbank nell’aprile 2007 per il periodo 2002-2005sono 1.054 le imprese italiane controllate o partecipate da società tedesche, per un giro d’affari annuo pari a 76,8 miliardi € (tab.1.2). Questo fatto è significativo non solo della dinamicità delle imprese tedesche, ma anche del fatto che il nostro Paese costituisce un mercato sul quale si può puntare con investimenti anche a lungo termine, a patto però che le aziende trovino condizioni favorevoli, soprattutto pochi vincoli burocratici, forza lavoro qualificata ed una rete di fornitori e partners con cui collaborare. Nel periodo 2002-2005, si è assistito ad un consolidamento della presenza tedesca in Italia: a fronte di un fatturato in costante aumento (da 65,3 a 76,8 miliardi €) e un livello di investimento comunque in crescita, il numero delle imprese tedesche presenti in Italia è sceso da 1.135 a 1.054 unità. Una presenza consolidata soprattutto nei settori dei macchinari, della chimica, delle telecomunicazioni, dei componenti auto e della farmaceutica.
IDE tedeschi in Italia
(valori comprensivi delle partecipazioni detenute tramite holding estere)
Investimenti tedeschi in Italia |
2002 |
2003 |
2004 |
2005 |
Italia |
20.390 |
29.809 |
22.557 |
31.914 |
Totale UE |
313.449 |
333.657 |
360.763 |
407.368 |
Totale Mondo |
663.482 |
657.763 |
679.205 |
784.675 |
% UE |
6,5% |
8,9% |
6,3% |
7,8% |
% Mondo |
3,1% |
4,5% |
3,3% |
4,1% |
Numero imprese |
1.135 |
1.147 |
1.093 |
1.054 |
Fatturato annuo (miliardi di €) |
65,3 |
68,1 |
72,7 |
76,8 |
In particolare, l’analisi per settori industriali degli investimenti tedeschi nel 2005 indica una presenza bilanciata del sistema produttivo tedesco in Italia, che vede nei quattro macrocomparti del manifatturiero (21% del totale), del commercio (19%), delle assicurazioni (17%) e delle holding di partecipazione (22%) i propri principali punti di riferimento (fig. 1.1).
Per quanto concerne la specializzazione settoriale, le partecipazioni tedesche in Italia mostrano una forte specializzazione, sia rispetto all’insieme delle partecipazioni tedesche all’estero sia rispetto all’insieme delle partecipazioni estere in Italia, nel settore metalmeccanico ed in alcuni settori del terziario avanzato. In questo quadro spiccano le attività di gruppi manifatturieri quali Thyssenkrupp, Siemens, Man, Robert Bosch, Linde, Koerber, ZF; nell’editoria sono invece presenti Bertelsmann e Burda, nei servizi professionali Dussmann. In tutti gli altri settori, gli investimenti tedeschi in Italia risultano despecializzati rispetto al complesso degli investimenti tedeschi all’estero. Ciò nonostante, in oltre la metà di tali settori essi risultano invece specializzati rispetto all’insieme degli investimenti diretti in Italia (ovvero, l’incidenza delle partecipazioni tedesche sul totale assume valori superiori alla media). In alcuni casi, si tratta di una presenza assolutamente significativa: è il caso della filiera chimico-farmaceutica, dove le imprese a partecipazione tedesca occupano oltre 10mila dipendenti e del settore automotive, in cui, alle attività produttive nell’ambito della componentistica auto di gruppi quali Robert Bosch, Getrag, Mahle, Siemens e altri, si somma la partecipazione di controllo del gruppo VAG in Lamborghini. Le partecipazioni tedesche in Italia appaiono invece modeste sia in rapporto all’insieme delle attività estere delle imprese tedesche, sia rispetto alla presenza delle multinazionali estere in Italia in alcuni settori del manifatturiero a bassa intensità tecnologica, nei servizi bancari e finanziari e in tutta la filiera energetica e delle utilities (industria estrattiva, industria petrolifera, produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua).
Ripartizione settoriale degli investimenti tedeschi in Italia (2002-2005)
Investimenti diretti italiani in Germania
Di seguito alcune delle principali operazioni avvenute nel mercato tedesco da parte di investitori italiani.
Nel 1998, l’acquisizione da parte di Assicurazioni Generali del gruppo assicurativo Aachener una Münchener Beteiligung (AMB), allora al terzo posto per volume di premi raccolti sul mercato assicurativo tedesco. Nel 2001, l’ingresso di Buzzi Unicem nel capitale del gruppo cementiero tedesco Dyckerhoff, di cui è stato acquisito il controllo nel 2004. Nel 2002, l’entrata di ENI nel mercato tedesco del gas naturale, attraverso una joint-venture paritaria con EnBW, che controlla GVS – Gasversorgung Süddeutschland GmbH.
Sempre nel 2002, l’acquisto di una partecipazione di controllo da parte di Mapei Deutschland in Sopro Bauchemie, con società controllate in Austria, Polonia e Ungheria ed oltre 110 milioni di euro di fatturato. Nel 2003 l’acquisto da parte di Telecom Italia della compagnia tedesca Hansenet, specializzata nelle connessioni internet a banda larga (che, nel 2006, comprerà da Time Warner le attività tedesche di AOL Germany).
Nel 2004, l’ingresso di Same Deutz-Fahr (la multinazionale italiana specializzata nella costruzione di trattori ad uso agricolo e nella realizzazione di componenti meccaniche) nel capitale di Deutz AG e l’attivazione dello stabilimento produttivo di Iris Ceramiche (gruppo Graniti Fiandre) nel Brandeburgo tramite la controllata Porcelaingres. Nel 2005, la fusione Unicredit-HVB, che ha portato la banca tedesca nell’orbita del gruppo bancario italiano. Nel 2006, l’acquisizione di AOL Deutschland da parte di Hansenet, società controllata dal gruppo Telecom Italia, mentre nel 2007 sono ben tre le acquisizioni di un certo rilievo portate avanti da società italiane: l’acquisto di Madaus Pharma da parte della monzese Rottapharm; l’acquisizione di Deutsche Grundvermoegen AG da parte di PirelliRE; la transazione con cui il gruppo Cerutti ha rilevato dalla tedesca Koenig & Bauer il comparto delle rotative rotocalco (firmando un contratto che prevede il trasferimento di tutta la proprietà intellettuale dei prodotti da KBA a Cerutti), diventando così leader mondiale del settore.
Nel 2005, l’Italia si trovava al settimo posto della classifica dei Paesi che investono in Germania, dopo Paesi Bassi, Lussemburgo, Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Svizzera, con un miglioramento di ben sei posizioni rispetto al 2004.
Secondo le rilevazioni compiute da Deutsche Bundesbank nell’aprile 2007 sul periodo 2002-2005 si contavano 423 aziende tedesche controllate da società italiane, per un giro d’affari annuo pari a 33,7 miliardi €.
IDE italiani in Germania
(valori comprensivi delle partecipazioni detenute tramite holding estere)
Investimenti italiani in Germania |
2002 |
2003 |
2004 |
2005 |
Germania |
5.470 |
5.523 |
8.002 |
19.163 |
Totale UE |
193.159 |
218.054 |
269.992 |
287.403 |
Totale Mondo |
283.968 |
312.375 |
375.959 |
389.523 |
% UE |
2,8% |
2,5% |
3% |
6,7% |
% Mondo |
1,9% |
1,8% |
2,1% |
4,9% |
Numero imprese |
284 |
279 |
282 |
423 |
Fatturato annuo (miliardi di €) |
19,2 |
21,6 |
22,7 |
33,7 |
Secondo i dati Bundesbank le attività di investimento italiane in Germania sono cresciute 61,8% nel periodo considerato, con una particolare dinamicità nei settori del credito, della chimica, delle assicurazioni e dei trasporti.
Soprattutto nel 2005, vi è stato un incremento significativo della presenza italiana, con un aumento della nostra quota percentuale rispetto agli investimenti diretti esteri complessivi dal 2,1% del 2004 al 4,9%.
La maggior parte dell’incremento sembra essere dovuto all’operazione Unicredit-HVB, anche se si registra un aumento significativo anche nei principali settori del manifatturiero (cresciuto soprattutto grazie al comparto della chimica, che nel 2005 rappresentava ancora il 19% degli investimenti complessivi italiani in Germania), delle assicurazioni (9%) e dei trasporti (7%).
Al netto dell’operazione Unicredit-HVB, il manifatturiero rappresentava il settore di assoluta prevalenza degli investimenti italiani in Germania anche nel 2005, con ben il 47% del capitale complessivamente investito.
Le imprese tedesche partecipate da società italiane mantengono una forte specializzazione sia rispetto all’insieme delle partecipazioni italiane all’estero, sia rispetto all’insieme delle partecipazioni estere in Germania nei settori agroalimentari, dell’abbigliamento, dei materiali per l’edilizia, dei metalli di base, delle macchine e degli apparecchi meccanici, dei servizi bancari e finanziari e delle assicurazioni.
Gli investimenti italiani in Germania risultano specializzati rispetto al complesso degli investimenti esteri in Germania anche negli altri settori di tradizionale competitività dell’industria italiana (tessile, cuoio e calzature, mobili e altre industrie manifatturiere), ma non invece rispetto all’insieme degli investimenti italiani all’estero, essendosi questi indirizzati in misura massiccia negli ultimi anni verso paesi a più basso costo del lavoro, prevalentemente in Europa Orientale.
Viceversa, nei comparti dell’industria petrolifera della chimica e dei prodotti in gomma e plastica, nel commercio all’ingrosso e nei servizi professionali, la Germania rappresenta una quota significativa degli investimenti diretti italiani all’estero, ma la presenza industriale italiana in Germania appare ridotta rispetto alla consistenza complessiva degli investimenti esteri in quel paese.
Infine, nei rimanenti settori (legno e prodotti in legno, carta e prodotti in carta, editoria e stampa, energia, gas e acqua, logistica e trasporti, servizi ICT) la presenza italiana in Germania appare complessivamente debole e relativamente sottorappresentata sia rispetto al complesso delle partecipazioni italiane all’estero in quei settori, sia rispetto alla presenza degli altri investitori internazionali in Germania.
Il ritardo che le imprese italiane debbono colmare in questi settori appare purtroppo assai ampio.
Ripartizione settoriale degli investimenti italiani in Germania (2002-2005)
La Germania rappresenta tradizionalmente il primo paese di provenienza dei turisti stranieri in Italia con una quota del 41,3% nel 2007 (fonte Enit) e secondo stime della Bundesbank, la spesa dei turisti tedeschi in Italia nel 2007 ha raggiunto i 5,7 miliardi di Euro. E’ una somma che corrisponde al 13% del valore delle esportazioni italiane in Germania nel 2007.
Le prime stime della Bundesbank sulla spesa all’estero dei cittadini tedeschi tra gennaio e giugno 2008, indicano un dato negativo sulla spesa dei turisti tedeschi in italia, pari a 2,17 miliardi di Euro, inferiore del 5,9% rispetto allo stesso periodo del 2007. Invece, la spesa all’estero complessiva dei tedeschi nel 2008 è aumentata di quasi due punti percentuali. Secondo tali stime, nelle preferenze dei tedeschi l’Italia mantiene anche nel 2008 il terzo posto dietro Austria e Spagna.
Discordanti sono le stime della Banca d’Italia che per il primo semestre del 2008 indicano un aumento di quasi 10 punti percentuali della spesa dei turisti tedeschi in Italia. Per avere un giudizio circostanziato sull’andamento del flusso dei turisti tedeschi in Italia bisogna attendere i dati relativi alla spesa del terzo trimestre del 2008. Al momento, prendendo in considerazione il solo dato della Bundesbank, che indica un arretramento dell’Italia nella spesa dei tedeschi, tra le cause di peggioramento, il coordinatore del Governo federale per il turismo, Hinsken, ha citato in primo luogo l’aumento dei costi del carburante (e delle tariffe aeree), e numerosi episodi riportati negli ultimi mesi dalla stampa tedesca: i rifiuti in Campania, gli scandali alimentari, la criminalità organizzata, la sicurezza, l’Alitalia e il degrado di Pompei. A questi temi si aggiungono una serie di debolezze croniche, quali uno sproporzionato rapporto qualità-prezzo e un’arretratezza delle infrastrutture turistiche e dei trasporti, che richiedono interventi di ampio respiro e di lungo periodo.
RELAZIONI CULTURALI
1. Collaborazione interuniversitaria
Tra i numerosi accordi di collaborazione tra università italiane e tedesche, se ne segnalano 39 finanziati dal MIUR nel triennio 1998-2000, cui se ne aggiungono 38 approvati nel triennio 2001-2003. In particolare, l’Università di Trento persegue una strategia di internazionalizzazione con varie Università tedesche, che si concretizza con la stipula di accordi sul rilascio di titoli finali doppi o congiunti, con il riconoscimento del titolo in entrambi i Paesi, grazie ad un percorso che prevede lo svolgimento di una parte degli studi nelle università coinvolte.
Uno dei primi accordi di corsi di studio integrati con rilascio di doppia laurea è stato quello stipulato tra le Università di Bonn e di Firenze. Tra le altre, anche l’Università della Calabria ha siglato un accordo con la Fachhochschule di Bochum che prevede lo scambio di studenti finalizzato al conseguimento del doppio titolo di studio (laurea in ingegneria meccanica).
A Berlino opera dal 2001 un Italienzentrum, concepito come centro di eccellenza per le materie umanistiche e scientifiche. L’accordo istitutivo del Centro è stato rinnovato il 15 giugno 2005. Altri Italienzentren sono attivi presso le Università di Heidelberg e di Stoccarda, mentre si auspica che tali esperienze possano essere replicate in altri Laender con una cospicua presenza a livello di comunità italiana, come l’Assia e la Baviera.
In Italia, invece, sono presenti sette Goethe Institut, tre scuole tedesche e numerose istituzioni di altissimo valore culturale e scientifico (il Deutsches Archologisches Institut, il Deutsches Historisches Institut, la Biblioteca Hertziana, la Casa di Goethe e Villa Massimo a Roma, il Deutsches Kunsthistorisches Institut e Villa Romana a Firenze, Villa Vigoni sul Lago di Como ed il Centro di Studi Tedesco a Venezia).
In occasione dell’incontro a Berlino del 16 marzo u.s., il Sottosegretario ai beni e alle attività culturali, On. Francesco Maria Giro, il Direttore Generale per la valorizzazione dei musei, Dr. Mario Resca e il Segretario generale del Ministero federale per la cultura ed i media, Signora Ingeborg Bergreen Merkel, hanno discusso sull’opportunità che nuovi progetti di cooperazione nascano da più frequenti contatti diretti fra i responsabili e gli esperti dei musei italiani e tedeschi. Inoltre, hanno espresso la comune volontà a stimolare coproduzioni italo-tedesche nell’ambito del cinema e ad incidere, a livello europeo, contro la pirateria di opere musicali, informatiche, televisive e cinematografiche.
L'Ateneo italo – tedesco (AIT)
Sulla base anche della Dichiarazione di Bologna sottoscritta nel 1999 da 29 Stati europei, per la costruzione di uno spazio comune europeo dell’istruzione superiore, il 25 maggio 2002 è stato siglato l’Accordo per la costituzione dell’Ateneo tra i Presidenti delle due Conferenze dei Rettori, il Rettore dell’Università di Trento ed il Segretario Generale della Deutscher Akademischer Austauschdienst (DAAD); l’Accordo costituisce lo Statuto dell’Ateneo, che è stato inaugurato il 10 luglio 2003. Le sedi dell’AIT sono presso l’Università degli Studi di Trento e presso il DAAD di Bonn. L’Ateneo italo-tedesco ha per obiettivo di rendere più efficace la cooperazione e le sinergie tra le università italiane e tedesche; promuove nuovi programmi di studio congiunti e di dottorati in cotutela, favorisce le sinergie tra il sistema dell’alta formazione e della ricerca in entrambi i Paesi e i relativi sistemi imprenditoriali, realizza iniziative di collaborazione in particolari aree.
Il 17 ed 18 giugno 2004 si è svolto a Monaco di Baviera il seminario “Giornate Universitarie Italo-Tedesche”, primo evento ufficiale organizzato dall’AIT, che ha consentito una riflessione comune sullo stato della collaborazione universitaria tra i due Paesi e sulle prospettive di rafforzamento. La seconda edizione delle “Giornate Universitarie Italo-Tedesche”, si è svolta nel maggio 2006 presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza".
2. Diffusione della lingua italiana
L’insegnamento della lingua italiana è impartito nelle principali Università tedesche, presso le quali il MAE invia 19 lettori di ruolo, in servizio a Berlino (2), Bochum, Bonn, Duesseldorf, Dresda, Francoforte, Halle, Heidelberg, Jena, Kassel, Lipsia, Magonza, Mannheim, Monaco di Baviera, Rostock, Saarbrucken, Stoccarda, Tubinga.
Quanto al personale assunto a vario titolo dalle Università tedesche nel campo dell’italianistica, vanno segnalati un numero stimabile intorno ai 120 titolari di cattedra in filologia e/o linguistica italiana, oltre 70 tra lettori di ruolo o ricercatori di nazionalità italiana assunti a tempo indeterminato ed infine innumerevoli incaricati, tedeschi ed italiani, per periodi di breve o media durata.
Il numero di alunni che studia l'italiano nelle scuole è pari a 43.705, di cui 34.749 nei ginnasi, 4.545 nelle Gesamtschulen, 2.486 nelle Realschulen, 1.646 nelle Grundschulen.
In Germania hanno sede 5 Istituti di Cultura (Berlino, Colonia, Francoforte, Stoccarda e Monaco) e 2 Sezioni distaccate (Amburgo e Wolfsburg), che organizzano corsi d’italiano e presso i quali è possibile sostenere le prove di certificazione dell’italiano come lingua straniera, a seguito di convenzioni stipulate con l'Università di Siena, con l'Università Roma Tre e con l'Università di Perugia.
Sono inoltre attivi 20 comitati della Società Dante Alighieri, con circa 4.800 iscritti ai corsi di italiano e circa 6.000 soci.
3. Riconoscimento titoli di studio
E’ in vigore, dal 1996, l’Accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli accademici, che garantisce il riconoscimento dei titoli finali nonché dei periodi intermedi ai fini della prosecuzione degli studi nell'altro Paese.
E’ altresì in vigore, dal 1975, un Memorandum sul riconoscimento a tutti gli effetti dei titoli finali delle scuole tedesche in Italia e delle scuole secondarie italiane presenti in Germania.
4. Borse di studio a cittadini tedeschi
Per i cittadini tedeschi sono state offerte dal Ministero degli Esteri per l’a.a. 2008/2009 240 mensilità dell'importo di Euro 619,75 (per corsi brevi di lingua italiana e per borse di studio di diversa tipologia della durata di 3, 6, 9 o 12 mesi), cui si aggiungono 60 borse di studio della durata di tre settimane concesse per il 2008 a studenti liceali per la frequenza di corsi estivi di italiano presso l'Istituto Trentino di Cultura.
Collaborazione scientifica e tecnologica
Il sistema ricerca nella Repubblica Federale
La percentuale delle risorse destinate complessivamente a R&S nella Repubblica Federale Tedesca nel 2005 ammonta al 2,49% del Prodotto Interno Lordo, per un ammontare complessivo di 55 miliardi circa di Euro. Il contributo privato è pari a circa due terzi dell’intero ammontare. La soglia del 3% prevista a livello europeo dovrà essere raggiunta, date le difficoltà di bilancio, dal settore privato. Il numero complessivo di ricercatori è pari a circa 469.000 unità di cui 73.200 donne (15,6%).
Oltre alle Università e al sistema privato, il sistema ricerca comprende anche numerosi Istituti raggruppati in diverse Società scientifiche:
·Società Max-Planck
Organizzata in 80 Istituti che comprendono tutti i settori della ricerca di base.
·Società Fraunhofer
Organizzata in 58 Istituti che comprendono tutti i settori della ricerca applicata.
·Società Helmholtz
Organizzata in 15 Istituti che promuovono lo sviluppo, la costruzione e la messa in opera di grandi apparecchiature per l’uso di utilizzatori interni e esterni alla Società.
·Società Leibniz
Organizzata in 84 Istituti, il cui campo di ricerca prioritario è il settore di cerniera tra ricerca di base e applicata.
·Deutsche Forschungsgemeinschaft
Ha compiti di finanziamento delle ricerche svolte da Università e Centri di Ricerca.
·Wissenschaftsrat
Ha il compito di assistere il Ministero della Formazione e della Ricerca nella politica universitaria, nella valutazione dei risultati della ricerca svolta da Università e centri di Ricerca, e nell’individuazione di temi innovativi di ricerca.
Poiché la formazione e la ricerca hanno, in Germania, una struttura federale, è stata creata nel 1970, per armonizzare le attività a livello nazionale, una Commissione mista (Governo centrale – Regioni) per la programmazione della formazione e della ricerca (BLK) i cui compiti sono la pianificazione a medio termine, l’individuazione delle priorità e la valutazione dell’ammontare finanziario annuale per governo centrale e regioni, risultante dagli impegni contrattuali correnti.
Principali progetti di collaborazione bilaterale in campo scientifico tra Italia e Germania
· Progetto italo-tedesco “Gno” (Gallium Neutrino Observatory), per la misura dei neutrini a bassa energia prodotti dalla fusione solare nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso.
· Progetto “Large Binocular Telescope” LBT (Germania, Italia e USA) per la realizzazione del più potente telescopio ottico del mondo sul Monte Graham nell’Arizona.
· Laboratorio di Computer Grafica a Trento tra l’Università di Trento e la Ini-Graphics-Net della Fraunhofer Gesellschaft. Costituisce il più grande laboratorio di Computer Grafica in Europa.
· Novara Technology (50% Degussa, 50% investitori italiani) presso l’ Istituto di Ricerca Guido Donegani a Novara, per lo sviluppo di tecnologie per la produzione di vetro di silice purissima per uso nelle fibre ottiche, nell’industria dei semiconduttori e in quella ottica.
· Progetto tra il Parco Scientifico Biomedico San Raffaele e la Società Wilex di Monaco per lo sviluppo di strumenti diagnostici e terapie antitumorali con urokinasi.
Collettività italiana
1. Consistenza
La collettività italiana in Germania (548.000, al 31.12.2004 secondo fonti ufficiali tedesche, 601.000 secondo l’anagrafe consolare, che include i doppi cittadini) è la più numerosa nel mondo. La regione con il maggior numero di Italiani è il Baden-Wuerttemberg, seguita dal Nordreno-Wesfalia. Dal 2000 (619.060 residenti) si registra annualmente un saldo in diminuzione.
In Germania operano tredici Comitati degli Italiani all’Estero, uno per ogni sede consolare tranne Lipsia.
2. Caratteristiche generali e integrazione della collettività
Circa la composizione della collettività, vi è ancora una netta prevalenza di lavoratori dipendenti, anche se il numero di connazionali attivi nelle libere professioni, nel mondo imprenditoriale e finanziario, nella ricerca universitaria e scientifica è in aumento. Mentre negli anni ’50, ’60 e ’70 prevaleva la presenza di lavoratori dipendenti nelle fabbriche, oggi una grossa quota di impiego proviene dal settore della ristorazione.
Secondo gli ultimi dati ufficiali i piccoli imprenditori e lavoratori autonomi italiani in Germania sono circa 37.000, di cui 25.000 a capo di aziende con dipendenti (in gran parte appunto presenti nella ristorazione).
Anche se il livello di inserimento è nel complesso accettabile, permangono forme di disagio sociale che impediscono ai connazionali in Germania, a differenza di quelli residenti in altri paesi, di avvalersi pienamente delle potenzialità loro offerte e di integrarsi nella società tedesca in posizioni corrispondenti alle loro reali capacità. Le cause di tale disagio sono molteplici, sia esogene (entrata in crisi del modello di integrazione economica attraverso il lavoro in fabbrica che aveva originato il flusso migratorio e difficoltà ad acquisire nuove qualificazioni professionali all’interno del sistema tedesco), sia endogene (una certa mancanza di coesione all’interno della collettività, spesso segmentata in gruppi con scarsa osmosi tra di loro, tendenza al “pendolarismo” da e verso l’Italia).
E’ stata rimossa con la nuova legge tedesca sulla cittadinanza e una serie di misure applicative bilaterali una delle cause che impedivano una più completa integrazione dei cittadini italiani, ovvero il combinato disposto della vecchia legge sulla cittadinanza e della Convenzione di Strasburgo sulla doppia cittadinanza, che impedivano l’acquisto della nazionalità tedesca senza la perdita di quella italiana. Dal 2005 la possibilità di acquistare la cittadinanza tedesca conservando quella italiana è estesa ai residenti italiani in tutti i Bundeslaender tedeschi. Ciononostante le cifre delle naturalizzazioni permangono nell’ultimo decennio sostanzialmente stabili intorno ad un valore medio di circa 1.000 l’anno, molto inferiori a quelle di altri gruppi etnici.
Rimarchevole è anche la scarsa propensione alla partecipazione politico-elettorale, sia nell’ambito delle istituzioni tedesche (il voto comunale è aperto ai cittadini comunitari), sia in quello delle istituzioni italiane (la partecipazione alle consultazioni elettorali italiane, per esempio le elezioni dei Comites è intorno al 27%). Su tale problematica l’Ambasciata a Berlino sta cercando di stimolare l’attenzione ed il dibattito attraverso convegni e informative.
3. Il maggior problema aperto: l’inserimento scolastico e professionale
All’origine di gran parte dei problemi di integrazione della comunità italiana in Germania restano le difficoltà dell’inserimento scolastico.
In tale ambito l’indicatore più negativo è il numero di nostri alunni nelle “Sonderschule”, ovvero nelle scuole differenziali ormai abolite in Italia da anni, pari a 5.876 (a.s. 2003-2004) che equivale al 9% del totale (contro il 4,1% dei Tedeschi); nell’ambito della scuola secondaria il 51% frequenta la “Hauptschule” (scuola dell’obbligo, corrispondente alle vecchie scuole di avviamento al lavoro), mentre solo il 12% frequenta il Ginnasio, ossia la scuola che consente accesso completo all’istruzione universitaria. Una quota stimabile intorno al 10% della collettività scolastica non ottiene il diploma di compimento della scuola della scuola dell’obbligo.
Fra le cause di tale situazione vi sono la natura del sistema scolastico tedesco che impone in età precoce ai bambini la scelta tra i vari tipi di scuola impedendo agli Italiani di recuperare l’iniziale svantaggio linguistico, e l’estrema mobilità delle famiglie, con conseguenti frequenti cambi di istituto.
Da parte italiana si interviene con corsi di lingua e cultura che servono a promuovere la conoscenza della lingua e cultura italiana e con l’organizzazione di corsi di sostegno. Quasi 25.000 alunni italiani frequentano corsi di lingua e cultura, offerti o dalle Autorità tedesche o da parte italiana. Circa 5.500 frequentano corsi di sostegno finanziati da parte italiana.
Di particolare importanza è il potenziamento della rete delle scuole bilingui italo - tedesche che, oltre a dare una più adeguata educazione scolastica ai nostri bambini, favoriscono la diffusione dell’italiano fra la popolazione locale.
In materia è da segnalare inoltre l’insoddisfacente applicazione in vari Laender della Direttiva Europea 486/77, che impone agli stati membri ove risiedono cittadini stranieri comunitari soggetti all’obbligo scolastico di promuovere, in cooperazione con gli stati di provenienza, l’insegnamento della lingua e della cultura di origine, coordinandolo con le normali attività didattiche locali.
Nel medio periodo occorrerà modificare l’organizzazione dei corsi di lingua e cultura puntando ad una loro integrazione nell’offerta formativa delle scuole tedesche e ad una loro apertura anche all’utenza tedesca.
L’integrazione scolastica rappresenta la maggiore priorità dell’azione dell’Ambasciata e della rete consolare per contribuire al miglioramento dell’integrazione della collettività.
Le difficoltà scolastiche si ripercuotono anche nell’ambito della formazione professionale, in un contesto economico ed istituzionale che richiede sempre più l’acquisizione di competenze complesse: la mancanza di qualificazione professionale è una significativa causa della disoccupazione.
INTERSCAMBIO COMMERCIALE
milioni di euro
|
2005
|
2006 |
2007 |
2008 |
Esportazioni italiane |
39.493 |
43.936 |
47.253 |
46.644 |
Variazione % |
1,89 |
11,25 |
7,54 |
-1,28 |
Importazioni italiane |
53.645 |
59.103 |
63.721 |
60.350 |
Variazione % |
4,53 |
10,17 |
7,81 |
-5,29 |
Totale |
93.138 |
103.039 |
110.974 |
106.994 |
Saldo per l’Italia
|
-14152 |
-15167 |
-16468 |
-13706 |
Presidente del BUNDESTAG
Norbert Lammert (CDU, dall'ottobre 2005)
Presidente del BUNDESRAT
Peter Müller (CDU, dal 1° novembre 2008 al 31 ottobre 2009[43])
Rappresentanze diplomatiche
Ambasciatore italiano a Berlino
S.E.: Ambasciatore Antonio Puri Purini (dall’aprile 2005)
Ambasciatore tedesco a Roma
S.E.: Ambasciatore Michael Steiner (dal settembre 2007)
Deputati eletti all’estero
On. Laura Garavini (PD), deputata eletta nella Ripartizione "Europa" della Circoscrizione Estero, residente a Berlino.
XVI Legislatura
Il 6 aprile u.s. il Presidente del Bundestag Lammert ha inviato al Presidente Fini, tramite l'Ambasciatore Puri Purini, una dichiarazione/appello in cui si auspica la ratifica da parte di tutti gli Stati membri del Trattato di Lisbona, testo su cui il Presidente Fini si è detto d'accordo e che verrà con ogni probabilità diramato dall'Ufficio stampa della Camera il prossimo 29 aprile, contemporaneamente ad analogo "lancio" da parte dei Presidenti della Camera di Francia, Polonia, Ungheria e Germania.
INCONTRI DEL PRESIDENTE
Il 29 aprile 2009 il Presidente Fini ha incontrato una delegazione del Gruppo di amicizia Italia-Germania, costituito nell’ambito dell’Unione Interparlamentare, guidata, per la parte tedesca, dall’onorevole Ulla Burchardt, presidente della Commissione per la formazione, la ricerca e la tecnologia del Bundestag, e, per la parte italiana, dall’onorevole Giuseppe Vegas, sottosegretario di Stato all’economia e alle finanze.
Il 23 settembre 2008 il Presidente della Camera dei deputati, on. Gianfranco Fini, si è recato in visita ufficiale in Germania. Nel corso della visita il Presidente Fini ha incontrato il Presidente del Bundestag, Norbert Lammert, ed il Presidente della Commissione Affari europei del Bundestag, Gunther Krichbaum. Al centro del colloquio, il Trattato di Lisbona ed il suo futuro dopo la bocciatura del referendum irlandese, le prossime elezioni europee della primavera 2009 e il ruolo dei parlamenti nazionali nel processo decisionale dell'Unione europea.
In particolare, nel corso del colloquio, il Presidente della Camera, Fini, e il Presidente del Bundestag, Lammert, hanno ribadito l’importanza dello sviluppo dei rapporti parlamentari, in particolare in ambito UIP. Inoltre, proprio a tal fine, è stata avanzata l’idea di promuovere una Conferenza presso la Camera dei Deputati sul modello elettorale tedesco e sul sistema politico-istituzionale tedesco in generale che coinvolga parlamentari di entrambi i Paesi.
Durante l’incontro è stata prospettata fra l’altro una possibile iniziativa congiunta finalizzata a sensibilizzare i Presidenti dei Parlamenti irlandese e della Repubblica Ceca circa la cruciale importanza di procedere alla ratifica del Trattato di Lisbona e al contempo offrire loro incoraggiamento e sostegno nel superamento degli eventuali ostacoli.
Mentre il Presidente del Parlamento irlandese, John O’Donoghue, pur ringraziando il collega italiano e quello tedesco, riteneva che una visita comune dei Presidenti dei Parlamenti degli Stati UE dovesse essere rimandata a circostanze più favorevoli, il Presidente del Parlamento della Repubblica Ceca Miloslav Vlcek accoglieva favorevolmente l’iniziativa ed invitava i suoi omologhi a Praga per il 3 dicembre. Poiché il Presidente Lammert in tale data non era disponibile, si è recato a Praga soltanto il Presidente Fini.
Nella medesima occasione, il Presidente ha incontrato il Ministro degli interni tedesco, Wolfgang Schäuble. Il Presidente ha inoltre incontrato i rappresentanti della comunità italiana in Germania, incontro al quale era presente l'on. Laura Garavini (PD), deputato eletto nella Ripartizione "Europa" della Circoscrizione Estero.
Il 26 maggio 2008 il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha incontrato l’Ambasciatore italiano in Germania, Antonio Puri Purini, e il 13 maggio 2008 ha ricevuto l’Ambasciatore della Repubblica federale di Germania in Italia, Michael Steiner.
In ambedue gli incontri si è parlato della ratifica del Trattato di Lisbona e della problematica aperta dal referendum irlandese. Inoltre, è stata ribadita la volontà, da parte tedesca, di ricostituire al più presto il gruppo parlamentare di amicizia, che nella scorsa legislatura era composto, per parte tedesca, da cinquanta deputati, a fronte di un numero di deputati italiani piuttosto esiguo (sette).
incontri bilaterali
Il 29 aprile 2009, il Presidente della Commissione Bilancio, on. Giancarlo Giorgetti ha incontrato, insieme ad alcuni componenti della Commissione stessa, i componenti del Gruppo di amicizia italo-tedesco del Bundestag costituito nell’ambito dell’Unione Interparlamentare.
Il 6 novembre 2008 il Presidente della Commissione esteri, on. Stefano Stefani, ha incontrato l'On. Andreas Schockenhoff, Vice Presidente del Gruppo parlamentare CDU-CSU del Bundestag.
Al centro del colloquio il conflitto russo-georgiano, l’approvvigionamento energetico e il ruolo dell’Iran, le recenti elezioni presidenziali americane, l’allargamento dell’Unione europea - e in particolare l’ingresso della Turchia - e, infine, l’evoluzione del ruolo della NATO e la prospettiva di un suo allargamento.
Il 6 ottobre 2008 il Vice Presidente, on. Maurizio Lupi, insieme ad una delegazione della Camera dei Deputati, si è recato in visita presso il Bundestag.
Il tema degli incontri è stato il sistema della comunicazione parlamentare. Nel corso della visita, il Vice Presidente ha incontrato l’on.le Wolfgang Wieland, Vice-Presidente del Gruppo di amicizia Italia-Germania, il Segretario Generale del Bundestag, Hans-Joachim Stelz, ed il dott. Guido Heine, Direttore stampa e comunicazione del Bundestag.
Cooperazione multilaterale
La Germania prende parte alla cooperazione parlamentare nell'ambito dell'Unione Europea e del Partenariato Euromediterraneo.
La Germania invia, inoltre, delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa, dell'UEO, della NATO e dell'OSCE. Dal 23 al 27 maggio 2008 si è svolta a Berlino la Sessione primaverile dell’Assemblea parlamentare della NATO, cui partecipa la delegazione parlamentare italiana presso tale Assemblea, presieduta dal Sen. Antonello Cabras (PD-U).
Si ricorda, inoltre, che la Germania prende parte alla dimensione parlamentare del G8. In particolare, la VII^ riunione dei Presidenti delle Camere del G8si è svolta il 1° e il 2 settembre 2008, a Hiroshima. Ad essa hanno partecipato, tra l’altro, il Presidente della Camera, Gianfranco Fini,il Presidente del Bundestag tedesco, Norbert Lammert, e, in qualità di invitato speciale, il Presidente del Parlamento Europeo, Hans Gert Pöttering. La riunione è stata dedicata al “Ruolo dei parlamenti per la pace ed il disarmo” e al “Processo di decisione nei Parlamenti bicamerali”, tema quest’ultimo che è stato introdotto dal Presidente della Camera, Fini. I Presidenti dei Parlamenti del G8 hanno espresso una visione comune sulla pace, sulla riduzione delle armi in tutto il mondo e sul fatto che, bicameralismo o meno, i Parlamenti, debbano essere improntati alla tutela della rappresentatività e della rapidità decisionale.
Poiché nel 2009 l’Italia ha assunto la presidenza di turno del G8, sarà la Camera dei deputati ad ospitare la VIII^ Riunione dei Presidenti delle Camere dei Paesi G8, dal 12 al 13 settembre 2009, nonché il VI° Forum parlamentare dei Legislatori dei Paesi del G8 + 5 sul cambiamento climatico, il 12 e il 13 giugno 2009.
Cooperazione amministrativa
Nell’ambito della cooperazione amministrativa, dal 3 al 9 maggio 2009 si svolgerà, presso il Bundestag, una missione di studio di una delegazione composta da tre funzionari della Camera, al fine di affrontare il tema del funzionamento delle Commissioni e della valorizzazione degli Stati nazionali come componenti dell’Unione europea.
Da alcuni anni, infatti, con cadenza annuale, è previsto un programma di visite di studio e formazione, alternativamente a Roma ed a Berlino, in conformità agli accordi intercorsi tra le due Amministrazioni parlamentari.
Unione Interparlamentare
Nell'ambito dell'Unione Interparlamentare opera la sezione bilaterale di amicizia Italia-Germania, che per la XVI legislatura è ancora in via di ricostituzione.
Attività legislativa
S. 586-905-955-956-960. Senatori LI GOTTI ed altri; DISEGNO DI LEGGE D'INIZIATIVA DEL GOVERNO; senatore COMPAGNA; senatore VALDITARA; senatori RUTELLI e ZANDA: Adesione della Repubblica italiana al Trattato concluso il 27 maggio 2005 tra il Regno del Belgio, la Repubblica federale di Germania, il Regno di Spagna, la Repubblica francese, il Granducato di Lussemburgo, il Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica d'Austria, relativo all'approfondimento della cooperazione transfrontaliera, in particolare allo scopo di contrastare il terrorismo, la criminalità transfrontaliera e la migrazione illegale (Trattato di Prüm). Istituzione della banca dati nazionale del DNA e del laboratorio centrale per la banca dati nazionale del DNA. Delega al Governo per l'istituzione dei ruoli tecnici del Corpo di polizia penitenziaria. Modifiche al codice di procedura penale in materia di accertamenti tecnici idonei ad incidere sulla libertà personale.
Approvato dal Senato, concluso l'esame presso le Commissioni riunite II Giustizia e III Affari esteri della Camera il 26 marzo 2009, inserito nel calendario dei lavori dell’Assemblea il 4 maggio p.v. .
XV Legislatura
incontri del presidente
Il 10 ottobre 2007, il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha incontrato l’Ambasciatore della Germania in Italia, Michael Steiner.
Il 12 marzo 2007, il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha ricevuto il Vice Presidente del Bundestag, Wolfgang Thierse.
Il colloquio è stato incentrato in modo particolare sul processo costituzionale europeo e sulla necessità di un rilancio politico dell’Europa. Il Presidente Bertinotti ha affermato che, per uscire dalla crisi che sta attraversando la costruzione europea, occorre che i Parlamenti assumano un ruolo più attivo ed ha attribuito le difficoltà attuali all’eccessiva preponderanza della dimensione intergovernativa e all’acuirsi dei problemi sociali che hanno determinato un certo distacco dei popoli dal progetto europeo. Il Vice Presidente Thierse ha auspicato che entro il semestre tedesco di Presidenza dell’Unione europea possa ripartire il processo costituente europeo ed ha sottolineato che il Trattato riconosce importanti prerogative ai Parlamenti. Entrambe le Parti hanno ribadito l’ottimo andamento delle relazioni bilaterali e si è concordato circa l’opportunità di prevedere incontri parlamentari su temi rilevanti per entrambi i Paesi e di definire un’agenda del Gruppo di amicizia, in particolare sui temi della riforma costituzionale e della legge elettorale, della pace e delle grandi questioni sociali.
Il 30 maggio 2006 il Presidente Bertinotti, ha incontrato a Roma l’Ambasciatore di Germania in Italia, S.E. Michael H. Gerdts.
Il 7 giugno 2006 il Presidente della Camera, on. Fausto Bertinotti, ha incontrato a Roma il Presidente del Bundestag, Norbert Lambert.
Nel corso dell’incontro il Presidente Bertinotti ed il Presidente Lammert hanno auspicato l’adozione di iniziative congiunte per rilanciare la prospettiva europea. Il Presidente Lammert ha in particolare sottolineato l’importanza che i sei Paesi fondatori assumano iniziative per rivitalizzare il percorso europeo. Il Presidente Bertinotti ha a sua volta evidenziato come sia necessaria una spinta propulsiva dei Parlamenti nazionali per la definizione di iniziative – che coinvolgano tutti i Paesi aderenti – che portino a forme di dialogo tra istituzioni cittadini e mondo della cultura.
E’ stata altresì richiamata l’intensa e proficua collaborazione che caratterizza i rapporti tra le Amministrazioni delle due Camere e sono state auspicate iniziative comuni per l’assistenza alle Assemblee parlamentari di recente democrazia.
incontri delle Commissioni
Il 4 luglio 2007 il Presidente della II Commissione Giustizia, Pino Pisicchio, ed il Vice Presidente della I Commissione Affari costituzionali, Zeller, hanno incontrato il portavoce per gli affari interni del gruppo della SPD al Bundesatg, Dieter Wiefelspütz.
Al centro degli incontri le tematiche di maggiore attualità all’esame del Parlamento italiano, a partire dalla riforma costituzionale e dalle nuove disposizioni legislative che disciplinano l’utilizzo delle intercettazioni da parte della magistratura.
Il 2 maggio 2007 la Commissione III, Affari esteri e comunitari, e la Commissione XIV, Politiche dell'Unione europea, hanno ricevuto la visita del Presidente della Commissione esteri del Bundestag, Ruprecht Polenz (CDU/CSU).
L’incontro si è incentrato sui temi della politica internazionale e sul ruolo dell’Unione europea. Il Presidente Polenz si è soffermato, tra l’altro, sulla politica di vicinato dell’UE e sulle relazioni con la Russia e i Paesi dell’area. In relazione alla situazione dell’Afghanistan, ha affermato che il Bundestag sostiene l’impegno tedesco nell’ambito dell’International Security Assistance Force (ISAF)[44] che sarà confermato in autunno, precisando tuttavia che occorre evitare di dare l’impressione che tale assistenza sia una sorta di occupazione.
Sul tema della Costituzione europea ha affermato che la Presidenza tedesca vorrebbe partire dalla maggioranza che ha detto di sì, ma che tuttavia non sarà possibile far entrare in vigore il Trattato senza modificarlo; in ogni caso è importante che il processo sia concluso prima delle elezioni europee del 2009. Sono state inoltre affrontate questioni relative al processo di adesione della Turchia all’UE, ai sistemi elettorali e alla situazione irachena.
Il 29 marzo 2007, il Presidente della Commissione Cultura, on. Pietro Folena, ha incontrato a Roma una delegazione del Bundestag, guidata dal Presidente della Commissione Educazione, on. Ulla Burchardt (SPD).
Tra i temi dell’incontro, in particolare, il ruolo prioritario che la cultura deve avere nelle priorità dell’agenda europea e nell’ambito della programmazione finanziaria.
Il 19 e 20 marzo 2007 si è svolta una missione della Commissione lavoro a Berlino.
Il 12 marzo 2007, il Vice Presidente del Bundestag, Wolfgang Thierse, è stato ricevuto dal Presidente della I Commissione Affari Costituzionali, on. Luciano Violante (Ulivo). Durante l’incontro sono state esaminate tematiche relative alle riforme costituzionali ed elettorali, alla questione della cittadinanza e dell’immigrazione.
Il 5 marzo 2007 si è svolto a Berlino, presso il Bundestag,un incontro tra il Presidente della I Commissione Affari Costituzionali, on. Luciano Violante, ed il Presidente della Commissione per il Diritto del Bundestag, Andreas Schmidt, cui hanno altresì partecipato alcuni componenti delle due Commissioni, per approfondire i temi connessi, in particolare, alla riforma del federalismo approvata di recente in Germania, al ruolo del Bundesrat e del Tribunale costituzionale federale.
A tale incontro è seguita, il 21 maggio 2007, presso la Camera dei deputati italiana, una riunione tra la Commissione Affari costituzionale e la Commissione giuridica del Bundestag, dedicata in particolare ad un confronto tra le norme costituzionali dei paesi dell’Unione europea che affrontano il tema del rapporto tra Stato nazionale e UE.
Il 5 dicembre 2006 il Presidente della Commissione Giustizia, on. Pino Pisicchio (IdV), ha incontrato una delegazione di deputati del Gruppo parlamentare della CDU/CSU del Bundestag, che sono stati poi ricevuti anche dal Presidente della Commissione Affari costituzionali, on Luciano Violante (Ulivo).
Il 13 novembre 2006 il Presidente della Commissione Lavoro, on. Gianni Pagliarini (Com. It), ha incontrato il Vice Presidente del Gruppo SPD e responsabile per la politica economica e del mercato del lavoro del Bundestag, Ludwig Stiegler.
Al centro dell’incontro è stato il tema del mercato del lavoro e delle politiche per una crescita economica, mettendo a confronto le esperienze dei due Paesi e tenendo conto degli obiettivi fissati dalla strategia di Lisbona. E’ stata altresì affrontata – oltre al tema della disoccupazione in generale e delle ipotesi di lavoro “flessibile” - la questione della “fuga di ricercatori” dai paesi di origine e della necessità di adottare politiche adeguate per superarre tale aspetto.
L’11 ottobre 2006 la Commissione Affari costituzionali ha incontrato una delegazione della Commissione Affari interni del Bundestag tedesco.
In tale ambito sono stati illustrati, in particolare, i principali provvedimenti all’esame delle Commissioni sul tema della gestione del fenomeno migratorio, soffermandosi sulla questione delle quote e sulle previsioni adottate in sede comunitaria sulla materia, attualmente oggetto di attuazione presso gli Stati membri. La Commissione Affari interni del Bundestag ha infatti incontrato la I Commissione della Camera nell’ambito di una visita in Italia svolta per approfondire il tema dell’immigrazione, effettuando altresì una visita presso le strutture di Lampedusa.
Il 29 settembre 2006 il Presidente della I Commissione Affari Costituzionali, on. Luciano Violante (Ulivo), ha incontrato a Berlino il Presidente della Commissione per il Diritto del Bundestag, Andreas Schmidt, ed alcuni componenti della stessa.
Nel corso dell’incontro sono state discusse e approfondite – anche attraverso un esame comparativo delle due esperienze - le tematiche connesse, da una parte, alle riforme costituzionali e, dall’altra, alla ripresa, a partire dai Parlamenti nazionali, del processo per una Costituzione europea.
Il 29 settembre 2006 si è svolto un incontro della Presidente della XIV Commissione, Politiche dell’Unione europea, on. Franca Bimbi (Ulivo), con la Vice Presidente del Gruppo parlamentare socialdemocratico, incaricato degli affari europei, on. Angelica Schwall Düren.
La ripresa del processo d’integrazione europeo è stato il tema centrale dell’incontro: l’on Schwall Düren ha auspicato che con il nuovo Governo italiano si possa instaurare una sempre migliore collaborazione sugli affari europei, ed ha sottolineato come il semestre di Presidenza tedesca dell’UE rappresenti un’importante opportunità per dare un nuovo impulso al processo costituzionale europeo. La Presidente Bimbi ha confermato il forte impegno del Governo Prodi verso la costruzione europea, richiamando però l’attenzione sulla necessità di dare segnali positivi sul lavoro e sull’economia ai cittadini europei, tra i quali sta crescendo un preoccupante euroscetticismo. E’ emerso poi un comune orientamento sulla necessità di inserire nella Costituzione europea la salvaguardia dei valori comuni e la difesa delle specificità nazionali.
Cooperazione multilaterale
Nell’ambito del Partenariato Euromediterraneo, una delegazione del Bundestag ha partecipato alla terza riunione plenaria dell’APEM che si è svolta a Tunisi il 17 marzo 2007; la delegazione ha partecipato, in tale contesto, anche ai lavori della Commissione per la promozione della qualità della vita, gli scambi nell’ambito della società civile e la cultura, presieduta dall’on. Tana De Zulueta (Verdi).
In riferimento alla dimensione parlamentare del G8, si è svolta a Berlino, dal 7 al 9 settembre 2007, la VI Riunione dei Presidenti delle Camere Basse G8, cui ha partecipato, per la Camera dei deputati, il Vice Presidente, on. Pierluigi Castagnetti (L’Ulivo).
Cooperazione amministrativa
Nell’ambito della cooperazione amministrativa delegazioni di funzionari del Bundestag hanno effettuato, rispettivamente, dal 14 al 18 aprile 2008 e dal 12 al 17 giugno 2006, uno stage di studio e formazione presso la Camera dei deputati.
Sempre nell’ambito della cooperazione amministrativa, dal 10 al 16 giugno 2007 si è svolta, presso il Bundestag, una missione di studio di una delegazione composta da tre Capi Servizio della Camera dei deputati, relativa, in particolare, ai temi della gestione amministrativa e delle tecnologie informatiche ad essa applicate.
Unione Interparlamentare
La sezione bilaterale di amicizia Italia-Germania nella XV legislatura è stata presieduta - per la parte italiana - dal senatore Giuseppe Vegas (FI)e composta dagli on.liMarco Airaghi (AN), Fabio Mussi (L’Ulivo), Marco Boato (Verdi) e Johann Georg Widmann (Misto).
Dal 25 al 28 marzo 2007, una delegazione tedesca è stata ricevuta in Italia dal senatore Giuseppe Vegas (FI).
[1] Pubblicato nella G.U. n. 186 del 9 agosto 2008.
[2] L. 6 marzo 1998, n. 40, Disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero.
[3] L. 30 luglio 2002, n. 189, Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo.
[4] D.L. 30 dicembre 1989, n. 416, Norme urgenti in materia di asilo politico, di ingresso e soggiorno dei cittadini extracomunitari e di regolarizzazione dei cittadini extracomunitari ed apolidi già presenti nel territorio dello Stato, convertito, con modificazioni, con L. 28 febbraio 1990, n. 39.
[5] L’ultimo documento triennale è del 2005: D.P.R. 13 maggio 2005, Approvazione del documento programmatico relativo alla politica dell’immigrazione e degli stranieri nel territorio dello Stato, per il triennio 2004-2005
[6] La nuova disciplina prevede, tra l’altro, che, al momento della richiesta del permesso di soggiorno o del rinnovo dello stesso, allo straniero siano rilevate le impronte digitali.
[7] Art. 12 del testo unico in materia di immigrazione.
[8] L. 11 agosto 2003, n. 228, Misure contro la tratta di persone. Si veda anche il regolamento di attuazione adottato con il D.P.R. 19 settembre 2005, n. 237, Regolamento di attuazione dell’articolo 13 della legge 11 agosto 2003, n. 228, recante misure contro la tratta di persone.
[9] D.L. 27 luglio 2005, n. 144 (conv. in L. 31 luglio 2005, n. 155), Misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale, art. 2.
[10] Art. 18 del testo unico in materia di immigrazione.
[11] L. 13 ottobre 1975, n. 654, Ratifica ed esecuzione della convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, aperta alla firma a New York il 7 marzo 1966.
[12] D.Lgs. 9 luglio 2003, n. 215, Attuazione della direttiva 2000/43/CE per la parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica e D.Lgs. 9 luglio 2003, n. 216, Attuazione della direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.
[13] Camera dei deputati, seduta del 13 maggio 2008.
[14] D.L. 23 maggio 2008, n. 92, Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica (convertito dalla Legge 24 luglio 2008, n. 125).
[15] La disposizioni originaria, modificata nel corso dell’esame in sede referente al Senato, prevedeva l’introduzione del reato di ingresso illegale nel territorio dello Stato, non previsto attualmente dal nostro ordinamento, punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni e comportante l’arresto obbligatorio, il procedimento rito direttissimo e, in caso di condanna, l’espulsione dello straniero dal territorio dello Stato.
[16] Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 maggio 2008, Dichiarazione dello stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi nel territorio delle regioni Campania, Lazio e Lombardia
[17] Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 30 maggio 2008, Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunita' nomadi nel territorio della regione Lazio. (Ordinanza n. 3676); Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 30 maggio 2008, Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunita' nomadi nel territorio della regione Lombardia. (Ordinanza n. 3677); Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 30 maggio 2008, Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunita' nomadi nel territorio della regione Campania. (Ordinanza n. 3678).
[18] D.P.C.M. 25 luglio 2008, Proroga dello stato di emergenza per proseguire le attività di contrasto all'eccezionale afflusso di cittadini extracomunitari. Il decreto proroga ed estende a tutto il territorio nazionale lo stato di emergenza disposta con D.P.C.M. 14 febbraio 2008 limitatamente ai territori delle regioni Sicilia, Calabria e Puglia.
[19] D.L. 2 ottobre 2008, n. 151, Misure urgenti in materia di prevenzione e accertamento di reati, di contrasto alla criminalità organizzata e all'immigrazione clandestina
[20] Comunicato del Ministero dell’interno del 23 settembre 2008 (www.interno.it).
[21] Di tale disposizione se ne propone l’estensione anche ai minori comunitari nel citato disegno di legge in materia di sicurezza: l’art. 47, inserito nel corso dell’esame in Commissione (em. 18.0.100), introduce la possibilità di rimpatriare i minori non accompagnati che siano cittadini comunitari (attualmente la procedura di rimpatrio assistito è circoscritta ai minori non comunitari) che esercitano la prostituzione, quando sia necessario nell’interesse del minore stesso, secondo quanto previsto dalla Convenzione sui diritti del fanciullo.
[22] D.L. 25 giugno 2008, n. 112 (conv. L. 133/2008), Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitivita', la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria
[23] D.L. 27 maggio 2008, n. 93 (conv. L. 126/2008), Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie
[24] In particolare, riduce da 50 a 5,1 milioni lo stanziamento per l’anno 2007 e sopprime quello di 50 milioni per il 2008, disposti dalla legge istitutiva del fondo, legge 296/2006, art. 1, co. 1267 (art. 5, co. 11, DL 93/2008) e sopprime l’integrazione di ulteriori 50 milioni per il 2008 disposta dalla legge 244/2007, art. 2, co. 536 (elenco 1, DL 93/2008).
[25] Mozioni Cota ed altri n. 1-00033, Capitanio Santolini ed altri n. 1-00049, De Torre ed altri n. 1-00050 e Evangelisti e Donadi n. 1-00051 concernenti iniziative in materia di accesso degli studenti stranieri alla scuola dell'obbligo, seduta del 14 ottobre 2008.
[26] Seduta del 26 novembre 2008, esame della Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che introduce sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente nell'UE. COM(2007)249 def.
[27] DPCM 3 dicembre 2008, Programmazione transitoria dei flussi d'ingresso dei lavoratori extracomunitari nel territorio dello Stato per l'anno 2008
[28] DPCM 20 marzo 2009, Programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali, nel territorio dello Stato, per l'anno 2009.
[29] Si veda Ministero dell’interno, Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Circolare n. 1 del 14 gennaio 2009, Proroga del regime transitorio per l'accesso al mercato del lavoro dei cittadini rumeni e bulgari
[30] L. 30 settembre 1993, n. 388, Ratifica ed esecuzione: a) del protocollo di adesione del Governo della Repubblica italiana all’accordo di Schengen del 14 giugno 1985 tra i Governi degli Stati dell’Unione economica del Benelux, della Repubblica federale di Germania e della Repubblica francese relativo all’eliminazione graduale dei controlli alle frontiere comuni, con due dichiarazioni comuni; b) dell’accordo di adesione della Repubblica italiana alla convenzione del 19 giugno 1990 di applicazione del summenzionato accordo di Schengen, con allegate due dichiarazioni unilaterali dell’Italia e della Francia, nonché la convenzione, il relativo atto finale, con annessi l’atto finale, il processo verbale e la dichiarazione comune dei Ministri e Segretari di Stato firmati in occasione della firma della citata convenzione del 1990, e la dichiarazione comune relativa agli articoli 2 e 3 dell’accordo di adesione summenzionato; c) dell’accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica francese relativo agli articoli 2 e 3 dell’accordo di cui alla lettera b); tutti atti firmati a Parigi il 27 novembre 1990.
[31] Per un’illustrazione del “Sistema Schengen” si rinvia all’apposita scheda di lettura, curata dall’Ufficio rapporti con l’Unione europea.
[32] Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione ed il funzionamento della Convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen - Resoconto della seduta di giovedì 22 gennaio 1998.
[33] Fonti: The CIA World Factbook 2009, Ministero degli Affari Esteri, fonti di stampa, http://www.bundestag.de, Commissione europea.
[34] A partire dalle prossime elezioni (settembre 2009), verrà applicato un nuovo metodo di calcolo per la distribuzione dei seggi nell’ambito delle liste regionali, il metodo Sainte-Laguё/Schepers, che assicura una più equa distribuzione dei seggi in rapporto all’aumento demografico nei Länder, come deciso dal Bundestag il 17 marzo 2008 attraverso l’approvazione di una modifica della Legge Elettorale Federale (Bundeswahlgesetz).
[35] Non si riporta la composizione del Bundesrat in quanto i suoi membri, espressione diretta dei governi locali, rispondono alle esigenze dei singoli Länder e sfuggono ad un'appartenenza partitica tradizionale.
[36] 16 seggi sono “mandati in eccedenza” (vedi sopra), 7 della CDU/CSU e 9 della SPD.
[37] Cugino di Lothar de Maizière, ultimo leader della RDT, di cui Angela Merkel fu vice portavoce.
[38] La Corte costituzionale tedesca ha cominciato il 10 febbraio l’esame dei ricorsi contro il Trattato. La decisione è attesa per l’inizio dell’estate 2009.
[39]La politica dell’amministrazione repubblicana guidata dal Presidente Bush, dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, aveva introdotto nel tempo forti elementi dialettici con il Governo Schroeder. Essi erano emersi in tutta la loro ampiezza nelle divergenti posizioni assunte dai due Paesi in ordine alla crisi irachena.
3 La Confindustria tedesca sostiene che solo nel 7% dei casi l’apertura di uno stabilimento all’estero provoca una riduzione dei posti di lavoro nell’impresa madre in Germania.
[40] Fonte: Ministero degli Affari esteri, ISTAT, Deutsche Bundesbank.
[41] Il 28 marzo si è riunirta per la prima volta la commissione bilaterale italo-tedesca composta da storici dei due Paesi, con il compito di avviare una ulteriore riflessione sulla questione dei risarcimenti ai discendenti delle vittime delle stragi naziste durante la Seconda guerra mondiale, come previsto dall'accordo preso dai capi di governo Silvio Berlusconi e Angela Merkel nell'ultimo vertice bilaterale svoltosi nel novembre 2008 a Trieste.
[42] In questa occasione, come aveva già fatto precedentemente, il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha offerto al collega italiano l’aiuto del governo tedesco per la ricostruzione delle zone colpite dal sisma del 6 aprile u.s.
[43]L'ufficio di Presidente del Bundesrat viene svolto per il periodo di un anno dal primo ministro di un Land. Ogni Land ottiene la presidenza del Bundesrat sulla base di un ordine decrescente relativo al numero degli abitanti dei Länder.
[44] Forza internazionale per il mantenimento della pace con base a Kabul.