Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Rapporti Internazionali | ||
Titolo: | SINGAPORE - Visita a Singapore del Vice Presidente della Camera, Rocco Buttiglione 3-7 dicembre 2012 | ||
Serie: | Documentazione per l'attività internazionale Numero: 504 | ||
Data: | 28/11/2012 | ||
Descrittori: |
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DOSSIER SCHEDE - PAESE
|
XVI legislatura |
REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA[1]
SETTEMBRE 2012
DATI GENERALI |
|
Superficie |
357,050 kmq |
Capitale |
Berlino (3.500.000 ab.) |
Abitanti |
82.329.758 |
Tasso di crescita della popolazione |
-0,053 % |
Aspettativa di vita |
80 anni |
Gruppi etnici |
tedeschi 91,5%, turchi 2,4%, altri 6,1% |
Confessioni religiose |
protestanti 34%, cattolici 34%, musulmani 3,7% |
CARICHE DELLO STATO |
|
Presidente federale
|
Joachim GAUCK, eletto il 18 marzo 2012 con il sostegno di CDU, CSU, FDP, SPD e Verdi |
Presidente del Bundestag |
Norbert LAMMERT (CDU), eletto il 18 ottobre 2005, rieletto il 27 ottobre 2009 |
Presidente del Bundesrat |
Horst SEEHOFER (CSU), del Land della Baviera, dal 1° novembre 2011al 31 ottobre 2012[2] |
Cancelliere federale |
Angela MERKEL (CDU), dal 22 novembre 2005, secondo mandato dal 28 ottobre 2009 |
Ministro dell’Economia e Vice Cancelliere |
Philipp RÖSLER (FDP), da maggio 2011 |
Ministro degli Esteri |
Guido WESTERWELLE (FDP), dal 28 ottobre 2009 |
SCADENZE ELETTORALI |
|
Presidente federale |
Giugno 2015 |
Bundestag |
Settembre 2013 |
Bundesrat |
Il rinnovo dei membri dipende di volta in volta dai Governi dei singoli Länder |
QUADRO ISTITUZIONALE |
Sistema politico
Capo dello Stato
Il Capo dello Stato è il Presidente Federale. Viene eletto dall’Assemblea Federale, apposito organo composto dai deputati del Bundestag e da un numero uguale di delegati, scelti dai Parlamenti dei vari Länder. Viene eletto per cinque anni e può essere rieletto una sola volta. Propone al Bundestag l'elezione del Cancelliere Federale e, su proposta di questi, nomina e revoca i Ministri.
Parlamento
Il Parlamento tedesco consta di due Camere: il Bundestag e il Bundesrat.
Il Bundestag è eletto direttamente dal corpo elettorale per 4 anni. Ogni elettore dispone di due schede: con la prima procede alla scelta di uno dei candidati del collegio uninominale, tra i quali risulterà eletto quello che raccoglierà il maggior numero di consensi; con la seconda esprime la propria preferenza per una delle liste presentate dai partiti nel Land corrispondente. I seggi vengono assegnati ai vari partiti in base al risultato complessivo risultante dallo spoglio di tali seconde schede, compresi però i seggi già assegnati in sede di collegio uninominale. Può verificarsi perciò il caso dei cosiddetti “mandati in eccedenza”: può accadere, cioè, che un movimento politico veda eletto, nei collegi uninominali, un numero di suoi candidati superiore a quello spettante in base alla ripartizione percentuale ottenuta scrutinando le seconde schede. In tale ipotesi si determina conseguentemente un incremento dei seggi complessivi dell’Assemblea. Per poter essere ammessi alla ripartizione proporzionale dei seggi in base ai secondi voti, è necessario che un partito superi il 5% dei voti in tutto il territorio nazionale. Tale clausola di sbarramento non viene applicata se una lista ottiene almeno tre seggi nei collegi uninominali.
A partire dalle elezioni del 27 settembre 2009 è stato applicato un nuovo metodo di calcolo per la distribuzione dei seggi nell’ambito delle liste regionali, il metodo Sainte-Laguё/Schepers, che assicura una più equa distribuzione dei seggi in rapporto all’aumento demografico nei Länder, come deciso dal Bundestag il 17 marzo 2008 attraverso l’approvazione di una modifica della Legge Elettorale Federale.
Il Bundesrat è composto da membri dei Governi dei Länder, i quali Governi provvedono alla loro nomina e alla loro revoca. Il rinnovo dei membri dipende, di volta in volta, dai Governi dei singoli Länder. Per le città di Berlino, Brema e Amburgo possono essere membri del Bundesrat i sindaci e i membri del Parlamento locale.
Tutti i progetti di legge vengono esaminati e votati dal Bundestag,
che li approva a maggioranza semplice. Le leggi votate dal Bundestag passano al
Bundesrat, i cui poteri legislativi variano a seconda della materia: se si
tratta di leggi riguardanti i diritti e gli interessi dei Länder in ambito amministrativo,
finanziario e fiscale, nonché di leggi che modificano
Potere esecutivo
Il Governo federale è formato dal Cancelliere e dagli altri Ministri federali. Il Cancelliere è eletto dal Bundestag a maggioranza dei membri. su proposta del Presidente. Il Cancelliere determina l’indirizzo della politica federale e ne è responsabile. Il Bundestag può chiedere al Presidente la revoca del Cancelliere a maggioranza dei suoi membri, ma solo nel caso in cui sia in grado di esprimere il suo successore (c.d. sfiducia costruttiva).
QUADRO POLITICO |
Il Bundestag della
17ª legislatura, uscito dalle elezioni del
PARTITI |
SEGGI |
Unione Cristiano Democratica e Unione Cristiano Sociale di Baviera (CDU/CSU) |
239 |
Partito Socialdemocratico (SPD) |
146 |
Partito Liberaldemocratico (FDP) |
93 |
Linke |
76 |
Verdi |
68 |
TOTALE |
622[3] |
Il
Il
L’azione del Governo si basa sul “contratto di coalizione“ intitolato “Crescita, formazione, coesione”, formalizzato il 26 ottobre 2009 e contraddistinto da una forte attenzione sui temi economici. La sfida principale per il Governo infatti è superare la crisi economica e rilanciare la crescita e l’occupazione su basi sostenibili, attraverso un investimento strategico sulla formazione e la ricerca e mantenendo la coesione garantita dal consolidato modello di stato sociale tedesco. Anche le priorità programmatiche delineate dal Cancelliere Merkel nel corso della “dichiarazione di governo”, pronunciata il 10 novembre 2009 al Bundestag, sono in larga misura incentrate su tematiche economiche.
Aldilà dei propositi originari della coalizione, la legislatura è andata progressivamente caratterizzandosi per un punto qualificante nell’azione di Governo, ovvero la stabilizzazione dell’Eurozona.
Il Presidente della
Repubblica Federale di Germania è Joachim Gauck, pastore protestante e dissidente anticomunista nella DDR (ex
responsabile dell'organismo che indagava sugli archivi della Stasi). Viene
eletto il
Gauck succede a Christian Wulff (CDU), dimessosi il
Il 2009
è stato un intensissimo anno elettorale
per
In
particolare, nel Saarland, alle
elezioni del
Il
2011 si è caratterizzato come un
ulteriore intenso anno elettorale,
con votazioni regionali in
La
prima tornata, ad Amburgo, è stata vinta nettamente dall’SPD, i risultati
delle elezioni in Sassonia-Anhalt
hanno posto le condizioni per una conferma del governo di grande coalizione locale tra CDU ed SPD. Il più importante
appuntamento elettorale del
L’FDP è ormai il grande malato della politica tedesca, essendo passato in poco tempo dal trionfo del 2009 alla lotta per la sussistenza rispetto alla soglia di sbarramento. Una delle conseguenze più importanti è il cambio di leadership nel partito: il Ministro degli Esteri Westerwelle ha rinunciato infatti alla Presidenza, carica ricoperta dal 2001, nonché all’incarico di Vice Cancelliere, e il 13 maggio 2011 è stato nominato presidente del partitoPhilipp Rösler[6].
L’SPD –
che al congresso annuale riunitosi nel dicembre
I Verdi,
attraverso il Governo di uno dei Länder più importanti (Baden-Württemberg) e lo
storico sorpasso ai danni della CDU a Brema, hanno tratto nuova linfa e
spessore istituzionale per passare dalla dimensione di partito “minore”
(coalizzabile solo in qualità di junior partner) a partito “grande”, capace di
insidiare i “Volksparteien” tradizionali.
Il 25 luglio
u.s.
FOCUS DI POLITICA INTERNA ED ESTERA |
Economia tedesca
Nel secondo trimestre 2012, l’economia tedesca è cresciuta, sia pure moderatamente. Gli analisti parlano di una crescita stimabile tra lo 0,2 e lo 0,5%. Anche se le prospettive per il futuro restano incerte, l’economia si dimostra solida in un contesto europeo in condizioni non facili. Le ultime stime prevedono una crescita tra lo 0,7 e lo 0,9% per il 2012 e del 1,1/1,6% nel 2013.
In agosto l’inflazione è cresciuta del 2,1% ed alla fine dell’anno il tasso dovrebbe essere dell’1,7%.
Le entrate fiscali sono aumentate ad agosto del 12,8% annuo ed è l’aumento più consistente registrato dal marzo 2011. Nei primi otto mesi del 2012 le entrate del governo federale e dei Laender hanno fatto registrare un aumento complessivo del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Nessun paese dell’Ue ha inoltre così pochi
disoccupati giovani come
Tuttavia, non sono tutti favorevoli i dati per i lavoratori tedeschi. Un quinto degli occupati (20,6%) in aziende con più di dieci dipendenti lavoro per un salario inferiore ai 10,36 all’ora lordi (i dati risalgono comunque al 2010). Di certo è che il fenomeno dei bassi salari – insieme allo sviluppo di forme di lavoro atipico – ha assunto il carattere di una tendenza.
Nel 2012, la bilancia commerciale della Germania avrà
un attivo di 210 miliardi di dollari (171 miliardi di euro), superiore a tutti
gli altri Paesi del mondo.
Si è invece registrata una flessione per quanto
riguarda la produzione industriale in giugno (-0,4%) , ma il dato è molto più positivo di quello fatto
registrare da altre economie. Francia -2,6%; Regno Unito -4,6% e Italia -8,2%.
L’Europa a
Nel
discorso pronunciato davanti al Bundestag l’11 settembre, il Ministro delle Finanze, Schaeuble, ha affermato che la “locomotiva tedesca”, anche a causa
della crisi dell’euro e dell’alto debito USA, sta rallentando la sua corsa.
Schaeuble ha comunque ribadito come
In
settembre
La
sentenza della Corte Costituzionale (
Il 6 settembre Mario Draghi ha ottenuto dal Consiglio della BCE il via libera allo scudo anti-spread (possibilità di acquisto di titoli di stato dei Paesi che richiedono assistenza finanziaria dell’Europa, ponendo tuttavia delle condizioni rigorose). La risposta dei mercati è stata entusiasta, e, per quanto riguarda l’Italia, si è avuto subito una discesa dello spread sotto i 380 punti. La “svolta” ha riscosso il consenso della Cancelliera Merkel e del Presidente della Commissione Ue, Barroso.
· i due rami del Parlamento tedesco devono essere informati sulle decisioni che il MES richiede per il suo funzionamento;
· l’intervento della Germania per il Fondo MES non può superare la quota di 190 miliardi di euro senza il via libera del Bundestag;
·
possibilità per
La
decisione è stata accolta con grande soddisfazione dalla Cancelliera Merkel, la
quale ha parlato di un grande giorno per
Dopo la decisione della Corte Costituzionale, il Presidente tedesco, Joachim Gauch, ha affermato che la ratifica delle leggi che istituiranno in Germania il MES ed il fiscal compact avverranno senza indugi, anche se non è ancora stata fissata una data (al 24 settembre).
Intanto in Lussemburgo fervono i preparativi per mettere a punto il MES. Il Presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker ha convocato per l’8 ottobre il board del MES, a margine dell’incontro dei Ministri delle Finanze dell’Eurozona. Con l’adesione della Germania è stata infatti superata la soglia necessaria del 90% di capitale necessario per farlo partire. Il MES avrà una dotazione di 500 miliardi, con 700 miliardi di capitale proprio di cui 80 versati. A questi 700 miliardi va aggiunta la possibilità di intervento della BCE che potrà acquistare senza limiti titoli sul mercato secondario una volta che un Paese avrà richiesto l’intervento del MES e firmato un memorandum d’intesa con impegni vincolanti da rispettare. Il MES opererà secondo linee guida precise, ormai quasi ultimate, che ricalcheranno sostanzialmente quelle dell’EFSF (programmi di assistenza finanziaria completa, programmi preventivi, ricapitalizzazione di banche, acquisti sul mercato primario e secondario). L’EFSF resterà operativo sino a luglio 2013, quando non potrà più avviare programmi ma continuerà a gestire quelli già incominciati sino alla loro conclusione, che avverrà con il pagamento dei prestiti concessi ai Paesi in difficoltà.
Per il Presidente delle Casse di risparmio tedesche, Georg Fahrenschon, l’unione bancaria che si sta tentando di realizzare in Europa rappresenta una minaccia per i risparmiatori tedeschi. “Le banche in difficoltà all’estero non possono essere salvate con i soldi che teniamo in garanzia dei depositi dei nostri clienti locali. Vogliamo dire chiaramente che c’è un limite che non può essere superato. L’euro è una moneta forte e risparmi da noi sono al sicuro. Vogliamo che la situazione resti com’è e per questo rigettiamo i piani della Commissione Ue”.
Il 14 settembre il gruppo parlamentare CDU
e CSU al Bundestag si è detto contrario all’eventualità che il Presidente della
BCE, Mario Draghi, intervenga nel plenum del parlamento tedesco per spiegare il
piano del 6 settembre. Secondo i portavoce dei due gruppi politici, tale
eventualità potrebbe dare l’impressione errata che
In
un’intervista rilasciata al quotidiano “
Sulla necessità di un potenziamento del MES, si è detto d'accordo il Ministro Schaeuble. Anche perché l'ipotesi allo studio, secondo il Governo, non prevede affatto un aumento del contributo dei singoli Stati, e non intaccherebbe le limitazioni recentemente ribadite dalla Corte Costituzionale tedesca.
Per potenziare l'Esm - senza intaccare i contributi degli Stati - si ricorrerebbe
a quell'effetto leva già messo a punto per il vecchio fondo Efsf: un
meccanismo che permette cioè di attrarre capitali privati, sottoposti a una
percentuale di rischio limitata. Sarebbe sempre il fondo ad assumere il rischio
maggiore di eventuali perdite su emissioni di Stati messi sotto attacco dagli
speculatori. L'idea e' insomma quella di dotare il futuro Esm di uno strumento
già approvato per il suo predecessore, che però non compare nelle linee guida
iniziali e che andrebbe dunque 'aggiunto'. ''Si
tratta di mettere a disposizione del Meccanismo di Stabilità lo stesso
strumentario a disposizione dell'Efsf. E su questo sono in corso delle consultazioni
a Bruxelles'', ha spiegato una portavoce di Schaeuble. Ad opporsi,
stavolta, è però
L’intervista
di Mario Monti a Der Spiegel (
A seguito dell’intervista rilasciata dal Presidente del Consiglio italiano Monti al settimanale Der Spiegel, il mondo politico tedesco ha criticato il Primo Ministro italiano, reo, secondo i tedeschi, di aver messo in discussione l'autonomia dei Parlamenti rispetto all'azione dei Governi. Ma Monti ha respinto le accuse, parlando di “equivoco”, e spiegando di non aver mai voluto mettere in discussione l'autonomia dei Parlamenti europei. Tuttavia, ha ribadito il Primo Ministro che all'interno del dialogo tra Governi e Parlamenti, "è necessaria" una buona dose di flessibilità.
Il portavoce del governo tedesco, Georg Streiter, ha affermato che Angela Merkel ha sempre considerato imprescindibile il consenso parlamentare. Il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, ha definito "fuori da ogni discussione il controllo parlamentare della politica europea". Critiche sono arrivate anche dal portavoce della commissione Ue, Olivier Bailly: "Noi rispettiamo pienamente le competenze dei Parlamenti nazionali''.
Anche il Presidente del Parlamento tedesco, Norbert Lammert ha criticato le considerazioni espresse nell'intervista allo Spiegel dal Premier Monti sulla relativa autonomia che i governi dovrebbero mantenere nei confronti dei parlamenti nazionali nelle trattative europee. Per il Presidente del Bundestag il sostegno parlamentare alla politica europea non solo è richiesto senza eccezioni dalla Costituzione tedesca, ma è anche un presupposto essenziale per ottenere il consenso dei cittadini. Per Lammert “è comunque più accettabile che le aspettative dei mercati vengano deluse dai nostri ordinamenti giuridici e dalla nostra democrazia, che non il contrario''.
Il Primo Ministro ha avuto modo di approfondire e
chiarire tali temi nel corso dell’incontro che ha avuto con Lammert il
Il
vertice Monti – Merkel (
Preceduto da una tappa a Bruxelles, dove il 28 agosto il Primo Ministro ha avuto un incontro informale con il presidente della Commissione europea, Jose' Manuel Barroso, si è svolto il quinto incontro tra i premier Monti e Merkel. Il cancelliere tedesco ha promosso l'agenda "impressionante" di riforme italiane e lo ha esortato a proseguire sulla strada intrapresa perche' l'Italia puo' superare le difficolta' con le sue forze.
Monti ha evidenziato i "progressi rilevanti" compiuti dal nostro paese "con generoso apporto delle forze politiche e dei cittadini", progressi riconosciuti dai mercati e che si riflettono nei buoni risultati delle aste di titoli pubblici.
Il cancelliere ha assicurato: "Abbiamo completa fiducia che il governo italiano potra' prendere tutte le misure necessarie". E rispondendo a chi le chiedeva se avesse suggerito una richiesta dell'Italia al fondo salva-stati per avere garanzie per il dopo voto, ha precisato che il tema non e' stato affrontato. Tuttavia, secondo quanto riferiscono fonti di governo, Merkel nel confermare la fiducia al governo italiano ha sottolineato che il paese non ha bisogno di ricorrere allo 'scudo' anti-spread perche' puo' farcela da solo e non c'e' alcuna fretta.
Quanto
alle difficoltà dell'Europa Merkel non ha negato che l'agenda e'
"ambiziosa" ma, ha aggiunto: "Abbiamo i mezzi necessari per
stabilizzare l'Eurozona". Anche se ha frenato sulla licenza bancaria
all'Esm, il Meccanismo europeo di stabilita' sulla cui legittimita'
Dibattito su una maggiore integrazione europea: il fronte euroscettico
Ad agosto, si sono moltiplicate in Germania le voci di politici favorevoli a referendum popolari sulle politiche europee, da tenersi in un prossimo futuro. I sostenitori del pronunciamento popolare comprendono Rainer Bruderl (capogruppo liberale FDP) e il Presidente della CSU e governatore della Baviera, Horst Seehofer. Sul fronte dell’opposizione socialdemocratica, il Presidente del SPD, Sigmar Gabriel, ha invece proposto un profondo processo di riforma costituzionale per avvicinare Berlino a Bruxelles, al termine del quale dovrebbe tenersi un referendum. La proposta ha trovato il sostegno anche dei Verdi, anch’essi schierati all’opposizione. Sulla possibilità di indire un referendum si è espresso anche il Ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, il quale ha riconosciuto che sulla nuova Europa e sulle ripartizioni di competenze con gli Stati nazionali “un referendum è possibile prima di quanto mi potessi figurare solo qualche mese fa”.
E’ indubbio che l’euroscetticismo stia crescendo, sia in Francia che in Germania: Secondo un recente sondaggio, oggi i francesi voterebbero a netta maggioranza (64%) contro il Trattato di Maastricht. Una netta maggioranza (65%) non vuole comunque rinunciare alla moneta unica per tornare al franco. Per quanto riguarda le conseguenze dell’euro sull’economia, il 61% ritiene che l’euro abbia effetti negativi, il 63% ritiene che abbia effetti negativi sulla disoccupazione e soprattutto sul livello dei prezzi (89%). Il 67% degli interpellati è inoltre convinto che l’Ue “non vada nella giusta direzione” mentre il 76% è convinto che agisca in modo poco efficace per limitare gli effetti della crisi.
In Germania il 65% degli intervistati ha detto che senza la moneta unica avrebbe una situazione migliore. Cresce anche l’insofferenza nei confronti dell’Ue.
Il fronte euroscettico ha subito una sconfitta nei Paesi Bassi, dove il 12 settembre si è votato per il rinnovo del Parlamento. I due maggiori partiti moderati ed europeisti – liberali e laburisti – hanno ottenuto una netta vittoria, mentre fortemente ridimensionata è stata la destra populista ed euroscettica di Geert Wilders.
Secondo un articolo de
“
La considerazione della Germania in Europa
Un esempio di efficienza, ma anche di un popolo
arrogante: ecco come gli italiani vedono oggi i tedeschi, secondo un'inchiesta
pubblicata il 22 settembre dalla Sueddeutsche Zeitung, che indaga sui cliché
più diffusi sulla Germania di oggi, nell'Europa della crisi. Non sfugge
il trattamento riservato alla cancelliera Angela Merkel dai giornali di area di
centro-destra, in Italia: secondo
Per l'Italia, il quotidiano bavarese
intervista il germanista ed ex Direttore dell'Istituto di Cultura italiano a
Berlino, Angelo Bolaffi, secondo il quale la percezione che della Germania si
ha oggi nel Belpaese sarebbe ''schizofrenica''. ''Da un lato gli italiani temono un'egemonia dei tedeschi in Europa. E
dall'altro si preoccupano che
POLITICA ESTERA |
La politica estera
tedesca ha come ancoraggio fondamentale l’adesione
all’Unione Europea e all’Alleanza Atlantica. Il Governo Merkel II si è
aperto all’insegna della continuità in politica estera ed europea, anche sui
temi sui quali l'ispirazione dei partners di coalizione avrebbe potuto
imprimere un segnale più chiaro (allargamento UE; rapporti con
L’astensione tedesca (insieme a Russia e Cina) sulla Risoluzione n.1973 (marzo 2011) del CdS sull’intervento in Libia, promossa da Francia, USA e Gran Bretagna, ha avviato un momento di profonda riflessione, sia all’interno della società tedesca sia fra partner e alleati, sulla portata e gli obiettivi della politica estera della Germania. Tale riflessione, ancora in corso, ha messo in luce carenze strategiche nella visione di Berlino, che gli analisti politici tedeschi più accreditati imputano al Governo Merkel II, ritenuto troppo incline ad orientarsi secondo scelte tattiche di breve respiro.
1. Politica europea
In materia di allargamento dell’UE, le leggi di attuazione del Trattato di Lisbona, che prevedono il coinvolgimento del Bundestag, comportano un processo decisionale più lento e macchinoso. Nel contempo si sono registrate, grazie alle riflessioni sull'importanza di Ankara per la stabilità europea e sull'interesse europeo a integrare i Balcani occidentali, una serie di aperture da parte dell'Auswärtiges Amt e della Cancelleria federale. Fra l’estate 2011 e il marzo 2012 il Governo è infatti giunto alla determinazione di sostenere l’avvio dei negoziati con il Montenegro (decisione Consiglio Europeo dic. 2011) ed ha appoggiato (Consiglio Europeo mar. 2012) l’accoglimento della candidatura della Serbia, determinando così lo sblocco della precedente situazione di stallo.
La presa di distanza del Ministro degli Esteri nei confronti dell'idea di nuovi direttorii europei, così come la sua attenzione verso i nuovi Paesi membri piccoli e medi, sembrano rispecchiare un intento declaratorio piuttosto che una reale convinzione.
Per il momento l’unico
partner europeo di recente adesione a beneficiare di una particolare attenzione
da parte di Berlino è
Anche il Presidente Gauck ha scelto
Molta enfasi continua
ad essere posta sull’unicità del
rapporto franco-tedesco, come emerge anche nell’ambito della crisi
finanziaria europea in atto. In occasione del vertice bilaterale del 2010,
Berlino e Parigi hanno lanciato una ’”Agenda
La crisi finanziaria della Grecia e la conseguente instabilità dell’Euro hanno concentrato l’attenzione sulle priorità di politica economica e soprattutto sul ruolo esercitato dalla Germania nella famiglia europea per gli obiettivi di stabilità monetaria. Si è registrata una certa insofferenza dell’opinione pubblica, della stampa e di alcune parti politiche verso l’esercizio complessivo di costruzione europea ed il rischio di dover sopperire con risorse tedesche a carenze nella gestione di bilanci nazionali altrui.
Dall’emergere della
crisi finanziaria le forze politiche di Governo non hanno brillato per spirito
europeista. Nel corso del
Di pari passo, sempre
su impulso del Ministro Westerwelle, i tedeschi intendono avviare con Paesi
europei “like minded” (inclusa l’Italia) una fattuale riflessione su possibili
riforme costituzionali europee, onde porre le basi di un consolidamento più
visibile dell’unione politica. Un primo incontro fra Ministri degli Esteri si è
svolto a Berlino il
Il “caso Libia” ha infine fatto emergere per Berlino l’esigenza di una più impegnativa riflessione sulla politica europea comune di difesa e di sicurezza, sulla quale le scelte tedesche appaiono sempre più obbligate a convergere nel senso di una condivisione e compartecipazione delle forze armate dei Paesi europei, soprattutto in ragione delle decrescenti risorse destinate alla Difesa dalla Germania, le cui forze armate sono al momento oggetto di una radicale riforma.
2. Rapporti transatlantici
Il Governo Merkel ha puntato sul rilancio dei rapporti con gli Stati Uniti, facilitato dalla maggior sintonia con l’Amministrazione Obama. Nell’ottica tedesca, il rafforzamento dei rapporti con Washington si fonda su due principi base:
• l’Unione Europea non va intesa come un contrappeso al ruolo internazionale degli Stati Uniti. Al contrario, le relazioni con Washington, per Berlino come per Bruxelles, vanno inserite in un quadro di stretta collaborazione ovvero di partenariato, nell’ambito di un dialogo basato sull’ascolto reciproco;
•
Pur non essendo venuti meno i citati presupposti, la relazione con Washington ha subito un certo raffreddamento dopo l’astensione tedesca sulla Risoluzione n.1973 sulla Libia e la mancata partecipazione alla correlata missione militare. La visita a Washington del 6-7 giugno 2011 del Cancelliere Merkel ha messo in luce alcune criticità nel rapporto, che negli ultimi mesi si è comunque progressivamente ravvivato, evidenziando una consonanza di vedute sui temi del nucleare iraniano, della Siria, del Medio Oriente e del processo di pace in generale, anche se permangono in Germania alcune più sfumate critiche verso Israele.
3. Rapporti con
Il consolidamento delle strette ed eccellenti relazioni costruite con Mosca dal Governo Schröder (che aveva tra l’altro concluso l’accordo per North Stream) è rimasto un importante riferimento sia per il primo che per il secondo Governo Merkel.
Le elezioni legislative e presidenziali in Russia non hanno creato finora una occasione di ripensamento della linea tradizionale tenuta dalla Germania nei confronti della Russia. L’elezione di Putin a Presidente nel marzo 2012 non ha suscitato sorprese a Berlino, dove il Governo ha pubblicamente dichiarato di voler continuare a costruire con Mosca una relazione di partenariato strategico lungo le linee già percorse in passato.
4. Medio Oriente
L’attivismo tedesco
nella regione mediorientale trova le sue radici nell’unicità del rapporto con Israele, la cui sicurezza
è considerata come imprescindibile per
Le tensioni nel rapporto tra il Cancelliere Merkel e il Premier Netanyahu non mancano di riflettersi sulla politica mediorientale tedesca. La commissione mista tedesco-palestinese, iniziativa a sostegno dell’operato del Premier Fayyad lanciata nel 2010, si riunisce ormai con cadenza semestrale. La visita del Presidente Abbas a Berlino (18-19 gennaio), la telefonata del Cancelliere al Premier Netanyahu (26 gennaio) e la missione di Westerwelle in Medio Oriente (29 gennaio-1° febbraio), s’inseriscono nel quadro di un costante e intenso sforzo di Berlino per favorire il riavvio del negoziato israelo-palestinese anche lungo linee di sollecitazione più critiche nei confronti di Tel Aviv.
Sulla questione della statualità palestinese, la posizione della Germania appare ispirata alla priorità di trovarsi dalla parte "giusta" (esigenza particolarmente sentita dopo essersi ritrovata, nel voto sulla Ris. 973 sulla Libia, nel lato di Cina, Russia, Brasile e contro USA, Regno Unito e Francia) piuttosto che alla ricerca della soluzione migliore per favorire il Processo di Pace. La linea della Merkel è determinata quindi più che da considerazioni relative ai possibili effetti sul terreno, in ogni caso difficilmente prevedibili, da una valutazione sull'opzione (coesione europea o legame transatlantico e con Israele) più premiante a livello di politica interna. Considerazioni tradottesi nel voto negativo tedesco al Consiglio esecutivo Unesco del 5 ottobre 2011 sulla membership palestinese.
L’attivismo tedesco
abbraccia
Il 10 marzo 2012 il ministro degli Esteri
tedesco Guido Westerwelle si è
recato a San'a, nello Yemen, per una
breve visita nel corso della quale ha incontrato il neo-eletto presidente
yemenita Abd Rabbo Mansour Hadi. Il ministro tedesco ha salutato "la
transizione pacifica" al vertice dello Stato yemenita, sottolineando che
solo "questo modello può essere trasposto in altri Paesi" e ha poi
sottolineato come la sua visita rappresenti la dimostrazione del "sostegno
della Germania a questa evoluzione politica". Il ministro infine ha
dichiarato che
Sul dossier nucleare iraniano, fermo
restando l'obiettivo di riattivare il canale di dialogo tra l'Iran e i 5+1,
Berlino teme che, nel tentativo di vincolare la dirigenza iraniana a un serio
impegno negoziale, vengano fatte concessioni troppo generose all’inizio al solo
scopo di evitare l'abbandono delle trattative. Timore influenzato anche
dall’esperienza negativa con Israele in materia di insediamenti.
Si segnala la visita ufficiale compiuta dall’allora Presidente Wulff in Turchia, dal 19 al 23 ottobre 2010. Si tratta della prima compiuta nel paese da un Capo di stato tedesco da un decennio a questa parte, visita che si è svolta nel pieno di un acceso dibattito in Germania sull'integrazione nel paese dei circa 4 milioni di immigrati islamici, la maggior parte dei quali provenienti dalla Turchia. Wulff è intervenuto davanti al Parlamento di Ankara ed ha incontrato il suo omologo turco Abdullah Gul.
5. ONU
Le linee
programmatiche del Governo Merkel II confermano la tradizionale posizione
tedesca in tema di riforma del CdS: se da un lato
Dal 2009 (insediamento Governo Merkel II) l’aspirazione tedesca a un seggio permanente “tout court” sembra peraltro aver perduto lo slancio delle origini, al punto che la stessa Merkel, in un recente intervento sulle linee di politica estera, ha definito l’esercizio come “uno dei più frustranti” della sua carriera politica e si è detta aperta a soluzioni compromissorie alternative e “creative”. Il dossier è aperto a successivi sviluppi.
6. Afghanistan
L’impegno della
Germania in Afghanistan – è terzo contributore in termini di truppe - è
vincolato a un mandato parlamentare annuale, rinnovato all’inizio del 2011, che
fissa il tetto massimo della presenza militare a 5.000 soldati. Con una decisione del 14 dicembre 2011,
approvata dal Bundestag il 26 gennaio 2012, il Governo Federale ha deciso di rinnovare il mandato per la partecipazione
delle truppe militari tedesche all’operazione ISAF anche per il 2012. Punto
saliente della delibera è la riduzione
del contingente massimo di truppe sul terreno da
Il concetto strategico del Governo tedesco, presentato dal Cancelliere Merkel al Bundestag alla vigilia della Conferenza internazionale di Londra del 28 gennaio 2010, incentrato sulla "transizione della responsabilità", è imperniato sul potenziamento dei programmi di formazione delle forze di polizia afgane nonché su un importante contributo allo sviluppo e alla ricostruzione civile per un totale di 430 milioni di €; 50 milioni di € supplementari sono poi destinati al trust fund per la reintegrazione.
Il ritiro, d’intesa con il Gen. Petraeus, dei sei Tornado stazionati presso la base di Mazar el Sharif - il cui impegno era comunque, a causa dei caveats inseriti nel mandato, poco adatto alle esigenze operative della missione nonchè deludente sotto il profilo del rapporto costo-efficienza -, è stato positivamente salutato dal Bundestag, offrendo al Governo un credito in termini di immagine sapientemente sfruttato nel quadro della nuova strategia di comunicazione ad ampio raggio, inaugurata a un anno di distanza dall'incidente di Kundus che ha segnato, in termini di immagine, il nadir della presenza tedesca nell'Hindukush.
A seguito del lancio della transizione al Vertice NATO di Lisbona, Berlino auspica un pronto avvio del trasferimento di responsabilità sulla sicurezza alle autorità afgane nell’area del comando regionale Nord a partire da Badakshan, a nord di Kundus.
7. Siria
Il
Il 6 giugno u.s. i ministri degli Esteri dei Paesi occidentali e mediorientali piu' attivi sulla crisi siriana, tra cui Italia e Germania, si sono riuniti a Istanbul, nello stesso giorno in cui dal vertice russo-cinese di Pechino è venuta la proposta di una conferenza internazionale che garantisca l'attuazione del piano di pace di Kofi Annan. Dal vertice di Istanbul - convocato dalla Turchia anche su impulso dell'Italia - è giunto un chiaro appello al coinvolgimento di Mosca. Alla riunione ha partecipato anche il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton.
L’8 giugno u.s. il portavoce del governo
tedesco Steffen Seibert si e' detto "inorridito" dagli ultimi
massacri di civili in Siria - nella cittadina di al-Kabir vicino Hama, dove decine
di civili sono stati selvaggiamente uccisi - ed ha esortato
Il successivo vertice del Gruppo “Amici del popolo siriano” si è svolto il 6 luglio a Parigi. I partecipanti hanno rivolto un appello per l’approvazione in Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite una risoluzione che vincoli il regime di Damasco ad accettare un piano di transizione politica.
Il 20 luglio u.s. il
ministro della Difesa, Thomas de Maiziere, ha escluso un intervento militare
della Nato sotto l'egida delle Nazioni unite in Siria e sul sito del Ministero
degli esteri tedesco il ministro
Westerwelle ha annunciato che
7. Cooperazione allo sviluppo
La formazione del governo democristiano-liberale nell’autunno 2009 e l’assegnazione del portafoglio della cooperazione all’ex segretario generale dell’FDP Dirk Niebel hanno permesso di avviare quel programma di convergenza tra politica estera e azione internazionale a favore dello sviluppo evocato dal Partito Liberale in campagna elettorale.
Il Ministro Niebel ha cosi voluto imprimere un segnale di svolta alla politica di cooperazione tedesca, affinché essa si ispiri ai valori fondamentali, ma risulti anche orientata ai concreti interessi strategici ed economici della Germania. Maggiore efficacia degli aiuti, un più forte coinvolgimento del settore privato ma anche maggiore visibilità sono i principi d’azione del nuovo corso della cooperazione allo sviluppo tedesca.
Al fine di migliorare
il coordinamento dell’attività di cooperazione internazionale, Niebel ha
attuato nel gennaio 2011 una riforma
degli enti pubblici per l’esecuzione dei progetti di cooperazione, accorpando
le diverse agenzie in un unico organismo facente capo al Ministero per
Sono stati inoltre introdotti criteri più restrittivi nell’individuazione dei paesi beneficiari degli aiuti, con l’esclusione delle economie emergenti, in primis Cina ed India.
Nonostante le forti esigenze di contenimento della spesa pubblica, il bilancio della cooperazione allo sviluppo ha beneficiato per il 2011 di un incremento sul 2010 del 2,5%. La dotazione per l’anno finanziario in corso è di 6 miliardi e 219 milioni di €.
QUADRO ECONOMICO |
Principali indicatori economici |
2010 |
2011 |
2012 |
PIL nominale (mld di euro) |
2.497,60 |
2.570 |
n.d. |
Variazione reale del PIL (%) |
+3,6 |
+3 |
+0,7 |
Avanzo/disavanzo di bilancio (%PIL) |
-3,3 |
-1 |
-1 |
Debito pubblico (% del PIL) |
83,2 |
81,7 |
81,2 |
Inflazione (variazione media annua) |
+0,8 |
+2,3 |
+1,8 |
Disoccupazione (% valore medio) |
7,7 |
7,1 |
6,8 |
1. Il sistema economico
L’economia tedesca si
caratterizza anche per il suo alto grado
di internazionalizzazione. Nonostante il cambio non sempre favorevole, a
partire dall’anno 2000 l’industria tedesca ha aumentato le proprie quote sul
commercio internazionale e fino al 2009
Nel 2011 l’economia tedesca è cresciuta del 3% proseguendo la fase di espansione post-crisi (nel 2010 il PIL era cresciuto del 3,7%) trainata in primo luogo dalle esportazioni e in misura minore dalla domanda interna. Secondo il Governo federale la crescita nell’anno in corso dovrebbe complessivamente attestarsi allo 0,7%. Il previsto rallentamento è dovuto alle incertezze legate alla crisi finanziaria nella Eurozona e all’aumento più contenuto delle esportazioni. Secondo le prime stime di Bundesbank e Ministero per l’Economia nell’ultimo trimestre 2011 e nei primi due trimestri 2012 vi potrebbe essere una lieve recessione cui seguirebbe una fase di espansione nei successivi trimestri del 2012. La crescita economica quest’anno sarà trainata esclusivamentedalla domanda interna (+1,1%), mentre l’apporto del saldo con l’estero sarà negativo, poiché le importazioni (+3%) aumenteranno più delle esportazioni (+2%).
L'andamento dei conti pubblici tedeschi nel 2011 è stato migliore di quanto il
Governo avesse previsto. Il disavanzo di
bilancio delle amministrazioni
pubbliche per l’intero anno è stato pari all’1% del PIL:
Nel corso del 2011 si è assistito a un leggero aumento dei prezzi al consumo causato dal rincaro delle materie prime (soprattutto energetiche) e di molte derrate alimentari: il tasso di aumento medio è stato pari al 2,3%. I segnali di “raffreddamento” della crescita economica sia nazionale che europea, tuttavia, dovrebbero comportare un affievolimento del tasso di inflazione (previsto al +1,8% nel 2012). Il reddito disponibile di famiglie e privati cittadini dovrebbe aumentare del 3% con ricadute positive sui consumi interni.
Il comparto manifatturiero (ca. 22% del PIL) è la principale forza propulsiva dell’economia tedesca. Nel 2011 il livello della produzione industriale si è mantenuto sopra i valori registrati nel 2010 (ad es. +3% nel bimestre nov-dic 2011 rispetto allo stesso periodo del 2010). Nella seconda metà dell’anno tuttavia la produzione industriale ha rallentato la sua crescita (-1,4% nel bimestre nov-dic 2011 rispetto al bimestre precedente). Le prospettive 2012 restano incerte: sebbene le autorità di politica economica non prevedano alcuna sensibile diminuzione dell’attività industriale, la minore domanda di beni tedeschi dall’estero e il debole andamento degli ordinativi industriali preludono a un andamento meno brillante rispetto a quello registrato nel 2010 e nella prima metà del 2011.
Il mercato del lavoro infine dà segnali di ottima salute e rappresenta un fattore stabilizzante della congiuntura economica. La ripresa dopo la crisi del 2008-09 si è tradotta in Germania in un immediato aumento degli occupati e in un graduale riassorbimento della disoccupazione (7,4% a feb 2012), risultato da attribuire anche alle riforme del mercato del lavoro approvate all’epoca del 2° Governo di Gerhard Schröder. Secondo l'Agenzia federale per l'Impiego, il numero dei disoccupati è sceso ad aprile 2012 sotto la soglia dei 3 milioni (a 2,963 milioni): 115.000 unità in meno rispetto ad aprile 2011. Il tasso di disoccupazione è al 7%.
3. Politica economica
A seguito della
crisi finanziaria, che nel
Si riassumono qui di seguito le più importanti misure di politica economica adottate dalla Germania negli ultimi tre anni.
A seguito della crisi finanziaria nell’autunno 2008,
A luglio 2009 è stata poi approvata una speciale legge per permettere alle banche di ripulire i loro bilanci dai titoli tossici (comunemente nota quale legge sulle “Bad Bank”) e di erogare maggiori prestiti a consumatori e imprese. Essa è stata finora utilizzata da due banche tedesche. Nel dicembre 2009 è stata approvata la “legge di accelerazione della crescita”, una misura che contiene specifici sgravi fiscali a sostegno della domanda interna per un valore di circa 8,6 miliardi €. Nel novembre 2010, il Parlamento ha approvato un’imposta sulle banche il cui gettito (circa 1 miliardo € all’anno) confluirà in uno speciale Fondo da utilizzare in caso di future crisi finanziarie.
Il documento di
programmazione finanziaria pluriennale approvato nell’autunno 2010 prevede
tagli alla spesa e nuove specifiche imposte (sul traffico aereo ad es.) per
complessivi 82 miliardi fra il 2011 e il 2014 ed è attuato con le leggi di
bilancio annuali. L’ultima di queste è stata approvata nel novembre 2011 e
contiene il bilancio federale per il 2012: in esso si prevede un aumento della spesa federale di 400 milioni (rispetto al 2011) e un maggiore impegno finanziario per i settori delle infrastrutture e dell’energia.
È attualmente in discussione la riattivazione delFondo specialeSOFFIN che dovrebbe aiutare gli istituti bancari tedeschi, in caso di difficoltà, ad attuare gli aumenti di capitale richiesti dall’Autorità Bancaria Europea (EBA). Il disegno di legge prevede che il nuovo Fondo possa concedere alle banche garanzie statali fino a 400 e crediti fino a 80 miliardi.
Anche nel 2011,
Se consideriamo
il solo settore delle merci, nel 2011
Per l’anno in corso il Governo federale prevede un tasso di aumento (su base annua) dell’export e dell’import rispettivamente del 2% e del 3%.
[1]Fonti: Ministero degli Affari esteri, The CIA World Factbook, sito del Bundestag (http://www.bundestag.de), sito della Commissione europea, Economist Intelligence Unit, Ufficio federale di Statistica, fonti di stampa.
[2]Tale carica è ricoperta a rotazione, per la durata di un anno, dal Primo Ministro di ognuno dei 16 Länder, sulla base di un ordine decrescente, relativo al numero degli abitanti di ogni Länder.
[3] 24 seggi sono “mandati in eccedenza” (si veda sopra). Non si riporta la composizione del Bundesrat in quanto i suoi membri, espressione diretta dei governi locali, sfuggono ad un'appartenenza partitica tradizionale.
[4] Wulff era stato eletto il
[5] Si tratta di una formazione nata quasi come un fenomeno di costume, che ha raccolto consensi tra giovani utilizzatori di Internet, cittadini delusi dalla politica nel suo complesso, ovvero potenziali astenuti, nonchè ex-elettori di altri partiti, per lo più, si stima, di sinistra o liberali.
[6]Nominato ministro della Sanità alla nascita del secondo governo Merkel, per poi passare a dirigere il ministero dell'Economia nel maggio 2011, contemporaneamente viene nominato Vice-cancelliere federale.
[7] Sia il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) che il Fiscal compact sono stati ratificati il 29 giugno dal parlamento tedesco e sarebbero dovuti entrare in vigore il 1° luglio. L’iter è stato bloccato da un ricorso presentato a Karlsruhe (sede della Corte Costituzionale) dal partito dei Linke (sinistra). Al ricorso presentato dalla sinistra si è aggiunto un altro presentato, sempre alla Corte Costituzionale, da un gruppo di “euroscettici” guidati dall’economista e docente universitario, Markus Kleber, e mirante, in sostanza, a far slittare la decisione a dopo il 12 settembre. Il nuovo ricorso riguarda sia il MES che il Fiscal compact. Il Trattato di Stabilità (Fiscal compact) che impone la regola d’oro del pareggio di bilancio, al 13 agosto è stato ratificato da 11 Paesi dell’Ue, di cui sette appartenenti all’area Euro: Portogallo, Slovenia, Danimarca, Lettonia, Romania, Irlanda, Grecia, Spagna, Lituania, Austria e Italia. Per entrare in vigore dovrebbe essere ratificato da almeno 12 Paesi dei 17 dei Paesi appartenenti all’area euro entro il 1° gennaio 2013. Il fiscal compact fissa la cd. “regola d’oro” che limita allo 0,5% il deficit di bilancio.
[8] A bilanciare l’ottimismo
con cui in Europa è stata accolta la decisione della Corte, si segnala la
posizione del Sen. Paolo Franco
(LNP) Vice Presidente della Commissione per il Federalismo Fiscale e questore
del Senato: “
[9] Fra le proposte compare
l’istituzione di un Fondo monetario europeo, l’ipotesi di un rafforzamento
degli eurodeputati dell’eurozona, di poteri più forti per
[10]Dal gennaio 2003 è stata istituita presso il Ministero degli esteri tedesco
la figura del Commissario per