Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Rapporti Internazionali | ||||
Titolo: | LETTONIA - Incontro del Presidente della Camera con l'Ambasciatore della Lettonia, Elita Kuzma | ||||
Serie: | Schede Paese Numero: 449 | ||||
Data: | 01/04/2012 | ||||
Descrittori: |
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DOSSIER SCHEDE - PAESE
|
XVI legislatura |
LETTONIA
Aprile 2012
Cenni storici
La
presenza nella regione dei predecessori dei Lettoni moderni, noti con il nome
di Balti risale al
Nel
1561
Quando, nel 1721,
L’abolizione della servitù della terra (1819) e la sostituzione del tedesco con il russo come lingua ufficiale (1885) costituirono importanti momenti di passaggio nella storia lettone sotto il dominio russo.
Durante
la prima guerra mondiale,
Nell'agosto
del 1940 la nazione venne invasa dalle truppe
sovietiche sulla base dell’accordo Ribbentrop-Molotov
del 1939, e
La numerosa popolazione ebrea della Lettonia, che contava 90.000 persone, venne quasi del tutto sterminata. Nel 1944 e nel 1945 molti Lettoni emigrarono in Occidente per scampare alla riconquista dell'Armata Rossa. La seconda guerra mondiale provocò la morte di 450.000 Lettoni. Durante la dittatura di Stalin, tra il 1945 e il 1949, 150.000 persone vennero uccise o deportate.
I
primi segni di allentamento della pressione sovietica arrivarono alla fine
degli anni '80, con le riforme introdotte da Gorbaciov. Nella primavera del
1990 i nazionalisti ottennero la maggioranza nel Parlamento lettone, che
ripristinò
Dati generali
|
|
Abitanti |
2.245.357
|
Superficie |
64.589 kmq (poco più di un quinto della superficie italiana)
|
Capitale |
RIGA (700.000 abitanti)
|
Tasso di crescita della popolazione
|
-3,7% |
Aspettativa di vita |
74 anni
|
Gruppi etnici: |
1.330.769 lettoni; 612.306 russi, 78.890 bielorussi, 54.852 ucraini, 51.548 polacchi; 29.446 lituani
|
Religioni: |
Cattolici 430.000 (20%), Luterani 431.000 (20%), Ortodossi 370.000 (16%), Antichi Credenti (Ortodossi) 1787, Battisti 6454, Ebrei 9000
|
Lingue: |
Lettone (ufficiale), Russo (non è riconosciuta come lingua ufficiale, ma è parlato come lingua madre da più del 30% della popolazione)
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CARICHE DELLO STATO
|
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Presidente della Repubblica |
Andris BERZINS(Unione dei Verdi e degli Agricoltori, dall’8 luglio 2011) |
Primo Ministro |
Valdis DOMBROVSKIS (Unità, in carica dal 13 marzo 2009) |
Presidente del Parlamento (Saeima) |
Solvita ĀBOLTIŅA, (Unità. Eletta il 2 novembre 2010, rieletta il 18 ottobre 2011) |
Ministro degli Esteri |
Edgar RINKEVICS (Indipendente, appoggiato dal Partito delle Riforme, ZRP dal
|
Si ricorda che il lettone Andris PIEBALGS è il Commissario europeo per lo sviluppo.
SCADENZE ELETTORALI
|
|
Presidenziali e legislative |
2015 |
QUADRO ISTITUZIONALE
|
La
Costituzione (Satversme) del 1922 è stata riportata in vigore nel
Presidente della Repubblica
E’ eletto dal Parlamento con una maggioranza di almeno 51 voti validi, con un mandato di quattro anni, rinnovabile una sola volta.
Egli può convocare sedute straordinarie del Consiglio dei Ministri, che si riunisce sotto la sua presidenza per discutere l'ordine del giorno da lui fissato.
E'
anche titolare del diritto d'iniziativa legislativa. Ha il potere di sciogliere
Non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, che sono firmati congiuntamente con il Primo Ministro o con il Ministro competente. Può essere rimosso su proposta della metà dei deputati, con il voto di due terzi della Saeima.
Governo
E’
responsabile dinanzi alla Saeima e deve ottenerne la
fiducia.
Parlamento
E’ costituito da una sola Camera (Saeima), composta da 100 membri eletti a scrutinio proporzionale, con sbarramento del 5% per singoli partiti o coalizioni di partiti, per un periodo di quattro anni.
COMPOSIZIONE DELLA SAEIMA:
PARTITI |
SEGGI |
Centro per la Concordia |
31 |
Unità (partito del Primo Ministro Dombrovskis) |
20 |
Partito delle Riforme (ex Presidente Zlaters) |
16 |
Unione Nazionale |
14 |
Unione dei Verdi e degli Agricoltori |
13 |
Indipendenti |
6 |
TOTALE |
100 |
Fonte: sito del Parlamento lettone
Magistratura
QUADRO POLITICO
|
La crisi politica del 2011 e le
elezioni politiche anticipate (
Il
Presidente della Repubblica uscente Zatlers era
considerato il favorito per le imminenti elezioni presidenziali fino al
La maggioranza di centro-destra si è spaccata su tale decisione, con Unità che ha continuato ad appoggiare Zatlers mentre l’Unione dei Verdi e dei Contadini è passata all’opposizione.
Il
L’iniziativa di Zalters è
stata sottoposta il
I risultati delle elezioni legislative anticipate del
Il Partito delle Riforme dell'ex Presidente Zatlers è diventato la seconda forza elettorale del Paese ad appena due mesi dalla sua nascita.
In calo i partiti del Governo uscente: l'Unita' del Premier Dombrovskis e l'Unione dei Verdi e degli Agricoltori. Solo 5 partiti o blocchi, avendo superato la soglia di sbarramento del 5%, fanno parte della Saeima.
Il Centro per
Si ricorda che le precedenti elezioni parlamentari si erano svolte il
Il
Il Presidente della Repubblica, Berzins, ha esortato l'intero Esecutivo a lavorare con uno
spirito di unità, auspicando che la sua azione di governo sia più fruttuosa di
quanto non lasci supporre il sofferto processo di formazione della coalizione. Le priorità del Premier, al suo terzo mandato
consecutivo, saranno il perseguimento di una crescita economica stabile e sostenibile, il completamento del
programma di assistenza finanziaria concordato con il Fondo Monetario e con
La questione della minoranza russofona
Resta aperta in Lettonia la questione dell’integrazione delle minoranze, soprattutto quella russofona. Nel Paese risiedono circa 2.245.357 abitanti, di cui 27,47% di origine russa (612.306). Di questa componente 250.351 persone sono prive di cittadinanza e quindi non possono esercitare il diritto di voto.
La legge adottata nel 1994 attribuì la cittadinanza solo a coloro che già ne erano in possesso prima dell'annessione sovietica ed ai loro discendenti; per gli altri (immigrati dopo il 1940 dal resto dell’URSS e loro discendenti), non vi è stata altra via che quella della naturalizzazione.
Il processo di estensione della cittadinanza ai russi ha conosciuto in passato gravi problemi legati soprattutto alla difficoltà del test per l’ottenimento della cittadinanza ed in particolar modo per le persone più anziane (fra i quali non è molto forte la propensione ad affrontare il difficoltoso studio della lingua lettone). Il flusso di naturalizzazioni è aumentato considerevolmente negli ultimi anni su impulso ed iniziativa di Bruxelles che, nella fase di adesione di Riga all’Unione Europea ha chiesto alla Lettonia condizioni più semplici per l’ottenimento della cittadinanza da parte dei non cittadini. Le naturalizzazioni hanno registrato infatti un picco dal 2004 al 2006 (più di 16000 all’anno) e nell’ultimo triennio 2008 – 2010 sono state circa 2000 – 3000 all’anno.
Dall’inizio del processo di naturalizzazione (1995) le naturalizzazioni sono state 135.206 (cifra che è pari a circa il 6 % della popolazione). Oltre alle difficoltà di apprendimento della lingua lettone, si registrano comunque anche molti casi di non cittadini che preferiscono permanere nel loro status che consente loro non solo di usufruire delle libertà di tutti gli altri cittadini dell’Unione Europea, ma anche di entrare nella Federazione Russa senza visto.
L'altra
questione fondamentale relativa non solo alla minoranza russa ma anche alle
altre russofone concerne l'insegnamento
della lingua lettone nelle scuole superiori e professionali. Il
A partire dal 2007, anche gli esami di maturità sono effettuati in lettone, per tutte le materie, escluse ovviamente le lingue. Questa riforma ha determinato un forte scontento delle scuole, strumentalizzato da alcuni gruppi radicali, e le proteste di Mosca. Vi sono tra l'altro notevoli difficoltà pratiche, soprattutto connesse al fatto che il corpo insegnante non conosce sufficientemente il lettone per passare all'insegnamento in quella lingua. Negli ultimi incontri bilaterali ad alto livello ampio spazio è stato dedicato dai politici lettoni e russi alle suddette questioni
Va
segnalato che nell’ambito dei rapporti con il Consiglio d’Europa
L’Alto Commissario per le Minoranze
Nazionali dell’OSCE, Knut Vollebaek,
in visita a Riga nel Febbraio
Il referendum sulla lingua russa
Il
I risultati hanno premiato la
campagna dei partiti "lettofoni" a favore
del ‘no’, ma il dato più rilevante di questo
referendum è sicuramente la partecipazione al voto, che ha raggiunto il tasso
di affluenza record del 71,13%,
quasi identico a quello (71,49%) registrato nel referendum del
Il referendum ha quindi palesato le profonde divisioni che esistono tra maggioranza lettone e minoranza russofona, ed i politici lettoni stanno pensando di cambiare le norme sui referendum in modo da rendere più difficile la loro tenuta. In base alle leggi vigenti, è sufficiente raccogliere le firme del 10% dell’elettorato per avviare un referendum. In particolare, a preoccupare il governo è la frequenza con cui recentemente si sono tenuti referendum (due in meno di un anno), il loro costo e la possibilità che, in futuro, campagne referendarie possano essere finanziate da stranieri e permettere ad una minoranza di dettare regole alla maggioranza.
POLITICA ESTERA
|
La Lettonia, che ha conseguito nella primavera del 2004 i due obiettivi fondamentali che si era posta all’indomani della riacquistata indipendenza, ovvero l’adesione all’Unione Europea ed alla NATO, è ormai un Paese pienamente integrato nella comunità occidentale euro-atlantica.
Le linee direttrici
dell’attuale politica estera lettone possono essere riassunte come segue:
rafforzamento della sicurezza nazionale in stretta cooperazione con i partner
dell’UE e della NATO; creazione sul piano internazionale di condizioni
favorevoli alla promozione degli interessi economici
lettoni in Europa e nel mondo; rafforzamento della cooperazione tra i Paesi
Baltici; diversificazione dei rapporti con gli altri Stati UE, attraverso
l’intensificazione delle relazioni con Paesi diversi da quelli come
In considerazione della consistente
minoranza russofona nel Paese e dell’opportunità di stretti rapporti economici
(oltre all’obbiettiva dipendenza energetica),
Nel più ampio quadro della
cooperazione multilaterale con
Il 2010 è stato un anno significativo nei rapporti russo – lettoni grazie alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica lettone Zatlers a Mosca per le celebrazioni del 9 maggio relative alla vittoria russa nella seconda guerra mondiale e alla storica visita bilaterale (la prima di un Presidente lettone) che ha compiuto in dicembre. Grazie al lavoro costante della Commissione Intergovernativa sono stati sottoscritti un grande numero di accordi, come ad esempio quello sulla doppia imposizione destinato a ripercuotersi positivamente sulle relazioni economiche, ma anche altri che testimoniano dei risultati raggiunti attraverso la cooperazione pragmatica degli ultimi anni (lotta contro la criminalità, protezione dell’ambiente, attraversamento delle frontiere nelle regioni transfrontaliere, cooperazione nelle situazioni di emergenza, sicurezzza sociale, turismo).
Nei rapporti con
La firma del Trattato di frontiera con
Il dialogo tra Riga e Mosca, fonte di contrasti non ancora sopiti, si concentra inoltre sulla questione della minoranza russofona residente nel Paese.
In questo contesto bilaterale complessivamente positivo rispetto al passato non mancano però anche altri problemi legati soprattutto a questioni come l’approvvigionamento energetico, il traffico transfrontaliero (continuano le code di TIR alle frontiere) e l’esistenza di un’opinione pubblica fortemente anti-russa.
Speculari alle relazioni con
La Lettonia è stata
inoltre impegnata dal 2003 nel teatro iracheno dove si
sono alternati 1150 militari (con un picco delle presenze registrato nel 2004
con 373 unità) ritirati definitivamente
nel giugno 2007, ed è presente con 175 militari in Afghanistan
presso Meymaneh, sotto comando norvegese, nella
regione del Faryab.
Sul piano della
cooperazione regionale,
Così come i rapporti con gli USA,
l’appartenenza alla NATO è vissuta
come il baluardo contro il ripresentarsi di minacce esterne, in particolare in
provenienza da est.
La Lettonia rientra tra i sostenitori dell’allargamento del Consiglio di Sicurezza e dell’inclusione di Brasile, Germania, Giappone e India.
Il Ministro degli Esteri Rinkevics ha esposto, in occasione del suo primo dibattito parlamentare sulla politica estera del Paese, a metà febbraio 2012, le priorità di politica estera della Lettonia. Egli ha evidenziato come il risultato più importante raggiunto dalla Lettonia nel 2011 sia stato il consolidamento della sua immagine di Stato membro dell'UE, grazie alla sua capacità di risanare la situazione finanziaria, di mantenere gli impegni assunti in ambito NATO, e di evitare di diminuire la sua presenza nella missione ISAF in Afghanistan. Egli ha altresì annunciato che, durante l'attuale legislatura, la politica estera lettone sarà diretta, oltre che a consolidare la sicurezza esterna del Paese, anche a rafforzarne l'autorevolezza politica e la competitività economica, mediante l'ulteriore integrazione nello spazio economico europeo e soprattutto con l'attrazione di investimenti. Egli ha insistito sui benefici apportati dall'istituzione dell'unione doganale, del mercato unico e dello spazio Schengen, dalla creazione della moneta comune e dalle politiche di sostegno alle regioni europee meno sviluppate. Rinkevics, pur ammettendo che in Lettonia esistono ancora opinioni differenti sul ruolo da svolgere in seno all'UE, ha espresso il fermo auspicio che, in futuro, il Parlamento lettone approvi il nuovo Trattato su stabilità, coordinamento e governance nell'Unione economica e monetaria.
In tema di sicurezza, il Ministro, menzionando la questione del pattugliamento dello spazio aereo lettone da parte della NATO, ha ribadito come l’Alleanza Atlantica rimanga il pilastro della sicurezza della Lettonia.
La Lettonia ha fatto il suo ingresso ufficiale nell’Unione Europea il 1° maggio 2004.
Al momento dell’adesione, oltre il 70% dei lettoni si pronunciò per l’ingresso nell’Unione. Nei mesi successivi, tuttavia, l’atteggiamento dell’opinione pubblica nei riguardi dell’Unione Europea si è rivelato sempre più distaccato in base ai sondaggi.
I motivi di tale atteggiamento sono molteplici: su un piano concreto i benefici anche di carattere finanziario dell’appartenenza all’UE non sono ancora compiutamente percepiti e da un punto di vista psicologico, permane poi il timore di essere inglobati in un’organizzazione troppo grande per le dimensioni del Paese che corre il rischio di vedere i propri specifici interessi sacrificati a quelli di partner maggiori e più autorevoli.
Da ciò la tendenza ad allinearsi su posizioni che possono essere considerate
euro indifferenti più che euroscettiche. Le Autorità
lettoni stanno comunque promuovendo una serie di iniziative (tra cui la
giornata dell’Europa) per far conoscere alla popolazione locale le istituzioni
europee e un fattore positivo importante in questo processo di riavvicinamento
è sicuramente giocato anche dai prestiti
che
La Lettonia è invece favorevole all’avvicinamento e alla futura integrazione di Paesi dal comune passato sovietico. Non a caso la Lettonia è tra i Paesi che hanno maggiormente sostenuto l’istituzione del Partenariato Orientale. Riga è inoltre favorevole all’ingresso di Islanda e Turchia nell’Unione Europea e in generale allo status di Paesi candidati per gli Stati dei Balcani Occidentali.
Per quanto riguarda l’Europa a geometria variabile, il 21 dicembre 2007 anche la Lettonia ha beneficiato dell’allargamento dell’area Schengen. In quest’occasione il governo ha manifestato grande soddisfazione per aver portato a termine il processo di adeguamento e ne ha sottolineato gli aspetti delicati e di grande impegno sotto il profilo degli adempimenti amministrativi ed informatici. Originariamente prevista per il 2008, l’adesione della Lettonia alla moneta unica è stata rinviata al 2014, prima per l’alta inflazione del Paese e poi per la grave crisi economica e finanziaria che ha colpito Riga. Tale crisi è stata causata anche dalla gestione delle politiche economiche dei precedenti governi, tra cui quello del Primo Ministro Kalvitis che aveva chiaramente lasciato intendere come la priorità della Lettonia fosse l’incentivazione dello sviluppo economico piuttosto che una politica di contenimento della spirale inflazionistica in vista di un’immediata integrazione nella “zona euro”.
In occasione della firma del Trattato di Riforma avvenuta a Lisbona il 13 dicembre 2007, il governo lettone ha espresso una valutazione decisamente positiva sull’evoluzione del processo di integrazione europea: secondo l’allora Ministro degli Esteri Riekstins, il nuovo Trattato, con le modifiche previste a livello istituzionale e decisionale, è uno strumento necessario all'Unione Europea per poter continuare a perseguire efficacemente i suoi obiettivi. Il Trattato è stato ratificato, per via parlamentare, l’8 maggio 2008.
Nella prima Commissione Barroso, al membro lettone, Andris Piebalgs sono state affidate le competenze in materia di energia, mentre nel Barroso bis lo stesso Piebalgs detiene il portafoglio dello Sviluppo.
La costituzione di un mercato comune dell’energia, la realizzazione di infrastrutture energetiche così come il tema collegato della sicurezza energetica, il Partenariato Orientale e la Strategia del Mar Baltico rappresentano le priorità della politica lettone in ambito UE. La Lettonia reputa infine particolarmente importante l’area delle relazioni esterne dell’Unione, ed intenderebbe, ad esempio migliorare la cooperazione consolare tra i Paesi Membri anche attraverso il nuovo Servizio Europeo per l’Azione Esterna.
DATI ECONOMICI
|
Fonte: Ufficio statistico lettone, data base Eurostat data, Comext data base, Bank of Latvia data base
La composizione del PIL lettone si caratterizza
per la netta predominanza del terziario (commercio,
trasporti, comunicazioni ed attività finanziarie).
Negli ultimi anni il governo centrale ha cercato di facilitare la creazione di
nuove imprese e il migliore funzionamento di quelle già esistenti, soprattutto
piccole e medie (PMI), che rappresentano quasi il 98% dell’intera struttura
produttiva del Paese. Nel quadro della politica a
favore delle PMI,
La forza del settore industriale del Paese sta nell’intensità del lavoro e nei settori a basso valore aggiunto (lavorazione di prodotti alimentari, del legname, prodotti tessili). L’entrata nell’Unione Europea ha evidenziato il problema della necessità di ristrutturazione dei macchinari e degli equipaggiamenti elettrici già esistenti.
Dopo la crescita iniziata timidamente al termine del 2010, anche il primo semestre del 2011 conferma l’andamento positivo dell’economia lettone, che ormai sembra aver invertito la tendenza negativa registrata a partire dalla seconda metà del 2008.
La Lettonia sta ancora utilizzando l’ultima tranche del prestito di 7,5 mld di Euro concesso da diverse
istituzioni erogatrici (il FMI 1,7 mld, l’UE 3,1 mld e gruppi di Paesi tra cui gli Scandinavi, Estonia
inclusa, per 1,9 mld di Euro
Il precedente Governo ha proficuamente lavorato per stimolare e far rifiorire la fiducia sia interna che internazionale sul sistema finanziario del Paese, e per contribuire direttamente ed indirettamente ad invertire la tendenza negativa della competitività attraverso il taglio alle spese del settore pubblico, al fine di aumentarne l’efficacia e l’efficienza. Il nuovo Governo, formatosi a seguito delle elezioni politiche di settembre 2011, sta continuando la politica di riduzione della spesa pubblica mirando ad ottenere di un deficit di bilancio pari al 2,5% del PIL nel 2012.
Con una
crescita del Pil nel 2011 del 5,3%,
I
principali settori che hanno guidato l'economia lettone
nel 2011 sono stati: il settore manifatturiero, che nonostante i poco positivi
sviluppi dell'economia globale, ha assicurato un continuo incremento dei volumi
di produzione; il settore dei trasporti e della logistica, con porti e ferrovie
che hanno raggiunto e superato tutti i record degli ultimi anni per volumi di
merci trasportate e movimentate; il settore del commercio al dettaglio, che
nell'arco dell'anno, grazie ad un lento ma progressivo aumento delle retribuzioni
e alla ritrovata fiducia, ha fatto registrare una crescita moderata solo nell'ultimo
trimestre, ma ripartita ancor più velocemente nello scorso mese di gennaio
(+16,6% a prezzi costanti rispetto al gennaio 2011). Per quanto riguarda la produzione industriale, essa e' cresciuta in gennaio dell'1,9% rispetto al mese
precedente e di ben l'8,2% rispetto al gennaio 2011. La più importante crescita
nel settore manifatturiero e' stata realizzata dai
comparti chimico e dei prodotti chimici (+200%), delle riparazioni e
installazioni di macchinari (+89,7%) e delle attrezzature elettriche (+40,5%).
Al contrario, le più marcate, ma contenute,
contrazioni si sono osservate nei settori dei prodotti per il trasporto
(-4,5%), dei prodotti farmaceutici di base (-2,5%) e di quelli alimentari
(-0,8%). A fine gennaio 2012 il tasso di inflazione e' risultato
significativamente in calo (+3,6%) rispetto a quello del 2011 (+4,4%), pur se i
prezzi al consumo appaiono in lieve aumento (+0,8%) rispetto al mese
precedente. Il tasso registrato nel 2011 è stato principalmente causato dagli
aumenti delle imposte indirette (IVA, accise su carburanti alcolici e
sigarette), nonché dagli aumenti esogeni dei prezzi
dell'energia (gas + 8,6%, energia termica + 9,4%, carburante + 4,0%) e dei
prodotti alimentari. I prezzi di questi ultimi stanno comunque divenendo meno
volatili e risultano a marzo 2012 aumentati solo
dell'1,1% rispetto al mese precedente. Il livello di sussistenza minimo in
Lettonia ha raggiunto in gennaio 2012 la cifra di 173,47 Lat (pari a 246,82
Euro) con una crescita dello 0,7% rispetto al mese precedente, dovuta
all'incremento del costo dei servizi (+2,5%) solo parzialmente compensato dalla
diminuzione dei prezzi dei prodotti non alimentari (-0,9%). Secondo
informazioni preliminari dell'Agenzia Nazionale per il Lavoro, il tasso di disoccupazione si e'
attestato a fine febbraio 2012 sull'11,8% della popolazione attiva, rimanendo
sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente. Secondo previsioni del
Ministero dell'Economia, nel corso del
La Lettonia, per raggiungere
l’obiettivo di colmare il deficit di bilancio del 2,5% nel 2012, necessita di
protrarre la politica dei tagli alla
spesa pubblica anche per il 2012, nonostante l’inaspettato buon andamento
dell’economia nazionale nel
Per
far fronte, infatti, alla grave crisi economica e finanziaria che ha colpito il
Paese nel 2008
Il
consolidamento fiscale che
A partire dal primo gennaio 2005, data in cui
Sono molti oggi coloro
che ritengono un’importante occasione perduta la mancata adozione della
moneta unica entro la scadenza prevista del 2008 e che pensano che non si possa
mancare il prossimo appuntamento fissato dall’attuale Governo per il 2014. Il
settore bancario lettone, composto da 23 banche commerciali
(tra cui il gruppo italiano Unicredit che ha rilevato
La
Lettonia nel 2012 risulta essere al 21mo posto nel
ranking elaborato nel rapporto dalla Banca Mondiale "World Bank's Doing Business 2012 Index". Ha guadagnato 10
posizioni rispetto al 2011. Per la prima volta il Paese ha raggiunto questo
ranking superando gli altri due Paesi baltici (
Come molti piccoli paesi ad economia di mercato
In base agli ultimi dati dell’Ufficio di Statistica lettone, nonostante un rallentamento negli ultimi mesi del 2011 dovuto soprattutto all'indebolimento della domanda sui mercati esteri, il volume totale del commercio internazionale della Lettonia (13,6 miliardi di Lats, pari a oltre 19 miliardi di Euro, a prezzi correnti) ha registrato nel 2011 una crescita del 28,2% rispetto all'anno precedente. Le esportazioni, che hanno raggiunto 6 mld Lats, pari a 8,4 mld. Euro, sono cresciute del 28,1%; mentre le importazioni, ammontate a 7,6 mld Lats, pari a 10,6 mld Euro, sono aumentate del 28,3%. Il saldo negativo della bilancia commerciale (-1,6 mld Lats, pari a 2,2 mld Euro) e' risultato comunque sensibilmente inferiore a quello degli anni passati e, pur restando il tasso di incremento dell'import ancora a fine 2011 leggermente superiore a quello dell'export, il differenziale registra comunque una piu' marcata tendenza verso il riequilibrio.
Il
valore totale delle esportazioni nel
Le previsioni dell'interscambio della Lettonia con l'estero per il primo quadrimestre del 2012 appaiono ancora lievemente positive, sia alla luce degli attuali volumi degli ordini e dei livelli di competitività delle imprese lettoni, sia perché le esportazioni lettoni destinate ai Paesi europei che registrano maggiori contrazioni della domanda rappresentano solo il 2,6% del totale.
Investimenti
Anche gli IDE, che sempre in passato hanno svolto un ruolo fondamentale nell’economia lettone, contribuendo, tra l’altro, a compensare almeno in parte il deficit della bilancia commerciale, ad eccezione del periodo più acuto della crisi, hanno ripreso a far registrare nel periodo di riferimento un incremento pari al 4,4% rispetto al valore del primo semestre del 2011.
Il principale investitore straniero
in Lettonia è stato, nel primo semestre del 2011,
Il settore che, nel primo semestre
del
Nel 2011 gli investitori stranieri hanno incrementato le loro partecipazioni azionarie nelle società lettoni di circa 320 milioni di Lats (pari a 455 milioni di Euro), con un incremento del 10,8% rispetto all'anno precedente. I maggiori investimenti sono stati effettuati soprattutto nei settori dello sviluppo immobiliare, finanziario e dell'energia.
Investimenti diretti esteri in Lettonia per Paese di provenienza
(dati cumulativi, fine del periodo Mln/Euro)
Paese |
2010 |
Quota totale, 2010 % |
I sem. 2010 |
I sem. 2011 |
Var. 11/10 % |
Totale |
8 183,7 |
100,0 |
7 863,2 |
8 211,3 |
4,4 |
Svezia |
1 055,5 |
14,2 |
1 101,9 |
1276,1 |
15,8 |
Estonia |
1 158,1 |
12,9 |
1 303,3 |
1250,1 |
-4,1 |
Olanda |
576,0 |
7,0 |
482,2 |
589,6 |
22,3 |
Danimarca |
422,2 |
6,7 |
567,9 |
487,3 |
-14,2 |
Germania |
551,3 |
5,2 |
537,4 |
470,4 |
-12,5 |
Cipro |
400,5 |
4,9 |
311,6 |
435,4 |
39,7 |
Federazione Russa |
365,5 |
4,5 |
395,7 |
396,6 |
0,2 |
Finlandia |
336,8 |
4,1 |
355,7 |
390,8 |
9,9 |
Irlanda |
328,1 |
4,0 |
381,6 |
381,5 |
0,0 |
Norvegia |
274,3 |
3,4 |
229,9 |
343,5 |
49,4 |
Lituania |
261,0 |
3,2 |
235,9 |
266,1 |
12,8 |
Stati Uniti |
253,8 |
3,1 |
276,5 |
259,4 |
-6,2 |
Regno Unito |
249,8 |
3,1 |
179,6 |
245,5 |
36,4 |
Lussemburgo |
181,0 |
2,2 |
224,3 |
229,8 |
2,5 |
|
|
|
|
|
|
Italia |
43,6 |
0,5 |
40,8 |
49,6 |
17,6 |
In seguito alla grave crisi
economica e finanziaria che ha colpito il Paese alla fine del 2008,
Unione Europea
In ambito UE,
Fondo Monetario Internazionale
Prima della crisi finanziaria
mondiale, i rapporti con il FMI si limitavano alle consultazioni periodiche
sulla base dell’Articolo IV (ultima consultazione: 4 ottobre 2006). Il 23
dicembre 2008 il Consiglio Esecutivo del Fondo Monetario Internazionale ha
approvato il previsto prestito finanziario in favore della Lettonia per una
somma pari a 1,7 miliardi di euro, in base alla formula dello Stand-By Arrangement
e facendo seguito al piano di stabilizzazione macroeconomica varato dal
Governo lettone il 12 dicembre 2008. L’obiettivo principale del programma di
prestito finanziario è il mantenimento dell’ancoraggio del tasso di cambio del lats con l’euro, non più sostenibile per
Con
la quarta revisione del programma di stabilizzazione e
di ripresa economica della Lettonia,
Banca Mondiale
Nell’ambito del piano internazionale
di prestito finanziario a favore della Lettonia,
Banca Europea per
Nell’ambito del piano internazionale
di prestito finanziario a favore della Lettonia,