Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: BRASILE - X Conferenza dei Presidenti delle Camere dei Paesi del G8 ' Parigi, 9-10 settembre 2011
Serie: Schede Paese    Numero: 398
Data: 07/09/2011
Descrittori:
BRASILE   GRUPPO DEGLI OTTO PAESI PIU' INDUSTRIALIZZATI ( G8 )
PRESIDENTE DELLA CAMERA     

BRASILE

 

DOSSIER SCHEDE - PAESE

 

 

 

 

 

XVI legislatura

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 397

 

27 LUGLIO 2011

 

 

 

 

CAMERA DEI DEPUTATI

 

Servizio Rapporti internazionali


togo[1] 

(Repubblica togolese)

 

Flag of Togo

 

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Luglio 2011

 

DATI GENERALI

Superficie

56.785 kmq

Capitale

LOMÈ’ (750.00 abitanti)

Abitanti

6.020.000 abitanti

Tasso di crescita della popolazione

3,3%

Aspettativa di vita

60 anni

Gruppi etnici

La popolazione è composta prevalentemente da 37 tribù africane. Gli europei ed i siro-libanesi costituiscono l’1% della popolazione.

Religioni

Animista 51%; Cristiana (prevalentemente cattolica) 29%; Musulmana 20%

Lingue

Francese (lingua ufficiale), Ewe, Mina, Kabye e Dagomba.


Cenni storici

 

Dopo l'indipendenza dalla Francia, il Presidente Sylvanus Olympio, eletto nel 1960, fu rovesciato il 13 gennaio 1963 da un gruppo di 626 veterani togolesi dell'esercito francese, cui lo stesso Olympio aveva in precedenza negato l'accesso nell'esercito regolare del Togo. In tal modo, il Paese diventava teatro del primo Colpo di Stato militare in Africa.

Il giorno dopo il colpo di stato, Olympio fu ucciso e al suo posto subentrò il fratello, Nicolas Grunitzky. Nel 1967, Grunitzky fu a sua volta deposto dal sergente Étienne Eyadéma, che controllava l'esercito e che instaurò un regime monopartitico. Eyadéma nazionalizzò le principali risorse economiche del Paese (a partire dalle miniere di fosfati), espropriandole alle società straniere che le avevano acquisite nel periodo coloniale. In segno di emancipazione dagli europei, ordinò fra l’altro a tutti i togolesi che avevano un nome di battesimo europeo di cambiarlo con un nome locale; egli stesso si fece da allora chiamare Gnassingbé Eyadéma.

Nonostante queste iniziative anticolonialiste, Gnassingbé Eyadéma continuò a intrattenere rapporti commerciali e politici con l'Europa e in particolare la Francia. Negli anni del regime di Gnassingbé Eyadéma, molte Organizzazioni Internazionali ed Amnesty International denunciarono frequenti violazioni dei diritti umani da parte dei militari e del Governo togolese, criticando anche l'appoggio fornito dalla Francia a Gnassingbé Eyadéma.

All'inizio degli anni novanta, sotto forti pressioni internazionali, Gnassingbé Eyadéma rassegnò le dimissioni da capo del Governo. In seguito all'elezione del Primo Ministro ad interim, tuttavia, l'esercito mise in atto una serie di azioni terroristiche, tra cui il bombardamento dell'abitazione del Primo Ministro e diversi attentati, nonché omicidi politici ai danni della stampa, dei sindacati e di altre Organizzazioni che si opponevano a Gnassingbé Eyadéma. Il Togo apparve sull'orlo della guerra civile; molti profughi fuggirono in Benin e in Ghana. 

Per favorire il dialogo interno ed il processo di democratizzazione, il Presidente del Burkina Faso, Compaoré, patrocinò l’accordo fra Governo e l’opposizione (Ouagadougou 1992), in seguito al quale Gnassingbé Eyadéma, desideroso di accreditarsi quale garante della transizione democratica, annunciò libere elezioni presidenziali, effettivamente tenutesi nell'agosto del 1993 in un clima di effervescenza sociale e di duri contrasti con le opposizioni che le avevano boicottate, contestando l’eccessivo controllo che Gnassingbé Eyadéma esercitava sull'apparato amministrativo e il monopolio detenuto sui mezzi di informazione. Gnassingbé Eyadéma fu rieletto con il 96,4% dei voti, ma le diffuse irregolarità che fecero dubitare della regolarità della consultazione. Eyadéma si aggiudicò anche le elezioni presidenziali del 1998. In quest’ultimo caso le elezioni furono ampiamente contestate dalle opposizioni, che denunciarono numerose irregolarità e che decisero di boicottare i lavori dell’Assemblea Nazionale.

Il 5 febbraio del 2005, con l’improvvisa morte di Gnassingbé Eyadéma, il figlio del defunto Presidente, Faure Gnassingbé, assunse il potere, contravvenendo al dettato costituzionale in base al quale l’interim della Presidenza sarebbe spettato al Presidente dell’Assemblea Nazionale, Natchaba, che avrebbe dovuto indire nuove elezioni entro 60 giorni. Le forze armate togolesi giurarono fedeltà a Faure Gnassingbé ed il 7 febbraio 2005 il Parlamento modificò la Costituzione, dichiarando che Faure Gnassingbé sarebbe rimasto in carica fino alla fine del mandato del padre e che le elezioni sarebbero state rimandate al 2008. La motivazione addotta fu che Natchaba si trovava fuori del paese, al momento della morte del Presidente.

La gravità degli avvenimenti ed il rischio di effetti destabilizzanti sui Paesi limitrofi, in particolare sulle Guinee, indussero la Comunità Internazionale ad esprimere una ferma reazione volta al ripristino della legalità costituzionale. Così, il 25 febbraio 2005, Faure Gnassingbé rinunciò all’interim ed indisse nuove elezioni presidenziali per l’aprile successivo, che videro la sua affermazione con il 60% dei suffragi.  Nonostante il rifiuto dell’opposizione di riconoscere il nuovo Presidente, la denuncia di brogli e la fuga di numerosi togolesi verso il Benin ed il Ghana, gli osservatori dell’ECOWAS,giudicando episodiche le irregolarità, dichiararono sostanzialmente valida la consultazione.

Faure Gnassingbé procedette quindi a nominare come Primo Ministro  Edem Kodjo, 67enne, Presidente della Convergence Patriotique Panafriquenne (CPP), formazione “moderata”, non facente parte della “Coalizione” uscita sconfitta dalle contestate elezioni del 24 aprile, già Ministro dell’Economia e degli Esteri negli anni settanta e Primo Ministro dal 1994 al 1996.

Il programma messo a punto dal nuovo Primo Ministro mirava a ripristinare lo stato di diritto, a promuovere le libertà democratiche ed a combattere tribalismo ed etnocentrismo, nel tentativo di superare il conflitto tra i Kabiye del Nord - etnia tradizionalmente oppressa e salita al potere con Faure Gnassingbé - e gli Ewe del Sud, etnia cui apparteneva Olimpio, considerata storicamente dominante. Sul piano economico, Kodjo ha cercato di rispettare le condizioni poste dall’Unione Europea e dalle Istituzioni Finanziarie Internazionali, concentrando i propri sforzi su agricoltura, industria e PMI, nonché sul potenziamento del sistema delle telecomunicazioni, rendendosi disponibile ad applicare un programma di stabilizzazione economica delineato con il Fondo Monetario Internazionale.

In politica estera, veniva riaffermata la volontà di partecipare all’Unione Africana e agli organismi di cooperazione regionale (UEMOA ed ECOWAS). Quanto ai rapporti con l’UE, il Governo si impegnava a rispettare i cosiddetti 22 engagements, ossia le condizioni al cui rispetto l’UE aveva condizionato la ripresa degli aiuti in favore del Paese, riguardanti, fra l’altro, il ripristino dello stato di diritto, il rispetto dei diritti umani ed il coinvolgimento di tutte le forze politiche nel ristabilimento delle istituzioni democratiche del Paese.

 

 

 

PRINCIPALI CARICHE POLITICHE

Presidente della Repubblica

Faure GNASSIMBE’ (da aprile 2005)

Presidente dell’Assemblea Nazionale

El Hadj Abass BONFOH (Il 25 febbraio 2005 è stato eletto Presidente dell’Assemblea nazionale, assumendo l’interim della Presidenza della Repubblica fino al 4 maggio 2005; il 24 novembre 2007 è stato eletto Presidente dell’Assemblea nazionale della IV legislatura della IV Repubblica)

Primo Ministro

Gilbert Fossoun HOUNGBO (dal 7 settembre 2008, riconfermato con il nuovo gabinetto formato il 28 maggio 2010)

Ministro degli Esteri

Elliot OHIN (nuovo Gabinetto formato il 28 maggio 2010)

 

 

SCADENZE ELETTORALI

Presidente della Repubblica

2015 (ultime elezioni 4 marzo 2010)

Assemblea Nazionale

2012 (ultime elezioni 14 ottobre 2007)

 

 

 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

 

Sistema politico

 

Secondo la Costituzione, il Togo è una Repubblica presidenziale, indipendente dal 27 aprile 1960.

Il 27 settembre 1992 è stata approvata con referendum una nuova Costituzione con lo scopo di  introdurre un sistema multipartitico ed elezioni a suffragio universale. Ma da allora nessun progresso sostanziale è stato compiuto verso una vera democratizzazione della politica.

Una ulteriore modifica venne apportata nel dicembre 2002. Con essa si consentiva al presidente di candidarsi per un qualsiasi numero di mandati. La nuova costituzione prevedeva anche che i candidati alla presidenza dovessero vivere da almeno 12 mesi nel Togo[2]. Inoltre, per consentire un eventuale passaggio di consegne al figlio, Gnassingbé Eyadéma fece modificare la costituzione abbassando l'età minima richiesta per l'eleggibilità da 45 a 35 anni.

Una ulteriore modifica della costituzione nel 2005 annullò il vincolo secondo cui la carica del sostituito ad interim eletto in caso di decesso del presidente doveva durare un massimo di 60 giorni.

Il Paese resta sempre sotto osservazione delle organizzazioni internazionali per gli abusi nel campo dei diritti umani, mentre incertezza ed accesi contrasti dominano la vita politica. Per questi motivi, il Paese non riesce ad ottenere finanziamenti dall’estero. La corruzione dilagante è, infine, una delle maggiori piaghe del Paese.

 

 

Presidente della Repubblica

 

Il Presidente della Repubblica è eletto direttamente dai cittadini a suffragio universale e diretto. Il suo mandato dura cinque anni. Il Presidente ha il potere di nominare il Primo Ministro.

Le ultime elezioni presidenziali si sono tenute il 4 marzo 2010.

 

Parlamento

 

Il potere legislativo è affidato all’Assemblea nazionale, composta di 81 parlamentari, eletti a suffragio diretto per cinque anni.

      

La composizione dell’Assemblea Nazionale, dopo le elezioni del 14 ottobre 2007, è la seguente:

 

Partito

Seggi

Rassemblement du Peuple Togolais (Raggruppamento del Popolo del Togo - RPT)

50

Union des Forces du Changement(Unione delle Forze per il Cambiamento - UFC)

27

Comité d’action pour le Renouveau(Comitato di Azione per il Rinnovamento - CAR)

 4

TOTALE

81

 

 

 

POLITICA INTERNA

 

 

Le elezioni legislative si sono tenute il 14 ottobre 2007 in modo regolare e senza incidenti. Esse, giustamente definite “storiche” - essendo state le prime elezioni democratiche dopo 20 anni - hanno visto contrapporsi il partito al potere, il RPT (Rassemblement du Peuple Togolais), e i partiti dell’opposizione, ovvero l’unione dell'UFC (Union des Forces de Changement) di Gilchrist Olympio ed il CAR di Yawovi Agboybo. L’aspetto più rilevante è stata la massiccia affluenza alle urne da parte degli elettori.

Va rilevato che i vari partiti in lizza (ben 33, dei quali però solo i tre predetti di un certo rilievo) non si differenziano tra loro tanto per il programma o l’ispirazione ideologica, quanto per essere l’espressione di gruppi di potere in parte coincidenti con gruppi etnici e facenti capo ad un leader storico. Così l'RPT è il partito fondato dal dittatore Eyade'ma, espressione dell'etnia Kabié del nord agricolo e relativamente isolato, mentre l'UFC è il partito di Gilchrist Olympio - figlio di Sylvanus Olympio, primo Presidente del Togo, rovesciato e ucciso nel 1963 da un complotto ordito da Eyade'ma -, espressione dell'etnia Ewe del sud sviluppato e aperto al mondo occidentale.

Gli elettori sono stati chiamati a formare la nuova Assemblea Nazionale, in sostituzione di quella eletta il 27 ottobre del 2002, nella quale l'RPT, a seguito del boicottaggio degli altri partiti, aveva conquistato ben 72 seggi su 81.

Il 31 ottobre 2007 la Corte Costituzionale ha confermato i risultati delle elezioni, in base ai quali la nuova Assemblea Nazionale risultava così composta: RPT (Rassemblement du Peuple Togolais) 50 seggi; UFC (Union des Forces de Changement) 27 seggi; CAR (Comité d'Action pour le Renouveau) 4 seggi.

Il 13 dicembre 2007 venne firmato il decreto presidenziale di nomina dei membri del nuovo Governo. Nel gennaio 2008, incontrando i membri del nuovo Governo, il Presidente della Repubblica togolese, Faure Gnassingbé ha affermato che il 2008 sarebbe stato un anno pieno di grandi sfide al fine di riformare e rilanciare il Paese, esprimendo il personale impegno per il proseguimento del dialogo con l'opposizione, in uno spirito di riconciliazione nazionale. Nella medesima occasione il Primo Ministro Mally ha evidenziato l'impegno del Presidente per una gestione consensuelle del Paese, malgrado la netta affermazione riportata dal partito RPT nelle elezioni di ottobre.

 

Nel mese di febbraio 2009, i due principali partiti di opposizione, l’UFC e il CAR, si sono alleati per designare un unico candidato alle elezioni presidenziali, che si sono svolte tra il 18 febbraio ed il 4 marzo 2010.

 

A metà aprile 2009 il Presidente Gnassingbé ha fatto arrestare il proprio fratello Kpatcha Gnassingbé con l’accusa di essere sul punto di attuare un colpo di Stato.

In linea con quanto previsto dall'Accordo Politico Globale, firmato il 20 agosto 2006 a Lomé[3], il 27 maggio 2009 il Presidente Faure Gnassingbé - tenendo fede all’accordo sottoscritto dalle parti politiche nel 2006 -  ha creato la Commissione “Verità, Giustizia e Riconciliazione” con l’incarico di far luce sulle violenze politiche togolesi[4].

Il 7 agosto 2009 ilPresidente Gnassingbé e l’opposizione parlamentare si sono accordati - grazie anche alla mediazione del Capo di Stato del Burkina Faso, Blaise Compaoré - sulla composizione e le modalità di funzionamento della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI), incaricata di gestire il processo elettorale delle elezioni presidenziali del febbraio 2010.

La Commissione era composta da 17 membri (cinque della maggioranza presidenziale, cinque dell’opposizione parlamentare, tre dell’opposizione extraparlamentare, tre della società civile e uno dell’amministrazione). Sono stati, inoltre, sciolti, grazie anche ad un successiva decisione dei deputati togolesi, alcuni punti problematici (nazionalità e  posizione nei confronti dell’erario) che erano stati alla base dell’invalidazione della candidatura di Gilchrist Olympio (leader del principale partito di opposizione, l’Union des forces de changement-UFC) agli scrutini presidenziali del 2003 e del 2005. Il principale esponente dell’opposizione ha potuto così presentarsi alle elezioni del marzo 2010.

Tra il 18 febbraio ed il 4 marzo 2010 si sono svolte le attese elezioni presidenziali in Togo. I risultati ufficiali hanno dato conto di una netta vittoria del Presidente in carica, Faure Gnassingbè, con 1.243.044 suffragi, che rappresentano il 60.92 % delle preferenze. Questi risultati sono però stati respinti da parte dell’opposizione che ha denunciato il ricorso massiccio a brogli procedurali da parte del partito di maggioranza. Il candidato di opposizione, Jean Pierre Fabre (UFC), ha ricevuto il 34% dei voti e organizzato una manifestazione di protesta Il 13 marzo 2010. Il 28 maggio 2010 è stato formato il nuovo Gabinetto.

 

 

Diritti umani

Nel maggio del 2009 il Ministro della Giustizia del Togo, Kokou Biossey Koné, intervenendo al IV Congresso Internazionale dei Ministri della Giustizia organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio, ha annunciato che il suo Paese avrebbe abolito la Pena di Morte nei giorni successivi.

Il 23 giugno 2009 l'Assemblea nazionale ha votato all'unanimità in favore dell'abolizione della pena di morte.

Il Ministro ha dichiarato che la decisione è frutto dell'impegno della Comunità di Sant'Egidio che ha lavorato a stretto contatto col Governo togolese e con l'opinione pubblica del Paese, in particolare facilitando il dialogo politico che ha portato all'attuale transizione di unità nazionale. 

Il Togo, che nelle due votazioni all'Onu della Risoluzione per una Moratoria Universale, nel 2007 e nel 2008, si era astenuto, diventa così il 15° paese abolizionista dell’Africa, completando il suo cammino verso, come ha affermato lo stesso Ministro della Giustizia in un’intervista, “un sistema giudiziario sano, che riduce il rischio di errori giudiziari e garantisce i diritti delle persone”

 

 

 

POLITICA ESTERA

 

 

Intensi sono i rapporti che il Togo intrattiene con gli Stati Uniti, con la Germania e con la Francia, con la quale esiste anche un accordo militare di difesa.

Le relazioni con i Paesi vicini, ed in particolare con il Ghana ed il Burkina Faso, hanno conosciuto fasi di tensione, in particolare quando il Governo di Lomé ha accusato i suoi vicini di interferenza negli affari interni sobillando colpi di stato ed organizzando una serie di attentati terroristici. Le autorità togolesi hanno chiuso a più riprese la frontiera con il Ghana. Hanno inoltre giustificato l’aumento della presenza delle forze armate togolesi alla frontiera con il Burkina Faso ed il Benin con la notizia di diserzioni di militari togolesi e della loro presenza proprio in Burkina Faso.

Insieme alla Nigeria, il Togo è stato il principale promotore della creazione della Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale (ECOWAS). All’interno di tale Organizzazione regionale, il Togo si è distinto per i suoi sforzi a livello diplomatico per la ricerca di soluzioni negoziate alle crisi in Costa d’Avorio (guidando la mediazione ECOWAS tra Governo e forze ribelli durante le prime settimane che hanno seguito la firma del cessate il fuoco) ed in Liberia (fornendo truppe per il contingente dell’ECOWAS).

Nel corso del febbraio 2006 Il Presidente Faure Gnassinbé ha compiuto una visita ufficiale in Cina, durante la quale ha incontrato il Suo omologo Hu Jintao, il Primo Ministro Wen Jiabao ed il Presidente dell’Assemblea Parlamentare Wu Bangguo. La visita ha confermato la piena sintonia esistente tra i due Paesi, dando nuovo impulso alla già cospicua cooperazione economica. Già nel 2005 la Cina aveva, infatti, aumentato del 22%, rispetto al 2004, il proprio aiuto al Togo, portandolo ad un totale di 170 milioni di dollari, destinati a  sostenere progetti nella sanità, nell’agricoltura, nelle infrastrutture e nelle telecomunicazioni. È stato promesso un contributo cinese per la costruzione del nuovo Parlamento togolese, per riabilitare alcune infrastrutture, per realizzare un centro ospedaliero e per un aiuto alimentare d’emergenza. Il Presidente ha inoltre incontrato i dirigenti di alcune imprese cinesi interessate a partecipare allo sviluppo del Togo,  in particolare nei settori dell’edilizia e delle strade.  

Una delegazione cinese guidata dall'Assistant Minister of Foreign Affairs Jun Zhai si è recata in Togo dal nel luglio del 2007, per incontrare il Capo dello Stato, il Primo Ministro ed il Ministro degli Esteri e della Cooperazione. La delegazione ha annunciato un dono di 2 miliardi di Franchi CFA, la cancellazione di parte del debito bilaterale e la costruzione di due grandi "scuole rurali" in Togo. L'interscambio economico tra i due Paesi ammonta a 726 milioni di dollari, con un tasso di crescita del 30 per cento annuo. La delegazione ha altresì partecipato alla cerimonia di inizio dei lavori per la costruzione della nuova Sede dell'Ambasciata cinese.

 Nel giugno del 2007 il Presidente Gnassingbé si è recato in visita in Angola con l'obiettivo di un rilancio delle relazioni bilaterali, in campo politico, economico, scientifico e culturale, superando i malintesi del passato. Nello stesso mese il Presidente Gnassingbé ha incontrato una delegazione ONU guidata da Jeffrey Sachs, Consigliere speciale del Segretario Generale in materia di Obiettivi del Millennio, il quale ha riconosciuto come il Togo necessiti di rilevanti interventi di assistenza infrastrutturale e si è impegnato a sensibilizzare al riguardo i donatori perché aumentino i propri contributi.

Nel corso di una conferenza svoltasi a Lomè il 3 settembre 2009 è stato presentato il secondo rapporto sullo stato di raggiungimento degli Obiettivi del Millennio per lo Sviluppo (OMD). La conclusione è che il Togo ha poche possibilità di raggiungere la maggioranza degli obiettivi prefissati entro il 2015, vista la crisi economica attuale e la lentezza mostrata nell’attuazione dei piani di sviluppo nazionali.

In particolare, gli obiettivi 1, 3, 4, 5, 7 e 8, miranti rispettivamente a ridurre l'estrema povertà e la fame, promuovere l'uguaglianza dei sessi e l'autonomia delle donne, ridurre la mortalità infantile, migliorare la salute materna, garantire un ambiente sostenibile e propiziare una partnership tra i vari attori dello sviluppo, appaiono di difficile realizzazione prima del 2015.

I rimanenti obiettivi (2, garantire l'educazione primaria per tutti, e 6, combattere l'AIDS, la malaria ed altre malattie) sembrano invece potenzialmente raggiungibili, purché il Governo del Togo intensifichi la sua politica di sostegno alle iniziative di settore.

Nel febbraio 2000, il Ministro degli Esteri tedesco Steinmeier si è recato in visita in Togo per segnalare il rilancio della cooperazione bilaterale.

 

Nel gennaio 2008 il Presidente Gnassingbé, durante una cerimonia delle Forze Armate, ha annunciato che un contingente togolese di 800 militari sarebbe stato inviato in Sudan, nel quadro della forza di pace ibrida ONU-UA. Si è trattato del primo contributo di forze di pace togolesi per la stabilizzazione del Darfur.

Nel settembre 2009, il Togo ha inviato un secondo contingente di circa 200 uomini in Ciad per sostituire un primo contingente  in stanza nel Paese dal mese di marzo 2009.

Il 13 luglio 2009, il Togo ha partecipato, insieme al Benin, al Mali, alla Costa d'Avorio, al Niger e al Burkina Faso alla riunione del Consiglio di Intesa (un’Organizzazione Internazionale regionale derivante dalla vecchia federazione della regione coloniale francese dell'Africa Occidentale), nel quale è stato ribadito l'impegno dei membri a rafforzare la pace e la sicurezza nella regione ed è stato condannato il traffico di armi, di esseri umani e di droga e il consequenziale banditismo nell'area. In proposito, gli Stati membri hanno auspicato l'attuazione della Convenzione di Assistenza e Cooperazione in materia di sicurezza firmata in Togo il 20 febbraio 1996.

 

 

RELAZIONI CON L’UNIONE EUROPEA

 

 Il Togo attribuisce importanza prioritaria ad una normalizzazione dei rapporti con l’Unione Europea ed una ripresa del dialogo politico. L’apertura delle consultazioni - ex art. 96 dell’Accordo di Cotonou - ha contribuito ad una parziale ripresa della cooperazione economica. Resta da verificare l’attuazione degli impegni assunti in sede europea da parte togolese (i 22 punti o engagements), prima di una ripresa a pieno dei rapporti economici con l’UE.

 I rapporti con l’UE sono in miglioramento dal 2006. L’UE aveva inviato, nel mese di luglio 2006, una missione in loco, per valutare l’attuazione degli impegni presi e la possibilità di una riapertura dei canali finanziari con il Paese.

 Le verifiche dei progressi compiuti permisero di allocare risorse per 36 milioni di euro, destinate a finanziare programmi di sostegno al processo elettorale, al censimento, alla riforma della giustizia ed a piccole iniziative imprenditoriali ad alta intensità di mano d'opera, mentre 15,8 milioni di euro del fondo STABEX sono stati destinati a  sostenere i settori del caffè, del cacao e del cotone.

Il Togo è stato inoltre invitato a partecipare al processo di elaborazione del X FES[5].

Prima di questi interventi, la cooperazione comunitaria era rimasta sospesa (dall'ottobre 1992) in ragione del “deficit democratico” registrato nel Paese. Da quel momento Bruxelles si era limitata a sostenere soltanto alcune attività miranti a favorire direttamente la popolazione. Il Togo fra l’altro non aveva beneficiato dell'VIII FES. E’ stato poi  notificato ufficialmente al Governo togolese lo sblocco del IX FES (periodo 2002-2007).

E’ ripresa, così, la cooperazione tra l’UE ed il Togo, proseguita in seguito allo svolgimento di elezioni democratiche, libere e trasparenti il 14 ottobre 2007 ed alla nomina del nuovo Governo nel successivo mese di dicembre, con l’approvazione del Country Strategy Paper per il Togo, relativo al periodo 2008-2013, nell’ambito del X FES.

  Il documento indica il programma di aiuti comunitari per i 4 anni, predisposti in linea con la politica di sviluppo del Paese, ed è il risultato di scelte di interventi strategici a fronte della situazione politica, economica e sociale del Paese. Esso sottolinea altresì la necessità di intervenire soprattutto in materia di good governance e di affermazione dello stato di diritto, questioni di particolare rilevanza visto il passato del Paese ed indispensabili per il rilancio economico e democratico dello stesso.

Si prevedono, quindi, riforme economiche ed istituzionali, quali la riforma del settore giustizia e della legge elettorale. Per il rilancio macro-economico e la lotta alla povertà si punta ad interventi per le infrastrutture, quali trasporti e sanità.

Lo stanziamento previsto è di 123 milioni di euro, per l'attuazione dei progetti inclusi nell' enveloppe A, destinati alla crescita macroeconomica, alle politiche settoriali e ai progetti di cooperazione, ai quali si aggiungono 1,8 milioni di euro dell’enveloppe B, che coprirebbe eventuali bisogni imprevisti, non finanziabili con il bilancio UE.

Sul piano economico, infine, si prevede, secondo quanto deciso dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e nell’ottica di una liberalizzazione degli scambi, la soppressione degli Accordi Commerciali Preferenziali ACP-UE, da sostituire con il nuovo partenariato economico.

Nell’agosto 2009l’Unione Europea ha accordato al Togo un finanziamento (subvention non remboursable) di 2.74 milioni di euro (ovvero 1,8 miliardi di franchi CFA) per il rilancio della catena di produzione del caffè, del cacao e del cotone, al fine di  incoraggiare la ristrutturazione produttiva dei tre settori. Si intende rafforzare la capacità tecnica della Fédération des unions de groupements des producteurs de café-cacao du Togo (FUPROCAT).

Nel Corso della 425^ sessione del Comitato FES del 30 settembre 2009, è stato approvato il Programma di Azione Annuale 2009 (AAP) del Togo. Il Piano prevede una allocazione di 15 milioni di euro, sotto forma di sostegno al bilancio per la riduzione della povertà e per contribuire ad aumentare la stabilità macro-economica del Paese.

 

 

quadro economico

 

 

PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI

 

 

2006

2007

2008

2009

2010

PIL FMI

2.218

2.521

3.175

3.151

3.074

Variazione reale del PIL % FMI

3.7

1.9

2.2

3

3.3

Composizione PIL 2009 CIA

Agricoltura: 47.4%; Industria: 25.4%; Servizi: 27.2%.

PIL pro capite ($)FMI

352.107

390.206

479.318

463.933

441.429

Occupazione % ADB

-

-

-

-

-

Inflazione FMI

2.2

0,9

8.7

1.9

2.2

Riserve ADB

0,280

0,438

0,479

 

 

Valuta

Franco CFA (1€=655,957 CFA)

Tasso di cambio(CFA/$) ADB/CIA

522.59

482.71

447.81

483.21

-

Bilancia partite correnti FMI

-0,067

-0,156

-0,203

-0.222

-0.239

Bilancia commerciale ADB

-427,25

-495,29

-543,93

-487

-478

Esportazioni CIA

609,86

655,02

543,94

709

859

Importazioni CIA

1037,11

1150,32

1087,87

1.196

1.337

Principali esportazioni 2009 CIA

1)      Riesportazioni

2)      Cotone

3)      Fosfati

4)      Caffé

5)      Cacao

Principali importazioni 2009CIA

1)      Beni capitali (macchinari ed equipaggiamento)

2)      Alimentari

3)      Petroliferi

 

Principali fornitori

2009 CIA

1) Cina 36.6%

2) Francia 8.6%

3) Paesi Bassi 6.8%

4) India 5,1%

5) USA 4.4%

 

 

 

 

 

Principali clienti 2009 CIA

1)      Germania 17.6%

2)      Ghana 12,7%

3)      Burkina Faso 11%

4)      India 10.2%

5)      Belgio 7.1%

6)      Benin 6.9%

7)      Paesi Bassi 5.9%

8)      Mali 4.4%

 

Debito estero

1,6

1,5

1,6

1,6

1,7

Programma col FMI

PRGF

Inizio: 21/4/2008

Fine: 31/8/2011

Approvato:

95,41

Utilizz.: 

86,61

 

1. Premessa

 

L’economia del Togo è incentrata principalmente su: agricoltura, miniere di fosfato, settore del commercio e dei servizi (principalmente di trasporto). Tali settori rappresentano i pilastri su cui il Governo si concentra per rilanciare la produzione, la quale ha subito negli ultimi dieci anni un rapido declino a causa  di una cattiva gestione.

Le relazioni italo-togolesi si concentrano sull’agroalimentare, sulla torrefazione del caffé e la trasformazione del legname.

 L'agricoltura impiega il 65% della forza lavoro locale. I proventi di cacao, caffè e cotone costituiscono da soli il 30% delle esportazioni. Il settore agroalimentare costituisce il 44% del Pil. Oltre all’agricoltura, fondamentali sono anche la pesca (praticata sia nel mare che nei fiumi/laghi) e l'allevamento, principalmente di sussistenza.

Tra le risorse minerarie, i fosfati costituiscono circa il 50% delle esportazioni complessive del Paese. Altre risorse minerarie sono i giacimenti di ferro e le cave di marmo.

L'industria manifatturiera rappresenta proporzioni assai limitate di impiego e guadagno; si producono soprattutto cemento, olio di palma e farina. Invece un ruolo minore è svolto dall'industria tessile.

Un ulteriore settore importante per l’economia del paese è quello del turismo dove il Togo rappresenta una delle principali mete turistiche statunitensi ed europee in Africa occidentale. Le principali attrazioni sono le spiagge incontaminate, ma parte del turismo è diretto verso mete naturalistiche (i parchi nazionali, i Monti del Togo) e culturali (i villaggi delle popolazioni locali). L'instabilità politica degli ultimi decenni ha però causato un forte calo dei visitatori.

 

2. Risorse e quadro attuale

 

Secondo i dati del FMI, il tasso di crescita del PIL nel 2009 è stato del 3% e nel 2010 del 3.3%.

L’inflazione,secondo i dati del FMI, è stata del 2.2% nel 2010, dell’ 1.9% nel 2009 rispetto all’8.7% del 2008.

Le esportazioni del 2009 secondo i dati CIA sono incentrate principalmente su cotone, fosfati, caffè e cacao, e la Germania, il Ghana e il Burkina Faso risultano i principali clienti.

Le importazioni, invece, secondo i dati CIA del 2009, sono focalizzate sui beni capitali - macchinari ed equipaggiamento – alimentari e petrolio. Quest’ultima importazione supplisce alla quasi totale assenza di risorse energetiche nel Paese, che storicamente ha utilizzato a questo scopo soprattutto il legname proveniente dalle foreste. Tra i fornitori del Paese la Cina, con quasi il 40%, si presenta come il principale fornitore.

La produzione di cotone, secondo la Compagnia Nazion del cotone togolese, a causa delle scarse piogge, è in ribasso rispetto al 2009 di circa 10 mila tonnellate.

La politica monetaria togolese è determinata dalla Banque Centrale des Etats de l’Afrique de l’Ouest, il cui obiettivo è quello di mantenere il franco CFA ancorato all’Euro.

Nell’agosto 2009 Togo ha avviato un programma per la riabilitazione di 1500 km di strade rurali in tutto il Paese. Per la realizzazione del piano è stato stanziato un finanziamento di 27 Milioni di Euro.

 

 

3. Debito estero e rapporti con le Istituzioni Finanziarie Internazionali

 

A luglio 2010 il Consiglio Esecutivo del Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha concluso la IV^ revisione dell’accordo triennale di Extended Credit Facility (EFC), accordo che ha completamente sostituito la Poverty Reduction and Growth Facility (PRGF), strumento base per garantire supporto finanziario ai paesi a basso reddito, le cui caratteristiche sono tassi di interesse pari a zero, periodo di garanzia di 5 anni e massimo ripagamento di 10 anni.

La revisione mette a disposizione delle Autorità togolesi una trance di finanziamento pari a SDR 14.3 milioni ( USD 21.1 milioni) e porta il totale delle risorse erogate a SDR 95.41 milioni (USD 140 milioni). Inoltre nella stessa riunione è stato deciso di incrementare di SDR 11 milioni ( USD 16.2 milioni) la ECF.

Il Consiglio Esecutivo dell’FMI ha invitato ad utilizzare la leva fiscale ed a perseguire l’implementazione delle riforme necessarie a rafforzare il potenziale delle crescita del Paese. Infine ha rilevato come il percorso HIPC[6] sia pienamente soddisfacente al punto che il Togo potrebbe raggiungere a breve la completion point.

Il 3 febbraio 2010, a Lomè, presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze togolese, è stato firmato l’Accordo di cancellazione del debito con cui l’Italia, sulla base degli accordi raggiunti in seno al Club di Parigi il 12 giugno 2008 e il 22 gennaio 2009, ha cancellato interamente il debito togolese per un ammontare di circa 7.5 Milioni di Euro. Il Ministro delle Finanze ha assicurato che le risorse liberate dall’Accordo, che alleviano significativamente la situazione finanziaria del Paese, verranno impiegate per finanziare programmi volti a ridurre la povertà.

In un clima di grande cordialità, il Ministro Ayassor ha sottolineato come il gesto italiano rappresenta un ulteriore segno di amicizia e cooperazione che esiste tra il nostro Paese e il Togo e l’importanza che l’Italia assume nei processi di sviluppo del Togo.

 

Intensi sono i rapporti che il Togo intrattiene con gli Stati Uniti, con la Germania e con la Francia, con la quale esiste anche un accordo militare di difesa.

Insieme alla Nigeria, il Togo è stato il principale promotore della creazione della Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale (ECOWAS). All’interno di tale Organizzazione regionale, il Togo si è distinto per i suoi sforzi a livello diplomatico per la ricerca di soluzioni negoziate alle crisi in corso in Costa d’Avorio (guidando la mediazione ECOWAS tra Governo e forze ribelli durante le prime settimane che hanno seguito la firma del cessate il fuoco) ed in Liberia (fornendo truppe per il contingente dell’ECOWAS).

A febbraio 2010 l’ECOWAS ha inviato alle Ambasciate di diversi paesi donatori (Italia, Regno Unito, Francia, Svezia, Finlandia, USA ed altri) una richiesta di contributo per la missione di osservazione militare/civile in Togo, in occasione delle elezioni fissate per il 4 marzo 2010. La richiesta formulata faceva riferimento al dispiegamento di un ECOWAS “Security Observer Team”, composto da militari e poliziotti, in aggiunta al tradizionale “Observation Team” a composizione civile, e riguarda un ammontare complessivo di circa 4 milioni di dollari. In tale occasione il rappresentante della delegazione UE ha rilevato che l’UE aveva già dispiegato nel Paese una missione monitoraggio delle elezioni il cui costo complessivo era di 16 milioni di euro.

 

 

 

 

 



[1] Fonti: The CIA Worldfactbook, Unione Interparlamentare, Ministero degli Affari esteri, fonti di stampa.

 

[2] Questa misura ebbe l'effetto di escludere dalla competizione per le successive elezioni Gilchrist Olympio, il figlio del Presidente rovesciato dal colpo di Stato del 1963, che era stato a lungo in esilio.

[3]Accordo tra i partiti politici ed i maggiori attori della società civile togolese, che verteva su: l’elezione di una nuova Assemblea Nazionale, come risultato di un processo elettorale giusto, trasparente e democratico; nuove misure in materia di sicurezza, diritti umani, rifugiati ed persone déplacées; il perseguimento delle riforme costituzionali ed istituzionali necessarie al consolidamento della democrazia, dello stato di diritto e del buon governo; la formazione di un Governo d’unità nazionale.

[4]La Commissione -composta da unidici personalità del mondo religioso, universitario e da capi tradizionali (ma non da politici) e presieduta dal Vescovo della Diocesi di Atakpamè -, è stata richiesta dall'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani e finanziata anche dall'Unione Europea, con il compito di accertare le responsabilità delle violenze a sfondo politico che hanno insanguinato il Paese a partire dal 1958 ed in particolare quelle relative ai gravi disordini avvenuti nel 2005 a seguito della morte di Gnassingbé Eyadema e delle contestate elezioni del 24 aprile 2005. Secondo stime delle Nazioni Unite, i morti provocati dalle violenze di quei mesi sarebbero stati circa 500.

[5] IL FES è lo strumento nel quadro del quale si realizza la politica di cooperazione allo sviluppo verso 77 dei 79 Paesi del Gruppo ACP (il Sud Africa è oggetto di una specifica linea di bilancio mentre Cuba rifiuta gli aiuti comunitari dall’agosto 2003, a seguito delle proteste europee per le condanne inflitte ad alcuni oppositori politici) ed i Paesi e Territori d’Oltremare (PTOM).
La cooperazione si realizza tramite il finanziamento di progetti di sviluppo a livello nazionale e regionale.
Il X FES riguarda il periodo 2008 – 2013 e avrà una dotazione di 22,682 milioni di euro ai quali si aggiungono 2,030 milioni di euro per prestiti a valere sulle risorse della BEI. 

[6] Heavily Indebted Poor Countries (HIPC, "nazioni povere pesantemente indebitate"), iniziativa dell’FMI e della Banca mondiale, che ha lo scopo di aiutare i paesi più poveri del mondo portando il loro debito pubblico a un livello sostenibile, sotto la condizione che i loro governi dimostrino di raggiungere determinati livelli di efficienza nella lotta alla povertà.