Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: BELGIO - Visita di una delegazione di parlamentari fiamminghi - Roma, 11 settembre 2008
Serie: Schede Paese    Numero: 44
Data: 10/09/2008
Descrittori:
BELGIO   POLITICA ESTERA

 

BELGIO

 

 

DOSSIER SCHEDE - PAESE

 

 

 

 

 

 

XVI legislatura

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 63

 

9 settembre 2008

 

 

 

 

CAMERA DEI DEPUTATI

 

Servizio Rapporti internazionali


BELGIO

 

 

 

 


 

 


Dati generali*

 

Superficie

30,528 Kmq

Capitale

Bruxelles

Abitanti

10,403,951

Tasso di crescita della popolazione

0,106

Aspettativa di vita

79,07

Lingue ufficiali

Olandese (60%); francese (40%), tedesco (1%)

Confessioni religiose

Cattolica 75%; altre (25%)

*Fonte:CIA World Factbook

 

 

PRINCIPALI CARICHE DELLO STATO

 

Capo dello Stato

Re Alberto II

Presidente della Camera dei rappresentanti

 

Herman Van Rompuy

Presidente del Senato

 

 Armand De Decker

Primo Ministro

 

Yves Camille Désiré Leterme, dal 21 marzo 2008 (cristiano-democratico)

Ministro delle Finanze

Didier J.L. Reynders (Movimento riformista)

Ministro degli Esteri

 

Karel Lodewijk Georgette Emmerence De Gucht (liberali-democratici fiamminghi)

Ministro degli Interni

Patrick Yvonne Hugo Dewael (liberali-democratici fiamminghi)

Ministro dell'Economia e del Lavoro

Vincent Van Quickenborne (liberali-democratici fiamminghi)

 

 

SCADENZE ELETTORALI

 

Parlamento

Le elezioni politiche si sono svolte il 10 giugno 2007. Le prossime elezioni regionali si svolgeranno nel 2009

 

 

QUADRO POLITICO

 

 

Governo in carica

Oltre che da Yves Leterme, il suo gabinetto è formato, tra gli altri, da Jo Vandeurzen (cristiano-democratico, fiammingo), Ministro della Giustizia e delle Riforme istituzionali, da Pieter De Crem (cristiano-democratico, fiammingo), Ministro della Difesa, da Joëlle Milquet (cristiano-democratica, francofona), Ministro dell’occupazione e Vice Primo Ministro da Patrick Dewael (liberale, fiammingo), Ministro dell’Interno e Vice Primo Ministro, da Karel De Gucht (liberale, fiammingo), Ministro degli Affari esteri, da Didier Reynders (Movimento riformatore, francofona), Ministro delle Finanze e Vice Primo Ministro e da Laurette Onkelinx (socialista, francofona), Ministro della Salute e degli affari sociali e Vice Primo Ministro.

Il Governo è sostenuto da una coalizione pentapartito, formata dai democratico-cristiani (fiamminghi e valloni), dai liberali (delle due comunità linguistiche) e dai socialisti valloni.

 

 

Composizione del Parlamento federale

 

L'attuale composizione del Parlamento federale belga è la seguente

 

Partiti

Seggi alla Camera dei rappresentati

Seggi al Senato

Cristiano democratici fiamminghi (CD&V)

30

9

Movimento riformatore (MR)

23

6

Interesse fiammingo (VB)

17

5

Democratici e liberali fiamminghi (VLD)

18

5

Partito socialista (PS)

20

4

Partito socialista differente ( PS.a)

14

4

Centro democratico umanista (CDH)

10

2

Écologistes Confédérés pour l' Organisation de Luttes Originales (Ecolo)

8

2

List Dedecker

5

1

Verdi fiamminghi (G)

4

1

Fronte nazionale (FN)

1

1

Totale

150

40

 

 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

 

 

L’assetto federale

 

Il Belgio è una monarchia parlamentare ed uno stato federale, il cui Capo dello Stato è il Re Alberto II. Sorto come Stato fortemente centralizzato ed in seguito trasformato in stato regionale, il Belgio è divenuto nel 1993 uno stato federale caratterizzato da organismi interni (3 regioni e 3 comunità) che hanno competenze specifiche.

Il 14 luglio1993 è intervenuta una revisione della Costituzione finalizzata alla creazione di uno Stato federale basato su tre livelli:

Le ultime due Regioni sono divise ognuna in 5 province ed ogni entità provinciale è ulteriormente suddivisa in arrondissement amministrativi e quindi in municipalità chiamate gemeenten in fiammingo e communes in francese (vedi elenco di comuni belgi e città del Belgio).

La Regione di Bruxelles-Capitale è costituita da un unico arrondissement.

 

 

Il Parlamento federale

 

Il Parlamento è a struttura bicamerale ed è formato dalla Camera dei rappresentati e dal Senato. Il sistema elettorale è su base proporzionale ed il mandato è di quattro anni.

I 150 membri della Camera sono eletti a suffragio universale.

Il Senato è composto da settanta senatori, 40 sono eletti dal popolo (25 di lingua olandese e 15 di lingua francese), 21 senatori sono nominati dalla Comunità (10 per la fiamminga, 10 per la francese e 1 per la germanofona), e dieci senatori sono eletti per cooptazione  (sei di lingua olandese e quattro di lingua francese).  Poi ci sono i senatori di diritto. 

 

 

Il Governo federale

 

Il potere esecutivo spetta al Governo federale, formato dal Primo Ministro e dai Ministri, nominati dal Sovrano: i ministri non possono superare il numero di 15.

 

QUADRO politicO

(In collaborazione con il Ministero degli Affari esteri)

 

 

La crisi politica post-elettorale

Le elezioni politiche in Belgio, svoltesi il 10 giugno 2007, hanno richiesto quasi un anno per la formazione del nuovo governo. Al di la della complessità del meccanismo elettorale (interessante l’obbligo di voto e lo sbarramento al 5%), le diatribe tra fiamminghi e valloni stanno letteralmente paralizzando il processo di formazione di un nuovo governo: dal 27 agosto 2007,  infatti, dopo che i tentativi di formazione di un governo da parte di Yves Leterme (fiammingo, vincitore delle elezioni) non hanno dato alcun risultato significativo al di là delle sue dimissioni, il Belgio è rimasto per mesi senza un governo federale.

I fiamminghi infatti non intendevano perdere l’incarico di Primo Ministro, ma non sono riusciti a raccogliere intorno a Yves Laterme il 50%+1 dei voti delle elezioni. L’alternativa socialista vallone ha drammaticamente perso peso, ma non vuole comunque andare all’opposizione (nonostante i recenti scandali dei quali si sono resi protagonisti), mentre guadagnano terreno i partiti nazionalisti, arrivando a toccare il 30% degli elettori delle Fiandre.

Nel frattempo, il governo di Verhofstadt continua la “gestione ordinaria”, pensando alla finanziaria 2008, in attesa che gli venga fatto sapere a chi deve lasciare le chiavi dei palazzi del potere.

Le differenze tra la Regione fiamminga e quella vallone, significativamente più importanti, ormai, di quelle che portarono alla separazione del 1991 tra Slovacchia e Repubblica Ceca, generano da anni tensioni molto forti, fatte di dispetti e litigi.

A Bruxelles l’ipotesi della separazione non viene più soltanto ventilata in via teorica, nonostante i tentativi di dialogo avviati dall’attuale “informatore del Re”, Didier Reynders, il quale ha proposto una serie di riforme costituzionali per il  2009, nel tentativo di guadagnare tempo e ravvicinare le posizioni.

Dopo nove mesi di continue trattative tra fiamminghi e valloni in Belgio il 21 marzo 2008 si è giunti ad un accordo che ha portato Yves Leterme a ricevere le consegne dal Primo Ministro ad interim Guy Verhofstadt.

Fiammingo, 47 anni, cristiano-democratico, Leterme è un politico di lungo corso, ma non sembra godere troppo del favore della popolazione belga, tanto che numerosi analisti considerano il suo esecutivo poco stabile.

«In questi ultimi mesi, non abbiamo eluso alcuna questione», ha detto Leterme nel suo discorso di insediamento. «Durante i negoziati, siamo andati a fondo nelle cose, toccando i punti più delicati della struttura istituzionale del Paese. Questi mesi non sono stati sprecati, hanno anzi chiaramente mostrato che è necessario raggiungere un nuovo equilibrio tre le comunità, le regioni e lo stato federale».

In passato però il Premier ha in qualche misura sostenuto le polemiche contro i  Valloni accusandoli di “non essere abbastanza intelligenti per imparare l'olandese”.

«Ci chiediamo se sarà un presidente che difenderà gli interessi dei fiamminghi, a scapito dei Valloni o se, come i suoi predecessori, sentirà la responsabilità del suo incarico e si porrà come unificatore» dice il politologo belga Jean Faniel.

 

I primi passi del Governo Leterme

Dopo esser riuscito a fatica a formare il governo il 23 marzo scorso in sostituzione del governo ad interim Verhofstadt III costituito a fine dicembre 2007, il premier democristiano Yves Leterme, nei 4 mesi al potere, aveva ottenuto che le 5 forze della coalizione (democristiani e liberali fiamminghi e francofoni e socialisti francofoni) si mettessero d'accordo sulla finanziaria e su un pacchetto di norme socio-economiche pluriennali, non riuscendo, però, a fare alcun passo in avanti sul piano istituzionale.

I partiti fiamminghi, ed in primo luogo la formazione del premier, il CDV, avevano infatti condizionato la sopravvivenza del governo alla conclusione, prima del 15 luglio, di un accordo su una nuova devolution dello Stato (con la scissione del distretto elettorale e giudiziario di Bruxelles-Halle-Vilvoorde).

Il nodo è soprattutto sulla divisione linguistica. La regione del BHV, che comprende Bruxelles e altri 35 comuni a maggioranza francofona della periferia, vuole utilizzare il francese come lingua ufficiale, ma è un enclave nelle Fiandre, la cui lingua e l'olandese. La BHV è l'unica regione belga dove si può votare tanto le liste fiamminghe che quelle vallone, mentre nelle Fiandre si può solo votare i partiti fiamminghi e in Vallonia i partiti valloni.

Questa caratteristica del BHV è pero considerata dai fiamminghi una discriminazione per le altre zone del Paese, per cui essi chiedono una scissione del distretto, in cui vivono molti francofoni. In cambio i valloni vorrebbero ampliare il territorio di Bruxelles, la terza regione autonoma, a statuto biilingue ma prevalentemente francofona, o avere un corridoio che colleghi la Vallonia con la capitale. Tuttavia, qualunque opzione che implichi il cedimento di territorio alla Vallonia risulta inaccettabile per i fiamminghi.

Dinanzi alle differenze “inconciliabili” tra fiamminghi e valloni, l’accordo istituzionale non è stato raggiunto e il Premier ha rassegnato le dimissioni lo scorso 14 luglio. Le dimissioni del Primo Ministro sono però state respinte del Re Alberto II. Leterme resta in carica fino alle prossime elezioni previste per il 2009 ma con poteri limitati alle sole tematiche "socio-economiche". Per quanto concerne la tematica costituzionale, il Re ha nominato un comitato di tre saggi incaricati di "esaminare in quale modo possono essere offerte garanzie per intavolare in modo credibile il dialogo istituzionale".

I saggi nominati sono:

Ø       Raymond Langendries, deputato europeo del Partito cristiano-democratico umanista (vallone), uomo di grande esperienza politica, già Ministro della Funzione Pubblica dal 1989 al 1991, Presidente della Camera nel 1995, perfettamente bilingue, apprezzato dal Re per le sue doti di mediatore.

Ø       Xavier de Donnea, deputato del Partito Liberale di Bruxelles, nella circoscrizione Bruxelles Halle Vilvorde (che come è noto rappresenta uno dei punti critici di un futuro accordo istituzionale), ex Ministro federale della Difesa, Sindaco di Bruxelles, Ministro-Presidente della Regione di Bruxelles, gran conoscitore della macchina politico-amministrativa del Paese. Perfettamente bilingue, è una delle personalità politiche più apprezzata del momento.

Ø       Karl-Heinz Lambertz, Ministro-Presidente della Comunità germanofona dal 1999, rappresenta una figura equidistante tra fiamminghi e valloni, profondo conoscitore delle istituzioni, insegna diritto all'UCL.

I tre "saggi" dovrebbero incontrarsi oggi 8 settembre per poi trasmettere al Re il loro rapporto intorno al 20 settembre. Circolano tuttavia indiscrezioni riguardo alla mancata individuazione da parte loro del "metodo" e soprattutto dei "soggetti" che dovrebbero partecipare all'esercizio al termine del quale verrà presentata al Parlamento la tanto attesa riforma costituzionale. I fiamminghi, per voce di esponenti di partito e Parlamentari, insistono sulla richiesta di una formula negoziale che abbia come protagonisti i soli Presidenti delle Regioni fiamminga e vallone (Kris Peeters e Rudy Demotte).

Questa formula implica ovviamente l'esclusione del Presidente della terza Regione in cui il Paese e' attualmente suddiviso, cioè quella di Bruxelles. La esclusione del rappresentante della Regione di Bruxelles nei negoziati di cui trattasi, implicherebbe una sorta di tacito accordo sull'inclusione del territorio regionale di Bruxelles negli interessi fiamminghi; inclusione inammissibile dal punto di vista costituzionale ed ancor più inammissibile per bruxellois e valloni che ovviamente non hanno alcuna intenzione di avallare una simile richiesta e le sue implicazioni.

Non bisogna inoltre dimenticare che il Belgio è composto oltre che di Regioni anche di "Comunità" dotate di propri parlamenti e governi. In particolare, nell'ipotesi di accordo per le riforme costituzionali, negoziato dai soli Presidenti delle Regioni fiamminga e vallone, nessuna considerazione verrebbe prestata alla Comunità di lingua tedesca che, pur non avendo una sua "Regione" geograficamente delimitata, non intende di certo restare esclusa da negoziati che hanno come scopo una riforma costituzionale di vasta portata e che investirà gli interessi di tutti i cittadini della Federazione. A tal proposito si ricorda che uno dei tre saggi nominato dal Re, è Lambertz, attuale Presidente della Comunità tedesca. Appare quindi difficile che questi possa avallare la scelta di "metodi" e/o la nomina di "soggetti" che escludano del tutto la seppur minoritaria comunità tedesca (800 mila persone su una popolazione totale di 10 milioni di abitanti).

 

Gli orientamenti di politica estera

            La principale direttrice di politica estera del Belgio è la sua piena e convinta partecipazione al processo di integrazione europea, cui ha sempre fornito un contributo significativo, con politiche tese al rafforzamento sul piano istituzionale ed al consolidamento della dimensione sociale.

Molto strette sono le relazioni del Belgio con i vicini Olanda e Lussemburgo nell’ambito del Benelux.  

Il Belgio è tradizionalmente sostenitore di una solida relazione con gli Stati Uniti, ma, durante la crisi irachena, si è schierato con i Paesi UE contrari ad una soluzione militare e ispirata all'"unilateralismo".

I rapporti con gli Stati Uniti hanno d’altra parte assunto  toni critici anche a causa dell'applicazione della legge belga sulla "competenza universale" per i crimini contro i diritti umani, in base alla quale sono state presentate denunce nei confronti degli stessi Bush (padre e figlio). A seguito delle pressioni americane ed alla minaccia di conseguenze nei rapporti politici (anche con riferimento al permanere della sede NATO a Bruxelles), la legge è stata radicalmente modificata. 

Due incontri tra l’allora ministro belga ed il Presidente Bush (avvenuti nel quadro del viaggio del Presidente USA in Europa nel febbraio 2005 il primo, e a Washington, nel gennaio 2006 il secondo), hanno contribuito a suggellare la lunga azione belga di recupero dell’amicizia statunitense, dopo una fase di raffreddamento dovuta anche alle iniziative belghe in tema di difesa comune con Francia, Germania e Lussemburgo.

            Il Belgio ha sviluppato nel corso degli ultimi anni una politica di particolare apertura e dialogo nei confronti della Russia e, più in generale, verso i paesi dell'Est europeo, accentuando anche la sua presenza commerciale e culturale nei paesi dell'ex Unione Sovietica. L' ascesa al potere di Putin e i postumi della crisi cecena, pur alimentando nel Governo belga preoccupazioni sulla tenuta dell'impianto democratico russo,  non hanno determinato cambiamenti di fondo nella posizione belga, ispirata ad un approccio di realismo politico nei confronti di Mosca.

Nell’ambito dell’Unione europea, Bruxelles ha mantenuto un atteggiamento di grande equilibrio nei confronti della crisi nei Balcani, privilegiando un dialogo costruttivo con tutte le parti in conflitto con l'obiettivo di promuovere una riconciliazione ed una democratizzazione dell'area, forte anche del contributo dato a fianco dei Russi in Slavonia orientale, che ha permesso il completamento con successo della missione UNTAES (United Nations Transitional Authority in Eastern Slavonia, Baranja and Western Sirmium). Tale atteggiamento di moderazione è stato  perseguito anche in Kossovo. Va inoltre ricordato che il Belgio ha contribuito al programma di stabilizzazione per l'Albania con la partecipazione alla Forza multinazionale di  stabilizzazione per l'Albania a guida italiana.

Dopo il referendum che ha portato il Montenegro alla separazione dalla Serbia, il Ministro De Gucht, allora Presidente di turno dell’OSCE, ha dichiarato la disponibilità dei Paesi Membri a prendere in considerazione la richiesta di partecipazione all’Organizzazione da parte dello stesso Montenegro.

Il Belgio è presente in Afghanistan con un proprio contingente militare, operante nell’ambito della forza con mandato ONU, sensibilmente rafforzato nel mese di agosto del 2004, con l’incremento da 300 a 600 unità.

            Per la quinta volta nella storia dell'ONU (l'ultima risaliva al 1991-92, quando il Belgio presiedette il Consiglio di Sicurezza in occasione della decisione sulla prima guerra del Golfo), il Belgio e' stato eletto (con 180 voti su 189) come membro non permanente del CDS dell'ONU per il biennio 2007-2008.

Il Belgio ha guardato sinora con favore all'inserimento della Germania e del Giappone tra i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, con un aumento di seggi non permanenti su base geografica.

Per quanto riguarda la NATO, il Belgio partecipa pienamente e con convinzione ad ogni fase della vita dell'Alleanza, privilegiando al contempo, con un approccio pragmatico, lo sviluppo dell'identità europea di sicurezza e difesa.

Il Belgio, membro fondatore della CEE, di cui ospita le istituzioni, ha sempre fornito un contributo significativo alla elaborazione delle politiche intese a rafforzare l'Unione Europea sul piano istituzionale, impegnandosi a fondo per la realizzazione della moneta unica, per la politica di difesa europea nel quadro della politica estera comune dell'Unione, e per consolidare il ruolo della dimensione sociale nella costruzione europea.

In Belgio, la procedura di ratifica del Trattato Costituzionale (di competenza del Parlamento nazionale e delle sette Assemblee regionali) si è conclusa l’8 febbraio 2006 con il voto favorevole (84 favorevoli, 29 contrari ed un astenuto) del Parlamento fiammingo, l’ultimo dei parlamenti regionali a doversi esprimere sul testo del Trattato. L’ 11 marzo 2005 si era conclusa la procedura a livello nazionale con il voto della Camera dei Deputati.


 


QUADRO ECONOMICO

 

 

Principali indicatori economici*

 

2007

2008

2009

Crescita PIL (%)

2,7

1,7

1,5

Inflazione (%)

1,8

3,6

2,3

Saldo bilancio P.A./PIL (%)

-0,3

-0,2

-0,1

Debito/PIL (%)

59,1

57,7

56,8

Tasso di disoccupazione (%)

7,5

7,3

7,5

PIL (in dollari USA, dato 2007)**

376 miliardi

Reddito pro capite (in dollari USA, dato 2007)**

35,300

Composizione del PIL per settore

agricoltura: 1,1%; industria 24,5%; servizi 74,4%.

Fonti: Commissione europea, Previsioni economiche primavera 2008

** CIA, The World Factboock 2008.