Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Rapporti Internazionali | ||
Titolo: | PAKISTAN - Documentazione | ||
Serie: | Schede Paese Numero: 42 | ||
Data: | 28/07/2008 | ||
Descrittori: |
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PAKISTAN
DOSSIER SCHEDE - PAESE
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XVI legislatura |
REPUBBLICA ISLAMICA DEL PAKISTAN
Luglio 2008
![]() |
CENNI STORICI (a cura del MAE)
Il Pakistan è divenuto indipendente nell’agosto del 1947, a seguito della campagna indipendentista della Lega Musulmana di Alì Jinnah ‑ considerato ancora oggi Padre della Patria ‑ che portò alla separazione dell’Impero Britannico delle Indie in due dominions: il Pakistan (a maggioranza islamica) e l’Unione Indiana (a maggioranza induista). La divisione dell’Impero britannico lasciò insolute alcune questioni che si rivelarono in seguito fonti di conflitto, prima tra tutte quella del Kashmir. La decisione del maharajah indù di questo principato a maggioranza musulmana di unirsi all’India contro la volontà del suo popolo causò due guerre (nel 1948 e nel 1965) tra Pakistan e India e una situazione di tensione che perdura ancora oggi. Una terza guerra tra i due vicini ebbe luogo nel 1971, quando l’India intervenne nel conflitto che portò alla secessione del Bangladesh, sino a quel momento incluso nel territorio pakistano.
Un’altra eredità dell’impero coloniale rivelatasi fonte di instabilità per Islamabad è lo status delle aree tribali nelle Province della North West Frontier e del Baluchistan, abitate prevalentemente da popolazioni pashtun affini a quelle afghane, che godono tradizionalmente di un amplissimo grado di autonomia e sono di fatto governate da signori feudali al comando di milizie armate. Lo stesso confine tra Pakistan e Afghanistan, tracciato dagli inglesi alla fine dell’800, non viene di fatto riconosciuto dalle tribù locali, che alimentano in quelle aree il transito di armi, stupefacenti e terroristi.
La vita politica pakistana è stata caratterizzata dall’alternanza di regimi militari e governi civili comunque autoritari. Tra i vari regimi autoritari, particolare impatto sulla situazione del Pakistan odierno ha avuto quello del Generale Zia ul Haq, che nel 1977 rovesciò il governo di Zulfikar Alì Bhutto (poi giustiziato nel 1979) instaurando un regime militare destinato a durare 11 anni. Zia ul Haq avviò una campagna di islamizzazione del Paese, introducendo nella legislazione pakistana, modellata sul diritto britannico, elementi di sharia islamica. Alla morte di Zia ul Haq, nel 1988, la figlia di Bhutto, Benazir, leader del PPP, fu democraticamente eletta Primo Ministro. Costretta alle dimissioni nel 1990, fu rieletta nel 1993 e rimase in carica fino al 1996. Nel 1997 la Lega Mussulmana (Partito nazionalista laico) vinse le elezioni portando al potere Nawaz Sharif.
Il 12 ottobre 1999 il colpo di Stato del Generale Pervez Musharraf rovesciò Nawaz Sharif ‑ costretto all’esilio forzato, così come la Bhutto – riportando i militari alla guida di un Paese sull’orlo della bancarotta economica e per di più isolato dalle sanzioni internazionali imposte dopo i test nucleari dell’anno precedente. Musharraf ha avviato, con le elezioni del 2002, un graduale processo di democratizzazione, accompagnato da una serie di riforme economiche e sociali, che sono state alla base di un sostenuto sviluppo economico. A partire dal 2005, egli si è tuttavia trovato alle prese con una serie di nodi irrisolti (primi fra tutti, la difficoltà a mantenere il controllo su ampie porzioni del territorio nazionale ed i periodici cedimenti ai fautori della “talibanizzazione” del Paese) che hanno seriamente intaccato l’immagine di un Pakistan avviatosi sulla via della modernizzazione e della “moderazione illuminata”.
Le difficoltà insite nel difficile processo di crescita e maturazione democratica del Paese si sono drammaticamente rivelate nel corso del 2007, in vista delle elezioni svoltesi nello febbraio 2008.
DATI GEO-POLITICI
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Dopo l’Indonesia, il Pakistan è il Paese che conta la maggiore popolazione musulmana al mondo; è membro fondatore della Conferenza Islamica, fa parte della South Asian Association for Regional Cooperation, delle Nazioni Unite, del WTO, del Gruppo dei 77; è il principale alleato non NATO degli Usa ed è uno Stato dotato di armi nucleari.
DATI GENERALI 2008 |
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Superficie |
803.940 Kmq (circa 2 volte e mezzo la superficie dell’Italia |
Capitale |
ISLAMABAD |
Abitanti |
167.803.560 (56,4%della popolazione è compresa nella fascia tra i 15 e i 64 anni) |
Tasso di crescita della popolazione |
1,8% |
Speranza di vita |
64,13 anni |
Mortalità infantile |
66,95 per mille |
Composizione etnica |
Punjabi 48,2%; Sindhi 11,8; Pashtun13,1; Baluchi, Muhajir (profughi dall’India all’epoca spartizione) |
Tasso di alfabetizzazione |
49,9% |
Lingue |
urdu e inglese (ufficiali), punjabi 48%, sindhi 22%, pashtu 8%, baluchi 3% |
Religioni praticate |
musulmani 97% (sunniti 77%, sciiti 20%), cristiani, indù e altri 3% |
Fonte: The CIA World Fact Book 2008
CARICHE DELLO STATO
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Presidente della Repubblica
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Generale Pervez MUSHARRAF dal 2001[1]
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Primo Ministro
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Yusaf Raza GILANI (Pakistan People’s Party PPP dell’ex Premier Benazir Bhutto)dal 25 marzo 2008 |
Presidente del Senato |
Mohammedmian SOOMRO (Lega Mussulmana del Pakistan- Qaid i Azam che supporta il Presidente Musharraf) dal 12 marzo 2003
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Presidente dell’Assemblea Nazionale |
Fahmida MIRZA (PPP) dal 19 marzo 2008
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Ministro degli Esteri |
Shah Mehmood QURESHI (PPP) dal 31 marzo 2008 |
Capo delle Forze Armate |
Generale Ashfaq KAYANI |
SCADENZE ELETTORALI |
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Assemblea Nazionale
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2013 |
Senato
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2009 |
Presidente della Repubblica
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2012 |
QUADRO POLITICO
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Governo in carica
Il Premier Gilani guida ancora un governo di coalizione formato dal PPP (a cui appartengono la maggioranza dei ministri), dall’Awami National Party (partito Pashtun secolare) con 2 ministri e del Jamiat Ulema-I-Islam (partito musulmano di matrice religiosa) con 1 ministro, a cui si aggiunge un membro rappresentante l’Area Tribale Amministrata a livello Federale. Il governo Gilani si trova ad affrontare una grave situazione economica e un crescente malcontento popolare dovuto alla crisi energetica, alla crisi alimentare e all’aumento dell’inflazione.
Il 14 maggio 2008, sono usciti dal governo formatosi il 24 marzo 2008, i 9 Ministri della Lega Mussulmana del Pakistan-Nawaz PML-N (dell’ex Premier Nawaz Sharif) che costituivano con il Partito del Popolo Pachistano (PPP) l’altra componente principale del governo di coalizione formatosi all’indomani delle elezioni del febbraio 2008.
Si ricorda che il 9 marzo 2008, all’indomani dei risultati elettorali, la nuova maggioranza parlamentare (ovvero, PPP e PML-N) aveva siglato un patto di governo, nel contesto di un esecutivo di coalizione, che assegnava al PPP il Governo federale e la Presidenza dell’Assemblea Nazionale ed al PML‑N la guida del Governo e dell’assemblea Legislativa del Punjab, la provincia più ricca e popolosa del Pakistan. Il 24 marzo è stato così eletto Primo Ministro, a maggioranza schiacciante dall’Assemblea Nazionale, Yusaf Raza Gilani, esponente del PPP e stretto collaboratore della Bhutto. Gilani nel primo discorso al Parlamento subito dopo la proclamazione della sua vittoria, ha chiesto l'immediata liberazione dei giudici, agli arresti domiciliari dallo scorso novembre per ordine di Musharraf. Gilani ha anche citato Benazir Bhutto chiedendo all’Assemblea Nazionale di approvare una risoluzione per una inchiesta delle Nazioni Unite sull'assassinio della Bhutto[2]. Il Premier ha poi citato i problemi di vita quotidiana del Pakistan, tra cui la mancanza di elettricità, e ha detto che il governo non risparmierà sforzi per risolverli e per assicurare ai pachistani una vita migliore. Nel successivo discorso al Parlamento nel corso della presentazione del suo programma di governo (29 marzo 2008) il Premier ha sostenuto la necessità di portare avanti la lotta contro il terrorismo e proposto il negoziato agli integralisti islamici disposti a deporre le armi.Gilani ha anche promesso un pacchetto speciale di riforme economiche e politiche per le aree tribali, nel quadro di una strategia di contrasto dell'estremismo "che trova nell'analfabetismo e nella povertà terreno fertile".
La divergenza di vedute sul reintegro dei giudici della Corte Suprema deposti da Musharraf nel novembre 2007 ha tuttavia determinato le dimissioni, il 14 maggio 2008, dei nove Ministri del partito di Sharif, che ha annunciato il suo appoggio esterno al governo. La coalizione PPP e PML-N, pur con qualche difficoltà, è ancora operativa nel Punjab.
Composizione del Parlamento
Il 17 febbraio 2008 si sono svolte le elezioni per il rinnovo della Camera bassa e delle Assemblee legislative provinciali. Le elezioni, che erano programmata per gennaio, hanno avuto luogo in una atmosfera tesa a seguito dell’assassinio il 27 dicembre 2007 dell’ex Premier Benazir Bhutto.
Meno del 40% degli aventi diritto hanno partecipato al voto.
Assemblea Nazionale (342 seggi)
PARTITI |
SEGGI |
Pakistan People’s Party (PPP) (dell’ex Premier Bhutto) |
123 |
Lega Mussulmana del Pakistan-Nawaz (PML-N) (dell’ex Premier Nawaz Sharif) |
91 |
Lega Mussulmana del Pakistan - Qaid i Azam (partito vicino a Musharraf) |
54 |
Muttahida Quami Movement (partito provinciale del Sindh) |
25 |
Awami National Party (ANP) partito pashtun secolare |
13 |
Muttahida Majlis-i-Amal (un gruppo di 6 partiti di matrice islamica tra cui Jamiat Ulema I Islam) |
7 |
Altri |
8 |
Indipendenti |
18 |
Vacanti |
3 |
TOTALE |
342 |
*Fonte: Election Commission of Pakistan
Da non trascurare il ruolo dei gruppi politici di pressione quali le Forze Armate, gli ambienti religiosi e a livello locale, i potenti proprietari terrieri e clan tribali.
Senato (100 seggi)
Le ultime elezioni risalgono al marzo 2006 con il rinnovo parziale di metà dei seggi
PARTITI |
SEGGI |
2006 |
Lega Mussulmana del Pakistan Qaid i Azam |
39 |
20 |
Muttahida Majlis-i-Amal (un gruppo di 6 partiti di matrice islamica) |
18 |
10 |
Pakistan People’s Party (PPP) |
12 |
6 |
Muttahida Quami Movement (movimento federale nazionale) |
6 |
3 |
PML-N (dell’ex Premier Sharif) |
4 |
1 |
Altri |
10 |
6 |
Indipendenti |
11 |
4 |
TOTALE |
100 |
50 |
* Fonte: UIP
QUADRO ISTITUZIONALE
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Il Pakistan è una Repubblica Federale; formalmente una repubblica parlamentare è di fatto una forma di governo semi-presidenziale. Il territorio è suddiviso in 4 province (Punjab, Sindh, Baluchistan e la Frontiera Nordovest) i cui governatori sono nominati dal Presidentea cui si aggiungono le Area tribali Amministrate a livello Federale (FATA) e la porzione amministrata dal Pachistan della regione disputata del Jammu e del Kashmir (Azad Kashmir e le Aree del Nord).
La Costituzione del 1973 emanata durante il governo Bhutto è stata più volte emendata. Nel 1999 a seguito del colpo di stato del 12 ottobre è stata sospesa ed è stata poi ripristinata nel dicembre 2002.
A seguito di un referendum tenutosi nell’aprile 2002, Musharraf ha esteso il mandato presidenziale di altri cinque anni, riservandosi la facoltà di sciogliere il Parlamento. Sempre nel 2002 si è assistito al ritorno del regime democratico con le elezioni del novembre e la seguente nomina di un civile a Primo Ministro. Tuttavia, malgrado l’accordo con il Parlamento in base al quale il Generale Musharraf avrebbe dovuto rinunciare alla carica di Comandante in capo delle Forze Armate già nel 2004, la decisione è stata presa solo il 27 novembre 2007, un giorno prima l’insediamento di Musharraf alla carica di Presidente per il suo terzo mandato.
Presidente della Repubblica
Il Presidente è il Capo dello Stato. E’ eletto da un collegio elettorale composto dal Senato, l’Assemblea Nazionale e dalle Assemblee provinciali, per un mandato di 5 anni rinnovabile solo una volta. Può essere messo in stato di accusa e rimosso dal suo ufficio dal voto dei 2/3 del Parlamento. Nel tempo, tuttavia, a seguito di vari colpi di stato militari e il ritorno ai regimi civili, le modifiche costituzionali hanno alterato i poteri e i privilegi del Presidente. La Costituzione attuale riconosce al Presidente dei poteri di riserva, soggetti all’approvazione o al veto della Corte Suprema, di sciogliere il Parlamento e dimissionare il Primo Ministro. Il Presidente presiede inoltre il Consiglio di Sicurezza Nazionale e nomina i vertici dell’esercito, marina e aeronautica militare.
Parlamento
Il potere legislativo spetta ad un Parlamento bicamerale (Majlis-E-Shoora), composto dall’Assemblea Nazionale e dal Senato.
L’Assemblea Nazionale (Camera bassa) rimane in carica per 5 anni ed è composta da 342 membri, direttamente eletti con sistema maggioritario (elettorato attivo è di 21 anni mentre l’elettorato passivo è di 25 anni); 60 seggi sono riservati alle donne e 10 alle minoranze non mussulmane (di cui 4 seggi ai cristiani, 4 agli indù, 1 ai Sikh, Buddisti e Parsi e 1 ai Qadiani).
Il Senato, istituito per la prima volta nel 1973, si compone di 100 membri, eletti indirettamente: 19 senatori sono eletti da ciascuna delle 4 Assemblee legislative provinciali, 8 sono eletti dall’Assemblea Nazionale provenienti dall’Aree tribali Amministrate dalla federazione (FATA) e 3 provenienti dalla capitale federale. Il mandato è di 6 anni; un terzo dei suoi membri viene rinnovato ogni tre anni.
Sistema giudiziario:
Si basa sulla common law britannica, con forti elementi di diritto islamico (sharia) specialmente per quanto riguarda il diritto di famiglia e le questioni morali. E’ in vigore la pena di morte.
QUADRO ECONOMICO (a cura del MAE)
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PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI
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2004 |
2005s |
2006 s |
2007 s |
2008 p |
PIL (variazione % reale) |
7,4 |
7,7 |
6,9 |
6,4 |
5,8 |
Inflazione media annua (%) |
7,4 |
9,1 |
7,9 |
6,5 |
6,1 |
Saldo Bilancio Pubblico / PIL (%) |
-1,7 |
-3,8 |
-7,4 |
-4,6 |
-4,3 |
Bilancia dei pagamenti |
|
|
|
|
|
- Esportazioni ( $mld) |
13,3 |
15,4 |
17,0 |
20,4 |
24,7 |
- Importazioni ($ mld) |
-16,7 |
-21,8 |
-26,7 |
-30,6 |
-37,5 |
- Saldo bilancia commerciale ($ mld) |
-3,4 |
-6,3 |
-9,6 |
-10,2 |
-12,8 |
- Saldo transazioni correnti ($mld) |
-0,8 |
-3,6 |
-5,3 |
-5,9 |
-7,8 |
- Saldo transazioni correnti/PIL (%) |
-0,8 |
-3,3 |
-4,2 |
-4,1 |
-5,0 |
Debito estero totale ($mld) |
35,5 |
33,7 |
36,0 |
39,5 |
43,4 |
Debito estero totale/PIL (%) |
36,3 |
30,6 |
28,3 |
27,6 |
27,7 |
Debt service ratio (%) |
21,1 |
9,9 |
10,7 |
8,4 |
7,8 |
Riserve valutarie lorde ($ mld) |
9,8 |
10,0 |
11,5 |
14,5 |
16,4 |
Riserve valutarie lorde (mesi import.) |
5,8 |
4,5 |
4,3 |
4,7 |
4,4 |
Cambio medio PKR/USD |
58,26 |
59,51 |
60,27 |
60,82 |
62,00 |
Fonte: EIU, settembre 2007 s: stime; p: previsioni. |
Quadro generale
L’economia pakistana all’inizio del nuovo millennio versava in condizioni di profonda crisi, acuita dalle sanzioni imposte da alcuni Paesi in seguito ai test nucleari del 1998 e dallo sfavore manifestato dalla comunità internazionale nei confronti del colpo di Stato militare di Musharraf. L’adesione alla coalizione antiterrorismo in seguito agli attentati dell’11 settembre ha consentito al Pakistan di uscire dall’isolamento e ottenere il sostegno delle istituzioni finanziarie internazionali e del Club di Parigi, nonché di beneficiare di ingenti aiuti finanziari dai Paesi donatori, anche a seguito del terremoto del 2005. Ciò ha permesso l’avvio di un piano di stabilizzazione economica che ha portato, negli ultimi anni, ad un progressivo miglioramento dei principali indicatori macroeconomici, basato su politiche economiche sostenibili e credibili riforme strutturali, nonché su una maggiore attenzione per gli investimenti produttivi e lo sviluppo del settore privato.
Il tasso di crescita medio del PIL negli ultimi cinque anni si è attestato intorno al 7%, riconfermando il Pakistan come uno dei Paesi asiatici con il più alto tasso di crescita economica, dopo Cina e India. Tuttavia in questi ultimi mesi l’economia del Paese sta evidenziando preoccupanti segnali di declino (crisi energetica, crisi della farina, crescente inflazione, alto deficit delle partite correnti) dovuti principalmente all’attuale fase di incertezza politica.
L’afflusso di investimenti internazionali, favorito anche da notevoli incentivi [3], è cresciuto vigorosamente negli ultimi anni, nonostante le preoccupazioni legate alla sicurezza del Paese, all’instabilità politica, alla scarsa trasparenza del sistema legale e giudiziario ed ai drammatici squilibri sociali (analfabetismo, povertà diffusa).I settori principali su cui il Governo punta nell’incentivare l’afflusso di capitali nonché i più economicamente interessanti riguardano il settore energetico (ed in particolare, la ricerca di fonti di energia alternative), il settore di ricerca ed esplorazione di petrolio e gas, ingegneria, settore abitativo, alberghiero ed infrastrutture.
Il vasto piano di privatizzazione va avanti: i più incoraggianti risultati si sono sinora ottenuti nei settori bancario e della telefonia, ma vanno progressivamente aprendosi anche i settori dell’energia, infrastrutture, petrolio e gas, distribuzione.
Molto, tuttavia, rimane da fare per incidere sulla problematica realtà di questo Paese, che si pone al 134º posto (su 177) nella graduatoria ONU sullo sviluppo umano ed al 92º posto (su 133) nella classifica dei Paesi più corrotti, redatta da Transparency International.
Congiuntura economica
Nel 2007, secondo le stime dell’Economist Intellicence Unit,la crescita economica del Pakistan si è mantenuta sostenuta, attorno al 6,4%, grazie al settore dei servizi (bancario ed assicurativo in particolare) che guida la fase di espansione in atto ormai nel Paese da diversi anni. All’aumento del PIL si è accompagnato, negli ultimi anni, un incremento significativo del reddito pro‑capite (925 dollari nel 2007 rispetto ai 586 del 2003) con riflessi positivi sulla capacità di spesa dei consumatori e in concomitanza con l’emergere di un ceto medio che va estendendosi.
Il debito estero è elevato rispetto ai Paesi dell’area (39,5 miliardi di USD circa nel 2007), tuttavia la riduzione dello stock e la sua natura quasi totalmente concessionalerendono la posizione debitoria del Pakistan sostenibile. Il livello delle riserve internazionali è adeguato (14,5 miliardi di USD circa, pari a 4,7 mesi di importazioni) e in aumento grazie ai flussi di capitale in entrata.
Per contro, restano preoccupanti l’alto tasso di crescita dell’inflazione (6,5% circa nel 2007), l’elevato deficit di bilancio (4,6% del PIL a causa di una ridotta base fiscale e di un sistema articolato di sussidi), il crescente deficit commerciale (‑10,2 miliardi di USD nel 2007) ed il conseguente deficit delle partite correnti (-6 miliardi di USD circa), solo parzialmente compensato dalle elevate rimesse degli emigrati (5,5 miliardi di USD nel 2006‑07) e dai finanziamenti esteri.
L’ingente flusso di investimenti diretti esteri (che hanno raggiunto il valore di 5,1 miliardi di USD nel 2006‑07 con un aumento del 46% rispetto all’anno precedente) mantiene comunque la bilancia dei pagamenti in attivo. Oltre un terzo degli IDE si riversa nel settore delle telecomunicazioni; seguono finanza e assicurazioni, petrolio e gas naturale. In larga misura i capitali provengono dal Regno Unito (18,7% nel 2006‑07), Stati Uniti (16,6%), Paesi Bassi (15,1%) e Emirati Arabi Uniti (12,9%). Anche gli investimenti pakistani all’estero stanno seguendo un rapido trend di crescita (100 milioni di USD nel 2006 contro i 44 milioni del 2005).
Di fronte al quadro sopra descritto, la Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale hanno più volte sottolineato la necessità di adeguate condizioni di stabilità politica, oltre che dell’adozione di misure volte a rafforzare la bilancia dei pagamenti e contenere il deficit commerciale. Politiche monetarie maggiormente restrittive sono altresì improcrastinabili, assieme ad una più flessibile gestione del tasso di cambio (il Pakistan mantiene de facto un regime di cambio a svalutazione controllata nei confronti del dollaro) ed al contenimento del deficit fiscale.
Relazioni economiche e commerciali con i principali Paesi partner
Dopo due anni caratterizzati da massicci incrementi, nel 2007 le importazioni pakistane[4] hanno rallentato la crescita (+14,6% rispetto al 2006, secondo le stime dell’Economist Intelligence Unit), raggiungendo comunque il valore record di 30,6 miliardi di USD. Al contempo le esportazioni[5]hanno seguito un trend di crescita più contenuto, attestandosi a fine 2007 su 20,4 miliardi di USD circa. Ne è conseguito, negli ultimi anni, un cronico deficit commerciale che ha raggiunto il valore record negativo di 10,2 miliardi di USD nel 2007, suscitando allarme nelle autorità pakistane, solo in parte attenuato dal fatto che il crescente passivo della bilancia commerciale è legato a fattori di per sé positivi, quali l’importazione di beni capitali in grado di incrementare la capacità produttiva nazionale e, nel medio‑lungo periodo, di accrescere il volume dell’export.
Per l’anno fiscale luglio 2006‑giugno 2007 (ultimo dato disponibile), la graduatoria dei principali fornitori del Pakistan, vede al primo posto la Cina (con una quota dell’11,6%, in forte crescita rispetto al 9,5% dell’anno precedente, sulla scia del trattato di libero scambio firmato con Islamabad nel novembre 2006), seguita dall’Arabia Saudita (con una quota dell’11,4% generata soprattutto dall’export di greggio), dagli Emirati Arabi (con una quota del 9,1% in gran parte alimentata da un traffico commerciale di transito), dagli USA (7,5%) e dal Giappone (5,7%, con una predominanza delle esportazioni di autoveicoli).
Nello stesso periodo, gli Stati Uniti sono risultati di gran lunga il principale mercato di sbocco per le merci pakistane, soprattutto tessili, con una quota del 24,6%, abbastanza stabile negli anni. Seguono gli Emirati Arabi (8,2%), il Regno Unito (5,6%) e l’Afghanistan (4,4%), in rapida ascesa.
Relazioni economiche con l’Unione Europea
Dal punto di vista economico-commerciale, con circa il 17% delle importazioni e il 28% delle esportazioni, l’UE rappresenta il principale partner commerciale del Pakistan, mentre il Pakistan rappresenta appena il 45° mercato di interscambio per l’Unione. Il Paese asiatico, che beneficia dal gennaio 2006 e fino al 31 dicembre 2008 del Sistema generale delle Preferenze Generalizzate[6], esporta nell’UE principalmente prodotti tessili, di abbigliamento e agricoli, mentre importa soprattutto macchinari, apparecchiature per le telecomunicazioni e prodotti chimici.
Nell’anno fiscale luglio 2006‑giugno 2007 (ultimo dato disponibile), l’Italia è risultata il terzo partner commerciale del Pakistan in ambito UE, dopo Germania e Regno Unito. La Germania è il primo fornitore comunitario del Pakistan (con una quota del 4% sul totale), nettamente avanti a Regno Unito (2,3%) e Italia (1,8%). Per contro, il Regno Unito è risultato il primo acquirente comunitario (5,6% sul totale), seguito dalla Germania (4,1%), dall’Italia (3,8%) e dalla Spagna (2,7%).
Rapporti Istituzioni Finanziarie Internazionali e Paesi donatori
Fondo Monetario Internazionale: grazie all’adozione di misure di politica economica prudenti e alla ristrutturazione del debito, il Pakistan non necessita al momento di un finanziamento del FMI [7], anche se mantiene con esso un stretta collaborazione post – program.
Banca Mondiale: è attiva in Pakistan con 20 progetti, destinati principalmente al settore dell’istruzione, per oltre un miliardo di USD.
Banca Asiatica di Sviluppo: nel 2006 ha concesso prestiti al Pakistan per oltre un miliardo di USD, facendo del Paese il secondo beneficiario, dopo l’India, dei fondi della Banca. Attualmente vi sono un’ottantina di progetti attivi.
Club di Parigi:il Pakistan ha firmato due Intese multilaterali con il Club di Parigi, rispettivamente nel gennaio e nel dicembre 2001.
L’Italia (settimo creditore bilaterale del Pakistan al Club di Parigi, con una quota dell’1,2% del totale) ha partecipato ad entrambe le ristrutturazioni firmando le relative intese bilaterali rispettivamente nel giugno 2001 e nel febbraio 2003. Con il primo Accordo bilaterale sono stati ristrutturati 27 milioni di USD di cui 5 milioni in crediti commerciali e 22 milioni in crediti di aiuto. Con la seconda intesa, l’Italia ha ristrutturato il debito pakistano per un totale di circa 190 milioni di USD di cui 20,35 milioni per crediti commerciali e 169,85 milioni per crediti di aiuto. Nell'ambito della strategia politico-finanziaria dell'Italia adottata a seguito degli eventi dell'11 settembre 2001, ed a seguito del terremoto dell’ottobre 2005, l’intero debito pakistano derivante da crediti di aiuto di cui all’accordo bilaterale del febbraio 2003, è stato azzerato.
Pakistan Development Forum (Islamabad,25‑27 aprile 2007): la 7^ edizione del PDF, importante appuntamento annuale tra la Comunità internazionale dei donatori ed il Governo pakistano, si è articolata intorno al tema centrale del “demographic dividend”[8], con sessioni di lavoro dedicate ai temi del commercio, dello sviluppo rurale e urbano e della crescita industriale. Ne è emersa la necessità del Pakistan di poter disporre quanto prima di una rete di comunicazione moderna : il progetto del “corridoio commerciale nazionale” riguarda proprio la riabilitazione ed il potenziamento dell’intero sistema nazionale dei trasporti merci e delle infrastrutture dei trasporti su nave, strada, rotaia e vie aeree. Al contempo, il Governo di Islamabad guarda con attenzione alla possibile creazione di Zone Economiche Speciali sul modello cinese. Un’attenzione particolare è stata dedicata alle problematiche legate alle FATA (Federally Administered Tribal Areas), un’area tanto sottosviluppata quanto strategica, specie alla luce dei noti collegamenti con la situazione afghana. Particolare enfasi è stata data al progetto americano delle cosiddette “Reconstruction Opportunity Zones”, ossia di quelle zone di sviluppo nelle aree fra Pakistan e Afghanistan i cui prodotti potranno avere libero accesso al mercato statunitense.
ATTUALITA DI POLITICA INTERNA E ESTERA(in collaborazione con il MAE)
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Nell’ultimo anno l’accelerazione degli eventi è stata drammatica ed incalzante: dopo la crisi istituzionale apertasi nel marzo 2007 con la rimozione del Presidente della Corte Suprema, si sono susseguiti la sanguinosa repressione della Moschea Rossa di Islamabad in luglio, la rielezione a Presidente del Generale Musharraf ed il rientro in patria di Benazir Bhutto in ottobre, la proclamazione dello stato d’emergenza e le dimissioni di Musharraf da Comandante delle Forze Armate in novembre, la revoca dello stato di emergenza in dicembre, solo pochi giorni prima della tragica fine della Bhutto, fino alle elezioni dello scorso 18 febbraio 2008, il tutto in un contesto che, nel solo 2007, ha visto in Pakistan il succedersi di oltre 1.500 attacchi terroristici che hanno causato tra le 4.000 e le 4.500 vittime.
Il recente risultato elettorale (giudicato sostanzialmente regolare dai numerosi osservatori elettorali, di cui 120 dell’UE) ha visto la chiara vittoria dei due principali partiti d’opposizione: il PPP di Asif Zardari (vedovo della Bhutto)e la Lega musulmana pakistana (PML‑N) di Nawaz Sharif. La divergenza di vedute sul reintegro dei giudici della Corte Suprema deposti da Musharraf nel novembre 2007 ha tuttavia determinato le dimissioni, lo scorso 14 maggio 2008, dei nove Ministri del partito di Sharif, che ha annunciato il suo appoggio esterno al governo.
La diversa visione strategica di Zardari e Sharif era in realtà evidente sin dall’insediamento del Governo, tanto che sono in molti a ritenere l’attuale compagine come un assetto provvisorio, in attesa di uno scontro diretto tra i due. Mentre Zardari (PPP) sta cercando con pragmatismo di raccogliere l’eredità del patto che sua moglie aveva concluso con Musharraf prima di rientrare in patria (un patto che postulava rapporti di collaborazione con i militari, sotto l’occhio benevolo di Washington), Sharif si è invece da subito dichiarato come l’alfiere di uno scontro frontale con Musharraf, avendo peraltro in serbo di proporsi al momento opportuno come vero leader del Paese. Sharif e Zardari stanno ora cercando di trovare un modus vivendi, ma la resa dei conti tra i due sarà prima o poi inevitabile. Sfilandosi ora dalle responsabilità governative, Sharif punta di fatto a lasciare al PPP di Zardari e del Primo Ministro Gillani l’ingrato compito di affrontare una crisi economica ed un malcontento popolare che divengono di giorno in giorno più evidenti, soprattutto alla luce della crisi energetica, di quella alimentare e dell’aumento dell’inflazione.
La querelle costituzionale sul reinsediamento dei giudici della Corte Suprema è dunque in realtà la punta dell’iceberg di un complesso regolamento di conti tra Zardari, Nawaz Sharif e lo stesso Musharraf, indicato dai più sul viale della definitiva uscita di scena, senza che tuttavia sia ancora ben chiaro come reagirebbero i militari, qualora –in luogo di dimissioni spontanee- si decidesse, come richiesto da Sharif, di aprire un procedimento di impeachment, aggravato da un’accusa di alto tradimento ed attentato alla Costituzione.
Resta infine una priorità quella della lotta al terrorismo: mentre proseguono i negoziati tra le autorità e le milizie islamiste operanti nelle aree tribali di confine con l’Afghanistan (negoziati che non poche apprensioni stanno suscitando a Washington ed in sede NATO) l’attentato che, lo scorso 2 giugno 2008, ha colpito l’Ambasciata danese ad Islamabad (sei morti) ha rappresentato il secondo atto terroristico contro un obiettivo occidentale verificatosi nella capitale pakistana negli ultimi due mesi (a marzo, il bersaglio fu un ristorante italiano e rimase uccisa una cittadina turca, nonché ferita, tra gli altri, la proprietaria italiana).
La richiesta di una Commissione di inchiesta all’ONU
Il 30 maggio 2008 il Pakistan ha chiesto formalmente alle Nazioni Unite l'apertura di una inchiesta sull'assassinio di Benazir Bhutto. Subito dopo l'attentato, nel dicembre 2007, il Presidente Perwez Musharraf aveva respinto questa ipotesi e chiesto a Scotland Yard di affiancare le autorità investigative pachistane. L’11 luglio, il Ministro degli Esteri pakistano, Shah Mahmood Qureshi, ha annunciato l’accordo tra il Pakistan e le Nazioni Unite per l’istituzione della commissione.
La pronuncia dell’Alta Corte di Lahore su Nawaz Sharif (23 giugno 2008
L’ex Primo Ministro e capo della Lega Pakistana Musulmana-N (PML-N) è stato dichiarato in eleggibile dai giudici del tribunale pakistano. A Sharif er stato vietato di partecipare alle elezioni del febbraio 2008, in quanto era ancora sotto condanna per il dirottamento dell’aereo del Presidente Mushaffaf nel 1999 (a seguito del quale è stato esiliato dal Pakistan).A Sharif era stato in un primo tempo permesso di partecipare alle elezioni suppletive, ma la decisione della magistratura del 23 giugno ha ribaltato la precedente decisione.
Tagli alle spese militari
Il 10 giugno 2008 il Primo Ministro Gilani, ha annunciato tagli alle spese per la difesa per dare un segnale in favore della pace auspicando che anche l'India possa seguire presto l'esempio del suo Paese.
La protesta degli avvocati e dei giudici contro Musharraf
Il 9 giugno 2008 migliaia di avvocati e di oppositori al Presidente pachistano Pervez Musharraf hanno dato il via a Karachi a una protesta per rivendicare una procedura che potrebbe portare alla deposizione del capo dello Stato. Contemporaneamente identiche manifestazioni di avvocati si tenevano in altre grandi città del Pakistan. Da oltre un anno, gli avvocati chiedono il ripristino nelle loro funzioni di una sessantina di giudici silurati lo scorso novembre da Musharraf, in particolare quelli della Corte suprema, perchè si apprestavano a "sentenziare" sulla legalità della sua rielezione.
Asif Ali Zardari, copresidente del Partito del Popolo Pachistano (Ppp) pur avendo dichiarato che non accetta Musharraf come ''Presidente costituzionale'' perche' e' stato eletto nonostante fosse anche Capo delle forze armate” non ha parlato di rimozione forzata del Presidente. Zardari si e' dichiarato favorevole all'approvazione di un pacchetto di riforme costituzionali che riducono i poteri del Presidente. Invece Nawaz Sharif, leader della Lega musulmana pachistana-N chiede l'impeachment per l'ex generale e un processo per tradimento. Secondo analisti politici pachistani, la differenza tra le posizioni dei due leader e' dovuta alla differente visione della soluzione del problema dei giudici rimossi, soprattutto di Iftikhar Chaudhry, il capo della Corte suprema e nemico giurato di Musharraf. Se il giudice venisse rimesso al suo posto, sicuramente agirebbe costituzionalmente contro la rielezione di Musharraf del dicembre scorso. Ma potrebbe agire anche contro le decisioni dello stesso Presidente, tra le quali l'amnistia concessa a Benazir Bhutto e allo stesso Zardari - entrambi condannati per corruzione -, che ha permesso alla coppia di tornare in patria e a Zardari di assumere la presidenza del partito e di candidarsi in parlamento. Zardari e il suo partito hanno temporeggiato sul reintegro di Chaudhry e degli altri giudici, motivo per il quale il Pml-N ha ritirato i suoi ministri dal governo.
L'accordo tra le istituzioni pachistane e i talebani
Il 9 giugno 2008 fonti governative hanno ribadito che l'accordo (accordo non ufficiale di pace) tra le istituzioni pachistane e i talebani, che prevede da una parte il ritiro graduale delle truppe di Islamabad dalla provincia nord-occidentale di Swat e dall'altra l'affidamento della sicurezza nell'area al gruppo Tehrik-e-Taliban, e' ancora in essere. In un primo tempo sembrava che l'intesa, firmata il mese scorso, fosse stata annullata. Soprattutto dopo le visite in Pakistan dei vertici militari e di alte cariche politiche USA, che erano volati a Islamabad per protestare e trovare una soluzione che ponesse fine all'intesa con i talebani. C’e' il timore infatti che le forze statunitensi e quelle della Nato in Afghanistan possano subire una nuova ondata di attacchi". Le regioni tribali del Pakistan sono considerate rifugi sicuri per i combattenti talebani e di al Qaida. Le autorità Usa hanno avvertito che accordi del genere potrebbe dare ai militanti il tempo di riorganizzarsi e intensificare gli attacchi nel vicino Afghanistan. Secondo fonti stampa, i rapporti tra militari USA e esercito pachistano starebbero attraversando il periodo peggiore dall’11 settembre 2001. Il Pakistan ha infatti deciso di ridurre la presenza dell’esercito impegnato nella frontiera ovest per concentrarsi invece sulla difesa della frontiera con il tradizionale nemico, l’India. Gli ufficiali pachistani hanno confermato a Washington la presenza di truppe di frontiera e unità paramilitari lungo il confine poroso con l’Afghanistan, ma si tratta di truppe mal equipaggiate e poco preparate.
Le richieste di dimissioni presentate al Presidente Musharraf
Il 7 giugno 2008 il Presidente Musharraf ha affermato che non intende dimettersi, nonostante le richieste a lui pervenute in tal senso.
Musharraf, che ha sempre sostenuto di avere l’appoggio dell’esercito, potrebbe usare la modifica costituzionale, da lui voluta, di sciogliere le Camere in vista di un possibile impeachment.
L’attentato all’Ambasciata di Danimarca
Il 2 giugno 2008 un attentato suicida contro l'ambasciata di Danimarca di Islamabad, ha causato otto morti. Il 5 giugno in un comunicato diramato su internet, Al Qaida ha rivendicato l'attentato contro l'ambasciata di Danimarca in Pakistan, affermando che si è trattato di una ''vendetta per la pubblicazione di vignette che hanno umiliato il Messaggero di Dio e per il suo rifiuto di scusarsi'', e minacciando altri attentati se la Danimarca non presentera' le sue scuse.
Il testo, datato 3 giugno e 'firmato' dal leader di Al Qaida in Afghanistan Mustafa Abu Yazid, Le caricature sono state ripubblicate nei mesi scorsi sulla stampa danese.
L'azione, proclama il testo, e' stata compiuta ''nel quadro della jihad totale della nostra nazione islamica contro i crociati e gli ebrei'' e per ''difendere la religione, il sangue, le terre e l'onore dei musulmani''. Le 12 vignette del Profeta furono pubblicate la prima volta nell'autunno del 2005 da un giornale danese e nel 2006 causarono proteste e violente manifestazioni nel mondo islamico.
Il 3 giugno il Consiglio di Sicurezza dell'Onu aveva condannato all'unanimità l'attentato "terroristico". La dichiarazione, non vincolante, ma che ha richiesto l'unanimità del Consiglio per essere adottata, afferma che tutti gli Stati devono cooperare con il Pakistan "per consegnare alla giustizia gli autori, gli organizzatori e i finanziatori di questa azione di terrorismo riprovevole". Anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha condannato l'attentato. In precedenza anche la Commissione europea aveva fatto altrettanto.
Rilancio degli incontri militari di alto livello NATO, Afghanistan, Pakistan
Il 4 giugno 2008 il nuovo comandante delle forze Nato in Afghanistan lo statunitense David McKiernan ha dichiarato di voler rilanciare gli incontri (in cui generali di alto grado di Nato, Afghanistan e Pakistan discutono per coordinare questioni di sicurezza alla frontiera) di oltreconfine con i leader militari del Pakistan, annullati negli ultimi mesi.
Incontro Premier pachistano Gilani con il Sottosegretario Vegas
Il 2 giugno 2008 il Primo Ministro pachistano, Syed Yousuf Raza Gilani, ha ricevuto a Islamabad il sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas. Il Premier ha ricordato che tra Pakistan e Italia intercorrono stretti e amichevoli rapporti diplomatici, politici, economici e sul fronte della sicurezza, e ha auspicato che tali legami si rafforzino sempre di più in futuro. Il primo ministro pachistano ha parlato anche della questione dell'accesso al mercato italiano per i prodotti pachistani e chiesto al rappresentante del Governo italiano di sostenere il Pakistan in seno all'Unione europea. Il Pakistan sta affrontando una crisi energetica, ha ricordato Gilani, chiedendo all'Italia di investire nel settore energetico per integrare gli sforzi di Islamabad nel superare tale crisi. Vegas, dal canto suo, ha espresso fiducia nel rafforzamento dei rapporti bilaterali tra i due Paesi che hanno una visione comune su importanti questioni internazionali e ha riconosciuto l'importanza del ruolo del Pakistan per la stabilità della regione. Il sottosegretario all'Economia ha infine invitato il premier pachistano a visitare l'Italia. All'incontro erano presenti anche l'ambasciatore italiano a Islamabad, Vincenzo Prati, e il ministro delle Finanze pachistano Syed Naveed Qamar.
La liberazione dell’Ambasciatore pachistano in Afghanistan
Il 17 maggio 2008 l'Ambasciatore pachistano in Afghanistan, rapito l'11 febbraio, e' stato liberato. Il diplomatico, Tariq Azizuddin, era stato sequestrato nell'area di confine fra i due paesi mentre si stava recando a Kabul.
POLITICA ESTERA (a cura del MAE)
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Tradizionalmente schierato in campo americano e in ottimi rapporti con la Cina dall’epoca della guerra fredda, l’importanza strategica del Pakistan sembrava diminuita negli anni ’90 a seguito della dissoluzione dell’URSS. Gli eventi dell’11 settembre 2001 hanno tuttavia riaffermato il primario ruolo del Pakistan quale cruciale alleato degli Stati Uniti e dell’Occidente nella lotta al terrorismo oltre che in un’ottica di stabilizzazione degli equilibri regionali e di pacificazione dell’Afghanistan.
L’incertezza sulla reale portata della svolta annunciata dalla nuova dirigenza pakistana nella lotta al terrorismo (dialogo con le componenti tribale e “soluzione politica” ai problemi, al fine di isolare i terroristi) alimenta ora le preoccupazioni internazionali, ed in particolare quelle di Washington e di Londra, disposte a dare credito al governo Gillani, ma allo stesso tempo impazienti di ottenere dei risultati sul campo e di evitare che il dialogo con le componenti tribali ai confini con l’Afghanistan si risolva di fatto in un allentamento della pressione militare e in un aumento dell’insicurezza.
Risulterà al riguardo decisivo il grado di collaborazione che Pakistan ed Afghanistan riusciranno a sviluppare nei prossimi mesi, superando le reciproche accuse e diffidenze del passato. Da segnalare, a tale riguardo, che Islamabad ospiterà nel prossimo autunno la terza edizione della Conferenza Economica Regionale sull’Afghanistan (RECC), organizzata congiuntamente al Governo afgano, con la partecipazione dei principali paesi della regione, nonché dei paesi a vario titolo impegnati nella pacificazione dell’Afghanistan.
Quanto infine alle relazioni con l’India, queste sembrano avviate alla normalizzazione, nell’ambito di un “dialogo composito”, avviato nel 2004, che rimane peraltro legato all’insoluta contesa sul Kashmir. E’ tuttavia significativo che - in occasione del loro primo incontro, svoltosi ad Islamabad il 22 maggio u.s.- il neo-Ministro degli esteri pakistano Qureshi ed il suo omologo indiano Mukherjee abbiano annunciato l’intenzione di riprendere il dialogo tra i due Paesi, in vista di una definitiva normalizzazione delle relazioni bilaterali.
In tale contesto, il nuovo governo pakistano sta cercando di rilanciare i progetti dei due principali gasdotti regionali: quello, sostenuto dagli USA, dal Turkmenistan attraverso Afghanistan verso Pakistan e India (TAPI) e quello dall’Iran tramite Pakistan verso India ed eventualmente Cina (IPI), invece fortemente ostacolato dagli Stati Uniti e per lungo tempo guardato con diffidenza dall’India.
[1] Musharraf si è autoproclamato Presidente del Pakistan nel giugno 2001, dopo aver preso il potere con un colpo di stato non violento nell’ottobre 1999.
[2] La risoluzione è stata poi approvata dall’Assemblea Nazionale il 14 aprile 2008. Nel testo si chiede al governo di intercedere presso le Nazioni Unite affinche' venga istituita una commissione di inchiesta internazionale con il compito di identificare i responsabili, gli organizzatori ed i finanziatori dell'assassinio della Bhutto compiuto il 27 dicembre 2007al termine di un comizio a Rawalpindi.
[3] Il Pakistan ha introdotto molte facilitazione per attrarre nuovi investimenti, tra cui la garanzia di riesportare sia gli utili che il capitale. Salvo pochissimi settori, come quello agricolo, gli investitori stranieri non sono soggetti a vincolo alcuno, compreso il precedente obbligo di avvalersi di un partner locale.
[4] Principalmente prodotti della meccanica e elettronica, greggio e prodotti petroliferi, prodotti chimici.
[5] Principalmente abbigliamento, filati e tessuti in cotone. Un peso rilevante rivestono anche le esportazioni di riso, manufatti in cuoio, prodotti chimici e farmaceutici, articoli sportivi e strumenti chirurgici.
[7] L’ultimo finanziamento del FMI si è concluso nel dicembre 2004.
[8]Attualmente più della metà della popolazione pakistana ha meno di 20 anni: si tratta di circa 80 milioni di persone che entreranno gradualmente nel mondo del lavoro. L’approccio del Governo pakistano per incoraggiare lo sviluppo endogeno del Paese attraverso la valorizzazione del capitale umano, intende puntare specialmente sulla formazione dei giovani.