Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Rapporti Internazionali | ||
Titolo: | UCRAINA - Incontro del Presidente della Commissione Affari esteri, on. Stefano Stefani, con il Ministro degli Affari esteri dell'Ucraina, Volodymir Ogryzko - Roma, 24 luglio 2008 | ||
Serie: | Schede Paese Numero: 41 | ||
Data: | 23/07/2008 | ||
Descrittori: |
|
UCRAINA
DOSSIER SCHEDE - PAESE
|
XVI legislatura |
Repubblica di Ucraina
![]() |
DATI GENERALI |
|
Superficie |
603.700 (due volte l’Italia)
|
Capitale |
KIEV (4.000.000 abitanti)
|
Abitanti |
46.000.000
|
Tasso di crescita della popolazione |
-0,6% |
Speranza di vita |
68 anni
|
Tasso di alfabetizzazione |
99,4%
|
Composizione etnica |
Ucraini (77,8%) Russi (17,3%)
|
Religioni praticate |
Ucraina ortodossa Patriarcato di Kiev 50,4%, Ucraina ortodossa Patriarcato di Mosca 26,1%; Cattolica di rito ucraino-greco 8%, Chiesta ortodossa autocefala 7,2% |
PRINCIPALI CARICHE DELLO STATO
|
|
Presidente della Repubblica
|
Viktor YUSCHENKO |
Presidente della Camera dei Deputati |
Arseny YATSENIUK |
Primo Ministro |
Yulia TIMOSCHENKO |
Ministro degli Esteri |
Volodomyr OHRYZKO |
SCADENZE ELETTORALI
|
|
Elezioni Presidenziali |
2009 |
Elezioni legislative
|
2012 (le ultime elezioni, anticipate, si sono tenute il 30 settembre 2007) |
Ambasciatore della Repubblica di Ucraina in Italia: Georgiy CHERNYAVSKYI
Ambasciatore d’Italia a Kiev: Pietro Giovanni DONNICI
SITUAZIONE ECONOMICA
|
I disaccordi tra il Presidente Yushchenko e il Primo Ministro Tymoshenko sulle modalità di attuazione del programma di privatizzazione - e in particolare sulle modalità di vendita di grandi imprese di proprietà statale - hanno portato, tra l’altro, alla sospensione tra febbraio e aprile di alcune operazioni di privatizzazione (maggio 2008). Il Presidente contesta al Governo di voler impiegare gli introiti per finanziare la spesa sociale corrente, anziché investimenti infrastrutturali di lungo periodo.
Nel 2007 è proseguita la fase di espansione dell’economia ucraina che è cresciuta ad un tasso di incremento del PIL del 7,3% rispetto al 2006, superiore alle previsioni e in linea con gli aumenti registrati negli scorsi anni. Si confermano, tra i fattori determinanti della crescita, l’aumento dei consumi privati (+14% rispetto al 2006, stime Banca Mondiale) e la crescita della produzione industriale (del 10,2 nel 2007). E’ aumentato l’output dell’industria manifatturiera (+11,7% rispetto al 2006), ed in particolare: metallurgica (+8,3% rispetto al 2006), chimica (+6,2%) e metalmeccanica (+28,6%), i tre settori industriali trainanti dell’economia ucraina (contribuendo al 45% della produzione industriale nazionale, ed al 60% delle esportazioni). In crescita la produzione di acciaio (nel 2007, l’Ucraina si e’ confermata ottavo produttore su scala mondiale), il settore agro-alimentare, la lavorazione del legno e l’industria cartaria.
Nei primi cinque mesi del 2008, secondo le statistiche ufficiali, il PIL è aumentato del
6,4% rispetto ad analogo periodo del 2007. Le previsioni di crescita del PIL per il 2008 oscillano tra il 5,5 e il 6,8%
La crescita dei consumi privati è andata di pari passo con l’aumento del reddito disponibile delle famiglie ( +2,8%, in termini reali, rispetto al 2006), la crescita dei salari medi (+12,5 in termini reali), e la riduzione del tasso di disoccupazione (dal 10,9% nel 2001 al 6,4 nel 2007
Nel febbraio del 2008, l’Ucraina ha firmato il protocollo di adesione all’OMC. Il 10 aprile la Rada ha approvato il provvedimento di autorizzazione alla ratifica di tale protocollo di adesione.
Alla fine del 2007 il tasso di inflazione del Paese ha raggiunto il 16,6% (il più elevato dal 2000), alimentato dall’elevato livello delle spese sociali, dalla crescita della domanda di beni di consumo, dall’aumento dei prezzi di petrolio e gas naturale (oltre che dalla svalutazione della grivna, ancorata al dollaro, rispetto all’Euro), dall’aumento del costo di alcuni generi alimentari di base che costituiscono circa il 60% del paniere di beni utilizzato per il calcolo dell’inflazione; hanno contribuito anche fattori contingenti, tra cui condizioni climatiche che hanno penalizzato il raccolto di grano. Nonostante le ragioni dell’aumento dell’inflazione siano prevalentemente non monetarie, la Banca Centrale nel corso del 2007 ha alzato il tasso di sconto ed i requisiti di riserva degli istituti di credito. A giugno 2008 il Consiglio Esecutivo del FMI ha sottolineato con preoccupazione le dinamiche di crescita dell’inflazione e l’allargamento del ‘deficit’ di conto corrente.
Nel 2007 è continuata la crescita dell’interscambio commerciale con l’estero (+31%). Sono cresciute rispetto al 2006 sia le importazioni (+34,7%) che le esportazioni (+28,4%) di beni. Il disavanzo commerciale (11,4 miliardi nel 2007) è dovuto alla crescita della domanda interna ed alle importazioni di energia (gas e petrolio). Il saldo negativo nelle partite correnti, stimato dal FMI intorno al 3,5% del PIL nel 2007, viene comunque coperto da un consistente flusso di capitali esteri, costituito in larga parte da investimenti diretti esteri, da finanziamenti al settore privato (banche e imprese) e da investimenti nei mercati azionario ed obbligazionario (il principale indice azionario della borsa ucraina è cresciuto nel 2007 del 135%).
Nel primo trimestre del 2008 il valore dell’interscambio dei beni con l’estero è aumentato, rispetto ad analogo periodo dello scorso anno, del 37,6%, pari a 32,5 miliardi USD. Sono aumentate sia le esportazioni ucraine di beni sia le importazioni, rispettivamente del 28,5% e del 45,1% con un saldo passivo di circa 5 miliardi USD. Nel settore dei servizi è invece stato registrato un avanzo di 1,16 miliardi USD. Il disavanzo delle partite correnti (pari a circa 3,5 miliardi USD, secondo stime della Banca Centrale ucraina) e compensato, al momento, dal flusso IDE in entrata, che è risultato al 1° aprile 2008 , di 3,4 miliardi USD
Il settore finanziario è stato caratterizzato negli ultimi anni dall’ingresso di banche e società di assicurazione straniere (tra cui Generali e Unicredit). Secondo dati della Banca Centrale i prestiti in valuta estera sono aumentati nei primi nove mesi del 2007 del 91% (rispetto allo stesso periodo del 2006).
Il flusso di investimenti diretti esteri (IDE) in entrata nel 2007, e’ stato di 8.710,6 milioni di dollari, portando il volume in accumulo di IDE in Ucraina ad un importo di 29.489,4 milioni di dollari.
L’afflusso di capitali stranieri dovuto principalmente all’indebitamento privato con l’estero e ad investimenti dall’estero, ha portato ad un consistente incremento delle riserve in valuta estera della Banca Centrale (il FMI stima il volume complessivo a 32,5 miliardi di dollari), che è intervenuta sul mercato valutario per mantenere stabile il cambio tra il dollaro e la valuta locale, la grivna.
In vista dell’adesione all’OMC, il Paese ha varato numerosi atti normativi volti ad adeguare la regolamentazione nazionale agli standard internazionali: permane tuttavia una situazione di scarsa certezza del diritto e della sua applicazione, con pratiche di corruzione ed inefficienze del settore pubblico.
L’Indice di Sviluppo Umano dell’Ucraina calcolato dall’UNDP (HDR 2007) è 0,788 e colloca questo Paese al 76° posto, preceduto da Colombia e Venezuela e seguito da Samoa e Tailandia.
Il 6 dicembre 2007 il Consiglio Esecutivo della Banca Mondiale ha approvato la nuova “Country Partnership Strategy” dell’Ucraina per il periodo 2008-2011. La CPS è sostenuta da un pacchetto di assistenza finanziaria compreso tra 2 e 6 miliardi di USD per l’intero periodo, con livelli annuali di assistenza legati al raggiungimento di alcuni criteri di “performance”.
Investimenti diretti in Ucraina in accumulo al 01.01.2008 (milioni USD)[1]
|
Investimenti (milioni, USD) |
% |
Totali |
29489,4 |
100,0 |
di cui: |
|
|
1.Cipro |
5941,8 |
20,1 |
2.Germania |
5917,9 |
20,1 |
3.Paesi Bassi |
2511,2 |
8,5 |
4.Austria |
2075,2 |
7,0 |
5.Regno Unito |
1968,8 |
6,7 |
6.Federazione Russa |
1462,2 |
5,0 |
7.Stati Uniti |
1436,8 |
4,9 |
8.Francia |
1046,2 |
4,3 |
9.Isole Vergini, Britanniche |
1045,7 |
4,3 |
10.Svezia |
1006,6 |
4,2 |
….. |
|
|
19. Italia |
150,4 |
0,5 |
Fonte: Il Comitato per le statistiche dell’Ucraina |
|
|
Commercio estero dell'Ucraina 2000 - 2007
Esportazioni ucraine (milioni $ USA)
Anni |
2002 |
2003 |
2004 |
2005 |
2006 |
2007 |
Totali, di cui: |
17957,1 |
23080,2 |
32672,3 |
34286,7 |
38367,7 |
49248,1 |
Russia |
3189,1 |
4311,4 |
5888,7 |
7495,8 |
8650,7 |
12668,3 |
Italia |
829,5 |
1268,5 |
1620,4 |
1893,9 |
2503,4 |
3650,0 |
Turchia |
1235,4 |
901,9 |
1869,2 |
2035,0 |
2390,0 |
2675,2 |
Polonia |
506,0 |
763,2 |
979,9 |
1010,9 |
1344,5 |
1644,6 |
Germania |
755,4 |
1423,8 |
1891,0 |
1286,2 |
1283,8 |
1636,9 |
Bielorussia |
|
|
|
891,7 |
1222,7 |
1561,4 |
USA |
519,3 |
718,6 |
1506,9 |
956,5 |
1201,7 |
1433,7 |
Ungheria |
525,2 |
849,9 |
807,6 |
690,7 |
946,1 |
1235,1 |
India |
269,1 |
486,0 |
659,8 |
679,1 |
850,1 |
1058,1 |
Kazakhstan |
|
|
|
|
828,0 |
744,1 |
Fonte: Il Comitato per le Statistiche dell’Ucraina
Importazioni ucraine (milioni $ USA)
Anni |
2002 |
2003 |
2004 |
2005 |
2006 |
2007 |
Totali, |
16976,8 |
23020,8 |
28996,0 |
36141,1 |
45034,5 |
60669,9 |
di cui: |
|
|
|
|
|
|
Russia |
6317,1 |
8645,7 |
11811,8 |
12843,4 |
13787,2 |
16837,6 |
Germania |
1658,2 |
2273,5 |
2731,8 |
3384,3 |
4267,6 |
5830,0 |
Turkmenistan |
1885,7 |
1746,2 |
1953,7 |
2678,1 |
3492,0 |
4266,6 |
Cina |
229,3 |
530,2 |
733,3 |
1810,4 |
2310,2 |
3307,1 |
Polonia |
537,2 |
802,3 |
968,7 |
1406,7 |
2109,1 |
2920,5 |
Italia |
462,1 |
645,1 |
806,0 |
1030,3 |
1465,1 |
1789,3 |
Bielorussia |
262,8 |
343,6 |
538,2 |
939,9 |
1255,2 |
1591,8 |
Francia |
348,6 |
519,0 |
653,0 |
799,0 |
989,8 |
1564,9 |
Kazakhstan |
|
|
|
186,4 |
965,7 |
1444,8 |
Corea Sud |
|
|
|
649,6 |
935,4 |
1330,0 |
Fonte: Il Comitato per le Statistiche dell’Ucraina
Le principali agenzie di rating sono state concordi sino ad ora nel mantenere invariato il livello di rischio all’Ucraina, sia a breve sia a lungo termine.
Agenzia Rating |
Livello |
Data d'assegnazione |
Moody’s |
Ba3 |
Agosto 2007 |
Standard & Poor's |
B |
Agosto 2007 |
Fitch |
B- |
Agosto 2007 |
Per quanto concerne il 2008, il Governo, in occasione dell’approvazione della legge di bilancio, ha dato rilievo primario alla lotta all’inflazione, ponendosi come obiettivo quello di conseguire un tasso del 12,5%. Il deficit programmato dal Governo è del 2,1% del PIL, da ottenersi attraverso un contenimento della spesa pubblica e con gli introiti attesi dalle privatizzazioni, tenendo conto che, secondo le stime dell’UNDP, due terzi del capitale produttivo (settori militare, spaziale, aeronautico, cantieristico, comunicazioni, trasporti, energia, ricerca e public utilities) restano in mano pubblica.
Per il 2007, il FMI stima un disavanzo di bilancio effettivo dell’1,8%, inferiore al livello programmato ed ottenuto grazie alla crescita del PIL ed alle buone entrate fiscali. Il bilancio del 2008 prevede inoltre allocazioni per l’ammodernamento delle infrastrutture di trasporto, in particolar modo di quelle necessarie all’organizzazione dei Campionati Europei di Calcio del 2012. A questo scopo il Governo si propone altresì di attrarre nuovi investimenti esteri, con misure volte a migliorare il “business environment”. Altro obiettivo primario è quello di promuovere la riduzione del consumo di energia e di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. Le autorità di Kiev si attendono dall’ingresso dell’Ucraina nell’OMC un contributo aggiuntivo (stimato tra l’1,5 e l’1,8%) in termini di crescita del PIL. L’adesione all’Organizzazione dovrebbe agire dastimolo per le esportazioni dell’industria manifatturiera ucraina, ed in particolare per il settore dell’acciaio, con la progressiva eliminazione della quota all’importazione sinora mantenuta dall’Unione Europea.
L’Ucraina era considerata alla fine del secolo scorso uno dei più importanti produttori di petrolio d’Europa. Oggi le sue riserve, stimate per un miliardo di tonnellate, di cui un terzo offshore, restano in gran parte non sfruttate, a causa dell’obsolescenza delle infrastrutture, anche se ultimamente sono stati lanciati progetti per l’attivazione di piattaforme petrolifere nel mare d’Azov e nel Mar Nero. La produzione nazionale non soddisfa, comunque, le esigenze del Paese e si deve ricorrere all’importazione dalla Russia (90%). Tale dipendenza ha però causato un grave indebitamento, che ha condotto all’acquisizione diretta da parte di società russe delle principali raffinerie ucraine. Il principale progetto di trasporto del petrolio degli ultimi anni è l’oleodotto Odessa–Brody (667 km), a suo tempo progettato per diversificare le fonti di approvvigionamento limitando la dipendenza dalla Russia, grazie all’import di petrolio kazako ed azero dal Caspio, via Mar Nero, per il consumo interno e il transito verso l’Europa occidentale. Esso avrebbe dovuto trasportare il petrolio caucasico diretto ad ovest (in direzione Sud-Nord, cd “opzione occidentale”), aggirando i congestionati stretti turchi, ma nel luglio 2004 il governo ucraino ha deciso di aprire l’oleodotto in direzione Nord-Sud per il trasporto del petrolio degli Urali (“opzione russa”).
La dipendenza energetica dalla Russia è emersa, nel settore del gas, con particolare chiarezza in occasione della “crisi del gas” dell’inizio del 2006, che ha determinato un incremento del prezzo del gas corrisposto alla Russia da 50 a 95$ per 1.000 m3, saliti poi a 130$ nel 2007 e a 180$ nel 2008. A seguito di questa crisi, Gazprom ha acquistato un potere quasi di monopolio sulle forniture di gas, che provengono per il 51% dal Turkmenistan e per il 20% dalla Russia (circa il 20% è di produzione ucraina). La Russia non solo possiede, o comunque controlla, i gasdotti attraverso i quali passa il gas proveniente dall’Asia Centrale, a partire dal settembre 2007 ha anche ottenuto l’esclusiva degli acquisti di gas dal Turkmenistan, precludendo rispetto al passato ogni possibile negoziato diretto tra Kiev ed Ashgabad.
Altra importante articolazione del settore energetico è nel nucleare (50% di produzione dell’energia elettrica nazionale), che soddisfa una parte crescente del fabbisogno energetico: il paese possiede uranio e zirconio, ma importa parte del combustibile nucleare dalla Russia. Esistono 13 reattori (distribuiti su quattro impianti), di cui 9 operativi. Quanto alla centrale di Chernobyl (definitivamente chiusa nel 2000), l’assistenza finanziaria prestata da G7, BERS e UE è indirizzata alla messa in sicurezza del reattore numero 4, attraverso la costruzione di un nuovo “sarcofago” ed alla costruzione di due nuovi reattori nelle centrali di Rivne e Khmelnizky. Gli sviluppi di questi progetti, che vedono il coinvolgimento anche di esperti italiani, hanno conosciuto varie difficoltà e comportano un difficile negoziato.
Il Paese possiede importanti riserve di carbone (che coprono il 90% del fabbisogno interno) e, nel quadro della strategia di differenziazione delle fonti energetiche, si punta ad un deciso allargamento nel suo utilizzo.
Dati1 |
Unità |
2003 |
2004 |
2005 |
2006 |
2007 |
PIL |
mld USD |
50,1 |
64,9 |
82,9 |
107,8 |
141,2 |
Δ PIL reale |
% |
+9,5 |
+12,1 |
+2,6 |
+7,9 |
+7,7 |
Composizione PIL |
|
|
|
|
|
|
Agricoltura |
% |
12,1 |
12,1 |
10,9² |
10,1² |
9,0² |
Industria |
% |
34,6 |
36,5 |
33,8² |
32,7² |
32,2² |
Servizi |
% |
53,3 |
51,3 |
55,3² |
57,2² |
58,8² |
Δ prezzi al consumo |
% |
+5,2 |
+9,0 |
+13,5 |
+9,1 |
n.d. |
Riserve (escluso oro) |
mld USD |
6,7 |
9,3 |
19,1 |
21,8 |
n.d. |
Cambio medio per 1 USD |
hrivny |
5,33 |
5,32 |
5,12 |
5,05 |
5,05 |
Bilancia delle partite correnti |
mld USD |
2,9 |
6,9 |
2,5 |
-1,6 |
-5,9 |
Bilancia commerciale3 |
mld USD |
-0,5 |
-3,7 |
-1,1 |
-5,2 |
-8,4 |
Esportazioni di beni FOB |
mld USD |
23,7 |
33,4 |
35 |
38,9 |
49,84 |
Importazioni di beni FOB |
mld USD |
23,2 |
29,7 |
36,1 |
44,1 |
60,4 |
Principali esportazioni |
|
|
|
|
|
|
Metalli non preziosi |
% |
37 |
40 |
41 |
43 |
42 |
Macchinari ed attrezzature |
% |
16 |
17 |
13,6 |
18 |
17 |
Prodotti energetici e carburanti |
% |
14 |
12 |
12,8 |
10 |
13 |
Alimentari, bevande e prodotti agricoli |
% |
12 |
11 |
12,6 |
12 |
9 |
Prodotti chimici |
% |
8 |
9 |
8,7 |
9 |
n.d. |
Principali importazioni |
|
|
|
|
|
|
Prodotti energetici e carburanti |
% |
36 |
37 |
31,4 |
30 |
28 |
Macchinari ed attrezzature |
% |
25 |
27 |
28 |
31 |
33 |
Prodotti chimici |
% |
8 |
8 |
8,6 |
9 |
8,8 |
Alimentari, bevande e prodotti agricoli |
% |
9 |
7 |
7,4 |
7 |
6,8 |
Metalli |
% |
n.d. |
6 |
6,8 |
7 |
n.d. |
Prodotti industriali |
% |
6 |
n.d. |
n.d. |
n.d. |
n.d. |
Principali Paesi fornitori |
|
|
|
|
|
|
Russia |
% |
34 |
40 |
35,5 |
31 |
28 |
Germania |
% |
13 |
9 |
9,4 |
10 |
9,7 |
Turkmenistan |
% |
10 |
7 |
5 |
8 |
n.d. |
Italia |
% |
5 |
3 |
n.d. |
n.d. |
n.d. |
Stati Uniti |
% |
n.d. |
2 |
n.d. |
n.d. |
n.d. |
Principali Paesi clienti |
|
|
|
|
|
|
Russia |
% |
19 |
18 |
22 |
23 |
26 |
Germania |
% |
6 |
6 |
4 |
3 |
3 |
Turchia |
% |
4 |
6 |
6 |
6 |
7,4 |
Italia |
% |
5 |
5 |
5,5 |
6 |
5,4 |
Cina |
% |
n.d. |
3 |
2 |
1 |
n.d. |
Investimenti diretti esteri4 |
mln USD |
1.424 |
1.715 |
7.808 |
5.203 |
n.d. |
Debito estero |
mld USD |
24 |
30,2 |
33,3 |
49,8 |
69,04 |
1Dati dell’Economist Intelligence Unit 2Stime dell’Economist Intelligence Unit 3 Estrapolazione dell’Ufficio basata sui dati riportati 4 Dati dell’UNCTAD World Investment Report 2007 n.d. = Dato non disponibile |
|
|
|
|
|
|
Dati BERS |
unità |
2003 |
2004 |
2005 |
2006 |
2007 |
Privatizzazioni |
|
|
|
|
|
|
Quota del settore privato sul PIL |
% |
65 |
65 |
65 |
65 |
65 |
Quota del settore privato sull’occupazione |
% |
37,7 |
n.d. |
n.d. |
n.d. |
n.d. |
Infrastrutture |
|
|
|
|
|
|
Utenti Internet (per 100 abitanti) |
|
5,3 |
8 |
9,8 |
12,1 |
n.d. |
Settore finanziario |
|
|
|
|
|
|
Numero di banche |
|
158 |
160 |
165 |
170 |
n.d. |
Numero di banche estere |
|
19 |
19 |
23 |
27 |
n.d. |
Fonte: BERS Transition Report 2007
QUADRO POLITICO
|
Governo in carica
La fiducia ottenuta dal Primo Ministro Julia Tymoshenko, avvenuta ufficialmente il 18 dicembre 2007, rappresenta una seconda chance per gli Arancioni e lascia intravedere per il paese la possibilità di una reale evoluzione democratica. L’attuale governo Arancione è tuttavia ben diverso dal precedente e rappresenta il frutto di numerose negoziazioni avvenute non solamente in seno all’area Arancione, ma anche tra gli Arancioni ed i “filorussi”, attualmente all’opposizione. Abbandonate quindi le istanze idealistiche seguite alla Rivoluzione Arancione, gli attuali leader ucraini paiono seriamente intenzionati a garantire uno sviluppo stabile e duraturo del paese, improntando la propria azione di governo ad un maggior pragmatismo.
Si sono astenuti dal voto il Partito delle Regioni, guidato dal filorusso Viktor Janukovic, il Partito Comunista ucraino ed il Blok Litvina, guidato da Vladimir Litvin, attualmente all’opposizione. Tale nomina rappresenta un’importante vittoria per l’ex-pasionaria della Rivoluzione, che ritorna a ricoprire un ruolo, quello di premier, già detenuto dal gennaio al settembre del 2005, prima di venire licenziata da Yushchenko e sostituita dall’attuale Ministro della Difesa Yurij Yekhanurov. Riconciliatasi con il Presidente, e potendo contare su un sostegno ben più ampio sia nella Rada, sia a livello popolare, “Julka” è riuscita ad imporre a Yushchenko la propria candidatura alla premiership, superando l’iniziale opposizione del Presidente.
Composizione del Parlamento
PARTITI
|
SEGGI
|
Partito delle Regioni (filorusso, opposizione) |
175 |
Blocco Yulia Timoschenko |
156 |
Nostra Ucraina-Autodifesa del Popolo |
72 |
Comunisti |
27 |
Blocco Lytvyn |
20 |
TOTALE |
450 |
QUADRO ISTITUZIONALE
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Sistema politico
Repubblica parlamentare[2]. L’Ucraina è divisa in 24 regioni (oblast). La Crimea, popolata da 2,5 milioni di persone, per la maggioranza russe, ha uno statuto autonomo (Repubblica autonoma di Crimea) ed elegge un proprio Parlamento.
Presidente della Repubblica
Il Presidente della Repubblica è eletto direttamente dai cittadini a suffragio universale e diretto. Il suo mandato dura cinque anni. Non può ricoprire più di due mandati consecutivi. Come nella Federazione russa, il Presidente è a capo di un’amministrazione particolare.
In base alla riforma varata l’8 dicembre 2004, il Governo viene nominato dal Primo Ministro, ed il Presidente può solo proporre la nomina del Primo Ministro, del Ministro degli Esteri e del Ministro della Difesa. Ma anche in questo caso spetterà alla Rada approvare le proposte del Presidente.
Parlamento
Il potere legislativo è affidato ad un Parlamento monocamerale (Rada Suprema) composto da 450 deputati, con mandato elevato a cinque anni in seguito alle riforme costituzionali varate l’8 dicembre 2004.
Il Parlamento, a maggioranza dei tre quarti dei suoi membri, può revocare l’incarico del Presidente della Repubblica secondo la procedura di impeachment qualora quest’ultimo si sia reso responsabile di alto tradimento o di altri delitti.
Il Parlamento può inoltre votare una mozione di sfiducia al Governo, a maggioranza assoluta dei suoi componenti.
L’iniziativa legislativa spetta a ciascun deputato, al Presidente della Repubblica, al Consiglio dei ministri e alla Banca d’Ucraina. L’esame dei disegni di legge presidenziali non può essere ritardato. Il Presidente può rinviare una legge al Parlamento anche per motivi di merito; la legge deve comunque essere promulgata se il Parlamento la approva nuovamente a maggioranza dei due terzi dei suoi membri.
Le ultime elezioni si sono svolte il 31 marzo 2002. Le prime elezioni in regime pluripartitico erano avvenute nel 1994. Nel settembre 1997 è stata adottata una nuova legge elettorale con sistema misto ad un solo turno, 50% maggioritario (per 225 collegi) e 50% proporzionale (per 225 collegi, con sbarramento al 4%).
Se il Parlamento non è in grado di funzionare per più di trenta giorni consecutivi, il Presidente può decretarne lo scioglimento.
Procedura di controllo delle leggi e
di revisione della Costituzione
La Costituzione ucraina può essere emendata su proposta del Presidente della Repubblica o di un terzo dei componenti della Rada. In prima lettura, un progetto di legge che introduce cambiamenti alla Costituzione deve essere approvato dalla maggioranza dei componenti della Rada. Successivamente, lo stesso testo deve essere approvato dalla maggioranza dei due terzi dei componenti della Rada. Se il progetto mira ad introdurre cambiamenti in materia di “Principi generali”, “Elezioni e Referendum” e “norme di revisione costituzionale” le procedure di proposta e di approvazione alla Rada sono aggravate ed il testo è sottoposto a referendum popolare.
La Corte costituzionale è chiamata a pronunciarsi sulla conformità delle leggi e degli altri atti aventi valore giuridico con la Costituzione; essa è composta di 18 giudici nominati per nove anni dal Presidente della Repubblica, dalla Verkhovna Rada e dal Congresso dei Giudici dell’Ucraina, ciascuno nella misura di un terzo. La Corte costituzionale può essere adita dal Presidente della Repubblica, da almeno 45 deputati, dalla Corte suprema dell’Ucraina, dal Rappresentante per i diritti umani, dalla Verkhovna Rada della Repubblica di Crimea.
FOCUS
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Il “nuovo corso” della Tymoshenko
Non appena eletta, la Tymoshenko ha elencato i punti focali sui quali concentrerà, nei mesi a venire, il proprio operato di governo, ribadendo in particolare la necessità di attuare un’efficace lotta alla corruzione e d’intraprendere una radicale riforma del sistema giudiziario del paese. Il sistema politico ed economico ucraini sono infatti tuttora fortemente intaccati dalla corruzione, che pervade indistintamente qualsiasi ambito della vita del paese. (secondo l’indice di transparency per il 2007, il Paese occupa il 118 posto su 179).
Cinque sono stati i punti enunciati dalla Tymoshenko per sconfiggere tale piaga:
A tale scopo, la Tymoshenko ha creato un team diuomini d'affari distintisi per la propria integrità morale nella gestione dei propri affari, da inserire nei gangli vitali del sistema ucraino al fine di garantire un’effettiva attuazione di tale programma. Tra questi spiccano Oleh Dubyna, legato all’Unione Industriale del Donbass, nominato capo di Naftogaz Ukraini, compagnia nazionale ucraina incaricata della distribuzione del gas; Valery Horoshkovsky, azionista del gruppo televisivo ucraino Inter TV channel, nominato responsabile del Sistema Doganale ucraino e Serhij Buriak, coproprietario assieme al fratello di varie aziende ucraine, nominato responsabile del Fisco.
Per quanto riguarda la politica estera, la Tymoshenko ha ribadito la volontà sì di continuare un progressivo avvicinamento all’Unione Europea, ma anche di “normalizzare” le relazioni con Mosca, improntandole ad un maggior pragmatismo. Il problema più urgente tra i due paesi riguarda infatti il trasporto del gas russo diretto verso l’Ucraina ed i Paesi occidentali.
Non sono mancate tuttavia delle critiche al piano di governo lanciato dalla Tymoshenko. In particolare sono state criticate dagli analisti alcune sue dichiarazioni, considerate eccessivamente populiste. Tra queste, quella di voler restituire al popolo ucraino il denaro andato perduto a causa dell’inflazione che colpì il paese dopo la caduta dell’Unione Sovietica, senza specificare tuttavia dove ottenere tale somma; infine lo scottante tema dell’accesso del paese nella NATO, sul quale la Tymoshenko ha annunciato di voler indire un referendum nazionale, senza stabilire tuttavia una data precisa.
Il nuovo accordo tra Russia ed Ucraina per le forniture di gas
È stato raggiunto il 13 marzo un nuovo accordo tra Kiev e Mosca per quanto riguarda le forniture di gas russo destinate all'Ucraina, accordo che va a sostituire quello stipulato il 14 febbraio 2007. In quest’ultimo il Presidente ucraino Yushchenko s’impegnava a saldare il debito accumulato da Kiev nei confronti di Gazprom, pari a circa 1,5 miliardi di dollari, richiedendo in cambio la rimozione della compagnia russo-ucraina Rosukrenergo, principale intermediario nella compravendita del gas tra i due paesi. Pur confermando tali richieste, il nuovo accordo presenta tuttavia degli elementi nuovi rispetto al precedente e di rilevante importanza anche per l’Europa.
L'accordo tra i due paesi risalente al 14 febbraio era stato raggiunto in extremis, quando si profilava già il rischio di un altra "guerra del gas", simile a quella avvenuta nel gennaio 2006. Kiev premeva infatti da mesi affinché Gazprom rimuovesse come intermediario nella compravendita del gas la compagnia russo-ucraina Rosukrenergo, controllata al 50% da Gazprom. Essa, principale broker del gas proveniente dalla Russia e dal Caspio destinato all'Ucraina, veniva, infatti, accusata da Kiev di essere una leva politica utilizzata da Mosca per evitare la creazione di accordi diretti tra l'Ucraina ed i paesi esportatori di gas dell'area del Caspio, quali il Turkmenistan. Rosukrenergo era inoltre ritenuta dal premier ucraino Tymoshenko di essere la causa dell'enorme debito accumulato da Kiev nei confronti di Mosca, avendo comportato il suo utilizzo un aumento esponenziale dei costi di trasporto del gas, ritenuto ingiustificato dai leader ucraini.
Il nuovo accordo conferma quanto stabilito precedentemente, fissando il prezzo del gas a 179,50 dollari per 1,000 metri cubici, prezzo ben inferiore ai 319 dollari proposti da Gazprom ai primi di febbraio. Rimane tuttora da stabilire l'entità esatta del debito, pari, secondo quanto dichiarato da Mosca a 1,5 miliardi di dollari e ritenuto invece da Kiev inferiore a tale somma. Modifica sostanziale apportata nel secondo accordo rispetto al primo è che Kiev dovrà pagare il gas consumato nel gennaio e febbraio di quest’anno, mesi nei quali il consumo di gas è aumentato notevolmente, ad un prezzo di 315 $ per 1,000 metri cubici. Seconda novità, che influirà in maniera determinate nelle future relazioni tra i due paesi, è che ora Gazprom potrà avere accesso al mercato ucraino di distribuzione del gas, mettendo in crisi l’attuale monopolio della compagnia nazionale ucraina di distribuzione del gas, Naftogaz. L’accordo del 13 marzo introduce inoltre delle novità che avranno ripercussioni anche sull’Europa. Nel corso delle negoziazioni il Cremino ha infatti annunciato di voler aumentare il prezzo delle future forniture di gas destinate all’Ucraina, ma anche ai paesi dell’Europa Orientale. Gazprom ha annunciato infatti che entro la fine del 2008, aumenterà in maniera sostanziale, a causa anche dell’aumento del gas proveniente dall’Asia centrale, trasportato da Gazprom fino ai mercati europei. Un aumento che potrebbe raggiungere il prezzo di 350 $ per 1000 metri cubi, il che peserà in maniera rilevante soprattutto sui paesi dell’Europa centro-orientale.
Al momento della firma del primo accordo, il Cremino avanzò in cambio dello sconto sul prezzo del gas e della rimozione di Rosukrenergo delle richieste di tipo prettamente politico. Putin innanzitutto richiese con toni perentori all'Ucraina di non partecipare al progetto di scudo antimissilistico americano, accusato dal Presidente russo di essere diretto non tanto a contrastare l'Iran, come dichiarato dagli Stati Uniti, quanto a neutralizzare il potenziale nucleare russo. Yushchenko accettò inoltre di non ostacolare l'accesso della Russia al WTO, del quale l'Ucraina, giocando d'anticipo su Mosca, è entrata a far parte nel gennaio 2008. Questione sulla quale a lungo i due stati dibatterono fu poi l’ingresso dell'Ucraina nella NATO, auspicata da Yushchenko nel suo programma politico e fortemente ostacolata da Mosca, come confermato dalle dichiarazioni di Putin, che arrivò a minacciare di "puntare i missili nucleari sull'Ucraina" nel caso in cui si fosse concretizzata tale possibilità. Se il primo accordo quindi pareva improntato ad una maggior collaborazione tra i due paesi, soddisfacendo le richieste di entrambe le parti, il nuovo accordo appare fortemente svantaggioso per l’Ucraina, permettendo a Gazprom di avere accesso al mercato ucraino di distribuzione del gas e richiedendo il pagamento di alcune forniture ad un prezzo maggiorato.
Se da un lato quindi Kiev tenta di gradualmente di uscire dall’orbita russa avvicinandosi alla sfera occidentale, come dimostrato dall’accesso dell'Ucraina al WTO[3] e dalla volontà del paese di entrare nella NATO, oltre alla richiesta di avviare la procedura d'adesione graduale all'UE richiesta a Bruxelles, dall’altro rimane fortemente legata a Mosca.
Se il primo accordo pareva aver evitato la crisi tra i due paesi, lasciando sperare in un miglioramento delle relazioni tra i due paesi, il nuovo accordo pare confutare tali ipotesi. Tale accordo e le dichiarazioni del portavoce di Gazprom lasciano intendere infatti che la partita tra i due paesi sulle forniture di gas è tutt’altro che chiusa. L’ingresso di Gazprom nel mercato di distribuzione del gas ucraino rientra inoltre nella logica russa di riacquistare il controllo dell’ex-sistema sovietico di distribuzione del gas, mettendo in seria difficoltà Kiev. L’aumento previsto dei prezzi del gas russo destinato al paese, e all’Europa, non farà inoltre che peggiorare la situazione. Il futuro completamento dei gasdotti Nordstream e Southstream , passanti il primo a nord, attraverso il Mar Baltico ed il secondo a sud, attraverso il Mar Nero, comporterà inoltre l'esclusione dell'Ucraina e di altri paesi dell’Europa centro-orientale dalla rotta del gas russo destinato all'Europa, con evidenti ripercussioni di tipo politico ed economico su tutta l’area. In tale contesto, le relazioni di lungo periodo tra Mosca ed i paesi dell’area cambieranno in maniera sostanziale, dato che essi si troveranno ad occupare un ruolo di secondo piano nello scacchiere geopolitico e Mosca potrà giocare a proprio piacimento la carta del gas, senza rischiare di compromettere le relazioni con l'UE. A favore dell'Ucraina giocano tuttavia altri fattori, non per ultimo quello dell'ingresso nella NATO e quello, molto remoto, dell'accesso all'UE, che potrebbero garantire a Kiev una maggior indipendenza dal proprio vicino russo se non altro sul piano politico, oltre che costituire un importante forma di pressione nei confronti di Mosca.
L’’opinione pubblica e la Nato
Durante il summit Nato a Bucarest (2-4 aprile 2008), secondo quanto riportato dal sito del quotidiano russo Izvestia, circa 250mila cittadini hanno protestato per le strade delle città ucraine contro il progetto di adesione dell’Ucraina alla Nato. Secondo il sondaggio pubblicato a febbraio dalla joint venture FOM-Ucraina, il 50% degli intervistati è contrario all’integrazione nell’alleanza euro-atlantica. Meno di un quarto del campione si pronuncia a favore. Una componente consistente (57,8%) è per un referendum sul tema.
Il governo Tymoshenko, nel frattempo, ha ratificato il suo ingresso nel WTO, una tappa considerata antecedente all’adesione alla Nato e all’Unione Europea. Una linea di politica estera che coesiste con la membership della CSI e l’idea di creare uno spazio di libero commercio tra i paesi di questa organizzazione internazionale.
Nel 2007, i risultati condotti dal centro ucraino per gli studi economici e politici (UCEPS) hanno dimostrato che il 40,2% del campione è assolutamente contrario al processo di adesione alla Nato, il 19,6% contrario. Solo il 9,8% favorevole e il 9,3% completamente favorevole. Diversamente, lo stesso campione si è espresso in modo positivo nei confronti dell’ingresso in Unione Europea. Il 50,4% favorevole, il 28,75% contrario, mentre la restante parte è indecisa. La contrarietà al processo di integrazione nell’alleanza euro-atlantica oltre ai sondaggi, si è manifestata anche attraverso atti di dissenso organizzati dal partito delle regioni (Yanukovich), il partito socialista progressista e il partito comunista. Dal sondaggio del 2007, riferimento già utilizzato, si evince che la maggior componente anti-Nato è nella zona orientale e filo-russa del paese.
Un altro fattore da non trascurare è che la Nato non ha un notevole potere attrattivo proprio. La Nato costituisce una sorta di passo necessario per aspirare poi all’Unione Europea. La Nato resta quindi fondamentale, insieme all’OSCE, per inserirsi nello spazio di sicurezza e difesa europeo.
Il motivo che forse spiega maggiormente il risultato dei sondaggi è l’insufficiente coerenza della politica estera ucraina. La discontinuità della politica estera ricade sull’incapacità di cambiamento dell’opinione pubblica. L’effetto di tale diffidenza interna verso la Nato è però scontato dall’Ucraina sul piano internazionale.
L’Ucraina e la Georgia sono i primi due Paesi della CSI in trattativa per l’adesione all’alleanza euro-atlantica. Anche se la CSI non è un’alleanza militare alternativa alla Nato, le due memberships presentano dei punti di attrito, nel particolare per quanto riguarda il coordinamento del lavoro di intelligence, e in generale, per le politiche di integrazione regionale, che insistono su aree e attori differenti. La politica estera ucraina non definisce le priorità della propria linea e vive la contemporaneità delle due organizzazioni. Se così facendo cerca una strada alternativa alla centralità russa nel CSI, d’altra parte la sua doppiezza rende poco credibile l’impegno ucraino da entrambi i lati.
La possibile nascita futura di un’area di libero scambio tra Ue d Ucraina
Dopo essere entrata ufficialmente nel WTO, l’Ucraina punta a stabilire con l’Ue un’area di libero scambio in tempi brevi: un anno, un anno e mezzo. Questo, sarebbe il lasso di tempo necessario per portare a termine i colloqui tra Ucraina e Unione europea e creare una zona di libero scambio. Ne è convinto il presidente Viktor Yushchenko, indicando nel 2009 l'anno in cui Kiev e Bruxelles firmeranno la nascita di una 'free-trade zone'. "Non è da escludere - ha affermato Yushchenko il 24 aprile c.a. - che in settembre, durante la presidenza di turno francese, verrà firmata la sezione politica dell'accordo". Si ricorda che l’ultimo summit Ue-Ucraina per il rinnovo dell'accordo di partenariato si è tenuto a Kiev tra il 2 e il 4 giugno c.a.
[1] Il dato contabile sugli investimenti non corrisponde sempre a quello economico, poiché le aziende estere non di rado utilizzano, per collocare gli investimenti, piazze di transito o controllate straniere. Cio’ vale anche per l’Italia. A titolo di esempio, e’ da rilevare che UniCredit ha fatto il suo primo ingresso nel mercato bancario ucraino tramite la controllata polacca Pekkao. Nel 2008, il gruppo italiano ha incrementato la propria presenza in Ucraina acquistando, tramite la controllata Bank Austria Creditanstalt, la quarta banca ucraina, Ukrsotsbank.
[2] In seguito alle riforme varate l’8 dicembre, sono stati rafforzati i poteri del Parlamento.
[3] Il trattato di adesione al WTO è stato ratificato ufficialmente dal Governo il 16 maggio. L’Ucraina è diventato il 152mo Paese a far parte dell’organizzazione.