Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: VIETNAM - Visita alla Camera di una delegazione della Commissione cultura dell'Assemblea nazionale del Vietnam - Roma, 23 luglio 2008
Serie: Schede Paese    Numero: 37
Data: 22/07/2008
Descrittori:
POLITICA ESTERA   VIETNAM

VIETNAM

 

 

 

DOSSIER SCHEDE - PAESE

 

 

 

 

 

 

XVI legislatura

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 37

 

23 luglio 2008

 

 

 

 

CAMERA DEI DEPUTATI

 

Servizio Rapporti internazionali


 

 

 

Repubblica socialista del Vietnam

 

 

 


Il Vietnam, attualmente membro non-permanente del CdS dell’ONU, ha assunto nel luglio 2008 la Presidenza mensile dell’organismo

 

 

 

 

CENNI STORICI

 

Parte del grande Impero Cinese dal II sec. a.C., il Vietnam divenne indipendente nel X sec. e nei secoli successivi conquistò i territori posti lungo la costa del Mar Cinese Meridionale fino al Grande Delta del Mekong.

Tra il 1859 e il 1890 la Francia conquistò dapprima l’area del Delta del Mekong, che divenne colonia francese con il nome di Cocincina, e successivamente rese l’intero Vietnam parte dell’Indocina francese.

Con la seconda guerra mondiale e l’invasione giapponese si sviluppò un movimento di resistenza armata guidato dai comunisti di Ho Chi Minh. Il 2 settembre del 1945 venne proclamata la Repubblica Democratica del Vietnam, ispirata ai principi del marxismo-leninismo. I francesi cercarono di ripristinare l’ordine coloniale, ma nel 1954 furono costretti alla resa. Gli accordi di Ginevra del 20 luglio 1954 sancirono la fine del dominio coloniale francese e la nascita di uno Stato indipendente vietnamita nel nord, di ispirazione comunista. Nel Sud l’Imperatore Bao-Dai fu deposto nel 1955 dal dittatore cattolico Ngo Dinh Diem.

Gli Usa insediarono a Saigon un governo anti-comunista sostenuto dalla minoranza cattolica del Sud, ma non dalla popolazione delle campagne. Nel 1960 con l’istituzione del Fronte di Liberazione Nazionale riprese la lotta armata, con l’intento di eliminare il protettorato statunitense e unirsi alla Repubblica del Nord. Condizionati dal “gioco” triangolare USA-URSS-Cina, gli Stati Uniti si trovarono coinvolti in un difficile conflitto fino ad oltre il 1968, quando venne avviato il progressivo disimpegno americano dal Vietnam,  conclusosi con gli accordi di Parigi del 1973 e la conquista di Saigon nel 1975 da parte delle forze comuniste del Nord.

Il Paese, riunificato nel 1975, si rivelò difficile da governare, a causa dell’economia dissestata dal lungo conflitto e dell’esodo della piccola borghesia di Saigon verso Nord-America ed Europa (oltre un milione di boat-people nel decennio1976-86, di cui circa 3000 in Italia).

Sul piano esterno, il deterioramento delle relazioni con i Khmer Rossi cambogiani ed i loro alleati cinesi portarono nel 1978 all’invasione della Cambogia. Il Vietnam del Nord fu invaso brevemente dalla Cina, ma, nonostante ciò, gli scontri con i Khmer Rossi proseguirono negli anni ottanta. Il paese si ritrovò isolato a livello internazionale, godendo del solo appoggio di Mosca e dei suoi alleati del COMECON.

 

Nel 1986 fu varato il Doi Moi (Nuovo Corso), un programma economico di rinnovamento finalizzato alla graduale transizione all’economia di mercato che contribuì alla spettacolare crescita economica sperimentata dal Paese a partire dal 1992.

Nell’aprile del 2001 il Partito Comunista del Vietnam ha varato una strategia di sviluppo socio-economico del Paese per il decennio 2001-2010 che mira a trasformare la società da rurale ad industriale e tecnologicamente avanzata entro il 2020.

Il sistema politico vietnamita resta tuttavia monopartitico, con l’esclusivo esercizio del potere da parte del Partito Comunista del Vietnam. Il Paese è governato da una troika composta dal Segretario Generale del Partito Comunista (il moderato Nong Duc Manh, rieletto dal decimo congresso del PCV, che rappresenta di fatto la massima autorità nella gerarchia vietnamita), dal Presidente della Repubblica e dal Primo Ministro. Negli ultimi anni l’Assemblea Nazionale ha assunto un crescente prestigio e potere nel quadro istituzionale vietnamita e si va affermando come il motore di un processo di rinnovamento del sistema politico.

Il Vietnam gode di stabilità sul piano politico ed il monopolio del Partito Comunista non appare minacciato. Esso può infatti ancora contare su una base di consenso che gli deriva dal ruolo giocato nella lotta di liberazione nazionale e nella riunificazione del Paese, rafforzato dai risultati conseguiti dalla politica di sviluppo e riforme, tradottasi in un rilevante e costante miglioramento delle condizioni di vita di ampi strati della popolazione. La crescente integrazione del Paese nel sistema e nell’economica internazionale (adesione al WTO 11 gennaio 2007) ha indirettamente determinato un ampliamento delle libertà dei singoli e una timida apertura, seppure il regime continui ad esercitare un rigido controllo sul dissenso politico interno.

Rimane infatti preoccupante il trattamento delle minoranze e il rispetto dei diritti umani, soprattutto in merito alla dura repressione delle proteste delle minoranze etniche dei “Montagnards” scoppiate negli Altipiani Centrali del Vietnam nel febbraio del 2001 e nell’aprile 2004. Particolarmente dura è stata anche la campagna condotta dalle Autorità contro la Chiesa Buddista Unificata del Vietnam (UBCV, fuorilegge dal 1981), azione repressiva condannata dal Parlamento Europeo il 20 novembre 2003.

 

 

 

DATI GENERALI 2008[1]

Superficie

329.560 Kmq

Capitale

HANOI

Abitanti

86.116.559 (il 68,6% della popolazione ha tra i 15 e i 64 anni); il 25% della popolazione vive nelle aree urbane

(secondo stime ONU oltre 94 milioni nel 2015)

Tasso crescita popolazione

0,99%

Speranza di vita

71,33 anni

HIV / AIDS (2003)

incidenza su adulti 0,4%; infettati 220.000; morti 9000

Mortalità infantile

23,61 per mille

Tasso alfabetizzazione

93,9% uomini; 86,9% donne

Lingue ufficiali

Vietnamita

Composizione etnica

Viet o Kinh (86,2%); sono presenti 53 minoranze etniche che costituiscono il 13,7% della popolazione e sono concentrate prevalentemente negli Altipiani Centrali (etnie Gia Rai, E-de, Ba-na, Co-ho, Xo-dong) e Nord-occidentali ( Tay, Thai, Muong, Nung, Hmong, Dao, San Chay, San Din) del Paese. Nel sud e nell’area del Delta del Mekong vi sono anche minoranze cinesi e khmer.

Religioni praticate

buddista, Hoa Hao, Cao dai, cattolica, protestante, animista, mussulmana. I non praticanti sono circa l’80 per cento della popolazione.

 

 

CARICHE DELLO STATO

 

 

Segretario generale del Partito comunista

 

Nong Duc MANH[2](dal giugno 2001), riconfermato nell’aprile 2006 dal X Congresso del Partito comunista

 

Presidente della Repubblica 

 

Nguyen Minh  TRIET[3]  (dal giugno 2006)

 

Primo Ministro 

Nguyen Tan  DUNG (dal giugno 2006)

 

Presidente dell’Assemblea Nazionale

 

Nguyen Phu TRONG (dal giugno 2006)

Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri

Pham Gia KHIEM (dal giugno 2006)

 

 

SCADENZE ELETTORALI

 

 

Elezioni politiche

 

 

20 maggio 2012[4]

 

 

 

 

QUADRO POLITICO

 

 

 

Governo in carica

L’Assemblea Nazionale vietnamita ha approvato nell’agosto 2007 la composizione del nuovo governo e riconfermato il Primo Ministro Nguyen Tan Dung alla guida dell’esecutivo composto da 22 ministri (4 in meno rispetto al precedente) e 5 Vice Primi Ministri (2 in più). Tra i Vice Primi Ministri è stato riconfermato Pham Gia Khiem agli Affari Esteri. Il rimpasto di governo è stato accompagnato da una riorganizzazione delle competenze di alcuni dicasteri, in particolare quello dell’Industria e quello del Commercio (ora accorpati) mentre il settore dell’informazione è stato scorporato dal Ministero della Cultura ed unificato al Ministero delle Poste e Telecomunicazioni.

Il Parlamento del Vietnam ha inoltre votato il 24 luglio 2007 una plebiscitaria (98,78% dei voti) riconferma del Presidente del Paese, Nguyen Minh Triet, a cui è stato conferito un nuovo mandato.

Si ricorda che il 27 giugno 2006 l'Assemblea Nazionale aveva nominato un nuovo governo[5], guidato dal Primo Ministro Nguyen Tan Dung (eletto dal Parlamento il giorno precedente contestualmente al Presidente della Repubblica) riformista della provincia meridionale di Ca Mau, considerato un leader forte e decisionista. Tale atto si era reso necessario dopo le dimissioni del Governo guidato dal Primo Ministro Phan Van Khai, che avevano anticipato di un anno la scadenza naturale del mandato. La decisione era attesa dopo la loro mancata rielezione al Politburo del partito comunista che nel Congresso di aprile 2006 ha deliberato il rinnovamento della leadership.

 

Composizione del Parlamento

Alle elezioni del 20 maggio 2007 il Partito comunista vietnamita ha conquistato il 91,28% dei seggi e quindi 450 dei 493 seggi del Parlamento. Solo 42 seggi sono andati a dei non-membri del Partito e uno solo ad un "candidato libero". La nuova Assemblea conta inoltre 127 donne (25,76%), contro le 136 della precedente, e 87 (17,65%) rappresentanti di minoranze etniche.

Le elezioni si sono svolte in un clima di tensione dovuto alla campagna intrapresa dalle autorità contro gli esponenti dei gruppi democratici sorti sotto l’ombrello del movimento “Bloc 8406”, che ha assunto il nome dalla data di pubblicazione del “manifesto” per la democrazia.

Tra le priorità dell’agenda politica vietnamita figurano il completamento delle riforme economiche, la modernizzazione del sistema produttivo, la riforma della pubblica amministrazione e la ristrutturazione del sistema giudiziario.

Si ricorda che il meccanismo di selezione dei candidati è controllato dal Fronte della Patria del Vietnam, un organismo che raccoglie organizzazioni di massa quali i Sindacati, l’Unione delle Donne, l’Unione della Gioventù ed altre associazioni controllate a sua volta dal Partito Comunista. Tuttavia, come già rilevato nel corso delle ultime tornate elettorali, via via sono emersi elementi di autentico dibattito tra candidati concorrenti per lo stesso seggio e la presenza anche di candidati indipendenti, ossia non presentati da alcuna organizzazione (anche se ovviamente non sgraditi al Partito).

 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

Sistema politico

Il Vietnam è una Repubblica socialista. Il sistema politico è di tipo monopartitico ed il potere è concentrato nelle mani del Partito Comunista guidato dagli eredi di Ho Chi Minh, che hanno sposato i dettami dell’economia di mercato, pur mantenendo stretto e saldo il controllo del processo decisionale. Non è ammessa, in via di principio, alcuna forma di opposizione, se non nell'ambito della dialettica interna; è ancora forte l’influenza dei militari sulla vita politica.

Il Paese è governato da una trojka composta dal Segretario generale del Partito comunista (il moderato Nong Duc Manh, rieletto dal decimo congresso del PCV), che rappresenta di fatto la massima autorità nella gerarchia vietnamita, dal Primo Ministroe dal Presidente della Repubblica.Qualsiasi affermazione importante fatta da uno dei tre leaders è vagliata attentamente dagli altri, con il risultato che la maggior parte degli interventi e delle dichiarazioni politiche sono vaghi ed equivoci. In un simile contesto, è importante la gestione del complesso gioco di equilibri tra le diverse correnti di partito onde evitare critiche e eventuali defenestrazioni.

La Costituzione della Repubblica Socialista del Vietnam del 1946 è stata più volte emendata, da ultimo nel 2001. La Costituzione del 2001 impegna lo Stato a proteggere i “diritti legittimi” dei Vietnamiti residenti all’estero (Viet Kieu). Con la revisione del 1992 è stata introdotta la distinzione funzionale tra Stato e Partito, si sono conferiti poteri di controllo sul Governo al Parlamento e si sono posti come obiettivi la modernizzazione del sistema politico e la promozione della crescita economica riconoscendo all’economia privata un ruolo esplicito. La Costituzione del 2001ha quindi rafforzato il principio dell’economia privata affermando che non devono esserci limitazioni alle dimensioni delle operazioni o degli ambiti in cui agisce il settore privato.

 

Parlamento

Il Parlamento vietnamita mira ad assumere un ruolo sempre più assertivo e potrebbe diventare il vero motore del processo di democratizzazione del sistema politico vietnamita.

Con le riforme costituzionali del 1992, che l’hanno riconosciuto come l’organo supremo dello Stato, i poteri del Parlamento (a struttura monocamerale, denominato Quoc Hoi, Assemblea nazionale) sono stati, infatti, rafforzati e l’Assemblea ha progressivamente iniziato a rivendicare ed esercitare le sue prerogative di legislatore e controllore dell’operato del Governo. Da organo ratificatore delle decisioni assunte dal Partito, è diventata il foro di dibattito sulle riforme del Paese e il luogo dove il Governo – incluso il Primo Ministro – è chiamato a rispondere alle interrogazioni dei deputati. Con le riforme del 2001 gli è stato conferito, inoltre, il potere di sfiduciare i leader governativi da esso stesso eletti. Nel maggio 2004 ha sfiduciato il Ministro dell’agricoltura, Le Huy Ngo, per avere permesso una truffa ai danni di un’industria controllata dal ministero stesso. Le decisioni del Parlamento vengono inoltre largamente pubblicizzate, anche se alcune aree decisionali rimangono ancora fuori del controllo dell’Assemblea. 

Il Parlamento ha, inoltre, assunto un ruolo politico molto delicato, ovvero quello di captare e canalizzare le nuove forze ideologiche, economiche e sociali nate e cresciute con il Doi Moi e con l’apertura del Paese che si riflettono anche sull’attuale profilo sociologico dell’Assemblea Nazionale, pur rilevando che essa è ancora soggetta alle direttive del partito e che oltre l’80% dei deputati ne fa parte.L’Assemblea è in prima linea nel processo di rinnovamento delle istituzioni e di riforma del sistema giuridico-legale del Paese, il cui adeguamento è imposto dalla piena integrazione del Vietnam nel sistema e nell’economia internazionale.

La Quoc Hoi è composta da 493 membri[6] eletti per un periodo di 5 anni. In casi eccezionali, se i 2/3 dei membri dell’Assemblea sono d’accordo, la durata della legislatura può essere prolungata o abbreviata.  L’Assemblea si riunisce due volte all'anno in sessione plenaria, su convocazione del Comitato Permanente, e ciascuna sessione dura circa 30 giorni. Durante le due sessioni viene concentrata la maggior parte del lavoro parlamentare dato che i deputati vietnamiti non sono parlamentari a tempo pieno (solo il 25% di questi può svolgere la funzione parlamentare full time). L’Assemblea Nazionale ha tre funzioni principali: legislativa, di controllo e di decisione sulle questioni rilevanti per il Paese.

Al suo interno l’Assemblea si articola nel Comitato Permanente, nel Consiglio delle Nazionalità, nelle Commissioni.

Il Comitato Permanente è l'organo permanente ed esecutivo dell'Assemblea e ne fa, pertanto, le veci tra una sessione e l'altra. Il Comitato permanente è composto dal Presidente dell’Assemblea Nazionale, dai Vicepresidenti e dai membri designati dal Presidente dell’Assemblea Nazionale; i membri del Comitato permanente non possono essere contemporaneamente membri del governo.

Il Consiglio delle Nazionalità interviene nelle materie concernenti le nazionalità con potere di proposta e di supervisione, mentre le sette Commissioni svolgono funzioni consultive e di indagine nelle materie assegnate.

Il Presidente dell’Assemblea Nazionale presiede le sessioni dell’Assemblea; firma l’approvazione delle leggi; dirige i lavori del Comitato Permanente dell’Assemblea Nazionale ed organizza l’esecuzione dei rapporti internazionali dell’Assemblea Nazionale.

L'iniziativa legislativa è riconosciuta in capo al Presidente della Repubblica, al Comitato Permanente, al Consiglio delle Nazionalità ed alle Commissioni, al Governo, alla Corte Suprema del Popolo, al Fronte della Patria del Vietnam (un’organizzazione che fa capo al Partito comunista) oltre che ai singoli deputati. Prima di essere esaminate dall'Assemblea, le proposte di legge vengono esaminate dal Consiglio delle Nazionalità o dalla Commissione di merito.Successivamente, il testo viene inviato a tutti i deputati entro 20 giorni dalla seduta. I disegni di legge devono essere resi pubblici tramite i mezzi di comunicazione di massa, di modo che gli organi statali a tutti i livelli ed il popolo siano in grado di esprimere un parere prima della presentazione all’Assemblea Nazionale. Per l'approvazione di una proposta di legge è prevista la maggioranza semplice.

In qualità di principale istituzione dello Stato, l’Assemblea Nazionale decide sulle seguenti materie: progetti di sviluppo socioeconomico a carattere nazionale; politiche nazionali finanziarie e monetarie; stanziamentidi spesa e bilancio statale; introduzione, modifica ed abolizione delle imposte. Inoltre, elegge e destituisce il Presidente della Repubblica, il Presidente dell'Assemblea Nazionale, il Primo Ministro e il Presidente della Corte Suprema del Popolo.

L'Assemblea Nazionale esercita inoltre una funzione di controllo su tutte le attività dello Stato anche attraverso il Comitato Permanente, il Consiglio delle Nazionalità, le Commissioni nonché i singoli deputati. In particolare, l'Assemblea ha il potere di abrogare quegli atti del Presidente della Repubblica, del Comitato Permanente, del Governo, del Primo Ministro e della Corte Suprema del Popolo che sono in contrasto con la Costituzione, le leggi o le risoluzioni dell'Assemblea.

Si ricorda che l’esercizio dell’elettorato attivo richiede i 18 anni di età, mentre per l’elettorato passivo sono richiesti 21 anni. La lista di candidati viene redatta, dopo una serie di consultazioni a livello locale e centrale dal Fronte della Patria del Vietnam e presentata all’elettorato. Particolarmente sentito nella fase di preparazione della campagna elettorale, è stato il problema della “qualità” dei candidati e della necessità di garantire una percentuale minima di deputati (la soglia è stata fissata al 25%) in grado di dedicarsi all’attività parlamentare a tempo pieno. Il sistema elettorale adottato è quello maggioritario.

Il 20 maggio 2007 si sono svolte le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale.

 

Presidente della Repubblica

Il Capo dello Stato è il Presidente della Repubblica. E' eletto ogni 5 anni dall'Assemblea Nazionale tra i suoi membri e rappresenta la nazione. Promulga le leggi approvate dall'Assemblea, propone all'Assemblea la nomina e la revoca del Vicepresidente, del Primo Ministro e del Presidente della Corte Suprema. Al Presidente spettano compiti di comando delle forze armate e di garanzia della sicurezza interna.

Il Presidente della Repubblica, nella troika dei leader, è la figura meno importante rispetto al Segretario Generale del Partito e al Primo Ministro.

 

Governo

Il potere esecutivo è esercitato dal Governo, il massimo organo amministrativo dello Stato. Il Governo rappresenta il “volto esterno” del sistema ed è il braccio esecutivo incaricato di dare attuazione alle politiche di sviluppo e di rinnovamento, decise, comunque, a livello di Partito.

È composto dal Primo Ministro (eletto dall'Assemblea Nazionale tra i suoi membri), da 5 Vice Primi Ministri e dai Ministri, le cui nomine sono presentate dal Primo Ministro e ratificate dal Parlamento. La durata di questo organo (cinque anni) è legata a quella dell'Assemblea Nazionale nei confronti della quale esso è responsabile.

 

Magistratura

I tribunali regionali del popolo e i tribunali militari operano quali tribunali di primo e secondo grado, con al vertice la Corte Suprema.

La Corte Suprema del Popolo è il massimo organo giudiziario con funzioni di direzione econtrollo. E' presieduta da un Presidente eletto dal Parlamento per 5 anni.Spetta invece alla Suprema Procura del Popolo esercitare le funzioni di pubblico ministero oltre a garantire l'applicazione uniforme della legge.

La magistratura rimane abbastanza debole e tuttora controllata dal Partito. Vi sono pochi avvocati e le procedure processuali sono rudimentali. Il Ministro della Giustizia ha recentemente affermato che il Paese ha bisogno di preparare oltre 18.000 avvocati entro il 2010. La pena di morte è applicata regolarmente, in particolare nei casi di corruzione e traffico di droga. L’eccessiva burocratizzazione, associata ad una mancanza di trasparenza, genera una corruzione elevata e diffusa a tutti i livelli.

 

Governo locale

Per ciò che concerne l’articolazione territoriale dello Stato, essa prevede la suddivisione in Province e Città nell’ambito delle quali operano organismi locali quali i Consigli del Popolo (eletti direttamente dai cittadini e a cui spetta garantire l’applicazione locale della politica nazionale), i Comitati del Popolo (eletti dai primi e con funzioni amministrative) e i Tribunali del Popolo.

 

L’esercito

L’Esercito del popolo del Vietnam, istituito nel 1944 come la “Propaganda Armata del Partito”, conserva tuttora una forte influenza ed è ben radicato nella società.

L’esercito ha sempre avuto una dimensione politica[7] e molti degli alti ufficiali delle forze armate (incluso l’ex Segretario generale del Partito Le Kha Phieu) hanno occupato le più alte posizioni nel Comitato Centrale e nel Politburo. Ai 412.000 uomini delle forze terrestri, si aggiungo 42.000 uomini della marina, 30.000 dell’aeronautica, 40.000 guardie speciali di frontiera, oltre ai 4 milioni di riservisti che fanno parte delle forze urbane di Autodifesa del Popolo e della Milizia rurale del popolo.

 

Il Partito comunista vietnamita

Nel quadro istituzionale vietnamita il Partito esercita la direzione sulle politiche e sulle strategie del Paese. Il governo, l’esercito, la burocrazia sono ad esso subordinati. In Vietnam, come in Cina, il processo riformista lanciato nel 1986 sotto il nome di “Doi Moi” (Rinnovamento) non ha intaccato il monopolio del Partito Comunista, nonostante il progressivo indebolimento dei suoi valori e delle sue tradizionali basi ideologiche.

Il sistema vietnamita continua però a distinguersi da regimi analoghi vigenti in Paesi aventi la stessa connotazione per il suo carattere dialettico e “non accentrato”, legato all’assenza di un leader forte e all’esistenza di un vero e proprio “centralismo democratico”. Il Partito conserva una struttura ramificata ed una presenza capillare a livello locale, dove - affiancate dalle organizzazioni di massa che fanno capo al Fronte della Patria - le cellule del PCV vigilano con l’aiuto dell’esercito e della polizia sul rispetto dell’ortodossia, favorita dall’acquiescenza generale che ha le sue radici nella tradizione confuciana basata sull’obbedienza all’autorità. Il Partito ha comunque perso molta influenza a partire dalla fine degli anni ottanta, per effetto principalmente della disaffezione e della disillusione che sono all’origine del forte calo di consensi soprattutto tra le nuove generazioni, estranee alla propaganda della guerra e dell’indipendenza e sempre più sensibili a modelli culturali alternativi. Il marxismo-leninismo ed il pensiero di Ho Chi Minh, sebbene costantemente presenti nella retorica del PCV, hanno perso il loro significato originario e servono oramai da vecchia copertura per una nuova dottrina basata sulla filosofia del mercato e dello sviluppo, che ha sostituito l’ideologia e la propaganda della guerra come fonte di legittimazione del potere degli attuali vertici del Partito e della sua ristretta oligarchia. 

Il Partito si riunisce in Congresso ogni 5 anni per definire gli obiettivi del partito e del governo. L’ultimo si è svolto nell’aprile 2006.

Nel 2002, dopo un tormentato dibattito interno, il partito ha deciso di consentire a propri membri di poter intraprendere un’attività privata al fine di incentivare le adesioni e per ridurre la resistenza dei manager alla privatizzazione delle aziende che dirigono.

Il Partito - come vuole la tradizione leninista – si compone di un Comitato Centrale di 160 membri (al cui interno opera un Segretariato con funzioni direttive) e di un direttorio, il Politburo, di 15 membri (in cui siedono tra gli altri, oltre al Segretario Generale del Partito Comunista, il Presidente della Repubblica, il Primo Ministro, il Presidente dell’Assemblea Nazionale).

Il Politburo rappresenta l’organo di vertice ed esecutivo del partito; definisce, infatti, la politica di governo e decide in merito alle nomine più importanti. Viene eletto dai 160 membri del Comitato Centrale in occasione dei Congressi.

C’è un’evidente sovrapposizione tra il Partito e il Governo; infatti, quasi tutti i ministri sono membri del Comitato Centrale. Comitati di partito esistono a tutti i livelli dell’amministrazione e si è cercato anche di garantire la presenza del Partito nelle imprese private. I manager o i vice spesso sono anche segretari di Partito nelle imprese dello Stato, il che spiega una certa resistenza a riformare tale settore. 

All’interno del partito vi sono forti divisioni. L’ala conservatrice è preoccupata dagli effetti negativi delle riforme economiche, mentre l’ala riformista è a favore di una maggiore separazione tra governo, partito e settore privato. Con la sostituzione del conservatore. Le Kha Phieu con il riformista Nong Duc Manh, la corrente riformista appare prevalere. Le stesse riforme economiche contribuiscono a ridurre la presa del partito sullo stato e la società civile.

Il sistema del partito unico non lascia spazio ad organizzazioni politiche alternative che sono considerate fuorilegge. Sono però attivi gruppi clandestini guidati da dissidenti ed intellettuali di alto profilo che si sono fatti interpreti del crescente disagio manifestato dai giovani, dalle classi medie, dagli intellettuali, dalle élites urbane e da semplici cittadini vittime delle speculazioni e delle distorsioni dello sviluppo. Le divisioni interne e la loro estrema frammentazione, unite alla scarsa capacità di mobilitazione del consenso presso strati significativi della popolazione, costituiscono la principale debolezza di questi movimenti, che non appaiono in grado – almeno nelle attuali circostanze - di mettere in discussione il monopolio del potere del Partito Comunista.

 

 

 

FOCUS DI POLITICA INTERNA ED ESTERA

In collaborazione con il MAE

 

Contesto attuale

Il Paese conserva, come facciata, un suo volto ideologico, ma comincia a manifestare, dalle fondamenta, una genuina aspirazione al cambiamento di cui sono i principali interpreti le nuove generazioni di leaders sempre più aperti al mondo esterno. La crescita economica ha contribuito a stimolare la società civile e la stessa Assemblea nazionale che ha recentemente esortato il governo a procedere speditamente nella realizzazione di un’economia di mercato.

Al deciso impulso innovatore in campo economico, il regime contrappone un monolitismo politico che tende a contrastare ogni forma di dissenso. Pesanti sono le limitazioni sofferte dalle numerose minoranze etniche e religiose del Paese, viste dal regime come potenziali e pericolosi focolai di opposizione. Il trattamento delle minoranze e in generale il rispetto dei diritti umani sono due tematiche sulle quali si è concentrata l’attenzione della Comunità Internazionale, soprattutto dopo la dura repressione delle proteste delle minoranze etniche dei “Montagnards” scoppiate negli Altipiani Centrali del Vietnam nel febbraio del 2001.

La problematica del rispetto dei diritti dell’uomo è peraltro argomento di discussione dell’annuale foro di dialogo tra le autorità vietnamite e l’Unione Europea. La comunità internazionale ha espresso preoccupazione e condanna per le misure adottate dal Governo vietnamita nei confronti dei movimenti democratici sorti dietro la spinta della pubblicazione nell’aprile del 2006 del “manifesto” per la democrazia. Il Vietnam mantiene la pena di morte per 29 reati tra i quali figurano crimini di natura economica e reati connessi al traffico di stupefacenti. Nonostante il Governo vietnamita abbia reso dichiarazioni ufficiali che prospettavano un ricorso più limitato in vista di una eventuale abolizione della pena di morte, non è stato al momento compiuto alcun passo concreto in tale direzione.

 

Prospettive

Il Partito Comunista del Vietnam rimarrà saldamente al potere nei prossimi anni ed il suo Segretario generale, Nong Duc Manh, continuerà a svolgere una funzione stabilizzatrice nel corso del suo secondo mandato. Anche se il Parlamento è destinato a giocare un ruolo sempre più forte, il Partito continuerà ad opporsi a qualsiasi forma di vero cambiamento ma si concentrerà sulla lotta alla corruzione[8] per difendere la reputazione del partito e la sua legittimazione. La stampa è destinata a rimanere, comunque, sotto il controllo del partito e i candidati indipendenti alle prossime elezioni dovranno essere approvati dal partito. Il governo sostiene di non avere arrestato nessuno per le sue idee politiche, ma di fatto, gli attivisti che sostengono una maggiore apertura democratica sono trattati da criminali comuni e incarcerati per presunto spionaggio o sabotaggio.

Il Governo ha messo tra le sue priorità la lotta all’inflazione che continua ad aumentare, anche se le misure per contenerla non sono ancora chiare.

Il Vietnam continuerà ad essere considerato una “economia non di mercato” per altri 12 anni dall’ingresso nel WTO, rendendo più facile per gli altri membri la possibilità di adottare misure anti-dumping nei confronti delle esportazioni vietnamite.

 

Il X Congresso del Partito Comunista Vietnamita, 18-25 aprile 2006

Il 25 aprile 2006 si è concluso il decimo congresso nazionale del partito comunista vietnamita con la volontà unanime di voler condurre il Paese a un più alto sviluppo socio economico attraverso la ristrutturazione del partito e la lotta alla corruzione. Sono stati allo stesso tempo sanciti i successi conseguiti dalla politica di “Rinnovamento” del Partito, confermandone l’indirizzo riformista caratterizzato dalla crescente liberalizzazione in campo economico e sociale, controbilanciata dall’assenza di aperture sul piano politico interno. L'80% dei membri elettori ha inoltre riconfermato Nong Duc Manh, appartenente alla minoranza Thai e considerato un esponente della corrente moderata, come Segretario generale del partito per i prossimi cinque anni. Sono stati inoltre rinnovati i 150 membri del Comitato Centrale del Partito e i 15 membri del Politburo. Il Congresso ha cambiato il volto dei vertici del PCV e dello Stato nominando alla massima carica statale Nguyen Minh Triet, ex Segretario del Partito di Città Ho Chi Minh, figura di spicco ritenuto vicino alla corrente liberale. Alla guida dell’esecutivo è salito Nguyen Tan Dung - Vice Primo Ministro Permanente dal 1997 - riformista della provincia meridionale di Ca Mau, percepito come leader forte e decisionista. Con Dung e Triet, la troika alla guida del Paese (composta da Segretario Generale del PCV, Presidente della Repubblica e Primo Ministro) ha perso il suo tradizionale equilibrio geografico nord-centro-sud a vantaggio di quest’ultimo, assumendo nel contempo un profilo più dinamico, al quale fa però da contrappeso il rafforzamento della presenza e dell’influenza delle forze armate e della polizia (tradizionale asse dell’ala conservatrice) all’interno del nuovo Politburo, organo direttivo del Partito formato da quattordici membri che sono i reali detentori del potere decisionale.

Il Congresso ha, quindi, approvato numerosi documenti, tra i quali il rapporto politico, il Piano di azione quinquennale per lo sviluppo socio economico del Paese con l'obiettivo di mantenere una crescita economica dell'8%; in ultimo il rapporto sul rinnovamento del Partito e il suo statuto. Si punta infatti a creare una nuova classe dirigente che abbia “talento e morale”.

 

La corruzione

La corruzione, ampiamente diffusa nell’amministrazione vietnamita e nei ranghi del PCV, è ritenuta la principale causa del crescente indebolimento del potere del Partito e un conseguente potenziale fattore di implosione del sistema. Da giugno 2006 è in vigore una nuova legge anti-corruzione, alla quale ha fatto seguito una serie di provvedimenti attuativi, inclusa la costituzione presso il Ministero della Pubblica Sicurezza di un Dipartimento ad hoc cui fa capo una speciale unità anti-corruzione e l’istituzione di una commissione governativa presieduta dal Primo Ministro Nguyen Tan Dung.

 

Il dissenso e la libertà religiosa

La libertà religiosa, infatti, seppure formalmente riconosciuta dalla Costituzione, è nei fatti negata (anche se si registrano lievi miglioramenti) richiamandosi alla stessa norma costituzionale che prevede anche che “nessuno può strumentalizzare credi e religioni per violare la legge e le politiche dello Stato”. Le chiese protestanti negli altipiani centrali sono state distrutte e i leader della Chiesa Buddista Unificata, dichiarata illegale, sono agli arresti domiciliari. Continuano, inoltre, le segnalazioni di repressione, tra cui abiure forzate della fede durante riunioni di villaggio, ai danni di membri di Chiese protestanti evangeliche non autorizzate, in particolare negli Altipiani Centrali, nonostante i tentativi da parte del governo di impedire il libero flusso di informazioni.

Al riguardo, va ricordato che il 15 novembre 2004 è entrata in vigore l’Ordinanza sulle credenze e le religioni. L’ordinanza regola le attività religiose e quelle correlate alle credenze (culto degli antenati) nel paese. Il documento ribadisce il principio costituzionale della libertà religiosa: “ogni cittadino può seguire o non seguire una religione”. Ma tale premessa viene oscurata negli articoli successivi: in essi si “permettono” diverse attività, ma sempre e solo se vi è previa “autorizzazione” governativa. Il controllo statale si esercita a 3 livelli: distrettuale, provinciale e nazionale. I primi 2 livelli sono gestiti dai Comitati del popolo, mentre l’ultimo è di competenza dell’Ufficio per gli affari religiosi e del Primo Ministro. Il Fronte Patriottico è un altro mezzo di controllo. I suoi membri hanno il dovere di “incoraggiare i fedeli e i religiosi ad applicare l’ordinanza” e possono partecipare alla “stesura e supervisione” di ulteriori ampliamenti all’ordinanza.

Lo Stato esercita il suo controllo in tutti i settori delle attività religiose: ogni organizzazione, per vivere, deve essere riconosciuta e registrata. Lo stesso vale per “congregazioni, conventi e forme di vita religiosa in comune”. Lo Stato stabilisce anche i programmi didattici e extra-didattici e seleziona gli iscritti. Le attività e le iniziative vanno programmate annualmente e si possono eseguire solo dopo autorizzazione governativa.

Inoltre, le ordinazioni, promozioni e nomine all’interno delle gerarchie religiose sono regolate dai “codici e dalle procedure delle singole comunità”. I candidati, però, vengono valutati dallo Stato, che ne giudica la validità dal punto di vista morale e civico. La predicazione è permessa solo nei luoghi di culto, anche questi stabiliti dalle autorità statali.

L’ordinanza prevede però che la libertà religiosa in Vietnam venga sospesa qualora “minacci l’unità dello Stato” (secondo il testo, infatti, ecclesiastici e religiosi “devono” insegnare ai fedeli i “valori della patria e il rispetto delle leggi”);  sia “contraria ai buoni costumi”; minacci “la sicurezza nazionale e l’ordine pubblico”; rappresenti un pericolo per “la vita, la dignità, l’onore e la proprietà”.

Il Vietnam conta 52 milioni buddisti, 7 milioni cristiani e 4 milioni di caodaisti. I cattolici – almeno quelli registrati ufficialmente - sono 6 milioni.

 

Santa Sede e Vietnam

Secondo l'agenzia del Pontificio Istituto Missioni Estere, Asianews, è attesa prossimamente una nuova visita di una delegazione vaticana in Vietnam, che potrebbe portare ad un acceleramento del processo per lo stabilimento di rapporti diplomatici. Già nel corso della visita compiuta dal Primo Ministro Nguyen Tan Dung al Papa il 25 gennaio 2007 si era convenuto di cercare la strada per avviare i rapporti diplomatici. Dal 1989 ci sono state 14 visite di delegazioni vaticane in Vietnam, a partire da quella del cardinale Roger Etchegaray.

 

 

POLITICA ESTERA

A cura del MAE

 

Priorità di politica estera

Da una politica ispirata alla conquista e alla difesa dell’unità nazionale e dell’integrità territoriale e alla lotta al capitalismo e all’imperialismo, dopo il crollo dell’URSS – principale alleato e sovvenzionatore dell’economia vietnamita - il Vietnam ha dovuto ripensare il suo sistema di relazioni internazionali, spinto anche dalla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento e di nuovi partner che possano essere co-garanti della sicurezza e della stabilità del quadro regionale ed internazionale. Dai primi anni novanta il Vietnam persegue quindi la politica friend with all, basata su: piena integrazione nel sistema delle relazioni internazionali e multilateralismo; rafforzamento della cooperazione regionale soprattutto in ambito ASEAN; normalizzazione e sviluppo dei rapporti con i principali partner asiatici; apertura a nuovi partner strategici, in particolare agli Stati Uniti e all’Unione Europea; mantenimento di relazioni amichevoli con i Paesi socialisti e altri partner tradizionali.

Il nuovo corso “friend with all” riflette il crescente pragmatismo subentrato all’approccio ideologico come fondamento ispiratore della politica estera vietnamita e risponde all’esigenza di garantire il mantenimento di un ambiente internazionale stabile e funzionale al processo di rinnovamento e sviluppo economico del Paese.

 

Rapporti con i principali Paesi partner

Hanoi si destreggia con abilità tra i suoi due principali partner bilaterali, Cina e Stati Uniti, entrambi storici antagonisti del Vietnam fino ad epoca recente. Pechino e Washington sono oggi invece ambedue corteggiate dalla leadership vietnamita in un triangolo diplomatico che mira a bilanciare l’influenza cinese. La Cina esercita infatti un peso molto rilevante sulla politica estera del Vietnam, perché rappresenta al contempo un Paese vicino, una potenza regionale e globale ed un fratello ideologico. I rapporti sino-vietnamiti restano caratterizzati da una profonda ambivalenza, dovuta: ad un lontano ma lungo passato di dominazione, che ha profondamente segnato la storia, la cultura e la società vietnamita; all’appartenenza a due blocchi contrapposti durante gli anni la guerra fredda e ad attriti di vecchia data legati a perduranti controversie e rivendicazioni territoriali. Le relazioni tra i due Paesi hanno conosciuto una fase di graduale normalizzazione a partire dagli inizi degli anni novanta. Alla ripresa del dialogo e all’intensificazione degli scambi politico-diplomatici, negli ultimi anni si è aggiunto come cardine dei rapporti sino-vietnamiti un eccezionale impeto nelle relazioni economiche che fanno oggi della Cina il primo partner commerciale del Vietnam con un saldo nettamente a vantaggio dell’economia cinese. Sul piano politico, il momento di svolta e’ stata la firma nel 1999 di due accordi per la delimitazione delle frontiere terrestri e delle acque territoriali nel Golfo del Tonchino. Questa ritrovata “concordia”– sulla quale esistono all’interno del PCV orientamenti diversi che contrappongono i conservatori filo-cinesi ai moderati filo-occidentali – ha ricevuto un’ulteriore conferma con la visita del Segretario Generale del PCC e Presidente della RPC Hu Jintao, svoltasi nel novembre del 2006 a margine del Vertice APEC di Hanoi. Ad alimentare questa inedita amicizia tra i due vecchi nemici concorre un insieme di fattori, tra cui le comuni radici culturali, le affinità ideologiche e la scelta di un parallelo modello di sviluppo, sui quali però giocano un peso decisivo esigenze e valutazioni di carattere sia strategico che pragmatico. La presenza della Cina continua comunque ad essere percepita da Hanoi come insidiosa ed  “ingombrante” (il ricordo dell’ultimo attacco cinese al Vietnam del 1979 e’ ancora vivo nella memoria collettiva) e viene controbilanciata da una parte con una politica di apertura verso gli Stati Uniti – ora visti come elemento di stabilità nella regione asiatica – e dall’altra attraverso il rafforzamento della cooperazione in ambito ASEAN, in grado di esercitare al tempo stesso un effetto psicologico di contenimento dell’egemonia cinese e di acquietamento delle insicurezze vietnamite. La controversia sulla sovranità delle isole Spratleys e Paracel continua ad essere il principale pomo della discordia tra Cina e Vietnam, in ragione della presunta ricchezza di gas e petrolio dei due arcipelaghi. Anche su queste dispute territoriali, il dialogo ha fatto registrare qualche progresso, come dimostrato dall’intesa firmata nel novembre del 2006 dalle compagnie petrolifere dei due Paesi (la Petrovietnam e la China National Offshore Oil Corporation) che prevede l’esplorazione congiunta dei fondali del Golfo del Tonchino. Taiwan non costituisce, invece, motivo di frizione tra i due Paesi. I vietnamiti, pur dicendosi a favore di una sola Cina, intrattengono comunque con l’isola importanti rapporti economici.

 

In costante crescita sono i legami con il Giappone, primo Paese donatore con un volume complessivo di aiuto pubblico allo sviluppo di 11 miliardi di dollari dal 1992 al 2005, pari ad un terzo dell’APS totale ricevuto dal Vietnam nel periodo in questione. La visita a Tokyo del Primo Ministro Nguyen Tan Dung nell’ottobre 2006 ha confermato l’eccellente cooperazione con il Giappone, tra i primissimi partner per Hanoi anche nell’interscambio e negli investimenti. Rilevante è il contributo dei giapponesi nel campo dell’ammodernamento delle infrastrutture vietnamite, settore chiave per lo sviluppo economico del Vietnam nel quale il Giappone ha instaurato una sorta di monopolio. Delle negoziazioni circa un accordo di partnership economica bilaterale hanno avuto inizio nel 2007, ma procedono in maniera alquanto lenta.

Dagli anni novanta sono sensibilmente migliorati i rapporti con la Corea del Sud, considerata da Hanoi un modello di sviluppo replicabile in Vietnam; mentre dopo anni di “congelamento” dei rapporti tra Hanoi e Pyongyang, nell’ultimo quinquennio si è assistito ad una graduale ripresa delle relazioni con la Corea del Nord testimoniata dalla visita nell’ottobre 2007 di una delegazione guidata dal Primo Ministro Kim Yong Il, finalizzata all’approfondimento dell’esperienza del “rinnovamento” vietnamita. I due Paesi appaiono però divisi da due modelli di sviluppo profondamente diversi tra loro, e dalla condanna da parte del governo di Hanoi degli esperimenti nucleari nord coreani del 2006.

Dopo l’adesione all’ASEAN, nel 1995, il Vietnam ha rafforzato la cooperazione con i partner dell’area del Sudest asiatico a cominciare dalla Thailandia  e dai suoi due vicini, Cambogia e Laos, quest’ultimo politicamente considerato un satellite di Hanoi. Rilevanza strategica per il Vietnam ha assunto anche lo sviluppo della cooperazione transfrontaliera nella macro-regione del Delta del Mekong e tra le province del nord e le dirimpettaie province cinesi. Buoni rapporti legano il Vietnam alla Birmania, testimoniati dalle consultazioni annuali tra i Ministri degli Esteri dei due Paesi, e dallo scambio di visite avutosi nel 2007 tra i rispettivi Primi Ministri.

Tra gli altri vicini del sud est asiatico, è sicuramente con Singapore che Hanoi intrattiene le relazioni più strette. Singapore costituisce infatti per la classe dirigente vietnamita l’esempio da imitare, vista anche la sua massiccia presenza nel tessuto economico del Paese (è il 2° Paese investitore in Vietnam dopo la Corea).

La ferma determinazione ad uscire dal sottosviluppo e la crescente integrazione nell’economia globale sono alla base del pragmatismo divenuto filo conduttore dei rapporti del Vietnam con il mondo esterno e con i partner occidentali in particolare. Da questo approccio pragmatico hanno tratto grande beneficio soprattutto i rapporti con gli Stati Uniti, ufficialmente ristabiliti nel 1995. La svolta decisiva nelle relazioni tra i due Paesi è avvenuta nel luglio del 2000, con la firma di un trattato bilaterale di libero commercio che ha assunto il significato e la portata di un accordo di amicizia e cooperazione. Da allora infatti l’interscambio si è moltiplicato, favorendo un sensibile aumento delle esportazioni di prodotti vietnamiti (principalmente nel settore tessile e calzaturiero) verso il mercato americano. Le relazioni con gli Stati Uniti hanno conosciuto nel recente passato non pochi momenti di attrito, legati alle critiche americane sulla insufficiente tutela dei diritti umani in Vietnam, che hanno raggiunto l’apice tra il 2004 ed il 2006 con la designazione del Paese come “Country of Particular Concern” per le violazioni della libertà di religione e per la scarsa tolleranza verso le chiese protestanti ed i gruppi religiosi non riconosciuti. Le due tappe storiche nel processo di piena normalizzazione nei rapporti sono state la visita ad Hanoi del Presidente Bush nel novembre 2006 – la seconda di un Presidente americano dopo quella compiuta da Clinton nel 2000 –  a cui ha fatto seguito la visita del Presidente Triet a Washington nel giugno del 2007. Le relazioni politiche tra i due Paesi restano ostacolate dalla questione del rispetto dei diritti umani da parte del governo di Hanoi, soprattutto in merito alla libertà di espressione. Gioca un ruolo di certo attivo in tal senso, la numerosa comunità vietnamita presente in territorio americano (più di un milione di persone), esercitando una notevole pressione sul governo statunitense.

Un sentimento di tradizionale simpatia e fratellanza permane tra il Vietnam ed i Paesi dell’Europa Centrale ed Orientale ora membri dell’UE, che possono fare da àncora con l’Europa e arricchire di contenuti il dialogo con l’Europa a 27. Un posto speciale nella politica estera vietnamita spetta ancora alla Russia, considerato un partner privilegiato e sotto certi aspetti strategico, anche se in chiave non più ideologica. Le relazioni russo-vietnamite oggi si concentrano su settori estremamente importanti come l’energia (nucleare e petrolio) e le tecnologie militari, oltre che nella formazione e nell’educazione. La Russia ospita, inoltre, sul proprio territorio, una comunità vietnamita di notevole importanza. Di grande rilievo è il colosso petrolifero Vietsovpetro, frutto di una joint-venture russo-vietnamita che opera in Vietnam da 25 anni, contribuendo all’80% della produzione nazionale complessiva di greggio e gas. La Russia e’ impegnata anche in un progetto per la costruzione del primo impianto nucleare per la produzione di energia.


 

Relazioni con le principali Organizzazioni Internazionali

Il Vietnam ha fatto del multilateralismo efficace una delle priorità della sua politica estera. Membro dell’ONU e delle relative agenzie, il Vietnam si professa convinto sostenitore del ruolo svolto dalle NU come garante della pace e della stabilità internazionale. La posizione vietnamita sulla questione della riforma del Consiglio di Sicurezza risulta distante dalla nostra: Hanoi si è infatti più volte pronunciata a favore dell’aumento sia dei membri permanenti sia di quelli non permanenti ed in passato ha espresso sostegno alle ispirazioni di Germania, Giappone, India e (anche se non pubblicamente) del Brasile.

In occasione delle consultazioni in Assemblea Generale del maggio 2007, il Vietnam ha manifestato interesse ad esplorare soluzioni intermedie e transitorie, senza tuttavia esprimere giudizi di sostanza su possibili modelli di riforma indicati dai facilitatori durante la discussione. Nel corso del proprio intervento al Dibattito Generale della 62esima UNGA, il 27 settembre 2007, il Primo Ministro vietnamita Dung ha affermato la necessità di far avanzare il processo di riforma del CdS per renderlo più rappresentativo e democratico. L’elemento di interesse nella nostra ottica è stato il riferimento all’auspicio di un rafforzamento delle relazioni tra il CdS e le organizzazioni regionali. Da ultimo, nel quadro delle consultazioni in Assemblea Generale sulla riforma del CdS del 12-13 novembre 2007, il Vietnam ha nuovamente sostenuto la creazione di seggi permanenti e non permanenti, esprimendo allo stesso tempo apprezzamento per il lavoro dell’Open Ended Working Group ed auspicando l’avvio di negoziati.

Il Vietnam è entrato a far parte del Consiglio di Sicurezza in qualità di membro non permanente a partire dal primo gennaio 2008, dopo essere stato eletto il 16 ottobre 2007 con 183 voti (tra cui quello italiano) su 190. L’Italia ha appoggiato la candidatura vietnamita in base ad un accordo di reciproco sostegno finalizzato nel 2003.

Si prevede che nel corso del proprio mandato il Vietnam riserverà prioritaria attenzione alle questioni regionali asiatiche, ed in particolare di Myanmar, Timor Est e Corea del Nord. Nel periodo di contemporanea presenza (sino al dicembre 2008) sarà interessante seguire l’azione di Hanoi per vedere come potrà svilupparsi l’auspicato rafforzamento dei rapporti tra CdS e Organizzazioni regionali indicato dal Primo Ministro vietnamita nel suo intervento in apertura della 62esima UNGA. Va in proposito rilevato che per tutto il 2008 anche un altro membro ASEAN, l’Indonesia, siederà in Consiglio di Sicurezza.

Ci si attende infine che il Vietnam presterà molta attenzione a preservare il principio della sovranità nazionale e non ingerenza negli affari interni. In questo senso Hanoi potrebbe dimostrare particolare sensibilità su questioni che essa reputa legate ai diritti umani, ricalcando, sotto tale profilo, gli orientamenti cinesi. 

A supporto della sua aspirazione ad assumere un ruolo più attivo nell’ambito delle Nazioni Unite e a dare prova della sua vocazione multilateralista, il Vietnam intende dotarsi della capacità necessaria per partecipare alle missioni di peace keeping sotto egida ONU.

 

Nell’ambito delle Nazioni Unite Hanoi ha deciso di astenersi nella votazione sulla moratoria delle esecuzioni capitali. Il Vietnam ha optato per l’astensione sia in sede di Terza Commissione il 15 novembre 2007, sia nella votazione svoltasi il 18 dicembre 2007 nell’ambito dell’Assemblea Generale a New York. Circa il Kosovo, Hanoi ha chiaramente preso parte contro il riconoscimento del nuovo Stato, invocando la contrarietà di tale atto alla risoluzione 1244 delle Nazioni Unite.

Per quanto concerne la Birmania, il Vietnam si oppone ad una politica sanzionatoria nei confronti di tale Paese, favorendo “soluzioni interne”.

Sempre in ambito ONU, Hanoi si è detta pronta ad impegnarsi in operazioni di peace-keeping. Si tratta di un cambiamento notevole della diplomazia vietnamita, a conferma dell’ apertura e dell’attivismo che pervade l’azione politica del Paese.

Membro attivo dell’ASEAN dal 1995, il Governo di Hanoi sostiene la necessità di rafforzare la cooperazione regionale per giungere ad una vera e propria integrazione economica tra gli Stati del Sudest asiatico. Il Vietnam è infatti un convinto sostenitore della cooperazione ASEAN ed intende contribuire concretamente alla realizzazione degli obiettivi dell’Associazione. Hanoi vede inoltre con favore il decollo del nuovo esercizio “East Asia Summit”, nell’ambito del quale all’ASEAN spetta a giudizio di Hanoi il ruolo di guida e di fulcro dell’articolata architettura regionale. Il Vietnam sembra passare dal ruolo di “consumatore” dell’ASEAN, al ruolo di “contributore”. Inizialmente legatosi all’Organizzazione per avviare dei contatti internazionali con vicini poco disposti nei suoi riguardi, il Vietnam si erge ora al suo interno come portavoce di quei Paesi membri che hanno solo recentemente iniziato un percorso di sviluppo economico.

Membro dell’ARF e dell’APEC dal 1999, il Vietnam ha centrato nel 2006 il suo principale obiettivo di politica estera: l’adesione all’Organizzazione Mondiale del Commercio, ufficialmente avvenuta l’11 gennaio 2007 dopo oltre undici anni di lunghi e faticosi negoziati. Il 14° Vertice APEC svoltosi ad Hanoi nel novembre del 2006 ha rappresentato per il Paese un altro grande traguardo di politica estera, segnando una fondamentale tappa nel processo di pieno inserimento del Vietnam nella comunità internazionale e di riconoscimento su scala mondiale del successo del suo corso di “rinnovamento”.

Il Vietnam è anche membro, dal 1996, dell’ Asia Europe Meeting (Asem), principale foro multilaterale delle relazioni euro-asiatiche, che raggruppa i paesi membri dell’Unione Europea e 16 paesi asiatici.

 

RELAZIONI CON L’UNIONE EUROPEA

 

Il Vietnam riconosce all’UE il ruolo di partner strategico, alla luce dei seguenti fattori:

l’UE costituisce un contrappeso importante alla tradizionale politica di equilibrio perseguita da Hanoi con la Cina e gli Stati Uniti, in particolare sul piano commerciale;

l’UE inizia ad essere percepita come un attore importante sul piano politico come testimoniano l’adozione del Master Plan da parte del Governo vietnamita e l’impegno a partecipare ad un dialogo bilaterale UE/VN sul tema del rispetto dei diritti dell’uomo. Da parte vietnamita si auspica che vengano lanciati al più presto i negoziati per un nuovo Accordo di Partenariato e Cooperazione;

il ruolo dei Paesi europei e della Commissione come fonti di aiuto pubblico allo sviluppo;

l’importanza del mercato europeo per le esportazioni vietnamite (il secondo dopo gli Stati Uniti). L’UE e’ anche un significativo fornitore di investimenti diretti.

Con un interscambio commerciale di 14,2 miliardi di dollari, secondo i dati del Dipartimento delle Dogane del Vietnam, l’Unione Europea nel corso del 2007 ha superato il Giappone (12,2 miliardi USD), come secondo partner commerciale del Vietnam, dietro alla Cina (15,8 miliardi USD),. La bilancia commerciale è tradizionalmente favorevole al Vietnam che nel 2007 ha riscontrato un surplus con l’Unione Europea di 4,26 miliardi di euro, in lieve calo rispetto al livello record dell’anno precedente grazie all’aumento dell’export europeo, cresciuto del 53,2% nel 2007. L’UE nel 2007 e’ stata nel suo complesso il secondo investitore, dopo il Giappone, in termini di capitale effettivamente implementato, con circa 5 miliardi di dollari. Tra i paesi europei, Paesi Bassi e Francia figurano all’aprile 2008 tra i primi dieci investitori in termini di valore dei progetti registrati.

 

L’UE (Commissione e Stati membri), in base ai pledge formulati nel 2007, e’ scesa al quarto posto come fonte di aiuto allo sviluppo dopo la Banca Asiatica di Sviluppo, il Giappone e Banca Mondiale, resta il primo in termini di doni. L’APS dell’UE è orientato al consolidamento del processo di transizione verso l’economia di mercato e alla riduzione della povertà, oltre che ad altri obiettivi come la riforma della pubblica amministrazione, la tutela delle risorse ambientali e la sanità. Il programma di cooperazione della Commissione Europea per il 2007-2013 prevede la concessione di aiuti per 160 milioni di euro destinati prevalentemente al supporto della strategia di riforme istituzionali e di riduzione della povertà attraverso lo strumento del sostegno al bilancio nel quadro dello schema dei Poverty Reduction Support Credit (PRSC) lanciato della Banca Mondiale ed alla cooperazione nel campo della sanità. Due importanti interventi promossi dalla Commissione Europea sono il programma di assistenza all’ingresso del Vietnam nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, che proseguirà anche nella fase post-accessione, e il progetto di supporto allo sviluppo del settore privato. Il Vietnam inoltre beneficia di circa 10/20 milioni di euro annui nel quadro dei programmi regionali a favore del Sudest asiatico.

L’Unione Europea ha fornito un forte sostegno al Vietnam nel processo di adesione all’OMC: oltre a fornire assistenza alle istituzioni vietnamite, l’UE e’ stato il primo partner a concludere i negoziati bilaterali in vista dell’accessione ed ha anticipato, con l’accordo di early harvest firmato nel dicembre 2004, l’entrata in vigore di misure di liberalizzazione commerciale nei reciproci rapporti ben prima del formale ingresso del Vietnam nel WTO.

Dal 2005 le relazioni bilaterali UE-Vietnam hanno risentito delle difficoltà sorte riguardo alla procedura antidumping sulle calzature in pelle, che ha portato all’adozione dapprima di misure provvisorie e, dal 7 ottobre 2006, all’imposizione di dazi antidumping definitivi del 10% per un periodo di due anni. Da parte vietnamita la questione e’ stata oggetto di attenzione ad alto livello politico e si e’ insistito soprattutto sulle ricadute negative sulla manodopera impiegata nel settore calzaturiero, sebbene le autorità non abbiano mai fornito dati al riguardo. Le misure antidumping, che hanno interessato il 20% circa dell’export calzaturiero vietnamita verso l’UE, sembrano avere avuto un impatto limitato sull’andamento delle esportazioni e, stando alle statistiche vietnamite, avrebbe solo rallentato la crescita delle esportazioni di calzature vietnamite, che nel 2007 sono aumentate nel complesso del 10.6% raggiungendo un valore di 2,17 miliardi di dollari. I dati Eurostat, al contrario, mostrano una riduzione dell’export complessivo di calzature vietnamite del 1.10%. Da parte vietnamita e’ stato espresso l’auspicio che non vi sia una nuova indagine che possa portare all’adozione di dazi antidumping al termine del periodo di due anni. La Commissione ha al riguardo avviato le consultazioni con l’industria europea.

Nei prossimi anni due saranno le questioni centrali nelle relazioni economiche  e  commerciali tra Vietnam ed UE: da una parte l’aspirazione di Hanoi a vedersi riconosciuto lo status di economia di mercato, dall’altra il negoziato per la creazione di un’area di libero scambio UE-ASEAN, avviato nel luglio di quest’anno, per il quale il Vietnam funge da coordinatore per la parte asiatica.

 

A queste si è aggiunta la preoccupazione per la probabile “graduazione” rispetto al Sistema Generalizzato delle Preferenze (GSP), dell’export di calzature vietnamite oggetto negli ultimi mesi di un’intensa offensiva diplomatica nei confronti dei Paesi europei, da ultimo con la visita in Italia, Grecia e a Bruxelles del Vice Ministro del Commercio. Le esportazioni di calzature verso l’UE potrebbero perdere dal 2009 i benefici del trattamento preferenziale in quanto, in base ai calcoli effettuati dalla Commissione Europea, il valore dell’export di calzature e’ sceso al di sotto del 50% del totale delle esportazioni dal Vietnam  verso l’UE coperte dal GSP, la soglia prevista da una clausola del regolamento GSP che mira tutelare i Paesi con una forte dipendenza dall’export di un solo tipo di bene (solo il Vietnam di fatto ne ha sin qui beneficiato). Da parte vietnamita si contestano i dati utilizzati dalla Commissione e si attribuisce il calo della quota delle calzature sul totale dell’export alle misure antidumping e non, invece, agli effetti di una maggiore diversificazione delle esportazioni, segno dello sviluppo dell’economia del Paese. La questione e’ attualmente dibattuta a Bruxelles, dove alcuni Stati membri (in particolare i Paesi nordici e Regno Unito) spingono per la ricerca di una soluzione ad hoc che consenta di mantenere il regime preferenziale per le calzature vietnamite. Una decisione sulla questione è attesa per il mese di giugno.

Dal 2003 è stata istituzionalizzata una formula di dialogo sui diritti umani che si svolge in due sessioni annuali ad Hanoi a livello di locale troika UE e alti funzionari vietnamiti. Da parte europea è stato proposto un nuovo formato con il quale si intende conferire al dialogo una maggiore efficacia per affrontare le tematiche di  precipuo interesse per l’UE, quali la tutela dei diritti delle minoranze degli Altipiani Centrali e Nord-occidentali del Paese, l’esercizio delle libertà civili (in particolare libertà di espressione, stampa e religione) e l’applicazione della pena di morte.

Su piano bilaterale, il partner europeo che vanta legami più forti con il Vietnam è la Francia, ex potenza coloniale con la quale Hanoi mantiene ottimi rapporti. La Francia continua infatti ad essere il primo donatore europeo bilaterale, nonché uno dei principali investitori UE ed è molto attiva nel campo della formazione universitaria, dello sviluppo delle infrastrutture e dell’assistenza istituzionale nel settore della riforma del sistema giudiziario. Tra i Paesi europei tradizionalmente vicini al Vietnam spetta un posto speciale anche alla Svezia, che fu la prima in Europa a stabilire rapporti diplomatici con Hanoi nel 1969 e ad avviare un intenso programma di assistenza allo sviluppo.

Dal 25 al 27 novembre del 2007, il Presidente della Commissione Europea Barroso si è recato in visita ufficiale in Vietnam nell’ambito del suo tour asiatico. Si tratta della prima visita bilaterale effettuata nel Paese da parte di un Presidente della Commissione Europea, che va pertanto interpretata come un importante segnale della volontà dell’UE di rafforzare le relazioni bilaterali con il Vietnam. Il Presidente Barroso ha incontrato il Primo Ministro vietnamita Nguyen Tan Dung: nell’occasione è stato ufficialmente avviato il negoziato per il nuovo Accordo di Cooperazione e Partenariato, che sostituirà il precedente, risalente al 1995 ed incentrato principalmente sulla sfera economico-commerciale. Il negoziato dovrebbe protrarsi per almeno un anno e mezzo.

Il nuovo Accordo di Cooperazione e Partenariato si propone di conferire al dialogo tra Vietnam e Unione Europea una visione politica strategica ed in tale prospettiva i suoi contenuti si estenderanno anche a materie quali la tutela dei diritti umani, i cambiamenti climatici, l’energia, la scienza e la tecnologia, la salute, la giustizia, la libertà e la sicurezza, la lotta al terrorismo. L’accordo interesserà, infine, anche aspetti legati alla cooperazione allo sviluppo, uno dei principali canali di intervento europeo in Vietnam. L’UE è infatti attualmente tra i maggiori donatori del Vietnam, e per il periodo 2007-2013 la Commissione si è impegnata a corrispondere al Paese altri 304 milioni di dollari USA.

 

 

 

QUADRO ECONOMICO

In collaborazione con il  MAE

 

Superate le emergenze dei conflitti protrattisi fino al 1980, le autorità vietnamite hanno riconosciuto la necessità di riformare l’economia, in gravissima crisi, e spezzare l’isolamento internazionale del Paese (fino al 1994 gli USA hanno mantenuto l’embargo economico e commerciale). Nel 1986 il governo di Hanoi ha avviato un processo di apertura e di rinnovamento economico “doi moi, anche mediante l’introduzione di misure per la transizione verso l’economia di mercato. La nuova politica ha prodotto risultati positivi dal punto di vista economico e sociale e dell’apertura del Paese nel contesto internazionale.

 

 

PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI (2007)

 

PIL a parità di potere di acquisto

222,5 miliardi dollari USA

Composizione per settore

agricoltura 19,4%;  industria 42,3%; servizi  38,3%

Crescita PIL (%)

8,5%

PIL pro capite a parità di potere di acquisto

2.600 dollari USA (Italia: 31.000)

Si segnalano a titolo comparativo i PIL pro capite di Cina (5.300), Tailandia (8.000), Filippine (3.300), Indonesia (3.400).

Inflazione (%)

8,3

Tasso di disoccupazione

5,1 %

Tasso di povertà

14,75

Debito estero

24,41 miliardi di dollari USA

Fonti: The Cia Worldfactbook 2008

 

 

Dopo decenni di isolamento, caratterizzati da un’economia centralizzata di stampo sovietico, il Vietnam si è progressivamente aperto all’economia di mercato ed alla globalizzazione e registra da oltre dieci anni tassi di crescita estremamente elevati, che vanno rapidamente riducendo il suo gap rispetto alle tradizionali “tigri asiatiche”.

 

L’adozione della politica di rinnovamento (Doi Moi), ufficialmente proclamata nel 1986, ha infatti avviato il Vietnam su un sentiero di sviluppo molto simile a quello della Cina. Il percorso di rapida crescita avviato negli anni novanta, dopo un rallentamento dovuto alla “crisi asiatica” del triennio 1997-99, ha ripreso slancio dopo il 2000: negli ultimi cinque anni il Paese ha infatti registrato un tasso di crescita medio del 7,5%. Resta vitale la spinta riformista del Partito e del Governo, che mira alla creazione di una economia mista, posta sotto il controllo dirigista dello Stato, ma che riserva alle forze del mercato una posizione di centralità, anche tramite lo sviluppo di un tessuto di piccole e medie imprese in tutta una serie di comparti economici.

 

La “Strategia per lo sviluppo socio-economico 2006-2010” - adottata durante il decimo Congresso del Partito Comunista tenutosi nell’aprile del 2006 – si prefigge di completare il passaggio dal sottosviluppo alla piena industrializzazione del Paese entro il 2020 (con l’obiettivo intermedio di rendere il Vietman un “middle income Country” entro il 2010), migliorando la qualità della vita dei cittadini, potenziando la rete di infrastrutture ed innalzando il profilo e la reputazione del Vietnam sulla scena internazionale. Lo sviluppo della rete delle infrastrutture, soprattutto nel campo dei trasporti e della produzione di energia, è considerato una premessa essenziale per sostenere la rapida espansione dell’economia.

Le autorità vietnamite hanno recentemente dichiarato l’intenzione di accelerare il processo di riorganizzazione e privatizzazione parziale (“equitizzazione”) delle imprese pubbliche, che si e’ sinora realizzato in misura molto limitata e con estrema lentezza, a causa delle forti resistenze poste dai managers e dai gruppi di interesse costituitisi intorno alla vecchie imprese di Stato. Nel contempo dal 2006 è stata avviata una riforma del sistema bancario, che porterà all’”equitizzazione” delle banche commerciali di proprietà statale e ad una migliore definizione dei compiti di vigilanza sul sistema da parte di una Banca Centrale (State Bank of Vietnam) che dovrebbe acquisire maggiore autonomia rispetto al Governo.

Nel corso del 2006 il Vietnam ha concluso il processo negoziale, durato oltre 11 anni, per l’accessione all’Organizzazione Mondiale del Commercio e l’11 gennaio del 2007 ha aderito al WTO.

L’obiettivo dell’adesione all’OMC ha costituito un potente stimolo alle riforme interne e all’adozione di importanti strumenti normativi. In particolare le nuove leggi in materia di investimenti ed imprese, entrate in vigore il 1° luglio 2006, mirano a semplificare il quadro giuridico rimuovendo gran parte delle disparità di trattamento pre-esistenti tra imprese vietnamite e straniere.

L’Italia ha favorito e sostenuto il processo di accessione del Vietnam all’Organizzazione Mondiale del Commercio, finanziando attraverso la Cooperazione italiana un progetto bilaterale di assistenza tecnica volto a facilitare il raggiungimento di tale obiettivo. Il programma – del valore complessivo di 750 mila euro, diretto dal Professor Claudio Dordi dell’Università Luigi Bocconi di Milano – si è articolato in attività di formazione di funzionari vietnamiti ed di ricerca sul tema dei sussidi nel settore agricolo e in alcuni comparti industriali.

Il Vietnam ha compiuto straordinari progressi nella lotta alla povertà: il tasso di povertà  si è ridotto dal 70% degli anni ottanta all’attuale14,7%. Un risultato meritevole di nota ed apprezzamento - la migliore performance realizzata da un Paese in via di sviluppo secondo l’UNDP - favorito anche dalla sostenuta crescita economica. Si sta però accrescendo il divario tra le aree urbane e quelle rurali e la povertà rimane un problema significativo soprattutto negli Altopiani Nordoccidentali e Centrali, abitati in prevalenza da minoranze etniche.

Nonostante il rapido processo di industrializzazione in corso, èl’agricoltura che ancora assorbe il 53% circa della popolazione attiva, sebbene contribuisca solo al 16% circa del PIL. Il restante 84% del reddito è fornito, in parti uguali pressoché, da industria e servizi, che impiegano rispettivamente il 21 ed il 25% della forza lavoro.

 

Il 26 ottobre 2007 il Consiglio Esecutivo del FMI ha concluso la periodica analisi della politica macroeconomica del Vietnam. I Direttori Esecutivi del FMI hanno riconosciuto la positiva gestione della politica macroeconomica da parte delle Autorità vietnamite, sottolineando gli elevati tassi di crescita, la riduzione della vulnerabilità esterna ed il miglioramento degli indicatori di povertà.

 

Situazione macroeconomica strutturale e congiunturale

 

Nel corso degli ultimi anni l’economia vietnamita ha fatto registrare tassi di crescita elevati, costantemente al di sopra dell’8 per cento (8,4% nel 2005, 8,2% nel 2006, 8,5 nel 2007, il più alto nell’ultimo decennio), confermando così un’eccellente performance economica, determinata principalmente dall’incremento della produzione industriale e manifatturiera.

Il Governo ritiene che nel 2009, con un anno di anticipo rispetto a quanto programmato con il Piano di Sviluppo Socio Economico, il Vietnam possa raggiungere lo status di Paese a medio reddito. Il Governo tuttavia, ha recentemente ridimensionato le previsioni di incremento del PIL per l’anno in corso, dall’ 8,5 - 9 % al 7%, alla luce della priorità assegnata al contrasto all’inflazione rispetto alla crescita.

La domanda interna ha continuato a crescere ad un ritmo sostenuto, trainata da un incremento dei consumi.

Nel corso del 2007 si è aggravata la preoccupante tendenza inflazionistica, legata all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, anche a seguito di calamità naturali e epidemie, all’aumento dei prezzi di materie prime e prodotti agricoli sui mercati internazionali, alla domanda di consumo, all’incremento dell’import, ma soprattutto all’espansione del credito ed alle politiche di cambio. L’impegno delle istituzioni a contrastare l’inflazione, nuova priorità del Governo, è stato riconfermato a maggio 2008 di fronte all’Assemblea Nazionale dal Primo Ministro Dung, che ha anche annunciato misure volte a ridurre la spesa pubblica, limitare gli investimenti delle imprese di stato e frenare gli investimenti pubblici inefficienti.

La Borsa istituita nel luglio del 2000 ha un ruolo in rapida espansione ma ancora non centrale nell’economia vietnamita.

Dopo l’adesione al WTO, il Vietnam è di fatto emerso come una delle più attraenti destinazioni di IDE a livello mondiale.

Per quanto riguarda gli aiuti pubblici allo sviluppo per il 2008, ammonterebbero a 5,4 miliardi di dollari rispetto ai 4,2 miliardi dell’anno precedente. Il principale fornitore di APS, con 1,3 miliardi di dollari, è Asian Development Bank alle cui spalle si conferma come primo paese fornitore di APS il Giappone (1,12 miliardi), seguito dalla Banca Mondiale con 1,1 miliardi. L’impegno congiunto dei Paesi UE supera i 962 milioni di dollari, con un trend decrescente già registrato negli ultimi anni. Il primo donatore europeo è la Francia con 228 milioni di dollari davanti a Regno unito, Germania, Danimarca e Commissione Europea. L’Italia invece si colloca al sesto posto grazie ai circa 40 milioni di euro di crediti d’aiuto del primo programma di cooperazione ancora da impiegare.

 

 

 

 Relazioni economiche e commerciali e  principali Paesi partner

 

Nel corso del 2007 è quasi triplicato il deficit commerciale, attestatosi sui 12,4 miliardi di dollari a fronte dei 4,8 miliardi del 2006. Secondo l’Ufficio di statistica vietnamita nel 2007, infatti, le importazioni sono cresciute del 39,6% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 62.6 miliardi USD. Tale incremento è stato determinato principalmente all’andamento dell’import di macchinari e materie prime per la produzione e dall’ aumento dei costi di petrolio e acciaio.

I principali fornitori, nel 2007, sono rappresentati da 8 paesi asiatici, ovvero Cina, Singapore, Taiwan, Giappone, Corea del sud, Thailandia, Malesia e Hong Kong. Merita segnalare il decimo posto della graduatoria occupato dall’India.

Le esportazioni vietnamite hanno raggiunto nel 2007 i 48,6 miliardi di dollari, con un incremento del 21,9% rispetto al 2006. Il principale prodotto esportato dal Vietnam è il petrolio greggio, cui si affiancano  prodotti del settore tessile-abbigliamento, prodotti agricoli (riso, caffè, pepe), prodotti ittici e calzature, prodotti mobili e prodotti in legno e prodotti elettronici. Nonostante sia il terzo produttore di greggio nella regione, il Paese non dispone ancora di una capacità di raffinazione e deve pertanto importare prodotti derivati dal petrolio. Il Vietnam quindi si trova ancora ad importare buona parte delle materie prime e degli input per alimentare il proprio sviluppo industriale.

Il commercio estero, supportato dall’entrata del Vietnam nell’OMC e dalla graduale liberalizzazione economica, corrisponde ai 2/3 del PIL. Gli Stati Uniti hanno confermato la posizione di primo paese acquirente, precedendo Giappone, Australia e Cina. In continua espansione sono anche le esportazioni nell’area ASEAN.

L’Unione Europea ha perso dal 2005 il suo ruolo di primo partner commerciale del Vietnam, preceduta ora da Cina e Giappone.

La Cina si conferma come un importante partner commerciale per il Vietnam: l’interscambio ha superato nel 2007 i 15 miliardi di dollari e il grande vicino figura ormai stabilmente anche tra i primi mercati di esportazione, sebbene sia in calo la quota dell’export verso la Cina sul totale delle esportazioni vietnamite. La cooperazione economica tra i due Paesi si realizza anche attraverso intensi scambi commerciali tra le rispettive zone di confine, e progetti congiunti nel campo delle infrastrutture e dell’energia. Gli Stati Uniti rappresentano invece il principale mercato per le esportazioni vietnamite (soprattutto  per i capi d’abbigliamento) ed una sempre più importante fonte di investimenti diretti. Il riconoscimento da parte del Congresso americano delle “Permanent Normal Trade Relations”, votato il 9 dicembre 2006, ha rimosso le ultime limitazioni esistenti nel commercio bilaterale, residuo della guerra fredda, e l’Accordo Quadro su Commercio e Investimenti firmato in occasione della visita del Presidente Triet negli USA nel giugno del 2007 mira a stimolare ulteriormente le relazioni commerciali ed i flussi di investimento.

 

In questi ultimi anni l’accesso all’Organizzazione Mondiale del Commercio ha rappresentato per Hanoi la priorità della politica estera economica e il traguardo essenziale nel processo di piena integrazione nel sistema degli scambi internazionali La necessità di adeguarsi alle normative OMC ha contribuito a mantenere viva la spinta riformista in campo economico e continuerà anche nella fase post-accesso a stimolare il completamento del processo di riforma. L’accessione, divenuta effettiva dall’11 gennaio 2007, ha contribuito al consolidamento dell’immagine del Paese come destinazione interessante per gli investimenti stranieri.

Con l’adesione all’OMC il Vietnam si è impegnato ad introdurre una riduzione generalizzata delle linee tariffarie sulla maggior parte dei prodotti, che scenderanno ad un livello medio del 12,4%. E’ inoltre prevista una graduale apertura del mercato dei servizi alle imprese straniere, mentre saranno aboliti i sussidi all’export di prodotti agricoli ed alcuni incentivi agli investimenti stranieri, legati alla percentuale di produzione destinata all’esportazione. Al tempo stesso le imprese vietnamite stanno beneficiando di un maggiore accesso ai mercati internazionali e della abolizione delle quote sulle esportazioni di prodotti tessili. Significativo anche l’impegno assunto dal Vietnam nel quadro dell’adeguamento alle norme contenute nell’accordo TRIPS in materia di tutela della proprietà intellettuale. Nonostante i grandi sforzi compiuti dalle autorità, si prevedono nei prossimi anni difficoltà nell’attuazione di quanto convenuto in sede negoziale, soprattutto con riferimento all’applicazione della normativa a livello locale.

 

Parallelamente il Vietnam e’ impegnato nel processo di integrazione commerciale regionale nel quadro dell’AFTA (ASEAN Free Trade Area), che ha comportato dal 2006 la riduzione al 5% o meno delle tariffe all’importazione su oltre 10.000 articoli e l’eliminazione totale delle restrizioni quantitative e delle barriere non tariffarie.

Un ruolo fondamentale nella crescita del Paese e’ giocato dagli investimenti diretti esteri, da tempo in espansione. A fine 2007 gli investimenti diretti esteri in attività ammontavano a 8.590. Il settore prevalente è quello dell’industria leggera. Nel 2007 il comparto dei servizi ha registrato la crescita più rapida, in particolare nei settori immobiliare e costruzioni (hotel, uffici, centri commerciali, appartamenti in zone turistiche e aree urbane). La Corea del Sud  ha raggiunto nel corso del 2007 il rango di primo investitore straniero, con IDE per un capitale complessivo di 10.6 miliardi di dollari, a seguito dell’approvazione di grossi progetti nel settore immobiliare e della siderurgia. Dopo la Corea, Singapore, Taiwan, Giappone ed Hong Kong risultano tra i principali partner per capitale investito. Sono in rapida crescita anche gli investimenti americani, effettuati spesso attraverso filiali estere di multinazionali. Nei primi 5 mesi del 2008 sono stati registrati progetti di investimenti diretti esteri per 14,7 miliardi di dollari, per la maggior parte (83%) nel campo immobiliare, turistico e dei servizi.

 

 

 

RAPPORTI BILATERALI

(a cura del MAE)

 

 

 

 

Ambasciatore d'Italia in Vietnam

 

S.E. ALFREDO MATACOTTA CORDELLA

 

 

Ambasciatore del Vietnam in Italia

 

S.E. NGUYEN VAN NAM

 

 

Il Vietnam guarda con grande simpatia all’Italia per la solidarietà e l’appoggio ricevuti durante il conflitto con gli USA e per la sollecita ripresa dei rapporti bilaterali e delle attività di cooperazione allo sviluppo seguite alla rottura dell’isolamento del Vietnam dopo il ritiro dalla Cambogia ed il crollo del blocco sovietico. Le relazioni diplomatiche italo-vietnamite sono state ufficialmente instaurate nel marzo del 1973 con il riconoscimento formale della Repubblica Socialista del Vietnam. Dopo la caduta di Saigon e la riunificazione del Paese, nel 1975 è stata istituita la nostra Ambasciata ad Hanoi.

I rapporti bilaterali hanno ripreso slancio a partire dagli anni novanta quando l’avvenuto ritiro dell’esercito vietnamita dalla Cambogia e la graduale accelerazione delle riforme economiche (Doi moi) hanno dato il via alla nostra linea di politica estera con il Vietnam, che si basa su:


Relazioni politiche

 

Le relazioni bilaterali sono entrate in questi ultimi anni in una fase di grande dinamismo sostenuta da un’intensificazione senza precedenti dei contatti e delle visite nelle due direzioni.

Per rispondere alle reciproche aspettative per una partnership rafforzata che rifletta le potenzialità e la nuova realtà del rapporto tra i due Paesi, nel 2007 l’Ambasciata d’Italia ed il Ministero degli Esteri hanno allestito l’iniziativa “Arcobaleno italiano in Vietnam”, un ricco evento contenitore che da aprile ad ottobre 2007 ha proposto oltre quaranta iniziative di carattere culturale, economico-commerciale e tecnico-scientifico. “Arcobaleno italiano” – inaugurato dal Sottosegretario Vernetti - si è aperta in concomitanza con la mostra “Piemonte Torino Design” promossa dalla Regione Piemonte e si è conclusa, in occasione della visita del Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, con l’esposizione “Italian Genius Now”, realizzata dal Centro Arte Pecci di Prato con il supporto del Ministero degli Esteri, della Regione Toscana e di sponsor privati.

 

Significativa da parte italiana per l’avvio di una nuova stagione di dialogo con il Vietnam è stata la visita ad Hanoi nell’aprile 2007 del Sottosegretario On. Vernetti, il primo esponente dell’esecutivo in carica a recarsi in Vietnam e ad accogliere l’invito rivolto al nostro Governo dal Primo Ministro Nguyen Tan Dung. La missione ha inteso sottolineare l’interesse per il rilancio dei rapporti con il Vietnam – testimoniato dall’iniziativa “Arcobaleno italiano” – ponendo le premesse per gli ulteriori positivi sviluppi che sono seguiti, in particolare con la firma del Memorandum sulle consultazioni politiche e la identificazione dei settori di punta per il rafforzamento della componente economica del rapporto italo-vietnamita. Il Sottosegretario Vernetti ha incontrato ad Hanoi il Vice Primo Ministro Pham Gia Khiem, il Vice Ministro degli Esteri Le Cong Phung ed il Ministro della Cultura Le Doan Ho, al quale ha ufficialmente presentata la candidatura di Milano per ospitare l’Expo 2015. Il colloquio con l’Arcivescovo di Hanoi ha testimoniato l’importanza con la quale l’Italia segue il tema della libertà religiosa e l’evoluzione dei rapporti con il Vaticano. A tale proposito, durante la visita della delegazione della Sezione di amicizia Italia sudest Asiatico del gennaio 2008,  Mons. Kiet ad Hanoi ha espresso ai parlamentari italiani in visita preoccupazioni circa le limitazioni imposte alle celebrazioni per le festività natalizie.

 

Il 2007 ha rappresentato un momento di svolta nei rapporti bilaterali, testimoniato dalla visita in Italia del Primo Ministro Nguyen Tan Dung (che ha incontrato il Presidente del Consiglio Romano Prodi ed il Ministro per lo Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani) e culminato, dopo quella del Sottosegretario Vernetti, nella visita ufficiale del Ministro degli Esteri On. Massimo D’Alema, che si è recato ad Hanoi e Ho Chi Minh City dal 7 al 9 ottobre 2007. La visita ha costituito un’ulteriore e significativa testimonianza dell’interesse dell’Italia verso l’area e verso un Paese emergente come il Vietnam, impostosi all’attenzione della comunità internazionale per il suo straordinario processo di sviluppo socio-economico e per il crescente profilo assunto sul piano regionale ed internazionale. Il Ministro D’Alema ha incontrato il Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri, Pham Gia Khiem, il Presidente della Repubblica Nguyen Minh Triet, ed il Vice Segretario Generale del Partito Comunista, Truong Tan Sang. Oggetto dei colloqui sono state le principali questioni dell’attualità internazionale e regionale (anche alla luce dell’ ingresso del Vietnam nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il biennio 2008-2009), il rafforzamento della collaborazione bilaterale e lo sviluppo dei rapporti tra Vietnam ed Unione Europea. La visita, che ha visto anche la partecipazione di una delegazione guidata dal Sottosegretario al Commercio Internazionale, On. Mauro Agostini, ha avuto una forte connotazione economica, sottolineata dall’obiettivo di incoraggiare le imprese italiane a cogliere le ampie opportunità di affari e di investimento offerte dal Vietnam. A tal fine il Ministro D’Alema è intervenuto ad un seminario sulla collaborazione bilaterale nel campo dello sviluppo industriale e delle infrastrutture, al quale ha partecipato un ristretto gruppo di nostri operatori (Finmeccanica, Ferrovie dello Stato, ANAS, Alstom, Fantuzzi, Fincantieri, Piaggio, Danieli, Technip, MTS, Ansaldo Sistemi Industriali, Intesa Sanpaolo). A margine del seminario, ANAS e Ferrovie dello Stato hanno firmato due protocolli di intesa con le rispettive controparti vietnamite.

Numerose sono state negli ultimi due anni le delegazioni di Hanoi che hanno scelto l’Italia come meta di viaggi di studio e di lavoro. Nel 2006 il Vice Ministro della Cultura Le Tien Tho ha partecipato all’inaugurazione del festival “Il drago e la farfalla” promosso dalla Provincia di Roma e al seminario sul “Vietnam del Doi Moiorganizzato dal Ministero degli Esteri; nel settembre dello stesso anno il Ministro del Commercio Le Thi Ngan ha avuto incontri al Ministero degli Esteri e al Ministero del Commercio Internazionale per studiare il modello di sviluppo economico italiano ed il sistema delle piccole e medie imprese; nel successivo mese di ottobre una folta missione imprenditoriale guidata dal Vice Ministro dell’Industria Dao ha partecipato a forum d’affari a Roma e Venezia. Le visite a livello ministeriale e tecnico sono proseguite anche nel 2007, da ultimo è stato a Roma il Vice Ministro della Funzione Pubblica, Tran Huu Hung, che ha avuto un intenso calendario di incontri presso le omologhe istituzioni italiane.

In occasione della visita a Roma del Vice Ministro degli Esteri Nguyen Van Tho, il 12 dicembre 2007 si sono svolte a Roma le prime consultazioni ufficiali bilaterali previste dal Memorandum di cooperazione politica firmato dal Sottosegretario Vernetti ad Hanoi nell’aprile del 2007. Il Vice Ministro Tho e l’On. Vernetti hanno avuto una articolata sessione di lavori, durante la quale hanno compiuto un accurato esame delle principali questioni bilaterali e dei più importanti temi di attualità internazionale, anche in vista dell’ingresso del Vietnam nel Consiglio di Sicurezza e della contemporanea presenza per un anno nell’organo onusiano.

 

Dall’11 al 14 novembre 2007 si è svolta una importante missione della Regione Lombardia, guidata dal Presidente On. Formigoni, accompagnato da una nutrita delegazione istituzionale, da rappresentanti di enti ed associazioni di categoria e da operatori economici interessati ad esplorare le opportunità d’affari esistenti nel Paese. Cooperazione in campo ambientale, infrastrutturale e universitario i principali ambiti di collaborazione approfonditi nel corso degli incontri.

Anche nel settore della difesa, il 2007 è stato un anno che ha consentito di riallacciare i contatti con la visita dal 6 all’8 dicembre 2007 del Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti, Generale Gianni Botondi su invito del suo omologo Vice Ministro della Difesa e Direttore degli Armamenti, Nguyen Huy Hieu. Nel corso della sessione di lavoro sono state scambiate informazioni sulle rispettive organizzazioni e priorità, in particolare per quanto riguarda il settore dell’industria della Difesa, divenuto di grande interesse per il nostro Paese. Sono stati ricordati i risultati positivi ottenuti nella cooperazione tra i due Ministeri, con particolare riferimento ai corsi di lingua italiana per gli ufficiali vietnamiti ed ai corsi di formazione svoltisi in Italia. Degna di rilievo la proposta, avanzata dal generale Botondi e prontamente accolta dalla controparte vietnamita, di dare vita ad una Commissione Mista bilaterale che si riunisca periodicamente al fine di approfondire le possibilità di cooperazione concreta nel campo dell’industria militare. A conclusione dei colloqui, il Vice Ministro Hieu ha rinnovato l’auspicio che il nostro Ministro della Difesa possa presto ricambiare la visita compiuta in Italia nel 2004 dall’allora Ministro Tran Van Tra.

 

Relazioni economiche, finanziarie e commerciali

 

Le relazioni economiche e commerciali sono al di sotto del loro potenziale e le imprese italiane non colgono ancora pienamente le opportunità offerte dal Vietnam. L’interscambio commerciale, ha toccato nel 2007, secondo i dati ISTAT, un valore record di 1.210 milioni di euro, grazie alla ripresa delle esportazioni italiane (+71,6%). Nei primi nove mesi del 2007 la quota di mercato dell’Italia è migliorata di quasi 3 decimi di punto su base tendenziale, portandosi attorno all’1,1%. Le difficoltà dell’export italiano, negli ultimi anni sono state legate soprattutto al tasso di cambio sfavorevole ed alla crescente concorrenza asiatica nel settore dei macchinari. Il nostro Paese e’ al sedicesimo posto quale Paese fornitore (terzo in ambito UE dopo Francia e Germania), ed al diciottesimo quale mercato di sbocco, assorbendo l’1,8% sul totale dell’export vietnamita.

 

Secondo i dati ISTAT nel 2007 le esportazioni italiane hanno registrato un fortissimo incremento pari al 71,6%. Le importazioni hanno subito unaumento del 14,3%, comportando una riduzione del nostro deficit commerciale. L’interscambio complessivo nel 2007 è pari a 1,2 miliardi di Euro, con una crescita del 33% rispetto allo stesso periodo del 2006

I settori preponderanti negli scambi tra Italia e Vietnam, per quanto riguarda le importazioni, sono le calzature e i prodotti di pelletteria (31,3% del totale nel 2007), i prodotti agricoli e ittici, gli alimentari e l’abbigliamento. Le esportazioni italiane sono principalmente costituite da macchine e apparecchi meccanici (nel 2007 36,2%) motocicli,  prodotti chimici e fibre sintetiche ed artificiali, cuoio. A queste voci tradizionali si e’ aggiunto il settore navale per un valore di 60 milioni di Euro (acquisto di una nave-traghetto usata dalla societa’ Grandi Navi Veloci). Vi e’ dunque una forte complementarietà tra Italia e Vietnam nei settori tessile e calzaturiero, nei quali l’Italia rappresenta un importante fornitore di macchinari e materie prime, che vengono poi processate e riesportate come prodotti finiti.

Rimangono esigui gli investimenti italiani, che nel corso dell’anno hanno però mostrato un trend positivo: il capitale registrato su 24 progetti ha raggiunto nel 2007 i 94.4 milioni di dollari e il nostro Paese e’ salito dalla 36ma alla 33ma posizione tra gli investitori stranieri[9]. Gli investimenti di rilievo sono stati sinora realizzati dall’industria dolciaria Perfetti Van Melle, che nel 2007 ha aperto un secondo stabilimento e dalla Merloni Termo Sanitari, leader per il suo settore con il marchio Ariston. Da anni presente sul mercato vietnamita (dove i motocicli Vespa si sono affermati come una delle voci più importanti dell’export italiano e come bene di riferimento per contenuto tecnologico e stile), la Piaggio sta costituendo una base di produzione a Vinh Phuc, nell’area di Hanoi, che produrrà, a pieno regime, circa 100000 motocicli all’anno. L’investimento – del valore di 30 milioni di dollari – costituisce il maggiore investimento diretto italiano nel Paese. Il 2008 si e’ aperto con la registrazione dell’investimento di 16 milioni di dollari della Bonfiglioli, che produrra’ motori elettrici in un impianto nella provincia di Binh Duong, al Sud, la cui costruzione e’ stata avviata nel mese di marzo.

L’Italia rappresenta uno dei mercati più interessanti per le esportazioni di prodotti ittici vietnamiti: attualmente l’80% dell’export di molluschi bivalve è diretto verso il nostro Paese.

 

Tra le imprese italiane più attive nel Paese figurano la Danieli & C. Officine Meccaniche, che ha realizzato 6 impianti siderurgici, tra cui due importanti impianti di laminazione che coprono tutte le fasi della produzione di acciaio. L’impianto realizzato a Phu My per conto dell’azienda di Stato Southern Steel Corporation ha comportato per l’impresa italiana ingenti extra costi, che la Danieli sta cercando di recuperare. Technip Italia, per conto di Petrovietnam, ha costruito un impianto per la produzione di ammoniaca e urea, principale fertilizzante utilizzato nella coltivazione del riso. La commessa per la realizzazione di un secondo impianto analogo nella provincia di Ca Mau, alla quale Technip era interessata, è stata assegnata ad un consorzio di due societa’ cinesi, preferito dal committente all’azienda italiana dopo un lungo processo decisionale, in ragione di un’offerta di circa il 40% inferiore (forse non del tutto realistica).

 

Il sistema bancario italiano è sinora rappresentato solo da un ufficio del gruppo Unicredit (l’ufficio di rappresentanza della HVB). Intesa San Paolo aprirà nel 2008 un proprio ufficio di rappresentanza ad Ho Chi Minh City. La filiale di Singapore di Intesa San Paolo ha ottenuto, a seguito della riunione del 15 maggio 2008 del Comitato Esecutivo di SACE una Garanzia Finanziaria per la copertura parziale di un finanziamento all’Istituto bancario vietnamita VIETCOMBANK, specializzato nelle operazioni di trade finance. Intesa SanPaolo, pur senza acquisire una partecipazione diretta in VIETCOMBANK, mira a posizionarsi nel mercato vietnamita recentemente apertosi non diversamente dalle banche estere che hanno assunto partecipazioni come Citibank, JP Morgan Chase e far East.

 

Adesione del Vietnam al WTO

L’Italia ha favorito e sostenuto il processo di ammissione del Vietnam all’Organizzazione Mondiale del Commercio, finanziando attraverso la Cooperazione italiana un progetto bilaterale di assistenza tecnica volto a facilitare il raggiungimento di tale obiettivo. Il programma – del valore complessivo di 750 mila euro, diretto dal Professor Claudio Dordi dell’Università’ Luigi Bocconi di Milano – si e’ articolato in attività di formazione di funzionari vietnamiti ed di ricerca sul tema dei sussidi nel settore agricolo e in alcuni comparti industriali. Da parte vietnamita e’ stata richiesta una seconda fase del progetto estesa agli adempimenti post-accessione ed alla formazione nel campo del diritto del commercio internazionale: la proposta di progetto e’ al vaglio della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri che ha appena effettuato una missione tecnica.

 

Quadro giuridico-normativo in materia di investimenti

Attualmente con il nostro Paese sono operanti due accordi intergovernativi: l’Accordo per la Promozione e la Protezione degli Investimenti, firmato a Roma il 18 maggio 1990 ed entrato in vigore nel 1996 e un Accordo per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, firmato nel 1996 ed entrato in vigore nel 1999. Dal 2002 esiste inoltre un protocollo di collaborazione fra la nostra SIMEST e il competente Ministero vietnamita della Pianificazione e degli Investimenti. Dal 2004, il Consiglio d’Amministrazione della SACE ha adottato un atteggiamento di maggiore flessibilità nelle condizioni per assicurare le operazioni verso il Vietnam, eliminando la restrizione concernente le operazioni con una dilazione superiore a cinque anni, che in precedenza dovevano essere necessariamente coperte da garanzia sovrana. La SACE classifica il Vietnam come Paese “a rischio medio con outlook positivo”, a seguito del miglioramento del rating del rischio Paese del Vietnam in sede OCSE.

Si e’ rivelato favorevole alla crescita degli IDE italiani il nuovo quadro normativo in materia di imprese ed investimenti entrato in vigore nel 2006, che ha semplificato le procedure per l’approvazione di nuovi progetti, attuando una decentralizzazione della competenza relativa al rilascio dei certificati di registrazione e riducendo notevolmente i margini di discrezionalità delle autorità in merito all’autorizzazione dei progetti sino a 19 milioni di dollari, categoria nella quale ricadono attualmente quasi tutti gli investimenti italiani.

La SIMEST ha dimostrato di recente particolare attenzione al Vietnam e partecipa attualmente con una quota di capitale agli investimenti dei gruppi Piaggio e Bonfiglioli.

 

Ostacoli ad una maggiore crescita degli scambi e degli investimenti italiani

La crescita degli scambi e degli investimenti italiani e’ stata sin qui ostacolata soprattutto alla distanza, culturale e geografica tra i due Paesi, alla scarsa conoscenza delle opportunità di affari presenti in questo mercato, sebbene stia mutando l’atteggiamento delle imprese italiane, e dalla generale difficoltà incontrata nel processo di internazionalizzazione da parte delle nostre piccole e medie imprese. Gli operatori lamentano un alto grado di corruzione, anche del sistema giudiziario, che spesso costituisce un forte disincentivo per i nostri imprenditori. In tal senso il Vietnam deve completare il suo programma di riforme.

 

Possibili strumenti di potenziamento delle relazioni economico-finanziarie tra i due Paesi

La collaborazione italo-vietnamita nel settore economico può essere valorizzata principalmente promuovendo una maggiore conoscenza in Italia del mercato vietnamita e delle opportunità di investimento e favorendo la collaborazione tra i distretti industriali e le piccole e medie imprese italiane e vietnamite: a tale fine potrebbe rivelarsi particolarmente utile una seconda fase del progetto di assistenza tecnica nel settore delle PMI attraverso l’UNIDO, recentemente approvata

 

Rilevanti possibilità di collaborazione esistono nel campo del trasferimento di tecnologia nel settore ambientale e nello sviluppo delle infrastrutture per i trasporti e l’energia. Il Vietnam ha infatti avviato un programma di ammodernamento e di realizzazione di infrastrutture che permettano di supportare la crescita dell’economia e dell’inurbamento.

 

Nel settoredell’industria militare il gruppo Finmeccanica sta dimostrando un crescente interesse per il Paese e diverse società, quali Aermacchi, Agusta Westland e Galileo Avionica sono interessate ai progetti di sviluppo ed ammodernamento delle dotazioni delle Forze Armate vietnamite. La Aermacchi ha in corso da tempo contatti con il Ministero della Difesa vietnamita per la  possibile vendita di 12-18 aerei da addestramento di tipo MB-339: tra i momenti salienti si ricordano la visita dell’allora Ministro della Difesa agli stabilimenti di Aermacchi e Agusta nel 2004 e l’offerta di velivoli usati e rimodernati (MidLife Upgrade). Il dossier, portato anche all’attenzione del nuovo Ministro della Difesa Phung Quan Thanh, e’ ora all’esame dell’Aeronautica Vietnamita. E’ sinora mancata, a causa delle ristrettezze finanziarie del Ministero della Difesa e della lentezza del processo decisionale, una formalizzazione dell’interesse espresso dal Ministero della Difesa vietnamita nel corso dei numerosi incontri sin qui svoltisi.

Per quanto riguarda l’Agusta Westland al momento sono in corso tre progetti: a) 2 unità Elicottero VIP adibito al trasporto di personalità governative (valore 12 milioni di USD); b) apparecchi per operazioni di salvataggio / antiterrorismo / emergenze (valore 7,5 milioni di USD); c) 3 unità da adibire a Guardiacosta per la Marina. I concorrenti del primo progetto sono la Bell statunitense e la Eurocopter franco-tedesca.

Galileo Avionica ha avviato contatti con il Ministero della Difesa per la fornitura di sistemi di missione per le operazioni di pattugliamento marittimo e per la fornitura di radar per la sorveglianza costiera.

Nel gennaio del 2007 la società Selex Communications – OTE, del gruppo Finmeccanica, si e’ aggiudicata una gara per la fornitura al Ministero della Difesa vietnamita di un sistema di comunicazione radio di tipo TETRA da impiegare nelle città di Hanoi e Ho Chi Minh City. Il contratto, del valore di circa 3 milioni di dollari, rappresenta un importante successo per la tecnologia italiana, che e’ stata preferita a quella di grandi concorrenti francesi e americani. Selex Communications – OTE e’ ora interessata all’estensione del sistema anche ad altre aree del Vietnam, prevista nei prossimi anni.

La società Intermarine del Gruppo Cantieri Navali Rodriguez (controllata dal gruppo IMMSI di cui è Presidente Roberto Colaninno) ha effettuato una presentazione presso la Marina vietnamita per promuovere l’offerta di cacciamine e, soprattutto, imbarcazioni per le attività di pattugliamento marittimo.

 

Relazioni culturali, scientifiche e tecnologiche

 

Le relazioni di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica si basano su due accordi firmati rispettivamente nel 1990 e nel 1992, successivamente integrati dai relativi programmi esecutivi di durata triennale che individuano i settori prioritari di attività e i corrispondenti impegni finanziari.

 

Promozione della lingua italiana

Non opera ad Hanoi un Istituto Italiano di Cultura, nonostante da parte vietnamita sia stato in più occasioni manifestato l’interesse per l’apertura di un nostro centro culturale. A questa assenza supplisce la presenza di un lettore di ruolo con incarichi extra-accademici a Hanoi e di due lettori a contratto rispettivamente presso l’Università Thang Long di Hanoi e presso l’Università di Scienze Umanistiche e Sociali di Città Ho Chi Minh. E’ operativo dal 2002 presso l’Università di Lingue Straniere di Hanoi un Dipartimento di Lingua e Cultura Italiana con annesso corso di laurea. Il crescente interesse per lo studio della lingua e della cultura italiana hanno indotto l’Ambasciata ad avviare con due università private, la Thang Long ad Hanoi e la Hong Bang a  Città Ho Chi Minh, corsi di italiano che hanno registrato risultati incoraggianti. Nel febbraio 2006 e’ stato riattivato il Comitato di Hanoi della Società Dante Alighieri grazie all’appoggio dell’Ambasciata e dell’Associazione di Amicizia Vietnam-Italia. Il Comitato svolge con il supporto dell’Ambasciata funzioni di centro culturale, con corsi di lingua italiana di livello elementare, medio e avanzato, sessioni d’esame per il rilascio del PLIDA (la certificazione ufficiale della conoscenza della lingua italiana) e piccole iniziative culturali.

L’Ambasciata si adopera attivamente a favorire la diffusione della lingua italiana organizzando corsi di aggiornamento per gli insegnanti vietnamiti e favorendo la diffusione di testi in italiano e materiale didattico.

 

Cooperazione scientifica e tecnologica. Missioni archeologiche

La cooperazione scientifica e tecnologica e’ diventata uno dei volet bilaterali più importanti e promettenti in termini di prospettive future di collaborazione. Il Vietnam è infatti molto interessato a sviluppare contatti con la comunità scientifica italiana finalizzati alla promozione di scambi di ricercatori e al trasferimento di tecnologie nell’ambito del Terzo Programma Esecutivo di Cooperazione Scientifica che prevede per il triennio 2005/2008 la realizzazione di ventuno progetti congiunti di ricerca nei settori delle scienze di base, dell’agricoltura e biotecnologie, della sanità, dell’energia e dell’ambiente, dell’informatica e delle sue applicazioni, dell’archeologia e del restauro. I principali progetti sono nel settore idrico (Università di Brescia), ambientale (CNR Bologna e Università Politecnica delle Marche) e sanitario (Università di Padova) oltre a due missioni archeologiche (missione di scavo sul sito Cham di My Son realizzata dalla Fondazione Lerici del Politecnico di Milano e missione di recupero dell’antico sacrario militare di Hue’ condotta dal Dipartimento di Architettura dell’Università Politecnica delle Marche).

Il 14 marzo 2008 si è conclusa la missione in Vietnam del dott. Marabelli, Capo del Dipartimento per la salute Pubblica Veterinaria, la Nutrizione e la sicurezza degli alimenti del Ministero della Salute. Nel corso dei colloqui con il Vice Ministro dell’Agricoltura sono state discusse aree di particolare rilevanza per lo sviluppo della cooperazione bilaterale, con possibili interessanti ricadute anche in campo commerciale. In occasione della visita sono state inoltre firmate delle agreed minutes sulla cooperazione bilaterale sui controlli per la sicurezza alimentare. Tale intesa risponde ad un forte interesse del Vietnam al miglioramento della qualità delle esportazioni agricole ed ittiche e l’Italia in questo contesto è appressata tanto come fonte di competenze legislative, tecniche e scientifiche, quanto come mercato di sbocco. E’ inoltre in fase di avvio la discussione di un’intesa in materia di certificazioni sanitarie dei prodotti agroalimentari italiani.

 

Formazione, borse di studio e università

La cooperazione tra università italiane e vietnamite sta acquistando grande dinamismo, sia nel quadro del protocollo esecutivo scientifico e tecnologico, che nell’ambito dei programmi della Commissione Europea come testimoniato dalle numerose Universita’ italiane che hanno partecipato nel dicembre 2007 alla European Education Fair che si e’ tenuta sia ad Hanoi che ad Ho Chi Minh City.

Nel settore della formazione l’Ambasciata interviene con la concessione di borse di studio a studenti vietnamiti principalmente rivolte al perfezionamento della lingua italiana. L’offerta di borse per l’anno accademico 2007/2008 e’ in aumento pur restando nettamente inferiore a quella dei principali partners europei. Sono state offerte 100 mensilità (40 in più rispetto a quanto previsto dal Protocollo culturale e 20 in più rispetto all'anno precedente) di cui 20 per lauree specialistiche del Politecnico di Milano. Sono state inoltre rinnovate 3 borse di dottorato triennale in ingegneria idraulica finanziate dalla Cooperazione italiana.

Per l’anno accademico 2008-2009 sono state offerte n. 100 mensilità per corsi brevi di lingua italiana e per borse di studio di diversa tipologia della durata di 3, 6, 9 o 12 mesi, per un importo di 700 euro.

Il Vietnam sarà anche inserito tra i paesi beneficiari di corsi di formazione (finanziati dalla nostra Cooperazione) per materie quali scienze agrarie, piccole e medie imprese, institution building, ingegneria ecc. Borse di studio ad hoc per studenti vietnamiti sono state messe a disposizione da atenei italiani, che appaiono molto interessati a rafforzare la loro cooperazione con il Vietnam, in particolare dal Politecnico di Milano che ha istituito 10 borse ad hoc per master in inglese e dal Politecnico di Torino, che ha promosso un’offerta di quindici borse per corsi di primo anno ingegneria e architettura finanziate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino. Anche l’Università Politecnica delle Marche finanzia con proprie borse di studio dottorati di ricerca nei settori dell’architettura, del restauro e delle scienze marine. Contatti sono in corso anche tra il sistema universitario piemontese e controparti vietnamite per progetti di formazione in campo medico-sanitario.

 

Manifestazioni culturali

 

Nella prima parte del 2008 le iniziative di promozione culturale si stanno svolgendo nel contesto di una grande rassegna multidisciplinare dal titolo “Passione donna” articolata in una serie di eventi sui volti e le storie di donne italiane e vietnamite, del passato e del presente. Le donne sono state protagoniste di mostre, incontri, dibattiti, proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali e serate di moda che hanno raccolto un notevole successo presso il pubblico locale e numerosi riscontri sui media.

Dopo il grande successo nel 2007 della manifestazione “Arcobaleno italiano in Vietnam”, l’Ambasciata continua la proficua collaborazione instaurata con enti pubblici e sponsor privati italiani e vietnamiti, per offrire al pubblico vietnamita un’offerta culturale di alto livello che presenti i settori di punta italiani e offra anche un’occasione di incontro tra le due culture. In questo contesto nella seconda parte dell’anno verra’ sviluppato il tema del viaggio.

 

Da segnalare inoltre nel mese di giugno la partecipazione italiana all’importante Festival di Hue e la prossima realizzazione di un Festival Italiano ad Ho Chi Minh City, promosso da ICE e Amabasciata, che includerà eventi di promozione eno-gastronomica, proiezioni cinematografiche e mostre fotografiche sulla moda.

 

Comunità italiana, comunità del Paese in Italia e questioni migratorie

 

La collettività italiana che risiede in Vietnam e’ di dimensioni esigue (circa 150 persone) e, date le sue caratteristiche, non si configura come fenomeno emigratorio tradizionalmente inteso. Si tratta infatti di connazionali che hanno scelto di vivere in questo Paese negli anni recenti, spinti soprattutto dalle opportunità economiche e di lavoro offerte dal Vietnam e dalla relativa facilità di insediamento sia sotto il profilo professionale che personale. I nostri connazionali svolgono principalmente attività impiegatizie, di funzionariato e dirigenza (presso ONG, organismi internazionali e imprese private) nonché di libera professione e piccola imprenditoria soprattutto nel campo della ristorazione. Una parte significativa della collettività e’ costituita da cittadini italiani di origine vietnamita (“vietkieu” o vietnamiti d’oltremare) che hanno vissuto a lungo in Italia e hanno fatto ritorno in Vietnam negli ultimi cinque/dieci anni incoraggiati dalla politica di apertura e di “recupero” dei numerosi vietnamiti trasferitisi all’estero negli anni settanta e ottanta, a seguito della caduta del regime del Vietnam del Sud e del successivo esodo dei boat people.

I cittadini di origine vietnamita naturalizzati italiani sono circa 3 - 4 mila e sono per lo più ex profughi fuggiti dall’allora Repubblica del Sud Vietnam negli anni settanta. Ad essi si sono aggiunti negli ultimi anni nuovi emigrati trasferitisi in Italia per motivi di lavoro.

E’ stato istituito a partire dal 26 gennaio 2005 un Consolato Onorario a Ho Chi Minh City al quale e’ preposto il Signor Carlo Anzon, cittadino italiano residente in Vietnam, Presidente dell’Italian Business Association.

E’ stato recentemente lanciato con due riunioni di operatori italiani ad Hanoi ed Ho Chi Minh City, organizzate dall’IBA con il supporto della CCIA di Pesaro e Urbino e di Ambasciata e ICE, un progetto di creazione di una Camera di Commercio Italiana: sulla base dei riscontri positivi registrati tra la piccola comunità d’affari sara’ presto costituito un gruppo di lavoro che dovrà elaborare lo statuto ed il programma di lavoro dell’associazione e provvedere alla sua promozione ed alla indispensabile raccolta di adesioni.

 

Cooperazione allo sviluppo

 

La cooperazione allo sviluppo è uno dei settori più qualificanti del rapporto bilaterale: dopo un inizio brillante nei primi anni novanta e la stasi degli anni successivi, le iniziative di cooperazione hanno ricevuto nuovo slancio nel 1997 con la firma a Roma di un Memorandum of Understanding on Soft Loans per 100 miliardi di lire in crediti d’aiuto e poi nel dicembre 2000 con la riunione della Commissione Mista, che ha conferito ancora aiuti per 28.9 milioni di euro a credito (di cui 20.6 per cancellazione del debito ex L 209/2000) e 6.5 milioni di euro a dono. Il programma avviato nel 1997 e’ ancora in fase di esecuzione e da parte vietnamita e’ stata formulata la richiesta di avviare la discussione di un nuovo programma.

 

Il Comitato Direzionale per la Cooperazione  allo Sviluppo ha approvato il finanziamento dei tre programmi nel settore idrico ed ambientale per un importo complessivo di Euro pari a 38.100.000,00, che andranno ad esaurire i fondi a credito d’aiuto promessi con il MOU del 1997 L’iniziativa per l’“Approvvigionamento idrico a Binh Thuan” prevede un finanziamento a credito d’aiuto di 15 milioni di euro per la realizzazione delle opere di approvvigionamento idrico nell’area, cui si aggiunge un contributo “a dono” di 600mila euro per l’assistenza tecnica.  Il progetto relativo al “Risanamento urbano di Nui Than” consta invece di un finanziamento a credito d’aiuto di nove milioni e mezzo di euro, e di un contributo a dono di 378mila euro stanziato per fornire assistenza tecnica alla controparte istituzionale. Il credito di aiuto di euro 9.500.000,00 sosterrà le attività di progettazione e la realizzazione del sistema di drenaggio, del sistema fognario e del depuratore incluso la gestione per un anno; il credito finanzierà, inoltre, la supervisione dei lavori e alcune forniture per la raccolta dei rifiuti solidi. Il Comitato ha infine deliberato (28 febbraio 2008) il finanziamento del terzo progetto. “Risanamento urbano di Ca Mau”, relativo allo smaltimento e trattamento delle acque reflue nella città. L’iniziativa prevede un finanziamento a credito d’aiuto pari a 13.600.000 euro, per la realizzazione delle infrastrutture urbane, e un contributo a dono di 378.000 euro per fornire assistenza tecnica.

 

 

In totale la Cooperazione Italiana in Vietnam dal 1997 ha assunto impegni per 74.42 milioni di Euro, dei quali 55.6 milioni di Euro a credito d’aiuto e 18.82 milioni a dono.

Le iniziative bilaterali ammontano complessivamente a 66.74 milioni di Euro, mentre quelle sul canale multilaterale e “multi-bilaterale” ammontano a 7.68 milioni.

 

Sul canale bilaterale, allo stato attuale, i progetti il cui finanziamento è stato approvato sono 11 e segnatamente:

n      9 progetti a credito gia’ avviati

-          progetti per l’ammodernamento di tre acquedotti (Me Linh, Ca Mau, Quang Nam)

-          per la fornitura di attrezzature ospedaliere a quattro ospedali provinciali

-          per l’ammodernamento tecnologico del sistema vietnamita di previsione previsione e allarme precoce e delle alluvioni nella regione centrale (per il quale si e’ conclusa la gara di aggiudicazione nel corso nel 2007)

-           per la creazione di due centri di formazione in tecnologie agricole ed alimentari a livello universitario

-          i tre nuovi progetti relativi all’approvvigionamento idrico nella provincia di Binh Thuan ed al risanamento urbano di Nui Thuan (Quang Nam). Ed alla raccolta e trattamento delle acque reflue nella citta’ di Ca Mau

 

Si stanno al momento registrando alcune difficolta’ nell’esecuzione di tali progetti legate alla questione del pagamento da parte delle imprese esecutrici dell’imposta sul valore aggiunto per i beni e servizi acquistati in loco. L’Ambasciata in Hanoi d’intesa con le societa’ che si sono aggiudicate gli appalti si e’ attivata con le istituzioni competenti per favorire la soluzione del problema.

 

n      2 progetti a dono per impegni pari a 3,5 milioni di euro

-          Un Commodity Aid nel settore idrico, da 2,7 milioni di euro per la fornitura di gran parte dei materiali previsti per la realizzazione di piccoli sistemi di distribuzione dell’acqua in sei province, in gran parte in aree montuose, in fase avanzata di esecuzione.

-          Nel dicembre 2006 si e’ concluso il progetto di assistenza tecnica per l’accessione del Vietnam alla OMC del valore di 750 mila euro

 

Progetti nella pipeline

-          un terzo progetto a dono nel quadro della lotta alla povertà, destinato a comunita’ marginali di sericultori ed acquacultori, e’ da tempo in corso di valutazione tecnico- finanziaria da parte della DGCS, propedeutica alla concessione del finanziamento per circa 3 milioni di euro. E’ tuttavia probabile che i fondi destinati a tali iniziative siano destinati ad altri progetti, sulla base di una richiesta delle autorita’ vietnamite che deve ancora essere formalizzata.

-          Possibile finanziamento a dono della seconda fase del progetto di assistenza tecnica per l’accesso del Vietnam all’OMC; proposta all’esame della DGCS.

 

Sul canale multilaterale l’impegno complessivo ammonta sin qui a circa 10.6 milioni di euro. l’Italia attualmente partecipa alle seguenti iniziative promosse da cinque agenzie delle Nazioni Unite:

 

·        la nuova fase del progetto di recupero e conservazione di una parte dei resti del sito “patrimonio mondiale” di My Son della cultura Cham, realizzata dalla Fondazione Lerici del Politecnico di Milano, finanziata attraverso il contributo volontario all’UNESCO per 435 mila euro, concordata nel mese di luglio;

·        due progetti finanziati alla FAO per 2.5 milioni di euro rispettivamente per il  settore forestale della provincia del Quang Nam (seconda fase recentemente concordata) e per la gestione eco-sostenibile della laguna di Hue’.

·        il finanziamento di 1,2 milioni di euro all’UNIDO finalizzato al supporto istituzionale per lo sviluppo delle piccole e medie imprese; E’ stata recentemente approvato il finanziamento per 3 milioni di Euro relativo seconda fase del progetto UNIDO a favore delle PMI, volta a promuovere lo sviluppo delle associazioni di categoria ed i distretti industriali in Vietnam ed il gemellaggio con quelli italiani.

·         il finanziamento di 100 mila euro all’OMS sul canale dell’emergenza, finalizzato alla lotta, allo studio e alla prevenzione dell’influenza aviaria;

·        Il finanziamento di 1,4 milioni di euro attraverso l’IFAD a favore delle minoranze etniche nella provincia di Gia Lai, negli Altopiani centrali del Vietnam (in fase di avvio dopo il versamento appena avvenuto della prima annualità).

 

 

Attraverso il canale c.d. “indiretto”, l’Italia ha finanziato progetti realizzati dalle ONG Centro ELIS, CESVI, GVC e CIC.

Allo stato attuale sono attivi:

-  il progetto promosso dall’ONG GVC, avviato nel marzo del 2006, per la realizzazione del progetto di sviluppo agricolo integrato nel distretto di  Phu Vang nella provincia centrale di Thua Thien Hue, finanziato per circa 1.6 milioni di euro

- il progetto promosso dalla ONG UCODEP, finanziato con 730.000 euro, per un intervento a favore delle minoranze etniche del nord nella provincia di Lao Cai ai confini con la Cina.

- il progetto promosso dal consorzio S. Raffaele/Universita’ di Sassari per la Creazione di un Centro di ricerca e diagnosi di malattie respiratorie contagiose ad Hue’, intitolato alla memoria di C. Urbani – Fase I”, recentemente avviato.

- il progetto promosso dall’ONG AIFO dedicato alla riabilitazione su base comunitaria dei disabili, finanziato con 795 mila euro.

- un progetto promosso dalla ONG italiane CESVI relativo alla “Creazione ad Hanoi di un centro regionale per l’assistenza tecnica alle attrezzature biomedicali ospedaliere e per la formazione del personale addetto, approvato a settembre e finanziato con circa 850mila euro.

 

Adozioni

 

Il 13 giugno 2003 è stato firmato ad Hanoi l’accordo bilaterale sulle adozioni internazionali tra il Vietnam e l’Italia che disciplina una materia divenuta di crescente interesse nell’ambito delle relazioni italo-vietnamite. L’accordo – ispirato al contenuto della Convenzione dell’Aja sulle adozioni internazionali – riconosce l’intermediazione di enti autorizzati nella realizzazione delle adozioni e associa alla procedura di adozione la promozione di programmi di assistenza e supporto all’infanzia e alla condizione femminile. L’Accordo è entrato in vigore il 21 aprile 2004. Dalla ripresa delle attivita’ di adozione – avvenuta nell’ottobre del 2004 – alla fine del 2007 sono state realizzate oltre 640 adozioni (di cui 236 nel 2006 e 261 nel 2007). Le associazioni italiane autorizzate dalla Commissione italiana per le Adozioni Internazionali ad operare in Vietnam ed accreditate dal Ministero della Giustizia del Vietnam sono attualmente nove (NAAA, CIFA, CIAI, AFN, ACAP-Sant’Egidio, Ariete, Enzo B e Famiglie e Minori). Una di queste organizzazioni ha denunciato recentemente sulla stampa italiana le irregolarità che avverrebbero nelle procedure di adozione e la diffusa corruzione che coinvolgerebbe le diverse amministrazioni vietnamite, nonché enti stranieri che si prestano ad alimentare tale sistema. Tali denunce rispecchiano i risultati di indagini condotte sul campo dall’Ambasciata americana ad Hanoi, che hanno avuto una vasto eco sulla stampa internazionale ed hanno portato alla decisione di interrompere l’accordo USA – Vietnam sulle adozioni del 2005. Da parte americana e’ stata proposta un’azione congiunta dei Paesi più attivi nel campo delle adozioni volta ad indurre le autorità vietnamite ad aderire alla Convenzione dell’Aja ed a porre in essere una normativa che garantisca una maggiore trasparenza a tutti i livelli


 

 

DATI STATISTICI BILATERALI

 

INTERSCAMBIO COMMERCIALE

 

2003

2004

2005

2006

2007

Esportazioni

326,57

283,68

218,36

300,23

515,07

Importazioni

397,29

403,52

471,61

608,48

695,20

Totale

723,86

687,2

689,97

908.71

1210,27

Saldo

-70,72

-119,84

-253,24

-308.25

-180,13

 

Fonte: elaborazione ICE su dati ISTAT

Valori in milioni di Euro

 

PRINCIPALI ESPORTAZIONI E IMPORTAZIONI ITALIANE  2007

ESPORTAZIONI

IMPORTAZIONI

1. Altre macchine per impieghi speciali

1. Calzature

2. Cicli e motocicli

2. Prodotti dell’agricoltura, dell’orticoltura e della floricoltura

 

3. Macchine e apparecchi per la produzione e l’impiego di energia meccanica e simili

3. Pesci conservati e trasformati e prodotti a base di pesce

4. Altre macchine di impiego generale

4. Articoli di abbigliamento in tessuto e accessori (esclusi quelli in pelle)

5. Cuoio (esclusi indumenti)

5. Mobili

6. Prodotti chimici di base

6. Macchine per ufficio, elaboratori sist. Informat.

Fonte: Elaborazione ICE su dati ISTAT

INCIDENZA INTERSCAMBIO SUL COMMERCIO ESTERO ITALIANO (2006)

Esportazioni verso il Vietnam sul totale delle esportazioni italiane

0,092 %

Importazioni dal Vietnam sul totale delle importazioni italiane

0,175 %

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

 

PRINCIPALI FORNITORI  2007

% su import

PRINCIPALI ACQUIRENTI  2007

% su export

1. Cina

19,9

1. Stati Uniti

20,8

2. Singapore

12,1

2. Giappone

12,5

3. Taiwan

11

3. Australia

7,3

Fonte: elaborazione ICE su dati dell’Ufficio generale di statistica del Vietnam

 


 

IDE - INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI NEI DUE PAESI

In Italia (2003)

Milioni di €

% tot

In Vietnam (2007)

Milioni di $

% tot

1. Paesi Bassi

3.918

26,9

1. Corea del Sud

2.442

 

2. Francia

2.486

17,1

2. Isole Vergini Brit.

1.737

 

3. Regno Unito

2.161

14,8

3. Isole Vergini Brit.

861

 

4. Lussemburgo

1.845

12,7

4. Taiwan

601

 

5. Germania

1.749

12,0

5. India

527

 

6. Stati Uniti

721

5,0

6. Giappone

451

 

-. Vietnam

n.d.

n.d.

26. Italia

48.53

 

Fonte: UIC/ICE – Roma / General Statistics Office

 

 

ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEBITORIA

Ultima intesa Club di Parigi

14 dicembre 1993

Ultimo Accordo Bilaterale

6 settembre 1994

Fonte: Club di Parigi / MAE

 

 

AIUTO PUBBLICO ALLO SVILUPPO (€)

Erogazioni

2004

2005

2006

Doni

542.000

3.780.000

1.555.000

Crediti di Aiuto

0

0

1.263.000

Fonte: Ministero Affari Esteri (DGCS)

 

SACE ( al 30.06.2007 – milioni di €)

Categoria di rischio

4 (su sette)

 

Impegni in essere (a)

14,2

 

Indennizzi erogati da recuperare (b)

32,4

 

Esposizione complessiva (a+b)

46,7

0,2 % del totale

Fonte: SACE

 

 

 


 

 

FLUSSI TURISTICI BILATERALI

 

 

dall’Italia *

verso l’Italia

2002

12.221

255

2003

8.976

180

2004

11.304

812

2005

13.000

-

2006

15746

490

2007

21933

-

 

Fonte: Ambasciata d’Italia – Hanoi

(*) i dati riguardano tutti gli ingressi in Vietnam

 

 



[1] Fonte: The CIA WorldFactoBook ed. 2008.

[2] Il cognome viene prima del nome di battesimo (in grassetto). In Viet Nam ci si rivolge alle persone facendo riferimento al titolo ed al nome di battesimo, ad es. Presidente Trong.

[3] Triet è un economista, ed è ritenuto un riformatore oltre ad essere noto per la sua lotta contro la corruzione, ex Segretario del Partito di Città Ho Chi Minh.

[4] Le elezioni sono a cadenza quinquennale. Le ultime hanno avuto luogo nel maggio 2007.

[5] Il governo precedente si era formato l’8 agosto 2002, all’indomani delle elezioni avvenute nel maggio dello stesso anno.

[6] Il numero dei deputati è definito per ogni legislatura. Per l’attuale legislatura, la XII, il numero dei membri è stato fissato a 493.

[7] Un libro bianco della Difesa del 1998 ha rigettato la depoliticizzazione delle forze armate.

[8] Nell’aprile 2006 un enorme scandalo finanziario ha costretto alle dimissioni il ministro vietnamita dei Trasporti Dao Dinh Binh accusato di aver 'sviato' milioni di dollari provenienti da aiuti stranieri. Binh è l'ultima vittima di una vasta campagna messa in piedi dal partito per sradicare la corruzione nel Paese, che ha raggiunto livelli endemici. Nel giugno 2004, il ministro dell'Agricoltura Le Huy Ngo si dimise dopo essere stato accusato di corruzione, era il primo caso del genere dagli anni '80.

[9] Fonte: Rapporto Congiunto sul Vietnam