Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: AUSTRIA - INCONTRO DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AFFARI ESTERI, ON. STEFANO STEFANI, CON L'AMBASCIATORE D'AUSTRIA IN ITALIA, S.E. CHRISTIAN BERLAKOVITS - ROMA, 1 LUGLIO 2008
Serie: Schede Paese    Numero: 32
Data: 01/07/2008
Descrittori:
AUSTRIA   POLITICA ESTERA

AUSTRIA

DOSSIER SCHEDE - PAESE

 

XVI legislatura

n. 32

1 luglio 2008

CAMERA DEI DEPUTATI

Servizio Rapporti internazionali

 

 

 


Austria

 

 

 

 

 

 


Dati generali*

 

Superficie

83.870 Kmq

Capitale

Vienna (circa 1.700.000 abitanti)

Abitanti

8.205,533

Tasso di crescita della popolazione

0,064

Aspettativa di vita

79,36

Lingue ufficiali

Tedesco ufficiale; turco 2,3%, serbo 2,2%; Croato (ufficiale nel Burgerland )1,6%, altre 5,3%Tedesco

Confessioni religiose

Cattolica 73,6%, protestante 4,7%, islam 4,2% altre 3,5%, nessuna 12%

*Fonte:CIA FACTBOOK 2008

 

 

 

 

PRINCIPALI CARICHE DELLO STATO

 

 

Presidente della Repubblica

 

 

Karl-Heinz Fischer (SPÖ, dall’8 luglio 2004)

Presidente del Nationalrat (Camera bassa)

 

Barbara Prammer (SPÖ, dal 31 ottobre 2006)

Presidente del Bundesrat (Camera alta)

 

 Helmut Kritzinger

Cancelliere federale

 

Alfred Gusenbauer(SPÖ, dal 16 gennaio 2007)

Vice Cancelliere federale e Ministro delle Finanze

Wilhelm Molterer (ÖVP)

Ministro degli Esteri

 

Ursula Plassnik(SPÖ)

Ministro degli Interni

Günther Platter(ÖVP)

Ministro dell'Economia e del Lavoro

Martin Bartenstein (ÖVP)

 

 

 

 

Scadenze elettorali

 

Presidente della Repubblica

Si sono svolte il 25 aprile 2004. Le prossime si svolgeranno ad aprile 2010

Parlamento

Si sono svolte il 1° ottobre 2006. Le prossime si svolgeranno nel 2010

 

 

 

 

QUADRO POLITICO

 

 

 

 

Governo in carica

 

Le elezioni del 1° ottobre 2006 hanno decretato la sconfitta del Cancelliere Schüssel e del Partito Popolare, ma hanno fatto emergere un quadro politico complesso, ove l’ipotesi di Governo più probabile è apparsa subito quella di una “Grande Coalizione” tra i due partiti di maggioranza relativa: la ÖVP del cancelliere uscente, la cui perdita di consensi ha avuto dimensioni  rilevanti (dal 42,3% del 2002  al 34,2%,  da 79 a 66 seggi)  e la SPÖ  di Alfred  Gusenbauer, che, pur avendo perso consensi (dal 36,5%  del 2002 al 35,7%, da 69 a 68 seggi) a seguito di alcuni scandali che in campagna elettorale avevano colpito banche ed istituti finanziari ad essa collegati, ha realizzato un insperato sorpasso.

 

Dopo sei anni di opposizione, il Socialdemocratico Gusenbauer ha formato un nuovo Governo.

Le trattative per la formazione di una “grande coalizione” rosso-nera tra SPÖ e ÖVP, dopo molte difficoltà superate anche grazie ad un efficace ruolo di mediazione svolto dal Presidente Federale Fischer, si sono concluse l’8 gennaio 2007. Nel nuovo Governo guidato da Gusenbauer, presentatosi al Parlamento il 16 gennaio 2007, la componente Popolare ha acquisito ben sette ministeri su tredici, inclusi i ministeri degli esteri (ove è stata confermata la signora Plassnik), dell’interno e delle finanze. I Popolari avrebbero ottenuto molte concessioni anche per quanto riguarda il programma, per cui in campo socialdemocratico si registrano alcuni malumori.

Per quanto di nostro interesse, è da rilevare che nel programma del nuovo Governo, a differenza del precedente, non figura alcun riferimento alla pretesa “funzione di tutela”  dell’Austria nei riguardi della minoranza  di lingua tedesca dell’Alto Adige. 

Negli ultimi mesi, il carovita e le divergenze su tempi e modi della riforma fiscale avevano accentuato gli elementi di frizione in un rapporto già non facile tra i due partiti della “grande coalizione” e si era profilata anche la possibilità di elezioni anticipate. Tuttavia, con la presentazione di un pacchetto di misure volte a rivalutare il potere d’acquisto di pensioni e redditi bassi, alla fine di marzo il Cancelliere Gusenbauer ed il Vicecancelliere Molterer (popolare) hanno ufficialmente ricompattato la coalizione di Governo.  Le divisioni in ordine ai progetti di riforma (fiscale, sanitaria, pensionistica, etc.)  permangono invece all’interno  del Partito Socialdemocratico  ed il Cancelliere Gusenbauer  è oggetto di critiche dai suoi colleghi di partito. A seguito delle elezioni in regionali  in Tirolo del  16 giugno u.s.,  che hanno segnato un forte calo di consensi per i due partiti della coalizione, Gusenbauer ha ceduto la guida del Partito Socialdemocratico al Ministro dei Trasporti Faymann, in attesa di un chiarimento al Congresso del partito che dovrebbe tenersi in autunno.  Anche nelle file dei Popolari  vi sono manifestazioni di insofferenza. Il trionfatore delle elezioni in Tirolo è stato infatti un  fuoriuscito  del OeVP, Dinkhauser, che con una lista personale  ha conquistato il secondo posto nel panorama politico regionale.

 

 

 

Composizione del Parlamento*

 

L'attuale composizione del Parlamento federale austriaco, suddiviso in Nationalrat e Bundesrat, è la seguente:

 

 

Partiti

Seggi al Nationalrat

Seggi al Bundesrat

Partito Popolare (ÖVP)

66

26

Partito Socialdemocratico (SPÖ)

68

29

Partito Liberale (FPÖ)

21

 

Verdi

21

4

BZO (Alleanza per il Futuro)

7

 

Indipendenti

 

3

Totale

183

62

 

 

 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

 

 

Sistema politico

 

La Costituzione attualmente in vigore è quella approvata nel 1920 e successivamente emendata nel 1929; alcune modifiche ulteriori sono state apportate nel 1994, in previsione dell’entrata dell’Austria nell’Unione europea, formalizzata nel gennaio 1995.

L’Austria è una Repubblica federale composta da 9 Länder (Vienna, Bassa Austria, Alta Austria, Stiria, Tirolo, Carinzia, Salisburgo, Voralberg, Burgenland).

 

 

 

Presidente federale

 

Il Presidente federale è il Capo dello Stato, eletto direttamente dal Corpo elettorale a maggioranza assoluta ed eventuale ballottaggio, per un periodo di sei anni, con possibilità di rielezione per un secondo mandato. Il Presidente federale rappresenta l’Austria nelle relazioni internazionali, firma i trattati e accredita i rappresentanti del corpo diplomatico. Nomina il Cancelliere federale e, su sua proposta, i membri del Governo.

 

Parlamento

 

Il Parlamento è a struttura bicamerale ed è formato dal Nationalrat (la Camera bassa) e dal Bundesrat (la Camera alta).

Il Nationalrat, o Consiglio Nazionale, è composto da 183 membri, eletti direttamente dal Corpo elettorale per quattro anni, su base proporzionale e con sbarramento al 4%.

Il Bundesrat, o Consiglio Federale, è composto da 62[1] membri eletti dalle Assemblee regionali in numero variabile in base alla popolazione del singolo Land. Il mandato per i membri del Bundesrat varia da cinque a sei anni, a seconda del Land di provenienza.

I due rami del Parlamento si riuniscono in seduta comune nell’Assemblea Federale (Bundesversammlung).

L’iniziativa legislativa spetta ai membri del Nationalrat, del Bundesrat, del Governo e al corpo elettorale, che la esercita con progetti di legge sottoscritti da almeno 100.000 elettori. I progetti di legge vengono approvati dal Nationalrat a maggioranza semplice e poi trasmessi al Bundesrat che può comunque soltanto sollevare obiezioni e chiedere un riesame; qualora il Nationalrat approvi a maggioranza assoluta dei membri lo stesso testo, questo diventa automaticamente legge.

Le materie riservate alla legislazione federale sono espressamente previste nella Costituzione; per le materie residue la competenza spetta ai Länder e la legislazione federale non può intervenirvi, se non con l’espresso consenso dei singoli Länder interessati.

 

 

Governo

 

Il potere esecutivo spetta al Governo, formato dal Cancelliere federale, e dai Ministri. Il Presidente federale nomina il Cancelliere e, su sua proposta, i Ministri. Il Governo è responsabile solo nei confronti del Nationalrat.

 

 

 

ATTUALITÀ POLITICA INTERNA ED ESTERA

(in collaborazione con il MAE)

 

 

Situazione di crisi interna

 

L’8 marzo scorso il partito socialdemocratico (Spoe) del Cancelliere Gunsebauer ha subito un duro colpo nelle elezioni in Bassa Austria, scendendo per la prima volta dal 1945 sotto il 30% dei suffragi.  Ciò ha avuto ripercussioni anche sul governo, dove da diversi mesi prosegue una forte crisi tra i socialdemocratici e i popolari. Il 16 giugno scorso il partito socialdemocratico austriaco ha nominato un nuovo responsabile amministrativo, Werner Faymann, attuale Ministro per le infrastrutture. Tale cambio è dovuto alla crisi interna al partito, che va avanti ormai da mesi.

Il 29 giugno i leader della coalizione al governo in Austria si sono incontrati a porte chiuse nella sede della Cancelleria fra voci di possibili elezioni politiche anticipate come unica via d'uscita alla crisi di governo in atto.

 

Situazione attuale in politica estera

 

In occasione dei colloqui avuti nelle scorse settimane a New York con i Rappresentanti dei Paesi della Lega Araba, dell'Organizzazione dei Paesi francofoni, della "Alleanza degli Stati delle piccole isole" (AOSIS) e dei Paesi africani, la Ministra degli Esteri Plassnik ha così riassunto i fondamenti della politica estera austriaca:

"Siamo un Paese neutrale con una lunga tradizione nel campo degli aiuti umanitari di cui abbiamo dato e continuiamo a dar prova partecipando a missioni di pace ONU ed UE. In seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite intendiamo fornire un contributo ai processi decisionali. La sicurezza umana e la supremazia del diritto, principi cardine per noi, devono valere a tutti i livelli. Gli Stati di piccole e medie dimensioni sono dotati di prerogative che li rendono in grado di creare fiducia e di affrontare i problemi. Sappiamo ascoltare e quale Paese membro dell'ONU fungiamo da intermediario anche in contesti più ampi. La sede ONU di Vienna e' l'unica nell'Unione Europea. L'UE e le Nazioni Unite, centri di competenza primari per la pace, costituiscono logici partners".

 

In effetti, le aree di riferimento principali della politica estera austriaca sono costituite dall’Europa Centro-orientale e dalla regione balcanica. I Governi austriaci si sono sempre espressi in favore del processo di allargamento dell’UE, pur mantenendo separatamente aperte le questioni bilaterali ancora non risolte con i paesi candidati limitrofi: liberalizzazione dei movimenti di lavoratori; trasporti Est-Ovest e valichi alpini; sicurezza delle centrali nucleari (in particolare di quella ceca di Temelin), decreti Beneš (con la Repubblica Ceca) e AVNOJ (con la Slovenia e la Croazia).

Nel periodo successivo alle sanzioni (revocate il 12.9.2000), Vienna ha cercato di uscire dall’isolamento e di riacquistare un ruolo in politica estera assumendo un atteggiamento propositivo verso i Paesi (contigui o comunque vicini) candidati all’adesione all’UE. In tale prospettiva nel giugno 2001 l’Austria ha proposto una iniziativa di “partnership regionale” ai paesi candidati limitrofi (segnatamente la Slovacchia, la Cechia, l’Ungheria, la Slovenia e la Polonia) e successivamente ha indetto una riunione dei ministri degli esteri dei 13 paesi dell’area danubiana dando vita alla c.d. “Cooperazione Danubiana”.

Al termine delle sanzioni ha ripreso anche slancio l’iniziativa promossa dal Presidente Klestil nel 1993 di incontri dei Capi di Stato dei Paesi dell’Europa centrale. Dopo trattative protrattesi a lungo è stato raggiunto un accordo culturale con la Slovenia che ora riconosce la minoranza di lingua tedesca in quel paese.

Una piena e convinta partecipazione alla reazione internazionale agli attentati dell’11 settembre e alla coalizione contro il terrorismo è stata considerata dal governo austriaco come l’occasione per far ulteriormente progredire l’evoluzione dello status di neutralità del paese (ora definito “non alleato”) e per valorizzare i rapporti intrattenuti con diversi paesi del Medio Oriente, in particolare Giordania e Iran.

 

In occasione dell’intervento anglo-americano in Iraq, a differenza di quanto avvenuto in occasione dell’attacco all’Afghanistan, la legge sulla neutralità ha automaticamente determinato la chiusura dello spazio aereo e del territorio austriaco al passaggio di mezzi e persone delle forze di coalizione in guerra.

L’Austria ha accolto con favore la risoluzione sulla fase postbellica in Iraq adottata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, in cui è stato riconosciuto un ruolo centrale in tale processo alle Nazioni Unite. L’Austria intende partecipare attivamente a tale processo ed in particolare ai programmi umanitari. A tale riguardo ha lanciato, ad inizio aprile 2003, un programma di aiuto in favore dei bambini iracheni (rifugiati nei Paesi limitrofi), prevedendone l’accoglienza negli ospedali austriaci (contatti sono in corso con le autorità ed istituzioni slovene per sviluppare forme di cooperazione in questo settore).

Per quanto riguarda la riforma del Consiglio di Sicurezza, l’Austria si è espressa a più riprese in favore della prospettiva di un seggio per l’Unione Europea, mettendo in sordina la precedente posizione più favorevole alle aspirazioni tedesche. Nel quadro di un intervento pronunciato davanti alla 60^ Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York nel settembre 2005, il Ministro degli Esteri Ursula Plassnik si è pronunciata in favore di più strette relazioni tra l’ONU e l’UE. 

L’Austria ha partecipato con un suo contingente di circa 75 uomini alle operazioni di pace in Afghanistan e sostiene finanziariamente la ricostruzione del Paese in una serie di progetti relativi alla riabilitazione psicofisica delle donne, allo sminamento e al controllo dei traffici di droga.

 

Neutralità dell’Austria – La neutralità austriaca resta incardinata in una legge costituzionale modificabile solo con una maggioranza parlamentare qualificata (due terzi dei voti) che l’opposizione non intende assicurare. L’Austria si considera, dopo il suo inserimento nelle iniziative comunitarie di difesa, un paese “non alleato”, vincolato a un obbligo di solidarietà europea. Procedendo “per linee interne”, il governo si sta quindi avvalendo della PESD in ambito UE per avvicinarsi sempre più alla NATO (partecipando alle operazioni di peace-keeping nei Balcani), e della cui “Partnership for Peace” è già da alcuni anni membro attivo. L'Austria intende cooperare con la Nato su programmi specifici e sostiene l'intensa collaborazione tra l'Unione e l'Alleanza atlantica; nel programma di Governo si considera la possibilità per il Paese di entrare a far parte di quest'ultima in futuro, ma solo dopo l’esito positivo di un referendum popolare.

Il Governo austriaco ha manifestato interesse all’iniziativa  della Multinational Land Force cui partecipano Italia, Ungheria e Slovenia, e nel dicembre 2002 è diventata Paese osservatore insieme alla Croazia

A seguito degli attentati terroristici di New York e Washington del settembre 2001 i sondaggi demoscopici hanno evidenziato un accresciuto senso di corresponsabilizzazione dell’opinione pubblica austriaca in una strategia di “risposta” internazionale. Il governo ha fatto leva su tali tendenze per ottenere una maggiore flessibilità dell’opposizione rispetto ai vecchi dogmi neutralistici, ottenendo l’adesione socialdemocratica alla autorizzazione dei sorvoli NATO del territorio austriaco al momento dell’intervento in Afghanistan.

La candidatura  ad un seggio non permanente nel Consiglio di Sicurezza per il biennio 2009-2010 –candidatura appoggiata dall’Italia- ha ulteriormente accentuato la proiezione internazionale  dell’Austria, anche in aree geografiche, Africa, America Latina e Asia-Pacifico, nelle quali  era stata in passato  assente o comunque poco presente.

 

L’Austria ha sempre confermato con coerenza l’interesse prioritario a contribuire attivamente alla stabilizzazione dei Balcani occidentali, partecipando concretamente al ristabilimento dei rapporti economici e finanziari con tali paesi e a tutte le iniziative multilaterali nell’area. In particolare, l’Austria è attiva nelle azioni di institutional building, di lotta alla criminalità e alla immigrazione clandestina, nonché nel promuovere al massimo l’integrazione regionale tra i diversi Stati dei Balcani.

Il Governo austriaco sostiene decisamente il processo di avvicinamento all’Unione dei cinque Stati dei Balcani e si è quindi espresso in favore dell’apertura dei negoziati per la conclusione di Accordi UE di Stabilizzazione e di Associazione (ASA) con la Bosnia e la Serbia-Montenegro e dello sviluppo, tramite elementi mutuati dall’attuale processo di allargamento, degli ASA già conclusi o prossimi alla conclusione.

Il 1° settembre 2005 l’Austria e l’Ungheria hanno inaugurato a Podgorica, in Montenegro, una Rappresentanza diplomatica comune, quale sede distaccata delle rispettive Ambasciate a Belgrado.

 

Il Governo austriaco è stato il primo a manifestare il proprio sostegno alla candidatura della Croazia all’UE, confermato in occasione delle frequenti visite ad alto livello politico tra i due Paesi.  In tale orientamento, le motivazioni economiche hanno un ruolo di primo piano: l’Austria è da 10 anni il primo investitore in Croazia con 2,3 Miliardi di Euro. L’Austria considera poi del tutto “bilaterali”, e quindi non pregiudizievoli al cammino della Croazia verso l’Europa, le questioni ancora aperte in merito alla restituzione dei beni confiscati alla minoranza dei c.d. “Altoesterreich” (vecchi austriaci) a seguito dei “Decreti Avnoj”.

 

Per quanto riguarda le relazioni UE-Turchia, l’Austria ritiene invece che “una relazione su misura”  sarebbe preferibile rispetto all’adesione.

 

Relazioni con le principali Organizzazioni Internazionali

 

Nonostante il vincolo costituzionale della neutralità, l’esercito austriaco è da tempo impegnato in operazioni di peace-keeping, sotto egida ONU, oppure UE, in diverse parti del mondo. Il contingente austriaco più consistente è in Kosovo (520 soldati che fanno parte della Brigata Internazionale presente nel sud del Kosovo sotto comando italo-tedesco), seguito da quello sulle alture del Golan (460 soldati). L’Austria ha partecipato poi con un proprio contingente di 75 militari (rimasti ora solo in 5) alle operazioni di peace-keeping in Afghanistan e a Cipro (rimasti solo in 7); essa partecipa, seppure con un numero ridotto di militari, in altre operazioni analoghe (es. Bosnia, Macedonia, Etiopia-Eritrea). L’Austria, infine, è presente, con 2 ufficiali, nel Comando Internazionale “Eurocorps” con sede a Strasburgo. Per quanto concerne l’impegno in Bosnia, nel settembre 2004 il Governo ha deciso di potenziare la presenza militare austriaca, portandola sino a 300 unità.

L’Austria inoltre partecipa alla Stand-by High Readiness Brigade for UN Operations (SHIRBRIG), una brigata multinazionale (15 Paesi inclusa l’Italia) utilizzabile dalle Nazioni Unite come forza di rapido dispiegamento per operazioni di peace-keeping.

 

L’ Austria ha avuto e ha inoltre un ruolo significativo in alcuni esercizi di cooperazione regionale:

 

 

 

 

 

3. Relazioni con l’Unione europea

 

L’Austria, che ha aderito all’UE nel 1995, dall’aprile 1998 è entrata a far parte dello ‘’Spazio Schengen’’, e nel secondo semestre del 1998 ha esercitato per la prima volta la Presidenza di turno, riscuotendo diffusi apprezzamenti e finalizzando tra l’altro gli accordi UE-Svizzera, incluso quello sui trasporti.

 

La firma del Trattato di Lisbona, il 13 dicembre del 2007, è stata accolta con soddisfazione da Vienna, secondo cui il nuovo Trattato, che coincide in gran parte con il precedente Trattato costituzionale, costituisce un fondamento solido e proiettato nel futuro che consentirà di affrontare con rinnovato slancio le nuove sfide dell’integrazione europea. In data 11 gennaio 2008 è iniziata la procedura di ratifica, che avverrà per via parlamentare, e dovrebbe concludersi entro il primo semestre di quest’anno.

 

Il Governo austriaco si impegna a contribuire attivamente alla politica di sicurezza e difesa nel quadro dell'Unione Europea, nel senso di un'evoluzione della propria neutralità, ed è favorevole all'introduzione di una clausola di solidarietà all'interno dell'Unione. L’Austria destina alla Difesa lo 0,8% del Pil.

 

In merito alla bocciatura irlandese del Trattato di Lisbona, la Ministra degli Esteri, Ursula Plassnik ha sottolineato la necessità di avviare un’attenta analisi e valutazione dei motivi che hanno condotto a tale esito. Nella valutazione della stessa Plassnik, le grandi questioni che preoccupano i cittadini europei, quali il forte rialzo dei prezzi dei generi alimentari e dei carburanti, nonché il mutamento del clima, “vanno affrontate con unità di intenti a livello comunitario” e “ciò costituisce un tassello importante del superamento del dilemma sul Trattato, scatenato dal no irlandese”.

In merito alla questione istituzionale, l’Austria, il cui Parlamento aveva approvato l’iter di ratifica del Trattato Costituzionale UE il 25 maggio 2005, ha ratificato il 9 aprile scorso il Trattato di Lisbona con il voto favorevole di 151 deputati del Parlamento.  Il Cancelliere Gusenbauer, in forte calo nei sondaggi, che in primo momento aveva respinto l’ipotesi di sottoporre il nuovo Trattato a referendum popolare, ha di recente affermato che dopo il referendum irlandese sul Trattato, eventuali modifiche allo stesso dovrebbero stavolta essere sottoposte ad un referendum popolare.

 

Per quanto riguarda le relazioni UE-Turchia, l’Austria ritiene invece che  “una relazione  su misura”  sarebbe preferibile rispetto all’adesione.

 

L’Austria ha infine optato, per il biennio 2006-2008, per una proroga del regime transitorio in materia di libera circolazione dei lavoratori dei nuovi Stati membri.

 

“Partnership centro-orientale o regionale”

 L'iniziativa, lanciata da Vienna nel giugno 2001, come risposta al rischio di isolamento messo in evidenza nel periodo di applicazione delle misure dei Quattordici, risponde anche all’esigenza di reagire in termini positivi allo spostamento geo-economico del paese, per effetto dell’allargamento, verso il centro dell’Europa. Tale iniziativa - che raggruppa sei Paesi dell’Europa centro-orientale (oltre all’Austria, la Cechia, la Slovacchia, la Slovenia, la Polonia e l’Ungheria) - ha ottenuto  qualche risultato concreto solo in occasione del II Incontro a Portoroz in Slovenia (14 ottobre 2002) . In tale incontro è stato deciso di istituire un gruppo di esperti cui affidare il compito di individuare gli interessi comuni dei 6 Paesi nell’ambito delle competenze dell’Unione Europea e di presentare alcune proposte concrete di cooperazione. L’iniziativa di partnership regionale ha anche prodotto una “Cultural Platform Central Europe” atta a diffondere nell’Unione Europea le tradizioni comuni dei 6 Paesi dell’Europea centro-orientale.


 

Quadro economico

 

 

Principali indicatori economici*

 

2007

2008

2009

Crescita PIL (%)

3,4

2,2

1,8

Inflazione (%)

2,2

3

1,9

Saldo bilancio P.A./PIL (%)

-1

-1,2

-0,9

Debito/PIL (%)

59,1

57,7

56,8

Tasso di disoccupazione (%)

4,4

4,2

4,3

PIL (in dollari USA, dato 2007)**

317,8 miliardi

Reddito pro capite (in dollari USA, dato 2007)**

38.400

Composizione del PIL per settore

agricoltura: 1,6%; industria 30,3%; servizi 68%.

Fonti: Commissione europea, Previsioni economiche primavera 2008

** CIA, The world factboock 2008.

 

 



 

* Fonte: Sito del Parlamento austriaco

[1] Il numero dei componenti del Bundesrat è fissato in base al censimento demografico.