Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: BULGARIA - Incontro del Presidente della Commissione Affari Esteri, on. Stefano Stefani, con l'Ambasciatore della Bulgaria, Atanas Ignatov Mladenov - Roma, 17 giugno 2008
Serie: Schede Paese    Numero: 25
Data: 16/06/2008
Descrittori:
BULGARIA   POLITICA ESTERA

BULGARIA

DOSSIER SCHEDE - PAESE

 

XVI legislatura

n. 25

13 giugno 2008

CAMERA DEI DEPUTATI

Servizio Rapporti internazionali

 

 

 


Bulgaria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


CENNI STORICI

 

 

Gli antichi bulgari (detti anche “protobulgari”, originari dell’Asia Centrale) si insediarono nella penisola balcanica intorno al VII secolo d.c., dove già da due secoli le popolazioni slave avevano ripopolato le campagne delle province imperiali di Moesia e Tracia, sconvolte dalle invasioni barbariche del III secolo. Sconfitto una prima volta l’Impero bizantino nel 681, il Re Boris I convertì il suo popolo al cristianesimo nell’864, favorendo la completa assimilazione linguistica e culturale dei protobulgari nel contesto slavo. Dopo il periodo d’oro dello Zar Simeone (893-927), l’Impero bulgaro fu sottoposto alla dominazione bizantina dal 1018, per tornare indipendente nel 1185, quando stabilì la sua capitale a Turnovo. Nella seconda metà del XIV secolo la Bulgaria fu invasa dai turchi ottomani e nel 1396 le ultime vestigia dell’indipendenza furono perdute.

Avendo mantenuto una forte identità etnica e religiosa durante la lunga dominazione ottomana, la Bulgaria acquisì la sua indipendenza dopo la guerra russo-turca del 1876-1878, nel corso della quale i russi imposero in un primo momento la creazione di una Grande Bulgaria (Trattato di Santo Stefano con l’Impero Ottomano del 3 marzo 1878), che assegnava al nuovo Stato gran parte della Macedonia e della Tracia. L’intervento delle Grandi Potenze per limitare l’influenza della Russia nei Balcani ridimensionò fortemente le aspirazioni bulgare, riducendo la Bulgaria ad un mero Principato autonomo all’interno dell’Impero Ottomano, con confini assai ridotti (Congresso di Berlino del luglio 1878). La prima Assemblea Nazionale bulgara designò quale Principe di Bulgaria il giovane Alessandro di Battemberg, aristocratico tedesco, imparentato con lo Zar Alessandro II, e che aveva combattuto nell’esercito russo. Insofferente delle limitazioni imposte all’autorità regale dalla Costituzione bulgara, nel 1881 il Principe assunse il potere con un colpo di Stato. Nel 1885, a seguito di una rivolta popolare anti-turca, il Principato annesse i territori della Rumelia orientale, in violazione degli accordi sottoscritti dalle Grandi Potenze, le quali indussero la Serbia ad attaccare la Bulgaria, che si difese con successo. Nell’agosto 1886 il nuovo Zar Alessandro III impose l’abdicazione del Principe Alessandro, e per reazione l’Assemblea Nazionale designò come proprio Principe, Ferdinando di Sassonia-Courgo-Gotha, un aristocratico tedesco che aveva prestato servizio nell’esercito austriaco e godeva del favore britannico, nonostante l’opposizione di Francia, Germania, Russia e Turchia. Durante il Governo del Primo Ministro Stambolov (1887-1894) la Bulgaria avviò importanti riforme economiche e nel 1908, allorché l’Impero Ottomano fu scosso dalla rivolta dei “giovani turchi”, Ferdinando dichiarò l’indipendenza e si proclamò Re di Bulgaria. La conquista della Macedonia (in cui la maggioranza della popolazione parla una lingua quasi identica al bulgaro) e lo sbocco all’Egeo furono gli obiettivi strategici che trascinarono il nuovo Stato nelle due guerre balcaniche (1912-1913) e nella Prima Guerra Mondiale a fianco dell’Intesa.

 

Uscita sconfitta e ridimensionata dal conflitto (Trattato di Neuilly, 1919), la Bulgaria entrò in una convulsa crisi interna, e dopo l’assassinio del Primo Ministro Stambolijski nel 1923, lo Zar Boris III assunse vieppiù nelle sue mani il potere. Pur scendendo in Guerra a fianco dell’Asse nell’agosto del 1943, egli tuttavia rifiutò di dichiarare guerra alla Russia e di deportare gli ebrei. Tale decisione fu assunta in occasione di un viaggio a Berlino, al rientro dal quale il Re morì in circostanze misteriose, lasciando la reggenza al figlio Simeone II, che aveva solo sei anni.

Contemporaneamente all’occupazione dei russi, nel 1944 un colpo di Stato portò al potere il Partito Comunista di Georgi Dimitrov. Dopo il referendum che nel 1946 abolì anche formalmente la monarchia, Dimitrov tentò di costituire con Tito una Federazione balcanica, progetto che fallì nel 1947 per la forte opposizione di Stalin. Trasformatasi in Repubblica Popolare, la Bulgaria completò nel 1948 la sua trasformazione in senso totalitario, con la condanna a morte dopo un processo-farsa del leader del partito contadino Petkov e l’ingresso nel Comecon.

Dopo la morte di Stalin si impose la leadership di Todor Zivkov (1954), che durò fino al 1989. In questo lungo periodo la Bulgaria aderì al Patto di Varsavia (1955) ed avviò il processo di industrializzazione e di collettivizzazione dell’agricoltura. Negli anni 80 la progressiva riduzione degli aiuti sovietici e la stagnazione economica misero in crisi il regime, e dopo l’avvento di Gorbaciov in Russia il regime di Sofia non godette più dell’appoggio incondizionato di Mosca. La reazione di Zivkov per recuperare consenso presso la popolazione fu di scatenare una campagna contro la minoranza turca, soggetta ad un tentativo di “bulgarizzazione” forzata che spinse una parte della minoranza turca ad emigrare ed attirò sulla Bulgaria la riprovazione della comunità internazionale, oltre a peggiorare i rapporti con Ankara.

 

Nel novembre del 1989, a seguito di forti manifestazioni di piazza contro il regime, Zivkov si dimise. Il Partito Comunista, rinunciando solo formalmente al monopolio del potere, si trasformò nel Partito Socialista Bulgaro (BSP) e vinse le prime consultazioni libere del giugno del 1990. Dopo una prima fase di continuità con il passato, con governi a guida socialista, Sofia ha sperimentato un periodo di crescenti turbolenze, sfociate nella grave crisi economico-finanziaria della fine del 1996. Con una inflazione al 300% ed il valore del salario medio sceso a circa 30 USD al mese, le presidenziali del novembre 1996 furono vinte da Stoyanov, candidato dell'Unione delle Forze Democratiche (UDF), Partito che ottenne poi la maggioranza assoluta alle politiche del 19 aprile 1997. Il nuovo Governo guidato da Kostov si impegnò sulla via delle riforme, imprimendo alla politica estera bulgara un ireversibile orientamento euro-atlantico in occasione dell’intervento in Kossovo, consentendo alla NATO l’attraversamento del suo territorio e successivamente partecipando alla KFOR. Nel dicembre del 1999, il vertice di Helsinki dell’UE apriva i negoziati per l'adesione della Bulgaria all'UE.

 

L'UDF, divisa da insanabili rivalità interne, era ormai entrata in una crisi senza sbocchi. Le elezioni del 17 giugno 2001 modificarono radicalmente lo scenario della politica bulgara, con l'entrata in scena del Movimento dell’ex re Simeone II, che in quattro anni di Governo condusse la Bulgaria all'ingresso nella NATO (aprile 2004) ed alla firma del trattato di adesione all'UE (aprile 2005). Ma già con l'elezione del Presidente Parvanov nel novembre 2001 il rinnovato Partito socialista aveva avviato la rimonta, culminata con la vittoria elettorale del 25 giugno 2005, che apriva la strada ad un Governo di coalizione con il Movimento di Simeone II ed il Partito rappresentativo della minoranza turcofona, guidato dal Primo Ministro Stanishev.

 

Il 1° gennaio 2007, la Bulgaria è diventata membro dell’Unione Europea.

 

 

 

 

DATI GEO-POLITICI

 

 

 

 

 

DATI GENERALI 2008[1]

Superficie

110.910 Kmq

 

Capitale

SOFIA (1.100.000 abitanti circa)

 

Abitanti

7.262.858

(il 68,6% della popolazione è compresa tra i 15 e i 64 anni)

 

Tasso crescita pop.

- 0,81%

Aspettativa di vita

72 anni

Confessioni religiose

 

cristiano ortodossa: 82,6%; musulmana 12,2%; altre confessioni cristiane 1,2%; altri 4%

Composizione etnica

Bulgari 83.9%, Turchi9.4%, Rom 4.7%, altri2% (inclusi Macedoni, Armeni, Tatari, Circassi) (2001)

Lingue

Bulgaro (ufficiale, parlato dall’84,5% della popolazione). Minoranze linguistiche: turca (9,6%), rom (4,1%), altre non specificate 1,8% (censimento 2001).

Tasso alfabetizzazione

98,2% della popolazione

 

 

 



 

Principali cariche dello Stato

 

Presidente della Repubblica

Georgi PARVANOV (Partito socialista, eletto nel novembre 2001, riconfermato nel novembre 2006)

Presidente del Parlamento

Georgi Georgiev PIRINSKI (Partito socialista bulgaro, dal 2005)

Primo Ministro

Sergei STANICHEV (Partito socialista bulgaro, dal 16 agosto 2005)

Vice Primo Ministro e Ministro degli esteri

Ivailo KALFIN (Partito socialista bulgaro, dall’agosto 2005)

 

 

 

SCADENZE ELETTORALI

 

Presidenziali

2011(le ultime si sono svolte nell’ottobre 2006)

Politiche

2009

 

 

 

QuADRO POLITICO

 

 

Governo in carica

Il 24 aprile 2008 il Parlamento bulgaro ha approvato il rimpasto di governo annunciato due giorni prima dal Premier socialista Stanishev, a seguito di una crisi politica provocata dal coinvolgimento del Ministro degli interni Petkov in uno scandalo di corruzione e collusione con la criminalita' organizzata. Sono stati rimossi quattro ministri con in testa, dunque, il responsabile degli Interni Rumen Petkov, il quale aveva ammesso di avere avuto contatti con esponenti della criminalità organizzata. Petkov e' stato sostituito dal capogruppo del PSB al Parlamento, Mihail Mikov. Silurati anche il Ministro della Difesa Bliznakov, dell'Agricoltura Kabil e della Sanita' Gaydarski, sostituiti rispettivamente da Nikolay Tsonev, Valery Tsvetanov e Evgheny Zhelev. Il Parlamento, inoltre, ha approvato la nomina di un nuovo ministro senza portafoglio responsabile del delicatissimo settore dei Fondi europei nella persona di Meglena Plugcieva, finora ambasciatrice bulgara in Germania. Secondo l'opposizione, il rimpasto ''e' superficiale ed e' avvenuto troppo tardi''. In diverse occasioni, prima e dopo l'adesione della Bulgaria all'Ue l'1 gennaio 2007, Bruxelles ha espresso preoccupazione per gli scarsi risultati nella lotta alla corruzione e criminalita'.

Si ricorda che Stanishev guida una coalizione tripartita dal 16 agosto 2005 formata dal Partito socialista bulgaro (PSB, ex-comunisti), dal Movimento Simeone II (MNSII, centro-destra) e dal Movimento per i diritti e le libertà (MLD, Partito della minoranza turca) che ha ricevuto la fiducia dell’Assemblea Nazionale con una maggioranza di 169 deputati su 240.

La formazione del nuovo Governo social-liberale aveva posto fine alla grave crisi politica che aveva accompagnato l’inizio della nuova legislatura. Infatti, sebbene le elezioni del 25 giugno 2005 avessero segnato la vittoria dei socialisti, la maggioranza relativa ottenuta, pari al 34% dei suffragi, rendeva difficoltosa la formazione di un gabinetto stabile: il 15 agosto 2005, i leader dei tre principali partiti bulgari hanno siglato un accordo di coalizione che ha consentito la formazione del nuovo Governo.

 

Composizione del Parlamento (monocamerale*)

 

 

Partito politico

 

 

Percentuale

 

Seggi

Coalizione per la Bulgaria (Socialisti e altre formazioni di sinistra)

33,98

82

Movimento Nazionale Simeone II

21,83

53

Movimento per i diritti e le libertà(minoranza turca)

14,7

34

Coalizione Ataka (gruppo nazionalista e xenofobo)

8,93

21[2]

Unione di Forze democratiche (destra)

8,44

20

Democratici per una Bulgaria forte

7,7

17

Unione popolare bulgara (centro-destra)

5,70

13

Totale

 

240

Le elezioni del 25 giugno 2005, che hanno registratola più bassa affluenza alle urne del post-1989 (circa il 55%), hanno visto il Partito Socialista – favorito della vigilia – ottenere solo una maggioranza relativa (34%), il parziale ridimensionamento del Movimento di Simeone di Sassonia-Coburgo (22%) ed il rafforzamento del Partito della minoranza turca MRF (14%). Quarta forza parlamentare è il movimento a carattere ultranazionalista e xenofobo “Ataka” (8,75%), mentre il rilievo degli altri Partiti di centro-destra, riuniti alle elezioni nelle Forze Democratiche Unite (8%), resta marginale nel gioco politico.

A fronte di tale frammentata situazione politica, una lunga trattativa ha consentito al leader del Partito Socialista, Sergey Stanishev, di dare vita ad un Governo di coalizione con il Movimento di centro-destra di Simeone di Sassonia-Coburgo ed il Partito della minoranza turca (MRF), attorno all’obiettivo comune del rispetto della scadenza del 1° gennaio 2007 per l’ingresso nell’UE.

 

Alla Presidenza della Repubblica siede, dal gennaio 2002, il socialista Georgi Parvanov, confermato nella sua carica nelle elezioni dell’ottobre 2006, quando si è imposto nel turno di ballottaggio sul candidato del partito ultranazionalista Ataka, Volen Siderov. Il Presidente, ufficialmente candidatosi come indipendente, era sostenuto, oltre che dal suo partito, anche dal partito della minoranza turca, e generalmente percepito dall'elettorato quale candidato della coalizione di Governo - che comprende anche il Movimento Nazionale Simeone II, formalmente non schieratosi - e quale elemento di continuità rispetto alle politiche che hanno condotto il Paese all’adesione alla NATO ed alla chiusura del negoziato con l’UE.

 

 

 


 

QUADRO istituzionale

 

 

 

 

Sistema politico

 

Secondo la nuova Costituzione, varata nel luglio 1991, la Bulgaria è una Repubblica parlamentare.

Le modifiche al testo costituzionale devono essere approvate dal Parlamento con una maggioranza dei tre quarti dei suoi membri. Il 24 settembre 2003 è entrata in vigore una limitata riforma costituzionale, approvata all’unanimità, che modifica il sistema della Giustizia (abolendo l’immunità penale dei giudici ed estendendo da tre a cinque gli anni di servizio dopo i quali un magistrato diventa inamovibile) come auspicato dall’Unione Europea.

 

 

Presidente della Repubblica

 

Eletto direttamente dal corpo elettorale con un mandato di 5 anni, èrinnovabile una sola volta. Contestualmente è eletto il Vicepresidente. E’ eletto il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti espressi; in caso contrario si procede ad un secondo turno, a distanza di sette giorni, i primi due candidati, in cui risulta eletto colui che ottiene la maggioranza relativa.

Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato; è Comandante in capo delle Forze Armate; presiede il Consiglio consultivo per la sicurezza nazionale; promulga le leggi; può esercitare un diritto di veto sulle leggi approvate dal Parlamento (in tal caso l’Assemblea Nazionale ha comunque la facoltà di approvarle nuovamente a maggioranza assoluta dei membri, con l’obbligo per il Presidente di promulgarle); conclude i trattati internazionali poi ratificati dal Parlamento; concede la grazia.

Su richiesta del Consiglio dei Ministri può dichiarare la mobilitazione parziale o generale e, nei casi in cui il Parlamento non è in sessione e non è possibile convocarlo in tempo, può dichiarare l’entrata in vigore della legge marziale o lo stato di emergenza. Può sciogliere il Parlamento. Il Presidente della Repubblica nomina il Primo Ministro incaricato, che poi si presenterà al voto del Parlamento, su indicazione del partito di maggioranza relativa. Se tale candidato non riesce a formare un Governo, la Costituzione prescrive che il candidato Premier sia indicato dal secondo partito. In caso di ulteriore fallimento, il Presidente della Repubblica affida l’incarico ai rappresentanti segnalati dai partiti minori.

Se nessun candidato è in grado di formare un governo, il Presidente nomina un governo provvisorio, scioglie il Parlamento e indice nuove elezioni.

 

 

 

Parlamento

 

ll Parlamento è monocamerale. L’Assemblea Nazionale (240 seggi) è eletta per 4 anni. Ad essa spetta la funzione legislativa e di controllo sull’esecutivo. Vige un sistema proporzionale con soglia di sbarramento al 4%. L’iniziativa legislativa appartiene a ciascun membro del parlamento o al Consiglio dei Ministri; spetta a quest’ultimo l’iniziativa in materia di legge di bilancio. L’Assemblea Nazionale approva le leggi a maggioranza semplice; le modifiche costituzionali vengono approvate con una maggioranza qualificata (tre quarti dei membri). Le leggi sono esaminate e votate due volte in due sessioni separate. La Costituzione prevede che in caso di adozione di una nuova Costituzione si proceda allo scioglimento dell’Assemblea Nazionale e si elegga la “Grande Assemblea Nazionale” composta di 400 membri eletti con le regolari procedure di elezione. Quest’ultima, una volta esaurito il mandato, si scioglie.

Il Parlamento può sfiduciare il Governo con la presentazione da parte di almeno 1/5 dei membri del Parlamento di una mozione di sfiducia che deve essere approvata dalla maggioranza assoluta dei suoi componenti.

 

 

Governo

 

Il Consiglio dei Ministri è formato dal Primo Ministro (nominato dal Presidente della Repubblica), dai Vice Primi Ministri e dai Ministri (proposti dal Primo Ministro). Esso determina e conduce la politica interna ed estera dello Stato, assicura l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale, esercita il controllo sulla pubblica amministrazione e le forze armate. Il Governo una volta formato, deve presentarsi al Parlamento per la fiducia. Il Consiglio dei Ministri può porre la questione di fiducia sul suo programma di governo o su questioni specifiche; sulla questione di fiducia il Parlamento delibera con una risoluzione che deve essere approvata dalla maggioranza dei presenti; in caso di mancata fiducia il governo deve dimettersi. 

 

 

Amministrazione locale

 

Il territorio della Bulgaria è suddiviso in 287 comuni e 28 regioni. Il Comune è un ente locale dotato di una certa autonomia, nell’ambito della quale il Consiglio municipale determina le principali scelte ed approva il bilancio. Il Sindaco conduce l’azione esecutiva, assicura l’ordine pubblico ed organizza la distribuzione del bilancio municipale. Le Regioni sono invece unità amministrative del Governo decentrate a garanzia di una maggiore efficacia dell’azione esecutiva a livello locale. Il Governatore regionale, nominato dal Consiglio dei Ministri, è la principale Autorità regionale.

L'attuale suddivisione in regioni risale al 1999, in precedenza, dal 1987, la suddivisione era in 9 province. Tutte le regioni prendono il nome dal loro capoluogo, l'area urbana della capitale nazionale forma una regione separata.

Corte costituzionale

 

La Corte Costituzionale si compone di 12 giudici, di cui 1/3 eletti dal Parlamento, 1/3 nominati dal Presidente della Repubblica e 1/3 eletti congiuntamente dai giudici della Corte Suprema di Cassazione e dalla Corte Suprema Amministrativa. Il mandato è di 9 anni; i giudici non sono rieleggibili. La Corte esprime interpretazioni vincolanti del testo costituzionale; giudica sulla costituzionalità delle leggi e degli accordi internazionali; giudica sui conflitti di attribuzione tra il Parlamento, il Presidente e il Consiglio dei Ministri e tra gli organi del governo locale e quelli del governo centrale; giudica sulla costituzionalità dei partiti politici e delle associazioni; giudica sulla legittimità delle elezioni del Presidente e del Vicepresidente della Repubblica; giudica sulla legittimità della elezione dei membri del Parlamento; giudica sullo stato di accusa contro il Presidente della Repubblica promosso dal Parlamento.

 

Magistratura

 

Il Potere giudiziario è indipendente, ed i processi hanno tre gradi di giudizio. Il sistema giudiziario prevede tre istanze (corti regionali, corti distrettuali e corti d’appello) ed una Suprema Corte di Cassazione che esercita il controllo sull’applicazione della legge da parte dei Tribunali. La Suprema Corte Amministrativa decide sulla legittimità degli atti del Potere esecutivo. L’Ufficio del Pubblico Ministero e le strutture investigative rientrano nell’ordinamento giudiziario e sono composti da magistrati.

 

 

 

ATTUALITA’ DI POLITICA INTERNA ED ESTERA(in collaborazione con il MAE)

 

 

 

Si segnala che la Bulgaria ha ratificato il Trattato di Lisbona il 28 aprile 2008.

 

 

Prospettive

Le relazioni tra il Partito Socialista Bulgaro e il principale partner della coalizione, il Movimento Nazionale Simeone II (MNSII), continueranno ad essere problematiche nel biennio 2008-09. Il leader del MNSII, Simeone di Sassonia Coburgo, ha confermato il suo impegno a sostenere la coalizione ma vi è  il rischio di future frammentazioni all’interno del suo stesso partito. Già nel novembre 2007, a seguito dell’espulsione di cinque deputati dal  MNSII, dodici parlamentari hanno abbandonato il gruppo parlamentare. L’opposizione, dal canto suo, continuerà a chiedere elezioni anticipate, sull’onda anche dello scandalo che ha portato nell’aprile 2008 al rimpasto di governo (vedi Quadro politico).

Con l’ingresso del Paese nell’Unione Europea, la coalizione guidata da Stanishev sembra aver peraltro  perso la sua spinta propulsiva. Tuttavia  il Governo è riuscito a varare un significativo pacchetto di provvedimenti di natura economica e sociale che – ispirandosi alle diverse anime della coalizione – prevede da un lato l’aumento delle pensioni del 10% e, dall’altro, misure a favore dello sviluppo economico come l’introduzione di una “flat tax” per tutte le persone fisiche al 10% e la riduzione del 3% dei contributi previdenziali.

Inoltre, i partiti della coalizione hanno sostanzialmente “retto” alla prova delle elezioni amministrative tenutesi il 28 ottobre 2007 (con 2° turno il 4 novembre), che hanno confermato il trend elettorale già in atto nel Paese. Positivo è stato il risultato del partito della minoranza turca e soprattutto del Partito Socialista che, grazie ad una diffusione capillare sul territorio nazionale, ha ottenuto un alto numero di voti. Ancora più evidente il successo del GERB (Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria) del sindaco di Sofia Borissov (personalmente rieletto già al primo turno), che ha conquistato tutti maggiori centri urbani del Paese e prosegue nel suo processo di affermazione nel panorama politico nazionale.  In ulteriore calo invece il Movimento di Simeone II, mentre il partito ultranazionalista dagli accenti xenofobi Ataka conferma il suo elettorato. La partecipazione generale, dopo il picco negativo toccato alle Europee, è parzialmente risalita (42% al primo turno e 48% al secondo).

 

 

L’utilizzo dei Fondi europei

Secondo fonti stampa bulgare del 6 giugno 2008 che citano fonti comunitarie, la Commissione europea potrebbe raccomandare la creazione un meccanismo di monitoraggio sull'utilizzo dei fondi europei in Bulgaria nel rapporto atteso per il 16 luglio 2008. Negli ultimi mesi l'esecutivo Ue ha ordinato la sospensione di diversi programmi comunitari in odore di corruzione. Nel nuovo periodo di programmazione 2007-2013, Sofia rischia il blocco di almeno una parte dei fondi strutturali che dovrebbe ricevere.

La soluzione anticipata dai media bulgari eviterebbe questa umiliazione. In compenso, ogni progetto finanziato dall'Ue in Bulgaria verrebbe monitorato dagli esperti di Bruxelles, che potrebbero trasferirsi in Bulgaria su base permanente, con il potere di bloccare i fondi in caso di nuove irregolarità. Inoltre le autorità nazionali bulgare potrebbero venire costrette a giustificare ogni contratto firmato all'esecutivo comunitario.

Esperti della Commissione europea hanno effettuato una missione  a Sofia nei primi giorni di giugno 2008  per preparare il rapporto atteso per luglio, nel quale Bruxelles dirà se è soddisfatta o meno delle misure prese dalla Bulgaria e se intende chiederne di ulteriori e più severe. Sofia continua ad avere secondo Bruxelles diverse lacune su una serie di materie, tra cui quella giudiziaria e di sicurezza (corruzione e crimine organizzato), quella della gestione dei fondi europei, della sicurezza alimentare e di quella dei trasporti aerei. In caso di parere negativo della Commissione potrebbe essere possibile una sospensione programma per programma dei fondi.

A febbraio la Commissione ha già congelato una parte dei fondi di pre-adesione che Sofia continua a utilizzare fino al 2009, a causa di "debolezze e irregolarità" registrate nella gestione di queste somme.  Sarebbero già 450 i milioni di euro bloccati, una cifra non confermata da Bruxelles.

 

 

Incontro Frattini e Ivaylo Kalfin

Il 23 maggio 2008 il ministro degli Esteri Franco Frattini ha incontrato il Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri della Repubblica di Bulgaria, Ivaylo Kalfin. L'incontro ha consentito di esaminare i principali settori che caratterizzano l'intensa collaborazione italo-bulgara, sia a livello politico che economico, ed in particolare nel comparto energetico e per le infrastrutture. I due ministri hanno inoltre analizzato le prospettive di un'accresciuta cooperazione, nel quadro dell'Unione Europea, nel campo della giustizia e degli affari interni. Sono stati esaminati temi regionali di comune interesse (tra cui Balcani e Mar Nero) anche nel contesto dell'Iniziativa Centro Europea (InCE) nel quale sono fortemente impegnati entrambi i Paesi. Infine è stato evocato il tema degli sviluppi nei rapporti tra Unione Europea e Russia.

 

La presenza bulgara in Iraq

Il 23 maggio 2008 il governo di Sofia ha deciso di prolungare fino alla fine dell'anno la presenza dei militari bulgari in Iraq nell'ambito delle forze multinazionali. Il nuovo contingente, secondo fonti stampa, sara' composto da 155 uomini che avranno il compito di garantire la sicurezza della caserma di Kroper a Baghdad. La missione dell'attuale contingente bulgaro scade a giugno. La decisione del governo dovra' essere approvata nei prossimi giorni dal parlamento. Finora nel conflitto in Iraq sono morti 13 militari e sei civili bulgari.

 

 

 

 


 

POlitica ESTERA

(a cura del MAE)

 

 

Il governo bulgaro mantiene un forte orientamento euroatlantico, culminato con l'ingresso nella NATO il 2 aprile 2004 e con l’adesione, il 1° gennaio 2007 all’Unione Europea.

Sullo sfondo di una attenzione particolare all’Unione Europea e pur non escludendo la ricerca di un equilibrato rapporto con Mosca, il Paese appare determinato a voler costruire un sempre più stretto rapporto con gli Stati Uniti.

La Bulgaria – al pari della Romania - ha indicato la propria disponibilità ad ospitare truppe statunitensi, per un totale di circa 3.000 unità, con facilities per l’addestramento. Un accordo in questo senso è stato siglato nell’aprile 2006 in occasione della partecipazione del Segretario di Stato Condoleezza Rice al Vertice informale dei Ministri degli Esteri NATO.

Allo scoppio della crisi irachena la Bulgaria ha assunto un deciso atteggiamento di sostegno a Washington, accogliendo la richiesta di appoggio ad un’azione militare formulata dagli USA e concedendo alle loro forze il diritto di transito aereo e terrestre e l’uso della base aerea di Sarafovo (Mar Nero). In seguito, il Governo bulgaro ha deciso l’invio di un contingente militare di circa 480 uomini, dislocato a Kerbala, nel Nord dell’Iraq, sotto il comando polacco e deputato ad operazioni di stabilizzazione e di mantenimento della sicurezza. Il 27 dicembre 2005 la Bulgaria ha completato il ritiro del proprio contingente. Successivamente, tuttavia, è stata nuovamente inviata una compagnia di 120 soldati, responsabili della sicurezza nel Centro di Protezione e Detenzione del campo profughi di Ashraf. Le truppe, inquadrate sotto il comando operativo degli Stati Uniti, hanno ricevuto il 21 febbraio 2007 la proroga della loro missione per un ulteriore anno.

Il Presidente Bush ha effettuato una visita a Sofia il 10-11 giugno 2007.

 

Dal 15 ottobre 2006, la fregata “Drazki” ed i suoi 160 uomini di equipaggio controllano il traffico marittimo nelle acque territoriali libanesi dalla “Blue Line” fino a confine nord nell’ambito della nuova missione UNIFIL, onde prevenire l’importazione illegale di armi via mare, mentre in Afghanistan la Bulgaria assicura la propria partecipazione militare alla missione ISAF con un contingente che il 1° luglio 2007 ha raggiunto le 405 unità. Di stanza a Kabul, i soldati sono inquadrati nel contingente italiano.

 

Sul piano regionale la Bulgaria ha una spiccata sensibilità alla stabilità dell’area balcanica ed in questo senso particolare rilievo viene dato ai rapporti con i Paesi vicini, dalla Macedonia, alla Grecia, alla Turchia (vi sono forti minoranze turche nel Paese, assurte anche ad importanti incarichi nell’attuale Governo di coalizione) e Serbia e Montenegro. L’interesse all’area viene mostrato inoltre con l’attivo coinvolgimento del Paese nelle diverse Organizzazioni regionali (dall’InCE al Patto di Stabilità, dalla Commissione del Danubio alla Conferenza Interbalcanica, dall’Organizzazione per la Cooperazione Economica del Mar Nero alla SECI, all’OSCE), dove Sofia svolge un ruolo fattivo e costruttivo.

 

Nel quadro dell’attivismo politico bulgaro verso i Balcani occidentali, Sofia auspica una rapida e felice conclusione dei negoziati con la Serbia per l’Accordo di Stabilizzazione e Associazione con l’UE ed enfatizza i rapporti di buon vicinato e collaborazione esistenti con il Paese. Forti sono anche gli interessi economici, a partire dalla realizzazione di alcuni cruciali comuni progetti infrastrutturali (autostrada Sofia-Nis, elettrificazione della ferrovia sulla stessa tratta, gasdotto Sofia-Belgrado e ripristino dei collegamenti aerei diretti fra le due capitali). Con preoccupazione è vista la possibilità di una dichiarazione d’indipendenza unilaterale da parte del Kosovo, evento che la comunità internazionale – e in special modo i Paesi UE – dovrebbero scongiurare. Quello kosovaro rimane principalmente un dossier europeo, che comporta una decisione comune da parte dei 27. Tuttavia, il 20 marzo 2008 il governo bulgaro ha formalizzato il riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo, in base a un'intesa a tre raggiunta con Ungheria e Croazia. Il governo ha incaricato il ministro degli esteri, Ivaylo Kalfin, di informarne le autorita' kosovare e di procedere all' allacciamento delle relazioni diplomatiche fra i due paesi a livello di ambasciata.

Nella regione, l’esercito bulgaro contribuisce alla missione europea ALTHEA con un contingente di 120 soldati.

 

Con grande soddisfazione è stato accolto in Bulgaria il rientro in luglio – dopo oltre 8 anni di detenzione – delle cinque infermiere bulgare e del medico palestinese (naturalizzato bulgaro) accusati di aver volontariamente contagiato con il virus dell’HIV oltre 400 minori ricoverati nell’Ospedale pediatrico di Bengasi in Libia nel 1998. Il 19 dicembre 2006, il Tribunale Penale di Bengasi aveva confermato la sentenza di condanna a morte a carico degli imputati, condanna confermata l’11 luglio scorso dall’Alta Corte di Giustizia libica. Solo a seguito di un complesso negoziato che ha visto l’impegno della UE e di singoli Stati Membri, la Libia ha commutato la pena in ergastolo e consentito l’estradizione dei condannati, immediatamente graziati, al rientro in patria, dal Presidente  della Repubblica Parvanov. 

 

 RELAZIONI CON L’UNIONE EUROPEA

Dal 1° gennaio 2007 il Paese è entrato a far parte dell’Unione Europea, senza clausole di salvaguardia.

La Bulgaria (assieme alla Romania) aveva avviato i negoziati di adesione all’Unione a seguito del Consiglio Europeo di Helsinki del dicembre 1999. Il 25 aprile 2005 i due Paesi hanno firmato congiuntamente, a Bruxelles, il Trattato di adesione. Il loro ingresso venne allora previsto per il 1° gennaio 2007, a condizione tuttavia che  adempiessero alla totalità degli impegni assunti nel quadro dei negoziati[3]. Il Parlamento italiano è stato il primo, tra i Paesi fondatori, a concludere l’iter di ratifica del Trattato di adesione, il 22 dicembre 2005.

Si sono tenute il 20 maggio 2007 le prime elezioni per scegliere i deputati bulgari al Parlamento Europeo. Ha colpito la bassissima affluenza alle urne (poco meno del 29% degli aventi diritto), attribuita dalle prime analisi sia al carattere nazionale dato al voto sia ad un certo senso di “appagamento” con l’avvenuta adesione.

Il voto ha sancito l’ascesa del movimento GERB (Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria) del Sindaco di Sofia Borissov, da tempo accreditato di un importante consenso. Il 21,7% ottenuto lo indica come primo partito del Paese, poco al di sopra del 21,4% del maggior partito della coalizione, i socialisti del Premier Stanishev, e del 20,4% del Partito della minoranza turca, che in questa tornata ha voluto accreditarsi come partito nazionale e non più puramente “etnico”. Ognuna di queste tre formazioniavrà cinque deputati a Strasburgo, il partito ultranazionalista ATAKA, con il suo 14,2%,ne avrà tre, mentre l’ultimo seggio rimanente andrà al Movimento di Simeone (6,3%).

Il 29 giugno 2007, la Commissione ha presentato i primi due rapporti sul processo di allineamento all’acquis comunitario da parte di Romania e Bulgaria, da cui emergono progressi, anche se in misura non ancora sufficiente, nel raggiungimento dei parametri (“benchmarks”) previsti per quei settori (giustizia e affari interni, agricoltura, fondi strutturali, sicurezza alimentare e veterinaria, trasporti aerei) dove, al momento dell’adesione, persisteva un insoddisfacente livello di applicazione degli standard comunitari. Le Autorità bulgare hanno espresso il proprio disappunto per una valutazione che viene considerata a tratti eccessivamente burocratica, confermando tuttavia l’impegno a continuare il lavoro intrapreso, con particolare attenzione alla fase applicativa della legislazione recentemente approvata nei settori cruciali dell'aumento dell'efficienza del sistema giudiziario, della lotta alla corruzione e al crimine organizzato.

Nel suo commento del Programma di convergenza 2006 – 2009 del Ministero delle Finanze bulgaro la Commissione europea ha raccomandato il mantenimento di un avanzo primario  maggiore di quanto previsto  nella legge finanziaria per quest’anno. Come accennato sopra, il governo ha infatti previsto per il 2007 un avanzo dello 0.8%, in forte calo rispetto  al 3.7% per il 2006. La Commissione raccomanda inoltre un miglioramento nella gestione delle spese pubbliche ed il completamento delle riforme nel sistema della sanità.

Il 22 giugno 2007 il Ministro delle Finanze bulgaro ed il Commissario Europeo per le Politiche regionali hanno firmato il primo Quadro di riferimento strategico nazionale 2007-2013 per la Bulgaria. Tale quadro di riferimento è il documento di sintesi delle priorità della Comunità e degli obiettivi strategici per lo sviluppo della Bulgaria per il  suddetto periodo. Secondo tale Quadro la Bulgaria avrà accesso a 6.853 miliardi di euro di Fondi Strutturali e di Coesione dell’UE a cui si aggiungeranno oltre 1.128 miliardi di euro di cofinanziamento nazionale.

La Bulgaria ha recentemente vinto una battaglia di grande significato simbolico, dove apprezzato è stato l’appoggio dell’Italia. La parola “euro” verrà riportata sulle banconote con la trascrizione in cirillico (“evro”). In tal modo, il cirillico ha riconosciuto uno status paritario con gli alfabeti degli altri Paesi UE.

 

Rapporti con la NATO

 

La Bulgaria è divenuta membro a pieno titolo dell’Alleanza Atlantica in occasione del Vertice NATO di Praga dell’aprile 2004, untamente ai tre Paesi baltici, a Romania, Slovacchia e Slovenia. L’ingresso della Bulgaria nell’Alleanza ha costituito un valore aggiunto sia in termini politico–strategici e di sicurezza (con particolare riguardo al delicato settore della lotta al terrorismo e della lotta contro la diffusione delle armi di distruzione di massa), sia in termini di continuità del territorio NATO verso l’Europa sudorientale, nonché al fine della stabilizzazione di tale area, a cui questo Paese ha già notevolmente contribuito negli ultimi anni e potrà a maggior ragione ulteriormente contribuire nella qualità e con gli standard politico-militari di full member della NATO. Anche in questo settore il nuovo Esecutivo mostra continuità.

I vertici dell’Alleanza, da parte loro, confermano la considerazione per la Bulgaria quale alleato affidabile, prevedibile e stabile sia per la sua attiva partecipazione nelle missioni internazionali a guida NATO, sia per l’adempimento degli obblighi derivanti dalla membership, quale la riforma e l’ammodernamento delle Forze Armate e del settore difesa (cui al momento è allocato il 2,6% del PIL). Il Paese si sta dotando di una propria normativa per la disciplina della partecipazione a missioni militari all’estero e per il passaggio e stazionamento di truppe straniere sul suo territorio.

 

 


 

QUADRO ECONOMICO

 

 

Principali indicatori economici 2007

PIL (a parità di potere di acquisto)

86,32 miliardi di dollari USA

Crescita PIL (%)

6,2%

Inflazione (%)

7,6%

Tasso di disoccupazione (%)

7,7

PIL pro capite (a parità di potere d’acquisto, in dollari USA)

11,300 dollari USA

 

Composizione PIL per settore

6,3% agricoltura; 32,3% industria; 61,4% servizi

Debito estero

34,44  miliardi di dollari USA

 

Fonti: The Cia Worldfactbook 2008

 

(a cura del MAE)

I dati ufficiali relativi ai risultati macroeconomici del 1° semestre 2007 confermano il buon andamento dell’economia, pur se si accentuano criticità già emerse nel 2006. Dopo il risultato record dello scorso anno (+6,1%), la crescita del PIL rimane vigorosa al + 6,4%. Non a caso, nel febbraio 2007 l’agenzia di rating Moody’s ha innalzato da stabile a positivo il rating sui bond in valuta internazionale e locale a lungo termine emessi dalla Bulgaria ed il rating sui depositi bancari in valuta internazionale e locale. La decisione è stata motivata non solo in virtù della sostenuta crescita dell'economia, ma anche della rigida politica fiscale e dell'attesa adesione all'ERM2.

 

Il maggiore contributo a tale crescita è stato dato dal forte sviluppo dei servizi - primo fra tutti il turismo –, ma anche dal settore manifatturiero, cresciuto del 10% circa, e da quello delle costruzioni. Dopo la battuta d’arresto dovuta alle alluvioni estive del 2004, la produzione agricola ha finalmente registrato nel 2006 una crescita positiva (il settore contribuisce per il 10% al PIL bulgaro).

 

Merita una menzione la costante espansione del settore del turismo. Nel corso degli ultimi tre anni il turismo si è caratterizzato come uno dei settori dell’economia più dinamici, con una crescita annua del 10-12%. Nel 2006 il settore ha continuato a svilupparsi, giungendo a rappresentare il 12,5% del PIL ed impegnando 300.000 addetti. La meta principale sono le coste del Mar Nero, che distano circa 450 km. dalla capitale. Sono stati complessivamente 1.344.000 i turisti stranieri che hanno visitato le coste della Bulgaria durante l’estate 2006, secondo i dati forniti dall’Istituto bulgaro per l’analisi del settore turistico. Il numero crescente di visitatori è dovuto altresì alla recente valorizzazione dei beni culturali presenti nel Paese, che si pone così in concorrenza con la vicina Turchia.

 

La buona performance dell’economia bulgara trova un’ulteriore conferma nella riduzione del tasso della disoccupazione passato dall’11,80% del 2004 al 9,1% nel 2006, vicina ai livelli medi nell’UE. Nel primo semestre 2007, la disoccupazione è diminuita fino al 7,4%, avvicinandosi molto alla media europea (6,9%).

L’adozione di un politica monetaria molto restrittiva, in particolare attraverso il tasso di cambio fisso con l’euro, ha contribuito notevolmente alla stabilità macroeconomica del sistema. E questo nonostante l’aumento dell’inflazione, che si è attestata nel 2006 attorno al 7,3% (+ 4,3% nei primi 7 mesi del 2007), dovuto soprattutto all’aumento dei prezzi di carburanti ed energia. Nei primi mesi del 2007, tuttavia, si è verificato un più forte aumento del costo dei beni di prima necessità, che ha inciso significativamente sul costo della vita: i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica relativi al mese di settembre 2007 indicano (se comparati al settembre 2006) un incremento del 25,1% dei beni alimentari (rispetto ad una media di 2,7% dei restanti Stati membri), del 17,7% del costo dei servizi offerti da hotel e ristoranti, del 9% dell’abbigliamento e del 18% dei servizi di catering. Inoltre, i canoni di locazione per l’edilizia residenziale sono aumentati da giugno 2006 a giugno 2007 del 20% mentre gli affitti per uso ufficio del 25%.

 

Politica Economica e prospettive di sviluppo

 

Al raggiungimento dei buoni risultati macroeconomici sopra delineati ha contribuito anche l’azione del Currency Board, istituito a partire dal 1997 dal Fondo Monetario Internazionale per fare fronte alla grave crisi finanziaria e valutaria del 1996, che ha ancorato la moneta locale al Marco tedesco e quindi all’Euro. Nel maggio 2006 e’ stato prolungato di sei mesi l’accordo stand by con il FMI, che disciplina una rigorosa politica di bilancio e che è scaduto a fine marzo 2007, tre mesi dopo l’adesione del Paese all’UE. Fino a quella data il FMI ha continuato a monitorare la politica fiscale del Governo, con l’obiettivo di mantenere un avanzo primario vicino al 3% del PIL – attualmente la Bulgaria registra l’avanzo primario più alto d’Europa, 3,7%. All’azione del FMI si affianca quella della Banca Mondiale. Il 16 maggio 2006 la Banca Mondiale ha approvato la nuova Country Partnership Strategy for Bulgaria 2007-2009. Nel documento viene dettagliato il sostegno della istituzione finanziaria internazionale per il raggiungimento di una crescita economica sostenibile ed un’ottimale integrazione nell’UE.

Accanto all’adozione delle misure di stabilizzazione valutaria e di ristrutturazione della politica di bilancio, è stato avviato sin dal 1997 un vasto programma di privatizzazioni, che ha registrato risultati alterni. E’ italiano uno dei maggiori successi, l’acquisto nel 2000 di Bulbank, il principale istituto bancario del Paese, da parte di Unicredit. Nel settore trasporti si è conclusa nel 2006 la privatizzazione della compagnia aerea nazionale Bulgaria Air che è stata acquistata dalla Bulgara Balkan Hemus Group per 13 milioni di leva (6.6 mln di euro). Per il 2007 sono previste ulteriori privatizzazioni nel settore dei trasporti marittimi, in quello del tabacco ed in quello dell’energia. In particolare, è in preparazione la privatizzazione della centrale termica di Sofia. E’ stata recentemente avviata la procedura di privatizzazione della flotta marittima bulgara con la messa in vendita del 70% dell’azienda.

 

Il settore delle telecomunicazioni risulta uno dei comparti che ha attratto la maggior parte degli investimenti stranieri per tutto l’anno 2005, proseguendo anche nel 2006, in quanto interamente liberalizzato. Oltre alla vendita della Mobiltel alla Telecom Austria, a maggio 2006, la Commissione per la regolazione delle comunicazioni ha rilasciato 3 licenze di terza generazione per la costruzione della rete di telefonia mobile del tipo UMTS alla Mobiltel, alla Globul e alla la BTC (la ex Compagnia Telefonica Bulgara). Anche il settore delle tecnologie informatiche ha contribuito molto all’afflusso generale di IDE nel Paese. La Bulgaria e’ riconosciuta come importante mercato di delocalizzazione  da parte di alcune delle più importanti societa’ del settore ICT grazie alle eccellenti capacità professionali locali in questo campo ed i costi della mano d’opera ancora competitivi. Nel mercato bulgaro sono già presenti la multinazionale SAP, l’Internet provider americano Tumbleweed e Hewlett-Packard ma sono in continua crescita il numero di società straniere interessate a collaborare in questo campo.

Il settore bancario, principalmente controllato da banche estere (prima fra tutte l’italiana Unicredit) si sta sviluppando rapidamente in termini di crescita dei crediti e dei depositi e sta aumentando il proprio peso nell’intermediazione finanziaria. Nel 2005 si è verificata un’importante fusione tra la HVB Biochim e la Hebros, tutti e due di proprietà tedesca con la Bulbank di proprietà italiana. La fusione ha determinato la creazione di un grandissimo gruppo controllato da Unicredito. La nuova istituzione finanziaria ha il 21,7% di quota di mercato, 3,3 miliardi di euro di attivi, capitali di 1,32 miliardi di euro destinati alle imprese e oltre un milione di clienti privati. Grazie alla competizione introdotta dalle privatizzazioni nel settore bancario, i tassi di interesse sono in calo, pur rimanendo su livelli ancora elevati.

 

La qualità delle infrastrutture è modesta ed i processi di modernizzazione ed ampliamento sono in fase di avviamento. Il settore dei trasporti è rimasto arretrato rispetto alle telecomunicazioni in quanto molte delle privatizzazioni non sono state ancora effettuate. La maggior parte delle infrastrutture dei trasporti sono ancora di proprietà statale. A sostegno della politica di attrazione di investimenti nel settore dei Trasporti, nel maggio 2006 il governo bulgaro ha approvato la strategia per il settore delle infrastrutture fino al 2015. Tale strategia prevede un investimento di circa 12 miliardi di euro, composto da Fondi Strutturali (Programma Operativo Lavori Pubblici 1,36 mld ; Programma Operativo Trasporti 1,6 mld), prestiti di Istituzioni Finanziarie internazionali, co-finanziamento nazionale, ricorso a partnership pubblico-private. Nel documento si prevedono investimenti di 3,3 mld. di dollari in autostrade, di cui 717 km. saranno di nuova costruzione e 913 km. saranno ristrutturate entro il 2009.

 

Il settore dell’energia ha rappresentato per anni un’importante voce dell’export bulgaro. Sebbene fortemente dipendente da forniture russe per quanto riguarda petrolio e gas, la Bulgaria ha sinora coperto circa il 40-45% del proprio fabbisogno con la produzione della centrale nucleare di Kozlodui. Con la chiusura di buona parte della centrale nel dicembre 2006, in ottemperanza agli impegni presi in ambito UE, la capacità produttiva bulgara di energia nucleare viene ridotta del 40%, con immancabili ricadute sulle esportazioni di energia. Il previsto completamento di una nuova centrale nucleare a Belene non consentirà tuttavia una ripresa della produzione ai livelli precedenti prima del 2013.

Il Governo bulgaro sta pertanto perseguendo una politica di diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico. Da parte bulgara vi è interesse per il progetto del gasdotto Nabucco che dovrà collegare l’Asia centrale all’Europa attraverso Turchia, Bulgaria, Romania, Austria e Ungheria. Recentemente è stato firmato un protocollo preliminare tra Bulgaria, Grecia e Russia per la costruzione di un oleodotto Burgas (Bulgaria)- Alexandropolis (Grecia), i cui dettagli sono tuttavia ancora in via di negoziato.  Sofia ha accolto con favore il progetto del gasdotto “South Stream”, oggetto di una recente intesa tra ENI e Gazprom, che trasporterà il gas russo attraverso il Mar Nero verso la Bulgaria, diramandosi successivamente verso l’Italia (attraverso la Grecia) e verso l’Austria (attraverso Romania ed Ungheria).

 

 

 

Rapporti con i maggiori paesi partner

 

Nel primo semestre 2007 è proseguito il trend di crescita dell’interscambio della Bulgaria con l’estero, già verificatosi nel 2006. Le importazioni complessive sono aumentate del 18,5% rispetto al primo semestre del 2006, ad un tasso più che doppio rispetto alle esportazioni, in aumento del 7,5%. Il saldo commerciale si mantiene pertanto negativo, attestandosi sui – 3.755,1 milioni di Euro, che rappresenta un aumento del disavanzo di oltre il 42% rispetto allo stesso periodo del 2006.

Il tasso relativamente limitato all’aumento dell’export non è da imputarsi esclusivamente a vincoli quali la scarsità dell’offerta di energia elettrica e di prodotti agricoli: occorre tenere conto anche del processo di ristrutturazione e di espansione della produzione attualmente in atto nel tessuto industriale del Paese. Ciò si sostanzia in primo luogo in un aumento delle importazioni di beni d’investimento che, prevedibilmente, prelude a un’inversione di tendenza nel lungo periodo. Sia pure in misura molto minore, un ulteriore fattore di espansione dell’import può ravvisarsi nell’aumento del potere d’acquisto della popolazione.

 

Tra le voci delle esportazioni, le materie prime hanno registrato un significativo incremento. Del valore di 2.888,4 milioni di euro (+16,8%), sono state trainate dall’aumento delle esportazioni di ghisa, ferro e acciaio (+30,3%) e di materiali tessili (+47,1%). Quanto ai beni di consumo, l’export registra un incremento del 9,9% rispetto al periodo gennaio-giugno 2006. I principali gruppi merceologici che hanno contribuito a tale incremento sono i mobili e gli arredi per la casa (+32,5%), i prodotti farmaceutici e cosmetici (+44,4%) e gli alimenti (+18,7%). L’export di beni di investimento è aumentato del 6,9% rispetto al primo semestre 2006 ed ammonta a 981,6 milioni di euro. L’aumento è dovuto principalmente alle maggiori esportazioni di macchine, apparecchi e congegni (+28,8%) e di parti di ricambio ed attrezzature (+20,3%). In forte calo invece le risorse energetiche, che hanno registrato una diminuzione del 20,1%.

 

Nella struttura dell’import (CIF) per il periodo gennaio-giugno hanno fatto registrare la crescita maggiore le materie prime, i materiali e i beni d’investimento. Le prime hanno registrato un incremento del 24,1% rispetto allo stesso periodo del 2006, con la quota maggiore andata alle importazioni di ghisa, ferro e acciaio (+57,9%), di materie plastiche e caucciù (+26,8%) e di minerali (+23,7). Le importazioni di beni d investimento hanno invece avuto un incremento tendenziale del 23,8%, dovuto principalmente al gruppo macchine, apparecchi e congegni (+37,5%). Quanto alle risorse energetiche, anche in ingresso hanno registrato un decremento, quantificabile intorno al 4%. L’import di beni di consumo registra invece una crescita del 34,2%. Maggiori trend di crescita si sono avuti per le importazioni di mobili e arredamenti per la casa (52,2%), alimenti, bevande e tabacco (63,4), mentre l’import del gruppo automobili registra una diminuzione del 14,5%.

 

La dinamica del commercio estero bulgaro si mostra in continua crescita, a testimonianza dello sviluppo dell’economia nel suo complesso.

 

Nel primo semestre 2007 la  UE nel suo complesso ha assorbito il 62,9% delle esportazioni bulgare (+10,4% tendenziale) e fornisce il 59,8% delle importazioni (+25,8% rispetto al 2006). Tra i Paesi non appartenenti all’Unione Europea, il primato di principale partner spetta alla Russia, che rappresenta il 13,1% delle importazioni bulgare,; va rilevato, tuttavia, che la Russia subisce una leggera flessione della propria quota di mercato, rispetto al 14,9% del 2006 (1° semestre). I principali responsabili di questa erosione possono individuarsi nei paesi quali la Cina, le cui esportazioni verso la Bulgaria hanno fatto registrare una crescita del 56,4%, l’Egitto (+61,5%) e l’India (+30,1%). Anche i Paesi dell’Europa centro-orientale hanno contribuito aumentando la propria quota di mercato del 13,9% del 2006 (1° semestre) al 15,8% attuale (+34,7% in termini di volumi esportati in Bulgaria). Oltre il 75% delle esportazioni bulgare sono destinate ai paesi europei e balcanici. La proporzione nello stesso periodo del 2006 era dell’81%. Per quanto si tratti di dati parziali e provvisori, sembrerebbe profilarsi un mutamento anche nella composizione geografica delle esportazioni bulgare. Aumenti significativi si riscontrano nei confronti della Serbia (+27,1%), della Georgia (+64,9%), dell’Ucraina (+149,9%) e della Russia (+99,5%). Meno significativi n termini assoluti, comunque degni di nota sotto il profilo della dinamica positiva, sono la cifre relative all’export verso il Brasile (+28,4%), la Cina (+18,5%), l’Egitto (+50,1%), il Perù (+28,7%) e la Siria (+26,7%).

 

Il deficit delle partite correnti (causato principalmente dall’indebitamento del settore privato) desta rinnovate preoccupazioni sulla vulnerabilità esterna dell’economia bulgara e sulla sostenibilità del currency board: a giugno 2007 era pari al 10,9% del PIL ed è atteso oltre il 18% per fine anno. A fine 2006, pur in presenza di un elevato deficit, il contesto macroeconomico era estremamente positivo ed il deficit – dovuto in larga parte al saldo commerciale negativo – fu largamente ripianato dal volume degli investimenti esteri diretti, che hanno superato i 4 mld di euro (livello record, 16,6% del PIL, favoriti da un regime fiscale favorevole alle imprese, con l’imposta sull’utile ridotta al 10%). L’andamento a giugno 2007 può far prevedere un assestamento negli stessi termini per la fine dell’anno. Gli investimenti diretti esteri per i primi sei mesi, infatti, superano di circa il 5% il medesimo dato del 2006, raggiungendo oltre 2 mld di euro, a fronte di un saldo commerciale negativo.

Oltre ai fattori fiscali sopra citati, gli investimenti in Bulgaria sono favoriti anche da altri elementi: il costo del lavoro estremamente competitivo, tra i più bassi nell’Europa sud orientale e balcanica, la disponibilità di manodopera altamente specializzata e con buona conoscenza della lingua inglese, il basso costo dell’energia, la localizzazione strategica tra Europa e Asia.

Nella struttura settoriale degli IDE, per il primo semestre dell’anno, continua la tendenza già affermata nel corso di tutto il 2006: si mantiene al primo posto il settore dei beni immobili (861,8 mln. di euro). Gli investimenti nel settore finanziario (430,3 mln di euro) hanno superato quelli dell’industria manifatturiera (175,4 mln. di euro). Il settore delle costruzioni si è collocato al terzo posto con 303,4 milioni di euro di investimenti. Va segnalato, inoltre, il forte trend di crescita degli investimenti nel settore turistico alberghiero, più che raddopiati a 68,9 milioni di euro, rispetto ai 32,9 milioni del giugno 2006.

La maggior parte degli investimenti stranieri provengono dai paesi dell’UE. Secondo i dati ufficiali del 2006, per stock di capitale investito, i principali Paesi investitori sono stati nell’ordine: Gran Bretagna con il 17,1% del totale degli investimenti, l’Olanda con il 16,6% e Austria con l’11,2%.

 

 

Rapporti con le Istituzioni Finanziarie Internazionali

 

FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

Membro dal settembre 1990

Quota nel FMI: SDR 640,2 milioni (USD 933,98 milioni )[4] - 0,31% sul totale del Fondo;

Rappresentato nel Comitato Esecutivo dall’Ukraina;

Accordo in corso: Stand-by biennale di SDR 100 milioni (USD 146 milioni);

Debito in essere al 31.12.2005: SDR 461,83 milioni (USD 673,76 milioni).

Il 3 aprile 2006 il Consiglio Esecutivo del Fondo Monetario Internazionale ha completato il secondo esame dello stato di attuazione del programma biennale di Stand-By[5], approvato il 6 agosto 2004 per un importo di SDR 100 milioni (USD 149 milioni). In tale occasione, il Consiglio Esecutivo ha espresso il proprio apprezzamento per l'andamento della politica macroeconomica nell'ambito dell'accordo di Stand-by, nonostante il deterioramento dei conti con l'estero e l'aumento dell'inflazione. I Direttori Esecutivi (DE) hanno elogiato le Autorità bulgare per l'approccio prudente in materia fiscale e per le misure adottate per rallentare l'aumento del credito in una fase di forte crescita economica. I DE ritengono che la politica dei redditi definita dalle Autorità e la riduzione dei costi del lavoro non dipendenti dal salario possano promuovere la competitività, favorendo la produttività del settore manifatturiero e di conseguenza il miglioramento dei conti con l'estero.

Pur sostenendo la decisione di porre dei freni all'aumento del ricorso al credito, i DE hanno ricordato alle Autorità bulgare la necessità di prevedere il loro superamento giacché riducono la concorrenza e favoriscono la crescita degli intermediari non bancari, sui quali andrebbe rafforzata l'azione di controllo.

 

 

BANCA MONDIALE

 

Membro dal settembre 1990.

L’assistenza della Banca Mondiale alla Bulgaria si è indirizzata al sostegno dello sviluppo sostenibile e alla crescita economica attraverso investimenti nel settore infrastrutturale, l’accelerazione delle riforme ed un più rapido sviluppo del settore privato. Gran parte degli sforzi profusi sono stati destinati alla lotta contro la corruzione attraverso la proposta e la realizzazione di riforme volte a migliorare la trasparenza nel sistema legale, amministrativo e giudiziario.  La Banca ha inoltre finanziato diversi progetti destinati al miglioramento della qualità dell’insegnamento nelle scuole primarie e secondarie.

A giugno 2005 è stato stipulato un accordo tra la Banca e il governo per la concessione di una terza linea di credito volta a finanziare ulteriormente le riforme strutturali.

Attualmente la Banca Mondiale sta finanziando undici progetti, a carattere prevalentemente sociale (riforma della sanità e del welfare per i bambini e promozione dell'occupazione) e ambientale, per un ammontare complessivo di USD 395 milioni, ai quali si aggiungono circa USD 5,5 milioni concessi a dono, con lo scopo di ridurre il tasso di povertà, la disoccupazione, e consentire un adeguato inserimento del Paese nell’Unione Europea.

Il 16 maggio 2006 la Banca Mondiale ha approvato la nuova Country Partnership Strategy for Bulgaria 2007 – 2009. Nel documento viene dettagliato il sostegno della istituzione finanziaria internazionale per il raggiungimento di una crescita economica sostenibile ed un ottimale integrazione nell’UE.

 

 

BANCA EUROPEA PER LA RICOSTRUZIONE E LO SVILUPPO

 

Nell’ambito dei programmi di finanziamento dei progetti di questa Banca, tra il 2000 e il 2004, alle operazioni in Bulgaria sono stati destinati 656,2 milioni di euro.

 

BANCA EUROPEA DEGLI INVESTIMENTI

 

Tra il 2000 e il 2005, la Banca ha concesso prestiti per investimenti in Bulgaria per 347 milioni di euro, di cui 30 nel 2005 per un numero di ventinove operazioni. La maggior parte di queste ultime hanno riguardato le infrastrutture (in particolare le strade).

 

 

5. SACE ed altre ECAs

 

Le condizioni di assicurabilità sono state riesaminate dalla SACE nella riunione del  Consiglio di Amministrazione del 23 febbraio 2006 in concomitanza con la revisione trimestrale per i paesi dell’Europa centro-orientale.

Esse si configurano come segue: 4^ categoria di rischio (su sette); classe B; non sono previste restrizioni specifiche.

Al 31 dicembre 2005 l’esposizione complessiva di SACE nei confronti della Bulgaria ammontava, a 17,21  milioni di EURO,  di cui 15,94 milioni di EURO per impegni in essere e  1,27  milioni di EURO per indennizzi pagati  da recuperare

 

La SACE,onde cercare di favorire i rapporti economici bilaterali e promuovere il coinvolgimento del settore bancario nazionale nell’attività di internazionalizzazione e di sostegno delle imprese, ivi incluse le PMI,  ha firmato/rinnovato le seguenti  Convenzioni Assicurative Quadro, di cui può beneficiare la Bulgaria:

1.      con la Banca Intesa S.p.A. La Convenzione prevede un “plafond assicurativo” di 327 milioni di EURO ed un “plafond Paese” di  2 milioni di EURO;

2.      con Unicredito Italiano (la Bulgaria è stata inserita in convenzione il 13.2.2003).  La Convenzione prevede un “plafond assicurativo” di 230 milioni di EURO ed un “plafond Paese” di 3 milioni di EURO;

3.      con  la BNL. La Convenzione prevede un “plafond assicurativo” di 220 milioni di EURO ed un “plafond Paese” di 3 milioni di Euro;

4.      con il  Monte dei Paschi di Siena (la Bulgaria è stata inserita nell’ottobre 2005). La Convenzione prevede un “plafond assicurativo” di 137 milioni di Euro ed un “plafond Paese” di 10 milioni di Euro

5.      con il Banco Popolare di Verona e Novara. La Convenzione prevede un “plafond assicurativo” di 170 milioni di EURO ed un “plafond Paese” di 3 milioni di EURO;

6.      con la Fortis Bank – succursale italiana. La Convenzione prevede un “plafond assicurativo” di 100 milioni di EURO ed un “plafond Paese” di 3 milioni di EURO;

7.      con la “Nova Ljubljanska Banka” - Filiale di Trieste.La Convenzione prevede un “plafond assicurativo” di 50 milioni di Euro e un “plafond Paese”di 2 milioni di EURO

8.      con la Deutsche Bank. La Convenzione prevede un “plafond assicurativo” di 165 milioni di EURO ed un “plafond Paese” di 2 milioni di EURO;

9.      con il SANPAOLO IMI S.p.A. (il Paese è stato inserito nel settembre 2005). La Convenzione  prevede un “plafond assicurativo” di 100 milioni di EURO ed un “plafond Paese” di 3 milioni di EURO;

10.  con la Banca Popolare di Vicenza SCPARL. La Convenzione prevede un “plafond assicurativo”di 160 milioni di EURO ed un “plafond Paese” di 2 milioni di EURO;

11.  con EFIBANCA. La Convenzione prevede un “plafond assicurativo” di 35 milioni di EURO ed un “plafond Paese” di 5 milioni di EURO.

 

ALTRE AGENZIE PER IL CREDITO ALL’ESPORTAZIONE (ECAs)

L’atteggiamento delle principali Agenzie per il Credito all’Esportazione (ECAs) dell’Unione di Berna risulta di prevalente apertura per il breve termine e di maggior cautelaper il medio-lungo termine. Varie ECAs fissano limiti all’esposizione o all’importo delle operazioni ed altre applicano l’esame caso per caso.

Le Agenzie maggiormente esposte al 31 dicembre 2004 erano la giapponese NEXI con USD 372,1 milioni, la francese COFACE con USD 261,8 milioni, la tedesca EH Germany con USD 238,3 milioni, l’austriaca OeKB con USD 232,5 e quinta SACE con USD 197,2 milioni.

 

CLUB DI PARIGI E LEGGE 209/00

La Bulgaria si è rivolta al Club di Parigi tre volte, l’ultima delle quali il 13.4.94, per ristrutturare il proprio debito estero.

L’Accordo bilaterale con l’Italia, applicativo di tale Intesa, è stato firmato il 9.10.2000 ed ha riguardato la ristrutturazione di debiti per circa USD 48 milioni, pari al 23% dell’importo complessivo (USD 208 milioni) ristrutturato con l’ultima Intesa multilaterale del Club.

 

DEBITO ESTERO E DEBITO VERSO L’ITALIA

Secondo i dati della Banca Mondiale, il debito estero bulgaro è stimato, a fine 2006 intorno agli USD 18,1 miliardi.

Al 31.12.2005 il debito con l’Italia ammontava a circa 1,27 milioni di Euro, interamente per crediti commerciali.


 

RAPPORTI BILATERALI

(a cura del MAE)

 

 

 

Relazioni politiche

 

In un quadro di relazioni bilaterali eccellenti, articolate e mature sotto ogni profilo, l’Italia non ha mai fatto mancare il suo pieno sostegno alle aspirazioni euro-atlantiche di Sofia, come confermato il 22 dicembre 2005 con l'approvazione della Legge di ratifica del Trattato di adesione della Bulgaria all'Unione Europea. I due Paesi hanno comuni sensibilità quanto alla stabilità dell’Europa meridionale e balcanica ed allo sviluppo di un approccio regionale. Nel complesso, la Bulgaria considera l’Italia un partner di rilievo assoluto sul piano europeo ed internazionale.

Il proficuo dialogo esistente tra Italia e Bulgaria è culminato in numerose visite ed incontri ad alto livello istituzionale.L’ultima in ordine di tempo è stata la visita compiuta a Sofia dal Presidente del Consiglio Prodi il 17 gennaio 2007. Si è trattato del primo Capo di Governo dei “25” che ha visitato la Bulgaria(e la Romania, essendosi recato il giorno precedente a Bucarest) dopo il loro ingresso nell’UE.

Da segnalare, infine, l’intensificato dialogo nel settore della Difesa. Qui, oltre alla cooperazione in ambito NATO e nel quadro della Brigata multinazionale di Plovdiv, è in atto una collaborazione tra gli Stati Maggiori delle due Marine (formalizzata da un Accordo firmato nel luglio 2002).

 

 

Relazioni economiche, finanziarie e commerciali

 

Le relazioni economiche bilaterali, pur attraversando una fase dinamica e positiva, crescono a ritmi assai inferiori rispetto a quelli di altri partner, in primis Russia e Turchia. Ne consegue che la nostra posizione, di preminenza, appare decrescere nelle percentuali pur continuando ad aumentare in termini assoluti.

I dati dell’Istituto nazionale di statistica bulgaro sull’interscambio con l’Italia riferiti al periodo gennaio-giugno 2007 mostrano, rispetto allo stesso periodo del 2006, un’ulteriore crescita delle esportazioni italiane, nella misura dell’8,7%.

L’Italia mantiene la propria posizione di terzo fornitore, dopo la Russia (13,1%) e la Germania (in leggero aumento al 12,6%), con una quota di mercato che, nel primo semestre 2007 è in lieve flessione, passando al 9,9% del primo semestre 2006 al 9,1 del 2007. Le esportazioni bulgare verso l’Italia risultano aumentate nel primo semestre 2007 del 9,9%, passando da 617,9 (primo semestre 2006) a 679,1 milioni di euro. L’Italia occupa così la terza posizione tra i clienti della Bulgaria, dopo la Turchi e la Germania.

Complessivamente l’interscambio Italia-Bulgaria a giugno 2007 ha raggiunto i 1.579,7 milioni di euro, che ci colloca al terzo posto dopo la Russia e la Germania. Il saldo attivo dell’Italia nel periodo gennaio-giugno 2007 ammonta a 221,5 milioni di euro. Dopo i 2.811,7 milioni di euro del 2006, è ragionevole ipotizzare, visto l’andamento dei flussi da e verso l’Italia, il raggiungimento di quota 3 miliardi di euro entro la fine dell’anno.

 

L’Italia figura ai primi posti nella graduatoria per investimenti diretti stranieri con 943,2 milioni di dollari, che raggiungono tuttavia i 1.550 milioni di dollari se vengono conteggiati anche gli investimenti effettuati anche tramite consociate straniere. E’ il caso del progetto di ammodernamento e gestione della centrale termoelettrica di Maritza East III da parte del gruppo ENEL che ha rappresentato il più cospicuo investimento straniero in Bulgaria, per un ammontare complessivo di circa 750 milioni di dollari, di cui circa la metà composto da capitali italiani (oltre alla BERS hanno infatti partecipato gruppi di banche private, tra cui ha giocato un ruolo guida il Gruppo Unicredit). ENEL investirà ulteriori 286 milioni di euro per la riabilitazione della terza e quarta unità della centrale termoelettrica Marita East 3 nel periodo 2007-2009.

Tra le più importanti imprese italiane presenti in Bulgaria, oltre ad ENEL, vanno menzionate la Miroglio (tessile, è entrata in Bulgaria nel 1999, e si è mostrata interessata all’acquisto della società immobiliare pubblica ADIS), Italcementi, Unicredit (che nel 1998 ha acquisito il controllo di Bulbank, il più importante gruppo bancario del Paese), nel settore del gas la SIAD , la  RIMINIGAS (che a febbraio 2005 è risultata vincitrice della gara della concessione della distribuzione di gas nella regione della Tracia), la ACEGAS AGP (che nell’aprile 2006 in joint venture con Costruzioni Dondi si è aggiudicata la gara per la costruzione e gestione della rete di distribuzione di gas della regione Zapad. L’investimento previsto è pari a 57 milioni di euro).

Unicredito-Bulbank, attraverso le quote dell’acquisita BankAustria, ha acquisito il 24,84% della quota azionaria del settore bancario e il 13,05% di quello assicurativo della holding finanziaria DZI. In tal modo il gruppo italiano è arrivato a detenere il 21,7% della quota del mercato bancario bulgaro.

Nel settore delle infrastrutture, dopo l’impianto di depurazione della acque urbane della città di Targovishte, attualmente in costruzione, il gruppo pugliese Intini, attraverso il consorzio stabile UNILAND, si è aggiudicato la realizzazione dei lavori di adeguamento dell’impianto di depurazione della città di Schoumen. Finanziata con fondi europei, l’esecuzione dei lavori, per un importo di circa 9 milioni di euro, sarà realizzata in collaborazione con partner locali. Si è venuti a conoscenza che le aziende italiane Pizzetti, Seli, Condotte e Ansaldo hanno presentato la documentazione per partecipare alla gara per la costruzione della metropolitana di Sofia ed hanno ottenuto il via libero dalla commissione di preselezione. I lavori dovrebbero iniziare nel secondo trimestre del 2008 e terminare entro la fine del 2011.

 

Molto importante è il ruolo che giocano le PMI, che, secondo le stime dell’ICE, sono oltre cinquecento. Molti di loro sono rappresentati nel Comitato Consultivo degli Imprenditori Italiani in Bulgaria (C.C.I.I.B.), organismo composto da rappresentanti di 146 società che fa capo all’Ambasciata.

 

Ulteriori opportunità potranno aprirsi in connessione con la realizzazione del Corridoio Paneuropeo VIII, che unirà il Mar Nero all’Adriatico, da Varna a Durazzo e, via mare a Brindisi.

 

Interessanti prospettive si aprono anche nel settore della Difesa. Galileo Avionica intende costruire in Bulgaria un centro regionale di riparazione di mezzi aerei di produzione europea e russa, che potrebbe diventare un polo logistico anche per i Paesi limitrofi. Il progetto dovrebbe essere realizzato in collaborazione con l’Agenzia statale russa incaricata dell’import-export di armamenti (Rosoboronexport) con la quale il gruppo italiano è legato da un accordo di cooperazione.

 

 

Relazioni culturali, scientifiche e tecnologiche

 

I rapporti culturali tra Italia e Bulgaria, tuttora facenti capo all’Accordo di collaborazione Culturale firmato a Sofia nel 1970 e all’Accordo di collaborazione Scientifica e Tecnologica firmato a Roma nel 1973, verranno presto regolati dal nuovo Accordo di cooperazione Culturale, Scientifica e Tecnologica, firmato a Sofia il 13 aprile 2005, la cui ratifica da parte italiana si è recentemente conclusa.

 

Intensa è la collaborazione interuniversitaria: la Bulgaria rientra nel Progetto “Università a colori”, per il quale l’Italia offre 60 mensilità di borse di studio per corsi di specializzazione post lauream, oltre alle 74 mensilità stabilite dall’Accordo di cooperazione.

A Sofia è presente dal 1971 una scuola elementare italiana con presa d'atto che si è trasferita presso la scuola bilingue di Gorna Banja nel 1995. Il numero complessivo degli alunni è di 16 unità. L’Italia eroga contributi per il funzionamento della scuola elementare italiana pari a circa € 6.000 l’anno. Presso il liceo di Gorna Banja è presente inoltre una sezione bilingue, frequentata da 268 alunni, che si avvalgono dell’opera di 3 unità di personale inviato dal MAE, e i cui titoli finali sono validi per la prosecuzione degli studi nelle Università di entrambi i Paesi. Il modello di Gorna Banja è stato utilizzato per la messa a punto, a fine 2005, di un accordo che concerne l’istituzione di classi di italiano con diploma bilingue finale a Sofia, Burgas, Plovdiv e Varna a partire dall'anno scolastico 2006/2007.

L’insegnamento della lingua italiana in Bulgaria, inserita nel curriculum scolastico come lingua obbligatoria o facoltativa, interessa attualmente 54 scuole di ogni ordine e grado, 250 docenti locali e circa 7.500 studenti. Nell'anno scolastico 2006/07 gli studenti di italiano come prima lingua sono stati complessivamente 13.000. Vi sono 33 Istituti Secondari nei quali viene insegnato l'italiano come prima e/o come seconda lingua straniera.

Il recente Accordo bilaterale fra Italia e Bulgaria (30 ottobre 2006) ha permesso inoltre la realizzazione di quattro progetti pilota nelle scuole “A. Dolchev” di Sofia, “G.S. Rakovski” di Burgas, “I. Vazov” di Plovdiv e “A. Rakovki” di Varna. Questa offerta di lingua e cultura va di pari passo con la penetrazione delle aziende italiane in Bulgaria e le conseguenti possibilità di occupazione, elemento di attrazione per i bulgari ed economie esterne per gli imprenditori italiani.

 

A livello universitario la lingua italiana viene insegnata da 2 lettori di ruolo che svolgono la loro attività presso l’Università San Clemente d’Ocrida di Sofia e presso l’Università Santi Cirillo e Metodio di Veliko Trnovo.

 

A Sofia è presente l’Istituto Italiano di Cultura, che realizza manifestazioni culturali di grande impatto e di buon livello qualitativo, spesso in collaborazione con istituzioni culturali locali e con il supporto di partner italiani, in particolare eventi musicali, anche per la notevole competenza e tradizione locale in questo settore.

 

A fine 2004, dopo sessant'anni di forzata chiusura,  è stato ricostituito il Comitato Dante Alighieri di Sofia, che ha quindi avviato, in collaborazione con l'Agenzia per il Lavoro della Regione Lombardia, corsi di italiano per personale specializzato (personale paramedico, operatori di call center ecc.).

 

 

Comunità del Paese in Italia e questioni migratorie

 

Il numero di cittadini bulgari legalmente soggiornanti in Italia al 31 dicembre 2006 corrispondeva a 14.981 unità.

Le nostre relazioni con la Bulgaria in materia migratoria sono buone e coerenti con gli indirizzi generali della politica migratoria italiana, tesa a favorire i percorsi regolari di immigrati nonché a prevenire e contrastare i flussi di clandestini.

La Bulgaria si trova al centro di un’area, quale quella balcanica, da cui provengono tuttora importanti flussi illegali, originari della stessa regione e dell’Asia. Un fenomeno particolare è quello del transito attraverso la Bulgaria di clandestini, prevalentemente turchi di etnia curda, che cercano di raggiungere l’Adriatico per via terrestre o marittima, spesso nascosti all’interno di veicoli commerciali.

 

Sul piano bilaterale, le relazioni si basano sull’accordo di riammissione firmato a Roma il 22 luglio 1998, che è entrato in vigore il 25 dicembre 1998 e viene applicato senza particolari difficoltà.

 

Comunità italiana in Bulgaria

 

La collettività italiana presente in Bulgaria ammonta a circa 600 connazionali, concentrati in prevalenza nell’area metropolitana della capitale Sofia e nell’area di Plovdiv, seconda città più importante del Paese.

L’emigrazione italiana - salvo casi eccezionali – risale in prevalenza agli inizi degli anni ’90 in seguito alla caduta del regime comunista.

Attualmente, la Circoscrizione consolare si caratterizza per la presenza di un numero elevato di imprenditori, che dimorano in Bulgaria per periodi di tempo più o meno limitati. Sono circa 1.000, infatti, le aziende italiane stabilite nel Paese che hanno de-localizzato parte o l’intera catena produttiva. E’ inoltre in aumento il flusso di turisti dall’Italia.

 

 

ASSOCIAZIONI

 

Il Com.It.Es è assente, data la limitata consistenza numerica della comunità italiana iscritta all’Anagrafe consolare.

Le associazioni di italiani sono quattro (Azzurri nel Mondo, Associazione dei Sardi, Associazione degli Umbri e Comitato degli Italiani nel Mondo – Sezione di Bulgaria), e sono regolarmente coinvolte da quest’Ambasciata sia in attività consolari di informazione e orientamento che in iniziative culturali e commerciali. La Sezione Consolare intrattiene un proficuo, intenso e tradizionale rapporto con il locale Comitato degli Imprenditori e la Camera di Commercio e si avvale, inoltre, della collaborazione del Consolato onorario in Plovdiv.

 


 

DATI STATISTICI BILATERALI

 

 

 

 

PRINCIPALI ESPORTAZIONI E IMPORTAZIONI ITALIANE (2006)

ESPORTAZIONI

IMPORTAZIONI

1. Macchinari (21,7%)

1. Prodotti della metallurgia (21,7%)

2. Filati,tessuti (13,5%)

2. Vestiario (16,4%)

3.Veicoli su strada (11,3%)

3. Calzature(15,4%)

2. Calzature (10,3%)

2. Prodotti tessili (14,2%)

5. Prodotti ICT (8,6%)

5. Macchinari (5,7%)

Fonte: Dati www.ice.gov.it

 

 

ESPORTAZIONI BULGARE (%):

IMPORTAZIONI BULGARE (%):

 

2002

2003

2004

2005

2006

 

2002

2003

2004

2005

2006

Turchia

9,3

9,1

9,9

10,3

11,4

Russia

14,5

12,6

12,7

15,8

17,2

Italia

15,4

14,0

13,1

12,3

10,1

Germania

14,3

14,3

14,6

13,5

12,4

Germania

9,5

10,8

10,2

9,9

9,6

Italia

11,3

10,2

9,8

8,9

8,7

Grecia

9,1

10,4

9,9

9,6

8,8

Turchia

4,9

6,1

6,0

6,1

5,9

Belgio

4,8

6,1

5,9

5,7

6,4

Grecia

6,0

6,6

5,7

5,0

4,9

 

Voci principali:

tessili e calzature, mobili, metalli, animali e prodotti vegetali, macchinari e accessori, prodotti chimici, minerali e combustibili, prodotti alimentari, bevande e tabacco.

 

Voci principali:

Macchinari e attrezzature da trasporto, minerali e combustibili, tessili e calzature, mobili, prodotti chimici e plastici, animali e prodotti vegetali, metalli, prodotti alimentari, bevande e tabacco.

 

INVESTIMENTI DIRETTI NEI DUE PAESI

 

In Bulgaria (1)

Milioni di $

% tot

In Italia (2)

milioni di €

% tot

 

1. Austria

2210.9

18.7%

1. Francia

4.752

30,9

2. Grecia

1187.0

10.0%

2. Lussemburgo

3.536

23,0

3. Germania

943.0

8.0%

3. Stati Uniti

1.314

8,5

4. Paesi Bassi

778.7

6.7%

4. Regno Unito

1.150

7,5

5. Italia

761.9

6.4%

5. Germania

1.073

6,9

6. Cipro

603.3

5.1%

6. Belgio

1.035

6,7

Fonte: (1) Rielaborazione ICE di dati della Banca Centrale bulgara (bnb.bg) e dell’Agenzia bulgara per gli Investimenti Esteri (investbg.government.bg) relativi al complesso degli investimenti dal 1992 al settembre 2005 (2) MAE-DGCE su dati ICE relativi ai flussi di investimenti esteri diretti dal gennaio al settembre del 2002. Il dato relativo alla Bulgaria non è presente nella graduatoria dei primi 36 Paesi.

 

 

SACE (30.06.2005 – milioni di Euro)

Categoria di rischio

4

Senza restrizioni specifiche

Impegni in essere (a)

81,48

 

Indennizzi erogati da recuperare (b)

57,20

Esposizione complessiva (a+b)

139,68

0,4 % del totale

ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEBITORIA

Ultima intesa Club di Parigi

13.04.1994

Fonte: MAE-DGCE

 

 

 

 

FLUSSI TURISTICI BILATERALI

 

dall’Italia

verso l’Italia

Gen-dic. 2004

28.337

138.838

Fonte: Ministero dell’Economia bulgaro http://www.mi.government.bg/eng/tur/stat.html)

 

 



[1] The CIA World FactBook 2008.

[2] Quattro deputati hanno lasciato il gruppo e figurano quali parlamentari indipendenti.

* Le ultime elezioni legislative si sono svolte il 25 giugno 2005.

 

[3]Nel Trattato di adesione era stata prevista una clausola di salvaguardia rafforzata con i due paesi che avrebbe consentito di rinviare l'adesione di un anno (ossia fino al 1° gennaio 2008) in caso di gravi carenze nell’applicazione dell'acquis.

 

[4] 1 SDR= 1,45889 USD (25.01.2006)

[5] Lo Stand-by Arrangement è l’accordo standard mediante il quale i paesi membri del Fondo che sperimentano temporanei squilibri della bilancia dei pagamenti sono autorizzati a prelevare un ammontare pari al 100% della propria quota su base annuale e al 300% della propria quota su base cumulativa dal Conto Generale delle Risorse. La durata tipica degli accordi è di 12-18 mesi, estendibili a 3 anni