Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Rapporti Internazionali | ||
Titolo: | RUSSIA - Incontro del Presidente della Camera dei deputati con l'Ambasciatore russo, S.E. Alexey Meshkov - Roma, 16 giugno 2008 | ||
Serie: | Schede Paese Numero: 24 | ||
Data: | 13/06/2008 | ||
Descrittori: |
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RUSSIA
Russia
– Federazione russa –
DATI GENERALI |
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Superficie |
17.075.000 Kmq |
Capitale |
Mosca |
Abitanti |
140.702.094 (stime luglio 2008) |
Tasso crescita popolazione |
-0.474% (stime luglio 2008) |
Speranza di vita |
totale: 66 anni (stime 2008) |
Tasso alfabetizzazione |
74,3% |
PIL |
1.289 mld US$ |
Crescita PIL |
+ 8,1% (2007) |
PIL pro capite |
9.077 US$ |
Composizione etnica |
Russi 79.8%, Tatari 3.8%, Ucraini 2%, Bashkiri 1.2%, altri 13,2% (2002) |
Religioni praticate |
Russi Ortodossi 15-20%, Musulmani 10-15%, altri Cristiani 2% (stime 2006 sui praticanti) |
SCADENZE ELETTORALI |
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Elezioni presidenziali |
2012 |
Elezioni legislative |
2011 |
Ambasciatore d’Italia nella Federazione Russa Vittorio Claudio SURDO |
Ambasciatore russo in Italia Alexei MESHKOV |
PRINCIPALI CARICHE DELLO STATO |
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Presidente della Repubblica |
Dmitriy Anatolyevich MEDVEDEV |
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Presidente della Duma |
Boris V. GRYZLOV |
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Presidente del Consiglio della Federazione |
Sergey M. MIRONOV |
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Vladimir Vladimirovich Putin |
Presidente del Governo |
Viktor Zubkov |
Primo Vice Presidente del Governo |
Igor Shuvalov |
Primo Vice Presidente del Governo |
Aleksandr Dmitrievich Zhukov |
Vice Presidente del Governo |
Aleksey Leonidovich Kudrin |
Vice Presidente del Governo |
Igor Sechin |
Vice Presidente del Governo |
Sergei Ivanov |
Vice Presidente del Governo e Capo dell’Amministrazione Presidenziale |
Sergei Sobyanin |
Vice Presidente del Governo e Capo dell’Amministrazione del Governo |
Ministeri subordinati al Presidente |
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Anatoly Serdyukov |
Ministro della Difesa |
Sergei Viktorovich Lavrov |
Ministro degli Affari Esteri |
Rashid Gumarovich Nurgaliev |
Ministro degli Affari Interni |
Aleksandr Konovalov |
Ministro della Giustizia |
Sergei Kuzhugetovich Shoigu |
Ministro per |
Ministeri subordinati al Primo Ministro |
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Aleksandr Avdeev |
Ministro della Cultura e dell’Informazione |
Viktor Borisovich Khristenko |
Ministro dell’Industria e del Commercio |
Andrey Aleksandrovich Fursenko |
Ministro dell’Istruzione e della Scienza |
Aleksey Kudrin |
Ministro delle Finanze |
Yuri Petrovich Trutnev |
Ministro delle Risorse Naturali e dell’Ecologia |
Tatiana Golikova |
Ministro della Sanità e dello Sviluppo Sociale |
Elvira Nabiullina |
Ministro dello Sviluppo Economico |
Igor Evgenevich Levitin |
Ministro dei Trasporti |
Igor Shchegolev |
Ministro delle Comunicazioni e dei Mezzi di Comunicazione di Massa |
Dmitrii Kozak |
Ministro per lo Sviluppo Regionale |
Aleksey Vasilevich Gordeev |
Ministro dell’Agricoltura |
Sergei Shmatko |
Ministro dell’Energia |
Vitali Mutko |
Ministro dello Sport, del Turismo e delle Politiche giovanili |
QUADRO ISTITUZIONALE
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Sistema politico
Nel dicembre 1993 la Federazione russa si è dotata di una nuova Costituzione, dai tratti fortemente presidenzialisti. La Federazione russa è composta da 89 entità (Repubbliche, regioni, territori autonomi e province). Con la riforma approvata nel 2004 a seguito dei fatti dell’attentato di Beslan, sono stati accentuati ulteriormente i poteri presidenziali (c.d. “verticalizzazione del potere”) ed è stata abolita la quota del proporzionale pure nelle elezioni per la Duma (era pari al 50% del totale e favoriva l’elezione di candidati “indipendenti” a discapito di quelli organizzati).
Presidente della Repubblica
Al Presidente federale sono conferiti ampi poteri normativi, di indirizzo della politica interna ed estera, di nomina del Capo del Governo e dei ministri essendogli attribuiti, inoltre, funzioni di garanzia circa il sistema costituzionale e la tutela dei diritti. A seguito della formazione di sette grandi distretti amministrativi, il Presidente della Repubblica ha anche il potere di nominare i sette Rappresentanti speciali che hanno il compito di assicurare l’applicazione delle leggi federali nei soggetti della Federazione e di vigilare sull’operato dei Governatori.
Grazie alla riforma del 2004, spetta al Presidente designare (ed eventualmente rimuovere) gli 89 Governatori della Federazione[1]. Il candidato designato è sottoposto alla ratifica delle Assemblee regionali. Se queste per due volte esprimono un voto negativo, possono essere sciolte con decreto presidenziale.
Fra gli organi dell’Amministrazione presidenziale si segnala il Consiglio di Sicurezza Nazionale[2] (di cui è stato recentemente nominato Segretario l’ex Ministro degli Esteri, Igor Ivanov) che riferisce direttamente al Presidente in ordine alle politiche strategiche e di sicurezza da adottare, sia in politica estera, sia in politica interna.
E’ presente anche un’Amministrazione presidenziale incaricata in particolare di redigere i decreti presidenziali e di coordinare le varie agenzie che fanno capo al Presidente.
Parlamento
Il Parlamento federale è articolato in due camere, la Duma di Stato ed il Consiglio della Federazione. La Duma consta di 450 deputati ed è eletta dal popolo ogni quattro anni, a suffragio universale, sulla base di un sistema interamente maggioritario (con barrage del 7%)[3]. L’attuale Duma è stata eletta il 2 dicembre 2007.
Il Consiglio della Federazione è composto da 178 membri e rappresenta (due membri per ogni soggetto) gli 89 organi esecutivi e legislativi dei “soggetti della Federazione” (Repubbliche, regioni e territori autonomi, province). In base alla riforma promossa dal Presidente Putin nel luglio 2000, a partire dal 2002 dei due membri chiamati a rappresentare i “soggetti della Federazione” in seno al Consiglio della Federazione, uno è designato dal Governatore con il consenso dell’assemblea legislativa locale e l’altro è eletto direttamente da quest’ultima. L’inizio del loro mandato dipende dalle elezioni delle singole entità federate. Per introdurre modifiche alla Costituzione occorre la maggioranza dei due terzi dei componenti della Duma, ovvero 301 seggi.
Composizione della Duma (elezioni del 2 dicembre 2007)
Partiti politici |
seggi |
Russia Unita |
315 |
Partito comunista |
57 |
Partito liberal democratico |
40 |
Una Russia giusta |
38 |
Governo
Il Potere esecutivo, diversamente da quanto avviene in altri Paesi aventi un ordinamento a carattere presidenziale, è ripartito tra un’Amministrazione presidenziale - dotata di un imponente apparato burocratico che spesso si articola in numerosi organi collegiali, e che incide largamente sulla concezione e sullo sviluppo degli indirizzi governativi - e la struttura ministeriale vera e propria, cui spettano concrete prerogative di attuazione a livello tecnico di quegli indirizzi. Di rilievo è la figura del Capo dell’Amministrazione di Governo, che ha il compito di coordinare l’attività del Governo e regolare i conflitti che possono insorgere tra le diverse Amministrazioni.
Magistratura
Il sistema giudiziario della Federazione Russa è disciplinato dalla Costituzione federale. La Corte Costituzionale controlla la legittimità delle leggi federali, degli atti normativi del Presidente, dei trattati internazionali e degli accordi interni fra i “soggetti” della Federazione. La Russia è l’unico Paese appartenente al Consiglio d’Europa a non avere ancora ratificato l’abolizione della pena di morte (che tuttavia non viene applicata grazie ad una moratoria).
Particolare importanza riveste il Procuratore Generale, che ha le seguenti funzioni: rappresentare lo Stato nei pubblici processi nonché gli interessi dei cittadini nei casi previsti dalla legge; controllare tutta l’attività investigativa ed accertare eventuali violazioni di legge commesse nell’emanazione di sentenze da parte dei tribunali, vigilare sull’applicazione di misure di coercizione e di limitazione della libertà personale emesse a sfavore dei cittadini. Il Procuratore Generale è nominato dal Presidente della Federazione e dura in carica cinque anni. La sua nomina deve essere approvata dalla maggioranza dei componenti del Consiglio della Federazione. I giudici di tutte le corti sono nominati a vita dal Consiglio della Federazione su proposta del Presidente della Federazione.
QUADRO POLITICO(a cura del Ministero degli Affari esteri)
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Fin dall’inizio del suo primo mandato (2000) il Presidente Putin si è posto l’obiettivo di restituire alla Russia quel ruolo di grande potenza cui sembra destinato per collocazione geo-politica, potenziale demo-economico e genio creativo del suo popolo. Tale obiettivo impone la modernizzazione delle infrastrutture, la privatizzazione dell’economia, il rafforzamento del sistema bancario, lo sviluppo dell’agricoltura e dell’industria, lo snellimento degli apparati amministrativo e giudiziario. La chiave di volta di queste riforme è lo sviluppo economico, requisito essenziale per attirare gli investimenti stranieri, apportatori di capitali e di tecnologie.
La riforma promossa da Putin nel marzo
Nonostante gli sforzi in senso riformista e l’ampio consenso interno di cui gode Putin per l’opera di riordino avviata, permangono tuttavia sul tappeto numerose questioni irrisolte, tra cui la Cecenia (v. para 2). Più in generale, i tratti di centralismo e di autoritarismo che caratterizzano il sistema di governo russo alimentano accuse di insufficiente rispetto delle libertà civili e democratiche e di scarsa tutela dell’autonomia dei media. Oscuri rimangono gli episodi che hanno coinvolto giornalisti, personaggi del “dissenso” e degli ambienti economico-industriali.
Il 12 settembre 2007 il Primo Ministro Fradkov ha presentato le dimissioni al Presidente Putin, il quale ha indicato come successore Viktor Zubkov (Capo del Servizio Federale di Monitoraggio Finanziario presso il Ministero delle Finanze): la sua nomina è stata approvata dalla Duma il successivo 14 settembre.
Le elezioni del 2 dicembre 2007 per il rinnovo dei 450 seggi della Duma di Stato hanno visto il partito “Russia Unita” imporsi con largo margine (64,3% delle preferenze, che garantisce una maggioranza superiore a quella costituzionale dei due terzi). A causa dell’alta soglia di sbarramento, delle undici forze politiche ammesse alla competizione solo quattro sono entrate nella Duma: oltre a “Russia Unita”, i Comunisti di Zyuganov (11.6%), i Liberal-democratici di Zirinovsky (8,1%), entrambi in calo rispetto alle elezioni del 2003, e "Russia Giusta" di Mironov (7,8%), la formazione di sinistra pro-putiniana creata l’anno scorso.
Gli osservatori occidentali (Assemblee Parlamentari dell'OSCE e del Consiglio d'Europa; per contro, l’ODIHR ha rinunciato ad inviare una propria missione di monitoraggio adducendo le difficoltà frapposte dalle autorità russe) hanno dato un giudizio negativo sulla regolarità della consultazione evidenziando carenze tali da condizionare il corretto svolgimento del processo elettorale: eccessivo coinvolgimento dello Stato con conseguenti abusi di potere, faziosità dei media, difficoltà per le piccole formazioni derivanti dalla nuova legge elettorale, vessazioni nei confronti dei partiti di opposizione. Questi ultimi hanno denunciato brogli e violazioni amministrative rifiutandosi di riconoscere la legittimità dei risultati elettorali.
Le elezioni erano state precedute da manifestazioni di protesta organizzate a Mosca e San Pietroburgo dalla coalizione di opposizione radicale (“L’altra Russia”) e sfociate in scontri con la polizia che ha fermato alcuni manifestanti tra cui uno dei principali avversari del Cremlino, Kasparov, rilasciato dopo alcuni giorni.
Putin, nel rispetto dei dettami costituzionali, ha deciso di non presentarsi per un terzo mandato presidenziale, ma ha espresso pubblicamente la propria volontà di continuare a svolgere un ruolo influente nella politica russa, intanto come capolista (ma non membro) del partito di maggioranza relativa “Russia Unita” alle elezioni parlamentari del 2 dicembre scorso.
Russia Unita ha individuato nel Primo Vice Primo Ministro Medvedev il proprio candidato alle presidenziali di marzo, cui il Presidente Putin ha dato il suo pieno appoggio, rendendone praticamente scontata l’elezione.
Le elezioni presidenziali del 2 marzo u.s. sono state vinte con un ampio margine da Medvedev, che ha raccolto il 70,28% dei consensi, contro il 17,7% del candidato comunista Zyuganov, il 9,3% del liberal-democratico Zhirinovsky e l’1,3% del democratico Bogdanov. L’opposizione ha affrontato la scadenza elettorale priva di omogeneità sia per i candidati che per i programmi.
Tra i principali impegni del nuovo Presidente, insediatosi il 7 maggio, vi sarà sicuramente quello di rassicurare l’opinione pubblica internazionale sulla sincera volontà russa di proseguire sulla strada delle riforme interne sgombrando il campo dalle riserve alimentate da ultimo dalla non ineccepibile tenuta delle ultime elezioni parlamentari e presidenziali, giudicate nel complesso negativamente dagli scarsi osservatori occidentali che vi hanno partecipato (l’ODIHR/OSCE ha rinunciato ad inviare proprie missioni di monitoraggio adducendo le difficoltà frapposte dalle autorità russe).
La solida maggioranza parlamentare di cui dispone alla Duma sosterrà Medvedev nel suo programma di riforme interne, dilotta alla corruzione e di rafforzamento dei diritti e delle libertà fondamentali, confermato già nelle sue prime esternazioni.
La nomina di Putin a Capo del Governo, proposta da Medvedev subito dopo il suo insediamento,è stata immediatamente approvata dalla Duma (8 maggio) con i soli voti contrari del Partito Comunista.
La nuova squadra di governo non presenta cambiamenti radicali, anche se non mancano alcune significative novità, tra cui l’aumento del numero del Vice-Primi Ministri (che da 5 passano a 7). Da segnalare inoltre il passaggio dei più stretti collaboratori di Putin dal Cremlino alla Casa Bianca: Sobyanin (ex-Capo dell'Amministrazione presidenziale), Sechin (ex-Vice di Sobyanin) e Shuvalov (ex-Sherpa G8) diventano Vicari del Premier con incarichi di rilievo. L’ex-Capo del Governo Zubkov diventa Primo Vice Premier (accanto a Shuvalov).
Restano immutati, tra gli altri, i titolari dei portafogli dell'Interno, degli Esteri e della Difesa. La Nabiullina si vede rinnovato l'incarico di Ministro dello Sviluppo economico, perdendo tuttavia la competenza commerciale che passa a Khristienko, a sua volta confermato all'Industria, ma privato del comparto energetico. Le competenze in materia di energia, strutturate in un dicastero a sé, passano a Shmatko (ex Capo del colosso statale per la costruzione delle centrali nucleari, Atomstroiexport).
Un ruolo prioritario continua ad essere conferito a Kudrin (Vice Premier e Ministro delle Finanze), oggetto di incondizionata fiducia da parte di Putin. Si nota inoltre un progressivo ridimensionamento della componente conservatrice del sistema: oltre al significativo declino dell'ex-candidato alla Presidenza, Sergey Ivanov, e del Capo dei Servizi, Patrushev, vanno in questo senso la nomina di un uomo di Medvedev al Ministero della Giustizia (Konovalov), nonché la forte ascesa del liberale Shuvalov.
Per snellire i processi decisionali del Governo Putin ha istituito il un nuovo organismo nell'ambito dell'esecutivo, il "Praesidium", una sorta di Consiglio dei Ministri ristretto, composto da Primo Ministro, i sette Vice Primi Ministri e sette Ministri (Esteri, Difesa, Interno, Sviluppo regionale, Sviluppo economico, Salute, Agricoltura), che si riunirà una volta alla settimana (mentre l’intero Gabinetto una volta al mese).
La fermezza dimostrata da Putin sul piano della politica interna si è accompagnata ad un notevole pragmatismo in politica estera che, nell’ambito di un progetto di ancoraggio della Russia all’Occidente, è funzionale a restituire al Paese la capacità di svolgere un ruolo di primo piano sulla scena internazionale. Questa aspirazione si sostanzia in una politica esteramultipolare volta a contrastare l’emergere di nuove egemonie sullo scacchiere internazionale.
Il rapporto con gli Stati Uniti resta solido, ma si sviluppa in un clima di crescente conflittualità. Nel rapporto sulla Russia del Council on Foreign Relations (marzo 2006) venivano stigmatizzati, tra l’altro, la deriva autoritaria interna avviata da Putin, la forte limitazione delle libertà individuali e di espressione e l’uso spregiudicato dell’arma energetica. Il rapporto riflette opinioni diffuse nel Congresso e nell’opinione pubblica, che l’Amministrazione ha gradualmente fatto proprie, pur mantendendo un approccio pragmatico. Il nucleo centrale del partenariato con gli Stati Uniti rimane l’azione di contrasto al terrorismo internazionale ed alla proliferazione delle armi di distruzione di massa, ma sostanziali differenze di approccio sono emerse in relazione a diversi dossier dell’attualità internazionale, tra cui l’Iran ed il Kossovo.
Fra i principali elementi di frizione vi è senz’altro il c.d. “Vicino Estero”, Europa orientale, Asia centrale e Caucaso, regioni nelle quali è percepibile uno strisciante contrasto di opposte sfere di influenza. Preoccupata per le possibili “derive filo-occidentali” nello spazio post-sovietico, Mosca ha dato il via ad un grande attivismo politico e diplomatico finalizzato al recupero di posizioni nell’area.
Da ultimo, l’annuncio
da parte statunitense del dispiegamento, nei prossimi anni, di installazioni
per un sistema antimissilistico in
Polonia e Repubblica Ceca ha provocato forti reazioni a Mosca. In diverse
occasioni pubbliche (discorso al Wehrkunde di Monaco del
Pur mantenendo gli obiettivi di fondo della precedente Amministrazione, Medvedev tenterà di riannodare un dialogo con l’Occidente che conosce attualmente numerosi fattori irritanti: scudo missilistico USA, sospensione russa dell’applicazione del CFE, allargamento NATO a Ucraina e Georgia, insofferenza russa per l’attivismo occidentale nel proprio “estero vicino”, Kossovo, critiche occidentali verso le dinamiche interne russe (elezioni, diritti umani, rischi di una deriva autoritaria nel Paese), temi energetici. Lo ha confermato l’ultimo evento che ha visto la partecipazione di Putin come Presidente russo, il Vertice NATO di Bucarest (2-4 aprile 2008), nel corso del quale, pur permanendo divergenze serie su allargamento e difesa missilistica, si sono registrati significativi progressi in materia di transito attraverso il territorio russo di materiale militare destinato ad ISAF, di formazione sul narcotraffico per i Paesi dell'Asia Centrale e di partecipazione russa al sistema di sicurezza aereo.
Anche l’incontro di Sochi, sul Mar Nero, tra Bush e Putin (6 aprile 2008), conclusosi con l’adozione di una “Dichiarazione strategica” bilaterale, ha testimoniato la volontà di entrambe le parti di impostare i rapporti USA-Russia in modo meno conflittuale evidenziando le aree in cui approfondire la cooperazione (non proliferazione, contrasto al terrorismo, energia, cooperazione economica). Alla Dichiarazione di Sochi è seguita la firma di un accordo bilaterale (6 maggio) sullo scambio di tecnologie e sull’arricchimento da parte russa dell’uranio di origine americana utilizzato da Paesi terzi.
Vi è stata infine una positiva svolta per quanto riguarda i rapporti UE-Russia: lo scorso 21 maggio, infatti, grazie alla decisione lituana di rimuovere il suo veto, è stato finalmente raggiunto un accordo tra gli Stati membri dell’Unione per l’avvio dei negoziati per il nuovo accordo di partenariato.
Quanto ai rapporti
con
Va comunque segnalato
che a maggio 2007
A partire dal 2004
Malgrado
la storia, la geografia, la complementarietà dei sistemi produttivi, gli
interessi economici e la presenza di una forte minoranza russa (25-30% della
popolazione) rendano indispensabile il mantenimento di buoni rapporti con
Motivi di contrasto fra due Paesi rimangono le trattative per la demarcazione dei confini marittimi del Mare d’Azov e dello Stretto di Kerch, lo status della flotta russa a Sebastopoli, la questione dell’”Holodomor” (la grande carestia del 1932-33) di cui da parte ucraina si chiede il riconoscimento internazionale quale “genocidio”, e non ultimo lo status della lingua russa.
Per
A marzo 2008 Gazprom è tornata a minacciare
l’interruzione delle forniture di gas all’Ucraina adducendo un mancato
pagamento per un valore di 1.5 miliardi di dollari. La potenziale crisi è stata tuttavia
scongiurata nel corso della visita di Yuschenko a Mosca il 12 febbraio, quando
è stato raggiunto un accordo: oltre al saldo del
debito, è stata deciso un gruppo di lavoro per giungere a una
razionalizzazione – vuoi eliminazione – delle società intermediarie di gestione
e distribuzione del gas RosUkrEnergo e UkrGazEnergo. Quanto al prezzo del gas
per il 2008 esso dovrebbe restare inalterato (179,5$ per
Medvedev e Yushchenko
si sono incontrati il 6 giugno
Inoltre, in paragone
con l’Ucraina e soprattutto con
A partire dal 1995 una serie di intese bilaterali mirava a realizzare una progressiva integrazione tra Belarus e Russia: l’accordo sul regime di libero scambio (1995) e un Trattato sull’Unione (1999). Il processo di integrazione bilaterale si sta di fatto trascinando da un decennio con alti e bassi, in un alternarsi di proclami retorici (che farebbero pensare a una fusione imminente) ed un interminabile mercanteggiamento sui dettagli. I negoziati sul progetto di Costituzione sembrano essersi arrestati in particolare sulla questione dei poteri che dovrebbero essere devoluti in esclusiva all’Unione. Ciò non toglie che si sia arrivati ad un notevole livello di integrazione con l’istituzione di un “Consiglio Supremo” dei due Presidenti (il Presidente Putin si è recato appositamente a Minsk a dicembre 2007), del Consiglio dei Ministri (riunitosi a Minsk lo scorso ottobre; la delegazione russa era capeggiata dal Primo Ministro Zubkov) e dell’Assemblea Interparlamentare.
Peraltro, anche al fine di attenuare le conseguenze dell’aumento del prezzo dell’energia sull’economia bielorussa, in occasione della sua visita a Minsk di dicembre Putin ha annunciato la concessione di un prestito (stabilization loan) pari ad un miliardo e mezzo di dollari Usa.
Dopo un
negoziato molto teso, il
A febbraio 2007 è stato concluso un nuovo
accordo sulle
tariffe di transito del petrolio russo attraverso il territorio bielorusso
tra la società bielorussa Gomeltransneft e
Le gravi crisi
istituzionali che hanno investito, in rapida successione, alcuni Paesi del c.d.
Estero Vicino (Georgia, Ucraina, Kyrgyzstan, Uzbekistan) hanno generato a Mosca
preoccupazione ed imbarazzo.
Nel corso della
riunione del Consiglio dei Capi di Governo della CSI svoltasi a Minsk il 23
maggio 2008 il Primo Ministro Putin ha confermato che i temi energetici, dei
trasporti e dell’immigrazione, costituiscono le principali aree di cooperazione
sulle quali
Creazione di un'Unione doganale nell’ambito della Comunità Economica Euroasiatica (EurAsEC)[6]
In occasione del Vertice informale EurAsEC dell’agosto 2006 Russia, Bielorussia e Kazakhstan hanno sottoscritto un documento con cui si sono impegnati a creare una base legale per l'istituzione di una Unione doganale da istituirsi entro due anni. A gennaio 2008 i Primi Ministri di Russia, Bielorussia e Kazakhstan hanno firmato 9 dei 27 accordi commerciali necessari per dare avvio all'Unione doganale.
Il documento del 2006 è stato firmato anche da Kirgyzizstan, Tagikistan e Uzbekistan, che aderiranno all'Unione in una fase successiva.
Anche il continente
asiatico è al centro dell’interesse della politica estera russa.
La nuova fase positiva dei rapporti sino-russi (
Il Presidente Medvedev ha avuto come destinazione del suo secondo viaggio all’estero la Cina (maggio 2008), a conferma della priorità che i rapporti con Pechino rivestono per Mosca anche dopo il passaggio di consegne al Cremlino. La crescente attenzione di Mosca verso lo scacchiere asiatico si traduce anche nella ricerca di forme di collaborazione economica e politica sempre più avanzate con l'India. A tale dinamica contribuiscono la sostanziale sintonia con Delhi sui principali temi dell'attualità internazionale, il dinamismo dell'economia indiana, la potenziale complementarietà dei due sistemi economici, il crescente fabbisogno energetico di Delhi, nonché le promettenti prospettive della già fruttuosa collaborazione bilaterale nel settore militare, creando i presupposti per l'ulteriore sviluppo della collaborazione nel settore energetico, spaziale, delle comunicazioni e militare.
In occasione della riunione dei Ministri degli Esteri di Russia, Cina ed India (novembre 2007) è stata raggiunta un’intesa volta ad istituzionalizzare la collaborazione economica triangolare, in particolare nei settori dell'energia, dello sviluppo delle nanotecnologie, dell'informatica e dell'agricoltura.
A maggio
RELAZIONI CON L’UNIONE EUROPEA
I rapporti fra UE e
Russia si articolano intorno ai Quattro Spazi Comuni (Economico; di Libertà,
Sicurezza e Giustizia; di Sicurezza Esterna; di Ricerca, Istruzione e Cultura).
Definiti formalmente al Vertice
UE-Russia del
Permangono difficoltà nel rapporto con laRussia soprattutto
sulle questioni energetiche: Mosca ha espresso forti diffidenze verso le proposte
della Commissione contenute nel Terzo Pacchetto per la liberalizzazione del
mercato energetico europeo, in particolare per ciò che riguarda l’unbundling (separazione proprietaria
delle reti di trasmissione di elettricità e gas dalle attività di produzione e
fornitura, in modo tale che uno stesso soggetto non possa avere interessi in
entrambi gli ambiti).
Le relazioni UE-Russia sono peraltro molto solide sul piano
economico-commerciali: l’UE rappresenta il primo partner commerciale per
Il 1°
giugno 2007 è entrato in vigore l’Accordo tra
[1] Il 9 marzo 2005, per la prima volta Putin si è avvalso della facoltà di rimuovere il Governatore della regione Koryakia, Loghinov, per non aver saputo garantire il riscaldamento ai cittadini della provincia. Al momento, Putin ha già provveduto a nominare diversi Governatori.
[2] E’ stato creato nel 1992 ed è presieduto dal Presidente della Federazione. Lo stesso Putin ne è stato Segretario nel 1999 prima di diventare Primo Ministro e poi Presidente. Ivanov sostituisce Vladimir Rushailo, passato alla carica di Segretario della CSI.
[3] Il 30 giugno 2006, la Duma ha approvato definitivamente una riforma elettorale intesa a punire i deputati “sleali” nei confronti del proprio partito, punendoli con la sospensione dalla carica legislativa e sbarrando la strada per un passaggio politico all’opposizione. Il Parlamento ha inoltre posto fine alla possibilità di “votare contro tutti” riservata agli elettori che avessero voluto esprimere il proprio dissenso contro tutti i candidati. La norma antitrasformismo renderà impossibili non solo le “aggregazioni” all’interno del Parlamento ma impedirà anche il sostegno a partiti da parte di candidati di altri schieramenti durante le campagne elettorali.
[4] In base a tale
intesa, nel 2007 il Belarus pagherà il gas che importa dalla Russia 100 dollari
per
[5] Le intese che hanno posto fine al braccio di ferro prevedono una riduzione dei dazi sull'importazione di petrolio russo in Belarus a 53 dollari per tonnellata (rispetto ai 180 fissati a dicembre), con un incremento indicizzato negli anni futuri. Minsk accetta che la riesportazione di greggio e dei suoi prodotti derivati sia sottoposta ad un regime di dazi concordati che prevede una ripartizione nei proventi del 30% al Belarus e del 70% alla Federazione russa nel 2007, che diventerà rispettivamente del 20 e 80% nel 2008 e del 15 e 85% nel 2009, corrispondente di fatto alla proposta iniziale russa, ma a decorrere dal 2009 (e non dal 2007).
[6] Della Comunità Economica Eurasiatica fanno parte Federazione Russa, Bielorussia, Kazakhstan, Kirgikistan, Tajikistan ed Uzbekistan, mentre Moldova, Ucraina ed Armenia hanno lo status di osservatori.