Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: PAKISTAN - Incontro del Presidente della Camera con l'Ambasciatore della Repubblica Islamica del Pakistan, Sig.ra Tasnim Aslam - Roma, 12 giugno 2008
Serie: Schede Paese    Numero: 19
Data: 11/06/2008
Descrittori:
PAKISTAN   POLITICA ESTERA

PAKISTAN

DOSSIER SCHEDE - PAESE

 

XVI legislatura

n. 19

11 giugno 2008

CAMERA DEI DEPUTATI

Servizio Rapporti internazionali

 


 

REPUBBLICA ISLAMICA DEL PAKISTAN

 

 


 

CENNI STORICI (a cura del MAE)

 

 

Il Pakistan è divenuto indipendente nell’agosto del 1947, a seguito della campagna indipendentista della Lega Musulmana di Alì Jinnah ‑ considerato ancora oggi Padre della Patria ‑  che portò alla separazione dell’Impero Britannico delle Indie in due dominions: il Pakistan (a maggioranza islamica) e l’Unione Indiana (a maggioranza induista). La divisione dell’Impero britannico lasciò insolute alcune questioni che si rivelarono in seguito fonti di conflitto, prima tra tutte quella del Kashmir. La decisione del maharajah indù di questo principato a maggioranza musulmana di unirsi all’India contro la volontà del suo popolo causò due guerre (nel 1948 e nel 1965) tra Pakistan e India e una situazione di tensione che perdura ancora oggi. Una terza guerra tra i due vicini ebbe luogo nel 1971, quando l’India intervenne nel conflitto che portò alla secessione del Bangladesh, sino a quel momento incluso nel territorio pakistano.

Un’altra eredità dell’impero coloniale rivelatasi fonte di instabilità per Islamabad è lo status delle aree tribali nelle Province della North West Frontier e del Baluchistan, abitate prevalentemente da popolazioni pashtun affini a quelle afghane, che godono tradizionalmente di un amplissimo grado di autonomia e sono di fatto governate da signori feudali al comando di milizie armate. Lo stesso confine tra Pakistan e Afghanistan, tracciato dagli inglesi alla fine dell’800, non viene di fatto riconosciuto dalle tribù locali, che alimentano in quelle aree il transito di armi, stupefacenti e terroristi.

La vita politica pakistana è stata caratterizzata dall’alternanza di regimi militari e governi civili comunque autoritari. Tra i vari regimi autoritari, particolare impatto sulla situazione del Pakistan odierno ha avuto quello del Generale Zia ul Haq, che nel 1977 rovesciò il governo di Zulfikar Alì Bhutto (poi giustiziato nel 1979) instaurando un regime militare destinato a durare 11 anni. Zia ul Haq avviò una campagna di islamizzazione del Paese, introducendo nella legislazione pakistana, modellata sul diritto britannico, elementi di sharia islamica. Alla morte di Zia ul Haq, nel 1988, la figlia di Bhutto, Benazir, leader del PPP, fu democraticamente eletta Primo Ministro. Costretta alle dimissioni nel 1990, fu rieletta nel 1993 e rimase in carica fino al 1996. Nel 1997 la Lega Mussulmana (Partito nazionalista laico) vinse le elezioni portando al potere Nawaz Sharif.

Il 12 ottobre 1999 il colpo di Stato del Generale Pervez Musharraf rovesciò Nawaz Sharif ‑  costretto all’esilio forzato, così come la Bhutto – riportando i militari alla guida di un Paese sull’orlo della bancarotta economica e per di più isolato dalle sanzioni internazionali imposte dopo i test nucleari dell’anno precedente. Musharraf ha avviato, con le elezioni del 2002, un graduale processo di democratizzazione, accompagnato da una serie di riforme economiche e sociali, che sono state alla base di un sostenuto sviluppo economico. A partire dal 2005, egli si è tuttavia trovato alle prese con una serie di nodi irrisolti (primi fra tutti, la difficoltà a mantenere il controllo su ampie porzioni del territorio nazionale ed i periodici cedimenti ai fautori della talibanizzazione del Paese) che hanno seriamente intaccato l’immagine di un Pakistan avviatosi sulla via della modernizzazione e della “moderazione illuminata”.  

Le difficoltà insite nel difficile processo di crescita e maturazione democratica del Paese si sono drammaticamente rivelate nel corso del 2007, in vista delle elezioni svoltesi nello febbraio 2008.  

 

 


 

DATI GEO-POLITICI

 

Il Pakistan si colloca in seconda posizione per numero di mussulmani dopo l’Indonesia; è membro fondatore della Conferenza Islamica, fa parte della South Asian Association for Regional Cooperation, delle Nazioni Unite, del WTO, del Gruppo dei 77; è il principale alleato non NATO degli Usa ed è uno Stato nucleare.

 

DATI GENERALI 2008

Superficie

803.940 Kmq (circa 2 volte e mezzo la superficie dell’Italia

Capitale

ISLAMABAD

Abitanti

167.803.560(56,4%della popolazione è compresa nella fascia tra i 15 e i 64 anni)

Tasso di crescita della popolazione

1,8%

Speranza di vita

64,13 anni

Mortalità infantile

66,95 per mille

Composizione etnica

Punjabi 48,2%; Sindhi 11,8; Pashtun13,1; Baluchi, Muhajir (profughi dall’India all’epoca spartizione)

Tasso di alfabetizzazione

49,9%

Lingue

urdu e inglese (ufficiali), punjabi 48%, sindhi 22%, pashtu 8%, baluchi 3%

Religioni praticate

musulmani 97% (sunniti 77%, sciiti 20%), cristiani, indù e altri 3%

Fonte: The CIA World Fact Book 2008

 

 

 

 

 

 

CARICHE DELLO STATO

 

Presidente della Repubblica

 

Generale Pervez MUSHARRAF dal 2001[1]

 

Primo Ministro

 

Yusaf Raza GILANI

 (Pakistan People’s Party PPPdell’ex Premier Benazir Bhutto)dal 25 marzo 2008

Presidente del Senato

Mohammedmian SOOMRO (Lega Mussulmana del Pakistan- Qaid i Azam che supporta il Presidente Musharraf) dal 12 marzo 2003

 

Presidente dell’Assemblea Nazionale

Fahmida MIRZA (PPP) dal 19 marzo 2008

 

Ministro degli Esteri

Shah Mehmood QURESHI (PPP) dal 31 marzo 2008

 

 

 

SCADENZE ELETTORALI

 

Assemblea Nazionale

 

2013

Senato

 

2009

Presidente della Repubblica

 

2012


 

QUADRO POLITICO

 

 

Governo in carica

 

Il 14 maggio 2008, sono usciti dal governo formatosi il 24 marzo 2008, i 9 Ministri della Lega Mussulmana del Pakistan-Nawaz PML-N (dell’ex Premier Nawaz Sharif) che costituivano con il Partito del Popolo Pachistano (PPP) l’altra componente principale del governo di coalizione formatosi all’indomani delle elezioni del febbraio 2008.  Allo stato attuale il Premier Gilani guida ancora un governo di coalizione formato dal PPP (a cui appartengono la maggioranza dei ministri), dall’Awami National Party (partito Pashtun secolare) con 2 ministri e del Jamiat Ulema-I-Islam (partito musulmano di matrice religiosa) con 1 ministro, a cui si aggiunge un membro rappresentante l’Area Tribale Amministrata a livello Federale. Il governo Gilani si trova ad affrontare una grave situazione economica e un crescente malcontento popolare dovuto alla crisi energetica, alla crisi alimentare e all’aumento dell’inflazione.    

Si ricorda che il 9 marzo 2008, all’indomani dei risultati elettorali, la nuova maggioranza parlamentare (ovvero, PPP e PML-N) aveva siglato un patto di governo, nel contesto di un esecutivo di coalizione, che assegnava al PPP il Governo federale e la Presidenza dell’Assemblea Nazionale ed al PML‑N la guida del Governo e dell’assemblea Legislativa del Punjab, la provincia più ricca e popolosa del Pakistan. Il 24 marzo è stato così eletto Primo Ministro, a maggioranza schiacciante dall’Assemblea Nazionale,  Yusaf Raza Gilani, esponente del PPP e stretto collaboratore della Bhutto. Gilani nel primo discorso al Parlamento subito dopo la proclamazione della sua vittoria, ha chiesto l'immediata liberazione dei giudici, agli arresti domiciliari dallo scorso novembre per ordine di Musharraf. Gilani ha anche citato Benazir Bhutto chiedendo all’Assemblea Nazionale di approvare una risoluzione per una inchiesta delle Nazioni Unite sull'assassinio della Bhutto[2]. Il Premier ha poi citato i problemi di vita quotidiana del Pakistan, tra cui la mancanza di elettricita', e ha detto che il governo non risparmiera' sforzi per risolverli e per assicurare ai pachistani una vita migliore. Nel successivo discorso al Parlamento nel corso della presentazione del suo programma di governo (29 marzo 2008) il Premier ha sostenuto la necessità di portare avanti la lotta contro il terrorismo e proposto il negoziato agli integralisti islamici disposti a deporre le armi.Gilani ha anche promesso un pacchetto speciale di riforme economiche e politiche per le aree tribali, nel quadro di una strategia di contrasto dell'estremismo "che trova nell'analfabetismo e nella poverta' terreno fertile".

La divergenza di vedute sul reintegro dei giudici della Corte Suprema deposti da Musharraf nel novembre 2007 ha tuttavia determinato le dimissioni, il 14 maggio 2008, dei nove Ministri del partito di Sharif, che ha annunciato il suo appoggio esterno al governo. La coalizione PPP e PML-N, pur con qualche difficoltà,  è ancora operativa nel Punjab.

 

Composizione del Parlamento

Il 17 febbraio 2008 si sono svolte le elezioni per il rinnovo della Camera bassa e delle Assemblee legislative provinciali. Le elezioni, che erano programmata per gennaio, hanno avuto luogo in una atmosfera tesa  a seguito dell’assassinio il 27 dicembre 2007 dell’ex Premier Benazir Bhutto.

Meno del 40% degli aventi diritto hanno partecipato al voto.

Assemblea Nazionale (342 seggi)

PARTITI

SEGGI

Pakistan People’s Party (PPP) (dell’ex Premier Bhutto)

123

Lega Mussulmana del Pakistan-Nawaz (PML-N) (dell’ex Premier Nawaz Sharif)

91

Lega Mussulmana del Pakistan - Qaid i Azam (partito vicino a Musharraf) 

54

Muttahida Quami Movement (partito provinciale del Sindh)

25

Awami National Party (ANP) partito pashtun secolare

13

Muttahida Majlis-i-Amal (un gruppo di 6 partiti di matrice islamica tra cui Jamiat Ulema I Islam)

7

Altri

8

Indipendenti

18

Vacanti

3

TOTALE

342

*Fonte: Election Commission of Pakistan

 

Da non trascurare il ruolo dei gruppi politici di pressione quali le Forze Armate, gli ambienti religiosi e a livello locale, i potenti proprietari terrieri e clan tribali.

 

Senato (100 seggi)

 

Le ultime elezioni risalgono al marzo 2006 con il rinnovo parziale di metà dei seggi

 

PARTITI

SEGGI

2006

Lega Mussulmana del Pakistan Qaid i Azam

 39

20

Muttahida Majlis-i-Amal (un gruppo di 6 partiti di matrice islamica)

 18

10

Pakistan People’s Party (PPP)

12

6

Muttahida Quami Movement (movimento federale nazionale)

   6

3

PML-N (dell’ex Premier Sharif)

   4

1

Altri

 10

6

Indipendenti

 11

4

TOTALE

100

50

* Fonte: UIP

 


 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

Il Pakistan è una Repubblica Federale; formalmente una repubblica parlamentare è di fatto una forma di governo semi-presidenziale. Il territorio è suddiviso in 4 province (Punjab, Sindh, Baluchistan e la Frontiera Nordovest) i cui governatori sono nominati dal Presidentea cui si aggiungono le Area tribali Amministrate a livello Federale (FATA) e la porzione amministrata dal Pachistan della regione disputata del Jammu e del Kashmir (Azad Kashmir e le Aree del Nord).

La Costituzione del 1973 emanata durante il governo Bhutto è stata più volte emendata. Nel 1999 a seguito del colpo di stato del 12 ottobre è stata sospesa ed è stata poi ripristinata nel dicembre 2002.  

A seguito di un referendum tenutosi nell’aprile 2002, Musharraf ha esteso il mandato presidenziale di altri cinque anni, riservandosi la facoltà di sciogliere il Parlamento. Sempre nel 2002 si è assistito al  ritorno del regime democratico con le elezioni del novembre e la seguente nomina di un civile a Primo Ministro. Tuttavia, malgrado l’accordo con il Parlamento in base al quale il Generale Musharraf  avrebbe dovuto rinunciare alla carica di Comandante in capo delle Forze Armate già nel 2004, la decisione è stata presa solo il 27 novembre 2007, un giorno prima l’insediamento di Musharraf alla carica di Presidente per il suo terzo mandato

 

Presidente della Repubblica

Il Presidente è il Capo dello Stato. E’ eletto da un collegio elettorale composto dal Senato, l’Assemblea Nazionale e dalle Assemblee provinciali, per un mandato di 5 anni rinnovabile solo una volta. Può essere messo in stato di accusa e rimosso dal suo ufficio dal voto dei 2/3 del Parlamento. Nel tempo, tuttavia, a seguito di vari colpi di stato militari e il ritorno ai regimi civili, le modifiche costituzionali hanno alterato i poteri e i privilegi del Presidente. La Costituzione attuale riconosce al Presidente dei poteri di riserva, soggetti all’approvazione o al veto della Corte Suprema, di sciogliere il Parlamento e dimissionare il Primo Ministro. Il Presidente presiede inoltre il Consiglio di Sicurezza Nazionale e nomina i vertici dell’esercito, marina e aeronautica militare.

 

Parlamento

Il potere legislativo spetta ad un Parlamento bicamerale (Majlis-E-Shoora), composto dall’Assemblea Nazionale e dal Senato.

L’Assemblea Nazionale (Camera bassa) rimane in carica per 5 anni ed è composta da 342 membri, direttamente eletti con sistema maggioritario (elettorato attivo è di 21 anni mentre l’elettorato passivo è di 25 anni); 60 seggi sono riservati alle donne e 10 alle minoranze non mussulmane (di cui 4 seggi ai cristiani, 4 agli indù, 1 ai Sikh, Buddisti e Parsi e 1 ai Qadiani).

Il Senato, istituito per la prima volta nel 1973, si compone di 100 membri, eletti indirettamente: 19 senatori sono eletti da ciascuna delle 4 Assemblee legislative provinciali, 8 sono eletti dall’Assemblea Nazionale provenienti dall’Aree tribali Amministrate dalla federazione (FATA)  e 3 provenienti dalla capitale federale. Il mandato è di 6 anni; un terzo dei suoi membri viene rinnovato ogni tre anni.

 

Sistema giudiziario:

Si basa sulla common law britannica, con forti elementi di diritto islamico (sharia) specialmente per quanto riguarda il diritto di famiglia e le questioni morali. E’ in vigore la pena di morte.

 


 

QUADRO ECONOMICO (a cura del MAE)

 

PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI

 

 

2004

2005s

2006 s

2007 s

2008 p

PIL (variazione % reale)

7,4

7,7

6,9

6,4

5,8

Inflazione media annua (%)

7,4

9,1

7,9

6,5

6,1

Saldo Bilancio Pubblico / PIL (%)

-1,7

-3,8

-7,4

-4,6

-4,3

Bilancia dei pagamenti

 

 

 

 

 

 - Esportazioni ( $mld)

13,3

15,4

17,0

20,4

24,7

- Importazioni ($ mld)

-16,7

-21,8

-26,7

-30,6

-37,5

- Saldo bilancia commerciale ($ mld)

-3,4

-6,3

-9,6

-10,2

-12,8

- Saldo transazioni correnti ($mld)

-0,8

-3,6

-5,3

-5,9

-7,8

- Saldo transazioni correnti/PIL (%)

-0,8

-3,3

-4,2

-4,1

-5,0

Debito estero totale ($mld)

35,5

33,7

36,0

39,5

43,4

Debito estero totale/PIL (%)

36,3

30,6

28,3

27,6

27,7

Debt service ratio (%)

21,1

9,9

10,7

8,4

7,8

Riserve valutarie lorde ($ mld)

9,8

10,0

11,5

14,5

16,4

Riserve valutarie lorde (mesi import.)

5,8

4,5

4,3

4,7

4,4

Cambio medio PKR/USD

58,26

59,51

60,27

60,82

62,00

Fonte: EIU, settembre 2007

s: stime; p: previsioni.

 

Quadro generale

L’economia pakistana all’inizio del nuovo millennio versava in condizioni di profonda crisi, acuita dalle sanzioni imposte da alcuni Paesi in seguito ai test nucleari del 1998 e dallo sfavore manifestato dalla comunità internazionale nei confronti del colpo di Stato militare di Musharraf. L’adesione alla coalizione antiterrorismo in seguito agli attentati dell’11 settembre ha consentito al Pakistan di uscire dall’isolamento eottenere il sostegno delle istituzioni finanziarie internazionali e del Club di Parigi, nonché di beneficiare di ingenti aiuti finanziari dai Paesi donatori, anche a seguito del terremoto del 2005. Ciò ha permesso l’avvio di un piano di stabilizzazione economica che ha portato, negli ultimi anni, ad un progressivo miglioramento dei principali indicatori macroeconomici, basato su politiche economiche sostenibili e credibili riforme strutturali, nonché su una maggiore attenzione per gli investimenti produttivi e lo sviluppo del settore privato.

Il tasso di crescita medio del PIL negli ultimi cinque anni si è attestato intorno al 7%, riconfermando il Pakistan come uno dei Paesi asiatici con il più alto tasso di crescita economica, dopo Cina e India. Tuttavia in questi ultimi mesi l’economia del Paese sta evidenziando preoccupanti segnali di declino (crisi energetica, crisi della farina, crescente inflazione, alto deficit delle partite correnti) dovuti principalmente  all’attuale fase di incertezza politica.

L’afflusso di investimenti internazionali, favorito anche da notevoli incentivi [3], è cresciuto vigorosamente negli ultimi anni, nonostante le preoccupazioni legate alla sicurezza del Paese, all’instabilità politica, alla scarsa trasparenza del sistema legale e giudiziario ed ai drammatici squilibri sociali (analfabetismo, povertà diffusa).I settori principali su cui il Governo punta nell’incentivare l’afflusso di capitali nonché i più economicamente interessanti riguardano il settore energetico (ed in particolare, la ricerca di fonti di energia alternative), il settore di ricerca ed esplorazione di petrolio e gas, ingegneria, settore abitativo, alberghiero ed infrastrutture.

Il vasto piano di privatizzazione va avanti: i più incoraggianti risultati si sono sinora ottenuti nei settori bancario e della telefonia, ma vanno progressivamente aprendosi anche i settori dell’energia, infrastrutture, petrolio e gas, distribuzione.

Molto, tuttavia, rimane da fare per incidere sulla problematica realtà di questo Paese, che si pone al 134º posto (su 177) nella graduatoria ONU sullo sviluppo umano ed al 92º posto (su 133) nella classifica dei Paesi più corrotti, redatta da Transparency International.

 

Congiuntura economica

Nel 2007, secondo le stime dell’Economist Intellicence Unit,la crescita economica del Pakistan si è mantenuta sostenuta, attorno al 6,4%, grazie al settore dei servizi (bancario ed assicurativo in particolare) che guida la fase di espansione in atto ormai nel Paese da diversi anni. All’aumento del PIL si è accompagnato, negli ultimi anni, un incremento significativo del reddito pro‑capite(925 dollari nel 2007 rispetto ai 586 del 2003) con riflessi positivi sulla capacità di spesa dei consumatori e in concomitanza con l’emergere di un ceto medio che va estendendosi.

Il debito estero è elevato rispetto ai Paesi dell’area (39,5 miliardi di USD circa nel 2007), tuttavia la riduzione dello stock e la sua natura quasi totalmente concessionalerendono la posizione debitoria del Pakistan sostenibile. Il livello delle riserve internazionali è adeguato (14,5 miliardi di USD circa, pari a 4,7 mesi di importazioni) e in aumento grazie ai flussi di capitale in entrata.

Per contro, restano preoccupanti l’alto tasso di crescita dell’inflazione (6,5% circa nel 2007), l’elevato deficit di bilancio (4,6% del PIL a causa di una ridotta base fiscale e di un sistema articolato di sussidi), il crescente deficit commerciale (‑10,2 miliardi di USD nel 2007) ed il conseguente deficit delle partite correnti (-6 miliardi di USD circa), solo parzialmente compensato dalle elevate rimesse degli emigrati (5,5 miliardi di USD nel 2006‑07) e dai finanziamenti esteri.

L’ingente flusso di investimenti diretti esteri (che hanno raggiunto il valore di 5,1 miliardi di USD nel 2006‑07 con un aumento del 46% rispetto all’anno precedente) mantiene comunque la bilancia dei pagamenti in attivo.Oltre un terzo degli IDE si riversa nel settore delle telecomunicazioni; seguono finanza e assicurazioni, petrolio e gas naturale. In larga misura i capitali provengono dal Regno Unito (18,7% nel 2006‑07), Stati Uniti (16,6%), Paesi Bassi (15,1%) e Emirati Arabi Uniti (12,9%). Anche gli investimenti pakistani all’estero stanno seguendo un rapido trend di crescita (100 milioni di USD nel 2006 contro i 44 milioni del 2005).

Di fronte al quadro sopra descritto, la Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale hanno più volte sottolineato la necessità di adeguate condizioni di stabilità politica, oltre che dell’adozione di misure volte a rafforzare la bilancia dei pagamenti e contenere il deficit commerciale. Politiche monetarie maggiormente restrittive sono altresì improcrastinabili, assieme ad una più flessibile gestione del tasso di cambio (il Pakistan mantiene de facto un regime di cambio a svalutazione controllata nei confronti del dollaro) ed al contenimento del deficit fiscale.

 

Relazioni economiche e commerciali con i principali Paesi partner

Dopo due anni caratterizzati da massicci incrementi, nel 2007 le importazioni pakistane[4] hanno rallentato la crescita (+14,6% rispetto al 2006, secondo le stime dell’Economist Intelligence Unit), raggiungendo comunque il valore record di 30,6 miliardi di USD. Al contempo le esportazioni[5]hanno seguito un trend di crescita più contenuto, attestandosi a fine 2007 su 20,4 miliardi di USD circa. Ne è conseguito, negli ultimi anni, un cronico deficit commerciale che ha raggiunto il valore record negativo di 10,2 miliardi di USD nel 2007, suscitando allarme nelle autorità pakistane, solo in parte attenuato dal fatto che il crescente passivo della bilancia  commerciale è legato a fattori di per sé positivi, quali l’importazione di beni capitali in grado di incrementare la capacità produttiva nazionale e, nel medio‑lungo periodo, di accrescere il volume dell’export.

Per l’anno fiscale luglio 2006‑giugno 2007(ultimo dato disponibile), la graduatoria dei principali fornitori del Pakistan, vede al primo posto la Cina (con una quota dell’11,6%, in forte crescita rispetto al 9,5% dell’anno precedente, sulla scia del trattato di libero scambio firmato con Islamabad nel novembre 2006), seguita dall’Arabia Saudita (con una quota dell’11,4% generata soprattutto dall’export di greggio), dagli Emirati Arabi (con una quota del 9,1% in gran parte alimentata da un traffico commerciale di transito), dagli USA (7,5%) e dal Giappone (5,7%, con una predominanza delle esportazioni di autoveicoli).

Nello stesso periodo, gli Stati Uniti sono risultati di gran lunga il principale mercato di sbocco per le merci pakistane, soprattutto tessili, con una quota del 24,6%, abbastanza stabile negli anni. Seguono gli Emirati Arabi (8,2%), il Regno Unito (5,6%) e l’Afghanistan (4,4%), in rapida ascesa.

 

Relazioni economiche con l’Unione Europea

Dal punto di vista economico-commerciale, con circa il 17% delle importazioni e il 28% delle esportazioni, l’UE rappresenta il principale partner commerciale del Pakistan, mentre il Pakistan rappresenta appena il 45° mercato di interscambio per l’Unione. Il Paese asiatico, che beneficia dal gennaio 2006 e fino al 31 dicembre 2008 del Sistema generale delle Preferenze Generalizzate[6], esporta nell’UE principalmente prodotti tessili, di abbigliamento e agricoli, mentre importa soprattutto macchinari, apparecchiature per le telecomunicazioni e prodotti chimici.

Nell’anno fiscale luglio 2006‑giugno 2007 (ultimo dato disponibile), l’Italia è risultata il terzo partner commerciale del Pakistan in ambito UE, dopo Germania e Regno Unito. La Germania è il primo fornitore comunitario del Pakistan (con una quota del 4% sul totale), nettamente avanti a Regno Unito (2,3%) e Italia (1,8%). Per contro, il Regno Unito è risultato il primo acquirente comunitario (5,6% sul totale), seguito dalla Germania (4,1%), dall’Italia (3,8%) e dalla Spagna (2,7%).

Rapporti Istituzioni Finanziarie Internazionali e Paesi donatori

Fondo Monetario Internazionale: grazie all’adozione di misure di politica economica prudenti e alla ristrutturazione del debito, il Pakistan non necessita al momento di un finanziamento del FMI [7], anche se mantiene con esso un stretta collaborazione post – program.

Banca Mondiale: è attiva in Pakistan con 20 progetti, destinati principalmente al settore dell’istruzione, per oltre un miliardo di USD.

Banca Asiatica di Sviluppo: nel 2006 ha concesso prestiti al Pakistan per oltre un miliardo di USD, facendo del Paese il secondo beneficiario, dopo l’India, dei fondi della Banca. Attualmente vi sono un’ottantina di progetti attivi.

Club di Parigi:il Pakistan ha firmato due Intese multilaterali con il Club di Parigi, rispettivamente nel gennaio e nel dicembre 2001.

L’Italia (settimo creditore bilaterale del Pakistan al Club di Parigi, con una quota dell’1,2% del totale) ha partecipato ad entrambe le ristrutturazioni firmando le relative intese bilaterali rispettivamente nel giugno 2001 e nel febbraio 2003. Con il primo Accordo bilaterale sono stati ristrutturati 27 milioni di USD di cui 5 milioni in crediti commerciali e 22 milioni in crediti di aiuto. Con la seconda intesa, l’Italia ha ristrutturato il debito pakistano per un totale di circa 190 milioni di USD di cui 20,35 milioni per crediti commerciali e 169,85 milioni per crediti di aiuto. Nell'ambito della strategia politico-finanziaria dell'Italia adottata a seguito degli eventi dell'11 settembre 2001, ed a seguito del terremoto dell’ottobre 2005, l’intero debito pakistano derivante da crediti di aiuto di cui all’accordo bilaterale del febbraio 2003, è stato azzerato.

Pakistan Development Forum (Islamabad,25‑27 aprile 2007): la 7^ edizione del PDF, importante appuntamento annuale tra la Comunità internazionale dei donatori ed il Governo pakistano, si è articolata intorno al tema centrale del “demographic dividend”[8], con sessioni di lavoro dedicate ai temi del commercio, dello sviluppo rurale e urbano e della crescita industriale. Ne è emersa la necessità del Pakistan di poter disporre quanto prima di una rete di comunicazione moderna : il progetto del “corridoio commerciale nazionale” riguarda proprio la riabilitazione ed il potenziamento dell’intero sistema nazionale dei trasporti merci e delle infrastrutture dei trasporti su nave, strada, rotaia e vie aeree. Al contempo, il Governo di Islamabad guarda con attenzione alla possibile creazione di Zone Economiche Speciali sul modello cinese. Un’attenzione particolare è stata dedicata alle problematiche legate alle FATA (Federally Administered Tribal Areas), un’area tanto sottosviluppata quanto strategica, specie alla luce dei noti collegamenti con la situazione afghana. Particolare enfasi è stata data al progetto americano delle cosiddette “Reconstruction Opportunity Zones”, ossia di quelle zone di sviluppo nelle aree fra Pakistan e Afghanistan i cui prodotti potranno avere libero accesso al mercato statunitense.

 

 


 

ATTUALITA DI POLITICA INTERNA E ESTERA

(in collaborazione con il MAE)

 

Situazione attuale

Nell’ultimo anno l’accelerazione degli eventi è stata drammatica ed incalzante: dopo la crisi istituzionale apertasi nel marzo 2007 con la rimozione del Presidente della Corte Suprema, si sono susseguiti la sanguinosa repressione della Moschea Rossa di Islamabad in luglio, la rielezione a Presidente del Generale Musharraf ed il rientro in patria di Benazir Bhutto in ottobre, la proclamazione dello stato d’emergenza e le dimissioni di Musharraf da Comandante delle Forze Armate in novembre, la revoca dello stato di emergenza in dicembre, solo pochi giorni prima della tragica fine della Bhutto, fino alle elezioni dello scorso 18 febbraio 2008, il tutto in un contesto che, nel solo 2007, ha visto in Pakistan il succedersi di oltre 1.500 attacchi terroristici che hanno causato tra le 4.000 e le 4.500 vittime.

Il recente risultato elettorale (giudicato sostanzialmente regolare dai numerosi osservatori elettorali, di cui 120 dell’UE) ha visto la chiara vittoria dei due principali partiti d’opposizione:il PPP di Asif Zardari (vedovo della Bhutto)e la Lega musulmana pakistana (PML‑N) di Nawaz Sharif. La divergenza di vedute sul reintegro dei giudici della Corte Suprema deposti da Musharraf nel novembre 2007 ha tuttavia determinato le dimissioni, lo scorso 14 maggio 2008, dei nove Ministri del partito di Sharif, che ha annunciato il suo appoggio esterno al governo.

La diversa visione strategica di Zardari e Sharif era in realtà evidente sin dall’insediamento del Governo, tanto che sono in molti a ritenere l’attuale compagine come un assetto provvisorio, in attesa di uno scontro diretto tra i due. Mentre Zardari (PPP) sta cercando con pragmatismo di raccogliere l’eredità del patto che sua moglie aveva concluso con Musharraf prima di rientrare in patria (un patto che postulava rapporti di collaborazione con i militari, sotto l’occhio benevolo di Washington), Sharif si è invece da subito dichiarato come l’alfiere di uno scontro frontale con Musharraf, avendo peraltro in serbo di proporsi al momento opportuno come vero leader del Paese. Sharif e Zardari stanno ora cercando di trovare un modus vivendi, ma la resa dei conti tra i due sarà prima o poi inevitabile. Sfilandosi ora dalle responsabilità governative, Sharif punta di fatto a lasciare al PPP di Zardari e del Primo Ministro Gillani l’ingrato compito di affrontare una crisi economica ed un malcontento popolare che divengono di giorno in giorno più evidenti, soprattutto alla luce della crisi energetica, di quella alimentare e dell’aumento dell’inflazione.

La querelle costituzionale sul reinsediamento dei giudici della Corte Suprema è dunque in realtà la punta dell’iceberg di un complesso regolamento di conti tra Zardari, Nawaz Sharif e lo stesso Musharraf, indicato dai più sul viale della definitiva uscita di scena, senza che tuttavia sia ancora ben chiaro come reagirebbero i militari, qualora –in luogo di dimissioni spontanee- si decidesse, come richiesto da Sharif, di aprire un procedimento di impeachment, aggravato da un’accusa di alto tradimento ed attentato alla Costituzione.

Resta infine una priorità quella della lotta al terrorismo: mentre proseguono i negoziati tra le autorità e le milizie islamiste operanti nelle aree tribali di confine con l’Afghanistan (negoziati che non poche apprensioni stanno suscitando a Washington ed in sede NATO) l’attentato che, lo scorso 2 giugno 2008, ha colpito l’Ambasciata danese ad Islamabad (sei morti) ha rappresentato il secondo atto terroristico contro un obiettivo occidentale verificatosi nella capitale pakistana negli ultimi due mesi (a marzo, il bersaglio fu un ristorante italiano e rimase uccisa una cittadina turca, nonché ferita, tra gli altri, la proprietaria italiana).

 

L’uccisione di 11 soldati pachistani

L’11 giugno 2008 una postazione di controllo delle forze paramilitari pachistane ''e' stata distrutta da un attacco aereo delle forze della coalizione in Afghanistan'', l’attacco è avvenuto  nella regione tribale di Mohmand, nel nord ovest del Pakistan, al confine con l'Afghanistan, dove gli Stati Uniti ritengono si trovino basi di Al Qaida e dei taleban. Sono stati uccisi 11 soldati pachistani. In una nota diffusa dall'esercito pachistano si condanna l'attacco aereo ''infondato e vile'' della coalizione internazionale a guida Usa di stanza in Afghanistan, che ha ucciso 11 soldati oggi in territorio pachistano nei pressi della frontiera afgana”. Secondo fonti della sicurezza pachistana, i militari, incaricati di controllare la frontiera, avevano appena intercettato dei soldati afghani che tentavano di istallare in territorio pachistano un posto di controllo contro i miliziani di Al Qaida. Ne e' sorto un conflitto a fuoco tra pachistani e afghani. A quel punto un missile e' stato lanciato dall'Afghanistan, uccidendo undici soldati pachistani e ferendone nove.   Islamabad ha accusato piu' volte gli Stati Uniti di lanciare missili in Pakistan contro presunti militanti islamici e in questa area solo le forze americane o della Nato dispongono di simili missili.

 

Tagli alle spese militari

Il 10 giugno 2008 il Primo Ministro Gilani, ha annunciato tagli alle spese per la difesa per dare un segnale in favore della pace auspicando che anche l'India possa seguire presto l'esempio del suo Paese. ''Come segno tangibile della nostra volonta' di rafforzare la pace con i nostri vicini - ha detto Gilani - abbiamo deciso di ridurre il budget per la difesa. Speriamo che ci sia presto un gesto di reciprocita' da parte dei paesi vicini, per favorire la pace e la prosperita' nella regione''.  ''La difesa in Pakistan - ha aggiunto ancora il Primo Ministro - e' basata sulla strategia del minimo essenziale. Certo il Pakistan e' collocato in una posizione geo-strategicamente molto importante nella regione. Per questo non possiamo permetterci di dimenticare i nostri bisogni per la difesa''.

 

La protesta degli avvocati e dei giudici contro Musharraf

Il 9 giugno 2008 migliaia di avvocati e di oppositori al Presidente pachistano Pervez Musharraf hanno dato il via a Karachi a una protesta per rivendicare una procedura che potrebbe portare alla deposizione del capo dello Stato. Contemporaneamente identiche manifestazioni di avvocati si tenevano in altre grandi città del Pakistan. Da oltre un anno, gli avvocati chiedono il ripristino nelle loro funzioni di una sessantina di giudici silurati lo scorso  novembre da Musharraf, in particolare quelli della Corte suprema, perchè si apprestavano a "sentenziare" sulla legalità della sua rielezione.

Asif Ali Zardari, copresidente del Partito del Popolo Pachistano (Ppp) pur avendo dichiarato che non accetta Musharraf come ''Presidente costituzionale'' perche' e' stato eletto nonostante fosse anche Capo delle forze armate  non ha parlato di rimozione forzata del Presidente. Zardari si e' dichiarato favorevole all'approvazione di un pacchetto di riforme costituzionali che riducono i poteri del Presidente. Invece Nawaz Sharif, leader della Lega musulmana pachistana-N chiede l'impeachment per l'ex generale e un processo per tradimento. Secondo analisti politici pachistani, la differenza tra le posizioni dei due leader e' dovuta alla differente visione della soluzione del problema dei giudici rimossi, soprattutto di Iftikhar Chaudhry, il capo della Corte suprema e nemico giurato di Musharraf. Se il giudice venisse rimesso al suo posto, sicuramente agirebbe costituzionalmente contro la rielezione di Musharraf del dicembre scorso. Ma potrebbe agire anche contro le decisioni dello stesso Presidente, tra le quali l'amnistia concessa a Benazir Bhutto e allo stesso Zardari - entrambi condannati per corruzione -, che ha permesso alla coppia di tornare in patria e a Zardari di assumere la presidenza del partito e di candidarsi in parlamento. Zardari e il suo partito hanno temporeggiato sul reintegro di Chaudhry e degli altri giudici, motivo per il quale il Pml-N ha ritirato i suoi ministri dal governo.

 

L'accordo tra le istituzioni pachistane e i talebani

Il 9 giugno 2008 fonti governative hanno ribadito che l'accordo (accordo non ufficiale di pace) tra le istituzioni pachistane e i talebani, che prevede da una parte il ritiro graduale delle truppe di Islamabad dalla provincia nord-occidentale di Swat e dall'altra l'affidamento della sicurezza nell'area al gruppo Tehrik-e-Taliban, e' ancora in essere. In un primo tempo sembrava che l'intesa, firmata il mese scorso, fosse stata annullata. Soprattutto dopo le visite in Pakistan dei vertici militari e di alte cariche politiche USA, che erano volati a Islamabad per protestare e trovare una soluzione che ponesse fine all'intesa con i talebani. C’e' il timore infatti che le forze statunitensi e quelle della Nato in Afghanistan possano subire una nuova ondata di attacchi". Le regioni tribali del Pakistan sono considerate rifugi sicuri per i combattenti talebani e di al Qaida. Le autorità Usa hanno avvertito che accordi del genere potrebbe dare ai militanti il tempo di riorganizzarsi e intensificare gli attacchi nel vicino Afghanistan. Secondo fonti stampa, i rapporti tra militari USA e esercito pachistano starebbero attraversando il periodo peggiore dall’11 settembre 2001. Il Pakistan ha infatti deciso di ridurre la presenza dell’esercito impegnato nella frontiera ovest per concentrarsi invece sulla difesa della frontiera con il tradizionale nemico, l’India. Gli ufficiali pachistani hanno confermato a Washington la presenza di truppe di frontiera e unità paramilitari lungo il confine poroso con l’Afghanistan, ma si tratta di truppe  mal equipaggiate e poco preparate.

 

Le dimissioni di Musharraf

Il 7 giugno 2008 il Presidente Musharraf ha affermato che non intende dimettersi e che se qualcuno ha intenzione di avviare una procedura di impeachment nei suoi confronti, ci sono le procedure costituzionali per farlo.    Parlando alla stampa pachistana, il Presidente ha detto che la situazione politica ed economica in Pakistan e' peggiorata e che lui si e' sempre adoperato per la riconciliazione. Musharraf non ha voluto pero' rispondere ad una domanda sull'eventualita' di usare la modifica costituzionale, da lui voluta, di sciogliere le Camere se si sentisse in pericolo di impeachment, facendo pero' capire nel caso di non avere altra opzione. Decidera' al momento, ha detto alla stampa, anche se e' ''orientato a rispettare le scelte del Parlamento''. Si erano, infatti, diffuse nelle ultime settimane voci di eventuali dimissioni dei Musharraf da alcune fonti confermate e da altre negate.

Si segnala, peraltro, che il Presidente  USA Gorge Bush ha rinnovato il 30 maggio 2008  il suo sostegno al Pakistan in una telefonata all'omologo pachistano Pervez Musharraf. "Il Presidente ha ribadito il forte sostegno degli Stati Uniti al Pakistan e ha indicato di pensare al futuro con il continuo ruolo di Musharraf nel rafforzare ulteriormente le relazioni americano-pachistane", ha detto la portavoce della Casa Bianca, Dana Perino.

L’attentato all’Ambasciata di Danimarca

Il 2 giugno 2008 un attentato suicida contro l'ambasciata di Danimarca di Islamabad, ha causato otto morti. Il 5 giugno in un comunicato diramato su internet, Al Qaida ha rivendicato l'attentato contro l'ambasciata di Danimarca in Pakistan, affermando che e' stata una ''vendetta per la pubblicazione di vignette che hanno umiliato il Messaggero di Dio e per il suo rifiuto di scusarsi'', e minacciando altri attentati se la Danimarca non presentera' le sue scuse.

Il testo, datato 3 giugno e 'firmato' dal leader di Al Qaida in Afghanistan Mustafa Abu Yazid, Le caricature sono state ripubblicate nei mesi scorsi sulla stampa danese.

L'azione, proclama il testo, e' stata compiuta ''nel quadro della jihad totale della nostra nazione islamica contro i crociati e gli ebrei'' e per ''difendere la religione, il sangue, le terre e l'onore dei musulmani''. Le 12 vignette del Profeta  furono pubblicate la prima volta nell'autunno del 2005 da un giornale danese e nel 2006 causarono proteste e violente manifestazioni nel mondo islamico.

Il 3 giugno il Consiglio di Sicurezza dell'Onu aveva condannato all'unanimità l'attentato "terroristico". La dichiarazione, non vincolante, ma che ha richiesto l'unanimità del Consiglio per essere adottata, afferma che tutti gli Stati devono cooperare con il Pakistan "per consegnare alla giustizia gli autori, gli organizzatori e i finanziatori di questa azione di terrorismo riprovevole". Anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha condannato l'attentato. In precedenza anche la Commissione europea aveva condannato l’attentato.

 

Rilancio degli incontri militari di alto livello NATO, Afghanistan, Pakistan

Il 4 giugno 2008 il nuovo comandante delle forze Nato in Afghanistan lo statunitense David McKiernan ha dichiarato di voler rilanciare gli incontri (in cui generali di alto grado di Nato, Afghanistan e Pakistan discutono per coordinare questioni di sicurezza alla frontiera) di oltreconfine con i leader militari del Pakistan, annullati negli ultimi mesi.

 

Incontro Premier pachistano Gilani con il Sottosegretario Vegas

Il 2 giugno 2008 il Primo Ministro pachistano, Syed Yousuf Raza Gilani, ha ricevuto a Islamabad il sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas. Il Premier ha ricordato che tra Pakistan e Italia intercorrono stretti e amichevoli rapporti diplomatici, politici, economici e sul fronte della sicurezza, e ha auspicato che tali legami si rafforzino sempre di piu' in futuro. Il primo ministro pachistano ha parlato anche della questione dell'accesso al mercato italiano per i prodotti pachistani e chiesto al rappresentante del Governo italiano di sostenere il Pakistan in seno all'Unione europea. Il Pakistan sta affrontando una crisi energetica, ha ricordato Gilani, chiedendo all'Italia di investire nel settore energetico per integrare gli sforzi di Islamabad nel superare tale crisi. Vegas, dal canto suo, ha espresso fiducia nel rafforzamento dei rapporti bilaterali tra i due Paesi che hanno una visione comune su importanti questioni internazionali e ha riconosciuto l'importanza del ruolo del Pakistan per la stabilita' della regione. Il sottosegretario all'Economia ha infine invitato il premier pachistano a visitare l'Italia.   All'incontro erano presenti anche l'ambasciatore italiano a Islamabad, Vincenzo Prati, e il ministro delle Finanze pachistano Syed Naveed Qamar.

 

La richiesta di una Commissione di inchiesta all’ONU

Il 30 maggio 2008 il Pakistan ha chiesto  formalmente alle Nazioni Unite l'apertura di una inchiesta sull'assassinio di Benazir Bhutto. Subito dopo l'attentato, nel  dicembre 2007, il Presidente Perwez Musharraf aveva respinto questa ipotesi e chiesto a Scotland Yard di affiancare le autorita' investigative pachistane.''La richista e' stata inoltrata alle Nazioni Unite'', ha dichiarato il vedovo di Bhutto, e copresidente del Partito popolare, Asif Ali Zardari, precisando che entro breve il ministro degli esteri, Shah Mehmood Qureshi, incontrera' il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, per ''discutere personalmente con lui della questione''.

 

La liberazione dell’Ambasciatore  pachistano in Afghanistan

Il 17 maggio 2008 l'Ambasciatore pachistano in Afghanistan, rapito l'11 febbraio, e' stato liberato. Il diplomatico, Tariq Azizuddin, era stato sequestrato nell'area di confine fra i due paesi mentre si stava recando a Kabul.

 

 


 

POLITICA ESTERA (a cura del MAE)

 

 

Tradizionalmente schierato in campo americano e in ottimi rapporti con la Cina dall’epoca della guerra fredda, l’importanza strategica del Pakistan sembrava diminuita negli anni ’90 a seguito della dissoluzione dell’URSS. Gli eventi dell’11 settembre 2001 hanno tuttavia riaffermato il primario ruolo del Pakistan quale cruciale alleato degli Stati Uniti e dell’Occidente nella lotta al terrorismo oltre che in un’ottica di stabilizzazione degli equilibri regionali e di pacificazione dell’Afghanistan.

L’incertezza sulla reale portata della svolta annunciata dalla nuova dirigenza pakistana nella lotta al terrorismo (dialogo con le componenti tribale e “soluzione politica” ai problemi, al fine di isolare i terroristi) alimenta ora le preoccupazioni internazionali, ed in particolare quelle di Washington e di Londra, disposte a dare credito al governo Gillani, ma allo stesso tempo impazienti di ottenere dei risultati sul campo e di evitare che il dialogo con le componenti tribali ai confini con l’Afghanistan si risolva di fatto in un allentamento della pressione militare e in un aumento dell’insicurezza.

Risulterà al riguardo decisivo il grado di collaborazione che Pakistan ed Afghanistan riusciranno a sviluppare nei prossimi mesi, superando le reciproche accuse e diffidenze del passato. Da segnalare, a tale riguardo, che Islamabad ospiterà nel prossimo autunno la terza edizione della Conferenza Economica Regionale sull’Afghanistan (RECC), organizzata congiuntamente al Governo afgano, con la partecipazione dei principali paesi della regione, nonché dei paesi a vario titolo impegnati nella pacificazione dell’Afghanistan.

Quanto infine alle relazioni con l’India, queste sembrano avviate alla normalizzazione, nell’ambito di un “dialogo composito”, avviato nel 2004, che rimane peraltro legato all’insoluta contesa sul Kashmir. E’ tuttavia significativo che - in occasione del loro primo incontro, svoltosi ad Islamabad il 22 maggio u.s.- il neo-Ministro degli esteri pakistano Qureshi ed il suo omologo indiano Mukherjee abbiano annunciato l’intenzione di riprendere il dialogo tra i due Paesi, in vista di una definitiva normalizzazione delle relazioni bilaterali.

In tale contesto, il nuovo governo pakistano sta cercando di rilanciare i progetti dei due principali gasdotti regionali: quello, sostenuto dagli USA, dal Turkmenistan attraverso Afghanistan verso Pakistan e India (TAPI)  e quello dall’Iran tramite Pakistan verso India ed eventualmente Cina (IPI), invece fortemente ostacolato dagli Stati Uniti e per lungo tempo guardato con diffidenza dall’India.

 


 

RAPPORTI BILATERALI (a cura del MAE)

 

 Relazioni politiche

I rapporti tra Italia e Pakistan, tradizionalmente buoni, hanno negli ultimi anni conosciuto una notevole intensificazione, sia per quanto riguarda l’ampliamento degli ambiti di collaborazione, sia in relazione all’identità di vedute esistente tra i due Paesi sul tema della riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La naturale simpatia che ha storicamente ispirato le relazioni italo-pakistane (e che ha avuto in passato momenti simbolici di grande rilevanza, quali la conquista del K2 nel 1954 o le missioni archeologiche italiane presenti nel paese da oltre cinquanta anni) si nutre di molti concreti interessi, che non sono tra l’altro solo di tipo economico-commerciale. L’Italia viene infatti percepita in Pakistan come un primario partner di riferimento a livello europeo, di cui si apprezza l’equilibrio ed il contributo alla democratizzazione e sviluppo del Paese, grazie anche ad alcuni importanti iniziative ed accordi di notevole rilevanza sociale e politica (assistenza post‑terremoto del 2005, conversione del debito, accresciuta cooperazione culturale e scientifica).

La visita ad Islamabad dell’allora Ministro D’Alema (22 maggio 2007)– la prima di un nostro Ministro degli Esteri in oltre venti anni – è valsa a rinnovare il sostegno che il nostro Paese intende dare al difficile cammino di modernizzazione e di riforma intrapreso negli ultimi anni dal Pakistan, nonché a ribadire la nostra aspettativa per un contributo pakistano sempre più incisivo in vista di una definitiva stabilizzazione dell’Asia Meridionale e della pacificazione dell’Afghanistan.

 

Relazioni economiche e commerciali

L’interscambio italo‑pakistano è notevolmente cresciuto negli ultimi anni arrivando a sfiorare nel 2007 la cifra record di quasi un miliardo di euro, valore pressoché doppio rispetto a quello del 2000. In frenata, tuttavia, sono risultate le nostre esportazioni (‑4% rispetto al 2006) segnando così una inversione di tendenza nei confronti del triennio 2004‑2006, caratterizzato da un ritmo medio di crescita del nostro export verso il Pakistan del 23%. Il calo è in parte la naturale conseguenza del forte deprezzamento della rupia rispetto all’euro, ma riflette anche il rallentamento di alcuni settori dell’economia pakistana ‑ e in primo luogo del tessile ‑ che incidono notevolmente sull’import dall’Italia. L’export italiano ha peraltro mostrato una maggiore tenuta rispetto alle quote giapponese, tedesca e britannica, calate,nell’anno fiscale 2006‑2007, rispettivamente dello 0,7%, dello 0,2% e dello 0,5% rispetto al 2005‑2006. Per contro, la quota italiana (1,8% sul totale importato dal Pakistan) è rimasta sostanzialmente stabile, posizionando il nostro Paese al 15° posto nella graduatoria dei principali fornitori del Pakistan.

La metà delle nostre esportazioni verso il Pakistan è rappresentata da macchine e apparecchi industriali; i beni di consumo continuano a rivestire un peso modesto, ma alcuni di essi (mobili, cuoio e calzature) registrano variazioni percentuali in forte rialzo visto il grande richiamo che ha il Made in Italy sul mercato locale.

Le importazioni italiane dal Pakistan hanno confermato nel 2007 il trend di crescita ripreso nel 2006 dopo lo stop dell’anno precedente, superando i 450 milioni di euro (+7%) trainate da una ripresa degli acquisti di cuoio e suoi prodotti. Ne è conseguito un saldo della bilancia commerciale, per il terzo anno consecutivo, a vantaggio dell’Italia anche se l’attivo si è quasi dimezzato rispetto al 2006, portandosi a 60,6 milioni di euro.

Il tessile‑abbigliamento domina la composizione dei nostri acquisti dal Pakistan con oltre il 70% del totale tra filati e tessuti (in maggioranza), articoli di abbigliamento e manufatti vari (biancheria per la casa).

 

Investimenti italiani e prospettive di penetrazione del mercato

Gli investimenti italiani in Pakistan sono ancora al di sotto delle potenzialità e le prospettive per un loro ampliamento continuano a essere fortemente condizionate dal clima di insicurezza che si registra nel Paese, oltre che dalle ancora insufficienti garanzie legali offerte agli investitori stranieri e dall’arretratezza delle infrastrutture, soprattutto in campo ferroviario e aereo [9]. L’Eni è presente con un investimento stimato in oltre 200 milioni di dollari ed è il primo produttore straniero di gas in Pakistan. Snamprogetti ha in corso la realizzazione di un enorme impianto per la fabbricazione di fertilizzanti del valore di oltre mezzo miliardo di dollari. Significative opere infrastrutturali sono state realizzate negli anni passati da Impregilo, Astaldi e Ansaldo (la più grande centrale elettrica del Pakistan), mentre imprese del Gruppo Finmeccanica si sono aggiudicate importanti commesse nel settore della difesa.

Anche gli investimenti pakistani in Italia sono modesti e comunque limitati al settore della vendita dei tappeti e di prodotti tipici attraverso una rete di negozi aperti da cittadini pakistani stabilitisi nel nostro Paese.

Al fine di incentivare a cooperazione economica bilaterale, il 21 marzo 2006 si è riunita per la prima volta a Roma la Commissione Mista economica bilaterale, che ha permesso l’identificazione di settori prioritari di comune interesse ed ha istituito quattro Gruppi di Lavoro che opereranno nei settori dell’energia e delle infrastrutture, dell’agricoltura e delle industrie agro-alimentari, dell’Information Technology e del commercio e joint ventures [10]. La seconda sessione della Commissione Mista e dei relativi Gruppi di Lavoro si dovrebbe tenere entro la fine del 2008.

 

Relazioni culturali, scientifiche e tecnologiche

La collaborazione in campo culturale, scientifico e tecnologico tra Italia e Pakistan si inquadra, da un punto di vista normativo, nei due Accordi, quello culturale e quello scientifico e tecnologico, firmati a Islamabad nel 1975, e nei relativi Protocolli esecutivi.Nel novembre 2005 è stato firmato ad Islamabad un nuovo Accordo culturale, scientifico e tecnologico che – una volta in vigore – sostituirà i due precedenti e permetterà di destinare alle relazioni culturali e scientifiche italo-pakistane fondi adeguati alle esigenze dei due Paesi, aprendo nuovi orizzonti di cooperazione in settori che meritano oggi un’attenzione particolare, quali quello dell’informazione, delle telecomunicazioni, delle biotecnologie e del restauro.

Nel novembre 2006 è stato firmato ad Islamabad il Programma Esecutivo di Cooperazione Culturale, Scientifica e Tecnologica per gli anni 2006-2008 che ha individuato 9 progetti di cooperazione, di cui 7 per la mobilità dei ricercatori (2 nel settore ambiente, 2 in nanoscienze, uno in tecnologie dell’informazione e della comunicazioni, uno in ricerca oceanografica ed uno in tecnologie applicate al patrimonio culturale) e due progetti di grande rilevanza nel settore ambiente.

Nel marzo 2006, nel corso della visita in Pakistan del Ministro Moratti, sono stati finalizzati due MoU per favorire lo scambio di studenti e sviluppare la ricerca in campi di mutuo e specifico interesse (scienze matematiche applicate, neuroinformatica, prevenzione calamità naturali, tecnologie per il settore agricolo, ingegneria, biotecnologie, ecc.).

Con il MoU firmato dal Sottosegretario Vernetti  in Pakistan nel novembre 2006 e la contemporanea finalizzazione dell’intesa tra l’Higher Education Commission (HEC) pakistana ed il Politecnico di Torino, capofila di un consorzio di Università italiane di eccellenza, è stata avviata una importante collaborazione interuniversitaria che porterà alla realizzazione della nuova Facoltà di Ingegneria a Karachi (University of Engineering, Science e Technology‑UESTP) che opererà nell’ambito di un campus inter‑universitario, congiuntamente con Francia e Corea del Sud. Il progetto sarà interamente finanziato dal Governo pakistano, per un ammontare complessivo che sfiorerebbe il miliardo di dollari. Al fine di dare avvio concreto all’iniziativa, sarà finalizzato a breve un accordo intergovernativo con la HEC e ciò anche al fine di facilitare la partecipazione delle imprese italiane alla costruzione del campus e dell’annesso parco tecnologico (l’Ance ha già manifestato interesse).

 

Questioni migratorie

La comunità pakistana legalmente residente nel nostro Paese ammonta a circa 40.000 unità. In considerazione della buona collaborazione operativa con le Autorità di Islamabad per il rimpatrio dei propri clandestini, si è deciso per la prima volta nell’ambito del decreto flussi 2004 di riservare una quota di ingresso a favore di 1.000 lavoratori pakistani per lavoro subordinato non stagionale. Tale quota è stata riconfermata nel 2005, 2006 [11] e 2007.Inoltre, lo scorso anno, per la prima volta, i cittadini pakistani sono stati ammessi a concorrere, a parità con altre nazionalità indicate nel decreto flussi, nella quota d’ingresso per lavoro stagionale. Tale disposizione è stata confermata nel decreto flussi per lavoratori stagionali per il 2008.

Ulteriori benefici potrebbero essere concessi qualora si pervenisse alla firma dell’Accordo bilaterale di riammissione, parafato nel marzo 2000 e mai firmato a causa delle reticenze pakistane a sottoscrivere un’intesa “impopolare”. Analoga indisponibilità a finalizzare una intesa in materia, è stata mostrata da parte pakistana con l’Unione Europea (anche se il lungo negoziato sembra ora procedere verso una positiva conclusione). 

 

Situazione debitoria

A seguito degli eventi dell’11 settembre 2001, con decreto del 19 aprile 2006 è stata cancellata la prima metà del debito pakistano derivante da crediti di aiuto (59,26 milioni di euro + 26,75 milioni di dollari) ristrutturato con l’Accordo bilaterale del febbraio 2003, da destinare ad attività di assistenza in favore dei rifugiati afghani in territorio pachistano.

In considerazione dell’emergenza umanitaria provocata dal sisma dell’ottobre 2005 e della necessità di sostenere le autorità pakistane nel loro sforzo di ricostruzione che durerà diversi anni, l’Italia – unico tra i Paesi occidentali ‑ ha successivamente convertito (sulla base dell’intesa finalizzata in Pakistan dal Sottosegretario Vernetti nel novembre 2006), il restante 50% del debito concessionale pakistano ristrutturato dall’Accordo del 2003 (58,74 milioni di euro+26,52 milioni di dollari) da destinare alla realizzazione di progetti sociali (agricoltura, sanità, istruzione, infrastrutture di base), sia nell’area della ricostruzione post‑terremoto, sia nelle aree tribali confinanti con l’Afghanistan (FATA). Per l’attuazione dell’Accordo è stato costituito un apposito Comitato di Gestione composto da rappresentanti delle due parti che si è riunito per la prima volta ad Islamabad il 3 e 4 aprile scorso. In tale occasione, sono stati discussi progetti presentati dal settore pubblico pakistano e da ONG internazionali, anche italiane (ISCOS/ISIAO, SMILEAGAIN, Ev-k2-Cnr) che verranno  sottoposti alla valutazione della costituenda Unità Tecnica di Supporto per la definitiva approvazione nel prossimo Comitato di Gestione, previsto a ridosso della scadenza di versamento della seconda tranche del fondo di conversione (30.06.08).

 

Cooperazione allo sviluppo

Il Pakistan, pur non rientrando nel novero dei Paesi di prima priorità per la cooperazione italiana, è comunque  beneficiario di rilevanti iniziative di cooperazione, per la maggior parte dei casi eseguite dalle Organizzazioni Internazionali. L’intervento italiano, oltre che essere incentrato sulle attività derivanti dalla conversione del debito (sopra illustrate), si sintetizza come segue:

Principali iniziative in corso

Canale multilaterale/multibilaterale

E’ stato concesso all’UNODC un contributo di 270.000 USD per la realizzazione di un programma di disintossicazione e rieducazione delle donne pakistane con problemi di droga.

E’ in corso dal 2000 il programma regionale (Pakistan, Bangladesh e Nepal) dell’OIL per l’eliminazione del lavoro minorile (IPEC/South Asia). Il contributo totale è di circa 1 milione di euro volto principalmente a ridurre il rischio e l’impiego dei bambini nella fabbricazione di palloni da calcio nella regione di Sialkot.

Il Pakistan è beneficiario di una importante iniziativa regionale, finanziata dalla Cooperazione italiana con un contributo di 4 milioni di euro allo IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura), denominata Partnership Internazionale nella Regione Himalaya- Karakorum-Hindukush.

Nell’ambito delle diverse iniziative sostenute dall’Italia nella regione del Karakorum- Hymalaya, è stato approvato il 27 marzo 2006 un programma, finanziato con un contributo di circa 650.000 euro e affidato all’IUCN, relativo alla pianificazione integrata e allo sviluppo delle risorse ambientali e culturali del centro di Shigar. Il contributo è stato interamente erogato nel marzo 2007.

E’ stato approvato nel giugno 2005 un contributo volontario all’UNEP di 1 milione di euro per il finanziamento del Progetto “Karakorum Trust” promosso dal Comitato Ev-K2-CNR e dall’ICIMOD (International Centre for Integrated Mountain Development).

 

Canale Bilaterale

Nel 2005 è stato firmato un Accordo bilaterale per la concessione di un credito d’aiuto per l’attuazione di una linea di credito del valore di 7,75 milioni di Euro per un programma di sostegno allo sviluppo delle PMI. Per tale iniziativa è stato inoltre approvato un finanziamento a dono pari a 1,4 milioni euro a favore dell’UNIDO per attività di assistenza tecnica. La linea di credito diverrà presto operativa essendo stata firmata il 2 giugno scorso – dopo un lungo negoziato - la convenzione finanziaria tra Artigiancassa e la SME Bank pakistana.

Nel 2006 è stato approvato il finanziamento dell’iniziativa per la promozione della produzione e commercializzazione dell’olio d’oliva in Pakistan per un importo complessivo di euro 800.000. La realizzazione del programma è stata affidata all’Istituto Agronomico per l’Oltremare (IAO) di Firenze che ha avviato le attività nell’estate scorsa e per le quali si prospetta una proroga sino alla fine del 2008, al fine di poter includere nel progetto la prima fase operativa connessa alla raccolta e alla spremitura delle olive.

Nel marzo 2007 è stato approvato un contributo pari a 1,4 milioni di euro a favore del progetto promosso dall’ONG CESVI “ “Gestione integrata delle risorse naturali del Central Karakorum National Park”.

 

Attività umanitarie di emergenza a seguito del terremoto e delle alluvioni

L’impegno finanziario complessivo del Governo italiano (Cooperazione allo Sviluppo +Protezione Civile) a seguito dei danni causati dal terremoto dell’ottobre 2005 è stato superiore a 10 milioni di Euro. Nella necessità di assicurare continuità ai propri interventi (oltre 4 milioni di Euro), la DGCS è intervenuta in un secondo momento con la costituzione di un fondo in loco per 1,5 milioni di euro (dono già concesso) per interventi di ricostruzione post-terremoto (con particolare riguardo al settore dell'istruzione) in alcune aree del Kashmir ad opera di tre ONG italiane (Alisei, ISCOS e Intersos). L’MoU che ne ha ufficializzato l’avvio è stato firmato dal Sottosegretario Vernetti nel corso della sua visita in Pakistan nel novembre 2006. Da parte pakistana è stato espresso l’auspicio che si possa prevedere un estensione del programma (per ulteriori 1,1 milioni di euro), ad integrazione delle attività già avviate. La richiesta è in fase di valutazione della DGCS:

E’ inoltre in fase di programmazione un ulteriore intervento per l’importo di 500.000 euro, volto ad assicurare soccorso alle popolazioni presso cui è tuttora grave l’emergenza post‑terremoto.

In risposta all’appello d’emergenza a seguito dell’alluvione di fine giugno 2007 che ha colpito principalmente le due province del Baluchistan e del Sindh, la cooperazione italiana ha concesso un contributo di 100.000 Euro alla FICROSS per aiuti di prima necessità.


 

PRINCIPALI ACCORDI INTERGOVERNATIVI FIRMATI

 

 

FIRMA

IN VIGORE

Accordo sui servizi aerei

05/10/1957

15/07/1961

Convenzione per evitare le doppie imposizioni e per prevenire le evasioni fiscali in materia di imposte sul reddito

22/06/1984

27/02/1992

Accordo per la cooperazione economica e finanziaria

7/10/1984

7/10/1984

Accordo per la promozione e protezione degli investimenti

19/07/1997

22/06/2001

Accordo per la concessione di un soft loan di Euro 7,75 milioni per l’attuazione di una linea di credito a sostegno del settore privato

14/07/2005

07/03/2006

Accordo per la ristrutturazione del debito, applicativo dell’Intesa multilaterale del Club di Parigi del 23.01.2001 (con liste debitorie)

15/06/2001

17/01/2003

Accordo bilaterale di ristrutturazione del debito,applicativo dell’Intesa multilaterale del Club di Parigi del 13.12.2001

24/02/2003

23/06/2003

Scambio di Note per la cancellazione del 50% dei crediti di aiuto ristrutturati con l’Accordo bilaterale del 24/2/2003

07/06/2004 e 03/09/2004

03/09/2004

Accordo di conversione per il restante 50% dei crediti di aiuto ristrutturati con l’Accordo bilaterale del 24/2/2003 

04/11/2006

14/05/2007

M.O.U. per l'implementazione del Programma italiano di Emergenza a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto in Pakistan

03/11/2007

03/11/2007

Nuovo accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica [12]

10/11/2005

NO

Programma esecutivo di Cooperazione Culturale Scientifica e Tecnologica per gli anni 2006-2008

04/11/2006

04/11/2006

Accordo sulla lotta contro il traffico di stupefacenti, sostanze psicotrope e precursori

29/09/2004

NO

Accordo per la  riammissione degli immigrati in posizione irregolare e relativo Protocollo attuativo

Siglato 21/03/2000

NO

Accordo di cooperazione in materia di turismo

29/09/2004

NO

 

Principali intese firmate tra Ministeri

 

 

FIRMA

IN VIGORE

MoU sulla cooperazione politica tra il Ministero degli Esteri italiano e pakistano

14/07/2005

14/07/2005

MoU tra MIUR e Presidente della Commissione Istruzione Superiore in materia di ricerca nei settori scientifico e tecnologico

07.03.2006

07.03.2006

MoU tra MIUR e Presidente della Commissione Istruzione Superiore relativo al settore della ricerca sui terremoti

07.03.2006

07.03.2006

Dichiarazione di Intenti tra il Ministero degli Esteri italiano e l'Higher Education Commission pakistana

04.11.2006

04.11.2006

MoU sulla cooperazione sui sistemi di difesa tra il Ministero della Difesa italiano e pakistano

09/07/1990

09/07/1990

 

SCAMBIO DI VISITE

Italiane in Pakistan:

Sottosegr. di Stato all’Economia e Finanze, Giuseppe Vegas (1-3 giugno 2008)

Ministro degli Esteri, On. Massimo D’Alema (21‑22 maggio 2007)

Presidente dell’IPU, On. Pierferdinando Casini (2‑3 maggio 2007)

Sottosegr. di Stato agli Affari Esteri, Sen. Gianni Vernetti(3‑4 novembre 2006)

Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Letizia Moratti (7 marzo 2006)

Sottosegr. di Stato agli Affari Esteri On. Margherita Boniver (febbraio 2006)

Ministro Affari Regionali On. La Loggia (19 novembre 2005)

Sottosegr. di Stato agli Affari Esteri On. Margherita Boniver (7-10 novembre 2005)

Sottosegr. di Stato agli Affari Esteri On. Margherita Boniver (17 giugno 2005)

Sottosegr. di Stato agli Affari Esteri On. Margherita Boniver (26 ottobre 2004)

Ministro per le Politiche Agricole e Forestali, On. Giovanni Alemanno (26 luglio–4 agosto 2004), in occasione delle celebrazioni per il cinquantenario della scalata del K2.

Sottosegr. di Stato agli Affari Esteri On. Margherita Boniver (4 maggio 2004)

Sottosegr. di Stato agli Affari Esteri On. Margherita Boniver (21 ottobre 2003)

Sottosegr. di Stato agli Affari Esteri On. Margherita Boniver (9 giugno 2003)

Sottosegr. di Stato agli Affari Esteri On. Margherita Boniver (30 sett.-1 ott. 2002)

Sottosegr. di Stato agli Affari Esteri On. Margherita Boniver (6-7 febbraio 2002)

Sottosegr. di Stato agli Affari Esteri On. Margherita Boniver (1-3 ottobre 2001)

Sottosegr. di Stato agli Affari esteri On. Ugo Intini (26-28 settembre 2000);

Segretario Generale del Ministero degli Esteri Amb. Umberto Vattani (21 marzo 2000);

 

Pakistane in Italia:

Ministro dell’Interno Khan Sherpao (in occasione della Conferenza sulla giustizia e lo stato di diritto in Afghanistan tenutasi a Roma il3-4 luglio 2007)

Ministro del Commercio Humayun Akhtar Khan (17 maggio 2007)

Ministro dell’Industria Jahangir Khan Tareen (4 ottobre 2006)

Ministro per le Telecomunicazioni e la IT, Leghari (23 marzo 2006), in occasione Commissione Mista Economica.

Ministro dell’Istruzione Superiore Atta ur Rahman (27 settembre 2005)

Primo Ministro Shaukat Aziz (13-15 luglio 2005)

Ministro del Lavoro e pakistani all’estero Gulam Sarwar Khan (5 aprile 2005)

Ministro per il Commercio Akhtar Khan (17 gennaio 2005)

Presidente della Repubblica, Pervez Musharraf (28-30 settembre 2004)

Ministro degli Esteri, Khurshid M. Kasuri (6-7 luglio 2004).

Ministro delle Finanze, Shaukat Aziz (6 dicembre 2001)

Ministro di Stato per gli Affari Esteri Siddique Khan Kanju (8 marzo 1999)

Primo Ministro Nawaz Sharif (21 aprile 1998)

 

DATI STATISTICI BILATERALI

 

INTERSCAMBIO COMMERCIALE ITALIA/PAKISTAN

(milioni di euro)

 

2003

2004

2005

2006

2007

(provvisorio)

Esportazioni italiane

293,5

379,1

456,9

539,8

517,8

Variazione % rispetto al precedente anno

-6,0%

+29,1%

+20,5%

+18,1%

-4,1%

Importazioni italiane

370,9

422,6

409,0

427,1

457,2

Variazione % rispetto al precedente anno

+21,1%

+13,9%

-3,2%

+4,4%

+7,0%

Saldo

-77,4

-43,5

+47,9

+112,7

+60,6

Interscambio

664,4

801,7

865,9

966,9

975,0

Fonte: ISTAT

 


 

INTERSCAMBIO ITALIA‑PAKISTAN 2007

(dati provvisori)

IMPORTAZIONI ITALIANE

% su tot.

ESPORTAZIONI ITALIANE

% su tot.

1. filati, tessuti e articoli tessili confezionati

48,0%

1. macchine e apparecchi industriali

50,5%

2. vestiti e accessori di abbigliamento

20,5%

2. strumenti ed apparecchi professionali, scientifici e di controllo

8,0%

3. cuoio, pelli e pellicce e articoli lavorati in cuoio e pelle

11,5%

3. lavori di metallo

6,1%

4. materie plastiche

3,0%

4. apparecchi ed attrezzature per telecomunicazioni e riproduzione suono

4,9%

5. fibre tessili e cascami

3,0%

5. veicoli su strada

3,7%

6. manufatti

2,4%

6. medicinali e prodotti farmaceutici

3,6%

Fonte: ISTAT

 

 

INCIDENZA INTERSCAMBIO ITALO‑PAKISTANO SUL COMMERCIO ESTERO ITALIANO

 

2005

2006

2007

 

Export verso il Pakistan sul totale delle esportazioni italiane

0,15%

0,17%

0,14%

 

Importazioni dal Pakistan sul totale delle importazioni italiane

0,13%

0,12%

0,12%

 

 

Fonte:  ISTAT

 

 

 

 

 

 

QUOTE DI MERCATO (luglio 2006-giugno 2007)

PRINCIPALI FORNITORI

% su import

PRINCIPALI ACQUIRENTI

% su export

1. Cina

11,6

1. Stati Uniti

24,6

2. Arabia Saudita

11,4

2. Emirati Arabi

8,2

3. Emirati Arabi

9,1

3. Regno Unito

5,6

4. USA

7,5

4. Afghanistan

4,4

…………..

 

………………

 

15. Italia

1,8

 . Italia

3,8

Fonte: Elaborazione su dati State Bank of Pakistan.

 

 

INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI IN PAKISTAN

(valore in milioni di USD)

 

2002‑03

2003‑04

2004‑05

2005‑2006

2006‑07

Flussi in entrata

798

949

1.524

3.521

5.139

Variazione %

+64,9%

+18,9%

+60,6%

+131,0%

+46,0%

Fonte: Board of Investment

 



[1] Musharraf si è autoproclamato Presidente del Pakistan nel giugno 2001, dopo aver preso il potere con un colpo di stato non violento nell’ottobre 1999.

[2] La risoluzione è stata poi approvata dall’Assemblea Nazionale il 14 aprile 2008. Nel testo si  chiede al governo di intercedere presso le Nazioni Unite affinche' venga istituita una commissione di inchiesta internazionale con il compito di identificare i responsabili, gli organizzatori ed i finanziatori dell'assassinio della Bhutto compiuto il 27 dicembre 2007al termine di un comizio a Rawalpindi.

[3] Il Pakistan ha introdotto molte facilitazione per attrarre nuovi investimenti, tra cui la garanzia di riesportare sia gli utili che il capitale. Salvo pochissimi settori, come quello agricolo, gli investitori stranieri non sono soggetti a vincolo alcuno, compreso il precedente obbligo di avvalersi di un partner locale.

[4] Principalmente prodotti della meccanica e elettronica, greggio e prodotti petroliferi, prodotti chimici.

[5] Principalmente abbigliamento, filati e tessuti in cotone. Un peso rilevante rivestono anche le esportazioni di riso, manufatti in cuoio, prodotti chimici e farmaceutici, articoli sportivi e strumenti chirurgici.

[6]Il nuovo regime consente a determinati prodotti importati da paesi, le cui economie sono considerate relativamente vulnerabili, l’accesso al mercato comunitario in totale esenzione di dazi e diritti d’importazione o con significative riduzioni tariffarie, anche se sono previsti sistemi di salvaguardia, qualora le importazioni in un determinato segmento produttivo superino una certa soglia percentuale.

 

[7] L’ultimo finanziamento del FMI si è concluso nel dicembre 2004.

[8]Attualmente più della metà della popolazione pakistana ha meno di 20 anni: si tratta di circa 80 milioni di persone che entreranno gradualmente nel mondo del lavoro. L’approccio del Governo pakistano per incoraggiare lo sviluppo endogeno del Paese attraverso la valorizzazione del capitale umano, intende puntare specialmente sulla formazione dei giovani.

[9]Da notare che la SIMEST non è presente in Pakistan e la SACE classifica il Paese nella 6^ categoria di rischio (alla 7^ corrisponde il rischio maggiore). L’ICE opera a Karachi con un proprio ufficio. E’ allo studio la costituzione di una Camera di Commercio italo‑pakistana ad Islamabad.

[10]Nel corso della Commissione Mista è stato inoltre convenuto di istituire un sistema di risoluzione amichevole delle controversie in via extragiudiziale e l’impegno di trovare una rapida soluzione relativamente alle controversie attualmente pendenti.

[11]Ad ottobre 2006, in considerazione dell’alto numero di domande complessivamente pervenute agli Sportelli Unici per l’Immigrazione, si è deciso di ammettere ulteriori ingressi per 350.000 extra‑comunitari sul Decreto Flussi 2006. In tale ambito, oltre9.000 domande sono state presentate da cittadini pakistani, di cui circa 3.500 per lavoro domestico.

[12] Una volta in vigore sostituirà i due Accordi attualmente in vigore, quello culturale e quello scientifico e tecnologico, firmati nel 1975.