Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: REPUBBLICA DEL CONGO - Incontro del Presidente della Camera con il Presidente della Repubblica del Congo, DENIS SASSOU NGUESSO - Roma, 4 giugno 2008
Serie: Schede Paese    Numero: 11
Data: 03/06/2008
Descrittori:
CONGO   POLITICA ESTERA

REPUBBLICA DEL CONGO

DOSSIER SCHEDE - PAESE

 

XVI legislatura

n. 11

3 giugno 2008

CAMERA DEI DEPUTATI

Servizio Rapporti internazionali

 

 

 


 

 

Visita del Presidente della

Repubblica del Congo

(Congo Brazzaville)

 

DENIS SASSOU-NGUESSO

Roma, 4 giugno 2008

 

                  

 

CENNI STORICI[1]

Ex colonia francese, il Congo ha attraversato dopo l’indipendenza (1960) un lungo periodo caratterizzato da alterne vicende politiche, spesso con risvolti di violenza. Il Paese ha poi vissuto una fase di relativa stabilità a seguito del colpo di Stato del 1979 e dell’insediamento del Presidente Sassou Nguesso, leader del partito unico «Partito Congolese del Lavoro» (PCT) d'orientamento marxista, che ha governato fino alle trasformazioni istituzionali e politiche del periodo 1990-92.

In corrispondenza con l’ondata di “democratizzazioni” verificatesi in molti Paesi africani all’inizio degli anni ’90 a seguito della fine della guerra fredda, un referendum popolare aveva approvato una nuova Costituzione (15 marzo 1992) e un calendario elettorale. Fu eletto un nuovo Capo dello Stato, Pascal Lissouba, leader della “Union Panafricaine pour la Démocratie Sociale” (UPADS), la cui netta affermazione alle presidenziali dall’agosto 1992 sancì l’allontanamento dal potere di Nguesso e del PCT. Le successive elezioni legislative del 1993 si tennero tra disordini ed accuse di irregolarità, che originarono un nuovo periodo di instabilità e di scontri. La principale forza di opposizione, oltre che dal partito di Sassou Nguesso, era rappresentata dal “Movimento Congolese per la Democrazia e lo Sviluppo Integrale” (MCDDI), guidato da Bernard Kolelas, sindaco di Brazzaville. Nel 1995 il Presidente Lissouba varò un “governo di apertura”, nel quale l’opposizione era associata alla gestione degli affari del Paese. Tuttavia, le incomprensioni e le rivalità tra gli esponenti delle diverse forze politiche rimanevano immutate.

Nel 1997, Brazzaville fu travolta da un’ondata di violenza causata dagli scontri tra le milizie di Sassou  Nguesso e quelle di Lissouba, cui nel frattempo si era unito lo stesso Kolelas. A metà ottobre dello stesso anno, a seguito della conquista di Brazzaville e di Pointe Noire da parte delle milizie di Sassou Nguesso sostenute militarmente in modo determinante dall'Angola, preoccupata per i rapporti tra Lissouba e l’UNITA, la breve ma cruenta guerra civile si concluse con la ripresa del potere da parte di Sassou Nguesso. Una recrudescenza di scontri armati si e’ avuta tra la fine del ’98 e l’inizio del ‘99. Il “nuovo corso” della politica di Sassou Nguesso inizia dunque all’insegna della ricerca di una sofferta riconciliazione nazionale che va di pari passo con il rafforzamento del potere del leader congolese. Tale fase si chiude con le elezioni legislative del 2002, che danno una larga maggioranza a Sassou Nguesso ed al suo partito.

 

Dati generali

Superficie

342.000 KMQ (Il territorio è poco più di un decimo superiore a quello italiano)

Capitale

BRAZZAVILLE (2.000.00 di abitanti)

 

Abitanti

3.900.000

Tasso di crescita della popolazione

2,7%

Aspettativa di vita

53,7 anni

Posizione del Paese nella classifica di “Transparency” sulla corruzione

150mo su 179. L’Italia occupa il 41mo posto.

Composizione etnica

Kongo (48%); Sangha (20%), M’Bochi (12%), Teke (17%)

Religioni praticate

cristiana (50%) culti animisti (48%) musulmana (2%)

 

 

Cariche dello Stato

 

Presidente della Repubblica e Capo del Governo

Denis SASSOU-NGUESSO

Presidente dell’Assemblea Nazionale

Justine KOUMBA  

Presidente del Senato

 

André OBAMI ITOU 

Primo Ministro[2]

Isidore MVOUBA

 

Ministro degli Affari esteri

Basile IKOUEBE

 

 

 

 

 

Scadenze elettorali

 

Presidenziali

Marzo 2009

Assemblea Nazionale

2012

Senato

ottobre 2008 rinnovo per metà

 

 

 

 

QUADRO POLITICO[3]

 

 

Governo in carica

             La scena politica è dominata dal 1963 da un unico partito (Movimento Nazionale della Rivoluzione, sostituito nel 1969 dal Partito Congolese del Lavoro, PCT) di cui è leader il Presidente Denis Sassou-Nguesso.

Quest’ultimo, dal 24 gennaio 2006 al 29 gennaio 2007 è stato anche Presidente di turno dell’Unione Africana.

            Le recenti elezioni per il rinnovo del Parlamento (24 giugno-5 agosto 2007) hanno segnato la schiacciante vittoria del PCT che insieme ai suoi alleati dell’MCDDI (Movimento Congolese per la Democrazia e per lo Sviluppo Integrale) ha conquistato 125 seggi parlamentari sui 137 previsti dalla costituzione[4].

Il nuovo corso politico del Presidente Sassou Nguesso si è ispirato, dopo la vittoria elettorale del 2002, ad alcune direttrici chiave. Da una parte la necessità di riassorbire gli ultimi strascichi della guerra civile, dall’altra il consolidamento delle nuove istituzioni democratiche, per ultimo, ma non meno importante, il risanamento della gravissima situazione debitoria con l’estero che ha portato il Paese ad ipotecare buona parte delle entrate petrolifere future.

Sul piano della chiusura dell’emergenza della guerra civile, va segnalato il lungo negoziato condotto con gli ultimi gruppi armati della fazione avversa a Sassou, che obbedisce agli ordini di Pasteur Ntoumi. Questi, originale figura di guerrigliero predicatore, ha “eletto domicilio” nella regione del Pool, poco distante dalla capitale Brazzaville. Dopo alcuni infruttuosi tentativi di riassorbire con la forza la dissidenza di Ntoumi, il Governo congolese ha adottato la linea negoziale che, se ha lasciato inalterato il potere di interdizione dei ribelli, quanto meno ne ha contenuto le azioni terroristiche portandolo ad una sorta di legittimazione politica. Oggi si parla del gruppo di Ntoumi come di un partito politico che potrebbe anche partecipare alle prossime elezioni politiche locali, quanto meno nel proprio feudo del Pool.

Sul piano del consolidamento istituzionale, se ormai appare acquisito il principio della dialettica democratica ed appare difficile immaginare un ritorno delle tensioni dello scorso decennio, va tuttavia segnalato il “passo falso” delle elezioni legislative del giugno-luglio 2007. Tali elezioni si sono svolte in un caos organizzativo generale, ed hanno visto una percentuale di votanti molto bassa. Questo ha fatto sì che si iniziasse a parlare di un posticipo delle elezioni locali, previste entro la fine del 2008 e di quelle presidenziali del 2009.

 

 


 

Composizionedell’Assemblea Nazionale:

PARTITO

SEGGI

Forze democratiche e patriottiche (Partito Congolese del lavoro ed altri)

125

Altri

12

totale

137

 

Composizione del Senato:

PARTITO

SEGGI

Forze democratiche e patriottiche (Partito Congolese del lavoro ed altri)

56

Altri

10

TOTALE

66

 

 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

 

 

Sistema politico

 

Repubblica presidenziale indipendente dal 1960. Una nuova Costituzione è stata approvata con referendum popolare il 22 gennaio 2002. La Costituzione rafforza i poteri presidenziali, introduce un Parlamento bicamerale ed elimina la figura del Primo Ministro.

 

 

Presidente della Repubblica

 

Il Presidente della Repubblica è eletto direttamente dai cittadini a suffragio universale e diretto. Il suo mandato dura sette anni. Può essere confermato. Il Presidente ha il potere di nominare i Ministri e di revocarli. Il Presidente non può essere sfiduciato dall’Assemblea Nazionale.

            Le ultime elezioni presidenziali si sono tenute il 10 marzo 2002[5]. Sassou è stato rieletto con l’89% dei suffragi. L’affluenza alle urne è stata del 75%.

 

Parlamento

 

       Il potere legislativo è affidato ad un  Parlamento bicamerale[6]composto dall’Assemblea Nazionale (137 seggi)e dal Senato (66 seggi). L’Assemblea Nazionale dura in carica 5 anni. Il Senato dura in carica sei anni (la metà dei componenti è rinnovata ogni tre anni).

 

 

 

ATTUALITÁ POLITICA

 

 

            Nonostante la progressiva stabilizzazione dal punto di vista politico, la Repubblica del Congo deve ancora fronteggiare numerosi problemi di carattere economico-sociale. La maggior parte di essi rappresenta un retaggio della sanguinosa guerra civile che si è combattuta negli anni Novanta. La crescita economica degli ultimi anni non è stata sufficiente a risollevare le sorti di un paese in cui la maggior parte dei cittadini vive al di sotto della soglia di povertà e versa in gravi condizioni sanitarie. Grazie ai numerosi progetti nazionali e al sostegno estero, è ipotizzabile che nei prossimi anni si instauri un circolo virtuoso che coinvolga tutti i settori più importanti della vita del paese dando uno slancio allo sviluppo.

Sul piano economico, il PIL, anche grazie all'aumento del prezzo del petrolio, ha registrato un tasso di crescita media del 5,8% e un aumento del reddito pro-capite del 3,2% durante il periodo 2002-2006. Il settore portante dell'economia rimane quello petrolifero, che ha rappresentato l'85% delle esportazioni nel 2006. La predominanza del petrolio, però, accentua la sensibilità dell'economia nazionale rispetto agli shocks esterni e non favorisce un'adeguata diversificazione economica che invece potrebbe ampliare il mercato del lavoro. L'economia congolese, infatti, è poco competitiva, malgrado le innumerevoli potenzialità del paese (oltre ai giacimenti petroliferi, il Congo può contare sulla ricchezza forestale e sullo sfruttamento delle risorse marittime) e gli sforzi compiuti dal governo per attirare maggiori investimenti privati.

Nell'ambito della governance si sono compiuti notevoli passi avanti in materia di lotta alla corruzione, ma l'aspetto più preoccupante riguarda la debolezza del sistema giudiziario e la mancanza di trasparenza nell'operato di alcune istituzioni.

            Sul piano sociale, la situazione non è migliore dato che nel Congo il 50,7% della popolazione totale è costretta a vivere sotto la soglia di povertà. Il reinserimento sociale rimane debole, nonostante gli sforzi compiuti dopo la fine del conflitto. La promozione dell'emancipazione femminile, l'equa gestione delle risorse pubbliche, lo sviluppo del capitale umano e il miglioramento della qualità della vita, rappresentano ancora i principali nodi della società congolese. Le disuguaglianze di maggior rilievo si riscontrano anche nella redistribuzione degli introiti petroliferi tra le campagne e le città, che insieme ai conflitti interni nel paese, hanno contribuito a stimolare una larga migrazione interna dalle zone rurali verso Brazzaville, la capitale, e Pointe-Noire. Queste due città, negli ultimi anni, hanno conosciuto un livello di urbanizzazione talmente accelerato da esercitare una forte pressione sulle infrastrutture per la distribuzione dell'acqua e dell'elettricità, già indebolite dagli anni del conflitto e caratterizzate da carenze e disservizi.

            Il governo congolese ha adottato un progetto che fissa le modalità di organizzazione, funzionamento e finanziamento di un'agenzia nazionale di investigazione finanziaria, destinata a rendere più efficace la governance nel Congo. La nuova istituzione permetterà un controllo finanziario e morale sulla trasparenza della gestione finanziaria. Questa struttura, che è stata caldamente voluta e raccomandata dalla Comunità Economica e Monetaria dell'Africa Centrale (CEMAC), dalla Banca Mondiale (BM) e dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), dovrà prendere atto delle dichiarazioni e delle informazioni comunicate dalle autorità giudiziarie e applicare le misure di controllo sull'effettivo utilizzo dei profitti statali.

            Per cercare di risollevare le sorti della popolazione, recentemente il governo ha deciso di procedere con il ribasso dei prezzi dei beni di prima necessità, come la farina, il latte, lo zucchero e il cemento, in quanto oggetto di speculazione sul mercato. Agli esperti del ministero dell'economia congolese è stato chiesto di verificare le ragioni dell'aumento di questi prezzi. Secondo alcune analisi, il principale problema starebbe nei vincoli imposti dalla fiscalità e dalla parafiscalità, perché influiscono direttamente sull'oscillazione dei prezzi. Oltre a misure volte a calmierare i prezzi, quindi, il governo dovrà provvedere a rivedere il sistema fiscale, compensando i limiti giuridici esistenti in questo settore.

            Un altro problema che ha riguardato il Congo dopo la fine della guerra è stato quello del disarmo. Dopo tanti dibattiti, le autorità governative hanno deciso di mettere in atto la distruzione di 40 mila missili terra-aria spalleggiabili e 25 mila munizioni di differente calibro abbandonati sul campo di battaglia e che verranno definitivamente eliminati a N'djiri, una zona periferica non lontana da Brazzaville. L'operazione fa parte di un progetto più ampio che è stato promosso dal presidente del Congo, Denis Sassou Nguesso, cioè quello di fare del 2008 un “anno senza armi”. Con questa iniziativa, il governo vuole rassicurare la popolazione e proteggerla da eventuali incidenti legati appunto all'abbandono di armi su tutto il territorio congolese, comprese mine inesplose e armi leggere di piccolo calibro. Il problema delle armi è molto sentito in Congo, e sicuramente rappresenta una delle eredità peggiori della guerra civile, in quanto, nonostante la fine dei combattimenti, in tutto il paese continuano a circolare armi illegali (circa 34 mila esemplari).

            Il 12 marzo scorso è stato inaugurato nella città di Kinkala, nel sud est del paese, un sistema di rifornimento idrico che, dopo essere stato danneggiato durante gli anni della guerra, grazie alla sua ricostruzione (finanziata dal governo e dalla Croce Rossa), potrà fornire acqua potabile a circa 10 mila abitanti della zona. L'auspicio è che il governo possa moltiplicare iniziative di questo genere e realizzarle in altre zone del paese. La possibilità di aumentare i rifornimenti di acqua pulita nella Repubblica del Congo, permetterebbe anche di riuscire a debellare le epidemie legate all'inquinamento idrico. La scarsità di acqua potabile rappresenta una delle piaghe del Congo a cui il governo sta cercando di far fronte: attualmente soltanto il 58% della popolazione totale ha accesso a questa indispensabile risorsa.

            Gli aiuti di carattere internazionale rappresentano una grande risorsa di sviluppo per Repubblica del Congo e negli ultimi anni questi si sono moltiplicati, cercando di dare un supporto al normale andamento economico del paese, ma anche investendo su settori, come quello dell'educazione e la sanità che rappresentano il futuro di un paese. Recentemente l'Agenzia Francese di Sviluppo (AFD) ha firmato una convenzione di finanziamento di 328 milioni di FCFA per finanziare il programma parziale di sostegno istituzionale per il rafforzamento delle capacità gestionali della Banca di Sviluppo degli Stati dell'Africa Centrale (BDEAC). Lo scopo primario dell'accordo è quello di consolidare il ruolo di finanziamento della Banca e l'integrazione degli Stati membri della Comunità Economica e Monetaria dell'Africa Centrale. Nella Repubblica del Congo, l'intervento della BDEAC è rilevante perché sta attuando delle operazioni di ammodernamento del porto di Pointe-Noire, uno dei porti più importanti del Golfo di Guinea, e che rappresenta un punto di partenza importante per rilanciare il processo di diversificazione economica del paese.

            Per favorire il rilancio economico della Repubblica del Congo, anche la Cina ha deciso di concedere un prestito di 2 miliardi di FCFA, rimborsabili in dieci anni (tra il 2018 e il 2028 senza interessi aggiunti). L'aiuto finanziario offerto dalla Cina è molto vantaggioso per la Repubblica del Congo, che spera così di poter annullare la metà del proprio debito estero dopo essere entrato a far parte, nel 2006, dei paesi beneficiari dell'iniziativa dei “Pays Pauvres Très Endettés (PPTE) Paesi poveri largamente indebitati”.

            Allo stesso modo, un altro partner orientale di Brazzaville, il Giappone, ha deciso di concedere un prestito di circa 1,8 miliardi di FCFA per sostenere gli sforzi di ricostituzione del sistema scolastico e della promozione dei bisogni sanitari di prima necessità.

            Contemporaneamente, con il fine di consolidare le relazioni e sostenere gli sviluppi economico-sociali del Congo, la Banca Africana di Sviluppo (BAD) ha elaborato un Documento di Strategia Paese che si basa sui risultati (DSPAR) che realizzerà importanti progetti recupero tra il 2008 e il 2012.

 

 

 

POLITICA ESTERA

a cura del Ministero degli Affari esteri

 

           

Gli assi principali della politica estera del Congo Brazzaville ruotano attorno ai rapporti con l’Angola ed alla collocazione del Paese all’interno della Comunità Economica e Monetaria dell’Africa (CEMAC). Sassou Nguesso deve la propria ascesa al potere al sostegno militare che l’Angola gli ha prestato durante la guerra civile. La presenza dell’Enclave di Cabinda in territorio congolese (territorio da cui l’Angola ricava circa il 50% delle proprie risorse petrolifere) fa del Congo un Paese di grande valenza strategica per Luanda, che mantiene un limitato contingente e fornisce consiglieri militari a Brazzaville.

Sul piano della CEMAC è rilevante l’impegno del Congo nelle questioni regionali, come dimostra la presenza di militari congolesi nella forza di pace inviata da tale organismo regionale, con l’avallo dell’Unione Africana, nella Repubblica Centrafricana.

Il migliorato status continentale del Congo dopo la conclusione della guerra civile si è tradotto in alcuni riconoscimenti prestigiosi per il Paese. Il Presidente Sassou Nguesso è stato eletto Presidente di turno dell’Unione Africana, nel corso del 2006. Durante il proprio mandato il Capo dello Stato congolese si è segnalato per il proprio attivismo su alcuni particolari dossier regionali, come la Costa D’Avorio ed il Darfur. Inoltre il Congo è stato eletto membro del Consiglio di Sicurezza nel biennio 2006-2007.

 

Partecipazione ad Organizzazioni internazionali

 

La Repubblica del Congo fa parte delle Nazioni Unite, dell’Unità Africana, ed è associata all’Unione europea nell’ambito dell’ACP (Africa, Caraibi, Pacifico).

 

 

 

QUADRO ECONOMICO

 (a cura del MAE)

 

 

La situazione economica congolese è caratterizzata dai seguenti elementi:

 

 

 1. Andamento congiunturale

Con una popolazione intorno ai 4 milioni di abitanti su un territorio più vasto dell’Italia e dotato di notevoli risorse petrolifere, di grandi risorse forestali e potenzialità agricole (cacao e caffè), di un ottimo porto in acque profonde (Pointe Noire) e di due fiumi navigabili (il Congo e il suo principale affluente, l’Ubangi, che attraversano il Paese in tutta la sua lunghezza), il Congo ha tutti i requisiti per essere un Paese relativamente prospero, per lo meno al pari del vicino Gabon.

Il Congo soffre però di un’eccessiva dipendenza dal settore petrolifero, che costituisce oltre il 50% PIL, il 70% delle entrate del bilancio e circa il 90% delle esportazioni. La produzione giornaliera di greggio è di circa 230 mila barili. Peraltro, anche questo settore, che pure è il più avanzato di cui dispone il Paese, non è abbastanza sviluppato e diversificato. Basti pensare che il Congo continua ad essere dipendente dall’estero, sia pure in minima parte, per i suoi rifornimenti energetici. Le esportazioni sono inoltre costituite da legname pregiato e zucchero. Il potenziale petrolifero del Paese rimane comunque uno dei più elevati a livello africano, come ha dimostrato il recente superamento del Gabon nella graduatoria dei maggiori produttori del continente.

Gli elevati prezzi del greggio hanno favorito l’andamento congiunturale. Nel 2005 e nel 2006 la crescita del PIL in termini reali è stata superiore al 7 %, mentre le proiezioni per il 2007 si attestano a una crescita del 4% con un’inflazione del 4%.

Vi è però mancanza di infrastrutture adeguate; salvo Brazzaville e Pointe Noire, il resto del Paese è quasi interamente privo di acqua potabile, elettricità, linee telefoniche e ripetitori radio/TV; la rete stradale è pressoché inesistente e le poche strade, vicino ai maggiori centri, sono in pessimo stato; la linea ferroviaria Brazzaville-Pointe Noire, a suo tempo costruita dall’Astaldi è obsoleta sia per ciò che concerne la ferrovia, sia per ciò che concerne macchine e vagoni. L’elevato indebitamento con l’estero e, soprattutto, l’instabilità politica hanno impedito lo sviluppo economico del Paese.

 

2. Rapporti con le Istituzioni Finanziarie Internazionali

Le recenti missioni del FMI hanno evidenziato un quadro economico di luci ed ombre: se sono migliorate le condizioni di sicurezza nel Paese, se è stato avviato il programma di smobilitazione dei combattenti e i settori non petroliferi crescono vertiginosamente (oltre il 10% annuo), rimangono dei dubbi tuttavia sulla gestione del settore petrolifero, sulla poca trasparenza circa le sue rendite e sui limitati miglioramenti degli indicatori sociali. A riprova della situazione di scarsa trasparenza che contraddistingue l’operato dell’Amministrazione congolese in questioni economico-finanziarie, vi è inoltre la sospensione del Paese il 9 luglio 2004 dal Processo di Kimberley per la certificazione della provenienza dei diamanti, a seguito dell’esportazione di pietre provenienti da aree di conflitto.

I colloqui con il Fondo Monetario Internazionale per l’ingresso nell’iniziativa per la cancellazione del debito (HIPC) si sono concentrati sull’adozione da parte congolese di misure di una qualche trasparenza nel settore petrolifero. Dopo prolungate trattative il Congo ha finalmente deciso di ottemperare alle richieste del Fondo e nel marzo 2006 è stato finalmente inserito nell’iniziativa HIPC. A seguito di tale importante traguardo il Congo ha firmato diversi accordi di cancellazione parziale del debito con i paesi membri del Club di Parigi di cui due con l’Italia.

Non è chiaro quando il Congo potrà completare l’iter di cancellazione del debito. Una recente missione del Fondo a Brazzaville ha constatato  nuove deficienze nella gestione delle entrate petrolifere, forse a causa della congiuntura pre-elettorale e del conseguente incremento delle voci di spesa ad essa collegate. In tale contesto il completamento dell’iter di cancellazione pare destinato a slittare al 2009.

 

Infine, il Governo congolese ha attribuito un’importanza primaria ai negoziati con le Istituzioni Finanziarie Internazionali per essere inserito nell’iniziativa per la cancellazione del debito –HIPC. Tali negoziati sono spesso resi difficili da quella che le IFI denunciano come scarsa trasparenza nella gestione delle entrate petrolifere. L’adozione di principi contabili di maggiore trasparenza ha comunque portato nel corso del 2005 all’inserimento del Congo Brazzaville nell’iniziativa HIPC ed alla successiva conclusione di accordi bilaterali di cancellazione parziale del debito con i Paesi del Club di Parigi. A tutt’oggi, però, il Congo non ha ancora completato l’iter di cancellazione debitoria per le frequenti carenze denunciate dal Fondo Monetario Internazionale sul piano della gestione macro economica.

 

 

 

 

PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI (2007)*

 

PIL  a parità di potere di acquisto

13,97 miliardi di dollari USA

PIL al cambio ufficiale

6.848 miliardi di dollari USA

Composizione per settore

Agricoltura (5,6%), Industria (57,1%) Servizi (37,3%)

Crescita PIL

2,8%

PIL pro capite a parità di potere di acquisto

3.700 dollari (Italia: 32.000 dollari)

Inflazione

7%

Popolazione al di sotto della soglia di povertà

50%

Debito estero

5 miliardi di dollari (stime 2000)

Appartenenza all’HIPC (Gruppo dei Paesi Poveri altamente indebitati)

Sì, dal marzo 2006. In novembre, il Club di Londra ha condonato l’80% dei debiti contratti dal Paese verso creditori privati.

 

Fonti: CIA, Wordfactbook ed. 2008.

 

 

 

RAPPORTI BILATERALI

a cura del Ministero degli Affari esteri

 

 

 

Ambasciatore d’Italia a Brazzaville:

Angelo Travaglini

 

Ambasciatore della Repubblica del Congo a Roma:

Mamadou Kamara Dekamo

 

Le relazioni tra Italia e Congo sono tradizionalmente buone e da ultimo si è assistito anche ad una ripresa dei contatti a livello di visite politiche.

            Infatti nel settembre 2006 la Vice Ministra Sentinelli ha guidato una missione nel paese nel corso della quale si è proceduto alla firma dell’ Accordo di cooperazione marittima  e dell’Accordo per la cancellazione del debito. Negli anni passati l’On. Alberto Michelini, allora Rappresentante Personale del Presidente del Consiglio, ha visitato due volte il Congo Brazzaville fra il 2004 ed il 2005. La prima assieme ad una delegazione di imprenditori che ha esplorato con le controparti congolesi la possibilità di investimenti italiani nel Paese; la seconda in occasione del Vertice dei Capi di Stato dell’Africa Centrale sullo sviluppo sostenibile del bacino del Congo (4-5 febbraio 2005).

            Da parte sua, il Presidente Sassou Nguesso tra il 2000 ed il 2005 si è recato tre volte in Italia. Durante la sua ultima visita a metà marzo 2005 ha incontrato il Presidente Berlusconi.

            Il ministro delle piccole e medie imprese Martin Parfait Aimé Cossoud-Mavoungou ha compiuto una visita in Italia dal 23 al 27 luglio 2007 presentando progetti di partenariato e incontrando  ambienti imprenditoriali nell’Emilia e nelle Marche.

            Il Congo ha appoggiato formalmente la candidatura italiana ad un seggio non permanente del Consiglio di Sicurezza nel biennio 2007-2008.

 

I rapporti economici tra i due Paesi sono centrati soprattutto sui cospicui interessi petroliferi dell’ENI (investimenti per oltre 2 miliardi di dollari).

            L’ENI opera nel Paese attraverso l’AGIP Recherches Congo (80% ENI e 20% governo congolese) ed il corollario di imprese giunte a suo sostegno. La società italiana è impegnata nei campi della ricerca, dello sviluppo e della produzione. Nel 1996 è stato negoziato, tra il Governo e l'ENI, il PSA (Production Sharing Agreement) per lo sfruttamento del giacimento KITINA, assegnato all’ENI per 20 anni; l’accordo è entrato in vigore nel 1997. Vi sono poi numerose società italiane di servizi che operano nell’indotto dell’ENI, oltre ad una serie di società di import export nel settore del caffè e del legname.

            L’ENI sta rafforzando la propria posizione in Congo Brazzaville, attraverso l’acquisizione di nuove attività estrattive che dovrebbero portare nel giro di pochi anni ad una quota di proprietà di circa centomila barili al giorno in favore della Società petrolifera italiana. L’acquisizione di tali nuovi giacimenti comporta un notevole investimento finanziario da parte dell’ENI, nell’ordine di circa un miliardo e mezzo di dollari.

Il Governo di Brazzaville ha firmato il 16 dicembre 2004 con il Club di Parigi l’Intesa pre-HIPC, che cancella debiti in scadenza tra il 1 ottobre 2004 e il 30 settembre 2007 per USD 1.570 milioni e ne ristruttura altri USD 1.450 milioni. L’Italia ha   partecipato alla ristrutturazione pre-HIPC riscadenzando un ammontare di 107,9 milioni di Euro (di cui 82,2 milioni di euro derivanti da crediti commerciali e 25,6 milioni di euro derivanti da crediti di aiuto) e cancellando un ammontare di 45,91 milioni di euro (interamente derivante da crediti commerciali). L’Accordo bilaterale di ristrutturazione del debito, attuativo delle intese con il Club di Parigi del dicembre 2004, è stato firmato a Brazzaville l’8 luglio 2005.

Successivamente il 9 marzo 2006,  avendo il Congo raggiunto il decision point, la suddetta Intesa multilaterale è stata emendata ed è stata concessa al paese la cancellazione del debito in scadenza 9 marzo 2006-30 settembre 2007. L’Accordo bilaterale applicativo di tale intesa, firmato il 14 settembre 2006 in occasione della visita a Brazzaville della Vice Ministra Sentinelli, cancella i debiti della Repubblica Democratica del Congo verso l’Italia  per un importo complessivo di 42,03 milioni di Euro di cui 33,44 milioni di Euro per crediti commerciali e 8,59 milioni di Euro per crediti di aiuto. Il debito residuo nei confronti dell’Italia ammonta a circa 110,22 milioni di Euro.

 

L’Accordo di cooperazione marittima firmato nel settembre 2006 fornisce una cornice istituzionale alle attività di trasporto merci sullo scalo di Ponte Noire svolte dalla società Grimaldi; la società Fincantieri sta intrattenendo contatti con le Autorità congolesi in vista della cessione di alcune motovedette.

 

SACE: Collocato in 7ª categoria. Paese ex-legge 209/2000. “Sospensiva”.L’atteggiamento di “sospensiva” è stato introdotto dal Consiglio di Amministrazione della SACE il 30 novembre 2001 e contraddistingue i Paesi ex-Legge 209/2000 beneficiari di cancellazione del debitoestero.

Anche nel quadro del nuovo Programma Africa della SACE Brazzaville rientra in una delle categorie di rischio più elevate (categoria D), corrispondente alla totale chiusura con l’eccezione di qualche particolare progetto nel quadro dell’Accordo di Protezione degli Investimenti.

Esposizione al 30.09.2006: 58,33 Milioni di EURO per indennizzi erogati da recuperare.

 

Comunità italiana, comunità del Paese in Italia

La collettività italiana residente in Congo consta di 140 connazionali (ottobre 2004) ed è costituita nella stragrande maggioranza da dirigenti, tecnici, operai specializzati di ENI, Astaldi, Soimi e altre aziende italiane operanti nel paese, a volte accompagnati dalle famiglie. Nel paese ci sono circa 20 religiosi.

Su iniziativa dell’Ambasciata, circa 150 cittadini congolesi che hanno frequentato corsi di studio in Italia, hanno costituito due associazioni di “amici” dell’Italia, una a Brazzaville e l’altra a Pointe Noire, con lo scopo di favorire lo sviluppo delle relazioni tra i due Paesi.

Al 31 dicembre 2000 i cittadini congolesi regolarmente residenti in Italia erano 1.750.

 

Cooperazione

 

Il Paese, che non rientra tra i paesi prioritari per la Cooperazione italiana, nel periodo 1983-2005 ha beneficiato di doni italiani per 15 milioni di Euro.

La Repubblica del Congo ha un PNL pro capite di 640 USD (Banca Mondiale, 2004); nella lista dell’Indice dello Sviluppo Umano del 2004 (ultima pubblicata) è al n° 144/177.

 

La politica di Cooperazione con il Congo, avviata all’inizio degli anni ottanta e formalizzata da un accordo di cooperazione entrato in vigore nel 1990, mantiene a tutt’oggi un profilo esclusivamente di aiuti sul canale dell’emergenza.

I settori prioritari sono quello agricolo, sanitario e sociale. Nel 2001 è stato concesso un aiuto alimentare (farina e riso) per complessivi 1,2 milioni di euro tramite AGEA.

 

In risposta all'Appello Consolidato 2001, con il quale gli Organismi Internazionali richiedevano un contributo totale di 17,2 milioni di US$ da destinarsi ad attività d'emergenza ed umanitarie a favore delle fasce di popolazione più vulnerabili, sono stati erogati due contributi volontari di 500 milioni di lire ciascuno a UNICEF e UNDP, rispettivamente per programmi di assistenza ai bambini in particolari difficoltà e per iniziative di reintegrazione nella società di ex combattenti.

 

Le altre iniziative d’emergenza intraprese in Congo nel periodo 1998/2001sono state le seguenti:

- finanziamento di 300.000 US$ al Centro Trasfusione Sanguigna affidato all’OMS;

- finanziamento di 300.000 US$ per il Programma per la fornitura idrica e l’epurazione sanitaria in collaborazione con il “Ministère de la Santé, de la Solidarité et de l’Action Humanitaire” e la Croce Rossa;

-          programma di vaccinazione affidato all’OMS per un valore di 30.000 US$ (invio di kit di medicinali);

-          programma “Giornata Nazionale di Vaccinazione Intensificata” per un valore di 100.000 US$, affidato all’UNICEF;

-          programma sociosanitario affidato all’OMS per un valore di 600 milioni di lire.

 

Nel gennaio 2002 la Cooperazione italiana ha concesso un contributo del valore di 200.000 € al PAM/WFP, per gli aiuti di prima necessità, a favore delle popolazioni del Congo settentrionale colpite dalle inondazioni.

 

La Repubblica del Congo è fra i Paesi che beneficiano delle attività del Programma di Smobilitazione Multi-Country Demobilization and Reintegration Programme (MDRP) della Banca Mondiale (contributo italiano di 1.500.000 €), finalizzato a favorire il processo di pace nell’intera regione interessata dal conflitto nella RDC.

 

            Nel2003 la DGCS ha erogato un contributo volontario di 100.000 € all’UNDP volto a sostenere le attività di formazione dei funzionari del Parlamento congolese.

 

Per quanto riguarda la cooperazione decentrata, tra il 1998 e il 2004 le Regioni Basilicata e Veneto sono state attive nel paese con iniziative nel settore dell’educazione e dei servizi sociali.

 

Rimane tuttora allo studio l’eventualità, prospettata durante recenti colloqui bilaterali, di avviare programmi promossi da ONG, in particolare nell’ambito del miglioramento della condizione femminile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DATI STATISTICI BILATERALI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PRINCIPALI ESPORTAZIONI  E IMPORTAZIONI ITALIANE (2007)[7]

ESPORTAZIONI

IMPORTAZIONI

1. Macchine per impieghi speciali 47,96%

1. Prodotti della silvicoltura 33,38 %

2. Elementi da costruzione in metallo 11,45%

2. Legno tagliato, piallato e/o trattato 31,65%

3. Tubi 10,08 %

3. Prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e floricoltura 21,12 %

4. Macchine e apparecchi per la produzione e impiego di energia meccanica 6,2 %

4. Prodotti della carpenteria in legno e falegnameria per edilizia 3,92 %

5. Altre macchine di impiego generale 2,77 %

5. Fogli da impiallacciatura, compensato, pannelli stratificati 3,49 %

6. Articoli di abbigliamento in tessuto e accessori (esclusi quelli in pelle) 2,05 %

6. Macchine e apparecchi per la produzione e l'impiego di energia meccanica 2,70 %

 

 

 

 

INCIDENZA INTERSCAMBIO SUL COMMERCIO ESTERO ITALIANO (2007)

Esportazioni verso il Congo sul totale delle esportazioni italiane

0,068

Importazioni dal Congo sul totale delle importazioni italiane

0,0081

 

QUOTE DI MERCATO (2006)

PRINCIPALI FORNITORI

% su import

PRINCIPALI ACQUIRENTI

% su    export

1. Francia

23,5

1. Stati Uniti

35,9

2. Cina

13,2

2. Cina

31,4

3. Stati Uniti

7,6

3. Taiwan

9,9

4. India

7

4. Corea del Sud

8

5. Italia

5,6

 

 

 

 

 

 

Fonte: CIA World Factbook

 

INVESTIMENTI DIRETTI NEI DUE PAESI (2006)

Italiani

Milioni di $

% tot

congolesi

milioni di $

% tot

1.

 

 

1.

 

 

2.

 

 

2.

 

 

3. non disponibili

 

 

3.    non disponibili

 

 

Fonte: UIC

 

SACE (31.09.2006 – milioni di Euro)

Categoria di rischio

7

chiusura

Impegni in essere (a)

0

 

Indennizzi erogati da recuperare (b)

58,3

 

Esposizione complessiva (a+b)

58,3

Accordi di ristrutturazione debitoria

Ultima intesa Club di Parigi

16 luglio 1996

Ultimo accordo bilaterale

14 settembre 2006

Fonte: Ministero Affari Esteri

 

Fonte: SACE


 

AIUTO PUBBLICO ALLO SVILUPPO (Mln US $)

 

2001

2002

2004

Doni

 

 

 

Crediti di aiuto

nd

nd

nd

FONTE: Ministero Affari Esteri

 

 



[1] A cura del MAE

[2] E’ stato nominato dal Presidente Sassou-Nguesso nonostante la Costituzione attuale non preveda tale carica.

[3] In collaborazione con il Ministero degli Affari esteri

[4] Alla competizione elettorale non hanno partecipato alcuni gruppi politici tra cui il CNR (Consiglio Nazionale dei Repubblicani) composto dagli ex combattenti della regione del Pool (sud-est del Congo) chiamati Ninja-Nsilulu, guidato da Fréderic Bintsamou meglio conosciuto come il pastore Ntoumi (rientrato nel paese all’inizio di settembre dall’esilio all’estero), che dopo gli accordi di pace del 2003 si stanno smobilitando secondo quanto previsto anche dal programma DDR (Disarmament, Demobilization and Reintegration) gestito dal UNDP (United Nations Development Programme). A tal proposito l’ANR (Alleanza per la Nuova Repubblica) il cartello elettorale che riunisce i partiti “storici” dell’opposizione al Presidente Nguesso, l’UDR (Unione per la Democrazia e la Repubblica), UPADS (Unione Panafricana per la Democrazia Sociale), guidata dall’ex presidente Pascal Lissouba e l’RDD (Raggruppamento per la Democrazia e lo Sviluppo), ha chiesto la creazione di un Coordinamento d’Appoggio al Processo Elettorale (CAPE), un organo indipendente per il controllo dei processi elettorali, evitando così i problemi del 2002 quando, subito dopo le consultazioni elettorali, l’opposizione e l’opinione pubblica mondiale denunciarono brogli elettorali da parte del gruppo al potere.

 

[5]Le elezioni presidenziali si sono tenute dopo che il Consiglio Nazionale di Transizione aveva approvato una legge per impedire la candidatura dei principali oppositori al Presidente Sassou, vale a dire l’ex Presidente Pascal Lissouba e l’ex Primo Ministro Bernard Kolelas. Una missione di osservatori dell’Unione europea guidata da Joaquin Miranda, si è recata in Congo per monitorare lo svolgimento delle elezioni. La competizione si è svolta senza disordini né intimidazioni manifeste, ma è stata caratterizzata da una forte sproporzione tra Sassou ed i candidati di opposizione quanto a strumenti di propaganda e visibilità. L’opposizione non è poi riuscita a creare un fronte comune e molti candidati hanno invitato gli elettori al boicottaggio. Fra questi, il principale sfidante di Sassou, André Milongo, (Unione per la Democrazia e per la Repubblica) già Presidente dell’Assemblea nazionale (1993-1997). Milongo ha inoltre lamentato il fatto che non sia stato compiuto un censimento elettorale (il disordine organizzativo ed il fatto che l’amministrazione pubblica si sia schierata compatta a favore del Presidente sono stati evidenziati anche dagli osservatori UE), che non sia stata creata una scheda unica e che non sia stata consentita la presenza di osservatori dell’opposizione presso i seggi elettorali.

[6] Il Parlamento ha preso il posto del Consiglio Nazionale di Transizione, che ha legiferato dalla fine dalla fine della guerra civile (inizi del 1998) al 2002 (anno in cui si sono tenute le prime elezioni legislative in base alla nuova Costituzione del 2002).

[7] Fonte: Elaborazione ICE su dati ISTAT