Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: COSTA D'AVORIO - Incontro del Presidente della Camera con la Consorte del Presidente della Repubblica della Costa d'Avorio, on. Simone Ehivet Gbagbo, Presidente del Gruppo Parlamentare FPI (FRONTE POPOLARE IVORIANO) - Roma 4 giugno 2008
Serie: Schede Paese    Numero: 10
Data: 03/06/2008
Descrittori:
COSTA D'AVORIO   POLITICA ESTERA

COSTA D’AVORIO

DOSSIER SCHEDE - PAESE

 

XVI legislatura

n. 10

3 giugno 2008

CAMERA DEI DEPUTATI

Servizio Rapporti internazionali

 

 

 

 


 

 

Incontro tra il Presidente della Camera, on. Gianfranco FINI e  la sig.ra Simone EHIVET GBAGBO

 

Roma, 4 giugno 2008

 

 

 

 

 

CENNI STORICI (1960-2006)

 

 

La Costa d’Avorio ottenne l’indipendenza nel 1960 ed il Paese fu guidato dal Presidente Houphouet-Boigny – il maggior artefice dell’indipendenza – fino alla sua morte avvenuta il 7 dicembre 1993. Gli successe quindi Konan Bedié in quanto Presidente dell’Assemblea Nazionale, poi eletto Presidente nel 1995 con il 96% dei suffragi in elezioni boicottate dall’opposizione. Anche se il Paese all’epoca appariva stabile, la crescente crisi economica avviatasi nella seconda parte degli anni ’80 a seguito del crollo del prezzo delle materie prime e del pesante debito internazionale del Paese contribuiva già ad alimentare il problema delle diatribe etniche, sia tra autoctoni e popolazioni immigrate dai paesi vicini durante il lungo precedente periodo di crescita economica (che rappresentano ancora circa un terzo della popolazione totale), sia tra le varie etnie locali. Alla fine del giugno del 1998, l’Assemblea Nazionale approvò una nuova carta costituzionale che prevedeva, fra l’altro, l’estensione da 5 a 7 anni del mandato del Presidente della Repubblica. Furono inoltre adottati dei provvedimenti limitativi dei diritti degli immigrati nell’ambito di una crescente tendenza a privilegiare la c.d. “ivoirité” e le etnie autoctone.

 

Nel dicembre ’99, in un clima di tensione alimentato, in vista delle elezioni presidenziali del 2000, dalla dichiarazione d’ineleggibilità del leader del partito RDR (Rassemblement des Républicains), Ouattara, per asseriti dubbi sulla sua cittadinanza, e dall’arresto di alcuni leaders politici dell’opposizione, per le manifestazioni violente di militanti dei loro partiti, ebbe luogo un colpo di Stato da parte di un gruppo di sottufficiali essenzialmente per motivi economici per i ritardi nel pagamento delle indennità legate alla missione di pace nella Repubblica Centroafricana, effettuata sotto l’egida delle Nazioni Unite. Di fronte alla mancanza di reazione del Presidente Bédié, il Generale Guéi, nominato Capo della Giunta militare, colse l’occasione per concentrare nelle proprie mani i poteri legislativo ed esecutivo, attraverso un “atto costituzionale” con il quale si proclamò “Garante dell’indipendenza della magistratura”. Il colpo di Stato fu oggetto di una generale condanna, pur con il riconoscimento degli errori compiuti dall’ex Presidente Bedié.

Stati Uniti e Canada sospesero ogni forma di cooperazione (continuando tuttavia ad assicurare una consistente assistenza umanitaria) e l’Unione Europea decise la sospensione temporanea della cooperazione prevista dall’ex art. 366/bis della Convenzione di Lomé (ora art. 96 della Convenzione di Cotonou).

 

Nel luglio del 2000, nel corso di un periodo di transizione teso alla formazione di un Governo civile e democraticamente eletto, una riforma della Costituzione fu sottoposta a referendum popolare ed approvata con una maggioranza dell’86% dei votanti.

Alle elezioni presidenziali del 22 ottobre 2000, tuttavia, il Gen. Guei, nel tentativo di ottenere un’investitura democratica, impedì la candidatura di quasi tutti gli oppositori, tranne il leader dell’FPI (partito di ispirazione socialista e oppositore storico di H. Boigny) Laurent Gbagbo il quale, contro tutte le aspettative, emerse quale vincitore delle consultazioni .

 

 A fronte del permanere dei conflitti tra i principali protagonisti della scena politica ivoriana, il 19 settembre 2002, mentre il Presidente si trovava in visita ufficiale in Italia, un gruppo di militari tentò un nuovo colpo di Stato. La pronta reazione del Presidente Gbagbo e dei suoi fedeli costrinse i ribelli a ritirarsi dal Sud del Paese, mantenendo tuttavia il controllo del Centro-Nord (il 60% del territorio, ma con minori risorse). Ebbe così inizio una grave crisi politico-militare. Molti considerano tuttora tale svolta come una reazione della Francia ai tentativi di apertura del Paese ad altre influenze promossa dal Presidente Gbagbo. Grazie alla mediazione della Presidenza senegalese della CEDEAO, si giunse alla firma del cessate il fuoco il 17 ottobre 2002. Tale situazione spinse la Francia a convocare a Parigi una conferenza con la partecipazione di tutte le forze politiche ivoriane, comprese quelle ribelli, che portò alla firma di un accordo di pace a Linas Marcoussis nel gennaio del 2003, successivamente avallato dalle Nazioni Unite con risoluzione 1464/2003, ma che essenzialmente rimase senza applicazione.

Nel tentativo di porre fine allo stallo del processo di pace, nel corso di un successivo vertice ad Accra, copresieduto dal Segretario Generale delle Nazioni Unite e dal Presidente di turno dell’ECOWAS, si giunse alla firma del cosiddetto accordo “Accra III”, che costituiva una sorta di calendarizzazione degli impegni già presi a Marcoussis, cui seguì invece un inasprimento degli scontri armati. 

Il 15 novembre 2004, fu adottata all’unanimità la risoluzione 1572/2004, con la quale il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite condannò gli attacchi compiuti dalle forze governative ivoriane in violazione del cessate il fuoco in vigore dal maggio 2003. Nella stessa risoluzione si chiedeva a tutte le parti in conflitto di rispettare il cessate il fuoco e si esprimeva sostegno all’azione intrapresa dalla forza di pace onusiana UNOCI[1] ed alle forze francesi, sottolineando che l’unica via d’uscita dalla crisi sarebbe stato il pieno adempimento degli accordi di Linas Marcoussis e di Accra III. Tale risoluzione, appoggiata dall’Unione Africana, prevedeva anche alcune misure sanzionatorie. Dopo il drammatico deterioramento della situazione a causa degli scontri del novembre 2004 tra le forze francesi e ivoriane, la fuga di molti occidentali e lo stallo nell’attuazione degli accordi di pace, numerose sono state le ulteriori iniziative diplomatiche poste in essere dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, dall’Unione Africana e dall’ECOWAS.

L’Accordo di Pretoria del 4 aprile 2005 sembrò aver aperto nuove prospettive di soluzione della crisi, soprattutto grazie alla mediazione condotta dal Presidente sudafricano Mbeki che aveva avuto il merito di riportare la questione sotto l’egida dell’Unione Africana.

L’impossibilità di tenere le consultazioni alla data prevista del 30 ottobre 2005 (giorno di scadenza del mandato quinquennale presidenziale) ed il forte contrasto derivatone fra il Presidente Gbagbo e l’opposizione politica e militare, aggravarono tuttavia la situazione.

Nel dicembre 2005, dopo un’intensa trattativa, Charles Konan Banny presidente della Banca Centrale degli Stati dell'Africa Occidentale (BCEAO) fu scelto quale nuovo Primo Ministro della Costa d'Avorio”, scelta gradita anche all’opposizione.

Il 28 febbraio 2006, i quattro principali protagonisti politici della crisi ivoriana (Gbagbo, Bediè, leader del PDCI, ex-partito unico al potere dal 1960, Ouattara, leader dell’RDR, espressione etnica del nord in gran parte musulmano, e Soro, Segretario Generale dei ribelli armati delle Forze Nuove) si incontrarono a Yamoussoukro per discutere, in un clima relativamente disteso, le principali questioni sul tappeto. Nell’occasione, furono adottate importanti decisioni tra cui quella di incontrarsi regolarmente per valutare i progressi nel processo elettorale, di riprendere il dialogo tra forze armate regolari e ribelli sul tema del disarmo e quella di proseguire gli sforzi per permettere lo svolgimento delle elezioni alla scadenza inizialmente prevista dell’ottobre 2006.

 

Nel secondo vertice di Yamoussoukro (8 aprile 2006) tra i principali leader politici del paese ed alla presenza del Presidente di turno dell’UA, il congolese Sassou Nguesso, si convenne di effettuare le operazioni di disarmo e di identificazione contemporaneamente, attraverso l’avvio delle cosiddette audiences foraines, le udienze mobili per le "sentenze suppletive" sulla cittadinanza, propedeutiche al rilascio dei documenti di identità e dei certificati elettorali alle centinaia di migliaia di ivoriani sans papiers, cioè senza documenti (operazioni inizialmente avviate su larga scala il 17 luglio). L'iniziativa, fortemente voluta dalla Comunità internazionale, incontrò invece forti resistenze interne.

 

All’aspro dibattito politico si sovrapposero manifestazioni di piazza indette dalla parte filo-presidenziale dei "giovani patrioti", poi degenerate in disordini e scontri in diversi centri del territorio sotto il controllo governativo.Giunti a ridosso della data programmata per le elezioni, si prese quindi atto del fallimento dell’organizzazione di libere elezioni, essenzialmente a causa degli insanabili contrasti tra le fazioni in lotta circa le modalità con cui tale delicata operazione si sarebbe dovuta svolgere.

 

A fronte della persistente crisi, e prendendo atto dell’impossibilità di rispettare il calendario elettorale inizialmente previsto, il CdS delle Nazioni Unite adottò, all’unanimità, la risoluzione 1721, con cui si cercò di evitare di scontentare le due fazioni in lotta per timore di far naufragare il processo di pace. La risoluzione, che riprendeva le proposte d’uscita dalla crisi emerse dai vertici ECOWAS (06.10.2006) ed UA (17.10.2006), autorizzava un'ulteriore proroga del periodo di transizione, rafforzava i poteri del Primo Ministro e fissava la data delle elezioni al 31 ottobre 2007.

 

CRONOLOGIA RECENTE

Marzo 2007

Il Presidente Gbagbo e l’ex capo dei ribelli delle “Forze Nuove”, Guillaume Soro firmano l’Accordo Politico di Ouagadougou. In seguito all’accordo, Soro diviene Primo Ministro e viene deciso di riunificare il Paese smantellando la zona cuscinetto che separa il nord dal sud, integrare le forze ribelli nell’esercito nazionale e tenere nuove elezioni. Le truppe ONU e francesi restano nel Paese per aiutare le parti a mettere in atto l’accordo politico.

Giugno 2007

Il Primo Ministro Soro sopravvive ad un attentato.

Gennaio 2008

Le Nazioni Unite autorizzano un nuovo mandato semestrale per gli 8.000 peacekeepers presenti nel Paese, con l’obiettivo dichiarato di far tenere le elezioni entro il primo semestre dell’anno. Dieci persone vengono arrestate con l’accusa di aver predisposto, nel dicembre 2007, un colpo di stato. Il presunto capo del complotto, il sergente Ibrahim Coulibaly, nega ogni addebito.

Aprile 2008

Il Presidente Gbagbo, a seguito delle violente proteste per l’aumento del costo del cibo, sospende i dazi doganali. La data delle elezioni presidenziali, prevista inizialmente per il mese di giugno, viene spostata al 30 novembre 2008.

 

 

Alla base della crisi ivoriana rimangono alcune questioni fondamentali: quella del criterio della identità nazionale e della cittadinanza ivoriana (i criteri che definiscono “l’ivoirité” sono restrittivi), e quindi dei criteri per l’eleggibilità alle cariche pubbliche e dell’identificazione degli elettori, della riforma della proprietà terriera, della ristrutturazione delle forze armate e del disarmo delle forze ribelli.

Si segnala che il programma di identificazione dei cittadini e dei residenti immigrati senza certificati di nascita e di cittadinanza, al fine della registrazione dei votanti, è stato avviato nel settembre 2007 ma il processo di identificazione rimane difficile.

Allo stesso modo, anche il processo di disarmo, smobilitazione e reinserimento (Rdt) previsto già dagli accordi di Marcoussis del 2003, è stato rilanciato varie volte dagli accordi di pace successivi ma senza successo. Gli ex-ribelli, che controllano la metà settentrionale del Paese, hanno attribuito questi fallimenti alla mancanza di "mezzi finanziari".

 

DATI GENERALI (2008)[2]

Superficie

322.460 Kmq (poco più estesa dell’Italia)

 

Capitale

YAMOUSSOKRO (244.750 abitanti)

 

Abitanti

18.373.000[3] (circa il 26% della popolazione è costituita da emigranti)[4]

 

Tasso crescita popolazione

 

1,96%

Mortalità infantile

14,65per mille

Speranza di vita

49 anni

Tasso alfabetizzazione

50,9%

Lingue

francese (ufficiale)

Composizione etnica

Akan 42,1%, Gur 17,6%, Northern Mandes 16,5%, Southern Mandes 10%, Krous 11%, altri 2,8%

Religioni praticate

Cristiani 20-30%, Mussulmani  35-40%, credenze indigene 25-40% (2001)
la maggioranza dei lavoratori stranieri sono mussulmani (70%) e cristiani (20%)

 

 

 


 

CARICHE DELLO STATO

 

 

Presidente della Repubblica e Capo dello Stato

 

 

Laurent GBAGBO (Fronte Popolare Ivoriano, FPI, socialista) dal 26ottobre 2000

 

Presidente dell’Assemblea Nazionale

 

Mamadou KOULIBALY (FPI) dal gennaio 2001

 

Primo Ministro

Guillaume SORO (Forze Nuove, dal 4 aprile 2007)

 

Ministro degli Esteri

 

Youssouf BAKAYOKO (dal 16 settembre 2006)

 

 

 

SCADENZE ELETTORALI

 

Presidenziali

30 novembre 2008 (primo turno)

 

 

Secondo gli accordi, l’attuale Premier non potrà presentare la propria candidatura alle presidenziali.

 

 

 

 

QUADRO POLITICO

 

 

 

GuillaumeSoro, capo delle Forces Nouvelles (FN), nel marzo 2007 è stato nominato Primo Ministro sulla base della road map elaborata nell’accordo di Ouagadougou. L'ex leader ribelle ha così costituito un nuovo governo di unità nazionale entrato in carica il 7 aprile 2007.


 

Composizione del Parlamento

 

A seguito delle ultime elezioni tenutesi nel dicembre 2000, i seggi sono così ripartiti[5]:

 

PARTITI

SEGGI

Fronte Popolare Ivoriano (FPI)

96

Partito Democratico della Costa d’Avorio (PDCI) opposizione

98

Unione per la Democrazia e per la Pace in Costa d’Avorio (UDPCI)

14

Altri

17

TOTALE

225

 

 

 

 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

 

L’attuale Costituzione che sostituisce quella del 1960 è stata approvata con un referendum nel luglio 2000 dando vita alla cosiddetta “seconda Repubblica”.

 

Sistema politico

 

Già colonia francese, la Costa d’Avorio è indipendente dal 1960. La Costa d’Avorio è una Repubblica Presidenziale.

 

Presidente della Repubblica

 

Il Presidente della Repubblica è eletto per un mandato di 5 anni con votazione a suffragio universale. Il mandato è rinnovabile una sola volta. Il Presidente della Repubblica, che è il Capo dello Stato, è il detentore esclusivo  del potere esecutivo: nomina, e revoca, il Primo Ministro che è a capo del Governo e che è responsabile unicamente di fronte al Presidente. E’ Comandante Supremo delle forze armate e presiede il Consiglio Superiore di difesa. Promulga le leggi.

Ai fini della eleggibilità, la costituzione prevede la nazionalità ivoriana (nato da genitori entrambi ivoriani; aver risieduto per almeno 5 anni consecutivi nel Paese e per un periodo non inferiore nel totale a 10 anni). In base a tali criteri la Corte Suprema aveva escluso nel 2000 la candidatura del leader del Raggruppamento dei Repubblicani, Alassane Ouattara perché non "ivoriano puro".

      

 

Parlamento

 

Il Parlamento monocamerale è eletto a suffragio universale ogni 5 anni con sistema maggioritario. Il numero dei parlamentari è stato portato da 175 a 225 membri.

L’iniziativa legislativa appartiene al Presidente della Repubblica e in maniera concorrente ai membri dell’Assemblea Nazionale. Il Parlamento approva essenzialmente i progetti di legge di origine presidenziale. Si ricorda inoltre che il Palmento non può sfiduciare il Governo né influire sulla scelta del Primo Ministro. La funzione di controllo sul Governo viene esercitata prevalentemente con la presentazione di interrogazioni e la costituzione di commissioni di inchiesta. 

La Costituzione prevede anche un Consiglio economico e sociale con funzioni consultive su temi di carattere economico e sociale. E’ stato altresì istituito un Consiglio Costituzionale composto da 6 membri (di cui 3 designati dal Presidente dell’Assemblea Nazionale) a cui è affidato il controllo di costituzionalità delle leggi. La Costituzione garantisce l’indipendenza della magistratura.

 

 

 

Governo

 

Il Governo ha natura prettamente esecutoria.  Il Primo Ministro coordina l’azione del Governo i cui membri sono nominati dal Presidente della Repubblica, sentito il parere del Primo Ministro. Il Presidente può delegare alcuni dei suoi poteri al Governo e ad alcuni dei suoi membri.


 

 

 

ATTUALITÀ POLITICA

(a cura del MAE)

 

 

Il Segretario Generale delle Forces Nouvelles (i ribelli armati), Soro, ha accettato nel gennaio 2007 la proposta avanzata dal Presidente Gbagbo di una “via d’uscita ivoriana” alla crisi, ovvero di un dialogo diretto, da svolgersi peraltro nel quadro della risoluzione 1721 delle Nazioni Unite. In tale iniziativa è stato coinvolto anche il cosiddetto “Gruppo dei sette” , cioè la coalizione che riunisce i rappresentanti delle diverse forze politiche che si opponevano a Gbagbo. Si è così giunti, anche grazie alla mediazione del Presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré (e al via libera della Francia, che non aveva mai prima accettato di giungere ad un compromesso con il Presidente Gbagbo), alle trattative di Ouagadougou, (18 gennaio 2007) ed infine, il 4 marzo 2007, all’intesa fra i due principali antagonisti armati dello scenario politico ivoriano. L’Accordo Politico di Ouagadougou (APO), che ha sbloccato lo stallo politico, consta di 8 punti e di un cronogramma sui tempi per la loro applicazione per cui le elezioni presidenziali avrebbero dovuto aver luogo entro dieci mesi (cioè a fine 2007). Le parti in particolare hanno trovato un’intesa su: censimento elettorale in vista delle prossime elezioni presidenziali e sugli altri aspetti collegati al voto (punti I e II); formazione di forze di sicurezza integrate e disarmo delle formazioni armate (punto III); “restaurazione dell’autorità dello Stato ed il ridispiegamento dell’amministrazione sull’intero territorio nazionale” (punto IV); misure necessarie a “consolidare la riconciliazione nazionale della pace, la sicurezza e la libera circolazione di persone e beni” (punto VI). Nel VII e penultimo punto, dedicato ai “meccanismi di accompagnamento e di concertazione”, si stabilisce la creazione di un “Quadro permanente di concertazione”, per vigilare sull’applicazione dell’accordo, di cui saranno parte – oltre al Presidente Gbagbo ed a Soro –, anche i rappresentanti dell’opposizione politica, considerati vicini alla ribellione (Alassane Dramane Ouattara e Henri Konan Bedié) ed il Presidente burkinabé Blaise Compaoré, in qualità di mediatore ufficiale. Il CdS dell'ONU, riunitosi il 14 marzo 2007 a New York, si è espresso a favore dell'Accordo di Ouagadougou, definendolo una "buona base per la soluzione della crisi ivoriana attraverso l'organizzazione di elezioni credibili".

 

Alla fine di marzo 2007 Guillaume Soro è stato quindi nominato, anche in base a quanto previsto dal primo allegato all’Accordo, nuovo Primo Ministro della Costa d'Avorio, in sostituzione di Charles Konan Banny. Gli effettivi della forza francese "Licorne" in Costa d'Avorio sono stati ridotti  prima a 3.500 elementi e successivamente a 1.800 mentre le forze ONU contano tuttora circa 9.000 effettivi.

Il 7 aprile 2007 è entrato in carica il nuovo governo di transizione, composto di 33 membri, di cui 27 confermati e 6 di nuova nomina. Tra i confermati rispetto al precedente esecutivo, il Ministro degli Esteri Bakayoko. Le trattative che hanno condotto alla formazione del governo si sono concluse con un'ampia affermazione del campo presidenziale, sia sul piano numerico sia su quello strettamente politico. In effetti, il Presidente Gbagbo è riuscito a portare da 10 a 13 i membri del governo a lui direttamente favorevoli e quanto all’effettiva gestione del potere, egli è riuscito ad ottenere la vicepresidenza per il fidato Bohoun Bouabré, Ministro del Piano, assicurandosi così il controllo economico del Paese. Inoltre, il notevole rafforzamento del Ministero dell'Interno e la sua assegnazione all'ex-portavoce della Presidenza, Tagro, assicura al Presidente il controllo dell'apparato statale, della sicurezza e dell'ordine pubblico, nonché del processo di ridispiegamento della Pubblica Amministrazione su tutto il territorio nazionale.

Il 29 giugno 2007, un attacco portato contro l'aereo del Primo Ministro, Soro, che si recava nella ex capitale della ribellione armata Bouaké per presiedere alla cerimonia d’inizio del ridispiegamento dell'amministrazione giudiziaria, ha causato 4 vittime e diversi feriti gravi tra i membri della delegazione, lasciando peraltro illeso lo stesso Soro (ex capo della ribellione armata). Il grave attentato non ha avuto però ripercussioni sull’Accordo di pace.

 

Nonostante il miglioramento della situazione politica molti volets dell’Accordo di Ouagadougou hanno registrato preoccupanti ritardi. L’evidente impossibilità di tenere le elezioni ha indotto il Consiglio di Sicurezza, nell’ottobre dello stesso anno, prima a prorogare il regime delle sanzioni, e poi ad esprimere forti critiche in occasione della revisione di metà percorso dell’operato delle Forze Imparziali (la missione ONU UNOCI e il contingente francese Licorne). Al riguardo sono state pressanti le sollecitazioni della Francia, nonostante l’Accordo, sia pur con lentezza, continuasse a progredire e, soprattutto, a garantire agli Ivoriani la pace.

Comunque, l’evidenza dei ritardi ha costretto il 27 novembre 2007 il Presidente Gbagbo ed il Primo Ministro Soro, durante un incontro a Ouagadougou con il Facilitatore Compaoré, ad accordarsi su una nuova data delle elezioni presidenziali e legislative a fine giugno 2008. Successivamente, a Korhogo - capitale della regione del Nord - sono stati firmati i cosiddetti "Accordi complementari" all'Accordo di Ouagadougou alla presenza del rappresentante del Facilitatore, il Ministro degli Esteri burkinabé Bassolé. Tali accordi prevedono un nuovo calendario per il ridispiegamento dell'Amministrazione fiscale e doganale sul territorio nazionale, per il disarmo degli ex-ribelli e la loro integrazione nelle Forze Armate regolari e per le operazioni di certificazione anagrafica (e quindi elettorale), da condurre con il supporto tecnico di una società francese, la SAGEM, posta sotto l’autorità della Commissione Elettorale Indipendente (CEI), espressione di tutte le forze politiche e presieduta dall’opposizione.

Il 24 gennaio 2008, su invito del Presidente Compaorè, si sono poi riuniti per la seconda volta a Ouagadougou i membri del CPC (Cadre Permanent de Concertation) - il Presidente Gbagbo, il Primo Ministro Soro, il leader dell'RDR Ouattara e il Presidente del PDCI-RDA, Konan Bèdiè  - confermando la data delle elezioni per fine giugno 2008.

Tuttavia anche tale scadenza è apparsa presto insostenibile per vari motivi. La svolta “decisiva” sembra ora avvenuta in data 14 aprile 2008 con la firma da parte del Presidente Gbagbo, sulla base di un rapporto della CEI approvato da un Consiglio dei Ministri straordinario, di un decreto che fissa la data delle elezioni presidenziali ivoriane al 30 novembre 2008. In caso di ballottaggio il 2° turno si dovrebbe tenere il 14 dicembre. Nulla è stato invece deciso per quanto riguarda le elezioni legislative che in ogni caso non saranno combinate con le presidenziali. La data del 30 novembre tiene evidentemente conto delle difficoltà tecniche e dei tempi necessari per l’identificazione e la preparazione delle liste elettorali. L’RSSG ONU ed il Rappresentante del Facilitatore hanno parlato di “giornata storica” per il Paese.

Il 23 e 24 aprile si è svolta ad Abidjan la visita ufficiale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon il quale, in una conferenza stampa, si è dichiarato “soddisfatto” dela qualità degli incontri avuti e della ferma volontà riscontrata sia a a livello dei politici che della popolazione di uscire dalla crisi, volontà che ha permesso di registrare gli attuali progressi. Egli ha tenuto a reiterare l’importanza che la data fissata per le elezioni sia effettivamente rispettata anche nel caso insorgessero ostacoli ed ha ricordato infine il ruolo cruciale che dovrà svolgere il suo Rappresentante Speciale per la certificazione dell’intero processo elettorale, conformemente al mandato della Nazioni Unite.

La firma del “Codice di buona condotta” - alla presenza del Presidente della Repubblica, dell’UNSG e del PM - ha rappresentato un ulteriore momento simbolico della comune volontà di andare alle elezioni. In base al codice, i partiti politici si sono impegnati a rispettare il verdetto delle urne, a non utilizzare la violenza, a evitare nel corso della campagna elettorale qualsiasi riferimento a razza, religione o appartenenza etnica, a non diffondere risultati prima della proclamazione ufficiale da parte della CEI.

 

Diritti Umani

 

L’ultimo rapporto ONU (gennaio 2008) fa stato di perduranti atti di violenza contro le donne (abusi sessuali, mutilazioni genitali femminili, matrimoni forzati) e contro i bambini (oggetto di sfruttamento sessuale e pornografia), ma dà anche atto di progressi compiuti dal Governo in materia di adeguamento della legislazione e di rafforzamento della vigilanza.


 

 

 

POLITICA ESTERA

 (a cura del MAE)

 

 

Priorità di politica estera

 

La politica estera della Costa d’Avorio è stata tradizionalmente caratterizzata da un orientamento filo-occidentale nella consapevolezza che il suo decollo economico e sociale dipendeva da stretti rapporti con l’Occidente ed in particolare con Parigi. Le relazioni privilegiate della Costa d’Avorio con la Francia sono state a lungo assicurate da intensi rapporti in tutti i settori politico, economico, militare, di cooperazione allo sviluppo). Nel corso degli ultimi anni la diplomazia ivoriana ha cercato comunque di attenuare la dipendenza da Parigi ed ha approfondito le relazioni economiche e commerciali con Stati Uniti, Giappone, Cina, India e diversi Paesi europei, fra cui l’Italia. La crisi politica ha quindi influito sulle relazioni con la Francia, accusata dalla stampa filo-presidenziale di non aver sostenuto adeguatamente il Governo legittimo; di essere a conoscenza dei tentativi di destabilizzazione e di non essere intervenuta tempestivamente per scongiurarli; di avere solo tardivamente ammesso la responsabilità dei paesi vicini; di avere contribuito a indebolire l’autorità del Presidente Gbagbo.

 

 Nella sub-regione, la Costa d’Avorio ha tradizionalmente praticato una politica di buon vicinato malgrado le tensioni etniche con qualche deriva xenofobica abbiano raffreddato le relazioni con i paesi vicini, particolarmente con il Burkina Faso ed il Mali, le cui comunità residenti in Costa d’Avorio ammontano a circa il 20% della intera popolazione residente nel Paese. Si è assistito poi all’inasprimento delle relazioni bilaterali con il Burkina Faso a causa di sospetti di un suo coinvolgimento nella crisi ivoriana, attraverso il sostegno ai ribelli. Da parte burkinabè sono state invece denunciate le esazioni nei confronti della numerosa comunità burkinabè (2.5 milioni) residente in Costa d’Avorio. Dopo l’Accordo Politico di Ouagadougou i rapporti tra i due Paesi sono molto migliorati ed il Presidente Compaoré svolge un ruolo molto apprezzato di Facilitatore/Mediatore della crisi. Nel novembre 2007 il Presidente Gbagbo ha firmato un decreto di abolizione del permesso di soggiorno per i cittadini dei Paesi della CEDEAO/ECOWAS, forte segnale di distensione nei rapporti fra i due paesi dopo la riapertura della frontiera comune avvenuta ai primi di settembre 2003.

 

Principali partners (extra-UE)

 

Sul fronte cooperazione, il maggior donatore (con 218,4 milioni di euro nell'ambito del 10° Fondo Europeo di Sviluppo per gli anni 2008-2013) resta la Commissione UE. Seguono, nell’ordine: la Francia, (nei settori agro-alimentare e della protezione delle risorse naturali; la Spagna; il Regno Unito, quindi, Svizzera, Canada, USA, Giappone e Cina.

 

Stati Uniti

 

La nuova imponente sede dell'Ambasciata che gli Stati Uniti d'America hanno inaugurato ad Abidjan nel luglio del 2005, una delle più grandi nel Continente africano (e comunque la più grande di tutta l'Africa occidentale) testimonia di per sè il crescente interesse americano nei confronti della Costa d'Avorio. Washington non fa quindi mancare il proprio sostegno al processo di pace ivoriano, consapevole della centralità del Paese in una regione di crescente interesse strategico-economico.

L'attività' di cooperazione allo sviluppo è diretta in prevalenza al finanziamento di progetti di ONG o di organizzazioni multilaterali, come è il caso dell'importante recente erogazione di 45 milioni di dollari per la lotta all'AIDS in ambito OMS.

Sul piano commerciale, è di rilievo il forte incremento delle importazioni USA dal Paese, secondo dati di Washington che sembrano fare degli USA il secondo Paese di destinazione delle merci ivoriane (dopo la Francia) e il terzo partner commerciale in assoluto della Costa d'Avorio (dopo Francia e Nigeria - quest’ultima esportatrice di petrolio che viene raffinato ad Abidjan prima di essere riesportato). A tale crescita contribuiscono soprattutto il cacao e i suoi derivati (diretto negli USA per oltre il 30%) e il petrolio grezzo, di cui gli USA sono il primo Paese di destinazione con oltre il 50% del valore. Ben inferiori in volume sono invece le merci americane qui dirette (tra cui macchinari per l'estrazione petrolifera, materiali in plastica, per le telecomunicazioni e parti di aeromobili civili) pur se anch'esse in crescita. Nel Paese risiedono circa 900 cittadini statunitensi, dei quali circa la metà in possesso di doppia cittadinanza, spesso figli di coppie miste con poche radici in America. Gli altri sono per lo piu' missionari e uomini d'affari. Questi ultimi sono organizzati in una Camera di Commercio e sono attivi particolarmente nel settore petrolifero, del commercio del cacao e bancario (CITIBANK).

 

CINA

 

Secondo le statistiche della DG delle Dogane ivoriana, la Cina occupa il 3° posto tra i Paesi fornitori, preceduta da Nigeria e Francia. I principali prodotti esportati nel 2006 dalla Cina sono: materiale da trasporto su strada, macchinari, materiale elettrico, materiale da costruzione, prodotti chimici organici, prodotti diversi industrie chimiche.

La Cina tende a stabilire un rapporto politico privilegiato con l'attuale Presidente Gbagbo, (la Costa d’Avorio ha partecipato al vertice Cina-Africa di Pechino del novembre 2006), cui ha fornito un importante sostegno politico, soprattutto quale membro permanente del CdS, ricevendone in cambio grandi apprezzamenti per la politica "priva di strascichi coloniali" e per non subordinare i propri aiuti a condizionalità politiche o economiche. Grazie al suo forte surplus della bilancia dei pagamenti, la Cina sta finanziando a tasso zero numerose iniziative nel settore immobiliare e delle infrastrutture, tra le quali la costruzione della "Casa dei Deputati" a Yamoussoukro. La contropartita per la Cina è la crescente apertura assicurata dal Governo ivoriano all'ingresso dei prodotti cinesi sul mercato locale, e la concessione di numerose licenze per lo sfruttamento di materie prime, necessarie a garantire lo sviluppo dell'economia cinese.

La presenza della Cina si è quindi molto rafforzata in questi ultimi cinque anni, sfruttando la debolezza interna ed esterna del Presidente Gbagbo. Ma le contropartite non sembrano finora così importanti anche perché USA e India si sono mosse nella stessa direzione impedendole di monopolizzare le aperture del Presidente ivoriano. Forse anche per tale motivo, la politica culturale cinese è rimasta alquanto in ombra e così pure non si e' troppo sviluppata la presenza della comunità cinese, che tuttora è inferiore ai mille residenti.

 

RUSSIA

 

La presenza russa in Costa d'Avorio è meno visibile rispetto a quella di altri Paesi. La mancanza di progetti di cooperazione o di una significativa comunità russa residente contribuiscono a tale situazione. Tuttavia, sia le statistiche ufficiali che gli elementi raccolti dai colleghi dell'Ambasciata russa fanno stato di scambi commerciali di rilievo in specifici settori merceologici e di un interesse crescente di Mosca verso questo Paese. Le visite recenti di alti funzionari del Ministero degli Esteri, quali il Segretario Generale nel 2005 e il Direttore Generale Africa ad inizio 2006 ne sono testimonianza.

Uomini d'affari russi sono attivi nel commercio di materie prime ivoriane, tra cui soprattutto il cacao, di cui volumi significativi sono diretti nella Federazione e in altri Stati della CSI. Le esportazioni russe in Costa d'Avorio a loro volta si concentrano nel settore dei fertilizzanti agricoli. Nel luglio 2006, intanto, la principale società petrolifera russa, la Loukoil, ha annunciato l'acquisizione di una partecipazione del 63% sui diritti di esplorazione e sfruttamento di un importante giacimento off-shore (il CI-205) situato nel Golfo di Guinea a 100 chilometri dalla costa ivoriana. Si tratta del primo investimento in Africa Occidentale da parte del colosso russo.

 

 Rapporti con le Organizzazioni Regionali

 

Nel contesto africano la Costa d'Avorio ha sempre cercato di porsi come Paese leader a livello sub-regionale, sia nell’UEMOA (Unione Economica e Monetaria dell’Africa Occidentale) che nell’ECOWAS (Comunità degli Stati dell’Africa Occidentale). La Costa d’Avorio non ha mai aderito ad organizzazioni internazionali islamiche, nonostante i musulmani rappresentino ormai la prima confessione del Paese e rapporti cordiali siano intrattenuti con moltissimi Stati arabi. Ma i rapporti economico-finanziari si vanno facendo molto più stretti con vari Paesi islamici, con la Islamic Development Bank e con i vari Fondi islamici ad hoc specie in vista della realizzazione di varie infrastrutture considerate essenziali per il Paese e sul piano regionale.

 

 

 

RELAZIONI CON L’UNIONE EUROPEA

 

Il 23 febbraio 2006, il Comitato FES ha approvato il programma di urgenza e riabilitazione post crisi per la Costa d’Avorio del valore di 25 milioni di euro.

La durata del progetto è di tre anni, e gli obiettivi specifici sono: sostenere il rilancio dell’amministrazione nelle zone coinvolte dalla crisi, facilitare la sicurezza delle popolazioni nonché l’accesso ai servizi sociali e la reintegrazione economica delle popolazioni sfollate, compresi gli ex-combattenti e gli ex-miliziani.

 

Nel marzo 2006, si è tenuto a Ouagadougou (Burkina Faso) il Seminario Regionale di programmazione del 10° Fondo Europeo di Sviluppo (FES) per i paesi dell’Africa Occidentale. I tre "grandi assi di intervento" identificati nel Country Strategy Paper per la Costa d'Avorio, sullo sfondo del permanente sostegno dell'UE, volto a condurre a buon fine la transizione ed il processo di pace, riguardano:

1) la "governance" e lo Stato di diritto; 2) l'integrazione regionale; 3) la lotta contro la povertà e le strategie di riduzione della stessa.

A favore della Costa d'Avorio permane ancora un residuo del 9° FES dell'ammontare di 140 milioni di euro, di cui 100 milioni del 4° Programma d'urgenza di riabilitazione (PUR), relativo a vari settori, e 40 milioni del fondo STABEX per lo sviluppo del settore rurale, utilizzabili fino al 2010. Esiste con il Paese un “Accordo di partenariato nel settore della Pesca”, rinnovato il 5 aprile 2007. Ai sensi dell'Accordo, la Comunità Europea verserà ogni anno alla Costa d'Avorio 595.000 euro, di cui 455.000 per l'accesso di battelli comunitari alle zone di pesca ivoriane e 140.000 quale sostegno finanziario per l'avvio e l'attuazione di una politica nazionale nel settore della pesca.

 

Al di là degli aiuti comunitari a dono, future possibilità di finanziamento (quando la Costa d'Avorio avrà regolato la situazione dei suoi arretrati nei confronti delle IFI) potranno derivare dai crediti della BEI, che sinora ha in corso in Costa d’Avorio una sola operazione avviata prima del default ivoriano e relativa all'Aeroporto internazionale Houphouet-Boigny di Abidjan.

 

Il 7 dicembre 2007, il Delegato della Commissione, Michel Arrion, ed il Ministro per l'Integrazione Africana, Amadou Kone', hanno parafato ad Abidjan un Accordo di Partenariato Economico (APE) provvisorio (in attesa di un accordo regionale con tutti i Paesi dell’Africa Occidentale), destinato ad entrare in vigore il 1° gennaio 2008. L’Accordo consente all'80% delle esportazioni europee di beneficiare di tariffe doganali ivoriane che si ridurranno progressivamente nel corso dei prossimi 15 anni mentre le esportazioni ivoriane continueranno ad avvalersi dell'attuale sistema di preferenze UE divenuto ora compatibile con le norme OMC. In tale contesto, l'UE si farà carico di ridurre l'eventuale impatto fiscale negativo dell'APE sull’economia ivoriana. Il Delegato UE ha insistito sulle misure di aiuto al commercio di cui la Costa d'Avorio potrà beneficiare per ridurre al minimo eventuali svantaggi alla sua economia e per rafforzare la competitività delle imprese ivoriane.

In base al documento di strategia Paese ed al Programma indicativo nazionale del 10° FES, nel periodo 2008-2013 l'UE metterà a disposizione della Costa d'Avorio un importo complessivo di 218 milioni di euro per la Cooperazione strategica e 36,7 milioni di euro per l’emergenza e i debiti BEI. La Costa d'Avorio non ha ancora adottato la propria strategia di riduzione della povertà né ratificato gli Accordi di Cotonou.

 

 

 

 

 

QUADRO ECONOMICO

 (a cura del MAE)

 

 

Quasi sei anni di grave crisi politico-militare – dal fallito colpo di Stato che, nel settembre 2002, interruppe bruscamente il programma di governo, provocò una sanguinosa divisione del territorio e gettò la "Vetrina della Francia in Africa Occidentale" in una profonda depressione – hanno fatto della Costa d'Avorio un Paese caratterizzato da contrasti economico-sociali.

Dotato di grandi risorse naturali (energetiche, agricole, forestali e minerarie), il Paese resta primo produttore mondiale di cacao e terzo di caffè (insieme questi prodotti rappresentano il 40% delle entrate all'esportazione ed il 20% del PIL). Nel 2005, gli introiti del settore energetico (petrolio e gas) hanno per la prima volta superato quelli della filiera cacao – caffè. Il PIL della Costa d’Avorio rappresenta a tutt’oggi, da solo, quasi il 40% del prodotto totale degli 8 Paesi dell'Unione Economica e Monetaria dell'Africa Occidentale (UEMOA)[6]. Il 40% circa della popolazione vive ancora al di sotto della soglia di povertà relativa ed il reddito pro-capite è di circa 750 euro.

 

1. Struttura dell’economia e risorse

 

Il settore primario occupa circa il 60% della popolazione attiva e contribuisce al 26,5% del PIL. Il secondario occupa circa il 10% della popolazione attiva e partecipa al 22% del PIL. Il terziario concorre con il 37,7% al PIL mentre il settore pubblico contribuisce con il 12,9%.

Di fondamentale importanza per la tenuta dell’economia ivoriana, soprattutto nel protrarsi della crisi politico-militare in atto, si stanno dimostrando i settori petrolifero e del gas, che hanno fatto registrare un sensibile incremento. Il settore petrolifero, in particolare, con una produzione di oltre 20 milioni di barili nel 2006 e nel 2007, è ormai la seconda fonte di ricchezza del Paese, dopo il cacao. Nel settore non mancano gli interessi dell'Italia rappresentata in loco dalla Edison, titolare dei diritti di esplorazione e di sfruttamento di un giacimento off-shore.

Secondo i responsabili del settore, l'industria saccarifera ivoriana ha registrato nel 2007 una produzione di 180.000 tonnellate, con un aumento del 20% rispetto al 2006, tornando in tal modo ai livelli anteriori alla crisi politico-militare. La Costa d'Avorio è il primo produttore di zucchero dell'UEMOA. I maggiori complessi saccariferi sono situati nella regione nord del Paese.

 

2. Andamento congiunturale e prospettive

 

Con il processo di pace definito dall’accordo di Ouagadougou del 4 marzo 2007 sembrano schiudersi per la Costa d’Avorio le porte di un progressivo recupero delle proprie capacità produttive. L’economia, infatti, mostra segnali di ripresa, nonostante la crescita resti bassa. Le prospettive di sviluppo sembrano legate soprattutto ai progressi nel processo di normalizzazione politica del Paese. La riunificazione dovrebbe favorire una rapida ripresa dei traffici commerciali tra Nord e Sud e con i Paesi limitrofi, ridurre il contrabbando ed aumentare le entrate fiscali. La riabilitazione del sistema giudiziario appare, in ogni caso, necessaria per la ripresa degli investimenti nel Paese. La variazione degli investimenti lordi, indicativa delle aspettative future di medio - lungo periodo, pur restando negativa (-5,6 nel 2005, -4,9 nel 2006 e -2,0 nel 2007), denota un trend di possibile ripresa. Il forte calo dei consumi finali invece si spiega con il peggioramento delle condizioni di vita della maggior parte della popolazione, anche se a tale impoverimento si contrappone un notevole arricchimento da parte di minoranze che hanno tratto beneficio dal conflitto.

Il settore primario e le esportazioni mostrano segnali di ripresa, grazie alla tenuta della filiera caffè-cacao ed al deciso incremento dell’estrazione di greggio. Il miglioramento delle performance del settore agricolo (caffè, cacao, olio di palma, zucchero, cotone, caucciù) e di quello minerario ed estrattivo (oro, petrolio) beneficeranno dell’aumento del prezzo di tali beni sui mercati internazionali.

Il settore secondario nel 2007 ha registrato una ripresa dell’1,5%, dopo la forte riduzione del 6,2% nell’anno precedente, anche grazie al taglio dal 35 al 27% dell’imposta sui benefici industriali e commerciali (BIC). I settori alla base di questo miglioramento sono:

Agroalimentare (+4,1%) in relazione all’aumento della domanda interna ed esterna di conserve e preparazioni alimentari;

Costruzioni e lavori pubblici (+9,8%), grazie all’attività dei grandi cantieri pubblici ed alla accelerazione dei lavori legati al ridispiegamento della Pubblica Amministrazione su tutto il territorio. In forte crescita è il comparto materiali da costruzione (+35,6%).

Altre industrie (+1,7%), comprendenti tessile (+38,4%), legno (-73,3%), chimica -1,4%) ed industrie diverse (+13,9%).

Il settore terziario (+2,3%), che aveva maggiormente risentito della crisi negli anni 2002-2005 a causa della caduta verticale del turismo e della riduzione dei traffici nei porti di Abidjan, San Pedro e nell’aeroporto internazionale di Abidjan, sembra aver beneficiato dei progressi nel processo di pace e della riunificazione del Paese ed ha migliorato in tutte le sue componenti.

Il trasporto ha progredito del 2%, grazie al buon orientamento del trasporto aereo ed alla stabilizzazione di quello marittimo. Accordi sono stati recentemente firmati tra il Porto di Abidjan e le Autorità del Burkina Faso per la ripresa dei trasporti terrestri tra i due Paesi in condizioni di sicurezza.

Le telecomunicazioni continuano a crescere ininterrottamente dal 2002 a ritmi superiori al 10%. Nel 2007 l’incremento è stato del 12,8%, grazie all’ingresso di nuovi operatori ed alla riduzione delle tariffe che ha stimolato il consumo.

Il commercio ha avuto una leggera crescita dello 0,4% grazie al dinamismo del commercio al dettaglio.

Il principale cliente della Costa d’Avorio resta la Francia, che acquista il 18% dei beni esportati dalla ex colonia, seguita da Paesi Bassi, Stati Uniti, Nigeria, Germania ed Italia (con una quota del 3,9%).

 

3. Rapporti con le IFI e debito estero

 

     In vista del raggiungimento del decision point, e quindi dell’eleggibilità all’”Iniziativa HIPC rafforzata”, era stato concesso in passato al Paese un trattamento pre-HIPC in base ai c.d. “termini Lione”.

Il 2007 è stato caratterizzato dalla ripresa delle relazioni con le istituzioni di Bretton Woods dopo la sospensione della cooperazione finanziaria dal settembre 2002, a seguito dello scoppio del conflitto e della divisione del Paese in due zone.

L’FMI, nella riunione del suo Consiglio di Amministrazione del 3.7.2007 e poi nel marzo 2008 ha approvato due prestiti di pari importo (tranches di 66,2 milioni di dollari USA) di sostegno al bilancio della Costa d’Avorio per un totale di 132,4 milioni al tasso agevolato dello 0,5%. Gli interventi del Fondo sono stati condizionati all’accordo sul debito con la BM, al consolidamento del processo di pacificazione , alla maggiore trasparenza degli introiti provenienti dal petrolio e dalla filiera del caffè cacao ed al rigore nella gestione del bilancio.

La Banca Mondiale ha raggiunto con le Autorità ivoriane nel luglio 2007 un accordo complessivo che prevedeva, da una parte, un dono dell’importo di 120 milioni di dollari a sostegno del Programma di uscita dalla crisi (Post-conflict assistance project – PCAP) e, dall’altra, la definizione di un piano di rimborso del debito che a fine giugno 2007 era di 472 milioni di dollari. Il 1 aprile 2008 la BM ha poi approvato un dono a favore della Costa d’Avorio di 308 milioni di dollari “finalizzato alla governance e al rilancio economico”, comprensivo di 273 milioni per il pagamento degli arretrati verso la stessa BM e di 35 milioni di sostegno al bilancio. Secondo il comunicato qui diffuso, tale operazione apre la via a un impegno più robusto della BM con un aiuto aggiuntivo di 226 milioni di dollari di cui 104 per 4 progetti (sviluppo rurale 29 milioni – trasporti 26,5 milioni – educazione 55,9 milioni – educazione a distanza a distanza 0,6 milioni) approvati in passato ma bloccati a seguito del mancato pagamento degli arretrati di cui sopra, e 126 milioni per 5 nuovi progetti in via di definizione (infrastrutture urbane urgenti 90 milioni – lotta contro l’AIDS 20 milioni – progetto Licus 4 milioni) finalizzati al sostegno della ricostruzione post-conflitto.

La Banca Africana di Sviluppo (BAD) a fine febbraio 2008 ha accordato un dono di 15 miliardi di fcfa nel quadro del programma di sostegno all’uscita dalla crisi e sta valutando un suo prossimo ritorno alla sede istituzionale di Abidjan che aveva lasciato nel febbraio 2003 per Tunisi a seguito della crisi. La liquidazione degli arretrati del debito della Costa d’Avorio presso la BAD è prevista nel corso dei prossimi mesi.

L’FMI nel suo ultimo comunicato stampa (n. 98/39 del 3.3.2008) emesso al termine della sua più recente missione ad Abidjan (21 – 29 febbraio 2008), nel congratularsi per i progressi nel processo di pacifica riunificazione del Paese (condizione essenziale per il rilancio dell’attività economica), ha riscontrato per il 2007 un tasso di crescita del PIL in termini reali del 1,5% ed ha stimato un suo ulteriore incremento del 3% nel 2008, grazie ad una serie incoraggiante di elementi quali il contenimento dell’inflazione, la forte ripresa degli investimenti e del credito, un soddisfacente pagamento degli arretrati verso i creditori interni e multilaterali (Banca Mondiale e BAD in particolare), condizione essenziale per ottenere doni e nuovi finanziamenti. Altri dati positivi riscontrati sono stati quelli di aver raggiunto i grandi obiettivi di bilancio per il 2007 (fino a ottenere un avanzo primario di circa l’1% che in prratica corrispondeva agli arretrati da pagare alla BM) e la ripresa delle normali procedure di gestione delle finanze pubbliche. Il 28 dicembre 2007 il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato il budget per il 2008 e la legge di bilancio è entrata in vigore il 4 gennaio 2008.

Basato su una previsione di crescita economica del 2,9% rispetto all'anno precedente, il bilancio è previsto in equilibrio.

Ha quindi auspicato un rapido ritorno dell’amministrazione fiscale nelle zone del Centro – Nord – Ovest, una più incisiva lotta alla frode e alla corruzione, la rimozione dei numerosi e costosi posti di blocco tuttora presenti nel Paese, una riduzione delle spese non prioritarie per meglio rispondere ai bisogni dell’educazione, della sanità e delle infrastrutture di base.

Ha richiesto, infine, per il settore del caffè - cacao una gestione più trasparente ed una riduzione della parafiscalità per accrescere i redditi degli agricoltori e, per il settore dell’energia, maggiori informazioni sui flussi fisici e finanziari (PETROCI) ed un aumento delle tariffe elettriche e dei prodotti petroliferi, in linea con l’andamento dei prezzi mondiali.

Il comunicato stampa si conclude con l’impegno del Fondo di continuare a sostenere la Costa d’Avorio nei suoi sforzi per uscire dalla crisi attraverso, in prima istanza, il programma di assistenza d’urgenza post-conflict (AUPC) e, successivamente, nel quadro della FRPC (“Facilité pour la Réduction de la Pauvreté et pour la Croissance) e dell’iniziativa di alleggerimento del debito a favore dei PPTE (Pays Pauvres Très Endettés”.

L’effettiva tenuta delle elezioni (al 30.11.2008) dovrebbe infatti consentire alla Costa d’Avorio di beneficiare dell’iniziativa a favore dei “Paesi poveri più indebitati” (PPTE) che aumenterebbe sensibilmente le sue capacità di investimento nel futuro.

In considerazione della ripresa delle relazioni con il FMI il Club di Parigi ha effettuato una nuova ricognizione sul debito della Costa d'Avorio nei confronti dei Paesi membri del Club. Secondo le prime stime ivoriane il debito totale ivoriano raggiungerebbe la cifra di circa 13 miliardi di dollari (di cui 6,2 nei confronti del Club di Parigi, 2,7 nei confronti del Club di Londra e 2,5 nei confronti della BM), chiaramente insostenibile secondo tutti i parametri (entrate fiscali, esportazioni) utilizzati dalle IFI. 

Va comunque detto che, nonostante la crisi, la Costa d’Avorio continua a rimane il paese di rilievo centrale dell’economia dell’Africa Occidentale, con un PIL che rappresenta, da solo, circa il 35,03%, del totale degli otto Stati membri dell’UEMOA (seguono: Senegal 18,81%, Burkina Faso 12,37%, Mali 12,01, Benin 9,68%, Niger 7,09%, Togo 4,34% e la Guinea Bissau 0,67% (elaborazione su dati del Rapporto annuale BCEAO 2005).

Il Paese dispone di notevoli risorse naturali (in particolare caffè - cacao e, più recentemente, petrolio) e di un sistema economico e produttivo che continua a funzionare e che presenta interessanti opportunità di sviluppo nella prospettiva di una definitiva soluzione della crisi.

 

 

 

PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI (2007)

 

PIL a parità di potere d’acquisto

32,86 miliardi dollari USA

PIL al cambio ufficiale

19,54 miliardi di dollari USA.

Composizione per settore

agricoltura 22,7%; industria 26,3%; servizi  51%

Crescita PIL

1 %

PIL pro capite a parità di potere d’acquisto

1.800 dollari USA (Italia: 32.000)

tasso povertà

42%

Inflazione

1,8%

Debito estero

10,91 miliardi di dollari USA

Principali esportazioni

1. Cacao e derivati 2. Prodotti petroliferi; 3. Legname, 4. Caffè e derivati

Principali importazioni

1. alimentari 2. petroliferi 3. beni capitale

Principali Fornitori

1.      Nigeria 

2.      Francia 

3.      Cina Popolare

 

Principali Clienti

1.      Francia 

2.      Paesi Bassi

3.      Stati Uniti 

4.      Nigeria

5.      Germania

 

 

 


 

 

RAPPORTI BILATERALI

 A cura del  MAE

 

 

 

 

Ambasciatore italiano in Costa d’Avorio: LUCIANO BARILLARO

 

Ambasciatore della Costa d’Avorio in Italia: GBAKA RICHARD ZADY (dal 2001)

 

 

1. Rapporti Politici

 

I rapporti tra la Costa d’Avorio e l’Italia hanno conosciuto un momento particolare in occasione della visita nel settembre 2002 del Presidente Gbagbo a Roma, interrotta purtroppo dal tentativo di colpo di stato ad Abidjan del 19 settembre. Da parte ivoriana, è sempre stata auspicata una maggiore partecipazione dell’Italia allo sviluppo dell’attività industriale e della crescita economica della Costa d’Avorio. L’Italia ha svolto un importante ruolo a favore della pace nel Paese, non solo contribuendo al mantenimento della forza di pace dell’ECOWAS nel Paese, ma anche assicurando una presenza dinamica ed influente al “Comité de suivi” degli Accordi di Marcoussis. Abbiamo inoltre promosso rilevanti iniziative per favorire l’applicazione degli accordi di pace durante il semestre di Presidenza italiana dell’UE.

Le relazioni bilaterali hanno conosciuto una positiva accelerazione nel corso del 2007, anche per l’acquisita percezione ivoriana della coerenza con la quale l’Italia valorizza in tutta l’Africa, ed a maggior ragione in Costa d’Avorio, il principio dell’ownership africana. Nell’ottobre 2007 questo nostro orientamento ci ha fatto assumere in Consiglio di Sicurezza, in occasione della discussione sul rinnovo delle sanzioni, una posizione che – senza discostarsi nel merito dalle richieste della Francia – chiedeva di evitare l’adozione di un linguaggio inutilmente punitivo e di valorizzare l’ownership ivoriana della gestione del processo di pacificazione interna.

 

2. Rapporti Economici

 

Per quanto riguarda i rapporti economici bilaterali, essi sono abbastanza intensi. Nel 2007, l’Italia è stata il 6° cliente della Costa d’Avorio (con una quota del 3,9%) - dopo Francia, Paesi Bassi, Stati Uniti, Nigeria e Germania - ed il 10° fornitore del paese africano (con una quota del 2,00%).

Il nostro Paese, in particolare, è il secondo importatore di conserve di tonno (pescato ed inscatolato soprattutto dalla Ditta italiana Castelli C.I.), il terzo di caucciù, ed il primo di legno trasformato (prodotto da numerose imprese italiane che operano da molti anni nel settore).

 

Il volume complessivodell’interscambio bilaterale nel 2007 si attesta attorno ai 328 milioni di euro. In particolare, le esportazioni italiane nel Paese sono state di 88 milioni di euro (macchine ed apparecchi meccanici; metalli e prodotti in metallo; prodotti alimentari, bevande e tabacco; prodotti chimici e fibre sintetiche ed artificiali), mentre le importazioni italiane sono state di 240 milioni di euro (prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura; legno e prodotti in legno; prodotti alimentari, bevande e tabacco; coke, prodotti petroliferi raffinati e combustibili nucleari; cuoio e prodotti in cuoio, pelle e similari).

 

L’Italia ha partecipato al processo di sviluppo del Paese tramite una qualificata presenza imprenditoriale, operante soprattutto nei settori della lavorazione del legno, dei trasporti marittimi, della costruzione di strade (Vianini) e, in passato, del turismo.

 

Si segnala altresì che la società Edison International ha firmato, nel settembre 2006, con la PetroCI, società pubblica ivoriana, un contratto di esplorazione e produzione di idrocarburi che prevede investimenti per 17 milioni di dollari. Tra le clausole del contratto, quella che prevede la costituzione, da parte dell’Edison, di un fondo da utilizzare per opere di natura sociale ed educativa.

L’11 dicembre 2007, alla presenza dell’Ambasciatore  d’Italia in Costa d’Avorio, è stato firmato un accordo per lo sfruttamento del blocco petrolifero CI-102 (offshore ad 8 km. Abidjan) tra il Governo - rappresentato dal Ministro ivoriano delle Miniere e dell'Energia, Monnet, e dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, Diby Koffi - e la joint venture costituita dalle Società Edison (capofila, 31,5%), Tullow (Irlanda - 31,5%), Kufpec (Kuwait - 27%) e PETROCI (Costa d'Avorio - 10%). L’ Edison ha già investito nella ricerca petrolifera in Costa d’Avorio circa 30 milioni di dollari (per ora senza successo, ma non tutte le speranze sono perse di poter trovare giacimenti sufficientemente appetibili nel primo lotto oggetto delle perforazioni). Quello di Edison si caratterizza ora come il principale investimento italiano nel Paese. Da parte ivoriana è stato attivato un gruppo di lavoro di alto livello per individuare altri progetti ed aree di collaborazione da sottoporre prioritariamente a ditte italiane (collegamenti ferroviari, metropolitana di Abidjan, progetti di edilizia di livello medio-alto, distribuzione di gas, trattamento dei rifiuti urbani, diga).

            Il Consiglio dei Ministri del 21 febbraio 2008 ha approvato la convenzione di concessione dell'estensione del Porto Autonomo di Abidjan (PAA) mediante la costruzione di un nuovo terminal a container sull'Isola Boulay per un valore di 250 miliardi di FCFA (380 milioni di euro circa) a carico del concessionario: questi peraltro si è volontariamente impegnato ad assicurare il prefinanziamento parziale della costruzione di un ponte che colleghi l'Isola Boulay al continente in quanto opera indispensabile all'operazione.

            Il PAA è attualmente il secondo più importante porto in Africa (dopo Durban) e rappresenta il 90% delle entrate doganali ed il 65% delle entrate totali del Paese.

            L'opera interessa l'Italia in quanto vi è coinvolto il Gruppo Trevi che dovrebbe realizzare le fondazioni terrestri del ponte (circa 40 milioni di euro) ed anche quelle del terminal (altri 40 milioni di euro). Il Gruppo Trevi ha già raggiunto accordi preliminari con il concessionario, che potrebbero tradursi a breve in un contratti definitivi.

            Un altro progetto che potrebbe avere uno sbocco positivo a brevissima scadenza riguarda la ristrutturazione e riabilitazione completa delle installazioni della Radio-Televisione Ivoirana (RTI) con un contratto di un importo pari a circa 45 milioni di euro che interessa la società VIDEE di Pordenone.

 

3. Comunità italiana residente e flussi migratori

 

La Comunità Italiana, nel 2002 era composta di 876 connazionali iscritti al Consolato, per la maggior parte operatori economici nel settore del legno, del commercio e dei servizi e numerosi religiosi dislocati su tutto il territorio del paese.

Il deteriorarsi delle condizioni di sicurezza a seguito del tentativo di colpo di stato del 19 settembre 2002 indusse l’Ambasciata a consigliare ai nostri connazionali di lasciare il paese. Ad oggi i connazionali residenti in Costa d’Avorio sono stimati in circa 500, di cui circa 300 ad Abidjan. Gli ivoriani ufficialmente residenti in Italia sono stimati in circa 10-15mila.

 

4. Accordi

 

E’ in vigore dal 1987 un Accordo sulla Doppia Imposizione Fiscale.

La firma di un accordo sulla Protezione e Promozione degli Investimenti, già parafato, è stata “sospesa” a seguito del tentato colpo di stato del 2002. Il testo è stato ora aggiornato e dovrebbe essere firmato a breve scadenza.

 

 

5. Debito con l’Italia - SACE

 

L’Italia ha partecipato alla ristrutturazione del debito ivoriano con 75,58 milioni di dollari circa (3% sul totale ristrutturato al Club), tutti derivanti da crediti commerciali. L’Accordo bilaterale applicativo dell’Intesa multilaterale è stato firmato il 5 gennaio 2004. In base ad esso, sono stati cancellati 44.93 milioni di euro, mentre il restante ammontare di dollari 18,86 milioni di dollari è stato riscadenzato. Il debito totale (comprensivo degli importi di cui sopra) della Costa d’Avorio nei confronti dell’Italia (9° creditore) ammonta a 110 milioni di dollari circa (stock del debito al 1 gennaio 2003). La SACE continua ad inserire la Costa d’Avorio nella categoria più bassa (7/7) con esclusione di qualunque forma assicurativa del credito all’esportazione, ritenendo tuttora molto consistenti i rischi politico, economico, bancario ed operativo.

 

6. Ultime visite

·        Giugno 2004: incontro del Ministro della Riconciliazione Nazionale della Costa d’Avorio, Sébastien Djedje con il Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri Sen. Mantica;

·        Febbraio 2004: Incontro del Ministro della Salute, Mabri Toikeusse con il Sottosegretario del Ministero della Salute Curzi;

·        Ottobre 2007: visita del Ministro dell’Energia e Miniere Emmanuel MONNET. Incontro a Roma il giorno 22  con la Vice Ministra Sentinelli e con la Confindustria/ICE.

·        Gennaio 2008: visita in Italia, per colloqui con  SACE, di delegazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Direzione Generale del Tesoro, guidata dal Direttore del Debito Pubblico, Sig. Sarapahi Brika, al fine di riconciliare il debito ivoriano verso la SACE.

 

7. Candidature

 

La Costa d’Avorio ha sostenuto la candidatura dell’Italia ad un seggio non permanente nel C.d.S. delle Nazioni Unite, per il biennio 2007-2008, nonché la candidatura del nostro Paese ad un seggio al Consiglio per i diritti umani (2007-2010).

A ottobre 2006, è stato formalizzato il reciproco sostegno alle rispettive candidature di Italia e Costa d’Avorio al Consiglio dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni.

Il 13 giugno 2007 è stata appoggiata l’iniziativa italiana alle NU per la moratoria sulle esecuzioni capitali e l’abolizione della pena di morte.

L’11 ottobre 2007 è stato formalizzato un accordo di reciproco sostegno  tra la candidatura dell’Italia al MAB (International Coordinating Council of the programme on Man and Biosphere) e quella della Costa d’Avorio al Consiglio Esecutivo, in occasione della 34esima Conferenza Generale dell’UNESCO.

La Costa d’Avorio ha sostenuto fermamente la candidatura di Milano all’Expo 2015.

 

 

COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO

 

      L’instabilità politica e gli effetti umanitari della crisi hanno condizionato gli interventi di cooperazione della comunità internazionale che si sono andati orientando in gran parte verso interventi d’emergenza, anche per l'intervenuta interruzione nel 2004 del processo di elaborazione del Poverty Reduction Strategy Paper. Nonostante tali difficoltà, notevole è stato lo sforzo di coordinamento dei donatori in loco e di rilancio della cooperazione internazionale.

 

          La Cooperazione italiana è stata presente tramite due iniziative, una bilaterale di emergenza ed una multibilaterale nel settore sanitario: la prima, del valore di 182.700 Euro, a sostegno del Centro Anti-Ulcera di Buruli di Angré-Abidjan gestito dai Padri Cappuccini, ha permesso il rafforzamento del laboratorio di analisi, nonché il completamento della sala operatoria e dei servizi essenziali; la seconda, del valore di 400.000 Euro erogati all’OMS, è finalizzata al rafforzamento della risposta nazionale alla diffusione dell’AIDS, tramite il sostegno all’elaborazione di politiche e piani strategici nazionali e la formazione del personale sanitario.

Importantissima è comunque la cooperazione svolta nel Paese soprattutto da parte di religiosi ed altre ONG italiane nel settore sanitario.

 

1. Quadro negoziale e politiche di cooperazione

 

           Non vi è una particolare tradizione di cooperazione bilaterale in quanto per molto tempo la Costa d’Avorio è stata considerata un Paese relativamente ricco (non rientra nel gruppo dei PMA).

      

 

2. Principali iniziative

 

Bilaterale

 

-         Nel corso del 2002 è stato approvato un rilevante credito (12 miliardi di lire) ex art. 7 della Legge 49 per la partecipazione al capitale di rischio di una joint venture (Soc. Nuova Castelli).

-         Nel 2005 è stato approvato ed erogato un contributo di circa 195.000 Euro per un programma di emergenza a sostegno del Centro di Angré per la cura dell’Ulcera di Buruli, una malattia endemica che colpisce soprattutto i minori.

-         Un contributo di 1,5 milioni di Euro a valere sui fondi agea per l’acquisto e la distribuzione di aiuti alimentari è stato concesso al pam a metà 2004.

-         Nel 2008 sono state messe in cantiere due iniziative a favore dell’imprenditoria femminile a seguito della Conferenza di Bamako.

 

 

Multilaterale e multi-bilaterale

 

-         Progetto regionale Families First Africa – Contribution to the Prevention of Mother-to-child Transmission of hiv/aids, con seguiti operativi anche in Burkina Faso e Camerun, per la ricerca sullo sviluppo di un vaccino pediatrico contro la trasmissione dell’aids. Il progetto è stato realizzato dall’unesco in collaborazione con l’Università di Tor Vergata e la World Foundation for aids Research and Prevention (contributo dgcs di due milioni di US$, nel triennio 2002-2004).

-         Il Board del Fondo Globale per la lotta all’HIV ha approvato nel gennaio 2003 un programma per la Costa d’Avorio di “Rafforzamento della risposta nazionale alla diffusione del virus hiv/aids”, per un totale di 91,2 milioni di US$ (prima annualità 26,8 milioni di US$). L’Italia partecipa al programma multibilaterale a dono e, in modo consistente, al finanziamento del Fondo Globale.

-         La Costa d’Avorio è stata tra i Paesi beneficiari di un intervento regionale dell’unodc di riduzione della domanda di droga in paesi dell’Africa occidentale, che l’Italia finanzia per un importo di 450.000 US$ a valere sui contributi volontari 2002 e 2004.

-         In risposta alla grave crisi che ha colpito il paese dall’autunno del 2002, la Cooperazione italiana ha sostenuto, sul canale dell’emergenza, interventi, a favore della popolazione colpita per un totale di 750.000 Euro, realizzati dalle Agenzie delle Nazioni Unite (pam, unhcr, oms) e dalla ficross. Un ulteriore contributo d’emergenza di 100.000 Euro è stato accordato nel 2003 a valere sul fondo bilaterale d’emergenza presso l’unhcr.

 

 

ONG italiane e cooperazione decentrata

 

Delle nuove e pressanti esigenze di solidarietà umanitaria e di aiuto allo sviluppo in Costa d'Avorio si sono già fatti interpreti attivi e partecipativi soggetti italiani privati quali ONG, Associazioni e soprattutto Opere Missionarie, e numerose sono le iniziative in corso di realizzazione, soprattutto nel settore socio-sanitario, nel vasto ambito della cooperazione non-governativa. Alcune di dette iniziative sono parzialmente finanziate con fondi della cooperazione decentrata e, in particolare, delle Regioni Abruzzo, Lombardia, Marche e Veneto, della Provincia di Torino e dei Comuni della Provincia di Pavia.

 


 

DATI STATISTICI BILATERALI  ITALIA - COSTA D’AVORIO

 


 

 

PRINCIPALI ESPORTAZIONI  E IMPORTAZIONI ITALIANE (2006)

ESPORTAZIONI

IMPORTAZIONI

Macchinari, 11.565

Legno trasformato, 35.667

Ferro, ghisa, acciaio e relative opere, 8.011

Petrolio greggio, 31.959

Ceramiche, vetri, pietre,5.863

Semi di cacao, 25.129

Materie plastiche, 5.636

Conserve di tonno, 23.475

Fonte: DGD/DCPE (Direction General des Douanes et Direction de la Conjoncture et de la Prévision Economique in valore (milioni di frcfa).

 

INCIDENZA INTERSCAMBIO SUL COMMERCIO ESTERO ITALIANO (2005)

Esportazioni verso la Costa d’Avorio sul totale delle esportazioni italiane

0,03800%

Importazioni dalla Costa d’Avorio sul totale delle importazioni italiane

0,07205%

 

Investimenti Diretti Esteri *

Costa D’Avorio

2000

2001

2002

2003

3190,559

3463,259

3693,68

4082,874

*Il dato comprende lo stock degli investimenti in entrata nel Paese espresso in milioni di dollari

Fonte: UNCTAD (World Investment Report, 2004)

 

Investimenti Diretti Italiani all’Estero*

 

Costa D’Avorio

 

Investimenti

Disinvestimenti

2003

260

97

     2004 **

261

0

*Il dato comprende il flusso degli investimenti espresso in migliaia di euro

** Dati provvisori

Fonte: UIC (Ufficio Italiano Cambi)

 

 

 



[1] E’ stata la ris. 1528 del 27 febbraio 2004 del CdS dell’Onu a decidere l’invio di una missione di peacekeeping in Costa d’Avorio, composta di 6240 uomini in sostituzione di quella dell’ECOWAS e denominata UNOCI, mantenendo altresì sul campo la forza francese della Licorne (circa 4000 unità) in stretto raccordo con la missione onusiana.

[2] Fonte: The CIA WorldfactBook 2008.

[3] Popolazione tra 15 e  64 anni: 56,4%; popolazione  con meno di 14 anni: 40,8%; popolazione con più di 64 anni: 2,8%

[4] La questione etnica è uno dei problemi più gravi del Paese. Secondo l’accezione comune, la popolazione della Costa d’Avorio si divide in tre grandi segmenti: autoctoni, allogeni ed immigrati. I primi sono quelli che sono nati nel Paese genitori ivoriani. I secondi sono anch’essi ivoriani ma si sono spostati dal nord al sud, gli ultimi sono gli immigrati, provenienti soprattutto dal Mali, dal Burkina Faso o dalla Guinea. Gli immigranti restano tali anche se hanno vissuto per decenni nel Paese, così come i loro discendenti, anche fino alla terza generazione.

[5] Fonte: UIP.

[6] Che comprende: Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Mali, Niger, Senegal, Togo