Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA - Sessione primaverile dell'Assemblea parlamentare della NATO - Berlino, 23 ' 27 maggio 2008 - Documentazione
Serie: Schede Paese    Numero: 2
Data: 14/05/2008
Descrittori:
GERMANIA   POLITICA ESTERA

 

 

REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA


 

 

 

DATI GENERALI *

Superficie

357,021 Kmq

Capitale

BERLINO

Abitanti

82,400,996[1] (il 66,3 % ha un età compresa tra 15 e 64 anni)

Tasso di crescita della popolazione

-0,033 %

Tasso di emigrazione

2,18 (per 1000 abitanti)

 

Gruppi etnici

tedeschi (91,5%), Turchi (2,4%), Altri (6.1%)

Religioni

Protestanti (34%), Cristiani (34%), Musulmani (3,7)

Lingua

tedesco

Tasso di alfabetizzazione

99%

 

 

 

 

 

Cenni storici

 

1806: Con la deposizione della corona imperiale da parte di Francesco II d’Asburgo, dopo che il Rheinbund aveva riconosciuto Napoleone come nuovo imperatore, finisce il Sacro Romano Impero (e quindi il I Reich, iniziato nel 936 con Ottone I).

1871: Guglielmo I di Prussia viene nominato Imperatore tedesco (inizio del II Reich, che terminerà nel 1918 con l’abdicazione di Guglielmo II) a seguito della vittoria prussiana nella guerra (1870-1871) contro la Francia di Napoleone III.

1888-1918: Periodo guglielmino (Guglielmo II) caratterizzato dalla politica di potenza con un forte attivismo in campo coloniale e navale.

1914-1918: Sconfitta della Germania e dell’Austria nel primo conflitto mondiale.

1919: Vittoria dei socialdemocratici alle elezioni. Inizio della Repubblica di Weimar.

1929: Crollo della borsa a Wall Street ed inizio del declino della Repubblica di Weimar. Crisi economica e disoccupazione dilagante (6 milioni alla fine del 1932).

1933: 30 gennaio, Hitler, che aveva conquistato poche settimane prima con il suo partito (NSDP) la maggioranza relativa alle elezioni, viene nominato Cancelliere dal Presidente von Hindenburg.

1934: Hitler assume anche le funzioni di Capo dello Stato e di Comandante delle forze armate. E’ l’inizio del III Reich.

1938: Annessione dell’Austria e, dopo la Conferenza di Monaco, annessione dei Sudeti. 1939: Annessione del resto della Cecoslovacchia (marzo); patto d’acciaio con l’Italia (maggio); patto von Ribbentrop-Molotov (agosto); invasione della Polonia (1° settembre) e scoppio del II conflitto mondiale.

1945: 8 maggio. Capitolazione della Germania e fine del III Reich.

1948-1949: Blocco di Berlino e ponte aereo alleato; 23 maggio: Konrad Adenauer firma la Legge fondamentale. Nasce la Rep. Federale Tedesca (RFT). Il 7 ottobre: nasce la Repubblica Democratica Tedesca (RDT).

1955: La RFT entra a far parte della NATO.

1957: Trattati di Roma. La RFT, con Francia, Italia e Benelux è paese fondatore della CEE ed Euratom.

1961: 13 agosto. Viene eretto il Muro di Berlino.

1963: Trattato dell’Eliseo con la Francia. Riconciliazione franco-tedesca.

1972: Firma del Trattato fondamentale intertedesco; Ost-Politik di Willy Brandt (SPD).

1973: La RFT entra a far parte dell’ONU.

1982-1998: Cancelliere H. Kohl (CDU) a capo dell’esecutivo.

1989: Settembre: apertura delle frontiere ungheresi; 9 novembre: apertura del Muro di Berlino; 18 dicembre: dimissioni di Honecker. Egon Krenz S.Gen. SED.

1990: 18 marzo. Libere elezioni nella RDT. Lothar de Maizière Ministro Presidente; agosto: il Parlamento della RDT si pronuncia a favore dell’adesione alla RFT.

3 ottobre (ora festa nazionale): Nasce la Repubblica Federale di Germania.

1998: Schroeder (SPD) vince le elezioni politiche e forma una coalizione di governo con i Verdi.

2002: 22 settembre. Schroeder vince nuovamente, di misura, le elezioni politiche. Confermata la coalizione con i Verdi.

Settembre 2005 L’Unione guidata da Angela Merkel vince di misura le elezioni (18 settembre) e comincia il negoziato con la SPD per la formazione di un governo di Grande Coalizione.

22 novembre 2005: elezione al Bundestag del nuovo Cancelliere Merkel (prima donna a divenire Capo dell’Esecutivo) e insediamento del governo di Grande Coalizione.

1 gennaio 2007: la Germania assume la Presidenza del G8 e la Presidenza semestrale dell’Unione Europea.


 

Principali cariche dello Stato

 

 

Presidente federale

 

 

Horst KÖHLER(dal 1° luglio 2004)

Presidente del Bundestag

 

 

Norbert LAMMERT (CDU) (dall'ottobre 2005)

                   

Presidente del Bundesrat

Ole von Beust (CDU, dal 1° novembre 2007)

Cancelliere federale

 

Angela MERKEL (CDU) (dal novembre 2005)

Vice Cancelliere e Ministro del Lavoro e degli Affari sociali

 

Franz MÜNTEFERING(SPD)

                            

Ministro dell’Interno

Wolfgang SCHÄUBLE(CDU)

Ministro della Difesa

Franz Josef JUNG(CDU)

 

Ministro delle Finanze

Peer STEINBRÜCK(SPD)

 

Ministro degli Esteri

 

Frank-Walter STEINMEIER(SPD)

 

 

Scadenze elettorali

                                  

 

Presidente federale

maggio 2009

 

Bundestag

settembre 2009

Bundesrat

il rinnovo dei membri dipende, di volta in volta, dai Governi dei singoli Länder

 

 

 

 

Ambasciatore italiano

S.E.: Ambasciatore Antonio Puri Purini (dall’aprile 2005)

 

Ambasciatore tedesco

S.E.: Ambasciatore Michael Steiner (da settembre 2007)

 

 

 

 

QUADRO POLITICO

 

 

 

 

 

Governo in carica

 

L’attuale coalizione al Governo, guidata dal Cancelliere federale e Presidente del CDU, Angela Merkel, è formata dai Cristianodemocratici/Cristiano sociali (CDU/CSU) e dai Socialdemocratici, (SPD), il cui ex Presidente, Franz Müntefering, ricopre la carica di Vice Cancelliere e Ministro del Lavoro e degli Affari sociali, uniti nella cosiddetta Große Koalition.

 

Le elezioni politiche del settembre 2005 hanno visto l’affermazione dell’Unione CDU-CSU di Angela Merkel, prima donna candidata alla Cancelleria federale. La CDU/CSU ha conquistato il 35,2 % dei consensi (-3,3 % rispetto al 2002), seguita dalla SPD del Cancelliere Schroeder con il 34,2% dei voti (-4,3 %). Si è registrata una crescita dei partiti minori, in particolare dei liberali della FDP con il 9,8 % dei consensi (+ 2,4 %). Attesa l’affermazione della Linke, che ha ottenuto l’8,7 % (+ 4,7% rispetto al risultato della sola PDS nel 2002), affermandosi come quarta forza politica, prima dei Verdi. Questi ultimi hanno conseguito l’8,1% (-0,5 %).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Composizione del Parlamento

 

In seguito alle elezioni del 18 settembre 2005, questa è attualmente la composizione del Bundestag[2]:

 

 

PARTITI[3]

SEGGI

%

Unione Cristiano Democratica (CDU)/ Unione Cristiano Sociale di Baviera (CSU)

226

35,2

Partito Socialdemocratico (SPD)

222

34,2

Partito Liberaldemocratico (FDP)

61

9,8

Die Linke

54

8,7

Alleanza ‘90/Verdi

51

8,2

TOTALE

603

 

 

 

 

 

Quadro istituzionale

 

 

 

 

Sistema politico

 

La Germania è una Repubblica Federale. I Länder che la compongono sono caratterizzati da un’ampia autonomia; sono dotati di propri organi legislativi ed esecutivi (Parlamenti e Governi Regionali presieduti da Ministri-Presidenti).

Il Capo dello Stato è il Presidente Federale. Viene eletto dall’Assemblea Federale, apposito organo composto dai deputati del Bundestag e da un numero uguale di delegati, scelti dai Parlamenti dei vari Länder. Viene eletto per cinque anni e può essere rieletto una sola volta. Propone al Bundestag l'elezione del Cancelliere Federale e, su proposta di questi, nomina e revoca i Ministri.

 

Parlamento

Il Parlamento tedesco consta di due Camere: il Bundestag e il Bundesrat.

Il Bundestag è eletto direttamente dal Corpo elettorale. Ogni elettore dispone di due schede: con la prima (Erststimme) procede alla scelta di uno dei candidati del collegio uninominale, tra i quali risulterà eletto quello che raccoglierà il maggior numero di consensi; con la seconda (Zweitstimme) esprime la propria preferenza per una delle liste presentate dai partiti nel Land corrispondente. I seggi vengono assegnati ai vari partiti in base al risultato complessivo risultante dallo spoglio di tali seconde schede, compresi però i seggi già assegnati in sede di collegio uninominale. Può verificarsi perciò il caso dei cosiddetti “mandati in eccedenza” (Überhangsmandate): può accadere, cioè, che un movimento politico veda eletto, nei collegi uninominali, un numero di suoi candidati superiore a quello spettante in base alla ripartizione percentuale ottenuta scrutinando le seconde schede. In tale ipotesi si determina conseguentemente un incremento dei seggi complessivi dell’Assemblea. Per poter essere ammessi alla ripartizione proporzionale dei seggi in base ai secondi voti, è necessario che un partito superi il 5% dei voti in tutto il territorio nazionale. Tale clausola di sbarramento (Sperrklausel) non viene applicata se una lista ottiene almeno tre seggi nei collegi uninominali.

Il Bundesrat è composto da membri dei Governi dei Länder, che provvedono alla loro nomina e alla loro revoca. Per le città di Berlino, Brema e Amburgo possono essere membri del Bundesrat i sindaci e i membri del Parlamento locale.

Tutti i progetti di legge vengono esaminati e votati dal Bundestag, che li approva a maggioranza semplice. Le leggi votate dal Bundestag passano al Bundesrat, i cui poteri legislativi variano a seconda della materia: se si tratta di leggi riguardanti i diritti e gli interessi dei Länder in ambito amministrativo, finanziario e fiscale, nonché di leggi che modificano la Costituzione, il voto negativo del Bundesrat opera come veto assoluto, in nessun modo superabile dal Bundestag (cosiddette “leggi di approvazione”). Nel caso invece di leggi cosiddette semplici, il Bundesrat può sollevare obiezioni: in tal caso viene convocato un particolare organo, denominato Commissione di conciliazione (Vermittlungsausschuß), composta paritariamente da membri del Bundestag e del Bundesrat. Essa provvede ad elaborare un testo congiunto, che deve nuovamente essere sottoposto al Bundestag. Se non si perviene ad alcun compromesso in sede di Commissione, il Bundestag può superare l'obiezione approvando il disegno di legge a maggioranza assoluta dei propri membri.

 

 

Potere esecutivo

 

Il Governo federale è formato dal Cancelliere e dagli altri Ministri federali. Il Cancelliere è eletto dal Bundestag a maggioranza dei membri su proposta del Presidente. Il Cancelliere determina l’indirizzo della politica federale e ne è responsabile. Il Bundestag può chiedere al Presidente la revoca del Cancelliere a maggioranza dei suoi membri, ma solo nel caso in cui sia in grado di esprimere il suo successore (c.d. sfiducia costruttiva).

 

 

 

 

 

FOCUS DI POLITICA INTERNA ED ESTERA

(in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri)

 

 

 

 

Il programma del Governo Merkel

 

Il programma di governo sul quale Unione e SPD hanno raggiunto l’accordo persegue gli obiettivi del risanamento del bilancio pubblico nel rispetto dei vincoli del Patto di Stabilità, della ripresa economica e della creazione di nuovi posti di lavoro.

Per stimolare la crescita come veicolo di occupazione, il Governo ha varato un programma di nuovi investimenti pubblici per 25 miliardi di Euro diretti principalmente ai settori della ricerca e della formazione (6 miliardi di Euro), dei trasporti e delle infrastrutture (4,3 miliardi di Euro), delle politiche a favore delle famiglie (460 milioni di Euro all’anno).

In materia di riforma dello Stato federale, il Governo ha ottenuto l’assenso dei Laender al programma previsto dall’accordo di coalizione, il cui principale obiettivo è di ridurre dal 60% al 35% le leggi per le quali è prevista la partecipazione del Bundesrat. Per contro, si prevede l’introduzione di un nuovo diritto di intervento del Bundesrat in caso di leggi che obblighino i Laender a prestazioni finanziarie e la riserva ai Laender di settori di competenza quali la disciplina del pubblico impiego, la tutela dell’ambiente, il diritto fondiario ed il settore dell’istruzione.

Il tema della riforma sanitaria ha formato l’oggetto di un lungo negoziato tra l’Unione CDU-CSU da un lato e la SPD dall’altro. La soluzione di compromesso infine conseguita, sebbene non abbia eliminato del tutto malumori ed insofferenze reciproche tra Unione e SPD, è comunque riuscita a ricompattare la maggioranza e a dare una risposta pragmatica ai detrattori che già profetizzavano la fine della “Grosse Koalition”.

La Merkel ha dovuto far fronte, infatti, non soltanto alle critiche dei socialdemocratici, che le hanno spesso rimproverato una mancanza di guida sicura nell'Unione, ma anche di alcuni tra i più importanti Ministri Presidenti CDU/CSU, quali Koch, Wulff e Stoiber. Le prese di posizione dei Ministri Presidenti conservatori sulla riforma sanitaria possono anche essere interpretate come una difesa strumentale delle rispettive posizioni a livello locale, in vista delle elezioni che, a livello regionale, avranno luogo nel 2008 in Assia, Bassa Sassonia e Baviera. Al Bundesrat il progetto di legge di riforma incontra serie difficoltà, segnatamente per l’opposizione di Baviera e Baden-Wuerttenberg -questi Laender non si vedono sufficientemente tutelati da un sistema che comporterebbe un cospicuo trasferimento di risorse dagli Stati più ricchi a quelli più poveri -.

Le elezioni regionali del 17 settembre 2006 in Meclemburgo-Pomerania Occidentale e a Berlino, evidenziando un alto tasso di astensioni ed una scena politica sempre più frammentata, hanno costituito un ulteriore segnale negativo per la Cancelliere Federale. I democristiani sono usciti sconfitti dalla consultazione in ambedue le regioni, mentre i socialdemocratici hanno incassato solo una “mezza vittoria”: la SPD è rimasta il primo partito nei due Laender orientali, ma ha perso oltre dieci punti nel Meclemburgo, ove la destra neonazista è balzata al 7,3%, entrando così nel Parlamento regionale. Altrettanto buoni sono stati i risultati dei partiti minori, Verdi e Liberali.

Il programma del Governo continua del resto a suscitare reazioni contrastanti all’interno dello stesso mondo economico: da un lato, vi sono le diffidenze e lo scontento di coloro che, pur apprezzando le misure adottate per il risanamento delle finanze statali, ritengono insufficienti i risultati finora conseguiti; dall'altro si registrano gli apprezzamenti di chi plaude alle misure adottate per la riforma del mercato del lavoro, del sistema pensionistico, dello Stato federale. In effetti, i principali indicatori macroeconomici registrano segnali incoraggianti, con un PIL in netta ripresa, un’inflazione stabile ed un disavanzo pubblico in via di riduzione.

Ulteriore terreno della contrapposizione tra l’Unione dei partiti conservatori e la SPD è quello della politica estera. Il presidente socialdemocratico ha infatti criticato il progetto di istallazione del sistema missilistico americano in Europa Centrale, cercando di profilarsi rispetto all’alleato di Governo. Tali polemiche non appaiono in realtà spaccature insanabili tra i due partners. Nonostante il forte tasso di polemica tra i due Partiti della Coalizione, infatti, la collaborazione all’interno della squadra di Governo rimane elevata, in ragione anche dell’abilità del Cancelliere di guidare la compagine governativa smussando pazientemente i contrasti.

 

 

 

 

 

 

 

Misure per garantire una maggiore trasparenza nel Bundestag

 

            Il Presidente del Bundestag, Norbert Lambert, ha recentemente deciso di rendere immediatamente operativa la legge del 2005 (che finora non aveva trovato attuazione,) dopo la sentenza della Corte Costituzionale che obbliga i parlamentari a rendere note le loro attività secondarie e i guadagni che ne derivano. Sul sito del Bundestag sono quindi disponibili le informazioni relative ai guadagni di ciascun deputato derivanti da attività secondarie, rispetto allo stipendio fisso da deputati, 7.009,00 euro al mese, più 3.730,00 euro esentasse per le spese d'ufficio e i collaboratori.

            Il Presidente Lambert, inoltre, ha proposto – al fine di dare una risposta al crescente “rifiuto della politica” da parte dei cittadini - l'introduzione della pensione a 67 anni anche per i deputati del Parlamento federale.

            Attualmente i parlamentari tedeschi hanno diritto alla pensione minima di 1.682 euro, dopo aver fatto parte del Bundestag per due legislature (8 anni), dopo 12 anni di attività parlamentare la pensione sale al 36 per cento dello stipendio. La pensione massima scatta a 65 anni dopo 23 anni di attività parlamentare ed ammonta a 4.836 euro, sottoposti a prelievo fiscale come i redditi e le pensioni di tutti i cittadini. Se un deputato ha fatto parte del Bundestag per 18 anni, può iniziare a percepire la pensione già all'eta' di 55 anni, limite che sarà portato a 67 anni se verrà approvata la proposta di Lammert.

 

 

Scelta ecologista per il Bundestag

 

Il Bundestag di Berlino ha scelto l’ecologia. A marzo del 2008 una sottocommissione parlamentare ha preparato il bando di gara per scegliere una società fornitrice di energia tra quelle che usano esclusivamente fonti rinnovabili. L’edificio, che già ora è all’avanguardia in fatto di risparmio energetico - è alimentato per il 60 per cento da energia elettrica, che attualmente viene fornita da una società che utilizza carbone, nucleare e gas - sarà sostituita da nuove fonti.  L’obiettivo è quello di contribuire a portare, a livello nazionale, l’energia pulita dal 13% (percentuale attuale) al 27 % di quella totale entro il 2025,. Lo stesso Bundestag poi potrà, in caso di eccesso di energia, accumulare le riserve in un sotterraneo magazzino, per poi eventualmente alimentare anche altri edifici governativi.

 

 

Le principali linee di politica estera

 

La politica estera della Repubblica federale tedesca ha come base tradizionale l’adesione all’Unione Europea e all’Alleanza Atlantica.

            Ritornata al centro dell’Europa in un contesto internazionale radicalmente mutato dopo l’unificazione tedesca ed il crollo dell’Unione Sovietica, le accresciute responsabilità della Germania ne hanno cambiato l’atteggiamento verso le missioni all’estero delle Forze armate federali.

            Il Governo Merkel ha impostato il proprio programma di politica estera su linee generali di continuità rispetto al precedente Esecutivo, introducendo tuttavia un sensibile riposizionamento di Berlino in termini di rinnovata centralità della collaborazione in ambito europeo e nei confronti di Washington. Il processo di integrazione europea e le relazioni transatlantiche sono quindi i riferimenti chiave dell’azione internazionale tedesca.

 

 

 

La politica europea

 

Nell’ambito dell’Unione Europea, spicca tradizionalmente la relazione con la Francia, rafforzatasi con le intese del gennaio 2003, in occasione del 40° anniversario del Trattato dell’Eliseo,  che prevedono un maggior coordinamento nel settore della difesa e dei rapporti tra cittadini ed istituzioni, con l’obiettivo di arrivare al conferimento della doppia cittadinanza per le rispettive popolazioni.

            Oggi il rapporto con la Francia, seppur impostato su una stretta cooperazione, ha perso tuttavia il significato di relazione esclusiva. La Grande Coalizione intende portare avanti di pari passo la collaborazione con tutti i partners comunitari, riaffermando il principio della coesione europea. La Germania ritiene inoltre prioritario il coinvolgimento dei Paesi più piccoli, favorendo anche i rapporti con i membri di recente adesione dell’Europa orientale e soprattutto con Varsavia. Le relazioni con la Polonia rimangono infatti un elemento di riferimento per la politica estera tedesca. Tuttavia, dopo le elezioni parlamentari e presidenziali polacche, la conquista di tutte le principali cariche dello Stato da parte del partito Diritto e Giustizia, di impronta fortemente nazionalista, ha destato preoccupazione a Berlino, non solo per quanto attiene alle relazioni bilaterali, ma anche con riferimento all’importanza della Polonia per le decisioni in ambito europeo.

 

Dopo il raggiungimento del compromesso sulle prospettive finanziarie, per il quale il ruolo del Cancelliere Merkel è stato fondamentale, il Governo di Grande Coalizione, che ha esercitato la Presidenza dell’Unione per il primo Semestre 2007, ha seguito la strategia del “negoziato bilaterale” nello sforzo di trovare un accordo sul nuovo Trattato UE che salvaguardasse quanto più della sostanza contenuta nella Costituzione. In tale ottica, la Presidenza tedesca ritiene di aver contribuito al superamento dell’impasse che per più di due anni ha paralizzato il processo costituzionale europeo. Berlino rimane convinta della necessità di dotare l’Unione Europea di una nuova base di regole entro le elezioni europee del 2009.

            Il processo di ratifica del Trattato di Lisbona del dicembre 2007 è ora in corso di esame da parte del Bundestag.

 

Quanto alla questione dell’allargamento dell’Unione Europea, la decisione presa a Bruxelles (3 ottobre 2005) di avviare i negoziati per l’adesione turca è stata fortemente sostenuta dal precedente governo Schroeder.

Il tema dell’adesione della Turchia all’Unione Europearappresenta per il Governo tedesco al contempo un importante tema di politica estera, di politica europea e, non da ultimo, di politica interna alla luce dei legami economici e soprattutto socio-culturali (1,85 milioni di cittadini turchi risiedono in Germania, mentre altre 500.000 persone di origine turca sono state naturalizzate). Per la CDU/CSU (che avrebbe preferito l’alternativa di una partnership privilegiata) è alta la probabilità di un fallimento dei negoziati di adesione, per incapacità di Ankara di adeguarsi agli standards richiesti (soprattutto in tema di libertà religiosa) o per incapacità dell’Europa di integrare concretamente un Paese grande e complesso come la Turchia.  La Grande Coalizione rispetterà  le decisioni di Bruxelles e in caso di fallimento delle trattative sosterrà la necessità di mantenere ancorata Ankara all’UE attraverso il rafforzamento delle esistenti relazioni privilegiate. La Germania è infatti il primo partner commerciale della Turchia.

 

 

Principali indicatori economici*

 

2007

2008

2009

Crescita PIL (%)

2,5

1,8

1,5

Inflazione (%)

1,7

2,1

1,5

Saldo bilancio P.A./PIL (%)

-0,3

-0,8

-0,8

Debito/PIL (%)

65

63,1

61,6

Tasso di disoccupazione (%)

8,4

7,3

7,1

PIL (a parità di potere d’acquisto, dato 2005)**

2,833 miliardi di dollari USA

PIL pro capite (a parità di potere d’acquisto, in dollari USA, dato 2005)**

34,400 dollari USA

 

Composizione PIL per settore **

0,9% agricoltura; 29,6% industria; 69,5% servizi

Debito estero **

4,489 miliardi di dollari USA

*    Fonti: Commissione europea. Previsioni economiche. Primavera 2008.

**  Fonti: The Cia Worldfactbook 2008

 

 

 

 



 

*Fonte: CIA Worldfactbook 2008.

[2]    Non si riporta la composizione del Bundesrat in quanto i suoi membri, espressione diretta dei governi locali, rispondono alle esigenze dei singoli Länder e sfuggono ad un'appartenenza partitica tradizionale.

[3]    I partiti che formano la coalizione di Governo sono espressi in neretto