Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Ufficio Rapporti con l'Unione Europea | ||
Titolo: | Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen - Missione a Bucarest, 10-11 ottobre 2012 | ||
Serie: | Documentazione per le Commissioni - Riunioni interparlamentari Numero: 109 | ||
Data: | 05/10/2012 | ||
Descrittori: |
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Camera dei deputati
XVI LEGISLATURA
Documentazione per le Commissioni
riunioni interparlamentari
Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione
dell'accordo di Schengen
Missione a Bucarest, 10-11ottobre 2012
n. 109
5 ottobre 2012
Il dossier è stato curato dall’Ufficio rapporti con l’Unione europea
(' 066760.2145 - * cdrue@camera.it)
La ‘Scheda paese’ è stata curata dal Servizio Studi, Dipartimento affari esteri (' 066760.4939)
Il capitolo ‘La disciplina in materia di circolazione dei cittadini rumeni” è stato realizzato in collaborazione con il Servizio Studi, Dipartimento Istituzioni (' 066760.3855)
Il capitolo ‘L'immigrazione in Romania’ è stato curato dal Servizio Biblioteca, Ufficio Legislazione straniera ((' 066760.2278)
Il capitolo ‘Relazioni parlamentari Italia-Romania’ è stato curato dal Servizio Rapporti internazionali (' 066760.9515)
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I N D I C E
Scheda Paese (a cura del Servizio Studi)
L’ingresso di Romania e Bulgaria nell’area Schengen
· La disciplina in materia di circolazione dei cittadini rumeni
· Libera circolazione dei lavoratori rumeni negli Stati membri dell’UE
L’immigrazione in Romania (a cura del Servizio Biblioteca)
· La normativa in materia di immigrazione
· La politica dei visti e il rilascio dei titoli di soggiorno
· La lotta all’immigrazione irregolare
· La lotta alla tratta di esseri umani
· Lo status di rifugiato e le altre forme di protezione
· L’acquisizione della cittadinanza, il rimpatrio e il riconoscimento delle origini rumene
· I controlli alla frontiera esterna dell’UE
Relazioni parlamentari Italia-Romania (a cura del Servizio Rapporti internazionali)
· Protocollo di collaborazione
· Unione interparlamentare (UIP)
ROMANIA
Dal punto di vista della forma di governo, la Romania è una Repubblica semipresidenziale. In base alla nuova Costituzione del 2003, il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale diretto con un sistema elettorale a doppio turno (per essere eletti al primo turno è necessaria la maggioranza assoluta dei voti) per non più di due mandati consecutivi di cinque anni. Il Presidente nomina il primo ministro che però deve essere confermato dal Parlamento. Il Presidente ha potere di veto sulle leggi approvate dal Parlamento, veto che può essere superato con una maggioranza parlamentare dei due terzi.
Il Parlamento è bicamerale: la Camera dei Deputati è composta da 315 membri e il Senato da 137 membri, in entrambi i casi eletti per quattro anni con un sistema elettorale misto basato su collegi uninominali e circoscrizioni plurinominali (alla Camera i seggi sono ripartiti proporzionalmente ai partiti che abbiano superato la soglia di sbarramento del cinque per cento dei voti, dando la priorità ai candidati che abbiano ottenuto la maggioranza assoluta nei collegi uninominali; diciotto seggi della Camera sono poi riservati alle minoranze etniche; al Senato vige lo stesso sistema elettorale, con diverse soglie di sbarramento per l’accesso alla ripartizione dei seggi: cinque per cento o tre seggi in collegi uninominali del Senato o sei seggi della Camera per i singoli partiti; otto per cento per le coalizioni tra due partiti; nove per cento per le coalizioni tra tre partiti; dieci per cento per le coalizioni tra quattro o più partiti).
Per “Freedom House 2012” la Romania è uno “Stato libero”, in possesso dello status di “democrazia elettorale”, mentre il Democracy Index 2011 dell’Economist Intelligence Unit la definisce “democrazia difettosa” (flawed democracy) (cfr. infra “Indicatori internazionali del paese”). Per quel che concerne il rispetto in concreto delle libertà politiche e civili, fonti indipendenti rilevano come in Romania appaiano effettivamente tutelate le principali libertà di associazione e riunione; si registri un buon pluralismo nei media di comunicazione; non si segnalino restrizioni all’accesso nella rete Internet. Per quel che concerne la libertà religiosa, la Romania riconosce ben 18 comunità religiose (la Chiesa ortodossa rimane la comunità principale, influente anche in ambito politico). Per essere ufficialmente riconosciuta, qualsiasi religione deve avere un seguito di fedeli pari almeno allo 0,1 per cento della popolazione totale nazionale. Sul territorio romeno sono presenti anche altri piccoli gruppi religiosi non tradizionali: a questi è richiesto un “periodo di attesa” di dodici anni prima di poter essere ufficialmente riconosciuti.
La corruzione appare come un problema significativo del paese, come confermato dal peggioramento della posizione del paese nel transparency index, dove è passato dalla 69a posizione del 2010 alla 75a del 2011.
L’attuale Presidente della Repubblica è Traian Basescu (n.1951), rieletto per il secondo mandato dal 2009 dopo aver vinto la prima volta nel 2004. Nelle elezioni del 22 novembre 2009 Basescu ha prevalso al secondo turno con il 50,3% dei voti, suscitando accuse di brogli da parte dello sfidante socialdemocratico, Mircea Geoana.
Primo ministro è il socialdemocratico Victor Ponta (n. 1972), in carica dal 7 maggio 2012 alla guida di un esecutivo formato da elementi dell’Unione social liberale (USL aderente, al Parlamento europeo, al gruppo del partito socialista europeo) e da tecnocrati. La compagine governativa, l’ultima di una serie di maggioranze variamente articolate, dovrebbe portare il paese alle elezioni legislative del prossimo 9 dicembre 2012, alle quali si presenta con prospettive di vittoria, continuando, nel frattempo, la politica di riforme e risanamento richieste da FMI e UE e di cui il premier ha affermato di voler correggere i tratti di ingiustizia sociale.
Ponta è il terzo primo ministro a guidare la Romania in meno di sei mesi; il suo governo a guida USL - alleanza nata a inizio 2011 dall’unione tra il Partito socialdemocratico dello stesso premier, il Partito nazionale liberale PNL di Crin Antonescu e il Partito conservatore di Daniel Constantin - ha sostituito l’Esecutivo di centro-destra guidato da Mihai-Razvan Ungureanu (n. 1968). Già a capo del SIE (Servizio di Informazione esterna) e Ministro degli esteri fra il 2004 e il 2007, Ungureanu è stato affossato da un voto di sfiducia; la mozione contraria al suo governo, presentata dall’opposizione allora guidata dall’USL, e votata dal parlamento il 27 aprile 2012, denunciava irregolarità nell'utilizzo di fondi pubblici e l'inefficacia del programma di privatizzazione.
Ungureanu, a sua volta, era succeduto nel febbraio 2012, al primo ministro Emil Boc, che guidava una coalizione tra Partito liberaldemocratico (PDL; aderente al Parlamento europeo al gruppo del partito popolare europeo) e Unione democratica degli ungheresi di Romania (UDMR; anch’esso aderente al Parlamento europeo al gruppo del partito popolare europeo); il premier Boc si era dimesso (6 febbraio) dopo le violente proteste contro il suo governo divampate a seguito dei drastici tagli alla spesa pubblica effettuati nell’ambito del piano di risanamento economico.
Va rammentato che la Romania, pesantemente colpita dalla crisi economica e finanziaria internazionale (PIL 2009: -7,5), ha concluso nel marzo 2011 un secondo accordo con l’FMI per un credito precauzionale di 5 miliardi di euro; un primo piano di austerità concordato col Fondo nel 2009 e sfociato in un prestito di 20 miliardi di euro, aveva costretto Bucarest, tra il resto, a ridurre del 25% i salari del settore pubblico e a congelare le pensioni.
Il leader liberaldemocratico Boc era già stato alla guida di una precedente compagine governativa, sostenuta da una differente coalizione composta dal PDL del premier e dal Partito socialdemocratico PSD; tale coalizione si era sciolta il 2 ottobre 2009, alla vigilia delle elezioni presidenziali del 22 novembre, a seguito delle dimissioni di tutti i ministri PSD rassegnate in solidarietà con il vicepremier e ministro dell'interno, il socialdemocratico Dan Nica, revocato dal capo dello stato, Traian Basescu, su proposta del premier Boc. La revoca dell’incarico al vicepremier è stata riconnessa dagli osservatori alle affermazioni di quest’ultimo circa la possibilità che il Pdl si preparasse ad una gestione irregolare delle imminenti elezioni presidenziali.
Tale quadro di instabilità di governo deve essere ricollegato ai rapporti di forza determinati dalle elezioni legislative del 2008. In tali elezioni[1], infatti, il PDL ha ottenuto 115 seggi (32,4 per cento dei voti) alla Camera e 51 seggi (33,6 per cento dei voti) al Senato; il PSD 114 seggi (nonostante il 33,1 per cento dei voti) alla Camera e 49 (nonostante il 34,2 per cento dei voti) al Senato; terzo partito è il partito nazionale liberale (aderente al Parlamento europeo al gruppo dell’Alleanza dei liberali e democratici per l’Europa) con 65 seggi (e il 18,6 per cento dei voti) alla Camera e 28 seggi (e il 18,7 per cento dei voti al Senato); l’Unione degli ungheresi di Romania ha ottenuto 22 seggi (6,2 per cento dei voti) alla Camera e 9 seggi (6,4 per cento) al Senato.
In tale quadro di instabilità, il 6 luglio 2012 il Parlamento in seduta comune ha approvato[2] (con 256 voti a favore e 114 contrari) la domanda di destituzione del Presidente Traian Basescu presentata dall’alleanza di governo USL, con l’accusa di violazione della Costituzione per essersi attribuito prerogative riservate al Primo ministro, di aver infranto il criterio della separazione dei poteri e l’indipendenza dell’ordine giudiziario e di aver minato la democrazia con l’imposizione di misure d’austerità che hanno impoverito la popolazione.
Il referendum celebrato il 29 luglio 2012, necessario, ai sensi della Costituzione, per confermare la decisione parlamentare, è stato dichiarato nullo per mancato raggiungimento del quorum del 50%+1 degli aventi diritto. L’imprescindibilità del raggiungimento del quorum, previsto dalla legge elettorale del 2010, era stata ribadita dalla Corte costituzionale che, alla vigilia del referendum, aveva annullato un provvedimento dell’Esecutivo volto ad abolirlo. Alla consultazione referendaria ha preso parte solo il 46% degli aventi diritto, l’87,5% dei quali ha votato “sì” alla destituzione di Basescu. Come è noto, Basescu era già stato sospeso dalle funzioni di Capo dello Stato da una maggioranza di centro-sinistra nel 2007, sospensione anche in quel caso non confermata dall’esito referendario.
L’iniziativa dell’impeachment è stata interpretata dagli osservatori come il punto culminante della contesa tra presidente, il cui mandato non ulteriormente rinnovabile scade nel 2014, e il primo ministro socialdemocratico Victor Ponta. Tale iniziativa - è stato rilevato - si colloca nell’ambito dell'offensiva della USL per tornare al pieno potere dopo quattro anni di ferreo dominio del Partito democratico liberale (PDL) vicino al presidente.
Molti analisti hanno criticato il governo Ponta che, all’inizio di luglio, ha revocato, oltre a titolari di cariche apicali nell’Amministrazione, anche i presidenti delle due assemblee parlamentari; questa decisione è stata criticata non solo dall’opposizione PDL (di cui entrambi i Presidenti sono membri) ma anche da numerosi giuristi come pure dagli Usa e dalla Commissione europea. Inoltre, con una decisione d’emergenza il governo è intervenuto anche a ridurre le prerogative della Corte costituzionale; il provvedimento ha indotto i giudici, che hanno denunciato con forza l’”attacco senza precedenti” subito dalla Corte, a rivolgersi alla Commissione di Venezia (l’organismo consultivo del Consiglio d’Europa in materia di democrazia, diritti umani e primato del diritto) ed alla Conferenza Europea delle Corti Costituzionali.
Il dissidio istituzionale ha destato preoccupazione in Europa e negli Usa, dal momento che la Romania è membro sia dell’Ue (dal 2007) sia dell’Alleanza Atlantica (dal 2004). In proposito va rammentato che il paese sta cercando di consolidare la sua integrazione nel sistema di alleanza occidentale, come testimoniato anche dall’adesione, pur non appartenendo ancora la Romania all’area dell’Euro, al patto “Euro-plus” varato dal Consiglio europeo del 24-25 marzo 2011.
Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House 2012); democrazia difettosa (Economist 2011 )
Indice della libertà di stampa: 47 su 179 (Reporters sans frontières)
Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); situazione di rispetto in concreto (USA)
Corruzione percepita: 75 su 182 (Transparency International 2011)
Variazione PIL 2011:+2,5 per cento
DATI GENERALI |
|
Forma di Stato: |
Repubblica semipresidenziale |
Superficie: |
238.391 |
Lingua: |
Romeno |
Religione: |
Cristiano-ortodossa |
Moneta: |
Leu romeno |
Rischio Paese SACE: |
Rischio intermedio M1 e outlook stabile |
PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI |
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INDICATORE |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
PIL Nominale (USD bn) |
164,45 |
189,79 |
189,31 |
n.d |
Variazione del PIL reale (%) |
-1,60 |
2,50 |
1,50 |
3,00 |
Popolazione (milioni) |
21,46 |
21,41 |
19,04 |
n.d |
PIL pro-capite a parità di prezzi di m.(USD) |
7.660,00 |
8.860,00 |
9.943,00 |
n.d |
Disoccupazione (%) |
7,30 |
7,30 |
7,10 |
n.d |
Debito pubblico (% del PIL) |
30,50 |
33,30 |
35,00 |
33,50 |
Tasso di cambio moneta locale/USD |
3,18 |
3,05 |
3,22 |
n.d |
CONTO CORRENTE (USD mil) |
||||
Export di merci |
49.501,00 |
62.574,00 |
65.297,00 |
n.d |
Import di merci |
59.571,00 |
72.955,00 |
78.773,00 |
n.d |
Bilancia dei Servizi |
535,00 |
531,00 |
473,00 |
n.d |
Bilancia dei Redditi |
-2.535,00 |
-3.247,00 |
-4.087,00 |
n.d |
Bilancia dei Trasferimenti correnti |
4.761,00 |
5.195,00 |
7.322,00 |
n.d |
TOT |
-7.308,00 |
-7.903,00 |
-9.767,00 |
n.d |
Riserve internazionali |
43.365,48 |
43.826,00 |
n.d |
n.d |
COMMERCIO ESTERO ED INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI |
||||
IMPORT |
ultimo anno (mil EURO) |
2010 I sem |
2011 I sem |
|
I merce/settore |
Macchine e dispositivi/attrezz.meccanici/elettrici |
13.334,70 |
14.967,60 |
|
II merce/settore |
Prodotti minerali |
5.168,80 |
6.657,40 |
|
III merce/settore |
Metalli comuni ed altri articoli in metallo |
5.116,30 |
6.186,50 |
|
EXPORT |
ultimo anno (mil EURO) |
|
|
|
I merce/settore |
Macchine e dispositivi/attrezz.meccanici/elettrici |
10.136,60 |
12.513,70 |
|
II merce/settore |
Prodotti minerali |
5.753,00 |
6.513,40 |
|
III merce/settore |
Metalli comuni ed altri articoli in metallo |
4.454,90 |
5.487,50 |
|
|
ultimo anno (mil EURO) |
|
|
|
I Paese fornitore |
Germania |
7.818,30 |
9.371,20 |
|
II Paese fornitore |
Italia |
5.387,00 |
6.226,60 |
|
Posiz. Italia |
|
2,00 |
2,00 |
|
|
ultimo anno (mil EURO) |
|
|
|
I Paese cliente |
Germania |
6.734,80 |
8.389,80 |
|
II Paese cliente |
Italia |
5.111,20 |
5.782,70 |
|
Posiz. Italia |
|
2,00 |
2,00 |
|
|
||||
Investimenti esteri in entrata, STOCK (migliaia EURO) |
13.631.000,00 |
6.164.000,00 |
||
Investimenti esteri in uscita, STOCK (migliaia EURO) |
11.412.000,00 |
4.247.000,00 |
||
IDE italiani nel Paese, STOCK (migliaia USD) |
n.d |
n.d |
||
IDE del Paese in Italia, STOCK (migliaia USD) |
n.d |
n.d |
||
Fonte: Rapporto congiunto ICE/MAE (secondo semestre 2011)
Attualmente l’area Schengen garantisce la libera circolazione senza controlli alle frontiere tra 26 Stati, 22 Stati membri UE (sono ancora esclusi Cipro, Romania e Bulgaria, la cui adesione non è ancora completa; Regno Unito e Irlanda non partecipano all’area Schengen e pertanto non aderiscono alla cooperazione in materia di visti e non hanno abolito i controlli alle loro frontiere interne) e 4 paesi associati (Norvegia, Islanda, Svizzera e, a partire dal 19 dicembre 2011, Liechtenstein), interessando più di 400 milioni di cittadini.
Originariamente prevista per il Consiglio giustizia e affari interni di fine febbraio 2011, l’adozione della decisione del Consiglio relativa alla completa adesione a Schengen di Bulgaria e Romania, implicante l’abolizione di controlli alle frontiere interne, è stata ripetutamente rinviata in considerazione delle riserve avanzate da alcuni Stati membri[4]. All’iniziale opposizione, poi superata, di Francia e Germania, che avrebbero giudicato prematura l’adesione, ritenendo opportuno attendere progressi definitivi nel settore della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, avrebbero fatto seguito le riserva avanzate, in particolare, dai Paesi Bassi, che nel corso riunione del Consiglio europeo del 9 dicembre 2011 avrebbero espresso la loro ferma opposizione all’adozione della decisione prima della presentazione, da parte della Commissione europea, delle nuove relazioni sui progressi compiuti dai due paesi nel settore della lotta alla corruzione e della riforma del sistema giudiziario[5].
Si ricorda che il processo di valutazione della Romania da parte del gruppo ”Valutazioni di Schengen”[6] ai fini dell’abolizione dei controlli alle frontiere interne, si è concluso nel gennaio 2011. Secondo quanto annunciato già nel corso del Consiglio giustizia e affari interni del 24-25 febbraio 2011, la Romania risulta aver ultimato i preparativi tecnici richiesti per tutti i capitoli dell'acquis di Schengen oggetto di valutazione e si è impegnata a dare attuazione, informandone regolamente il Consiglio, alle raccomandazioni enunciate nelle relazioni di valutazione[7].
Le valutazioni, iniziate nel 2009, hanno avuto lo scopo di verificare il soddisfacimento dei requisiti necessari per l’applicazione di tutte le parti dell’acquis e la conseguente abolizione dei controlli alle frontiere interne (in particolare i requisiti tecnici sul controllo delle frontiere in materia di: protezione dei dati, adesione al Sistema informativo Schengen, frontiere aeree, frontiere terrestri, frontiere marittime, cooperazione di polizia e visti).
Da ultimo, il Consiglio europeo del 1°-2 marzo 2012, ribadendo che tutte le condizioni giuridiche per l'adozione di una decisione sull'adesione della Bulgaria e della Romania allo spazio Schengen sono state soddisfatte e esprimendo riconoscimento per l’impegno dimostrato dei due paesi, ha chiesto al Consiglio di tornare sulla questione al fine di adottare la decisione relativa all’adesione nella sessione del Consiglio Giustizia e affari interni nel settembre 2012. Tale riunione del Consiglio è stata tuttavia rinviata per iniziativa della Presidenza Cipriota dell’UE, al fine di un ulteriore approfondimento dei temi previsti in agenda e relativi non solo all’adesione di Bulgaria e Romania, ma anche alla complessa questione del rafforzamento della governance del sistema Schengen
L’adesione di Bulgaria e Romania dovrebbe essere nuovamente discussa dal Consiglio europeo del 18-19 ottobre prossimi ed è iscritta all’ordine del giorno della sessione del Consiglio Giustizia e affari interni del 25-26 ottobre.
Per quanto riguarda il Parlamento europeo, in una risoluzione adottata l’8 giugno 2011, l’Assemblea plenaria ha ritenuto che, sebbene alcune questioni siano ancora aperte e richiedano di essere seguite da vicino con regolarità, esse non costituiscono un ostacolo alla piena adesione a Schengen di Bulgaria e Romania. Il Parlamento europeo ha inoltre chiesto di essere informato sulle misure che verranno adottate dagli Stati membri interessati, relativamente all'area Bulgaria-Turchia-Grecia, per poter rispondere al possibile forte incremento della pressione migratoria.
Merita inoltre segnalare che, come riferito nel documento del Consiglio 6740/1/11, relativo allo stato di avanzamento del processo di adesione della Bulgaria e della Romania allo spazio Schengen, in una dichiarazione comune - sottoscritta il 16 febbraio 2011 dalle Commissioni affari esteri della Camera dei deputati rumena e dell’Assemblea nazionale bulgara e trasmessa alle istituzioni UE - Romania e Bulgaria hanno confermato l’intenzione di aderire allo spazio Schengen insieme e alla stessa data.
La stampa bulgara e rumena si sarebbe recentemente interrogata sulla possibilità di una adesione separata dei due paesi, soprattutto in considerazione della recente crisi politica in Romania. Tale eventualità non è tuttavia ipotizzata da alcuna fonte ufficiale, né a livello nazionale né a livello dell’Unione.
In attesa del pieno ingresso nell’area Schengen, la Romaniae la Bulgaria, ai sensi dell’articolo 4 dell’Atto di adesione, allegato al Trattato di adesione, risultano comunque vincolati all’acquis di Schengen e sono tenuti ad applicarne tutte le disposizioni in materia di cooperazione giudiziaria e di polizia che non siano intrinsecamente collegate all’abolizione dei controlli alle frontiere interne.
A questo proposito, contestualmente all'adesione di Romania e Bulgaria all'UE il 1° gennaio 2007, l’Unione europea ha istituito un Meccanismo di cooperazione e verifica(MCV)per aiutare i due paesi a ovviare a determinate carenze a livello di riforma giudiziaria e di lotta contro la corruzione e monitorare i progressi in questi settori mediante relazioni periodiche.
In una lettera pervenuta al Presidente della Camera, Gianfranco Fini, e da questi trasmessa alla Commissione Affari esteri e comunitari, per le valutazioni di competenza, il Presidente del Senato rumeno, Mircea Geoană, aveva invitato la Camera a sollecitare il Governo italiano affinché sostenesse, nell’ambito del Consiglio UE, l’ingresso della Romania nello spazio Schengen già nella primavera del 2011. Secondo il presidente del Senato rumeno la lotta alla corruzione e la riforma del sistema giudiziario, aspetti ai quali si riferiscono le riserve avanzate da alcuni Stati membri, rientrerebbero infatti negli impegni assunti dalla Romania nel quadro del Meccanismo di cooperazione e verifica, ma esulerebbero dai criteri previsti dalla normativa UE in materia di requisiti di adesione allo spazio Schengen, non avendo collegamento diretto con la sicurezza delle frontiere esterne. Analoghe considerazioni erano state svolte nella citata dichiarazione comune Romania-Bulgaria trasmessa alle istituzioni UE.
Una relazione complessiva sul funzionamento del MCV dal 2007 per quanto riguarda la Romaniaè stata presentata dalla Commissione europea il 18 luglio 2012 (COM(2012)410). Pur sottolineando come nell'arco del quinquennio siano stati compiuti progressi per quanto riguarda la modernizzazione radicale del sistema giudiziario e che Istituzioni quali la Direzione nazionale anticorruzione (DNA) e l'Agenzia nazionale per l'integrità (ANI) avrebbero ottenuto risultati convincenti nella repressione della corruzione ad alto livello, la relazione conclude tuttavia che gli obiettivi dell'MCV non sono ancora stati pienamente raggiunti. La Commissione sottolinea in particolare che la recente crisi politica ha rimesso in discussione i risultati ottenuti dal 2007 a livello di riforma giudiziaria e di lotta alla corruzione e esprime serie preoccupazioni riguardo allo Stato di diritto e all'indipendenza del settore giudiziario. In tale quadro, l'attuazione urgente delle raccomandazioni formulate in base all'MCV potrebbe contribuire garantire un contesto economico stabile, credibile e favorevole agli investimenti e a rassicurare i mercati finanziari.
Si segnala che dal 2007 ad oggi il bilancio dell'UE ha stanziato, attraverso i fondi strutturali, più di 12 milioni di euro a sostegno della lotta contro la corruzione e della riforma giudiziaria in Romania, finanziando progetti in materia di istruzione, sanità e affari regionali, in ambito giudiziario e con l'Agenzia nazionale per l'integrità. È stato anche fornito un sostegno supplementare mediante i fondi di preadesione. Gli Stati membri hanno inoltre sostenuto la Romania con progetti bilaterali in tutti i settori della riforma giudiziaria e della lotta contro la corruzione.
La Commissione europea si è di recente nuovamente pronunciata sulla crisi politica rumena. Nella seduta plenaria del Parlamento europeo del 12 settembre 2012 la Vicepresidente della Commissione europea, Viviane Reding, ha reso una dichiarazione sulla situazione politica in Romania.
La Vicepresidente ha sottolineato come la Commissione europea abbia espresso a più riprese la sua preoccupazione in merito al rispetto delle norme costituzionali e dell’indipendenza dei giudici nel paese, giudicando grave l’approvazione di leggi e decreti di emergenza passibili di ridurre le possibilità di controllo democratico e indebolire l’equilibrio istituzionale, soprattutto in relazione alla limitazione dei poteri della Corte costituzionale rumena. La Vicepresidente ha inoltre fatto riferimento ad episodi di intimidazione di giudici e pubblici ministeri da parte delle forze politiche. Tali preoccupazioni sarebbero state formalizzate dalla Commissione europea in una lettera inviata dalla Commissione europea al Governo rumeno il 10 agosto 2012, nella quale si individuavano undici questioni problematiche e si sollecitava l’impegno a una piena cooperazione con la Corte costituzionale e a una decisa azione contro le intimidazioni nei confronti dei giudici. In questo quadro la Vicepresidente ha espresso la convinzione che il rispetto manifestato da tutte le forze poliche per la decisione con cui il 21 agosto la Corte costituzionale ha dichiarato non valido il referendum sulla destituzione del Presidente Bǎsescu, costituisca una opportunità per la normalizzazione della vita politica nel paese e ha ribadito l’impegno della Commissione a rimanere in stretto contatto con le autorità rumene per monitorare l’evolversi della situazione.
Secondo quanto riferito da notizie stampa, nel corso dell’incontro con il Presidente Traian Băsescu, il 14 settembre, e con il Primo ministro Victor Ponta, il 17 settembre scorso, il Presidente della Commissione europea, Manuel Barroso, avrebbe ribadito che la Commissione non scenderà a compromessi sul rispetto dello stato di diritto, l'indipendenza della magistratura e il rispetto delle sentenze di tenore costituzionale. Barroso avrebbe inoltre fatto appello a tutte le forze politiche rumene perché agiscano con moderazione, soprattutto durante la campagna elettorale per le prossime elezioni parlamentari di dicembre. Le autorità rumene avrebbero garantito la loro piena disponibilità.
Il 24 settembre scorso, infine, il Consiglio affari generali ha adottato conclusioni sul meccanismo di cooperazione e verifica, nelle quali, alla luce della recente crisi politica, ha espresso compiacimento per l’impegno della governo rumeno ad assicurare il rispetto dello stato di diritto e dell’indipendenza della magistratura e ha invitato Romania e Bulgaria ad aumentare i loro sforzi per dare attuazione a tutte le raccomandazioni formulate dalla Commissione nell’ambito della relazione sul funzionamento del Meccanismo MCV.
I cittadini rumeni godono del diritto riconosciuto ai cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, come disciplinato dalla direttiva 2004/38/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004.
L’Italia ha provveduto ad adeguare il proprio diritto interno alla normativa comunitaria con il decreto legislativo 30/2007[8] e successive modifiche
Una comunicazione concernente gli orientamenti per un migliore recepimento e una migliore applicazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente sul territorio degli Stati membriè stata presentata dalla Commissione europea il 2 luglio 2009 (COM(2009)313).
Nell’ambito del Trattato di adesione di Romania e Bulgaria particolare attenzione è dedicata alla questione della libera circolazione dei lavoratori: il Trattato introduce misure transitorie, volte a rendere graduale la possibilità di ingresso dei lavoratori della Bulgaria e della Romania nell’ambito dell’UE, a seguito dell’adesione dei citati Paesi. Il regime transitorio cesserà definitivamente solo alla scadenza del settimo anno trascorso il quale nessuno Stato membro sarà più autorizzato a richiedere il permesso di lavoro ai lavoratori degli altri Stati membri. Ciò implica che la libera circolazione dei lavoratori rumeni e bulgari può essere rinviata per un periodo massimo di sette anni (fino al 31 dicembre 2013). Tale periodo è suddiviso in tre diverse fasi ("2-più-3-più-2"-anni).
Il Trattato introduce in ogni caso una duplice garanzia per i cittadini dei due Stati aderenti:
· durante il periodo transitorio si applica la clausola di stand still, secondo la quale gli Stati membri non possono applicare ai lavoratori di Bulgaria e Romania – ai fini dell’accesso al mercato del lavoro – misure più restrittive di quelle vigenti al momento della firma del Trattato;
· gli attuali Stati membri – nell’ipotesi che si avvalgano della moratoria – sono tenuti ad introdurre un trattamento preferenziale per i nuovi cittadini comunitari rispetto a quelli di Paesi terzi nell’accesso al mercato nazionale del lavoro.
Il trattato di adesione prevede inoltre, durante il periodo transitorio, una “clausola di salvaguardia”, che conferisce a uno Stato membro la possibilità di reintrodurre limitazioni al libero accesso al mercato del lavoro dei lavoratori dei nuovi Stati membri, nel caso in cui stia attraversando o preveda di attraversare gravi turbolenze che interessano il suo mercato del lavoro.
Si segnala che con decisione adottata l’11 agosto 2011, la Commissione ha approvato la richiesta della Spagna di reintrodurre limitazioni all'accesso al suo mercato del lavoro ai lavoratori rumeni fino al 31 dicembre 2012, a causa delle gravi turbolenze che si registrano attualmente sul suo mercato del lavoro. La Spagna aveva già liberalizzato l'accesso al suo mercato del lavoro per i lavoratori rumeni e i loro familiari sin dall'inizio della seconda fase il 1° gennaio 2009. Le restrizioni attualmente reintrodotte varranno per le attività in tutti i settori e tutte le regioni. Esse non interesseranno però i cittadini rumeni già attivi sul mercato del lavoro spagnolo. Si tratta del primo caso di attivazione della "clausola di salvaguardia", prevista nei Trattati di adesione, in relazione alla libera circolazione dei lavoratori. La Spagna ha invocato l’attivazione della misura con una lettera inviata alla Commissione europea il 28 luglio 2011.
A partire dal 1°gennaio 2012 l’Italia non ha rinnovato il regime transitorio per l’accesso al mercato del lavoro per i cittadini rumeni e bulgari e pertanto non si prevede più alcuna restrizione[9].
In una relazione presentata l’11 novembre 2011 (COM(2011)729) sul funzionamento delle disposizioni transitorie in materia di libera circolazione dei lavoratori provenienti dalla Bulgaria e dalla Romania, la Commissione europea ha sottolineato il ruolo complessivamente positivo che i lavoratori in mobilità della Bulgaria e della Romania hanno svolto per le economie dei paesi ospitanti. Questi lavoratori avrebbero in particolare contribuito a colmare i posti di lavoro vacanti in settori e professioni che registravano carenze di manodopera come ad esempio quello della costruzione, quello dei servizi alle famiglie e nella ristorazione. Dalle stime emergerebbe anche l'impatto positivo della libera circolazione dei lavoratori rumeni e bulgari sul PIL a lungo termine dell'UE, con un aumento dello 0,3% circa nei paesi UE-27 (0,4% nei paesi UE-15). Da tali studi risulterebbe inoltre che non si è registrato un impatto significativo sulla disoccupazione o sui salari dei lavoratori locali nei paesi di destinazione: sarebbe dimostrato che nell'UE-15 i salari sono inferiori solo dello 0,28% a quanto sarebbero stati senza la mobilità da Bulgaria e Romania.
Le principali destinazioni dei cittadini trasferitisi dalla Bulgaria e dalla Romania sono state l'Italia e la Spagna e dai dati risulterebbe che, alla fine del 2010, nell'UE-25 risiedeva il doppio di cittadini bulgari e rumeni (2,9 milioni) rispetto al 2006. Nel contempo, in termini relativi, i cittadini bulgari e rumeni residenti in uno Stato membro UE-25 rappresentano soltanto lo 0,6 % della popolazione totale dell'UE-25. Tuttavia, successivamente alla flessione economica, i cittadini neoarrivati provenienti da Bulgaria e Romania avrebbero incontrato maggiori difficoltà a trovare lavoro: circa il 16% era senza lavoro nel 2010 rispetto al 9% nel 2007.
La Romania è entrata nell’Unione europea il 1° gennaio del 2007 ed è diventata, nello stesso tempo, una frontiera esterna dell’Unione Europea, avendo confini per due terzi con Paesi non UE[10].
Dall’ingresso nell’UE il fenomeno dell’immigrazione in Romania sta registrando un aumento crescente[11].
L’alta crescita economica negli anni a cavallo tra l’ingresso nell’Unione europea e il grande esodo di rumeni verso l’Europa occidentale (nel 2009 circa tre milioni di rumeni lavoravano all’estero, su una popolazione circa di 21 milioni)[12] ha determinato conseguenze strutturali per la Romania, creando una mancanza di forza lavoro in molti settori dell’economia nazionale.
Le pressioni per la crescita dei salari e la recente crisi mondiale hanno avuto un impatto negativo sugli investimenti diretti stranieri, rallentando la crescita economica del Paese, anche se l’aumento dei salari e delle rimesse dagli emigrati all’estero hanno sostenuto finora la crescita della domanda al consumo[13].
Tuttavia la Romania è ancora considerata come un paese di transito piuttosto che di destinazione dei flussi migratori[14].
Negli ultimi tempi si sta lentamente avviando, grazie ai fondi strutturali dell’Unione e alle politiche avviate dal Governo rumeno[15], un’emigrazione circolare (rientro degli emigrati)e si assiste ad una iniziale immigrazione in Romania.
Il numero di immigrati per lavoro è aumentato, nel 2009, del 70% rispetto al 2008, mentre nel primo semestre 2010 il loro numero è ulteriormente aumentato del 40 % rispetto al 2009. Nel 2010 datori di lavoro rumeni hanno richiesto 12.000 autorizzazioni di lavoro per lavoratori stranieri, anche se il Ministero del Lavoro ha posto limiti alla concessione delle autorizzazioni di lavoro, approvandone solo 8.000[16].
Entro il 2014, peraltro, tutte le restrizioni alla libera circolazione delle persone all’interno dell’Unione europea dovranno essere rimosse e ciò provocherà molto probabilmente un’ulteriore ondata di emigrazione dalla Romania.
Pertanto la forte emigrazione combinata con l’aumento dell’età della popolazione nazionale, trasformerà verosimilmente, in prospettiva futura, la Romania in paese di immigrati provenienti da Paesi extra-comunitari per cercare lavoro. Mentre i consumatori nazionali faranno ancor più affidamento sulle rimesse dall’estero, i salari dei lavoratori non qualificati rumeni entreranno in concorrenza con quelli degli immigrati stranieri.
La Romania, vicina ormai anche all’ingresso nell’Area Schengen[17], dovrà fronteggiare nuove considerevoli sfide nei prossimi anni[18], dalla ricerca di meccanismi più efficienti per gestire – e forse invertire - il flusso di lavoratori rumeni verso l’esterno, allo sviluppo di politiche per l’accoglienza e l’integrazione di un numero sempre crescente di immigrati.
La maggior parte degli immigrati sono stranieri in cerca di lavoro (provenienti soprattutto dall’Asia)[19] e rifugiati politici che chiedono asilo (in maggioranza provenienti dall’Africa, anche se negli anni più recenti sono aumentati i rifugiati provenienti dall’Iraq e dall’Iran)[20].
Lo Stato rumeno sta gradualmente adottando disposizioni legislative idonee a risolvere in modo soddisfacente i problemi creati dalla nuova situazione demografica[21].
La disciplina per l’ingresso, il soggiorno e il movimento dei cittadini extra-comunitari in Romania trova la sua principale fonte normativa nell’Emergency Ordinance n. 194/2002,del 12 dicembre 2002, sullo status degli stranieri, modificata più volte negli anni e profondamente innovata dalla Legge n. 157/2011 dell’11 luglio 2011[22].
E’ attualmente considerato straniero colui che non possiede la cittadinanza rumena, né è cittadino di un altro Stato UE o di uno Stato dello Spazio economico europeo (SEE). La legislazione sugli stranieri si applica pertanto solo ai cittadini di Paesi terzi.
In vista dell’ingresso nell’UE e nell’Area Schengen, il Governo ha adottato diversi documenti strategici, le National Strategies on Migration 2004-2006, 2007-2010 e, nel 2011, la nuova National Strategy on Migration per il periodo 2011-2014, adottata dopo un’ampia consultazione con i rappresentanti di altre istituzioni governative e organizzazioni internazionali (UNHCR and IOM) e delle ONG attive nei settori dell’asilo e della immigrazione[23].
In attuazione degli obiettivi delle diverse strategie nazionali ha preso forma la nuova disciplina dell’immigrazione in Romania.
La legge n. 344/2006 ha regolato l’impiego di lavoratori dipendenti per la realizzazione di servizi transnazionali.
Aspetti significativi della politica di immigrazione rumena sono stati definiti dall’Emergency Ordinance n. 55/2007 che ha creato il Romanian Immigration Office[24]e dall’Emergency Ordinance n. 56/2007, chehadisciplinato l’occupazione degli stranieri, le autorizzazioni di lavoro e il trasferimento temporaneo dei lavoratori stranieri. Entrambi gli atti sono stati modificati dalla legge n.157/2011.
La possibilità di esercitare un’attività professionale nel Paese è stata regolata dalla legge n. 200/2004 e dall’Emergency Ordinance n. 109/2007 sul riconoscimento dei diplomi e delle qualifiche professionali per professioni regolamentate in Romania.
Un nuovo Codice del Lavoro è stato approvato con la Legge n. 53/2003.
Le prime disposizioni relative all’integrazione sociale degli immigrati soggetti a forme di protezione o titolari di un diritto a risiedere in Romania sono state dettate nel 2004 con l’Ordinanza n. 44/2004 e le relative Methodological Normes di attuazione del 2004, entrambe modificate e integrate dalla nuova disciplina approvata nel 2011.
In attuazione della più recente National Strategy, infatti, la Legge n. 157/2011 dell’11 luglio 2011 ha introdotto significative modifiche nella disciplina relativa agli stranieri in Romania[25]. La nuova legge è stata adottata per creare il quadro giuridico necessario all’applicazione dei regolamenti europei in materia di immigrazione. Per conseguenza la legge del 2011 ha modificato i principali atti normativi rumeni in materia di immigrazione (in particolare: l’Emergency Ordinance n. 194/2002 sulla disciplina degli stranieri in Romania, l’Ordinance n. 56/2007 sull’occupazione degli stranieri in Romania, l’Ordinance n. 55/2007 sul Romanian Immigration Office e l’Emergency Ordinance n. 105/2001 sui confini dello Stato rumeno). Si prevedono anche altre modifiche all’Ordinance n. 194/2002 quando le previsioni dell’acquis di Schengen saranno pienamente applicabili.
La nuova legge migliora il quadro normativo sugli immigrati ed offre la possibilità al governo rumeno di gestire in modo più efficiente il fenomeno dell’immigrazione, a beneficio di tutti gli attori coinvolti.
Le innovazioni introdotte dalla recente legge riguardano in particolare: l’ingresso nell’Area Schengen; l’accesso e la partecipazione al mercato del lavoro di lavoratori migranti qualificati; la garanzia del diritto al lavoro per gli stranieri ai quali sia stato riconosciuto uno status di “tolleranza”[26]; la rimodulazione della legislazione nel campo dei ricongiungimenti familiari; la possibilità di cambiare le scopo del visto durante la permanenza sul territorio rumeno; l’istituzione di procedure che facilitano l’accesso degli immigrati ai servizi di base, incoraggiando l’accesso all’istruzione, alla formazione professionale e al mercato del lavoro e assicurando protezione e assistenza agli stranieri facenti parte di gruppi “vulnerabili” o vittime della tratta di esseri umani.
La principale struttura amministrativa che attualmente si occupa di immigrazione rimane il Romanian Immigration Office[27], posto sotto l’autorità del Ministero dell’Amministrazione e dell’Interno.
Oltre al Ministero dell’Amministrazione e dell’Interno, hanno competenze nella gestione dell’immigrazione - in entrambe le sue forme, immigrazione e emigrazione [28]:
· il Ministero dell’Amministrazione e dell’Interno;
· il Ministero degli Affari esteri;
· il Ministero del Lavoro, della Famiglia e della Protezione sociale;
· il Ministero dell’Istruzione, della Ricerca, dell’Innovazione e dello Sport;
· l’Istituto nazionale di Statistica;
· l’Agenzia rumena per gli Investimenti stranieri;
· la National House dell’assicurazione sanitaria.
L’attuale disciplina dell’ingresso e soggiorno degli stranieri in Romania[29] si basa principalmente sulla Emergency Ordinance n. 194/2002, relativa allo status degli stranieri e sulle due Ordinanze del 2007 prima citate, in particolare sull’ordinanza n. 56/2007 per quanto riguarda il sistema delle quote delle autorizzazioni di lavoro per gli stranieri, come modificate dalla recente Legge n. 157/2011 .
Sono previsti due tipi di visto per l’ingresso in Romania:
· il visto a breve termine, che autorizza ad entrare nel territorio rumeno per motivi diversi dall’immigrazi0ne e a soggiornare continuativamente nel territorio, purché i soggiorni non superino complessivamente i 90 giorni a partire dal primo giorno di entrata in territorio rumeno; tale visto non conferisce lo status di immigrante;
· il visto a lungo termine, che permette di entrare e soggiornare in Romania fino a 90 giorni, ma anche di richiedere un soggiorno più lungo. I visti di lungo periodo possono essere richiesti per scopi specifici: attività economiche, professionali o commerciali; lavoro dipendente; studio; ricongiungimento familiare; attività religiose o umanitarie; ricerca; altri scopi come, ad esempio, cure sanitarie. Lo straniero deve inoltre presentare documenti che giustifichino le ragioni e le condizioni del soggiorno e provino la sussistenza di mezzi adeguati per l’intera durata del soggiorno in Romania e per il rientro nel Paese di origine o per il transito verso un altro Stato nel quale sia certa l’autorizzazione all’ingresso.
L’autorità competente per il rilascio del visto d’ingresso in Romania è l’Ufficio consolare o la Missione diplomatica. Le richieste di visto a lungo termine sono subordinate al consenso del National Centre for Visas, una struttura specializzata del Ministero degli Affari esteri, e al parere favorevole del Romanian Immigration Office[30].
Solo uno straniero legalmente entrato in Romania con un visto a lungo termine, o esentato dall’obbligo di un visto a lungo termine, può ottenere un’estensione del diritto di soggiorno e ricevere uno dei tre tipi di permesso di soggiorno previsti: temporaneo, per lavoro o permanente.
Il permesso temporaneo per scopi specifici (studio, ricerca o altro) ha la durata necessaria al raggiungimento dello scopo per il quale è stato richiesto e può essere prolungato al massimo per un anno alle condizioni previste dalla legge o da accordi bilaterali. L’autorità competente ad estendere il soggiorno temporaneo dello straniero è il Romanian Immigration Office (RIO) o le sue unità territoriali.
Il permesso per lavoro è rilasciato a condizioni diverse, a seconda che si tratti di lavoro dipendente, autonomo o stagionale:
- il permesso per lavoro dipendente viene rilasciato sulla base di un’autorizzazione di lavoro concessa dal Romanian Immigration Office su richiesta del datore di lavoro, il quale deve fornire prova di esercitare un’attività legale in Romania, di non avere debiti e di aver fatto una selezione legale relativa al potenziale lavoratore cittadino di paesi terzi. Il datore di lavoro deve presentare, tra gli altri documenti, un certificato della Labour Force Agency sulla forza-lavoro disponibile nell’area di riferimento, l’annuncio pubblicato su un quotidiano a larga diffusione concernente la selezione per quel posto di lavoro e una documentazione sui tentativi senza esito compiuti dal datore di lavoro per riempire altrimenti il posto vacante. A tali documenti va aggiunta la documentazione che attesti le qualifiche e l’esperienza dello straniero in quella determinata professione e una certificazione delle sue adeguate condizioni fisiche all’esercizio dell’attività, oltre ad una minima conoscenza della lingua rumena. Inoltre lo straniero deve rientrare nelle quote per autorizzazioni di lavoro, approvate ogni anno dal Governo rumeno, su proposta del Ministero del Lavoro, della Famiglia e della Protezione sociale, in base alla situazione del mercato del lavoro nazionale. L’autorizzazione di lavoro e il permesso di soggiorno per lavoro sono rilasciati per un periodo di 1 anno. Se il permesso di soggiorno viene prorogato, anche l’autorizzazione viene automaticamente prolungata per un ulteriore anno, ma se il contratto di lavoro termina, anche l’autorizzazione viene annullata e deve essere nuovamente richiesta in caso di nuovo contratto di lavoro;
- il permesso per attività economiche autonome, per attività professionali individuali o per attività commerciali può essere rilasciato a cittadini di paesi terzi a determinate condizioni, regolate in parte dalla Legge n. 300/2004. Il visto per attività economiche ammesse per gli stranieri, indipendenti o all’interno di associazioni familiari, è distinto dal visto per attività commerciali e professionali. E’ previsto anche un visto per attività commerciali, soggetto all’approvazione della Romanian Agency for Foreign Investment e rilasciato agli stranieri - azionisti o associati in società commerciali rumene - che assumano cariche nella gestione e nell’amministrazione di tali società ;
- il permesso per lavoro stagionale[31] rientra nel regime delle autorizzazioni di lavoro e viene rilasciato per una durata collegata al tipo di lavoro.
Il permesso permanente è soggetto a regole procedurali specifiche ed è approvato dal Capo del Romanian Immigration Office, su proposta di una commissione speciale. Hanno diritto alla residenza permanente gli stranieri che abbiano avuto residenza temporanea, continua e legale[32], per cinque anni in Romania prima di presentare richiesta di residenza permanente. In aggiunta lo straniero, con l’eccezione dei familiari di cittadini rumeni, deve avere mezzi adeguati di sostentamento, provare di avere un’assicurazione sanitaria e di essere legalmente in possesso di un alloggio appropriato. Un permesso di soggiorno permanente deve essere rinnovato ogni cinque anni. La residenza permanente può essere autorizzata, anche in mancanza dei requisiti appena elencati, ai cittadini di paesi terzi con origini rumene o nati in Romania oppure a coloro il soggiorno dei quali riveste particolare interesse per lo Stato rumeno.
La recente Legge dell’11 luglio 2011 ha introdotto nell’ordinamento rumeno ulteriori innovazioni nella disciplina dell’immigrazione per lavoro[33]. In particolare:
· la disciplina della la c.d. Carta blu dell’UE, permesso speciale a scopi di lavoro che attribuisce al titolare il diritto di soggiornare e lavorare in territorio rumeno come lavoratore altamente qualificato; la nuova Legge del 2011 ha dettato il regime giuridico applicabile ai titolari di tale permesso;
· l’istituzione di un nuovo tipo di visto per l’esercizio di determinate attività professionali che, fino ad ora, erano regolate da altri tipi di visto;
· la modifica delle condizioni necessarie per il rilascio ai cittadini stranieri del visto per attività commerciali con l’aumento delle soglie minime d’investimento per usufruire di tale visto: il valore minimo degli investimenti in caso di cittadini stranieri associati in una società a responsabilità limitata è stato portato ad almeno 100.000 euro (da 70.000) e, nel caso di azionisti in una società per azioni, a 150.000 euro (da 100.000);
· la previsione, in collegamento con il rilascio della Carta blu, di particolari requisiti relativi al rilascio di permessi di lavoro per lavoratori altamente qualificati, tra i quali quelli relativi al procedimento richiesto in caso di permesso di lavoro per lavoratori permanenti;
· una nuova condizione per i lavoratori stranieri interessati a lavorare in Romania derivante dal datore di lavoro: la mancanza di sanzioni precedenti per lavoro clandestino o non dichiarato;
· l’attenuazione del requisito della mancanza di debiti a carico del datore di lavoro richiedente il permesso di soggiorno di lavoratori stranieri; la nuova legge sospende tale requisito se è stato pagato almeno un quarto dei debiti.
La Romania è stata, ed in parte è ancora, soprattutto un Paese di origine o di transito per l’immigrazione irregolare proveniente soprattutto da Nord e da Est. La posizione geografica della Romania, oggi frontiera esterna dell’Unione europea, pone il Paese sulla “Via Balcanica” dell’immigrazione illegale, al crocevia che collega l’Est all’Ovest del continente e l’Asia del Sud all’Europa nord-occidentale. Tali caratteristiche rendono particolarmente importante per la Romania dimostrare la capacità di definire una strategia e adottare misure idonee a fronteggiare i flussi migratori illegali che premono ai suoi confini, soprattutto ai fini dell’ingresso nell’Area Schengen.
Di fronte alla tendenza del Paese a diventare una destinazione sempre più attraente per gli immigrati regolari il governo rumeno, nelle più recenti National Strategies on Immigration (2007-2010 e 2011-2014), ha puntato e punta tuttora ad allineare le politiche rumene alle politiche dell’UE nel settore della lotta all’immigrazione illegale[34], con particolare attenzione: a migliorare l’informazione ai potenziali immigrati sulla legislazione rumena in materia di immigrazione e sulle misure nazionali contro l’immigrazione clandestina; alla cooperazione tra le istituzioni nazionali incaricate della lotta all’immigrazione e al lavoro clandestino; a intensificare le misure di allontanamento degli stranieri irregolari o clandestini; alle iniziative nei settori delle politiche dei visti, della concessione dell’asilo, del controllo dei confini e del controllo di polizia ai fini dell’ingresso della Romania nell’Area Schengen; alla cooperazione delle autorità rumene con le analoghe istituzioni degli altri Stati UE e con quelle dei paesi di origine o di transito per combattere l’immigrazione illegale[35].
Per ciò che riguarda gli stranieri trovati in situazione irregolare[36], la legislazione rumena prevede misure di allontanamento che possono consistere in:
· ordine di lasciare il territorio rumeno, applicato agli stranieri entrati illegalmente o il cui soggiorno sia diventato illegale ovvero il cui diritto di soggiorno sia stato cancellato o revocato; a seconda della situazione, l’ordine può comportare il divieto di entrare in Romania per un determinato periodo di tempo;
· decisione di espulsione o di espulsione sotto scorta, applicata, se del caso, agli stranieri entrati illegalmente, il cui soggiorno sia diventato illegale, o il cui diritto di soggiorno sia stato cancellato o revocato; a seconda della situazione, la decisione può comportare il divieto di entrare in Romania per un determinato periodo di tempo; nel caso di espulsione sotto scorta, il provvedimento comporta l’accompagnamento dello straniero fino al confine o al suo Paese di origine o, qualora ciò sia possibile, ad un altro Paese che accetti l’ingresso nel suo territorio;
· presa in pubblica custodia, adottata nei casi in cui gli stranieri entrati illegalmente non possono essere allontanati entro il limite di tempo legale di 24 ore; tale misura comporta la limitazione della libertà di movimento di tali persone sul territorio rumeno e la loro sistemazione, a carico dello Stato, in appositi centri di detenzione; tuttavia, dati i costi, è una misura che le autorità rumene tendono ad evitare o, quantomeno, a limitare ad un periodo massimo di 30 giorni;
· rimpatrio volontario, forma di espulsione degli immigrati clandestini basata sul carattere “volontario” dell’allontanamento e sul coinvolgimento delle autorità pubbliche al solo scopo di fornire l’aiuto finanziario necessario per il rimpatrio[37].
Durante gli anni ’90 la Romania è diventata paese di origine e di transito per la tratta di esseri umani (per persone in gran parte originarie della Moldavia, Ucraina, Russia e della stessa Romania), con vittime trasferite verso gli Stati Balcani, ma anche verso Italia, Spagna, Francia e altri Paesi occidentali[38]. L’International Organization for Migration (IOM)parla di un traffico dalla Romania di circa 20.000 donne all’anno, una parte delle quali minorenni. Un altro fenomeno particolarmente allarmante è il traffico internazionale di bambini, per il quale la Romania è considerato uno dei principali Paesi di origine nell’Europa sud-orientale[39].
Il Governo rumeno ha adottato una serie di misure per la lotta e la prevenzione del traffico di esseri umani, tra le quali la Legge n. 678/2001 sulla prevenzione e la lotta al traffico di esseri umani, più volte emendata e integrata e la National Strategy against Trafficking in Persons 2006-2010 (approvata con la Decisione del Governo n. 1654/2006).
Anche sul fronte del traffico di bambini le autorità rumene hanno adottato misure specifiche con la Legge n. 272/2004 sulla protezione e promozione dei diritti del bambino all’approvazione, sempre nel 2004, di tre Piani d’azione nazionali, rispettivamente sulla prevenzione e la lotta al traffico di bambini, sull’eliminazione dello sfruttamento del lavoro minorile e sulla prevenzione e lotta all’abuso sessuale e allo sfruttamento sessuale di bambini a fini commerciali[40].
Presso il Ministero dell’Interno è stata creata una National Agency Against Trafficking in Persons[41]con il compito di coordinare, valutare e monitorare, a livello nazionale, l’attuazione delle politiche nel settore della tratta degli esseri umani da parte delle pubbliche istituzioni e delle istituzioni che si occupano di dare protezione e assistenza alle vittime. L’Agenzia, che opera a livello locale attraverso Centri regionali, collabora con le organizzazioni governative e non governative che seguono il fenomeno e le sue conseguenze.
Ancora oggi, tuttavia, le più importanti istituzioni internazionali di monitoraggio sull’efficacia delle politiche anti-traffico, come lo United States State Department che agisce in ambito OCSE, segnalano la Romania tra i Paesi con seri problemi di tratta di esseri umani.
Fin dal 1991 la Romania è stata un paese di asilo per i rifugiati in costante aumento, da 315 rifugiati nel 1991 a 995 nel 2009. Nel 2010 la Romania ospitava circa 1.000 rifugiati[42]. Tuttavia la Romania è ancora vista come un Paese di transito per molti dei richiedenti asilo[43].
Le richieste provengono principalmente dal Medio Oriente (Iraq e Iran) e dall’Africa (Somalia, Repubblica del Congo e Camerun).
La Romania ha aderito alla Convenzione di Ginevra del 1951 e al Protocollo di New York del 1967 sui rifugiati con la Legge n. 46/1991.
La Legge n. 122/2006 sull’asilo[44] in Romania (e successive modifiche), ha ridisegnato la legislazione rumena sull’asilo e il riconoscimento dei rifugiati ed ha assicurato l’adempimento degli obblighi della Romania in qualità di Stato dell’Unione europea, dando ai diversi aspetti della materia una definizione aderente alla terminologia europea per evitare confusioni e differenze di interpretazione.
La Legge del 2006 ha inoltre apportato alla legislazione preesistente importanti modifiche relative ai seguenti aspetti: riconoscimento dello status di rifugiato; ricongiungimento familiare; iter amministrativo del procedimento di asilo; asilo per i minori non accompagnati; trasferimento di responsabilità sullo status di rifugiato; individuazione dello Stato responsabile della procedura di asilo; protezione sussidiaria, nelle sue varie forme; protezione temporanea e protezione umanitaria temporanea.
Sono state specificate, in particolare, le ragioni per l’esclusione da forme di protezione sussidiaria o umanitaria per chi abbia commesso crimini contro la pace e l’umanità, crimini di guerra, reati penali gravi prima di entrare nel territorio rumeno, atti contrari alla Carta delle Nazioni Unite o che rappresentino un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale, nonché per quanti abbiano istigato o siano stati complici del compimento di atti rientranti tra quelli sopra indicati oppure abbiano pianificato o partecipato ad atti di terrorismo.
Anche in materia di asilo la principale autorità amministrativa responsabile è attualmente il Romanian Immigration Office.
Nonostante il numero dei richiedenti asilo in Romania sia ancora basso, è previsto un aumento progressivo dei rifugiati per due ragioni in particolare: lo sviluppo economico del Paese, con la conseguente richiesta di forza-lavoro, e gli obblighi derivanti dall’attuazione in Romania del Regolamento europeo c.d. “DUBLINO II” (n. 343 del 2003), che assegna la responsabilità del riconoscimento dello status di rifugiato allo Stato al quale viene presentata la richiesta, di norma il Paese d’ingresso nell’UE. Poiché la Romania confina per due terzi con Paesi non UE è probabile che un gran numero di richiedenti asilo entrerà in futuro nell’Unione attraverso il suo territorio. I richiedenti lo status di rifugiato in Romania saranno obbligati a rimanere nel territorio rumeno fino alla decisione finale sul loro caso[45].
La Legge sulla Cittadinanza n.21/1991 del 21 marzo 1991 (e successive modifiche)[46] ha introdotto alcune novità rispetto al passato, tra le quali le più importanti sono la possibilità di avere la doppia cittadinanza e la possibilità di riacquistare la cittadinanza rumena per coloro che sono stati costretti a rinunciarvi per circostanze storiche contingenti. Ciò permette il rimpatrio per diversi gruppi, come i primi emigranti, legali o irregolari, che volontariamente hanno a suo tempo rinunciato alla loro cittadinanza e i cittadini precedentemente rumeni, con i loro discendenti, che hanno perso la loro cittadinanza originaria a causa della riconfigurazione dei confini[47]. La particolarità è dovuta al fatto che la richiesta di recupero della cittadinanza rumena non è subordinata alla residenza legale in Romania.
Per gli stranieri che desiderano ottenere la cittadinanza rumena per naturalizzazione, la residenza è un requisito fondamentale. Possono ottenere infatti la cittadinanza:
· le persone sposate con cittadini rumeni che abbiano avuto residenza continuativa in Romania per cinque anni prima della richiesta;
· gli altri stranieri dopo otto anni di residenza ininterrotta.
La legge prevede un’eccezione al requisito della residenza per gli imprenditori che abbiano fatto importanti investimenti in Romania.
Pertanto, le condizioni affinché uno straniero possa ottenere la cittadinanza rumena, oltre alla citata residenza ininterrotta per otto anni nel Paese, sono - salvo eccezioni - le seguenti:
· avere raggiunto i 18 anni di età;
· aver dimostrato lealtà allo Stato rumeno con il proprio comportamento;
· avere mezzi economici legali per condurre un’esistenza dignitosa;
· non essere stati detenuti nel proprio paese di origine o in Romania;
· possedere una buona conoscenza della lingua, degli aspetti principali della cultura e storia rumene, nonché della Costituzione e dell’inno nazionale.
Dopo l’ingresso nell’Unione europea uno dei principali obiettivi della Romania è stato quello di raggiungere i requisiti indispensabili per l’ingresso nell’Area Schengen (inizialmente previsto per marzo 2011 ed al momento previsto non prima del 2013).
Il Governo rumeno[48] ha varato nel 2008 la National Strategy for Accession to Schengen Area (2008-2011)[49] e specifici Schengen Action Plans sono stati annualmente rivisti e approvati dal Governo rumeno.
L’autorità amministrativa di coordinamento delle iniziative per l’attuazione della National Strategy è lo Schengen Office, incardinato nel Ministero dell’Amministrazione e dell’Interno. Oltre a questo ministero sono coinvolti i Ministeri degli Affari esteri, dell’Economia e Finanza, dei Trasporti, della Giustizia, delle Telecomunicazioni e IT, il Servizio speciale Telecomunicazioni e l’Autorità nazionale di Supervisione per il Trattamento di Dati personali.
Per migliorare la capacità della Romania di raggiungere un alto livello di controllo ai confini esterni dell’Unione europea, il Governo ha approvato la National Strategy for Integrated State Border Management 2007-2010, che ha fissato politiche, principi e obiettivi per il completamento di una gestione comune ed efficiente dei confini rumeni secondo i requisiti richiesti dall’UE.
E’ stato istituito un Romanian Inter-ministerial Group for the Integrated State Border Management (RIGISBM), organo consultivo con il compito di determinare e coordinare le iniziative e misure intraprese per rafforzare la sicurezza dei confini dello Stato nell’ambito della National Strategy[50].
Il processo di attuazione tecnica dell'acquis di Schengen è stato quasi completato e il Consiglio europeo di marzo 2012[51] ha dichiarato soddisfatte tutte le condizioni giuridiche per l'adozione di una decisione sull'adesione della Bulgaria e della Romania allo spazio Schengen, ma ha rinviato ancora la decisione finale[52].
Nei Consigli del Ministri UE dedicati alla Giustizia e Affari Interni del 2011[53] alcuni Stati (tra i quali la Finlandia e soprattutto i Paesi Bassi) hanno bloccato l’ingresso della Romania e della Bulgaria nell’area Schengen. Le resistenze olandesi riguardano soprattutto le misure della Bulgaria nella lotta alla corruzione e contro il crimine organizzato ma anche nella gestione sicura delle frontiere. Anche sulla validità delle misure adottate dal Governo rumeno contro la corruzione sono state espresse riserve e dai rapporti di valutazione della Commissione UE sono emerse alcune debolezze sul fronte dei controlli alle frontiere esterne, in particolare alla frontiera rumena con Moldavia e Ucraina.
Il Consiglio dei Ministri UE (Affari generali) del 24 settembre 2012 ha adottato le sue Conclusioni sul Meccanismo di cooperazione e la verifica (MCV) per la Bulgaria e la Romania[54] nelle quali, pur apprezzando i risultati raggiunti dalle riforme messe in atto invita i due Paesi ad aumentare i loro sforzi per dare attuazione a tutte le raccomandazioni avanzate nei rapporti della Commissione nell’ambito del Meccanismo MCV. Il prossimo Consiglio europeo, previsto per il 18-19 ottobre 2012, tornerà di nuovo sulla questione dell’adesione di Romania e Bulgaria allo Spazio Schengen.
Presidenza del Parlamento |
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Senato (Senatul) |
Mircea Dan Geoană(dal dicembre 2008) |
Camera (Camera Deputatilor) |
Roberta Alma ANASTASE (dal dicembre 2008) |
Rappresentanze diplomatiche |
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Ambasciatore d’Italia in Romania |
S.E. Mario COSPITO (dal luglio 2008) |
Rappresentanza di Romania in Italia |
Incaricato d’affari a. i. dott.ssa Adina LOVIN (da marzo 2012) |
XVI legislatura
Il 5 giugno 2012 il Presidente Anastase ha scritto al Presidente Fini per esprimere i più fervidi auguri dei membri della Camera dei deputati rumena in occasione dell’anniversario della Repubblica italiana, nonché la partecipazione e la vicinanza alle popolazioni dell’Emilia colpite dal terremoto.
L’11 ottobre 2011 l’on. Iulian Iancu, Presidente della Commissione Industria e Servizi della Camera dei deputati rumena, ha scritto al Presidente Fini per ringraziarlo dell’ospitalità dimostrata alla delegazione della Commissione in occasione della visita del 6 ottobre 2011 ed auspicare una sempre più proficua cooperazione tra le due Assemblee.
Il 14 settembre 2011 è pervenuta al Servizio Rapporti internazionali della Camera dei deputati una segnalazione da parte del Ministero degli Affari esteri, secondo cui la Direzione per la cooperazione parlamentare internazionale della Camera dei deputati rumena avrebbe auspicato una intensificazione delle relazioni parlamentari tra le due Assemblee e avrebbe ribadito il vivo interesse alla realizzazione, entro il 2011, delle già auspicate visite a Bucarest delle Commissioni Lavoro e Affari sociali e Agricoltura italiane, per ricambiare le missioni svolte a Roma dalle omologhe commissioni rumene nel 2009 e nel 2010. La parte rumena propone inoltre di svolgere incontri tra le Commissioni Industria e Servizi e Bilancio, Finanze e Banche della Camera rumena e gli omologhe Commissioni italiane.
Il 2 febbraio 2011 è pervenuta al Presidente Fini una lettera del Presidente del Senato rumeno, Mircea Geoană, in cui si ribadisce la piena legittimità della Romania ad entrare nello spazio Schengen, dal momento che essa, secondo il rapporto di valutazione tecnica, soddisfa tutti i requisiti tecnici richiesti dalla UE. Il Presidente Geoană chiede pertanto al Presidente Fini di incoraggiare il Parlamento italiano perché chieda al Governo di supportare, nell’ambito del Consiglio europeo, il diritto legittimo della Romania di entrare a far parte dell’area Schengen a partire dalla primavera del 2011, in considerazione del rapporto di valutazione positivo e dell’opinione favorevole del Parlamento europeo.
Il 24 novembre 2010 il Presidente Geoană ha scritto al Presidente Fini per ringraziarlo dell’incontro svoltosi durante la visita ufficiale del Presidente a Bucarest del 9 novembre 2010 e per rinnovare la sua proposta di rafforzare ulteriormente la cooperazione interparlamentare attraverso meccanismi di consultazione permanente tra le Commissioni delle due Assemblee. Egli esprime inoltre apprezzamento per il sostegno della Camera dei deputati all’ingresso della Romania nell’area Schengen e invita il Presidente Fini all’evento organizzato a Roma dall’”Associazione dei Rumeni in Italia” il 5 dicembre 2010, in occasione della Festa nazionale della Romania (al Presidente non è stato possibile prendervi parte).
Il 22 giugno 2010 è pervenuta al Presidente una lettera della Presidente della Camera rumena, Roberta Anastase, con la quale la Presidente Anastase ha rivolto felicitazionie auguriin occasione della festa della Repubblica italiana.
Il 23 marzo 2010 è pervenuta al Presidente Fini unalettera del Presidente della Camera Anastase, in cui, dopo aver ribadito il suo compiacimento per l’andamento delle relazioni bilaterali, la Presidente Anastase, a nome suo e del Parlamento rumeno, ha rinnovato l’invito al Presidente Fini a svolgere una visita ufficiale in Romania (la visita si è svolta il 9 novembre 2010; si vedano infra gli incontri bilaterali).
in data 18 maggio 2009 è pervenuta alla Presidenza una lettera dei Presidenti delle Camere, Roberta Anastase e Mircea Geoană, contenente la Dichiarazione Solenne del Parlamento della Romania, adottata il 31 marzo 2009, in occasione della celebrazione del 60° anniversario della NATO e dei cinque anni dall’adesione della Romania alla NATO.
Dopo la sua visita del 23 aprile 2009, la Presidente Anastase ha scritto una lettera, pervenuta alla Presidenza il 15 maggio 2009, per ringraziare il Presidente Fini dell’accoglienza ricevuta e per invitarlo a recarsi in visita ufficiale in Romania.
In data 15 aprile 2009 è pervenuta al Presidente Fini una lettera del Presidente Anastase, relativa ai disordini scoppiati nella Repubblica di Moldova dopo le elezioni del 5 aprile u.s., in cui si esprime preoccupazione per la reazione del Governo moldavo, ritenendo che tali fatti possano minare i valori fondanti di ogni democrazia e rendano problematici i rapporti della Moldavia con l’Unione europea. Per questa ragione, si chiede al Presidente Fini di sollecitare un attento monitoraggio della situazione in Moldavia, affinché non si verifichino altre eventuali violazioni dei diritti umani, repressioni e censura dei mezzi d’informazione, e lo si esorta altresì a richiamare l’attenzione dei membri della Camera su questa situazione.
Il Presidente Fini ha provveduto a trasmettere copia della lettera alla Commissione Affari esteri, organo competente a seguire gli eventuali sviluppi della vicenda.
Il 9 novembre 2010 il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, si è recato in visita ufficiale in Romania. Al Presidente della Camera è stata conferita una laurea honoris causa presso l'Università Statale di Bucarest, per il suo impegno nella ''costruzione di una societa' europea aperta, solidale e dinamica''. Durante la cerimonia, dopo un indirizzo di saluto del Rettore, Ioan Panzaru, e una laudatio domini svolta dal Vice Rettore, Mircea Dumitru, il Presidente Fini ha pronunciato una lectio magistralis sul tema: "Sicurezza ed inclusione sociale: le sfide della nuova Europa".
Il Presidente Fini ha quindi incontrato la Presidente della Camera dei deputati, Roberta Alma Anastase, il Presidente del Senato, Mircea Geoana, il Primo Ministro, Emil Boc, il Presidente della Repubblica, Traian Bãsescu, ed infine un gruppo di imprenditori e altri rappresentanti della comunità italiana. Tra i temi affrontati nei diversi colloqui, le misure adottate per fronteggiare la crisi economica e finanziaria internazionale, l’ingresso della Romania nello spazio Schengen e i problemi legati al controllo delle frontiere, l’importanza della collaborazione tra i rispettivi Parlamenti, il ruolo che il Trattato di Lisbona conferisce ai Parlamenti nazionali, la questione della minoranza Rom.
Il 6 luglio 2010 il Vice Presidente della Camera, Rocco Buttiglione, ha svolto l’intervento di apertura del Convegno svoltosi nell’ambito delle “Giornate parlamentari di amicizia italo–rumena”, che si sono tenute a Montecitorio dal 4 al 7 luglio 2010. Le “Giornate di amicizia” sono state un evento organizzato in ambito UIP (si veda infra la sezione Unione Interparlamentare).
Il 26 maggio 2010 il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha presieduto alla Camera la presentazione del libro di Alina Harja e Guido Melis “Rumeni, la minoranza decisiva per l’Italia di domani”.
Il 20 aprile 2010 il Presidente Fini ha incontrato il Ministro degli esteri della Romania, Teodor Baconschi.
Il Ministro Baconschi ha informato il Presidente circa l’attuale situazione economica e amministrativa del suo paese. Il Presidente Fini ha sottolineato l’entità delle imprese italiane che lavorano in Romania e ha ricordato che il prossimo 9 novembre 2010 si recherà in visita alla Camera dei deputati rumena su invito della Presidente Anastase. Per quanto concerne i problemi con la comunità rumena in Italia, ha proseguito Fini, essi appaiono superati. Il Ministro Baconschi ha citato la opportunità di voler orientare gli investimenti italiani anche verso la Moldavia, paese strategico il cui governo va sostenuto. Ha poi ringraziato Fini per la diffusione di una immagine positiva della Romania e ha infine ricordato che il 2012 sarà l’anno della cultura rumena in Italia.
Il 17 settembre 2009 il Presidente Fini, ha incontrato il Primo ministro della Romania, Emil Boc. All’incontro hanno partecipato anche il Ministro degli esteri rumeno, Cristian Diaconescu; il Ministro rumeno dell’economia, Adriean Videanu; il Ministro rumeno della salute, Ion Bazac; infine, il Senatore rumeno Viorel Badea.
Il Primo Ministro Boc ha fatto cenno al suo incontro con il Presidente del Consiglio Berlusconi (nel corso del quale è stato anche affrontato il tema del prossimo Vertice intergovernativo, previsto a Bucarest per il prossimo febbraio) e ha recato i saluti della Presidente della Camera rumena, Anastase, rinnovando al Presidente Fini l’invito a recarsi in Romania. Ha quindi sottolineato il rapporto privilegiato esistente con l’Italia dal punto di vista politico, sociale e culturale e fatto cenno alle condizioni fiscalmente vantaggiose esistenti in Romania per gli investitori, nonché al vasto numero di cittadini rumeni che hanno rapporti lavorativi, in Italia o in Romania, con imprese italiane. Ha infine caldeggiato l’eliminazione delle restrizioni previste dal regime transitorio di adesione della Romania alla UE per i lavoratori rumeni.
Entrambi hanno espresso preoccupazione per il prosieguo del processo di ratifica del Trattato di Lisbona. E’ stata altresì trattata la questione degli approvvigionamenti energetici, in ordine alla quale la Romania intende diversificare le fonti e sostenere il progetto Nabucco. Il Presidente Fini ha ipotizzato un prossimo incontro tra i Parlamenti dei due paesi, soprattutto se nel corso del Vertice intergovernativo del 2010 dovessero emergere aspetti che abbiano ripercussioni sull’attività parlamentare.
L’8 luglio 2009 il Vice Presidente della Camera, Rocco Buttiglione, ha incontrato il Vice Presidente della Camera di Romania, Adrian Nastase[55]. All’incontro ha partecipato anche l’allora Presidente della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’Iniziativa Centro Europea (InCE), Laura Ravetto (PDL).
Nel corso del colloquio è stato affrontato tra gli altri, il tema degli immigrati rumeni in Italia. Il Vice Presidente Nastase ha auspicato una loro maggiore integrazione nella società, rilevando come le preoccupazioni per le azioni criminali verificatesi recentemente in questa comunità siano inappropriate, così come i pregiudizi che ne sono conseguiti. Sarebbe necessario, secondo il Vice Presidente Nastase, costituire una rete europea per il monitoraggio di tutte le attività criminali nell’Unione europea.
Il Vice Presidente Buttiglione ha osservato che sembrano esserci stati commenti troppo enfatizzati circa i recenti fatti di cronaca nera. La Presidente Ravetto ha auspicato una sempre maggiore intensificazione dei rapporti con la Romania e ha preannunciato che compirà una visita in quel paese nel prossimo mese di ottobre.
Il 27 maggio 2009 il Vice Presidente della Camera, Rocco Buttiglione, ha ricevuto una delegazione della Commissione Affari esteri della Camera dei deputati rumena, guidata dal Presidente della Commissione, Làszlo Borbely.
Il 23 aprile 2009, il Presidente Fini ha incontrato a Roma la Presidente della Camera dei deputati della Romania, Roberta Anastase, che ha tenuto una Conferenza sul tema "Il futuro europeo delle relazioni fra Romania e Italia: affinità e valori comuni". Nel corso dell'incontro è stata firmata una Dichiarazione congiunta, volta a rafforzare la collaborazione parlamentare fra i due Paesi. La Presidente Anastase ha poi incontrato il Presidente del Senato, Renato Schifani, e il Ministro degli esteri, Franco Frattini.
Il 27 febbraio 2009 il Presidente Fini ha incontrato a Parigi la Presidente Anastase, a margine della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell'Unione europea. In tale circostanza il Presidente Fini ha invitato la Presidente Anastase a recarsi in visita in Italia.
Sono stati affrontati i temi dei rapporti bilaterali e delle posizioni comuni in campo europeo e regionale, la crisi economica mondiale e le relazioni economiche bilaterali. L’attenzione si è soffermata sulla situazione in Moldova e sulle sue ricadute sull’Unione europea. E’ stato preso atto infine della migliorata percezione in Italia dei cittadini Rumeni.
Il 6 ottobre 2011 una delegazione della X Commissione (Attività produttive, commercio e turismo) ha incontrato una delegazione della Commissione Industria e Servizi della Camera dei Deputati di Romania, composta dal presidente della Commissione, on. Iulian Iancu, e dall’on. Cristian Adomnitei, membro della stessa Commissione. I parlamentari rumeni hanno proposto ai colleghi italiani di attivarsi per promuovere l’elaborazione di un piano d’azione comune con l’Italia, da presentare in sede europea, per la valorizzazione delle ingenti risorse naturali ed energetiche rumene. La Vice Presidente della X Commissione, Laura Froner, ed i componenti onn. Andrea Lulli, Ludovico Vico, Federico Testa e Giustina Mistrello Destro si sono dichiarati favorevoli.
Il 4 e 5 maggio 2011 una delegazione della III Commissione (Affari esteri), composta dal Presidente Stefani e dagli onn. Renato Farina e Paolo Corsini, ha svolto una missione di studio a Bucarest. I membri della commissione hanno incontrato interlocutori governativi e parlamentari per discutere dei problemi legati alla crisi in Libia, dei mutamenti intervenuti in Nord Africa, dell’ingresso della Romania in Schenghen, dell’inclusione sociale dei rom e della cooperazione economica bilaterale.
Il 4 luglio 2010 Il Presidente della Commissione Affari Esteri, Stefano Stefani, ha ricevuto la delegazione di parlamentari rumeni della Sezione bilaterale di amicizia della UIP, giunta a Roma in occasione delle “Giornate parlamentari di amicizia italo-rumena” (si veda infra la sezione UIP). La delegazione rumena era guidata dal sen. Marius Sorin-Ovidiu BOTA.
Il 28 aprile 2010 si è svolto un incontro della XIII Commissione Agricoltura della Camera con una delegazione della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati rumena, guidata dal suo Presidente Valeriu Tabara (PDL) e composta dagli onorevoli Filip Georgescu (PSD), Stefan Vasile Beres (DAHR) e Gabriel Plaiasu (PNL).
Il Presidente Tabara ha illustrato gli aspetti della agricoltura del suo paese, rispondendo anche a domande e approfondimenti a lui chiesti. E’ stato altresì toccato il tema delle eventuali collaborazioni e sinergie fra Italia e Romania al fine di studiare adeguate proposte circa il divenire della Politica Agricola Comune europea (PAC), in vista soprattutto dei periodi successivi al 2013.
Il 30 settembre e il 1° ottobre 2009 si è svolto un incontro delle Commissioni Lavoro e Affari Sociali della Camera, nonché Infanzia, del Parlamento italiano, con una delegazione di parlamentari della Camera dei deputati rumeni.
La delegazione rumena era guidata dal Presidente della Commissione per il lavoro e la protezione sociale della Camera dei Deputati, Victor Paul Dobre, e composta dai deputati Maria Eugenia Barna, Ioan Nelu Botis, Cristina Ancuta Pocora e Adrian Solomon.
Nel corso dell’incontro sono stati affrontati fra l’altro i seguenti temi: le ripercussioni sociali della crisi economica mondiale; il problema della immigrazione di lavoratori rumeni in Italia; la questione delle adozioni di bambini rumeni; la normativa in materia di handicap e, infine, il congelamento in Romania degli stipendi pubblici.
Il 16 e 17 luglio 2009 una delegazione della Commissione Infanzia del Parlamento italiano si è recata in missione in Romania. La delegazione, guidata dal Presidente della Commissione, on. Alessandra Mussolini, e composta dall’on. Amalia Schirru (PD), dall’on. Luisa Capitanio Santolini (UDC), e dalla sen. Giuliana Carlino (IDV), ha incontrato le seguenti Autorità rumene: Commissione Lavoro e protezione sociale della Camera dei deputati rumena; Rodina Costantinovici, Segretario di Stato al Ministero della Giustizia; Bogdan Panait, Segretario di Stato titolare dell’Ufficio delle Adozioni; Ileana Savu, Segretario di Stato capo della Autorità Nazionale rumena per la Protezione dei diritti dei Minori;
Nel corso dei colloqui sono state tra l’altro discusse le difficoltà relative alle adozioni internazionali e la situazione della applicazione dell’Accordo italo-rumeno sui minori rumeni non accompagnati in Italia.
Il 27 maggio 2009 la XIV Commissione (Politiche dell'Unione Europea) ha incontrato una delegazione della Commissione Affari esteri della Camera dei deputati rumena, guidata dal Presidente della Commissione, Làszlo Borbely.
Il 26 maggio 2009 la Commissione Affari esteri ha incontrato una delegazione della Commissione Affari esteri della Camera dei deputati rumena, guidata dal Presidente della Commissione, Làszlo Borbely.
Il 4 marzo 2009 gli Uffici di Presidenza della III e della XIV Commissione (Affari esteri e Politiche dell'Unione Europea) hanno incontrato una delegazione di europarlamentari rumeni, con i quali si sono affrontati i temi del “decreto sicurezza”, della situazione dei campi nomadi e delle politiche di inclusione finalizzate ad una maggiore integrazione dei cittadini rumeni nella società italiana.
Il 18 febbraio 2009 il Presidente della III Commissione (Affari esteri), Stefano Stefani, ha incontrato l’Ambasciatore della Romania in Italia, Razvan-Victor Rusu. Al centro del colloquio la difficile situazione della comunità rumena in Italia, dopo gli atti di violenza perpetrati da cittadini rumeni, e l’accordo sul trasferimento dei detenuti firmato nel 2003 dai Ministri della giustizia italiano e rumeno.
Il Parlamento della Romania invia delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa, della UEO, della NATO (di cui è membro dal 29 marzo 2004), dell’OSCE e dell’InCE (Iniziativa Centro Europea), di cui la Romania ha esercitato la presidenza di turno nel 2009.
Dal 7 al 10 ottobre 2011 Bucarest ha ospitato la 57ma Sessione Annuale dell’Assemblea parlamentare della NATO, cui hanno partecipato il sen. Sergio De Gregorio, Presidente della delegazione, e i senatori Enzo Bianco, Antonello Cabras, Lamberto Dini, Pier Francesco Emilio Gamba, Elio Lannutti, Lucio Malan, Giovanni Torri, Francesco Bosi, Giorgio La Malfa e Arturo Parisi. L’Assemblea ha approvato sei risoluzioni.
Il 7 aprile 2011 la Camera dei deputati ha ospitato la riunione della Commissione Politica dell’Assemblea parlamentare dell’InCE, la cui presidenza è esercitata per il 2011 dal Presidente della delegazione parlamentare italiana, on. Roberto Antonione.
La riunione è stata aperta con un indirizzo di saluto del Presidente della Camera, Gianfranco Fini. Per il Parlamento rumeno hanno preso parte ai lavori i deputati Andràs Gyorgy Edler, Mihaita Gaina e Cornel Itu, accompagnati dall’ambasciatore di Romania a Roma, S.E. Razvan-Victor Rusu.
Nell’ambito dell’esercizio della presidenza annuale, il Parlamento rumeno ha ospitato la Sessione annuale dell’Assemblea parlamentare dell’InCE, dal 27 al 28 ottobre 2009. La allora Presidente della delegazione parlamentare italiana, on. Laura Ravetto, ha partecipato ai lavori, insieme all’on. Alessandro Maran e ai senn. Tamara Blazina e Oskar Peterlini.
Il Parlamento rumeno ha ospitato a Bucarest, dal 7 al 9 maggio 2009, la riunione della Commissione Parlamentare dell’InCE. Alla riunione ha partecipato la sen. Tamara Blazina, componente della delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’InCE.
La allora Presidente della delegazione parlamentare italiana presso l’InCE, on. Laura Ravetto, ha incontrato l’11 febbraio 2009 l’Ambasciatore di Romania in Italia, S.E. Răzvan-Victor Rusu. Oggetto dell’incontro, le priorità della Presidenza rumena dell’InCE, esercitata nel 2009.
Il 16 marzo 2011 il Presidente della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’OSCE, on. Riccardo Migliori, ha incontrato l'Ambasciatore di Romania in Italia, S.E. Victor Rusu.
Il 13 luglio 2011 si è svolto a Bucarest, presso la sede del Parlamento di Romania, il Seminario IPALMO, rivolto ai funzionari di quel Parlamento, dal titolo “Nuove prospettive dello Stato di diritto e lo sviluppo della democrazia nell’Europa dell’Est”. Tra i relatori era presente l’on. Riccardo Migliori.
Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP – UpM)
Il Parlamento rumeno prende parte alla cooperazione parlamentare euromediterranea e, quindi, alle riunioni dell’Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP – UpM). L'8^ Sessione plenaria dell'Assemblea si è svolta a Rabat, in Marocco, il 24 e 25 marzo 2012. La 7^ Sessione plenaria dell'Assemblea si è svolta il 3 e 4 marzo 2011 a Roma, presso la Camera dei deputati, che, insieme al Senato della Repubblica, ha esercitato la Presidenza di turno da marzo 2010 a marzo 2011. Per la Camera dei deputati rumena vi ha preso parte l'on. Lucreţia Roşca, per il Senato rumeno la sen. Minerva Boitan.
Nel corso dell’incontro del 23 aprile 2009 tra il Presidente della Camera dei deputati italiana, Gianfranco Fini, e la Presidente della Camera dei deputati rumena, Roberta Anastase, è stata firmata una Dichiarazione congiunta[56], volta a rafforzare la collaborazione parlamentare avviata con i richiamati documenti.
In precedenza (il 12 giugno 2003) era già stata adottata una Dichiarazione congiunta[57] che, al fine di intensificare le iniziative di collaborazione tra i due Parlamenti, prevedeva l’organizzazione di incontri regolari tra delegazioni (almeno una volta l’anno, alternativamente in Romania e Italia), scambi di visite tra Commissioni e Delegazioni presso le Assemblee parlamentari, stages per funzionari parlamentari.
Nella XII legislatura, il 3 novembre 1998, è stato siglato a Bucarest un Protocollo di cooperazione[58] tra la Camera dei deputati italiana e quella rumena. Il Protocollo prevede una volta all’anno l’organizzazione di una giornata parlamentare.
Si segnala che, nell’ambito degli indicati documenti, non è prevista la formazione di un gruppo di collaborazione parlamentare.
La sezione bilaterale di amicizia Italia–Romania è presieduta dall’on. Guido Melis (PD) ed è composta dagli onn. Alessio Bonciani (PdL), Aldo Di Biagio (FLPTP), Mauro Libe’ (UDC), Jean-Léonard Touadi (PD), Claudio D’Amico (Lega Nord).
Dal 13 al 15 novembre 2011 la Sezione italiana del Gruppo interparlamentare di amicizia Italia-Romania si è recata in missione a Bucarest, su invito dell'omologo Gruppo di Amicizia del Parlamento Rumeno, Presieduto dal sen. Sorin Bota. La Delegazione parlamentare italiana era composta dal Presidente, on. Guido Melis, dall'on. Aldo Di Biagio e dall'on. Claudio D'Amico.
Dal 4 al 7 luglio 2010 si sono tenute alla Camera dei deputati le “Giornate di amicizia italo–rumena” in ambito UIP. La delegazione rumena era composta dal sen. Marius Sorin-Ovidiu Bota (Presidente del Gruppo di amicizia rumeno), dal sen. Viorel-Riceard Badea, dal sen. Emilian-Valentin Francu, dall’on. Karoly Kerekes, dall’on. Mircea Grosaru e dall’on. Ileana Cristina Dumitrache. La delegazione italiana era invece composta dal Presidente del gruppo di amicizia italiano Guido Melis (PD), dall’on. Alessio Bonciani (PDL – Vice Presidente della Associazione “Amici della Romania”), dall’on. Aldo Di Biagio (PDL), dall’on. Franco Narducci (PD), dall’on. Antonio Razzi (IDV) e dal sen. Giampiero D’Alia (UDC).
Il 6 luglio 2010 il Vice Presidente della Camera, Rocco Buttiglione, ha svolto l’intervento di apertura del Convegno svoltosi in occasione delle “Giornate di amicizia”. Hanno partecipato al Convegno il Ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi, e il Vice Ministro allo Sviluppo economico, Adolfo Urso. Per la parte rumena ha partecipato anche il Segretario di stato del Ministero dell’economia, Maria Parcalabescu. Hanno presenziato anche i due ambasciatori, italiano e rumeno, presso i corrispettivi paesi, S.E. Mario Cospito e S.E. Razvan Rusu, nonché esponenti del mondo imprenditoriale ed economico.
Il tema del Convegno è stato: “Due economie a confronto”. Esso si è soffermato sullo stato delle rispettive economie e sulle migliori strategie di cooperazione e sinergia fra i due paesi, ivi compresa la attività degli imprenditori italiani in Romania e quella degli imprenditori rumeni in Italia.
Si ricorda che il 4 luglio 2010, in occasione delle “Giornate parlamentari di amicizia italo-rumena”, il Presidente della Commissione Affari esteri, on. Stefano Stefani, ha ricevuto la delegazione di parlamentari rumeni della Sezione bilaterale di amicizia della UIP, giunta a Roma
L’on. Melis ha svolto il 23 e 24 febbraio 2010 una visita in Romania dove ha incontrato il Gruppo omologo di amicizia rumeno, guidato dal suo Presidente, il Senatore Bota (PSD), oltre che diversi esponenti italiani, residenti in Romania, del mondo istituzionale, dell’imprenditoria e dell’associazionismo.
Legge 4 giugno 2010, n. 91: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo multilaterale tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, la Repubblica di Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Repubblica di Bulgaria, la Repubblica di Croazia, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Repubblica d'Islanda, la Missione delle Nazioni Unite per l'amministrazione ad interim nel Kosovo, la Repubblica di Montenegro, il Regno di Norvegia, la Romania e la Repubblica di Serbia, relativo all'istituzione di uno Spazio aereo comune europeo, con Allegati, fatto a Lussemburgo il 9 giugno 2006".
Legge 1° febbraio 2010, n. 20: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla partecipazione della Repubblica di Bulgaria e della Romania allo Spazio economico europeo con allegati, dichiarazioni e atto finale, fatto a Bruxelles il 25 luglio 2007"
Non risultano all’esame del Parlamento disegni di legge di ratifica di trattati internazionali riguardanti la Romania.
[1] Si veda Elezioni parlamentari e presidenziali nel mondo n. 23 del 9 dicembre 2008.
[2] L’articolo 95 della Costituzione rumena prevede che il Capo dello Stato può essere destituito durante il mandato con un voto a maggioranza di Camera e Senato in seduca comune “se commette atti gravi che violano le disposizioni della Costituzione”. Se approvata, la proposta di destituzione deve essere sottoposta entro 30 giorni a referendum confermativo.
[3] Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); il tasso di crescita del PIL come riportato dall’Economist Intelligence Unit; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alla nota esplicativa presente in Le elezioni programmate nel periodo febbraio-aprile 2011 (documentazione e ricerche n. 85, 9 febbraio 2011).
[4] L’eliminazione definitiva dei controlli alle frontiere interne avviene a seguito di una decisione del Consiglio, (all’unanimità dei componenti del Consiglio che rappresentino i Governi degli Stati membri che già applicano le disposizioni relative a Schengen e del Governo dello Stato membro interessato), sentito il Parlamento europeo, al termine delle procedure di verifica.
[5] Il Consiglio giustizia e affari interni del 13-14 dicembre 2011 ha pertanto preso atto dell’impossibilità di raggiungere l’unanimità sulla proposta di decisione che stabiliva l’abolizione dei controlli alle frontiere interne dei due paesi a partire dal 25 marzo 2012 per le frontiere interne aeree e marittime e a partire dal 31 luglio per le frontiere interne terrestri.
[6] Le valutazioni Schengen degli Stati membri dell'Unione candidati all'abolizione dei controlli alle frontiere interne sono avviate su richiesta dello Stato membro interessato, una volta che ritiene di soddisfare tutti i requisiti indispensabili. Il compito di tali verifiche spetta attualmente agli Stati membri Schengen, tramite il Gruppo “Valutazioni di Schengen” SCH-EVAL.
[7] Per quanto riguarda la Bulgaria, l’ultima verifica, relativa ad un’ulteriore valutazione delle frontiere terrestri esterne da parte del gruppo ”Valutazioni di Schengen”, ha avuto luogo alla fine del mese di marzo 2011.
[8] D.Lgs. 6 febbraio 2007, n. 30, Attuazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri.
[9] Si ricorda che per quanto riguarda l’Italia il regime transitorio per l'accesso al mercato del lavoro dei cittadini rumenie bulgari era stato prorogato fino al 31 dicembre 2011, confermando le disposizioni degli anni precedenti che ponevano alcune limitazioni in materia di accesso al lavoro subordinato[9]. Il regime transitorio per i lavori subordinati non si applicava tuttavia nei seguenti settori: agricolo e turistico alberghiero; lavoro domestico e di assistenza alla persona; edilizio; metalmeccanico; dirigenziale e altamente qualificato.
[10] Ucraina, Moldavia e Serbia.
[11] Secondo il Romanian Immigration Office nel 2009 gli immigrati presenti in Romania erano circa 88.500. Si segnala tra gli altri: OECD, Romania, in International Migration Outlook 2011 consultabile all’indirizzo: http://dx.doi.org/10.1787/migr_outlook-2011-37-en .
[12] In particolare verso Italia, Spagna, ma anche Francia e Germania. La scelta dei rumeni per l’Italia e la Spagna è probabilmente legata alla vicinanza geografica e linguistica e ad una filiera migratoria che si è venuta consolidando negli anni.
[13] Il flusso di rimesse degli emigrati verso la Romania è il più alto nell’UE (circa 3 miliardi di euro nel 2009) e quasi i due terzi delle rimesse provengono, negli anni recenti, da Italia e Spagna.
[14] Nel 2010 la Romania ha registrato 59.017 immigrati legali, dei quali 49.497 temporanei e solo 9.520 con residenza permanente. La maggior parte dei residenti temporanei erano parenti di cittadini rumeni (17.264), studenti (12.510) e immigrati per lavoro (9.347). Circa 1.000 i rifugiati che beneficiavano di qualche forma di protezione dallo Stato rumeno durante il loro soggiorno sul territorio rumeno. Sui recenti flussi migratori verso la Romania, si segnalano in particolare: Zelinka E., Romania’ migration fluxes (2011), all’indirizzo http://www.migrationeducation.org/fileadmin/uploads/Romania.pdf; European Institute of Romania (EIR), European Perspectives on Asylum and Migration, Study n. 4/2008 http://www.ier.ro/documente/spos2008_en/Studiul_4_-_Migratie_EN.pdf.
[15] Il Governo rumeno ha speso gran parte dei fondi strutturali dell’UE relativi allo sviluppo rurale per la creazione di 140.000 nuovi posti di lavoro e la formazione professionale di 15.000 lavoratori nelle aree rurali (Piano d’azione nazionale per l’occupazione del 2006). Un Piano di misure per favorire il ritorno di emigrati rumeni è stato varato nel 2008 (Decisione n. 187/2008).
[16] Sebbene siano in aumento, i salari rumeni rimangono tuttora i più bassi tra i salari medi dei Paesi dell’Europa occidentale, con una conseguente spinta all’emigrazione per i rumeni. Le imprese di alcuni settori (soprattutto industria pesante, sanità, agricoltura e costruzioni) hanno cominciato ad avere difficoltà nel reclutamento di lavoratori specializzati rumeni, mentre devono confrontarsi con un aumento dei costi del lavoro, che compensano con la richiesta di occupare lavoratori stranieri a più basso costo.
[17] Sui problemi connessi all’ingresso della Romania nell’Area Schengen si veda il par. 8.
[18] Hamberger A., Immigration and the integration of immigrants in Romania (13 september 2010) in Migrationline.cz (Multicultural Center of Prague)http://aa.ecn.cz/img_upload/6334c0c7298d6b396d213ccd19be5999/AHamberger_ImmigrationRomania7_final_2.pdf
[19] Gli immigrati per lavoro provengono principalmente da Cina (15 %), Turchia (11 %), Moldavia (21 %), Vietnam (4,78%) e Filippine (1,94%). Nel 2010 la maggior parte dei lavoratori immigrati erano impiegati nel settore delle costruzioni.
[20] I rifugiati provengono da Camerun, Repubblica del Congo, Ruanda, Somalia, ma anche da Iran, Iraq, Bangladesh, Pakistan, Albania e Serbia secondo l’evoluzione della situazione politica nei diversi paesi di origine (per maggiori dettagli si veda il par. 6).
[21] Molte leggi, ad esempio, non sono sufficientemente chiare e lasciano spazio a interpretazioni discrezionali delle autorità, tra le quali risulta ancora diffuso un alto grado di corruzione. Zelinka E., Romania’ migration fluxes (2011), cit. Per ulteriori informazioni relative al quadro giuridico sull’immigrazione si segnalano inoltre: IOM, Comparative Study of the Laws in the 27 EU Member States for Legal Immigration – Romania (february 2008) http://jcp.ge/info/Romania.pdf; IOM, Migration in Romania: A Country Profile 2008 (october 2008) http://publications.iom.int/bookstore/free/Romania_Profile2008.pdf; L&G Business Services, Globalisation and Opportunities – Vocational Education for Transnational Careers. Romania Country Report (2009) http://www.transmigranteducation.eu/public/L&G-%20GBL%2010.04.10%20country%20report.pdf.
[22] La versione inglese dell’ordinanza, nel testo attualmente in vigore, è disponibile all’indirizzo http://ori.mai.gov.ro/api/media/userfilesfile/Legislatie/Legislatie%20nationala/OUG_194_2002_2007_EN.pdf .
[23] La National strategy 2011-2014 (Decision n. 498/2011) ha come obiettivo una politica unitaria nei settori dell’immigrazione, dell’asilo e dell’integrazione degli stranieri e la strategia sarà attuata da un Piano d’azione annuale che stabilirà le attività e le competenze di ciascuna amministrazione o istituzione coinvolta. La precedente National Strategy 2007-2010 (Decisione del Governo n. 1122/2007) ha fissato le politiche sull’ammissione, la residenza, l’immigrazione per lavoro, le condizioni per riconoscere le forme di protezione garantita, la lotta all’immigrazione illegale e l’espulsione degli stranieri in situazione irregolare dal territorio rumeno. La prima National Strategy del 2004, declinata intorno a cinque principi importanti - ingresso nell’UE, effetti favorevoli di un’immigrazione controllata, lotta all’immigrazione illegale, solidarietà e cooperazione internazionale - ha permesso alla Romania di usufruire dei finanziamenti UE del programma di assistenza pre-adesione PHARE.
[24] L’Ufficio è il risultato della fusione delle tre Autorità che si occupavano in precedenza di immigrazione: l’Autorità per gli Stranieri, l’Ufficio nazionale per i rifugiati e l’Ufficio per la Migrazione della forza lavoro, incardinato nel Ministero del Lavoro. L’organizzazione del nuovo Romanian Immigration Office è stata definita dalla successiva Decisione del Governo n. 639/2007.
[25] Sulla nuova legge si segnala, tra gli altri: Soros Foundation Romania, New law concerning the regime of aliens in Romania, http://www.soros.ro/en/program_articol.php?articol=296; doingbusiness.ro, Important changes brought to law no.157/2011 to the judicial regime applicable to foreign citizens (21 September 2011) http://www.doingbusiness.ro/en/business-news/25191/important-changes-brought-to-law-no1572011-to-the-judicial-regime-applicable-to-foreign-citizens.
[26] Lo stato di “tolleranza” non è un diritto di soggiorno, ma una sospensione temporanea dell'espulsione di uno straniero, che non possa lasciare il paese su base volontaria per motivi umanitari. La sospensione dell’espulsione viene di norma concessa per un breve periodo di tempo, prorogabile più volte.
[27] Sul sito internet del Romanian Immigration Office sono consultabili pagine in lingua inglese all’indirizzo http://ori.mai.gov.ro/home/index/en.
[28] Un diagramma delle principali istituzioni statali che si occupano di immigrazione in Romania e delle loro articolazioni è pubblicato in: European Institute of Romania (EIR), European Perspectives on Asylum and Migration, Study n. 4/2008, cit., p. 27.
[29] IOM, Comparative Study of the Laws in the 27 EU Member States for Legal Immigration – Romania (february 2008), cit., e IOM, Migration in Romania: A Country Profile 2008 (october 2008), cit.
[30] Un eventuale parere contrario dell’Office porta, di norma, al rifiuto del visto. L’Ufficio è tenuto a rilasciare il parere entro 30 giorni dal ricevimento della domanda dal Ministero degli Affari esteri.
[31] Viene considerato lavoratore stagionale colui che lavora in Romania in settori di lavoro stagionale per un periodo di sei mesi al massimo all’interno di un intervallo di dodici mesi.
[32] Il soggiorno è considerato “continuo” quando l’eventuale periodo di assenza dal territorio rumeno è inferiore a sei mesi consecutivi e non supera i dieci mesi per l’intero periodo considerato, mentre è “legale” se non ci sono state misure di espulsione nei confronti dello straniero durante l’intero periodo di permanenza. Ai fini del calcolo del periodo di soggiorno continuato e legale, è ammesso un soggiorno per scopi di studio solo per la metà del periodo considerato. Non sono considerati ai fini del calcolo i soggiorni garantiti da un visto diplomatico o da un visto ottenuto come lavoratore stagionale.
[33] Sulle innovazioni principali della Legge n. 157/2011 si segnalano: KPMG, Romania and New Rules for Immigration and Work Permits http://totallyexpat.com/news/romania-rules-immigration-work-permits/ ; KPMG, Changes to legislation on the legal framework for foreigners in Romania http://www.kpmg.com/RO/en/IssuesAndInsights/ArticlesPublications/Newsflashes/Advisory/People-services/Documents/PS_2_EN.pdf
[34] European Institute of Romania (EIR), European Perspectives on Asylum and Migration, Study n. 4/2008, cit.; IOM, Migration in Romania: A Country Profile 2008 (october 2008), cit.
[35] Ad esempio, è dell’ottobre 2010 la notizia della firma di un Memorandum tra i Ministri dell’Interno della Romania e della Moldavia per combattere l’immigrazione illegale Hurriyetdailynews, Romania, Moldova sign memorandum to combat illegal migration (October 18, 2010), all’indirizzo http://www.hurriyetdailynews.com/n.php?n=romania-moldova-sign-memorandum-to-combat-illegal-migration-2010-10-18.
[36] Secondo i dati del Romanian Immigration Office la gran parte degli ordini a lasciare il territorio o le decisioni di espulsione riguardano turchi, cinesi, moldavi e serbi.
[37] Il finanziamento di questo genere di rimpatrio avviene grazie ad un Memorandum firmato dal Governo con la IOM che partecipa finanziariamente al Programma di rimpatrio volontario.
[38] Zelinka E., Organised crime in Southeastern Europe and the Balkans: Contemporary trafficking of women (2007), all’indirizzo http://www.migrationeducation.org/fileadmin/uploads/ElisabetaZelinka_01.pdf. Sul traffico di esseri umani in Romania si segnala anche: US Embassy-Bucharest, Romania - 2012 Trafficking in persons Report http://romania.usembassy.gov/2012_tip_en.html
[39] Una delle conseguenze della massiccia emigrazione dal Paese è la presenza sul territorio rumeno di moltissimi bambini se non proprio abbandonati, comunque privi della vigilanza dei genitori, lasciati ai parenti e alla cerchia di amici più vicini. Oltre ai rischi ai quali sono esposti i minori, alle condizioni di povertà in cui versano, si assiste, tra l’altro, a fenomeni di descolarizzazione e il Governo ha avviato politiche mirate al loro recupero e sostegno. I dati ufficiali parlano di circa 100.000 bambini con genitori lontani, mentre quelli non ufficiali superano i 300.000.
[40] Si segnala: European Union Agency for Human Rights, Thematic Study on Child Trafficking. Romania (2009) http://fra.europa.eu/sites/default/files/fra_uploads/523-Child-trafficking-09-country-ro.pdf; General inspectorate of the Romanian Police/National agency against trafficking in Persons (Twinning Project RO2006/IB/JH 08) 2009, Trafficking in children in Romania Study on the recruiting process http://ec.europa.eu/anti-trafficking/download.action;jsessionid=5TW3QpGMhwc1zfqKTJsbNpqnXvN9D4xQ4gMVvGKvlrLt8L4p5ykQ!1158633405?nodeId=8ece46a8-e959-4549-91bb-5f356d8e4469&fileName=Child+trafficking+in+Romania_en.pdf&fileType=pdf .
[41] Il sito internet dell’Agency è consultabile all’indirizzo http://anitp.mira.gov.ro/en/ http://anitp.mai.gov.ro/en/.
[42] Per ulteriori informazioni si segnalano tra gli altri: Hamberger A., Immigration and the integration of immigrants in Romania (september 2010), cit.; UNHCR, Romania Asylum System (july 2010), http://www.unhcr.org/refworld/docid/4c4d2cc72.html UNHCR, Border Monitoring in Romania 2009 http://www.unhcr-budapest.org/romania/images/stories/news/docs/03_Access%20to%20territory/3_1_border%20monitoring%20project_ROM/Border%20Monitoring%20in%20Romania.pdf; 2011 Regional Operations Profile - Central Europe: Romania http://www.unhcr.org/cgi-bin/texis/vtx/page?page=49e48df96; IOM, Migration in Romania: A Country Profile 2008, cit.
[43] Per una panoramica delle strutture per l’asilo presenti nell’Europa centrale (aggiornata al 2009) si segnala la carta geografica pubblicata sul sito internet dell’UNCHR di Budapest http://www.unhcr-budapest.org/romania/images/stories/news/docs/01_Facts%20and%20figures/1_3_regional%20map%202009_ROM/Europe_A3.pdf.
[44] Il testo in vigore, nella versione inglese, è consultabile all’indirizzo http://www.cnrr.ro/index.php?option=com_content&view=article&id=109%3Alege-1222006&catid=41%3Alegislatie&Itemid=30&lang=en.
[45] Sono stati creati cinque centri di accoglienza. Timisoara è il più grande Centro Emergenza Transito per i Rifugiati, inaugurato nel marzo 2009 con il supporto dell’UNCHR, del Governo rumeno, del Romanian Immigration Office e della International Organization for Migration (IOM). Il Centro, che ha una capacità di 200 posti, offre ospitalità per sei mesi agli stranieri richiedenti asilo (ad es. nel novembre 2009 ha dato ospitalità e aiuto di emergenza a rifugiati provenienti dall’Eritrea o dall’Iraq, successivamente trasferiti in Svezia, Canada e negli USA).
[46] Il testo della legge, in vigore dal 2009, è consultabile all’indirizzo http://www.coe.int/t/dghl/standardsetting/nationality/National%20legislation/romanian%20law%20on%20citizenship%202009.pdf
[47] La Legge del 1991 ha provocato un aumento significativo dell’immigrazione in Romania, in particolare dei cittadini della ex Repubblica sovietica della Moldavia, riconoscendo a tale fenomeno l’effetto di un “rimpatrio”. In quanto discendenti di precedenti cittadini rumeni, i moldavi hanno potuto ottenere la doppia cittadinanza anche senza la residenza nel territorio rumeno (più di 250.000 moldavi durante gli anni ’90). Quando nel 2007, nell’ambito dell’ingresso nell’UE, la Romania ha introdotto visti obbligatori anche per i cittadini moldavi, si è registrato un aumento eccezionale di richieste di cittadinanza rumena da parte dei moldavi (più di 1 milione e mezzo di cittadini moldavi adulti, con i relativi figli): Pop A., Migration Effects of Romania’s accession to the EU: the case of Moldova in “Romanian Journal of European Affairs”, n. 1/2009, pp. 73-95, all’indirizzo http://www.ier.ro/documente/rjea_vol9_no1/RJEA_Vol_9_No1_Migration Effects of Rmania’s Accession to the EU the Case of Moldova.pdf . I rapporti con la Moldavia sono anche oggetto a livello europeo della “Politica di vicinato”, nell’ambito della quale il Commissario europeo per gli Affari interni ha di recente presentato al Primo Ministro moldavo, Vlad Filat, un Piano d’azione per la liberalizzazione dei visti tra l’UE e la Repubblica della Moldavia: Commissione europea, Commissioner Malmström presents Action Plan on visa liberalisation with the Republic of Moldova (IP/11/59, 24 gennaio 2011) http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/11/59&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=fr
[48] Si segnala il sito internet SCHENGEN ROMANIA, curato dal Ministero dell’Amministrazione e dell’Interno rumeno: http://www.schengen.mai.gov.ro/English/index.htm.
[49] Il testo del documento, in versione inglese, è disponibile all’indirizzo http://www.schengen.mai.gov.ro/English/Documente/2008-2011%20National%20Strategy%20for%20Accession%20to%20the%20Schengen%20area.pdf
[50]Multi-annual Investments Single Plan, all’indirizzohttp://www.schengen.mai.gov.ro/English/index17.htm. Il finanziamento dell’attuazione della National Strategy si è basato su stanziamenti a carico del Bilancio dello Stato rumeno e Fondi comunitari, sulla base del documento programmatico Schengen Facility Indicative Programme 2007-2009. Gran parte dei finanziamenti sono stati impiegati per il rafforzamento dei posti di controllo ai confini rumeni, per la creazione della componente nazionale del sistema informativo SIS II e per la preparazione per l’accesso al sistema Visa Information System. L’Indicative Programme ha previsto finanziamenti supplementari per i sottosistemi dell’Integrated Border Security System, principale strumento per l’attuazione della gestione integrata del confine dello Stato rumeno.
[51] Conclusioni del Consiglio europeo 1-2 marzo 2012 http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/consiglioeuropeo20120301/conclusioni.pdf.
[52] I progressi legislativi indispensabili per accedere a Schengen vengono monitorati ogni sei mesi dalla Commissione UE nell’ambito del “Meccanismo di cooperazione e verifica (MCV). I testi dei Rapporti interinali, in versione inglese, sono disponibili all’indirizzo http://ec.europa.eu/cvm/progress_reports_en.htm#eleventh. I più recenti Rapporti interinali di valutazione sui progressi realizzati dalla Romania e dalla Bulgaria sono stati approvati il 18 luglio 2012.
[53] Consiglio UE (Affari generali) del 12 settembre 2011 (Comunitato- stampa), Council conclusions on cooperation and verification mechanism for Bulgaria and Romania, http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/jha/124564.pdf.
[54] Consiglio UE (Affari generali) del 24 settembre 2012 (Comunitato-stampa), Council conclusions on cooperation and verification mechanism for Bulgaria and Romania, http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/EN/genaff/132536.pdf.
[55] Si segnala che il Vice Presidente Buttiglione è stato insignito dal Governo rumeno, il 30 aprile 2009, del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine Nazionale Servizio Fedele.
[56] In allegato.
[57] In allegato.
[58] In allegato.