Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Ufficio Rapporti con l'Unione Europea | ||||
Titolo: | Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen - Missione a Bucarest, 24-25 marzo 2011 | ||||
Serie: | Documentazione per le Commissioni - Riunioni interparlamentari Numero: 70 | ||||
Data: | 21/03/2011 | ||||
Descrittori: |
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Documentazione per le Commissioni
riunioni interparlamentari
Comitato
parlamentare di controllo sull'attuazione
dell'accordo di Schengen
Missione a Bucarest, 24-25 marzo 2011
n. 70
21 marzo 2011
Il dossier è stato
curato dall’Ufficio rapporti con
l’Unione europea
(' 066760.2145 - * cdrue@camera.it)
Il capitolo ‘La disciplina in materia di circolazione dei cittadini romeni” è stato realizzato in collaborazione con il Servizio Studi, Dipartimento Istituzioni (' 066760.3855)
Il capitolo ‘L'immigrazione in Romania’ è stato curato dal Servizio Biblioteca, Ufficio Legislazione straniera ((' 066760.2278)
Il capitolo ‘Relazioni parlamentari Italia-Romania’ e le “Biografie” sono stati curati dal Servizio Rapporti internazionali ((' 066760.9515)
La Scheda Paese e il capitolo “Rapporti bilaterali” sono a cura del Ministero degli affari esteri
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I N D I C E
1. Adesione della Romania e della Bulgaria all’area Schengen
2. Cooperazione giudiziaria e di polizia in ambito UE
3. La disciplina in materia di circolazione dei cittadini romeni
3.1 Libera circolazione dei lavoratori romeni negli Stati membri UE
4.2. La normativa in materia di immigrazione
4.3 La politica dei visti e il rilascio dei titoli di soggiorno
4.4 La lotta all’immigrazione irregolare
4.5. La lotta alla tratta di esseri umani
4.6. Lo status di rifugiato e le altre forme di protezione
4.7. L’acquisizione della cittadinanza, il rimpatrio e il riconoscimento delle origini romene
4.8. I controlli alla frontiera esterna dell’UE
5.5 Relazioni con l’Unione europea
6.1 Rapporti politici bilaterali
6.2 Rapporti economici bilaterali
6.5 Cooperazione allo sviluppo
6.6 Principali visite e incontri recenti
6.7 Principali accordi bilaterali
7. Relazioni parlamentari Italia – Romania
7. 4 Cooperazione multilaterale
7.5 Protocolli di collaborazione
7.6 Unione interparlamentare (UIP)
7.9 Atti di indirizzo e controllo
Protocollo di cooperazione parlamentare tra la Camera dei deputati del Parlamento italiano e la Camera dei deputati del Parlamento romeno - 3 novembre 1998 95
Dichiarazione congiunta del Presidente della Camera dei deputati del Parlamento della Repubblica Italiana e del Presidente della Camera dei deputati del Parlamento della Romania -12 giugno 2003 97
Dichiarazione congiunta del Presidente della Camera dei deputati del Parlamento della Repubblica Italiana e del Presidente della Camera dei deputati del Parlamento della Romania – 23 aprile 2009 99
Attualmente l’area Schengen garantisce la libera circolazione senza controlli alle frontiere tra 25 Stati, 22 Stati membri UE (sono ancora esclusi Cipro, Romania e Bulgaria, la cui adesione non è ancora completa. Regno Unito e Irlanda non partecipano all’area Schengen e pertanto non aderiscono alla cooperazione in materia di visti e non hanno abolito i controlli alle loro frontiere interne) e tre paesi associati (Norvegia, Islanda, Svizzera), interessando più di 400 milioni di cittadini.
Il 7 marzo 2011 il Consiglio UE ha inoltre approvato la decisione relativa all’adesione del Liechtenstein; si attende l’avvio delle procedure di verifica necessarie alla futura abolizione dei controlli alle frontiere interne.
Come riferito nel documento del Consiglio 6740/1/11, relativo allo stato di avanzamento del processo di adesione della Bulgaria e della Romania allo spazio Schengen, in una dichiarazione comune - sottoscritta il 16 febbraio 2011 dalle Commissioni affari esteri della Camera dei deputati romena e dell’Assemblea nazionale bulgara e trasmessa alle istituzioni UE - Romania e Bulgaria avrebbero confermato l’intenzione di aderire allo spazio Schengen insieme e alla stessa data, auspicando che ciò possa avvenire nel corso del semestre di Presidenza ungherese dell’UE.
Nel gennaio 2011 si è concluso il processo di valutazione della Romania da parte del gruppo ”Valutazioni di Schengen”[1].
Le valutatazioni, iniziate nel 2009, hanno avuto lo scopo di verificare il soddisfacimento dei requisiti necessari per l’applicazione di tutte le parti dell’acquis e la conseguente abolizione dei controlli alle frontiere interne (in particolare i requisiti tecnici sul controllo delle frontiere in materia di: protezione dei dati, adesione al Sistema informativo Schengen, frontiere aeree, frontiere terrestri, frontiere marittime, cooperazione di polizia e visti).
Secondo quanto annunciato dalla Presidenza ungherese nel corso del Consiglio giustizia e affari interni del 24-25 febbraio 2011, la Romania risulta aver ultimato i preparativi tecnici richiesti per tutti i capitoli dell'acquis di Schengen oggetto di valutazione e si è impegnata a dare attuazione, informandone regolamente il Consiglio, alle raccomandazioni enunciate nelle relazioni di valutazione.
Per quanto riguarda la Bulgaria, una nuova valutazione delle frontiere terrestri esterne dovrebbe evere luogo nella quarta settimana di marzo 2011.
L’eliminazione definitiva dei controlli alle frontiere interne avverrà a seguito di una decisione del Consiglio, (all’unanimità dei componenti del Consiglio che rappresentino i Governi degli Stati membri che già applicano le disposizioni relative a Schengen e del Governo dello Stato membro interessato), sentito il Parlamento europeo, al termine delle procedure di verifica.
Originariamente prevista per il Consiglio giustizia e affari interni di fine febbraio 2011, l’adozione della decisione del Consiglio relativa all’adesione a Schengen dei due paesi è stata rinviata in considerazione delle riserve avanzate da alcuni Stati membri. In particolare, Francia e Germania avrebbero giudicato prematura l’adesione, in attesa di progressi definitivi nel settore della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata.
Nel corso del Consiglio giustizia e affari interni del 24-25 febbraio 2011, la Presidenza ungherese dell’UE ha ribadito che l'adesione di Bulgaria e Romania, una volta soddisfatti tutti i requisiti, costituisce una priorità del suo programma e ha garantito che continuerà ad adoperarsi, in stretta cooperazione con tutti gli Stati membri, affinché sia trovata una soluzione accettabile per tutte le parti interessate che tenga conto altresì delle preoccupazioni espresse.
Si ricorda in proposito che è in una lettera pervenuta al Presidente della Camera, e da questi trasmessa alla Commissione Affari esteri e comunitari, per le valutazioni di competenza,il Presidente del Senato romeno, Mircea Geoană, aveva invitato la Camera a sollecitare il Governo italiano affinché sostenesse, nell’ambito del Consiglio UE, l’ingresso della Romania nello spazio Schengen nella primavera del 2011. Secondo il presidente del Senato romeno la lotta alla corruzione e la riforma del sistema giudiziario rientrerebbero infatti negli impegni assunti dalla Romania nel quadro del Meccanismo di cooperazione e verifica, ma esulerebbero dai criteri previsti dalla normativa UE in materia di requisiti di adesione allo spazio Schengen, non avendo collegamento diretto con la sicurezza delle frontiere esterne. Analoghe considerazioni sono state svolte nella citata dichiarazione comune trasmessa alle istituzioni UE.
Il Meccanismo di cooperazione e verifica (si veda infra) è uno strumento istituito dall’Unione europea contestualmente all'adesione della Romania all'UE il 1° gennaio 2007, per aiutare il paese a ovviare a determinate carenze a livello diriforma giudiziaria e di lotta contro la corruzione e monitorare i progressi in questi settori mediante relazioni periodiche. L’ultima relazione in materia è stata presentata nel febbraio 2011 dalla Commissione europea, che ha raccomandato alle autorità romene l’adozione di ulteriori misure specifiche. La prossima relazione è attesa per l’estate 2011.
In attesa del pieno ingresso nell’area Schengen, Bulgaria e Romania, ai sensi dell’articolo 4 dell’Atto di adesione, allegato al Trattato di adesione, risultano comunque vincolati all’acquis di Schengen e sono tenuti ad applicarne tutte le disposizioni in materia di cooperazione giudiziaria e di polizia che non siano intrinsecamente collegate all’abolizione dei controlli alle frontiere interne.
A questo proposito si ricorda che, contestualmente all'adesione di Romania e Bulgaria all'UE il 1° gennaio 2007, l’Unione europea ha istituito un Meccanismo di cooperazione e verifica(MCV)per aiutare i due paesi a ovviare a determinate carenze a livello di riforma giudiziaria e di lotta contro la corruzione e monitorare i progressi in questi settori mediante relazioni periodiche. Il 18 febbraio 2011, la Commissione europea ha presentato una relazione intermedia sui progressi compiuti dalla Romania in base al MCV (COM(2011)81).
Rispetto alla situazione segnalata nella precedente relazione del 20 luglio 2010 (COM(2010)440), l’attuale valutazione della Commissione europea sottolinea come la Romania abbia sensibilmente progredito nel rilanciare il processo di riforma, adottando una serie di misure positive. In particolare, la Commissione europea ha espresso soddisfazione per le misure adottate al fine di: incrementare la rapidità dei procedimenti giudiziari, elaborare un nuovo quadro legislativo nel diritto penale e civile, rafforzare la procedure di selezione e formazione iniziale dei magistrati. Per quanto riguarda la lotta contro la corruzione, la relazione conferma il bilancio confortante pubblicato dalla direzione nazionale anticorruzione per i processi di corruzione di alto livello, put sottolineandone gli eccessivi ritardi, e nota i risultati ottenuti dall'agenzia nazionale per l'integrità in materia di conflitti di interessi e d'arricchimento ingiustificato. Al fine di consolidare il ritmo delle riforme, in conclusione, la Commissione raccomanda alla Romania di mettere l’accento sull’avvio di un programma di valutazione indipendente del proprio ordinamento giudiziario e sulla riforma del sistema disciplinare dei magistrati nonché sulle misure volte ad accelerare i processi per corruzione ad altro livello e a rafforzare la politica generale di lotta contro la corruzione.
I cittadini romeni godono del diritto riconosciuto ai cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, come disciplinato dalla direttiva 2004/38/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004.
L’Italia ha provveduto ad adeguare il proprio diritto interno alla normativa comunitaria con il decreto legislativo 30/2007[2], modificato da ultimo dal D.Lgs. 32/2008[3].
Il provvedimento disciplina le modalità di esercizio del diritto di libera circolazione e soggiorno nel territorio dello Stato da parte dei cittadini dell’Unione europea e dei familiari che li accompagnano o li raggiungono, i presupposti del diritto di soggiorno permanente, nonché le limitazioni ai predetti diritti per motivi di sicurezza dello Stato, di ordine pubblico e di pubblica sicurezza.
Si segnala che in base alla disciplina posta dall’articolo 20, comma 11, del D.Lgs. 30/2007, il trattenimento nei Centri di identificazione e di espulsione può riguardare anche i cittadini comunitari colpiti da un provvedimento di allontanamento, nelle more della procedura di convalida.
Nell’ambito del pacchetto sicurezza approvato dal Governo all’inizio della XVI legislatura, è stato predisposto uno schema di decreto legislativo recante ulteriori modifiche alla disciplina della condizione giuridica dei cittadini di altri Stati membri dell’Unione europea, regolata dal D.Lgs. 30/2007. Lo schema è stato presentato dal Governo alle Camere e le Commissioni parlamentarti competenti hanno reso i prescritti pareri. Il Consiglio dei ministri nella seduta del 1° agosto 2008, ha recepito in gran parte le proposte e le osservazioni delle Commissioni, ma non ha deliberato in via definitiva sullo schema decidendo, con una formula definita “irrituale”, di inviare il testo per un parere informale alla Commissione europea[4]. Nel corso dell’audizione svolta il 15 ottobre 2008 dinanzi al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia d'immigrazione, il ministro dell’interno Roberto Maroni ha segnalato che, a seguito di rilievi formulati dalla Commissione europea, il Governo ha ritenuto per il momento di accantonare l’adozione del provvedimento di modifica della disciplina relativa alla libertà di circolazione dei cittadini comunitari.
Si segnala, inoltre, che la legge 94/2009 contiene altre disposizioni riguardanti i cittadini dell’Unione europea (e i cittadini stranieri in generale, comunitari e non) tra cui: riformulazione della disciplina penale relativa all’allontanamento di cittadini dei Paesi membri disposto dal giudice a titolo di misura di sicurezza, abrogando tra l’altro l’obbligo di arresto del trasgressore all’ordine di espulsione (art. 1, commi 2, 3 e 4); previsione di requisiti più stringenti per l’ottenimento della cittadinanza italiana a seguito di matrimonio (art. 1, commi 11 e 12); obbligo di esibizione di un titolo di soggiorno valido per lo straniero che vuole contrarre matrimonio in Italia (art. 1, comma 15); estensione dell’applicazione delle disposizioni relative al rimpatrio assistito anche ai minori cittadini dell’Unione europea non accompagnati che esercitano la prostituzione (art. 1, comma 29).
È attualmente all’esame del Senato un disegno di legge (A.S. 2494) che reca diversi interventi in materia di immigrazione, tra cui una nuova disciplina relativa all’allontanamento di cittadini stranieri comunitari per motivi di ordine pubblico.
In particolare, l’articolo 7, al fine di corrispondere ai rilevi mossi dalla Commissione europea in merito alla trasposizione nell’ordinamento interno della direttiva 2004/38/CE, reca le necessarie modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 30/2007.
Una comunicazione concernente gli orientamenti per un migliore recepimento e una migliore applicazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente sul territorio degli Stati membriè stata presentata dalla Commissione europea il 2 luglio 2009 (COM(2009)313).
Nell’ambito del Trattato di adesione di Romania e Bulgaria particolare attenzione è dedicata alla questione della libera circolazione dei lavoratori: il Trattato introduce misure transitorie, volte a rendere graduale la possibilità di ingresso dei lavoratori della Bulgaria e della Romania nell’ambito dell’UE, a seguito dell’adesione dei citati Paesi. Ilregime transitorio cesserà definitivamente solo alla scadenza del settimo anno (2014), trascorso il quale nessuno Stato membro sarà più autorizzato a richiedere il permesso di lavoro ai lavoratori degli altri Stati membri.
Il Trattato introduce in ogni caso una duplice garanzia per i cittadini dei due Stati aderenti:
- durante il periodo transitorio si applica la clausola di stand still, secondo la quale gli Stati membri non possono applicare ai lavoratori di Bulgaria e Romania – ai fini dell’accesso al mercato del lavoro – misure più restrittive di quelle vigenti al momento della firma del Trattato;
- gli attuali Stati membri – nell’ipotesi che si avvalgano della moratoria – sono tenuti ad introdurre un trattamento preferenziale per i nuovi cittadini comunitari rispetto a quelli di Paesi terzi nell’accesso al mercato nazionale del lavoro.
Per quanto riguarda l’Italia è stato prorogato fino al 31 dicembre 2011 il regime transitorio per l'accesso al mercato del lavoro dei cittadini romeni e bulgari, confermando le disposizioni degli anni precedenti che pongono alcune limitazioni in materia di accesso al lavoro subordinato[5].
Il regime transitorio per i lavori subordinati non si applica tuttavia nei seguenti settori:
Una valutazione della prima fase di attuazione delle disposizioni transitorie da parte degli Stati membri è contenuta nella comunicazione “Le ripercussioni della libera circolazione dei lavoratori nel contesto dell’allargamento dell’Unione europea” (COM(2008)765), presentata dalla Commissione europea il 18 novembre 2008.
Si ricorda infine che nellacomunicazione “Cinque anni di UE allargata – realizzazioni e sfide economiche”, presentata il 20 febbraio 2009 (COM(2009)79), la Commissione europea sottolinea il positivo aumento di opportunità occupazionali per i lavoratori dei nuovi Stati membri, pur rilevando come la migrazione della manodopera sia stata fonte di problemi socioeconomici in alcuni dei nuovi Stati membri. La comunicazione rileva in particolare che, da un lato, il timore per la fuga di cervelli e la possibile carenza di manodopera in settori e professioni specifiche a causa dell’emigrazione è stato particolarmente avvertito in Lituania, Polonia Romania e Cipro, dall’altro, l’economia dei paesi d’origine ha ricevuto notevole sostegno dalle rimesse dei numerosi lavoratori espatriati (circa il 5,5 % del PIL in Bulgaria e Romania).
La Romania è entrata nell’Unione europea il 1° gennaio del 2007 ed è diventata, nello stesso tempo, una frontiera esterna dell’Unione Europea, avendo confini per due terzi con Paesi non UE[6].
Dall’ingresso nell’UE il fenomeno dell’immigrazione in Romania sta registrando un aumento crescente[7].
L’alta crescita economica negli anni a cavallo tra l’ingresso nell’Unione europea e il grande esodo di romeni verso l’Europa occidentale (circa due milioni, equivalente al 10% della popolazione)[8] ha determinato conseguenze strutturali per la Romania, creando una mancanza di forza lavoro in molti settori dell’economia nazionale.
Le pressioni per la crescita dei salari e la recente crisi mondiale hanno avuto un impatto negativo sugli investimenti diretti stranieri, rallentando la crescita economica del Paese, anche se l’aumento dei salari e delle rimesse dagli emigrati all’estero hanno sostenuto finora la crescita della domanda al consumo.
Tuttavia la Romania è ancora considerata come un paese di transito piuttosto che di destinazione dei flussi migratori[9].
Negli ultimi tempi si sta lentamente avviando, grazie ai fondi strutturali dell’Unione e alle politiche avviate dal Governo romeno[10], un’emigrazione circolare (rientro degli emigrati)e si assiste ad una iniziale immigrazione in Romania.
Il numero di immigrati per lavoro è aumentato, nel 2009, del 70% rispetto al 2008, mentre nel primo semestre 2010 il loro numero è ulteriormente aumentato del 40 % rispetto al 2009. Nel 2010 datori di lavoro romeni hanno richiesto 12.000 autorizzazioni di lavoro per lavoratori stranieri, anche se il Ministero del Lavoro ne ha approvato solo 8.000[11].
Entro il 2014, peraltro, tutte le restrizioni alla libera circolazione delle persone all’interno dell’Unione europea dovranno essere rimosse e ciò provocherà molto probabilmente un’ulteriore ondata di emigrazione dalla Romania.
Pertanto la forte emigrazione combinata con l’aumento dell’età della popolazione nazionale, trasformerà verosimilmente, in prospettiva futura, la Romania in paese di immigrati provenienti da Paesi extra-comunitari per cercare lavoro. Mentre i consumatori nazionali faranno ancor più affidamento sulle rimesse dall’estero, i salari dei lavoratori non qualificati romeni entreranno in concorrenza con quelli degli immigrati stranieri.
La Romania, vicina ormai anche all’ingresso nell’Area Schengen[12], dovrà fronteggiare nuove considerevoli sfide nei prossimi anni[13], dalla ricerca di meccanismi più efficienti per gestire – e forse invertire - il flusso di lavoratori romeni verso l’esterno, allo sviluppo di politiche per l’accoglienza e l’integrazione di un numero sempre crescente di immigrati, politiche.
La maggior parte degli immigrati sono stranieri in cerca di lavoro (provenienti soprattutto dall’Asia)[14] e rifugiati politici che chiedono asilo (in maggioranza provenienti dall’Africa, anche se negli anni più recenti sono aumentati i rifugiati provenienti dall’Iraq e dall’Iran)[15].
Lo Stato romeno non ha ancora varato disposizioni legislative in grado risolvere in modo soddisfacente i problemi creati dalla nuova situazione demografica[16].
La disciplina per l’ingresso, il soggiorno e il movimento dei cittadini extra-comunitari in Romania trova la sua principale fonte normativa nell’Emergency Ordinance n. 194/2002,del 12 dicembre 2002, sullo status degli stranieri, più volte modificata dalla sua adozione[17].
La legge n. 344/2006 ha regolato l’impiego di lavoratori dipendenti per la realizzazione di servizi transnazionali.
Nel 2007, inoltre, il Governo ha adottato due Emergency Ordinances, entrate entrambe in vigore il 26 giugno, che hanno cambiato aspetti significativi della politica di immigrazione romena. In particolare l’Emergency Ordinance n. 55/2007 ha creato il nuovo Romanian Immigration Office[18], mentre l’Emergency Ordinance n. 56/2007 ha dettato nuove regole per l’occupazione degli stranieri, le autorizzazioni di lavoro e il trasferimento temporaneo dei lavoratori stranieri[19].
La legge n. 200/2004 e l’Emergency Ordinance n. 109/2007 sul riconoscimento dei diplomi e delle qualifiche professionali per professioni regolamentate in Romania, definiscono e regolano la possibilità di esercitare un’attività professionale nel Paese.
L’Ordinanza n. 44/2004 del 29 gennaio 2004 e, per la sua attuazione, le Methodological Normes del 9 settembre 2004 hanno dettato le prime disposizioni relative all’integrazione sociale degli immigrati soggetti a forme di protezione o titolari di un diritto a risiedere in Romania[20].
Un nuovo Codice del Lavoro è stato approvato con la Legge n. 53/2003.
Anche la definizione legale di “straniero” è cambiata dal 2007. E’ attualmente considerato straniero colui che non possiede la cittadinanza romena, né è cittadino di un altro Stato UE o di uno Stato dello Spazio economico europeo (SEE). La legislazione sugli stranieri si applica pertanto solo ai cittadini di Paesi terzi.
Le amministrazioni e istituzioni dello Stato romeno[21] con competenze nella gestione dell’immigrazione - in entrambe le sue forme, immigrazione e emigrazione - sono in particolare:
· il Ministero dell’Amministrazione e dell’Interno;
· il Ministero degli Affari esteri;
· il Ministero del Lavoro, della Famiglia e della Protezione sociale;
· il Ministero dell’Istruzione, della Ricerca, dell’Innovazione e dello Sport;
· l’Istituto nazionale di Statistica;
· l’Agenzia romena per gli Investimenti stranieri;
· la National House dell’assicurazione sanitaria.
La principale struttura amministrativa che attualmente si occupa di immigrazione è il Romanian Immigration Office, posto sotto l’autorità del Ministero dell’Amministrazione e dell’Interno.
Nel 2007 il Governo romeno ha adottato una National Strategy on Migration (2007-2010), che ha sostituito il precedente piano del 2004[22]; è in corso di approvazione una nuova National Strategy (2011-2014), giàpredisposta dagli esperti del Ministero dell’Amministrazione e dell’Interno, del Ministero degli Affari esteri e del Ministero del Lavoro in consultazione con i rappresentanti di altre istituzioni governative e organizzazioni internazionali (UNHCR and IOM) e delle ONG attive nei settori dell’asilo e della immigrazione[23].
L’attuale disciplina dell’ingresso e soggiorno degli stranieri in Romania[24] si basa principalmente sulla Emergency Ordinance n. 194/2002 relativa allo status degli stranieri e sulle due Ordinanze del 2007 prima citate, in particolare sull’ordinanza n. 56/2007 per quanto riguarda il sistema delle quote delle autorizzazioni di lavoro per gli stranieri.
Sono previsti due tipi di visto per l’ingresso in Romania:
· il visto a breve termine, che autorizza ad entrare nel territorio romeno per motivi diversi dall’immigrazi0ne e a soggiornare continuativamente nel territorio, purché i soggiorni non superino complessivamente i 90 giorni a partire dal primo giorno di entrata in territorio romeno; tale visto non conferisce lo status di immigrante;
· il visto a lungo termine, che permette di entrare e soggiornare in Romania fino a 90 giorni, ma anche di richiedere un soggiorno più lungo. I visti di lungo periodo possono essere richiesti per scopi specifici: attività economiche, professionali o commerciali; lavoro dipendente; studio; ricongiungimento familiare; attività religiose o umanitarie; ricerca; altri scopi come, ad esempio, cure sanitarie. Lo straniero deve inoltre presentare documenti che giustifichino le ragioni e le condizioni del soggiorno e provino la sussistenza di mezzi adeguati per l’intera durata del soggiorno in Romania e per il rientro nel Paese di origine o per il transito verso un altro Stato nel quale sia certa l’autorizzazione all’ingresso.
L’autorità competente per il rilascio del visto d’ingresso in Romania è l’Ufficio consolare o la Missione diplomatica. Le richieste di visto a lungo termine sono subordinate al consenso del National Centre for Visas, una struttura specializzata del Ministero degli Affari esteri, e al parere favorevole del Romanian Immigration Office[25].
I cittadini degli Stati con i quali la Romania ha specifici accordi in quest’ambito[26] sono esentati dall’obbligo del visto alle condizioni e nel rispetto delle disposizioni contenute in tali accordi; il Governo romeno può decidere unilateralmente l’esenzione dal visto per alcuni Stati.
La legislazione romena non prevede regole procedurali specifiche per reclami o appelli contro la decisione delle autorità in materia di visti, anche se è possibile l’applicazione delle regole generali della giurisdizione amministrativa fissate dalla Legge n. 554/2004, in base alla quale la Corte amministrativa competente può annullare l’atto amministrativo (in tutto o in parte) e può obbligare la pubblica autorità a modificare l’atto oppure a rilasciare un certificato o altro tipo di documento.
Solo uno straniero legalmente entrato in Romania con un visto a lungo termine, o esentato dall’obbligo di un visto a lungo termine, può ottenere un’estensione del diritto di soggiorno e ricevere uno dei tre tipi di permesso di soggiorno previsti: temporaneo, per lavoro o permanente.
Il permesso temporaneo per scopi specifici (studio, ricerca o altro) ha la durata necessaria al raggiungimento dello scopo per il quale è stato richiesto e può essere prolungato al massimo per un anno alle condizioni previste dalla legge o da accordi bilaterali. L’autorità competente ad estendere il soggiorno temporaneo dello straniero è il Romanian Immigration Office (RIO) o le sue unità territoriali.
Il permesso per lavoro è rilasciato a condizioni diverse, a seconda che si tratti di lavoro dipendente, autonomo o stagionale:
· il permesso per lavoro dipendente viene rilasciato sulla base di un’autorizzazione di lavoro concessa dal Romanian Immigration Office su richiesta del datore di lavoro, il quale deve fornire prova di esercitare un’attività legale in Romania, di non avere debiti e di aver fatto una selezione legale relativa al potenziale lavoratore cittadino di paesi terzi. Il datore di lavoro deve presentare, tra gli altri documenti, un certificato della Labour Force Agency sulla forza-lavoro disponibile nell’area di riferimento, l’annuncio pubblicato su un quotidiano a larga diffusione concernente la selezione per quel posto di lavoro e una documentazione sui tentativi senza esito compiuti dal datore di lavoro per riempire altrimenti il posto vacante. A tali documenti va aggiunta la documentazione che attesti le qualifiche e l’esperienza dello straniero in quella determinata professione e una certificazione delle sue adeguate condizioni fisiche all’esercizio dell’attività, oltre ad una minima conoscenza della lingua romena. Inoltre lo straniero deve rientrare nelle quote per autorizzazioni di lavoro, approvate ogni anno dal Governo romeno, su proposta del Ministero del Lavoro, della Famiglia e della Protezione sociale, in base alla situazione del mercato del lavoro nazionale. L’autorizzazione di lavoro e il permesso di soggiorno per lavoro sono rilasciati per un periodo di 1 anno. Se il permesso di soggiorno viene prorogato, anche l’autorizzazione viene automaticamente prolungata per un ulteriore anno, ma se il contratto di lavoro termina, anche l’autorizzazione viene annullata e deve essere nuovamente richiesta in caso di nuovo contratto di lavoro;
· il permesso per attività economiche autonome, per attività professionali individuali o per attività commerciali può essere rilasciato a cittadini di paesi terzi a determinate condizioni, regolate in parte dalla Legge n. 300/2004. Il visto per attività economiche ammesse per gli stranieri, indipendenti o all’interno di associazioni familiari, è distinto dal visto per attività commerciali e professionali. E’ previsto anche un visto per attività commerciali, soggetto all’approvazione della Romanian Agency for Foreign Investment e rilasciato agli stranieri - azionisti o associati in società commerciali romene - che assumano cariche nella gestione e nell’amministrazione di tali società;
· il permesso per lavoro stagionale[27] rientra nel regime delle autorizzazioni di lavoro e viene rilasciato per una durata collegata al tipo di lavoro.
Il permesso permanente è soggetto a regole procedurali specifiche ed è approvato dal Capo del Romanian Immigration Office, su proposta di una commissione speciale. Hanno diritto alla residenza permanente gli stranieri che abbiano avuto residenza temporanea, continua e legale[28], per cinque anni in Romania prima di presentare richiesta di residenza permanente. In aggiunta lo straniero, con l’eccezione dei familiari di cittadini romeni, deve avere mezzi adeguati di sostentamento, provare di avere un’assicurazione sanitaria e di essere legalmente in possesso di un alloggio appropriato. Un permesso di soggiorno permanente deve essere rinnovato ogni cinque anni. La residenza permanente può essere autorizzata, anche in mancanza dei requisiti appena elencati, ai cittadini di paesi terzi con origini romene o nati in Romania oppure a coloro il soggiorno dei quali riveste particolare interesse per lo Stato romeno.
Contro la decisione di rigetto della richiesta di prolungamento del soggiorno è possibile presentare appello davanti alla Corte d’Appello di Bucarest entro 10 giorni dalla comunicazione inviata dall’Immigration Office al richiedente.
La Romania è stata, ed in parte è ancora, soprattutto un Paese di origine o di transito per l’immigrazione irregolare proveniente soprattutto da Nord e da Est. La posizione geografica della Romania, oggi frontiera esterna dell’Unione europea, pone il Paese sulla “Via Balcanica” dell’immigrazione illegale, al crocevia che collega l’Est all’Ovest del continente e l’Asia del Sud all’Europa nord-occidentale. Tali caratteristiche rendono particolarmente importante per la Romania dimostrare la capacità di definire una strategia e adottare misure idonee a fronteggiare i flussi migratori illegali che premono ai suoi confini, soprattutto in vista dell’ingresso nell’Area Schengen.
La National Strategy on Immigration (2007-2010), tenuto conto del trend in atto verso la trasformazione della Romania in destinazione sempre più attraente per gli immigrati regolari, è stata volta ad allineare le politiche romene alle politiche dell’UE nel settore della lotta all’immigrazione illegale[29], con particolare attenzione ai seguenti profili:
· miglioramento dell’informazione ai potenziali immigrati sulla legislazione romena concernente l’ammissione in Romania e sulle misure adottate a livello nazionale contro l’immigrazione clandestina;
· intensificazione della cooperazione tra le istituzioni nazionali incaricate della lotta all’immigrazione e al lavoro clandestino, soprattutto attraverso il coinvolgimento delle strutture regionali;
· intensificazione delle misure di allontanamento adottate nei confronti degli stranieri entrati illegalmente nel territorio romeno o di coloro che, entrati legalmente, si siano successivamente messi in una condizione di illegalità, con azioni differenziate in base alle specifiche situazioni e misure speciali per persone più vulnerabili, come minori, minori non accompagnati, disabili, anziani e donne incinte;
· aumento delle iniziative nei settori delle politiche dei visti, della concessione dell’asilo, del controllo dei confini e del controllo di polizia in preparazione dell’ingresso della Romania nell’Area Schengen;
· intensificazione della cooperazione delle autorità romene con le analoghe istituzioni degli altri Stati UE e con quelle dei paesi di origine o di transito per combattere l’immigrazione illegale, ponendo un particolare accento sullo scambio di informazioni e sulla cooperazione con le istituzioni dei Paesi che rappresentano un interessante potenziale migratorio per la Romania[30].
Il Governo ha guidato l’applicazione della National Strategy attraverso Piani d’azione annuali ed è attualmente in corso la preparazione della nuova National Strategy 2011-2014.
Per ciò che riguarda gli stranieri trovati in situazione irregolare[31], la legislazione romena prevede misure di allontanamento che possono consistere in:
· ordine di lasciare il territorio romeno, applicato agli stranieri entrati illegalmente o il cui soggiorno sia diventato illegale ovvero il cui diritto di soggiorno sia stato cancellato o revocato; a seconda della situazione, l’ordine può comportare il divieto di entrare in Romania per un determinato periodo di tempo;
· decisione di espulsione o di espulsione sotto scorta, applicata, se del caso, agli stranieri entrati illegalmente, il cui soggiorno sia diventato illegale, o il cui diritto di soggiorno sia stato cancellato o revocato; a seconda della situazione, la decisione può comportare il divieto di entrare in Romania per un determinato periodo di tempo; nel caso di espulsione sotto scorta, il provvedimento comporta l’accompagnamento dello straniero fino al confine o al suo Paese di origine o, qualora ciò sia possibile, ad un altro Paese che accetti l’ingresso nel suo territorio;
· presa in pubblica custodia, adottata nei casi in cui gli stranieri entrati illegalmente non possono essere allontanati entro il limite di tempo legale di 24 ore; tale misura comporta la limitazione della libertà di movimento di tali persone sul territorio romeno e la loro sistemazione, a carico dello Stato, in appositi centri di detenzione; tuttavia, dati i costi, è una misura che le autorità romene tendono ad evitare o, quantomeno, a limitare ad un periodo massimo di 30 giorni;
· rimpatrio volontario, forma di espulsione degli immigrati clandestini basata sul carattere “volontario” dell’allontanamento e sul coinvolgimento delle autorità pubbliche al solo scopo di fornire l’aiuto finanziario necessario per il rimpatrio[32].
Durante gli anni ’90 la Romania è diventata paese di origine e di transito per la tratta di esseri umani (per persone in gran parte originarie della Moldavia, Ucraina, Russia e della stessa Romania), con vittime trasferite verso gli Stati Balcani, ma anche verso Italia, Spagna, Francia e altri Paesi occidentali[33]. L’International Organization for Migration (IOM)parla di un traffico dalla Romania di circa 20.000 donne all’anno, una parte delle quali minorenni. Un altro fenomeno particolarmente allarmante è il traffico internazionale di bambini, per il quale la Romania è considerato uno dei principali Paesi di origine nell’Europa sud-orientale[34].
Il Governo romeno ha adottato una serie di misure per la lotta e la prevenzione del traffico di esseri umani, tra le quali la Legge n. 678/2001 sulla prevenzione e la lotta al traffico di esseri umani, più volte emendata e integrata; la National Strategy against Trafficking in Persons 2006-2010 (approvata con la Decisione del Governo n. 1654/2006), la cui più recente attuazione è costituita dal National Action Plan 2008-2010 (approvato con la Decisione del Governo n. 982/2008) .
Anche sul fronte del traffico di bambini le autorità romene hanno adottato misure specifiche, dalla Legge n. 272/2004 sulla protezione e promozione dei diritti del bambino all’approvazione, sempre nel 2004, di tre Piani d’azione nazionali, rispettivamente sulla prevenzione e la lotta al traffico di bambini (Decisione del Governo n. 1295/2004), sull’eliminazione dello sfruttamento del lavoro minorile (Decisione del Governo n. 1769/2004) e sulla prevenzione e lotta all’abuso sessuale e allo sfruttamento sessuale di bambini a fini commerciali (Decisione del Governo n. 1504/2004).
Presso il Ministero dell’Interno è stata creata una National Agency Against Trafficking in Persons con il compito di coordinare, valutare e monitorare, a livello nazionale, l’attuazione delle politiche nel settore della tratta degli esseri umani da parte delle pubbliche istituzioni e delle istituzioni che si occupano di dare protezione e assistenza alle vittime[35]. L’Agenzia, che opera a livello locale attraverso Centri regionali, collabora con le organizzazioni governative e non governative che seguono il fenomeno e le sue conseguenze.
Ancora oggi, tuttavia, le più importanti istituzioni internazionali di monitoraggio sull’efficacia delle politiche anti-traffico, come lo United States State Department che agisce in ambito OCSE, segnalano la Romania tra i Paesi con seri problemi di tratta di esseri umani.
Fin dal 1991 la Romania è stata un paese di asilo per i rifugiati in costante aumento, da 315 rifugiati nel 1991 a 995 nel 2009. Nel 2010 la Romania ospitava circa 1.000 rifugiati[36]. Tuttavia la Romania è ancora vista come un Paese di transito per molti dei richiedenti asilo[37].
Le richieste provengono principalmente dal Medio Oriente (Iraq e Iran) e dall’Africa (Somalia, Repubblica del Congo e Camerun).
La Romania ha aderito alla Convenzione di Ginevra del 1951 e al Protocollo di New York del 1967 sui rifugiati con la Legge n. 46/1991.
La Legge n. 122/2006 sull’asilo[38] in Romania, modificata nel 2007, ha ridisegnato la legislazione romena sull’asilo e il riconoscimento dei rifugiati ed ha assicurato l’adempimento degli obblighi della Romania in qualità di Stato dell’Unione europea, dando ai diversi aspetti della materia una definizione aderente alla terminologia europea per evitare confusioni e differenze di interpretazione.
La nuova Legge ha inoltre apportato alla legislazione preesistente importanti modifiche relative ai seguenti aspetti: riconoscimento dello status di rifugiato; ricongiungimento familiare; iter amministrativo del procedimento di asilo; asilo per i minori non accompagnati; trasferimento di responsabilità sullo status di rifugiato; individuazione dello Stato responsabile della procedura di asilo; protezione sussidiaria, nelle sue varie forme; protezione temporanea e protezione umanitaria temporanea.
Sono state specificate, in particolare, le ragioni per l’esclusione da forme di protezione sussidiaria o umanitaria per chi abbia commesso crimini contro la pace e l’umanità, crimini di guerra, reati penali gravi prima di entrare nel territorio romeno, atti contrari alla Carta delle Nazioni Unite o che rappresentino un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale, nonché per quanti abbiano istigato o siano stati complici del compimento di atti rientranti tra quelli sopra indicati oppure abbiano pianificato o partecipato ad atti di terrorismo.
L’autorità amministrativa responsabile per la politica romena in materia di asilo è attualmente il Romanian Immigration Office, in seno al Ministero dell’Amministrazione e dell’Interno.
Nonostante il numero dei richiedenti asilo in Romania sia ancora basso, è previsto un aumento progressivo dei rifugiati per due ragioni in particolare: lo sviluppo economico del Paese, con la conseguente richiesta di forza-lavoro, e gli obblighi derivanti dall’attuazione in Romania del Regolamento europeo c.d. “DUBLINO II” (n. 343 del 2003), che assegna la responsabilità del riconoscimento dello status di rifugiato allo Stato al quale viene presentata la richiesta, di norma il Paese d’ingresso nell’UE. Poiché la Romania confina per due terzi con Paesi non UE è probabile che un gran numero di richiedenti asilo entrerà in futuro nell’Unione attraverso il suo territorio. I richiedenti lo status di rifugiato in Romania saranno obbligati a rimanere nel territorio romeno fino alla decisione finale sul loro caso[39].
La Legge sulla Cittadinanza del 21 marzo 1991, modificata da ultimo nel 2003, ha introdotto alcune novità rispetto al passato, tra le quali le più importanti sono la possibilità di avere la doppia cittadinanza e la possibilità di riacquistare la cittadinanza romena per coloro che sono stati costretti a rinunciarvi per circostanze storiche contingenti. Ciò permette il rimpatrio per diversi gruppi, come i primi emigranti, legali o irregolari, che volontariamente hanno a suo tempo rinunciato alla loro cittadinanza e i cittadini precedentemente romeni, con i loro discendenti, che hanno perso la loro cittadinanza originaria a causa della riconfigurazione dei confini[40]. La particolarità è dovuta al fatto che la richiesta di recupero della cittadinanza romena non è subordinata alla residenza legale in Romania.
Per gli stranieri che desiderano ottenere la cittadinanza romena per naturalizzazione, la residenza è un requisito fondamentale. Possono ottenere infatti la cittadinanza:
· le persone sposate con cittadini romeni che abbiano avuto residenza continuativa in Romania per cinque anni prima della richiesta;
· gli altri stranieri dopo otto anni di residenza ininterrotta.
La legge prevede un’eccezione al requisito della residenza per gli imprenditori che abbiano fatto importanti investimenti in Romania.
Pertanto, le condizioni affinché uno straniero possa ottenere la cittadinanza romena, oltre alla citata residenza ininterrotta per otto anni nel Paese, sono - salvo eccezioni - le seguenti:
· avere raggiunto i 18 anni di età;
· aver dimostrato lealtà allo Stato romeno con il proprio comportamento;
· avere mezzi economici legali per condurre un’esistenza dignitosa;
· non essere stati detenuti nel proprio paese di origine o in Romania;
· possedere una buona conoscenza della lingua, degli aspetti principali della cultura e storia romene, nonché della Costituzione e dell’inno nazionale.
Dopo l’ingresso nell’Unione europea uno dei principali obiettivi della Romania è stato quello di raggiungere i requisiti indispensabili per l’ingresso nell’Area Schengen, che le Autorità romene si sono impegnate a raggiungere entro la fine di marzo 2011[41].
Il Governo romeno[42] ha varato nel 2008 la National Strategy for Accession to Schengen Area (2008-2011)[43], che contiene le direttive per l’azione delle autorità e istituzioni coinvolte per completare le azioni specifiche richieste per l’accesso al Sistema Schengen secondo un calendario predisposto, e fissa gli obiettivi strategici e specifici, le risorse finanziarie, le implicazioni legali, le procedure di monitoraggio e di valutazione, i rischi e le conseguenze dell’ingresso nell’Area Schengen. Per l’attuazione della National Strategy uno specifico Schengen Action Plan[44] viene annualmente rivisto e approvato dal Governo romeno.
L’autorità amministrativa di coordinamento delle iniziative per l’attuazione della National Strategy è lo Schengen Office, incardinato nel Ministero dell’Amministrazione e dell’Interno. Oltre a questo ministero sono coinvolti i Ministeri degli Affari esteri, dell’Economia e Finanza, dei Trasporti, della Giustizia, delle Telecomunicazioni e IT, il Servizio speciale Telecomunicazioni e l’Autorità nazionale di Supervisione per il Trattamento di Dati personali.
Per migliorare la capacità della Romania di raggiungere un alto livello di controllo ai confini esterni dell’Unione europea, il Governo ha approvato la National Strategy for Integrated State Border Management 2007-2010 (Decisione del Governo n. 324/2007), che fissa politiche, principi e obiettivi per il completamento di una gestione comune ed efficiente dei confini romeni secondo i requisiti richiesti dall’UE.
E’ stato istituito un Romanian Inter-ministerial Group for the Integrated State Border Management (RIGISBM), organo consultivo con il compito di determinare e coordinare le iniziative e misure intraprese per rafforzare la sicurezza dei confini dello Stato. Il RIGISBM segue la realizzazione degli obiettivi della National Strategy per la gestione dei confini sulla base di due documenti di attuazione: l’Action Plan e il Single Plan per gli investimenti pluriennali necessari a finanziare i bisogni legati alla gestione dei confini e quelli che si iscrivono in un concetto più vasto di gestione integrata[45]. La Romania ha superato, tra il 2009 e il 2010, sette missioni di valutazione nei settori della cooperazione di polizia, protezione dei dati, visti, frontiere marittime, aeree e terrestri e tutte le relazioni di valutazione di Schengen, connesse alle missioni eseguite, sono state successivamente approvate nell'ambito del gruppo di lavoro europeo "Valutazione Schengen", compresa la più recente sull’attuazione del sistema SIS/SIRENE, approvata il 28 gennaio 2011[46].
Il Paese ha pertanto completato il processo di attuazione tecnica dell'acquis necessario ad aderire all'Area Schengen. Il 18 febbraio 2011 è stato presentato anche il Rapporto interinale sui progressi realizzati dalla Romania nell’ambito del “Meccanismo di cooperazione e verifica (MCV)”[47].
Tuttavia le situazioni di Romania e Bulgaria sono state esaminate a margine del Consiglio dei Ministri dell’Unione europea del 24-25 febbraio 2011, dedicato agli Affari interni e Giustizia e i Ministri UE[48] hanno deciso di condizionare l’ingresso di entrambi i Paesi nell’Area di libera circolazione delle persone interna all’UE ai progressi della Bulgaria nella gestione delle sue frontiere, senza ufficialmente prevedere alcuna nuova data per le relative valutazioni.
, fifteen programs have been established: 9 involving land borders; 3
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DATI GENERALI |
|
Superficie |
238.391 kmq |
Capitale |
Bucarest (1.944.000 ab.) |
Abitanti |
21.904.551 (età media 40 anni) |
Tasso crescita pop. |
- 0,2% |
Aspettativa di vita |
74 anni |
Confessioni religiose |
Cristiano ortodossi (87%)[50], protestanti (6,8%), cattolici (5,6%), altro (0,6%). |
Gruppi etnici |
romeni (89,5%), ungheresi (6,6%), rom (2,5%), ucraini (0,3%), tedeschi (0,3%), russi (0,2%), turchi (0,2%), altri (0,4%) |
Lingue |
romeno (ufficiale), minoranze di madrelingua ungherese, tedesca, dialetti rom |
Tasso alfabetizzazione |
97,3% |
Il nazionalismo romeno nasce nel XVIII secolo, dopo la conquista del Principato di Transilvania da parte dell’Impero Asburgico (1687). Le élites romene della regione (Şcoala Ardeleană), entrate in contatto con la Chiesa di Roma, riscoprirono l’origine latina del loro idioma che risaliva all’antica commistione tra le truppe romane e le popolazioni locali, appartenenti alla famiglia indo-europea dei Traci, dopo la conquista della Dacia da parte dell’Imperatore Traiano nel 107 d.C.. Aspirazioni di indipendenza furono manifestate nel corso dei secoli XV-XVII dai Prìncipi Vlad l’Impalatore (1456-1467), noto in Occidente come Dracula, e da Michele il Coraggioso, che intorno al 1600 riunificò per brevissimo tempo i tre Principati di Moldavia, Valacchia e Transilvania. La storica occasione di unificare i Principati di Moldavia e Valacchia fu offerta dal declino dell’Impero Ottomano e la Guerra di Crimea (1853-1856) e tale unione venne sancita dal Congresso di Parigi del 1856.
La vittoriosa guerra contro l’Impero ottomano (1877-78), combattuta a fianco della Russia durante il regno di Carlo di Hohenzollern-Sigmaringen, consentì alla Romania di conquistare lo sbocco sul Mar Nero (Dobrogia), formalmente riconosciuto al Congresso di Berlino del 1878, dovendo tuttavia cedere alla Russia la Bassarabia (oggi parte della Moldova).
Allo scoppio della I guerra mondiale, Bucarest, che era associata alla Triplice Alleanza, rimase neutrale, per poi passare nel campo nell’Intesa (luglio 1916), dichiarando guerra all’Austria-Ungheria. Dopo le alterne vicende del conflitto, il Trattato di pace firmato a Parigi nell’ottobre 1920 sancì la nascita della Grande Romania (“Romania Mare”). Il nuovo stato inglobava la Transilvania, la Bassarabia e la Bucovina settentrionale, avendo una popolazione più che raddoppiata, in cui erano presenti varie minoranze etniche (magiare, tedesche ed ucraine in particolare). Dopo una lunga e turbolenta crisi interna, nel 1938 Carlo II impose un regime dittatoriale, promulgando una nuova costituzione di ispirazione totalitaria.
Le vicende della II guerra mondiale portarono la Romania ad un significativo ridimensionamento territoriale. Il 23 agosto 1944, mentre le truppe sovietiche marciavano sul territorio romeno, il Re Michele rovesciò il governo del maresciallo Antonescu (instaurato nel novembre 1940) e il 12 settembre firmò l’armistizio. La Romania, ormai gravitante nell’orbita sovietica, subì la graduale instaurazione di un regime comunista. Il 30 dicembre 1947 il Re fu costretto ad abdicare e il giorno stesso fu proclamata la Repubblica Popolare. Con il Trattato di Pace (10.2.1947), il Paese riottenne definitivamente la Transilvania settentrionale, ma fu costretto a riconoscere la cessione della Bessarabia e della Bucovina settentrionale all’Unione Sovietica e della Dobrugia meridionale alla Bulgaria.
Durante la leadership di Gheorghiu-Dej, segnata da persecuzioni di stampo staliniano, l’esercito romeno intervenne nel 1956 in Ungheria a fianco dell’URSS e nel 1958 le truppe sovietiche abbandonarono definitivamente il territorio romeno. A Gheorghiu-Dej successe, nel 1967, Nicolae Ceauşescu. Pur restando nell’orbita sovietica, la Romania rafforzò i suoi rapporti con l’Occidente, uscendo dal Patto di Varsavia (1968), entrando nel Fondo Monetario Internazionale e nella Banca Mondiale (1972), e firmò, nel 1976, un accordo con la Comunità Economica Europea.
Ma dopo il grave terremoto del 1977 e l’involuzione del regime verso modelli ispirati alla Rivoluzione culturale cinese ed alla Corea del Nord, iniziò un lungo periodo di repressione nei confronti di una popolazione sempre più insofferente all’autarchia imposta da un Governo tirannico, sul quale l’Unione Sovietica faceva pesare la dipendenza energetica e di cui l’Occidente temeva il riavvicinamento a Mosca.
Con l’avvento di Gorbaciov, Ceauşescu perse definitivamente l’appoggio sovietico e la popolazione - che versava ormai da un decennio in condizioni di povertà impensabili per il resto del continente - si sollevò spontaneamente il 22 dicembre 1989, dopo i moti di Timişoara. Ceauşescu venne sbrigativamente condannato a morte da un improvvisato Tribunale rivoluzionario il 25 dicembre del 1989. Dopo la caduta del regime comunista i nuovi leader politici romeni, raggruppati nel Fronte di Salvezza Nazionale (FSN), invertirono rapidamente alcune tra le più impopolari politiche del dittatore. Tuttavia, quando nel 1991 il primo ministro Roman tentò di introdurre riforme di mercato di più ampia portata, dovette rinunciare a tale progetto in seguito alla protesta dei minatori che devastarono i principali edifici pubblici di Bucarest e malmenarono gli studenti universitari anti-comunisti.
Nel 1992 si tennero nuove elezioni politiche vinte dal Fronte democratico di salvezza nazionale (FDSN) - successivamente ridenominato Partito della Democrazia Sociale di Romania (PSDR) - e nelle elezioni presidenziali del 1992 Ion Iliescu fu rieletto Presidente. Solo dopo lo smembramento dell’Unione Sovietica (con cui la Romania fino a quel momento confinava) la Romania poté iniziare a recuperare il ritardo accumulato rispetto ai Paesi dell’Europa Centrale. Le elezioni del 1996 sancirono la vittoria della Convenzione Democratica (CDR) e del Presidente Constantinescu che si dimostrarono incapaci di completare le riforme economiche avviate. Le successive elezioni del 26 novembre 2000 vennero vinte da quello che sarebbe divenuto il Partito Social Democratico (PSD) e da Ion Iliescu, al suo ultimo mandato. Al suo posto, nel novembre 2004, verrà eletto l’attuale Presidente Traian Băsescu.
Il quinquennio 2004-2009 è stato caratterizzato da due importanti tappe nella storia del Paese: l’adesione alla NATO nel 2004 e l’ingresso nell’Unione Europea dal 1º gennaio 2007.
Principali cariche dello Stato |
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Presidente della Repubblica |
Traian BASESCU (Partito Democratico-Liberale) dal 6 dicembre 2009, al secondo mandato |
Presidente della Camera dei deputati |
Roberta Alma ANASTASE (Partito Democratico-Liberale) dal dicembre 2008 |
Presidente del Senato |
Mircea Dan GEOANĂ (Partito Social Democratico) dal dicembre 2008 |
Primo Ministro |
Emil BOC (Partito Democratico-Liberale) dal dicembre 2009 |
Vice Premier |
Marko BELA (Unione Democratica dei Magiari di Romania), dal dicembre 2009 |
Ministro degli Esteri |
Teodor Baconschi |
SCADENZE ELETTORALI
|
|
Presidente della Repubblica |
2014 |
Parlamento |
2012 |
Dal 22 dicembre 2009 la Romania ha un nuovo Governo guidato ancora una volta dal Presidente del Partito Democratico Liberale (PDL), Emil Boc, ma questa volta senza il sostegno del Partito Social Democratico - PSD (“grande coalizione”). Il Governo ha ottenuto la fiducia del Parlamento grazie al sostegno del PDL, del partito della minoranza ungherese (Unione Democratica dei Magiari di Romania - UDMR), dei 18 parlamentari delle minoranze cui è costituzionalmente garantito un seggio alla Camera dei Deputati, e del nuovo partito Unione Nazionale per il Progresso della Romania - UNPR (formato da transfughi dell’opposizione).
La nomina del nuovo esecutivo ha messo fine alla più lunga crisi politica della Romania democratica ed ha chiuso un anno segnato da importanti appuntamenti elettorali. In particolare, il 6 dicembre 2009 si era avuta l’elezione del Presidente della Repubblica, con l’affermazione del Presidente uscente Traian Basescu, confermato – di misura - per un nuovo mandato quinquennale. In effetti in questo momento il Presidente Basescu è l’unica personalità romena con una prospettiva politica di lungo periodo, in quanto rimarrà in carica fino al dicembre 2014.
I primi mesi del 2010 sono stati caratterizzati, all’interno dei due principali partiti d’opposizione, il Partito Social Democratico (PSD) ed il Partito Nazional Liberale (PNL), dal confronto sulle leadership, conclusosi con la vittoria di Victor Ponta sull’ex candidato presidenziale Mircea Geoana nel PSD e con l’indiscussa riconferma di Crin Antonescu alla guida del PNL.
Le priorità di politica interna del Governo Boc sono principalmente legate alla risposta alla grave situazione economica attraverso l’attuazione di importanti riforme strutturali ed una significativa riduzione della spesa pubblica capace di conciliarsi con la creazione di condizioni di sviluppo utili agli investimenti ed alla crescita economica.
Dopo che la Corte Costituzionale, nel giugno 2010, aveva dichiarato incostituzionale il decreto legge che prevedeva la riduzione del 15% delle pensioni ed il ricalcolo delle pensioni di magistrati e militari (misure che il Governo aveva dovuto adottare per riportare a livelli accettabili il deficit), il 2 settembre 2010 il Capo del Governo ha annunciato un importante rimpasto della compagine di Governo, con la sostituzione di ben sei ministri, tutti di area economica: Trasporti, Economia, Finanze, Agricoltura, Comunicazioni e Lavoro. Questo rimpasto si svolge sullo sfondo di crescenti proteste popolari (il gradimento del PDL è sceso dal 33,5% delle elezioni al 12% che gli accreditano gli ultimi sondaggi) per i provvedimenti di riduzione della spesa pubblica degli ultimi mesi; tale malcontento si esprime anche in scioperi e blocchi stradali che rendono ancora più precaria la situazione. La popolarità dei vertici istituzionali – compreso il Presidente Basescu – è in preoccupante discesa e si susseguono le proteste di piazza; da ultimo quella dei poliziotti del 24 settembre 2010 che ha portato a polemiche tra il Presidente Basescu e il Primo Ministro Boc da un lato e il Ministro dell’interno Blaga dall’altro (poi dimessosi e sostituito da Traian Igas). Nonostante questa sostituzione i militari e le forze di polizia continuano le proprie azioni di protesta: il Sindacato dei Militari in pensione (molto forte in Romania) minacciano nuove, grandi manifestazioni di piazza.
Le opposizioni sfruttando la debolezza dell’esecutivo, hanno presentato negli ultimi mesi ben quattro mozioni di sfiducia, senza tuttavia riuscire ad abbattere il Governo. Peraltro, la situazione sociale appare peggiorare di mese in mese rendendo sempre più instabile il quadro politico ed economico. Nel gennaio 2011 si è registrato un ulteriore aumento del clima di tensione sociale a seguito delle misure anti-crisi adottate dal Governo Boc. Alle proteste dei militari per i tagli alle pensioni si sono aggiunte quelle di migliaia lavoratori (la maggior parte dei quali provenienti dall'industria automobilistica DACIA) scontenti per le novità introdotte dalla riforma del codice del lavoro.
Composizione del Parlamento
Le ultime elezioni politiche si sono tenute il 30 novembre 2008.
I gruppi parlamentari alla Camera dei deputati, ad oggi, si presentano così[51]:
Gruppi parlamentari |
Seggi |
PDL Partito Democratico Liberale |
123 |
PSD Partito Social Democratico |
91 |
PNL Partito Nazionale Liberale |
58 |
UDMR Unione Democratica degli Ungheresi di Romania |
22 |
Partito delle Minoranze Nazionali |
17 |
Indipendenti |
16 |
Non iscritti ad alcun gruppo |
6 |
I gruppi parlamentari al Senato sono i seguenti:
Gruppi parlamentari |
Membri |
PDL Partito Democratico Liberale |
50 |
PSD Partito Social Democratico + Partito Conservatore |
44 |
PNL Partito Nazionale Liberale |
24 |
UDMR Unione Democratica degli Ungheresi di Romania |
9 |
Indipendenti |
10 |
Sistema politico
La Romania è una repubblica parlamentare con caratteristiche semi-presidenziali. La Costituzione è entrata in vigore l'8 dicembre 1991 ed è stata modificata nel novembre 2003 per adeguare l’ordinamento romeno all’adesione all’Unione Europea e per distanziare le elezioni presidenziali da quelle legislative, portando la durata del mandato del Presidente della Romania da quattro a cinque anni.
Il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale diretto per 5 anni.
Per essere eletto un candidato deve ottenere la maggioranza assoluta dei voti. Nel caso che nessuno riesca a raggiungere il quorum, si tiene un ballottaggio tra i primi due candidati. La Costituzione consente solo due mandati.
Il Presidente può presiedere le riunioni di Governo su questioni di interesse nazionale riguardanti politica estera, difesa, ordine pubblico e, su richiesta del Primo Ministro, altri temi. Tra i poteri del Presidentevi è inoltre quello di designare il candidato alla carica di Primo Ministro, rivolgere messaggi al Parlamento, consultare il Governo, indire referendum (dopo aver consultato il Parlamento), firmare trattati internazionali (poi sottoposti al Parlamento per la ratifica). E’ comandante delle Forze Armate e presiede il Consiglio Supremo di Difesa.
Può sciogliere il Parlamento, sentito il parere dei Presidenti delle Camere e dei Capi Gruppo, se questo non ha accordato la fiducia al Governo nell’arco di sessanta giorni a partire dalla prima proposta di investitura e dopo la reiezione di almeno due proposte. Il Parlamento può essere sciolto, nel corso di un anno, una sola volta. Non può essere sciolto nell’ultimo semestre di mandato presidenziale o in una situazione di stato d’emergenza o d’assedio.
Ha il potere di veto sulle leggi votate dal Parlamento, ma, se il Parlamento riconferma il testo già approvato, è tenuto alla promulgazione.
Il Presidente può essere messo in stato di accusa per alto tradimento con il voto dei 2/3 dei parlamentari riuniti in seduta comune.
Il Parlamento è composto dalla Camera dei Deputati (Camera Deputilator) e dal Senato (Senat), i cui componenti (332 per la Camera e 137 per il Senato) sono eletti dai cittadini per 4 anni, con sistema proporzionale e soglia di sbarramento. L’elettorato attivo è 18 anni. Le organizzazioni di cittadini appartenenti a minoranze etniche che non riescono a superare lo sbarramento elettorale (5% per i partiti, dall’8% al 10% per le coalizioni di partiti) hanno diritto comunque ad un seggio ciascuna. Ogni minoranza etnica non può essere rappresentata da più di un’organizzazione politica.
L’iniziativa legislativa spetta al Governo, ai parlamentari e ad almeno 100.000 cittadini aventi diritto di voto (in quest’ultimo caso, però, la proposta di legge non può riguardare materie fiscali, amnistia e grazia, trattati internazionali). Le deliberazioni in entrambe le Camere sono adottate a maggioranza dei presenti; il numero legale è dato dalla maggioranza dei componenti.
Una proposta di legge, votata da una Camera, viene inviata all’altra per il voto finale. Nel caso non venga approvata, è rinviata per un nuovo dibattito alla Camera che l’ha approvata per prima. Se il testo viene bocciato due volte, s’intende definitivamente respinto. Se invece una delle Camere approva un progetto di legge in un testo diverso da quello approvato dall’altra Camera, i Presidenti delle Camere attivano un’apposita “procedura di mediazione”, che si svolge con l’intervento di una Commissione paritetica. Nel caso in cui la Commissione non pervenga ad un accordo o una delle Camere non approvi la relazione della Commissione, i testi in discussione sono sottoposti al Parlamento in seduta comune, che adotta il testo definitivo a maggioranza dei membri presenti.
La Costituzione prevede inoltre la presenza del Consiglio legislativo, organo consultivo del Parlamento che esprime pareri sui progetti di legge a fini di riordinamento e coordinamento della legislazione.
Le modifiche costituzionali possono essere apportate con apposita legge costituzionale. L’iniziativa spetta al Presidente della Repubblica, su proposta del Governo, al Parlamento, con proposte legislative sottoscritte da almeno un quarto del numero complessivo di parlamentari, e al Corpo elettorale, con leggi di iniziativa popolare sottoscritte da almeno 500.000 elettori.
Le leggi costituzionali sono approvate singolarmente dalla Camera e dal Senato con il voto di almeno 2/3 dei membri. Se le due Camere non raggiungono un accordo sull’adozione dello stesso testo, viene riunito il Parlamento in seduta comune, che approva la legge con il voto di almeno 3/4 dei componenti. Dopo l’approvazione da parte del Parlamento, la legge di modifica costituzionale è sottoposta a referendum popolare entro 30 giorni dall’approvazione.
Il Governo è presieduto dal Primo Ministro. Spetta al Presidente della Repubblica designare il Primo Ministro (sulla base delle indicazioni del partito che ha la maggioranza assoluta in Parlamento) e, su sua proposta, i ministri. Il Governo è politicamente responsabile di fronte alle Camere. Il candidato Primo Ministro entro 10 giorni dall’incarico si presenta al Parlamento per chiedere la fiducia sul programma e sulla lista dei Ministri. Il dibattito sulla fiducia parlamentare si svolge davanti al Parlamento riunito in seduta comune, che vota a maggioranza dei componenti delle due Camere. Il Presidente della Repubblica non può dimissionare il Primo Ministro. Il Governo può essere sfiduciato dal Parlamento con una mozione di censura adottata a maggioranza dei componenti.
Si segnala che il 3 marzo 2009 la Camera dei deputati romena ha adottato con 177 voti favorevoli e 6 contrari la modifica al regolamento interno per il voto sull'autorizzazione a procedere contro gli ex ministri che hanno incarico da deputati. La nuova regola prevede il voto a maggioranza semplice invece dei precedenti due terzi dell'aula[52].
La Corte Costituzionale è composta da nove giudici nominati per nove anni dalla Camera dei deputati dal Senato e dal Presidente della Repubblica. Il mandato non è rinnovabile. La Corte Costituzionale pronuncia sentenze sulla costituzionalità delle leggi, prima della loro promulgazione, su richiesta del Presidente della Repubblica, dei Presidenti delle Camere, del Governo, della Corte Suprema di Giustizia, di 50 deputati o 25 senatori, e di ufficio sulle iniziative di revisione della Costituzione. Si pronuncia sulla costituzionalità dei Regolamenti delle Camere, su richiesta dei rispettivi Presidenti, di un gruppo parlamentare, di 50 deputati o 25 senatori. Decide sulle contestazioni aventi per oggetto la costituzionalità di un partito politico. Si pronuncia inoltre sulla regolarità delle elezioni presidenziali e sulla possibilità di una Presidenza ad interim, sulla regolarità dello svolgimento dei referendum e dei loro risultati, sulla regolarità della iniziative di legge popolare. Le decisioni e le sentenze della Corte Costituzionale non sono appellabili.
Nonostante i progressi fatti negli ultimi anni, molto rimane da fare per migliorare l’indipendenza del sistema giudiziario. Più volte la Commissione europea ha sollevato seri dubbi sulla neutralità politica della magistratura, lamentando inoltre il basso livello di preparazione e qualificazione del personale e la mancanza di familiarità con la normativa europea.
La Corte Suprema di Giustizia è composta da 11 giudici, nominati per un mandato di 3 anni dal Presidente della Repubblica e dal Consiglio Superiore della Magistratura. La Corte Costituzionale è invece composta da 9 giudici con un mandato di 9 anni.
I pilastri della politica estera romena sono due: l’appartenenza all’Alleanza Atlantica, che data dal 2004, e l’adesione all’Unione Europea, avvenuta il 1° gennaio 2007.
In costante sviluppo i rapporti con Washington, soprattutto in materia di difesa. Sin dal maggio 2003 il Consiglio Supremo di Difesa romeno ha approvato lo stabilimento di basi americane nell’area tra il delta del Danubio e la regione di Costanza. Piena collaborazione è stata offerta anche in Iraq. Il contingente di circa 500 unità che ha operato prima in stretta cooperazione con il comando italiano e poi, dopo il nostro ritiro, con quello britannico è stato peraltro ritirato a fine luglio 2009. Maggiori unità saranno schierate progressivamente in Afghanistan: il contingente romeno conta attualmente 1020 unità e dovrebbe aumentare fino a raggiungere circa 1800 soldati.
Il CSAT (Consiglio Supremo per la Difesa del Paese) ha di recente deciso di partecipare allo sviluppo del sistema americano di difesa antimissilistica. Il progetto prevede la costruzione di un complesso sistema di radar e sensori capace di difendere l’Europa meridionale, oltre a garantire una più efficace ed ampia copertura del territorio romeno. L’installazione del sistema di difesa potrebbe promuovere investimenti in Romania per 3-4 miliardi di dollari.
In ambito NATO, la Romania aspira a svolgere un ruolo sempre più attivo in seno all’Alleanza Atlantica, in particolar modo nell'area del Mar Nero, dove ha promosso la creazione di un Forum di dialogo per il Mar Nero, e nei Balcani.
Restano eccellenti, dopo la storica riconciliazione del 1996, i rapporti con l'Ungheria. I rapporti con la vicina Moldova, caratterizzati spesso da periodiche incomprensioni, hanno registrato nell’ultimo anno un sostanziale miglioramento. Le forti tensioni seguite alle elezioni moldave dell’aprile 2009 non hanno modificato l’impegno di Bucarest a sostegno del processo di avvicinamento della Moldova all’UE. L’esito delle elezioni moldave del 29 luglio 2009 ha attribuito la maggioranza ad una coalizione eterogenea di partiti anticomunisti fino ad allora all’opposizione, senza dubbio più in sintonia con Bucarest: la nuova situazione si è fra l’altro riflessa nella firma, l’8 novembre 2010, del trattato bilaterale sulle frontiere di Stato, che, oltre a risolvere – tramite la costituzione di una commissione mista – l’annoso problema della delimitazione della frontiera, disciplina una lunga serie di attività transfrontaliere (dalle ferrovie alla caccia).
La Romania è membro dei principali fori sub-regionali, quali l’Iniziativa Centro Europea (InCE), di cui ha esercitato la presidenza per il 2009, la South-East European Cooperation Process (SEECP), la Black Sea Economic Cooperation (BSEC), il South East European Cooperative Initiative (SECI).
Le Autorità romene hanno espresso la propria contrarietà alla dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo, ribadendo al contempo l’importanza di garantire un maggiore e più stretto raccordo con la Serbia, Paese con cui Bucarest intrattiene rapporti molto forti. Bucarest ha comunque annunciato l’invio di 150 gendarmi nell’ambito della missione PESD EULEX Kosovo, che si andranno ad affiancare alle 148 unità impegnate con la KFOR.
Sin dai primi giorni della crisi georgiana del 2008, la Romania ha assicurato un forte sostegno a Tbilisi, fornendo anche assistenza sul piano umanitario. La Romania partecipa alla missione di monitoraggio promossa dall’Unione Europea (European Union Monitoring Mission), con l’invio di 20 osservatori dislocati nell’area di Tblisi/Basaleti. Sul versante dei rapporti con la Federazione Russa, da sempre altalenanti ma sostanzialmente improntati – specialmente nell’era Basescu - a reciproca diffidenza, nell’ultima parte del 2010 si è registrata da parte di Mosca l’espulsione di un diplomatico romeno accusato di spionaggio, con conseguenti contro-espulsione di un diplomatico russo a Bucarest e innalzamento dei toni nelle dichiarazioni delle due parti (in particolare Basescu ha definito “occupanti” i peacekeepers russi presenti dal 1992 in Moldova).
Nell’agosto 2010, due questioni hanno movimentato lo scenario della politica estera romena. Ha avuto un forte impatto mediatico la decisione francese di rimpatriare un gran numero di cittadini romeni di etnia Rom, soggiornanti nel Paese transalpino senza fissa dimora o lavoro, che ha toccato alcune sensibilità di Bucarest.
Nel luglio 2010, in sede di relazione per il Gruppo ad hoc sul Meccanismo di Cooperazione e Verifica, la Commissione Europea ha affermato di ritenere che, nonostante alcuni progressi, continui a non esservi una volontà politica condivisa per le riforme. La Commissione ha messo in luce i progressi costituiti dall'approvazione dei codici di procedura civile e penale e delle norme di attuazione dei due codici sostanziali approvati l'anno scorso, ma ha espresso preoccupazione per il ritmo particolarmente lento della riforma del sistema giudiziario e per la mancanza di adeguate risorse. Nonostante vi sia un buon track record nella lotta alla corruzione, mancano casi nei quali viene perseguita la corruzione ad alto livello. La Commissione ha quindi mostrato preoccupazione per la vicenda dell'Agenzia Nazionale per l'Integrità (ANI), che, dopo aver funzionato bene per due anni, ha sospeso la propria attività in aprile a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale che ha giudicato parzialmente illegittima la legge istitutiva dell'Agenzia. Lo sforzo romeno e’ stato comunque riconosciuto dalle Conclusioni del Consiglio UE, redatte nel corso dei lavori del sopra menzionato Gruppo ad hoc.
I temi europei prioritari per il Governo romeno sono:
· la fine del Meccanismo di Cooperazione e Verifica;
· lo stabilimento a Bucarest di un’Agenzia Comunitaria;
· la realizzazione delle grandi infrastrutture energetiche e del gasdotto Nabucco;
· la cooperazione tra l’UE ed i Paesi che si affacciano sul Mar Nero;
· la cooperazione tra gli Stati attraversati dal Danubio; la definizione di obiettivi nazionali realistici nell’ambito della nuova Strategia “UE 2020”.
Il principale obiettivo di politica europea del Governo romeno è stato comunque l’ingresso nello spazio Schengen entro la fine di marzo 2011. Allo sforzo di carattere tecnico ed infrastrutturale per soddisfare i criteri imposti dall’UE si e’ aggiunta anche la necessità di rassicurare alcuni partner europei preoccupati che l’allargamento dell’area Schengen a Romania e Bulgaria possa rendere più vulnerabili le frontiere dell’Unione e, sul piano interno, favorire l’emigrazione delle fasce più deboli. Lo sforzo sembra avere avuto un successo limitato se alcuni partner hanno già espresso, in una lettera, la loro contrarietà all’accesso dei due Paesi a Shengen per quella data.
Nel nuovo Esecutivo europeo, la Romania ha ottenuto il portafoglio “Agricoltura” e “Sviluppo Rurale”, con il Commissario Dacian Ciolos, ex Ministro dell’Agricoltura.
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2009 |
1^ semestre 2010 |
Entità nominale del PIL (in miliardi di €) |
115,9 |
50,9 |
Variazione reale del PIL |
-7,1% |
-1,5% |
Reddito pro capite (in dollari) |
7500 |
7390 |
Disoccupazione |
7,8% |
7,1% |
Inflazione |
5,6% |
2,8% |
La transizione avviata in Romania dopo la caduta del comunismo ha portato in pochi anni ad una drastica contrazione del settore primario (la cui incidenza sul PIL del 2009 è stata DEL 12,4%), una più contenuta riduzione del settore secondario (dal 57% nel 1989 al 35% nel 2009) ed un aumento esponenziale del settore terziario (fino al 52,6% nel 2009).
Le disomogeneità nello sviluppo del territorio e le accentuate disparità regionali hanno influito sui processi di internazionalizzazione, dal momento che interazioni commerciali e IDE si sono per lungo tempo concentrati solamente nelle regioni più prospere. In tempi più recenti, tuttavia, si è iniziato ad assistere ad un’inversione di tendenza, con la rivitalizzazione e l’inserimento nei processi di sviluppo ed internazionalizzazione di regioni fino a poco tempo fa assai marginali.
Andamento congiunturale e politica economica
Dopo anni di rapida crescita, nel 2009, anche a causa delle conseguenze della crisi economica internazionale, il PIL ha registrato una pesante flessione (-7,1%), con una generale contrazione di tutti i settori, ed in particolare di quelli, come le costruzioni, che più avevano contribuito al boom economico. Il tasso di crescita del 2010 risente di diversi fattori congiunturali, che lo hanno reso piuttosto altalenante: il dato di fine anno, non ancora reso pubblico, con buona probabilità registrerà un’ulteriore flessione di circa il 2%.
L’economia romena è fortemente dipendente dai flussi finanziari esteri e dalle esportazioni verso l’Europa: la contrazione di liquidità sui mercati finanziari internazionali e la recessione nell’eurozona hanno determinato dunque una forte stretta creditizia ed una marcata riduzione delle esportazioni. A fronte dell’acuirsi della crisi, che ha visto nel periodo a cavallo fra gennaio e febbraio la sostanziale sospensione dei finanziamenti ai privati da parte delle istituzioni bancarie, la Banca di Romania ha più volte ritoccato al ribasso il tasso ufficiale di sconto, riducendolo progressivamente dal 10,25% dell’agosto 2009 fino all’attuale 6,25%.
Le difficoltà strutturali del Paese, nonostante le misure di austerità varate dall’Esecutivo per far fronte agli effetti della crisi, permangono ed hanno avuto la tendenza ad acuirsi nel 2010, durante il quale sono stati necessari alcuni interventi per fronteggiare la crisi economica ancora imperversante.
Le principali misure di austerity hanno riguardato, a partire dal mese di luglio 2010, l’aumento dell’IVA dal 19% al 24% ed il taglio degli stipendi dei dipendenti pubblici del 25%, al quale si sono progressivamente aggiunte altre riduzioni. Tali misure hanno naturalmente portato forti tensioni sociali, sfociate in numerose manifestazioni di tutte le categorie di dipendenti pubblici. La riforma delle pensioni, che prevedeva un taglio del 15% e’ stata bocciata dalla Corte Costituzionale ed e’ in fase di revisione prima di tornare all’esame delle Camere. Non è stata invece toccata l’aliquota unica di tassazione per le imprese, al 16%, che ha sinora contribuito all’attrazione di ingenti investimenti stranieri.
Il Governo ha già dovuto ricorrere ad un prestito internazionale che ammonta a 19,95 miliardi di euro (di cui finora ricevuti 14,7, gli ultimi 1,17 nell’ambito della sesta revisione a gennaio 2011) e comprende quattro fonti di finanziamento provenienti da altrettante istituzioni internazionali: il FMI sta concedendo nell’ambito di uno Stand-by Agreement, un prestito di 12,95 miliardi di euro, l’Unione Europea partecipa con 5 miliardi, la Banca Mondiale mette a disposizione 1 miliardo mentre la BERS, di concerto con altre IFI, presta un altro miliardo. Detti accordi prevedono obblighi precisi per il Governo romeno in termini di riforma della politica fiscale, controllo del bilancio dello Stato e della spesa pubblica, rafforzamento del settore finanziario e perseguimento di politiche monetarie più stabili. Il prestito è stato concesso ad un tasso di interesse medio annuo del 3,5%, e dovrà essere rimborsato entro il 2015. Al momento (febbraio 2011) è in corso la missione di valutazione del FMI per la settima "review" dell'accordo con la Romania, in seguito alla quale dovrebbe essere data luce verde al versamento dell'ottava tranche del prestito (per circa un miliardo di euro).
La perdurante crisi dell’economia nazionale e delle finanze statali ha costretto il presidente Basescu ad annunciare, alla fine di settembre 2010, che la Romania dovrà chiedere ulteriori 5,7 miliardi di Euro al FMI nel 2011, nonché a ribadire un forte impegno a proseguire con la politica dei tagli alla spesa pubblica improduttiva (il 70% della spesa è per salari, pensioni ed assistenza sociale). La legge di bilancio 2011, approvata in extremis il 22 dicembre tra le proteste sociali e dell’opposizione è ancora nel segno dell’austerità, con forti riduzioni dei bilanci di alcuni dicasteri (difesa -30%; sanità -40% ecc.)
Il Consiglio Esecutivo della Banca Mondiale (BM), nella riunione del 23 novembre 2010, ha approvato un investimento su fondi dell'International Finance Corporation (IFC) per la costruzione di due parchi eolici per la capacita' totale di 228 MW nella regione di Dobrogea, di cui 138 MW per il parco eolico di Cernavoda e 90 MW per quello di Pestera. Il costo totale del Progetto, ammonta a Euro 338 milioni. Si tratta del primo progetto del genere approvato per la Romania.
Il deficit statale si è attestato al 7,3% del PIL nel 2009 e non dovrà superare, secondo le previsioni dello stand-by-agreement siglato con il FMI, il 6,8% del PIL nel 2010. A tale riguardo l’ECOFIN ha concesso alla Romania un’ulteriore dilazione, sino al 2012, per portare il deficit di bilancio al di sotto della soglia richiesta del 3% del PIL (obiettivo presente nel bilancio di previsione triennale presentato a ottobre 2010, ma giudicato ottimistico da più parti). Il FMI ha inoltre chiesto alle banche internazionali presenti nel Paese di firmare una lettera di intenti, nella quale si impegnano a non ridurre la propria esposizione complessiva verso la Romania.
Il FMI ha dato luce verde, all’inizio di ottobre, al versamento della sesta tranche del prestito (884 milioni di Euro) e ha approvato una deroga per i mancati pagamenti da parte di Bucarest. Parallelamente, però, il FMI ha voluto ribadire la necessità che il Governo non si limiti a misure di risanamento di breve periodo, concentrandosi invece su quelle strutturali (inter alia aumento dell’IVA del 5%) e di affrontare il costante problema del posticipo (a mezzo emissione di titoli) delle ingenti spese statali
Nemmeno sul fronte dell’energia, nonostante le grandi potenzialità del Paese e le opportunità aperte dai progetti in corso (tra cui quello per l’ampliamento della centrale nucleare di Cernavoda) l’Esecutivo e’ riuscito a dare concreto avvio ai programmi di sviluppo: è del gennaio 2010, ad esempio, la decisione di riesaminare, ancora una volta, forme e modalità di partecipazione dello stato alla realizzazione dei nuovi reattori nucleari della centrale sul Danubio.
Passato probabilmente il momento più duro della crisi nel settore industriale (la produzione industriale di marzo 2010, in salita del 5,8%, mostra un tasso di crescita medio dell’3,6% rispetto a febbraio) e nonostante alcuni segnali positivi registrati a metà anno il Paese continua ad aver bisogno, per poter pensare alla crescita di lungo periodo, di realizzare le infrastrutture necessarie alla messa in funzione di nuovi insediamenti industriali in tutte le zone del Paese.
Luci ed ombre si concentrano anche sul settore dei prezzi e dell’inflazione: alle ottimistiche previsioni di inizio anno, suffragate anche dal positivo andamento della moneta nazionale che aveva in quel periodo riguadagnato terreno nei confronti dell’Euro, si sono susseguiti progressivi ritocchi al rialzo. Al 30 giugno il dato registrato era del 2,77%; i dati successivi, in conseguenza soprattutto dell’aumento dell’IVA al 24%, hanno portato FMI e Banca Nazionale di Romania a ritoccare sensibilmente le stime su base annua, fino all’attuale 8,1%. Gli ultimi dati diffusi dal FMI, comunque, non nascondono un moderato ottimismo riguardo alla possibilità che l’impegno del Governo romeno possa contenere la spinta inflazionistica al di sotto delle previsioni. L’indice dei prezzi al consumo a settembre non ha tuttavia interrotto la propria corsa al rialzo, stabilendosi a quota 137,53 contro 133 di giugno[53].
Fra le principali fonti di preoccupazione, spiccano il tasso di disoccupazione e il livello dei salari, soprattutto alla luce delle perduranti tensioni sociali, in un Paese che vede 13,9 milioni di persone fruire di un qualche tipo di assistenza sociale. Nel solo comparto dell’istruzione si prevede un taglio di circa 15.000 unità a partire dall`autunno 2010, mentre il Ministero dell`Amministrazione Pubblica e dell`Interno ha stimato finora in 17.000 unità il risultato della razionalizzazione dei dipendenti degli enti locali e quello dei Trasporti ha programmato il licenziamento di circa 10.000 dipendenti. Oltre ai pesanti tagli salariali ed ai licenziamenti sono state applicate ulteriori riduzioni di alcune voci delle buste paga dei dipendenti statali, suscitando tensioni sociali ancora più marcate, culminate con manifestazioni di piazza, l’ultima delle quali ha avuto luogo a fine ottobre. Tuttavia, anche su indicazione del FMI, la politica di riduzione del personale è destinata a proseguire nel 2011, al contrario di quella dei tagli salariali.
Il tasso di disoccupazione, nonostante rimanga piuttosto elevato, si è assestato nel secondo trimestre del 2010 sul valore del 7,1%[54] rispetto alla popolazione attiva, in leggero calo rispetto al primo trimestre e con una previsione di sostanziale stabilità fino alla fine dell’anno. Occorre tenere presente che, alla luce della bassa propensione al risparmio e dell’alto tasso di indebitamento tipici della popolazione romena, due o tre volte maggiore rispetto all’Ungheria o alla Repubblica Ceca, la disoccupazione risulta scarsamente sostenibile.
Tali forti pressioni sul mercato del lavoro rischiano tra l’altro di pesare anche sul credito al consumo, già duramente colpito dagli effetti della crisi nell’ultimo anno, con l’insolvenza sui prestiti che, nel solo mese di agosto 2010, è cresciuta del 5,2% sui prestiti in valuta locale e del 9% su quelli in valuta estera, rispettivamente al doppio ed al triplo rispetto ai valori dello stesso mese del 2009.
Rapporti con i principali partners commerciali
La Romania commercia principalmente con i Paesi membri dell’Unione Europea. Nel 2009 la crisi economica internazionale ha provocato effetti negativi sul commercio internazionale, generando anche in Romania una forte riduzione del volume degli scambi. Secondo i dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica, il valore complessivo delle esportazioni FOB realizzate nel 2009 è stato di 29,1 miliardi di euro, mentre quello delle importazioni CIF è stato di 38,9 miliardi di euro. Rispetto al 2008 le esportazioni sono diminuite del 13,7% e le importazioni del 32%. La pesante riduzione delle importazioni, determinata da un calo della domanda e dei consumi interni, ha avuto effetti positivi sul deficit commerciale FOB-CIF, che si è ridotto del 32% nel 2009 fino ad un valore di 9,8 miliardi di euro, rispetto ai 23,5 miliardi del 2008.
I dati relativi ai primi tre trimestri del 2010 lasciano trasparire decisi segnali di miglioramento, sebbene si attendano per il quarto trimestre i riflessi negativi delle misure di austerity introdotte a luglio, specialmente sulle esportazioni intracomunitarie.
L'andamento degli scambi commerciali con l'estero, che vede il valore delle esportazioni free on board (FOB) assestarsi sulla cifra di quasi 27 miliardi di euro registra un marcato aumento, di 26,5 punti percentuali, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Allo stesso modo, anche le importazioni cost, insurance and freight (CIF) fanno registrare un valore decisamente positivo, sopratutto in relazione a quello dello scorso anno: il valore complessivo delle merci in entrata è stato infatti di quasi 34 miliardi di euro (33,8), in aumento di quasi venti punti percentuali rispetto ai primi nove mesi del 2009. Il deficit commerciale ha proseguito nel proprio percorso di progressiva riduzione, con un’ulteriore crescita del peso delle esportazioni rispetto all'import, assestandosi sul valore di 6.976,8 milioni di euro.
I partner europei continuano a costituire lo "zoccolo duro" del commercio estero romeno, assorbendo complessivamente il 72,6% del totale delle esportazioni, per un valore di 19.461 milioni di euro. Si assesta su una frazione sostanzialmente analoga anche il valore percentuale delle importazioni intracomunitarie, con un 72,4% che è pari a quasi 25 miliardi di euro (24, 470).
Esportazioni della Romania – Principali Paesi acquirenti |
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|
Paese |
Valore - milioni Euro - |
Quote |
Variazioni % I SEM 2010/ I SEM 2009
|
||
Gen-Giu 2009 |
Gen-Giu 2010 |
Gen-Giu 2009 |
Gen-Giu 2010 |
|||
|
Mondo |
13.565,9 |
17.214,5 |
100 |
100 |
+26,2 |
1. |
Germania |
2.584,5 |
3.226,1 |
19,0 |
18,0 |
+23,6 |
2. |
Italia |
2.172,1 |
2.449,8 |
16,0 |
14,2 |
+12,4 |
3. |
Francia |
1118,0 |
1.521,4 |
8,2 |
8,8 |
+36,4 |
4. |
Turchia |
678,8 |
1.190,0 |
5,0 |
6,9 |
+75,2 |
5. |
Ungheria |
595,8 |
811,1 |
4,4 |
4,7 |
+33,8 |
6. |
Regno Unito |
440,9 |
644,9 |
3,2 |
3,8 |
+45,6 |
7. |
Bulgaria |
425,6 |
637,8 |
3,1 |
3,7 |
+48,7 |
8. |
Spagna |
392,6 |
524,3 |
2,9 |
3,0 |
+36,1 |
9. |
Polonia |
274,4 |
453,3 |
2,0 |
2,6 |
+61,5 |
10. |
Olanda |
436,8 |
414,3 |
3,2 |
2,4 |
-8,9 |
Importazioni della Romania - Principali Paesi fornitori |
||||||
|
Paese |
Valore - milioni Euro - |
Quote |
Variazioni % I SEM 2010/ I SEM 2009 |
||
Gen-Giu 2009 |
Gen-Giu 2010 |
Gen-Giu 2009 |
Gen-Giu 2010 |
|||
|
Mondo |
17.947,4 |
21.953,4 |
100 |
100 |
19,8 |
1 |
Germania |
3007,3 |
3721,7 |
16,8 |
17,0 |
23,8 |
2 |
Italia |
2203,8 |
2620,6 |
12,3 |
11,9 |
15,4 |
3 |
Ungheria |
1501,4 |
1.767,8 |
8,4 |
8,1 |
13,4 |
4 |
Francia |
1379,7 |
1379,7 |
6,6 |
6,3 |
14,1 |
5 |
Cina |
825,9 |
1.177,2 |
4,6 |
5,4 |
42,5 |
6 |
Russia |
588,3 |
1.037,1 |
3,3 |
4,7 |
76,3 |
7 |
Austria |
880,0 |
920,2 |
4,9 |
4,2 |
3,3 |
8 |
Turchia |
676,4 |
823,0 |
3,8 |
3,7 |
21,6 |
9 |
Polonia |
614,6 |
768,4 |
3,4 |
3,5 |
23,7 |
10 |
Olanda |
716,4 |
750,6 |
4,0 |
3,4 |
1,9 |
Esportazioni FOB 01/01/2010 – 30/06/2010 – Principali gruppi merceologici |
|||
Tipologie merci |
Valore -milioni Euro- |
Quota % sul totale export |
Variazione % I sem 2010 / I sem 2009 |
Macchine e dispositivi meccanici; macchine, apparecchiature ed attrezzature elettriche |
4.612,2 |
26,8 |
+33,2 |
Metalli comuni ed altri articoli in metallo |
2.067,1 |
12,0 |
+44,8 |
Autoveicoli e altri mezzi ed attrezzature da trasporto |
2.877,2 |
16,7 |
+28,2 |
Materiali tessili ed altri articoli connessi |
1.510,3 |
8,8 |
+1,6 |
Prodotti minerali |
1.104,4 |
6,4 |
+23,4 |
Materie plastiche, gomma e articoli connessi. |
891,9 |
5,2 |
+36,9 |
Totale Esportazioni Mondo |
17.214,5 |
100 |
+26,2 |
Importazioni CIF 01/01/2010 – 30/06/2010 – Principali gruppi merceologici |
|||
Tipologie merci |
Valore -milioni Euro- |
Quota % sul totale |
Variazione % I sem 2010 / I sem 2009 |
Macchine e dispositivi meccanici; macchine, apparecchiature ed attrezzature elettriche |
6.220,4 |
28,3 |
+30 |
Prodotti minerali |
2.475,6 |
11,3 |
+50,4 |
Autoveicoli e altri mezzi ed attrezzature da trasporto |
1.590,6 |
7,3 |
+15,1 |
Metalli comuni ed altri articoli in metallo |
2.292,7 |
10,4 |
+33,2 |
Prodotti dell’industria chimica |
2.306,0 |
10,5 |
+8,8 |
Materiali tessili ed altri articoli connessi |
1.493,9 |
6,8 |
+26,7 |
Totale Importazioni Mondo |
21.953,4 |
100 |
+19,8 |
Nel 2009, solo il 50% del deficit è stato riequilibrato dagli investimenti esteri diretti, che hanno raggiunto complessivamente i 4,9 miliardi di euro, con un calo del 48,4% rispetto ai 9,5 miliardi registrati nel 2008, causato dagli effetti negativi della crisi economica internazionale, che ha ridotto i flussi di capitali esteri e il sostegno delle banche ai nuovi progetti di investimento. Degli investimenti esteri diretti registrati nel 2009 le partecipazioni al capitale, inclusi i profitti reinvestiti, rappresentano il 62,6% e i crediti intra-gruppo il 37,4%.
I settori di maggiore destinazione degli investimenti stranieri sono stati: attività industriali (in particolare industria metallurgica, automobilistica e dei componenti auto, materiali da costruzione, industria alimentare e del tabacco) e servizi (in particolare di intermediazione finanziaria, bancaria e assicurativa e servizi IT).
Considerando invece il numero di nuove imprese a partecipazione estera (dati del Registro del Commercio), nel 2009 sono state registrate in Romania 6.801 nuove aziende, portando a 166.728 il numero totale di imprese a partecipazione estera dal 1991. Anche in questo caso i dati sono inferiori rispetto al 2008 (-44,5%), quando erano state registrate ben 12.264 nuove aziende estere
Soprattutto nel 2009, la crisi finanziaria ha causato una fuga di capitali dai mercati dell’Europa dell’Est inclusa la Romania. Ai dubbi nati dall’esposizione alla crisi greca, a causa della forte presenza di banche elleniche nel Paese, i cui capitali rappresentavano prima della crisi il 15% degli assets bancari di tutta la Romania, il sistema bancario e la BNR hanno risposto positivamente, mostrando di disporre di adeguata capitalizzazione per fronteggiare simili crisi. Appaiono positivi gli sviluppi sul fronte delle garanzie bancarie, con l’atteso innalzamento della soglia di garanzia sui depositi fino a 100.000 euro, allineando così il sistema romeno al resto d’Europa.
Rimane di grande attualità all’interno del dibattito sulle riforme strutturali il processo di privatizzazione delle aziende di Stato, che aveva conosciuto fino al 2008 un periodo di grande attività. Il FMI sta effettuando pressioni affinché vengano inserite tra le prossime privatizzazioni in calendario quelle della “Compania Nationala a Huilei” impegnata nel settore del carbone, e di “Termoelectrica”, gruppi industriali che stanno registrando pesanti perdite di bilancio. È già stata prevista da parte del Governo l’immissione sul mercato di nuovi pacchetti azionari di OMV-Petrom (settore petrolifero) e Transgaz, mentre si sta perfezionando il rientro della partecipazione statale nel gruppo Rompetrol, che dalla sua privatizzazione al 50% avvenuta nel 2007 ha maturato, specialmente nel corso del 2009, ingenti perdite.
(valori in milioni euro)
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2004 |
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
I Sem 2010 |
Flussi in entrata |
5.183 |
5.212 |
9.059 |
7.250 |
9.496 |
4.556 |
1.623 |
Var. Annue % |
+166,3 |
+0,6 |
+73,8 |
-20,0 |
+31,0 |
-52,0 |
-45,8* |
Fonte: Elaborazione su dati BNR
* Variazione percentuale rispetto al dato del I semestre 2009, il cui valore era di 2994 milioni di euro
Flussi IDE (saldo al 30.06.2010) |
mln € |
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Totale |
48.798 |
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1. Olanda |
4.997 |
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2. Austria |
4.304 |
|
|
3. Germania |
4.291 |
|
|
4. Francia |
2.205 |
|
|
5. Grecia |
1.928 |
|
|
6. Cipro |
1.620 |
|
|
7. Italia |
1.418 |
|
|
8. Svizzera |
1.055 |
|
|
9. Spagna |
937 |
|
|
10. Regno Unito |
836 |
|
Fonte: www.onrc.ro
Le relazioni tra Italia e Romania sono caratterizzate da grande intensità, sia sul piano del dialogo politico, sia su quello della collaborazione economico-commerciale e si sviluppano nel quadro della nuova Dichiarazione di Partenariato strategico adottata a Bucarest il 9 gennaio 2008.
Il 9 ottobre 2008 si è svolto a Roma il 1° Vertice intergovernativo, che ha confermato l’interesse comune a sviluppare i rapporti in settori strategici quali l’energia, i trasporti e le tecnologie avanzate e ad instaurare un raccordo più stretto sui principali temi regionali di comune interesse, tra cui i Balcani Occidentali e l’area del Mar Nero. È stato confermato altresì il comune impegno ad affrontare i temi connessi alla cosiddetta “dimensione sociale” dei rapporti bilaterali, con particolare riferimento alla collaborazione in materia di sicurezza e giustizia, riguardanti l’inclusione sociale delle fasce più svantaggiate della comunità romena e in particolare quella di origine rom.
Gli incontri ad alto livello sono tradizionalmente frequenti. Il 16 settembre 2009 si è svolto a Roma il primo incontro ufficiale fra il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e il Primo Ministro romeno, Emil Boc. Il 20 Aprile 2010 il Ministro degli Esteri Franco Frattini e il suo omologo romeno Teodor Baconschi si sono incontrati a Roma e hanno passato in rassegna le principali tematiche bilaterali e internazionali in vista del secondo Vertice Intergovernativo.
Il 26 e 27 gennaio 2011, durante un viaggio di missione a Bucarest il Sottosegretario Mantica ha incontrato Bogdan Aurescu, il Ministro dell'Economia Ion Ariton ed il Consigliere Presidenziale ed ex Commissario Europeo Leonard Orban.
In materia penale sono in vigore tra i due Paesi le seguenti Convenzioni multilaterali:
· Convenzione Europea di Estradizione (Parigi, 1957) e II Protocollo addizionale alla Convenzione Europea di Estradizione (Strasburgo, 1978), in vigore per la Romania dal 9.12.1997;
· Convenzione Europea di Assistenza Giudiziaria in materia penale (CEAG – Strasburgo, 1959) e Protocollo Addizionale CEAG (Strasburgo, 1978), in vigore per la Romania dal 15.6.1999;
· Convenzione Europea sul riciclaggio, ricerca, sequestro e confisca dei proventi di reato (Strasburg, 1990), in vigore per la Romania dal 1° dicembre 2002;
· Mandato di Arresto Europeo (MAE) – Legge 22.4.2005 n. 69, in vigore per la Romania dal 1° gennaio 2007.
Dal 26 maggio 2006 è in vigore l’Accordo bilaterale sul trasferimento delle persone condannate alle quali è stata inflitta la misura dell’espulsione o quella dell’accompagnamento al confine. Nel gennaio 2010 è stato finalizzato un accordo sulle buone prassi amministrative da seguire per la sua applicazione. In materia civile è in vigore dal 1° gennaio 2007 il Regolamento (CE) n. 1348 del 29.5.2000 relativo alla notificazione e alla comunicazione negli Stati membri degli atti giudiziari ed extragiudiziari in materia civile e commerciale.
E’ altresì in vigore una Convenzione bilaterale firmata a Bucarest l’11 novembre 1972 concernente l’assistenza giudiziaria in materia civile e penale.
Dal dicembre 2009, e’ in servizio presso il Ministero della Giustizia romeno un magistrato di collegamento distaccato sulla base dell’Azione Comune 96/277/GAI del 22 aprile 1996.
I rapporti commerciali hanno registrato una lunga fase di espansione, con un interscambio che nei 5 anni precedenti al 2009 è più che raddoppiato. L`effetto della crisi economica internazionale ha prodotto effetti negativi, causando una forte riduzione anche degli interscambi con l’Italia. Il nostro Paese resta comunque attualmente il secondo fornitore ed il secondo cliente della Romania dopo la Germania.
Interscambio commerciale Romania - Italia dal 2003 al I semestre 2010
(valori in milioni di euro)
|
2003 |
2004 |
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
I sem 2010 |
Export verso l’Italia |
3.774 |
4.014 |
4.270 |
4.637 |
5.013 |
5.183 |
4.470 |
2.450 |
Import dall’ Italia |
4.140 |
4.515 |
5.032 |
5.955 |
6.485 |
6.384 |
4.572 |
2.621 |
Totale interscambio |
7.914 |
8.529 |
9.302 |
10.592 |
11.498 |
11.567 |
9.042 |
5.071 |
Saldo
|
- 366 |
- 501 |
- 762 |
-1.318 |
-1.472 |
-1.201 |
-102 |
-171 |
Elaborazione su dati INS (Istituto nazionale di Statistica)
Nei primi nove mesi del 2010 l'interscambio con l'Italia, pari a circa 7,65 miliardi di euro, è tornato ad avvicinarsi ai livelli considerati "fisiologici" del rapporto bilaterale: se anche questi numeri non permetteranno di raggiungere, anche con i dati completi per il 2010, gli 11,835 miliardi di euro del 2008, si è già ben oltre i valori del 2009, che dopo i primi nove mesi registravano solo 6,58 miliardi di euro e avevano portato, alla fine dell'anno, a raggiungere il totale di 9,037 miliardi di euro. L'aumento dell'interscambio commerciale rispetto ai primi nove mesi del 2009 è quindi del 16,3%.
Sempre per quanto concerne i dati relativi ai primi tre trimestri del 2010, la bilancia commerciale con l'Italia ha accresciuto di poco la propria leggera pendenza negativa, alla luce dell'aumento del valore delle importazioni del 18,6% (per un valore totale di 3,93 miliardi di euro) al quale si è contrapposto quello del 14,4% delle esportazioni, assestatesi sul valore di 3,72 miliardi di euro. Il deficit commerciale è quindi pari a 208 milioni di euro, ben lontano dal massimo degli ultimi anni, registrato nel 2007 (1.515 milioni di euro). I settori in grado di trainare il mercato rimangono il tessile e le macchine elettriche, con quote ragguardevoli sia per quanto riguarda l'import che l'export, comprese tra il 17,4% ed il 24,1%.
Per quanto concerne la quota di mercato italiana nelle esportazioni ed importazioni romene, si registrano rispettivamente una diminuzione ed una continua stabilità, con la quota delle merci in entrata in Romania ridottasi dal 15,4% al 13,9%; il peso complessivo italiano per quanto concerne il totale delle merci in uscita, registrato al 30 settembre, e relativo ai primi 9 mesi del 2010, è rimasto invece sostanzialmente invariato, dall'11,8% dello stesso periodo di riferimento nel 2009, all'attuale 11,6%. In particolare, la Romania ha esportato verso l’Italia un valore di 4,470 miliardi di euro (-14,4% rispetto al 2008), mentre le importazioni dall’Italia hanno raggiunto un valore di 4,572 miliardi di Euro (-30,9% rispetto al 2008). Pertanto, nel 2009, la bilancia commerciale della Romania rispetto all’Italia è stata quasi in pareggio, con soli 102 milioni di saldo commerciale negativo.
L'Italia continua a mantenere il secondo posto nella classifica dei partner commerciali della Romania, seconda solamente alla Germania, con la quale il distacco in termini di valore si è però leggermente dilatato nel corso dell'ultimo anno. Ragguardevoli balzi in avanti nel valore delle merci scambiate con la Romania sono stati compiuti da altri concorrenti, come Francia, Turchia, Ungheria e Cina, sebbene in valore assoluto gli aumenti conquistati da questi Paesi siano vicini, se non minori, rispetto a quelli del nostro Paese.
L’Italia si colloca al primo posto per numero di società a capitale straniero registrate in Romania mentre detiene il settimo posto per capitale investito. Al 31 agosto 2010, le società a capitale italiano iscritte al Registro del Commercio sono 29.731, pari al 17,10 % del totale delle società a capitale straniero, e l’ammontare del capitale italiano investito è di 1.816.893,1 milioni di dollari, pari al 4,90% del totale. Le partecipazioni italiane nel capitale sociale di imprese romene al 30 giugno 2010 risultavano pari a 1.418 milioni di euro, con una proiezione a fine anno, se dovesse permanere un analogo trend, di riduzione di circa un quinto rispetto all'anno precedente.
Tali dati non riflettonoadeguatamente la presenza del capitale italiano in Romania poiché considerano il solo capitale sociale effettivamente versato al momento della costituzione e non il valore dei beni capitali né i profitti reinvestiti. Sotto il profilo dell'impiego della manodopera locale, l'Italia può invece essere considerata il primo investitore in Romania, con un ammontare totale di circa 800.000 posti di lavoro creati direttamente da aziende italiane o nell'indotto.
La presenza italiana è diffusa in molte aree del Paese, anche se manifesta una generale tendenza a concentrarsi in alcune zone specifiche. Tra queste, è rilevante la tradizionale presenza dei nostri imprenditori nel Nord-Ovest, in particolare nella provincia di Timisoara, dove si è riprodotto un vero e proprio modello distrettuale italiano (oltre 2.820 aziende italiane e miste registrate). In tale area geografica e nelle province limitrofe (Arad, Bihor, Cluj) è ancora concentrato oltre un terzo delle presenze imprenditoriali italiane in Romania, mentre un quinto delle nostre aziende ha investito nella municipalità di Bucarest.
Negli ultimi anni, la Romania ha tuttavia visto una presenza maggiormente ampia e differenziata del nostro sistema imprenditoriale, tesa a sfruttarne le potenzialità di mercato emergente e di possibile trampolino per la penetrazione nella più vasta area sud-orientale. In tale quadro, la novità più importante è stata costituita senz’altro dall’“approdo” nel Paese delle grandi imprese e dei grandi gruppi industriali italiani (ENEL, Tenaris, Agip, Pirelli, tra gli altri).
Rilevante l’apporto di investitori nel terziario; nel corso degli ultimi anni le banche italiane hanno mostrato crescenti segni di interesse per il mercato bancario romeno[56] ed, anche in considerazione dell’interesse ad accompagnare l'azione delle aziende italiane che qui operano, hanno effettuato ingenti investimenti sino a rendere l’Italia il terzo investitore nel settore. Le forme di investimento realizzate vanno dall'acquisto di istituti di credito locali preesistenti (Unicredit[57], Veneto Banca, Intesa S.Paolo[58], Cassa di Risparmio di Firenze), alla costituzione di desk Italia presso banche internazionali (Banca Popolare di Vicenza). La Compagnia triestina Assicurazioni Generali ha inoltre rilevato dal gruppo di private equity Ppf Investments il controllo di due compagnie del Paese, Ardaf e Rai, raddoppiando la quota di mercato all’11,7% e diventando così il terzo operatore romeno.
Nell’ambito della presenza di gruppi italiani di grandi dimensioni, si registra l’attività del Gruppo Pirelli, che ha realizzato a Slatina, 200 km a sud di Bucarest, un impianto di produzione di pneumatici ed a Târgu Jiu un altro per la produzione di filtri. Il gruppo Tenaris Dalmine ha rilevato la Silcotub di Zalău (oggi tuttavia in crisi a causa della massiccia diminuzione degli ordini a livello europeo) e l’acciaieria Donasid di Călăraşi; il Gruppo Radici di Bergamo ha acquistato la Fibrex di Săvineşti già nel febbraio del 2000, e l'ENEL ha acquisito nell’aprile 2005 Electrica Dobrogea ed Electrica Banat (1.400.000 clienti) e nel giugno 2008 il pacchetto di maggioranza di Electrica Muntenia Sud (1.000.000 di clienti nella zona di Bucarest, Ilfov e Giurgiu) con un’operazione del valore di oltre 820 milioni di euro.
In compartecipazione con la società tedesca E.ON., ENEL ha inoltre avviato i negoziati con l’azienda locale Termoelectrica per la costruzione di un impianto a carbone ad alta efficienza per la generazione di elettricità in prossimità delle città di Brăila o Galati[59]. Sempre nel settore energetico, Ansaldo Energia ha poi realizzato la prima unità della Centrale nucleare di Cernavodă, che fornisce oltre il 10% del fabbisogno di energia elettrica del Paese, e, nell’ottobre 2007, ha messo in funzione la seconda unità[60]. Il 21 novembre 2008 è stato firmato l’accordo tra la società statale di gestione dell’energia nucleare, Nuclearelectrica, ed i sei gruppi stranieri, tra cui Enel, che dovrebbero finanziare la realizzazione dei reattori 3 e 4 della centrale.
Sono da tempo presenti in Romania alcuni importanti contractor italiani che lavorano su progetti infrastrutturali finanziati dall’UE e della BEI, nonché rilevanti gruppi del settore industriale e dei servizi: Riso Scotti (Ialomita), Lactitalia (Timişoara), Divani & Divani di Natuzzi (Baia Mare), Zoppas (Sânnicolau Mare), Termomeccanica Ecologia S.p.A. (che si è aggiudicata l’appalto per la realizzazione dell’impianto di trattamento delle acque reflue di Craiova, finanziato dalla BEI), Società Interbancaria per l’Automazione (che ha realizzato il sistema dei pagamenti interbancari per la Banca Nazionale di Romania), Martelli Europe S.r.l. (impianto di lavorazione del tessile a Buzău), Ferrari (con l’apertura di uno show-room nel maggio 2008), Parmalat, Agip, Assicurazioni Generali, Sirti/Finsiel, Stefanel, Fiat/Iveco, Butan Gas, Italferr, Indesit, Astaldi/Italstrade[61], Grassetto, Secol, TIrrenia Scavi, Pizzarotti, Euroholding e SNAM Progetti.
Nel settore dei trasporti, ulteriori opportunità potranno scaturire dalla decisione del Governo romeno di privatizzare la società “CFR” che gestisce il trasporto merci delle Ferrovie dello Stato romene. Il piano d’azione è attualmente in attesa dell’approvazione da parte delle Autorità europee. La Romania ha inoltre in programma la costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità (Budapest-Bucarest) e la modernizzazione delle principali stazioni ferroviarie del Paese, per le quali vi è un interesse della società Grandi Stazioni. Il Gruppo FS sta inoltre seguendo la definizione di altri due importanti progetti: la realizzazione del collegamento ferroviario tra la stazione di Bucarest Nord e l’aeroporto internazionale della capitale, per il quale vi è anche un interesse da parte del Gruppo Finmeccanica, e la costruzione dell’anello ferroviario intorno a Bucarest.
Non meno interessante il dato della presenza italiana nel settore agro-alimentare, nel quale il nostro Paese risulta essere il primo investitore straniero: circa 300.000 ettari di terreni agricoli sul territorio romeno sono stati acquisiti da società a partecipazione italiana, e la tendenza è verso un’ulteriore crescita. Sono già attive nel settore numerose imprese italiane, tra le quali Riso Scotti, New Holland, Maschio Gaspardo, Colussi, Antinori, Agrimon.
Di rilievo anche gli interessi italiani nel settore della difesa e delle alte tecnologie. Il Gruppo Finmeccanica (SELEX Communications, Telespazio, Elsag ed Ansaldo Nucleare) ha aperto nel 2006 un ufficio di rappresentanza a Bucarest[62]. La società Orizzonte Sistemi Navali è invece interessata a partecipare alla gara per acquisto di quattro corvette e l’ammodernamento di due fregate “Type 22” da parte della Marina romena. Orizzonte, assieme a Fincantieri e Selex, dovrebbe presentare a breve una proposta che include un finanziamento a lungo termine ed un forte coinvolgimento dell’industria locale. Il 7 dicembre 2007 è stato sottoscritto un contratto tra Alenia Aeronautica ed il Ministero della Difesa per la fornituradi 7 aeroplani da trasporto C-27J Spartan. Alenia, alla guida del Consorzio Eurofighter, era altresì interessata alla garaper la fornitura di 24/48 velivoli da combattimento per l’Aeronautica Militare romena; attualmente, a seguito di una prima indicazione espressa da parte romena verso l’acquisto di 24 aerei F16 usati dalle Forze Armate USA, si stanno svolgendo consultazioni tra il Parlamento e le altre aziende interessate, tra le quali Alenia, per addivenire ad una decisione definitiva (anche se l’attuale difficile situazione finanziaria del Paese mette per il momento in forse l’effettiva prosecuzione del tender). La Oto Melara è impegnata nella realizzazione delle torrette per carri armati in dotazione presso l’esercito romeno. La SELEX Sistemi Integrati ha realizzato il sistema di controllo del traffico aereo civile, commissionato dal Ministero romeno dei Trasporti e co-finanziato dalla BEI (100 milioni di dollari).
Interessi delle aziende italiane nel settore energetico
Le risorse interne romene (petrolio, gas e carbone) sono diversificate ma insufficienti a coprire il fabbisogno nazionale, notevolmente cresciuto in ragione della continua espansione della produzione industriale. La Romania importa il 34% del suo fabbisogno, principalmente dalla Russia.
Obiettivo del Governo romeno è quindi la sicurezza e la diversificazione degli approvvigionamenti. Bucarest è tra i sostenitori del progetto di gasdotto Nabucco e del progetto di oleodotto Costanza-Trieste (PEOP), che renderebbe il Paese il principale punto di partenza europeo per il trasporto del greggio proveniente dal Mar Caspio e dal Medio Oriente (la Romania ha stretto accordi in tal senso con l’Azerbaijan ed il Qatar). L’Italia ha fino ad oggi assicurato il sostegno “politico” al progetto, ma non è entrata a far parte del consorzio di imprese che ne dovrebbe promuovere la realizzazione.
La Romania ha inoltre manifestato la propria apertura nei confronti del progetto South Stream, sviluppato congiuntamente da Gazprom ed ENI. A tal fine, nell’ottobre 2010 è stata firmata un’intesa tecnica per verificare la possibilità che il tracciato passi sul territorio romeno.
Per quanto riguarda il comparto dell’energia elettrica, nel quale il Paese è esportatore netto, la Romania potrebbe triplicare entro il 2020 la produzione derivante da risorse rinnovabili.
Presenza delle aziende italiane:
ENEL: l’azienda è attualmente il principale investitore nel settore elettrico in Romania, con acquisizioni di oltre 1 miliardo di Euro, 2,5 milioni di clienti, pari a circa il 30% del mercato, circa 5.500 dipendenti ed un piano di investimenti per l’ammodernamento delle reti elettriche per oltre 2 miliardi di Euro nei prossimi 15 anni. La strategia dell’ENEL è volta a posizionare il Gruppo come operatore integrato nel mercato elettrico romeno, attraverso le seguenti priorità:
· prosecuzione nella partecipazione alla gara per lo sviluppo di due nuove unità nucleari presso l’impianto di Cernavodă (investimento superiore a 2 miliardi di Euro); A seguito dell’abbandono del progetto da parte di alcuni investitori stranieri, ENEL ha deciso comunque di proseguire. Nel caso in cui l'attività di "scouting" di nuovi investitori da parte del Governo romeno dovesse dare esito negativo, lo Stato si troverebbe costretto ad aumentare la propria quota nel progetto (scenario che appare alquanto irrealistico, alla luce delle difficoltà economiche del Paese) oppure a dare luce verde soltanto alla costruzione di uno dei due reattori programmati
· sviluppo di una serie di impianti a fonti rinnovabili, in particolare eoliche;
· realizzazione di almeno un impianto a carbone ad alta efficienza per la generazione di elettricità, con limitato impatto ambientale, in prossimità delle città di Brăila o Galaţi;
· sviluppo di attività commerciali per la compravendita di energia all’ingrosso sul mercato romeno.
La posizione del Gruppo in Romania è venuta recentemente al centro dell’attenzione del Senato Romeno che ha creato una commissione d’inchiesta che dovrà presentare un rapporto relativo alla qualità dei servizi forniti da ENEL (e della tedesca E.ON). L’azienda italiana ha ammesso alcune mancanze, che imputa però a difficoltà oggettive quali lo stato della rete, ma nega sostanziali violazioni dei contratti stipulati.ENEL vanta altresì un credito di circa 150 milioni di Euro nei confronti delle Ferrovie romene, per il quale – nonostante vari interventi a livello politico – non si è finora pervenuti ad una soluzione soddisfacente per l’azienda italiana.
ANSALDO ENERGIA: il gruppo ha realizzato insieme al partner canadese AECL le prime due unità della centrale nucleare di Cernavodă, che forniscono da sole il 20% del fabbisogno energetico nazionale ed è inoltre interessata alla costruzione e messa in opera della terza e quarta unità.
TERNA ha firmato con il gestore della rete di trasmissione dell’energia elettrica, Transelectrica, un MoU sullo sviluppo infrastrutturale e la partnership strategica; è inoltre interessata ad uno scambio azionario con l’omologa romena (al 71% controllata dal Ministero dell’Economia).
INERGIA: nei prossimi due anni opererà nello sviluppo, realizzazione e gestione di impianti di produzione di energia rinnovabile. Verso la fine del 2005 il gruppo ha approvato un piano di investimenti per la costruzione di una società in Romania, la “Land Power”Srl, con l’obiettivo prioritario di sviluppare progetti per la produzione d’energia da fonti rinnovabili, in particolare eolico ed idroelettrico.
SORGENIA ROMANIA: costituita nel 2008, prevede di investire 600 milioni di Euro nel comparto eolico entro il 2011. Sono in fase avanzata i progetti per la costruzione di due parchi da 106 MW complessivi nella provincia di Vaslui e per altri due parchi, da 62 MW totali, in provincia di Costanza.
SARASè impegnata, attraverso proprie controllate, nella realizzazione di parchi eolici nella regione della Dobrugia.
Da segnalare infine il re-branding, ad inizio febbraio 2011, della più importante associazione imprenditoriale italiana in Romania, Unimpresa Romania, che conta attualmente circa mezzo migliaio di soci. La nuova associazione entra a far parte a pieno titolo del sistema confindustriale italiano ed assume la denominazione di "Confindustria Romania", federata in "Confindustria Balcani", nata alcuni mesi addietro e comprendente al momento circa 1.500 associati.
DATI STATISTICI RELATIVI AL RISCHIO
STUDIO DELLE CATEGORIE DI RISCHIO – SACE – |
||
Categoria OCSE |
4/7 |
|
Categoria Consensus |
2 |
|
Rating |
BB+ |
Standard & Poors’s |
BBB- |
Moody’s |
|
BB+ |
Fitch |
|
Garanzie deliberate (capitale e interessi) |
220,8 mln € |
|
Garanzie perfezionate |
147,0 mln € |
135,9 mln € già erogati |
Rischio operativo |
Basso |
Outlook: stabile |
Rischio finanziario |
Basso |
Outlook: stabile |
Rischio economico |
Basso |
Outlook: stabile |
Rischio politico |
Basso |
Outlook: negativo |
Forti di antiche e sempre vive tradizioni latine, le relazioni culturali vivono una nuova fase che si è aperta con la firma del nuovo Accordo culturale e scientifico del 21 ottobre 2003, in occasione della Visita di Stato dell’allora Presidente Ciampi. Tale accordo èentrato in vigore nel marzo del 2006 e sostituisce i precedenti accordi: quello culturale del 1967 e quello di cooperazione scientifica e tecnologica del 1964.
Richiamandosi spesso alle comuni origini latine, i romeni si sentono particolarmente vicini all’Italia e ciò è testimoniato dalla disponibilità con cui le istituzioni culturali collaborano con l’Ambasciata d’Italia, l’Istituto di Cultura e l’ICE.
Fra le attività realizzate nel 2010 si registra il Festival Italiano, organizzato in concomitanza con la Festa della Repubblica, che ha visto succedersi per un mese iniziative legate alla moda, all’eno-gastronomia, alla cultura e al settore sociale, riscotendo un grande successo.Giunto alla seconda edizione, il Festival ha visto, fra le varie manifestazioni proposte, una settimana di eventi italiani presso il celebre Museo del Villaggio di Bucarest, una mostra di fotografie della Nazionale Italiana di Calcio, patrocinata dalla FIGC, una mostra sull’Espresso italiano e un caffe’ letterario con lo scrittore italiano Andrea Pinketts.
il Salone del Libro più grande della Romania che ha visto lo scorso anno la partecipazione della Casa Editrice Einaudi con una mostra dedicata alle edizioni storiche di capolavori della letteratura italiana del dopoguerra. Nell’ambito della musica classica, è di rilevanza mondiale il Festival Enescu[63] che si è svolto a Bucarest nel settembre di quest’anno ed ha visto la partecipazione di celebri artisti ed orchestre italiane.
Nel contesto della Decima Edizione della Lingua Italiana nel Mondo, si segnala la realizzazione del concerto del cantautore italiano Edoardo Bennato, che si è esibito a Bucarest il 21 ottobre 2010 e ha altresi tenuto una lezione presso la cattedra di italianistica dell’Universita’ di Bucarest.
Nel settore della collaborazione interuniversitaria sono attivi numerosi accordi di collaborazione tra Atenei italiani e romeni, anche nell'ambito della partecipazione ai programmi comunitari Socrates-Erasmus e Tempus-Phare. E' stato inoltre costituito nel 1992 un Centro Culturale Italiano a Cluj con funzioni di punto di raccordo della collaborazione interuniversitaria romeno-italiana.
E’ attiva a Bucarest la Scuola italiana privata "Aldo Moro", operante dal 1990 e comprendente una scuola materna, elementare, media ed un liceo scientifico quadriennale. Il 17 aprile 2002 è stato firmato il Memorandum d’Intesa fra le Autorità italiane e romene con cui si definiscono le modalità di funzionamento delle sezioni bilingue presso i Licei romeni. Gli Istituti che hanno già creato sezioni di questo tipo sono cinque: due a Bucarest, gli altri a Deva, Cluj-Napoca e Timisoara. Il nostro Paese contribuisce con l’invio dal nostro Paese di docenti di ruolo, la concessione di contributi finanziari e la fornitura di testi scolastici e di materiale didattico multimediale. Il numero complessivo degli alunni di queste istituzioni scolastiche è di 827 unità.
In Romania sono attivi attualmente cinque lettorati presso le Universita’ di Bucarest, Cluj-Napoca, Timisoara, Iasi e Costanza.
Dall’anno scolastico 2007-2008 sono in corso in alcune scuole italiane dei progetti pilota di lingua e civiltà romena. A favore di queste iniziative, finanziate dalle Autorità romene, si sono espressi il Ministro della Pubblica Istruzione Adomnitei e l’allora Ministro Fioroni con una dichiarazione congiunta siglata durante un loro incontro a Rimini il 25 agosto 2007.
Recentemente si è sviluppata una collaborazione anche nel settore della protezione e tutela dell’ambiente. L’11 marzo 2009 sono stati inaugurati due nuovi progetti “twinning”: il primo relativo all’azione di sostegno della Guardia Nazionale Ambientale romena per il rafforzamento delle proprie capacità di ispezione e controllo ed il secondo concernente il rafforzamento dell’applicazione della legislazione comunitaria in materia nelle zone di confine dell’Unione Europea. Tali progetti verranno realizzati in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata e del Veneto, con l’Istituto Superiore di Sanità e con il Centro di Geomorfologia Integrata per l’Area del Mediterraneo.
Per l’A.A. 2009/2010 il Ministero degli Affari Esteri ha offerto ai cittadini romeni 70 mensilità dell’importo di euro 619,75 per corsi brevi di lingua italiana e per borse di studio di diversa tipologia della durata di 3, 6, 9 o 12 mesi.
La comunità romena è la più numerosa comunità straniera presente sul territorio italiano, nonché la principale collettività all’estero della stessa Romania. Secondo i dati forniti dall’ISTAT per il 2009, la collettività romena legalmente stabilitasi in Italia avrebbe raggiunto le 796.477 unità. La presenza di rom di origine romena è stimata intorno alle 50.000 unità, mentre i detenuti romeni sono 3136[64].
Questa comunità è sempre più organizzata, dalle strutture ecclesiastiche (Chiesa Ortodossa romena) alle formazioni politiche. Quest’ultime rispondono a strutture di respiro più largo, in quanto presenti anche in Spagna e Grecia, e rappresentano un trait d’union fra i partiti nazionali e le collettività romene all’estero. Queste formazioni annoverano filiali del Partito Socialdemocratico e Partito Democratico Liberale, Iniziativa Romaneasca (movimento che è diretta emanazione degli emigrati), Identitatea Romaneasca (primo partito politico degli emigrati).
A seguito dell’ingresso della Romania nella UE, ai cittadini romeni si applica il principio della libera circolazione. Da parte italiana è stato deciso di applicare, con eventuale rinnovo di anno in anno, un regime restrittivo transitorio per quanto riguarda i lavoratori subordinati, prevedendo peraltro numerose eccezioni (settore agricolo, turistico-alberghiero, lavoro domestico e di assistenza alla persona, settori edilizio e metalmeccanico, lavoro dirigenziale e altamente qualificato, lavoro stagionale[65]).
Ai cittadini romeni si applicano le disposizioni del Decreto Legislativo 6 febbraio 2007 n. 30, modificato dal Decreto Legislativo 28 febbraio 2008 n. 32, che recepiscono la direttiva CE 2004/38. Detta direttiva conferisce a tutti i cittadini dell’UE il diritto di recarsi in un altro Stato membro e di soggiornarvi senza condizioni sino a tre mesi. Per soggiorni di durata superiore occorre invece soddisfare alcuni requisiti, quali lo svolgimento di un’attività di lavoro subordinato o autonomo, il possesso di risorse economiche sufficienti e di un’assicurazione sanitaria. Il diritto di soggiorno nello Stato membro ospitante diventa permanente, non soggetto ad alcuna condizione, dopo un periodo ininterrotto di cinque anni di residenza legale.
Tra Italia e Romania vige un Accordo in materia di criminalità organizzata, firmato nel maggio 1993. Nel 2003 è stato firmato un accordo per il trasferimento dei detenuti. Alla vigilia dell’ingresso della Romania nell’Unione Europea, nel dicembre 2006, è stato sottoscritto a Bucarest dai Ministri dell’Interno un protocollo d’intesa operativo nel settore della lotta alla criminalità organizzata. Il 22 novembre 2007 è stata sottoscritta un’intesa tra le polizie di frontiera italiana e romena per l’avvio di operazioni di pattugliamento con squadre miste, composte da personale di Polizia di Frontiera della Romania e dell’Italia, per la vigilanza, in territorio romeno, della frontiera esterna, e, in territorio italiano, del confine terrestre interno italo-austriaco.
E’ stato inoltre firmato il 9 giugno 2008 un Accordo per la protezione dei cosiddetti minori non accompagnati ed è in corso di negoziato un’intesa per la copertura delle spese sostenute dal Sistema Sanitario Nazionale per le cure mediche a favore dei cittadini romeni.
Il Governo romeno ha inoltre avviato un rafforzamento delle strutture consolari, per poter fornire più puntuale assistenza ai connazionali. Oltre il Consolato Generale di Milano e Torino, una sezione consolare a Roma e cinque consolati onorari, le autorità romene hanno recentemente istituito tre nuovi Consolati Generali a Trieste, Bologna e Cosenza.
La collettività italiana residente in Romania è composta prevalentemente da connazionali di recente immigrazione, soprattutto imprenditori, titolari di piccole imprese, artigiani e ristoratori che hanno dislocato o trasferito in Romania le loro attività, attratti dalla prospettiva di realizzare maggiori guadagni in virtù del basso costo del lavoro locale. Al maggio 2010, i cittadini italiani iscritti in Anagrafe Consolare di Bucarest risultano 2.237 e 1.065 quelli iscritti nell’Anagrafe Consolare di Timisoara. Molti dei nostri connazionali risultano tuttavia restii ad iscriversi all’anagrafe consolare, a causa della vicinanza al nostro Paese, cosicché i residenti effettivi dovrebbero essere un numero più consistente.
Accanto a tale realtà piuttosto dinamica vive una comunità di circa 300 connazionali discendenti di generazioni la cui immigrazione in Romania va compresa tra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del secolo scorso. E’ peraltro impossibile oggi accertarne la consistenza (che avrebbe in alcuni periodi raggiunto le 30.000 unità), sia per l'assimilazione forzata compiuta dal regime comunista, sia perché una importante componente di tale comunità non ha mai goduto della cittadinanza italiana in quanto di origine trentina e friulana, emigrata ai tempi dell’appartenenza all'Impero Austro-ungarico. Lo Stato romeno riconosce comunque ai discendenti degli emigrati di origine italiana lo status di "minoranza etnica", cui è automaticamente concessa l'elezione di un deputato in base all'art. 59 della Costituzione del 1991. Nell’attuale Camera dei Deputati di Bucarest la minoranza italiana è rappresentata dall’On. Mircea Grosaru, esponente della RO.AS.IT. (Associazione degli Italiani di Romania).
A partire dal 2000, la Romania rientra nel novero dei Paesi eleggibili per finanziamenti sui fondi della legge 49/87 per iniziative promosse da ONG e programmi di emergenza.
I principali ambiti di attività delle associazioni italiane presenti in Romania riguardano la tutela e la cura dei bambini e degli adolescenti in difficoltà.
In particolare, un problema persistente, fin dai tempi della caduta di Ceausescu, è la drammatica situazione dell’infanzia istituzionalizzata (condizioni materiali precarie e l’elevata diffusione dei casi di AIDS pediatrico). Relativamente a quest’obiettivo si inserisce l’iniziativa del GVC che ha contribuito alla chiusura di due istituti di accoglienza obsoleti e fatiscenti. Nel corso del 2010 è proseguito il processo di de-istituzionalizzazione dei minori, con largo ricorso ad utilizzo di assistenti maternali da parte dello Stato e promozione delle case-famiglia da parte delle ONG.
In Romania sono attive numerose Organizzazioni Non Governative italiane, sia religiose che laiche. Alcune di esse, grazie anche all’impulso dell’Ambasciata, si sono riunite nel Comitato Associazioni e ONG italiane in Romania (C.I.A.O). Sorto nel 2008, il Comitato si propone l’obbiettivo di coordinare l’operato e ottimizzare le risorse delle associazioni che ne sono parte, promuovendo all’esterno i valori condivisi e cercando di sensibilizzare la realtà romena sui problemi dell’infanzia, dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, dell’etica negli ambienti di lavoro e dello sviluppo sostenibile. Nel 2010 hanno beneficiato degli interventi delle nostre ONG 7107 cittadini romeni.
Il Ministero degli Affari Esteri ha finanziato, ad oggi, sei progetti promossi dalle ONG AVSI (due progetti), CESVI, GVC, COMI e GRT. Quest’ultimo, volto a contrastare ilrandagismo canino, che segue un approccio animalista innovativo, su una tematica molto controversa in Romania, dando voce ai diritti degli animali nell’affrontare il problema del randagismo e della rabbia canina.
2008
9 gennaio |
Visita a Bucarest dell’On. Ministro D’Alema. Incontri con il Ministro degli Esteri Cioroianu ed il Primo Ministro Tariceanu |
6 maggio |
Partecipazione del Presidente di Confindustria Montezemolo alla riunione di Unimpresa Romania a Bucarest |
15 maggio |
Incontro a Roma tra il Ministro dell’Interno Maroni ed il suo omologo David |
5 giugno |
Visita a Bucarest del Ministro dello Sviluppo Economico, Commercio Internazionale e Comunicazioni Scajola |
9 giugno |
Incontro a Roma tra l’On. Ministro Frattini ed il Ministro degli Esteri Comanescu |
10 giugno |
Visita a Bucarest del Ministro per le Politiche Comunitarie Ronchi |
2 luglio |
Incontro dell’On. Ministro con il Presidente della Commissione Esteri del Senato, Mircea Geoana |
31 luglio |
Incontro a Roma del Presidente Basescu con il Presidente Berlusconi |
5 Settembre |
Incontro a Roma del Presidente Basescu con il Presidente della Repubblica Napolitano |
9 ottobre |
Primo Vertice Intergovernativo italo-romeno a Roma |
2009
29 gennaio |
Visita a Roma del Ministro dell’Economia Videanu |
23 febbraio |
Incontro dell’On. Ministro con il Ministro degli Esteri Diaconescu, Roma |
23 aprile |
La Presidente della Camera romena, Anastase, ha incontrato a Roma il Ministro Frattini ed il Presidente della camera Fini |
8 giugno |
Trilaterale a Belgrado tra i MAE di Italia, Romani e Serbia |
7 luglio |
Visita a Bucarest del Ministro degli Esteri Frattini |
16-17 luglio |
Visita a Bucarest della Commissione Parlamentare per l’Infanzia, presieduta dall’On. A. Mussolini |
22-23 luglio |
Visita a Bucarest del Ministro dell’Interno Maroni |
16-17 settembre |
Visita a Roma del Primo Ministro romeno Emil Boc, accompagnato dai Ministri degli Esteri Diaconescu, dell’Economia Videanu e della Salute Bazac |
27-28 ottobre |
Visita a Bucarest dei membri italiani dell’Assemblea Parlamentare INCE (in occasione riunione annuale) |
12 novembre |
Visita a Bucarest del Ministro degli Esteri Frattini (in occasione della ministeriale INCE) |
13 novembre |
Visita a Bucarest del Sottosegretario di Stato Alfredo Mantica (in occasione del vertice INCE) |
2010
15-17 aprile |
Visita a Roma del Presidente del Senato Geoana (per Assemblea dei Senati europei – incontro il 16-4 con l’On. Ministro) |
20-21 aprile |
Visita a Roma del Ministro degli Esteri Baconschi (incontri con l’On. Ministro, il Presidente della Camera Fini e il Ministro delle Politiche Europee Ronchi) |
25-26 ottobre |
Visita a Bucarest della Commissione Straordinaria per la Tutela e la Promozione dei Diritti Umani del Senato |
9 novembre |
Visita a Bucarest del Presidente della Camera Fini |
2011
26-27 gennaio |
Visita a Bucarest del SS Mantica - Incontro con l’omologo Bogdan Aurescu, il Ministro dell'Economia Ion Ariton ed il Consigliere Presidenziale ed ex Commissario Europeo Leonard Orban. |
Denominazione |
Data firma |
In vigore |
MEMORANDUM DI INTESA SUL FUNZIONAMENTO DELLE SEZIONI SCOLASTICHE BILINGUI, CON N. 2 ALLEGATI |
17/04/2002 |
21.11.2002 |
SCAMBIO DI NOTE, COSTITUENTE UN ACCORDO, PER L'ESENZIONE DALL'OBBLIGO DI VISTO AGLI AUTISTI CHE EFFETTUANO TRASPORTI DI MERCI E PASSEGGERI TRA I DUE PAESI. |
24/04/2002 |
01.05.2002. COMUNICATO IN GU N. 268 SO DEL 15.11.2002. |
SCAMBIO DI NOTE, COSTITUENTE UN ACCORDO, SUL RECIPROCO RICONOSCIMENTO DELLE PATENTI DI GUIDA, CON N. 3 ALLEGATI. |
17/06/2002 |
17/06/2002 |
MEMORANDUM DI INTESA PER LA COOPERAZIONE NEL PROCESSO DI ADESIONE DELLA ROMANIA ALL'UNIONE EUROPEA. |
12/11/2002 |
12.11.2002 |
ACCORDO SUL TRASFERIMENTO DELLE PERSONE CONDANNATE ALLE QUALI E' STATA INFLITTA LA MISURA DELLA ESPULSIONE O QUELLA DELL'ACCOMPAGNAMENTO AL CONFINE. |
13/09/2003 |
13/09/2003 |
ACCORDO DI COOPERAZIONE CULTURALE E SCIENTIFICA. |
21/10/2003 |
10.03.2006 |
ACCORDO PER LA RECIPROCA TUTELA DELLE INFORMAZIONI CLASSIFICATE. |
06/04/2005 |
01.12.2005 |
ACCORDO SULLA COOPERAZIONE PER LA PROTEZIONE DEI MINORI ROMENI NON ACCOMPAGNATI O IN DIFFICOLTA' PRESENTI SUL TERRITORIO ITALIANO. |
09/06/2008 |
12.10.2008 |
ACCORDO DI COLLABORAZIONE TURISTICA. |
15/04/1993 |
18.01.1996 |
SCAMBIO DI NOTE PER L'ESENZIONE E LA GRATUITA' DEL VISTO CONSOLARE SUI CERTIFICATI DI ORIGINE E SULLE FATTURE COMMERCIALI. |
25/02/1930 |
21.01.1933 |
PROTOCOLLO CONCERNENTE IL REGIME DOGANALE, CON SCAMBIO DI NOTE. |
25/11/1950 |
20.12.1950 |
ACCORDO DI PAGAMENTO E SCAMBI DI NOTE. |
28/01/1958 |
01.03.1958. COMUNICATO IN GU N. 58 DEL 07.03.1958 |
ACCORDO PER LA COOPERAZIONE SCIENTIFICA E TECNICA. |
16/06/1964 |
30.03.1965 |
CONVENZIONE VETERINARIA, CON SCAMBIO DI NOTE. |
14/04/1965 |
14.04.1965 PARZIALMENTE |
ACCORDO PER LA COLLABORAZIONE ECONOMICA, INDUSTRIALE E TECNICA. |
06/09/1965 |
10.03.1966 |
ACCORDO SUI TRASPORTI INTERNAZIONALI SU STRADA. |
14/07/1966 |
02.06.1967 |
ACCORDO CULTURALE. |
08/08/1967 |
07.02.1968 |
ACCORDO DI COPRODUZIONE CINEMATOGRAFICA. |
08/08/1967 |
05.12.1967 |
SCAMBIO DI NOTE RELATIVO ALL'APERTURA DI UFFICI TURISTICI NELLE RISPETTIVE CAPITALI. |
08/08/1967 |
08.08.1967 |
CONVENZIONE CONSOLARE. |
08/08/1967 |
11.05.1972 |
SCAMBIO DI NOTE PER LA RIAPERTURA DELL'ACCADEMIA ROMENA A ROMA E DELL'UFFICIO DELL'ADDETTO CULTURALE A BUCAREST. |
10/08/1967 |
10.08.1967 |
ACCORDO CONCERNENTE IL REGOLAMENTO DELLE QUESTIONI FINANZIARIE IN SOSPESO, CON SCAMBIO DI NOTE. |
23/01/1968 |
07.03.1972 |
SCAMBIO DI NOTE PER LA RECIPROCA APERTURA DI BIBLIOTECHE NELLE RISPETTIVE CAPITALI. |
18/06/1969 |
18.06.1969 |
PROTOCOLLO ADDIZIONALE DI COLLABORAZIONE TECNICA E SCIENTIFICA NEL SETTORE AGRICOLO. |
18/03/1971 |
18.03.1971 |
DICHIARAZIONE SOLENNE. |
22/05/1973 |
22.05.1973 |
ACCORDO FITO-SANITARIO. |
11/11/1972 |
09.09.1973 |
CONVENZIONE CONCERNENTE L'ASSISTENZA GIUDIZIARIA IN MATERIA CIVILE E PENALE. |
11/11/1972 |
04.08.1975 |
ACCORDO SULLA NAVIGAZIONE MARITTIMA. |
22/05/1973 |
18.01.1976 |
ACCORDO DI COLLABORAZIONE ECONOMICA, INDUSTRIALE E TECNICA. |
22/05/1973 |
20.05.1976 |
Relazioni parlamentari ITALIA-Romania |
Presidenza del Parlamento |
|
Senato (Senatul) |
Mircea Dan Geoană(dal dicembre 2008) |
Camera |
Roberta Alma ANASTASE (dal dicembre 2008) |
Rappresentanze diplomatiche |
|
Ambasciatore d’Italia |
S.E. Mario COSPITO (dal luglio 2008) |
Ambasciatore di Romania |
S.E. Răzvan-Victor RUSU (dal febbraio 2008) |
XVI legislatura
Il 2 febbraio 2011 è pervenuta al Presidente Fini una lettera del Presidente del Senato romeno, Mircea Geoană, in cui si ribadisce la piena legittimità della Romania ad entrare nello spazio Schengen, dal momento che essa, secondo il rapporto di valutazione tecnica, soddisfa tutti i requisiti tecnici richiesti dalla UE. Il Presidente Geoană chiede pertanto al Presidente Fini di incoraggiare il Parlamento italiano perché chieda al Governo di supportare, nell’ambito del Consiglio europeo, il diritto legittimo della Romania di entrare a far parte dell’area Schengen a partire dalla primavera del 2011, in considerazione del rapporto di valutazione positivo e dell’opinione favorevole del Parlamento europeo.
Il 24 novembre 2010 il Presidente Geoană ha scritto al Presidente Fini per ringraziarlo dell’incontro svoltosi durante la visita ufficiale del Presidente a Bucarest del 9 novembre 2010 e per rinnovare la sua proposta di rafforzare ulteriormente la cooperazione interparlamentare attraverso meccanismi di consultazione permanente tra le Commissioni delle due Assemblee. Egli esprime inoltre apprezzamento per il sostegno della Camera dei deputati all’ingresso della Romania nell’area Schengen e invita il Presidente Fini all’evento organizzato a Roma dall’”Associazione dei Romeni in Italia” il 5 dicembre 2010, in occasione della Festa nazionale della Romania (al Presidente non è stato possibile prendervi parte).
Il 22 giugno 2010 è pervenuta al Presidente una lettera della Presidente della Camera romena, Roberta Anastase, con la quale la Presidente Anastase ha rivolto felicitazionie auguriin occasione della festa della Repubblica italiana.
Il 23 marzo 2010 è pervenuta al Presidente Fini unalettera del Presidente della Camera Anastase, in cui, dopo aver ribadito il suo compiacimento per l’andamento delle relazioni bilaterali, la Presidente Anastase, a nome suo e del Parlamento romeno, ha rinnovato l’invito al Presidente Fini a svolgere una visita ufficiale in Romania (la visita si è svolta il 9 novembre 2010; si vedano infra gli incontri bilaterali).
in data 18 maggio 2009 è pervenuta alla Presidenza una lettera dei Presidenti delle Camere, Roberta Anastase e Mircea Geoană, contenente la Dichiarazione Solenne del Parlamento della Romania, adottata il 31 marzo 2009, in occasione della celebrazione del 60° anniversario della NATO e dei cinque anni dall’adesione della Romania alla NATO.
Dopo la sua visita del 23 aprile 2009, la Presidente Anastase ha scritto una lettera, pervenuta alla Presidenza il 15 maggio 2009, per ringraziare il Presidente Fini dell’accoglienza ricevuta e per invitarlo a recarsi in visita ufficiale in Romania.
In data 15 aprile 2009 è pervenuta al Presidente Fini una lettera del Presidente Anastase, relativa ai disordini scoppiati nella Repubblica di Moldova dopo le elezioni del 5 aprile u.s., in cui si esprime preoccupazione per la reazione del Governo moldavo, ritenendo che tali fatti possano minare i valori fondanti di ogni democrazia e rendano problematici i rapporti della Moldavia con l’Unione europea. Per questa ragione, si chiede al Presidente Fini di sollecitare un attento monitoraggio della situazione in Moldavia, affinché non si verifichino altre eventuali violazioni dei diritti umani, repressioni e censura dei mezzi d’informazione, e lo si esorta altresì a richiamare l’attenzione dei membri della Camera su questa situazione.
Il Presidente Fini ha provveduto a trasmettere copia della lettera alla Commissione Affari esteri, organo competente a seguire gli eventuali sviluppi della vicenda.
Il 9 novembre 2010 il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, si è recato in visita ufficiale in Romania. Al Presidente della Camera è stata conferita una laurea honoris causa presso l'Università Statale di Bucarest, per il suo impegno nella ''costruzione di una societa' europea aperta, solidale e dinamica''. Durante la cerimonia, dopo un indirizzo di saluto del Rettore, Ioan Panzaru, e una laudatio domini svolta dal Vice Rettore, Mircea Dumitru, il Presidente Fini ha pronunciato una lectio magistralis sul tema: "Sicurezza ed inclusione sociale: le sfide della nuova Europa".
Il Presidente Fini ha quindi incontrato la Presidente della Camera dei deputati, Roberta Alma Anastase, il Presidente del Senato, Mircea Geoana, il Primo Ministro, Emil Boc, il Presidente della Repubblica, Traian Bãsescu, ed infine un gruppo di imprenditori e altri rappresentanti della comunità italiana. Tra i temi affrontati nei diversi colloqui, le misure adottate per fronteggiare la crisi economica e finanziaria internazionale, l’ingresso della Romania nello spazio Schengen e i problemi legati al controllo delle frontiere, l’importanza della collaborazione tra i rispettivi Parlamenti, il ruolo che il Trattato di Lisbona conferisce ai Parlamenti nazionali, la questione della minoranza Rom.
Il 6 luglio 2010 il Vice Presidente della Camera, Rocco Buttiglione, ha svolto l’intervento di apertura del Convegno svoltosi nell’ambito delle “Giornate parlamentari di amicizia italo–romena”, che si sono tenute a Montecitorio dal 4 al 7 luglio 2010. Le “Giornate di amicizia” sono state un evento organizzato in ambito UIP (si veda infra la sezione Unione Interparlamentare).
Il 26 maggio 2010 il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha presieduto alla Camera la presentazione del libro di Alina Harja e Guido Melis “Romeni, la minoranza decisiva per l’Italia di domani”.
Il 20 aprile 2010 il Presidente Fini ha incontrato il Ministro degli esteri della Romania, Teodor Baconschi.
Il Ministro Baconschi ha informato il Presidente circa l’attuale situazione economica e amministrativa del suo paese. Il Presidente Fini ha sottolineato l’entità delle imprese italiane che lavorano in Romania e ha ricordato che il prossimo 9 novembre 2010 si recherà in visita alla Camera dei deputati romena su invito della Presidente Anastase. Per quanto concerne i problemi con la comunità romena in Italia, ha proseguito Fini, essi appaiono superati. Il Ministro Baconschi ha citato la opportunità di voler orientare gli investimenti italiani anche verso la Moldavia, paese strategico il cui governo va sostenuto. Ha poi ringraziato Fini per la diffusione di una immagine positiva della Romania e ha infine ricordato che il 2012 sarà l’anno della cultura romena in Italia.
Il 17 settembre 2009 il Presidente Fini, ha incontrato il Primo ministro della Romania, Emil Boc. All’incontro hanno partecipato anche il Ministro degli esteri romeno, Cristian Diaconescu; il Ministro romeno dell’economia, Adriean Videanu; il Ministro romeno della salute, Ion Bazac; infine, il Senatore romeno Viorel Badea.
Il Primo Ministro Boc ha fatto cenno al suo incontro con il Presidente del Consiglio Berlusconi (nel corso del quale è stato anche affrontato il tema del prossimo Vertice intergovernativo, previsto a Bucarest per il prossimo febbraio) e ha recato i saluti della Presidente della Camera romena, Anastase, rinnovando al Presidente Fini l’invito a recarsi in Romania. Ha quindi sottolineato il rapporto privilegiato esistente con l’Italia dal punto di vista politico, sociale e culturale e fatto cenno alle condizioni fiscalmente vantaggiose esistenti in Romania per gli investitori, nonché al vasto numero di cittadini romeni che hanno rapporti lavorativi, in Italia o in Romania, con imprese italiane. Ha infine caldeggiato l’eliminazione delle restrizioni previste dal regime transitorio di adesione della Romania alla UE per i lavoratori romeni.
Entrambi hanno espresso preoccupazione per il prosieguo del processo di ratifica del Trattato di Lisbona. E’ stata altresì trattata la questione degli approvvigionamenti energetici, in ordine alla quale la Romania intende diversificare le fonti e sostenere il progetto Nabucco. Il Presidente Fini ha ipotizzato un prossimo incontro tra i Parlamenti dei due paesi, soprattutto se nel corso del Vertice intergovernativo del 2010 dovessero emergere aspetti che abbiano ripercussioni sull’attività parlamentare.
Il 23 aprile 2009, il Presidente Fini ha incontrato a Roma la Presidente della Camera dei deputati della Romania, Roberta Anastase, che ha tenuto una Conferenza sul tema "Il futuro europeo delle relazioni fra Romania e Italia: affinità e valori comuni". Nel corso dell'incontro è stata firmata una Dichiarazione congiunta, volta a rafforzare la collaborazione parlamentare fra i due Paesi. La Presidente Anastase ha poi incontrato il Presidente del Senato, Renato Schifani, e il Ministro degli esteri, Franco Frattini.
Il 27 febbraio 2009 il Presidente Fini ha incontrato a Parigi la Presidente Anastase, a margine della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell'Unione europea. In tale circostanza il Presidente Fini ha invitato la Presidente Anastase a recarsi in visita in Italia.
L’8 luglio 2009 il Vice Presidente della Camera, Rocco Buttiglione, ha incontrato il Vice Presidente della Camera di Romania, Adrian Nastase[66]. All’incontro ha partecipato anche l’allora Presidente della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’Iniziativa Centro Europea (INCE), Laura Ravetto (PDL).
Nel corso del colloquio è stato affrontato tra gli altri, il tema degli immigrati romeni in Italia. Il Vice Presidente Nastase ha auspicato una loro maggiore integrazione nella società, rilevando come le preoccupazioni per le azioni criminali verificatesi recentemente in questa comunità siano inappropriate, così come i pregiudizi che ne sono conseguiti. Sarebbe necessario, secondo il Vice Presidente Nastase, costituire una rete europea per il monitoraggio di tutte le attività criminali nell’Unione europea.
Il Vice Presidente Buttiglione ha osservato che sembrano esserci stati commenti troppo enfatizzati circa i recenti fatti di cronaca nera. La Presidente Ravetto ha auspicato una sempre maggiore intensificazione dei rapporti con la Romania e ha preannunciato che compirà una visita in quel paese nel prossimo mese di ottobre.
IL 27 maggio 2009 il Vice Presidente della Camera, Rocco Buttiglione, ha ricevuto una delegazione della Commissione Affari esteri della Camera dei deputati romena, guidata dal Presidente della Commissione, Làszlo Borbely.
Sono stati affrontati i temi dei rapporti bilaterali e delle posizioni comuni in campo europeo e regionale, la crisi economica mondiale e le relazioni economiche bilaterali. L’attenzione si è soffermata sulla situazione in Moldova e sulle sue ricadute sull’Unione europea. E’ stato preso atto infine della migliorata percezione in Italia dei cittadini Romeni.
Il 7 luglio 2010 Il Presidente della Commissione Affari Esteri, Stefano Stefani, ha ricevuto la delegazione di parlamentari romeni della Sezione bilaterale di amicizia della UIP, giunta a Roma in occasione delle “Giornate parlamentari di amicizia italo-romena” (si veda infra la sezione UIP). La delegazione romena era guidata dal sen. Marius Sorin-Ovidiu BOTA.
Il 28 aprile 2010 si è svolto un incontro della XIII Commissione Agricoltura della Camera con una delegazione della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati romena, guidata dal suo Presidente Valeriu Tabara (PD-L) e composta dagli onorevoli Filip Georgescu (PSD), Stefan Vasile Beres (DAHR) e Gabriel Plaiasu (PNL).
Il Presidente Tabara ha illustrato gli aspetti della agricoltura del suo paese, rispondendo anche a domande e approfondimenti a lui chiesti. E’ stato altresì toccato il tema delle eventuali collaborazioni e sinergie fra Italia e Romania al fine di studiare adeguate proposte circa il divenire della Politica Agricola Comune europea (PAC), in vista soprattutto dei periodi successivi al 2013.
Il 30 settembre e il 1° ottobre 2009 si è svolto un incontro delle Commissioni Lavoro e Affari Sociali della Camera, nonché Infanzia, del Parlamento italiano, con una delegazione di parlamentari della Camera dei deputati romeni.
La delegazione romena era guidata dal Presidente della Commissione per il lavoro e la protezione sociale della Camera dei Deputati, Victor Paul Dobre, e composta dai deputati Maria Eugenia Barna, Ioan Nelu Botis, Cristina Ancuta Pocora e Adrian Solomon.
Nel corso dell’incontro sono stati affrontati fra l’altro i seguenti temi: le ripercussioni sociali della crisi economica mondiale; il problema della immigrazione di lavoratori romeni in Italia; la questione delle adozioni di bambini romeni; la normativa in materia di handicap e, infine, il congelamento in Romania degli stipendi pubblici.
Il 16 e 17 luglio 2009 una delegazione della Commissione Infanzia del Parlamento italiano si è recata in missione in Romania. La delegazione, guidata dal Presidente della Commissione, on. Alessandra Mussolini, e composta dall’on. Amalia Schirru (PD), dall’on. Luisa Capitanio Santolini (UDC), e dalla sen. Giuliana Carlino (IDV), ha incontrato le seguenti Autorità romene: Commissione Lavoro e protezione sociale della Camera dei deputati romena; Rodina Costantinovici, Segretario di Stato al Ministero della Giustizia; Bogdan Panait, Segretario di Stato titolare dell’Ufficio delle Adozioni; Ileana Savu, Segretario di Stato capo della Autorità Nazionale romena per la Protezione dei diritti dei Minori;
Nel corso dei colloqui sono state tra l’altro discusse le difficoltà relative alle adozioni internazionali e la situazione della applicazione dell’Accordo italo-romeno sui minori romeni non accompagnati in Italia.
Il 27 maggio 2009 la XIV Commissione (Politiche dell'Unione Europea) ha incontrato una delegazione della Commissione Affari esteri della Camera dei deputati romena, guidata dal Presidente della Commissione, Làszlo Borbely.
Il 26 maggio 2009 la Commissione Affari esteri ha incontrato una delegazione della Commissione Affari esteri della Camera dei deputati romena, guidata dal Presidente della Commissione, Làszlo Borbely.
Il 4 marzo 2009 gli Uffici di Presidenza della III e della XIV Commissione (Affari esteri e Politiche dell'Unione Europea) hanno incontrato una delegazione di europarlamentari romeni, con i quali si sono affrontati i temi del “decreto sicurezza”, della situazione dei campi nomadi e delle politiche di inclusione finalizzate ad una maggiore integrazione dei cittadini romeni nella società italiana.
Il 18 febbraio 2009 il Presidente della III Commissione (Affari esteri), Stefano Stefani, ha incontrato l’Ambasciatore della Romania in Italia, Razvan-Victor Rusu. Al centro del colloquio la difficile situazione della comunità romena in Italia, dopo gli atti di violenza perpetrati da cittadini romeni, e l’accordo sul trasferimento dei detenuti firmato nel 2003 dai Ministri della giustizia italiano e romeno.
Il Parlamento della Romania invia delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa, della UEO, della NATO (di cui è membro dal 29 marzo 2004), dell’OSCE e dell’INCE[67].
Nell’ambito dell’esercizio della presidenza annuale, il Parlamento romeno ha ospitato la Sessione annuale dell’Assemblea parlamentare dell’INCE, dal 27 al 28 ottobre 2009. La allora Presidente della delegazione parlamentare italiana, on. Laura Ravetto, ha partecipato ai lavori, insieme all’on. Alessandro Maran e ai senn. Tamara Blazina e Oskar Peterlini.
Il Parlamento romeno ha ospitato a Bucarest, dal 7 al 9 maggio 2009, la riunione della Commissione Parlamentare dell’INCE. Alla riunione ha partecipato la sen. Tamara Blazina, componente della delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’INCE.
La allora Presidente della delegazione parlamentare italiana presso l’INCE, on. Laura Ravetto, ha incontrato l’11 febbraio 2009 l’Ambasciatore di Romania in Italia, S.E. Răzvan-Victor Rusu. Oggetto dell’incontro, le priorità della Presidenza romena dell’INCE (esercitata nel 2009).
Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP – UpM)
Il Parlamento romeno prende parte alla cooperazione parlamentare euromediterranea e, quindi, alle riunioni dell’Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP – UpM). L’ultima sessione plenaria, la 7^, si è svolta il 3 e 4 marzo 2011 a Roma, presso la Camera dei deputati, che, insieme al Senato della Repubblica, ha esercitato la Presidenza di turno da marzo 2010 a marzo 2011. Per la Camera dei deputati romena vi ha preso parte l’on. Lucreţia Roşca, per il Senato la sen. Minerva Boitan.
Nel corso dell’incontro del 23 aprile 2009 tra il Presidente della Camera dei deputati italiana, Gianfranco Fini, e la Presidente della Camera dei deputati romena, Roberta Anastase, è stata firmata una Dichiarazione congiunta[68], volta a rafforzare la collaborazione parlamentare avviata con i richiamati documenti.
In precedenza (il 12 giugno 2003) era già stata adottata una Dichiarazione congiunta[69] che, al fine di intensificare le iniziative di collaborazione tra i due Parlamenti, prevedeva l’organizzazione di incontri regolari tra delegazioni (almeno una volta l’anno, alternativamente in Romania e Italia), scambi di visite tra Commissioni e Delegazioni presso le Assemblee parlamentari, stages per funzionari parlamentari.
Nella XII legislatura, il 3 novembre 1998, è stato siglato a Bucarest un Protocollo di cooperazione[70] tra la Camera dei deputati italiana e quella romena. Il Protocollo prevede una volta all’anno l’organizzazione di una giornata parlamentare.
Si segnala che, nell’ambito degli indicati documenti, non è prevista la formazione di un gruppo di collaborazione parlamentare.
La sezione bilaterale di amicizia Italia–Romania è presieduta dall’on. Guido Melis (PD) ed è composta dagli onn. Alessio Bonciani (PDL), Aldo Di Biagio (FLI), Mauro Libe’ (UDC), Jean-Léonard Touadi (PD), Claudio D’Amico (Lega Nord).
Dal 4 al 7 luglio 2010 si sono tenute alla Camera dei deputati le “Giornate di amicizia italo–romena” in ambito UIP. La delegazione romena era composta dal sen. Marius Sorin-Ovidiu Bota (Presidente del Gruppo di amicizia romeno), dal sen. Viorel-Riceard Badea, dal sen. Emilian-Valentin Francu, dall’on. Karoly Kerekes, dall’on. Mircea Grosaru e dall’on. Ileana Cristina Dumitrache. La delegazione italiana era invece composta dal Presidente del gruppo di amicizia italiano Guido Melis (PD), dall’on. Alessio Bonciani (PDL – Vice Presidente della Associazione “Amici della Romania”), dall’on. Aldo Di Biagio (PDL), dall’on. Franco Narducci (PD), dall’on. Antonio Razzi (IDV) e dal sen. Giampiero D’Alia (UDC).
Il 6 luglio 2010 il Vice Presidente della Camera, Rocco Buttiglione, ha svolto l’intervento di apertura del Convegno svoltosi in occasione delle “Giornate di amicizia”. Hanno partecipato al Convegno il Ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi, e il Vice Ministro allo Sviluppo economico, Adolfo Urso. Per la parte romena ha partecipato anche il Segretario di stato del Ministero dell’economia, Maria Parcalabescu. Hanno presenziato anche i due ambasciatori, italiano e romeno, presso i corrispettivi paesi, S.E. Mario Cospito e S.E. Razvan Rusu, nonché esponenti del mondo imprenditoriale ed economico.
Il tema del Convegno è stato: “Due economie a confronto”. Esso si è soffermato sullo stato delle rispettive economie e sulle migliori strategie di cooperazione e sinergia fra i due paesi, ivi compresa la attività degli imprenditori italiani in Romania e quella degli imprenditori romeni in Italia.
Si ricorda che il 7 luglio 2010 Il Presidente della Commissione Affari esteri, on. Stefano Stefani, ha ricevuto la delegazione di parlamentari romeni della Sezione bilaterale di amicizia della UIP, giunta a Roma in occasione delle “Giornate parlamentari di amicizia italo-romena”.
L’on. Melis ha svolto il 23 e 24 febbraio 2010 una visita in Romania dove ha incontrato il Gruppo omologo di amicizia romeno, guidato dal suo Presidente, il Senatore Bota (PSD), oltre che diversi esponenti italiani, residenti in Romania, del mondo istituzionale, dell’imprenditoria e dell’associazionismo.
Legge 4 giugno 2010, n. 91: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo multilaterale tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, la Repubblica di Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Repubblica di Bulgaria, la Repubblica di Croazia, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Repubblica d'Islanda, la Missione delle Nazioni Unite per l'amministrazione ad interim nel Kosovo, la Repubblica di Montenegro, il Regno di Norvegia, la Romania e la Repubblica di Serbia, relativo all'istituzione di uno Spazio aereo comune europeo, con Allegati, fatto a Lussemburgo il 9 giugno 2006".
Legge 1° febbraio 2010, n. 20: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla partecipazione della Repubblica di Bulgaria e della Romania allo Spazio economico europeo con allegati, dichiarazioni e atto finale, fatto a Bruxelles il 25 luglio 2007"
Non risultano all’esame del Parlamento disegni di legge di ratifica di trattati internazionali riguardanti la Romania.
La mozione presentata unitariamente, Capitanio Santolini (UDC), Zampa (PD), Di Giuseppe (IDV), Mussolini (PDL), Mosella (Misto), Misiti (Misto), Iannaccone (Misto) e altri, n. 1/00459, discussa e approvata il 20 ottobre 2010 è dedicata al problema dei minori non accompagnati e impegna il Governo ad adottare strumenti e iniziative volte alla loro assistenza. Nel testo viene ricordato che dal 2007 non vengono più registrati dal European migration network i minori provenienti dalla Romania, ora cittadini comunitari.
La Risoluzione n. 7-00418, approvata il 24 novembre 2010 dall’XI Commissione (Lavoro), primo firmatario Silvano Moffa (FLI), impegna il Governo ad anticipare la completa liberalizzazione del lavoro subordinato per i lavoratori romeni rispetto alla scadenza definitiva del regime transitorio, prevista, secondo la circolare del Ministero dell'interno e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per il 31 dicembre 2011.
L’interrogazione a risposta scritta n. 4 – 08807 del 29 settembre 2010, Negro Giovanna (LNP) (iter in corso), lamenta l’importazione di formaggi e latticini provenienti dalla Romania con marchi e denominazioni falsamente evocative di prodotti italiani e chiede al Governo iniziative per contrastare il fenomeno.
Sullo stesso tema della contraffazione di marchi di latticini, verte l’interrogazione a risposta scritta n. 4 – 08770, presentata il 28 settembre 2010, primo firmatario Ermete Realacci (PD). Sullo stesso tema la interrogazione a risposta in Commissione n. 5 – 03416 del 20 settembre 2010, a firma Oliverio Nicodemo Nazzareno (PD) e altri, dove l’interrogante lamenta altresì che tra i soci della società romena che imita i formaggi italiani vi sono cittadini italiani che hanno incarichi in consorzi per la tutela dei prodotti italiani.
Secondo la risposta, pubblicata giovedì 10 marzo 2011, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha già adottato una serie d'iniziative al riguardo, costituendo in particolare nel mese di ottobre 2010, una delegazione interministeriale che ha proceduto ad una verifica presso lo stabilimento caseario di Timisoara (Romania), verifica da cui non sono emerse situazioni di usurpazione di denominazioni protette italiane. Inoltre tutte le amministrazioni coinvolte stanno già predisponendo ulteriori criteri per l'assegnazione dei progetti di finanziamento nell'ambito dell'internazionalizzazione delle aziende agroalimentari, al fine di scongiurare qualsiasi tipo di appropriazione indebita delle denominazioni protette ed impropri richiami all'origine italiana dei prodotti ottenuti e commercializzati.
L’ interrogazione a risposta scritta n. 4-06094, Guido Melis, presentata il 10 febbraio 2010 (iter in corso), lamenta che in Italia non sono ancora riconosciuti, in base alla normativa europea i diplomi di laurea e di abilitazione (specie per le professioni di medico e odontoiatra) rilasciati in Romania e chiede quindi al Governo delucidazioni e azioni in merito.
L’interrogazione a risposta scritta n. 4-05463, Marco Reguzzoni e altri, presentata il 16 dicembre 2009 (iter in corso), chiede al Governo se corrispondono alla realtà le notizie di stampa su presunti brogli alle elezioni presidenziali in Romania e, se del caso, quali iniziative intenda assumere il Governo e l’Unione europea nei confronti della crisi della democrazia romena.
L’interrogazione a risposta in Commissione n. 5-02258, Marco Reguzzoni (iter in corso), presentata il 16 dicembre 2009, afferma che gli standard economici e democratici romeni paiono sempre più allontanarsi dalla media europea; per questa ragione chiede al governo se risulti che i valori - economici, statistici, sociologici e democratici - alla base dell'ingresso della Romania nell'Unione europea siano rispettati e, in caso contrario, quali iniziative intenda promuovere.
Si segnala l’interrogazione a risposta orale n. 3-00495, presentata dall’on. Riccardo Migliori il 27 aprile 2009, in merito alla decisione del Governo romeno, in seguito alle note vicende interne della Repubblica di Moldova, di attribuire la cittadinanza romena praticamente a tutti i cittadini moldavi che ne facciano richiesta. Si tratta, secondo l’interrogante, di circa 600.000 moldavi in procinto di acquisire il passaporto romeno e di causare quindi massicce ripercussioni sui flussi migratori. L’interrogante chiede quali iniziative intenda assumere il Governo italiano in merito (iter in corso).
L’interrogazione a risposta scritta n. 4-07038, presentata dall’on. Rita Bernardini ed altri il 4 maggio 2010, richiama l’episodio del presunto pestaggio nel carcere di Regina Coeli del detenuto romeno Marin Romica Ceausu, imputato del reato di stupro di gruppo, e chiede al Governo se intenda aprire un'indagine amministrativa interna, al fine di verificare se i fatti denunciati dal detenuto corrispondano al vero e, nel caso, quali eventuali sanzioni disciplinari intenda adottare nei confronti dei responsabili del presunto pestaggio.
Si segnalano, sul tema del rimpatrio di detenuti romeni ammessi a scontare la pena nel loro paese e tematiche analoghe, i seguenti atti di sindacato ispettivo.
L’on. Roberto Cota (LNP) ha presentato l’interrogazione a risposta immediata n. 3-00732, del 27 ottobre 2009, concernente iniziative per la piena applicazione delle convenzioni internazionali stipulate dall'Italia, affinché i detenuti stranieri scontino integralmente la pena nei Paesi d'origine. Il Governo ha risposto riaffermando l’impegno profuso su tale tema, che deve peraltro essere affrontato anche in sede europea.
Sul tema della rinuncia all’appello dei detenuti romeni desiderosi di scontare la pena nel loro paese si è focalizzata l’interrogazione a risposta immediata in Commissione n. 5-01709, presentata il 29 luglio 2009 dall’on. Guido Melis (PD), cui il Governo ha risposto ricordando il quadro normativo in vigore e la necessità di dar corso ai nuovi strumenti di cooperazione giudiziaria previsti dall’art. 52 della legge comunitaria per il 2008.
L’on. Giorgio Jannone (PDL) ha presentato l’interrogazione a risposta scritta n. 4-02450 il 9 marzo 2009, il cui iter è ancora in corso, chiedendo al Ministro degli affari esteri e al Ministro della giustizia se intendano stipulare degli accordi con la Romania per garantire che il cittadino romeno che commetta atti di grave violenza in Italia debba scontare la pena commisurata nelle carceri romene sulla base di criteri di reciprocità.
Si segnala inoltre l’ordine del giorno n. 9/1366/32 presentato il 16 luglio 2008 dall’on. Guido Melis, relativo al disegno di legge: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica (Legge n. 125 del 24 Luglio 2008), accolto dal Governo il 16 luglio 2008, con il quale si impegna il Governo a perseguire coerentemente il processo di integrazione della comunità romena in tutte le sue componenti (ivi inclusa quella dei rom di nazionalità romena, che consta in Italia di 70 mila persone).
Si segnala infine l’interrogazione a risposta orale n.3-00585, presentata dai senn. Pedica e Li Gotti (Idv) il 3 marzo 2009, ai Ministri dell'interno, della giustizia, degli affari esteri e per le politiche europee sulla crescita esponenziale del numero di atti criminosi perpetrati sul territorio italiano da cittadini di nazionalità romena. Essi chiedono quali iniziative di competenza intendano assumere i Ministri per sollecitare la realizzazione di programmi di integrazione dei cittadini romeni immigrati in Italia, dato che tra le cause della marginalità e della devianza di parte degli stranieri romeni vi sono l'insufficienza di strutture di accoglienza e la mancanza di programmi volti all'integrazione scolastica e culturale; quali misure intendano prendere, anche a livello di comunicazione istituzionale, per evitare che gli episodi di violenza e la consistenza del fenomeno criminale generino in Italia pregiudizi, discriminazioni, nonché atti di violenza privata, nei confronti degli immigrati pacifici e produttivi che compongono la maggioranza del flusso migratorio proveniente dalla Romania. L’iter è ancora in corso.
Cătălin Marian Predoiu
Ministro della Giustizia[71]
È nato il 27 agosto 1968 a Buzau, è sposato e ha due figli. Parla fluentemente inglese e francese.
Si laurea in Giurisprudenza nel 1991 presso l’Università di Bucarest, Facoltà di Diritto, ove nel 2004 consegue anche il dottorato in Diritto Commerciale summa cum laudae. Frequenta presso l’Ordine degli Avvocati di Caen, in Francia, i corsi del “Programma d’istruzione nella pratica del diritto commerciale” (2004).
Intraprende la carriera professionale come avvocato, iscrivendosi presso l’Albo degli Avvocati di Bucarest (1991-1995). Successivamente diviene Fondatore socio della SCA Racoti Predoiu (1995-2005) e avvocato socio della SCA Zamfirescu Racoti Predoiu (dal 2005).
Contemporaneamente svolge attività di insegnamento in Diritto Commerciale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bucarest (1994-2007).
E’ altresì membro delle seguenti Associazioni professionali: Albo degli Avvocati di Romania (dal 1991), Unione Nazionale degli Albi degli Avvocati di Romania (dal 1991), “International Bar Association” (dal 1999), Commissione Permanente dell’Unione Nazionale degli Albi degli Avvocati di Romania (dal 2007).
Il 29 febbraio 2008 riceve la nomina di Ministro della Giustizia nel Governo Tariceanu e, nello stesso anno, si candida senza successo al Parlamento della Romania nelle liste del Partito Nazionale Liberale, formazione politica dalla quale esce il 19 dicembre 2008, in seguito alla decisione di accettare la proposta del nuovo Primo Ministro Boc di proseguire la sua attività ministeriale.
Rimane quindi in carica per un nuovo mandato da Ministro della Giustizia, ricoprendo tutt’oggi le stesse funzioni.
E’ inoltre autore di numerose pubblicazioni scientifiche.
È nato il 29 settembre 1968 a Cristian, in provincia di Sibiu, è sposato e ha due figlie. Parla fluentemente italiano e tedesco.
Si laurea in giurisprudenza presso l’Università “Vasile Goldis” di Arad, Facoltà di Diritto, e in seguito consegue il dottorato in “Finanze nella Pubblica Amministrazione” presso l’Università “Aurel Vlaicu”, Facoltà di Scienze ed Economia. Nel 2007 frequenta corsi post-universitari presso il Collegio Nazionale di Difesa.
Inizia a lavorare come Amministratore dell’Organizzazione “La Gioventù Libera di Arad” (1990-1995) e successivamente ricopre incarichi di alto profilo presso due società italiane: Direttore della SC Astralegno SRL (1996-2000) e Amministratore della SC Costello 2000 SRL.
Nel 2004 viene eletto deputato nel Parlamento della Romania nelle liste del Partito Democratico e, per tutta la durata del mandato, svolge la funzione di Vicepresidente della Commissione per la Pubblica Amministrazione, Gestione Territoriale ed Equilibrio Ecologico.
Diventa membro del Senato (2008) ove dirige il Gruppo Democratico – Liberale, fino al 27 settembre 2010, quando subentra al Ministro dell’Interno Vasile Blaga a seguito delle dimissioni di quest’ultimo.
Sen. Teodor-Viorel Melescanu
Presidente della Commissione per la Difesa, l’Ordine Pubblico e la Sicurezza Nazionale del Senato[73]
È nato il 10 marzo 1941 a Brad, Hunedoara.
È stato eletto nuovamente senatore il 19 dicembre 2008.
Studi
- Laureato presso la Facoltà di Giurisprudenza, Università di Bucarest, 1964
- Corso postuniversitario in Relazioni Internazionali, 1966
- Istituto Universitario Alti Studi Internazionali, Ginevra, 1967-1970
- Dottorato in Diritto Internazionale, Università di Ginevra 1973
Attività professionale
- Ministero degli Affari Esteri, Direzione Giuridica e Trattati, 1966-1996
- Ministro degli Affari Esteri, 1992-1996
- Professore universitario di Diritto internazionale presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bucarest 1992
- Senatore 1996-2000
- Senatore 2004-2008
- Membro dell’Albo degli Avvocati di Bucarest dal 2002
- Membro del Consiglio di amministrazione dell’Istituto per la Libera Iniziativa
- Presidente della Fondazione Umanitaria del Mar Nero
- Vicepresidente della Fondazione “Nicolae Titulescu”
Attività esterna
- Membro della Delegazione Parlamentare Romena presso l’Assemblea Parlamentare NATO
- Membro della Commissione ONU per il Diritto Internazionale dal 1997
Attività politica
- Senatore PSDR 1996-1997
- Presidente del Partito Alleanza per la Romania, 1997-2002
- Vicepresidente del Partito Nazionale Liberale, 2002-2010
Sen. Vasile Nedelcu
Presidente della Commissione per gli Affari Europei del Senato[74]
È nato il 12 agosto 1950 a Vutcani, Vaslui.
È stato eletto senatore il 19 dicembre 2008.
Studi
Laureato presso la Facolta’ di Medicina Veterinaria – 1975
Corsi postuniversitari presso la Facolta’ di Medicina Veterinaria – 1978, 1986
Dottorato in Medicina Veterinaria – 2001
Attivita’ professionale
Medico veterinario, 1975-1982
Direttore del Centro di Riproduzione e Selezione, 1982-1987
Capo Reparto Diagnosi LSUS 1987-1996
Direttore della Direzione DSUSA Calarasi, 1996-2001
Primario, LSUSA Calarasi, 2001-2002
Direttore esecutivo DSUSA Calarasi 2002-2008
Presidente dell’Associazione dei Medici Veterinari, filiale Calarasi 1996-2008
Vicepresidente del Collegio dei Medici Veterinari
Consigliere di Stato, Cancelleria del Primo Ministro 2008
Attivita’ politica
- Primo Vicepresidente del Partito Democratico Agrario di Romania 1995-1997
-
On. Viorel Hrebenciuc
Presidente della Commissione per gli Affari Europei della Camera dei Deputati[75]
È nato il 07 agosto 1953 a Siminicea, in provincia di Suceava, è sposato e ha un figlio.
Consegue la laurea presso l’Accademia di Studi Economici di Bucarest, Facoltà di Cibernetica (1977).
Nel periodo 1977-1980 dirige l’IFL Bacau. Successivamente svolge l’attività di ispettore prima presso la Direzione Distrettuale di Statistica (fino al 1982) e poi presso il Consiglio Distrettuale di Bacau (fino al 1989).
Alle prime elezioni libere, svoltesi nel 1990, viene eletto Sindaco di Bacau.
Entra a far parte del Partito della Democrazia Sociale di Romania (PSDR) – oggi Partito Social Democratico (PSD) – nel cui ambito, grazie all’intenso lavoro profuso nonché alla fedeltà sempre dimostrata il partito, ricopre le seguenti posizioni di rilievo: Vice Presidente del PDSR (1992-2000), Vice Presidente del PSR (2000-2004) nonché, nel 1992, Direttore della Campagna Centrale del Partito.
Nel 1992 ottiene il primo mandato di deputato al Parlamento della Romania e continua tutt’oggi a svolgere l’attività parlamentare, ricoprendo i seguenti incarichi: Capo Gruppo Parlamentare del PSD (2000-2004, 2005-2008), Vice Presidente della Camera dei Deputati (2000-2004), Presidente della Commissione per l’Integrazione Europea (2003-2004), Presidente della Commissione Comune delle Due Camere sulla Legge elettorale (2003-2004) nonché Presidente della Commissione per gli Affari Europei (2004-2008).
E’ attualmente Presidente della Commissione per gli Affari Europei della Camera dei Deputati.
Sen. Marius Sorin Ovidiu Bota
Presidente del Gruppo parlamentare di amicizia Italia-Romania[76]
È nato a Baia Mare, provincia del Maramures, il 9 agosto 1969. E’ sposato e ha due figli. Parla correntemente inglese ed italiano.
Ha conseguito due lauree: la prima in Ingegneria presso l’Universita’ Tecnica di Cluj (1993) e la seconda in Economia presso l’Ateneo Bogdan Voda di Cluj (1998).
Ha compiuto studi post-universitari di Marketing e Management delle Vendite (Torino - 1999) ed in seguito di Management delle Finanze Internazionali (Harvard Business University Boston, 2003).
Nel 2003 ha ottenuto il Dottorato in Ingegneria presso l’Ateneo di Oradea.
Negli anni 1993–2000 e 2005–2008 è stato Direttore Generale di importanti aziende nel ramo dei trasporti e delle costruzioni.
Dal 1997 entra nel Partito Social Democratico. Nel 2001 assume l’incarico di Segretario di Stato presso il Ministero dei Trasporti, delle Costruzioni e del Turismo, che mantiene sino al 2005.
In seguito alle elezioni parlamentari del 2008 diviene senatore della provincia del Maramures.
On. Costica Canacheu
Presidente della Commissione per la Difesa, l’Ordine Pubblico e la Sicurezza Nazionale della Camera dei Deputati[77]
È nato il 15 ottobre 1958 a Budesti, Calarasi.
Studi
- Liceo Industriale Elettro-energetico di Bucarest
Attvita’ professionale
- 1978-1989 – perito tecnico presso l’Azienda per la Distribuzione dell’Energia Elettrica di Bucarest
- 1993-2000 – Presidente del Consiglio di Amministrazione della società NEICO GRUP SpA.
Attivita’ politica
- 1990 – 1991 – membro del Collegio Direttivo del Fronte della Salvezza Nazionale
- 1992 – direttore esecutivo, campagna elettorale per le elezioni parlamentari
- 1991-1994 – Segretario dell’Ufficio Nazionale Permanente del Fronte della Salvezza Nazionale
- 1994-1996 – Presidente del Comitato Elettorale di Bucarest
- 1997-1999 – membro del Collegio Direttivo del Partito Democratico
- Ottobre 1999-2001 – Presidente dell’organizzazione PD del Settore 1 di Bucarest
- 2000-2002 – membro del Consiglio Nazionale di Coordinamento del PD
- 2002 – Segretario esecutivo, Ufficio Permanente del PD
- 2000-2004 – deputato; membro della Commissione per Difesa, Ordine Pubblico e Sicurezza Nazionale; Presidente del Gruppo parlamentare di amicizia con la Macedonia
- Eletto nuovamente deputato nel dicembre 2008
Sen. Titus Corlatean
Presidente della Commissione per gli Affari esteri del Senato[78]
È nato a Medgidia, in provincia di Costanza, l’11 gennaio 1968. Parla fluentemente inglese e francese.
Consegue la laurea in Giurisprudenza nel 1994 presso l’Università di Bucarest.
Nel 2005 frequenta corsi post-universitari di relazioni internazionali e diplomazia a Parigi e presso il Collegio Nazionale della Difesa di Bucarest.
Intraprende la carriera professionale come diplomatico (1994 – 2001) e, successivamente, nel periodo 2001 – 2003, icopre la carica di Consigliere per gli Affari Esteri dell’allora Ministro degli Esteri.
Nel 2003 riceve la nomina di Segretario di Stato del Dipartimento per i Romeni all’estero.
In contemporanea, continua l’ascesa anche nell’ambito del Partito Social Democratico, dove è titolare di vari incarichi: portavoce (aprile 2004 – maggio 2005), Vicepresidente (aprile 2005 – dicembre 2006 ) e Segretario Generale ( 2006 – 2009 ).
Entra a far parte del Parlamento Europeo nel 2005, all’inizio come osservatore e, in seguito all’ingresso della Romania nell’UE il 1° gennaio 2007, in qualità di membro dotato di pieni diritti.
Nel 2008 viene nominato Vicepresidente della Commissione Giuridica del Parlamento Europeo fino alla sua elezione al Senato romeno alla fine dello stesso anno.
E’ autore di vari studi ed articoli di diritto internazionale e relazioni diplomatiche. Gli e’ stato conferito l’Ordine Nazionale “La Stella della Romania“, con il grado di Cavaliere.
Attualmente è senatore e Presidente della Commissione per gli Affari esteri del Senato.
S. E. Mario Cospito
Ambasciatore italiano a Bucarest[79]
È nato a Policoro (Matera), il 1° agosto 1959. E’ sposato e ha due figli.
Il 12 marzo 1984 si laurea in Scienze politiche, all’Università di Pisa (indirizzo economico-internazionale).
In seguito ad esame di concorso, il 1° febbraio 1985 viene nominato Volontario nella carriera diplomatica.
1987 - Console a Durban (nel periodo sudafricano ha vissuto il passaggio del Paese dall’apartheid alla democrazia ed ha contribuito all’insediamento in Sudafrica di alcune note imprese italiane).
1991 - Primo segretario commerciale a Copenaghen, 1995 - Alla Dir. Gen. Affari Economici, Segreteria. Si è occupato, in questo periodo, di collaborazione economica e finanziaria con i Paesi dell’Est Europa e dell’ex-Unione Sovietica.
1997 - All’Uff. I – Affari Europei della DGAE. Si è occupato in particolare di Fondi Strutturali europei e dei dossiers comunitari relativi all’industria, al mercato interno, ai trasporti ed ai corridoi trans-europei.
1999 - Consigliere presso l’Ambasciata d’Italia ad Ottawa. Consigliere Economico e Commerciale ad Ottawa, 1° gennaio 2001.
Consigliere di ambasciata, 2 luglio 2001.
2001 - Fuori ruolo per prestare servizio presso il Ministero delle Attività Produttive quale Consigliere per gli Affari Internazionali del Vice Ministro al Commercio estero. In questo periodo ha seguito numerosi settori di politica economica internazionale, preparando e partecipando a oltre 170 missioni internazionali e a numerosissimi eventi internazionali sul territorio nazionale. Si è altresì occupato di relazioni con l’OMC, l’Unione Europea ed altri organismi multilaterali con profilo economico.
2006 - Confermato, per cambio di Governo, nell’incarico di Consigliere diplomatico del Ministro del Commercio internazionale e del Ministro dello Sviluppo Economico (maggio 2008).
1° gennaio 2008 - Ministro Plenipotenziario
2008 - NominatoAmbasciatore d’Italia a Bucarest.
Mircea Dan Geoană
Presidente del Senato di Romania[80]
È nato a Bucarest il 14 luglio 1958, è sposato e ha due figli. Parla l’inglese, il francese, lo spagnolo ed il tedesco.
Dopo la laurea in Ingegneria, conseguita nel 1983 presso il Politecnico di Bucarest, Facoltà di Meccanica, e il master presso l’ENA (École Nationale d’Administration) di Parigi, nel 1992 si laurea in Giurisprudenza all’Università di Bucarest (1994) e frequenta inoltre il corso di “Istituzioni democratiche”, organizzato dalla NATO. Nel 1999 segue il Programma di sviluppo manageriale del Gruppo della Banca Mondiale, presso la Harvard Business School e nel 2005 ottiene il Dottorato in economia mondiale dell’Accademia di Studi Economici. Successivamente al conseguimento della laurea in Ingegneria meccanica, lavora - dal 1983 fino al 1990 - al Trust Energomontaj di Bucarest.
Nel 1991 entra a far parte del Ministero degli Affari esteri, ricoprendo le cariche di direttore della Direzione Affari Europei (1991-1994), di direttore generale del Ministero (1994-1995) e di portavoce del MAE (1993-1995).
Nel 1996 viene nominato Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Romania negli USA, carica che mantiene fino al 2000, quando diventa Ministro degli Affari esteri.
Nel 2001 è Presidente di turno dell’OSCE.
Si candida sindaco di Bucarest alle elezioni amministrative del 2004, ma vince Traian Băsescu.
In seguito alle elezioni parlamentari del 24 novembre 2004, diventa senatore del Partito Social Democratico (PSD), di cui diventa Presidente nel 2005, carica che ha ricoperto fino al febbraio 2010.
Fino al 2008 è stato Presidente della Commissione Affari esteri del Senato e, in occasione delle elezioni parlamentari svoltesi il 30 novembre 2008, rieletto senatore e Presidente del Senato di Romania.
Presiede l’Istituto Aspen Romania e l’Associazione George Marshall Romania.
[1] Le valutazioni Schengen degli Stati membri dell'Unione candidati all'abolizione dei controlli alle frontiere interne sono avviate su richiesta dello Stato membro interessato, una volta che ritiene di soddisfare tutti i requisiti indispensabili. Il compito di tali verifiche spetta attualmente agli Stati membri Schengen, tramite il Gruppo “Valutazioni di Schengen” SCH-EVAL.
[2] D.Lgs. 6 febbraio 2007, n. 30, Attuazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri.
[3] D.Lgs. 28 febbraio 2008, n. 32, Modifiche e integrazioni al decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30, recante attuazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri.
[4] Si veda il comunicato del Ministero dell’interno del 1° agosto 2008 (www.interno.it).
[5] Si veda la circolare congiunta del Ministero dell’interno e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del 31gennaio 2011.
[6] Ucraina, Moldavia e Serbia.
[7] Nel 2010 gli immigrati presenti in Romania erano circa 60.000 su circa 21 milioni di romeni.
[8] In particolare verso Italia, Spagna, ma anche Francia e Germania. La scelta dei romeni per l’Italia e la Spagna è probabilmente legata alla vicinanza geografica e linguistica e ad una filiera migratoria che si è venuta consolidando negli anni.
[9] Nel 2010 la Romania ha registrato 59.017 immigrati legali, dei quali 49.497 temporanei e solo 9.520 con residenza permanente. La maggior parte dei residenti temporanei erano parenti di cittadini romeni (17.264), studenti (12.510) e immigrati per lavoro (9.347). Circa 1.000 i rifugiati che beneficiavano di qualche forma di protezione dallo Stato romeno durante il loro soggiorno sul territorio romeno. Sui recenti flussi migratori verso la Romania, si segnalano in particolare: Zelinka E., Romania’ migration fluxes (2011), all’indirizzo http://www.migrationeducation.org/fileadmin/uploads/Romania.pdf; European Institute of Romania (EIR), European Perspectives on Asylum and Migration, Study n. 4/2008 http://www.ier.ro/documente/spos2008_en/Studiul_4_-_Migratie_EN.pdf.
[10] Il Governo romeno ha speso gran parte dei fondi strutturali dell’UE relativi allo sviluppo rurale per la creazione di 140.000 nuovi posti di lavoro e la formazione professionale di 15.000 lavoratori nelle aree rurali (Piano d’azione nazionale per l’occupazione del 2006). Un Piano di misure per favorire il ritorno di emigrati romeni è stato varato nel 2008 (Decisione n. 187/2008).
[11] Sebbene siano in aumento, i salari romeni rimangono tuttora i più bassi tra i salari medi dei Paesi dell’Europa occidentale, con una conseguente spinta all’emigrazione per i romeni. Le imprese di alcuni settori (soprattutto industria pesante, sanità, agricoltura e costruzioni) hanno cominciato ad avere difficoltà nel reclutamento di lavoratori specializzati romeni, mentre devono confrontarsi con un aumento dei costi del lavoro, che compensano con la richiesta di occupare lavoratori stranieri a più basso costo.
[12] Sui problemi connessi all’ingresso della Romania nell’Area Schengen si veda il par. 8.
[13] Hamberger A., Immigration and the integration of immigrants in Romania (september 2010) in Migrationline.cz (Multicultural Center of Prague) http://aa.ecn.cz/img_upload/6334c0c7298d6b396d213ccd19be5999/AHamberger_ImmigrationRomania7_final_2.pdf
[14] Gli immigrati per lavoro provengono principalmente da Cina (33,77%), Turchia (32,40%), Moldavia (8,01%), Vietnam (4,78%) e Filippine (1,94%). Nel2010 la maggior parte dei lavoratori immigrati erano impiegati nel settore delle costruzioni.
[15] I rifugiati provengono da Camerun, Repubblica del Congo, Ruanda, Somalia, ma anche da Iran, Iraq, Bangladesh, Pakistan, Albania e Serbia secondo l’evoluzione della situazione politica nei diversi paesi di origine (per maggiori dettagli si veda il par. 6).
[16] Molte leggi, ad esempio, non sono sufficientemente chiare e lasciano spazio a interpretazioni discrezionali delle autorità, tra le quali risulta ancora diffuso un alto grado di corruzione. Zelinka E., Romania’ migration fluxes (2011), cit. Per ulteriori informazioni relative al quadro giuridico sull’immigrazione si segnalano inoltre: IOM, Comparative Study of the Laws in the 27 EU Member States for Legal Immigration – Romania (february 2008) http://jcp.ge/info/Romania.pdf; IOM, Migration in Romania: A Country Profile 2008 (october 2008) http://publications.iom.int/bookstore/free/Romania_Profile2008.pdf; L&G Business Services, Globalisation and Opportunities – Vocational Education for Transnational Careers. Romania Country Report (2009) http://www.transmigranteducation.eu/public/L&G-%20GBL%2010.04.10%20country%20report.pdf.
[17] La versione inglese dell’ordinanza, nel testo attualmente in vigore, è disponibile all’indirizzo http://www.roembus.org/Consular/Eng/2008.06.20_OG194_2002-eng%5B1%5D.pdf .
[18] L’Ufficio è il risultato della fusione delle tre Autorità che si occupavano in precedenza di immigrazione: l’Autorità per gli Stranieri, l’Ufficio nazionale per i rifugiati e l’Ufficio per la Migrazione della forza lavoro, incardinato nel Ministero del Lavoro. L’organizzazione del nuovo Romanian Immigration Office è stata definita dalla successiva Decisione del Governo n. 639/2007. Sul sito internet del nuovo organismo sono consultabili pagine in lingua inglese all’indirizzo http://ori.mai.gov.ro/home/index/en.
[19]La versione inglese dell’ordinanza è consultabile all’indirizzohttp://ori.mai.gov.ro/api/media/userfilesfile/Legislatie/Legislatie%20nationala/OUG_56_2007_EN.pdf.
[20] Il testo in vigore, in versione inglese, dell’Ordinance n. 44/2004 e delle Methodological Normes di attuazione sono consultabili rispettivamente agli indirizzi http://www.unhcr.org/refworld/docid/404c6d834.html e http://ori.mai.gov.ro/api/media/userfilesfile/Legislatie/Legislatie%20nationala/OUG_44_2004_EN.pdf.
[21] Un diagramma delle principali istituzioni statali che si occupano di immigrazione in Romania e delle loro articolazioni è pubblicato in: European Institute of Romania (EIR), European Perspectives on Asylum and Migration, Study n. 4/2008, cit., p. 27.
[22] La National Strategy del 2004, declinata intorno a cinque principi importanti - ingresso nell’UE, effetti favorevoli di un’immigrazione controllata, lotta all’immigrazione illegale, solidarietà e cooperazione internazionale - ha permesso alla Romania di usufruire dei finanziamenti UE del programma di assistenza pre-adesione PHARE. La National Strategy 2007-2010 (Decisione del Governo n. 1122/2007) ha fissato le politiche sull’ammissione, la residenza, l’immigrazione per lavoro, le condizioni per riconoscere le forme di protezione garantita, la lotta all’immigrazione illegale e l’espulsione degli stranieri in situazione irregolare dal territorio romeno.
[23] La nuova strategia risultava già elaborata alla fine di gennaio 2011: A National Strategy on Migration drafted in Romania (28 january 2011), all’indirizzo http://soderkoping.org.ua/page2578.html. L’obiettivo è una politica unitaria nei settori dell’immigrazione, dell’asilo e dell’integrazione degli stranieri e la strategia sarà attuata da un Piano d’azione annuale che stabilirà le attività e le competenze di ciascuna amministrazione o istituzione coinvolta.
[24] IOM, Comparative Study of the Laws in the 27 EU Member States for Legal Immigration – Romania (february 2008), cit., e IOM, Migration in Romania: A Country Profile 2008 (october 2008), cit.
[25] Un eventuale parere contrario dell’Office porta, di norma, al rifiuto del visto. L’Ufficio è tenuto a rilasciare il parere entro 30 giorni dal ricevimento della domanda dal Ministero degli Affari esteri.
[26] Si tratta in particolare delle Repubbliche e degli Stati dell’ex blocco comunista.
[27] Viene considerato lavoratore stagionale colui che lavora in Romania in settori di lavoro stagionale per un periodo di sei mesi al massimo all’interno di un intervallo di dodici mesi.
[28] Il soggiorno è considerato “continuo” quando l’eventuale periodo di assenza dal territorio romeno è inferiore a sei mesi consecutivi e non supera i dieci mesi per l’intero periodo considerato, mentre è “legale” se non ci sono state misure di espulsione nei confronti dello straniero durante l’intero periodo di permanenza. Ai fini del calcolo del periodo di soggiorno continuato e legale, è ammesso un soggiorno per scopi di studio solo per la metà del periodo considerato. Non sono considerati ai fini del calcolo i soggiorni garantiti da un visto diplomatico o da un visto ottenuto come lavoratore stagionale.
[29] European Institute of Romania (EIR), European Perspectives on Asylum and Migration, Study n. 4/2008, cit.; IOM, Migration in Romania: A Country Profile 2008 (october 2008), cit.
[30] Ad esempio, è dell’ottobre 2010 la notizia della firma di un Memorandum tra i Ministri dell’Interno della Romania e della Moldavia per combattere l’immigrazione illegale Hurriyetdailynews, Romania, Moldova sign memorandum to combat illegal migration (October 18, 2010), all’indirizzo http://www.hurriyetdailynews.com/n.php?n=romania-moldova-sign-memorandum-to-combat-illegal-migration-2010-10-18.
[31] Secondo i dati del Romanian Immigration Office la gran parte degli ordini a lasciare il territorio o le decisioni di espulsione riguardano turchi, cinesi, moldavi e serbi.
[32] Il finanziamento di questo genere di rimpatrio avviene grazie ad un Memorandum firmato dal Governo con la IOM che partecipa finanziariamente al Programma di rimpatrio volontario.
[33] Zelinka E., Organised crime in Southeastern Europe and the Balkans: Contemporary trafficking of women (2007), all’indirizzo http://www.migrationeducation.org/fileadmin/uploads/ElisabetaZelinka_01.pdf.
[34] Una delle conseguenze della massiccia emigrazione dal Paese è la presenza sul territorio romeno di moltissimi bambini se non proprio abbandonati, comunque privi della vigilanza dei genitori, lasciati ai parenti e alla cerchia di amici più vicini. Oltre ai rischi ai quali sono esposti i minori, alle condizioni di povertà in cui versano, si assiste, tra l’altro, a fenomeni di descolarizzazione e il Governo ha avviato politiche mirate al loro recupero e sostegno. I dati ufficiali parlano di circa 100.000 bambini con genitori lontani, mentre quelli non ufficiali superano i 300.000.
[35]Il sito internet dell’Agency è consultabile all’indirizzo http://anitp.mai.gov.ro/en/prezentare/atributii.php.
[36] Per ulteriori informazioni si segnalano tra gli altri: Munteanu A., Secondary movement in Romania: the asylum-migration nexus (december 2007) http://www.unhcr.org/4766521e2.html; Hamberger A., Immigration and the integration of immigrants in Romania (september 2010), cit.; UNHCR, Border Monitoring in Romania 2009 http://www.unhcr-budapest.org/romania/images/stories/news/docs/03_Access%20to%20territory/3_1_border%20monitoring%20project_ROM/Border%20Monitoring%20in%20Romania.pdf; 2011 Regional Operations Profile - Central Europe: Romaniahttp://www.unhcr.org/cgi-bin/texis/vtx/page?page=49e48df96; IOM, Migration in Romania: A Country Profile 2008, cit.
[37] Per una panoramica delle strutture per l’asilo presenti nell’Europa centrale (aggiornata al 2009) si segnala la carta geografica pubblicata sul sito internet dell’UNCHR di Budapest http://www.unhcr-budapest.org/romania/images/stories/news/docs/01_Facts%20and%20figures/1_3_regional%20map%202009_ROM/Europe_A3.pdf.
[38] Il testo in vigore, nella versione inglese, è consultabile all’indirizzo http://www.cnrr.ro/index.php?option=com_content&view=article&id=109%3Alege-1222006&catid=41%3Alegislatie&Itemid=30&lang=en.
[39] Sono stati creati cinque centri di accoglienza. Timisoara è il più grande Centro Emergenza Transito per i Rifugiati, inaugurato nel marzo 2009 con il supporto dell’UNCHR, del Governo romeno, del Romanian Immigration Office e della International Organization for Migration (IOM). Il Centro, che ha una capacità di 200 posti, offre ospitalità per sei mesi agli stranieri richiedenti asilo (ad es. nel novembre 2009 ha dato ospitalità e aiuto di emergenza a rifugiati provenienti dall’Eritrea o dall’Iraq, successivamente trasferiti in Svezia, Canada e negli USA).
[40] La Legge del 1991 ha provocato un aumento significativo dell’immigrazione in Romania, in particolare dei cittadini della ex Repubblica sovietica della Moldavia, riconoscendo a tale fenomeno l’effetto di un “rimpatrio”. In quanto discendenti di precedenti cittadini romeni, i moldavi hanno potuto ottenere la doppia cittadinanza anche senza la residenza nel territorio romeno (più di 250.000 moldavi durante gli anni ’90). Quando nel 2007, nell’ambito dell’ingresso nell’UE, la Romania ha introdotto visti obbligatori anche per i cittadini moldavi, si è registrato un aumento eccezionale di richieste di cittadinanza romena da parte dei moldavi (più di 1 milione e mezzo di cittadini moldavi adulti, con i relativi figli): Pop A., Migration Effects of Romania’s accession to the EU: the case of Moldova in “Romanian Journal of European Affairs”, n. 1/2009, pp. 73-95, all’indirizzo http://www.ier.ro/documente/rjea_vol9_no1/RJEA_Vol_9_No1_Migration Effects of Rmania’s Accession to the EU the Case of Moldova.pdf . I rapporti con la Moldavia sono anche oggetto a livello europeo della “Politica di vicinato”, nell’ambito della quale il Commissario europeo per gli Affari interni ha di recente presentato al Primo Ministro moldavo, Vlad Filat, un Piano d’azione per la liberalizzazione dei visti tra l’UE e la Repubblica della Moldavia: Commissione europea, Commissioner Malmström presents Action Plan on visa liberalisation with the Republic of Moldova (IP/11/59, 24 gennaio 2011) http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/11/59&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=fr
[41] Il riconoscimento dovrebbe essere ufficializzato attraverso una Decisione del Consiglio dell’Unione europea, adottata tre mesi prima del giorno previsto per l’entrata effettiva nell’Area.
[42] Si segnala il sito internet SCHENGEN ROMANIA, curato dal Ministero dell’Amministrazione e dell’Interno romeno: http://www.schengen.mai.gov.ro/English/index.htm.
[43] Il testo del documento, in versione inglese, è disponibile all’indirizzo http://www.schengen.mai.gov.ro/English/Documente/2008-2011%20National%20Strategy%20for%20Accession%20to%20the%20Schengen%20area.pdf
[44] Schengen Action Plan 2008 http://www.schengen.mai.gov.ro/English/Documente/schengen%20action%20plan%202008.pdf .
[45]Multi-annual Investments Single Plan, all’indirizzo http://www.schengen.mai.gov.ro/English/index17.htm. Il finanziamento dell’attuazione della National Strategy si è basato su stanziamenti a carico del Bilancio dello Stato romeno, Fondi comunitari, sulla base del documento programmatico Schengen Facility Indicative Programme 2007-2009. Gran parte dei finanziamenti sono stati impiegati per il rafforzamento dei posti di controllo ai confini romeni, per la creazione della componente nazionale del sistema informativo SIS II e per la preparazione per l’accesso al sistema Visa Information System. L’Indicative Programme ha previsto finanziamenti supplementari per i sottosistemi dell’Integrated Border Security System, principale strumento per l’attuazione della gestione integrata del confine dello Stato romeno.
[46] Ministero dell’Amministrazione e dell’Interno, Adoption of the Schengen evaluation report for Romania in the field of SIS/SIRENE (Comunicato stampa del 28 gennaio 2011) http://www.schengen.mai.gov.ro/English/index09.htm. Nel precedente incontro del Gruppo di lavoro del 14 gennaio 2011, la Francia aveva chiesto una proroga per un ulteriore esame del documento e aveva espresso alcune riserve, valutando non ancora sufficienti le misure adottate fino a quella data e ritenendo che il Paese non fosse ancora in grado di assicurare la necessaria opera di controllo dei confini dell’area senza frontiere per aderire al Sistema Schengen, riserve che non ha mantenuto in sede di approvazione finale della relazione. Schengen: la Francia richiede una proroga per studiare il fascicolo Romania (16 gennaio 2011) http://www.sette-giorni.ro/index.php?page=detalii&categorie=romania&id=20110117-1595.
[47] Meccanismo istituito dalla Commissione europea per monitorare i progressi legislativi indispensabili per accedere a Schengen. Il testo del Rapporto, in versione francese, è disponibile all’indirizzo http://ec.europa.eu/dgs/secretariat_general/cvm/docs/com_2011_80_fr.pdf.
[48] Nonostante la mediazione dell’Ungheria, alla guida della Presidenza di turno UE (vedi comunicato stampa del 24 febbraio 2011 http://url.eu/schengenhupres), e la minaccia del Governo romeno di far uscire la Romania dal Cooperation and Verification Mechanism, lo slittamento dell’ingresso dei due Paesi nell’Area Schengen è stato inevitabile. Alcuni Stati membri, tra i quali Francia e Germania, insieme alla Finlandia e ad altri Paesi UE, hanno sostenuto l’opportunità di valutare i progressi nel rispetto dei criteri tecnici, anche in relazione ai progressi sotto il profilo politico, in particolare per quanto riguarda la corruzione e le riforme giudiziarie. Già alla fine di dicembre 2010 i Ministri dell’Interno di Francia e Germania avevano chiesto all’UE di rinviare l’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Area Schengen a causa della corruzione, del sistema giudiziario e del crimine organizzato nei due paesi. Si segnalano: Osservatorio Balcani&Caucaso, Romania: non solo Schengen (31 gennaio 2011) http://www.balcanicaucaso.org/aree/Romania/Romania-non-solo-Schengen; Agence Europe, Schengen, la décision conditionnée aux progrès bulgares (25 febbraio 2011) http://www.agenceurope.eu/danteweb/; Narcomafie.it, Troppa corruzione e criminalità organizzata, Bulgaria e Romania restano fuori da Schengen (28 febbraio 2011) http://www.narcomafie.it/2011/02/24/troppa-corruzione-e-criminalita-organizzata-bulgaria-e-romania-restano-fuori-da-schengen/.
[49] Fonti: Ministero degli Affari esteri, The CIA World Factbook (https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/index.html) , sito della Camera dei deputati romena (http://www.cdep.ro/), sito del Senato romeno (https://www.senat.ro/Start.aspx), Istituto Nazionale di Statistica romeno, fonti di stampa.
[50] Sono presenti in Romania la Chiesa Ortodossa Romena (autocefala) e la Chiesa greco-cattolica (unita con Roma, radicata principalmente in Transilvania).
[51] Dal sito internet del Parlamento romeno.
[52] Il 25 marzo 2010 il Senato ha autorizzato l’arresto del senatore Catalin Voicu, accusato di corruzione.
[53] Il valore 100 di riferimento è quello registrato a fine 2005. Va inoltre sottolineato come a luglio 2010, anche in conseguenza delle misure di austerity, si sia passati al valore di 136,45, con un balzo in avanti del 3,45% rispetto al mese precedente.
[54] In accordo con l’Indice Armonizzato di Disoccupazione per genere fornito da Eurostat, aggiornato al 27 ottobre 2010.
[55] Fonte: Ministero degli Affari esteri.
[56] Il settore bancario in Romania è cresciuto nel 2006 del 47% e tale sviluppo è dovuto principalmente all’espansione del segmento retail, grazie alla maggiore dinamicità dei piccoli risparmiatori, imputabile alla crescita dei salari e, di conseguenza, del benessere della popolazione. Il volume dei prestiti ai privati è anch’esso raddoppiato.
[57] Unicredit è il quarto gruppo bancario presente in Romania, dove il mese di giugno 2008 è stata completata la fusione con la banca TiriacLa Banca conta oggi 240 agenzie sul territorio e circa 3.000 dipendenti.
[58] Intesa Sanpaolo Bank è presente con 96 filiali che coprono la maggior parte del territorio.
[59] Enel, nell’ottobre 2007, ha inoltre acquisito il controllo della ditta di progetti eolici BLU LINE di Bistriţa,. Con tale operazione, Enel si è progressivamente ritagliata un ruolo di interlocutore strategico nell’ambito delle linee di politica energetica seguite dal Governo romeno. La strategia individuata dal governo romeno è quella di diminuire gradualmente la dipendenza del sistema produttivo dall’importazione di gas, anche attraverso lo sviluppo di progetti per la costruzione o l’ampliamento di centrali nucleari ed idroelettriche. In tale contesto ENEL intende presentarsi quale operatore integrato nella generazione e distribuzione di energia, progettando un piano di sviluppo che vede questo paese come “hub” nella produzione per l’intera macroregione balcanica e caucasica.
[60] Gli impianti realizzati sono il frutto di una collaborazione con la società canadese Atomic Energy of Canada Limited (AECL) e con la società romena Nuclearelectrica, in una commessa del valore di 900 milioni di euro. È prevista un’ulteriore collaborazione fra le due società per la partecipazione alla gara (per un valore di 2 miliardi e 500 milioni) finalizzata a realizzare la terza e la quarta unità della centrale. Con l’inaugurazione e la messa a regime della seconda unità di Cernavodă, la produzione energetica termonucleare soddisfa oggi il 20% del fabbisogno della Romania.
[61] Nel gennaio 2008 la Astaldi si è aggiudicata la gara di appalto per la ristrutturazione dell’Aeroporto Internazionale “Henri Coandă” di Otopeni, un contratto di 76 milioni di euro per realizzare la terza tappa del progetto di sviluppo ed ammodernamento della struttura, necessario all’ingresso della Romania nello spazio Schenghen. Il gruppo si è assicurato anche l’appalto per la riabilitazione e l’ammodernamento del complesso sportivo “Lia Manoliu” (120 milioni di euro), i lavori di rimodernamento dell’aereoporto di Cluj-Napoca e della tratta ferroviaria Bucarest-Costanza (178 milioni di euro) e la costruzione del cavalcavia “Basarab overpass” nella capitale (113 milioni di euro). La società italiana Astaldi si è aggiudicata la gara di appalto per la realizzazione del tratto autostradale che collegherà Timisoara con l’importante cittadina industriale di Oradea, in prossimità del confine con l’Ungheria; si tratta di un consorzio italo-spagnolo formato dall’Astaldi e da FCC Construccion. Il nuovo contratto ha il valore di circa 127 milioni di euro.
[62] Il gruppo Finmeccanica vanta non pochi interessi in Romania: si pensi alle joint-ventures concluse con operatori locali quali Rartel (partecipazione Telespazio), Ipacri Romania (partecipazione Elsag) ed Elettra Communications (partecipazione Selex Communications).
[63] Il festival ha luogo ogni due anni.
[64] Dato aggiornato al gennaio 2010.
[65] Per tutti i restanti settori produttivi, l’assunzione dei lavoratori romeni e bulgari avviene con una procedura semplificata attraverso la presentazione di una richiesta di nulla osta da parte del datore di lavoro allo Sportello Unico per l’Immigrazione attivo presso la Prefettura competente.
[66] Si segnala che il Vice Presidente Buttiglione è stato insignito dal Governo romeno, il 30 aprile 2009, del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine Nazionale Servizio Fedele.
[67] Nel 2009 la Romania ha esercitato la presidenza di turno dell’Iniziativa Centro Europea (INCE).
[68] In allegato.
[69] In allegato.
[70] In allegato.
[71] Fonte: Ambasciata d’Italia a Bucarest.
[72]Fonte: Ambasciata d’Italia a Bucarest.
[73] Fonte: Ambasciata d’Italia a Bucarest.
[74] Fonte: Ambasciata d’Italia a Bucarest.
[75] Fonte: Ambasciata d’Italia a Bucarest.
[76] Fonte: sito web del Senato romeno.
[77] Fonte: Ambasciata d’Italia a Bucarest.
[78] Fonte: Ambasciata d’Italia a Bucarest.
[79] Fonte: sito web dell’Ambasciata italiana a Bucarest.
[80]Fonte: sito web del Senato romeno.