LA SITUAZIONE
Le situazioni di conflitto
maggiormente all’attenzione dell’opinione pubblica internazionali e sulle quali
ci si sofferma nella presente nota sono quelle in Afghanistan Pakistan (p. 8);
tra le due Coree (p. 7); nel Kashmir (p. 9); tra Israele e ANP (p. 5); in
Libano (p. 6); in Sudan (p. 3); in Congo (p. 2) e in Somalia (p. 3).
Nella presente nota si dà conto anche dei seguenti conflitti:
Repubblica centrafricana (p. 2), Ciad (p. 2), Uganda
(p. 4), Costa d’Avorio (p. 4), Iraq (p. 6), Yemen (p.
6), Marocco (Sahara occidentale) (p. 7), Nepal (p. 9), Filippine (p. 9),
Timor-Est (p. 10), Bosnia (p. 10), Kosovo (p. 11),
Russia (Cecenia) (p. 12), Georgia (p. 11), Cipro (p.
12) e Colombia (p. 12).
Al riguardo, l’attività parlamentare italiana, dei principali
Stati europei, del Parlamento europeo e del Congresso USA, è stata concentrata sulla
situazione in Afghanistan e Pakistan. Da segnalare però anche due significativi
interventi
legislativi negli USA: l’approvazione, a marzo
2011, del Lord’s Resistence Army Disarmement and Northern Uganda Recovery Act ed il dibattito, nel corso dell’esame del Department of Defence Authorization Act 2011,sul finanziamento
all’esercito libanese. Per l’Italia a fianco dell’attività parlamentare di seguito ricordata, si deve ovviamente segnalare l’esame
dei decreti legge n. 1 (A.S.
2002, AC.
3097) e n. 102 (A.C. 3610, A.S.
2291) del 2010, recanti proroga del finanziamento delle missioni
internazionali. Per la documentazione si rinvia anche, sulla partecipazione
italiana alle missioni internazionali, al Quaderno Nuovi
profili della partecipazione italiana alle missioni militari internazionali.
La presente nota è stata chiusa il 23 novembre 2010. Le
informazioni relative alle attività parlamentari straniere e del Parlamento
europeo sono aggiornate al 15 ottobre 2010.
U 
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Repubblica centrafricana
|
Cessate il fuoco, (missione internazionale ONU: Minurcat;
UE: Eufor-Ciad-Repubblica Centrafricana).
Dopo un periodo di
incertezza il Presidente Bozizé (al potere dal 2003
con un colpo di stato) ha fissato, con un decreto dello scorso 30 luglio, le
elezioni presidenziali e parlamentari per il 23 gennaio 2011; la convocazione
delle elezioni rappresenta un elemento fondamentale della strategia di
conciliazione nazionale che il paese sta tentando e che vede coinvolti anche parte
dei sostenitori dell’ex-presidente Patassé, deposto
da Bozizé. Tuttavia, le operazioni di registrazione
degli elettori, che inizialmente dovevano concludersi entro il 21 ottobre, sono
state prorogate dal presidente senza il consenso dell’opposizione. Negli ultimi
mesi sono proseguiti gli scontri in varie zone del paese tra forze governative
e forze del principale movimento di opposizione armato
la Convention of Patriots
for Justice and Peace (CPJP), guidato, fino alla sua uccisione in gennaio,
da Charles Massì, già primo
ministro di Patassé. Nel Nord-Est del Paese la
situazione si conferma instabile per l’afflusso di esponenti del Lord Resistence Army (LRA) dall’Uganda (nel corso del 2009 la
repubblica Centrafricana ha sostenuto l’azione ugandese contro LRA) e per le
resistenze di elementi tribali all’attività di stabilizzazione affidata da Bozizé al movimento armato di Zacharia
Damane Union des
forces démocratiques pour
le rassemblement (UFDR). Il 6 ottobre in scontri
tra LRA e UFDR sono decedute 5 persone. Il Consiglio di Sicurezza ONU il 25 maggio
2010 ha prorogato il mandato di MINURCAT fino al 31 dicembre
2010.
Attività parlamentare:
negli USA - Camera, Commissione esteri,
audizioni su “The Great Lakes Region:
Current Conditions and U.S.
Policy”, 25 maggio 2010.
Documentazione:
International Crisis Group,
Keeping the dialogue alive, 12 gennaio 2010.
u 
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Ciad
|
Conflitto
armato interno.
(Missione internazionale ONU MINURCAT; UE: Eufor-Ciad-Repubblica
Centrafricana).
Prosegue il processo
di riconciliazione tra Ciad e Sudan, mirante a superare anni di tensioni ed
accuse reciproche di sostegno alle rispettive forze antigovernative. Questo
processo sta agevolando la normalizzazione del paese, dove il presidente Idriss Debry al potere dal 1990, ha
pienamente ripreso il rigido controllo dello spazio politico, che era apparso
compromesso dall’attacco delle forze dell’Union des forces de la résistance (UFR) nel
maggio 2009. In particolare, a seguito dell’accordo
tra Ciad e Sudan del gennaio 2010, a fine agosto sono stati rimpatriati in Ciad dal Sudan appartenenti alle forze antigovernative. A
fine settembre, le elezioni parlamentari, inizialmente previste per novembre, sono
state riprogrammate per il 20 febbraio, mentre quelle
presidenziali, convocate per gennaio, sono state spostate a maggio. Il 25
maggio il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha prorogato il mandato di MINURCAT
fino al 31 dicembre 2010.
Attività parlamentare:
in Francia –
audizione presso la Commissione Affari esteri dell’Assembléé
Nationale, nella seduta del 23
marzo 2010, dell’Ambasciatore di Francia in Ciad, B. Foucher
e dell’Ambasciatore per i Diritti dell’uomo, F. Zimeray,
sulla situazione interna e le condizioni dei diritti umani in Ciad; risoluzione
n. 2291 del deputato G. Gorce (Gruppo parlamentare:
“Socialiste, radical, citoyen et divers gauche”) ed altri, sulla situazione di Ibni Oumar Mahmat
Saleh, cittadino del Ciad residente all’estero,
scomparso a N’Djamena, capitale del Ciad, approvata dall’Assembléé Nationale
all’unanimità nella seduta del 25 marzo 2010.
Conflitto armato interno.
(missione internazionale ONU:
MONUSCO).
Negli ultimi
mesi la situazione della sicurezza è andata deteriorandosi in diverse province;
dopo gli accordi di Nairobi e di Goma che, tra fine
2007 e inizio 2008, hanno visto, superando le precedenti divisioni, l’impegno
comune di Congo, Ruanda, Repubblica centrafricana ed Uganda contro i movimenti
di insorgenza nella zona orientale del paese, consentendo in particolare
l’uccisione di Nkunda, leader ribelle tutsi del CNDP in precedenza appoggiato dal Ruanda,
l’esercito congolese è ancora impegnato contro le forze ribelli hutu dell’FLDR. Nella regione di Kivu
proseguono poi gli attacchi di forze del Lord
Resistence Army provenienti
dall’Uganda. Le autorità francesi l’11 ottobre scorso hanno arrestato il leader
in esilio del FLDR Calliste Mbarushimana, accusato dalla Corte penale internazionale
per crimini commessi nell’Est del paese nel 2009, mentre è ancora alla guida
delle operazioni dell’esercito congolese nelle
medesime zone Bosco Ntaganda, in precedenza uno dei
leader del CNDP e anch’egli messo in stato d’accusa dalla Corte penale internazionale.
E’ nel frattempo avvenuta la trasformazione, iniziata
a giugno con la risoluzione 1925(2010) della missione ONU MONUC in missione di
stabilizzazione (MONUSCO; termine attualmente previsto: 30 giugno 2011): la
risoluzione precisa che la trasformazione fa seguito ai progressi compiuti
dalla repubblica del Congo nel processo di consolidamento interno, tuttavia non
erano mancate tensioni nella prima metà dell’anno tra ONU e governo congolese sulla conduzione delle operazioni militari. Nel
mese di agosto l’Alto commissariato ONU per i diritti umani ha pubblicato un
importante rapporto sulle violazioni del diritto umanitario
internazionale in Congo dal 1993 al 2003.
Attività
parlamentare:
in Italia – Mozioni C. 1-00056 Casini, C. 1-00327 Orlando, C. 1-00328 Touadi,
C. 1-00329 Boniver
per richiedere un rafforzamento della presenza internazionale nella regione dei
Grandi Laghi, svoltesi nelle sedute del 16 febbraio 2010;
Interrogazione
a risposta immediata in III Commissione, 5/02352 L.
Orlando sulla situazione circa due milioni di sfollati
nel Nord Kivu, 19 gennaio 2010;
negli USA - Camera, Commissione esteri,
audizioni su “The Great Lakes Region: Current Conditions and U.S. Policy”, 25 maggio
2010.
Camera dei
Deputati, Servizio Studi - Dipartimento Affari esteri - La crisi umanitaria nel Nord e Sud Kivu,
Note di politica internazionale n. 36, 10 febbraio 2010.
Conflitto armato
interno. Missione internazionale (Unione Africana: Amisom).
A metà
novembre il nuovo primo ministro del Governo federale di transizione (GFT), Mohamed Abdullahi Mohamed ha sciolto la riserva sulla composizione del nuovo
governo, che ora deve ottenere il voto di fiducia del parlamento. Negli ultimi
mesi sono proseguiti, nella capitale Mogadiscio e nel centro e nel sud del
Paese (coinvolgendo anche la zona semi-autonoma del Puntland,
in precedenza tranquilla), gli scontri tra il governo federale provvisorio del
presidente Sheick Ahmed ed il movimento islamista
radicale degli Al-Shabaab. L’instabilità della
regione è andata aumentando a seguito del ritiro delle truppe etiopi agli inizi
del 2009 (l’Etiopia era intervenuta nel 2006 a sostegno del
governo federale provvisorio contro il movimento delle Corti islamiche) e la
situazione non è migliorata neanche a seguito dell’accordo che ha visto la scelta
come presidente dell’islamista Sheick Ahmed, già
esponente delle Corti islamiche, il quale ha imposto l’adozione della Sharia
nel Paese; contro il governo di Sheick continua infatti l’insorgenza degli islamisti radicali Al-Shabaab. A metà ottobre intensi combattimenti intorno
alla città di Bula Hawo
hanno provocato un flusso, secondo l’Alto commissariato ONU per i rifugiati, di
60.000 profughi nel vicino Kenya. Migliore è la
situazione nella zona secessionista del Somaliland,
nel Nord del Paese, dove lo scorso 26 giugno si sono regolarmermente
svolte elezioni presidenziali.
Attività
parlamentare:
In Italia - Mozione C. 1-00140 Maran
che impegna il Governo a sostenere il processo di riconciliazione nazionale
somala abbinata alle seguenti mozioni C. 1-00209 Pianetta, C. 1-00210 Vietti,
C. 1-00215 Evangelisti, che impegna il
Governo, tra le altre cose, a promuovere una conferenza di pace nella regione, discusse
nella seduta del 13 luglio 2009 e approvate nella seduta
del 14 luglio 2009;
negli USA - Senato, Commissione esteri, “Al Qaeda in Yemen
and Somalia (Committee Report)”,
25 maggio 2010.
Documentazione:
International Crisis Group, Congo: A Stalled Democratic Agenda, 8 aprile
2010;
International
Crisis Group, Somalia’s divided Islamist, 18 maggio 2010;
Osservatorio
di politica internazionale - Corno d’Africa (a cura del CeSI), Approfondimenti n. 22, ottobre 2010;
Osservatorio
di politica internazionale - Le conseguenze della pirateria nel Corno d’Africa
(a cura dell’ISPI), Note n. 11, maggio 2010;
Ce.S.I.,La nuova campagna contro Al Shabab
e la possibile stabilità della Somalia. 9 novembre 2010.
Accordo di pace. Missione
internazionale ONU: UMIS ed UNAMID in Darfur (Italia:
3 in
UNAMID).
Il presidente della Commissione esteri del Senato
USA John Kerry, in missione
in Sudan su incarico del Presidente Obama, ha
dichiarato la disponibilità degli USA alla cancellazione del Sudan dalla lista
degli Stati sponsor del terrorismo se il governo sudanese assumerà precisi
impegni in ordine all’ordinato svolgimento del referendum sull’indipendenza del
Sud del Sudan previsto per il 9 gennaio 2011 (insieme gli USA hanno comunque
prorogato di un anno le sanzioni contro il paese). In realtà, a seguito dei
colloqui avuti in Sudan alla metà di ottobre, rappresentanti ONU hanno espresso
preoccupazione sulla mancanza di progressi nella preparazione del referendum: a
frenare i progressi i perduranti contrasti tra governo sudanese e il Sudan People Liberation
Movement (SPLM). Il presidente Bashir, ha dichiarato che non accetterà un risultato del
referendum falsato da influenze esterne. Si succedono peraltro arresti di
oppositori del presidente, da ultimo il giornalista Jaafar
Alsabki Ibrahim. Invece, il
portavoce del movimento insorgente del Darfur del Justice and Equality Movement (JEM) ha dichiarato la disponibilità del
gruppo a riprendere i colloqui di pace sospesi dall’inizio di maggio,
partecipando ai negoziati in corso a Doha. Negli
ultimi mesi si sono verificati numerosi episodi di violenza contro i profughi
del Darfur rifugiati in diversi campi nelle regioni
occidentali del Sudan. Il 12 luglio il presidente sudanese Al Bashir è stato colpito da un secondo mandato di arresto della corte penale internazionale
con l’accusa di genocidio nel Darfur.
Attività
parlamentare:
in Italia – AC N. 2252/XVI- Accordo con il Governo
della Repubblica del Sudan sulla promozione e reciproca protezione degli
investimenti,discusso nella seduta del 5 luglio 2010 e rinvio in Commissione del
disegno di legge nella seduta del 7 luglio 2010
in Francia - esame del Rapporto d’informazione sulla situazione in Sudan e la questione
del Darfur predisposto dai deputati
S. Jaquin (Gruppo parlamentare: “Socialiste, radical, citoyen et divers gauche”) e P. Labaune (UMP) nella seduta della Commissione Affari esteri
dell’Assemblea Nazionale del 3 febbraio 2010;
in Germania: –- discussione e approvazione al Bundestag, nelle sedute del 10 giugno e 17 giugno 2010, delle Mozioni governative 17/1901 e 17/1902 relative alla prosecuzione della
partecipazione tedesca rispettivamente alle missioni UNAMID (Darfur) e UNMIS.
Negli USA: - Senato,
Commissione esteri, audizioni su “Assessing Challenges and Opportunities for Peace in Sudan”, 26 maggio 2010;
Documentazione:
Brookings
Institution, The Sudan Referendum: Dangers and Possibilities,
13 ottobre 2010;
Interenational
Crisis Group, Negotiating Sudan’s North-South Future, 23
novembre 2010.
Conflitto armato
interno.
Mentre
prosegue il tentativo del presidente ugandese Musuveni,
anche attraverso il coinvolgimento della Repubblica Centrafricana e del Sud
Sudan, di sconfiggere le forze del Lord Resistence Army (LRA) (si
ricorda in proposito l’operazione militare Lightening Tunder avviata alla fine del 2008),
fonti di Intelligence indicano che il
leader del movimento Kony, ricercato dalla Corte penale
internazionale, si sarebbe rifugiato prima in Sudan,
cercando la protezione del governo di Khartoum, in passato suo sponsor, poi nella Repubblica
Centrafricana, dove sono concentrate il grosso delle sue forze. Negli ultimi
mesi gli attacchi del Lord Resistence Army sono
proseguiti in diverse zone del paese. Il movimento islamista
somalo Al-Shabaab ha rivendicato l’attentato dello
scorso 11 luglio a Kampala (85 morti, almeno 60 feriti) come ritorsione per la
partecipazione ugandese alle forze internazionali di
pace presenti in Somalia. Il 25 ottobre la commissione elettorale ha giudicato
regolare otto candidature alle elezioni presidenziali del prossimo 18 febbraio;
i preparativi continuano però ad essere caratterizzati da reciproche accuse di
irregolarità.
Attività
parlamentare:
in Italia – Mozioni C. 1-00056 Casini, C. 1-00327 Orlando, C. 1-00328 Touadi,
C. 1-00329 Boniver per richiedere un
rafforzamento della presenza internazionale nella regione dei Grandi Laghi,
svolte nelle sedute del 16 febbraio 2010;
negli USA – Approvazione del Lord’s Resistence Army
Disarmament and Northern
Uganda Recovery Act,
Senato, seduta del10 marzo 2010;
Camera, Commissione esteri, audizioni su “The Great Lakes Region: Current Conditions and U.S. Policy”, 25 maggio
2010;
Documentazione:
Brookings
Institution, Terror in Uganda: The World Must Do
More in Somalia , 23 luglio 2010;
Camera dei
Deputati, Servizio Studi - Dipartimento Affari esteri – Il conflitto nel Darfur,
Note di politica internazionale n. 40, 5 marzo 2010.
Accordo
di pace Missione internazionale (ONU: UNOCI, Francia: Licorne).
Per il 28
novembre è previsto il secondo turno di ballottaggio delle elezioni presidenziali
(in precedenza più volte rinviate) tra il presidente uscente Laurent Gbagbo e l’ex-primo
ministro Alassane Quattara,
i due candidati che hanno raccolto più volti nel primo turno del 31 ottobre. Lo
svolgimento delle elezioni si colloca nel quadro della difficoltosa attuazione
degli accordi di pace di Ouagadougou del 2007 (gli accordi di pace ponevano
fine alla guerra civile scoppiata in seguito al fallimento del colpo di stato
del 2002, quando i militari golpisti guidati da Guillaime
Soro occuparono il Nord del Paese, costituendo le Forces Nouvelles e contrapponendosi al governo
del presidente Luarent Gbagbo).
Documentazione:
Brookings Institution, Costa d’Avorio Electoral process, 1 ottobre 2010-10-13;
M. Mondelli (ISPI), Elezioni presidenziali in Costa d’Avorio,
4 novembre 2010;
Ce.S.I.,Elezioni in Costa D\'avorio: il test più difficile deve
ancora essere superato, 24 novembre 2010.