Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera | ||||
Titolo: | LE ELEZIONI PRIMARIE: LA DISCIPLINA NEGLI STATI UNITI D'AMERICA E ALTRE ESPERIENZE IN AMBITO EUROPEO ED EXTRAEUROPEO | ||||
Serie: | Materiali di legislazione comparata Numero: 24 | ||||
Data: | 23/06/2011 | ||||
Descrittori: |
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Camera dei deputati
XVI LEGISLATURA
Materiali di legislazione comparata
LE ELEZIONI PRIMARIE:
E ALTRE ESPERIENZE IN AMBITO EUROPEO
ED EXTRAEUROPEO
N. 24 - Giugno 2011
Servizio responsabile:
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File:MLC16024
Indice
Le primarie negli Stati Uniti d’America
La nascita e l’evoluzione delle primarie
Le primarie per l’elezione del Presidente degli Stati Uniti
La disciplina delle primarie presidenziali
L’esperienza delle primarie in altri paesi
Modalità delle “Leadership Conventions” e il sistema “one member one vote - OMOV”
Recenti applicazioni del sistema OMOV nei tre principali partiti canadesi
L’ Europe Écologie - Les Verts
L’Union pour un mouvement populaire
Brevi cenni sulla forma di governo in Spagna
Le elezioni primarie nel sistema partitico spagnolo
Il procedimento elettorale delle primarie del Partido Socialista Obrero Espanõl (PSOE)
Le elezioni primarie del PSOE del 1997
Regno Unito
de Rosa Damiano, Evoluzioni recenti dei partiti inglesi. In: “Democrazia e diritto”, 2009, n. 3-4, p. 243-263 53
Valbruzzi Marco, Primarie. Partecipazione e leadership. Bologna, Bononia University Press, 2005. Parte terza, Capitolo 7:
Le primarie nel Regno Unito, p. 229-236 75
AMERICA LATINA
Valbruzzi Marco, Primarie. Partecipazione e leadership. Bologna, Bononia University Press, 2005. Parte seconda:
Le primarie in America latina (Argentina, Cile, Uruguay, Messico), p. 131-211 85
Schede di sintesi
Negli Stati Uniti le elezioni primarie[1] costituiscono un procedimento elettorale utilizzato per definire le candidature elettorali dei partiti[2]; tale procedimento è caratterizzato da determinate regole[3]. Sebbene la primaria costituisca la tipologia prevalente di selezione elettorale, in alcuni Stati viene invece utilizzato un sistema di selezione differente, conosciuto come caucus[4].
Il caucus è un’assemblea di sostenitori di un partito che si riunisce per prendere una determinata decisione, in particolare per eleggere dei delegati o dei candidati alle elezioni. In genere, nel caucus vi è una divisione fisica tra i sostenitori dei diversi candidati, che si pongono da una parte o dall’altra, con un spazio riservato anche agli indecisi. Alla fine del processo di discussione, si verifica la consistenza dei diversi gruppi e si proclama quindi il risultato della consultazione[5].
Per sua natura, il caucus può coinvolgere solo una determinata quantità di persone, per cui in genere è necessario all’interno di un distretto elettorale (o di uno Stato) prevedere anche più livelli di caucus, al fine di giungere alla designazione finale. Ad esempio in Alaska il caucus elegge direttamente i delegati alla convention statale del partito, mentre altrove si svolgono diversi caucus a seconda dei differenti livelli politico-amministrativi.
Tra i caucus più importanti e strutturati vi sono quelli che si svolgono nello Stato dell’Iowa[6]. In questo Stato, sia il Partito democratico, sia il Partito repubblicano utilizzano il caucus come strumento di selezione elettorale. Ognuna delle convention delle 99 contee in cui è diviso lo Stato seleziona dei delegati per le convention dei distretti congressuali e dello Stato, che poi eleggono i delegati alla convention nazionale del partito. Vi sono comunque alcune differenze organizzative tra i procedimenti dei due partiti principali.
Per il Partito repubblicano ogni votante riceve una scheda bianca, senza nomi, su cui è possibile scrivere il nome del candidato prescelto ed il partito raccoglie poi i risultati di ogni circoscrizione; in effetti tale scelta non appare strettamente vincolante, poiché è la convention dello Stato che ha il potere finale di selezionare i delegati nazionali.
Il procedimento utilizzato dai democratici nei caucus dell’Iowa è più complesso. Ogni circoscrizione divide il numero dei suoi delegati in proporzione ai partecipanti ai caucus. Questi indicano il loro sostegno a un candidato raggruppandosi materialmente in gruppi; inizia quindi la discussione per convincere gli indecisi, che si conclude entro 30 minuti, al termine dei quali si contano i sostenitori di ciascun candidato. A seconda del numero dei partecipanti, viene stabilita una soglia di passaggio (in genere è almeno del 15%); in tal caso i sostenitori dei candidati che non superano la soglia possono riaggregarsi agli altri gruppi oppure unirsi tra di loro. Alla fine del nuovo conteggio, ogni circoscrizione determina i suoi delegati. Questi si riuniscono a un livello di caucus superiore, la convention di contea, allo scopo di scegliere i delegati per il distretto e quindi per la convention statale.
In generale, il caucus può essere aperto a tutti gli elettori o solo a quelli registrati al partito[7]. Esso comunque è uno strumento che presuppone una certa partecipazione popolare, ma che tuttavia, per la sua natura, non può coinvolgere oltre un determinato numero di soggetti; proprio per questo le elezioni primarie sembrano un tipo di processo elettorale più aperto, a cui prende effettivamente parte un numero maggiore di persone rispetto ai caucus.
Si tenga presente che il sistema dei caucus è oggi utilizzato in pochi Stati, essendo le elezioni primarie divenute il metodo più importante di selezione delle candidature[8].
All’interno della categoria delle elezioni primarie, in realtà è possibile distinguere diverse tipologie.
Per votare alle elezioni è necessario innanzitutto iscriversi nelle liste elettorali, mediante la voter registration; al momento dell’iscrizione, si può dichiarare la propria appartenenza a un partito oppure registrarsi come indipendenti.
Le primarie chiuse sono appunto quelle riservate ai sostenitori del partito, cioè a coloro che si sono registrati come elettori del partito.
Le primarie chiuse modificate o semi-chiuse sono un tipo di elezione primaria aperto anche agli indipendenti, ossia a quanti non si sono registrati come simpatizzanti di un partito[9].
Le primarie aperte con dichiarazione pubblica (crossover primaries) prevedono la possibilità per l’elettore di dichiarare il giorno stesso dell’elezione il partito prescelto e di partecipare alle relative primarie. In questo caso è però possibile che una persona registrata in precedenza come elettore del Partito democratico possa prendere parte alle primarie del Partito repubblicano (o viceversa).
Le primarie coperte (blanket) vedono la possibile partecipazione di tutti gli elettori, che ricevono due schede, una per ciascun partito, potendo poi però scegliere uno solo dei due.
Le primarie non-partitiche (nonpartisan) si caratterizzano per la presenza di una sola scheda con i candidati di tutti i partiti; gli elettori possono votare un solo candidato, vince colui che raggiunge la maggioranza assoluta dei voti, altrimenti si ricorre a un secondo turno tra i due candidati più votati.
Si tenga presente che queste diverse tipologie di primarie si intersecano a livello di partito e a livello di Stato, nel senso che in un certo Stato ciascuno dei partiti può utilizzare un determinato tipo di primaria, che non è necessariamente uguale a quello dell’altro partito, così come, dal punto di vista del partito, esso può utilizzare il caucus in uno Stato, la primaria aperta in un altro, la primaria chiusa in un altro Stato, e così via. Si aggiunga che in alcuni Stati esistono delle primarie miste, che combinano quindi le caratteristiche di alcune di queste tipologie, così come è possibile combinare caucus e primarie all’interno del medesimo Stato[10].
Anche il sistema elettorale per determinare la scelta dei delegati può variare, nel senso che può aversi un sistema di tipo proporzionale (più o meno corretto) per assegnare i delegati, oppure un sistema di tipo maggioritario per cui al candidato vincente spettano tutti (o quasi tutti) i seggi in palio all’interno dello Stato, secondo il principio del first past the post.
Sebbene le primarie siano conosciute per il loro collegamento alle elezioni presidenziali, esse sono normalmente utilizzate in diversi tipi di elezioni ed a differenti livelli: si svolgono primarie per designare i candidati al Senato, alla Camera dei Rappresentanti, ai Governatorati, ad elezioni di contea e locali. Le primarie statali si tengono in un determinato giorno deciso dalla legislazione di quello Stato[11].
La nascita e l’evoluzione delle primarie[12]
Esempi di elezioni primarie si sono avuti fin dalla metà del XIX secolo in alcune città degli Stati Uniti, diffondendosi in maniera significativa alla fine dello stesso secolo: negli anni ’90 le primarie furono utilizzate a Cleveland (Ohio) ed a Minneapolis (Minnesota). Il primo Stato a disciplinarle a livello statale fu il Wisconsin nel 1903, con il governatore La Follette[13], ed entro il 1916 furono estese alla maggior parte degli Stati[14].
Nel 1912 si tennero delle combattute primarie presidenziali in campo repubblicano tra l’ex Presidente Theodore Roosevelt e il Presidente in carica William H. Taft, sebbene limitate a 13 Stati. Roosevelt vinse la maggior parte delle primarie, ma Taft ottenne la nomina alla Presidenza da parte della convention nazionale. Ciò indusse Roosevelt a partecipare ugualmente alle elezioni presidenziali, in concorrenza con il candidato repubblicano Taft, e favorendo di fatto la vittoria del democratico Woodrow Wilson.
Nel periodo compreso tra la prima guerra mondiale e la fine del secondo conflitto mondiale (cd. “periodo del riflusso”), si assistette a un arretramento nella scelta delle primarie: in questo periodo, infatti, otto Stati abrogarono la normativa esistente in materia.
Nel 1948 le primarie presidenziali per il Partito repubblicano risvegliarono l’interesse per tale strumento[15]. In rapida successione, alcuni Stati reintrodussero la regolamentazione delle primarie, in precedenza abrogata.
Per le elezioni presidenziali del 1968, si svolsero primarie democratiche in 15 Stati. L’andamento iniziale delle consultazioni indusse il Presidente in carica Lyndon B. Johnson a ritirare la propria candidatura. È dopo le importanti primarie della California (5 giugno 1968), vinte da Robert Kennedy con il 46,3% dei voti, che questi venne ucciso. Sebbene le primarie fossero poi vinte da Eugene McCarthy, la convention democratica finì per candidare alla presidenza il Vicepresidente in carica Hubert H. Humphrey.
In ogni caso, dopo il 1968, le primarie finirono per affermarsi lentamente quale metodo principale di selezione delle candidature, quelle per le elezioni presidenziali in particolare.
Negli anni successivi, proprio per correggere alcune distorsioni del sistema, le primarie vennero riformate. Nel campo democratico la cd. riforma McGovern-Fraser (1970) si pose l’obiettivo di garantire la più ampia partecipazione degli elettori democratici, rendendo predominante l’uso delle primarie, limitando il potere degli apparati di partito e garantendo quindi la rappresentatività delle convention.
Si assistette così alla loro affermazione definitiva, che finì per coinvolgere anche il Partito repubblicano in questo nuovo scenario: per le elezioni presidenziali del 1972 si svolsero primarie in 23 Stati per il Partito democratico e in 22 Stati per quello repubblicano.
Sebbene negli anni successivi il sistema delle primarie abbia conosciuto ulteriori riforme, alcune delle quali hanno probabilmente rafforzato il potere del partito rispetto a quello degli elettori[16], appare indiscutibile l’importanza delle primarie nell’odierno scenario politico americano.
Nel 2008 le primarie presidenziali si sono tenute in 37 Stati per il Partito democratico e in 40 Stati per quello repubblicano[17].
Le primarie per l’elezione del Presidente degli Stati Uniti
Le elezioni presidenziali degli Stati Uniti d’America sono una lunga e complessa procedura elettorale, attraverso la quale sono eletti il Presidente e il Vicepresidente per un mandato di quattro anni, che inizia il 20 gennaio dell’anno successivo a quello delle elezioni[18].
L’elezione è effettuata, in realtà, con un metodo indiretto: i cittadini scelgono gli elettori i quali formano il collegio elettorale degli Stati Uniti (United States Electoral College), composto da 538 “grandi elettori” divisi tra i vari Stati[19], e regolato dall’art. II della Costituzione.
L’elezione avviene quindi in due fasi: una prima, che non è prevista esplicitamente dalla Costituzione, in cui la popolazione partecipa attivamente alla designazione dei candidati dei due principali partiti, e una seconda che invece è costituzionalmente regolata. La prima fase consiste nell’elezione dei candidati alle cariche di Presidente e di Vice Presidente, e avviene nelle convention nazionali dei due maggiori partiti. Per eleggere i delegati a queste convention, a livello di ciascuno Stato si tengono i procedimenti elettivi per i delegati, consistenti nello svolgimento di un caucus o più probabilmente di un’elezione primaria in una delle tipologie presentate.
In sintesi, in ogni Stato vi sono competizioni tra i candidati alla nomination presidenziale per entrambi i partiti principali, ogni Stato avendo diritto a una quota di delegati alla convention nazionale del partito. Il candidato risultato vincitore dello Stato si aggiudica la maggioranza (o la totalità) dei delegati spettanti a quello Stato.
Le primarie presidenziali si svolgono in periodi diversi a seconda dello Stato, che è competente anche a fissare la tempistica elettorale[20].
La convention nazionale
I due principali partiti americani scelgono, pertanto, i candidati alla Presidenza attraverso una lunga serie di elezioni primarie (o di caucus)[21], durante le quali, alcuni candidati si sfidano per conseguire la nomination, fino all’esito finale deciso nell’apposita convention del partito.
In effetti tocca alla Democratic National Convention o alla Republican National Convention la scelta ufficiale del candidato del partito alla Presidenza (e alla Vicepresidenza)[22]. Tali consessi si svolgono qualche mese prima della data delle elezioni (novembre)[23]. Nella stessa sede viene decisa la piattaforma programmatica del partito che dovrà convincere gli elettori a votare per il candidato prescelto. A seguito delle riforme della disciplina delle primarie, la convention, a partire dagli anni ’80[24], ha perso la sua funzione di designazione reale dei candidati, finendo con l’assumere le caratteristiche di un grande evento simbolico e mediatico. La convention è quindi il passaggio finale in cui il vincitore delle primarie viene “incoronato” come candidato del Partito: la nomina ufficiale è effettuata durante la convention, ma la scelta concreta è stata compiuta direttamente dagli elettori nei mesi precedenti. Ciò è possibile anche perché la maggior parte dei delegati è vincolata (pledged) a sostenere il candidato in nome del quale essi sono stati eletti alla convention. Una parte dei delegati non è eletta, ma è riservata ai rappresentanti e ai leader del partito, conosciuti anche come “superdelegati” (superdelegates o unpledged delegates), che non hanno vincoli di voto con i candidati alla nomina presidenziale.
In particolare, l’art. 2 dello statuto del Partito democratico[25] prevede che la convention nazionale si riunisca ogni anno in cui è indetta l’elezione del Presidente. Essa è composta da un numero uguale di delegati uomini e donne, selezionati attraverso un processo che, tra l’altro: assicuri che le delegazioni rispecchino fedelmente la varietà delle preferenze espresse dai partecipanti al processo di selezione del candidato alla Presidenza; escluda l’attribuzione su base maggioritaria dell’intero blocco dei delegati di uno Stato; permetta la partecipazione in buona fede di tutti gli elettori democratici e, se ritenuto opportuno da una direzione statale del partito, anche degli elettori non iscritti né affiliati ad alcun partito. Il numero di deleganti votanti da assegnare a ciascuno Stato è stabilito sulla base dei seguenti criteri: pesando in modo uguale la popolazione - misurabile come numero di elettori presidenziali assegnati allo Stato - e il voto democratico alle elezioni presidenziali; prevedendo elettori presidenziali aggiuntivi che possano essere stati specificatamente designati dalla Commissione nazionale democratica (Democratic National Committee); prevedendo eventualmente ulteriori delegati in favore di democratici che rivestono cariche elettive.
Anche lo statuto del Partito repubblicano[26] disciplina la convention nazionale del partito. Tra l’altro, l’art. 13,
concernente i membri della convention
nazionale, prevede un complesso meccanismo di ripartizione dei delegati, in cui
ai delegati eletti (dieci provenienti da ognuno dei 50 Stati), si aggiungono
altri delegati (tra cui tre delegati distrettuali dei rappresentanti di ogni
Stato per ogni rappresentante presso
La disciplina delle primarie presidenziali
La normativa delle primarie presidenziali, decisa dalla legislazione di ogni singolo Stato, è poi integrata da quanto deciso dai regolamenti interni dei partiti. In materia alcuni principi fondamentali sono stati poi sanciti da diverse sentenze della Corte Suprema.
In effetti è ciascuno Stato che decide se adottare le primarie e
quale tipo di primaria utilizzare (chiusa, aperta o altre varianti). In
pratica, la legislazione statale decide la composizione dell’elettorato attivo
per la selezione, quindi con legge si individuano i criteri di registrazione
degli elettori, le modalità di identificazione dei votanti, le forme di
partecipazione alle primarie. Tali elementi sono poi integrati dalle decisioni
interne dei partiti che organizzano le primarie. In particolare,
Ad esempio, lo Stato della California disciplina la materia
all’interno del California Elections Code[28]. In esso sono stabilite le condizioni in
base alle quali un partito può partecipare alle primarie (section
Per quanto concerne le discipline interne dei partiti, esse individuano il numero di delegati che spettano a ciascuno Stato, in base alla popolosità dello stesso e dei risultati precedenti del partito in quello Stato. Infatti gli Stati più popolosi hanno diritto a un numero maggiore di delegati ed è in quegli Stati che si decide spesso la vittoria di un candidato. Anche il sistema elettorale è deciso dal regolamento interno del partito. I democratici tendono ad utilizzare una forma di sistema proporzionale con soglia di sbarramento per la divisione dei delegati tra i diversi candidati, mentre nel Partito repubblicano si preferisce puntare su un sistema prevalentemente maggioritario, per cui al vincitore sono assegnati tutti (o quasi tutti) i delegati in palio in quello Stato o all’interno delle circoscrizioni elettorali dello Stato[30].
Il finanziamento delle elezioni primarie è stato regolato a livello normativo nel 1971 con il Revenue Act e con il Federal Election Campaign Act, successivamente modificato a partire dal 1974. Nel 2002 è stato approvato il Bipartisan Campaign Reform Act[31].
Le risorse a disposizione dei candidati sono di tipo privato o pubblico. Le risorse private sono quelle ottenute tramite donazioni individuali o mediante dei comitati di azione politica (Political Action Committees), promossi da organizzazioni o associazioni. Per quanto riguarda i fondi pubblici, essi spettano ai candidati che riescono a raccogliere almeno 5.000 dollari in venti Stati, in misura uguale al finanziamento privato ricevuto. L’accettazione dei fondi pubblici comporta il rispetto di numerose regole e vincoli, che spesso induce i candidati che non hanno problemi di raccolta dei fondi a rinunciare al finanziamento pubblico.
Esistono inoltre dei fondi federali a livello statale o locale, costituiti dai comitati di partito e che possono essere spesi solo per determinate attività (ad esempio, pubblicità).
In ogni caso è possibile per chiunque finanziare direttamente un partito, a livello federale o statale.
In Australia non sono previste elezioni dirette per il Primo Ministro.
L’Australia è una federazione di sei Stati e numerosi Territori autonomi, ciascuno dei quali ha una propria costituzione, istituzioni, leggi e sistemi elettorali, tutti comunque basati sul principio del governo parlamentare. Gli Stati sono, in ordine di popolazione: New South Wales (NSW), Victoria, Queensland, Western Australia, South Australia, Tasmania. I Territori principali sono Australian Capital Territory (ACT), Northern Territory e Jarvis Bay Territory. Quest’ultimo, sebbene goda di speciali autonomie, dal punto di vista della rappresentanza a livello federale non ha una posizione autonoma.
A livello federale, la costituzione stabilisce la separazione tra poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario), secondo il modello di Westminster mutuato dal parlamento britannico.[33]
Il Parlamento è composto dalla Regina, rappresentata dal Governor general (Governatore generale), dalla House of Representatives e dal Senate. Il Parlamento è titolare del potere legislativo: ciascun progetto di legge per essere approvato ha bisogno dell’approvazione di entrambe le camere. Queste hanno eguali poteri, tranne che per alcune limitazioni poste al Senato nell’introdurre emendamenti alla legislazione finanziaria. Il Governatore ha potere di veto sulle leggi.
Il Senato federale è composto da 76 membri; ogni Stato ne elegge
12 e 2 ciascuno provengono dai due Territori. I senatori eletti negli Stati
hanno un mandato di 6 anni, e la metà dei seggi viene rinnovata ogni 3 anni. La
durata del mandato dei senatori eletti nei Territori segue, invece, la durata
della House of Representatives. Il
sistema elettorale del Senato è il voto singolo trasferibile (Single Transferable Voting, SVT), che
combina il voto di preferenza con i principi del sistema proporzionale; in
questo modo gli eletti rappresentano in maniera relativamente fedele le
proporzioni tra i voti espressi dagli elettori. Per questo motivo i partiti più
piccoli normalmente concentrano i propri sforzi nelle campagne elettorali del
Senato, dove hanno maggiore possibilità di trovare una rappresentanza, e questo
avviene anche negli Stati che hanno parlamenti bicamerali (solo il Queensland e
i due Territori hanno parlamenti monocamerali). Nelle elezioni per
Dato che le differenti maggioranze possono portare ad un blocco del processo legislativo, la costituzione prevede la possibilità per il Governo di chiedere lo scioglimento contemporaneo delle due Camere (double dissolution). Si ricorre di rado a questa soluzione anche perché gli esiti sono spesso poco favorevoli alla maggioranza in carica.
Il potere esecutivo è formalmente attribuito al Governatore generale, come rappresentante della Regina. In realtà il potere esecutivo è esercitato dal Primo Ministro e dai membri del Gabinetto (senior Ministers), anche se essi non vengono mai menzionati nella costituzione. L’organo attraverso il quale viene formalmente esercitato il potere esecutivo è il Consiglio esecutivo federale (Federal Executive Council), del quale fanno parte tutti i ministri e sottosegretari, e che formalizza le decisioni del Governo secondo procedure codificate.
Il Primo ministro, i membri del Gabinetto e gli altri ministri sono scelti tra i parlamentari (di regola tra i deputati e non tra i senatori) che sono membri del partito, o della coalizione di partiti, che ha conquistato la maggioranza nelle elezioni a cadenza triennale (a meno di scioglimento anticipato). Il leader del partito di maggioranza diventa automaticamente il premier. Il partito o la coalizione di partiti di minoranza rappresentano l’opposizione e il suo leader diventa automaticamente leader dell’opposizione, che ha delle specifiche prerogative riconosciute sia a livello formalmente che nella prassi. Considerati i due diversi sistemi elettorali vigenti a livello federale, la maggioranza che sostiene il Governo non è necessariamente presente anche al Senato, dove le forze politiche sono normalmente più frammentate.
Fin dall’inizio del XX secolo, la politica australiana è stata dominata da alcuni grandi partiti: a sinistra il partito che rappresenta i lavoratori, l’Australian Labor Party.[34] I cittadini australiani che non s riconoscono nell’ideologia socialista sono confluiti in due altri partiti, quello di centro-destra che esprime il ceto medio commerciale, ora Liberal Party of Australia[35], e il partito rurale conservatore, ora National Party of Australia. Sebbene siano esistiti ed esistano tutt’ora partiti minori, questi hanno raramente ottenuto una rappresentanza a livello federale e soprattutto non hanno mai realmente influenzato la formazione o il mantenimento di una maggioranza di governo.
I risultati nelle ultime elezioni federali, tenutesi il
Sintesi dei risultati nelle ultime elezioni federali
Partito |
Percentuale voti |
Seggi alla House of Representatives |
Seggi al Senato |
Australian Labor Party (ALP) |
38,0% |
72 |
32 |
Liberal Party of Australia (Lib) |
39,9% |
66 |
32 |
National Party of Australia (Nat) |
3,7 |
7 |
5 |
Australian Greens (GRN) |
11,8 |
1 |
5 |
Family First |
2,3 |
0 |
1 |
Katter’s Australian Party |
n/a |
1 |
0 |
Altro |
n/a |
3 |
1 |
Totale |
|
150 |
76 |
In Australia non vi una tradizione di ricorso alle elezioni primarie per la scelta dei candidati alle elezioni federali. Alcuni esperimenti limitati si sono avuti a livello di singole circoscrizioni elettorali per i partiti laburista e nazionale.
Molti politologi, in particolare dopo l’esperienza coinvolgente delle ultime primarie statunitensi che hanno condotto all’elezione di Barack Obama, hanno suggerito di ricorrere più massicciamente a questo tipo di consultazioni, anche al fine di coinvolgere maggiormente la popolazione nella vita politica (gli iscritti ai partiti politici sono meno del 2% della popolazione). [36]
Prima delle ultime consultazioni elettorali, i laburisti hanno svolto delle primarie per scegliere il candidato in una circoscrizione dello stato di Victoria.[37] Sebbene le elezioni siano poi risultate fallimentari per i laburisti, il Labor Party federale, nella sua relazione 2010, indica l’esperienza di Kylsith come un esempio da seguire anche in altre circoscrizioni, perché ha aumentato il coinvolgimento degli elettori.[38]
Il National Party, dopo un’esperienza di primarie aperte a tutti gli elettori effettuata nella circoscrizione di Tamworth (New South Wales)[39], ha proposto nel 2010 di estendere il modello anche ad altre circoscrizioni elettorali.[40]
Anche il principale esponente del nuovo Partito Australiano, Bob Katter, si è detto recentemente favorevole al modello americano di scelta dei candidati attraverso le elezioni primarie.[41]
In Canada non sono previste elezioni dirette per il Primo Ministro.
Assume la carica di Capo del Governo, di norma, il Leader del partito politico che conquista la maggioranza dei seggi dell’House of Commons, il ramo direttamente elettivo del Parlamento canadese[42].
Il Parlamento canadese[43] è composto dal Sovrano[44], rappresentato dal Governor general, e da due Assemblee, il Senate, di nomina governativa, e l’House of Commons, eletta direttamente dal corpo elettorale canadese[45].
Hanno diritto di voto, per le elezioni politiche nazionali (federali), i cittadini canadesi con età uguale o superiore a 18 anni, ad eccezione del Chief Electoral Officer e dell’ Assistant Chief Electoral Officer[46].
La maggior parte dei membri del Parlamento sono esponenti di un partito politico nazionale (federale)[47]. Un partito politico, per ottenere il diritto di collegare nella scheda elettorale il proprio nome e simbolo sotto i nomi dei candidati che esso sostiene, deve registrarsi presso il Chief Electoral Officer[48].
Le elezioni federali più recenti hanno avuto luogo il
In Canada il leader di un partito politico è pertanto “di fatto” il candidato alla carica di Primo Ministro, in caso di vittoria maggioritaria nelle competizioni politiche elettorali federali.
La scelta del leader all’interno del partito avviene attraverso una Leadership Convention che riunisce i delegati delle associazioni del partito in ogni collegio con l’aggiunta di alcuni delegati d’ufficio. Il leader così eletto assume la direzione del partito fino al ritiro per limiti di età, alle sue eventuali dimissioni ovvero fino a quando lo stesso partito non lo deponga e sostituisca.
Il leader uscente mantiene la guida del partito fino al momento in cui una Leadership Convention sceglie il suo successore. Nelle circostanze in cui ciò non sia possibile, come nel caso di morte o di dimissioni con decorrenza immediata, un leader ad interim viene nominato dal partito per tutta la durata della campagna per la nuova leadership.
Nel New Democratic Party e in alcune delle sue diramazioni provinciali la posizione di leader è stata regolata come tutte le altre posizioni nel comitato esecutivo del partito ed è soggetta a conferma nelle conventions del partito che si svolgono di norma ogni due anni, sebbene il leader in carica raramente affronti un’opposizione più che simbolica.
In alcuni casi nei quali un solo candidato-leader sia risultato
senza concorrenti entro la data limite per la candidatura, la riunione della Convention non ha fatto altro che
ratificare il candidato unico[50]. Anche in tali situazioni è tuttavia
necessario che
Modalità delle “Leadership Conventions” e il sistema “one member one vote - OMOV”
Di norma le associazioni circoscrizionali del partito (riding associations) dedicano speciali riunioni all’elezione di un numero predeterminato di delegati che le rappresenteranno nella Leadership Convention. In tali riunioni vengono anche eletti i supplenti che partecipano alla Convention, ma hanno diritto di voto solo in caso di impossibilità dei delegati ufficiali. Inoltre vengono spesso selezionati delegati dalle associazioni giovanili o femminili di partito a livello di circoscrizione e dalle associazioni di partito delle università e dei colleges e campus.
Oltre ai delegati in tal modo eletti, un gran numero di delegati “d’ufficio” partecipano e votano alle Leadership Conventions (membri del partito eletti in parlamento, membri di partiti affiliati in occasione di legislature provinciali, membri del partito con cariche nei governi nazionale o provinciale, o dell’esecutivo di un’associazione giovanile o femminile affiliata e altri).
Il Liberal Party of Canada [51] ha tenuto la sua prima convention nel 1919. Lo storico Conservative Party[52] ha usato per la prima volta una Leadership Convention per selezionare il capo del partito (R. B. Bennett) nel 1927. Il Parti Quebécois [53] è stato il primo partito politico ad adottare in Canada un sistema one member one vote - OMOV puro per la scelta del leader (dal 1997).
In un sistema OMOV puro, ogni membro del partito ha una scheda (ballot) per eleggere il leader ed ogni scheda ha uguale peso rispetto alle altre. Alcuni sistemi OMOV “modificati” possono invece permettere a tutti i membri di votare, assegnando però peso diverso ai singoli voti in modo da assicurare uguaglianza tra le circoscrizioni senza tener conto della consistenza numerica dei voti degli aderenti al partito in ciascuna collegio e in modo da garantire una quota proporzionale del voto a importanti componenti del partito come, ad esempio, nel caso della storica componente labourista del New Democratic Party - NDP.
La maggior parte dei partiti provinciali e federali canadesi hanno adottato forme di sistemi OMOV durante gli anni 1990.
A causa dell’attuazione di sistemi OMOV, puri o modificati, e di elezioni di delegati secondo modalità proporzionali da parte della maggior parte dei partiti, le Leadership Conventions hanno perso la loro importanza pur rimanendo un momento rilevante nella scelta della leadership dei partiti.
Recenti applicazioni del sistema OMOV nei tre principali partiti canadesi
Anche il Conservative Party of Canada, il Liberal Party of Canada e il New Democratic Party hanno adottato sistemi one member one vote - OMOV negli anni più recenti.
L’attuale Conservative Party [54] (risultato della fusione, nel 2004, tra i tre
partiti conservatori, il Progressive
Conservative Party, il Reform Party
of Canada e
Nella Leadership Election del 2004[55] che ha portato alla vittoria di Stephen Harper, attuale Primo Ministro in carica, è stato infatti applicato un sistema in base al quale sono stati dati 100 punti a tutte le 308 circoscrizioni elettorali, indipendentemente dal numero di voti per iscritti al partito in ogni circoscrizione (per un totale di 30.800 punti).
Ogni candidato guadagnava un numero di punti equivalente ad una percentuale dei voti vinti in quella circoscrizione (per esempio, il candidato otteneva 50 punti in una circoscrizione nel quale i voti complessivi erano 100 se ne aveva vinti 50, ma otteneva 50 punti anche nella circoscrizione con 1.000 voti assegnati vincendone 500 o nella circoscrizione con 8 voti complessivi se a lui ne erano stati attribuiti 4).
Il Liberal
Party of Canada[56], dopo
Dopo la sconfitta elettorale del
L’ultima Leadership Election del New
Democratic Party – NDP [57] si è svolta nel 2003 con la vittoria, al primo
scrutinio, di Jack Layton. In tale occasione la competizione è stata per la
prima volta regolata dal nuovo sistema OMOV parziale adottato dal NDP, in base
al quale il voto popolare degli iscritti è stato ponderato per il 75% del
risultato. Il restante 25% è stato formato da voti assegnati dai delegati di
organizzazioni affiliate (in gran parte labour
unions). È stata, tra l’altro,
Lo strumento delle “primarie” per la scelta dei candidati alle elezioni presidenziali è utilizzato in Francia da alcuni partiti politici.
Nel febbraio 1995, per
la prima volta, il Parti socialiste(PS)organizzò
le primarie per la selezione del candidato alle presidenziali. Alle primarie
furono ammessi a votare solo gli iscritti al partito. Il primo ad annunciare la
sua candidatura fu Lionel Jospin, seguito poi da Henri Emmanuelli. Jospin vinse
le primarie con 52.250 voti (65,85%), contro Emmanuelli che ottenne 27.095 voti
(34,15%)[58]. Le elezioni presidenziali del maggio
Nel 2006 il partito socialista organizzò una seconda consultazione degli iscritti in vista delle presidenziali del 2007. Prima dello svolgimento delle primarie, furono aperte le iscrizioni al partito con quota ridotta (20 euro), in modo da permettere ai nuovi militanti di concorrere alla scelta del candidato. Le primarie furono vinte da Ségolène Royal, con 108.807 voti (60.65%). Gli altri due candidati che parteciparono alle primarie furono: Dominique Strauss-Khan, che ottenne 37.118 voti (20,69%) e Laurent Fabius, che prese 33.487 voti (18,66%)[60]. Le elezioni presidenziali di aprile (1° turno) e maggio (2° turno) 2007 furono poi vinte da Nicolas Sarkozy.
Nell’ottobre 2009 gli iscritti al PS hanno deciso a maggioranza di convocare “primarie aperte e popolari” nel 2011 per individuare il loro candidato alle elezioni presidenziali del 2012.
Alle primarie, convocate per il 9 ottobre e, eventualmente, per il
Per l’ organizzazione delle primarie il CNOP ha consultato
diverse autorità pubbliche: il Consiglio Costituzionale; il Ministero dell’Interno;
Innanzitutto, in vista delle primarie annunciate dal PS, il Ministro dell’Interno, con una Circolare del
In particolare,
Per quanto riguarda invece le valutazioni del Consiglio costituzionale francese sulle
primarie, il PS ha ricevuto una dichiarazione di non competenza dello stesso ad
esprimersi in merito. Infatti, il Presidente del Conseil Constitutionnel, Jean-Louis Debré, con una lettera del
In base alle regole predisposte dal CNOP, alle primarie sono quindi ammessi a votare:
· tutti
i cittadini francesi iscritti nelle liste elettorali prima del
· i
cittadini francesi residenti all’estero, a condizione di essere iscritti nelle
liste elettorali consolari entro il
· i
minori che al momento dello svolgimento delle elezioni presidenziali del maggio
2012 avranno compiuto 18 anni. I minori che intendono votare devono anche
iscriversi entro il
· i
minori (ma con almeno 15 anni di età) che si sono iscritti al PS o al Movimento
dei Giovani socialisti (MJS) entro il
· i
cittadini stranieri che si sono iscritti al PS o al MJS entro il
I votanti, al momento dell’esercizio del diritto di voto, sono tenuti a:
· versare
un contributo di minimo 1 euro, a titolo di partecipazione alle
spese di organizzazione delle primarie. Questo contributo, se inferiore ai 150
euro, non necessita di ricevuta fiscale. Se superiore, necessita invece di
ricevuta emessa dall’Association de
financement du parti socialiste (AFPS), come specificato dalla Commissione
nazionale per i conti relativi alla campagna elettorale e ai finanziamenti
politici (CNCCFP), in una lettera inviata al segretario del PS, Martine Aubry,
dell’
· firmare
Il CNOP ha inoltre disposto che i candidati membri del PS debbano raccogliere un certo numero di firme di sostegno per presentare la propria candidatura. Il sostegno deve essere costituito da almeno: o il 5% dei parlamentari socialisti; o il 5% dei membri titolari del Consiglio nazionale del Partito socialista; o il 5% dei consiglieri regionali o generali socialisti, rappresentativi di almeno 10 dipartimenti o 4 regioni; o il 5% dei sindaci socialisti delle città con più di 10.000 abitanti, rappresentativi di almeno 4 regioni. I candidati di altri partiti che eventualmente decideranno di partecipare alle primarie fisseranno le proprie regole per le candidature.
Il deposito ufficiale delle candidature deve avvenire dal 28 giugno al 13 luglio 2011.
Entro il
Solo i candidati che firmano “la carta etica delle primarie”, stabilita dal CNOP, possono essere accettati dall’Alta autorità. Nella carta è in particolare stabilito che essa sia riconosciuta come unica istanza arbitrale dei conflitti e che ogni candidato dovrà sostenere, al momento delle presidenziali, qualsiasi altro candidato risulterà vittorioso alle primarie.
L’ Europe Écologie - Les Verts
Il partito Europe Écologie - Les Verts (EELV) riunisce i militanti ecologisti francesi ed ha assunto tale denominazione a partire dal novembre 2010.
L’EELV ha organizzato la consultazione “Primarie de l’Ecologie” in vista delle elezioni presidenziali del 2012, insieme al Mouvement Ecologiste indipendente, attivando un sito internet ad essa specificamente dedicato[65].
Sono ammessi al voto per le primarie:
-i membri di EELV e delle organizzazioni con cui esistono convenzioni di partenariato con EELV;
- i cittadini che dichiarino di aderire alla Charte des Verts mondiaux e ai valori indicati nel Prembule des statuts d’Europe écologie les Verts.
Tali cittadini che intendono votare sono anche tenuti a versare
obbligatoriamente un contributo di
minimo 10 euro, divenendo “cooperatori”, e ad iscriversi alla lista
elettorale per le primarie entro il
Dopo essersi iscritti alla lista, i cittadini che intendono
partecipare alle primarie ricevono all’indirizzo indicato il materiale
necessario per l’esercizio del diritto di voto, tra il 15 e il
L’Union pour un mouvement populaire
Anche l’Union pour un mouvement populaire (UMP), il partito di centro-destra che sostiene l’attuale Presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy, aveva avviato nel 2006 l’organizzazione di elezioni primarie.
In vista delle elezioni presidenziali del 2007, era stata infatti iniziata la preparazione di una consultazione elettorale degli iscritti all’UMP per la scelta del candidato di partito. Cinque candidati avevano annunciato la propria candidatura: Nicolas Sarkozy, Michèlle Alliot Marie, Rachid Kaci, Dominique de Villepin, Nicolas Dupont-Aignan. Eccetto Sarkozy, gli altri quattro candidati ritirarono però la propria candidatura. Sarkozy divenne dunque l’unico candidato dell’UMP per le elezioni del 2007[66].
In vista delle elezioni presidenziali del 2012 l’UMP non si è pronunciato ufficialmente sulla possibilità di organizzare le primarie per la scelta del candidato.
Brevi cenni sulla forma di governo in Spagna
Ai sensi dell’articolo 99 della Costituzionespagnola[67], dopo ogni rinnovo del Congresso dei Deputati e “nelle altre circostanze costituzionali in cui ciò si riveli necessario”, il Re propone, previa consultazione dei rappresentanti designati dai gruppi politici presenti in Parlamento, un candidato premier.
Il risultato delle elezioni influisce sulle proposte avanzate dai gruppi parlamentari, poiché, se la maggioranza è netta, il candidato sarà il leader politico del partito vincente. In assenza di una maggioranza netta, il futuro candidato viene designato dal Re, tenendo conto dei pareri espressi dai partiti che hanno ottenuto i seggi al Parlamento.
Il sistema parlamentare spagnolo è caratterizzato da un modello bicamerale – le Cortes – formate dal Congresso dei deputati e dal Senato[68].
I modi di elezione delle Cortes
spagnole sono delineati dalla Costituzione,
agli articoli 68 (Congresso dei deputati) e 69 (Senato), e dalla Legge organica sul regime elettorale,
del
Il procedimento elettorale spagnolo, ad esclusione delle elezioni per il Senato, si svolge in base ad un meccanismo di liste bloccate e chiuse, secondo un sistema elettorale proporzionale. Le liste sono preparate e presentate dai partiti, dalle federazioni, dalle coalizioni e, eccezionalmente, da raggruppamenti di elettori. In tutti i partiti politici la designazione e l’ordine con i quali i candidati figurano nella lista è di competenza dei massimi organi esecutivi.
Le elezioni primarie nel sistema partitico spagnolo
In Spagna non esiste una disciplina legislativa delle elezioni primarie, ma esse sono previste dagli statuti dei partiti politici.
Lo Statuto[70] federale del Partito popolare (Partido popular)[71] non prevede il sistema delle primarie per la selezione dei candidati alle cariche pubbliche monocratiche.
Tra i partiti politici spagnoli, il Partito socialista operaio spagnolo (PSOE)[72] è l’unico ad aver adottato, nel 1997, le primarie di partito come modalità prevalente di selezione delle candidature sia nazionali che locali (Primo ministro, presidenti regionali, sindaci delle maggiori città spagnole), escluse quelle parlamentari.
Quanto ai soggetti che possono partecipare, lo Statuto federale del partito[73]prevede elezioni primarie “chiuse”, esclusivamente rivolte a iscritti e militanti, dotati di tessera con pagamento delle quote, la cui rigorosa osservanza è indispensabile per partecipare: il mancato pagamento di una sola quota comporta la perdita inappellabile del diritto di voto.
Dopo la recente riforma statutaria del PSOE, l’elezione del capolista candidato a presiedere l’organo esecutivo (presidenza del Governo, presidenza delle Comunità autonoma, sindaco ecc.) spetta non solo agli iscritti e ai militanti (art 7, lettera f, dello Statuto federale), ma anche ai simpatizzanti, a condizione di appartenere al partito da almeno 6 mesi (articolo 9, lettera e, dello Statuto).
Il procedimento elettorale delle primarie del Partido Socialista Obrero Espanõl (PSOE)
Il Regolamento delle cariche pubbliche (Normativa Reguladora de los Cargos Públicos)[74] disciplina dettagliatamente il procedimento elettorale per la selezione dei candidati alle cariche pubbliche monocratiche.
Per quanto riguarda, in particolare, la procedura per la designazione del capolista nelle elezioni per il Congresso dei deputati (negli altri casi, la disciplina delle elezioni primarie non presenta differenze sostanziali), il Comitato federale[75] fissa la data della presentazione delle candidature, per la campagna elettorale (interna al partito), per la votazione e per la chiusura delle elezioni. Tre sono i soggetti che possono presentare candidature:
·
· il Comitato federale;
· per il 10%, gli iscritti e i militanti del partito (articolo 49 del Regolamento).
Le candidature devono
essere presentate alla Commissione di
garanzia elettorale federale in un intervallo compreso tra un minimo di
quindici e un massimo di venti giorni. Tale organo ha il compito di controllare
la sussistenza dei requisiti oggettivi e di proclamare gli aspiranti alla
candidatura. Contro la decisione è possibile ricorrere presso
La campagna elettorale ha inizio al termine della fase di presentazione delle candidature.
Il suffragio è individuale e segreto e si esercita, previo controllo dell’identità, nel giorno fissato dal Comitato federale, che è unico per tutti, durante un minimo di sette ore consecutive (articolo 45 del Regolamento).
Le elezioni primarie del PSOE del 1997
La decisione del PSOE di
utilizzare il metodo delle primarie per la selezione, in pratica, del Primo
ministro, dei presidenti regionali e dei sindaci delle maggiori città spagnole
(e non per la selezione dei candidati del Parlamento), scaturì, nel
Nel 1998 si tennero le prime elezioni primarie “chiuse” (destinate esclusivamente agli iscritti al partito) per la selezione del candidato alla carica di Primo ministro per le elezioni politiche del 2000. Tali primarie provocarono la bocciatura inattesa del segretario di partito, Joaquín Almunia, a beneficio di un candidato, José Borrell, rappresentante dell’ala sinistra del partito. La candidatura di Borrell durò poco più di un anno; le accuse di corruzione ad alcuni suoi collaboratori lo spinsero a ritirarsi. Il segretario del partito, Almunia, convocò un congresso straordinario nel 1999 durante il quale direttamente l’élite del partito legittimò la sua candidatura, ma fu sconfitto da Aznar alle elezioni parlamentari del 2000. Il segretario Joaquín Almunia fu costretto a dimettersi.
Nel congresso del partito, celebrato nell’estate del 2000, fu eletto segretario generale José Luis Rodríguez Zapatero, che poi vinse le elezioni spagnole per due volte di fila (2004- 2008). Le elezioni primarie furono usate da Zapatero che, da segretario generale del partito, le indisse per la sua candidatura a capo del governo alle elezioni politiche del 2004.
Per quanto riguarda leelezionidel 2012, Zapatero, durante
la riunione del Comitato federale del Partito Socialista del 2 aprile
[1] La bibliografia sulle elezioni primarie negli Stati Uniti è molto ampia. Si segnalano di seguito solo alcuni contributi recenti in lingua italiana: Marco Valbruzzi, Primarie: partecipazione e leadership, Bologna, Bononia University Press, 2005, in particolare la parte prima “Le primarie negli Stati Uniti d’America” (pp. 37-129); Edmondo Mostacci, “Le primarie negli Stati Uniti: partecipazione politica e ruolo dei partiti nelle elezioni presidenziali americane”, Diritto pubblico comparato ed europeo, II, 2008, pp. 675-690; Damiano Anselmi, Convention e primarie: il sistema dei partiti governati dagli elettori, 2007, disponibile al seguente link: http://conventionprimarie.blogspot.com/.
[2] Ci si riferisce ai due principali partiti, il Partito repubblicano e il Partito democratico, tuttavia si tenga presente che anche altri partiti possono utilizzare analoghi metodi selettivi nella formazione delle rispettive candidature. Con riferimento alle primarie presidenziali del 2008, alcuni dati sui “terzi partiti” sono disponibili alla pagina “Major Third Party 2008 Presidential Primaries” del sito “The Green Papers”, consultabile al seguente link: http://www.thegreenpapers.com/T08/events.phtml.
[3] La regolamentazione delle primarie è effettuata da ciascuno Stato a livello di legislazione statale.
[4] L’origine del termine “caucus” è incerto, secondo alcuni deriva dalla parola in lingua algonchina che significa “consiglio”: cau´-cau-as´u. Altri sostengono che derivi dal latino medievale caucus, che significa “recipiente per bevande”.
[5] Il caucus si svolge normalmente in edifici quali scuole, chiese, bilioteche, ma anche in case private.
[6] Si veda anche la voce “Iowa caucuses”, disponibile su Wikipedia (en): http://en.wikipedia.org/wiki/Iowa_caucuses.
I caucus dell’Iowa sono in pratica il
primo appuntamento nel lungo processo che determina la nomination presidenziale, essi si svolgono in genere all’inizio
dell’anno dell’elezione presidenziale: gli ultimi si svolti il
[7] Il caucus dell’Iowa è riservato agli elettori registrati al rispettivo partito, sebbene sia possibile modificare tale indicazione anche in occasione dello svolgimento del caucus; ad esso possono partecipare anche i minorenni che compiono i 18 anni per la data dell’elezione generale.
[8] Con riferimento alle elezioni presidenziali del 2008, dei caucus si sono svolti, seppure a livelli diversi, in alcuni Stati: Alaska (democratici), Arizona (democratici), Colorado, Connecticut (democratici), Hawaii, Idaho (democratici), Iowa, Kansas (repubblicani), Louisiana (repubblicani), Maine, Minnesota, Montana (repubblicani), Nebraska (democratici), Nevada, North Dakota, Washington, Wyoming (democratici). Per un quadro completo del processo selettivo relativo alle elezioni presidenziali del 2008 è possibile consultare la pagina “2008 Presidential Primaries, Caucuses, and Conventions Alphabetically by State” del sito “The Green Papers”, al seguente link: http://www.thegreenpapers.com/P08/events.phtml. Sono riportati, per ciascuno Stato, i diversi eventi del processo elettorale (caucus, primarie, convention).
[9] In maniera analoga anche un caucus può essere chiuso, semi-chiuso o aperto.
[10] Un elenco delle diverse forme di primarie per le elezioni presidenziali per ogni Stato è consultabile nella voce “Primary election” di Wikipedia (en), al seguente link: http://en.wikipedia.org/wiki/Primary_election#Primary_systems_state-by-state.
[11] Per un panorama delle diverse legislazioni statali è possibile consultare la pagina “Statutory Election Information of the Several states-State Primary” del sito “The Green Papers”, al seguente link: http://www.thegreenpapers.com/slg/sei.phtml?format=sta. Sono riportati, per ciascuno Stato, i riferimenti normativi in materia di tempistica delle primarie statali.
[12] Per un approfondimento di tipo storico sulle primarie americane, oltre alla bibliografia già citata, cfr. anche Enrico Melchionda, Alle origini delle primarie: democrazia e direttismo nell’America progressista, Roma, Ediesse, 2005.
[13] Robert M.
[14] Solo il Connecticut, il New Mexico e il Rhode Island non istituirono le primarie in questo periodo.
[16] Ad esempio, con
[17] Oltre agli Stati propriamente detti e al Distretto di Columbia (Washington), nel 2008 sono state organizzate primarie (o caucus) anche per Portorico, Samoa americane, Guam, Isole vergini americani, nonché, per il Partito democratico, presso i “democratici all’estero” (Democrats abroad). I repubblicani hanno organizzato consultazioni anche nelle Isole Marianne Settentrionali.
[18] L’ultima elezione presidenziale si è svolta il
[19] Ciascuno dei 50 Stati elegge un numero di “grandi elettori” pari al numero di senatori e di deputati che invia al Congresso, per un totale di 535, cui si aggiungono tre grandi elettori per il Distretto di Columbia (Washington).
[20] Per un panoramica delle diverse primarie presidenziali è possibile consultare la pagina “Statutory Election Information of the Several states-Presidential Primary” del sito “The Green Papers”, al seguente link: http://www.thegreenpapers.com/slg/sei.phtml?format=pre. Sono riportati, per ciascuno Stato, i principali riferimenti normativi sulla tempistica delle primarie.
[21] Nel 2008 il percorso elettorale è iniziato il 3 gennaio, con i citati caucus dell’Iowa, per concludersi il 3 giugno con le primarie in South Dakota, Montana (democratici) e New Mexico (repubblicani). L’appuntamento più importante è stato il cd. “supermartedì” (Super Tuesday: 5 febbraio), in cui si sono svolte consultazioni in 22 Stati per i democratici e in 21 per i repubblicani.
[22] Si tenga presente che anche alcuni partiti minori scelgono i loro candidati nel corso di apposita convention; tra di essi il Green Party, il Libertarian Party, il Constitution Party e il Reform Party USA.
[23] Nel 2008 la convention nazionale democratica si è svolta a Denver (Colorado) dal 25 al 28 agosto, quella repubblicana a Saint Paul (Minnesota) dal 1° al 4 settembre. La convention democratica era composta da 4.418 delegati, di cui 852 “superdelegati”, quella repubblicana da 2.380 delegati, di cui 561 “superdelegati”.
[24] La convention democratica del 1980 è stata l’ultima in cui vi sia stato un tentativo di sovvertire i risultati delle primarie durante lo svolgimento della stessa convention. L’operazione fu portata avanti, senza successo, da Ted Kennedy contro il Presidente in carica Jimmy Carter.
[25] Lo statuto e il regolamento (charter and bylaws) del Partito democratico (aggiornati al 2010) sono consultabili al seguente link: http://webcache.googleusercontent.com/search?hl=it&q=cache:SJ_1gq6yBlcJ:http://www.democrats.org/files/misc/pdf/Charter_and_Bylaws_8_20_10.php+www.democrats.org/files/misc/pdf/Charter_and_Bylaws_8_20_10.php&ct=clnk.
[26] Lo statuto (rules) del Partito repubblicano aggiornato al 2010 è consultabile al seguente link: http://www.gop.com/images/legal/2008_RULES_Adopted.pdf.
[27] Sentenza Tashjian v. Republican Party of Connecticut (1986), disponibile al seguente link: http://caselaw.lp.findlaw.com/scripts/getcase.pl?court=US&vol=479&invol=208.
[28] Il codice elettorale della California è consultabile al seguente link: http://www.leginfo.ca.gov/cgi-bin/calawquery?codesection=elec&codebody=&hits=20.
[29] Si tratta nella fattispecie dell’American Independent Party e del Peace and Freedom Party.
[30] Per fare un esempio, nel 2008 alle primarie presidenziali della California Hillary Clinton e Barack Obama ottennero rispettivamente il 51,4% e il 43,1% dei voti popolari, conquistando 204 e 166 delegati. Nell’analoga primaria repubblicana, John McCain conquistò il 42,3% dei voti contro il 34,6 di Mitt Romney, ma essendo il sistema di tipo maggioritario, il primo ottenne 155 delegati, il secondo solo 15.
[32] Sito ufficiale della Federal Election Commission: http://www.fec.gov/.
[33] Un inquadramento del sistema istituzionale australiano a livello federale è offerto dagli “infosheets” pubblicati dalla House of Representatives, in particolare: The Australian System of Government (n. 20, oct. 2010), http://www.aph.gov.au/house/info/infosheets/is20.pdf; TheHouse, Government and Opposition (n. 19, oct. 2010) http://www.aph.gov.au/house/info/infosheets/is19.pdf; Elections for the House of Representatives (n. 8, oct. 2010), http://www.aph.gov.au/house/info/infosheets/is08.pdf.
[36] Ad esempio
Julian Leeser, Direttore del Menzies Research Center, di area conservatrice,
nel suo Better Candidates, Better
Parliament, Stronger
[37] http://andrewcarr.org/?p=1760, http://lilydale-yarra-valley-leader.whereilive.com.au/news/story/kilsyth-vote-put-to-the-test/
[38] 2010 ALP National Review Report, http://www.alp.org.au/australian-labor/review2010/
[39]http://www.theaustralian.com.au/news/nation/nationals-open-tamworth-preselection-vote-to-public/story-e6frg6nf-1225884954126
[40]http://nsw.nationals.org.au/news/latest-news/community-input-to-pre-selections-the-answer-to-better-mps-%E2%80%93-not-more-pay.html.
Sull’esperienza di
[42] Nel caso in cui nessun partito raggiunga la maggioranza assoluta dei seggi (hung parliament), la carica di Primo Ministro viene assunta dal Leader del partito di maggioranza relativa che cercherà di governare con il supporto dei partiti più piccoli o della stessa opposizione su singoli provvedimenti (minority government) oppure con la formazione di un governo di coalizione.
[43]Il sito internet del parlamento canadese è consultabile all’indirizzo: http://www.parl.gc.ca/Default.aspx?Language=E. Il Senate é composto da 105 membri, nominati dal Governor general su indicazione (advice) del Primo Ministro. I senatori, una volta nominati, rimangono in carica fino a 75 anni di età. L’House of Commons è formata da un numero variabile di membri (attualmente 308), eletti in circoscrizioni elettorali uninominali ripartite tra le Province sulla base della loro popolazione. I membri dell’House of Commons rimangono in carica per un periodo massimo di 5 anni.
[44] Il Canada fa parte del Commonwealth Realm, la cui attuale sovrana è
[45] Le elezioni nazionali dell’House of Commons sono regolate dal Canada Elections Act, iltesto in vigore del quale è disponibile all’indirizzo:http://laws-lois.justice.gc.ca/PDF/E-2.01.pdf. Secondo un sistema di voto a maggioranza semplice, vince il candidato che prende più voti (first-past-the-post), senza l’obbligo di raggiungere la maggioranza assoluta dei voti. Per maggiori informazioni sul sistema elettorale canadese si segnala The electoral system of Canada http://www.elections.ca/res/canelecsys_e.pdf.
[46] Possono essere previsti requisiti diversi per le altre elezioni, provinciali e municipali (cittadinanza, residenza etc.).
[47] Anche se nel Parlamento canadese
sono rappresentati diversi partiti politici, il sistema canadese si fonda sulla
contrapposizione di due partiti dominanti che si avvicendano al governo e
all’opposizione. Dal 1867 i due partiti dominanti sono stati il partito dei
Conservatori, attualmente il Conservative
Party, e il Liberal Party of Canada,
ma i risultati delle ultime elezioni del
[48] Sulle elezioni in Canada si segnala il sito ufficiale Elections Canada http://www.elections.ca/home.aspx e, in particolare sui partiti politici registrati, la pagina Registered Political Parties and Parties Eligible for Registration: http://www.elections.ca/content.aspx?section=pol&dir=par&document=index&lang=e#a1 che offre informazioni e link ai siti ufficiali di tutti i partiti politici canadesi.
[49] Sui risultati delle recenti elezioni federali del
[50] Il Liberal Party of Canada ha ratificato la leadership di Michael Ignatieff con una Convention nel 2009 anche se era di fatto divenuto leader al termine di una disputa a livello parlamentare protrattasi tra il 2008 e il 2009.
[51] Il sito internet del Liberal Party canadese è disponibile all’indirizzo: http://www.liberal.ca/.
[52] Dal 1942 divenuto il Progressive Conservative Party, che nel 2004 si è fuso nell’attuale Conservative Party of Canada.
[53] Il sito internet del Parti Québécois – PQ è disponibile all’indirizzo: http://pq.org/.
[54] Il sito internet del partito è consultabile all’indirizzo: http://www.conservative.ca/.
[55] Un riepilogo dei risultati della Leadership Convention del 2004 è consultabile all’indirizzo: http://www.parl.gc.ca/ParlInfo/Files/Party.aspx?Item=0c0ef0db-d14a-4438-8818-784c924f06ae&Language=E&Section=LeadershipConvention.
[56] Un riepilogo delle Leadership Conventions del Liberal Party è consultabile all’indirizzo: http://www.parl.gc.ca/Parlinfo/Files/Party.aspx?Item=b82f0db7-8535-4cc0-8bad-fd3ad8ea3d49&Language=E&Section=LeadershipConvention.
[57] Il sito internet del New Democratic Party - NDP è disponibile all’indirizzo: http://www.ndp.ca/home. Un riepilogo delle Leadership Conventions del NDP è consultabile all’indirizzo: http://www.parl.gc.ca/Parlinfo/Files/Party.aspx?Item=78f08bac-f67d-4621-9381-c4f18b1a0380&Language=E&Section=LeadershipConvention.
[58] Cfr. una scheda di presentazione delle elezioni primarie del Partito socialista francese del 1995 sul sito di Wikipédia: http://fr.wikipedia.org/wiki/Primaire_pr%C3%A9sidentielle_socialiste_de_1995.
[59] Cfr. la scheda “L’ élection des Présidents de
[60] Cfr. una scheda di presentazione delle elezioni primarie del Partito socialista francese del 2006 sul sito di Wikipédia: http://fr.wikipedia.org/wiki/Primaire_pr%C3%A9sidentielle_socialiste_de_2006.
[61] Il sito dedicato alle “primarie cittadine” è consultabile all’indirizzo web: http://www.lesprimairescitoyennes.fr/.
[62] Cfr. l’articolo
[63] La lettera del Presidente del Consiglio Costituzionale, J. L. Debré è consultabile sul sito internet delle primarie socialiste, all’indirizzo web: http://www.lesprimairescitoyennes.fr/article/un-processus-totalement-conforme-au-droit.
[64] La lettera del Presidente della CNCCFP, F. Logerot, è consultabile sul sito internet delle primarie socialiste, all’indirizzo web: http://www.lesprimairescitoyennes.fr/article/un-processus-totalement-conforme-au-droit.
[65] Il sito internet dedicato alla “Primarie de l’Ecolgie” è consultabile all’indirizzo web: http://primairedelecologie.fr/.
[66] Cfr. la scheda “Primaire présidentielle de l’UMP en
[67] Il testo completo ed aggiornato della Costituzione spagnola è consultabile all’indirizzo internet http://www.boe.es/aeboe/consultas/bases_datos/doc.php?coleccion=iberlex&id=1978/31229. La versione in lingua italiana della Costituzione spagnola è consultabile all’indirizzo web http://www.boe.es/aeboe/consultas/enlaces/documentos/ConstitucionITALIANO.pdf.
[68] L’articolo 68, comma 1, della Costituzione
spagnola stabilisce che il Congresso dei deputati sia composto da un minimo di
300 ad un massimo di 400 deputati eletti, ogni 4 anni, a suffragio universale,
libero, uguale, diretto e segreto, secondo le condizioni stabilite dalla legge.
[69] Il testo completo ed aggiornato della Legge organica sul regime elettorale è consultabile alla pagina web http://www.juntaelectoralcentral.es/jelect/normativa/LOREG2011-01-29.pdf. Il sistema elettorale adottato per l’elezione dei membri del Congresso è un sistema proporzionale fortemente “corretto”: prevede una clausola di sbarramento del 3 per cento e la ripartizione dei seggi avviene mediante l’utilizzo del metodo d’Hondt. Il meccanismo di sbarramento si attua, tuttavia, solo nelle grandi circoscrizioni (Madrid e Barcellona), essendo necessario nelle altre un quoziente più alto. Il territorio spagnolo è suddiviso in 52 province e ciascuna rappresenta una circoscrizione, in cui si distribuiscono i seggi a partire dal minimo di 1 (Ceuta e Melilla) ad un massimo di 35 (Madrid). In sostanza, la ripartizione dei posti nel Congresso avviene su base circoscrizionale per tutelare i partiti radicati in particolari aree. L’elettore, dunque, vota la lista con candidature bloccate (non si può modificare l’ordine di lista e non è prevista la preferenza) e si procede alla somma dei suffragi; dopodiché, su base circoscrizionale, si attribuiscono i posti nel Congresso. Ciò implica che i partiti politici da cui promanano le candidature esercitano un controllo sulle stesse.
[70] Gli Estatutos del Partito popolare spagnolo comprendono le modifiche apportate nel giugno 2008 dal 16° Congresso: http://www.ppgetafe.es/ESTATUTOS.pdf.
[71] Il Partito Popolare (Partido Popular, PP), fondato nel 1989, è il principale partito di centro-destra spagnolo. Il PP è membro del Partito Popolare Europeo (PPE), dell’Internazionale democratica di centro (IDC) e dell’Unione Democratica Internazionale (IDU). Nell’ultimo congresso nazionale del 2004 Mariano Rajoy è stato nominato presidente del partito, José María Aznar presidente onorario e María Dolores de Cospedal segretaria generale. Il sito ufficiale del partito è all’indirizzo internet: http://www.pp.es/
[72] Il PSOE è stato fondato nel 1879 da Pablo Iglesias. Nelle ultime elezioni politiche celebratesi il 9 marzo del 2008 si è riconfermato come partito di maggioranza relativa ottenendo il 43,64% dei voti. È membro del Partito del Socialismo Europeo e dell’Internazionale Socialista.Il sito ufficiale del PSOE è reperibile all’indirizzo internet: http://www.psoe.es/ambito/actualidad/home.do.
[73] Il testo completo ed aggiornato dello Statuto federale del PSOE è reperibile, in lingua spagnola, all’indirizzo internet: http://www.psoe.es/organizacion/docs/80206/page/estatutos-federales.html. Gli statuti del PSOE sono stati, da ultimo, modificati dal 37° Congresso del partito, del luglio 2008.
[74] Il testo completo del Regolamento è reperibile, in lingua spagnola, all’indirizzo internet: http://www.psoe.es/organizacion/docs/454803/page/reglamentos-federales-congreso.html.
[75] L’organizzazione centrale del PSOE si compone di
tre organi: il Congresso federale, organo sovrano del partito, che nomina i
membri del Comitato federale (organo di controllo) e della Commissione
esecutiva federale (funzioni di governo e di direzione del partito).
[76]La procedura per l’elezione del candidato o della
candidata alla Presidenza del Governo spagnolo è stata pubblicata dal Comitato
federale il