Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera | ||
Titolo: | La politica delle infrastrutture in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna | ||
Serie: | Guida alla documentazione Numero: 4 | ||
Data: | 30/01/2009 | ||
Descrittori: |
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Camera dei deputati
XVI Legislatura
BIBLIOTECA – LEGISLAZIONE STRANIERA
Guida alla documentazione |
La
politica delle infrastrutture in Francia, Germania,
Regno Unito e Spagna
(30 gennaio 2009)
Indice
Il codice degli appalti pubblici
I Grandi progetti - i precedenti e le realizzazioni in corso
Il Plan de relance pour l’économie
Le principali misure del Plan de relance
Procedure d’appalto per le opere pubbliche
Procedura di qualificazione preventiva delle imprese
Sostenibilità ambientale e interessi sociali
Partecipazione dei cittadini alla pianificazione territoriale
Partecipazione pubblica e privata (Public private partnerships - PPP)
Valutazione degli aspetti economici - Costi relativi alle procedure di appalto
Programmi di investimento nel settore dei trasporti
La disciplina degli appalti pubblici
La riforma della pianificazione territoriale: il Planning Act
Criteri e strumenti di valutazione dell’impatto economico e sociale delle grandi opere
Obblighi di previa consultazione
Il finanziamento delle opere pubbliche
Legislazione e documenti relativi a specifiche opere infrastrutturali
Il piano strategico delle infrastrutture e dei trasporti
Partecipazione dei privati al finanziamento di opere pubbliche
Concertazione tra livelli territoriali
Promozione delle infrastrutture nel contesto dell’attuale crisi economica e finanziaria
Procedure e tempi di esecuzione delle grandi opere nei Paesi industrializzati. Studio OICE (Associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica). Analisi comparata delle procedure più efficaci per la realizzazione delle opere pubbliche in Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna, a cura di Claudio Rangone. Ricerca ed elaborazione dati e casi di studio: Daniel Raccah - dicembre 2007 http://www.oice.it/documenti/do_att.php?DO_ID=7555
Gli ostacoli normativi alla realizzazione delle grandi opere pubbliche. Estratto dal Rapporto ISAE “Priorità nazionali. Infrastrutture materiali e immateriali" - giugno 2008 (in particolare si vedano le pagine 5 e 6)
http://www.isae.it/ri_cap1_giugno_2008.pdf
Le norme sugli appalti pubblici sono contenute nel Code des marchés publics,recentemente modificato, nel quadro del Plan de relance pour l’économie, con i decreti adottati tra il 17 e il 19 dicembre 2008 (Décret n° 2008-1334e Décret n° 2008-1356, completati dalla Circulaire du 19 décembre 2008).
Tra le nuove misure di riforma del Codice degli Appalti pubblici figurano, in particolare, disposizioni riguardanti la semplificazione delle procedure con un adattamento delle soglie e un alleggerimento delle formalità richieste al fine di accelerare le commesse pubbliche e facilitare l’accesso delle piccole e medie imprese.
In particolare:
Nel complesso l’economia del Codice degli Appalti pubblici rimane la stessa così come i suoi principi di base: libertà di accesso agli appalti, uguaglianza di trattamento delle candidature e trasparenza delle procedure.
Un progetto di legge di procedura sarà presentato al Parlamento e comprenderà le disposizioni legislative relative agli appalti pubblici.
Nei due rapporti segnalati vengono evidenziati gli aspetti critici che si presentano nella fase di riflessione e valutazione preliminare alla decisione e alla realizzazione delle grandi opere pubbliche.
Secrétariat d'Etat à la prospective, à l'évaluation des politiques publiques et au développement de l'économie numérique - Evaluation des grands projets publics : diagnostic et propositions Paris, Premier ministre, novembre 2008
http://lesrapports.ladocumentationfrancaise.fr/BRP/084000761/0000.pdf
Il rapporto, realizzato dalla Mission d'évaluation des politiques publiques, è dedicato agli strumenti e alle procedure in vigore per la valutazione e la conseguente decisione sui grandi investimenti pubblici, con particolare riferimento ai progetti di infrastrutture e di sistemi di informazione, ma applicabili anche a progetti di altra natura.
Nella prima parte sono presentati elementi di diagnostica sulla scelta degli investimenti, mettendo in evidenza i punti critici delle procedure di decisione. Nella seconda parte, vengono tracciate delle proposte volte a migliorare l’attuale sistema di decisione e di attuazione dei grandi progetti di investimento.
Si segnalano inoltre gli allegati al documento. In particolare:
Allegato 3 - Elementi su alcuni strumenti di valutazione utilizzati dall’amministrazione francese.
Allegato 5 - Elementi sulle procedure e gli strumenti di supporto alla decisione dei progetti d’investimento nel settore privato.
Allegato 6 – Aggiornamento e possibili integrazioni al metodo di calcolo socio-economico in vigore.
Conseil économique et social - La faisabilité financière des programmes d'infrastructures Paris, Journaux officiels, 2006
(Journal officiel de la République française, avis et rapports du Conseil économique et social)
http://lesrapports.ladocumentationfrancaise.fr/BRP/064000287/0000.pdf
Il rapporto muove dalla constatazione che la realizzazione dei grandi progetti di costruzione di infrastrutture si scontra sovente con l’assenza di una riflessione preliminare sulla loro fattibilità finanziaria, causando dannosi ritardi per lo sviluppo e la crescita del paese. Le riflessioni del Conseil économique et social intervengono nel periodo in cui erano in fase di avvio o realizzazione i progetti previsti nel programma pluriennale (2004-2025), adottato dal Comitato interministeriale per il piano di sviluppo del territorio il 18 dicembre 2003.
Nella prima parte del documento sono contenute le raccomandazioni del Consiglio, volte a dare un contributo per rafforzare l’efficacia delle politiche pubbliche attraverso una maggiore trasparenza delle decisioni e una maggiore coerenza dei dispositivi messi in atto per la loro realizzazione.
Nella seconda parte del rapporto viene fatta una analisi dell’esistente illustrando, in particolare, la procedura di adozione del programma pluriennale del 18 dicembre 2003; il ruolo svolto dallo Stato, dagli enti territoriali e dai privati relativamente al finanziamento dei progetti; alcuni esempi di progetti realizzati o in fase di realizzazione, in base al programma pluriennale, evidenziandone gli aspetti critici. Infine il rapporto propone un’analisi critica del processo decisionale.
Il 18 dicembre 2003 il Governo Raffarin decise, in occasione del Comité interministériel pour l'aménagement et le développement du territoire (CIADT), di dare il suo sostegno a cinquanta “grandi progetti” di sistemazione del territorio: grandi infrastrutture di trasporto, progetti urbani, poli di ricerca e di sviluppo economico (vedi scheda di sintesi del Ministère de l’Écologie, de l’Énergie, du Développement durable et de l’Aménagement du territoire sugli obiettivi fissati dal CIADT e il sito dalla Délégation interministérielle à l’aménagement et à la compétitivité des territoires(DIACT) sui Grands axes du CIADT du 18 décembre 2003 (2004). La realizzazione dei “grandi progetti” rappresentava, nelle previsioni, 20 miliardi di euro di investimenti per il periodo 2004-2012 e la creazione di 50.000 nuovi posti di lavoro per i cantieri. I grandi progetti varati hanno costituito un elemento essenziale di accompagnamento della crescita economica e dell’occupazione in Francia.
Per una ricostruzione degli eventi relativi, in particolare , al settore dei trasporti, si segnala la scheda di sintesi del Ministère de l’Écologie, de l’Énergie, du Développement durable et de l’Aménagement du territoire su Le Réseau routier national à long terme.
Per il finanziamento dei “ grandi cantieri” delle infrastrutture di trasporto è stata creata L’Agence de Financement des Infrastructures de Transport en France (AFITF), con decreto n. 2004-1317 del 26 novembre 2004. L’Agenzia ha il compito di partecipare, al fianco di altri co-finanziatori e nell’obiettivo di uno sviluppo durevole, al finanziamento prevalente (75 %) di progetti destinati allo sviluppo di modalità di trasporto alternativo alla strada, quali le grandi opere di infrastrutture ferroviarie, stradali, fluviali e portuarie, così come alle autostrade del mare. La creazione dell’Agenzia ha permesso allo Stato di mobilitare un volume globale di sovvenzioni di 7,5 miliardi di euro tra il 2004 e il 2012. Le risorse dell’AFITF provenivano, in via prioritaria, dai dividendi versati allo Stato dalle società pubbliche concessionarie per le autostrade. In occasione della privatizzazione delle società pubbliche concessionarie di autostrade, una parte del ricavato delle cessioni (circa 4 miliardi di euro) è stata destinata all’AFITF perché benefici di risorse proprie perenni. L’Agenzia percepisce da quel momentorisorse provenienti da tasse o canoni (circa 800 milioni all’anno).
Ulteriori notizie sull’Agenzia e sulle sue risorse sono reperibili sul sito Equiper la France, sito nato da un’iniziativa della Féderation Nationale des Travaux Publics che si avvale di una rete di esperti a tutto campo con l’obiettivo di coinvolgere il pubblico internauta in una riflessione collettiva sulle poste in gioco delle infrastrutture in Francia per i prossimi anni a venire.
Nel
2005 il CIADT ha presentato una lista di 67 “poli di competitività”, che
Gli schemi multimodali di servizi collettivi di trasporto sono stati soppressi nel giugno 2005.
Dal 14 ottobre 2005 il CIADT è stato sostituito dal Comité interministériel d’aménagement et de compétitivité des territoires (CIACT), che, come il precedente CIADT, riunisce, sotto la direzione del Primo Ministro i Ministri competenti, tra i quali il Ministro incaricato della gestione del territorio e il Ministro dell’Interno. Da quel momento sono le decisioni del CIACT a costituire il quadro di riferimento della pianificazione dei trasporti. In quella occasione il nuovo Comitato, presieduto dal primo Ministro di allora, Villepin, in continuità con il CIADT del 18 dicembre 2003, ha deciso in particolare:
In particolare il Governo ha deciso di ricorrere nel campo delle infrastrutture dei trasporti a i Partenariati pubblici-privati (PPP) che possono prendere due forme:
In occasione del Comité interministériel d’aménagement et de compétitivité des territoires (CIACT) del 6 marzo 2006 il Governo ha deciso di accelerare il completamento dei volets stradali dei contratti Stato-regioni in corso con un finanziamento di 300 milioni di euro. Il CIACT ha anche deciso di seguire, per la gestione della rete stradale nazionale, la pianificazione degli investimenti secondo una politica per itinerari e secondo una démarche distinta dei contratti di piano Stato-Regioni.
Sull’organizzazione delle reti stradali in Francia la pagina web delladirection générale des infrastructures, des transports et de la mer sul sito del Ministère de l’Ecologie, de l’Energie, du Dèveloppement durable et de l’Amenagement du territoire consente informazioni con una ricca offerta di schede di sintesi, tra le quali la scheda di sintesi che indica le principali tappe di elaborazione di un progetto stradale dall’impegno relativo alle prime riflessioni fino all’apertura del servizio di trasporto al pubblico.
Per informazioni precise su singoli progetti stradali dello Stato (autostrade e strade nazionali) ancora in fase di concertazione, studio o costruzione si può consultare il sito della competente Diréction régionale de l’Equipement (DRE) dalla pagina web del Ministero dedicata alle Régions.
Documentazione
la carte des infrastructures routières en 2025
la carte des infrastructures routières à l’horizon 2025
la carte des infrastructures ferroviaires, portuaires, fluviales et maritimes à long terme
Dossier de presse preparato in vista del CIADT del 18 dicembre 2004
Dossier de presse preparato per il CIACT del 14 ottobre 2005
Dossier de presse preparato per il CIACT del 6 marzo 2006
Féderation Nationale des Travaux publics - Le contrat de partenariat: une opportunité pour les maitres d’ouvrage (2007)
Si tratta del rapporto finale di un gruppo di lavoro della FNTP incaricato di conoscere l’opinione delle collettività nei confronti del contratto di partenariato (una nuova modalità di finanziamento che associa capitale pubblico e privato, creata con l’ordinanza del 17 giugno 2004 ) e a comprendere i motivi della lentezza della “partenza” di questo nuovo strumento per le collettività locali. L’inchiesta è stata condotta presso 80 responsabili di collettività (sia membri di organi elettivi che tecnici) e dello Stato e punta individuare gli elementi di “freno” ma anche di “opportunità” che questo tipo di contratto rappresenta per le collettività.
Féderation Nationale des Travaux publics (FNTP) - Rapporto di attività 2008 Les Travaux publics 2007- 2008 Il rapporto illustra, con grafici, carte e foto, le grandi caratteristiche economiche del settore dei Lavori pubblici e le sue principali cifre, analizza la congiuntura e le cifre determinati del livello di attività.
Centre d'analyse stratégique - La participation des citoyens et l'action publique Paris, La Documentation française, 2008
Il rapporto del Centre d'analyse stratégique risponde alle numerose questioni poste dall’ “impératif participatif” in base al quale i cittadini devono essere coinvolti nell’assunzione delle decisioni pubbliche, in materia di scelte di bilancio ed elaborazione di progetti.
Nella prima parte del documento vengono analizzate le misure adottate dallo Stato per favorire la partecipazione, illustrando sia la diversità di forme e contenuti che essa ha assunto, sia le più recenti evoluzioni. Viene poi proposta una valutazione della portata e dell’efficacia dei provvedimenti in vigore.
La seconda parte del rapporto raccoglie contributi di autorevoli specialisti della democrazia partecipativa.
Féderation Nationale des Travaux publics - Guide à l’intention des collectivités locales « La concertation publique au cœur des projets d’equipement »(2004) La Guida presenta, in modo sintetico elementi di informazione sul sistema di concertazione con il pubblico esistente in Francia finalizzato all’avvio di grandi opere sul territorio e dà alcuni spunti–chiave per l’utilizzazione di tali procedure.
Féderation Nationale des Travaux publics - Guide à l’intention des collectivités locales: De l’impact positif des équipements sur les territoires (2006) (disponibile in formato PDF presso la Biblioteca). La Guida contiene elementi di riflessione per le collettività locali sull’opportunità di presentare in maniera positiva i loro progetti alle popolazioni locali per migliorare la loro attrattività. La Guida è indirizzata ai comuni con più di 2000 abitanti, agli enti pubblici di cooperazione intercomunale e ai consigli generali e alle diverse direzioni dipartimentali delle Infrastrutture e dell’Agricoltura.
Sulla base delle direttive comunitarie del 31 marzo 2004 e dell’art. 6 della Carta costituzionale dell’ambiente che prescrive l’obbligo per tutte le politiche pubbliche di promuovere uno sviluppo sostenibile e di conciliare la protezione e la valorizzazione dell’ambiente con lo sviluppo economico e il progresso sociale, è stato varato nel 2007 il Plan national d’action pour des achats publics durables. Il Piano fissa obiettivi ambiziosi in termini di compatibilità ambientale delle commesse pubbliche per il periodo 2007-2009 e fornisce alle pubbliche amministrazioni una valutazione della situazione esistente indicando un metodo per la realizzazione di opere pubbliche durevoli (Scheda di sintesidel Ministère de l’Écologie, de l’Énergie, du Développement durable et de l’Aménagement du territoire)
Il Piano di rilancio economico lancia una nuova “mission” di bilancio specifica, denominata Plan de relance pour l’économie che prende posto all’interno di una Legge rettificativa delle Finanze in modo coordinato con la legge per “l’accelerazione dei programmi di costruzione e d’investimenti pubblici e privati”, entrambe approvate dal Parlamento il 29 gennaio 2009 (Sénat, T.A n. 42 e T.A. n. 44, in attesa di pubblicazione ufficiale).
Il Piano di rilancio semplifica in particolare le diverse procedure che contribuiscono di fatto ad allungare i tempi di esecuzione dei programmi d’investimento come degli appalti pubblici.
Il Piano mobilita 26 miliardi - ovvero l’1,3 % del PIL – per sostenere l’attività economica :
- 11,6 miliardi di sostegno alla trésorerie delle imprese, attraverso in particolare il rimborso accelerato dei crediti detenuti da queste imprese nei confronti dello Stato;
- 10,5 miliardi di investimenti pubblici, divisi tra lo Stato per l’ammontare di 4 miliardi, le imprese pubbliche per il medesimo ammontare e le collettività territoriali per 2 miliardi e mezzo;
- 2 miliardi per i settori più esposti alla crisi come quelli degli alloggi e dell’automobile;
- 2 miliardi per le misure di sostegno all’occupazione e in favore dei redditi delle famiglie più modeste.
Per l’attuazione del Piano sono stati presentati 3 progetti di legge esono previsti 9 decreti.
3 progetti di legge :
- il progetto di legge delle finanze rettificativo per il 2008 include la ridefinizione delle regole di pubblicità del privilegio del Tesoro (privilège du Trésor) e le disposizioni fiscali del Piano di rilancio ;
- il progetto di legge delle finanze rettificativo per il 2009 prevede le spese a carico dello Stato a titolo del Piano di rilancio;
- il progetto di legge per l’accelerazione dei programmi di costruzione e investimenti pubblici e privati comporta misure di semplificazione e di accelerazione delle procedure in particolare in materia di costruzione, procedure amministrative e di commesse pubbliche;
Il primo di questi progetti è stato adottato dal Parlamento a fine dicembre 2008. Gli altri due progetti di legge sono stati approvati definitivamente dal Senato il 29 gennaio 2009 (Sénat , T.A n. 42 e T.A. n. 44, in attesa di pubblicazione ufficiale).
9 decreti procedono alle modifiche regolamentari necessarie per :
- creare il premio (prime) di solidarietà attiva e l’aiuto eccezionale a favore delle piccole e medie imprese;
- raddoppiare il prestito a tasso zero;
- ridisegnare le regole relative all’urbanistica e alla commessa pubblica;
- organizzare il rimborso mensile dell’IVA;
- alleggerire la disciplina della pubblicità del privilège del Tesoro .
7 di questi decreti sono stati adottati il 19 dicembre 2008 ; gli ultimi due decreti, relativi rimborso mensile dell’IVA e alla disciplina della pubblicità del privilège del Tesoro saranno approvati nei primi mesi del 2009.
Le misure fiscali si articolano in 3 filoni :
- sostenere gli investimenti delle imprese: lo sgravio della tassa professionale annunciata dal Presidente della Repubblica il 23 ottobre 2008 sarà completato da una modifica dei coefficienti di ammortizzamento accelerato, al fine di stimolare le imprese a investire nel 2009 ;
- migliorare la trésorerie delle imprese : i crediti dell’IVApotrannoessere rimborsati secondo un ritmo mensile e non più trimestrale. Lo Stato rimborserà alle imprese, dall’inizio del 2009, le eccedenze d’acconto dell’imposta sulle società (IS) così come i crediti d’imposta ricerca e direport en arrière de déficits (RAD) di cui esse dispongono;
- sostenere la costruzione di nuovi alloggi privati: il prestito a tasso zero sarà raddoppiato a partire dal 2009.
Il progetto di legge delle finanze rettificativa per il 2009 apre i crediti necessari alle spese dello Stato a titolo del Piano di rilancio, ovvero 9,8 miliardi in crediti di pagamento (crédits de paiement).
Le spese di bilancio puntano a 3 settori in via prioritaria:
- lo sforzo eccezionale di investimenti a carico dello Stato ammonta a 4 miliardi in autorizzazioni di impegno a favore di infrastrutture nel settore della difesa e nei settori civili, quali trasporti, istruzione superiore e ricerca, patrimonio;
- il sostegno agli investimenti e all’occupazione delle imprese si traduce in 4,6 miliardi di autorizzazionidi impegno e 5,6 miliardi in crediti di pagamento, di cui 3 miliardi di dotazione al fondo strategico per gli investimenti (FSI), al di fuori del FSI questi crediti sono destinati al finanziamento di misure a favore dell’occupazione, in particolare all’aiuto all’avviamento nelle piccole e medie imprese, dell’aiuto al rinnovo delle vecchie auto e di misure di sostegno alle piccole e medie imprese. Tali somme comprendono anche 1 miliardo destinato al finanziamento dell’innalzamento degli anticipi consentiti sugli appalti pubblici vinti dallo Stato;
- le misure a favore degli alloggi e della solidarietà - 1,9 miliardi in autorizzazioni d’impegno e 1,5 miliardi in crediti di pagamento - sono destinati a rafforzare lo sforzo dello Stato a favore della costruzione e del rinnovamento urbano e a finanziare il premio di solidarietà attiva a favore del potere di acquisto delle famiglie più modeste.
Il progetto di legge rettificativa delle finanze prevede anche un sostegno alle collettività locali, primo investitore pubblico, affinché esse possano prendere il loro posto nella risposta alla crisi economica. A tale titolo, è previsto il versamento anticipato del fondo di compensazione dell’IVA (FCTVA) a favore delle collettività che si impegneranno ad aumentare i loro investimenti nel 2009 di almeno un euro in più in rapporto alla media annuale di investimento degli ultimi tre anni. Il costo previsto è di 2,5 miliardi e potrà essere più elevato se tale misura raccoglierà una larga adesione delle collettività locali.
Al fine di garantire che i crediti aperti dalla legge rettificativa delle finanze siano consacrati all’attuazione effettiva del Piano di rilancio e non ad eventuali altre spese, tali crediti, nel loro complesso, faranno capo ad un’unica mission di bilancio, creata per una durata di 2 anni e denominata « Piano di rilancio dell’economia ».
IMPATTO DEL PIANO DI RILANCIO
Il progetto di legge, approvato il 29 gennaio 2009, per l’accelerazione dei programmi di costruzione e d’investimenti pubblici e privati ha l’obiettivo di facilitare la gestione delle regole urbanistiche e della commande publique e comporta misure di semplificazione e di accelerazione delle procedure, in particolare in materia di costruzione edile, procedure amministrative e di commesse pubbliche.
Principali misure previste:
· le procedure previste dal Codice Appalti pubblici sono semplificate
Parallelamente il Primo Ministro ha dato al Governo istruzioni tramite circolare di portare al 20 per cento (invece del 5 per cento attuale ) l’ammontare degli anticipi versati per gli appalti pubblici superiori a 20 000 euro vinti dallo Stato da ora fino a tutto il 2009.
· sono alleggerite, almeno temporaneamente, alcune regole dell’urbanistica per incoraggiare, in particolare, la costruzione di alloggi. La validità dei permessi di costruire in corso o rilasciati da qui fino al 2010 viene portata da due a tre anni. La costruzione in comproprietà e la modifica dei coefficienti di edificabilità potranno essere alleggeriti su iniziativa dei comuni e l’esercizio del droit de prioritéviene inquadrato nel tempo.
· viene creato un terzo regime delle installations classées per la protezione dell’ambiente (ICPE). Il nuovo regime, intermedio tra gli attuali regimi di autorizzazione e di dichiarazione, consente una semplificazione maggiore per le imprese, riducendo i tempi di esame pur mantenendo le necessarie garanzie;
· è facilitato il ricorso alla partecipazione pubblica e privata. Oltre la facoltà per lo Stato di concedere la sua garanzia e assicurare, per quanto necessario, il finanziamento dei progetti prioritari realizzati sotto la forma di contratti di partenariato (PPP), previsti nella legge delle finanze rettificativa per il 2009, il progetto di legge prevede anche diversi miglioramenti tecnici.
Documentazione
Sito del Governo francese dedicato al Plan de Relance
Le dossier de presse complet du Plan de relance
NORMATIVA
Loi n° 2008-1443 du 30 décembre 2008 de finances rectificative pour 2008
Projet de loi de finances rectificative pour 2009, approvato definitivamente dal Senato il 29 gennaio 2009 (T.A. n. 42, , in attesa di pubblicazione ufficiale ) (dossier iter legislativo)
Projet de loi pour l'accélération des programmes de construction et d'investissement publics et privés, approvato definitivamente dal Senato il 29 gennaio 2009 (T.A. n. 44 , in attesa di pubblicazione ufficiale) (dossier iter legislativo)
Décret n° 2008-1334 du 17 décembre 2008 modifiant diverses dispositions régissant les marchés soumis au code des marchés publics et aux décrets pris pour l'application de l'ordonnance n° 2005-649 du 6 juin 2005 relative aux marchés passés par certaines personnes publiques ou privées non soumises au code des marchés publics
Décret n° 2008-1351 du 19 décembre 2008 instituant une prime de solidarité active
Décret n° 2008-1353 du 19 décembre 2008 prolongeant le délai de validité des permis de construire, d'aménager ou de démolir et des décisions de non-opposition à une déclaration préalable
Décret n° 2008-1366 du 19 décembre 2008 relatif aux avances remboursables sans intérêt pour l'acquisition ou la construction de logements en accession à la propriété et modifiant le code de la construction et de l'habitation
Décret n° 2008-1357 du 19 décembre 2008 instituant une aide à l'embauche pour les très petites entreprises
Décret n° 2008-1355 du 19 décembre 2008 de mise en œuvre du plan de relance économique dans les marchés publics
Décret n° 2008-1356 du 19 décembre 2008 relatif au relèvement de certains seuils du code des marchés publics
Circulaire du 19 décembre 2008 relative au plan de relance de l'économie française - augmentation des avances sur les marchés publics de l'Etat en 2009
Le direttive comunitarie riguardanti gli appalti pubblici nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali (“settori speciali”) nonché nei settori dei lavori, delle forniture e dei servizi (“settori classici”) sono state recepite nell’ordinamento tedesco mediante la Legge contro le restrizioni nell’ambito della concorrenza, nel Regolamento sulla concessione delle opere pubbliche e nei “Regolamenti sugli appalti” (Verdingungsordnungen (VOL, VOB, VOF).
La Legge contro le limitazioni nel settore della concorrenza (Gesetz gegen Wettbewerbsbeschränkungen - GWB) del 26 agosto 1998, da ultimo modificata con l’articolo 2c della legge del 15 dicembre 2008, è consultabile, in lingua tedesca, all’indirizzo internet: http://bundesrecht.juris.de/gwb/index.html. Da segnalare, in particolare, la parte quarta relativa alla concessione delle opere pubbliche e alla verifica del rispetto delle norme (articoli da 97 a 129).
Il Regolamento sulla concessione delle opere pubbliche (Vergabeverordnung) del 9 gennaio 2001 è consultabile all’indirizzo internet: http://bundesrecht.juris.de/vgv_2001/index.html
Il corpus disciplinare di base del settore degli appalti pubblici è contenuto nei Regolamenti sugli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi introdotti nel 1926. I “Regolamenti sugli appalti” sono così suddivisi:
1) Verdingungsordnung für Leistungen (VOL) (per i servizi e le forniture)
http://www.bmwi.de/BMWi/Navigation/Service/gesetze,did=191324.html
2) Vergabe- und Vertragsordnung für Bauleistungen (VOB) (per le opere)
Il VOB, a sua volta, è suddiviso in tre parti:
VOB/A per la fase di aggiudicazione
VOB/B per la fase dell’esecuzione
VOB/C per le prescrizioni tecniche generali
http://www.bmvbs.de/Bauwesen/Bauauftragsvergabe-,1536/Vergabe-und-Vertragsordnung-fu.htm
3) Verdingungsordnung für freiberufliche Leistungen (VOF).
Da segnalare, altresì, la legge sull’accelerazione della pianificazione delle infrastrutture di trasporto nei nuovi Länder nonché nel Land di Berlino (Gesetz zur Beschleunigung der Planungen für Verkehrswege in den neuen Ländern sowie im Land Berlin - Verkehrswegeplanungsbeschleunigungsgesetz) del 16 dicembre 1991, da ultimo modificata con l’articolo 13 della legge sull’accelerazione delle procedure di pianificazione delle opere infratrutturali (Gesetz zur Beschleunigung der Planungsverfahren für Infrastrukturvorhaben), del 9 dicembre 2006.
Le legge si basa sulla contrazione dei tempi di scelta nella definizione delle linee generali e specifiche del Piano a disposizione delle varie autorità (centrali e locali), sulla limitazione della possibilità di impugnativa da parte sia di autorità locali sia di privati, sulla semplificazione delle procedure di esproprio e di indennizzo degli immobili ai privati proprietari. L’effetto principale della legge del 1991 è stato la riduzione delle resistenze e delle proteste locali. Il testo della legge è reperibile, in lingua tedesca, all’indirizzo internet:
http://www.gesetze-im-internet.de/bundesrecht/verkpbg/gesamt.pdf
Infine, la Legge sull’accelerazione delle procedure di pianificazione delle opere infrastrutturali (Gesetz zur Beschleunigung der Planungsverfahren für Infrastrukturvorhaben), del 9 dicembre 2006, ha ulteriormente specificato gli aspetti procedurali della pianificazione introducendo, tra l’altro, limiti temporali alla discussione con le associazioni ambientaliste, ammesse di diritto alla partecipazione; creazione di apposite Autorità di scolto e di reclamo; possibilità per i Länder di accordarsi con i proprietari sul valore dei terreni da cedere, evitando l’espropriazione; esclusione delle competenze operative dei Länder per le opere strategiche, che sono affidate ad un organo pubblico autonomo di pianificazione a livello nazionale (DEGES) (http://www.deges.de/) con compiti di stazione appaltante. Il testo della legge è reperibile all’indirizzo internet:
http://217.160.60.235/BGBL/bgbl1f/bgbl106s2833.pdf
Al fine di accelerare gli investimenti pubblici, il 27 gennaio 2009 il Governo federale tedesco ha deciso, con circolare, l’introduzione di procedure semplificate nell’ambito degli appalti pubblici di servizi e forniture di interesse nazionale: sarà possibile indire bandi pubblici a offerte limitate e per le licitazioni private. Per assicurare la trasparenza, è previsto il dovere di pubblicazione a posteriori (Ex-Post-Veröffentlichungspflicht). Il Ministero federale dell’economia e della tecnologia è invitato ad attuare la decisione del Governo nell’ambito dei regolamenti sugli appalti pubblici di fornitura e servizi (Verdingungsordnung für Leistungen (VOL) und Verdingungsordnung für freiberufliche Leistungen (VOF). La circolare del Governo federale è consultabile all’indirizzo internet:
In Germania, sono previste diverse modalità riguardanti le procedure d’appalto:
1) Gara pubblica (Öffentliche Ausschreibung): numero illimitato di imprese partecipanti (proceudra aperta);
2) Gara limitata (Die beschränkte Ausschreibung) (procedura chiusa);
3) Licitazione privata(Freihändige Vergabe).
Le comunicazioni riguardanti i pubblici appalti sono pubblicate sui diversi bollettini riguardanti i bandi, sui quotidiani o sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea.
Qualora un’impresa ritenga che nella procedura di gara per un pubblico appalto siano state violate le disposizioni di legge, può chiedere l’avvio di una procedura di verifica davanti alle competenti autorità (in prima istanza, le Camere per l’assegnazione degli appalti – Vergabekammer). Per gli appalti pubblici diinteresse federale è stata istituita la Camera per l’assegnazione degli appalti presso l’Autorità antitrust federale (Bundeskartellamt).
(Präqualifikationsverfahren)
La qualificazione preventiva delle imprese di costruzione (Präqualifizierung von Bauunternehmen) costituisce una prova di verifica dell’idoneità e dei requisiti delle imprese interessate a partecipare alle gare pubbliche d’appalto (ai sensi del paragrafo 8, parte A, del Vergabe- und Vertragsordnung für Bauleistungen). In base al regolamento VOB/A tutti i pubblici committenti riconoscono come prova di idoneità delle imprese la loro iscrizione nella Lista dell’Associazione per la prequalificazione delle imprese costruttrici (Verein für die Präqualifikation von Bauunternehmen e.V. - Präqualifizierungsliste).
Da segnalare la breve scheda tratta dal sito del Ministero federale dei trasporti, delle costruzioni e dello sviluppo urbanistico relativa alla qualificazione preventiva delle imprese (http://www.bmvbs.de/Bauwesen/Bauauftragsvergabe-,1795/Praequalifizierung.htm),
nonché la Direttiva del Ministero federale dei trasporti, delle costruzioni e dello sviluppo urbanistico per l’attuazione della procedura di qualificazione delle imprese (Leitlinie des Bundesministeriums für Verkehr, Bau und Stadtentwicklung für die Durchführung eines Präqualifizierungsverfahrens), aggiornata al mese di settembre 2007.
http://www.pq-verein.de/anlage6560binary
La vigente normativa sugli appalti offre ai pubblici committenti diverse possibilità di fornire prodotti ecologici per la realizzazione delle opere.I dettagli sono contenuti nella Comunicazione interpretativa della Commissione europea sul diritto comunitario degli appalti pubblici e le possibilità di integrare considerazioni di carattere ambientale negli appalti pubblici, consultabile al sito internet:http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2001:0274:FIN:IT:PDF
Comunicazione interpretativa della Commissione europea sul diritto comunitario degli appalti pubblici e le possibilità di integrare aspetti sociali negli appalti pubblici(15 ottobre 2001)
http://eur lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2001:0566:FIN:IT:PDF
In Germania, la “perizia dei cittadini” (Bürgergutachten) rappresenta un modello di democrazia partecipativa. Tale rapporto contiene una serie di raccomandazioni e consigli dei cittadini, che estratti a sorte da un registro anagrafico, si esprimono su una determinata questione di politica pubblica, come la pianificazione urbanistica. Le raccomandazioni dei cittadini vengono riassunte e pubblicate in un rapporto che successivamente viene sottoposto all’attenzione e all’esame del committente.
Tutte le informazioni relative al Bürgergutachten sono reperibili all’indirizzo internet:
http://www.buergergutachten.com/buergergutachten/
Ulteriori informazioni sulla partecipazione dei cittadini ai processi decisionali e sulle cellule di pianificazione (Planungszelle), vale a dire i gruppi di 25 cittadini tirati a sorte per redigere il Bürgergutachten, sono reperibili alla pagina web:
http://www.planungszelle.uni-wuppertal.de/
Da segnalare, infine, alcuni documenti in materia di partecipazione attiva della cittadinanza:
Le modèle allemand des jurys citoyens: définition, retour d’expérience, perspectives, di Antoine Vergne, dottorando presso la Libera Università di Berlino in La participation des citoyens et l’action publique(Documento del Centro di analisi strategica, 2008).
Sviluppo urbano e partecipazione della comunità (Stadtentwicklung und Bürgerbeteiligung); tesi di dottorato di Bastian Goßner, Università di Augusta, Facoltà di informatica applicata, maggio 2005)
http://www.buergergutachten.com/fileadmin/downloads/diplomarbeit-gossner.pdf
Urban development and community participation: an extract of a German case study (estratto in lingua inglese del contributo di Bastian Goßner)
Il 30 aprile 2004, la Commissione europea ha presentato il "Libro verde relativo ai partenariati pubblico-privati e al diritto comunitario degli appalti pubblici e delle concessioni", nel quale ha affrontato il fenomeno del partenariato pubblico privato (PPP), quale forma di cooperazione tra le autorità pubbliche e gli operatori privati, per il finanziamento, la costruzione, il rinnovamento, la gestione o la manutenzione di un'infrastruttura o la fornitura di un servizio. Di seguito, la posizione del Governo federale tedesco sull’iniziativa comunitaria (16 agosto 2004):
A tale proposito, da segnalare due documenti sulla partecipazione pubblica e privata alla realizzazione di opere pubbliche:
Public Private Partnership zur Realisierung öffentlicher Baumaßnahmen in Bayern (marzo 2006), reperibile all’indirizzo internet:
http://www.bauindustrie-bayern.de/fileadmin/docs_pub/akppp/bbiv/leitfaden2.pdf
Public Private Partnerships (PPP) in German Development Cooperation (Documento in lingua inglese a cura del Ministero Federale per l’economia, la cooperazione e lo sviluppo (BMZ) (ottobre 2005)
http://www.bmz.de/en/service/infothek/fach/materialien/materialie148.pdf
Legge sull’accelerazione dell’attuazione della partecipazione pubblica e privata e per il miglioramento delle disposizioni legislative generali nell’ambito del partenariato pubblico-privato (ÖPP-Beschleunigungsgesetz)
http://www.bgblportal.de/BGBL/bgbl1f/bgbl105s2676.pdf
Le disposizioni normative riguardanti i costi relativi ai pubblici appalti sono contenute nel Regolamento sui prezzi degli appalti pubblici (Verordnung PR Nr. 30/53 über die Preise bei öffentlichen Aufträgen), del 21 novembre 1953, entrato in vigore il 1° gennaio 1954 (http://bundesrecht.juris.de/bundesrecht/preisv_30_53/gesamt.pdf), e nel relativo allegato riguardante i criteri per l’individuazione dei costi sulla base dei costi di produzione (Leitsätze für die Preisermittlung auf Grund von Selbstkosten LSP (Anlage zur VO PR Nr. 30/53)
Da segnalare, a tale proposito, la Relazione finale riguardante la misurazione dei costi relativi alla procedura degli appalti pubblici nei settori dei lavori, delle forniture e dei servizi. Studio del Ministero federale per l’economia e la tecnologia (Studie des Bundesministeriums für Wirtschaft und Tecnologie: Kostenmessung der Prozesse öffentlicher Liefer-, Dienstleistungs- und Bauaufträge aus Sicht der Wirtschaft und der öffentlichen) marzo 2008.
Il 5 novembre 2008 il Governo federale tedesco ha adottato il primo pacchetto di misure per il rilancio dell’economia (Konjunkturpaket I) denominato “Beschäftigungssicherung durch Wachstumsstärkung” (Tutela dell’occupazione attraverso il rafforzamento della crescita) per il rapido superamento della congiuntura economica sfavorevole. Il pacchetto di aiuti all’economia del valore di circa 32 miliardi di euro, valido per il biennio 2009/2010, contiene 15 misure finalizzate alla crescita e all’occupazione.
“Primo pacchetto misure economiche adottato dal Governo federale il 5 novembre 2008” (Documento, in lingua inglese, elaborato dal Ministero federale dell’economia e dal tecnologia e del Ministero delle Finanze).
La versione in lingua tedesca è reperibile all’indirizzo internet:
Il Governo federale prevede investimenti nell’ambito dell’efficienza energetica degli edifici e accresce le risorse finanziarie (circa 3 miliardi di euro per il periodo 2009-2010) per il “programma di riduzione delle emissioni CO2 e di risanamento energetico degli edifici” (Gebäudesanierungsprogramm). Il programma comprende il “Patto sugli investimenti” (Investitionspakt) tra la Federazione, i Länder e i comuni per il risanamento di scuole, asili nido, impianti sportivi e di altre infrastrutture sociali.
Il Governo federale prevede, altresì, l’avvio di investimenti urgenti nel settore stradale (dringliche Verkehrsinvestionen) (circa 11 miliardi). (Si veda, a tale proposito, il programma “Innovations- Investitionsprogramm Verkehrs”). Il programma prevede investimenti nel settore ferroviario, nonché per la manutenzione e lo sviluppo delle strade di grande comunicazione e delle idrovie.
Il pacchetto del Governo prevede, infine, investimenti del valore di tre miliardi di euro per i comuni deboli da punto di vista infrastrutturale (Infrastrukturprogramme der KfW – Kreditanstalt für Wiederaufbau)). Il programma prevede l’ammodernamento delle strade, semafori sicuri, luoghi attrattivi per il tempo libero, reti fognarie.
Il 27 gennaio 2009 il Governo federale tedesco ha adottato un secondo pacchetto di misure per il rilancio dell’economia (Konjunkturpaket II). Il pacchetto contiene misure, per il biennio 2009-2010, con effetti a breve, medio e lungo termine, per un ammontare di 50 miliardi di euro e prevede, tra l’altro, investimenti nel campo delle infrastrutture (strade e scuole) e della tutela ambientale. Il pacchetto anti-crisi prevede, altresì, procedure più semplici per l’assegnazione di risorse finanziarie ai comuni.
Informazioni più dettagliate sul pacchetto di misure governative sono reperibili all’indirizzo internet:
Misure con effetti a medio e lungo termine: investimenti futuri nei seguenti settori:
- Formazione (ristrutturazione e risanamento energetico di asili, scuole, università; ricerca);
- Infrastrutture (aiuti finanziari per l’urbanistica, l’insonorizzazione, gli ospedali; ampliamento e ammodernamento delle vie di comunicazione (strade, ferrovie e idrovie); per le infrastrutture si prevedono investimenti per 17, 18 miliardi di euro;
- Aiuti finanziari ai comuni
(Studie des Bundesministeriums für Wirtschaft und Tecnologie: Kostenmessung der Prozesse öffentlicher Liefer-, Dienstleistungs- und Bauaufträge aus Sicht der Wirtschaft und der öffentlichen) marzo 2008.
Programma di investimenti ed innovazione denominato “Trasporti”, relativamente agli anni 2009 – 2010 (Arbeitsplatzprogramm Bauen und Verkehr (APBV) „Verkehr"); documento del Ministero dei trasporti, delle costruzioni e dello sviluppo urbanistico del dicembre 2008
http://www.bmvbs.de/Anlage/original_1060629/Arbeitsplatzprogramm-Bau-und-Verkehr-APBV.pdf
Programma quadro di investimenti fino al 2010 nel settore delle infrastrutture stradali della Federazione (Investitionsrahmenplan bis 2010 für die Verkehrsinfrastruktur des Bundes); documento elaborato dal Ministero federale dei trasporti, delle costruzioni e dello sviluppo urbanistico nell’aprile 2007.
L’armonizzazione normativa comunitaria in tema di appalti pubblici ha temperato, ma non cancellato, le particolarità del sistema britannico. Esso si connota per alcuni aspetti derivanti dalla peculiare tradizione giuridica del Paese: tra questi, la centralità assegnata al contratto (in luogo del rilievo assunto dal provvedimento amministrativo nei Paesi di diritto continentale) e l’approccio pragmatico, e scevro da formalità, alla materia.
La ricerca di una maggiore efficienza ha fatto sì che, a partire dal 1994, le regole sulle procedure di affidamento siano state più volte aggiornate (secondo indicazioni formulate in appositi rapporti d’indagine) al fine di ridurre il contenzioso e di abbreviare tempi e costi di realizzazione.
In tale contesto è venuta formandosi la vigente disciplina generale degli appalti pubblici[1], le cui linee fondamentali sono illustrate nelle guide predisposte dall’Ufficio governativo competente, incardinato nel Ministero del Tesoro (Office of Government Commerce - OGC)[2]:
http://www.ogc.gov.uk/procurement_policy_and_application_of_eu_rules_uk_regulations_.asp
http://www.ogc.gov.uk/documents/Introduction_to_Public_Procurement.pdf
Volendo isolare, in estrema sintesi, i caratteri salienti dell’attuale disciplina, essi potranno essere individuati nell’impostazione più cooperativa che antagonistica del rapporto instaurato tra le parti contrattuali; nell’attenzione verso la valutazione dei costi all’interno dell’intero ciclo di realizzazione dell’opera; nella centralità assegnata al progetto; nel grado elevato di standardizzazione dei documenti contrattuali e progettuali; nella programmazione degli interventi, in ambito sia territoriale (mediante la creazione di centrali di committenza a livello di città metropolitane o di contea) sia temporale (mediante accordi quadro); nel frequente ricorso, in determinati settori, a modelli integrati (collaborative procurement) che includono la fase progettuale, esecutiva e gestionale delle opere; nella prevalenza di procedure ristrette (sotto il profilo degli offerenti).
Le operazioni di public procurement (categoria generale che comprende, di norma, tanto l’acquisizione da parte di soggetti pubblici di beni e servizi forniti da terzi selezionati in base a procedure competitive, quanto il concorso dei privati alla realizzazione di più complesse opere pubbliche), devono, inoltre, essere conformi ad alcuni principi “di sistema”: l’efficienza della spesa pubblica (value for money), la sostenibilità socio-ambientale degli interventi (sustainability) e la disponibilità delle risorse finanziarie per realizzarli (affordability).
La disciplina delle infrastrutture è integrata, in particolare, dai criteri che presiedono alla definizione degli obiettivi e dagli strumenti di pianificazione territoriale. La materia è stata oggetto di una recente riforma legislativa:
http://www.opsi.gov.uk/acts/acts2008/ukpga_20080029_en_1
http://www.opsi.gov.uk/acts/acts2008/en/ukpgaen_20080029_en_1
Il Planning Act introduce un quadro legislativo unitario in materia di progettazione e di localizzazione delle infrastrutture di rilievo nazionale (Major Infrastructure Projects) e delinea un regime semplificato di autorizzazioni, idoneo a superare le difficoltà e le lentezze sperimentate in applicazione della precedente normativa.
Nel 2002, in una nota dell’Ufficio parlamentare per la scienza e la tecnologia, venivano individuate le principali ragioni di una riforma della disciplina delle infrastrutture che la innovasse sotto alcuni fondamentali profili (la riduzione delle autorizzazioni necessarie; la formulazione in materia di indirizzi di politica nazionale da parte del Governo, e, rispettivamente, di “decisioni di principio” da parte del Parlamento; la definizione di procedure parlamentari ad hoc, tali da assicurare la rapidità delle decisioni):
http://www.parliament.uk/post/pn173.pdf
Ancora nel 2002, gli aspetti di procedura parlamentare sono stati presi in esame dalla Commissione competente della Camera dei Comuni (First Special Report della sessione 2001-2002):
http://www.publications.parliament.uk/pa/cm200102/cmselect/cmproced/1031/103103.htm#a1
Il più diretto antecedente dei progetti di riforma da cui ha avuto origine il Planning Act è, tuttavia, da individuare nell’indagine affidata nel 2005 dal Ministro del Tesoro ad un gruppo di esperti indipendenti, incaricato di una revisione del sistema di pianificazione territoriale che potesse promuovere lo sviluppo economico locale, far fronte alle sfide della globalizzazione e, nel contempo, garantire i migliori livelli di sostenibilità sociale e ambientale. Nel presentare la relazione conclusiva, la commissione incaricata dell’indagine (guidata da Kate Barker) formulava, il 5 dicembre 2006, puntuali raccomandazioni al legislatore:
http://www.communities.gov.uk/documents/planningandbuilding/pdf/154265.pdf
Dopo aver messo in luce le ripercussioni negative - in termini di costi e di incertezza - prodotte sull’economia, sulle imprese e sulle comunità locali dai ritardi nella realizzazione di opere infrastrutturali (come quelle sperimentate durante i lavori di ampliamento dell’aeroporto di Heathrow), il Rapporto Barker individuava il rimedio, da una parte, nella chiara formulazione di una politica delle infrastrutture ad opera del Governo, e dall’altra nella istituzione di un soggetto indipendente con l’autorità di verificare la congruenza delle singole iniziative con tale quadro strategico.
Nel contempo, venivano presentate (nel dicembre 2006) le conclusioni di un’altra indagine - affidata dal Governo a Lord Eddington - dedicata al sistema dei trasporti del Regno Unito, che evidenziavano la carenza di un quadro strategico a lungo termine per lo sviluppo del settore (conciliando sostenibilità socio-ambientale e produttività economica) e la necessità di porvi rimedio attraverso un piano di interventi sulle infrastrutture dei trasporti:
http://www.dft.gov.uk/162259/187604/206711/executivesummary.pdf
Facendo proprie quelle raccomandazioni, il legislatore ha dunque previsto, nel Planning Act, una semplificazione del regime delle autorizzazioni ed uno snellimento delle procedure per la realizzazione di opere di rilevanza nazionale in alcuni macro-settori (trasporti, smaltimento dei rifiuti, acque, particolari fonti di energia)[3]. La maggiore speditezza delle procedure è bilanciata, nel disegno del legislatore, da previsioni poste a garanzia della trasparenza del processo decisionale, della partecipazione pubblica e funzionali alla chiara individuazione delle responsabilità in ogni sua fase.
Un ruolo fondamentale è assegnato alla Infrastructure Planning Commission (IPC), configurata come centro unitario di imputazione delle attività (prima ripartite tra i Ministeri negli ambiti di loro competenza) concernenti l’autorizzazione generale necessaria per la realizzazione delle infrastrutture:
http://www.nationalinfrastructureplanning.co.uk/default.aspx
Composta da esperti del settore di nomina ministeriale, la IPC adotta le proprie decisioni (a partire dal mese di aprile 2009) su richiesta (application) dei soggetti (stazioni appaltanti) interessati alla realizzazione di infrastrutture di importanza nazionale (Nationally Significant Infrastructure Project), e, qualora il Governo abbia al riguardo già formulato obiettivi di politica generale (National Policy Statements – NPS), essa verifica la coerenza dei progetti di volta in volta presentati con tali indirizzi generali.
L’esame delle richieste da parte della IPC – articolata al suo interno in Consigli e Comitati - si svolge, secondo regole procedurali stabilite dalla stessa legge, entro il termine massimo di nove mesi (sei mesi per l’attività istruttoria e tre mesi per la decisione, da parte della stessa IPC o del Ministro competente). La decisione della IPC si concreta, di norma, in un provvedimento (order) che, sostanziandosi in una autorizzazione generale (development consent), conferisce ai richiedenti alcune abilitazioni preordinate alla realizzazione delle opere (da far valere, ad esempio, nel quadro di procedure espropriative); tale autorizzazione, riservata ai progetti compresi negli ambiti e nelle finalità dei National Policy Statements (o comunque oggetto di specifiche direttive ministeriali), assorbe ogni altro permesso o titolo autorizzativo previsto da discipline settoriali.
La formulazione dei National Policy Statements da parte del Governo è sottoposta alla previa consultazione pubblica, alla verifica della sostenibilità degli interventi considerati e allo scrutinio delle Camere, le quali possono approvare al riguardo, entro un certo termine, una risoluzione oppure formulare raccomandazioni attraverso le commissioni parlamentari competenti (senza però che degli statements sia prescritta l’esplicita approvazione parlamentare[4]).
Quanto al loro contenuto, detti statements possono, in particolare (art. 5, par. 5 della legge), determinare la tipologia e l’ordine di grandezza di un intervento sulla base di necessità nazionali o di una determinata area; fissare i criteri per giungere alla localizzazione delle infrastrutture da realizzare, indicando, se del caso, la diversa priorità assegnata a ciascun criterio; individuare localizzazioni specifiche per affermarne l’idoneità oppure l’inidoneità; individuare uno o più soggetti istituzionalmente abilitati alla definizione dell’intervento; stabilire le condizioni in cui è necessario intraprendere iniziative dirette a mitigare l’impatto degli interventi in questione.
Gli statements, oltre che ad un regime di pubblicità e ad un obbligo di motivazione circa le ragioni che ne hanno determinato l’adozione, sono suscettibili di periodica revisione da parte del Ministro competente, che può anche sospenderne l’efficacia in ragione di mutate condizioni; essi, inoltre, possono essere impugnati in giudizio entro un dato termine dalla loro pubblicazione e in presenza di determinati requisiti posti dalla legge.
In conformità ad una prassi più generale e consolidata (formalizzata dal 2000 con la pubblicazione di un apposito codice delle consultazioni pubbliche[5]), il Planning Act delinea una fase antecedente e propedeutica all’esame, da parte della IPC, delle richieste relative a progetti infrastrutturali. In questa fase (pre-application procedure) è fatto obbligo al richiedente di consultare determinati soggetti o categorie di soggetti (istituzionali o privati) i cui ambiti di competenza od interessi siano incisi dalla realizzazione del progetto previsto; tali soggetti sono chiamati a presentare, entro un termine non inferiore a 28 giorni, le proprie deduzioni, di cui il promotore del progetto dovrà tenere conto al momento di sottoporlo all’approvazione. E’ egualmente prescritta la consultazione delle comunità locali interessate, dopo aver dato adeguata diffusione ai contenuti del progetto.
L’introduzione di un quadro standardizzato di criteri di analisi socio-economica per la valutazione preliminare e per il controllo della spesa pubblica destinata alla realizzazione di infrastrutture è stato, in anni recenti, obiettivo perseguito dal Governo con una serie di documenti e di guide predisposti dal Ministero del Tesoro, a partire dal Green Book pubblicato, in versione aggiornata, nel 2003:
http://www.hm-treasury.gov.uk/d/green_book_complete.pdf
In esso vengono indicati i parametri basilari ai quali deve attenersi la valutazione dei costi e dei benefici dei programmi o progetti relativi alla realizzazione di grandi opere. La cornice metodologica che ne risulta è indicata sovente con l’acronimo ROAMEF, che riassume le singole fasi in cui si articola l’intero procedimento valutativo: Rationale, Objectives, Appraisal, Monitoring, Evaluation, Feedback.
Lo scrutinio di cui sono oggetto i progetti e i programmi relativi alle opere pubbliche include, peraltro, criteri valutativi di diffusa applicazione e già da tempo invalsi nel Regno Unito, come la regulatory impact analysis (ossia l’analisi delle ripercussioni economiche delle stesse regole che si intendono introdurre), i quali, a loro volta derivano da principi più generali (come quelli di buona regolazione”, di analisi di impatto normativo e di valutazione delle politiche pubbliche). La particolare attività di valutazione di cui tratta il Green Book, tuttavia, si inquadra nell’esame dell’operazione economica considerata (business case), compiuta in base a metodiche particolari e ad articolati procedimenti.
In relazione alla diffusione di tali criteri il Governo ha svolto una ampia attività di informazione. Manuali operativi per lo svolgimento di queste preliminari valutazioni degli investimenti pubblici per opere infrastrutturali, destinati ai diversi soggetti i cui poteri decisionali siano implicati nelle singole fasi di elaborazione e di realizzazione dei relativi programmi, sono resi disponibili dal Ministero del Tesoro:
http://www.hm-treasury.gov.uk/data_greenbook_business.htm
A questi manuali di orientamento generale si aggiungono guide settoriali riferite ai singoli Dipartimenti governativi, in cui i criteri che presiedono alla programmazione e realizzazione di opere pubbliche sono specificati in rapporto alle diverse competenze ministeriali:
http://www.hm-treasury.gov.uk/data_greenbook_detguidance.htm
Complementari ai criteri, di generale applicazione, del Green Book sono le indicazioni affidate dal Governo ad ulteriore documento, concernente la valutazione degli interventi pubblici mirati al risanamento dei distretti territoriali in crisi o svantaggiati, al loro rilancio e allo sviluppo regionale. Esso è costituito da una guida rivolta principalmente agli amministratori pubblici e delinea, in modo articolato, il ciclo di valutazione degli interventi pubblici di rilevanza territoriale:
http://www.communities.gov.uk/documents/citiesandregions/pdf/156906.pdf
La valutazione delle politiche pubbliche in materia di infrastrutture si avvale anche di particolari metodi di analisi e di ricerca sociale. All’esigenza di determinare, sotto questo profilo, i criteri di policy evaluation risponde un documento redatto nel 2003 per iniziativa del Cabinet Office, ad esito di una indagine sui criteri e sulle forme di elaborazione delle politiche pubbliche avviata nel decennio precedente[6].
Finalità del Magenta Book è quella di fornire, in forma semplificata, strumenti di analisi mutuati dai principali ambiti disciplinari rilevanti per la valutazione delle politiche pubbliche:
http://www.nationalschool.gov.uk/policyhub/magenta_book/index.asp
La sostenibilità (sustainability) delle grandi opere da realizzare costituisce un punto fermo della disciplina vigente. Sostenibile, nell’accezione legislativa, è l’opera derivante da un processo in cui il soggetto che intende realizzarla (mediante l’acquisizione o la creazione di beni, servizi, infrastrutture) persegue le proprie finalità economiche in condizioni di salvaguardia dell’ambiente e dando luogo, nel contempo, ad effetti positivi durevoli e di più ampia portata di cui possano beneficiare l’economia e le comunità interessate.
A questo riguardo è stato criticamente evidenziato, in una recente indagine sul sustainable procurement, che il principio – soprattutto nel settore edilizio - non sempre ha avuto meditata applicazione, poiché in sede di autorizzazione dei progetti di rilevanza pubblica sono stati privilegiati criteri di economicità riferiti al breve periodo, con sacrificio di una effettiva valutazione della convenienza economica di misure dirette al contenimento dei consumi energetici e dell’impatto ambientale[7].
Questo particolare profilo è stato affrontato nel “Libro bianco” pubblicato nel 2007 dal Dipartimento governativo competente, con cui è stata introdotta la pubblica consultazione promossa in materia :
http://www.communities.gov.uk/documents/planningandbuilding/pdf/planningsustainablefuture.pdf
http://www.communities.gov.uk/documents/planningandbuilding/pdf/325065.pdf
Il sistema britannico si caratterizza per l’introduzione, a partire già dall’inizio del decennio scorso, di forme di finanziamento delle opere pubbliche basate sul ricorso ai capitali privati e ad accordi di partenariato tra i soggetti pubblici e le imprese. In applicazione degli schemi di Private Finance Initiative(PFI) e di Public –Private Partnership (PPP), le imprese partecipano ai rischi degli interventi da realizzare e ne assumono complessivamente le responsabilità attuative (dalla progettazione definitiva, al finanziamento, all’esecuzione ed alla gestione del servizio), a fronte dell’impegno della parte pubblica di ripagare l’investimento e i costi gestionali.
Il Ministero del Tesoro rende consultabili, sul proprio sito Internet, una cospicua serie di manuali operativi e di strumenti di valutazione con riguardo ai diversi aspetti di rilievo nell’applicazione degli schemi suddetti (modulistica contrattuale, criteri di valutazione finanziaria, ecc.):
http://www.hm-treasury.gov.uk/ppp_index.htm
Un bilancio del ricorso alla PFI per investimenti infrastrutturali nei principali ambiti, e la definizione di nuove misure per accrescere l’efficienza di tali forme di finanziamento sono il tema affrontato dal Ministero del Tesoro in un documento del 2007:
http://www.hm-treasury.gov.uk/d/bud08_procurement_533.pdf
I progetti degli organi di governo locale (della regione inglese) la cui realizzazione implichi il finanziamento pubblico integrato da risorse private (con il ricorso a schemi di PFI o PPP) sono sottoposti alla valutazione di un comitato insediato presso il Ministro del Tesoro. Tale esame è svolto secondo procedure disciplinate da un apposito codice di condotta:
http://www.hm-treasury.gov.uk/d/PRG_Code_of_Practice_v2.0.pdf
Il finanziamento di opere infrastrutturali da realizzare in ambito locale può valersi anche dell’introduzione di una “tassa di scopo” (Community Infrastructure Levy – CIL), la cui imposizione è rimessa alla discrezionalità delle autorità di governo locale, secondo i criteri stabiliti dal Planning Act (nella parte 11)
http://www.communities.gov.uk/documents/planningandbuilding/pdf/communityinfrastructurelevy.pdf
Mette conto segnalare, per completezza, che il finanziamento pubblico delle iniziative promosse dalla rete dei Research Councils del Regno Unito per alcune categorie di infrastrutture (rilevanti, tipicamente, la ricerca scientifica e l’innovazione tecnolgica), attinge ad un fondo particolare (Large Facilities Capital Fund – LFCF), alimentato, di norma, con 100 milioni di sterline l’anno:
http://www.rcuk.ac.uk/research/resinfra/lfcapital.htm
http://www.rcuk.ac.uk/cmsweb/downloads/rcuk/publications/lfroadmap08.pdf
La disciplina dettata per i Nationally Significant Infrastructure Projects trova prevalente applicazione nella regione inglese; nelle regioni interessate dal processo autonomistico avviato a partire dal 1998, essa si applica negli ambiti non compresi nelle competenze devolute.
Con riferimento all’Inghilterra, il Governo ha promosso nel 2007 un’indagine sullo sviluppo delle aree sub-regionali:
http://www.berr.gov.uk/files/file45468.pdf
In Scozia (com’è noto, dotata di particolare autonomia nel quadro della devolution) il Governo locale ha predisposto, nel 2008, un piano di investimenti per le infrastrutture regionale:
http://www.scotland.gov.uk/Resource/Doc/217601/0058293.pdf
Possono segnalarsi significativi e recenti esempi di provvedimenti adottati dal legislatore britannico in relazione a singole opere infrastrutturali:
http://www.opsi.gov.uk/acts/acts2006/pdf/ukpga_20060012_en.pdf
http://www.dft.gov.uk/162259/165234/302038/The_Crossrai_lAct_2008.pdf Note esplicative al Crossrail Act:
http://www.dft.gov.uk/162259/165234/302038/crossrailbillnotes.pdf
Tra le più significative e recenti iniziative di investimento pubblico, si segnala il programma concernente l’edilizia scolastica (istituti superiori) avviato nel 2005 (Building Schools for the Future), i cui progressi sono oggetto di un rapporto (il secondo) presentato nel dicembre 2008:
http://www.teachernet.gov.uk/_doc/13240/2ndannualreport.pdf
Di recente, il Dipartimento dei Trasporti ha avviato una consultazione pubblica in prospettiva della predisposizione di linee-guida concernenti i criteri e le modalità del finanziamento pubblico delle infrastrutture di rilievo strategico per lo sviluppo dell’economia nazionale:
http://www.dft.gov.uk/consultations/open/fundingtransportinfrastructure/conmain.pdf
Il documento programmatico più significativo elaborato in Spagna negli ultimi anni in materia di infrastrutture è costituito dal Plan Estratégico de Infraestructuras y Transporte (PEIT) 2005-2020, preparato dal Ministerio de Fomento (assimilabile ad un “Ministero delle Infrastrutture”) competente in materia di infrastrutture, ed approvato dal Consiglio dei Ministri il 15 luglio 2005, durante il primo governo Zapatero, a guida socialista (testo consultabile per capitoli, a partire dalla pagina indice
http://www.fomento.es/MFOM/LANG%5FCASTELLANO/%5FESPECIALES/PORTUFUTUROHOY/PEIT/).
Il Piano, che recupera la pianificazione come strumento di programmazione delle attività pubbliche in un’ottica di medio e lungo periodo, parte dall’analisi della situazione delle reti delle infrastrutture di trasporto e dall’individuazione di alcune criticità, in particolare il carattere eccessivamente radiale del sistema, che ha favorito la centralizzazione e la concentrazione verso alcuni grandi nuclei, generando disparità ed esclusioni verso altre parti del territorio, e la scarsa intermodalità tra le differenti reti e infrastrutture (strade, ferrovie, porti ed aeroporti), per proporre un “cambio di rotta” basato su quattro obiettivi generali:
- migliorare l’efficienza del sistema;
- rafforzare la coesione sociale e territoriale;
- contribuire alla sostenibilità generale del sistema, mediante l’attuazione degli accordi internazionali e della normativa europea in materia ambientale;
- dare impulso allo sviluppo economico e alla competitività.
Il Piano prevede un notevole impegno finanziario (circa 249 miliardi di euro complessivi, con un impegno annuale pari all’1,5% del PIL), con il 60% a carico del bilancio dello Stato ed il rimanente 40% di cofinanziamento pubblico-privato, con lo sviluppo della rete ferroviaria che assorbe più del 43% dei fondi.
Particolare risalto è dedicato a questi ultimi due aspetti (partnership pubblico-privato e centralità dello sviluppo ferroviario) nella pagina web del Ministerio de Fomento dedicata all’illustrazione del Piano ed all’approfondimento di alcuni temi correlati (http://www.fomento.es/TRANSPORTPROJECT/LANG_CASTELLANO/INFRAESTRUCTURA/ESPANA/), dove vengono ricordate due importanti riforme legislative approvate nel 2003, durante l’ultimo governo Aznar, a guida popolare:
- la Ley 13/2003, de 23 de majo, reguladora del contrato de concesión de obras públicas;
- la Ley 39/2003, de 17 de novembre, del Sector Ferroviario.
La Legge 13/2003 sul contratto di concessione di opere pubbliche ha inteso riformare l’istituto della concessione come contratto che disciplina il contributo di risorse private alla creazione di infrastrutture, dietro compenso adeguato dell’impegno imprenditoriale, offrendo un ampio ventaglio di soluzioni di finanziamento; tra queste la creazione dei nuovi “contratti di opere pubbliche con la modalità dell’abbuono totale del prezzo”, che impegnano il contrattista a finanziare anticipatamente la realizzazione dell’opera, dandogli la possibilità del ricorso al mercato dei capitali tanto interno quanto estero, anche attraverso la costituzione di enti pubblici imprenditoriali, con facoltà di indebitamento, autorizzati all’emissione di obbligazioni o di altri titoli, eventualmente rappresentanti la partecipazione a uno o più dei diritti di credito, costituiti a favore del concessionario medesimo (ad esempio il diritto alla riscossione di tariffe). Questa ed altre tipologie flessibili di contratto consentono alle pubbliche amministrazioni, ad esempio, di diluire gli impegni a carico della spesa pubblica, ripartendoli in più esercizi finanziari.
A tale proposito, la successiva Legge 39/2003 sul settore ferroviario che ha voluto riordinare completamente il settore ferroviario statale, ponendo le basi per l’ingresso di nuovi soggetti nel mercato dei trasporti su rotaia, pur mantenendo la separazione tra il regime delle infrastrutture e quello del trasporto, ha quindi attribuito un ruolo essenziale ad un nuovo organo amministratore delle infrastrutture ferroviarie (Administrador de Infraestructuras Ferroviarias, ADIF), costituendolo come ente pubblico imprenditoriale ascritto al Ministerio de Fomento, con personalità giuridica propria, piena capacità di operare per l’attuazione dei propri fini e patrimonio proprio, al quale compete la costruzione e l’amministrazione delle linee ferroviarie così come dei tratti di linea o degli altri elementi infrastrutturali che formino parte della rete della quale, in virtù di questa legge, egli è titolare.
Il PEIT 2005-2010 prosegue in tale direzione di articolazione e flessibilizzazione delle forme di finanziamento delle opere pubbliche, illustrate nel capitolo 8.2. “Fonti di finanziamento”, presentando una distinzione generale tra finanziamenti a carico del bilancio statale, finanziamenti extra-bilancio e forme di associazione pubblico-privato, con ulteriori suddivisioni interne alle prime due tipologie.
Da segnalare, infine, nell’ambito della legislazione sugli appalti di opere pubbliche, la successiva Ley 30/2007, de 30 de octubre, de Contratos del Sector Público, di riforma dei contratti pubblici, che ha istituito un nuovo tipo di contratto, cioè il “contratto di collaborazione tra settore pubblico e settore privato”, relativo a prestazioni complesse e caratterizzate da un certo grado di indeterminatezza iniziale, il cui finanziamento può essere assunto inizialmente dall’operatore privato, mentre la pubblica amministrazione interviene successivamente nella copertura delle spese, al momento della effettiva utilizzazione dei beni o dei servizi che costituiscono l’oggetto del contratto.
Il PEIT 2005-2020 è stato oggetto, prima dell’approvazione, di una Relazione sulla sostenibilità ambientale del Piano (testo consultabile per capitoli, a partire dalla pagina indice http://peit.cedex.es/documentos/sostenibilidad.htm), elaborata in base ad un procedimento coordinato tra il Ministerio de Fomento ed il Ministerio de Medio Ambiente, ispirato ai criteri contenuti nella Direttiva comunitaria 2001/42/CE, relativa alla valutazione d’impatto di determinati piani e programmi sull’ambiente. Osservazioni conclusive in merito sono state poi inserite nel testo finale del Piano, al capitolo 7.5. “Inserimento di criteri ambientali nei piani, programmi ed attività di attuazione del PEIT”, che contiene, tra l’altro, le raccomandazioni conclusive della “memoria ambientale” elaborata dai due ministeri e le indicazioni sul sistema di gestione ambientale delle infrastrutture e dei trasporti, cioè sull’insieme dei procedimenti che introducono concretamente gli obiettivi ambientali nel ciclo della pianificazione, progettazione, costruzione e utilizzazione delle grandi opere.
Va segnalato che la menzionata Direttiva comunitaria 2001/42/CE è stata successivamente recepita nell’ordinamento spagnolo mediante la Ley 9/2006, de 28 de abril, sobre evaluación de los efectos de determinados planes y programas en el medio ambiente, al fine di « promuovere uno sviluppo sostenibile, conseguire un elevato livello di protezione dell’ambiente e contribuire all’inserimento degli aspetti ambientali nella preparazione e adozione di piani e programmi, mediante la realizzazione di una valutazione ambientale di quelli che possano aver effetti significativi sull’ambiente » (art. 1 Legge 9/2006).
In dettaglio l’organo promotore, appartenente ad un’amministrazione centrale, regionale o locale, che avvia il procedimento per l’elaborazione di un piano o programma settoriale, è tenuto a preparare un “rapporto di sostenibilità ambientale” (informe de sostenibilidad ambiental), nel quale deve “identificare, descrivere e valutare i probabili effetti significativi sull’ambiente che possano derivare dall’applicazione del piano o programma, così come le alternative ragionevoli, affidabili a livello tecnico e ambientale, compresa l’alternativa zero, che tengano in considerazione gli obiettivi e l’ambito territoriale di applicazione del piano o programma” (art. 8); il contenuto minimo del rapporto di sostenibilità ambientale, con le informazioni che in esso devono essere presenti, è elencato nell’Allegato I della legge.
Il livello di dettaglio di ogni singolo rapporto è stabilito da un altro organismo, diverso dall’organo promotore, e denominato “organo ambientale”, sempre appartenente alla pubblica amministrazione, che determina anche quali altri soggetti debbano essere consultati sulla versione preliminare del piano o programma, comprensiva del rapporto di sostenibilità ambientale.
Al termine di questa fase verrà elaborata una “memoria ambientale” (memoria ambiental), allo scopo di “valorizzare l’inserimento degli aspetti ambientali nella proposta di piano o programma, e nella quale si analizzerà il processo di valutazione, il rapporto di sostenibilità ambientale e la sua qualità, e si valuterà il risultato delle consultazioni realizzate e come sono state prese in considerazione e si analizzerà la previsione degli impatti significativi dell’applicazione del piano o programma” (art. 12).
A questo punto l’organo promotore potrà redigere la proposta finale di piano o programma.
Il PEIT contiene il capitolo 7.4. “Strumenti di concentrazione” che tratta, in primo luogo, dei rapporti tra lo Stato centrale e le Comunità autonome, con riferimento iniziale alla distribuzione delle competenze in materia di infrastrutture e trasporti.
Va ricordato, infatti, che la Costituzione spagnola del 1978 (consultabile in versione italiana nel sito Internet del Congresso dei deputati, all’indirizzo web http://www.congreso.es/constitucion/ficheros/c78/cons_ital.pdf), assegna chiaramente tali competenze, riconoscendo alle Comunità autonome le materie riguardanti “le opere pubbliche di interesse della Comunità Autonoma sul proprio territorio” (art. 148.1.4.) e “le ferrovie e strade il cui tracciato si svolga interamente sul territorio della Comunità autonoma” (art. 148.1.5.), mentre riserva allo Stato la competenza esclusiva in materia di “ferrovie e trasporti via terra che attraversino il territorio di più di una Comunità autonoma” (art. 149.1.21.) e di “opere pubbliche di interesse generale o la cui realizzazione interessi più di una Comunità Autonoma” (art. 149.1.24.). Gli statuti di autonomia delle singole regioni spagnole hanno poi recepito tali indicazioni, partendo dal dettato costituzionale, introducendo, in alcuni casi, previsioni aggiuntive su forme di partecipazione delle Comunità anche alle opere di competenza statale sul proprio territorio, come è avvenuto, ad esempio, nelle recenti riforme degli statuti approvate in Catalogna e in Andalusia.
In particolare, nella Ley Orgánica 6/2006, de 19 de julio, de reforma del Estatuto de Autonomía de Cataluña l’art. 148 “Opere pubbliche”, oltre a ribadire la competenza esclusiva della Comunità in materia di pianificazione, costruzione e finanziamento di opere pubbliche realizzate nel proprio territorio e non qualificate di interesse generale, rivendica anche la consultazione preventiva della regione nella procedura di qualificazione dell’interesse generale di un’opera, nonché il diritto di partecipazione nella pianificazione e nella programmazione di tali opere. Disposizioni di tenore simili sono contenute nella Ley Orgánica 2/2007, de 19 de marzo, de reforma del Estatuto de Autonomía para Andalucía, all’art. 56, commi 7-10 in particolare, dove, in aggiunta, si fa menzione di sedi bilaterali di concertazione e di sottoscrizione di “accordi di collaborazione” tra Stato e Comunità.
Tale dimensione è già contenuta nel sopra citato capitolo del PEIT, dove si considera “di grande importanza la firma di accordi quadro tra il Ministerio de Fomento e le Comunità autonome al fine di concertare attività e programmi, in base ai principi di corresponsabilità e collaborazione tra le amministrazioni. Da tali accordi quadro può derivare la firma di accordi settoriali specifici tra entrambe le amministrazioni o, nel caso, con le amministrazioni locali interessate.”
Nell’ambito dei provvedimenti d’urgenza approvati dal Governo spagnolo a partire dal mese di ottobre 2008, al fine di fronteggiare la crisi economico-finanziaria internazionale, non vi sono, al momento, misure specifiche per la promozione e la realizzazione di grandi infrastrutture.
Tuttavia, nel quadro del Piano Spagnolo di Stimolo all’Economia e all’Occupazione (Plan Español para el Estímulo de la Economía y el Empleo, presentato nel sito internet http://www.plane.gob.es/), articolato in cinque versanti (appoggio alle famiglie, appoggio alle imprese, sostegno dell’occupazione, misure finanziarie e di bilancio, modernizzazione dell’economia), è stato approvato il Real Decreto-ley 9/2008, de 28 de noviembre, por el que se crean un Fondo Estatal de Inversión Local y un Fondo Especial del Estado para la Dinamizacion de la Economía y el Empleo y se aprueban créditos extraordinarios para atender a su financiación.
Il decreto legge, in particolare, istituisce il Fondo Statale di Investimento Locale, con approvazione di un credito straordinario per 8 miliardi di euro a carico del Bilancio generale dello Stato per il 2008, finanziato con l’emissione di titoli di debito pubblico.
In dettaglio, il Fondo Statale di Investimento Locale, assegnato al Ministero della Pubblica Amministrazione, sarà destinato alla realizzazione di opere urgenti di livello e competenza comunale, con un valore stimato inferiore a 5 milioni di euro (la cui tipologia, molto ampia e varia, è elencata all’art. 3 del decreto), da avviare all’inizio del 2009, al fine di stimolare l’economia in tempi brevi, migliorando al contempo il livello delle infrastrutture locali, sia di tipo produttivo che di utilità sociale, ed assorbendo la manodopera eccedente derivante, in gran parte, dalla contrazione del settore immobiliare.
Il decreto disciplina poi, in maniera dettagliata, le modalità di aggiudicazione dei lavori, in conformità con la normativa esistente in materia di contratti pubblici.
Documentazione
Un utile documento in lingua italiana, di confronto tra Italia e Spagna su “Grandi infrastrutture e attori istituzionali pubblici/privati”, è stato elaborato in occasione di un Workshop ENEA tenutosi il 24 novembre 2006 (in forma di diapositive, all’indirizzo internet http://www.enea.it/com/web/convegni/work241106/Masera.pdf), dove vengono evidenziati, tra i fattori di successo del modello spagnolo di realizzazione delle grandi infrastrutture, alcuni elementi evidenziati precedentemente (chiara ripartizione di competenze tra Stato e regioni, cooperazione pubblico-privato con utilizzazione di formule differenziate, procedure di appalto veloci e trasparenti, …).
[1] Essa è costituita principalmente dai seguenti testi normativi (i titoli sono collegati al testo):
· Regulatory Impact Assessment - Utilities Contracts Regulations 2006
[2] E’ da segnalare, per completezza, l’attività di supervisione affidata al Major Projects Review Group (MPRG), operante in seno all’ Office of Government Commerce :
(http://www.ogc.gov.uk/programmes___projects_major_projects_review_group.asp ).
[3] Oltre a individuare gli ambiti di intervento per i quali il Ministro può formulare i NPS (se riferiti alla regione inglese), la legge enumera in dettaglio (all’art. 14, e disciplina negli articoli seguenti) le opere pubbliche la cui progettazione rientra nelle Nationally significant infrastructure projects:
«(1) In this Act “nationally significant infrastructure project” means a project which consists of any of the following—
(a) the construction or extension of a generating station;
(b) the installation of an electric line above ground;
(c) development relating to underground gas storage facilities;
(d) the construction or alteration of an LNG facility;
(e) the construction or alteration of a gas reception facility;
(f) the construction of a pipe-line by a gas transporter;
(g) the construction of a pipe-line other than by a gas transporter;
(h) highway-related development;
(i) airport-related development;
(j) the construction or alteration of harbour facilities;
(k) the construction or alteration of a railway;
(l) the construction or alteration of a rail freight interchange;
(m) the construction or alteration of a dam or reservoir;
(n) development relating to the transfer of water resources;
(o) the construction or alteration of a waste water treatment plant;
(p) the construction or alteration of a hazardous waste facility. »
Mr. Pickles: To ask the Secretary of State for Communities and Local Government whether national policy statements will be subject to Parliamentary approval. [229695]
Mr. Khan: Under the provisions of the Planning Bill, draft national policy statements will be subject to parliamentary scrutiny. The Bill does not require parliamentary approval of national policy statements.
[5] Il Code of Practice on Public Consultations, introdotto nel 2000, è giunto nel 2008 al suo terzo aggiornamento. Il testo può consultarsi all’indirizzo: http://www.berr.gov.uk/files/file47158.pdf
[6] A partire dal “Libro bianco” Modernizing Government, pubblicato dal Cabinet Office nel 1999, il cui testo è disponibile al sito: http://www.nationalschool.gov.uk/policyhub/docs/modgov.pdf
[7] Tali considerazioni (corredate da raccomandazioni al Governo sono state svolte, nel 2008, nella relazione conclusiva del Westminster Sustainable Business Forum, Costing the Future: Securing Value for Money through Sustainable Procurement, consultabile al sito:
http://www.policyconnect.org.uk/docs/content/procurement__final_report.pdf