Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento finanze
Titolo: Temi del federalismo fiscale - I tributi delle regioni a statuto ordinario
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 20    Progressivo: 4
Data: 16/10/2008
Descrittori:
FEDERALISMO   IMPOSTE E TRIBUTI REGIONALI
ORGANIZZAZIONE FISCALE     
Organi della Camera: VI-Finanze

 


S

ono fonti di finanziamento delle regioni (a statuto ordinario): · i tributi propri; · le compartecipazioni al gettito dei tributi erariali riferibile al territorio dell’ente; · le entrate proprie (quelle derivanti da beni, attività economiche della regione e rendite patrimoniali); · i trasferimenti perequativi, per i territori con minore capacità fiscale per abitante e, infine, ·le entrate da indebitamento, che sono però riservate a spese di investimento (art. 119, Cost.).

 

Le ENTRATE TRIBUTARIE delle regioni a statuto ordinario sono attualmente costituite da:

 

Tributi propri(autonomi e derivati):

-          IRAP (Imposta regionale sulle attività produttive – D. Lgs. 446/1997);

-          Addizionale regionale all’IRPEF, (D.Lgs. 446/1997);

-          ARISGAM - Addizionale regionale all’imposta erariale sul gas metano (D.Lgs. 398/1990);

-          Imposta regionale sulla benzina (D.Lgs. 398/1990);

-          Tassa automobilistica regionale (D.Lgs. 504/1992);

-          Tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi (L. 549/1995);

-          Imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili (L. 342/2000);

-          Imposte sulle concessioni statali dei beni del demanio e del patrimonio indisponibile (L. 281/1970);

-          Tasse sulle concessioni regionali (D.Lgs. 230/1991 e D.Lgs. n. 446/1997);

-          Tassa per l’abilitazione all’esercizio professionale (R.D. 1592/1933);

-          Tassa regionale per il diritto allo studio universitario (L. 549/1995);

Compartecipazioni ai tributi erariali:

-          Compartecipazione regionale all’accisa sulle benzine per autotrazione (L.549/1995);

-          Compartecipazione regionale alle accise sul gasolio per autotrazione (L. 244/2007).

-          Compartecipazione regionale all’IVA versata dai consumatori finali nel proprio territorio (D. Lgs. 56/2000).

 

Con la sola eccezione dell’IVA, tributi e compartecipazioni sono – con riferimento al gettito – “tributi” regionali secondo due principali caratteristiche:

*       le somme che affluiscono al bilancio della regione provengono interamente ed esclusivamente dal gettito riferito al rispettivo territorio;

*       quale che sia la disciplina del tributo (aliquota, base imponibile, soggetti obbligati, eccetera) e la quota di gettito assegnata alla regione, le entrate della regione seguono la dinamica di quel gettito nel rispettivo territorio.

 

Il gettito della Compartecipazione regionale all’IVA è invece assegnato a ciascuna regione in base a parametri che dipendono dalla disciplina del finanziamento della spesa sanitaria corrente delle regioni a statuto ordinario secondo i seguenti criteri:

*       la percentuale di compartecipazione al gettito IVA varia annualmente in ragione del fabbisogno necessario a ‘coprire’ la quota di spesa sanitaria corrente non ‘coperta’ dal gettito IRAP, Addizionale IRPEF, accisa e tikets sanitari;

*       la territorializzazione del gettito IVA è determinata in proporzione all’ammontare dei consumi registrati dall’ISTAT per ciascuna regione (c.d. IVA su base consumi);

*       le regioni a cui la territorializzazione assegna somme maggiori del rispettivo fabbisogno sanitario (PIE, LOM, VEN, EMI, TOS, LAZ) ‘cedono’ le somme eccedentarie al Fondo perequativo interregionale. Al bilancio di queste regioni affluisce soltanto una quota- parte dell’IVA territorializzata come propria;

*       le regioni a cui la territorializzazione assegna somme minori del rispettivo fabbisogno sanitario (LIG, UMB, MAR, ABR, MOL, CAM, PUG, BAS, CAL) ricevono integralmente la propria quota IVA territorializzata e, in aggiunta, una quota parte del Fondo perequativo interregionale, questa in misura corrispondente al completamento della ‘copertura’ del rispettivo fabbisogno. Nella maggior parte delle regioni – ma non in tutte - le somme corrispondenti all’IVA territorializzata sono considerate entrate tributarie e iscritte al Titolo I° del bilancio; la quota perequativa è iscritta al Titolo II come trasferimento dello Stato;

 

Nelle regioni eccedentarie le entrate da compartecipazione IVA sono riferite integralmente al proprio territorio, sebbene siano soltanto una quota parte della rispettiva IVA territorializzata. Nelle regioni deficitarie le entrate IVA riferite al territorio sono costituite dall’intera quota territorializzata; a questa si aggiunge il trasferimento perequativo non riferibile ad uno specifico territorio.

 

NOTA: In assenza di una base-dati unitaria dei bilanci delle regioni e di una metodologia condivisa circa la quantificazione e qualificazione dei dati che vi sono iscritti o circa il ‘consolidamento’ di questi con i dati relativi ad assegnazioni e trasferimenti dal bilancio dello Stato, per le entrate e le spese delle regioni si è fatto ricorso a quelli esposti nella Relazione della Corte dei conti sulla gestione finanziaria delle regioni per gli anni 2005-2006 e 2006-2007. Per la quantificazione dell’IVA e della quota perequativa si è fatto ricorso invece ai relativi DPCM di ripartizione e assegnazione. Questa scelta sconta possibili incertezze nella determinazione dei valori effettivi dovute alla differenza che può essersi verificata tra le appostazioni del gettito dei tributi nei bilanci consuntivi delle regioni e quello assunto dai DPCM come base per l’assegnazione delle quote IVA; incertezza che può riflettersi in talune graduatorie dei valori pro-capite.

 

IN QUESTA SCHEDA, sulla scorta di quanto esposto dalla Corte dei conti nella Relazione sulla gestione finanziaria delle regioni per gli anni 2005-2006, le entrate da gettito IVA riferito al territorio della Regione sono considerate in modo distinto sia rispetto alla quota IVA risultante dalla regionalizzazione, sia rispetto alle somme IVA che le regioni deficitarie ottengono a titolo di perequazione.

 

Negli esercizi 2002-2006 il gettito complessivo delle entrate tributarie delle regioni a statuto ordinario, disaggregato secondo i tributi maggiori, è stato:

 

 

 

Considerando le entrate di Tab. n. 1 e la quota IVA di Tab. n. 2, somme che insieme, secondo l’attuale disciplina di attribuzione, possono qualificarsi come gettito riferito al territorio dell’ente, il totale delle entrate tributarie del complesso delle regioni a statuto ordinario diviene:

 

 

Assumendo questo insieme ed in base alla popolazione residente (ISTAT, 1°gennaio), il valore medio pro-capite di ciascun tributo negli anni 2005 e 2006 è stato:

 

 

La ripartizione proporzionale del gettito tributario, integrato del fondo perequativo nell’anno 2006 è indicata nel grafico che segue. Per rendere più significativa la percezione della dimensione quantitativa delle entrate che concorrono a finanziare la spesa delle regioni a statuto ordinario, si è inserita anche l’IVA, distinguendo la quota consi
derata come entrata tributaria da quella relativa alla perequazione (v. Tab. n. 2). Le accise sul gasolio per autotrazione, la quota derivante dall’incremento delle riscossioni dell’imposta sul valore aggiunto e le accise relative alle operazioni nei porti e negli interporti (art. 1, co. 247 e seg., L. 244/07), potranno essere contabilizzati soltanto a partire dall’assestamento delle previsioni 2008.

 

Per l’esercizio 2007 la Relazione sulla gestione finanziaria delle regioni (Corte dei Conti, Esercizi 2006-2007, luglio 2008) determina in 94,32 miliardi di euro il totale delle entrate tributarie delle regioni a statuto ordinario, al netto della perequazione (Titolo I° dei rispettivi conti consuntivi). Il gettito dei singoli tributi, ripartiti per regione, sarà esaminato, secondo prassi, nella relazione per l’anno 2008. Inoltre, la cifra di 94,32 miliardi di euro dovrà essere, presumibilmente, rettificata secondo le attribuzioni finali dell’IVA, giacché il relativo schema di DPCM non è stato ancora sottoposto (ottobre 2008) al parere della Conferenza Stato-Regioni.

 

 

LE ALTRE ENTRATE

 

N

ell’esercizio 2006 - al netto dell’avanzo di amministrazione, delle contabilità speciali e delle partite di giro - le entrate tributarie hanno costituito  mediamente il 66% del TOTALE DELLE ENTRATE DELLE REGIONI A STATUTO ORDINARIO, scontando però un divario fra le regioni che si estendeva dal 32,5% del Molise all’ 83,9% dell’ Emilia-Romagna:

 


Dove: Titolo I – Entate di natura tributaria;

Titolo II – Trasferimenti e contributi dello Stato, dell’Unione europea e di altri enti;

Titolo III – Entrate extratributarie, derivanti da proventi dei beni e dalla prestazione di servizi;

Titolo IV – Entrate derivanti da alienazioni patrimoniali, rendite di capitali e trasferimenti in conto capitale;

Titolo V – Entrate da prestiti, mutui, anticipazioni di tesoreria ed altre operazioni creditizie.

 

Dagli inizi degli anni 2000, con il finanziamento della spesa sanitaria corrente a carico di IRAP, Addizionale IRPEF e compartecipazione all’accisa, la quota di entrate tributarie ha superato il valore del 60% del totale delle entrate e sono corrispettivamente diminuite le entrate da trasferimento erariale.

 

IN RAPPORTO ALLA EVOLUZIONE DELLE ENTRATE TRIBUTARIE DELLO STATO, e scontando qualche imprecisione di consolidamento, il gettito di tutti i tributi delle regioni a statuto ordinario, integrato dell’intera quota di compartcipazione regionale all’IVA, è pari a circa un quinto dell’ammontare delle analoghe entrate statali.

 

Nota: Nel grafico le entrate tributarie delle regioni comprendono l’intera quota della compartecipazione regionale all’IVA e quelle dello Stato ne sono al netto.

 

IL GETTITO TRIBUTARIO IN CIASCUNA REGIONE”

 

M

olte e significative sono le differenze che si registrano in termini di gettito pro-capite in ciascuna regione; differenze costanti negli anni e ripetute per lo più in egual misura per tutti i tributi.

 

Con riferimento ai valori globali riportati nella Tab. n. 1 delle entrate tributarie delle regioni a statuto ordinario, nella Tab. n. 6, si indicano i valori pro-capite minimo e massimo in raffronto al valore medio nazionale di ciascun tributo.

Osservati per tutti gli esercizi considerati (2002-2006) questi valori registrano oscillazioni dovute innanzitutto alle variazioni che ciascuna regione ha apportato alla disciplina di taluni tributi prima del ‘blocco’ delle aliquote e degli altri parametri dei tributi locali; blocco intervenuto dagli ultimi mesi dell’anno 2002 agli ultimi mesi dell’anno 2006. Quelle variazioni, tuttavia, non modificano significativamente il quadro offerto dalla tabella.

 

Le entrate da IVA sono escluse da questo raffronto perché, come si è detto avanti, quel gettito perviene alle regioni solo parzialmente in misura di quello prodotto sul proprio territorio.

 

Come mera ricognizione degli effetti della disciplina vigente è tuttavia utile considerare a raffronto i valori pro-capite delle entrate tributarie 2006 risultanti dagli accertamenti dei tributi riportati in Tab. n. 1 considerandovi incluso, o alternativamente escluso, l’ammontare dell’IVA attribuito alla regione in base all’attuazione del decreto legislativo n. 56/2000.

 

Nella cartografia i valori pro-capite sono considerati al netto dell’IVA

 

ANNO 2006 – VALORE PRO-CAPITE (in euro) DEI MAGGIORI TRIBUTI (IVA esclusa) DELLE RSO E GRADO DI SCOSTAMENTO DALL’INDICE MEDIO

 

 

 

 

 


                                                                                grado di

                                                                                scostamento

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Media pro-capite RSO = € 910

 

 

 

 

Nella prima parte della Tab. n. 7 i valori pro-capite e il relativo indice sono calcolati dalla somma delle maggiori entrate tributarie (v. Tab. n.1), e dalla quota IVA su base consumi riferita all’anno 2006. Nella seconda parte della tabella i valori pro-capite sono calcolati dalla somma delle maggiori entrate tributarie (v. TAB n. 1), e dalla quota IVA effettivamente incassata da ciascuna regione, comprensiva quindi della perequazione sia per le regioni eccedentarie (che ‘versano’) sia per le regioni deficitarie (che ‘ricevono’).

 

I valori pro-capite con IVA e i due indici di scostamentosono i seguenti:

 

 

ENTRATE TRIBUTARIE E SPESA CORRENTE

 

U

n parametro della quantità di entrate tributarie, al netto dell’IVA e della sua porzione perequativa di cui dispone una regione è dato dal rapporto fra questo ammontare e l’insieme della sua spesa di parte corrente. Il rapporto fra questi valori in ciascuna regione, espresso in termini pro-capite e limitato all’anno 2006, è esposto nella Tab. n. 8. Accanto al valore pro-capite di spesa corrente è indicato, in termini percentuali, quanta parte di quella spesa è spesa sanitaria corrente.

 

 

Nella Tab n. 9 è riportato il prospetto del rapporto percentuale fra le entrate tributarie (Titolo I°) e le spese correnti (impegni) di ciascuna regione, comprensive della spesa sanitaria. Per una lettura meno dispersiva, e senza alcun criterio valutativo, i valori 2002-2006 sono stati graficamente raccolti in quattro ‘gradi di copertura’: BASSO, MEDIO, MEDIO-ALTO, ALTO.

 

RSO – ESERCIZI 2002-2006 - GRADO DI COPERTURA DELLE SPESE CORRENTI TRAMITE ENTRATE DI NATURA TRIBUTARIA

valori in percentuale

Nota: Gli andamenti relativi agli anni 2005 e 2006 registrano incrementi della spesa corrente in LOM, EMI e una diminuzione della stessa nelle Marche

 

LA PEREQUAZIONE IVA NEL QUINQUENNIO .

 

Nel quinquennio 2002-2006 il complesso delle assegnazioni IVA secondo la disciplina del decreto legislativo n. 56/2000 è stato il seguente:

 


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La presente scheda, realizzata dai Servizi studi e bilancio della Camera, fa parte di una serie di prodotti in materia di federalismo fiscale frutto della collaborazione tra i Servizi studi e bilancio dello Stato dei due rami del Parlamento.