Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
| |||
---|---|---|---|
Autore: | Ufficio Rapporti con l'Unione Europea | ||
Titolo: | Priorità dell'UE per la 67esima sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite | ||
Serie: | Documentazione per le Commissioni - Esame di atti e documenti dell'UE Numero: 133 | ||
Data: | 27/07/2012 | ||
Descrittori: |
|
27 luglio 2012 |
|
n. 133 |
Priorità dell’UE per la 67esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite |
Il 23 luglio 2012 il Consiglio ha approvato la priorità dell’UE per la sessantasettesima Assemblea generale delle Nazioni Unite che aprirà i suoi lavori a settembre 2012. Le priorità sono organizzate intorno ai tre pilastri delle Nazioni Unite (pace e sicurezza; sviluppo sostenibile; diritti umani) e alla riforma dell’organizzazione.
Nel corso dell’Assemblea generale, l’UE intende impegnarsi in modo molto intenso su quattro questioni:
· seguito e attuazione dei risultati della Conferenza Rio +20. Il 22 giugno 2012 si è conclusa la Conferenza ONU “Rio+20” (UNCSD) che, a 20 anni esatti dal primo Vertice per la Terra di Rio de Janeiro del 1992, ha approvato un documento politico finale inteso a rafforzare l’impegno politico globale per lo sviluppo sostenibile.
Pur non contenendo impegni vincolanti per i Governi che l'hanno condiviso, il documento esplicita in maniera articolata un insieme di dichiarazioni che, per la prima volta in un testo Onu, riconoscono la green economy come uno degli strumenti più importanti per il conseguimento dello sviluppo a lungo termine nel quadro di una gestione sostenibile del capitale naturale, per garantire la creazione di occupazione, e per eradicare la povertà.
Il documento insiste sulla necessità di fissare, in base al modello degli obiettivi del Millennio, pochi obiettivi ben definiti e rivolti all'azione, applicabili a tutti i Paesi tenendo conto delle circostanze nazionali particolari. A tale riguardo, la prossima Assemblea delle Nazioni Unite in settembre dovrebbe istituire un gruppo di lavoro di 30 persone che entro il 2013 dovranno presentare proposte da approvare entro il 2015.
Il testo inoltre insiste sul rafforzamento del ruolo dell’ONU, con particolare riferimento alla creazione di un forum intergovernativo di alto livello e al Programma ambientale dell'Onu UNEP (UN Environmental Program), cui vengono garantite risorse sicure superando l’attuale regime di versamenti volontari attuali, e una rappresentanza di tutti i membri delle Nazioni Unite.
Per ciò che riguarda il sostegno finanziario, il documento insiste sulla necessità di creare nuovi partenariati che coinvolgano anche investimenti privati.
Il documento infine individua i settori che richiedono azioni urgenti come la lotta alla povertà, la sicurezza alimentare, l'acqua, l'energia, la salute, gli oceani, i cambiamenti climatici, la biodiversità.
Seppur definito da molti osservatori come deludente e privo di ambizione, il documento finale è invece considerato positivamente sia dal Governo italiano sia dall’UE in quanto le dichiarazioni finali nei loro intenti e propositi, possono rappresentare punti di leva per richiamare i Governi nazionali ad adottare misure concrete per lo sviluppo sostenibile.
In una dichiarazione riportata sul sito del Ministero dell’ambiente il 22 giugno 2012 il Ministro Corrado Clini ha definito “storico” il fatto che la comunità internazionale si sia ritrovata su un unico documento in un momento di crisi economica così profonda, sottolineando la “convergenza dei paesi cosiddetti maggiormente sviluppati come Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone e delle grandi economie emergenti a cominciare dal Brasile".
Il 5 luglio 2012 il Commissario europeo per l’ambiente, Potocnick, ha riferito al Parlamento europeo sugli esiti della Conferenza ONU sullo sviluppo sostenibile Rio+20 sottolineando come, anche grazie al ruolo svolto dall’UE, il documento finale, contenga molti elementi utili che, qualora realizzati, trasformerebbero Rio+20 in un successo. La Commissione ha assicurato l’impegno per realizzare tali obiettivi al massimo livello di ambizione possibile.
· preparazione della revisione 2013 degli Obiettivi di sviluppo del millennio, fissati dalla comunità internazionale nel 2000, e del quadro di sviluppo successivo al 2015, prendendo spunto dai risultati della conferenza Rio+20 sullo sviluppo sostenibile e del forum di Busan sull’efficacia degli aiuti.
Il 2015 è l’anno fissato dalla comunità internazionale per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio (OSM). Nel 2013 si terrà una conferenza di revisione dei progressi raggiunti, che in alcuni ambiti sono stati anche consistenti: l’obiettivo di dimezzare il numero delle persone senza accesso all’acqua potabile è stata già raggiunto e le stima preliminare della Banca mondiale per il 2010 indica che il tasso di povertà si è dimezzato rispetto ai valori del 1990; sono in diminuzione le morti per malaria e HIV mentre è massicciamente aumentata la disponibilità di vaccini anti retro-virali per il trattamento delle infezioni HIV. Altri obiettivi sono invece in ritardo: i progressi registrati sono scarsi soprattutto per quanto riguarda il miglioramento della salute materna e l’accesso alle strutture igienico sanitarie.
Del contributo fornito dall’UE al raggiungimento degli OSM la Commissione ha dato conto nel corso del 2010, presentando un piano d’azione in 12 punti per favorire la realizzazione degli obiettivi che sono più in ritardo. L’UE è dunque fermamente impegnata ad assicurare il raggiungimento di tali obiettivi per il 2015 e ritiene essenziale che la comunità internazionale prepari il percorso per il post 2015, tenendo conto dei cambiamenti in atto nello scenario globale. Da un lato i risultati della Conferenza di Rio hanno visto emergere il concetto degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e pongono il tema della loro conciliazione con il processo post 2015. Dall’altro, il panorama politico ed economico mondiale si è significativamente modificato negli anni recenti: si è verificata la crescita di economie emergenti; è aumentata la disparità tra i paesi in via di sviluppo; il prodotto interno lordo pro capite di alcuni paesi a medio reddito ha superato quello di alcuni Stati membri dell’UE. Inoltre nuovi attori sono emersi nell’ambito della cooperazione allo sviluppo, inclusi attori privati. Di tali cambiamenti ha in parte tenuto conto anche il Forum di Busan sull’efficacia degli aiuti svoltosi nel 2011, che ha definito una nuova filosofia delle politiche internazionali per lo sviluppo, chiamando i paesi emergenti (i cosiddetti Paesi Bric’s: Brasile, Russia, India e Cina, cui si aggiungono Messico e Sudafrica), ad assumersi nuove responsabilità nei confronti degli Stati a più basso reddito.
Sono questi alcuni dei temi centrali della consultazione pubblica che la Commissione ha organizzato dal 15 giugno al 15 settembre 2012, in previsione della citata revisione del 2013 e della definizione di un quadro post 2015.
· promozione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto. La tutela dei diritti umani costituisce un obbligo dell’Unione europea sul piano interno e un obiettivo prioritario nelle relazioni esterne. Il tema rappresenterà dunque il filo conduttore dell’azione dell’UE nell’ambito dell’ONU. In particolare l’UE intende:
- cercare di accrescere il sostegno a favore della risoluzione n. 67 sulla moratoria della pena di morte che l’Assemblea generale della Nazioni unite ha approvato il 18 dicembre 2007, su un progetto elaborato dall’UE;
- promuovere il dialogo in materia di libertà religiosa nei paesi terzi, sviluppando l’acquis delle risoluzioni dell’Assemblea generale e del Consiglio di diritti umani presentate dall’UE;
- continuare a combattere la tortura e le altre pene degradanti;
- combattere la violenza di genere e promuovere il pieno godimenti dei diritti umani da parte delle donne;
- promuovere la ratifica internazionale della convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale.
· sostegno alla riforma dell’ONU. L’UE è impegnata a rafforzare le Nazioni Unite e a migliorare efficienza, efficacia, trasparenza, affidabilità e rappresentatività del sistema. In particolare, l’UE sostiene e promuove la rivitalizzazione dell’Assemblea generale e la riforma del Consiglio di sicurezza, continuando a promuovere il dibattito sul ruolo delle Nazioni Unite nella governance globale. L’UE incoraggia una solida gestione finanziaria e lavorerà in favore di una distribuzione più equa e bilanciata delle responsabilità finanziarie tra i membri delle Nazioni Unite, in accordo con la loro capacità contributiva.
Per quanto riguarda infine il pilastro pace e sicurezza, le priorità dell’UE prevedono il rafforzamento della cooperazione tra UE e ONU nella gestione delle crisi nonché tra l’ONU e le altre organizzazioni regionali, continuando a promuovere il rispetto dei principi umanitari e del diritto internazionale umanitario e favorire il dibattito in atto sulla protezione della popolazione civile. L’UE intende inoltre contribuire a rafforzare la protezione dei bambini nei conflitti armati e potenziare la partecipazione delle donne ai processi di pace. Inoltre, l’UE si prefigge di appoggiare tutte le iniziative volte al disarmo e alla messa al bando delle armi e degli esperimenti nucleari e nonché di favorire le revisioni in corso delle diverse convenzioni in materia di armi (siano esse biologiche, chimiche, convenzionali).
Il Parlamento europeo
Il 13 giugno 2012 il Parlamento europeo ha approvato una serie di raccomandazioni destinate al Consiglio, in vista della 67a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Per quanto riguarda il ruolo dell'Unione europea nel contesto delle Nazioni Unite, il PE chiede al Consiglio di coordinarsi quanto più possibile, comunicare posizioni unificate e rafforzare la coerenza e la visibilità dell'UE in qualità di attore globale presso le Nazioni Unite. Il Consiglio è invitato a lavorare con gli Stati membri dell'UE e la delegazione dell'UE alle Nazioni Unite per migliorare il coordinamento, la trasparenza e lo scambio di informazioni all'interno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e la difesa delle posizioni e degli interessi dell'UE da parte degli Stati membri che siedono in tale organismo o, in alternativa, da parte di un rappresentante dell'UE invitato dal presidente.
Il PE ricorda che un seggio dell'UE in seno a un Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite allargato rimane un obiettivo centrale di lungo termine per l'Unione europea e chiede al Vicepresidente/Alto rappresentante (VP/AR) di elaborare una posizione comune degli Stati membri a tal fine. Il Consiglio è invitato inoltre a contribuire a rivitalizzare e rendere più efficiente l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, sostenendo, tra l'altro, l'attività del gruppo di lavoro ad hoc, facilitando dibattiti tematici maggiormente approfonditi e orientati ai risultati su importanti temi specifici e attraverso un impegno più stringente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite nei confronti di altri soggetti interessati, inclusi la società civile e altre organizzazioni e consessi internazionali e regionali.
In merito a temi specifici Il PE raccomanda al Consiglio:
· in materia di pace e sicurezza, di promuovere la collaborazione di diversi attori nell'architettura della costruzione della pace, in particolare tra il Segretariato delle Nazioni Unite, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite e gli Stati membri dell'ONU coinvolti in missioni di costruzione della pace; realizzare ulteriori progressi politici e istituzionali nel mettere in pratica il concetto della responsabilità di proteggere le popolazioni civili, nel quadro degli organismi delle Nazioni Unite, in particolare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite e l'UNHRC, traendo conclusioni e lezioni sia dall'intervento in Libia sia dall'incapacità di condurre un'azione rapida nel caso della Siria;
· rafforzare gli sforzi internazionali volti a garantire che tutti i diritti umani riconosciuti dalle convenzioni delle Nazioni Unite siano considerati universali, indivisibili, interdipendenti e correlati;
· continuare a lavorare affinché le persone siano poste al centro del processo di sviluppo; dar seguito alla dichiarazione dell'ONU sul diritto allo sviluppo concentrandosi sui passi concreti per la sua attuazione; contribuire a potenziare la coerenza delle politiche per lo sviluppo e a migliorare l'efficacia degli aiuti allo sviluppo, che restano questioni centrali per il conseguimento degli OSM; guidare e accelerare gli sforzi delle Nazioni Unite per il conseguimento degli OSM, concentrandosi in particolare sugli obiettivi rispetto ai quali sono stati finora compiuti i minori progressi;
· assumere un ruolo di guida nella governance climatica globale e nella cooperazione internazionale nell'ambito del cambiamento climatico; contribuire a un'architettura istituzionale che sia inclusiva, trasparente ed equa e fornisca una rappresentanza equilibrata sia dei paesi sviluppati che di quelli in via di sviluppo nell'ambito degli organi governativi competenti; sviluppare ulteriormente il dialogo con gli attori fondamentali, come i paesi BRICS e i paesi in via di sviluppo, dal momento che il cambiamento climatico è diventato un elemento fondamentale nelle relazioni internazionali; impegnarsi per migliorare la governance in materia di sviluppo sostenibile rafforzando il programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP).
L’impegno in favore di un effettivo multilateralismo, con le Nazioni Unite come nucleo del sistema, è un elemento centrale della politica estera dell’UE. Tale impegno è radicato nella convinzione che, per essere in grado di affrontare con successo crisi e sfide globali, la comunità internazionale necessità di un sistema multilaterale efficiente, basato su valori e regole universali.
Su tali basi, nel corso degli anni l’UE ha stabilito una stretta relazione con le Nazioni Unite. La cooperazione reciproca riguarda un’ampia gamma di settori: sviluppo; cambiamenti climatici; costruzione della pace nei paesi in conflitto; assistenza umanitaria nelle crisi; lotta alla corruzione e al crimine; preoccupazioni per la salute globale, quali l’HIV/AIDS; i temi del lavoro e cultura. L’UE ha inoltre giocato un ruolo importante nella realizzazione e attuazione di convenzioni e protocolli delle Nazioni Unite e preso parte attiva in conferenze globali delle Nazioni Unite quali il Vertice mondiale sulla società dell’informazione (WSIS) o la Conferenza di Kobe per la riduzione dei disastri naturali. Al momento è parte di oltre 50 accordi multilaterali delle Nazioni Unite.
La cooperazione è organizzata non solo nella forma del dialogo politico ma anche nel sostegno finanziario ai programmi e progetti dell’ONU. Gli aspetti finanziari e contrattuali dei programmi finanziati dall’EU sono stati formalizzati attraverso l’Accordo quadro finanziario e amministrativo firmato dalle parti nel 2003.
L’UE è il singolo maggior contribuente del sistema delle Nazioni Unite. I 27 Stati membri finanziano il 38% del bilancio regolare delle Nazioni Unite e più dei due quinti delle operazioni di peacekeeping e forniscono quasi la metà delle contribuzioni dei membri delle Nazioni Unite a programmi e fondi. La Commissione europea da sola contribuisce con oltre 1.35 miliardi di dollari a sostegno dei programmi ONU di assistenza esterna.
L’UE lavora con tutti gli organismi, agenzie e programmi delle Nazioni Unite nell’intera gamma delle sue attività.
In qualità di osservatore l’UE non ha diritto di voto ma, come anticipato, è parte di oltre 50 accordi e convenzioni multilaterali come il solo partecipante non statale. Ha ottenuto lo status speciale di partecipante a pieno titolo in diverse importanti conferenze, quali la Commissione ONU per lo sviluppo sostenibile (CSD) e il Forum intergovernativo sulle foreste (IFF). Nel 1991, per la prima volta, la Comunità europea è stata accettata come membro votante a pieno titolo di un’agenzia dell’ONU, vale a dire dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura(FAO).
Il 3 maggio 2011 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione A/65/276 aggiornando lo status della partecipazione dell’UE alle Nazioni Unite. Questa risoluzione consente ai rappresentanti dell’UE di presentare posizioni comuni nell’Assemblea generale; di fare interventi durante le sessioni e di essere invitati a partecipare al dibattito generale dell’Assemblea generale. La risoluzione consente all’UE comunicazioni relative alle sessioni e ai lavori dell’Assemblea. I rappresentanti UE hanno inoltre il diritto di presentare proposte e emendamenti approvati dai suoi Stati membri e di esercitare il diritto di replica.
XVI legislatura – Documentazione per le Commissioni – Esame di atti e documenti dell’UE, n.133, 27 luglio 2012
Il bollettino è stato curato dall’Ufficio Rapporti con l’Unione europea (' 066760.2145 - * cdrue@camera.it)