Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||
Titolo: | Nigeria | ||
Serie: | Schede Paese politico-parlamentare Numero: 46 | ||
Data: | 23/01/2012 | ||
Descrittori: |
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n. 46 – 23 gennaio 2012
Nigeria
Il quadro istituzionale
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Per “Freedom House”,
La situazione politica
Attuale presidente, dopo le elezioni dell’aprile 2011, è Jonathan Goodluck, esponente cristiano del partito democratico popolare (il Nord a maggioranza musulmana del Paese ha votato in maggioranza per il principale avversario di Goodluck, l’ex generale Buhari).
La situazione politica è caratterizzata in queste settimane dalle tensioni a sfondo religioso causate dagli attacchi del gruppo Boko Haram e dalle proteste popolari contro l’eliminazione dei sussidi di stato che mantenevano basso il costo dei carburanti.
Dopo giorni nei quali il paese era rimasto paralizzato dagli scioperi, il presidente Goodluck Jonathan ha deciso di cedere almeno in parte alle richieste dei manifestanti, decidendo che il prezzo della benzina – più che raddoppiato a partire dal 1° gennaio - sarebbe stato ridotto del 30 per cento (costa ora circa 0,47 euro al litro).Il governo ha tuttavia contestualmente annunciato che continuerà sulla strada della completa deregolamentazione del settore petrolifero. Le proteste stanno comunque continuando, anche se in misura decisamente più contenuta, per portare all’attenzione del governo una serie di altre questioni economiche e sociali.
Più rilevante appare lo scontro provocato dal gruppo Boko
Haram (che, grosso modo, significa “la cultura occidentale è vietata”), i cui
legami con AQMI (Al-Qaeda nel Maghreb islamico) sembrano ormai scontati. Boko Haram è un gruppo portatore
di una versione integralista dell'Islam che, al pari di altri gruppi
estremisti, è attivo nel Nord del paese, dove permangono condizioni di
sottosviluppo particolarmente accentuate. Applica alla lettera la frase del
Corano secondo la quale “Chiunque non sia governato dalle rivelazioni di Allah,
è tra i trasgressori”. Promuove pertanto il rovesciamento dell'attuale governo
nigeriano nell'intento di creare uno
stato islamico. Il gruppo venne fondato nel 2002 dal leader religioso Mohammed
Yusuf (arrestato nel 2009 e in seguito ucciso) a Maiduguri ma nel
Tra gli attentati rivendicati da Boko Haram, il bombardamento della sede delle Nazioni unite ad Abuja (agosto 2011), l’attacco contro edifici della polizia e contro chiese cattoliche, l’ultimo dei quali è avvenuto nel giorno di Natale. Sono state molte decine le vittime causate dagli attentati degli ultimi due anni.
Le azioni di Boko Haram costituiscono una seria minaccia per la stabilità interna considerando anche che gode del sostegno dei politici locali insoddisfatti di una leadership cristiana in Nigeria, come affermato di recente anche dal Presidente Goodluck Jonathan. Il Presidente Jonathan, cristiano, del People's Democratic Party (PDP) è stato eletto con il 57% dei voti, la stragrande maggioranza dei quali provenienti dal sud del paese (dove la percentuale di voto a suo favore è stata del 95%). Nonostante Tanko Yakasai, leader della formazione politica Nord Political Forum (NLPF), abbia smentito le affermazioni del Capo dello Stato, e abbia accusato Boko Haram di voler “distruggere qualsiasi sistema di governo laico nel Paese”, è noto che alcuni leader politici delle regioni settentrionali ritengono Goodluck un usurpatore e considerano con interesse i movimenti del radicalismo islamico.
Quest’ultimo fatto, unito ad un’iniziale sottovalutazione del problema e al rifiuto al dialogo opposto dal gruppo Boko Haram, hanno aggravato la portata del problema.
Secondo alcuni analisti, la minaccia sarebbe contenibile solo se il governo nigeriano riuscisse a ridurre la povertà cronica nella quale si dibatte il nord del paese, terreno da sempre fertile per gruppi estremisti dello stesso stampo, e costruisse un sistema scolastico con il sostegno dei musulmani moderati che vivono in quella regione.
Indicatori internazionali sul paese 1:
Libertà politiche e civili: Stato “parzialmente libero” (Freedom House); regime autoritario (Economist)
Indice della libertà di stampa: 145 su 178
Libertà religiosa: gravi limitazioni (ACS); situazione di rispetto concreto da parte delle istituzioni pubbliche, pur in presenza di episodi di tolleranza da parte di autorità locali verso violenze di tipo religioso (USA)
Corruzione percepita: 2011: 143 su 183 2010: 134 su 178
Variazione PIL 2009: + 7 per cento
Situazione di cessato il fuoco in conflitto armato interno
1 Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); la condizione della libertà economica come riportata dalla fondazione Heritage la condizione della libertà di Internet come riportata da OpenNet Initiative; il tasso di crescita del PIL come riportato dal Fondo monetario internazionale; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alle note esplicative presenti nel dossier dossier Analisi dei rischi globali. Indicatori internazionali e quadri previsionali (documentazione e ricerche 29 luglio 2011) e nella nota Le elezioni programmate nel periodo settembre-dicembre 2011 (9 settembre 2011).
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