Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Ufficio Rapporti con l'Unione Europea | ||||
Titolo: | La proliferazione delle armi di distruzione di massa - Relazione sull'attuazione della Strategia dell'UE | ||||
Serie: | Documentazione per le Commissioni - Esame di atti e documenti dell'UE Numero: 23 | ||||
Data: | 17/03/2009 | ||||
Descrittori: |
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Il Consiglio dell’8 e 9 dicembre 2008 ha approvato la relazione periodica sull’attuazione della strategia dell’Unione europea contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa (ADM), che viene predisposta ogni sei mesi dall’Alto rappresentante per la PESC, Javier Solana, in stretta collaborazione con i servizi della Commissione.
La strategia dell’Unione europea contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, adottata dal Consiglio europeo di Bruxelles del dicembre 2003, si basa sui seguenti elementi principali:
· approccio multilaterale alla sicurezza, compresi il disarmo e la non proliferazione. Nell’ambito del sistema multilaterale, che fornisce la base legale per le iniziative in favore della non proliferazione, l’UE persegue l’attuazione e l’universalizzazione delle norme esistenti a livello internazionale in materia di disarmo e non proliferazione (tra le quali, in particolare, il Trattato sulla non proliferazione nucleare (TNP), gli accordi di salvaguardia dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) e i relativi protocolli aggiuntivi). Anche a livello comunitario i rischi della proliferazione sono tenuti nel dovuto conto. I sistemi di salvaguardia attuati dall’UE, gli impegni degli Stati membri e della Commissione nei diversi regimi internazionali (l'intesa di Wassenaar, il regime di non proliferazione nel settore missilistico (MTCR), il regime di non proliferazione nel settore nucleare (NSG), il gruppo Australia e la convenzione sulle armi chimiche (CWC), nonché i regolamenti specifici – in particolare il regolamento del Consiglio sul regime comunitario per il controllo delle esportazioni di prodotti e tecnologie a duplice uso - sono importanti contributi al regime globale della non proliferazione;
· impegno a sostenere, attuare e rafforzare gli accordi e trattati multilaterali esistenti in materia di disarmo e non proliferazione;
· sostegno alle istituzioni multilaterali incaricate della verifica e del sostegno dell’osservanza di tali trattati;
· impegno per rigorosi controlli delle esportazioni coordinati a livello nazionale e internazionale;
· integrazione della non proliferazione in tutte le politiche globali dell’UE;
· impegno a cooperare con gli Stati Uniti e con gli altri partner che condividono questi obiettivi.
La strategia prevede una lista di misure specifiche volte alla sua attuazione, rivista e aggiornata con cadenza semestrale dal Rappresentante personale dell’Alto rappresentante – nominato nel 2003 per la supervisione dell'attuazione e dello sviluppo della strategia ADM - e dalla Commissione, che elaborano una relazione contenente una lista di priorità e una descrizione delle iniziative intraprese. La relazione viene sottoposta al Consiglio per la sua approvazione.
Le nuove linee di azione del dicembre 2008 identificano una serie di interventi concreti da realizzarsi entro il 2010, tra i quali la predisposizione di un documento di valutazione del rischio e della minaccia aggiornato; il rafforzamento delle misure volte a combattere i trasferimenti immateriali di conoscenze e know-how, inclusi meccanismi di cooperazione sul fronte della vigilanza consolare; le azioni di sensibilizzazione negli ambienti scientifici e accademici, delle imprese e delle istituzioni finanziarie; il miglioramento delle procedure nazionali di controllo delle esportazioni su tecnologie e beni; l’intensificazione della cooperazione con i paesi terzi per aiutarli a migliorare le politiche di non proliferazione e i controlli delle esportazioni. intensificazione dell'impegno a contrastare i flussi di proliferazione e sanzionare gli atti di proliferazione.
Missili balistici
Il 18 dicembre 2008 il Consiglio ha adottato la decisione 2008/974/PESC a sostegno del codice di condotta dell’Aja contro la proliferazione dei missili balistici nell’ambito dell’attuazione della strategia dell’UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, in cui ha fissato uno stanziamento finanziario di 1 milione di euro allo scopo di eseguire progetti volti a: promuovere una sensibilizzazione mirata in materia per favorire nuove adesioni; agevolare lo scambio di informazioni e il dibattito tra gli Stati firmatari del codice di condotta dell’AJA. L’obiettivo generale è quello di promuovere l’attuazione ed il rafforzamento del codice nonché l’adesione degli Stati che detengono missili balistici.
Armi biologiche
Il Consiglio ha adottato l’azione comune 2008/858/PESC del 10 novembre 2008 a sostegno della convenzione sulle armi biologiche e tossiniche, con cui ha stanziato 1,4 milioni di euro a carico del bilancio generale dell’UE per finanziare progetti volti a promuovere l’universalizzazione della convenzione e favorirne l’attuazione, assistere gli Stati parti ad adempiere agli obblighi previsti dalla convenzione, sostenere gli altri Stati in azioni di sensibilizzazione riguardo alla convenzione.
Messa al bando degli esperimenti nucleari
Con l’azione comune 2008/588/PESC del 15 luglio 2008, il Consiglio ha deciso lo stanziamento di 2,3 milioni di euro a sostegno delle attività della commissione preparatoria dell’Organizzazione del trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari, per potenziarne le attività di monitoraggio e di verifica dei gas nobili - ai fini del rilevamento e dell’individuazione di eventuali esplosioni nucleari - e per fornire assistenza tecnica ai paesi africani, ai fini di integrare completamente gli Stati firmatari nel sistema di controllo del Trattato.
Banca del combustibile
Il Consiglio dell’8 e 9 dicembre 2008 ha deciso di esprimere il suo sostegno alla proposta di creare una banca di combustibile nucleare sotto il controllo dell'AIEA. Tale proposta, avanzata in sede AIEA, prevede la costituzione di una riserva internazionale di uranio scarsamente arricchito che potrebbe essere utilizzata da tutti i membri dell’agenzia, corredata da assicurazioni per le licenze di esportazione. Come dichiarato dal direttore generale dell’agenzia, la Nuclear Threat Initiative ha offerto 50 milioni di dollari per realizzare tale riserva, a cui vanno aggiunti i contributi promessi da USA (50 milioni di dollari), Norvegia (5 milioni di dollari) e Emirati arabi (10 milioni). Come deciso dal Consiglio, l'Unione europea prevede di contribuire al progetto con un massimo di 25 milioni di euro, non appena il Consiglio dei governatori dell'AIEA avrà definito e approvato le condizioni e modalità per la creazione della banca. Secondo il Consiglio, la banca di combustibile nucleare farà parte di uno sforzo più ampio per istituire meccanismi multilaterali di approvvigionamento di combustibile, dal momento che occorre elaborare soluzioni diverse per necessità diverse. In questo spirito, l'Unione europea intende perseguire nel prossimo futuro dibattiti approfonditi con i paesi terzi interessati alla questione.
Nel quadro della Strategia ADM, l’UE ha sviluppato uno strumento specifico nei rapporti con i paesi terzi, rappresentato dalla cosiddetta clausola ADM che a partire dal 2003 viene inserita in tutti gli accordi misti con paesi terzi, facendo della non proliferazione un importante elemento delle relazioni con i partner dell'UE in tutto il mondo. Le clausole, introdotte negli accordi con più di 100 paesi, sono composte da due parti. La prima parte è prescrittiva e richiede al paese terzo il pieno rispetto di tutti gli obblighi internazionali già esistenti in materia di non proliferazione. Benché tali obblighi possano subire variazioni sulla base del paese con cui l’UE sta negoziando l’accordo, la clausola si riferisce al Trattato di non proliferazione, ivi inclusi gli accordi di salvaguardia e i protocolli aggiuntivi), la Convenzione sulle armi chimiche, la Convenzione sulle armi biologiche e tossiche e le rilevanti risoluzioni delle Nazioni Unite. Questa prima parte rappresenta un elemento essenziale dell’accordo dell’UE con la sua controparte; di conseguenza, l’eventuale mancato rispetto delle previsioni in essa contenute da parte di uno dei contraenti può comportare, in ultima analisi, anche la sospensione dell’intero accordo.
La seconda parte della clausola, più flessibile, incoraggia i paesi terzi a diventare membri degli strumenti internazionali che non hanno ancora firmato e offre opportunità di cooperai zone nel settore del controllo delle esportazioni..
Come risulta dal documento di valutazione che il Comitato politico e di sicurezza che assiste il Consiglio ha approvato il 16 gennaio 2009, le clausole ADM sono state inserite – a partire dal novembre 2003 – in tutti gli accordi misti nuovi o aggiornati e in tutti gli accordi negoziati in base all’articolo 24 del Trattato sull’Unione europea, coprendo quasi 100 paesi. L’inserimento della clausola nell’accordo che regola le relazioni tra UE e il suo partner viene tenuto in considerazione al momento di selezionare i paesi beneficiari di assistenza rilevante in ambito PESC. Benché non abbia carattere vincolante, una clausola ADM è stata inserita anche in diversi documenti politici, quali i piani di azione predisposti nell’ambito della Politica di vicinato.
Tra le iniziative principali assunte dall’UE la relazione ricorda gli sforzi diplomatici dell'UE per risolvere le questioni connesse al programma nucleare iraniano, sulla cui natura pacifica sono stati sollevati dubbi dall’Agenzia internazionale sull’energia atomica nel 2003. Dopo l'accordo di Parigi, raggiunto nel novembre 2004 con l’Iran dall’UE-3 (Francia, Germania e Gran Bretagna), con il sostegno dell’Alto rappresentante per la PESC, e la successiva interruzione delle trattative nell’estate del 2005 in più occasioni è stata sottoposta alle autorità iraniane l'offerta di cooperazione elaborata per conto dell'Unione europea dall'UE-3 e adottata dai “Sei” (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza più la Germania). Da ultimo è stato lo stesso Alto rappresentante a recarsi a Teheran nell’estate 2008 per sottoporre l’offerta alle autorità iraniane. Tale offerta - che combina incentivi e sanzioni per indurre l'Iran a sospendere le proprie attività di arricchimento dell'uranio – rappresenta un esempio significativo del duplice approccio adottato dall’UE nella lotta alla proliferazione. In considerazione dell’indisponibilità manifestata dall’Iran ad interrompere le attività di arricchimento dell’uranio, in linea con la risoluzione 1737 adottata il 23 dicembre 2006 dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il 19 aprile 2007 l’UE ha approvato misure restrittive nei confronti dell'Iran (regolamento n. 423/2007, più volte modificato),vietando la fornitura, l’esportazione e il trasferimento di beni e tecnologie connessi con l’attività di arricchimento nonché la prestazione di assistenza tecnica e finanziaria e di servizi correlati. Il regolamento inoltre congela i fondi e le risorse economiche di persone, entità o organismi che abbiano partecipato o dato il loro sostegno ad attività legate alla proliferazione nucleare. L’ultima modifica del citato regolamento risale al 10 novembre 2008, quando con il regolamento 1110/2008 il Consiglio ha introdotto misure restrittive supplementari che riguardano, fra l'altro, le persone soggette a un congelamento delle attività, il sostegno finanziario pubblico per gli scambi con l'Iran, compresi i crediti all'esportazione, le attività delle istituzioni finanziarie con le banche domiciliate in Iran, e relative succursali e controllate all'estero, e l'ispezione di determinati carichi da e verso l'Iran.
Si ricorda che alla ripresa delle trattative sul programma nucleare è legata anche la sorte dei negoziati in corso dal dicembre 2002 tra UE e Iran in vista di un accordo su commercio e cooperazione, che riguarda anche i temi cruciali della promozione dei diritti umani, della lotta al terrorismo, del processo di pace in Medio Oriente e delle armi di distruzione di massa.
Come indicato nella relazione, l’UE continua a dare il suo pieno sostegno ai colloqui del gruppo dei Sei (Stati Uniti, Russia, Cina, Giappone e le due Coree) in merito al programma nucleare della Repubblica democratica di Corea. Nella dichiarazione del 23 dicembre 2008, rilasciata dalla Presidenza di turno, l’UE esprime la sua preoccupazione per il fatto che l’ultima sessione di colloqui tenutasi a Pechino dall’8 all’11 dicembre 2008 non abbia prodotto i risultati sperati, in particolare la stesura consensuale di un protocollo di verifica delle attività nucleari nordcoreane. Come indicato nella dichiarazione, l’obiettivo dell’UE resta il completo, verificabile ed irreversibile smantellamento del programma nucleare nordcoreano per raggiungere la denuclearizzazione della penisola coreana e garantire la pace e la stabilità dell’Asia nordorientale.
La Commissione sostiene attivamente l'attuazione della strategia sulle ADM nell’ambito del dialogo politico con i paesi terzi e della fornitura di assistenza. Diversi programmi di assistenza sono stati posti in essere dall’UE, in particolare con i Balcani, la Russia, i nuovi Stati indipendenti e la Corea del Nord, per sostenere progetti di disarmo e per rafforzare la non proliferazione. Nel periodo dal 1996 al 2006 il programma TACIS sulla sicurezza nucleare è stato il principale strumento dell’UE per promuovere la sicurezza nucleare nei paesi dell’Europa orientale, con uno stanziamento totale di 1,3 miliardi di euro destinato fra l’altro a finanziare attività connesse alla prevenzione tra traffico illecito d materiale nucleare. Nell’ambito del TACIS, è stato fornito sostegno finanziario all’Istituto internazionale di scienza e tecnologia di Mosca e all’Istituto di scienza e tecnologia in Ucraina per promuovere il re-impiego in attività pacifiche di ricercatori e scienziati che hanno lavorato alle armi di distruzione di massa. A partire dal 1 gennaio 2007, nel quadro della riforma dell’assistenza esterna dell’UE, il programma TACIS è stato sostituito dallo strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare - istituito con il regolamento (EURATOM) 3003/2007 del 19 febbraio 2007 - che per l’intero periodo 2007-2013 stanzia 524 milioni di euro.
Anche il nuovo strumento finanziario per la stabilità – regolamento CE n. 1717/2006 - è stato disegnato per consentire da un lato di affrontare le crisi nei paesi terzi e dall’altro per rispondere a sfide di carattere globale. In quest’ultimo ambito, come si legge nel documento strategico per il periodo 2007-2011, la Commissione ha individuato tre aree prioritarie di cui una è la lotta alla proliferazione di armi di distruzione di massa. Le azioni da finanziare in tale ambito riguardano: la riqualificazione e il reimpiego di tecnici e scienziati addetti alla produzione di armi e materiali nucleari, chimici e batteriologici; il consolidamento di istituzioni e leggi dei paesi terzi preposte al controllo del traffico di armi e materiali; l’istituzione di procedure di sicurezza e controllo in strutture e laboratori civili coinvolti in attività correlate a questi settori (centrali nucleari ecc). L’attenzione sarà concentrata verso i paesi e le regioni dove il rischio di proliferazione è maggiore. Per tali progetti sono stanziati 266 milioni di euro per il periodo 2007-2013, pari al 13 per cento del totale.
XVI legislatura –Documentazione per le Commissioni – Esame di atti e documenti dell’UE, n. 23, 17 marzo 2009
Il bollettino è stato curato dall’Ufficio Rapporti con l’Unione europea (tel. 2145)