Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||
Titolo: | Missione in Irlanda - 21-23 giugno 2010 | ||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 148 | ||
Data: | 18/06/2010 | ||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari |
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Camera dei deputati |
XVI LEGISLATURA |
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Documentazione e ricerche |
Missione in Irlanda
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21-23 giugno 2010 |
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n. 148 |
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18 Giugno 2010 |
Servizio responsabile: |
Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri ( 066760-4939 * st_affari_esteri@camera.it |
Hanno partecipato alla redazione del dossier i seguenti Servizi e Uffici: |
Servizio Rapporti internazionali ( 066760-3948 / 066760-9515 – * cdrin1@camera.it
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I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. |
File: ES0487.doc |
INDICE
Scheda-Paese (a cura del Ministero degli Affari esteri)
Recenti sviluppi del quadro politico ed economico irlandese
Profili biografici (a cura del Servizio Rapporti internazionali)
§ On. Séamus Kirk, Presidente della Camera dei deputati
§ On. Bernard Durkan,Presidente della Commissione mista per gli affari europei
§ On. Michael Woods, Presidente della Commissione congiunta Affari esteri del Parlamento irlandese
§ On. Dick Roche, Ministro di Stato per gli Affari europei
§ On. Joe Costello, portavoce per gli Affari comunitari del Partito laburista alla Camera dei deputati
§ Billy Timmins portavoce per gli Affari esteri del Fine Gael alla Camera dei deputati
§ Amb. Patrick Hennessy Ambasciatore d’Irlanda in Italia
Rapporti parlamentari Italia-Irlanda (a cura del Servizio Rapporti internazionali)
Aggiornato al 16 giugno 2010
Delegazione:
On. Roberto Antonione
On. Paolo Corsini
On. Gianluca Pini
Dottoressa Francesca Piazza
ore 14,35 Arrivo con volo Aer Lingus EI403 da Roma dell’on. Corsini e della Dott. ssa Piazza
ore 15,55 Arrivo con volo Ryan Air FR9457 da Bologna dell’on. Pini
ore 23,10 Arrivo con volo Aer Lingus da Venezia dell’on. Antonione
Accolgono la Delegazione S.E. l’Ambasciatore Valerio Astraldi ed il Cons. Marco Lombardi
A seguire Trasferimento allo Shelbourne Hotel
27 St. Stephen’s Green, Dublin 2
Tel.: 00353 1 6634500
Fax: 00353 1 6616006
ore 18.15 Trasferimento dallo Shelbourne Hotel alla
Residenza di S.E. l’Ambasciatore Astraldi
Lucan House, Lucan, Co. Dublin
Tel.: 00353 1 6280235
ore 19.00 Riunione di inquadramento della visita
ore 20.00 Pranzo offerto da S.E. l’Ambasciatore ValerioAstraldi in onore della Delegazione della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati
ore 22.30 Trasferimento dalla Residenza di S.E. l’Ambasciatore Astraldi allo Shelbourne Hotel
27 St. Stephen’s Green, Dublin 2
Tel.: 00353 1 6634500
Fax: 00353 1 6616006
Martedì 22 giugno 2010
ore 9.30 Trasferimento dallo Shelbourne Hotel al Parlamento Irlandese
Leinster
House
Dublin 2
ore 10.00 Incontro con il Deputato Joe Costello, Portavoce per gli Affari Europei ed i Diritti dell’Uomo, del Labour Party.
ore 11.00 Incontro con il Deputato Bernard Durkan, Presidente del “Joint Committee on European Affairs”.
Camera dei Deputati
Leinster House
ore 12.00 Incontro con il Deputato Seamus Kirk, Presidente della Camera dei Deputati,
Leinster House
ore 13.00 Colazione leggera pressoil Caffe’ della Camera dei Deputati.
Leinster House
Dublin 2
ore 14.00 Incontro con il Deputato Billy Timmins, Portavoce del Fine Gael per gli Affari Esteri.
Camera dei Deputati
Leinster House
Dublin 2
ore 14.50 Trasferimento dal Parlamento irlandese al Dipartimento del Primo Ministro
Government Buildings
Merrion Street
Dublin 2
ore 15.00 Incontro con il Ministro di Stato per gli Affari Esteri con delega per gli Affari Europei Dick Roche Dipartimento del Primo Ministro
Government Buildings
Merrion Street
Dublin 2
ore 15.50 Trasferimento dal Dipartimento del Primo Ministro al Parlamento Irlandese
Leinster
House
Dublin 2
ore 16.00 Incontro con il Deputato Michael Woods, Presidente della Commissione Affari Esteri.
Camera dei Deputati
Leinster House
Dublin 2
ore 17.00 Trasferimento dal Parlamento irlandese allo Shelbourne Hotel
27 St. Stephen’s Green, Dublin 2
Tel.: 00353 1 6634500
Fax: 00353 1 6616006
ore 19.15 Trasferimento dallo Shelbourne Hotel al Ristorante Thorntons
128 St. Stephen’s Green
Dublin 2
ore 19.30 Pranzo offerto da S.E. l’Ambasciatore Valerio Astraldi in onore della Delegazione della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati
Mercoledi’ 23 giugno 2010
ore 04.30 Trasferimento dallo Shelbourne Hotel all’Aeroporto di Dublino
ore 7.10 Partenza con volo Aer Lingus EI402 per Roma della Delegazione (on. Antonione, on. Corsini e Dott. ssa Piazza) (Arrivo a Roma alle 11,20)
ore 9.50 Partenza con volo Ryan Air FR9456 per Bologna dell’On. Pini (arrivo 13,40)
Repubblica d’Irlanda
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STRUTTURA ISTITUZIONALE E POPOLAZIONE
§ Andamento congiunturale e rischio Paese
§ Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri
1. Priorità di politica estera.
2. Rapporti con i principali Paesi partner
3. Relazioni con le principali Organizzazioni Internazionali.
4. Posizioni irlandesi sui maggiori temi dell’attualità internazionale
1. Relazioni economiche, finanziarie e commerciali.
2. Investimenti diretti da e verso l’Italia
3. Relazioni culturali, scientifiche e tecnologiche.
4. Comunità italiana, comunità del Paese in Italia e questioni migratorie.
Dopo quasi otto secoli sotto il dominio britannico il 21 gennaio 1919 il Parlamento irlandese (Dail) ha proclamato la Dichiarazione d’Indipendenza. Successivamente vi sono stati 4 anni di conflitti a seguito della divisione dello Sinn Fein in Fianna Fail, capeggiato da Eamon De Valera, ed in Fine Gael, guidato da Micheal Collins. Al termine di queste ostilita’ l’Irlanda ha assunto il quadro politico che e’ sostanzialmente rimasto immutato sino ad oggi.
Il nuovo Stato Libero d’Irlanda (Dominion britannico sino al 1937) nacque però mutilato dall’Accordo anglo-irlandese del 6 dicembre 1921, che sancì la divisione dell’Isola in Irish Free State e Northern Ireland, quest’ultima ancora sotto sovranità britannica.
Il “Problema Nazionale Irlandese” ed il rapporto conflittuale, ma all stesso tempo di vicinanza economica, politica e linguistico-culturale, con il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno marcato la storia dell’Irlanda nel corso del XX secolo. Il giovane Stato, infatti, è stato caratterizzato dalla volontà dichiarata di riunificare l’isola, come dimostrato dalla prevalenza politica dei due partiti di ispirazione nazionalista (Fianna Fail e Fine Gail) alternatisi al potere dall’indipendenza ad oggi, ed allo stesso tempo, tuttavia, rimane ancora oggi vivo il retaggio derivante dalla dominazione britannica che si riflette nelle istituzioni, nelle tradizioni e nel modo di vita irlandesi, accompagnato in modo abbastanza curioso e non sempre coronato da successo dal tentativo di distinguersi culturalmente dal Regno Unito, per esempio con il ricorso al Gaelico quale lingua ufficiale insieme all’Inglese.
La vera svolta per l’Irlanda è avvenuta nel 1973 con l’ingresso nella Comunità Economica Europea. Il Paese, in quel momento il più povero dell’Europa occidentale ed ancora caratterizzato da un fenomeno migratorio di proporzioni considerevoli, ha visto nell’ultimo trentennio una trasformazione straordinaria, che lo ha visto affacciarsi al terzo millennio con un reddito pro capite del 25% superiore alla media europea.
STRUTTURA ISTITUZIONALE E POPOLAZIONE
Struttura istituzionale e dati di base
Superficie: |
70.282 Km2 |
Capitale: |
DUBLINO (1.186.159)
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Principali città: |
CORK (480.909) GALWAY (231.035) LIMERICK (183.863) |
Nome Ufficiale: |
Irlanda (Eire) |
Forma di Governo: |
Repubblica a democrazia parlamentare |
Capo dello Stato: |
Mary McAleese |
Capo del Governo: |
Brian Cowen |
Ministro degli Esteri: |
Micheal Martin |
Sistema legislativo: |
bicamerale, Senato (Seaned Eireann) e Camera dei Rappresentanti (Dail Eireann) |
Sistema legale: |
Common Law |
Suffragio: |
universale |
Partecipazione a Organizzazioni Internazionali: |
tutte le principali |
Popolazione ed indicatori sociali
Popolazione: |
4.234.925 (censimento del 2006) |
Tasso di crescita: |
2% |
Aspettativa di vita alla nascita: |
77,7 anni |
Gruppi etnici: |
irlandesi 94%, scozzesi ed inglesi 6% con immigrazione soprattutto dall’Asia e dall’Africa |
Religioni: |
in larga prevalenza cattolica |
Lingue ufficiali: |
gaelico (dal 1° gennaio 2007 lingua ufficiale dell’UE); inglese |
Partiti politici principali: |
Partiti di Governo: Fianna Fail (al Parlamento europeo siede tra le fila dell'Alleanza per l'Europa delle Nazioni) e Green Party; Partiti di Opposizione: Fine Gael (al Parlamento europeo siede tre le fila del PPE), Labour Party e Sinn Fein |
Le elezioni politiche svoltesi il 24 maggio 2007 hanno sancito la terza vittoria consecutiva del Fianna Fail (partito di maggioranza relativa e di ispirazione nazionalista) guidato da Bertie Ahern, al Governo della Repubblica dal 1997.
Il Partito del Primo Ministro non è però riuscito ad ottenere la maggioranza assoluta e ha avviato trattative per la costituzione di una coalizione più ampia rispetto a quella precedente che vedeva come junior partner il Partito dei Progressisti Democratici, formazione liberale, che ha registrato una sensibile perdita di consensi rispetto alle precedenti consultazioni del 2002, in ragione soprattutto del sensibile aumento della criminalità nel Paese e dei disservizi del sistema sanitario irlandese. E’ stata così creata una coalizione composta, oltre che dal Fianna Fail e dai “Progressive Democrats”, anche dai Verdi e da una serie di deputati indipendenti.
Tra i principali partiti di opposizione, il Fine Gael con 51 seggi in Parlamento si è confermato il secondo partito irlandese, registrando oltretutto un seppur lieve aumento di consensi, a scapito del Partito Laburista, partito radicato principalmente nella capitale ma con un'influenza decrescente in altre aree del paese.
Il 6 maggio 2008, dopo quasi 11 anni alla guida del Governo, il Premier Bertie Ahern ha rassegnato le dimissioni, anche a seguito del suo coinvolgimento in un’inchiesta per finanziamenti illeciti. Considerato da molte parti l’artefice del miracolo economico irlandese (La “Celtic Tiger”), Bertie Ahern ha lasciato al suo successore una pesante eredità. Il Premier irlandese, che e' stato l'unico a ricoprire la carica di Taoiseach per tre legislature consecutive, ha fatto sì che l'Irlanda, nell'arco di un decennio diventasse uno dei Paesi più ricchi del mondo con il secondo PIL pro capite più alto di Eurolandia e che divenisse la principale destinazione di IDE americani (il numero di investimenti esteri diretti dagli Stati Uniti all'Irlanda e' superiore alla somma di quelli destinati dagli USA a Cina e India). Egli ha poi svolto un ruolo di primo piano nel processo di pace in Irlanda del Nord. Senza il contributo del Premier irlandese non sarebbe forse stato possibile il raggiungimento dell'accordo che ha portato, sebbene la popolazione resti ancora molto divisa, alla creazione dell'Esecutivo condiviso di Stormont, che vede repubblicani e lealisti collocati nella stessa compagine governativa.
A seguito delle dimissioni di Bertie Ahern, il “Dail Eirann” (il Parlamento irlandese) ha eletto alla carica di Primo Ministro, con una maggioranza di 89 voti su 166, Brian Cowen, già Vice Premier e Ministro delle Finanze, che ha sostituito Ahern anche alla guida del partito Fianna Fail.
II nuovo Governo (insediatosi il 7 maggio 2008) è sostenuto dagli stessi partiti che avevano appoggiato il precedente esecutivo Ahern, ovvero Fianna Fail, partito di maggioranza relativa, Progressive Democrats (PDs), Verdi e una serie di deputati indipendenti.
Il primo anno di Brian Cowen alla guida del Paese non si può dire che sia stato all'insegna del successo, in quanto il Primo Ministro non è riuscito a trovare una soluzione efficace al raffreddamento dell'economia irlandese, che si è verificato a seguito della crisi finanziaria ed economica internazionale. L’unico risultato di rilievo ottenuto da Cowen e’ rappresentato dalla vittoria del sì al secondo referendum sul Trattato di Lisbona, tenutosi il 2 ottobre 2009. Il 21 Aprile 2009, Cowen ha effettuato un rimpasto, riducendo da venti a quindici il numero dei Ministri di Stato.
Un Congresso Straordinario dei Progressive Democrats (PDs), tenutosi nel novembre 2008, ha sancito lo scioglimento del partito di centro-destra, che faceva parte, insieme a Fianna Fail e Verdi, della coalizione di Governo. La principale ragione di tale decisione è dovuta al fatto che questo partito, dopo la disfatta subita nelle elezioni politiche del 2007, non è più riuscito ad adottare una linea politica in grado di fornire delle risposte efficaci che incontrassero il consenso dell’elettorato.
Il 7 Giugno si sono tenute in Irlanda le elezioni europee e le elezioni amministrative. Le consultazioni per il rinnovo del Parlamento Europeo si sono chiuse con la vittoria dei Laburisti che hanno conquistato 3 seggi, con un aumento di 2 seggi rispetto alle elezioni del 2004. Il Fine Gael e il Fiana Fail hanno entrambi perso un seggio rispetto alla scorsa convocazione elettorale, conquistando rispettivamente 4 e 3 mandati. I Socialisti e gli indipendenti hanno ottenuto un seggio ciascuno.
Le elezioni amministrative sono state vinte, invece, dal Fine Gael che ha così conquistato 340 seggi (+ 38 rispetto alle elezioni 2004). Il Fianna Fail, nonché partito di governo, ha perso rispetto al 2004, 84 seggi, conseguendone 218. I Laburisti hanno conquistato 31 seggi rispetto alle elezioni 2004, giungendo a 132. Lo Sinn Fein non ha assistito ad alcuna variazione nei 54 seggi che deteneva dalle elezioni del 2004. I Verdi hanno perso 5 seggi, conquistandone soltanto 3. Particolarmente grave la situazione del Fianna Fail a Dublino, ove è risultato per la prima volta nella sua storia, il terzo partito dopo Fine Gael e Laburisti.
Al momento il Governo può contare alla Camera dei Rappresentanti su di una maggioranza di 83 a 82 voti. Secondo gli ultimi sondaggi il Fianna Fail sta continuando a registrare un drastico calo di consensi, che conferma l’incapacità del Governo di ricompattare la propria base elettorale. In particolare il Partito di maggioranza relativa e’ al 22%, mentre salgono i partiti di opposizione con il Fine Gael al 32% ed i Laburisti al 24%. I verdi si attestano sul 3%, mentre lo Sinn Fein e’ al 8%. Il Fine Gael ed i Laburisti richiedono ora elezioni anticipate rispetto alla naturale scadenza della Camera dei Rappresentanti, prevista per il 2012.
Il 23 marzo il Primo Ministro, Brian Cowen, ha annunciato una serie di cambiamenti del Gabinetto, relativi sia alle persone dei Ministri e dei Ministri di stato (‘Junior Ministers’) sia alle nuove competenze dei vari dicasteri.
Nel 2011 sara’ in scadenza il mandato della Presidente della Repubblica Mary MacAleesericonfermata nel novembre 2004 per un secondo mandato (della durata di 7 anni). Si tratta del terzo mandato presidenziale consecutivo per una donna: il predecessore della Sig.ra MacAleese era infatti la Sig.ra Mary Robinson. Il dato è particolarmente significativo in un Paese in cui le donne in Parlamento sono poco rappresentate (solo 13% del totale).
(all’indomani del rimpasto di Governo del 23 marzo 2010)
Taoiseach (Primo Ministro) Brian Cowen, Fianna Fail;
Tanaiste (Vice Primo Ministro) e Ministro dell’Educazione e della Scienza Mary Coughlan, Fianna Fail;
Ministro degli Affari Esteri, Micheal Martin, Fianna Fail;
Ministro delle Finanze Brian Lenihan, Fianna Fail;
Ministero della Difesa, Tony Killeen, Fianna Fail;
Ministro della Salute, Mary Harney, Indipendente;
Ministro dell'Ambiente, John Gormley, Verdi;
Ministro per le Comunicazioni, l'Energia e le Risorse Naturali, Eamon Ryan, Verdi;
Ministro dei Trasporti e della Marina, Noel Dempsey, Fianna Fail;
Ministro della Giustizia, Dermot Ahern, Fianna Fail;
Ministro per gli Affari Sociali e la Famiglia, Eamon O' Cuiv, Fianna Fail;
Ministro dell'Agricoltura, Brendan Smith, Fianna Fail;
Ministro della Famiglia, Mary Hanafin, Fianna Fail;
Ministro dell’Industria , del Commercio e del Lavoro, Batt O'Keeffe, Fianna Fail;
Ministro dei Beni Culturali, Sport e Turismo, Mary Hanafin, Fianna Fail;
Ministro per le Comunità rurali e gli Affari Gaelici e Chief Whip (equivalente di un capo gruppo parlamentare, ma con rango ministeriale) John Curran, Fianna Fail.
In un contesto di crisi globale dell’economia e della finanza internazionali, l’Irlanda sta affrontando una fase di recessione economica che appare grave e senza precedenti.
Nella seconda metà del 2008 il Governo irlandese, infatti, ha riconosciuto ufficialmente l’inizio di un periodo di recessione per l’economia nazionale, a seguito della pubblicazione dei dati dell’Ufficio Centrale di Statistica (CSO) che hanno messo in evidenza una contrazione continua del PIL sia nel primo che nel secondo trimestre dell’anno. Nel 2009, secondo i dati del CSO, il PIL risulta in calo annuale del 7,1%, per un ammontare totale di 170.934 milioni di euro, mentre il PNL risulta in calo annuale dell’11,3%, per un ammontare totale di 139.017 milioni di euro.
(Fonte: CSO – Central Statistics Office, Quarterly National Accounts – 25 marzo 2010)
Nella tabella che segue si rappresentano le previsioni triennali per i principali indicatori economici:
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2010
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2011 |
2012 |
PIL reale (variazione %) |
- 2,5 |
0,6 |
1,8 |
Saldo di bilancio (% del PIL) |
- 13,7 |
- 11,8 |
- 9,6 |
PIL pro capite a parita’ di potere d’acquisto (in dollari) |
41.770 |
42.900 |
43.630 |
Saldo nella bilancia dei pagamenti (% del PIL) |
0,2 |
0,4 |
0,8 |
Inflazione (variazione %) |
0,4 |
1,6 |
2,2 |
(Fonte: The Economist Intelligence Unit – Country Data, novembre 2009)
Nel 2010 è previsto, per il terzo anno consecutivo, un’ulteriore contrazione dell’economia irlandese, seguita da una lenta e graduale ripresa a partire dal 2011. Si prevede, inoltre, che il deficit di bilancio superi il tasso del 13% nel 2010. è previsto, invece, una riduzione del disavanzo nella bilancia dei pagamenti, presumibilmente in seguito alla previsione di una riduzione delle importazioni più accentuata rispetto alle esportazioni. L’inflazione - assestatasi a livelli più bassi per effetto soprattutto della contrazione della domanda interna, dell’aumento della disoccupazione, dell’attuale debolezza della sterlina (il Regno Unito e’ uno dei principali partner commerciali dell’Irlanda) e della generale diminuzione dei prezzi dovuta alla crisi economica internazionale – dovrebbe subire un modesto aumento a partire dalla seconda metà del 2010.
Il livello di disoccupazione nel Paese e’ cresciuto notevolmente negli ultimi mesi. Secondo i dati del CSO, nel 2009 il tasso di disoccupazione annuale e’ stato dell’11,8%, con un totale di 281.700 persone non occupate nel Paese. Si evidenzia peraltro che nell’ultimo trimestre del 2009 il tasso di disoccupazione e’ salito al 13,1% rispetto al 12,5% del trimestre precedente e, secondo il “Live Register”, nel primo trimestre del 2010 si attesta al 13,4%. I settori che hanno visto la maggiore riduzione dei posti di lavoro sono stati quelli delle costruzioni e dell’industria. A dicembre 2009 risultano 428.900 persone iscritte al Live Register, che comprende i lavoratori a tempo parziale, stagionali e saltuari che hanno diritto alle indennità di disoccupazione previste dalla legge. Si segnala che la diminuzione dell’occupazione ha dato adito ad alcuni episodi di insofferenza nei confronti di lavoratori immigrati, comunitari e non. Secondo i dati del CSO, al quarto trimestre 2009, nella forza lavoro vi sono 303.100 lavoratori stranieri, con un decremento annuale di 33.600 unita’ (- 10%).
Allo scopo di salvaguardare il settore bancario e finanziario duramente colpito dalla crisi internazionale, il Governo irlandese ha adottato nel settembre 2008 uno schema nazionale di garanzia per le istituzioni finanziarie nazionali Allied Irish Bank (AIB), Bank of Ireland, Anglo Irish Bank, Irish Life & Permanent, Irish Nationwide Building Society, Educational Building Society e Postbank Ireland Limited. Tale schema prevede la copertura da parte dello Stato di tutti i depositi bancari e le obbligazioni garantite e subordinate delle istituzioni finanziarie citate, senza alcun limite finanziario e per la durata di due anni (fino al 29 settembre 2010). A luglio del 2009, il Governo ha presentato un progetto di legge per la costituzione della National Asset Management Agency (NAMA). Tale progetto, più volte modificato per le critiche dell’opposizione e di una parte dell’opinione pubblica, è stato approvato dal Parlamento e firmato dal Presidente Mary McAleese nel novembre del 2009. Secondo la nuova normativa, la NAMA acquistera’ dalle banche nazionali, per un valore stimato di 54 miliardi di euro, prestiti “tossici”, costituiti da proprieta’ fondiarie, progetti edilizi e prestiti associati, che hanno un valore nominale di 77 miliardi di euro. La NAMA paghera’ tali prestiti con obbligazioni emesse dal Governo irlandese, che le banche potranno presentare per l’incasso alla Banca Centrale Europea. Il costo dell’operazione non figurerà, secondo le disposizione date dalla Commissione UE all’Eurostat, nel debito pubblico nazionale, ma figurerà all’attivo della Banca Centrale europea. I debitori continueranno ad essere responsabili verso la NAMA per l’intero valore nominale dei prestiti, con una clausola di tutela nei loro confronti applicabile qualora le proprieta’ immobiliari relative ai prestiti aumentino considerevolmente di valore. E’ previsto, infine che le banche restituiscano al Governo eventuali profitti realizzati dai prestiti tossici durante la loro esistenza.
Rimane critica la situazione delle finanze pubbliche irlandesi, a causa, da un lato, della forte diminuzione del gettito fiscale e, dall’altro, dell’aumento preoccupante del debito pubblico e degli interessi. A partire dal 2008, si è avuto un deterioramento imputabile, innanzitutto, alla diminuzione del gettito fiscale. In particolare sono calate le entrate per l’IVA in conseguenza del rallentamento generale dei consumi e quelle per le imposte di bollo e sulle rendite di capitale in conseguenza della crisi del settore immobiliare e dei mercati finanziari. Tuttavia, nel febbraio 2009 la Commissione Europea ha avviato la procedura di deficit eccessivo nei confronti dell’Irlanda, poiche’ nel 2008 il rapporto tra il deficit pubblico e il PIL ha raggiunto la soglia del 6,3% eccedendo il tetto del 3% fissato dal Patto di stabilita’ e crescita. A seguito dell’annuncio della Commissione, le Autorita’ irlandesi hanno presentato alle Istituzioni europee un programma per il raggiungimento della stabilita’ che prevede un piano quinquennale di diminuzione del deficit, attraverso riduzioni della spesa pubblica e aggiustamenti delle entrate fiscali, che dovrebbero far rientrare il deficit nei parametri europei entro il 2013. La Commissione ha poi deciso nel novembre del 2009 che, dato il deterioramento della situazione economica rispetto alle sue previsioni, è giustificata una proroga di un anno, fino al 2014, per l’Irlanda. Dopo il bilancio anticipato per il 2009, l’ulteriore aggravarsi della crisi economica nazionale, caratterizzata dall’aumento del deficit e dalla contrazione del PIL, ha portato il Governo all’adozione di una manovra finanziaria straordinaria nell’aprile del 2009, a soli sei mesi dall’adozione del bilancio, al fine di raggiungere, attraverso aumenti fiscali e riduzioni nella spesa pubblica, un risparmio di 3,5 miliardi di euro. Nel secondo semestre del 2009, il Governo ha operato sia sul fronte della spesa pubblica che sul fronte della pressione fiscale e ha presentato due rapporti preparati da due Commissioni istituite ad hoc. Il primo, relativo alla spesa pubblica, e’ stato pubblicato dalla Commissione “An Bord Snip Nua” che in lingua gaelica equivale a “Commissione della scure” e contiene raccomandazioni per tagli alla spesa pubblica. Il secondo, relativo all’imposizione fiscale, altro braccio della manovra economica, (c.d. rapporto McCarthy dal nome del presidente della Commissione che lo ha preparato), contiene raccomandazioni in materia fiscale. Da ultimo, il Governo ha adottato il 9 dicembre del 2009 il bilancio per il 2010, concentrato soprattutto sui tagli alla spesa pubblica più che sulla pressione fiscale, allo scopo di restaurare la fiducia dei consumatori e degli investitori internazionali. I tagli previsti alla spesa pubblica sono per 4 miliardi di euro, da attuarsi principalmente attraverso riduzioni dei sussidi sociali, all’infanzia e di disoccupazione e riduzioni degli emolumenti al settore pubblico. Dal punto di vista fiscale, è stata introdotta la Carbon Tax, mentre, per rilanciare la domanda, è stato deciso di riportare il tasso dell’IVA al 21% e sono state ridotte le accise sugli alcolici.
Secondo i dati diffusi dal Ministero delle Finanze irlandese per il 2009, il gettito fiscale è risultato pari a oltre 33 miliardi di euro, con un decremento del 19% rispetto al 2008, mentre l’ammontare della spesa pubblica corrente è risultata di oltre 47 miliardi di euro. Quanto al servizio del debito pubblico, pari a 1,5 miliardi di euro al termine del 2008, esso ammonta a 2,5 miliardi di euro nel 2009 e si prevede che possa raggiungere i 5 miliardi nel 2010. Rimane ferma la diminuzione dello status dell’Irlanda quale debitore da Aaa a Aa1, decisa dall’agenzia di rating “Moody’s”.
L’Irlanda, la cui economia è considerevolmente legata alla presenza di multinazionali straniere, ha una politica commerciale di forte apertura agli scambi.
Commercio estero dell’Irlanda nel 2008 - 2009 (in milioni di Euro):
|
Esportazioni
|
Importazioni
|
Saldi
|
2008 |
86.394,4 |
57.584,8 |
28.809,6 |
2009 |
83.476,7 |
44.809,3 |
38.667,4 |
Variazione % 2008 - 2009 |
- 3% |
- 22% |
+ 34% |
(Fonte: CSO - Central Statistics Office, External Trade, 26 marzo 2010)
Esportazioni
Le esportazioni irlandesi, secondo l’Ufficio centrale di statistiche (CSO), sono diminuite del 3% nel 2009 rispetto al 2008, passando da 86.394,4 a 83.476,7 milioni di euro. In particolare, sono aumentate le esportazioni di prodotti medici e farmaceutici (+17%), di prodotti chimici organici (+2%) e di componentistica per il trasporto (inclusi gli aeromobili) (+113%), mentre sono diminuite le esportazioni di apparecchiature informatiche (- 28%), di macchinari elettrici (- 31%) e di macchinari industriali (- 29%).
Nel 2009, i primi dieci Paesi acquirenti dell’Irlanda sono stati, nell’ordine, Stati Uniti (21,06%), Belgio (17,54%), Regno Unito (16,16%), Germania (5,77%), Francia (5,51%), Spagna (4,16%), Paesi Bassi (3,39%), Italia (3,33%), Svizzera (2,93%) e Cina (2,88%). I dati mostrano che, rispetto al 2008, il Regno Unito ha ceduto il secondo posto al Belgio.
Esportazioni dell’Irlanda per primi dieci Paesi acquirenti nel 2009 (in milioni di euro):
|
Paesi |
Esportazioni 2008 |
Esportazioni 2009
|
Variazione % 2008 - 2009 |
1. |
Stati Uniti |
16.674,3 |
17.584,6 |
+ 5.45% |
2. |
Belgio |
12.253,1 |
14.644,2 |
+ 19.51% |
3 |
Regno Unito |
15.864,3 |
13.495,0 |
- 14.93% |
4. |
Germania |
6.089,4 |
4.821,9 |
- 20.81% |
5. |
Francia |
5.019,4 |
4.607,5 |
- 8.20% |
6. |
Spagna |
3.589,9 |
3.479,8 |
- 3.06% |
7. |
Paesi Bassi |
3.028,4 |
2.836,9 |
- 6.32% |
8. |
Italia |
3.006,6 |
2.784,7 |
- 7,38% |
9. |
Svizzera |
2.560,8 |
2.447,9 |
- 4.40% |
10. |
Cina |
2.324,9 |
2.407,0 |
+ 3,53% |
(Fonte: CSO - Central Statistics Office, External Trade, 26 marzo 2010)
Le importazioni irlandesi, secondo l’Ufficio centrale di statistiche (CSO), sono diminuite del 22% nel 2009 rispetto a quelle del 2008, passando da 57.584,8 a 44.809,3 milioni di euro. In particolare, sono diminuite le importazioni di autoveicoli (- 72%), di apparecchiature informatiche (- 46%) e di petrolio e derivati (- 33%), mentre sono aumentate le importazioni di componentistica per il trasporto (inclusi gli aeromobili) (+71%) e di generatori di potenza (+ 14%).
Nel 2009, i primi dieci Paesi fornitori dell’Irlanda sono stati, nell’ordine, Regno Unito (30,32%), Stati Uniti (17,49%), Germania (6,72%), Cina (6,40%), Paesi Bassi (5,12%), Francia (4,85%), Belgio (2,06%), Italia (2,0%), Norvegia (1,93%) e Danimarca (1,70%). I dati mostrano, rispetto al 2008, un decremento significativo delle importazioni dai principali Paesi fornitori, mentre sono aumentate quasi del 16% le importazioni dagli Stati Uniti. Si segnala, inoltre, che il dato relativo alle importazioni dal Regno Unito e dalla Germania è influenzato dal fatto che le merci provenienti da altri Paesi sono considerate importazioni dal Regno Unito o dalla Germania poiché per tale via arrivano in Irlanda.
Importazioni dell’Irlanda per primi dieci Paesi fornitori nel 2009 (in milioni di euro):
|
Paesi |
Importazioni 2008 |
Inportazioni 2009
|
Variazione % 2008 - 2009 |
1. |
Regno Unito |
19.202,7 |
13.589,5 |
- 29,23% |
2. |
Stati Uniti |
6.762,8 |
7.838,2 |
+ 15.90% |
3 |
Germania |
4.640,7 |
3.011,5 |
- 35.10% |
4. |
Cina |
4.275,1 |
2.868,1 |
-32.91% |
5. |
Paesi Bassi |
2.892,2 |
2.297,6 |
- 20.55% |
6. |
Francia |
2.388,4 |
2.173,4 |
- 9.0% |
7. |
Belgio |
1.320,5 |
924,7 |
- 29.97% |
8. |
Italia |
1.343,6 |
899,2 |
- 33,07% |
9. |
Norvegia |
1.306,5 |
868,5 |
- 33.52% |
10. |
Danimarca |
1.042,3 |
763,5 |
- 26.74% |
(Fonte: CSO - Central Statistics Office, External Trade, 26 marzo 2010)
Secondo i dati dell’Ufficio centrale di statistiche (CSO), la bilancia internazionale dei pagamenti, che registra il trasferimento internazionale non solo di beni, ma anche di servizi, redditi, trasferimenti unilaterali e attività finanziarie, ha registrato nel 2009 un deficit di 4.814 milioni di euro, che rappresenta circa la meta’ del deficit registrato nel 2008, pari a 9.435 milioni di euro.
IDE
Gli investimenti esteri sono stati per l’Irlanda il maggiore fattore di sviluppo dell’economia nazionale, caratterizzata prima degli anni ‘80 dalla mancanza di un’industria manifatturiera locale e da un limitato dinamismo imprenditoriale. Le imprese straniere hanno contribuito notevolmente alla fenomenale crescita delle esportazioni del Paese nell’ultimo decennio, facendo dell’Irlanda uno dei maggiori esportatori pro-capite del mondo.
L’Irlanda negli ultimi anni ha attratto un ammontare di investimenti diretti esteri (IDE) sproporzionato rispetto alle dimensioni della sua economia. L’importanza degli IDE per l’economia irlandese è evidente se si confrontano il PIL ed il PNL: il primo è circa il 18% più alto del secondo. Alcuni rapporti pubblicati da autorevoli fonti, quali l’ESRI, il FMI, l’OCSE e l’organo governativo di consulenza per la competitivita’ “National Competitiveness Council”, hanno rilevato una certa perdita di competitivita’ internazionale dell’Irlanda, da imputarsi principalmente ai costi salariali alti ed alla continua ascesa dei prezzi per i servizi forniti dallo Stato, quali i trasporti pubblici e l’educazione. Ma continuano a figurare alcuni fattori positivi quali la bassa eta’ della manodopera, una forza lavoro ben addestrata, una crescente attivita’ nel campo della ricerca e sviluppo e segni di miglioramento nel settore infrastrutturale. Secondo la classifica delle locazioni maggiormente attrattive degli investimenti stranieri elaborata dall’Economist Intelligence Unit per il periodo 2008 – 2012, l’Irlanda si e’ classificata all’undicesimo posto su 82 Paesi.
La maggior parte degli investimenti esteri diretti effettuati in Irlanda proviene da imprese statunitensi, anche se i Paesi dell’eurozona sono divenuti una fonte sempre piu’ importante di IDE. Secondo i dati dell’Agenzia governativa IDA Ireland, nel 2008 le compagnie statunitensi in Irlanda erano 464 su un totale di circa 1000 multinazionali straniere presenti nel Paese. I settori in cui operano maggiormente tali compagnie sono quelli dell’IT, farmaceutico, sanitario, elettronico e ingegneristico, con un’attenzione crescente negli ultimi anni per il settore dei servizi.
Quanto alla distribuzione geografica, se la capitale Dublino rimane la locazione più importante per gli investimenti, anche Cork, la seconda città del Paese, e’ stata scelta per lo stabilimento di impianti chimici e farmaceutici.
La qualità e l’ammontare degli investimenti diretti esteri in Irlanda sono legati a numerosi fattori. Innanzitutto, l’Irlanda offre un sistema economico e fiscale vantaggioso, che prevede principalmente:
- l’accesso al mercato unico europeo;
- un regime favorevole dell’imposta sui profitti societari che prevede un’aliquota del 12,5%, tra le più basse al mondo, applicabile su tutti i profitti delle società residenti in Irlanda e sui profitti delle filiali o agenzie irlandesi di società non residenti in Irlanda. Sono previste, inoltre, esenzioni fiscali per le società in fase di avviamento che rientrano in determinati parametri;
- l’esistenza di finanziamenti statali alle imprese per progetti di investimento ritenuti meritevoli di sostegno finanziario;
- crediti d’imposta al 25% per nuove o aggiuntive attività di ricerca e sviluppo svolte in Irlanda da compagnie ivi residenti o da filiali o agenzie irlandesi, da aggiungersi alla deduzione fiscale al 12,5% per spese in ricerca e sviluppo;
- un regime fiscale favorevole per le compagnie finanziarie;
- l’esistenza di accordi contro la doppia imposizione con circa 50 Paesi, tra i quali l’Italia;
- un regime favorevole di tutela della proprietà intellettuale, che rende l’Irlanda particolarmente attraente per le società che utilizzano brevetti o che li cedono in uso a terzi dietro compenso. Tale regime prevede un sistema di deduzioni fiscali dei costi sostenuti per l’acquisizione o la licenza d’uso di diritti di proprietà intellettuale, intesi in senso ampio dalla normativa.
Inoltre, il Paese offre un’elevata qualità della vita, un ambiente ricettivo e favorevole agli affari e la disponibilità di forza lavoro giovane, madre lingua inglese, qualificata e produttiva che ha saputo sviluppare delle competenze specializzate in determinati settori in grado di incontrare le esigenze delle imprese straniere. Da notare che la popolazione irlandese e’ tra le più giovani d’Europa con oltre il 36% delle popolazione sotto i 25 anni.
Infine, secondo quanto rilevato dall’indice annuale di percezione della corruzione (Trasparency International’s annual Corruption Perceptions Index), che prende in considerazione 180 Paesi, l’Irlanda e’ passata nel 2009 dal sedicesimo al quattordicesimo posto.
La promozione degli IDE e’ attuata dal Governo attraverso una serie di organismi, che sostengono ed assistono lo sviluppo delle imprese sia nazionali che straniere. In particolare, l’Agenzia governativa IDA Ireland (Industrial Development Agency) è responsabile della promozione e dello sviluppo degli investimenti diretti esteri nel Paese. Tale Agenzia offre numerosi servizi di informazione, assistenza all’avvio di attività economiche nel Paese e presentazione dei potenziali investitori stranieri agli operatori locali. Inoltre, eroga diversi tipi di incentivi finanziari per progetti presentati da società che si localizzano o intendono espandersi in Irlanda. IDA Ireland opera attraverso la sede principale di Dublino, gli uffici regionali in Irlanda e la rete degli uffici all’estero in Europa, Asia e Stati Uniti.
Opera, inoltre, nel Paese l’agenzia governativa Enterprise Ireland, che fornisce sostegno alle imprese irlandesi nei piani di espansione sui mercati esteri ed assiste le società straniere che cercano fornitori o partners irlandesi. Tale Agenzia offre servizi di assistenza all’avvio ed allo sviluppo delle attività economiche, di esportazione e di ricerca e sviluppo. Inoltre, eroga finanziamenti alle compagnie per le quali si prevede una forte crescita nelle vendite e nelle esportazioni. Per quanto riguarda il nostro Paese, Enterprise Ireland ha un ufficio a Milano.
A livello locale, inoltre, operano i “City and County Enterprise Boards” (CEBs), con il compito di sostenere l’avvio e lo sviluppo delle piccole imprese locali. Tali organismi offrono un sostegno finanziario, consultivo e formativo.
Secondo i dati più recenti resi noti dall’agenzia governativa di consulenza per le imprese e le scienze Forfás, nel 2008 i principali investitori stranieri sono stati nell’ordine: Stati Uniti (47,3%), Regno Unito (11%), Germania (10,5%), Francia (4,6%), Paesi Bassi (3,2%), Italia (2,9%), Svizzera (2,8%), Giappone (2,8%), Canada (1,9%), Bermuda (1,6%) e Belgio (1,3%).
Investimenti diretti esteri in Irlanda per primi dieci Paesi di origine e numero di posti di lavoro creati (2008):
|
Paesi |
Numero di compagnie |
Posti di lavoro creati |
1. |
Stati Uniti |
464 |
93.987 |
2. |
Regno Unito |
108 |
7.775 |
3 |
Germania |
103 |
10.119 |
4. |
Francia |
46 |
3.950 |
5. |
Paesi Bassi |
32 |
2.448 |
6. |
Italia |
29 |
1.653 |
7. |
Svizzera |
28 |
4.180 |
7. |
Giappone |
28 |
2.641 |
8. |
Canada |
19 |
1.007 |
9. |
Bermuda |
16 |
933 |
10. |
Belgio |
13 |
1.333 |
|
Altri Paesi |
94 |
6.017 |
|
Totale |
980 |
136.043 |
(Fonte: Forfás Annual Employment Survey, 2008)
Le priorità di politica estera sono rappresentate dalla partecipazione ai processi decisionali europei (l’Irlanda è entrata nella CEE nel 1973) e da una collocazione internazionale sviluppata essenzialmente nel quadro delle Nazioni Unite, di cui l’Irlanda è membro dal 1955. Dublino, inoltre, è membro di tutte le maggiori organizzazioni internazionali la cui attività non sia incompatibile con il suo status di Paese neutrale; non è dunque membro della NATO.
L'opinione pubblica è ancora molto legata alla tradizione neutralista del paese e ad una filosofia "pacifista" risalenti alla posizione dell’Irlanda nella Prima Guerra Mondiale. Negli ultimi anni si osserva un timido processo di revisione di tale approccio, in particolare attraverso la riflessione sulla problematica della sicurezza all'interno dell'UE. L'attuale governo ha fatto un passo avanti sull'argomento, decidendo nel 1998 che la tradizionale posizione neutralista dell’Irlanda non era incompatibile con la partecipazione alla “Partnership for Peace”. Le più recenti posizioni irlandesi sui problemi globali (in particolare sull’intervento della “coalizione” in Iraq) fanno segnare un’evoluzione verso un concetto di neutralità più sfumato e meno radicale che, nelle parole dell’allora Ministro degli Esteri Cowen, si sostanzia nella formula “neutralità militare, ma non politica”. In altri termini, Cowen ha ridefinito la neutralità irlandese, particolarmente per ciò che riguarda la crisi irachena, in modo da conciliare l’impostazione di base della politica estera irlandese, che dà ampio risalto al rispetto del diritto internazionale e del ruolo delle istituzioni multilaterali, con l’esigenza di non dispiacere gli Stati Uniti, Paese con il quale Dublino mantiene una “relazione speciale” in ragione della forte e influente comunità americana di origini irlandesi.
L’Irlanda manifesta un forte impegno nella difesa dei diritti dell’uomo. Questo impegno ha avuto nel luglio 2008 un importante riconoscimento con la nomina del giudice Navanethem Pillay ad Alto Commissario ONU per i Diritti Umani. Un costante impegno è manifestato, in particolare, a favore della popolazione cattolica di Timor Est cui l’Irlanda si sente legata per i comuni valori religiosi.
In merito alla riforma delle Nazioni Unite, in occasione della 59ma UNGA (settembre 2004), l’Irlanda aveva espresso l’approvazione ad un allargamento del Consiglio di Sicurezza sia a membri permanenti che non. L’Irlanda si era quindi schierata a favore della posizioni del G4. Attualmente però e’ tornata su di una posizione di neutralità. Dublino è inoltre favorevole alla partecipazione nel Consiglio di Sicurezza di Paesi di piccole e medie dimensioni e di quelli che sono espressione del Terzo Mondo ed in particolare dell’Africa.
L’Irlanda considera l’attuale momento come ancora prematuro per la chiusura del negoziato.
Una rottura con il passato è costituita dalla partecipazione dell’Irlanda al processo di ricostruzione dei Balcani. Dublino contribuisce alla KFOR sin dal 1999; al momento, sono schierati in Kosovo 236 militari irlandesi ed in Bosnia Erzegovina 44 militari irlandesi. L’Irlanda è inoltre presente in Liberia con 330 uomini, in Libano, nel quadro della missione UNIFIL II, con 160 unità e ha guidato la missione dell’UE in Ciad con 350 uomini. Il Ministro della Difesa, O’Dea, ha ero annunciato che, nell'ottica di contenimento della spesa che sta interessando la politica economica condotta da questa Paese, verranno risparmiati 7 milioni di euro nel 2010 e 13 milioni di euro nel 2011. In particolare, in aprile, verranno ritirati dal Kosovo 186 uomini e rimarranno in quel teatro 50 uomini che verranno ulteriormente ridotti nel mese di ottobre 2010. Nel mese di giugno 2010, l'Irlanda ridurrà il suo contingente in Bosnia Erzegovina da 44 a 5 unità.
Particolare rilievo viene attribuito dal Governo anche ai temi dello sviluppo. In occasione della partecipazione, il 25 settembre 2008, all'High Level Meeting del Millenium Development Goal delle Nazioni Unite, il Primo Ministro Cowen si è focalizzato sulla sfida della fame nel mondo e sull'impegno profuso in tal senso dalla task force irlandese. Cowen, nell'occasione, ha ribadito che l’Irlanda, per quanto riguarda la cooperazione allo sviluppo, cerca di raggiungere il target onusiano di destinare, entro il 2012, lo 0,7% del suo PNL, ma verosimilmente ridimensionerà i suoi obiettivi a causa della crisi economico-finanziaria che la sta interessando.
Sul piano bilaterale il rapporto con il Regno Unito occupa il primo posto in ordine di importanza sia per la forte dipendenza economica, sia per i legami culturali ed in particolare in relazione alla questione nord-irlandese. A questo proposito si segnala che, con l’Accordo del Venerdì Santo dell’aprile 1998, si e’ dato inizio ad un processo di pacificazione con il Regno Unito che e’ basato su un progressivo passaggio dei poteri da Londra a Belfast. Importanti sono anche le relazioni con gli Stati Uniti, soprattutto per i legami storici che uniscono i due Paesi, vista soprattutto l'importanza della presenza economica statunitense in Irlanda e la presenza di cittadini di origine irlandese negli USA.
In ambito ONU si è espressa con efficacia la volontà irlandese di svolgere un ruolo compatibile con la sua vocazione neutralista. L’Irlanda si è tradizionalmente schierata a favore delle posizioni “pacifiste” e “multilateraliste” e sostiene con decisione il disarmo nucleare e convenzionale. Si è già evidenziato, tuttavia, come la recente crisi irachena abbia contribuito a ridefinire il concetto irlandese di neutralità.
L’Irlanda è stata membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell’ONU nel biennio 2001/02 ed ha partecipato, e partecipa tuttora, a quasi tutte le missioni ONU di peace-keeping, in relazione alle quali ha ormai raggiunto un ragguardevole grado di esperienza sia a livello tecnico che nelle funzioni di comando.
L’Irlanda partecipa inoltre alla Stand-by High Readiness Brigade for UN Operations (SHIRBRIG), la brigata multinazionale (15 Paesi inclusa l’Italia) basata nei pressi di Copenaghen, utilizzabile dalle Nazioni Unite come forza di rapido dispiegamento per operazioni di peace-keeping.
· Crisi in Georgia e relazioni con la Russia
In occasione della crisi georgiana è stata espressa da Dublino una ferma condanna alla decisione russa di riconoscere le regioni separatiste della Georgia, così come il più convinto sostegno all’iniziativa europea. Il Ministro degli Esteri Martin ha però sottolineato che lo svolgimento di buone relazioni con la Russia riveste un'importanza strategica per l'Europa e per l'Irlanda.
· Medio Oriente
L'Irlanda è un sostenitore della creazione di uno Stato palestinese.
A tal fine, Dublino ritiene che il processo di pace vada rafforzato: auspica la fine delle violenze sulla popolazione civile e la sospensione degli insediamenti israeliani nel West Bank. L'Unione Europea deve adoperarsi per una soluzione regionale del conflitto, che porti alla creazione di due Stati, ritenuta da parte
irlandese l'unica soluzione capace di garantire pace e stabilità.
In un incontro tenutosi il 22 settembre 2008 con il Presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas, il Ministro Martin ha dichiarato che il Governo irlandese si adopererà con la nuova Amministrazione americana affinché il processo di pace continui ad essere una priorità. Martin si è anche detto convinto che a livello comunitario sia comunque necessario fare pressione su Tel Aviv perché congeli gli insediamenti e allenti le misure sulle restrizioni di movimento per i palestinesi.
· Balcani Occidentali
L'Irlanda sostiene in modo convinto lo sviluppo delle relazioni tra i Paesi dei Balcani e l'Europa ed in particolare della Serbia. Dublino ha infatti espresso soddisfazione per la firma dell'Accordo di Stabilizzazione e Associazione con Belgrado. Da parte irlandese, si considera però necessario che Belgrado cooperi maggiormente con il Tribunale Penale per la ex Jugoslavia.
l'Irlanda condivide la determinazione della Comunità Internazionale nell'aiutare a costruire un Kosovo sicuro nel quale siano garantiti i diritti di tutte le comunità che vi abitano. Dublino auspica inoltre una transizione morbida tra l'attuale missione UNMIK e la EULEX.
L’Irlanda partecipa alla missione UNMIK con 221 unità delle proprie forze armate.
Dublino è fermamente convinta che il futuro dei Balcani occidentali sia in Europa, ed in questa ottica, nel corso della Conferenza dei donatori per il Kosovo svoltasi nel luglio 2008 a Bruxelles, ha stanziato 5 milioni di euro per i prossimi tre anni in favore di tale paese.
· Iran
Sulla questione nucleare, l’Irlanda condivide pienamente l’approccio del “doppio
binario” portato avanti dal gruppo dei 3+3 (Francia, Germania, Regno Unito, Stati
Uniti, Russia e Cina), che prevede incentivi collegati alla rinuncia al programma
nucleare, in alternativa ad un contestuale inasprimento delle sanzioni da parte del
Consiglio di Sicurezza in caso di rifiuto.
· Afghanistan
L’Irlanda contribuisce in misura assai modesta ad ISAF, con 7 unità di personale, ma si è dimostrata particolarmente sensibile agli aspetti della ricostruzione, stanziando fondi attraverso il canale della cooperazione.
· Africa
L’Irlanda ha fatto della sua politica verso il continente Africano una delle sue priorità. In particolare sono numerosi i progetti di cooperazione allo sviluppo gestiti direttamente da Irish Aid o da Organizzazioni non Governative che sono finanziate dalle autorete irlandesi. Si contano progetti in numerosissimi Paesi africani, tra i quali Repubblica Democratica del Congo, Tanzania, Kenya, Zimbabwe, Mozambico, Ciad, Sudan e Liberia.
RELAZIONI CON L’UNIONE EUROPEA
L’ingresso dell’Irlanda nella CEE nel 1973 ha segnato una svolta fondamentale nella storia del Paese, consentendo l’inizio di un vero processo di affrancamento economico e culturale dalla Gran Bretagna. L’Irlanda è stata uno dei maggiori beneficiari dei fondi strutturali europei ed un caso paradigmatico di un loro efficiente utilizzo. In trent’anni il volto del Paese è completamente mutato e la sua popolazione, storicamente poverissima, gode ora di livelli di reddito del 25% superiori alla media europea. La Comunità prima e poi l’Unione hanno rappresentato per l’Irlanda un potente veicolo attraverso il quale superare i vincoli dell’arretratezza e della povertà.
In tempi più recenti, sul piano della costruzione europea, l’apporto dell’Irlanda è stato fortemente condizionato dagli esiti del referendum popolare del giugno 2001, nel quale non fu approvata la ratifica al Trattato di Nizza. L’iniziale rifiuto del Trattato di Nizza costrinse poi le autorità irlandesi ad una posizione attendista sui temi europei, sostanziatasi in una sottovalutazione del ruolo della Convenzione Europea (considerata in un primo momento come un “mero esercizio intellettuale”) e in un ritardo nell’elaborazione delle posizioni da assumere in sede europea riguardo ai fondamentali interessi nazionali del Paese.
Dopo la seconda e positiva consultazione referendaria del settembre 2002, negli ultimi mesi del 2002 e nel corso del 2003 il Governo irlandese cercò di recuperare il ritardo accumulato, partecipando più attivamente alla Convenzione (innalzando il livello della propria rappresentanza Governativa) e definendo una “linea Maginot negoziale” tesa alla strenua difesa degli interessi ritenuti da Dublino prioritari nell’ambito del dibattito Convenzionale.
Deve essere sottolineato che l’atteggiamento da parte irlandese in ambito CIG fu comunque molto moderato e orientato al raggiungimento di un accordo sotto Presidenza italiana.
Con il referendum del 12 giugno 2008, gli irlandesi hanno bocciato il Trattato di Lisbona: su un totale di 3.051.278 di aventi diritto al voto, si e' recato alle urne il 53,13%, che e' stato pari a 1.621.037. I voti in favore del NO sono stati 862.415, pari al 53,4% ed i voti in favore del SI sono stati 752.451, pari al 46,6%.
Per uscire dall’impasse venutasi a creare, il Consiglio europeo del 18-19 giugno ha approvato le garanzie giuridiche necessarie al Governo Irlandese per convocare un nuovo referendum sul Trattato. In particolare, il pacchetto approvato consiste in una “decisione” dei Capi di Stato e di Governo sulle prerogative sovrane dell’Irlanda in materia di diritto di famiglia, diritto alla vita, istruzione, tassazione diretta e neutralità, una dichiarazione solenne del Consiglio europeo sull’importanza delle politiche sociali, dei diritti dei lavoratori e dei servizi pubblici e una dichiarazione unilaterale irlandese sui limiti della partecipazione di Dublino alla politica europea di sicurezza e di difesa, in linea con la politica di neutralità dell’isola. La decisione, pur giuridicamente vincolante, non comporterà alcuna nuova ratifica.
Il secondo referendum sul Trattato di Lisbona, che si e’ tenuto il 2 ottobre 2009, ha visto trionfare il sì che ha ottenuto il 67,1% dei suffragi a favore mentre il no ha conseguito il 32,9%. Il sì ha conquistato 41 contee su 43 ed ha guadagnato il 20% circa in giù dei suffragi del 2008. Si e' infatti registrato uno spostamento del 20% a favore del sì cui ha corrisposto una pari perdita del 20,5% da parte del no.
L'affluenza alle urne e' stata del 58.
Le principali ragioni che hanno condotto a questa vittoria del sì sono:
· La coesione e la cooperazione che ha avuto luogo tra tutti i partiti, tranne lo Sinn Fein. Essi si sono accordati, sia pure in via riservata, su mantenere una tregua in tema di politica interna e non fare di questioni controverse, quali il bilancio, la crisi economica e le varie misure da adottare al riguardo, oggetto di discussione nella campagna referendaria.
· Massimo impegno di tutti i partiti nella campagna referendaria, a differenza dello scorso anno in cui erano essenzialmente rimasti alla finestra. Spartizione tra i partiti dei compiti da svolgere nel quadro dell'attività' di propaganda. I laburisti si sono impegnati in una defatigante attività di "canvassing door to door" nei confronti degli strati meno abbienti della popolazione, mentre il Fine Gael ed il Fianna Fail si sono rivolti agli strati impiegatizi e rurali, loro tradizionale bacino elettorale.
· Preparazione di documenti ed opuscoli, specialmente da parte del Governo, intesi a spiegare con facilita il contenuto del Trattato di Lisbona. Abilità, dovuta anche ad un'attività' serrata di studio nel rispondere a quesiti relativi a menzogne propalate dal fronte del no, quali l'introduzione con il Trattato di una coscrizione obbligatoria su base europea, la determinazione del salario minimo da parte di Bruxelles, la libertà di aborto, ecc.
· La crisi economico-finanziaria che sta attanagliando l'Irlanda ed il successo nel fare comprendere alla maggioranza dell'elettorato il valore del contributo della Commissione e della Banca Centrale Europea nell'adozione delle misure dirette a contrastarla.
· La disponibilità e la comprensione di cui hanno dato prova la maggior parte dei partner comunitari, non solo approvando tempestivamente le "garanzie giuridiche", dapprima nel loro contenuto politico al Consiglio Europeo di dicembre poi nella loro veste finale a quello di giugno, ma anche dando continuamente prova di solidarietà nei confronti dell'Irlanda e mostrando pubblicamente di valutare l'importanza della sua presenza tra i Paesi piu' attivi dell'Unione. Al riguardo si sottolineano l'apprezzamento e la gratitudine che sono stati più volte dimostrati per la posizione costruttiva dell'Italia nei confronti del difficile momento attraversato da Dublino.
· La posizione favorevole della Chiesa cattolica, che ha esplicitamente preso posizione a favore del sì, ribadendo che un voto favorevole al Trattato era del tutto corrispondente al suo insegnamento e, comunque, alla morale ed all'etica cattolica.
· Ruolo dei movimenti a favore del sì, in particolare di "Ireland for Europe" dell'ex Presidente del Parlamento Europeo, Pat Cox, ma anche dei sindacati, delle associazioni degli industriali e di numerosissime imprese. Da notarsi l'appoggio prestato al si' dall'Amministratore delegato della Ryanair, Micheal O'Leary, che si e' astutamente valso della campagna del sì per fare propaganda alla propria azienda, ma che non ha esitato a porsi sullo stesso livello dei più esagitati sostenitori del no, passando per primo all'attacco.
· Mancanza di nuovi argomenti, rispetto al referendum del 2008, da parte del fronte del no che e' parso rincorrere per tutta la campagna referendaria i suoi rivali che hanno invece mostrato ben maggiore inventiva e fantasia.
· Disponibili di ben maggiori fondi nella borsa del fonte del sì, mentre il no ha avuto contributi ben giù scarsi di quanto aspettato.
La collaborazione politica tra i nostri due Paesi si sostanzia fondamentalmente nell’ambito dell’Unione Europea. Tale collaborazione è stata particolarmente intensa nel periodo 2003-2004, segnato da Presidenze successive tra Italia ed Irlanda. La Presidenza irlandese ha continuato in modo coerente il lavoro avviato dalla Presidenza italiana, attraverso una forte azione di raccordo sia a livello politico che di Amministrazioni tecniche. Sul piano bilaterale non sussistono questioni in contenzioso.
VISITE
3-4 aprile 1995 |
Visita del Presidente della Repubblica Scalfaro |
13 luglio 2001 |
Visita del Presidente della Camera dei Deputati, On. Pier Ferdinando Casini |
Giugno 2003- giugno 2004 |
PRESIDENZE SUCCESSIVE ITALIANA E IRLANDESE: numerosissimi contatti a livello governativo, ma sempre incentrati su problematiche UE. |
5 novembre 2003 |
Visita al Quirinale della Signora McAleese, Presidente della Repubblica Irlandese. |
13 maggio 2004 |
Incontro del Presidente del Consiglio, On. Berlusconi, con il Primo Ministro Irlandese Ahern. |
20 aprile 2005 |
Il Ministro degli Esteri Ahern ha incontrato il Ministro Fini a Roma, nell’ambito del suo tour delle capitali in qualità di “Inviato Speciale” di Kofi Annan per la Riforma delle Nazioni Unite. |
13 luglio 2005 |
Visita a Dublino del Sottosegretario Sen. Antonione |
22 giugno 2006 |
Incontro a Roma tra il Ministro delle Politiche Agricole, On. De Castro, ed il Ministro dell’Agricoltura irlandese, Mary Coughlan |
27 marzo 2007 |
Visita in Italia del Presidente della Repubblica irlandese, Sig.ra Mary McAleese. |
3 giugno 2008 |
Incontro a Roma del Ministro delle Politiche Agricole, Zaia, con il suo omologo irlandese, a margine del vertice FAO sulla sicurezza alimentare. |
18 ottobre 2008 |
Incontro a Roma del Ministro della Giustizia Angelino Alfano con il suo omologo irlandese Dermot Ahern. |
23 ottobre 2009 |
Incontro a roma del Ministro di Stato per gli Affari Esteri con delega per gli Affari Europei, Dick roche con il Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri, S.E. l’Ambasciatore Giampiero Massolo |
23 ottobre 2009 |
S.E. l’Ambasciatore d’Irlanda a Roma, Pat, Hennesy, ha depositato presso il Ministero degli Affari Esteri lo strumento di ratifica del Trattato di Lisbona
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Dai dati dell’Ufficio centrale di statistiche (CSO) per il 2009, l’Italia risulta l’ottavo Paese acquirente dell’Irlanda con una quota di mercato del 3,33% (pari a 2.784,7 milioni di euro), con un decremento delle esportazioni irlandesi in Italia del 7,38% rispetto al 2008. Nel 2009, pertanto, l’Italia si conferma, come l’anno precedente, all’ottavo posto come Paese acquirente dell’Irlanda.
Inoltre, l’Italia risulta l’ottavo Paese fornitore dell’Irlanda con una quota di mercato pari al 2% (pari a 899,2 milioni di euro), con un decremento delle importazioni irlandesi dall’Italia del 33,07% rispetto al 2008. Nel 2009, l’Italia e’ scesa rispetto al 2008 dal settimo all’ottavo posto come Paese fornitore dell’Irlanda.
Il comparto relativo ai beni di consumo del settore tessile/abbigliamento ha subito chiaramente gli effetti della crisi nel 2009, dopo che il 2008 si era concluso con perdite contenute. Gli articoli di abbigliamento hanno registrato un calo del 38,4%, altri prodotti tessili hanno perso 16,6%, mentre le calzature che hanno registrato un calo del 32,2%.
Per tutti gli altri principali settori delle nostre esportazioni si e’ registrata una pesante contrazione, imputabile alla caduta della domanda interna, specialmente per beni durevoli e di investimento, come quelli collegati al settore immobiliare. Nel dettaglio, in ordine decrescente quanto ai valori esportati, si segnala la caduta delle esportazioni di altre macchine ed apparecchi meccanici (-41%) che costituiva la prima voce delle nostre esportazioni nel 2007 ed e’ stata superata dai prodotti chimici e fibre sintetiche, di macchine d’impiego generale, scese del 31%, di mobili (-56,8%), di articoli in materia plastiche, scesi del 34,4%, di prodotti farmaceutici di base, scesi del 40,7% e di apparecchi per uso domestico, scesi quasi del 53%.
Il permanente saldo favorevole per l’Irlanda nei nostri confronti riflette la differenza strutturale tra le due economie: l’Italia possiede un grande mercato di assorbimento dei prodotti delle multinazionali americane ed estere installate in Irlanda per servire direttamente l’Europa nei settori soprattutto della chimica, dell’elettronica, della farmaceutica e della telematica; l’Irlanda, al contrario, possiede un mercato limitato di poco più di 4 milioni di abitanti.
L’Italia, nel 2008, si e’ confermata il sesto Paese investitore in Irlanda, con una quota pari a circa il 2,9%. Secondo i dati dell’agenzia governativa IDA Ireland, su un totale di 980 investimenti diretti effettuati nel Paese da parte di compagnie straniere che si sono avvalse dell’assistenza dell’agenzia stessa, ve ne sono stati 29 effettuati da imprese italiane che hanno dato impiego a 1.653 persone.
I maggiori investimenti italiani in Irlanda sono in campo finanziario e farmaceutico. In particolare, nel luglio del 2008 il gruppo italiano Diasorin ha acquistato l’importante gruppo farmaceutico irlandese Biotrin. Nel settore della ristorazione, infine, sono presenti circa cento ristoranti italiani ubicati in tutto il territorio irlandese.
In merito agli investimenti diretti irlandesi in Italia, nel 2008, essi rappresentano lo 0,2% degli investimenti totali, rispetto allo 0,4% del 2007. L’attuale domanda si concentra soprattutto nelle partecipazioni societarie e nella ricerca di immobili per uso privato, anche se tale tendenza e’ notevolmente diminuita nell’ultimo anno.
La società irlandese Petroceltic International ha acquistato dalla BG Italia cinque permessi di esplorazione per la ricerca di gas naturale nella valle del Po.
La società Ryanair, in conseguenza dell’apertura di nuovi scali in Europa, effettua investimenti anche negli aeroporti italiani. In particolare, nel settembre 2008 e’ stata inaugurata una nuova tratta aerea che collega Dublino con l’aeroporto di Cuneo.
Si segnala, inoltre, che ad agosto la compagnia italiana Eni ha acquistato dalla società statunitense ExxonMobil il 40% della licenza esplorativa irlandese Dunquin, che consente di esplorare il suolo irlandese al fine di trovare fonti energetiche alternative. Dopo la transazione ExxonMobil ha mantenuto il 40%, mentre il restante 20% delle quote è diviso tra le società irlandesi Providence, con una quota del 16% e Sosina, con una quota del 4%.L'accordo prevede anche la cessione da parte di Eni alle altre tre aziende del progetto della quota cumulativa del 40% della licenza Frontier Exploration Licence 1/99, che riguarda aree vicine a quelle interessate dalla licenza Dunquin.
Turismo
L’immagine dell’Italia quale destinazione turistica è ben radicata presso la popolazione irlandese. Tra le destinazioni preferite dal turista irlandese, l’Italia occupa la sesta posizione nella classifica mondiale e la quinta all’interno dell’Unione Europea, con una quota di mercato del 5,6% (ci precedono Regno Unito, Spagna, Francia e USA).
Secondo le statistiche ufficiali nel 2008, si sono recati in Irlanda per turismo circa 250.000 italiani, ma secondo le linee aeree irlandesi essi ammonterebbero a oltre 500 mila.
Il programma esecutivo dell’Accordo Culturale tra la Repubblica Italiana e l’Irlanda (firmato il 9/11/1984) ha come obiettivo quello di favorire una serie di iniziative comuni nei settori dell’istruzione, della cultura e della scienza. Tali iniziative e interventi si inseriscono anche nell’ottica dei numerosi programmi comunitari (Socrates, Leonardo…) che facilitano gli scambi e le informazioni di esperienze tra i due paesi nel campo educativo e in quello scientifico. Gli ambiti d’intervento stabiliti dal programma possono essere raggruppati in due grandi aree, tra loro comunque interdipendenti: “Istruzione” e “Cultura e Arte”.
Istruzione universitaria e scolastica
L’Irlanda e l’Italia si sono impegnate a concludere una serie di accordi e convenzioni, scambi di docenti, dati e informazioni e a realizzare progetti di ricerca comuni, seminari e congressi. In particolare, vi è un impegno tra le due parti a scambiarsi annualmente almeno 3 docenti o ricercatori universitari.
Sul fronte della scuola esistono una serie di iniziative tra le autorità scolastiche - per migliorare la conoscenza reciproca dei rispettivi ordinamenti, programmi e metodi didattici - tra cui un programma di scambi tra esperti del settore, allo scopo di studiare il sistema educativo dell’altro paese. Inoltre, le due parti promuoveranno scambi di classi e di insegnanti per favorire i contatti diretti fra le istituzioni scolastiche.
Insegnamento della lingua italiana
L’insegnamento della lingua Italiana viene favorito da una serie di corsi organizzati dall’Istituto di Cultura, nonché dai corsi organizzati dai Dipartimenti d’Italiano dell’Università di Dublino Trinity College e dall’University College di Dublino, dall’University College di Cork e dalla National University of Ireland, Galway nell’ambito di corsi di laurea specialistici. Tra le risorse comunitarie utilizzate per la diffusione della lingua, vi sono quelle dei programmi SOCRATES e LEONARDO. Inoltre l’Italia mette a disposizione delle Università Irlandesi in cui viene insegnata la lingua italiana, una serie di contributi .
Esistono diverse scuole in cui si tengono dei corsi di Lingua Italiana, ma la percentuale è piuttosto bassa (circa il 2% del totale) e anche il numero degli studenti rappresenta una quota molto modesta.
Il numero degli studenti che frequentano i corsi di lingua italiana organizzati dall’Istituto Italiano di Cultura di Dublino, la domanda è cresciuta notevolmente negli ultimi anni.
Cultura e Arte
Per quanto riguarda le attività culturali, l’accordo favorisce la collaborazione tra una serie di istituzioni irlandesi e italiane (tra cui l’Accademia Nazionale dei Lincei, l’Accademia Nazionale di San Luca, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, la Fondazione Giovanni Agnelli di Torino, in Italia e il National Museum of Ireland, la National Gallery of Ireland ed altre in Irlanda) per l’organizzazione e la promozione di seminari, conferenze, presentazioni di libri, mostre, concerti, teatro e cinema e per sostenere pubblicazioni di comune interesse. In particolare, le due parti si impegnano a favorire lo scambio di almeno una mostra di adeguato livello durante ogni anno; incoraggiano i progetti e la realizzazione di spettacoli e tournée di compagnie teatrali dei due paesi, sulla base di contatti diretti tra le Istituzioni interessate; favoriscono la partecipazione reciproca a spettacoli e avvenimenti di rilievo nel settore della danza; incoraggiano i contatti, la cooperazione e gli scambi fra Enti ed Istituti musicali, gruppi e singoli artisti dei due paesi; favoriscono lo scambio di rassegne cinematografiche e la reciproca partecipazione ai festival cinematografici che hanno luogo in Italia e in Irlanda; favoriscono lo scambio di informazioni ed esperienze nei settori della protezione della conservazione e del restauro dei beni culturali e si impegnano a cooperare per impedire ogni illecita importazione, esportazione e trasferimento di beni culturali con le opportune misure, nonché per tutelare il paesaggio culturale attraverso scambi di notizie, esperienze ed eventualmente attraverso mostre e iniziative pilota; facilitano gli scambi regolari fra musei, assicurando sconti o ingresso gratuito ad alcune categorie di cittadini (età inferiore a 18 anni o superiore a 65).
Il primo consistente flusso migratorio italiano in Irlanda viene fatto risalire all'ultimo conflitto mondiale, quando si trasferirono nel Paese numerose famiglie provenienti dal Regno Unito, dove erano da tempo stanziate. Alla fine della guerra ha preso avvio (in parte sollecitata proprio dagli italiani già residenti) l'emigrazione dall'Italia, proveniente per la quasi totalità dalla provincia di Frosinone (in particolare dal Comune di Casalattico). Tale collettività, costituita pertanto da un gruppo assai omogeneo quanto a provenienza, si e' inserita rapidamente nella società locale, dove ha fin dall'inizio svolto in prevalenza attività lavorativa indipendente in piccoli locali di ristoro a conduzione familiare (in particolare friggitorie tipo "fish and chips") e nel commercio. Il fenomeno migratorio vero e proprio, già limitato negli anni '60 e '70, si ridusse a poche unità nel decennio successivo. In anni più recenti la comunità italiana ha invece fatto registrare un considerevole aumento dovuto alla favorevole congiuntura economica irlandese ed alle ampie opportunità di impiego offerte dal mercato del lavoro. Io e' confermato dalla costante crescita del numero degli iscritti all'anagrafe consolare (attualmente circa 8.532 unità, in progressivo aumento). Si tratta in larga maggioranza di manager delle Società italiane qui localizzatesi e di giovani "espatriati", il cui arrivo può ricondursi più che a un vero e proprio flusso migratorio, alla "libera circolazione di cittadini comunitari", avente presumibile carattere di temporaneità; non risulta, tra l'altro, che ci sia una particolare interazione fra tale categoria e la corrente "storica" della nostra emigrazione, anche se il locale COMITES in collaborazione con questa Ambasciata ha, nel corso del 2008, promosso una serie di eventi pubblici per cercare di avvicinare le due componenti della comunità italiana qui residente. Altra caratteristica della collettività italiana e' la sua concentrazione nella capitale, mentre si registrano limitate presenze di connazionali nelle altre contee, con qualche raggruppamento nelle città maggiori (Cork, Galway, Limerick, Wexford e Waterford). Il grado di integrazione della collettività italiana nel Paese appare molto elevato e i connazionali nati in Irlanda (e quindi doppi cittadini) ammontano ormai a circa il 40% della comunità; si tratta di giovani che si considerano in primo luogo irlandesi e, in quanto tali, fanno parte a pieno titolo della vita sociale, economica e culturale del Paese di nascita. Mantengono, quindi, deboli legami con la terra d'origine dei loro avi e solo in rari casi sono in grado di esprimersi in italiano (mentre e' più diffusa la conoscenza del dialetto, appreso in famiglia). Il livello di istruzione si innalza progressivamente rispetto alla prima generazione migratoria, anche se il marcato orientamento dei figli dei connazionali verso attività familiari limita fortemente l'accesso all'istruzione universitaria. Elevato e' il titolo di studio degli "espatriati": i dati relativi agli arrivi negli ultimi sei anni rivelano una percentuale altissima di laureati (37%) e diplomati (45%); numerosi sono i laureati in materie scientifiche, informatiche ed economiche. La condizione socio-economica e' da considerarsi generalmente molto soddisfacente, anche in ragione dell'alta remunerazione dei prevalenti settori d'impiego (ristorazione e commercio per la collettività "storica", settori finanziario e informatico per gli "espatriati"). Ridotta a poche unità e' la presenza sia di pensionati che di disoccupati. Gli interventi consolari a favore degli indigenti sono anch'essi limitati a casi sporadici. A fronte di una incisiva presenza nei settori produttivi va segnalata la scarsa propensione della nostra collettività a impegnarsi a livello politico-istituzionale e culturale.
L'imprenditoria italiana ha risposto positivamente agli incentivi offerti dal Governo per attrarre investimenti stranieri (12,5% di imposta sui profitti d’impresa). Attualmente operano in Irlanda 29 imprese che operano nel settore finanziario di fronte a solo 8 imprese che agiscono nel settore produttivo. Il fenomeno e’ dovuto all’altissimo costo della manodopera che e’ superiore a quello delle “locomotive” europee. Per quanto concerne l’informazione italiana in questo Paese si segnalano il periodico Multinews di Sligo curato da Giovanni Molinari, corrispondente di Forza Italia in Irlanda, il bollettino "Italia Stampa", pubblicato a cadenza bimensile, riceve un contributo dalla Presidenza del Consiglio, il sito web "Irlandiani". Diffusi sono in particolare i soggiorni di studio di varia durata, soprattutto estivi, di giovani dall'Italia che intendono approfondire la conoscenza dell'inglese. Il fenomeno e' in aumento anche a seguito dell'introduzione nel nostro sistema scolastico del meccanismo dei cosiddetti "crediti formativi". E’ stato stimato che, nel 2008, quasi 500.000 italiani si sono recati in Irlanda.
Interscambio commerciale Italia-Irlanda
(dati CSO in milioni di euro e variazioni percentuali)
Periodo |
Importazioni |
Esportazioni |
Saldi |
2008 |
1.343,614 |
3.006,636 |
1.663,022 |
2009 |
899,190 |
2.784,667 |
1.885,477 |
Var % |
-33,08% |
-7,38% |
13,38% |
Il 29 aprile 2007, il Primo Ministro Bertie Ahem chiese al Capo di Stato Mary McAleese di sciogliere il Parlamento e di indire nuove elezioni politiche per il suo rinnovo.
Sin dal 1997, Ahern, appartenente al Fianna Fail Party, aveva
guidato la coalizione di governo insieme ai democratici progressisti.
Nelle elezioni tenutesi nel 2002 i due partiti avevano guadagnato 89 seggi dei
totali 166, mentre i principali partiti dell’opposizione, Labour Party e Fine Gael, ne avevano ottenuti 52.
Alle elezioni tenutesi nel 2007 parteciparono ben 466 candidati, e Ahern cercò di essere riconfermato a capo dell’esecutivo per un terzo mandato. L’esito delle votazioni ha riconfermato la maggioranza nella House of Representatives del Fianna Fail Party e dei democratici progressisti, e Ahern è stato rieletto Primo Ministro grazie al supporto dei partner della coalizione e di tre dei cinque membri indipendenti.
A seguito delle dimissioni nell’aprile 2008 di Bertie Ahern – incalzato da un’inchiesta su episodi di corruzione risalenti agli Anni Novanta -, l’ex Ministro delle Finanze Cowen è divenuto il leader del Fianna Fail Party, ed è stato nominato Primo Ministro dal Capo di Stato.
Nel giugno 2008 l’Irlanda è stata al centro dell’attenzione di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea in occasione del referendum sul Trattato di Lisbona, momento culminante del processo di riforma dell’Unione iniziato a partire dal Vertice di Laeken del dicembre 2001.
Il Trattato di Lisbona rappresentava un ulteriore tentativo di mantenere l’essenziale del contenuto innovativo del precedente progetto, fallito, di Trattato Costituzionale. Solamente l’Irlanda comunque, tra i paesi membri della UE, ha svolto un referendum popolare al riguardo, poiché, in base alle disposizioni dell’art. 46 della Costituzione (Bunreachtna Heireann) e ad alcune pronunce della Corte Suprema, il passaggio referendario viene richiesto per qualsiasi trasferimento di sovranità dall’Irlanda all’Unione Europea avente come fine l’alterazione “essenziale della prospettiva e degli obiettivi” dell’Unione stessa. Il referendum, che registrò un’affluenza alle urne di poco superiore al 50% degli aventi diritto, ebbe esito negativo: il "No" ( 862.415 elettori ) vinse con il 53,4% , contro il 46,6% ( 752.451 elettori ) dei voti favorevoli.
A seguito della battuta di arresto del processo di ratifica del Trattato, si incrinarono i rapporti tra l’Unione e l’Irlanda, rimproverata di ingratitudine per via dell’enorme crescita del PIL ottenuta anche grazie all’erogazione di fondi europei. A far rientrare la crisi fu la garanzia data da parte del Primo Ministro Brian Cowen di indire un nuovo referendum nell’ottobre 2009, in cambio di concessioni europee sulle questioni sensibili per l’elettorato irlandese, da inserire nei Protocolli come parte integrante del Trattato. A seguito della forte crisi economica che scosse negli ultimi mesi del 2008 anche l’Irlanda, i partiti pro Lisbona sottolinearono che un risultato favorevole del referendum avrebbe permesso al paese di ristabilire il proprio ruolo e la propria influenza all’interno dell’Europa, e avrebbe garantito di evitare conseguenze economiche disastrose.
Il netto arretramento del partito del premier nelle elezioni europee del giugno 2009, assieme all’ancor più grave sconfitta riportata nelle elezioni amministrative svolte assieme alle europee – in entrambi i casi il Fianna Fail si è visto superare dal Fine Gael - , è stato un altro segnale di profondo scontento della popolazione irlandese per gli effetti della crisi economica: tuttavia, dal voto per il Parlamento europeo non emergeva un umore particolarmente antieuropeista, poiché anzi le formazioni apertamente euroscettiche conseguivano nel complesso risultati modesti.
Il referendum tenutosi nell’ottobre 2009 ha registrato la vittoria del “Sì”, e conseguentemente la ratifica del Trattato di Lisbona da parte del Parlamento.
I motivi che avevano spinto la maggioranza dei votanti ad esprimersi per il “No” al primo referendum sono stati molteplici: i motivi ideologici erano alla base del dissenso del partito Sinn Féin - ex braccio politico dell’IRA -, come di altri partiti di sinistra e di associazioni pacifiste; altro motivo determinante era la tradizionale neutralità irlandese, stabilita dalla Costituzione del 1937, che sembrava mal adeguarsi agli obblighi del Trattato in tema di difesa e sicurezza comune (l’Irlanda era infatti impegnata solamente in missioni di peace keeping sotto comando ONU); ulteriore motivo era la politica fiscale, e in particolare la non accettazione del livello comunitario di tassazione delle imprese, alle quali il paese applicava appena l’aliquota del 12,5%, una tra le più basse nell’area Euro.
Numerosi dubbi erano sorti anche circa il recepimento della Carta dei diritti fondamentali, che considera temi sensibili quali l’immigrazione, l’asilo politico, i diritti dei lavoratori, e che pur non essendo stata inserita all’interno del Trattato di Lisbona, è comunque parte di un allegato avente lo stesso valore giuridico del Trattato. Infine, deve essere menzionata la critica che veniva mossa al riequilibrio del potere operato dal Trattato per tenere conto dei 12 nuovi paesi membri, che prevede un nuovo metodo di voto all’interno del Consiglio, penalizzante i paesi di piccole dimensioni in quanto basato sulla consistenza demografica.
Secondo i principali osservatori internazionali, il fattore che ha spinto verso il risultato positivo nel secondo referendum è stata proprio la crisi economica in corso, che aveva indotto gli irlandesi a considerare la protezione economica fornita dall’area Euro come obiettivo vitale.
La crisi del miracolo irlandese.
È abbastanza noto che l'Irlanda aveva fatto registrare negli Anni Novanta tassi di crescita ormai sconosciuti nell'Europa sviluppata, con una media di oltre il 7% annuo, e superando anche il 10% attorno alla svolta del millennio. In un paese, quale era l'Irlanda, tradizionalmente di grande emigrazione, ciò aveva dato origine a una situazione in cui si poteva parlare di fine della disoccupazione, mentre cresceva l'immigrazione nel paese, che nei primi anni del terzo millennio ha raggiunto la quota di più del 10% della popolazione.
La crisi economica che ha investito l’Irlanda ha radici antecedenti e locali, rispetto allo shock finanziario internazionale causato dai mutui subprime statunitensi. La spettacolare crescita economica del paese a partire dagli Anni Novanta era stata infatti quasi totalmente sostenuta da flussi di investimenti esteri, e le imprese straniere – soprattutto USA - che si erano stabilite in Irlanda negli Anni Novanta in virtù delle favorevoli condizioni legislative, avevano contribuito a portare il paese ai vertici della graduatoria del PIL pro capite in Europa. Per la verità il primo colpo alla grande prosperità raggiunta dall’Irlanda - anche se gli effetti si sarebbero visti solo qualche anno dopo - veniva portato dall'esplosione della bolla speculativa della New Economy nel 2001, la quale, riguardando in massima parte aziende statunitensi, non poteva non suscitare effetti sull'economia irlandese. Comunque, una gran parte del flusso di capitale proveniente dagli USA, passando attraverso il credito privato nazionale, era andato a finanziare il settore edilizio, che ha registrato una crescita esponenziale grazie al forte incremento demografico, dei redditi e dell’occupazione, cosa che ha provocato a sua volta anche un grande ricorso ai mutui e l’aumento dei prezzi delle case. A partire dal biennio 2006-2007 il settore edilizio ha però vissuto una profonda crisi, con un calo dell’8,8% degli investimenti esteri e un significativo aumento del ricorso agli affitti.
La crisi del settore delle costruzioni, insieme all’instabilità dei mercati statunitensi, ha poi esercitato effetti deleteri sulle banche irlandesi, le cui azioni si sono deprezzate mediamente del 26%. L’Irlanda è ufficialmente entrata in recessione nel settembre 2008, dopo avere registrato un PIL decrescente per due trimestri consecutivi. La forte inversione nell’andamento della crescita ha costretto il governo a varare un piano strategico che, tramite l’aumento della pressione fiscale, assicurava per due anni i depositi nei sei gruppi bancari nazionali: Allied Irish Bank, Bank of Ireland, Anglo Irish Bank, Irish life and Permanent, Irish Nationwide Building Society e Educational Building Society. A dicembre 2008 è stato adottato un piano di 5,5 miliardi di euro per salvare le prime tre banche del paese, e si è poi provveduto alla nazionalizzazione dell’Anglo Irish Bank (gennaio 2009), dopo giorni di forti crolli del titolo e corsa agli sportelli da parte dei correntisti per ritirare i depositi.
In una situazione in cui le stesse autorità di governo hanno previsto un grave arretramento del tenore di vita nazionale (fin oltre il 10%), e in cui le entrate fiscali nel 2008 sono ridiscese al livello del 2005, nel febbraio 2009 il governo irlandese già operava un prelievo straordinario sugli stipendi del settore pubblico, con riduzioni al dal 3 al 10% circa a seconda dei livelli di reddito. La crisi del paese si spiega infatti anche a con le politiche di riduzione delle imposte sui redditi e sulle plusvalenze attuate dal governo di Dublino in corrispondenza dell'elevato livello di introiti fiscali negli anni del boom edilizio e creditizio. Tutto ciò, poi, avveniva nel contesto di già esistenti regimi di bassa tassazione (12,5%) sui profitti societari in vigore nel paese, che avevano senz'altro contribuito ad attrarre un enorme volume di investimenti esteri, specialmente quelli statunitensi nei settori informatico, farmaceutico, chimico, dei servizi finanziari. Oltre all'indubbia abilità nell’attrarre investimenti esteri, anche grazie a un lavoro molto valido attuato nei decenni precedenti per quanto concerne la formazione secondaria e terziaria dei giovani irlandesi, va ricordato che a Dublino afferirono negli Anni Novanta in quantità assai ingente fondi strutturali e fondi di coesione dell'Unione europea, tanto che per tutto il decennio le entrate finanziarie nette del paese toccarono una media di più del 5% del PIL. Un altro elemento che ha colpito gli osservatori negli anni del boom irlandese è stato quello che a partire dalla fine degli Anni Ottanta ha visto l'Irlanda prendere la strada di un perfezionato partenariato sociale, in cui gli attori hanno preso decisioni non solo sui livelli dei salari, ma anche su elementi fondamentali delle politiche economiche e sociali. L'ultimo accordo di partenariato sociale data al 2006, ed era stato previsto di durata decennale. Il partenariato sociale irlandese ha avuto poi come caratteristica quella di estendersi sui livelli regionali e locali, nonché nei confronti di enti di partenariato locali o attivi in iniziative di solidarietà sociale, come nel caso degli enti di volontariato. A ben vedere, tuttavia, vi erano in Irlanda alcuni elementi di debolezza strutturale della crescita: ad esempio, in confronto al livello record raggiunto dal PIL pro-capite, l'ineguaglianza della distribuzione della ricchezza rimaneva nel paese molto elevata, concentrata soprattutto sui profitti societari e sui dividendi pagati ad azionisti, mentre scendeva notevolmente la quota destinata a stipendi e salari dei lavoratori dipendenti. Del pari, le spese sociali scendevano addirittura nel 2000 al 14% del PIL nazionale, a fronte di una media europea di circa il 27%. Al momento di far fronte alla grave crisi già palesatasi nel 2007, il modello del partenariato sociale irlandese ha mostrato la sua debolezza, registrando profondi dissensi sulla distribuzione dei tagli divenuti ormai necessari. L'incedere della crisi si è poi incaricato di mostrare impietosamente la scarsa capacità che gli anni del boom avevano avuto di innescare uno sviluppo autonomo del paese, troppo dipendente – quasi al pari di alcuni paesi in via di sviluppo - dagli investimenti e da iniziative imprenditoriali straniere, generosamente attirate con politiche fiscali il cui rovescio della medaglia era stata la compressione del welfare nei confronti dei cittadini irlandesi. Per di più, la classe politica irlandese, nella sua generalità, è stata comprensibilmente spiazzata dalla crisi, risultando oggettivamente problematico prendere le distanze da meccanismi economici che negli anni precedenti avevano cementato un forte consenso e un grande prestigio nell’insieme della classe dirigente - naturalmente con le debite ma ristrette eccezioni.
L’economia nel 2010 ha sofferto un’ulteriore riduzione dell’output e dell’occupazione e il deficit annuale si appresta ad essere forse il più elevato dell’area Euro (14,3% sul PIL), mentre nel 2009 il PIL è sceso di più del 7%, con la disoccupazione superiore al 13%. Contemporaneamente alla crisi finanziaria della Grecia, anche l’Irlanda ha destato timori, per il momento fortunatamente non verificati, di un rischio di default – il che non toglie che il differenziale di rendimento dei titoli del debito di Dublino rispetto al Bund della Germania sia cresciuto notevolmente. Altro segnale tranquillizzante è venuto alla metà di maggio dall’asta dei bond irlandesi con scadenze al 2014 e al 2020, che ha registrato un’elevata richiesta, e solo un modesto innalzamento dei rendimenti.
Profili biografici
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)
Dati personali:
· Nato a Drumkeith, Co. Louth il 26 aprile 1945.
· Sposato con Maria McGeough. 4 figli .
· Scuola Nazionale di Drumsinnott, Dundalk CBS
Carriera politica:
· 1982: Eletto in Parlamento.
· 1987-1992: Ministro dell'agricoltura e dell'alimentazione.
· 1994-1996 Membro del gruppo Inter-Parlamentare britannico-irlandese.
· 1997-2002: Presidente della Commissione Affari europei.
· 2002-2009: Leader del Gruppo Parlamentare del Fianna Fáil.
· 13 ottobre 2009: eletto Presidente della Camera dei Deputati.
Dati Personali:
· Nato a Killasser il 26 marzo 1945.
· Membro del comitato per la Legislazione secondaria UE.
· Membro della Convenzione per la Carta dei diritti fondamentali dell'uomo dell'UE
· Membro del Comitato per i conti pubblici.
· Membro del Comitato per gli Affari Esteri.
· Membro del Comitato per gli affari sociali e la famiglia.
· Membro della Commissione per le comunicazioni.
· Membro della Commissione per le risorse naturali.
Carriera politica:
· 1981: prima elezione in Parlamento. Successive rielezioni consecutive fino ad oggi, con esclusione del breve incarico in Senato ( Aprile- Novembre 1982).
· 1994 – 1997: Ministro di Stato presso il Ministero del Welfare.
· 1997- oggi: Presidente della Commissione mista per gli Affari Esteri.
· 2002 – 2004: Fine Gael Chief Whip (Responsabile del voto del Partito).
Dati Personali
Carriera Politica
Dati personali:
Carriera politica:
Dati personali:
• Nato a Geevagh il 13 luglio 1945.
• Sposato.
Istruzione:
• College Summerhill, Sligo.
• Maynooth College; Master in Storia irlandese del 16 secolo.
Occupazione:
• ex insegnante di scuola superiore ed ex presidente della Associazione degli Insegnanti di Scuola Secondaria d’Irlanda.
• ex Vice-presidente di Amnesty International (1984 – 1987).
• Membro della Commissione del Parlamento irlandese in materia di Giustizia, Uguaglianza, Diritti della donna e della Difesa.
• Membro del Comitato paritetico per gli Affari Europei, dal 16 maggio 2006 ad oggi.
• Membro del Sub-Comitato sul futuro dell'Irlanda nell'Unione europea.
• Membro della sotto-Commissione per la revisione del ruolo del Parlamento irlandese agli Affari Europei.
Carriera Politica
• 1989-1992: Eletto Senatore.
• 1991 - 1992: Vice Sindaco di Dublino.
• 1991-2003: Membro del Consiglio comunale di Dublino.
• 1993-2000: Membro e poi Presidente della Commissione Formazione professionale - città di Dublino.
• 1995 - 2002: Presidente della Commissione Politica per lo sviluppo del Labour Party.
· 1997: Eletto Senatore, leader del gruppo dei Senatori laburisti.
• 1997-2002: Eletto Parlamentare.
• 1997 - 2007: Rappresentante del Partito Laburista nel Corpo Parlamentare Britannico-Irlandese.
• 2002: Eletto Parlamentare.
• 2002 - 2003: Portavoce per l'istruzione.
• 2003 - 2006: Portavoce per la Giustizia.
• 2006 - 2007: Portavoce per la Difesa.
• 2007: Eletto Parlamentare.
• 2007 - ad oggi: Portavoce per gli Affari Europei e i Diritti dell'Uomo.
Dati personali:
Carriera politica:
Nato a: Tullamore – Co. Offaly – Irlanda il 30 giugno 1952
Studi: Bachelor of Arts - Trinity College Dublin, 1973
Master of Arts – University of Reading, 1974
E’ entrato al Ministero degli Affari Esteri irlandese con funzioni di Terzo Segretario il 1° luglio del 1974.
Luglio 1974 Terzo Segretario Ministero degli Affari Esteri (Divisione Economica)
Agosto 1975 Terzo Segretario Ambasciata d’Irlanda, Lussemburgo
Settembre 1976 Terzo Segretario Ministero degli Affari Esteri (Divisione Anglo-Irlandese)
Luglio 1977 Primo Segretario Ministero degli Affari Esteri (Divisione Anglo-Irlandese)
Gennaio 1980 Primo Segretario Ambasciata d’Irlanda, Londra
Agosto 1985 Primo Segretario Ministero degli Affari Esteri (Divisione Politica)
Agosto 1988 Primo Segretario Rappresentanza Permanente presso le Nazioni Unite New York
Dicembre 1991 Consigliere Ministero degli Affari Esteri (Divisione Anglo-Irlandese)
Agosto 1995 Vica Capo Missione Ambasciata d’Irlanda, Washington
Agosto 1999 Direttore Ministero degli Affari Esteri (Divisione Economica)
Maggio 2001 Ambasciatore Ambasciata d’Irlanda, Tel Aviv
Settembre 2005 Direttore Generale Ministero degli Affari Esteri (Divisione Anglo-Irlandese)
Ottobre 2009 Ambasciatore Ambasciata d’Irlanda, Roma (Quirinale)
L’Ambasciatore Hennessy è sposato e ha tre figli.
Rapporti parlamentari Italia - Irlanda
Presidente della Camera dei Deputati (Dáil Éireann / House of Representatives) |
Séamus Kirk, dal 13 ottobre 2009
|
Presidente del Senato (Seanad Éireann - Senate / Senate) |
Pat Moylan, dal 13 settembre 2007
|
Rappresentanti diplomatici |
Ambasciatore di Irlanda in Italia:
Patrick Paul Hennessy, dal 14 dicembre 2009
Ambasciatore d’Italia in Irlanda:
Valerio Augusto Astraldi
Corrispondenza
Il 27 gennaio 2009 l’allora Presidente della Camera irlandese, John O Donoghue, ha scritto al Presidente della Camera Fini per il tramite dell’ambasciatore italiano in Irlanda, comunicando l’avvenuta costituzione del Gruppo di amicizia in ambito UIP Irlanda – Italia, Gruppo presieduto allora dallo stesso John O Donoghue.
Non si registrano incontri nella Legislatura in corso.
Sedi multilaterali
L’Irlanda invia delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa, della UEO e dell'OSCE.
L’Irlanda fa parte inoltre dell’APEM (Assemblea parlamentare euro – mediterranea) e partecipa al dialogo euro-asiatico dell’ASEM (Asia – Europe Meeeting) e quindi agli incontri dell'ASEF (Asia – Europe Parliamentary Partnership)e della Asia – Europe Foundation (ASEF).
Dal 27 al 29 maggio 2009, a Dublino, l’Assemblea parlamentare dell’OSCE e il Parlamento irlandese hanno organizzato la VI Conferenza economica sul tema “La crisi finanziaria mondiale”. Ai lavori hanno preso parte il Presidente della delegazione, on. Riccardo Migliori (PDL), e i senatori Luigi Compagna (PDL) e Nino Randazzo (PD).
Unione Interparlamentare
La Sezione bilaterale di amicizia Italia - Gran Bretagna e Irlanda dell'Unione Interparlamentare è presieduta dalla senatrice Anna Finocchiaro (PD).
Gli altri membri della Sezione sono i seguenti:
Sen. Gianpiero D’Alia (UDC – SVP – IS – Aut.);
Sen. Antonello Cabras (PD);
Sen. Giacomo Santini (PdL);
On. Giancarlo Giorgetti (LNP);
On. Antonio Razzi (IDV).
Attività legislativa
Non vi sono allo stato disegni di legge di ratifica di trattati internazionali riguardanti l’Irlanda.
Atti di indirizzo e controllo
L’interrogazione a risposta immediata in Assemblea n. 3-00049, Adornato e altri, del 17 giugno 2008, dopo aver ricordato gli esiti del referendum tenutosi in Irlanda il 12 giugno 2008, contrari alla ratifica del Trattato di Lisbona (poi superati nel secondo referendum tenuto nell’ottobre dell 2009 in cui ha prevalso il sì), chiede al Governo un rinnovato impegno per la ratifica da parte dell’Italia del medesimo trattato e per una politica di rilancio degli ideali europei.
Il Governo ha risposto in Assemblea il 18 giugno 2008 attraverso il Ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi, il quale ha ricordato come il voto contrario di una parte percentualmente molto piccola di cittadini europei irlandesi sia stata in grado di bloccare un processo che riguarda 500 milioni di persone.
L’esito del referendum, secondo il Ministro ci richiama alla necessità di migliorare la comunicazione con i cittadini europei, per rassicurarli sugli obiettivi concreti e i valori comuni europei. Egli ha confermato quindi l’impegno del Governo per la ratifica italiana del Trattato di Lisbona.
L’Ordine del Giorno 9/2714/101, presentato dall’on. SANDRO GOZI il 2 ottobre 2009, impegna il Governo a presentare entro il 30 giugno 2010 una relazione sulle attività finanziarie rimpatriate dall’Irlanda in ragione del cosiddetto “scudo fiscale”.
XIV Legislatura
Il Presidente della Camera, on. Pier Ferdinando Casini, ha avuto un colloquio con il Presidente della Camera Seamus Pattison, a margine della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell’Unione europea, svoltasi a Budapest il 6 e 7 maggio 2005.
Il Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini si è recato in visita ufficiale in Irlanda il 13 luglio 2001 ed ha incontrato i presidenti della Camera dei Rappresentanti e del Senato. Nel corso dei colloqui sono stati affrontati i temi delle prospettive del processo d’integrazione europea, delle iniziative per la pacificazione dell’Irlanda del Nord e del rafforzamento delle relazioni parlamentari tra i due Paesi.
In particolare, il Presidente Casini e lo Speaker della Camera, Seamus Pattison, hanno concordato sulla valorizzazione del ruolo delle Istituzioni parlamentari nelle relazioni internazionali ed hanno sottolineato l’opportunità di programmare uno scambio di visite tra delegazioni delle Commissioni affari esteri delle due Assemblee. L’incontro con il Presidente del Senato, Brian Mullooly, si incentrato, tra l’altro, sulla posizione delle assemblee parlamentari nazionali nell’attuale fase di allargamento dell’Unione europea e segnatamente sulle iniziative parlamentari volte ad agevolare un’effettiva partecipazione dei cittadini nel dibattito sul futuro della costruzione comunitaria.
Si ricorda, infine, che nella XV legislatura, dal 27 al 28 marzo 2008 un Funzionario della Camera ha partecipato a Dublino alla X Conferenza europea dei membri dei Parlamenti nazionali sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (EPRI).