Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Ufficio Rapporti con l'Unione Europea | ||||
Titolo: | Riesame 2009 strategia UE per lo sviluppo sostenibile | ||||
Serie: | Documentazione per le Commissioni - Esame di atti e documenti dell'UE Numero: 36 | ||||
Data: | 21/09/2009 | ||||
Descrittori: |
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Titolo |
Comunicazione “Integrare lo sviluppo sostenibile nelle politiche dell’UE: riesame 2009della strategia dell’Unione europea per losviluppo sostenibile” (COM(2009)400) |
Settori di intervento |
Strategia UE per lo sviluppo sostenibile |
Finalità |
Valutare i progressi realizzati rispetto al riesame 2007 e proporre misure per integrare la sostenibilità nelle politiche dell’UE al fine di promuovere la sostenibilità finanziaria ed ecologica in una società a basse emissioni di carbonio. |
Date: - documento della Commissione europea |
24 luglio 2009 |
Il 24 luglio 2009 la Commissione ha presentato una comunicazione relativa al riesame 2009 della strategia UE per lo sviluppo sostenibile (COM(2009)400). Adottata dal Consiglio europeo nel 2006 e sottoposta ad un primo riesame nel 2007 (COM(2007)642), la strategia dell’UE si prefigge di integrare la strategia per lo sviluppo sostenibile con la strategia di Lisbona e con le altre strategie trasversali dell’UE, in primo luogo la politica climatica. La Commissione sottolinea che la crisi economica in atto può costituire un’occasione per accelerare il passaggio ad un’economia più compatibile con l’ambiente che riduca le emissioni di carbonio e migliori l’efficienza energetica attraverso un uso razionale delle risorse.
Si segnala cheil Consiglio europeo informale del 17 settembre 2009, nelle sue conclusioni, ha raccomandato al vertice del G20, che si terrà a Pittsburgh il 24-25 settembre 2009, di riorientare le politiche di bilancio gradualmente verso la sostenibilità e indica nell’elaborazione di una Carta dell’attività economica sostenibile basata sui principi di responsabilità, sostenibilità e trasparenza uno degli strumenti possibili per avviare il mondo verso una ripresa sostenibile.
Gli sforzi verso un’economia eco-efficiente sono anche al centro dell’azione della Presidenza svedese di turno dell’UE che, attraverso riunioni informali dei ministri dell’ambiente, dell’energia e della competitività (23-24 luglio 2009; 15 ottobre 2009), intende porre le basi per una strategia europea che renda stabile e duratura la competitività dell’industria europea, più innovativa ed efficiente dal punto di vista energetico, che integri la politica ambientale nelle politiche economiche attraverso strumenti di mercato che consentano di internalizzare i costi ambientali, che dia stabilità ed efficienza al mercato globale del carbonio, che integri la dimensione esterna delle politiche ambientali nelle politiche esterne dell’UE.
La comunicazione “Integrare lo sviluppo sostenibile nelle politiche dell’UE: riesame 2009 della strategia dell’Unione europea per losviluppo sostenibile”valuta i progressi realizzatirispetto al primo riesame dell’ottobre 2007 evidenziando alcune questioni su cui l'UE deve intensificare i suoi sforzi, in particolare: la rapida crescita della domanda di risorse naturali, la diminuzione della biodiversità, l’aumento del consumo di energia nel settore dei trasporti, la povertà globale.
In tale contesto, la Commissione propone, tra l’altro, di:
· predisporre un quadro di valutazione dello sviluppo sostenibile completando, ad esempio, gli indicatori di sviluppo sostenibile;
· concentrarsi in particolare sugli obiettivi a lungo termine dell'UE nei settori chiave, al fine di accelerare il passaggio ad un'economia a basse emissioni di carbonio e a basso uso di fattori produttivi, basata sull'energia e su tecnologie che consentano un uso razionale delle risorse;
· tenere conto della dimensione esterna dello sviluppo sostenibile, per la quale i cambiamenti climatici e l'energia dovrebbero rimanere settori prioritari, così come il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio. Il Consiglio europeo informale del 17 settembre 2009, nelle sue conclusioni, ha fatto proprie le proposte della Commissione (COM(2009)475) per il sostegno internazionale agli sforzi di mitigazione climatica delle economie più deboli che, in base alle stime della Commissione europea, potrebbe raggiungere circa 100 miliardi di euro l'anno entro il 2020. La Commissione calcola che il contributo dell’UE potrebbe variare dal 10% circa (se si applicasse esclusivamente un criterio di responsabilità delle emissioni) al 30% circa (se prevalesse il criterio di capacità contributiva ovvero il PIL) che corrisponderebbe ad un impegno variabile tra 0,5-2,1 miliardi di euro nel biennio 2010-2012, e da 0,9-3,9 miliardi di euro l’anno a 2-15 miliardi tra il 2013 e il 2020. Il Consiglio europeo propone, inoltre, al G20 di riconoscere la necessità di un sostegno internazionale pubblico per affrontare i bisogni urgenti di adattamento che, secondo la Commissione, richiederebbero circa 5-7 miliardi di euro l'anno nel periodo 2010-2012;
· utilizzare i meccanismi della strategia di Lisbona anche per sorvegliare l'attuazione della strategia dell'UE per lo sviluppo sostenibile - attraverso strumenti di misurazione (indicatori, orientamenti), parametri di riferimento (confronto tra i risultati dei singoli Stati membri) e la possibilità di riprodurre e promuovere le migliori pratiche.
Il riesame 2009 sarà completato da una relazione Eurostat basata sugli indicatori di sviluppo sostenibile dell'UE, che sarà pubblicata nell'autunno 2009. Sulla base di tali documenti e di un parere esplorativo sul futuro della strategia dell'UE per lo sviluppo sostenibile che il Comitato economico e sociale dovrebbe presentare entro l'autunno 2009 e del contributo delle parti interessate, la Commissione deciderà se avviare un riesame globale della strategia dell'UE per lo sviluppo sostenibile al fine di razionalizzarla ulteriormente, specificarne il suo ruolo nella definizione delle politiche dell'UE, incentrandola sui settori in cui i progressi sono più necessari e migliorandone la governance.
La Commissione pone in evidenza il ruolo di primo piano assunto dall’UE nella lotta globale ai cambiamenti climatici, in particolare con l’impegno affinché nel dicembre 2009 si raggiunga a Copenhagen un accordo internazionale sul clima che consenta di conseguire l’obiettivo di ridurre le emissioni planetarie di CO2 del 50% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050, necessario a limitare l’aumento medio della temperatura globale a 2° Celsius rispetto ai livelli preindustriali.
Nel quadro della nuova strategia integrata per l’energia e l’ambiente finalizzata alla lotta ai cambiamenti climatici, approvata dall’UE nel 2007 e che considera prioritario migliorare l’efficienza e il risparmio energetico, vanno inseriti: l’attuazione del Piano strategico europeo per le tecnologie energetiche (Piano SET) COM(2007)723); la discussione del pacchetto di proposte sull’efficienza energetica, presentato nel novembre 2008 dalla Commissione nel contesto del secondo riesame della politica energetica dell’UE (COM(2008)781), che tra l’altro: rafforza la normativa sul rendimento energetico degli edifici (COM(2008)780) mediante prescrizioni più rigorose applicabili ad un numero maggiore di edifici e il rafforzamento del ruolo dei certificati di rendimento energetico; rafforza la normativa esistente sull’etichettatura dei prodotti che consumano energia (COM(2008)778); propone di estendere la direttiva sulla progettazione ecocompatibile ai prodotti che incidono sul consumo energetico (COM(2008)399).
Per limitare l’aumento del consumo di energia nel settore dei trasporti e le conseguenti emissioni, oltre agli impegni UE previsti nell’accordo sul pacchetto clima-energia (coprire entro il 2020 il 10% del consumo di carburante per trasporto con fonti rinnovabili; criteri di sostenibilità vincolanti per i biocarburanti; qualità del combustibile), nel regolamento 443/2009 che limita a 130 g/km dal 2015 le emissioni di tutte le vetture e nella direttiva 2008/101/CE che include il settore aeronautico nel sistema ETS, le iniziative più rilevanti della Commissione riguardano un pacchetto di misure per il trasporto verde che comprende una proposta di direttiva (COM(2008)436) volta a istituire un quadro che consenta agli Stati membri di differenziare gli oneri per il trasporto merci su strada in base ai costi effettivi dell’inquinamento e della congestione del traffico generati. In sostanza, i pedaggi dovrebbero variare in relazione all’inquinamento dei mezzi di trasporto. In tale contesto la Commissione segnala anche: il piano d'azione per la diffusione di sistemi di trasporto intelligenti in Europa (COM(2008)886) che promuove un sistema di trasporto maggiormente rispettoso dell’ambiente considerato che allo stato attuale il trasporto su strada produce il 72% delle emissioni di CO2 di tutto il comparto dei trasporti; il piano d’azione sulla mobilità urbana - che la Commissione dovrebbe presentare il 23 settembre 2009 - che dovrebbe proporre iniziative concrete per definire a livello locale, regionale e nazionale azioni di contrasto alle sfide legate alla mobilità urbana. La Commissione, tra l’altro, intende incoraggiare l’adozione di piani di mobilità urbana sostenibile a livello locale, promuovere l’uso di sistemi di trasporto intelligenti, e sostenere progetti di ricerca dedicati a veicoli ad emissioni basse o nulle; la proposta relativa all’etichettatura dei pneumatici (COM(2008)779) inclusa nel pacchetto che accompagna il riesame della politica energetica.
Il piano d'azione dell'UE in materia di consumo e produzione sostenibili e di politica industriale sostenibile (COM(2008)397), presentato dalla Commissione nel luglio 2008, è inteso a migliorare le prestazioni ambientali dei prodotti e ad incentivarne la diffusione presso i consumatori, e comprende due proposte di regolamento relative al riesame del sistema comunitario di assegnazione di un marchio di qualità ecologica (ecolabel) (COM(2008)401) e del sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS) (COM(2008)402) e una comunicazione sugli appalti pubblici verdi (COM(2008)400. Tale comunicazione parte dalla constatazione per cui gli appalti di beni e servizi da parte del settore pubblico incidono nella misura del 16% sul PIL europeo. Conseguentemente, incentivare gli acquisti verdi da parte della pubblica amministrazione (Green Public Procuremente o GPP) potrebbe risultare decisivo per stimolare l’innovazione. A tal fine si evidenziano dieci settori prioritari fra i quali le costruzioni, i trasporti e i servizi di trasporto, l’energia, in cui l’efficacia di una conversione in senso ambientale delle forniture pubbliche potrebbe produrre i maggiori effetti. I documenti sono stati discussi dal Parlamento europeo in prima lettura nell’aprile 2009, secondo la procedura di codecisione.
Per quanto concerne la conservazione delle risorse naturali, le previsioni della Commissione per il 2050 stimano che l’impatto ambientale della crescita prevista della popolazione mondiale – 9 miliardi di persone - dovrebbe superare del 30% la sostenibilità a lungo termine del pianeta in termini di risorse disponibili. Ad una possibile perdita dell’11% delle aree naturali rispetto al 2000 potrebbe corrispondere una perdita complessiva di servizi ecosistemici, quali la produzione di cibo o acqua, pari al 7% del PIL nel 2050. La Commissione ritiene che vada fatta emergere l’utilità di tali servizi misurandone i costi e i benefici. Secondo un sondaggio eurobarometro pubblicato nel luglio 2009, il 66% della popolazione europea vedrebbe nella possibile scarsità di cibo e di acqua potabile e nella povertà i problemi più seri con cui il mondo dovrà confrontarsi.
XVI legislatura -Documentazione per le Commissioni - Esame di atti e documenti dell’UE, n. 36, 21 settembre 2009
Il bollettino è stato curato dall’Ufficio Rapporti con l’Unione europea (tel. 2145)