Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento difesa | ||||
Titolo: | Misure una tantum per il personale del comparto difesa e sicurezza (Risoluzione in Commissione n. 7-00700) | ||||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 284 | ||||
Data: | 10/10/2011 | ||||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | IV-Difesa |
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Camera dei deputati |
XVI LEGISLATURA |
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Documentazione e ricerche |
Misure per il comparto difesa e sicurezza
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(Risoluzioni in Commissione nn. 7-00700 7-00710) |
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n. 284 |
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10 ottobre 2011 |
Servizio responsabile: |
Servizio Studi – Dipartimento Difesa ( 066760-4172 / 066760-4939 – * st_difesa@camera.it |
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File: DI0421.doc |
INDICE
- Commissioni I Affari costituzionali e IV Difesa
- Comitato per la legislazione
- V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione)
- XI Commissione (Lavoro pubblico e privato)
- XIII Commissione (Agricoltura)
- 1a Commissione (Affari costituzionali) e 4a Commissione (Difesa)
- 1a Commissione (Affari costituzionali)
Seduta del 18 maggio 2011 (antimeridiana)
Seduta del 18 maggio 2011 (pomeridiana)
Riferimenti normativi
§ D.L. 31 maggio 2010, n. 78. Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica (art. 8, co.11-bis, e art. 9, co. 1 e 21)
§ D.L. 26 marzo 2011, n. 27. Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco
§ D.L. 6 luglio 2011, n. 98. Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria (art. 16)
Le risoluzioni Cirielli n. 7-00700 e Rugghia n.7-00710 intervengono sulla materia trattata dal decreto legge n. 27 del 2011, convertito dalla legge n. 74 del 2011, concernente la corresponsione di assegni una tantum- in favore del personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco interessato dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali disposto dall'articolo 9, comma 21, del decreto legge n. 78 del 2010.
Quest’ultimo ha sostanzialmente congelatoai livelli del 2010 il trattamento retributivo onnicomprensivo per il triennio 2011-2013.
L’articolo 9, comma 1, del decreto legge n. 78 del 2010 ha, infatti, bloccato, per il triennio 2011-2013, il trattamento economico individuale complessivo dei dipendenti pubblici, anche di qualifica dirigenziale, prevedendo che esso non possa in ogni caso superare il trattamento ordinariamente spettante per l'anno 2010. Infine, il successivo comma 21 ha stabilito che, per il triennio 2011-2013, non trovino applicazione nei confronti del personale in regime di diritto pubblico ai sensi dell’articolo 3 del D.lgs. 165 del 2001 i meccanismi di adeguamento retributivo previsti dall’articolo 24 della legge n. 448 del 1998, consistenti appunto nell’adeguamento annuale degli stipendi, dell'indennità integrativa speciale e degli assegni fissi e continuativi di determinate categorie non contrattualizzate, in ragione degli incrementi medi di specifiche voci retributive, calcolati dall'ISTAT, conseguiti nell'anno precedente dalle categorie di pubblici dipendenti contrattualizzati - ancorché a titolo di acconto ed escludendo successivi recuperi.
Sul punto è poi intervenuto il decreto legge n. 98 del 2011. In base all’articolo 16 comma 1 lettera b), con uno o più regolamenti di delegificazione può essere disposta “la proroga fino al 31 dicembre 2014 delle vigenti disposizioni che limitano la crescita dei trattamenti economici anche accessori del personale delle pubbliche amministrazioni (..)”.
In particolare, il citato decreto legge n. 27 del 2011 ha disposto l’integrazione di 345 milioni di euro, per il triennio 2011-2013, del fondo di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del richiamato decreto legge n. 78 del 2010, a suo tempo appositamente istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia al fine di finanziare misure perequative per il citato personale appartenente al comparto difesa e sicurezza.
In relazione alle modalità di corresponsione dei citati assegni una tantum, il decreto legge n. 27 del 2011 richiama le disposizioni di cui al secondo e terzo periodo del citato articolo 8, comma 11-bis, del decreto legge n. 78 del 2010 concernenti le modalità di riparto delle somme del citato fondo. Tali disposizioni prevedono che le misure e la ripartizione del fondo tra i Ministeri dell’interno, della difesa, delle infrastrutture e dei trasporti, della giustizia, dell’economia e delle finanze e delle politiche agricole alimentari e forestali siano individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta dei Ministri competenti.
Su questo profilo del decreto legge n. 27 del 2011 intervengono i primi due impegni delle citate risoluzioni in quanto volti a:
Ø a provvedere, senza ulteriori indugi, al più tardi entro il 31 dicembre 2011, all'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo all'anno 2011, in modo da garantire al personale interessato l'integrale ristoro dei tagli subiti;
Ø a provvedere tempestivamente, per i due anni seguenti, all'adozione degli ulteriori decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, uno per ciascun anno, utilizzando integralmente le risorse disponibili per il singolo anno di riferimento, come eventualmente integrate anche secondo le modalità previste dal citato decreto-legge n. 27 del 2011, e prevedendo di poter utilizzare nell'anno 2012 le risorse eventualmente eccedenti stanziate per l'anno 2011;
Il decreto legge n. 27 del 2011 ha, infatti, previsto la possibilità di finanziamenti aggiuntivi del fondo, da attingere ai risparmi delle missioni internazionali di pace e al fondo unico giustizia;
Entrambe le risoluzioni impegnano, poi, il Governo a garantire al personale interessato l'integrale ristoro dei tagli subiti per l'anno 2011, mentre la sola risoluzione Cirielli impegna il Governo a riferire tempestivamente, presso le competenti commissioni parlamentari, circa i criteri adottati nella predisposizione dello schema di decreto, “anche con riferimento alla pensionabilità di suddettemisure”. Su questo punto (pensionabilità delle misure), la risoluzione Rugghia, “impegna il Governo a garantire la pensionabilità delle misure perequative al personale interessato”.
In relazione al citato impegno si segnala che già nel corso dell’esame in sede referente del provvedimento da più parti è emersa la necessità di chiarire espressamente la natura giuridica dell’assegno una tantum e, in particolare, se il medesimo abbia o meno natura pensionistica (al riguardo, si veda l’iter del provvedimento allegato al presente dossier con particolare riferimento agli interventi dei deputati Rugghia -seduta della Commissione difesa del 6 aprile 2011- che invita il Governo “ad esplicitare se l'erogazione dell'assegno una tantum avrà effetti sul piano pensionistico” e Giancarlo Giorgetti -seduta della Commissione bilancio del 19 aprile 2011- secondo il quale “appare opportuno che il Governo chiarisca eventuali effetti delle disposizioni ai fini della determinazione dei trattamenti pensionistici e di fine rapporto”.
La sola risoluzione Cirielli mira poi ad escludere il comparto difesa-sicurezza dalla possibilità di proroga dei tagli per l'anno 2014 e, più in generale, dai tagli apportati alle retribuzioni, almeno per la fattispecie relativa agli effetti economici delle progressioni di carriera, in quanto nell'ambito delle forze di polizia e delle forze armate vige un rigoroso sistema gerarchico-funzionale nel quale il «grado» è una componente imprescindibile degli assetti organizzativi.
Come sopra ricordato l’articolo 9, comma 1, del decreto legge n. 78 del 2010 ha bloccato, per il triennio 2011-2013, il trattamento economico individuale complessivo dei dipendenti pubblici, anche di qualifica dirigenziale, prevedendo che esso non possa in ogni caso superare il trattamento ordinariamente spettante per l'anno 2010. Come già rilevato, è adesso possibile anche una proroga di tale blocco per il 2014 ai sensi del citato articolo 16, comma 1, lettera b), del decreto legge n. 98 del 2011.
La sola risoluzione Rugghia è volta, poi, a garantire, anche attraverso l'approvazione di norme specifiche, ai volontari di truppa delle Forze armate in ferma prefissata annuale o raffermati con rapporto di servizio a tempo determinato, in ragione della particolare natura del rapporto di servizio contratto, e della particolare disciplina che esso comporta, il riconoscimento di un beneficio fiscale prevedendo che il reddito derivante dal trattamento economico percepito concorre a formare il reddito complessivo per l'importo eccedente i 13.000 euro annui.
N. 4220
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CAMERA DEI DEPUTATI ______________________________ |
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DISEGNO DI LEGGE |
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presentato dal presidente del consiglio dei ministri (BERLUSCONI) e dal ministro dell'economia e delle finanze (TREMONTI) di concerto con il ministro dell'interno (MARONI) con il ministro della difesa (LA RUSSA) e con il ministro della giustizia (ALFANO) ¾ |
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Conversione in legge del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco |
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Presentato il 28 marzo 2011
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Onorevoli Deputati! — Con il presente decreto si provvede allo stanziamento di 345 milioni di euro nel triennio 2011-2013, in favore del personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, volto all'incremento del fondo di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. Tale stanziamento, unitamente ai 160 milioni di euro già disponibili sul predetto fondo nel biennio 2011-2012, è destinato alla corresponsione di assegni una tantum al personale
delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Alla copertura del relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione, per il triennio considerato, dell'autorizzazione di spesa prevista dall'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, destinata ai provvedimenti normativi in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale non direttivo e non dirigente delle Forze armate e delle Forze di polizia.
RELAZIONE TECNICA
(Articolo 17, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196)
Art. 1.
Comma 1. Prevede l'incremento, per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, per l'importo di 115 milioni di euro, del fondo istituito ai sensi dell'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, per la specificità del comparto sicurezza-difesa e delle peculiari esigenze del comparto del soccorso pubblico.
Comma 2. Prevede la possibilità che la dotazione del fondo di cui al comma 1, per i medesimi anni, possa essere ulteriormente incrementata in favore del personale delle Forze armate con risparmi di gestione relativi alle spese effettuate in conseguenza delle missioni internazionali di pace, nonché in favore del personale dei Corpi di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco con quota parte delle risorse destinate al Fondo unico giustizia.
Le suddette minori spese, da accertare annualmente a consuntivo, dovranno essere riconducibili alla quota di risorse di pertinenza del personale, ripartita annualmente dal fondo per le missioni stesse istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (MEF). L'assegnazione in favore del personale delle Forze armate è comunque condizionata alla formazione di corrispondenti ulteriori economie per il medesimo esercizio, nell'ipotesi che si verifichino ulteriori proroghe delle missioni medesime, al fine di garantire l'invarianza degli effetti sui saldi di finanza pubblica.
Analogamente, anche l'utilizzo del Fondo unico giustizia per gli incentivi al personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco non determina effetti negativi, atteso che, di fatto, si determina una diversa articolazione nella ripartizione tra i beneficiari delle risorse disponibili, fermo restando l'ammontare complessivo delle disponibilità del fondo e dei relativi meccanismi di alimentazione.
Comma 3. Il fondo di cui al comma 1, come incrementato ai sensi dei commi 1 e 2, è destinato alla corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, interessato dall'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 9, commi 1 e 21, del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010.
Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministri competenti, saranno individuate le misure dei sopraindicati assegni una tantum, nonché la ripartizione delle risorse disponibili tra le Amministrazioni interessate.
Comma 4. Prevede la copertura finanziaria del provvedimento mediante la riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge n. 350 del 2003 (Riordino delle carriere), per gli anni 2011, 2012 e 2013.
Relativamente all'aspetto finanziario si evidenzia che le risorse in questione saranno accorpate in un'unica posta di bilancio, pari a 195 milioni di euro per gli anni 2011 e 2012 e a 115 milioni di euro per l'anno 2013. Tali risorse sono attualmente distinte in due fondi da ripartire, iscritti nello stato di previsione del MEF (ai sensi, rispettivamente, dell'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, per un importo pari a 80 milioni di euro per gli anni 2011 e 2012, e dell'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, per un importo pari a 115 milioni di euro per gli anni 2011, 2012 e 2013).
disegno di legge ¾¾¾
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Art. 1. 1. È convertito in legge il decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. 2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
Decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 71 del 28 marzo 2011. Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione; Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di adottare disposizioni in tema di misure per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 23 marzo 2011; Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri dell'interno, della difesa e della giustizia; emana il seguente decreto-legge: Articolo 1. 1. Fermo restando quanto stabilito dall'articolo 9 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e in particolare dai commi 1 e 21 del predetto articolo, la dotazione del fondo di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del citato decreto-legge n. 78 del 2010, è incrementata, per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, di 115 milioni di euro. 2. La dotazione del fondo di cui al comma 1 può essere ulteriormente incrementata, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di concerto, con i Ministri della difesa e dell'interno: a) a favore del personale delle Forze armate, con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in conseguenza delle missioni internazionali di pace; b) a favore del personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, con quota parte delle risorse di cui al comma 7, lettera a), dell'articolo 2 del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 181, relativo al Fondo unico giustizia.
3. Il fondo di cui al comma 1, come incrementato ai sensi del presente articolo, è destinato alla corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, anche con riferimento al personale interessato alla corresponsione, per i medesimi anni, dell'assegno funzionale, del trattamento economico superiore correlato all'anzianità di servizio senza demerito, compresa quella nella qualifica o nel grado, degli incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni, nonché degli emolumenti corrispondenti previsti per il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché all'applicazione dell'articolo 9, commi 1 e 21, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. Si applicano le disposizioni di cui al secondo e terzo periodo del citato articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010. 4. All'onere derivante dal comma 3 si provvede mediante corrispondente riduzione, per gli anni 2011, 2012 e 2013, dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge 24 dicembre 2003, n. 350. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a disporre, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. Articolo 2. 1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma, addì 26 marzo 2011. NAPOLITANO Berlusconi, Presidente del Consiglio dei ministri. Tremonti, Ministro dell'economia e delle finanze. Maroni, Ministro dell'interno. La Russa, Ministro della difesa. Alfano, Ministro della giustizia. Visto, il Guardasigilli: Alfano.
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COMMISSIONI RIUNITE
I (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)
e IV (Difesa)
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DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
C. 4220 Governo.
(Esame e rinvio).
Le Commissioni iniziano l'esame del provvedimento.
Donato BRUNO, presidente, avverte che è pervenuto il parere del Comitato per la legislazione.
Salvatore CICU (PdL), relatore per la IV Commissione, nell'illustrare il provvedimento in esame, rimarca innanzitutto l'importanza di aver dato reali contenuti al principio di «specificità» del comparto sicurezza e difesa. Ricorda, infatti, che il riconoscimento del carattere di specificità di tale settore era già stato effettuato dalla legge 4 novembre 2010, n. 183, (cosiddetto «collegato lavoro»), all'articolo 19 (rubricato significativamente nel seguente modo: «specificità delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco»). In sede di approvazione della legge da ultimo citata si ritenne di affermare, su un piano generale, la necessità che le questioni del settore fossero affrontate in modo sistematico, senza poter ad esso applicare in modo automatico le logiche e gli istituti che operano per il pubblico impiego.
Tale specificità, evidentemente, non può non comportare riflessi anche sul piano del trattamento economico, pur nell'ambito di drastici tagli e di una politica di obbligato contenimento della spesa pubblica cui, responsabilmente, il comparto non si era sottratto. Anch'esso, infatti, ha fornito la propria parte di sacrificio al momento della definizione di un quadro complessivo di contenimento delle spese, attuato con il decreto-legge n. 78 del 2010, in particolare all'articolo 9, commi 1 e 21. Nella logica di valorizzazione di tale specificità, l'attuale Governo aveva previsto - segnatamente all'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010 - un Fondo destinato al finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco interessato dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali, con dotazione di 80 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2011 e 2012.
Dunque, le novità, indubitabilmente positive, introdotte dal decreto-legge in esame possono essere riassunte nel modo seguente: il finanziamento del citato fondo ha durata triennale e non più biennale; inoltre, il fondo medesimo viene incrementato di 115 milioni per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, raggiungendo dunque l'ammontare di 505 milioni di euro, così suddivisi: 195 milioni per ciascuno degli anni 2011 e 2012 e 115 milioni per l'anno 2013.
Segnala, peraltro, che il fondo era destinato al finanziamento di misure perequative per il personale «in regime di diritto pubblico» interessato dal blocco - disposto dall'articolo 9, comma 21, del citato decreto-legge n. 78 - dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali. La norma introdotta dal provvedimento in esame riconosce, invece, tra i beneficiari dell'assegno una tantum anche coloro nei cui confronti ha trovato applicazione il blocco della progressione economica di cui al comma 1 dell'articolo 9 del medesimo decreto-legge n. 78.
Sottolinea, quindi, che l'iniziativa legislativa mira ad attuare impegni assunti in sede parlamentare. In particolare, rammenta di aver lui stesso presentato l'ordine del giorno 9/3638/61 che impegnava il Governo a interpretare le citate norme del decreto-legge n. 78, nel senso meno penalizzante possibile per il comparto in ordine al congelamento della massa stipendiale. Richiama, poi, i contenuti dell'ordine del giorno 9/3638/60 Fallica, con cui si impegnava il Governo a garantire interventi perequativi totalmente compensativi, a tutela della specificità di status e impiego del personale interessato e a rinvenire adeguate risorse anche per l'anno 2013.
Segnala, inoltre, che l'Assemblea della Camera, nella seduta del 12 marzo 2009, aveva approvato talune mozioni (1-00093, 1-00126 e 1-00128, 1-00127) concernenti la funzionalità e l'efficienza delle Forze armate. Al riguardo, il punto centrale del dibattito, sul quale si ebbe occasione di registrare posizioni largamente condivise, era rappresentato dall'esigenza di fornire un adeguato riconoscimento alla specificità dello status dei militari nel quadro di una sempre più forte istanza di giustizia retributiva volta a riconoscere quantità e qualità del lavoro svolto nonché in grado di premiarne o compensarne i disagi.
Venendo ai contenuti del provvedimento, composto di un unico articolo di natura sostanziale, richiama le seguenti disposizioni di più stretta attinenza al settore delle Forze armate.
Il comma 1, come già anticipato, incrementa il fondo di euro 115 milioni per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, raggiungendo così l'ammontare di euro 505 milioni, così suddivisi: 195 milioni per ciascuno degli anni 2011 e 2012 e 115 milioni per l'anno 2013.
Il comma 2, prevede la possibilità di una successiva ulteriore integrazione del citato fondo per il personale del comparto difesa con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in conseguenza delle missioni internazionali di pace. Tale integrazione potrà essere disposta con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, adottato di concerto con i Ministri della difesa e dell'interno. Deve tuttavia rilevare che l'intera disponibilità del fondo per l'anno corrente, pari a 754,3 milioni di euro è stata utilizzata per la copertura finanziaria del decreto-legge n. 228 del 2010, recante la proroga degli interventi di cooperazione e delle missioni internazionali di pace per il primo semestre 2011.
Il comma 3 stabilisce inoltre che il fondo per il comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico, sia destinato alla corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Per quanto concerne l'ambito soggettivo di applicazione della disposizione, osserva che la medesima, da un lato, fa riferimento al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco interessato dalle misure di contenimento della spesa di cui ai commi 1 e 21 dell'articolo 9 del decreto-legge n. 78; dall'altro lato, fa riferimento al personale interessato al riconoscimento di una serie di benefici economici (assegno funzionale; trattamento economico superiore correlato all'anzianità di servizio senza demerito, compresa quella nella qualifica o nel grado; incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni; emolumenti corrispondenti previsti per i vigili del fuoco) che sembrerebbe comunque rientrare nel già contemplato comma 1 dell'articolo 9. In tale disposizione, relativamente alle modalità di corresponsione dei citati assegni una tantum, si richiamano le disposizioni già vigenti riguardanti le modalità di riparto fra i diversi ministeri delle somme del fondo per il comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico. La norma in oggetto non sembra recare, invece, specifici criteri (quali ad esempio l'entità ed i tempi di erogazione) riguardanti la corresponsione dell'assegno una tantum al personale interessato e pertanto, al fine di evitare possibili dubbi interpretativi, andrebbe valutata l'opportunità di prevedere criteri più specifici.
Infine, il comma 4 contiene le disposizioni relative alla copertura finanziaria, che incide sull'autorizzazione di spesa finalizzata a due distinti interventi: il riallineamento di alcune posizioni di carriera del personale delle Forze Armate e il riordino dei ruoli e delle carriere di parte del personale delle Forze Armate e delle Forze di polizia. Al riguardo, ricorda che lo scorso 23 marzo 2011, in sede di Consiglio dei ministri, il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, e il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, hanno annunciato di voler procedere quanto prima alla predisposizione di un disegno di legge delega per il riordino dei ruoli e delle carriere del comparto sicurezza e difesa, materia che è già oggetto, peraltro, di proposte all'esame delle Commissioni riunite I e IV della Camera dei deputati.
Maria Elena STASI (IR), relatore per la I Commissione, premesso che ripeterà, in parte, cose già dette dal relatore per la IV Commissione, ricorda che il provvedimento in esame dispone l'erogazione di 345 milioni di euro, per il triennio 2011-2013, in favore del personale delle Forze armate, dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia di Stato, dei Vigili del fuoco, del Corpo forestale e della Polizia penitenziaria.
Nello specifico, il comma 1 dell'articolo 1 prevede che, fermo restando quanto stabilito dall'articolo 9 del decreto legge n. 78 del 2010, e in particolare dai commi 1 e 21 del predetto articolo, la dotazione del fondo di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del medesimo decreto legge sia incrementata, per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, di 115 milioni di euro.
Ricorda che l'articolo 8, comma 11-bis, del decreto legge n. 78 ha istituito un fondo con una dotazione di 80 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2011 e 2012, destinato al finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco interessato dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali disposto dall'articolo 9, comma 21, dello stesso decreto legge n. 78 del 2010.
L'articolo 9, comma 1, dello stesso decreto legge n. 78 del 2010 ha, infatti, bloccato, per il triennio 2011-2013, il trattamento economico individuale complessivo dei dipendenti pubblici, anche di qualifica dirigenziale, prevedendo che esso non possa in ogni caso superare il trattamento ordinariamente spettante per l'anno 2010. Il successivo comma 21 ha stabilito che, per il triennio 2011-2013, non trovino applicazione nei confronti del personale in regime di diritto pubblico ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo n. 165 del 2001 i meccanismi di adeguamento retributivo previsti dall'articolo 24 della legge n. 448 del 1998, consistenti appunto nell'adeguamento annuale degli stipendi, dell'indennità integrativa speciale e degli assegni fissi e continuativi di determinate categorie non contrattualizzate, in ragione degli incrementi medi di specifiche voci retributive, calcolati dall'ISTAT, conseguiti nell'anno precedente dalle categorie di pubblici dipendenti contrattualizzati - ancorché a titolo di acconto ed escludendo successivi recuperi.
A seguito dell'intervento disposto dal decreto in esame, il Fondo per il finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco non solo disporrà di 115 milioni di euro in più per ciascuno anno del biennio 2011-2012, ma diventa triennale, con una dotazione 115 milioni anche per il 2013.
Il successivo comma 2 prevede la possibilità di una successiva ulteriore integrazione del citato Fondo per il personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico.
Nello specifico, il comma 2, nel precisare che tale integrazione potrà essere disposta con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, adottato di concerto con i ministri della difesa e dell'interno, contempla due diverse fonti di tale finanziamento aggiuntivo, rispettivamente in favore del personale delle Forze armate, e in favore del personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Sulle modalità del finanziamento aggiuntivo per le Forze armate ha già detto il relatore per la IV Commissione. Per quanto riguarda invece il finanziamento del personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco è previsto l'utilizzo di quota parte delle risorse del Fondo unico giustizia che già in base alla normativa vigente - vale a dire l'articolo 2, comma 7, lettera a), del decreto-legge 143 del 2008 - sono destinate al Ministero dell'interno per la tutela della sicurezza pubblica e del soccorso pubblico.
Ricorda infatti che il Fondo unico giustizia è stato istituito e disciplinato con due successivi decreti-legge (n. 112/2008 e n 143/2008) con l'obiettivo di centralizzare e rendere più efficiente la gestione delle somme recuperate dallo Stato, soprattutto a seguito di sequestri e confische antimafia.
Al Fondo unico giustizia affluiscono le seguenti risorse (ed i relativi interessi): le somme sequestrate nell'ambito di procedimenti penali e in applicazione di misure di prevenzione antimafia, nonché i proventi derivanti dai beni confiscati alla criminalità organizzata; le somme derivanti dall'irrogazione di sanzioni amministrative, anche a carico di enti; somme e proventi devoluti a vario titolo allo Stato; e le somme sequestrate dall'Agenzia delle Dogane e dalla Guardia di Finanza nell'ambito delle attività di controllo sul denaro contante in entrata e in uscita ai confini comunitari.
Con l'articolo 2 del citato decreto-legge n. 143 del 2008, la gestione del Fondo Unico Giustizia è stata attribuita a Equitalia Giustizia. La stessa disposizione, al comma 7, ha previsto che spetta ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della giustizia e con il Ministro dell'interno determinare ogni anno, entro il 30 aprile, la destinazione delle risorse del Fondo unico giustizia. Nell'emanare tale decreto il Governo dovrà rispettare i seguenti parametri, cui potrà derogare solo in presenza di circostanze gravi ed eccezionali: almeno un terzo delle risorse dovranno essere destinate al Ministero dell'interno, per la tutela della sicurezza pubblica e del soccorso pubblico (lettera a); almeno un ulteriore terzo delle risorse dovranno essere destinate al funzionamento e al potenziamento degli uffici giudiziari e degli altri servizi istituzionali del Ministero della giustizia (lettera b); il resto dovrà affluire all'entrata del bilancio dello Stato (lettera c). Le somme disponibili per la rassegnazione al Ministero dell'interno per l'anno 2011 non risultano peraltro ancora quantificate. Filippo ASCIERTO (PdL), ritiene che il provvedimento in esame attribuisca un giusto e doveroso riconoscimento alla specificità delle forze del comparto sicurezza e difesa. Osserva, infatti, che per assicurare il funzionamento dell'apparato delle forze dell'ordine occorre stanziare risorse che siano adeguate, anche da destinare alle indennità e alla remunerazione delle prestazioni straordinarie del personale. A tale riguardo, valuta positivamente le disposizioni introdotte dal presente decreto-legge che, in un certo senso, compensano i tagli operati con i precedenti decreti. Si dichiara, tuttavia, perplesso sulle modalità di copertura finanziaria del provvedimento, recate dal comma 4 dell'articolo 1. Infatti, poiché agli oneri si provvede mediante una corrispondente riduzione degli stanziamenti del fondo per il riordino delle carriere - provvedimento altrettanto importante nell'ottica di garantire un giusto riconoscimento al personale delle forze dell'ordine - esprime timori per il prosieguo dell'iter delle proposte di legge sulla materia attualmente all'esame delle commissioni riunite I e IV. Rileva che l'obiettivo del riordino delle carriere è da tempo atteso dalle Forze armate, e che queste ultime meritano di ricevere risposte chiare sulla volontà di proseguire o meno su quella strada. Per parte sua, auspica quindi che si riescano a trovare fonti di finanziamento che consentano di reintegrare il fondo cui oggi si è costretti ad attingere
Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, ricorda che, secondo quanto convenuto dagli uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite l'esame preliminare proseguirà nelle giornate di domani e di dopodomani e che il termine per la presentazione di emendamenti è fissato alle ore 14 di lunedì 11 aprile.
Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
COMMISSIONI RIUNITE
I (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)
e IV (Difesa)
¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾
DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
C. 4220 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).
Le Commissioni riunite proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 5 aprile 2011.
Alessandro NACCARATO (PD) rileva l'incoerenza degli interventi del Governo sul personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico, ricordando come il decreto-legge n. 78 del 2010 abbia, da una parte, bloccato per il triennio 2011-2013 le retribuzioni di tutti i dipendenti pubblici, compresi quelli del comparto in questione e, dall'altra parte, istituito un fondo per neutralizzare in parte l'effetto di queste misure nei confronti del personale del medesimo comparto. Poiché, d'altra parte, i sindacati dei lavoratori del comparto hanno indetto lo stato di agitazione, il Governo, con il decreto-legge in esame, ha rimpinguato il fondo, ma avvalendosi delle risorse previste dal comma 155 dell'articolo 3 della legge finanziaria per il 2004, che erano destinate al riallineamento delle posizioni di carriera del personale delle forze armate e al riordino dei ruoli e delle carriere di parte del personale delle forze armate e delle forze di polizia. In altre parole, per far fronte a un'emergenza, il Governo ne ha creata un'altra, tradendo, tra l'altro, gli impegni assunti per il riordino dei ruoli e delle carriere e per il riconoscimento della specificità del comparto della difesa, della sicurezza e del soccorso pubblico: specificità che non è certamente riconosciuta con assegni una tantum.
Fa presente, poi, che sotto il profilo quantitativo le somme stanziate dal decreto-legge sono irrisorie e molto al di sotto delle aspettative del personale del comparto: una volta divise tra i 400 mila addetti, le risorse del decreto daranno luogo ad aumenti una tantum medi di 25 euro.
Conclude osservando che i problemi creati dal decreto-legge n. 78 del 2010 con il blocco degli effetti economici delle promozioni e delle assunzioni di funzioni diverse non possono essere risolti con interventi eccezionali, ma soltanto con misure strutturali.
Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione, giudica importanti le osservazioni del deputato Naccarato sul tema del riordino delle carriere, questione sulla quale le Forze armate stanno da tempo attendendo un intervento legislativo. Riguardo a tale tema osserva, da una parte, che l'insufficienza delle risorse stanziate nella legge finanziaria nel 2004 risultava già allora del tutto evidente, dall'altra, pone in evidenza che il Governo si era fatto partecipe dell'esigenza di riconoscere la specificità del comparto difesa e sicurezza - avvenuta con una disposizione normativa - ma finora non aveva ancora provveduto a far conseguire a tale riconoscimento alcun concreto contenuto economico. Valuta quindi positivamente la decisione del Governo di voler attribuire alle forze del comparto sicurezza e difesa un contributo una tantum a riconoscimento della specificità. Ritiene, altresì, auspicabile che il Governo, sollecitato a ciò dalle Commissioni I e IV, ripristini integralmente il fondo destinato al riordino delle carriere al fine di consentire alle stesse di poter varare un provvedimento di riforma organica, su cui rimarca l'interesse della Commissione Difesa.
Mario TASSONE (UdC), rilevata l'assenza del rappresentante del Governo, osserva che sarebbe opportuno che almeno alle sedute delle Commissioni per l'esame dei disegni di legge di conversione dei decreti-legge il Governo assicurasse la presenza di un proprio rappresentante. Sul merito, osserva poi che l'intervento previsto dal provvedimento in esame non ha senso se non si accompagna al riordino delle carriere, e rappresenta anzi una risposta insufficiente e inutile a problemi veri.
Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione, nel concordare con i rilievi formulati testé dal deputato Tassone, esprime il suo disappunto per la mancata presenza del rappresentante del Governo.
Augusto DI STANISLAO (IdV), ritiene che il decreto-legge in esame persegua un fine nobile, ma che le misure messe in atto risultino deboli. Auspica, dunque, che le Commissioni possano svolgere un ruolo propositivo e che, attraverso miglioramenti unanimemente condivisi, il provvedimento in esame possa costituire qualcosa di più che un provvedimento tampone.
Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione, nel rivolgere il saluto al sottosegretario Crosetto, lo informa che alcuni membri delle Commissioni hanno censurato la mancata presenza del rappresentante del Governo all'inizio della seduta.
Il sottosegretario Guido CROSETTO, scusandosi per il ritardo, fa presente che esso è stato originato da un contrattempo. Ribadisce comunque la massima considerazione del Governo nei confronti del Parlamento e dei dibattiti che in esso si originano.
Giovanna PETRENGA (PdL) ritiene che sia stato male interpretato un punto molto importante di questo provvedimento, ovvero quello riferito alla sua copertura finanziaria. Avere attinto dai fondi per il riordino dei ruoli e delle carriere di parte del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia ha creato indubbiamente qualche rimostranza, tuttavia occorre nuovamente ricordare che lo scorso 23 marzo, in Consiglio dei ministri, e quindi contemporaneamente all'approvazione del decreto-legge in esame, è stato annunciato di voler procedere quanto prima alla predisposizione di un disegno di legge delega per il riordino dei ruoli e delle carriere del comparto sicurezza e difesa. Tale provvedimento, atteso da tutto il comparto, rappresenterebbe un intervento di fondamentale portata: il riordino andrebbe infatti ad incidere su una serie di disfunzioni e duplicazioni delle funzioni che ora sono causa di uno spreco di denaro, che diventerebbe finalmente disponibile per incrementi salariali e per accrescere e completare l'accezione della specificità del comparto sicurezza. Conclude, quindi, osservando che qualora il provvedimento venga presentato - auspicabilmente in tempi brevi - le Commissioni riunite dovrebbero dare il loro apporto, peraltro già concretizzatosi in sede di esame delle diverse proposte di legge di iniziativa parlamentare.
Augusto DI STANISLAO (IdV), manifesta il suo pieno consenso alle valutazioni testé formulate dall'onorevole Petrenga.
Giuseppe FALLICA (PdL) ritiene che il provvedimento all'esame costituisca un forte contributo alla concretizzazione della specificità normativa che nel 2010 è stata riconosciuta alle Forze di polizia, alle Forze armate e ai Vigili del fuoco dal cosiddetto «collegato al lavoro», fortemente voluto dal Governo, e che ha sottolineato la «insostituibilità, unicità e rilevanza svolta dal comparto sicurezza». Ricorda che ciò è espressamente sviluppato nel testo della disposizione citata e che, invece, in molti, purtroppo, si erano all'epoca espressi contro questa importante disposizione, perché non prevedeva contemporaneamente e concretamente aumenti salariali ma, a loro giudizio, una vaga promessa di un riconoscimento retributivo e previdenziale. Sottolinea invece che con questo provvedimento il Governo dimostra ancora una volta la serietà delle sue intenzioni e prosegue nel solco della politica volta a sostenere e finanziare la politica di sicurezza, approvando un decreto-legge ad hoc, dove finalmente la locuzione ad hoc viene usata non a sproposito.
Pier Fausto RECCHIA (PD) osserva come il dibattito in corso si stia sviluppando sulla falsa riga del «meglio di niente». In realtà, reputa che il provvedimento in esame sia molto più vicino al niente che al meglio. Infatti, spalmando l'intero stanziamento che il decreto-legge destina al contributo una tantum su tutti gli appartenenti al settore, si ottiene una cifra di circa 25 euro pro-capite. A suo avviso, il decreto-legge in esame è una conseguenza diretta dell'approvazione della norma sul blocco delle retribuzioni, recata dal decreto-legge n. 78 del 2010. Ricorda, quindi, come tale norma fu contrastata fin dall'inizio dal gruppo del Partito democratico e come su di essa non ci fu possibilità di modifica essendo stata posta la fiducia in Assemblea. Venendo alla copertura del provvedimento, evidenzia che i già scarsi stanziamenti presenti sul fondo per la specificità sono stati incrementati attingendo al fondo per il riordino delle carriere. A tale riguardo, osserva che se il Governo avesse voluto realmente attribuire un riconoscimento alla specificità, allora sarebbe stato necessario intervenire attraverso una copertura differente. Tra l'altro, rileva che nella procedura di adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che effettua il riparto del contributo si prevede che siano sentiti i ministri degli interni e della difesa, ma non anche le rappresentanze delle parti sociali che verrebbero così escluse da ogni forma di coinvolgimento. In conclusione, reputa necessario un intervento sul testo del provvedimento in fase emendativa che consenta una fase di contrattazione dei contenuti del suddetto provvedimento da parte delle associazioni sindacali e delle rappresentanze di categoria.
Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione, fa presente al sottosegretario Crosetto di aver svolto, nella prima parte del dibattito, alcune considerazioni in ordine alla necessità di portare avanti il processo di riordino delle carriere. Condivide l'esigenza, in questa fase, di utilizzare le risorse originariamente destinate a tale progetto per offrire un primo ristoro al personale del comparto che avrebbe subito pregiudizi dai tagli operati in modo indiscriminato sul pubblico impiego dal decreto n. 78 del giugno 2010, che peraltro a suo avviso potrebbe essere percepito come un ristoro significativo se corrisposto in un'unica soluzione. In un periodo di particolare ristrettezza delle risorse, ritiene che il Governo si muova correttamente in una linea di parziale sottrazione del comparto sicurezza ai necessari sacrifici che investono il resto del pubblico impiego, analogamente a quanto fatto in materia pensionistica ad inizio legislatura, facendo leva sul principio della specificità della natura e delle funzioni di coloro che operano in questo settore.
Maria Grazia LAGANÀ FORTUGNO (PD) osserva che il decreto in esame prevede la corresponsione al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco di un assegno una tantum che per il biennio 2011-2012 integra il fondo di 80 milioni di euro previsto dalla legge n. 122 del 2010 e che verrà erogato anche per l'anno 2013 mediante lo stanziamento di nuove risorse. Esso cerca di porre rimedio ad alcune delle norme contenute nella citata legge n. 122, che, come noto, prevedeva per il triennio 2011-2013 il blocco dei meccanismi automatici di adeguamento retributivo, nonché degli effetti economici legati alle progressioni di carriera. L'effetto che ne conseguiva era particolarmente deleterio in quanto, in seguito ad una promozione, vengono incrementate le responsabilità senza che un corrispondente incremento degli emolumenti. Tutto questo è contrario ad ogni logica se non addirittura incostituzionale. Ricorda che, proprio in considerazione dei prevedibili effetti devastanti di tale norma su organizzazioni basate su strutture gerarchiche e sulle responsabilità di comando, la stessa era stata decisamente criticata dal Partito democratico fin dal momento della sua presentazione, senza che però potessero essere votati gli emendamenti presentati a causa del ricorso al voto di fiducia. Anche i rappresentanti delle forze di polizia e gli organismi della rappresentanza militare, nonché il personale dei vigili del fuoco hanno manifestato in ogni circostanza la propria contrarietà per queste misure. L'ultima manifestazione delle forze di polizia, svolta di recente davanti all'abitazione del Presidente Berlusconi lo ha indotto - verosimilmente, in relazione alle note problematiche che lo vedono coinvolto in questo momento - ad impegnarsi con un provvedimento correttivo, tradottosi nel decreto-legge che stiamo esaminando.
Conclusivamente, ritiene doveroso fare alcune osservazioni sulle finalità, e sull'adeguatezza dei contenuti del provvedimento in esame. Esso rappresenta un'ulteriore promessa del Governo priva di validi contenuti sostanziali, in quanto la specificità dei comparti interessati, già da tempo formalmente riconosciuta, meriterebbe ben altri contenuti. Al riguardo, richiama l'attenzione sul fatto che in totale le risorse messe a disposizione per l'esigenza ammontano a 195 milioni di euro per il 2011 e il 2012 e 115 milioni per il 2013 e che, conseguentemente al personale dei tre comparti che ammonta a più di 400.000 persone, verrebbe riconosciuto un assegno una tantum di circa 25 euro. Siccome, prevedibilmente, la distribuzione non sarà uniforme, alcuni meno fortunati dovranno accontentarsi di valori ancora più bassi, circostanza che rende inaccettabile tale misura.
Pertanto, manifesta critiche in ordine all'utilizzo delle risorse che erano state programmate per il riordino delle carriere, da tempo atteso dal personale dei comparti sicurezza e difesa, come ha avuto modo di verificare in prima persona. Nota infine che la ripartizione dei fondi e la definizione quantitativa dell'una tantum non debba avvenga con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministri competenti, così come previsto dal decreto in esame, bensì attraverso procedure di contrattazione e di concertazione con gli organismi sindacali e di rappresentanza.
Il sottosegretario Guido CROSETTO ritiene utile fornire alcuni chiarimenti sullo spirito dell'intervento legislativo, allo scopo di precisarne la platea di destinatari. A differenza di quanto rilevato da alcuni membri delle opposizioni, deve essere chiaro che l'importo stanziato non sarà suddiviso tra tutto il personale del comparto. L'obiettivo del decreto è invece quello di sterilizzare gli effetti pregiudizievoli derivanti dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali disposti con la legge n. 122 del 2010. È evidente che l'assegno avrà quindi come destinatari soltanto coloro che hanno subito tali tagli e risponde all'esigenza di sanare situazioni di obiettiva difficoltà, anche in relazione al conferimento di incarichi superiori e di compensi ricevuti per le missioni svolte nell'anno precedente, che vengono computate nella massa stipendiale oggetto di congelamento. Sottolinea che la scelta del Governo di sottrarre il comparto da meccanismi di contenimento della spesa, inattuabile in precedenza per gli inevitabili effetti emulativi di altri settori, costituisce un concreto riconoscimento, anche se non nasconde le difficoltà di realizzare pienamente tali obiettivi nel triennio per il possibile aumento della platea dei soggetti che si troverebbero nelle condizioni di beneficiare dell'assegno a partire dal secondo anno.
Ettore ROSATO (PD) ringrazia il rappresentante del Governo per i chiarimenti forniti, dai quali si ricava agevolmente che l'Esecutivo ha ritenuto di tornare sui suoi passi per sanare i danni che aveva determinato con il decreto legge del giugno 2010, proprio con le norme più criticate dalle forze di opposizione. Per di più, l'obiettivo di sterilizzare i tagli subiti dal settore viene realizzato utilizzando risorse già destinate al comparto, e dunque senza nessuno stanziamento aggiuntivo. Si tratta di un'operazione che, lungi dal costituire un primo tassello di una riforma complessiva verso la costruzione di un nuovo modello di difesa, sembra invece miope e di piccolo cabotaggio, prestando il fianco ancora una volta a valutazioni aspramente critiche sulla conduzione della politica di settore da parte di un ministro che reputa essere il peggior ministro della difesa in assoluto ed anche il peggior ministro del governo Berlusconi.
Il sottosegretario Guido CROSETTO reputa inaccettabili le critiche al ministro La Russa, che ha sempre manifestato il massimo impegno a favore delle Forze armate con risultati che appaiono lusinghieri. Quanto all'esigenza di procedere nel solco di grandi riforme di sistema, ribadisce l'impegno del Governo sul programma di riordino delle carriere, segnalando che occorre comunque tenere conto delle risorse disponibili nel breve periodo, essendo necessari adeguati investimenti iniziali anche quando si intendono compiere azioni di risparmio e di razionalizzazione delle risorse.
Antonio RUGGHIA (PD) invita il sottosegretario ad esplicitare se l'erogazione dell'assegno una tantum avrà effetti sul piano pensionistico e se vi è un formale impegno del Governo a reintegrare ed implementare il fondo sul riordino delle carriere che viene prosciugato dal provvedimento in esame.
Mario TASSONE (UdC) ritiene che, alla luce dell'intervento del rappresentante del Governo, le preoccupazioni iniziali sulle scelte politiche del Governo in materia di personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico non possano che aggravarsi. L'intervento disposto col decreto in esame costituisce una soluzione temporanea e insufficiente a un problema, quello della specificità del comparto nell'ambito della pubblica amministrazione, che richiede invece soluzioni strutturali. Occorre, per quanto riguarda in particolare le Forze armate, un nuovo modello di difesa. Auspica quindi che da parte del Governo venga qualche altra proposta per far fronte ai problemi del comparto.
Il sottosegretario Guido CROSETTO, rispondendo all'onorevole Rugghia, si riserva di comunicare alle Commissioni in modo dettagliato gli effetti sul piano pensionistico connessi alla corresponsione dell'assegno.
Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
COMMISSIONI RIUNITE
I (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)
e IV (Difesa)
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DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
C. 4220 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).
Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 6 aprile 2011.
Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, ricorda che il termine per la presentazione di emendamenti scade oggi alle ore 16. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
COMMISSIONI RIUNITE
I (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)
e IV (Difesa)
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DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
C. 4220 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).
Le Commissioni riunite proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 12 aprile 2011.
Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione, segnala che sono giunte richieste di audizione dal Coordinamento per l'indipendenza sindacale delle Forze di polizia (COISP) e dall'Associazione nazionale funzionari di polizia (ANFP). Tenuto conto dei tempi di esame del provvedimento, le Presidenze delle Commissioni riunite I e IV ritengono opportuno invitare tali soggetti a fornire contributi scritti.
Comunica altresì che - in relazione all'andamento dei lavori dell'Assemblea della prossima settimana - le Presidenze delle Commissioni riunite I e IV sono orientate a fissare una seduta nella giornata di domani, giovedì 14 aprile, per procedere al conferimento del mandato ai relatori, previa acquisizione dei pareri espressi dalle Commissioni in sede consultiva.
Avverte quindi che sono state presentate 28 proposte emendative riferite al decreto-legge in oggetto e che i relatori hanno presentato 3 ulteriori proposte emendative (vedi allegato 1).
Ricorda che, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento della Camera, non sono ammissibili gli emendamenti che non siano strettamente attinenti alla materia del decreto-legge. Tale criterio risulta, in particolare, più restrittivo di quello dettato dall'articolo 89 del Regolamento medesimo con riferimento agli altri progetti di legge, che attribuisce al Presidente la facoltà di dichiarare inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi che siano estranei all'oggetto del provvedimento. Alla luce delle disposizioni richiamate ed in considerazione del contenuto del decreto-legge in esame, comunica che non sono ammissibili i seguenti emendamenti: 1.22 Maurizio Turco, volto ad introdurre una disciplina transitoria per l'attribuzione del grado di ispettore superiore-sostituto ufficiale di pubblica sicurezza e qualifiche e gradi corrispondenti ai soggetti interessati dal decreto; 1.01 De Angelis, volto ad introdurre disposizioni per la riqualificazione professionale del personale della Polizia di Stato, del Corpo forestale dello Stato e della Polizia penitenziaria; 1.02 Baccini, che interviene in materia di pensioni privilegiate concesse ai dipendenti militari e civili; 1.03 Baccini, che interviene in materia di programma straordinario di edilizia residenziale da concedere in locazione o in godimento ai dipendenti delle amministrazioni dello Stato quando è strettamente necessario alla lotta alla criminalità organizzata; 1.04 Paladini, volto a prevedere il conferimento di una delega al governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale non direttivo e non dirigente delle Forze di Polizia e delle Forze Armate.
Maria Elena STASI (IR), relatore per la I Commissione, intervenendo anche a nome del relatore per la IV Commissione, deputato Salvatore CICU, raccomanda l'approvazione degli emendamenti presentati dai relatori e formula un invito al ritiro, ovvero parere contrario, sui restanti emendamenti. Sottolinea, al riguardo, che l'invito al ritiro degli identici emendamenti 1.4 Paglia e 1.5 Recchia, nonché degli emendamenti 1.3 Rugghia, 1.6 Di Stanislao, 1.7 Di Stanislao, 1.8 Paglia e 1.9 Villecco Calipari, discende dalla circostanza che i loro contenuti risultano avere finalità analoghe all'emendamento 1.100 dei relatori. Infine, l'invito al ritiro degli gli identici emendamenti 1.11 Minniti e 1.12 Paglia è motivato dal fatto che i loro contenuti risultano sostanzialmente compresi nell'emendamento 1.102 dei relatori.
Il sottosegretario Guido CROSETTO esprime parere conforme a quello dei relatori.
Marcello DE ANGELIS (PdL), accoglie l'invito dei relatori a ritirare gli emendamenti a sua firma 1.30 e 1.31 in quanto essi erano motivati dalla necessità di non prosciugare integralmente il fondo originariamente destinato al riordino dei ruoli e delle carriere. Prende atto che le medesime finalità sono perseguite dall'emendamento 1.100 dei relatori, nella parte in cui si individuano una pluralità di fonti di alimentazione del suddetto fondo.
Le Commissioni respingono l'emendamento 1.1 Maurizio Turco.
Antonio RUGGHIA (PD) intervenendo in dichiarazione di voto sull'emendamento 1.100 dei relatori, rileva che esso consente che il fondo possa essere incrementato con risparmi derivanti da minori spese connesse alle missioni internazionali ovvero dalle risorse che affluiscono al Fondo unico giustizia. Non viene quindi meno il giudizio negativo del suo gruppo in ordine alla copertura degli oneri. Da un lato ritiene inaccettabile che il fondo possa essere integrato con tali eventuali risorse e, dall'altro, in termini generali, desidera ribadire il principio secondo cui non devono essere utilizzate a tali scopi le risorse del fondo destinato al riordino dei ruoli e delle carriere.
Salvatore CICU (PdL), relatore per la IV Commissione, precisa che l'emendamento dei relatori non preleva risorse destinate alle missioni internazionali, ma intende invece favorire l'integrazione del fondo del comma 1 principalmente puntando sui risparmi di gestione delle amministrazioni interessate.
Augusto DI STANISLAO (IdV) manifesta insoddisfazione per la soluzione proposta, che rischia soltanto di generare rimostranze e polemiche tra settori delle forze dell'ordine e delle Forze armate. Si sarebbe dovuto invece effettuare uno sforzo maggiore per cercare di alimentare il fondo senza intaccare le risorse destinate al riordino delle carriere. Le Commissioni approvano l'emendamento 1.100 del relatore.
Roberto ZACCARIA (PD), intervenendo sul suo emendamento 1.2, fa presente che esso recepisce una condizione contenuta nel parere del Comitato per la legislazione, il quale ha richiamato l'attenzione sulla incongruità del ricorso al decreto ministeriale per l'eventuale ulteriore incremento della dotazione del fondo di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, tenuto conto che l'ammontare della fondo in questione è fissato per legge, tramite risorse anch'esse derivanti da autorizzazioni legislative di spesa. Ricorda che alle norme di legge si può derogare solo con atto avente forza di legge, non con atto subordinato.
Gianclaudio BRESSA (PD) fa presente che il problema segnalato dal collega Zaccaria è molto grave e che, se l'articolo 1, comma 2, restasse formulato in questi termini, la legge in esame potrebbe essere impugnata da qualunque cittadino e sarebbe pertanto una legge precaria e quindi inutile.
Il sottosegretario Guido CROSETTO, alla luce delle considerazioni svolte, propone di accantonare l'emendamento in esame, al fine di svolgere ulteriori approfondimenti.
Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione, non essendovi obiezioni, dispone l'accantonamento dell'emendamento 1.2 Zaccaria. Avverte quindi che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.100 dei relatori risultano preclusi l'emendamento 1.3 Rugghia, gli identici emendamenti 1.4 Paglia e 1.5 Recchia, nonché gli emendamenti 1.6 e 1.7 Di Stanislao, 1.8 Paglia e 1.9 Villecco Calipari.
Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano l'emendamento dei relatori 1.101 e respingono l'emendamento Villecco Calipari 1.10. Le Commissioni approvano quindi l'emendamento dei relatori 1.102.
Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione, avverte che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.102 dei relatori risultano preclusi gli identici emendamenti 1.11 Minniti e 1.12 Paglia. Risulta, altresì, precluso l'emendamento 1.13 Maurizio Turco.
Antonio RUGGHIA (PD) dichiara l'astensione del suo gruppo sull'emendamento 1.14 Maurizio Turco.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti 1.14 Maurizio Turco e 1.17 Paladini.
Antonio RUGGHIA (PD) raccomanda l'approvazione degli identici emendamenti 1.15 e 1.16, rilevando come la materia su cui insiste il decreto è di natura prettamente retributiva e, pertanto, non può in alcun modo essere sottratta alle procedure di contrattazione e concertazione ordinariamente espletate. Siffatte motivazioni sono, peraltro, rafforzate dai contenuti dell'emendamento dei relatori, già approvato, che riconosce a tali misure la natura di assegni perequativi individuali, aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente.
Il sottosegretario Guido CROSETTO ribadisce che la finalità principale del provvedimento consiste nella sterilizzazione degli effetti pregiudizievoli recati dal blocco delle progressioni economiche disposto dal decreto-legge n. 78 del 2010. Per tali ragioni, non vi è una reale materia di contrattazione e concertazione, essendo solo previste misure compensative di tagli subiti dal personale interessato.
Augusto DI STANISLAO (IdV) sottolinea le parole di chiarezza del sottosegretario, che manifestano il carattere di iniquità dei tagli precedentemente operati sul comparto.
Le Commissioni respingono gli identici emendamenti 1.15 Rugghia e 1.16 Ascierto. Gianclaudio BRESSA (PD), intervenendo sull'emendamento Zaccaria 1.18, fa presente che esso recepisce una condizione del Comitato per la legislazione, il quale ha rilevato che, all'articolo 1, comma 3, mediante il richiamo alla disposizione di cui all'articolo 8, comma 11-bis, secondo periodo, si demanda in sostanza a un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri - anziché a un decreto del Presidente della Repubblica, come sarebbe opportuno - l'individuazione degli assegni una tantum da corrispondere al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Maria Elena STASI (IR), relatore per la I Commissione, conferma il parere contrario sull'emendamento Zaccaria 1.18, in quanto ritiene che rinviare l'individuazione degli assegni una tantum a un decreto del Presidente della Repubblica determinerebbe soltanto un eccessivo irrigidimento delle procedure di attuazione del provvedimento in esame.
Ritiene che un ragionamento analogo possa essere svolto con riferimento all'emendamento Zaccaria 1.2, precedentemente accantonato: è infatti opportuno, a suo avviso, che la dotazione del fondo di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del citato decreto n. 78 possa essere incrementata, se necessario, con mero atto amministrativo, senza dover promuovere una modifica legislativa, che ha tempi molto più lunghi. Fa presente che il decreto-legge in esame nasce dall'esigenza di correggere l'inadeguata valutazione finanziaria operata con il decreto-legge n. 78 e che, se in futuro anche il nuovo stanziamento dovesse rivelarsi insufficiente, sarà questa volta possibile provvedere all'aumento senza dover emanare un decreto-legge.
Il sottosegretario Guido CROSETTO, convenendo con le argomentazioni del relatore, segnala che la scelta dello strumento normativo è dettata principalmente dalla volontà di procedere quanto prima all'attuazione concreta delle disposizioni del decreto-legge in esame.
Mario TASSONE (UdC) ritiene che l'inadeguata determinazione del fondo stabilita con il decreto-legge n. 78 non sia dovuta a un errore, ma ad una precisa volontà politica, e che il decreto in esame, lungi dal trovare una soluzione del problema, si limiti a stanziare pochi soldi per un comparto che da tempo attende ben altro. Dichiara inoltre di concordare sugli emendamenti Zaccaria 1.2 e 1.18, che offrono maggiori garanzie nell'utilizzo delle risorse pubbliche.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l'emendamento 1.18 Zaccaria e l'emendamento 1.2 Zaccaria, precedentemente accantonato.
Augusto DI STANISLAO (IdV) evidenzia che l'emendamento 1.19, a sua firma, rappresenta uno sforzo concreto di individuare risorse alternative cui attingere per la copertura degli oneri del decreto-legge, che auspica possa essere condiviso.
La Commissione respinge l'emendamento 1.19 Di Stanislao.
Alessandro NACCARATO (PD) invita i relatori a rivedere il parere espresso sul suo emendamento 1.20, che individua una diversa copertura finanziaria del decreto-legge, mediante un modesto incremento della tassa sugli alcolici, in modo da conservare in bilancio le risorse stanziate per il riordino delle carriere.
La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti 1.20 Naccarato e 1.21 Maurizio Turco.
Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione, avverte che il testo del disegno di legge in esame, come modificato dagli emendamenti testé approvati, sarà trasmesso alle Commissioni competenti per il parere. Rinvia, quindi, il seguito dell'esame, ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.55.
EMENDAMENTI E ARTICOLI AGGIUNTIVI
ART. 1.
Al comma 1, sostituire le parole: per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, con le seguenti: per l'anno 2011,.
Conseguentemente, sopprimere il com- ma 2.
Conseguentemente, al comma 3, sostituire le parole: per i medesimi anni, con le seguenti: per l'anno 2011,
Conseguentemente, sostituire il comma 4, con il seguente:
4. All'onere derivante dal comma 1, pari a 115 milioni di euro, si provvede, quanto a 114.665.000 euro, mediante corrispondere riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 7, comma 4-bis , del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77. Il ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a disporre, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
1. 30.De Angelis.
Al comma 1, sostituire le parole: anni 2011, 2012 e 2013 con le seguenti: anni 2011 e 2012
Conseguentemente, al comma 4, sostituire le parole: anni 2011, 2012 e 2013 con le seguenti: anni 2011 e 2012.
1. 31.De Angelis.
Al comma 1, sostituire le parole 115 milioni con le seguenti: 122 milioni
1. 1. Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.
Sostituire il comma 2 con il seguente:
2. La dotazione del fondo di cui al comma 1 può essere ulteriormente incrementata, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri della difesa e dell'interno, con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in conseguenza delle missioni internazionali di pace, delle risorse di cui al comma 7, lettera a), dell'articolo 2 del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 181, relativo al Fondo unico giustizia, nonché dei risparmi di gestione conseguiti sui bilanci ordinari delle Amministrazioni interessate.
1. 100.I Relatori.
(Approvato)
Al comma 2, alinea, sostituire le parole: , con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di concerto, con i Ministri della difesa e dell'interno: con le seguenti: con successivi provvedimenti legislativi:.
1. 2.Zaccaria. Dopo il comma 2, inserire il seguente:
2-bis. Le somme del fondo di cui al comma 1, se non impegnate nell'esercizio di competenza, possono essere impegnate nell'anno successivo, anche ad incremento della dotazione prevista per il medesimo anno. Le modalità sono definite con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previsto dall'articolo 8, comma 11-bis, secondo periodo, del decreto-legge n. 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2011, n. 122, adottato per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013.
1. 101.I Relatori.
(Approvato)
Al comma 2, sostituire le lettere a) e b) con le seguenti:
a) con quota parte delle risorse derivanti dai risparmi di gestione realizzati sul bilancio ordinario del Ministero della Difesa;
b) con quota parte delle risorse derivanti dai risparmi di gestioni realizzati sui bilanci ordinari del Ministero dell'interno, dell'infrastrutture e dei trasporti, della giustizia, dell'economia e delle finanze e delle politiche agricole alimentari e forestali.
1. 3.Rugghia, Bressa, Garofani, Naccarato, Villecco Calipari, Minniti, Giacomelli, Sesa Amici, Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Recchia, Rosato, Rigoni, Vico.
Al comma 2, lettera a), sopprimere le seguenti parole: a favore del personale delle Forze armate,
Conseguentemente, al medesimo comma, lettera b), sopprimere le seguenti parole: a favore del personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco,
1. 4.Paglia.
Al comma 2, lettera a), sopprimere le seguenti parole: a favore del personale delle Forze armate,.
Conseguentemente, al medesimo comma, lettera b), sopprimere le seguenti parole: a favore del personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco,
1. 5.Recchia, Rugghia, Bressa, Villecco Calipari, Garofani, Naccarato, Minniti, Giacomelli, Sesa Amici, Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Rosato, Rigoni, Vico.
Al comma 2, lettera a), sostituire le parole: , con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in conseguenza delle missioni internazionali di pace con le seguenti: utilizzando le risorse derivanti dai risparmi di gestione realizzati sui bilanci ordinari delle Amministrazioni interessate.
1. 6. Di Stanislao, Favia, Borghesi, Paladini.
Al comma 2, lettera b), sostituire le parole: , con quota parte delle risorse di cui al comma 7, lettera a), dell'articolo 2 del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 181, relativo al Fondo unico giustizia. con le seguenti: utilizzando le risorse derivanti dai risparmi di gestione realizzati sui bilanci ordinari delle Amministrazioni interessate.
1. 7.Di Stanislao, Favia, Borghesi, Paladini.
Al comma 2, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
b-bis) con i risparmi di gestione conseguiti nell'ambito dei bilanci ordinari delle singole amministrazioni interessate.
1. 8.Paglia. Al comma 2, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
b-bis) utilizzando quota parte dei risparmi di gestione realizzati sui bilanci ordinari delle singole Amministrazioni interessate.
1. 9.Villecco Calipari, Rugghia, Bressa, Garofani, Naccarato, Minniti, Giacomelli, Sesa Amici, Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Recchia, Rosato, Rigoni, Vico.
Al comma 3, sostituire le parole: di assegni una tantum con le seguenti: del trattamento economico.
Conseguentemente, al titolo, sostituire le parole: di assegni una tantum con le seguenti: del trattamento economico
1. 10.Villecco Calipari, Recchia, Rugghia, Bressa, Garofani, Naccarato, Minniti, Giacomelli, Sesa Amici, Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Rosato, Rigoni, Vico.
Al comma 3, sostituire le parole una tantum con le seguenti: perequativi individuali, aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente..
1. 102.I Relatori.
(Approvato)
Al comma 3, sostituire le parole: una tantum con le seguenti: individuali pensionabili, soggetti alla medesima disciplina giuridica degli emolumenti ai quali sono correlati,.
Conseguentemente, al titolo, sostituire le parole: una tantum con le seguenti: individuali pensionabili, soggetti alla medesima disciplina giuridica degli emolumenti ai quali sono correlati,.
1. 11.Minniti, Rugghia, Bressa, Garofani, Naccarato, Villecco Calipari, Giacomelli, Sesa Amici, Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Recchia, Rosato, Rigoni, Vico.
Al comma 3, sostituire le parole: una tantum con le seguenti: individuali pensionabili, soggetti alla medesima disciplina giuridica degli emolumenti ai quali sono correlati,
Conseguentemente, al titolo, sostituire le parole: una tantum con le seguenti: individuali pensionabili, soggetti alla medesima disciplina giuridica degli emolumenti ai quali sono correlati,
1. 12.Paglia.
Al comma 3, sostituire le parole: una tantum con le seguenti: fissi e continuativi
1. 13.Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.
Al comma 3, dopo le parole: assegni una tantum al personale aggiungere le seguenti: non direttivo e non dirigente
Conseguentemente, al medesimo comma, dopo le parole: anche con riferimento al inserire la seguente: medesimo.
1. 14.Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.
Al comma 3, aggiungere, in fine, il seguente periodo:
L'entità, la ripartizione e i tempi di erogazione dei trattamenti una tantum devono essere individuati attraverso le procedure di concertazione e contrattazione e recepite da appositi decreti del Presidente della Repubblica, ai sensi di quanto disposto dal decreto legislativo 195 del 12 maggio 1995.
1. 17.Paladini, Di Stanislao, Favia.
Dopo il comma 3, inserire il seguente:
3-bis. Il secondo periodo dell'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, è sostituito dal seguente: La misura e la ripartizione dei trattamenti di cui al presente articolo sono individuate mediante l'attuazione delle procedure di concertazione e contrattazione e recepite con separati decreti del Presidente della Repubblica, ai sensi di quanto disposto dal decreto legislativo n. 195 del 12 maggio 1995.
1. 15. Rugghia, Bressa, Garofani, Naccarato, Villecco Calipari, Minniti, Giacomelli, Sesa Amici, Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Recchia, Rosato, Rigoni, Vico.
Dopo il comma 3, inserire il seguente:
3-bis. Il secondo periodo dell'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, è sostituito dal seguente: La misura e la ripartizione dei trattamenti di cui al presente articolo sono individuate mediante l'attuazione delle procedure di concertazione e contrattazione e recepite con separati decreti del Presidente della Repubblica, ai sensi di quanto disposto dal decreto legislativo n. 195 del 12 maggio 1995.
1. 16.Ascierto.
Dopo il comma 3, inserire il seguente:
3-bis. All'articolo 8, comma 11-bis, secondo periodo, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, le parole Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministri competenti sono sostituite dalle seguenti: Con decreto del Presidente della Repubblica.
1. 18.Zaccaria.
Sostituire il comma 4, con i seguenti:
4. Agli oneri derivanti dal comma 3, pari a 115 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, si provvede con quota parte delle maggiori entrate determinate a decorrere dall'anno 2011 dalle disposizioni di cui al successivo comma 4-bis rispetto a quanto previsto dal comma 1 dell'articolo 30-bis del decreto legge n. 185 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, e accertate con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze.
4-bis. A decorrere dal 1o gennaio 2011, il prelievo erariale unico di cui all'articolo 39, comma 13, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326 , e successive modificazioni, è determinato, in capo ai singoli soggetti passivi d'imposta, applicando le seguenti aliquote per scaglioni di raccolta delle somme giocate:
a) 13,1 per cento, fino a concorrenza di una raccolta pari a quella dell'anno 2008;
b) 12,1 per cento, sull'incremento della raccolta, rispetto a quella del 2008, pari ad un importo non superiore al 15 per cento della raccolta del 2008;
c) 11,1 per cento, sull'incremento della raccolta, rispetto a quella del 2008, pari ad un importo compreso tra il 15 per cento e il 40 per cento della raccolta del 2008;
d) 9,5 per cento, sull'incremento della raccolta, rispetto a quella del 2008, pari ad un importo compreso tra il 40 per cento e il 65 per cento della raccolta del 2008;
e) 8,5 per cento, sull'incremento della raccolta, rispetto a quella del 2008, pari ad un importo superiore al 65 per cento della raccolta del 2008.
1. 19.Di Stanislao, Favia, Borghesi. Sostituire il comma 4, con il seguente:
4. All'onere derivante dal comma 3 si provvede mediante corrispondente aumento, con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, delle aliquote di cui all'allegato I del Testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, relative alla birra, ai prodotti alcolici intermedi e all'alcol etilico al fine di assicurare un maggior gettito complessivo pari a 115 milioni di euro all'anno per gli anni 2011, 2012 e 2013.
1. 20. Naccarato, Garofani, Rugghia, Bressa, Villecco Calipari, Minniti, Giacomelli, Sesa Amici, Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Recchia, Rosato, Rigoni, Vico.
Al comma 4, sostituire le parole di cui all'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 con le seguenti riferita al Programma pluriennale di A/R n. SMD 02/2009, relativo all'acquisizione del sistema Joint Strike Fighter e realizzazione dell'associata linea FACO/MRO&U nazionale.
1. 21.Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.
Dopo il comma 4, inserire il seguente:
4-bis. All'articolo 7 del decreto legislativo 30 maggio 2003, n. 193, è aggiunto il seguente comma: 1-bis. In attesa dei provvedimenti normativi previsti dall'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 e dall'articolo 9, comma 30, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, al personale di cui al comma precedente, che alla data del 1 gennaio 2011 abbia maturato almeno dieci anni di anzianità nella qualifica o grado, è attribuito, in ordine di ruolo, il grado di ispettore superiore-sostituito ufficiale di pubblica sicurezza e qualifiche e gradi corrispondenti.
1. 22. Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.
(Inammissibile)
Dopo l'articolo 1, inserire il seguente:
Art. 1-bis.
(Riqualificazione professionale del personale della Polizia di Stato, del Corpo Forestale dello Stato e della Polizia Penitenziaria).
1. Al fine di garantire una maggiore efficienza delle Forze di polizia sul territorio nazionale, gli appartenenti ai ruoli ordinari e tecnici della Polizia di Stato, del Corpo Forestale dello Stato e della Polizia Penitenziaria, che abbiano conseguito una laurea triennale o specialistica o del vecchio ordinamento, antecedentemente alla entrata effettiva in servizio e che abbiano almeno tre anni di anzianità nei diversi ruoli transitano, a domanda, ed in seguito a corso di formazione di cui al Decreto legislativo n. 334 del 2000, al decreto legislativo n. 155 del 2001 e al Decreto Legislativo n. 146 del 2000, nei rispettivi Ruoli Direttivi Speciali.
2. Il personale inquadrato nei Ruoli Direttivi Speciali continua a percepire il trattamento economico della qualifica precedentemente rivestita alla immissione nella carriera di cui al comma 1, sino all'anno 2013.
1. 01.De Angelis.
(Inammissibile)
Dopo l'articolo 1, inserire il seguente:
Art. 1-bis.
Le pensioni privilegiate ordinarie, integrate dall'aumento sulla pensione ordinaria maturata del 20 per cento ai titolari di 1a categoria - grandi invalidi - e del 10 per cento ai titolari dalla 2a all'8a categoria per invalidità, concesse ai dipendenti civili e militari dello Stato, di cui all'articolo 1 della legge 29 aprile 1976, n. 177, hanno carattere risarcitorio e ai fini dell'imponibile IRPEF, concorrono, rispettivamente, nella misura dell'80 per cento e del 90 per cento annuo.
1. 02.Baccini.
(Inammissibile)
Dopo l'articolo 1, inserire il seguente:
Art. 1-bis.
(Programmi integrati di cui all'articolo 18 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203).
1. Gli interventi edilizi di cui all'articolo 18 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, per i quali sia stato già stipulato e ratificato l'Accordo di Programma entro il 31 dicembre 2007, ai sensi dell'articolo 13 della legge 28 febbraio 2006, n. 51, possono essere rilocalizzati nello stesso ambito regionale. A tal fine, il termine ultimo di cui all'articolo 4, comma 150, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 e successive modificazioni ed integrazioni, per la ratifica degli accordi di programma di cui all'articolo 34 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, è fissato al 31 dicembre 2013.
2. Ai fini del completamento degli interventi di cui al comma 1, ammessi al programma straordinario di edilizia residenziale di cui all'articolo 18 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, le disponibilità di cui alla lettera a), comma 1, del citato articolo 18 per una quota pari a 36 milioni di euro, all'uopo esistenti presso la Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., ad esclusione di quelle già altrimenti finalizzate ai sensi dell'articolo 21-bis del decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159, convertito con modificazioni dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, ovvero ai sensi dell'articolo 11, comma 12, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 113, sono trasferite per la medesima cifra per le finalità di cui alla lettera b) del medesimo comma 1, articolo 18; conseguentemente le dotazioni di cui alla lettera a) sono ridotte per la medesima quota.
1. 03.Baccini,
(Inammissibile)
Dopo l'articolo 1, inserire il seguente:
Art. 1-bis.
Entro sei mesi dalla entrata in vigore della presente legge, su proposta dei ministri competenti e previa audizione delle organizzazioni sindacali delle Forze di Polizia ad ordinamento civile maggiormente rappresentative sul piano nazionale e dei competenti organismi di rappresentanza del personale militare, nell'ambito delle risorse di cui all'articolo 3, comma 155, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 e delle ulteriori risorse di bilancio, il Governo è delegato a adottare uno o più decreti legislativi in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale non direttivo e non dirigente delle Forze di Polizia e delle Forze Armate.
1. 04.Paladini, Di Stanislao, Favia.
(Inammissibile)
COMMISSIONI RIUNITE
I (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni)
e IV (Difesa)
¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾¾
DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
C. 4220 Governo.
(Seguito dell'esame e conclusione).
Le Commissioni riunite proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 13 aprile 2011.
Donato BRUNO, presidente, comunica che sul provvedimento sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni giustizia e lavoro e il parere favorevole con osservazioni della Commissione agricoltura. Il Comitato per la legislazione ha reso un parere con condizioni e osservazioni.
Avverte altresì che i relatori hanno presentato due emendamenti di coordinamento che sono in distribuzione (vedi allegato).
Mario TASSONE (UdC), intervenendo per dichiarazione di voto, rileva che il provvedimento in esame reca un'elargizione una tantum in favore del personale del comparto sicurezza, difesa e protezione civile, ma non va incontro alla richiesta del comparto stesso di vedere riconosciuta la propria specificità. Se il provvedimento in esame vuol essere soltanto l'inizio di un intervento complessivo sul comparto, allora può essere condiviso; diversamente, è soltanto un atto finalizzato alla propaganda politica e senza effettivo significato per il comparto stesso.
Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano gli emendamenti 1.150 e Tit.1 dei relatori.
Antonio RUGGHIA (PD), preannuncia il voto di astensione del gruppo del Partito democratico sul mandato ai relatori. Rileva peraltro che, in occasione della conversione in legge del decreto-legge con il quale furono introdotte le misure restrittive cui l'attuale provvedimento tenta di porre rimedio, il suo gruppo aveva già sollevato critiche e manifestato perplessità, anche attraverso la presentazione di appositi emendamenti che poi non furono votati in conseguenza della posizione della fiducia. Condivide, pertanto, le osservazioni del deputato Tassone e, in particolare, ritiene che il principio di specificità del comparto sia stato dichiarato e difeso dal Governo e dalla maggioranza sul piano teorico, ma poi sia stato del tutto contraddetto da disposizioni quali quelle da ultimo richiamate, che hanno prodotto l'effetto di mettere sullo stesso piano i dipendenti pubblici ed il personale del comparto difesa e sicurezza. Evidenzia che il decreto reca contenuti ancora insoddisfacenti, in primo luogo per quanto concerne le risorse stanziate che appaiono troppo limitate: basti riflettere sul dato secondo cui, in una ripartizione uniforme, ciascun appartenente al comparto riceverebbe circa 25 euro. Criticabile appare quindi anche la copertura di tali oneri, che prosciuga il fondo per il riordino dei ruoli e delle carriere. Non ritiene, altresì, convincente neanche la previsione di integrare tali stanziamenti mediante risorse rinvenibili dai risparmi connessi alle missioni internazionali ovvero al fondo unico giustizia.
Nel ribadire, dunque, l'astensione da parte del proprio gruppo, sottolinea che con il provvedimento in esame non è stata neppure prevista una forma di concertazione o di contrattazione, che invece dovrebbe ritenersi essenziale per definire le modalità di riparto delle risorse da destinare al personale interessato.
Francesco BOSI (UdC) invita i relatori a tenere conto dei rilievi formulati nei pareri resi dal Comitato per la legislazione e dalle Commissioni, ritenendo che alcune di esse forniscano dei suggerimenti indubbiamente validi. Richiama, in particolare, le osservazioni in ordine alla necessaria concertazione con le rappresentanze sindacali del personale interessato, alla adeguata valorizzazione del personale non dirigente e non direttivo, alla stabilizzazione dei benefici previsti. Conclusivamente, auspica che il provvedimento possa essere in questo modo migliorato per diventare ampiamente condiviso, come dovrebbero sempre essere, a suo avviso, le misure a favore di comparti nei cui confronti occorre sempre dare un giusto riconoscimento per il peculiare lavoro svolto.
Nessun altro chiedendo di intervenire, le Commissioni deliberano di conferire il mandato ai relatori, deputato Stasi per la I Commissione e deputato Cicu per la IV Commissione, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Deliberano altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.
Donato BRUNO, presidente, avverte che la presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.
ALLEGATO
DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (C. 4220 Governo).
ULTERIORI EMENDAMENTI DEI RELATORI
ART. 1.
Al comma 2-bis,
introdotto dall'approvazione dell'emendamento 1.101. dei relatori, sostituire
le parole: . Le modalità sono con le seguenti: , secondo modalità.
1. 150. I Relatori.
(Approvato)
Al titolo, sostituire le parole: una tantum con
le seguenti: perequativi
individuali.
Tit. 1. I Relatori.
(Approvato)
Esame C. 4220 - Governo.
(Parere alle Commissioni riunite I e IV).
(Esame e conclusione - Parere con condizioni e osservazioni).
Il Comitato inizia l'esame del provvedimento in titolo. Arturo IANNACCONE, relatore, illustra la seguente proposta di parere:
«Il Comitato per la legislazione,
esaminato il disegno di legge n. 4220 e rilevato che:
esso reca un contenuto omogeneo, essendo volto a disciplinare unicamente l'integrazione del fondo per il finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e la destinazione delle somme stanziate alla corresponsione di assegni una tantum al citato personale;
il decreto-legge, ai commi 1 e 2 dell'articolo 1, nel disporre, rispettivamente, l'incremento del fondo di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del decreto- legge n. 78 del 2010, e la possibilità che la dotazione del medesimo fondo sia ulteriormente incrementata con decreto ministeriale, non effettua un adeguato coordinamento con la preesistente fonte normativa, che risulta oggetto di modifiche non testuali; tale modalità di produzione normativa - che mal si concilia con lo scopo di semplificare e riordinare la legislazione vigente - si riscontra altresì al successivo comma 3 dell'articolo 1, che introduce una modifica implicita sia all'ambito soggettivo che a quello oggettivo di destinazione del fondo in oggetto, disponendo, in particolare, quanto al primo aspetto, che il fondo sia destinato al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco interessato «all'applicazione dell'articolo 9, commi 1 e 21, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78», laddove, invece, il citato articolo 8, comma 11-bis si riferisce al solo personale «interessato alle disposizioni di cui all'articolo 9, comma 21»; quanto al secondo aspetto, disponendo che il medesimo Fondo sia preordinato alla corresponsione di assegni una tantum, identificando, come appare plausibile, in questi ultimi le «misure perequative» genericamente richiamate dal citato articolo 8, comma 11-bis del decreto-legge n. 78 del 2010;
il provvedimento, all'articolo 1, comma 2 - laddove demanda a decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri della difesa e dell'interno, la possibilità di incrementare la dotazione del fondo destinato al finanziamento delle misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, fissata per legge, tramite risorse anch'esse derivanti da autorizzazioni legislative di spesa - interviene sul sistema delle fonti, con specifico riguardo all'idoneità di fonti secondarie ad incidere sulla portata applicativa di fonti normative di rango primario; peraltro, la disposizione in oggetto, alle lettere a) e b), individua, nell'ambito del fondo - la cui struttura è unitaria - due distinte categorie di beneficiari (personale delle Forze armate da un lato e personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco dall'altro), cui sono riservate risorse attinte da due diverse fonti, introducendo così un vincolo di destinazione di cui andrebbe valutata la congruità anche alla luce della perequazione del trattamento economico tra Forze armate e Forze di polizia che trova fondamento in stratificate disposizioni legislative, talora emanate per dare attuazione a sentenze della Corte costituzionale (vedi la sentenza n. 277 del 1991);
esso, all'articolo 1, comma 3, nella parte in cui richiama le disposizioni di cui al secondo periodo dell'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, indirettamente demanda ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato su proposta dei Ministri competenti, l'individuazione degli assegni una tantum da corrispondere al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ricorrendo ad uno strumento di cui appare dubbia la coerenza con il sistema delle fonti;
infine, esso non è provvisto della relazione sull'analisi tecnico-normativa (ATN), né della relazione sull'analisi di impatto della regolamentazione (AIR), senza che nella relazione di accompagnamento si riferisca in merito all'eventuale esenzione dall'obbligo di redigerla, in difformità dunque da quanto statuito dall'articolo 9 del regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 170 del 2008;
ritiene che, per la conformità ai parametri stabiliti dall'articolo 16-bis e 96-bis del Regolamento, debbano essere rispettate le seguenti condizioni:
sotto il profilo dell'efficacia del testo per la semplificazione e il riordinamento della legislazione vigente:
all'articolo 1, comma 2 - laddove dispone che con decreto ministeriale possa essere incrementata la dotazione del fondo destinato al finanziamento delle misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco - sia valutata la congruità del ricorso alla fonte di rango secondario, tenuto conto che l'ammontare della suddetta dotazione è fissato per legge, tramite risorse anch'esse derivanti da autorizzazioni legislative di spesa;
all'articolo 1, comma 3, sia valutata la congruità del richiamo operato alla disposizione di cui all'articolo 8, comma 11-bis, secondo periodo, tenuto conto che con il richiamo a quest'ultima norma si demanda ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, piuttosto che ad un regolamento di attuazione nella forma di decreto del Presidente della Repubblica da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 1, lettera b), della legge n. 400 del 1988, l'individuazione degli assegni una tantum da corrispondere al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; al medesimo comma 3, sia valutata altresì l'opportunità di definire i criteri per la corresponsione degli assegni in oggetto, anche tenendo conto che la somma da destinare a tali assegni decresce nell'ultimo anno del triennio di riferimento.
Il Comitato osserva altresì:
sotto il profilo dell'efficacia del testo per la semplificazione e il riordinamento della legislazione vigente:
all'articolo 1 - che incide sull'ambito di applicazione dell'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010 - valutino le Commissioni l'opportunità di riformulare la disposizione in termini di novella al citato decreto legge;
all'articolo 1, comma 2, lettere a) e b) - che individua, nell'ambito del fondo due distinte categorie di beneficiari (personale delle Forze armate da un lato e personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco dall'altro), cui sono riservate risorse attinte da due diverse fonti - valutino le Commissioni la congruità del vincolo di destinazione ivi previsto, tenuto conto della perequazione del trattamento economico tra Forze armate e Forze di polizia, che trova fondamento in stratificate disposizioni legislative, anche attuative di sentenze della Corte costituzionale.».
Roberto ZACCARIA, presidente, nel condividere la proposta di parere del relatore, sottolinea come le questioni in essa evidenziate attengano precipuamente al rispetto del sistema delle fonti normative; al riguardo, osserva infatti che, ancorché la nuova legge di contabilità attribuisca, in tale ambito, innumerevoli prerogative al Governo, nel caso di specie si è andati ben oltre tali confini.
Il Comitato approva la proposta di parere.
DL 27/2011 Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
C. 4220 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite I e IV).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento. Fulvio FOLLEGOT, presidente, in sostituzione del relatore, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna, osserva che il disegno di legge C. 4220, di conversione del decreto legge n. 27 del 26 marzo 2011 dispone l'erogazione di 345 milioni di euro, per il triennio 2011-2013, in favore del personale delle Forze armate, dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia di Stato, dei Vigili del fuoco, del Corpo forestale e della Polizia penitenziaria.
Nello specifico, il comma 1 dell'articolo 1 prevede che sia incrementata, per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, di 115 milioni di euro la dotazione del fondo destinato al finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco interessato dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali disposto dall'articolo 9, comma 21, del decreto legge n. 78 del 2010.
Il successivo comma 2 prevede la possibilità di una successiva ulteriore integrazione del citato Fondo per il personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico.
Nello specifico, il comma 2, nel precisare che tale integrazione potrà essere disposta con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, adottato di concerto con i ministri della difesa e dell'interno, contempla due diverse fonti di tale finanziamento aggiuntivo: a) in favore del personale delle Forze armate, con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in conseguenza delle missioni internazionali di pace; b) in favore del personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco utilizzando quota parte delle risorse del Fondo unico giustizia che già in base alla normativa vigente sono destinate al Ministero dell'interno per la tutela della sicurezza pubblica e del soccorso pubblico.
Il comma 3 del provvedimento in esame stabilisce che il fondo di cui al precedente comma 1, sia destinato alla corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
In relazione alle modalità di corresponsione dei citati assegni una tantum, il comma 3 richiama le disposizioni vigenti relative alle modalità di riparto delle somme del fondo per il comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, oggetto di finanziamento da parte del provvedimento in esame.
Il comma 4 contiene le disposizioni relative alla copertura finanziaria del comma 3.
Propone pertanto di esprimere parere favorevole (vedi allegato).
Nessuno chiedendo di intervenire la Commissione approva la proposta di parere del relatore.
DL 27/2011 Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. C. 4220 Governo.
PARERE APPROVATO
La Commissione
Giustizia,
esaminato il disegno di legge in oggetto;
osservato come esso disponga l'erogazione di 345 milioni di euro, per il
triennio 2011-2013, in favore del personale delle Forze armate, dell'Arma dei
carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia di Stato, dei Vigili del
fuoco, del Corpo forestale e della Polizia penitenziaria;
evidenziata la situazione emergenziale in cui versano gli istituti penitenziari
italiani e le conseguenti condizioni di particolare difficoltà relative al
corpo della Polizia penitenziaria;
rilevata l'opportunità che il provvedimento rechi specifici criteri (entità,
tempi di corresponsione) riguardanti la corresponsione dell'assegno una
tantum, al personale interessato,
esprime
PARERE FAVOREVOLE.
DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
C. 4220-A Governo.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Giancarlo GIORGETTI, presidente, in sostituzione del relatore, ricorda che il disegno di legge in esame dispone la conversione in legge del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e che il testo del predetto decreto, modificato nel corso dell'esame presso la Commissione di merito, è corredato di una relazione tecnica riferita la testo originario del decreto. Per quanto concerne l'articolo 1, recante misure retributive una tantum in favore del personale delle Forze armate e di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del Fuoco, in merito al comma 1, evidenzia che la disposizione è configurata come limite di spesa. Rileva, tuttavia, che, a seguito delle modifiche introdotte nel corso dell'esame presso la Commissione di merito, il Fondo è destinato ad erogare al personale non più assegni una tantum bensì «assegni perequativi individuali aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente». Sul punto appare opportuno che il Governo chiarisca eventuali effetti delle disposizioni ai fini della determinazione dei trattamenti pensionistici e di fine rapporto. Segnala, inoltre, che l'eventuale incremento del Fondo - le cui risorse finanziano gli interventi previsti dal decreto-legge in esame - andrà disposto con decreto ministeriale: l'intervento non risulterebbe quindi sottoposto alle consuete procedure di verifica parlamentare dei profili di carattere finanziario. Inoltre, segnala che non sono esplicitate le modalità di accertamento e riassegnazione dei predetti risparmi: non risulta quindi possibile verificare se le stesse siano idonee, per un verso, ad evitare che le somme in questione vadano in economia e, per altro verso, a garantire un utilizzo entro termini coerenti con le precedenti previsioni di impiego al fine di evitare disallineamenti sul piano temporale, con conseguenti effetti di cassa. Sul punto ritiene necessario acquisire una valutazione del Governo. Con particolare riferimento alla possibilità di destinare al fondo, in applicazione del comma 2 del testo in esame, quota parte delle risorse di cui al comma 7, lettera a), dell'articolo 2 del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, relativo al Fondo unico giustizia, osserva che andrebbero forniti elementi volti a suffragare l'effettiva possibilità di utilizzo di tali somme, rivenienti, tra l'altro, dal sequestro di beni, per il finanziamento di spese correnti connesse al trattamento economico del personale. Rileva che tale idoneità andrebbe verificata sia sotto il profilo della coerenza del loro utilizzo rispetto alla proiezione temporale dell'onere, sia con riguardo all'effettivo impatto attribuibile alle stesse ai fini del saldo di indebitamento netto della pubblica amministrazione. Segnala che andrebbe altresì confermato che la nuova destinazione risulti compatibile con la destinazione delle somme in questione prevista dalla previgente normativa e non incida quindi su iniziative e programmi già avviati. Con particolare riferimento alla possibilità di destinare al fondo, in applicazione del comma 2 del testo in esame, quota parte dei «risparmi di gestione» conseguiti sui bilanci ordinari delle amministrazioni interessate, rileva come andrebbe preliminarmente chiarita l'esatta portata normativa della disposizione. Fa presente che detti elementi appaiono necessari anche al fine di verificare in quale misura la disposizione - che risulta suscettibile di destinare a finalità di spesa somme che, diversamente, andrebbero in economia - possa incidere su previsioni già scontate ai fini dei saldi di finanza pubblica. In ogni caso, segnala che la disposizione determina una rinuncia ad eventuali miglioramenti dei saldi, riscontrabili a consuntivo. Con riferimento alle disposizioni recate dal comma 2-bis, che prevede che le somme del Fondo non impegnate in un esercizio possano esserlo nell'esercizio successivo, «anche ad incremento della dotazione prevista per il medesimo anno», rileva che tali previsioni potrebbero determinare un andamento della spesa, per cassa, non in linea con la ripartizione annuale dell'onere indicata dal comma 4. Ciò, tra l'altro, potrebbe comportare un prolungamento delle erogazioni anche oltre il triennio 2011-2013. Ritiene quindi necessario disporre, ai sensi dell'articolo 17 della legge n. 196 del 2009, di una quantificazione dell'impatto sui saldi di fabbisogno ed indebitamento netto sia dell'onere che dei mezzi di copertura previsti, al fine di verificare la compensatività degli effetti complessivamente ascrivibili al provvedimento. Inoltre, considerando che la finalità del provvedimento in esame appare quella di attenuare gli effetti delle misure di blocco delle retribuzioni dei pubblici dipendenti recate dall'articolo 9 del decreto-legge n. 78 del 2010 con riferimento al personale del comparto sicurezza, considera necessario che il Governo fornisca elementi di valutazione circa l'eventualità di richieste emulative da parte di altre categorie di pubblici dipendenti. Infine, per quanto attiene ai mezzi di copertura indicati dal comma 3, ritiene che occorrerebbe acquisire elementi volti a verificare se l'utilizzo delle somme rivenienti dall'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3, comma 155, della legge n. 350 del 2003 possa considerarsi compatibile con il perseguimento delle finalità originariamente ascritte a tale norma di spesa. In merito ai profili di copertura finanziaria, rileva che l'articolo 1, comma 4, dispone che all'onere derivante dal comma 3 si provvede mediante corrispondente riduzione, per gli anni 2011, 2012 e 2013, dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge 24 dicembre 2003, n. 350. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a disporre, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. Al riguardo, rileva che le risorse delle quali è previsto l'utilizzo sono iscritte nel capitolo 3027 dello stato di previsione relativo al Ministero dell'economia e delle finanze. Segnala che da una interrogazione effettuata al sistema informativo della Ragioneria generale dello Stato, il capitolo del quale è previsto l'utilizzo, recante il Fondo da ripartire per l'attuazione dei contratti del personale delle amministrazioni statali anche ad ordinamento autonomo, ivi compreso il personale militare e quello dei corpi di polizia e delle università, reca, per l'anno 2011, nel piano di gestione n. 1 uno specifico accantonamento per la disposizione in esame.
Il sottosegretario Luigi CASERO, con riferimento alle osservazioni del relatore, esprime, in primo luogo, un parere contrario sulle modificazioni introdotte nel corso dell'esame in sede referente. In particolare, con riferimento al comma 2, osserva che l'utilizzo dei risparmi di gestione conseguiti nell'ambito dei bilanci delle Amministrazioni interessate al fine di incrementare ulteriormente il fondo di cui al comma 1, è suscettibile di determinare effetti negativi sui saldi di finanza pubblica privi di idonea copertura finanziaria. Per quanto attiene all'utilizzo dei risparmi di gestione relativi alle spese effettuate in conseguenze delle missioni di pace, da disporsi con decreto interministeriale, concorda sull'assenza di una procedura di verifica parlamentare dei profili finanziari, osservando che i risparmi saranno accertati solo in sede di consuntivo e, conseguentemente, essi potranno essere assegnati al fondo solo nell'esercizio successivo, a condizione che si verifichino, nel medesimo esercizio, corrispondenti economie nell'ambito degli oneri derivanti da ulteriori proroghe delle missioni di pace, che dovessero essere autorizzate attraverso specifiche disposizioni legislative, al fine di garantire l'invarianza dei saldi. In ordine all'utilizzo del Fondo unico giustizia, fa presente che lo stesso fondo può essere utilizzato .sul piano temporale e quantitativo nei limiti delle risorse effettivamente disponibili derivanti dai versamenti all'entrata riassegnati al Fondo e destinate al Ministero dell'interno. Sempre in relazione al comma 2, evidenzia, inoltre, che le disposizioni in materia di ulteriori integrazioni delle dotazioni del fondo di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, non hanno riflessi sugli interventi finalizzati ad assicurare il funzionamento ed il potenziamento degli uffici giudiziari, a valere della quota del Fondo unico giustizia di pertinenza del Ministero della giustizia, in quanto le disposizioni di cui al comma 2 del provvedimento in esame fanno riferimento alla quota del Fondo unico giustizia di pertinenza del Ministero dell'interno, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, lettera a), del decreto-legge n. 143 del 2008. In considerazione di tale limite, ritiene che non si configurino effetti in termini di indebitamento netto. Fa presente, inoltre, che il comma 2-bis dell'articolo 1, consentendo il mantenimento in bilancio, al termine dell'esercizio di competenza, delle somme disponibili, da utilizzare nell'esercizio successivo, reca una deroga alla vigente disciplina contabile del termine di mantenimento di somme in bilancio, suscettibile di determinare effetti negativo sui saldi di finanza pubblica nell'anno in cui i medesimi oneri verranno sostenuti, privi di idonea compensazione finanziaria. Per quanto attiene alle modifiche introdotte all'articolo 1, comma 3, evidenzia che la previsione del riconoscimento, in sostituzione degli assegni una tantum, di assegni perequativi individuali, aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente, potrebbe consentire la corresponsione integrale di tutti i trattamenti economici non erogati per il triennio 2011-2013 per effetto del decreto-legge n. 78 del 2010, determinando ingenti oneri, anche di natura previdenziale, che non trovano copertura nelle risorse previste dal provvedimento. Segnala, inoltre, che con l'approvazione della proposta emendativa si determinerebbe, di fatto, l'esclusione totale del solo personale del comparto sicurezza - difesa e di quello dei Vigili del fuoco dalle misure di risparmio introdotte dalla citata manovra, con sicure richieste emulative da parte di altri settori e conseguenti ingenti oneri. Rappresenta, infine, che nella predisposizione di un disegno di legge di delega per il riordino dei ruoli e delle carriere del comparto difesa e sicurezza si dovrà tenere conto delle risorse residue, pari a 4 milioni di euro per ciascuno 2011, 2012, 2013 e 119 milioni di euro a decorrere dal 2014.
Giancarlo GIORGETTI, presidente, pur dichiarando di comprendere le esigenze del comparto sicurezza e difesa e di quello del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e sottolineando come sia estremamente delicato incidere sulle aspettative di categorie meritevoli di particolare attenzione, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione,
esaminato il disegno di legge C. 4220-A, di conversione del decreto legge n. 27 del 2011, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, il quale ha precisato che:
l'utilizzo dei risparmi di gestione conseguiti nell'ambito dei bilanci delle amministrazioni interessate per incrementare ulteriormente il fondo di cui al comma 1 dell'articolo 1 è suscettibile di determinare effetti negativi per la finanza pubblica;
il mantenimento in bilancio delle somme previsto dal comma 2-bis dell'articolo 1 rappresenta una deroga alla vigente disciplina contabile che determina effetti negativi per la finanza pubblica;
l'attribuzione di assegni perequativi individuali, aventi la medesima natura giuridica dell'emolumento corrispondente, in luogo dell'attribuzione di assegni una tantum determina oneri, anche di natura previdenziale, privi di idonea quantificazione e copertura;
rilevata l'opportunità di assicurare l'omogeneità dei trattamenti riconosciuti al personale delle Forze armate e a quello delle Forze di polizia in forza delle disposizioni dell'articolo 1, comma 2, anche al fine di evitare ulteriori richieste emulative,
esprime
PARERE FAVOREVOLE
con le seguenti condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione:
all'articolo 1, comma 2, sopprimere le parole da: , nonché dei risparmi fino a: Amministrazioni interessate;
all'articolo 1, sopprimere il comma 2-bis;
all'articolo 1, comma 3, sostituire le parole: assegni perequativi individuali, aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente con le seguenti: assegni una tantum.
e con la seguente condizione:
all'articolo 1, comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Le risorse di cui al presente comma sono attribuite in modo da assicurare trattamenti omogenei al personale delle Forze armate e a quello delle Forze di polizia».
Antonio BORGHESI (IdV) contesta, a nome del suo gruppo, l'utilizzo dei fondi stanziati per il riordino delle carriere per finanziare l'erogazione degli assegni una tantum previsti dal provvedimento in esame. Sottolinea che occorrerebbe avere il coraggio di affermare chiaramente che non si intende più procedere al riordino delle carriere. Preannuncia la presentazione in Assemblea di proposte emendative volte a modificare il richiamato meccanismo di copertura. Evidenzia quindi l'opportunità di evitare la creazione di un nuovo problema per le categorie interessate.
Maino MARCHI (PD), con riferimento ai chiarimenti forniti con riferimento all'utilizzo del Fondo unico giustizia, ricorda come, in occasione della costituzione di tale fondo, il Governo avesse sostenuto che le risorse stanziate in tale ambito sarebbero state sufficienti a far fronte ai tagli derivanti dall'applicazione del decreto-legge n. 112 del 2008, osservando come in realtà, anche per effetto della lunghezza delle procedure previste per l'alimentazione del fondo e la liquidazione dei beni confiscati, le risorse effettivamente disponibili siano fino ad ora state insufficienti a colmare le riduzioni di spesa imposte dalle manovre finanziare. Chiede, pertanto, al rappresentante del Governo di voler fornire precise indicazione sulle risorse disponibili nell'ambito del Fondo unico giustizia, anche al fine di verificare se le previsioni di cui al comma 2 dell'articolo 1 del decreto in esame determinino il rischio di distogliere risorse attualmente destinate ad interventi, peraltro imprescindibili, nel settore della giustizia.
Massimo VANNUCCI (PD) esprime imbarazzo per la proposta di parere presentata, sottolineando che, ove le condizioni proposte venissero recepite, si cancellerebbe il lavoro svolto dalle Commissioni di merito, con l'avviso favorevole dei Ministeri competenti per materia. Nel dichiarare di condividere la soluzione individuata dalle Commissioni I e IV, sottolinea come la corresponsione di assegni una tantum non abbia, a suo avviso, molto senso. Ritiene quindi preferibile non esprimere un parere nella seduta odierna, evitando alla Commissione di doversi assumere la responsabilità di smentire il lavoro svolto dalle Commissioni di merito. Propone quindi di rinviare il seguito dell'esame del provvedimento, precisando che, per il momento, il suo gruppo vorrebbe evitare la presentazione di una proposta di parere alternativo.
Il sottosegretario Luigi CASERO osserva come le posizioni degli onorevoli Marchi e Vannucci non siano tra loro compatibili.
Roberto OCCHIUTO (UdC), nel rilevare come la Commissione debba fare fino in fondo il proprio lavoro, concorda sull'opportunità di soprassedere all'espressione del parere nella seduta odierna e di verificare la praticabilità di individuare una soluzione per le questioni poste dalle modifiche introdotte nelle Commissioni di merito. In particolare, ritiene che sia erroneo attribuire alla Commissione bilancio il ruolo di dirimere problemi interni alla compagine governativa, esprimendo un parere contrario su disposizioni sulle quali nell'ambito delle Commissioni di merito si è registrato un ampio consenso e un avviso favorevole da parte dei competenti ministeri.
Maino MARCHI (PD) precisa che le considerazioni da lui svolte in merito all'utilizzo delle risorse del Fondo unico giustizia non sono in contraddizione con quanto affermato dall'onorevole Vannucci, ma semplicemente integrative e volte a chiedere al Governo una riflessione in ordine all'idoneità delle coperture individuate. Auspica quindi che il Governo assuma una posizione collegiale nelle diverse sedi in cui è chiamato ad intervenire.
Gioacchino ALFANO (PdL) ritiene che debba essere assicurata la distinzione tra i compiti attribuiti alle Commissioni di merito e alla Commissione bilancio, osservando che gli accordi conclusi nell'ambito delle Commissioni di merito non possono vincolare le valutazioni della Commissione bilancio.
Massimo POLLEDRI (LNP) rileva che il testo che risulterebbe dall'accoglimento delle condizioni contenute nella proposta di parere presentata non sarebbe molto diverso da quello originariamente presentato dal Governo e quindi sottolinea come non vi sarebbe alcuna incoerenza nella condotta del Governo. Osserva quindi che la volontà politica alla base del provvedimento è quella di concedere una somma una tantum per venire incontro alle esigenze di categorie particolarmente esposte alle quali va la riconoscenza della maggioranza e dell'opposizione. Pur sottolineando come il fondo utilizzato preveda meccanismi di alimentazione automatica, ritiene comunque opportuno un approfondimento da parte del Governo sulla copertura finanziaria prevista.
Il sottosegretario Luigi CASERO, con riferimento alle considerazioni in ordine all'utilizzo delle risorse del Fondo unico giustizia, ricorda che esse erano inizialmente destinate per almeno un terzo al Ministero dell'interno, per la tutela della sicurezza pubblica e del soccorso pubblico, per almeno un ulteriore terzo al funzionamento e al potenziamento degli uffici giudiziari e degli altri servizi istituzionali del Ministero della giustizia e, in misura residuale, alla riduzione del debito pubblico. Nel segnalare che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri attuativo destina, in misura paritaria, il 49 per cento delle risorse del fondo al Ministero della giustizia e al Ministero dell'interno e il restante 2 per cento all'entrata dello Stato, ribadisce che le risorse destinate all'incremento del fondo di cui al comma 1 dell'articolo 1 non potranno che essere tratte dalla quota del fondo di pertinenza del Ministero dell'interno. Per quanto attiene al comma 3 dell'articolo 1, sottolinea come la previsione del riconoscimento di un indennità una tantum ha effetti sensibilmente diversi rispetto all'erogazione di assegni perequativi aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente ed è suscettibile di produrre effetti emulativi, stimolando richieste da parte di altre categorie di personale, come segnalato anche nella relazione svolta dal presidente. Si dichiara, comunque, disponibile a svolgere un ulteriore approfondimento sui temi evidenziati nel corso del dibattito. Giancarlo GIORGETTI, presidente, ricorda che l'esame del provvedimento è già stato concluso dalle Commissioni di merito e che ora esso è iscritto al calendario dei lavori dell'Assemblea. Riterrebbe pertanto comunque utile l'espressione di un parere nella seduta odierna per consentire a tutti i soggetti interessati di svolgere le opportune riflessioni rispetto ai profili finanziari rilevati, che suggeriscono in ogni caso di individuare soluzioni alternative, evitando in tal modo di creare problemi maggiori nell'imminenza dell'esame in Assemblea. Si rimette comunque all'orientamento maggioritario che emergerà in seno alla Commissione.
Massimo VANNUCCI (PD), nell'annunciare che il proprio gruppo non intende votare il parere proposto dal presidente in sostituzione del relatore, dichiara di non condividere le considerazioni del rappresentante del Governo in ordine ai possibili effetti emulativi del riconoscimento di assegni perequativi individuali, osservando come la Commissione debba valutare la copertura finanziaria dei provvedimenti e non eventuali effetti indiretti, peraltro difficilmente verificabili. In ogni caso, dichiara di non comprendere le ragioni per le quali tali effetti emulativi non si produrrebbero nel caso di corresponsione di assegni una tantum.
Il sottosegretario Luigi CASERO, anche alla luce del dibattito svoltosi, rileva come vi siano criticità ulteriori sotto il profilo finanziario rispetto a quelle richiamate dal deputato Vannucci e ritiene opportuno un ulteriore approfondimento sulle implicazioni finanziarie del provvedimento.
Giancarlo GIORGETTI, presidente, sottolinea come i profili previdenziali siano quelli di più difficile calcolo e, prendendo atto delle posizioni emerse nel dibattito, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.
DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
C. 4220-A Governo.
(Parere all'Assemblea).
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 19 aprile 2011, e inizia l'esame delle proposte emendative riferite al provvedimento.
Marcello DE ANGELIS (PdL), relatore, richiamando la relazione svolta dal presidente Giorgetti sul testo del provvedimento nella seduta del 19 aprile 2011, con riferimento agli emendamenti trasmessi dall'Assemblea, contenuti nel fascicolo 1, fa presente che l'emendamento Rugghia 1.3 prevede che il Fondo di cui al comma 1 possa essere incrementato con i risparmi di gestione realizzati sui bilanci delle amministrazioni interessate, in proposito segnala che l'utilizzo dei suddetti risparmi di gestione è suscettibile di determinare effetti negativi per la finanza pubblica. Con riferimento all'emendamento Maurizio Turco 1.21 che sostituisce la copertura finanziaria prevista dal comma 4 dell'articolo 1 con l'utilizzo delle risorse relative ad uno specifico programma d'armi relativo all'acquisizione del sistema Joint Strike fighter, osserva che tale modalità di copertura, i cui effetti non sono quantificati, non risulta conforme alla vigente disciplina contabile. Fa presente che l'emendamento Maurizio Turco 1.22 prevede il riconoscimento a specifiche categorie del personale del comparto sicurezza, che alla data del 1o gennaio 2011, abbia maturato almeno dieci anni di anzianità nella qualifica o grado l'attribuzione del ruolo di ispettore superiore-sostituto ufficiale di pubblica sicurezza e qualifiche e gradi corrispondenti, senza, tuttavia, prevedere alcuna quantificazione dell'onere e relativa copertura finanziaria e che l'articolo aggiuntivo Di Stanislao 1.02 prevede che alcune tipologie di pensione concesse ai dipendenti civili e militari dello Stato concorrano nella misura dell'80 e del 90 per cento ai fini dell'imponibile IRPEF, senza, tuttavia, prevedere alcuna quantificazione dell'onere e relativa copertura finanziaria. Relativamente all'emendamento Maurizio Turco 1.1 che incrementa da 115 a 122 milioni di euro la dotazione del Fondo di cui al comma 1, giudica opportuno che il Governo chiarisca se l'autorizzazione del quale è previsto l'utilizzo ai sensi del successivo comma 4 rechi le necessarie disponibilità, e se il loro utilizzo non pregiudichi gli interventi già previsti a legislazione vigente a valere sulle medesime risorse. In proposito, si ricorda che il rappresentante del Governo, durante l'esame del provvedimento in Commissione bilancio, ha affermato che l'autorizzazione di spesa reca risorse pari solo a 119 milioni di euro. Relativamente agli emendamenti Villecco Calipari 1.10 e Maurizio Turco 1.13 che modificano in trattamento economico o in assegni perequativi fissi e continuativi la natura degli assegni di cui al comma 3 dell'articolo 1, giudica opportuno acquisire un chiarimento del Governo in ordine agli effetti finanziari derivanti dalla proposta emendativa. Con riferimento agli emendamenti Di Stanislao 1.19 e Naccarato 1.20 che sostituiscono la copertura finanziaria prevista dal comma 4 dell'articolo 1 disponendo, rispettivamente, l'incremento del prelievo erariale unico sui giochi e l'aumento dell'accisa sui prodotti alcolici intermedi e sull'alcool etilico, ritiene opportuno acquisire un chiarimento del Governo in ordine all'idoneità delle coperture finanziarie previste dalle proposte emendative.
Il sottosegretario Luigi CASERO, nel fare presente preliminarmente, che le coperture finanziarie proposte attraverso un inasprimento della pressione fiscale su tabacchi e alcolici non possono essere considerate idonee per la diminuzione dei relativi consumi a seguito di un eccessivo aumento dei relativi prezzi, concorda con le considerazioni svolte dal relatore sulle proposte emendative presentate.
Massimo VANNUCCI (PD) ricorda che, nella seduta del 19 aprile 2011, era emersa l'esigenza di svolgere ulteriori approfondimenti anche con le Commissioni di merito, al fine di sciogliere i nodi relativi al testo del provvedimento che, a suo avviso, andrebbe trattato prima di esaminare le proposte emendative.
Marcello DE ANGELIS (PdL), relatore, fa presente che, dagli approfondimenti svolti con riferimento al testo, non sono emerse novità sostanziali rispetto alla richiamata seduta del 19 aprile 2011 e quindi ritiene di confermare il parere già proposto, ma ritiene comunque utile una valutazione complessiva, anche sulle proposte emendative, da parte del Governo.
Formula, quindi, la seguente proposta di parere:
«La V Commissione,
esaminato il disegno di legge C. 4220-A, di conversione del decreto legge n. 27 del 2011, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, e gli emendamenti ad esso riferiti contenuti nel fascicolo 1;
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, il quale ha precisato che:
l'utilizzo dei risparmi di gestione conseguiti nell'ambito dei bilanci delle amministrazioni interessate per incrementare ulteriormente il fondo di cui al comma 1 dell'articolo 1 è suscettibile di determinare effetti negativi per la finanza pubblica;
il mantenimento in bilancio delle somme previsto dal comma 2-bis dell'articolo 1 rappresenta una deroga alla vigente disciplina contabile che determina effetti negativi per la finanza pubblica;
l'attribuzione di assegni perequativi individuali, aventi la medesima natura giuridica dell'emolumento corrispondente, in luogo dell'attribuzione di assegni una tantum determina oneri, anche di natura previdenziale, privi di idonea quantificazione e copertura;
rilevata l'opportunità di assicurare l'omogeneità dei trattamenti riconosciuti al personale delle Forze armate e a quello delle Forze di polizia in forza delle disposizioni dell'articolo 1, comma 2, anche al fine di evitare ulteriori richieste emulative;
esprime
sul testo del provvedimento elaborato dalle commissioni di merito:
PARERE FAVOREVOLE
con le seguenti condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione:
all'articolo 1, comma 2, sopprimere le parole da: , nonché dei risparmi fino a: Amministrazioni interessate;
all'articolo 1, sopprimere il comma 2-bis;
all'articolo 1, comma 3, sostituire le parole: assegni perequativi individuali, aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente con le seguenti: assegni una tantum.
e con la seguente condizione:
all'articolo 1, comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Le risorse di cui al presente comma sono attribuite in modo da assicurare trattamenti omogenei al personale delle Forze armate e a quello delle Forze di polizia»;
sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:
PARERE CONTRARIO
sugli emendamenti 1.1, 1.3, 1.10, 1.13, 1.19, 1.20, 1.21, 1.22 e sull'articolo aggiuntivo 1.02, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura;
NULLA OSTA
sui restanti emendamenti».
Il sottosegretario Luigi CASERO concorda con la proposta di parere formulata dal relatore.
Massimo VANNUCCI (PD) ritiene non condivisibile la proposta di parere, analoga a quella presentata nella richiamata seduta del 19 aprile 2011, sottolineando come le norme del provvedimento in esame nascano dall'esigenza di rivedere talune disposizioni del decreto-legge n. 78 del 2010 che ha bloccato la progressione economica per numerose categorie di dipendenti pubblici. Ricorda in proposito la posizione critica del Partito Democratico e rileva che una carriera organizzata sulla base di livelli gerarchici presuppone necessariamente il riconoscimento economico del grado ricoperto. Ritiene comunque che le quantificazioni prospettate non siano chiare e che, malgrado si sia scelta la soluzione di un emolumento una tantum, vi saranno invitabili ricadute anche sull'equilibrio del sistema previdenziale. Osserva tuttavia che, malgrado la giusta esigenza di dare un segnale di attenzione alle Forze armate, ciò non dovrebbe essere effettuato attraverso la concessione di un assegno una tantum al di fuori di ogni contrattazione, dando luogo all'eventualità di impugnazione da parte dei soggetti discriminati. Sottolinea che, con il parere proposto dal relatore, si vanificherebbe il lavoro svolto dalle Commissioni di merito ed illustra pertanto una proposta di parere alternativo, sottoscritto anche dai deputati Occhiuto e Cambursano a nome dei rispettivi gruppi (vedi allegato).
Roberto OCCHIUTO (UdC), nel richiamare le considerazioni formulate dall'onorevole Vannucci, che ha presentato la proposta di parere condivisa dai gruppi del PD, dell'UdC e dell'IdV, ribadisce i dubbi già espressi dal proprio gruppo in occasione dell'approvazione delle misure di contenimento della spesa pubblica contenute nel decreto-legge n. 78 del 2010, in ordine a possibili problemi applicativi della nuova disciplina. A tale riguardo, osserva come il Governo già in quella sede avesse assunto precisi impegni in ordine alla tutela delle peculiarità del personale appartenente al comparto sicurezza e difesa e a quello del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. In particolare ricorda come fossero stati accolti precisi ordini del giorno in materia e come il Governo, anche nel corso dell'esame di questo provvedimento, abbia ribadito la propria intenzione di salvaguardare la specialità del ruolo di tale categorie di personale. Osserva tuttavia con rammarico che in questa sede il Governo ha manifestato un brusco cambiamento di opinione, esprimendo una valutazione contraria sulle modifiche apportate nel corso dell'esame in sede referente. In tale contesto, ha sottolineato come l'approvazione delle modifiche introdotte avrebbe determinato di fatto l'esclusione del persone delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco dalle riduzioni di spesa disposte dal decreto-legge n. 78 del 2010, in linea con quanto peraltro era stato assicurato dallo stesso Governo in sede di approvazione di quel provvedimento.
Renato CAMBURSANO (IdV) sottolinea come il testo sia frutto della necessità di conciliare l'opposta esigenza del rigore di bilancio con quella di dare un riconoscimento al personale delle Forze armate. Ricorda che il Governo aveva dato indicazioni nel corso del dibattito svoltosi nelle Commissioni di merito e che quindi non sarebbe ora corretto tornare indietro. Auspica quindi l'accoglimento della proposta di parere alternativo presentata dall'onorevole Vannucci e sottoscritta anche da lui, a nome del suo gruppo, annunciando in mancanza il voto contrario sulla proposta di parere proposta dal relatore.
Il sottosegretario Luigi CASERO, anche alla luce delle considerazioni degli onorevoli Vannucci e Occhiuto chiede di soprassedere all'espressione del parere al fine di poter verificare dal punto di vista tecnico, quali siano le conseguenze finanziarie della proposta di parere alternativo formulata dai deputati Vannucci, Occhiuto e Cambursano.
Marcello DE ANGELIS (PdL), relatore, concorda con il rappresentante del Governo sull'opportunità di svolgere un supplemento di approfondimento al fine di individuare una soluzione soddisfacente.
Giancarlo GIORGETTI, presidente, prendendo atto del dibattito svoltosi e delle osservazioni da ultimo formulate dal rappresentante del Governo e dal relatore, pur ricordando l'avviso favorevole del rappresentante del Governo sulla proposta di parere formulata dal relatore, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.
Decreto-legge 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (C. 4220-A Governo ed emendamenti).
PARERE ALTERNATIVO PRESENTATO DAI DEPUTATI VANNUCCI, OCCHIUTO E CAMBURSANO
«La V Commissione,
esaminato il disegno di legge C. 4220-A, di conversione del decreto legge n. 27
del 2011, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al
personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei
vigili del fuoco, e gli emendamenti ad esso riferiti contenuti nel fascicolo 1;
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo;
considerato che trattasi di materia contrattuale e pertanto da sottoporre a
contrattazione;
rilevata l'opportunità di assicurare l'omogeneità dei trattamenti riconosciuti
al personale delle Forze armate e a quello delle Forze di polizia in forza
delle disposizioni dell'articolo 1, comma 2, anche al fine di evitare ulteriori
richieste emulative;
esprime
PARERE FAVOREVOLE
con le seguenti
condizioni:
all'articolo 1, comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Le risorse
di cui al presente comma sono attribuite in modo da assicurare trattamenti
omogenei al personale delle Forze armate e a quello delle Forze di polizia e
dei Vigili del fuoco;
la misura e la ripartizione dei trattamenti di cui al presente decreto siano
individuati mediante le procedure di concertazione e contrattazione e recepite
con separati decreti del Presidente della Repubblica, ai sensi di quanto
disposto dal decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195».
DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
C. 4220-A Governo.
(Parere all'Assemblea).
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento e delle proposte emendative ad esso riferite, rinviato nella seduta del 27 aprile 2011.
Marcello DE ANGELIS (PdL), relatore, conferma, con riferimento al testo, la proposta di parere già formulata nella seduta del 27 aprile 2011. Fa quindi presente che l'Assemblea ha trasmesso il fascicolo n. 2 degli emendamenti che reca una sola proposta emendativa non contenuta nel fascicolo n. 1. Si tratta, in particolare, dell'articolo aggiuntivo 1.03 Paglia, il quale prevede che alcune tipologie di pensione concesse ai dipendenti civili e militari dello Stato concorrano nella misura dell'80 e del 90 per cento ai fini dell'imponibile IRPEF, senza, tuttavia, predisporre alcuna quantificazione dell'onere né la relativa copertura finanziaria. Rileva che la proposta emendativa in esame riproduce il contenuto dell'articolo aggiuntivo Di Stanislao 1.02 sul quale, nella seduta del 27 aprile 2011, il relatore aveva proposto di esprimere un parere contrario. Formula quindi la seguente proposta di parere volta a tenere conto anche delle nuove proposte emendative trasmesse dall'Assemblea:
«La V Commissione,
esaminato il disegno di legge C. 4220-A, di conversione del decreto-legge n. 27 del 2011, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, e gli emendamenti ad esso riferiti contenuti nel fascicolo n. 2;
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, il quale ha precisato che:
l'utilizzo dei risparmi di gestione conseguiti nell'ambito dei bilanci delle amministrazioni interessate per incrementare ulteriormente il fondo di cui al comma 1 dell'articolo 1 è suscettibile di determinare effetti negativi per la finanza pubblica;
il mantenimento in bilancio delle somme previsto dal comma 2-bis dell'articolo 1 rappresenta una deroga alla vigente disciplina contabile che determina effetti negativi per la finanza pubblica;
l'attribuzione di assegni perequativi individuali, aventi la medesima natura giuridica dell'emolumento corrispondente, in luogo dell'attribuzione di assegni una tantum determina oneri, anche di natura previdenziale, privi di idonea quantificazione e copertura;
rilevata l'opportunità di assicurare l'omogeneità dei trattamenti riconosciuti al personale delle Forze armate e a quello delle Forze di polizia in forza delle disposizioni dell'articolo 1, comma 2, anche al fine di evitare ulteriori richieste emulative,
esprime
sul testo del provvedimento elaborato dalle Commissioni di merito:
PARERE FAVOREVOLE
con le seguenti condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione:
all'articolo 1, comma 2, sopprimere le parole da: , nonché dei risparmi fino a: Amministrazioni interessate;
all'articolo 1, sopprimere il comma 2-bis;
all'articolo 1, comma 3, sostituire le parole: assegni perequativi individuali, aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente con le seguenti: assegni una tantum,
e con la seguente condizione:
all'articolo 1, comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Le risorse di cui al presente comma sono attribuite in modo da assicurare trattamenti omogenei al personale delle Forze armate e a quello delle Forze di polizia»;
sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:
PARERE CONTRARIO
sugli emendamenti 1.1, 1.3, 1.10, 1.13, 1.19, 1.20, 1.21, 1.22 e sugli articoli aggiuntivi 1.02 e 1.03, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura;
NULLA OSTA
sui restanti emendamenti».
Massimo VANNUCCI (PD), nel chiedersi se il relatore si consideri soddisfatto della propria proposta di parere, osserva come, nonostante il rinvio dell'espressione del parere, non sia stata individuata una soluzione ai problemi posti dal provvedimento in esame. In proposito, rileva in primo luogo come le risorse stanziate siano insufficienti, in quanto nel 2013 verranno meno gli 80 milioni di euro stanziati per il 2011 e per il 2012, sottolineando altresì come l'esclusione della pensionabilità dell'assegno una tantum sia un mero artifizio, dal momento che essa sarà con certezza riconosciuta in sede giudiziale. Più in generale, osserva come la logica del congelamento dei trattamenti, alla base del decreto-legge n. 78 del 2010, se pure è astrattamente comprensibile in via generale, non può certamente applicarsi al personale delle Forze armate e delle Forze di polizia, caratterizzato da un ordinamento gerarchico. Ritiene, pertanto, che il provvedimento in esame poteva costituire lo strumento per affrontare, una volta per tutte, le problematiche poste dall'applicazione delle disposizioni del decreto-legge n. 78 del 2010 al personale del comparto difesa e sicurezza e a quello dei vigili del fuoco, anche al fine di evitare il ripetersi di manifestazioni davanti alla residenza privata del Presidente del Consiglio dei ministri. Nell'osservare come il provvedimento adottato dal Governo sia incompleto e incoerente, si dichiara deluso della proposta di parere del relatore, che non ha recepito neppure alcuni spunti contenuti nella proposta di parere di cui è primo firmatario, relativi alla necessità di assicurare la concertazione e la contrattazione con le rappresentanze sindacali nella fase di erogazione degli assegni perequativi. In ogni caso, ribadisce che la proposta di parere del relatore di fatto vanifica il lavoro svolto dalle Commissioni di merito, sul quale il Ministero dell'interno e il Ministero della difesa si erano espressi favorevolmente, dimostrando in modo evidente i rapporti di forza esistenti all'interno della compagine governativa. Chiede che sia comunque posta in votazione la proposta di parere di cui è primo firmatario (vedi allegato della seduta del 27 aprile 2011).
Rolando NANNICINI (PD) chiede al relatore ed al rappresentante del Governo se, trattandosi di spesa relativa al personale, il saldo netto da finanziare ed il fabbisogno coincidano, ovvero sia più corretto considerar inferiore l'impatto sul fabbisogno.
Renato CAMBURSANO (IdV) preannuncia il voto contrario del suo gruppo in considerazione della mancanza di disponibilità a modificare la proposta di parere già presentata nella seduta del 27 aprile 2011.
Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, in riferimento all'intervento dell'onorevole Nannicini, fa presente che le diverse voci coincidono.
Il sottosegretario Alfredo MANTOVANO pur comprendendo le ragioni che spingono il relatore a confermare il parere già formulato, fa presente che il provvedimento inciderebbe anche su un altro, attualmente ancora allo studio del Governo, di riordino complessivo delle forze armate e di polizia per il quale sarebbe opportuno poter utilizzare le somme non spese nel corrente anno. Chiede quindi, pur comprendendo le ragioni per la soppressione di tale facoltà, di prevedere un impegno a riconsiderare la vicenda nell'ambito della prossima sessione di bilancio. Riterrebbe anche utile poter procedere ad una diversa ripartizione delle risorse tra forze armate e forze di polizia.
Marcello DE ANGELIS (PdL), relatore, pur dichiarando la sua scarsa soddisfazione per la soluzione individuata, che costituisce, a suo avviso, una risposta minima alle esigenze del comparto sicurezza, meritevoli di attenzione prioritaria, conferma la proposta testé formulata e fa presente che le modifiche richieste dal sottosegretario Mantovano in ordine ad una diversa ripartizione del fondo potranno essere considerate dalla Commissione di merito. Con riferimento alla richiesta pervenuta, anche da rappresentanti delle opposizioni, di inserire un riferimento alla concertazione per la ripartizione delle risorse, rileva che il provvedimento individua già esattamente le disposizioni del decreto-legge n. 78 del 2010 di cui si intende mitigare gli effetti con conseguente individuazione anche dei soggetti beneficiari, che non possono che essere quelli colpiti dalle richiamate disposizioni. Fa presente di essere sorpreso per la richiesta delle opposizioni di prevedere la pensionabilità dell'indennità concessa dal decreto-legge in esame, atteso che mancherebbe la copertura ed in più occasioni le stesse forze politiche hanno correttamente posto molta attenzione su tale profilo.
Massimo VANNUCCI (PD), con riferimento alla condizione contenuta nel parere del relatore, fa presente che dovrebbe prevedersi il riconoscimento di trattamenti omogenei non solo al personale delle Forze di polizia e delle Forze armate, ma anche a quello del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Il sottosegretario Alberto GIORGETTI sottolinea come il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco appartenga ad un autonomo comparto di contrattazione e, pertanto, non ritiene giustificata una sua equiparazione al personale delle Forze di polizia e delle Forze armate. Per quanto attiene alle considerazioni del sottosegretario Mantovano, ritiene che, nell'ambito della prossima manovra di bilancio, potrà valutarsi la necessità di stanziare ulteriori risorse per far fronte agli impegni che il Governo ha assunto e che intende mantenere. Per quanto riguarda la ripartizione delle risorse tra Ministero dell'interno e Ministero della difesa, fa presente che non si tratta di una questione suscettibile di incidere sulla copertura finanziaria del provvedimento e, pertanto, ritiene che un eventuale emendamento in tal senso potrebbe considerarsi finanziariamente neutrale.
Renato CAMBURSANO (IdV) rileva che il dibattito sulla proposta di parere formulata dal relatore fornisca una dimostrazione dello stato confusionale in cui versano la maggioranza ed il Governo, che si presenta in Commissione con volti diversi. Ricorda che il sottosegretario Casero, nella seduta del 27 aprile 2011, aveva espresso una posizione interlocutoria, invitando il relatore ad approfondire il lavoro per trovare una convergenza anche rispetto alla proposta di parere alternativo presentata dai gruppi PD, UdCpTP e IdV. Osserva che, al contrario, il Ministro dell'economia e delle finanze mantiene un atteggiamento di chiusura con tutti, tranne, a suo avviso, che con un solo partito della maggioranza. Rileva che la soluzione individuata dal provvedimento rappresenta una risposta ridicola e minimalista rispetto ad un'esigenza sentita da tutti ben prima della manifestazione delle forze di polizia ad Arcore. Osserva come questa sia una risposta in linea con l'operato del Governo, e del Presidente del Consiglio in particolare, che non mantiene le promesse effettuate, come nel caso di Lampedusa. Evidenzia come oggi si precisi che l'indennità una tantum non è pensionabile, disilludendo i giovani che lavorano nel comparto sicurezza e che mettono quotidianamente a repentaglio la propria vita. Ritiene non condivisibile il richiamo alla legge di stabilità proposto dal sottosegretario Mantovano, non essendo, a suo avviso, un corretto modo di legiferare.
Roberto OCCHIUTO (UdCpTP), intervenendo per dichiarazione di voto, ribadisce le considerazioni critiche già formulate nell'ambito della discussione svoltasi nelle precedenti sedute. In questo contesto, osserva come il parere da ultimo confermato dal relatore dimostri come non sia stata raggiunta una mediazione, ma si sia realizzata una resa incondizionata al Ministero dell'economia e delle finanze. Dichiara, pertanto, la propria delusione per la soluzione che va prospettandosi, osservando come la maggioranza non stia mantenendo l'impegno, assunto in occasione dell'approvazione del decreto-legge n. 78 del 2010, a tenere indenni le Forze di polizia e le Forze armate e il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco dai tagli lineari ivi previsti. Pur confermando la propria stima e il proprio apprezzamento per l'onorevole Mantovano, osserva che non ci si può accontentare di una promessa ad affrontare la questione nell'ambito della prossima manovra finanziaria. Sottolineando, pertanto, come il Governo non presti fede agli impegni assunti, annuncia il proprio voto contrario sulla proposta di parere formulata dal relatore. La Commissione respinge la proposta di parere formulata dal relatore.
Giancarlo GIORGETTI, presidente, essendo stata respinta, a parità di voti, la proposta di parere presentata dal relatore, pone in votazione quella presentata dagli onorevoli Vannucci, Cambursano e Occhiuto.
La Commissione respinge la proposta di parere presentata dagli onorevoli Vannucci, Cambursano e Occhiuto.
Giancarlo GIORGETTI, presidente, chiede al relatore se ritiene di proporre un nuovo parere da porre in votazione.
Marcello DE ANGELIS (PdL), relatore, fa presente di essere in grado di formulare una nuova proposta di parere.
Pier Paolo BARETTA (PD) propone di rinviare la presentazione di un nuovo parere al termine della seduta antimeridiana dell'Assemblea al fine di non svilire la dignità dei lavori della Commissione.
Gioacchino ALFANO (PdL), rilevato che non è stata possibile una mediazione sul contenuto della proposta di parere, chiede al presidente di procedere con la votazione della nuova proposta di parere che il relatore si è dichiarato disponibile a presentare.
Giancarlo GIORGETTI, presidente, fa presente che la Commissione potrà proseguire i suoi lavori fino all'inizio delle votazioni in Assemblea, ma che l'opposizione potrebbe attuare legittimamente pratiche ostruzionistiche volte ad impedire la votazione della nuova proposta di parere.
Marcello DE ANGELIS (PdL), relatore, formula una nuova proposta di parere (vedi allegato).
Il sottosegretario Alberto GIORGETTI si rimette alla Commissione.
Massimo VANNUCCI (PD) ritiene che ci si trovi di fronte ad un aggiramento della deliberazione effettuata, mediante l'inserimento di una modifica meramente formale e priva di reale contenuto nella proposta originariamente formulata dal relatore. Sottolinea come sarebbe stato preferibile inserire almeno il riferimento alla concertazione. Preannuncia la volontà di abbandonare i lavori della Commissione se la proposta verrà messa in votazione.
Antonio BORGHESI (IdV) ritiene che costituirebbe un grave precedente approvare già in questa seduta una nuova proposta di parere solo formalmente diversa rispetto a quella appena respinta.
Pier Paolo BARETTA (PD) rileva che, a fronte del risultato paritario registratosi sulla prima proposta del relatore, sarebbe stato opportuno un confronto tra il relatore ed i proponenti del parere alternativo, al fine di tentare una composizione. Non condivide il metodo di proporre una riformulazione in tempi, a suo avviso, eccessivamente, rapidi e di tipo meramente formale. Ricorda che l'opposizione non ha mai forzato la situazione di sostanziale parità negli equilibri della Commissione e ribadisce l'opportunità almeno di un tentativo di confronto sulla nuova proposta di parere.
Giancarlo GIORGETTI, presidente, alla luce del dibattito svoltosi, propone di rinviare la votazione della nuova proposta di parere proposta dal relatore ad una seduta che sarà convocata alle ore 14.50.
La Commissione concorda.
DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
C. 4220-A Governo.
(Parere all'Assemblea).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione e condizione - Parere su emendamenti).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento e delle proposte emendative ad esso riferite, rinviato nella seduta antimeridiana.
Marcello DE ANGELIS (PdL), relatore, precisa di non avere ritenuto possibile un accordo con le forze di opposizione, non essendo, a suo avviso, adeguate le soluzioni proposte nel parere presentato dagli onorevoli Vannucci, Occhiuto e Cambursano. Fa presente di non essere comunque politicamente soddisfatto per la soluzione individuata con la proposta di parere da ultimo formulata, come parlamentare ed in particolare come membro anche della Commissione Difesa. Per tali ragioni, rimette il proprio mandato come relatore nelle mani del presidente.
Giancarlo GIORGETTI, presidente e relatore, preso atto delle dichiarazioni del deputato De Angelis, assume l'incarico di relatore e conferma la proposta di parere da ultimo formulata dal deputato De Angelis nella seduta antimeridiana.
Massimo VANNUCCI (PD) ribadisce come la proposta di parere da ultimo confermata dal presidente sia estremamente insoddisfacente, sottolineando come tale proposta rappresenti una conferma evidente delle difficoltà interne alla maggioranza e al Governo, che hanno impedito il raggiungimento di una mediazione tra le diverse posizioni emerse nelle Commissioni di merito e nella Commissione bilancio. Invita, pertanto, il presidente, che ora ha assunto anche il ruolo di relatore, a cercare di individuare una soluzione che concili le diverse esigenze esistenti.
Roberto OCCHIUTO (UdCpTP) sottolinea di avere grande rispetto per il ruolo della Commissione e, ritenendo la nuova proposta di parere sostanzialmente identica a quella già respinta dalla Commissione e frutto di un mero espediente tecnico per rimediare all'assenza di taluni deputati della maggioranza, rinuncia allo svolgimento della propria dichiarazione di voto e rinvia alle considerazioni già svolte nella seduta antimeridiana.
Pier Paolo BARETTA (PD) esprime la propria delusione per l'esito del dibattito, che ha portato alla sostanziale conferma del parere precedentemente formulato dal relatore. Nel rilevare come si sarebbe potuto compiere uno sforzo maggiore per raggiungere un risultato condiviso, sottolinea come la proposta di parere posta in votazione non si differenzi sostanzialmente da quella inizialmente presentata e che la rinuncia al mandato da parte del relatore avrebbe richiesto un atteggiamento diverso. A nome del proprio gruppo, annuncia, pertanto, il voto contrario sulla proposta di parere formulata dal presidente.
Renato CAMBURSANO (IdV) sottolinea preliminarmente come in Commissione vi sia un clima molto diverso da quello registrato presso la VII Commissione e di questo dà atto al presidente Giorgetti. Rileva quindi che la sostanziale riproposizione del medesimo parere denoti le fibrillazioni della maggioranza e la mancanza di elementi nuovi rispetto alla settimana precedente. Sottolinea come da un lato si sia deciso di adottare una norma di favore per i lavoratori delle forze armate, per poi rendersi conto della insufficienza delle risorse riducendone la portata. Comunica quindi che l'atteggiamento già dichiarato dal suo gruppo non cambierà e ribadisce il proprio voto contrario.
Giancarlo GIORGETTI, presidente, facendo presente che ciascuno potrà in Assemblea assumere l'atteggiamento che riterrà più opportuno, pone in votazione la proposta di parere da ultimo presentata nella seduta antimeridiana.
La Commissione approva la proposta di parere formulata dal presidente.
DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. C. 4220-A Governo.
PARERE APPROVATO
«La V Commissione,
esaminato il disegno di legge C. 4220-A, di conversione del decreto legge n. 27
del 2011, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al
personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei
vigili del fuoco, e gli emendamenti ad esso riferiti contenuti nel fascicolo n.
2;
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, il quale ha precisato che:
l'utilizzo dei risparmi di gestione conseguiti nell'ambito dei bilanci delle
amministrazioni interessate per incrementare ulteriormente il fondo di cui al
comma 1 dell'articolo 1 è suscettibile di determinare effetti negativi per la
finanza pubblica;
il mantenimento in bilancio delle somme previsto dal comma 2-bis
dell'articolo 1 rappresenta una deroga alla vigente disciplina contabile che
determina effetti negativi per la finanza pubblica;
l'attribuzione di assegni perequativi individuali, aventi la medesima natura
giuridica dell'emolumento corrispondente, in luogo dell'attribuzione di assegni
una tantum determina oneri, anche di natura previdenziale, privi di
idonea quantificazione e copertura;
rilevata l'opportunità di assicurare l'omogeneità dei trattamenti riconosciuti
al personale delle Forze armate e a quello delle Forze di polizia in forza
delle disposizioni dell'articolo 1, comma 2, anche al fine di evitare ulteriori
richieste emulative;
nel presupposto che il Governo, in occasione della presentazione del disegno di
legge di stabilità, riconsideri nel suo complesso la questione della
perequazione dei trattamenti economici del personale del comparto sicurezza e
difesa in considerazione della specificità dello stesso,
esprime
sul testo del provvedimento elaborato dalle commissioni di merito:
PARERE FAVOREVOLE
con
le seguenti condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto
comma, della Costituzione:
all'articolo 1, comma 2, sopprimere le parole da: , nonché dei risparmi fino
a: Amministrazioni interessate;
all'articolo 1, sopprimere il comma 2-bis;
all'articolo 1, comma 3, sostituire le parole: assegni perequativi
individuali, aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente con
le seguenti: assegni una tantum,
e con la seguente condizione:
all'articolo 1, comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Le
risorse di cui al presente comma sono attribuite in modo da assicurare
trattamenti omogenei al personale delle Forze armate e a quello delle Forze di
polizia»;
sugli emendamenti trasmessi dall'assemblea:
PARERE CONTRARIO
sugli emendamenti 1.1, 1.3, 1.10, 1.13, 1.19, 1.20, 1.21, 1.22 e sugli articoli aggiuntivi 1.02 e 1.03, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura,
NULLA OSTA
sui restanti emendamenti».
DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
C. 4220 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite I e IV).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.
Antonino FOTI (PdL), relatore, osserva che la XI Commissione è chiamata ad esprimere alle Commissioni riunite I e IV un parere, per quanto di competenza, sul disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge n. 27 del 2011, emanato dal Governo al fine di attribuire un riconoscimento economico aggiuntivo al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, fortemente impegnato - soprattutto nel corso degli ultimi anni - in una significativa attività di prevenzione e vigilanza, oltre che nello svolgimento di delicati incarichi di sicurezza pubblica, non soltanto sul territorio italiano, ma anche all'estero. Fa presente che il provvedimento in esame, dando seguito a precisi impegni assunti dallo stesso Governo anche in sede parlamentare, mira a dare maggiore concretezza al principio di «specificità» del comparto sicurezza e difesa - già previsto dalla legge 4 novembre 2010, n. 183 (cosiddetto «collegato lavoro») - la cui attuazione sul piano pratico non può non riguardare, a suo avviso, anche gli aspetti connessi al trattamento economico, pur nell'ambito di una politica di equilibrio della spesa pubblica, alla quale, in ogni caso, il comparto non si è sottratto. Ricorda, infatti, che anche il personale del comparto sicurezza e difesa è stato interessato dagli effetti del decreto-legge n. 78 del 2010 (in particolare, dell'articolo 9, commi 1 e 21), che ha previsto un severo contenimento della spesa nel settore del pubblico impiego, rispetto al quale, tuttavia, proprio alla luce della richiamata specificità del comparto, è stato previsto un distinto fondo destinato al finanziamento di misure perequative (Fondo del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico).
Per le ragioni esposte, fa notare che il provvedimento in esame - composto di 2 articoli - estende anzitutto la durata del predetto Fondo (che diventa triennale e non più biennale) e ne dispone un incremento, in misura pari a 115 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013: in tal modo, dunque, il Fondo raggiunge un ammontare complessivo di 505 milioni di euro (195 milioni per ciascuno degli anni 2011 e 2012 e 115 milioni per l'anno 2013). Rileva, inoltre, che il comma 2 del medesimo articolo 1 prevede la possibilità di una successiva, ulteriore, integrazione (con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, adottato di concerto con i Ministri della difesa e dell'interno) del citato Fondo, contemplando due diverse fonti di tale finanziamento aggiuntivo, rispettivamente in favore del personale delle Forze armate e in favore del personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Mette in evidenza, pertanto, che - alla luce dell'integrazione del Fondo - il comma 3 dell'articolo 1 del decreto-legge in esame prevede conseguentemente di destinare le relative risorse alla corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco: il provvedimento riconosce, tra i beneficiari dell'assegno, sia il personale in regime di diritto pubblico interessato dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali, sia quello nei cui confronti ha trovato applicazione il blocco della progressione economica in base al decreto-legge n. 78 del 2010. Osserva, infine, che le misure dei richiamati assegni una tantum, nonché la ripartizione delle risorse disponibili tra le amministrazioni interessate, saranno definite successivamente, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministri competenti, secondo le procedure previste dall'articolo 8, comma 11-bis, del più volte richiamato decreto-legge n. 78.
In conclusione, preso atto dell'importanza di questo intervento economico-normativo e dei profili di stretta attinenza rispetto alle competenze della XI Commissione, preannuncia l'intenzione di proporre l'espressione di un parere favorevole sul provvedimento in esame, ferma restando l'opportunità di valutare le eventuali modifiche che potranno essere apportate al testo dalle Commissioni di merito, nella fase di esame degli emendamenti. Nel frattempo, auspica che possa svolgersi un articolato e approfondito dibattito sul testo in esame, il quale, mirando a tutelare la specificità di un settore importante del pubblico impiego, appare quanto mai meritevole di un ampio consenso tra i gruppi.
Giovanni PALADINI (IdV) fa notare che il provvedimento in esame, nel prevedere la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, contiene misure tendenti a compensare solo parzialmente i blocchi stipendiali previsti dal decreto-legge 78 del 2010. In proposito, rileva che tali misure di contenimento della spesa pubblica (effettuate con l'ultima manovra economica dal Governo) si sono rivelate ampiamente sbagliate e irragionevoli rispetto alla specificità del comparto difesa e sicurezza, atteso che esse hanno inciso anche su dinamiche retributive connesse ad avanzamenti di ruolo e a cambi di funzioni. Osserva, inoltre, che per il finanziamento delle disposizioni in esame si attinge a risorse in precedenza già stanziate per il progetto di riordino delle carriere di tale personale, disegno più complessivo di riforma contemplato da altri provvedimenti pendenti presso le Commissioni riunite I e IV della Camera dei deputati, che, essendo volti a dare un definitivo assetto al regime economico e giuridico di tali lavoratori, risultano, a suo avviso, meritevoli di maggiore attenzione.
Per tali ragioni, pur giudicando opportuno adottare nell'immediato le misure di perequazione previste dal provvedimento in esame - che valuta, tuttavia, in termini ampiamente insufficienti - nei confronti di un personale ingiustamente danneggiato dalle recenti iniziative adottate dal Governo, ritiene necessario che il loro finanziamento non avvenga sottraendo le risorse destinate all'intervento normativo sulle carriere del personale delle forze dell'ordine. Preannuncia, dunque, la presentazione di una proposta di parere alternativa a quella del relatore, nel presupposto che questi - secondo quanto emerge dalla sua relazione introduttiva odierna - si limiti a proporre alla Commissione l'espressione di un parere favorevole senza ulteriori rilievi di merito: appare infatti essenziale, a suo giudizio, offrire una tutela efficace e adeguata ai lavoratori interessati, che attendono da tempo il giusto riconoscimento della loro particolare posizione nell'ambito della pubblica amministrazione.
Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
C. 4220 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite I e IV).
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.
Giuseppe BERRETTA (PD) osserva che il provvedimento in esame è stato adottato dal Governo per riparare ai danni derivanti da precedenti scelte incongrue in materia di blocco degli stipendi del personale del pubblico impiego, assunte nella manovra economico-finanziaria del luglio 2010. Nel far notare, quindi, che l'Esecutivo in carica - con il provvedimento in esame - intende far passare l'idea per la quale il riconoscimento dei diritti di una importante categoria di lavoratori può avvenire solo grazie a benevole concessioni del Governo, denuncia l'oscurità delle norme contenute nel decreto-legge, che non determinano criteri, entità e tempi dell'erogazione dei contributi.
Esprime, poi, forti perplessità in ordine alle modalità di attuazione delle disposizioni in esame, sia per quanto riguarda le coperture finanziarie, sia per quanto riguarda le modalità di corresponsione dell'una tantum in questione. Quanto ai profili di copertura, rileva che si utilizzano fonti di finanziamento già destinate ad altre importanti finalità, atteso che si attingono risorse dal «Fondo giustizia» e si utilizzano anche somme già stanziate per l'attuazione del progetto di riallineamento delle carriere del comparto difesa-sicurezza; in ordine agli aspetti connessi alle modalità di corresponsione dei benefici, paventa poi il rischio che possano esservi discriminazioni tra i lavoratori, soprattutto a svantaggio di coloro che matureranno il diritto negli anni successivi all'entrata in vigore della legge, anche considerato che nel provvedimento si prevede una diminuzione a scalare, negli anni, delle risorse finanziarie.
In conclusione, nel giudicare insufficienti le misure recate dal testo in esame, chiede al relatore chiarimenti circa la rilevanza ai fini previdenziali dei benefici previsti del provvedimento in esame.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), nel precisare che non sussiste alcun dubbio circa l'efficacia delle misure in esame anche ai fini previdenziali, manifesta soddisfazione per l'intervento in oggetto, con il quale l'Esecutivo in carica, pur in presenza di evidenti difficoltà economiche, ha inteso offrire un sostegno significativo ad un importante comparto della pubblica amministrazione. Osserva, inoltre, che - poiché non si registrano significativi passi in avanti nell'iter di esame del più volte richiamato provvedimento di riforma delle carriere, pendente da tempo presso le Commissioni riunite I e IV - risulta comunque apprezzabile che il Governo abbia inteso adottare da subito misure a favore del personale delle forze dell'ordine, in attesa di un intervento più complessivo, che potrà ben essere attuato successivamente.
Giovanni PALADINI (IdV), intervenendo per una integrazione rispetto all'intervento già svolto nella seduta di ieri, ribadisce le proprie perplessità in ordine alle modalità di finanziamento dell'intervento normativo in esame, sottolineando l'irrazionalità della scelta di utilizzare, allo scopo, risorse destinate all'attuazione della riforma delle carriere del personale del comparto sicurezza-difesa. Nel ribadire che il provvedimento in esame presenta una valenza risarcitoria rispetto a scelte incostituzionali assunte dal Governo nell'ultima manovra economica, laddove si è imposto un blocco stipendiale suscettibile di colpire anche gli avanzamenti di carriera avvenuti mediante concorso pubblico, far notare che il suo gruppo si riserva di presentare una proposta di parere alternativo, alla quale fa rinvio per una più esauriente definizione della posizione complessiva sull'argomento.
Auspica, infine, che il relatore, nella proposta di parere che si accinge a predisporre - oltre ad accogliere con favore la previsione di un riconoscimento economico aggiuntivo a favore del personale in questione - possa fare riferimento anche all'esigenza di proseguire l'iter delle proposte di legge in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del comparto sicurezza e difesa, attualmente in discussione presso le Commissioni riunite I e IV.
Silvano MOFFA, presidente, ricordato che sono ancora in corso di esame presso le Commissioni riunite I e IV gli emendamenti riferiti al presente provvedimento, avverte che la votazione del parere di competenza potrà avere luogo nella seduta già convocata per domani.
Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.
DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
C. 4220 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite I e IV).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.
Silvano MOFFA, presidente, comunica che nel pomeriggio di ieri è stato trasmesso il testo del provvedimento in titolo, come risultante al termine dell'esame degli emendamenti presso le Commissioni riunite I e IV. In proposito, avverte che il relatore ha predisposto una proposta di parere favorevole sul predetto testo (vedi allegato 1) e che è stata presentata una proposta alternativa di parere da parte del deputato Paladini (vedi allegato 2).
Giuseppe BERRETTA (PD) fa presente che il suo gruppo, pur non potendo dichiararsi contrario al riconoscimento di un beneficio economico aggiuntivo a favore del personale del comparto difesa-sicurezza, tenuto anche conto della sua specificità, giudica comunque insufficiente, dal punto di vista quantitativo e metodologico, il provvedimento in esame, che peraltro presenta taluni aspetti normativi che avrebbero potuto essere più chiari e meglio definiti. Nel richiamare le considerazioni critiche espresse nella seduta di ieri, auspica che esse possano trovare una soluzione positiva nel prosieguo dell'esame parlamentare del provvedimento, facendo anche seguito ai segnali di apertura mostrati dalle Commissioni di merito nella giornata di ieri (con l'approvazione di alcune proposte emendative) e confermati oggi, nel corso dell'esame in sede consultiva del testo da parte della Commissione, dallo stesso relatore, nella cui proposta di parere favorevole si riprendono alcuni dei suggerimenti proposti dall'opposizione.
Per le ragioni esposte, preannuncia quindi l'astensione del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.
Massimiliano FEDRIGA (LNP) ritiene che le misure contenute nel provvedimento in esame costituiscano un riconoscimento dovuto nei confronti di un importante comparto del pubblico impiego, testimoniando il grande impegno assunto dal Governo su tale versante, nonostante le evidenti difficoltà economiche determinate dalla crisi in atto. Si tratta, a suo avviso, di un forte segnale lanciato al Paese, con il quale l'Esecutivo intende confermare il proprio sostegno ai soggetti più esposti sul fronte dell'ordine pubblico e della sicurezza.
Preannuncia, per tali motivazioni, il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole del relatore.
Antonino FOTI (PdL), relatore, evidenzia che la sua proposta di parere favorevole, appena presentata, ha inteso recepire gran parte delle osservazioni svolte dai gruppi nel corso del dibattito, nel presupposto che sul tema della tutela della specificità del comparto sicurezza-difesa vi sia la massima condivisione possibile tra tutti gli schieramenti politici. Precisa, peraltro, che anche la proposta di parere alternativa presentata dal deputato Paladini - sollevando i medesimi temi - non risulta sostanzialmente difforme dalla sua proposta di parere favorevole, di cui raccomanda, pertanto, l'approvazione da parte della Commissione. Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che sarà ora posta in votazione la proposta di parere del relatore; in caso di sua approvazione, risulterà conseguentemente preclusa la proposta alternativa di parere del deputato Paladini.
La Commissione approva la proposta di parere del relatore, risultando conseguentemente preclusa la proposta alternativa di parere del deputato Paladini.
DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (C. 4220 Governo).
PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE
La XI Commissione,
esaminato il disegno di legge n. 4220, di conversione in legge del
decreto-legge n. 27 del 2011, recante «Misure urgenti per la corresponsione di
assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze
armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco», come risultante dagli
emendamenti approvati dalle Commissioni riunite I e IV;
rilevato che il provvedimento è stato emanato dal Governo, dando seguito a
precisi impegni assunti in sede parlamentare, al fine di attribuire un
riconoscimento economico aggiuntivo al personale delle Forze di polizia, delle
Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, fortemente impegnato -
soprattutto nel corso degli ultimi anni - in una significativa attività di
prevenzione e vigilanza, oltre che nello svolgimento di delicati incarichi di
sicurezza pubblica, non soltanto sul territorio italiano, ma anche all'estero;
preso atto che il testo risultante dagli emendamenti approvati sembra anche chiarire
in termini positivi alcuni aspetti problematici legati alla natura
giuridico-economica degli emolumenti;
sottolineata l'opportunità di dare sempre maggiore concretezza al principio di
«specificità» del comparto sicurezza e difesa, già contenuto nella legge 4
novembre 2010, n. 183 (cosiddetto «collegato lavoro»);
segnalata l'esigenza che la copertura dei costi derivanti dai benefici previsti
dal decreto-legge in esame - che interessa anche l'autorizzazione di spesa
prevista dall'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge 24 dicembre
2003, n. 350, destinata al riallineamento di alcune posizioni di carriera del
personale delle Forze Armate e al riordino dei ruoli e delle carriere del
personale non direttivo e non dirigente delle Forze armate e delle Forze di
polizia - possa essere accompagnata anche dalla possibilità di proseguire
l'iter delle proposte di legge in materia di riordino dei ruoli e delle
carriere del comparto sicurezza e difesa, attualmente all'esame delle
Commissioni riunite I e IV;
esprime
PARERE FAVOREVOLE.
ALLEGATO 2
DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (C. 4220 Governo).
PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE DEL DEPUTATO PALADINI
La XI Commissione,
esaminato il disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge n.
27/2011 (Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al
personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei
vigili del fuoco);
rilevato che:
l'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con
modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, ha istituito un Fondo destinato al
finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate,
dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia di Stato,
dei Vigili del fuoco, del Corpo forestale e della Polizia penitenziaria
interessati dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli
automatismi stipendiali, con dotazione di 80 milioni di euro annui per ciascuno
degli anni 2011 e 2012;
il decreto-legge in esame finanzia il citato Fondo facendolo diventare di
durata triennale e non più biennale ed incrementato le sue risorse di 115
milioni per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, raggiungendo così
l'ammontare di 505 milioni di euro, così suddivisi: 195 milioni per ciascuno
degli anni 2011 e 2012 e 115 milioni per l'anno 2013;
il decreto-legge stabilisce che le risorse del Fondo siano destinate alla corresponsione
di assegni una tantum al personale delle Forze armate, delle Forze di
polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;
il Governo ha coperto i costi derivanti dai benefici previsti dal decreto-legge
riducendo, per il triennio considerato, l'autorizzazione di spesa prevista
dall'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge 24 dicembre 2003, n.
350, destinata al riallineamento di alcune posizioni di carriera del personale
delle Forze Armate e al riordino dei ruoli e delle carriere del personale non
direttivo e non dirigente delle Forze armate e delle Forze di polizia;
creano molta preoccupazione le modalità di copertura finanziaria del
decreto-legge, che toglie risorse al fondo per il riordino delle carriere,
provvedimento importante nell'ottica di garantire un giusto riconoscimento al
personale delle forze dell'ordine e da anni atteso dalle categorie interessate;
la riduzione di tali risorse pone una seria ipoteca sulla possibilità di
proseguire l'iter delle proposte di legge in materia di riordino dei ruoli e
delle carriere del comparto sicurezza e difesa, attualmente all'esame delle
Commissioni riunite I e IV della Camera dei deputati;
si è di fronte ad un situazione nella quale il Governo, per far fronte a
un'emergenza, ne ha creata un'altra, tradendo, tra l'altro, gli impegni assunti
per il riordino dei ruoli e delle carriere e per il riconoscimento della
specificità del comparto della difesa, della sicurezza e del soccorso pubblico,
specificità che non è certamente riconosciuta con assegni una tantum;
le Forze armate, quelle di sicurezza e del soccorso pubblico meritano di
ricevere risposte chiare sulla possibilità di approvare le
proposte di legge in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del
comparto sicurezza e difesa e sulla volontà del Governo di sostenerle. In
questo senso appaiono puramente demagogici gli annunci del Ministro della
difesa e del Ministro dell'interno, fatti durante il Consiglio dei ministri del
23 marzo 2011, di voler procedere alla predisposizione di un disegno di legge
delega in materia, se non si assicurano prima le risorse necessarie almeno a
reintegrare il fondo svuotato dal decreto-legge;
nonostante il decreto-legge del Governo sia debole, insufficiente e
contraddittorio, la sua non approvazione potrebbe pregiudicare ulteriormente i
comparti della difesa, della sicurezza e del soccorso pubblico, perché le
«misure tampone» che contiene potrebbero avere almeno l'effetto di limitare
temporaneamente alcuni dei disagi dei lavoratori dei settori interessati,
esprime
PARERE FAVOREVOLE
con la seguente
osservazione:
valutino le Commissioni di merito di chiedere al Governo la possibilità di
trovare una copertura finanziaria del provvedimento alternativa a quella
prevista dal comma 4 dell'articolo 1, che riduce l'autorizzazione di spesa di
cui all'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge n. 350 del 2003
(riordino delle carriere).
«Paladini».
DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
C. 4220 Governo.
(Alle Commissioni riunite I e IV).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del disegno di legge.
Giovanni DIMA (PdL), relatore, nel preannunciare il suo giudizio positivo sul decreto legge n. 27 del 2011, fa presente che esso dispone l'erogazione di complessivi 345 milioni di euro, per il triennio 2011-2013, in favore del personale delle Forze armate, dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia di Stato, dei Vigili del fuoco, della Polizia penitenziaria e, per quel che attiene alla competenza della Commissione Agricoltura, del Corpo forestale dello Stato che, ai sensi della legge n. 121 del 1981, è ricompreso, tra le Forze di polizia.
Ricorda quindi che il decreto-legge in esame risponde alle specificità del comparto sicurezza-difesa e soccorso pubblico, che ha in ogni caso partecipato al complessivo contenimento della spesa per il personale pubblico, disposto con il decreto-legge n. 78 del 2010 (in particolare con l'articolo 9, commi 1 e 21).
Nello specifico, l'articolo 1 del decreto-legge in esame prevede che la dotazione del Fondo destinato al finanziamento di misure perequative per il personale del comparto, di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, sia incrementata per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013 di 115 milioni di euro. Il Fondo disporrà pertanto complessivamente di 195 milioni di euro per il 2011 e il 2012 e di 115 milioni di euro per il 2013. Si prevede anche la possibilità di una successiva ulteriore integrazione del citato Fondo, che potrà essere disposta con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, adottato di concerto con i ministri della difesa e dell'interno.
Il comma 3 dell'articolo 1 stabilisce che il predetto Fondo sia destinato alla corresponsione di assegni una tantum in favore del personale in questione. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministri competenti, saranno individuate le misure degli assegni una tantum.
Paolo RUSSO, presidente, ricordando che le Commissioni riunite I e IV esamineranno nella giornata di domani gli emendamenti al decreto-legge, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per domani.
DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
C. 4220 Governo.
(Alle Commissioni riunite I e IV).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con osservazioni).
La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge, rinviato nella seduta di ieri martedì 12 aprile 2011.
Paolo RUSSO, presidente, ricorda che nella seduta di ieri l'onorevole Dima ha svolto la relazione introduttiva, preannunciando una proposta di parere favorevole.
Avverte che le Commissioni riunite I e IV esamineranno nella giornata odierna gli emendamenti al decreto-legge. Ritiene pertanto che la Commissione possa esprimere il parere sul testo iniziale, salva la possibilità di esprimere parere anche sul testo eventualmente modificato, ove le modifiche incidessero su aspetti di competenza della Commissione medesima.
Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) ritiene opportuno che la Commissione si esprima dopo che le Commissioni I e IV avranno esaminato gli emendamenti presentati. In particolare, il suo gruppo ritiene necessario, per definire la sua posizione complessiva sul provvedimento, conoscere l'esito degli emendamenti che ha proposto.
Giuseppina SERVODIO (PD) ritiene necessario attendere le decisioni delle Commissioni di merito sugli emendamenti per esprimere una posizione politica compiuta sul provvedimento. Ciò significherebbe anche prestare maggiore attenzione verso i soggetti interessati.
Paolo RUSSO, presidente, fa presente che la sua proposta è motivata unicamente dall'intenzione di consentire alla Commissione di esprimersi tempestivamente sul provvedimento, anche per le regioni indicate dalla collega Servodio.
Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), prendendo atto delle precisazioni del Presidente, sottolinea che il provvedimento presenta alcuni aspetti problematici.
In primo luogo, prevede la corresponsione di un assegno una tantum, peraltro non quantificato, laddove sarebbe necessario prevedere misure economiche certe e stabili nel tempo. In secondo luogo, non è assicurata la necessaria concertazione con le rappresentanze sindacali del personale interessato, ai fini dell'attuazione del provvedimento. Inoltre, il decreto-legge rischia di penalizzare le cosiddette «fasce basse» delle Forze armate e di polizia. Infine, appare criticabile il meccanismo di finanziamento previsto per la successiva ulteriore integrazione del Fondo destinato a misure perequative per il personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico, in quanto sarebbe necessario prevedere risorse certe.
Paolo RUSSO, presidente, invita il relatore a valutare le questioni indicate dal deputato Oliverio, ai fini della formulazione di una proposta di parere che possa consentire oggi alla Commissione di esprimersi compiutamente sul provvedimento.
Giovanni DIMA (PdL), relatore, condivide in linea generale l'opportunità di una riflessione sul merito delle questioni emerse dal dibattito. Osserva in ogni caso che, per quanto riguarda gli aspetti finanziari, la dotazione del Fondo per il finanziamento delle misure perequative in favore del personale del comparto sicurezza-difesa e del soccorso pubblico è immediatamente incrementata, per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, di 115 milioni di euro. Chiede invece di precisare ulteriormente le restanti questioni.
Corrado CALLEGARI (LNP), condividendo gli interventi del Presidente e del relatore, osserva che, indipendentemente dagli importi che potranno essere corrisposti, un beneficio economico, anche se una tantum, è in ogni caso atteso dai lavoratori interessati. Ritiene pertanto che la Commissione possa esprimersi favorevolmente sul provvedimento.
Anita DI GIUSEPPE (IdV) invita a ponderare adeguatamente le questioni poste dal collega Oliverio, indubbiamente fondate. Invita inoltre a considerare l'importanza del ruolo delle Forze armate e delle Forse di polizia, anche sul piano internazionale.
Segnalando che i gruppi dell'opposizione hanno presentato presso le Commissioni di merito emendamenti migliorativi del provvedimento, sottolinea che gli stessi gruppi sono intenzionati ad operare affinché l'esame del provvedimento si concluda presto e bene.
Giovanni DIMA (PdL), relatore, formula conclusivamente una proposta di parere favorevole con alcune osservazioni, che recepiscono i rilievi emersi nel corso del dibattito (vedi allegato).
Anita DI GIUSEPPE (IdV) dichiara che voterà a favore della proposta del relatore, pur mantenendo riserve sul complesso del provvedimento, con particolare riferimento alla parte finanziaria.
Ricordando quindi la grave situazione delle carceri, sottolinea che è necessario assicurare migliori condizioni di vita anche attraverso l'incremento del personale addetto e il miglioramento del relativo trattamento. Peraltro, tali esigenze sussistono per tutti i corpi dello Stato interessati dal provvedimento.
Viviana BECCALOSSI (PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta del relatore.
La Commissione approva infine la proposta di parere favorevole con osservazioni, formulata dal relatore.
DL 27/2011: Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (C. 4220 Governo).
PARERE PROPOSTO DAL RELATORE ED APPROVATO DALLA COMMISSIONE
La XIII Commissione
Agricoltura,
esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge C. 4220 Governo,
recante «Conversione in legge del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante
misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale
delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del
fuoco»,
esprime
PARERE FAVOREVOLE
con le seguenti
osservazioni:
1) si auspica la necessaria concertazione con le rappresentanze sindacali del
personale interessato, ai fini dell'attuazione del provvedimento;
2) si auspica una maggiore valorizzazione del personale non dirigente e non
direttivo dei Corpi interessati dal decreto-legge;
3) si invitano le Commissioni di merito ad impegnarsi affinché i benefici una
tantum previsti dal decreto-legge possano essere stabilizzati.
N. 4220-A
¾
CAMERA DEI DEPUTATI ______________________________ |
|
DISEGNO DI LEGGE |
|
presentato dal presidente del consiglio dei ministri (BERLUSCONI) e dal ministro dell'economia e delle finanze (TREMONTI) di concerto con il ministro dell'interno (MARONI) con il ministro della difesa (LA RUSSA) e con il ministro della giustizia (ALFANO) ¾ |
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Conversione in legge del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco |
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Presentato il 28 marzo 2011
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(Relatori: STASI, per la I Commissione;
CICU, per la IV Commissione)
NOTA: Le Commissioni permanenti I (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni) e IV (Difesa), il 14 aprile 2011, hanno deliberato di riferire favorevolmente sul disegno di legge. In pari data, le Commissioni hanno chiesto di essere autorizzate a riferire oralmente.
PARERE DEL COMITATO PER LA LEGISLAZIONE
Il Comitato per la legislazione,
esaminato il disegno di legge n. 4220 e rilevato che:
esso reca un contenuto omogeneo, essendo volto a disciplinare unicamente l'integrazione del fondo per il finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e la destinazione delle somme stanziate alla corresponsione di assegni una tantum al citato personale;
il decreto-legge, ai commi 1 e 2 dell'articolo 1, nel disporre, rispettivamente, l'incremento del fondo di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, e la possibilità che la dotazione del medesimo fondo sia ulteriormente incrementata con decreto ministeriale, non effettua un adeguato coordinamento con la preesistente fonte normativa, che risulta oggetto di modifiche non testuali; tale modalità di produzione normativa – che mal si concilia con lo scopo di semplificare e riordinare la legislazione vigente – si riscontra altresì al successivo comma 3 dell'articolo 1, che introduce una modifica implicita sia all'ambito soggettivo che a quello oggettivo di destinazione del fondo in oggetto, disponendo, in particolare, quanto al primo aspetto, che il fondo sia destinato al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco interessato «all'applicazione dell'articolo 9, commi 1 e 21, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78», laddove, invece, il citato articolo 8, comma 11-bis, si riferisce al solo personale «interessato alle disposizioni di cui all'articolo 9, comma 21»; quanto al secondo aspetto, disponendo che il medesimo Fondo sia preordinato alla corresponsione di assegni una tantum, identificando, come appare plausibile, in questi ultimi le «misure perequative» genericamente richiamate dal citato articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010;
il provvedimento, all'articolo 1, comma 2 – laddove demanda a decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri della difesa e dell'interno, la possibilità di incrementare la dotazione del fondo destinato al finanziamento delle misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, fissata per legge, tramite risorse anch'esse derivanti da autorizzazioni legislative di spesa – interviene sul sistema delle fonti, con specifico riguardo all'idoneità di fonti secondarie ad incidere sulla portata applicativa di fonti normative di rango primario; peraltro, la disposizione in oggetto, alle lettere a) e b), individua, nell'ambito del fondo – la cui struttura è unitaria – due distinte categorie di beneficiari (personale delle Forze armate da un lato e personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco dall'altro), cui sono riservate risorse attinte da due diverse fonti, introducendo così un vincolo di destinazione di cui andrebbe valutata la congruità anche alla luce della perequazione del trattamento economico tra Forze armate e Forze di polizia che trova fondamento in stratificate disposizioni legislative, talora emanate per dare attuazione a sentenze della Corte costituzionale (vedi la sentenza n. 277 del 1991);
esso, all'articolo 1, comma 3, nella parte in cui richiama le disposizioni di cui al secondo periodo dell'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, indirettamente demanda ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato su proposta dei Ministri competenti, l'individuazione degli assegni una tantum da corrispondere al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ricorrendo ad uno strumento di cui appare dubbia la coerenza con il sistema delle fonti;
infine, esso non è provvisto della relazione sull'analisi tecnico-normativa (ATN), né della relazione sull'analisi di impatto della regolamentazione (AIR), senza che nella relazione di accompagnamento si riferisca in merito all'eventuale esenzione dall'obbligo di redigerla, in difformità dunque da quanto statuito dall'articolo 9 del regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 170 del 2008;
ritiene che, per la conformità ai parametri stabiliti dall'articolo 16-bis e 96-bis del Regolamento, debbano essere rispettate le seguenti condizioni:
sotto il profilo dell'efficacia del testo per la semplificazione e il riordinamento della legislazione vigente:
all'articolo 1, comma 2 – laddove dispone che con decreto ministeriale possa essere incrementata la dotazione del fondo destinato al finanziamento delle misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco – sia valutata la congruità del ricorso alla fonte di rango secondario, tenuto conto che l'ammontare della suddetta dotazione è fissato per legge, tramite risorse anch'esse derivanti da autorizzazioni legislative di spesa;
all'articolo 1, comma 3, sia valutata la congruità del richiamo operato alla disposizione di cui all'articolo 8, comma 11-bis, secondo periodo, tenuto conto che con il richiamo a quest'ultima norma si demanda ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, piuttosto che ad un regolamento di attuazione nella forma di decreto del Presidente della Repubblica da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 1, lettera b), della legge n. 400 del 1988, l'individuazione degli assegni una tantum da corrispondere al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; al medesimo comma 3, sia valutata altresì l'opportunità di definire i criteri per la corresponsione degli assegni in oggetto, anche tenendo conto che la somma da destinare a tali assegni decresce nell'ultimo anno del triennio di riferimento.
Il Comitato osserva altresì:
sotto il profilo dell'efficacia del testo per la semplificazione e il riordinamento della legislazione vigente:
all'articolo 1 – che incide sull'ambito di applicazione dell'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010 – valutino le Commissioni l'opportunità di riformulare la disposizione in termini di novella al citato decreto-legge;
all'articolo 1, comma 2, lettere a) e b) – che individua, nell'ambito del fondo due distinte categorie di beneficiari (personale delle Forze armate da un lato e personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco dall'altro), cui sono riservate risorse attinte da due diverse fonti – valutino le Commissioni la congruità del vincolo di destinazione ivi previsto, tenuto conto della perequazione del trattamento economico tra Forze armate e Forze di polizia, che trova fondamento in stratificate disposizioni legislative, anche attuative di sentenze della Corte costituzionale.
PARERE DELLA II COMMISSIONE PERMANENTE
(Giustizia)
La II Commissione,
esaminato il disegno di legge in oggetto;
osservato come esso disponga l'erogazione di 345 milioni di euro, per il triennio 2011-2013, in favore del personale delle Forze armate, dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia di Stato, dei Vigili del fuoco, del Corpo forestale e della Polizia penitenziaria;
evidenziata la situazione emergenziale in cui versano gli istituti penitenziari italiani e le conseguenti condizioni di particolare difficoltà relative al corpo della Polizia penitenziaria;
rilevata l'opportunità che il provvedimento rechi specifici criteri (entità, tempi di corresponsione) riguardanti la corresponsione dell'assegno una tantum, al personale interessato,
esprime
PARERE FAVOREVOLE
PARERE DELLA XI COMMISSIONE PERMANENTE
(Lavoro pubblico e privato)
La XI Commissione,
esaminato il disegno di legge n. 4220, di conversione in legge del decreto-legge n. 27 del 2011, recante «Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco», come risultante dagli emendamenti approvati dalle Commissioni riunite I e IV;
rilevato che il provvedimento è stato emanato dal Governo, dando seguito a precisi impegni assunti in sede parlamentare, al fine di attribuire un riconoscimento economico aggiuntivo al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, fortemente impegnato – soprattutto nel corso degli ultimi anni – in una significativa attività di prevenzione e vigilanza, oltre che nello svolgimento di delicati incarichi di sicurezza pubblica, non soltanto sul territorio italiano, ma anche all'estero;
preso atto che il testo risultante dagli emendamenti approvati sembra anche chiarire in termini positivi alcuni aspetti problematici legati alla natura giuridico-economica degli emolumenti;
sottolineata l'opportunità di dare sempre maggiore concretezza al principio di «specificità» del comparto sicurezza e difesa, già contenuto nella legge 4 novembre 2010, n. 183 (cosiddetto «collegato lavoro»);
segnalata l'esigenza che la copertura dei costi derivanti dai benefici previsti dal decreto-legge in esame – che interessa anche l'autorizzazione di spesa prevista dall'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, destinata al riallineamento di alcune posizioni di carriera del personale delle Forze armate e al riordino dei ruoli e delle carriere del personale non direttivo e non dirigente delle Forze armate e delle Forze di polizia – possa essere accompagnata anche dalla possibilità di proseguire l’iter delle proposte di legge in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del comparto sicurezza e difesa, attualmente all'esame delle Commissioni riunite I e IV,
esprime
PARERE FAVOREVOLE
PARERE DELLA XIII COMMISSIONE PERMANENTE
(Agricoltura)
La XIII Commissione,
esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge n. 4220 Governo, recante «Conversione in legge del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco»,
esprime
PARERE FAVOREVOLE
con le seguenti osservazioni:
1) si auspica la necessaria concertazione con le rappresentanze sindacali del personale interessato, ai fini dell'attuazione del provvedimento;
2) si auspica una maggiore valorizzazione del personale non dirigente e non direttivo dei Corpi interessati dal decreto-legge;
3) si invitano le Commissioni di merito ad impegnarsi affinché i benefici una tantum previsti dal decreto-legge possano essere stabilizzati.
del disegno di legge |
TESTO delle Commissioni |
Conversione in legge del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. |
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. |
Art. 1. |
Art. 1. |
1. È convertito in legge il decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. |
1. Il decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge. |
2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. |
2. Identico. |
Allegato
MODIFICAZIONI APPORTATE DALLE COMMISSIONI
All'articolo 1:
il comma 2 è sostituito dal seguente:
«2. La dotazione del fondo di cui al comma 1 può essere ulteriormente incrementata, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri della difesa e dell'interno, con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in conseguenza delle missioni internazionali di pace, delle risorse di cui al comma 7, lettera a), dell'articolo 2 del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 181, relativo al Fondo unico giustizia, nonché dei risparmi di gestione conseguiti sui bilanci ordinari delle Amministrazioni interessate»;
dopo il comma 2 è aggiunto il seguente:
«2-bis. Le somme del fondo di cui al comma 1, se non impegnate nell'esercizio di competenza, possono essere impegnate nell'anno successivo, anche ad incremento della dotazione prevista per il medesimo anno, secondo modalità definite con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previsto dall'articolo 8, comma 11-bis, secondo periodo, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, adottato per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013»;
al comma 3, le parole: «una tantum» sono sostituite dalle seguenti: «perequativi individuali, aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente,».
Al titolo, le parole: «una tantum» sono sostituite dalle seguenti: «perequativi individuali».
DECRETO-LEGGE 26 MARZO 2011, N. 27
Decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 71 del 28 marzo 2011. |
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Testo del decreto-legge |
Testo del decreto-legge
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Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. |
Misure urgenti per la corresponsione di assegni perequativi individuali al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. |
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA |
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Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione; |
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Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di adottare disposizioni in tema di misure per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; |
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Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 23 marzo 2011; |
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Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri dell'interno, della difesa e della giustizia; |
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emana |
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il seguente decreto-legge: |
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Articolo 1. |
Articolo 1. |
1. Fermo restando quanto stabilito dall'articolo 9 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e in particolare dai commi 1 e 21 del predetto articolo, la dotazione del fondo di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del citato decreto-legge n. 78 del 2010, è incrementata, per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, di 115 milioni di euro. |
1. Identico. |
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2. La dotazione del fondo di cui al comma 1 può essere ulteriormente incrementata, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di concerto, con i Ministri della difesa e dell'interno: a) a favore del personale delle Forze armate, con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in conseguenza delle missioni internazionali di pace; b) a favore del personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, con quota parte delle risorse di cui al comma 7, lettera a), dell'articolo 2 del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 181, relativo al Fondo unico giustizia. |
2. La dotazione del fondo di cui al comma 1 può essere ulteriormente incrementata, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri della difesa e dell'interno, con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in conseguenza delle missioni internazionali di pace, delle risorse di cui al comma 7, lettera a), dell'articolo 2 del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 181, relativo al Fondo unico giustizia, nonché dei risparmi di gestione conseguiti sui bilanci ordinari delle Amministrazioni interessate. |
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2-bis. Le somme del fondo di cui al comma 1, se non impegnate nell'esercizio di competenza, possono essere impegnate nell'anno successivo, anche ad incremento della dotazione prevista per il medesimo anno, secondo modalità definite con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previsto dall'articolo 8, comma 11-bis, secondo periodo, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, adottato per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013. |
3. Il fondo di cui al comma 1, come incrementato ai sensi del presente articolo, è destinato alla corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, anche con riferimento al personale interessato alla corresponsione, per i medesimi anni, dell'assegno funzionale, del trattamento economico superiore correlato all'anzianità di servizio senza demerito, compresa quella nella qualifica o nel grado, degli incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni, nonché degli emolumenti corrispondenti previsti per il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché all'applicazione dell'articolo 9, commi 1 e 21, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. Si applicano le disposizioni di cui al secondo e terzo periodo del citato articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010. |
3. Il fondo di cui al comma 1, come incrementato ai sensi del presente articolo, è destinato alla corresponsione di assegni perequativi individuali, aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente, al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, anche con riferimento al personale interessato alla corresponsione, per i medesimi anni, dell'assegno funzionale, del trattamento economico superiore correlato all'anzianità di servizio senza demerito, compresa quella nella qualifica o nel grado, degli incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni, nonché degli emolumenti corrispondenti previsti per il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché all'applicazione dell'articolo 9, commi 1 e 21, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. Si applicano le disposizioni di cui al secondo e terzo periodo del citato articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010. |
4. All'onere derivante dal comma 3 si provvede mediante corrispondente riduzione, per gli anni 2011, 2012 e 2013, dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge 24 dicembre 2003, n. 350. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a disporre, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. |
4. Identico. |
Articolo 2. |
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2. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge. |
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Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma, addì 26 marzo 2011. NAPOLITANO Berlusconi, Presidente
del Consiglio dei Ministri. Visto, il Guardasigilli: Alfano. |
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RESOCONTO
SOMMARIO e STENOGRAFICO
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468.
Seduta di MARTedì27 APRILE 2011
(omissis)
Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (A.C. 4220-A) (ore 11,48).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
(Discussione sulle linee generali - A.C. 4220-A)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che il presidente del gruppo parlamentare Partito Democratico ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e IV (Difesa) si intendono autorizzate a riferire oralmente.
Il relatore per la IV Commissione (Difesa), onorevole Cicu, ha facoltà di svolgere la relazione.
SALVATORE CICU, Relatore per la IV Commissione. Signor Presidente, onorevoli colleghi, discutiamo oggi del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, che la Camera dei deputati si appresta a convertire in legge.
A nostro giudizio, il decreto-legge in esame rappresenta un provvedimento di grande significato, in primo luogo per i suoi contenuti economici. Parliamo, infatti, di uno stanziamento di 345 milioni di euro per il triennio 2011-2013 a favore delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco che, aggiungendosi ai 160 milioni di euro già disponibili, consentirà di erogare 195 milioni di euro annui per i primi due anni e 115 milioni di euro nel terzo anno. Si tratta sicuramente di somme significative, anche se tutti auspichiamo che possano essere incrementate.
Vorrei, però, sottolineare in questa sede anche il significato politico del provvedimento in esame che attesta la grande attenzione per il comparto difesa e sicurezza. Come è noto, infatti, nel quadro di drastici tagli e di una politica di obbligato contenimento della spesa pubblica, attuati con il decreto legge n. 78 del 2010, tale comparto, mostrando, a mio avviso, grande senso di responsabilità, non si era sottratto alla propria parte di sacrificio al momento della definizione di una manovra di complessiva riduzione dei trattamenti economici nel pubblico impiego.
Già in quell'occasione, tuttavia, pur in un contesto complessivamente e sicuramente difficile, il Parlamento aveva sentito la necessità di rimarcare, comunque, che vi sono dei settori, dei lavori e delle professioni che hanno bisogno di un riconoscimento della loro specificità. Si tratta appunto del comparto sicurezza e difesa. Tale principio è stato poi cristallizzato nell'articolo 19 del cosiddetto collegato lavoro.
Il principio di specificità dei lavoratori, che operano in ambiti così difficili e delicati, impone di affrontare le problematiche del settore in modo sistematico, senza poter ad esse applicare in modo automatico le logiche e gli istituti che operano per la restante parte del pubblico impiego. Questa è la ragione per cui l'attuale Governo aveva previsto un fondo destinato al finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, interessato dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali, con una dotazione di 80 milioni di euro annui per gli anni 2011 e 2012. Risulta, infatti, fuorviante il titolo, che si riferisce a un'indennità una tantum, perché con questo provvedimento non avremmo una copertura a pioggia riferita a tutti, ma una diversificazione che riguarderebbe lo sblocco citato e, quindi, la possibilità di una valorizzazione, oltre che di una destinazione ulteriore di somme che vanno ad incrementare logicamente il reddito e che si riferiscono al riconoscimento di un Pag. 23lavoro prezioso per il Paese, che si svolge tutti giorni in un impegno che significa difesa e sicurezza. Infatti, da un lato si integra il citato fondo, fino all'ammontare di 505 milioni di euro, e dall'altro lato si copre l'intero triennio 2011-2013 sterilizzando, di fatto, il blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali.
Viene così data concreta attuazione al citato principio di specificità del comparto sicurezza e difesa e viene dato seguito agli impegni assunti dal Governo in sede parlamentare. Io stesso, da relatore, avevo presentato un ordine del giorno che impegnava il Governo ad interpretare le norme del citato decreto-legge n. 78, nel senso meno penalizzante possibile per il comparto in ordine al congelamento della massa stipendiale. Così pure era stato presentato l'ordine del giorno Fallica, con il quale il Governo si era impegnato a garantire interventi perequativi e totalmente compensativi, a tutela della specificità di status e di impiego del personale interessato, e a rinvenire adeguate risorse anche per l'anno 2013.
Nel lasciare la parola alla collega Stasi, relatore per la I Commissione, mi soffermo velocemente sul comma 4, che reca la copertura finanziaria del provvedimento. In particolare esso incide sull'autorizzazione di spesa finalizzata a due distinti interventi: da un lato il riallineamento di alcune posizioni di carriera del personale delle Forze armate; dall'altro il riordino dei ruoli e delle carriere di parte del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia.
Nelle Commissioni sono emerse riserve sull'opportunità di utilizzare tali fondi, nel timore che ciò possa rendere difficile procedere al riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia. Ritengo, però, che si tratta di polemiche infondate. Mi limito a ricordare, infatti, che contestualmente all'approvazione in Consiglio dei ministri del decreto-legge in esame, lo scorso 23 marzo 2011, il Ministro della difesa, onorevole Ignazio La Russa, ed il Ministro dell'interno, onorevole Roberto Maroni, hanno formalmente dichiarato di voler procedere quanto prima alla predisposizione di un disegno di legge delega per il riordino dei ruoli e delle carriere del comparto sicurezza e difesa, quindi un inizio importante e positivo di una valutazione complessiva e globale, che attiene a tutto il settore e alla specificità dello stesso.
PRESIDENTE. Ha facoltà di svolgere la relazione l'onorevole Stasi, relatore per la I Commissione.
MARIA ELENA STASI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, per completare l'illustrazione del provvedimento iniziata dal collega Cicu, ricordo che l'articolo 1, comma 2, prevede la possibilità di integrare il fondo di cui si è detto. Sul punto è, peraltro, intervenuta una modifica delle Commissioni, introdotta con l'approvazione di un emendamento dei relatori.
Il testo del decreto-legge deliberato dal Consiglio dei Ministri prevedeva infatti due diverse forme dell'eventuale integrazione del Fondo, una per il personale del comparto difesa e una per il personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Più precisamente, il testo del Governo prevedeva che potesse essere destinata al personale delle Forze armate una parte dei risparmi corrispondenti alle eventuali minori spese effettuate rispetto al precedente anno per missioni internazionali di pace, mentre al personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco potessero essere destinate risorse eventualmente disponibili nel Fondo unico per la giustizia.
Le modifiche apportate dalle Commissioni hanno voluto, da una parte, eliminare tale rigidità nella destinazione delle risorse disponibili sui due predetti Fondi, quelli per le missioni internazionali di pace e quello del Fondo unico giustizia, e, dall'altra, prevedere un ulteriore canale di finanziamento eventuale delle misure in favore del personale dei comparti difesa, sicurezza e Protezione civile, prevedendo la possibilità di utilizzare per le finalità del decreto-legge anche gli eventuali risparmi Pag. 24di gestione conseguiti sui bilanci ordinari delle amministrazioni interessate.
Con l'approvazione di un altro emendamento dei relatori è stato inoltre introdotto all'articolo 1 il comma 2-bis per precisare che le somme del Fondo per la corresponsione di assegni al personale dei tre comparti non impegnate nell'esercizio di competenza possano essere utilizzate per i medesimi scopi nell'anno successivo, anche aggiungendosi alla dotazione prevista per il nuovo anno.
Il comma 3 è stato poi modificato nelle Commissioni al fine di specificare che gli assegni al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco sono assegni perequativi individuali aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente, e non soltanto assegni una tantum, come prevede il testo del Governo.
L'emendamento dei relatori su questo punto ha la finalità di chiarire che gli assegni al personale dei comparti interessati dal provvedimento devono servire - come ha affermato il sottosegretario Crosetto nel corso dell'esame in sede referente - a sterilizzare integralmente gli effetti pregiudizievoli derivanti per il personale dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali disposto con il decreto-legge n. 78 del 2010, in modo da compensare tutti i tagli subiti dal personale dei comparti interessati (come ha già ricordato il collega Cicu).
In relazione alle modalità di corresponsione dei citati assegni, il decreto-legge rinvia alle disposizioni già vigenti sul riparto delle somme del Fondo tra i diversi Ministeri, le quali affidano tale compito a un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta dei Ministri competenti. Con il medesimo decreto è previsto - a seguito delle modifiche introdotte dalle Commissioni - che siano definite le modalità di attuazione del comma 2-bis di cui ho testé detto.
Per quanto riguarda i pareri espressi sul provvedimento dal Comitato per la legislazione e dalle Commissioni competenti in sede consultiva ricordo che i pareri delle Commissioni II (Giustizia) e XI (Lavoro pubblico e privato) sono stati favorevoli, mentre quello della Commissione XIII (Agricoltura) è stato favorevole con osservazioni. Quanto al Comitato per la legislazione, questo ha espresso un parere recante due osservazioni e due condizioni, queste ultime riferite entrambe all'uso degli strumenti normativi.
Le due condizioni hanno avuto adeguata attenzione in sede referente, ma si è ritenuto di non modificare il testo per recepirle in quanto: da un lato, si è ritenuto preferibile che la dotazione del Fondo possa essere incrementata, se necessario, con semplice atto amministrativo, senza quindi dover ricorrere a modifiche legislative che richiedono tempi lunghi; dall'altro, si è ritenuto che il ricorso al decreto del Presidente della Repubblica - come suggerito dal Comitato per la legislazione - per l'individuazione degli assegni da corrispondere al personale interessato dal decreto-legge fosse suscettibile di determinare un eccessivo irrigidimento delle procedure di attuazione del provvedimento in esame.
Non è ancora stato espresso invece il parere della V Commissione (Bilancio), che dovrebbe pronunciarsi intorno alla 14,30 di oggi e quindi direttamente per l'Assemblea. La discussione del provvedimento in tale Commissione è peraltro già iniziata martedì 19 aprile: è intervenuto il rappresentante del Governo, sottosegretario Casero, il quale ha espresso un orientamento contrario alle modifiche introdotte dalle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e IV (Difesa) nel corso dell'esame in sede referente, alla luce del quale il presidente della Commissione e relatore sul provvedimento ha formulato una proposta di parere favorevole con tre condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, e con un ulteriore condizione. Le tre condizioni volte al rispetto dell'articolo 81 ripristinano in buona sostanza il testo iniziale del Governo, cancellando quasi tutte le modifiche apportate dalle Commissioni.
L'ulteriore condizione tende, invece, ad aggiungere, al comma 2 dell'articolo 1, un Pag. 25periodo volto a precisare che le risorse di cui al comma in questione devono essere attribuite in modo da assicurare trattamenti omogenei al personale delle Forze armate e a quello delle Forze di polizia. Come si è detto, il testo del Governo prevede, al comma 2, due fonti di finanziamento aggiuntivo del fondo distinte per le Forze armate da una parte e quelle di polizia e vigili del fuoco dall'altra.
Considerato che le modifiche apportate al testo del decreto-legge in sede referente discendono da emendamenti dei relatori, sui quali il parere del rappresentante del Governo presente alla seduta della votazione, il sottosegretario Crosetto, è stato favorevole, e considerato che, nella Commissione bilancio, il Governo, nella persona del sottosegretario Casero, si è espresso, invece, contro le stesse modifiche, sarebbe opportuno che il Governo stesso chiarisse quanto prima la sua posizione su questo punto, fermo restando che, se la Commissione bilancio dovesse oggi approvare la proposta di parere formulata dal presidente Giorgetti martedì scorso, i relatori non potrebbero che prenderne atto.
Concludo assicurando che, in ogni caso, l'auspicio dei relatori è che sul provvedimento possa raggiungersi la più ampia convergenza, al di là delle logiche di schieramento, in modo da testimoniare il concreto apprezzamento del Parlamento e del Paese per la quantità e la qualità del lavoro svolto dai militari, dalle forze dell'ordine e dai vigili del fuoco, premiandone l'impegno e riconoscendone i disagi.
PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in sede di replica.
È iscritta a parlare l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.
JOLE SANTELLI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.
PRESIDENTE. Onorevole Santelli, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
È iscritto a parlare l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione ed interesse i due relatori, il collega Cicu per la IV Commissione e la collega Stasi per la I Commissione. Mentre li ascoltavo, pensavo a vicende antiche che hanno contrassegnato le Forze armate, ma, soprattutto, all'attività legislativa che ha riguardato e riguarda le Forze armate, le Forze di polizia ed il Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Noi ci troviamo di fronte ad un provvedimento che, per alcuni versi, come hanno detto i relatori, fa giustizia rispetto ad un taglio o ad un mancato esborso di risorse per le Forze armate e le Forze di polizia. Il riferimento è, certamente, al decreto-legge n. 78 del 2010, più volte richiamato e citato. Ma poi vi è un altro aspetto, un altro dato, ossia il riferimento ricorrente alla specificità dei ruoli e dei compiti delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Si è anche ricordata con forza l'attività di quest'Aula, ma non soltanto di essa, bensì, come presumo, pure l'attività della IV Commissione. Noi, come I Commissione, certamente lo abbiamo fatto; ecco perché non ho ceduto, come faccio sempre, alle richieste e alle sollecitazioni del presidente della medesima I Commissione, verso il quale nutro grande affetto e grande stima, il quale mi invitava a consegnare il mio intervento. Dovevo esprimere queste riflessioni, ecco perché non ho ceduto.
Che cosa significa un provvedimento di questo genere? Che cosa significa? Siamo tutti soddisfatti perché vi è questo ampliamento del fondo, questa «ricarica» del fondo.
Anzi, un fondo che doveva valere per due anni adesso vale per tre anni e mi pare che nella sua relazione l'onorevole Cicu abbia fatto intravedere questo aspetto Pag. 26importante: in questi tre anni dovrebbero essere destinati 505 milioni di euro, ossia 115 più 115 e il primo anno 195 milioni di euro. Poi, se noi le spalmiamo, tutte queste risorse che vanno alle Forze armate, alle forze di polizia e al Corpo nazionale dei vigili del fuoco certamente sul piano delle retribuzioni sono modeste.
Poi vi è anche il discorso di come si reperiscono queste risorse, vi è il problema delle missioni internazionali e vi è il problema, ancora, di un arresto delle carriere, delle qualificazioni e degli avanzamenti. Poi si dice che tutto il problema dell'organico e dell'ordinamento verrà attenzionato o, meglio ancora, che successivamente il Governo, dopo averlo attenzionato - non sappiamo quando -, provvederà con un provvedimento legislativo apposito. Non sappiamo se questo provvedimento sarà un provvedimento di urgenza o se sarà un disegno di legge ordinario: questo non lo sappiamo.
Allora, signor Presidente, vorrei capire: è un problema semplicemente di retribuzioni? Se è un problema di retribuzioni, ricordo che qualche collega nelle sedute delle Commissioni congiunte I e IV ha fatto anche un conteggio, secondo il quale a ciascuno degli appartenenti a questo comparto sarebbero attribuiti 25 euro in più (non sappiamo se siano 25 o 26 euro, ma siamo lì). Ma non è questo il punto.
Ecco perché la presenza del sottosegretario al Ministero dell'economia e finanze ci fa molto piacere, però non è un problema solo del Ministero dell'economia e finanze. Lo dico ai colleghi con estrema chiarezza, al di là della simpatia nei confronti del sottosegretario, che ho espresso anche l'altra volta, quando ci siamo confrontati con un atto di sindacato ispettivo in aula. Non è questo: il problema è la disattenzione su un tema che dovrebbe essere certamente oggi attenzionato anche da parte dei colleghi della Commissione IV. Infatti, non è un problema di risorse, a meno che il Ministero dell'economia e finanze, con la scusa dell'esborso o dei mancati esborsi, abbia commissariato questo aspetto.
Ma vorrei tornare sulla specificità: onorevoli relatori, veramente per voi la specificità si riconosce con la corresponsione di un aumento di risorse? Sì, anche con questo, ma l'aumento delle risorse deve essere livellato, agganciato o collegato al riconoscimento del ruolo e della peculiarità dello status, sia per quanto riguarda le Forze armate, sia per quanto riguarda le forze di polizia, sia per quanto riguarda il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Tutto questo non c'è. Infatti, se mi si dice chiaramente, rispetto al punto cui facevo poc'anzi riferimento, che parte di queste risorse dovrebbe intaccare il fondo per le missioni internazionali, o almeno il risparmio che si fa sulle missioni internazionali, non c'è dubbio che ritorna un dato, un aspetto importante e fondamentale: quello di non avere mai previsto - e non mi riferisco soltanto a questa legislatura e a questo Governo ovviamente - un capitolo a parte di sostegno e di copertura delle spese a livello internazionale per quanto riguarda le nostre missioni all'estero.
Ma è un altro aspetto quello che fugge e che sfugge: la specificità del ruolo e la peculiarità dei compiti. Io avverto sempre di più con grande disagio questa decadenza forte della struttura delle Forze armate all'interno del nostro Paese.
Le Forze armate, che svolgono il loro dovere in patria e «fuori area», come si suole dire, all'estero e nelle varie missioni, certamente, non sono utilizzate e non sono riconosciute per tutto ciò che possono rappresentare e per le energie morali e materiali che esprimono.
Siamo distanti da quelle che furono le riforme del 1978: la legge n. 382 del 1978 apriva una fase nuova nella vita del nostro Paese, quando le Forze armate si collegavano e si inserivano all'interno della società. Non vi era semplicemente un problema di rivendicazione salariale: è la questione dell'una tantum che mortifica. Non vi era il problema dell'una tantum, ma vi era un problema di forte riconoscimento della presenza del nostro Paese e delle Forze armate, che rappresentavano allora, che rappresentano oggi e che dovranno rappresentare nel futuro l'unità di Pag. 27questo nostro Paese; altrimenti, le evocazioni e le celebrazioni che consegniamo alla nostra storia non serviranno a nulla.
Senza far polemica con alcuni colleghi che hanno presentato un certo provvedimento, vorrei dire che, quando parliamo di specificità, mi riferisco anche ad un aspetto importante ed inquietante relativo ad un provvedimento che prevede venti eserciti regionali. Qualcuno potrebbe chiedermi cosa c'entri l'una tantum con tutto questo e con il provvedimento urgente in oggetto. Dobbiamo capire che le risorse del nostro Paese non devono essere «raccattate» o «rastrellate» come se si trattasse di un'elargizione perché vi sono state le manifestazioni.
La risposta è alle manifestazioni, non è un'esigenza reale sul piano di un riconoscimento degli istituti delle Forze armate, del Corpo di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Pertanto, il problema dei venti eserciti dà il segno e la dimensione forte di una decadenza, ma soprattutto, di una smentita da parte di alcuni settori della maggioranza rispetto alla specificità, almeno, delle Forze armate.
Visto e considerato che si parla di Forze armate, una certa risposta il Governo dovrebbe darcela. Certamente, non mi riferisco al sottosegretario per l'economia e le finanze, ma a coloro che parlano e che oggi sono impegnati, a chi ha responsabilità, a chi ha la titolarità. Infatti, al di là di qualche battuta da parte del Ministro della difesa per quanto riguarda il provvedimento in oggetto, vi è stato poi un silenzio: ma ovviamente, alcune cose le ha consegnate, le ha lasciate, perché vi è chi ci disorienta, vi è chi entra in crisi rispetto a quello che dovrebbe essere, ovviamente, un impegno corale per quanto riguarda il ruolo delle Forze armate.
Con riferimento alle Forze armate e al passaggio dall'esercito obbligatorio all'esercito di volontari, dalla leva obbligatoria alla professionalità, oggi si dice chiaramente - qualcuno dice - che c'è un grande numero di presenze e che bisognerebbe ridurlo. Dunque, è necessario capire e, forse, in questo rientra anche la competenza del Ministero dell'economia e delle finanze: è necessario ridurre gli armamenti e ridurre le spese; poi, vi sono i corpi specializzati che utilizziamo con il turnover per le missioni all'estero, ma sono soltanto quelli (Commenti del deputato Salvatore Cicu). Sì, Salvatore Cicu, sono soltanto quelli. Vogliamo elencarli? «Garibaldi», «Col Moschin», «San Marco»...
SALVATORE CICU, Relatore per la IV Commissione. Il nostro Esercito è questo.
MARIO TASSONE. ...sì, il nostro Esercito è questo, ma non arriviamo a 176 mila unità, bensì a molto meno. Arriviamo a molto meno: non è questo il riconoscimento. Siamo d'accordo sulle valutazioni che facciamo. Se il nostro Esercito è questo, dico che vi sono solo quelli, tuttavia, vi è anche un problema che riguarda il territorio, che riguarda questo aspetto a cui poc'anzi mi riferivo in ordine al ruolo e ai compiti delle Forze armate. Su questo ci troviamo d'accordo, ci troviamo perfettamente d'accordo.
Il mio ragionamento era un altro, ossia che, tolte queste professionalità che dobbiamo certamente rafforzare ed arricchire, ci sono situazioni che debbono essere guardate e considerate. Un provvedimento una tantum non credo sia risolutorio. Ho visto che vi sono state anche alcune valutazioni tra il Governo e le Commissioni ed i relatori hanno posto delle valutazioni e delle eccezioni, ma il problema dell'una tantum mi sembra possa essere considerato certamente deflagrante rispetto agli obiettivi complessivi di carattere generale.
Allora, se c'è questo dato, parliamo anche del Corpo di polizia. Prima ho fatto riferimento, per quanto riguarda le Forze armate, alla legge n. 368 del 1978 e ai vari passaggi legislativi per la trasformazione delle Forze armate, all'Esercito di ragazzi che dovevano obbligatoriamente rispondere alla circoscrizione obbligatoria e quindi all'assenza di professionisti e volontari.
Parliamo delle forze di polizia e anche e soprattutto della specificità. Ma non vi Pag. 28viene in mente che, come le Forze armate, la specificità deve essere considerata rispetto al ruolo e ai compiti, rispetto alla professionalizzazione? La specificità era contenuta nello spirito della legge n. 121 del 1981. Emergeva una specificità rispetto alla peculiarità e al ruolo sia per quanto riguarda le Forze armate, ma anche in relazione alle condizioni e allo status di militari che vede alcuni diritti affievoliti. Rispetto alle altre categorie del pubblico impiego, anche le forze di polizia hanno diritti affievoliti, perché l'interesse generale e le funzioni forti sul piano pubblico prevalgono su vicende e su interessi particolari. L'interesse generale è prevalente. Vengono operati un contemperamento e un bilanciamento rispetto alla natura dell'impiego e all'azione che deve essere garantita da parte delle forze dell'ordine.
La formazione e la professionalizzazione sono importanti. Disporre un provvedimento una tantum significa non volere affrontare i problemi, questo è tutto, come se si trattasse semplicemente di una categoria cui vanno elargite delle risorse. Invece, l'impostazione è di carattere generale, tanto è vero che non si capisce come si fa a dire che per quanto riguarda gli avanzamenti e altri aspetti si vedrà. C'è gente che aspetta anni!
Ma non avete capito che c'è anche nel Paese l'esigenza di una soddisfazione materiale, ma che occorre lavorare perché sia sempre di più insita nelle Forze armate e nei corpi di polizia e dei vigili del fuoco l'esigenza di una soddisfazione morale e spirituale? Questo aspetto ormai non viene evidenziato con riferimento all'impiego, alla funzionalità e al rispetto dei compiti delle forze di polizia. Quando parliamo della legge n. 121 del 1981 facciamo riferimento alla mancanza di coordinamento e alla mancanza di informazione. Abbiamo dato i gradi e li abbiamo livellati, però abbiamo abbassato il dato della soddisfazione.
Le forze di polizia che sono tutelate anche attraverso i loro sindacati trascinano le Forze armate che hanno gli organismi rappresentativi (quelli previsti dalla legge n. 382 del 1978) che si agganciano alla trattativa del pubblico impiego. Ma il dato vero è che, per quanto riguarda le forze di polizia, manca un quadro di carattere generale. Abbiamo sempre parlato dell'assenza di coordinamento e di quei gruppi speciali che non si raccordano fra di loro, nonché della disarticolazione.
Molte volte vi è una grande frustrazione anche per quanto riguarda le presenze delle nostre forze di polizia in zone calde, a rischio, sensibili (come si suol dire) che non vengono supportate necessariamente da mezzi, strutture e da strumenti.
Al «povero» maresciallo dell'Aspromonte con pochi carabinieri, al «povero» carabiniere da solo in qualche zona gli possiamo dare anche molto di più di 25 euro, come ha detto giustamente e dirà l'onorevole Cicu, ma essi non vogliono soltanto questo, vogliono anche un riconoscimento e poter fare il loro lavoro, il loro servizio attraverso i mezzi, e ovviamente non contare i litri di benzina. Vi è un'emergenza e non vi è la possibilità di andare avanti, ma c'è anche tutto un problema di rivedere l'articolazione e la struttura delle forze di polizia.
Abbiamo sempre detto che non possiamo lasciare sul territorio le caserme dei carabinieri senza raccordarle e coordinarle, senza tagliare qualche ramo, che è importante e fondamentale, bisogna avere anche il coraggio, bisogna avere una politica per quanto riguarda le Forze armate e il Corpo di polizia perché non è possibile che le stazioni dei carabinieri chiudano alle sette di sera. Ciò non è proprio possibile, non è ammissibile, per cui, rispetto all'esigenza di contrastare la criminalità comune come quella organizzata, credo che bisogna avere una visione di carattere generale attraverso un collegamento e un raccordo molto forte, soprattutto molto più incisivo rispetto anche alle altre articolazioni che ci sono e che si evidenziano all'interno delle forze di polizia.
Più volte ho detto che all'interno delle forze di polizia ci sono varie specializzazioni. Per esempio per quanto riguarda le criminalità o la criminalità ci sono vari Pag. 29uffici che molte volte sono importanti e fondamentali, i quali non si raccordano, e molte volte sono inutili. Con riguardo all'inutilità, se il Ministro dell'economia e delle finanze facesse anche una valutazione sul piano della vera ed effettuale utilità di alcune strutture, sarebbe già un fatto importante e fondamentale.
Per quanto riguarda poi i vigili del fuoco, abbiamo un provvedimento al nostro esame, è vero presidente Donato Bruno? Ci sono stati tre colleghi che hanno presentato delle proposte di legge con le quali tentavano di rompere il circuito del precariato e salvare le professionalità. È venuto da noi il sottosegretario all'interno Nitto Palma, che come al solito fa il suo lavoro con grande civiltà e soprattutto con grande professionalità, portatore ovviamente di notizie ferali per quanto riguarda lo sforzo che i colleghi presentatori di queste proposte di legge avevano evidenziato. Non è possibile, non è più possibile andare avanti con queste proposte di legge perché c'è una situazione di squilibrio.
E noi pensiamo di risolvere i problemi del Corpo dei vigili del fuoco con l'una tantum? Questi sono i problemi! E noi prevediamo l'una tantum? Intanto c'è il grande problema dei vigili del fuoco che dipendono dal Ministero dell'interno però sono utilizzati dal Dipartimento presso la Presidenza del Consiglio, e questa è una situazione drammatica. Poi alcune realtà dei vigili del fuoco non accettano che il Capo del dipartimento venga ad essere un prefetto. Vi è stata una riforma dell'Arma dei carabinieri, con la quale è stata elevata a rango di Forza armata come la guardia di finanza, in cui è ovviamente prevalsa anche nella fase applicativa la nomina di questi comandanti all'interno di queste forze di polizia, dell'Arma dei carabinieri e della guardia di finanza.
Ma questo è un'altro aspetto, certamente. Vi è un dato dove prevalgono gli avventizi, i precari, per i vigili del fuoco che svolgono un ruolo importante e fondamentale, si interessano di tutto, e se uno dovesse andare a vedere quali sono le pluralità dei compiti dei vigili del fuoco si troverebbe di fronte una gamma vastissima di impieghi e soprattutto di attività e di interventi in tutti i campi che riguardano la sicurezza. Pertanto, siccome noi parliamo di questo comparto della difesa, ciò che manca complessivamente nelle forze di polizia e nei vigili del fuoco è una visione complessiva della sicurezza. E con l'una tantum certamente non si va da nessuna parte.
Qualcuno mi potrebbe chiedere a conclusione di questo intervento se siamo d'accordo o meno. Non lo so.
Si può non essere d'accordo principalmente perché c'è l'una tantum, però questo mi inquieta. Infatti, non so se il Governo - mi sto rivolgendo moltissimo ai colleghi - è convinto di aver fatto per intero un percorso politico non di concessione, non di cassa, perché il Governo non è un ufficio postale o un bancoposta che dà il prestito, l'elargizione o il premio. Non lo è e il problema è della politica. Vorrei capire se questa una tantum è un riferimento ad un'azione politica successiva e complessiva rispetto ai nodi da sciogliere oppure no.
Purtroppo, qui non si parla mai di queste vicende. Si parlerà in questi giorni di Libia, degli interventi che si coniugano maggiormente alla risoluzione n. 1973 del 2011 del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Ci sono divisioni all'interno della maggioranza, ma non voglio entrare nel merito su questo. Ma dobbiamo considerare anche tali divisioni, il modo di impiegare le nostre Forze armate (perché parliamo di questo) in un certo modo. Partiamo in un modo (ci siamo tutti interrogati), e poi oggi c'è un altro tipo di ingaggio e di intervento per quanto riguarda i nostri aerei. Vogliamo capire, dunque, se c'è uno spazio per parlare anche delle Forze armate che non sono lo strumento, il bancomat del Governo e del Parlamento, per cui se c'è una crisi internazionale, si spinge il bottoncino e si ha il pronto-cassa.
Manca il quadro di una visione complessiva generale. Parliamo di uomini o no? Parliamo di uomini e di esigenze importanti e fondamentali in una strategia politica complessiva all'interno del nostro Pag. 30Paese. Il problema della sicurezza non riguarda semplicemente le Forze armate e il comparto. Noi parliamo del «comparto», che rientra pienamente sul piano culturale nella storia di questo Paese per gli interessi che sono in gioco, per gli appuntamenti che ci interessano profondamente come Parlamento, che interessano - o almeno dovrebbero interessare - voialtri come Governo. Essi dovrebbero essere prevalenti rispetto ad altri interessi che hanno riempito e riempiono costantemente e continuamente i nostri giorni attraverso i mass media e certamente interessano poco la gente, rispetto a quelle che sono ovviamente le esigenze di ritrovare i connotati di un'identità che questo nostro Paese sta sempre più perdendo e va sempre più smarrendo. Ecco perché parlavo di Forze armate, ecco perché parlavo ovviamente dei corpi di polizia e dei vigili del fuoco.
Concludo veramente, appellandomi a due colleghi che sono poi due carissimi amici ai quali poco fa ho detto della mia stima per l'uno e per l'altro. Ma veramente voi o il Governo potete pensare e immaginare di chiudere la partita con i nodi in piedi che riguardano le forze di polizia, i vigili del fuoco e le Forze armate con questa donazione, elargizione o regalia (non so come chiamarla)? Se voi siete convinti e sicuri di questo, io sarò sconvolto, però prenderò atto che c'è una risposta politica di vedere queste problematiche da un certo angolo visuale e di collocarle in una certa marginalità.
Se ci fosse ovviamente l'occasione, partendo da questo provvedimento, chiaramente sarebbe anche utile per chiarirci le idee e per evitare languori, insofferenze e insufficienze. Infatti, se qualcuno pensa di avere così guadagnato qualche mese rispetto a tensioni diffuse in queste realtà si sbaglia di grosso. Queste elargizioni e regalie valgono lo spazio di un mattino, amici e colleghi. Per poco tempo hanno valore e significato. Poi rimarranno i problemi, i grovigli, le disillusioni e gli inganni.
È un Paese, questo nostro, alla ricerca della sua unità e della sua identità ed ha bisogno di Forze armate solide, di Corpi di polizia organizzati e articolati con mezzi e strumenti e di vigili del fuoco dello stesso tipo. Se le risposte sono, come dicevo poc'anzi, i venti eserciti regionali, allora c'è un disegno: quello del federalismo in un certo modo, spinto in un certo modo. Ognuno fa la sua parte con coerenza, ma questa parte non è coerente con la storia del Paese, con la nascita e con lo spirito dell'Unità d'Italia di cui quest'anno celebriamo il centocinquantesimo anniversario e ieri abbiamo anche celebrato la festa di liberazione con quello che ha significato e che deve significare anche oggi nello spirito dei valori che si sono tramandati nel tempo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bragantini. Ne ha facoltà.
MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, innanzitutto volevo ringraziare i colleghi che mi hanno permesso di anticipare il mio intervento.
Il decreto-legge n. 27 del 2011, oggetto del disegno di legge di conversione al nostro esame oggi, stanzia 345 milioni di euro nel triennio 2011-2013 e si inquadra nel paniere di misure concepite per venire incontro alle istanze del personale militare e delle forze di polizia rimasto penalizzato da provvedimenti di contenimento della finanza pubblica degli ultimi anni al quale verrà concessa una tantum denominata in sede di commissione «assegno perequativo individuale».
In questo senso, come gruppo Lega Nord, consideriamo questo intervento come una sorta di riparazione, un atto in un certo senso dovuto agli uomini e alle donne che contribuiscono decisamente in Italia e all'estero alla sicurezza della nostra esistenza.
Rappresenta altresì il soddisfacimento di un nostro preciso impegno con gli elettori e gli operatori del comparto difesa e sicurezza. Materialmente l'Atto Camera 4220 contempla un unico articolo recante dispositivo di conversione in legge del Pag. 31decreto-legge n. 27 del 2011. Quest'ultimo invece consta di due articoli, l'articolo 1: incremento di 115 milioni di euro l'anno rispettivamente nel 2011, 2012 e 2013 delle risorse del fondo creato dal decreto legge n. 78 del 2010 per enumerare le specificità del comparto difesa e sicurezza aprendo la via a possibili ulteriori aumenti finanziati da eventuali risparmi su capitoli che coprano le missioni internazionali di pace o a valere sul fondo unico giustizia.
Il richiamo ai risparmi sugli interventi militari all'estero è un riferimento che come gruppo Lega Nord apprezziamo particolarmente essendo convinti che la situazione interna e internazionale consigli di ridurre la nostra esposizione esterna almeno su alcuni teatri come quelli balcanici o del Libano.
Eventuali fondi non spesi potranno essere riallocati sul bilancio di esercizio successivo. Si specifica al comma 3 come tali risorse serviranno a permettere l'erogazione degli assegni perequativi individuali tenendo conto degli incrementi stipendiali non concessi al personale promosso, degli assegni funzionali e degli altri cespiti interamente cancellati.
Sostanzialmente si tratta quindi di una forma di reintegrazione che dovrebbe tutelare il personale delle forze di polizia, delle Forze armate e dei vigili del fuoco rimasto vittima dei duri tagli imposti dalle circostanze per garantire presso i mercati internazionali la tenuta del debito sovrano della Repubblica.
Vogliamo con ciò sottolineare come i sacrifici richiesti, per i quali oggi si offre una compensazione, non siano stati il frutto di un capriccio, ma di una stringente necessità alla quale ci si è piegati in nome di un interesse superiore.
Il comma 4 precisa che gli assegni perequativi verranno alimentati anche con le risorse provenienti dalla legge n. 350 del 2003 nella quale peraltro erano stati accantonati degli stanziamenti per permettere di finanziare il riallineamento delle carriere delle Forze armate e dell'ordine, un'esigenza che prima o poi si dovrà comunque considerare.
L'articolo 2 dispone la procedura accelerata di entrata in vigore del provvedimento.
La discussione in sede di Commissione I e IV non ha mostrato forti motivi di contrasto sul merito del provvedimento e dunque spero che oggi ci sarà un confronto molto positivo e su queste basi auspichiamo pertanto un voto rapido e a larga maggioranza che attesti l'attenzione dello Stato verso coloro che lo servono nel modo più nobile e rischioso.
Per quanto riguarda l'intervento dell'onorevole Tassone vorrei dire che piuttosto di niente è meglio dare qualcosa a queste persone, a questi uomini e donne che stanno lavorando per la nostra sicurezza e per il nostro bene.
E vorrei dire sempre all'onorevole Tassone che forse questi tagli, che si sono dovuti fare negli ultimi anni anche da questo Governo, sono stati fatti perché quelli della mia generazione si sono trovati in una situazione - soprattutto del debito pubblico - spaventosa. Dunque, se non fossimo intervenuti in maniera anche pesante, forse avremmo fatto la fine di altri Paesi come la Grecia, la Spagna e l'Irlanda.
Forse l'onorevole Tassone, che è stato parlamentare per molti anni, dovrebbe fare un po' di autocritica e vedere cosa è successo soprattutto negli anni Ottanta, quando è stata fatta una spesa smisurata da parte dello Stato italiano senza tener conto che alla fine i debiti fatti dai parlamentari e dai politici degli anni Ottanta saranno pagati da quelli della mia generazione e dai nostri figli e nipoti.
Pertanto, siamo favorevoli a questo intervento. È un piccolo riconoscimento, ma è meglio un piccolo riconoscimento che niente.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho ascoltato con molta attenzione gli interventi che hanno preceduto il mio e penso che sinceramente su questo provvedimento qualcuno non Pag. 32abbia compreso cosa è avvenuto. Vorrei cercare sinteticamente di dire la mia e quella del mio gruppo su questo punto.
Signor Presidente, ci troviamo di fronte ad un provvedimento che ha dovuto porre rimedio ad un altro provvedimento del Governo che è stato penalizzante per le forze dell'ordine. Non ho capito cosa volesse dire il collega della Lega. Non ho ben compreso per il semplice motivo che forse non ha seguito questa vicenda e come lui forse anche altri.
Signor Presidente, questo provvedimento, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nasce da una cosa molto semplice. Esso nasce perché il 14 marzo vi è stata una manifestazione di piazza di tutti i sindacati di polizia riuniti, che il Governo è riuscito a mettere insieme in riferimento allo stato di disattenzione, sottovalutazione, superficialità e non conoscenza dei compiti delle forze dell'ordine. Il Governo ha praticamente attuato sistematicamente un provvedimento legislativo degno di altri tempi e di altre epoche ma soprattutto - come ho detto - rivelatore di poca conoscenza di quello che è il mondo delle forze dell'ordine.
Signor Presidente, questa una tantum, che qualcuno ha anche paragonato ad una concessione, è presente in questo provvedimento fatto appositamente per cercare di sanare un problema molto semplice, ossia un diritto delle forze dell'ordine che, invece, il Governo ha sistematicamente ignorato. Ora, con l'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, poi convertito con modificazioni dalla legge n. 122 del 2010, si è istituito un fondo destinato al finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia di Stato, dei Vigili del fuoco, del Corpo forestale e della Polizia penitenziaria, che sono stati interessati da questo blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali, con la dotazione di 80 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011 e 2012.
Signor Presidente, era avvenuto che un dipendente che faceva un concorso e che vincendo il concorso da agente diventava funzionario, ispettore o sovrintendente, non avrebbe potuto ricevere l'adeguamento economico perché rimaneva all'interno dello stesso ruolo. Pertanto, egli andava a svolgere mansioni superiori percependo, tuttavia, lo stesso stipendio di coloro che erano ancora nel ruolo precedente. Credo che sia una cosa assurda.
Forse non si è capito bene, chi l'ha fatto non ha capito bene cosa andava a fare e pertanto c'è stata la rivolta - è normale - e non solo per questo, ma anche naturalmente per i contenuti che il decreto-legge stabiliva per le risorse del fondo. Per fortuna si è arrivati alla corresponsione di un assegno una tantum nei confronti del personale delle Forze armate, del Corpo dei vigili del fuoco e delle Forze di polizia.
Il Governo ha coperto i costi che derivano dai benefici previsti dal decreto-legge, riducendo per il triennio l'autorizzazione di spesa prevista dall'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge n. 350 del 2003, destinata al riallineamento di alcune posizioni di carriera del personale delle Forze armate e al riordino dei ruoli e delle carriere del personale non direttivo e non dirigente delle Forze armate e delle Forze polizia.
Signor Presidente, si è creata molta preoccupazione per le modalità di copertura finanziaria del decreto-legge, che toglie risorse al fondo per il riordino delle carriere. Si tratta di un provvedimento importante nell'ottica di garantire un giusto riconoscimento al personale delle forze dell'ordine, che da anni attende questo provvedimento. La riduzione di tali risorse pone tuttavia una seria ipoteca sulla possibilità di proseguire l'iter delle proposte di legge in materia di riordino dei ruoli. Chi mi ha preceduto prima ha detto che questo problema riguardante la dotazione del fondo attiene ad un atto amministrativo e non più legislativo. Mi auguro che Pag. 33sia così perché altrimenti si deve tornare in Aula e procedere naturalmente all'aspetto normativo, perché sotto il profilo normativo così funziona.
Signor Presidente, la riduzione di queste risorse ha posto una seria ipoteca per l'iter; per quanto riguarda noi è molto importante che il riordino delle carriere - soprattutto per i comparti sicurezza e difesa, che attualmente sono all'esame delle Commissioni I e IV della Camera dei deputati - prosegua, vada avanti e anzi abbia un impulso. Non si può pensare che il personale delle forze dell'ordine sia ricordato alle Camere o abbia l'attenzione soltanto per un minuto o gli applausi dell'Assemblea e poi non ci si ricordi di un tema importante, ossia del riordino delle carriere.
Il pubblico impiego è stato oggetto di due riforme: il riordino delle carriere serve al personale delle forze dell'ordine per un semplice motivo. Si pone il problema dei trattamenti omogenei, che purtroppo con il riordino delle carriere - soprattutto con le due riforme adottate nel pubblico impiego e quella realizzata nella carriera prefettizia - ha creato un fortissimo disallineamento dentro le forze dell'ordine.
Quando il collega della Lega dice che le forze dell'ordine hanno comunque avuto negli anni un trattamento migliore, credo che non abbia, ancora una volta, seguito la storia e l'iter delle stesse perché è da 15 anni, quasi da 20, che si aspetta il riconoscimento del riordino delle carriere, un trattamento importante dopo che sono state fatte ben due riforme del pubblico impiego (con uno scavalcamento del personale delle forze dell'ordine e con assetti diversi) e soprattutto dopo la riforma della carriera prefettizia, che ha portato un sistema completamente diverso. Credo che lui non abbia seguito il tema delle forze dell'ordine, ma soprattutto è vero che è stata fatta la specificità - è vero, questo va detto -, ma essa non è stata finanziata. Quindi, praticamente siamo alle nozze con i fichi secchi: è stata fatta una cosa, ma poi non viene finanziata. Credo che questo sia un altro tema, che va affrontato con grande interesse.
Non parliamo poi dei parametri: altro tema! Anche questa è una farsa: è stata data attenzione ai parametri perché, attraverso la specificità, i parametri dovevano essere differenziati dal pubblico impiego e anche questi naturalmente non sono stati portati avanti.
Se parliamo delle indennità, onorevoli colleghi, nel 2010 trattare di due euro, un euro e mezzo, tre euro è veramente una cosa avvilente, da «terzo mondo». Ecco perché non decolla il sistema retributivo delle forze dell'ordine attraverso una diversificazione dal pubblico impiego, perché anche le stesse indennità non hanno un senso oggi nel 2011, non hanno assolutamente senso per il tipo di retribuzione cui sono sottoposte le forze dell'ordine. Vi prego di andare a vedere le indennità delle specialità, come le specialità cui prima si è fatto cenno, specialità dimenticate, non c'è una differenza, quindi è inutile che si parli di formazione o di altro quando nella realtà all'interno dello stesso posto di lavoro ci sono persone che hanno differente specialità ma equivalente retribuzione. Credo che a questo bisognerà naturalmente porre rimedio.
Se parliamo dell'organico, che io definirei «sotto-organico», c'è stata la diminuzione, di anno in anno, dei fondi destinati alla pubblica sicurezza, parlando di turnover del personale e del blocco delle assunzioni. È chiaro che quando si parla di Polizia stradale, di caserme dei carabinieri, della guardia di finanza, della polizia delle frontiere, dei reparti operativi, delle sezioni di Polizia giudiziaria e di tutti gli uffici in genere ma soprattutto dei reparti che hanno un rapporto con la gente, quindi le «volanti», le «pantere», i reparti operativi che la gente chiama sempre attraverso il 113 e il 112, tutte quelle attività molto importanti, bisognerebbe andare nelle questure, nei comandi dei carabinieri e della guardia di finanza, nei reparti operativi, a vedere in quali contesti lavorano. Soprattutto l'impiego del personale per la tutela dell'ordine pubblico cui Pag. 34si fa sempre ricorso nelle festività, o ancora dove il personale delle forze dell'ordine esercita un'attività completamente diversa da tutti gli altri dipendenti dello Stato.
Per non parlare, signor Presidente, del problema delle carceri, ormai è endemico e in tutto il Paese è emerso il grosso problema delle carceri, soprattutto il sotto-organico del personale e tutto ciò che non si sta facendo. Il collega che mi ha preceduto ha svolto un'ampia relazione sui vigili del fuoco, è vero che hanno moltissimi compiti e sono molto amati dalla popolazione per il semplice motivo che intervengono su molte problematiche, ed è chiaro che naturalmente non si può dimenticare il loro valore anche in termini di vite umane, che pagano sempre attraverso naturalmente l'impiego giornaliero insieme alle forze dell'ordine.
Signor Presidente, quando si parla di questi temi non ci si rende conto che molte volte le forze dell'ordine e tutti gli altri apparati hanno mezzi inferiori a quelli della criminalità, molto inferiori, basti guardare che abbiamo dovuto dotare le frontiere dei mezzi sequestrati alla criminalità, specialmente gli scafi perché non riuscivamo a raggiungere gli scafisti che hanno scafi dieci volte più potenti e meglio organizzati, compreso il radar, cosa che naturalmente non avevano le nostre forze dell'ordine. Con il provvedimento di sequestro e confisca di questi mezzi, sia navali che terrestri, si è arrivati a un buon risultato ma siamo ancora molto lontani dai mezzi di cui dispone la criminalità in confronto alle forze dell'ordine.
Se vogliamo parlare del lavoro straordinario, signor Presidente, la nostra è una nazione atipica, è l'unica nazione che ha purtroppo, per motivi economici, sottoposto il lavoro straordinario a riposo compensativo. Questo la gente non lo sa, non sa neanche di cosa sto parlando, ma è molto semplice: ogni agente di polizia o delle forze dell'ordine, per il ruolo degli agenti e dei sovrintendenti, può fare al massimo 9 ore al mese di straordinario, 30 per gli altri ruoli, quindi ispettori e direttivi.
Signor Presidente, siamo al paradosso per cui, se gli uffici superano il monte ore previsto (potete immaginare specialmente gli uffici operativi, che fanno lo straordinario a causa di eventi molto importanti, anche per la criminalità organizzata, ma soprattutto quelli territoriali, che la domenica inviano i propri uomini per il servizio di ordine pubblico, che arrivano anche a quindici o diciotto ore al giorno di straordinario) si trovano una settimana o un mese dopo a dovere mettere il personale in riposo compensativo, perché non riescono a pagare le ore straordinarie che sono state effettuate durante la settimana; per superare nove ore non è che ci voglia una grande volontà.
Penso che questo voi non lo sappiate. Penso sia una cosa del tutto italiana, che negli altri Paesi non esiste: fare ricorso al riposo compensativo per non pagare gli straordinari alle forze dell'ordine; è una cosa assurda, ma che esiste nel nostro Paese. Quindi, quando c'è la diminuzione degli uomini, quando si parla delle caserme citofoniche, della riduzione delle «volanti», delle «pantere» e così via, questo è determinato per l'80 per cento dal fatto che il personale deve essere messo a riposo compensativo, perché non vi sono i soldi per pagare gli straordinari.
Credo sia una cosa italiana che, comunque, debba finire e che la gente soprattutto debba conoscere, altrimenti si può pensare che le forze dell'ordine non lavorano per una propria volontà, quando invece non lavorano per il semplice motivo che molti svolgono la loro attività oltre le loro ore e non gli vengono pagati gli straordinari; quindi, lavorano lo stesso ma non vengono pagati. Credo sia una cosa che bisogna sapere perché non tutti i dipendenti pubblici sono uguali e non tutti i dipendenti pubblici non fanno nulla. Ho una grande stima nei confronti dei dipendenti pubblici. Chiaramente chi sbaglia deve pagare e questa è una cosa che riguarda tutto il mondo, perché loro addirittura non hanno l'immunità, quindi se sbagliano pagano di sicuro.
L'altro tema che vorrei affrontare, che prima ha citato anche il mio collega, è che Pag. 35purtroppo dal 1981 sono passati esattamente quarant'anni. La legge n. 121 del 1981 prevedeva il coordinamento delle sale operative, il coordinamento delle forze di polizia. Dopo quarant'anni vi saranno forse due o tre sale operative al massimo in tutta la nazione sempre in via sperimentale, tutto il resto è farsa, è solo sulla carta, perché non c'è alcun coordinamento, perché c'è sempre il problema dell'ordine pubblico e della sicurezza pubblica, perché ogni forza di polizia va per conto proprio. Questo è un tema che naturalmente va affrontato. Credo che oggi dovremmo affrontare anche un altro tema molto importante, che presto si farà sentire, quello dei fondi pensione. I fondi pensione previsti dalla riforma, quindi dei tre sistemi, retributivo, contributivo e misto, non sono ancora partiti. Quindi, quelli che nel 1995 avevano meno di diciotto anni di anzianità - impiegati pubblici, ma anche tutta la parte che riguarda le forze dell'ordine - si troveranno presto quando andranno in pensione, se ci andranno, nella grande difficoltà di avere un abbattimento di oltre il 40 per cento sulla loro pensione. Quindi, avranno una pensione che andrà dal 57 al 62 per cento. Credo sia un tema che vi dovrete porre perché è molto importante, altro che una tantum, questi sono i temi che dovremmo discutere in Aula e soprattutto che si dovrebbero comprendere. Oltretutto nelle stesse amministrazioni con le riforme si sono creati problemi non indifferenti. Prima si parlava della riforma dell'Arma dei carabinieri, proprio nella stessa Arma dei carabinieri avviene una cosa incredibile, anch'essa tipica dell'Italia: nella stessa amministrazione due persone fanno un concorso, entrambe per ufficiali dell'Arma, perché c'è un ruolo supremo, quello ordinario e quello speciale.
Nella stessa realtà, con gli stessi titoli e con le stesse attribuzioni, anzi, nel ruolo speciale, persone che appartengono già all'Arma e partecipano ad un concorso hanno un diverso trattamento all'interno dello stesso ruolo, ossia un avanzamento e un'anzianità diversa e, quindi, un ruolo procede in avanti mentre l'altro sta fermo, pur esplicando le stesse funzioni e condividendo gli stessi aspetti all'interno dell'attività di polizia giudiziaria, quindi essendo ufficiale di polizia giudiziaria o ufficiale di pubblica sicurezza, ma diversi all'interno dello stesso ruolo. Abbiamo capitani diversi, maggiori diversi, tenenti diversi, tenenti colonnelli diversi, pur avendo lo stesso ruolo e svolgendo la stessa funzione. Anche questa è una cosa tutta italiana.
Abbiamo presentato una proposta di legge e mi auguro che, al più presto, si ponga rimedio non solo per l'Arma dei carabinieri, ma anche per la Guardia di finanza, per il ruolo speciale, per la Polizia penitenziaria. È chiaro che si tratta di un tema complesso che deve essere affrontato. Non si può pensare che all'interno della stessa amministrazione, svolgendo la stessa funzione e avendo lo stesso ruolo, vi siano differenze di casta dove lo stesso ufficiale è diverso dall'altro.
Credo che questo sia un tema importante sostanziale che va evidenziato e portato avanti nelle Aule del Parlamento. Questi sono i temi di cui si dovrebbe parlare, e non venire in Aula e, attraverso un provvedimento una tantum, cercare di rimediare ad un provvedimento di cui lo stesso Governo è stato autore.
Quello in esame non è un provvedimento che attribuisce una concessione a qualcuno, ma che cerca di porre rimedio ad una cosa incredibile che è stata fatta dal Governo stesso, tanto che il 14 marzo i sindacati hanno detto: «Cosa avete combinato? Qui, scoppia la rivoluzione», perché si partecipa ad un concorso per lo stesso ruolo, ma senza riconoscere tutto il resto, come l'indennità di funzione. Si svolge una funzione e questa non viene riconosciuta.
Credo che questo riallineamento sia assurdo anche perché all'interno delle forze dell'ordine vi sono delle prerogative e delle funzioni completamente diverse dal pubblico impiego, si pensi all'attribuzione di agente o ufficiale di polizia giudiziaria, all'attribuzione di agente o ufficiale di pubblica sicurezza o all'attribuzione di Pag. 36agente o ufficiale di polizia tributaria. Credo che questo non sia mai stato verificato attraverso la funzione.
Signor Presidente, andando avanti, credo sia anche del tutto singolare che non si parli dei temi essenziali per le forze dell'ordine, come ad esempio il tema della formazione. Il provvedimento in esame ha colpito anche questa.
Voglio parlare anche del tema dei trasferimenti. Guardate che le forze dell'ordine, a differenza del pubblico impiego, devono stare, per alcuni reparti, almeno quattro anni nella sede di assegnazione e non possono andare a casa loro come fanno invece altri impiegati. Devono trascorrere molti anni, minimo nove o dieci, nella sede di assegnazione per poter rientrare a casa loro. Credo che questo sia un tema essenziale come quello delle aggregazioni che riguarda una materia fondamentale per il personale che è lontano dalla famiglia, dalle case e dai figli.
Credo che questi siano i temi da affrontare come i regolamenti di servizio. Sempre di più la disciplina interessa ed interviene fortemente in tema di personale delle forze dell'ordine e sempre più bisogna cambiarla questa disciplina, bisogna darle una democrazia perché all'interno del personale delle forze dell'ordine la disciplina, le sanzioni disciplinari e l'aspetto disciplinatorio sono molto negativi così come regolamentati.
Anche a proposito dei regolamenti di servizio, specialmente quelli militari, bisogna avere l'esercizio del diritto della difesa che è sacrosanto anche per loro. Deve essere visto con un'ottica diversa, moderna, più leale. Non si deve sempre punire il dipendente, tanto si sa che fine fanno i ricorsi.
Volevo anche parlare di un altro aspetto importante. Signor Presidente, ho ancora tempo a disposizione?
PRESIDENTE. Sì, onorevole Paladini, ha ancora del tempo, anche se non molto.
GIOVANNI PALADINI. Gli impegni assunti dal comparto difesa e sicurezza e dalla politica della sicurezza sono completamente diversi da quelli portati avanti oggi in quest'Aula. Nel provvedimento in esame si parla di ampia convergenza delle forze politiche.
Noi voteremo a favore di questo provvedimento, ma per un semplice motivo. È infatti un una tantum e mi auguro che poi il provvedimento cambi completamente modello e soprattutto mi auguro che il problema che riguarda i trattamenti omogenei introdotti dal Governo e soprattutto quello che riguarda l'aspetto della dotazione del fondo per il riordino delle carriere siano veramente portati avanti e non si continui, come si fa da 15 anni, a reiterare senza mai arrivare alla fine e ad una conclusione.
Soprattutto, occorre non spendere male i soldi, invece di prevedere, ad esempio, 100 milioni di euro per le ronde (abbiamo visto che cosa hanno fatto le ronde, cosa hanno significato nel Paese, cosa hanno portato avanti e a che cosa servono), ovvero invece di dare i soldi per l'impiego dei militari nei servizi di ordine pubblico, destinandoli diversamente. I militari, infatti, devono svolgere la loro funzione e non fare ordine pubblico, peraltro non si pagano nemmeno gli stessi appartenenti alle forze dell'ordine, perché non vi sono le risorse per retribuire gli straordinari. Invece, ci si permette di spendere somme come 100 milioni di euro da attribuire in una forma tale per cui non si comprende quale sia l'azione della pubblica sicurezza. Oppure, ci si permette di sovvenzionare modelli come quelli dei sindaci, cui potevano essere attribuiti compiti di pubblica sicurezza soprattutto con riferimento alle ordinanze, che la Corte costituzionale in questi giorni ha immediatamente colpito e bocciato, precisando che è incostituzionale l'ordinanza di pubblica sicurezza.
Ma in questo Paese bisogna sempre arrivare alla Corte costituzionale. Il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e la Costituzione non sono stati osservati e sono stati assegnati compiti che, per legge, sono attribuiti all'autorità locale di pubblica sicurezza. E quando c'è l'autorità di pubblica sicurezza, ovvero il questore o il funzionario, il sindaco non ricopre questo Pag. 37ruolo. Lo assume solamente nei casi in cui non vi è il commissariato o l'autorità di pubblica sicurezza prevista dalla legge. Quindi, credo che anche questo tema sia stato chiarito in maniera molto semplice e lineare. Ma non era stato capito e compreso da altri gruppi politici e partiti, che hanno fatto di esso la loro campagna elettorale, ma che adesso gli si ritorcerà contro, perché si sono resi conti che o si modifica la Costituzione o il testo unico, oppure il problema naturalmente si pone.
Signor Presidente, in conclusione, credo che siamo di fronte ad una situazione nella quale il Governo, per far fronte ad una emergenza, ne ha creata un'altra, tradendo tra l'altro gli impegni assunti per il riordino dei ruoli e delle carriere e per il riconoscimento della specificità del comparto della difesa. Parlo in termini economici, ovviamente, perché il riconoscimento vi è stato normativamente, ma, economicamente, non è stato assolutamente retribuito. Siamo di fronte ad un una tantum e anche a Forze armate, quelle della sicurezza o del soccorso pubblico, che meritano sinceramente di ricevere chiare risposte sulla possibilità di approvare la legge in materia di riordino dei ruoli, delle carriere e del comparto sicurezza. Credo che bisogna sostenere tutte le forze politiche in questo senso. Non demagogicamente, ma attraverso un provvedimento specifico, va affrontato questo tema: è da più di venti anni che le forze dell'ordine aspettano e questa manovra, che ha dimostrato una forte disattenzione su questo tema, ha dovuto togliere delle somme da una parte per darle dall'altra.
Noi voteremo a favore di questa una tantum perché è chiaro che bisogna restituire a coloro a cui è stato tolto una cosa che già avevano. Ma non è che gli si fa un favore! Non si fa altro che restituire una cosa che dovevano avere, che gli abbiamo tolto e che adesso gli restituiamo. Quindi, torniamo a zero. Il risultato non è un più 10, un più 5, un più 4, un più 3, un più 1, ma è un più 0. Infatti, quello lo avevano già ed il riordino delle carriere è stato finanziato e poi gli abbiamo tolto dei soldi.
Mi auguro appunto che, nonostante i decreti-legge del Governo siano stati insufficienti e contraddittori, specialmente quello che ha tolto loro in parte i soldi, si vada al più presto ad una definizione per non pregiudicare ulteriormente i comparti sicurezza, difesa e soccorso pubblico. Queste misure, infatti, che chiamo misure tampone, potrebbero avere almeno l'effetto di limitare temporaneamente alcuni dei disagi dei lavoratori creati attraverso questo decreto-legge, ma non sono sicuramente sufficienti per le forze dell'ordine e naturalmente per un loro prosieguo.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Laganà Fortugno. Ne ha facoltà.
MARIA GRAZIA LAGANÀ FORTUGNO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, cari colleghi, il disegno di legge che stiamo esaminando prevede la corresponsione di assegni perequativi individuali al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, questo per tentare di porre rimedio ad alcune delle norme contenute nella legge 30 luglio 2010 n. 122. Questa legge reca misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica, che prevedono per tutto il triennio 2011-2013 il blocco dei meccanismi automatici di adeguamento retributivo, nonché degli effetti economici legati alle progressioni di carriera. In sostanza, per effetto di tali misure, si viene a verificare che in seguito ad una promozione vi è contestuale incremento della responsabilità, senza però che vi sia un conseguente incremento proporzionale della retribuzione.
Tutto questo, signor Presidente, non è soltanto palesemente contrario ad ogni logica ma, ancor peggio, deleterio se non addirittura anticostituzionale. Al riguardo, è doveroso ricordare - questo ci tengo a sottolinearlo - che, proprio in relazione agli effetti devastanti che tale norma determina sulle organizzazioni come quelle in questione (le quali organizzazioni sono basate su strutture gerarchiche, sul principio Pag. 38fondamentale della responsabilità del comando), la stessa è stata decisamente criticata e contrastata dal Partito Democratico fin dal momento della sua presentazione.
Purtroppo - come ricorderete - i nostri sforzi tesi ad emendare il provvedimento sono stati resi vani dalla scelta del Governo di porre l'ennesima fiducia. Anche le organizzazioni sindacali delle Forze di polizia e gli organismi della rappresentanza militare, nonché il personale dei vigili del fuoco, hanno manifestato fermamente e in ogni circostanza la propria contrarietà di fronte a queste misure. Non è lontana nel tempo la manifestazione del personale di polizia che si è svolta ad Arcore davanti all'abitazione del Presidente del Consiglio, e che sicuramente ha avuto un effetto di spinta sulla decisione di emanare il decreto-legge in argomento. Infatti, proprio perché viviamo in un momento non facile, che cosa fa il Governo? Il Governo ha ritenuto opportuno di non perdere ulteriori consensi, soprattutto tra il personale dei comparti sicurezza, difesa e Protezione civile, impegnandosi nell'emanazione di un provvedimento correttivo che si è tradotto nel disegno di legge che stiamo esaminando.
Fatta questa premessa, però, ritengo doveroso fare alcune osservazioni sulla finalità e sulla inadeguatezza delle risorse economiche messe a disposizione del provvedimento in esame, che a mio avviso rappresenta l'ennesima promessa del Governo priva di contenuti validi e sostanziali. La specificità dei comparti interessati, già da tempo formalmente riconosciuta, meriterebbe infatti ben altra considerazione e soprattutto ben altri livelli di risorse stanziate. Basti pensare che in totale i fondi messi a disposizione per l'esigenza ammontano a 195 milioni di euro per il 2011-2012, e a 115 milioni per il 2013. Per dare un'indicazione di massima - visto che non vengono forniti dati più precisi, ma viene demandata ad un successivo decreto del Presidente del Consiglio la ripartizione dei fondi tra il personale - ciò significa che, secondo una ripartizione uniforme, il valore medio dell'una tantum viene a quantificarsi in circa 25 euro netti mensili pro capite, valore questo che sicuramente non può esser riconosciuto come giusta e adeguata ricompensa dei vincoli, delle limitazioni, nonché dei sacrifici a cui è sottoposto il personale dei comparti in discussione, che mette quotidianamente a repentaglio e talvolta sacrifica la propria esistenza per il bene comune e la sicurezza internazionale.
Peraltro debbo rilevare - lo faccio in maniera molto critica - che le risorse individuate sono quelle che erano state programmate per il provvedimento relativo al riordino delle carriere.
E anche se ci è stato assicurato che troveranno i fondi per questo comparto, ormai posso affermare personalmente che tutto il comparto medesimo sente un'esigenza forte e indilazionabile. Ho avuto modo, infatti, di raccogliere personalmente queste esigenze in tutti i comandi e reparti militari - e non sono pochi - che ho visitato in questi anni in qualità di componente della Commissione difesa. Prosciugare lo stanziamento previsto per il riordino delle carriere significa, quindi, procrastinare ulteriormente la discussione e l'approvazione del relativo provvedimento e diffondere disagio e sentimenti di amarezza e di delusione tra il personale interessato.
Per quanto riguarda la previsione di integrare gli stanziamenti citati con risorse rinvenibili dai risparmi connessi allo svolgimento delle missioni internazionali, mi pare poco convincente vista sia la situazione che caratterizza i teatri in cui le nostre forze sono già impegnate, sia le condizioni di forte tormento esistente in molte zone, anche a noi vicine, come quelle arabe. Ci vuole, poi, tutto il «coraggio» del Governo per credere alla possibilità che si possano utilizzare, per l'esigenza, i risparmi di altre amministrazioni dello Stato, quando è all'attenzione di tutti il fatto che la giustizia è rallentata da tempo a causa della mancanza di risorse umane e di fondi, che il mondo dell'istruzione è impossibilitato ad attuare delle vere e sostanziali riforme, che la sanità è Pag. 39carente ed è costretta a chiudere molte delle strutture esistenti e potrei continuare il lungo elenco.
Concludo evidenziando, come ulteriore e sostanziale critica, che, nel provvedimento in questione, non è stata prevista alcuna forma di contrattazione e di concertazione con gli organismi sindacali e di rappresentanza, passo procedurale che, a mio avviso, dovrebbe essere considerato fondamentale per definire, con criteri di equità e di giustizia, la ripartizione delle risorse da destinare al personale interessato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Naccarato. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO NACCARATO. Signor Presidente, colleghi, rappresentante del Governo, il decreto-legge al nostro esame dimostra lo stato confusionale del Governo, denota approssimazione e superficialità. Ho l'impressione che pochi abbiano seguito la relazione dell'onorevole Stasi, relatrice per la I Commissione, quando ci ha ricordato, all'inizio, in modo preciso e coraggioso, come il Governo si sia espresso in modo diametralmente opposto nella prima e nella seconda fase di esame del decreto-legge medesimo. Abbiamo assistito al sottosegretario Crosetto che, alle Commissioni riunite I e IV, ha espresso parere favorevole su alcuni emendamenti migliorativi dei relatori, tant'è che sono stati accolti - dopo entrerò nel merito -, mentre, in Commissione bilancio, come siamo appena stati informati dalla relatrice Stasi, un altro rappresentante dello stesso Governo - e la questione andrebbe chiesta al Governo per capire se si tratta, appunto, del medesimo Governo -, il sottosegretario Casero ha dato un parere diametralmente opposto sugli emendamenti su cui Crosetto aveva espresso, invece, un parere favorevole, tanto da farli accogliere.
Questo è un po' il tema che tiene insieme il presente decreto-legge. Il Governo, cioè, è intervenuto, nell'estate scorsa, come è stato appena ricordato, prima di me, dalla collega Laganà Fortugno, con un decreto-legge che ha tagliato pesantemente le risorse al comparto delle forze di polizia, delle Forze armate e dei vigili del fuoco. Adesso, invece, corre ai ripari, emanando un decreto-legge per assegnare l'una tantum, con modalità che, però, rimangono confuse e poco comprensibili, tant'è vero che si fa una cosa in una Commissione e se ne fa una diversa in un'altra.
Arriviamo così in Aula senza sapere - lo vedremo tra qualche decina di minuti - il parere che la Commissione bilancio darà proprio su quegli emendamenti, per capire che tipo di correzione il Governo ha in mente sul testo. Questo credo non sia un modo di agire rispettoso per il personale di cui stiamo discutendo, di cui tutti parlano bene e che tutti elogiano, quando è ora magari di ricordare le funzioni importanti che svolge. Tuttavia, quando poi andiamo a vedere come viene davvero trattato, notiamo che l'interesse è molto scarso tanto che, alla fine, poco si fa per questi settori. Non a caso il decreto legge n. 78 del 2010, dell'estate scorsa, aveva deciso sostanzialmente di bloccare per un triennio il trattamento economico individuale e complessivo dei dipendenti pubblici, compresi quelli del comparto Forze armate e forze di polizia, e aveva stabilito che, sempre per il triennio 2011-2013, veniva sostanzialmente esclusa l'applicazione per i dipendenti pubblici dei meccanismi di adeguamento retributivo previsti dalla legge.
In questo modo si è creato un danno pesantissimo, che ha rischiato di mettere in discussione il funzionamento stesso di questo comparto. Da qui è nata una protesta e credo che oggi - questo va ricordato -, se non fosse stato per le organizzazioni dei sindacati delle forze di polizia, che in maniera molto seria, molto rigorosa e molto responsabile hanno posto con forza questi problemi al Governo, non avremmo neanche assistito a questo tentativo di correggere le cose da parte del Governo. Quindi, è solo grazie al lavoro delle organizzazioni sindacali che si è arrivati al testo del Governo, che ha provato Pag. 40a mettere qualche toppa e a correggere i danni che erano stati prodotti.
Credo che anche da questo punto di vista si sia persa un'occasione, perché pensare ai lavoratori di comparti così delicati e che funzionano attraverso strutture gerarchiche, quindi con la delicatezza che ciò comporta, e vederli costretti a scioperare per rivendicare dei diritti fondamentali, tra cui il funzionamento delle loro mansioni, la dice lunga sulla scarsa attenzione del Governo. Questo è quello che è successo: il Governo ha partorito il decreto-legge e noi oggi stiamo esaminando un testo che ancora non sappiamo se la Commissione bilancio correggerà ulteriormente o manterrà così.
Ci sono dei limiti - e vengo al testo - anche dal punto di vista del metodo: al momento siamo in pochi, ma mi auguro che i colleghi prima di votarlo nel pomeriggio prendano visione del parere del Comitato per la legislazione, che in maniera molto puntuale ha segnalato alcuni limiti di metodo presenti nel decreto-legge in esame, in particolare il fatto che non si può incrementare la dotazione del Fondo destinato al finanziamento delle misure perequative con un decreto ministeriale, che è fonte normativa di rango secondario, perché la dotazione è fissata per legge, tramite risorse che derivano da autorizzazioni legislative, e alle norme di legge si può derogare soltanto con atti di forza di legge. Questo ci scrive il Comitato per la legislazione e credo che dovremmo tenerne conto, così come ci viene segnalato il fatto che gli assegni una tantum vengono individuati con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, mentre l'individuazione dovrebbe avvenire mediante un regolamento di attuazione, nelle forme di decreto del Presidente della Repubblica. Anche questa è una notazione non solo di natura formale, perché quando si parla di destinazione di fondi per questioni così delicate e in un momento così delicato la forma diventa sostanza e sarebbe importante mantenere le caratteristiche che il nostro ordinamento prevede per attribuire queste funzioni, senza contare poi il fatto che viene completamente bypassata la concertazione e la contrattazione delle organizzazioni sindacali. Io credo che su questo aspetto, se non altro per rispetto ancora una volta per le rappresentanze sindacali in settori così importanti e che hanno dimostrato una responsabilità così elevata nel corso della vertenza che vi è stata, sarebbe stato il minimo ricorrere a forme di concertazione.
Poi vi sono i problemi di sostanza, che sono sostanzialmente tre. Uno riguarda il fatto che per il 2013 manca la copertura, cioè noi integriamo il fondo con il decreto di 115 milioni di euro per il 2011, 115 milioni per il 2012, si sommano gli 80 milioni che già c'erano e arriviamo quindi a 195 milioni per due anni, ma per il 2013 mancano gli 80 milioni che erano stati stanziati con i provvedimenti precedenti. Quindi questo è un primo punto che il Governo dovrà chiarire e mi auguro voglia chiarire, perché al momento il 2013 resta scoperto.
Un secondo aspetto riguarda il fatto che parliamo di assegni di entità assolutamente modesta. Ci siamo confrontati in Commissione sul punto: parliamo, nella migliore delle ipotesi, di poco più di 25 euro netti al mese per soggetto che potrà recepire questa una tantum. Quindi vi rendete conto che solo con le ore di sciopero fatte nel corso della contrattazione questi aumenti in qualche modo rischiano di essere già vanificati.
L'ultima questione, che è la più importante - e su questo concludo, signor Presidente - riguarda il fatto che sostanzialmente 345 milioni (115 milioni per ciascun anno del triennio) vengono dal riordino delle carriere e dal riallineamento di alcune posizioni delle carriere del personale delle Forze armate e delle forze di polizia. Questo penso sia un punto che andrebbe in qualche modo chiarito e spiegato con maggiore forza, perché sostanzialmente non vi è un euro in più per il comparto forze di polizia, Forze armate e Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Si prende quello che era stanziato - ed è stato stanziato dopo tutte le promesse che sono state fatte nel corso di questi anni - e lo si sposta per pagare gli assegni una tantum. Pag. 41Il che vuol dire che, una volta che il decreto-legge in esame verrà convertito in legge, di riordino delle carriere, di riforma e di riallineamento non si potrà parlare più, è un tema che scomparirà dall'agenda politica del Governo e del Parlamento, perché non vi sarà più la copertura finanziaria per poterlo affrontare.
Pertanto, viene meno uno degli argomenti di propaganda che, in questi anni, hanno caratterizzato l'iniziativa del Governo.
Noi abbiamo provato - per questo siamo ancora in tempo e mi auguro che si voglia ragionare - a presentare emendamenti correttivi su questo punto. Abbiamo provato a chiedere di lasciare lì i 345 milioni di euro per il riordino delle carriere, perché servono per svolgere quel tipo di attività e per fare la riforma di cui tutti a parole siamo d'accordo, anche se poi, nei fatti, il Governo dimostra di non esserlo; prendiamo tale somma da qualche altra parte. Abbiamo indicato delle alternative: abbiamo proposto, per esempio, di individuare le risorse nella tassazione sulle bevande alcoliche e nelle sanzioni per l'evasione e l'elusione della tassazione sulle bevande alcoliche. Questo è un altro tema di cui si discute ogni tanto e dal quale potrebbero pervenire le risorse sufficienti per pagare gli assegni una tantum.
A fianco a questo, credo che vada fatta un'altra considerazione. È di oggi - e, forse, sarebbe stata importante una sua presenza in Aula - la notizia che i tagli che sono stati operati, in particolare, nei confronti del Ministero dell'interno e delle forze di polizia iniziano anche quest'anno - e siamo quasi al mese di maggio - a non consentire il funzionamento ordinario delle funzioni di polizia.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ALESSANDRO NACCARATO. È di oggi la notizia dell'esaurimento della gestione del fondo dei pentiti: in ordine a questo tema, il sottosegretario Mantovano, che si è già dimesso una volta dal Governo, per poi rientrare, forse, sarebbe potuto venire in Aula e spiegare che tipo di problemi vi sono.
Inoltre - e concludo davvero, signor Presidente - vi è il fatto che, nell'arco del triennio, il taglio del 30 per cento delle risorse per le forze di polizia e il Ministero dell'interno ha sostanzialmente messo in ginocchio le forze di polizia. Ogni volta, i tagli venivano in qualche modo bilanciati, dicendo che si sarebbero realizzati la riforma e il riordino delle carriere. Adesso che questo argomento non c'è più, perché quei soldi vengono «tolti» con il provvedimento in oggetto, voglio vedere in che modo si potrà raccontare al personale delle forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo dei vigili del fuoco che il Governo è ancora attento alle loro esigenze e cerca in qualche modo di valorizzare il loro operato.
Per queste ragioni - vedremo, nel pomeriggio, l'esame delle proposte emendative, signor Presidente - siamo molto scettici su come il Governo si è presentato con riferimento ad un provvedimento così importante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
(Repliche dei relatori e del Governo - A.C. 4220-A)
PRESIDENTE. Prendo atto che i relatori e il rappresentante del Governo rinunziano alla replica. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO JOLE SANTELLI IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 4220-A
JOLE
SANTELLI.
Onorevoli colleghi, il provvedimento in esame rappresenta soprattutto, come già
ha sottolineato il relatore, il grande impegno che il nostro Governo si è assunto
nei confronti del comparto difesa e sicurezza.
Un impegno che si è inizialmente manifestato nella volontà di inquadrare a
livello normativo la «specificità» del comparto, principio che è stato
esplicitato dall'articolo 19 del cosiddetto «collegato lavoro» (Legge n. 183
del 4 novembre 2010).
Nei provvedimenti di tagli, anche drastici, che si sono succeduti in questi
anni al fine di attuare una politica di obbligato contenimento della spesa
pubblica si è tenuto comunque conto della necessità di dare contenuti al
principio di specificità, non applicando in modo automatico le misure adottate
per il restante pubblico impiego.
Nel 2010, quando il decreto-legge n. 78 del 2010 ha tagliato in modo cospicuo
le spese per il pubblico impiego, il Governo ha previsto un Fondo destinato al
finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, delle
Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco interessato dal
blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali,
con dotazione di 80 milioni di euro annui per gli anni 2011 e 2012.
Ed ora, onorevoli colleghi, ha stanziato ulteriori 345 milioni di euro per il
triennio 2011- 2013 a favore delle Forze armate, delle Forze di polizia e del
Corpo nazionale dei vigili del fuoco che - aggiungendosi ai 160 milioni di euro
già disponibili - consentirà di erogare 195 milioni di euro per i primi due
anni e 115 milioni di euro nel terzo anno.
Certo, ne servono di più, ma le donne e gli uomini, che del comparto sicurezza
e difesa fanno parte, hanno capito gli enormi sforzi e la grande attenzione che
il nostro Governo mostra nei loro confronti, l'impegno a riempire di contenuti
economici la specificità ed a riconoscere il valore strategico del comparto.
Voglio rimarcare in questa sede il senso di responsabilità dimostrato da quei
sindacati di categoria che non sono scesi in piazza né hanno manifestato
davanti alla residenza del Presidente del Consiglio il 14 marzo scorso: si
tratta di quelle organizzazioni sindacali, che, sottolineo, riguardano i due
terzi degli iscritti, e che sono state convocate a Palazzo Chigi in seguito
agli impegni presi dal Presidente Berlusconi, che sono state ascoltate senza
che fosse necessario ricorrere a forme di protesta.
I rappresentanti dei sindacati Siulp, Sap, Ugl per la Polizia di Stato, Sappe
per la Polizia penitenziaria, Conapo per i Vigili del fuoco, Sapas per il Corpo
forestale nonché i Cocer delle Forze armate sono stati ricevuti dal
sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e dei loro rilievi
si è tento conto nel redigere il decreto-legge al nostro esame oggi.
Il Parlamento lo ha migliorato attraverso l'approvazione di alcuni emendamenti
nelle Commissioni referenti, su cui non mi dilungherò, date le esaurienti
relazioni svolte.
Nel concludere questo mio intervento voglio portare l'attenzione su un
argomento che mi sta particolarmente a cuore e su cui, da anni, mi sono
personalmente impegnata: il riordino delle carriere. Molti hanno protestato per
il fatto che questo decreto attinga al fondo per il riordino delle carriere al
fine di provvedere alla copertura finanziaria e tuttavia non credo che si possa
per questo parlare di mancanza di volontà nel riordinare il settore o
addirittura di abbandono del progetto. Pag. 97
Sono semplicemente sicura che la questione del riordino sarà all'ordine del
giorno di questo Parlamento perché vi sono chiari segnali che vanno in tale
direzione e soprattutto perché è evidente che è necessario procedere ad
una riforma organica del settore.
Il Governo, del resto, contemporaneamente all'approvazione del presente
decreto-legge, si è impegnato a voler procedere quanto prima alla
predisposizione di un disegno di legge delega per il riordino dei ruoli e delle
carriere del comparto sicurezza e difesa: in quella sede saranno reperite le
risorse necessarie per tale obiettivo, per noi assolutamente prioritario:
l'apporto che daremo come parlamentari sarà fondamentale, come già abbiamo
dimostrato con le proposte di legge che sull'argomento abbiamo presentato sin dall'inizio
della legislatura.
RESOCONTO
SOMMARIO e STENOGRAFICO
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470.
Seduta di MARTedì3 MAGGIO 2011
(omissis)
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (A.C. 4220-A) (ore 16,48).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Ricordo che, nella seduta di mercoledì 27 aprile 2011, si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore ed il rappresentante del Governo hanno rinunziato ad intervenire in sede di replica.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 4220-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 4220-A), nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A - A.C. 4220-A). Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante Pag. 48le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A - A.C. 4220-A).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto non strettamente attinenti al contenuto del provvedimento in esame, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente: Maurizio Turco 1.22, volto ad introdurre una disciplina transitoria per l'attribuzione del grado di ispettore superiore-sostituto ufficiale di pubblica sicurezza e qualifiche e gradi corrispondenti ai soggetti interessati dal decreto-legge; gli identici articoli aggiuntivi Di Stanislao 1.02 e Paglia 1.03, che intervengono in materia di pensioni privilegiate concesse ai dipendenti militari e civili.
La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 4220-A), che è distribuito in fotocopia. Tale parere reca tre condizioni, volte a garantire il rispetto all'articolo 81, quarto comma della Costituzione, che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, intervengo solo per dirle che il parere della V Commissione è pervenuto dopo che avevamo, insieme ai colleghi della IV Commissione, chiuso i nostri lavori. Per cui, avremmo necessità di una breve sospensione dei lavori d'Aula, non inferiore ad un quarto d'ora, per valutare il parere abbastanza complesso che ci è stato fornito dai colleghi della V Commissione.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, nulla osta, solo che stride una richiesta di una pausa non inferiore ad un quarto d'ora per un parere complesso.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, l'onorevole Bruno è notoriamente una persona garbata. Non voleva offendere la sensibilità di alcuno. Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 17,30.
La seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 17,40.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE
PRESIDENTE. Avverto che è stato presentato l'emendamento 1.500 delle Commissioni (Vedi l'allegato A - A.C. 4220-A) che è in distribuzione e che è volto a recepire una condizione contenuta nel parere espresso dalla Commissione bilancio.
Con riferimento a tale proposta emendativa, risulta alla Presidenza che i rappresentati di tutti i gruppi abbiano rinunziato alla fissazione del termine per la presentazione di subemendamenti.
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Naccarato. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO NACCARATO. Signor Presidente, intervengo sul complesso degli emendamenti. Peraltro siamo reduci da un incontro del Comitato dei diciotto delle Commissioni riunite I e IV in cui, proprio relativamente agli emendamenti, abbiamo avuto purtroppo la conferma dei nostri timori, cioè abbiamo potuto verificare che la Commissione bilancio, con emendamenti che sono adesso presentati all'attenzione dell'Assemblea, ha sostanzialmente modificato il lavoro che le Commissioni di merito avevano fatto nelle settimane scorse. Ha cioè svuotato quei tentativi di miglioramento relativamente in particolare a due aspetti fondamentali. Uno è la copertura del provvedimento, l'altra è la possibilità di calcolare ai fini pensionistici l'una tantum. In questo modo quindi torniamo al provvedimento originale che mantiene dunque tutti i limiti che Pag. 49abbiamo provato a sottoporre all'attenzione della maggioranza e del Governo nel corso di queste settimane. Alla fine, signor Presidente, si tratta sostanzialmente della smentita di tante promesse e di tante chiacchiere che sono state fatte in questo periodo. Si è partiti dall'annuncio del riordino delle carriere, del riconoscimento della specificità, del riconoscimento di dare maggiore dignità attraverso aumenti di trattamento economico al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e dei Vigili del fuoco. Questo è quello che si è raccontato nel corso di questi mesi nel Paese. La realtà è stata completamente diversa. E su questa differenza proviamo ancora a far riflettere l'Assemblea affinché vengano approvati gli emendamenti che abbiamo presentato. Ebbene, il punto è che la realtà è stata sostanzialmente caratterizzata dal decreto-legge «estivo» n. 78 del 2010 che ha introdotto tagli pesantissimi per questo comparto, nonché da tutti i tagli che, nel corso di questi due anni e mezzo, la vostra maggioranza ha portato al comparto sicurezza. Sono circa il 30 per cento le risorse che sono state tagliate, con ricadute drammatiche sul funzionamento degli organici della pubblica sicurezza. Penso a cose banalissime come l'acquisto degli automezzi, la manutenzione degli automezzi stessi, le missioni, gli affitti delle sedi, il funzionamento della direzione antimafia. In qualche modo, non si è messo in condizione il comparto sicurezza, le Forze armate e i Vigili del fuoco di svolgere le funzioni fondamentali a cui sono chiamate. Basta pensare - ed è l'emergenza di questi giorni - a come su questo comparto è stata sostanzialmente scaricata l'emergenza profughi e l'emergenza immigrazione. A fronte di queste maggiori responsabilità, corrispondono tagli sistematici che non consentono di lavorare in condizioni di sicurezza e di dignità al personale di questo strategico comparto. Inoltre - avevamo provato a dirlo nelle settimane scorse - se penso che, di fronte a tali fatti, il sottosegretario Mantovano aveva annunciato le dimissioni che poi sono puntualmente rientrate - credo che sia giusto ricordarlo -, ora di fronte alla prese in giro di questo decreto-legge, ritengo che sarebbe significativo che chi si è riempito la bocca in questi mesi di dignità, di specificità, di riforme e di riordino delle carriere, dovrebbe avere la coerenza di venire qui e dire che sostanzialmente la situazione non va bene, che i tagli restano e che non viene migliorato il decreto-legge.
L'altro aspetto importante sul quale abbiamo presentato emendamenti è la copertura di questa una tantum: è bene che si sappia che la copertura rimane all'interno del comparto, cioè si utilizzano le risorse, stanziate per riordinare le carriere e riallineare i ruoli, destinandole all'una tantum. Questo significa che avremo gli assegni una tantum, che corrispondono tanto per dare l'idea a circa 25 euro netti al mese e non saranno calcolati neppure ai fini pensionistici, e in cambio si svuota completamente il capitolo «riordino delle carriere e riallineamento dei ruoli». Ciò significa che questi due importanti aspetti non verranno mai più toccati in questa legislatura. Si tratta di un errore drammatico, perché non consente di ragionare, riformare, rimettere in discussione l'importante comparto delle forze armate, di sicurezza e dei vigili del fuoco. Anche in questo caso la realtà è molto diversa dalle promesse che sono state fatte e credo che su questo, signor Presidente, un ragionamento andrebbe fatto anche sulla specificità. Infatti, se questa è la vostra idea di specificità delle Forze di polizia e del comparto sicurezza, credo che siamo molto distanti rispetto a quanto abbiamo provato a costruire nell'arco di questi mesi. Io temo - e concludo - che, se non verranno considerati i nostri emendamenti e quindi se il provvedimento non verrà migliorato, ci troveremo di fronte all'ennesima delusione, una sorta di elemosina che, appunto con la logica che «piuttosto che niente è meglio piuttosto», va in qualche modo a migliorare una situazione drammatica ma che non risolve i problemi che questo comparto ha di fronte.
Credo quindi che gli emendamenti che abbiamo presentato debbano essere presi nella dovuta considerazione e mi auguro Pag. 50che alcuni di questi vengano anche approvati, perché in questo modo è possibile migliorare un provvedimento che, altrimenti, resta insufficiente e rischia anche di umiliare i rappresentanti delle Forze di polizia e delle Forze armate, che in modo responsabile in questi mesi hanno protestato, sono riusciti ad ottenere degli impegni del Governo, ma questi impegni poi sono stati per buona parte smentiti dal testo che è arrivato all'attenzione dell'Aula.
Ultima la beffa del parere della Commissione bilancio, che ha ulteriormente peggiorato quel testo. Per questo, signor Presidente, mi auguro che gli emendamenti siano valutati con attenzione e anche approvati, perché il provvedimento è ancora migliorabile e i nostri emendamenti vanno in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Laganà Fortugno. Ne ha facoltà.
MARIA GRAZIA LAGANÀ FORTUGNO. Signor Presidente e onorevoli colleghi, come ricordate, il 27 aprile ultimo scorso, nell'ambito della discussione sulle linee generali sul disegno di legge di conversione del decreto-legge relativo alla corresponsione di assegni perequativi individuali al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ho svolto un intervento, evidenziando sia quelle che, a mio avviso, sono le motivazioni che hanno spinto il Governo a predisporre con urgenza un decreto-legge privo di contenuti sostanziali adeguati, sia gli aspetti deficitari - sono svariati - che lo caratterizzano.
Nello specifico, voglio ricordare che il Governo, nel corso del 2010, ha emanato un decreto-legge, il decreto-legge n. 78 del 2010, poi convertito in legge, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica. Tali misure prevedono, tra l'altro, per tutto il triennio 2011-2013 il blocco dei meccanismi automatici di adeguamento retributivo legato agli scatti di anzianità e agli effetti economici legati alle progressioni di carriere. Si viene così a verificare che, di fronte ad un aumento di responsabilità, non corrisponde un incremento del trattamento economico. Quindi, va sottolineato al riguardo che una simile ingiusta sperequazione comporta poi effetti particolarmente devastanti nell'ambito delle organizzazioni che, come quelle delle Forze armate, delle Forze di polizia e dei Vigili del fuoco, sono caratterizzate da strutture gerarchiche in cui la responsabilità di comando, la disciplina, il senso di equità e di giustizia costituiscono principi fondamentali per un corretto, efficiente ed efficace funzionamento. Non riconoscere nei fatti questi principi può determinare danni enormi nel sistema, minandolo nelle fondamenta e giungendo perfino a portarlo più o meno gradualmente allo sgretolamento.
A dire la verità, con la legge di conversione n. 122 del 2010, all'articolo 8 comma, 11-bis del decreto-legge n. 78 del 2010, è stato previsto una compensazione degli effetti negativi sul personale dei comparti in questione, prevedendo la costituzione di un apposito fondo con una dotazione di 80 milioni di euro annui per ciascuno negli anni 2011 e 2012 da destinare proprio al finanziamento di misure perequative.
Ciò tenendo conto che, riferendosi alle Forze armate e di polizia, nonché al Corpo dei vigili del fuoco, si parla di un organico di personale superiore alle quattrocentomila unità. Appare subito, quindi, in tutta la sua gravità, la pochezza delle risorse stanziate. Ovviamente il personale si è accorto subito che si trattava di una presa in giro piuttosto che di un provvedimento concreto e reale, così che le organizzazioni sindacali delle Forze di polizia, gli organismi della rappresentanza militare nonché il personale dei Vigili del fuoco hanno cominciato a manifestare fermamente e convintamente, in ogni circostanza, la propria contrarietà di fronte a queste misure. La manifestazione del personale di polizia che si è svolta ad Arcore, davanti all'abitazione del Presidente del Consiglio, sicuramente Pag. 51ha poi determinato un effetto di spinta sulla decisione di emanare il decreto-legge in discussione; infatti, tenuto anche conto delle ulteriori gravi problematiche che stanno gravando sul nostro Paese, il Governo ha ritenuto opportuno di non perdere ulteriori consensi tra il personale dei comparti della sicurezza, della difesa e della protezione civile, impegnandosi nell'emanazione di un provvedimento correttivo che si è tradotto in un incremento di fondi, rispetto agli 80 milioni di euro già stanziati, di ulteriori 115 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio 2011-2013. Lo stanziamento complessivo per gli assegni perequativi individuali al personale ammonterà quindi a 195 milioni di euro per il 2011 e il 2012 e a 115 milioni di euro per il 2013.
Per quanto riguarda la previsione di integrare gli stanziamenti citati con risorse rinvenibili dai risparmi connessi allo svolgimento delle missioni internazionali, mi pare che essa sia poco convincente vista sia la situazione che caratterizza i teatri in cui le nostre forze sono già impegnate, sia le condizioni di forte fermento esistenti in tutto il mondo arabo che si affaccia sul mediterraneo e non solo. Ci vuole poi tutto il coraggio del «Governo del fare» per pensare che si possa far credere nella possibilità di utilizzare, per le esigenze, i risparmi di altre amministrazioni dello Stato quando è all'attenzione di tutti il fatto che la giustizia è rallentata da tempo a causa della mancanza di risorse umane e di fondi, che il mondo dell'istruzione è impossibilitato ad attuare delle vere e sostanziali riforme, che la sanità è carente ed è costretta a chiudere molte delle strutture e dei servizi esistenti, che la realizzazione di opere pubbliche, da tempo ormai, è in una fase di grave stagnazione e che i beni archeologici e culturali stanno vivendo una fase di oblio ed abbandono, per non parlare degli altri ministeri soggetti alla stessa condizione di scarsità di risorse.
Peraltro, il Comitato per la legislazione, fornendo il proprio parere, ha segnalato alcuni limiti formali presenti nel decreto-legge in esame ed in particolare è stato evidenziato che non si può incrementare la dotazione del fondo destinato al finanziamento delle misure perequative con il decreto ministeriale che è fonte normativa di rango secondario, in quanto le dotazioni dei singoli ministeri sono fissate per legge e alle norme di legge si può derogare soltanto con atti normativi di pari livello. Questo ci scrive il Comitato per la legislazione e credo che ne dobbiamo tenere conto così come dobbiamo tenere conto del fatto che gli assegni perequativi individuali devono essere stabiliti, non con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, così come indicato nel decreto-legge in esame, bensì mediante un decreto del Presidente della Repubblica.
Comunque, anche tenendo conto dello stanziamento delle ulteriori risorse di cui si è parlato, il provvedimento appare più come l'ennesima promessa di intenti sicuramente aleatori e priva di contenuti sostanziali e validi piuttosto che un equo riconoscimento delle giuste aspettative del personale motivate dalla particolarità del proprio lavoro.
Esprimendo il mio pensiero, non credo che il modo di agire del Governo possa essere considerato rispettoso per il personale di cui stiamo discutendo, personale nei confronti del quale siamo tutti pronti a parlare con enfasi e a tributare elogi per le importanti funzioni svolte quando si parla di operazioni contro le organizzazioni criminose, delle missioni internazionali per il ripristino o il mantenimento della pace, degli interventi di protezione civile a favore delle popolazioni colpite da eventi naturali ma che, invece, siamo portati a dimenticare in situazioni di normalità. Ricordiamoci che si tratta di personale che mette quotidianamente a repentaglio e talvolta sacrifica la propria esistenza per il bene comune e la sicurezza nazionale e internazionale.
Si deve poi rilevare, molto criticamente, che le risorse individuate per il finanziamento del fondo sono quelle che erano state programmate per il provvedimento relativo al riordino dei ruoli e delle carriere del personale dei comparti sicurezza Pag. 52e difesa, riordino che ormai da tempo è avvertito da tutti gli interessati come un'esigenza forte e indilazionabile.
Prosciugare lo stanziamento previsto per questa esigenza significa, quindi, procrastinare ulteriormente la discussione e l'approvazione del relativo provvedimento, diffondere disagio e sentimenti di amarezza e di delusione tra il personale interessato.
Un'ulteriore e sostanziale critica scaturisce poi dal fatto che nel disegno di legge di conversione in questione non è stata prevista alcuna forma di contrattazione e di concertazione con gli organismi sindacali e di rappresentanza, passo procedurale che dovrebbe essere considerato fondamentale per definire con criteri di equità e di giustizia le ripartizioni delle risorse da destinare al personale interessato.
Tenendo conto di queste osservazioni sono state presentate varie proposte emendative da parte del Partito Democratico, quali: la corresponsione al personale di un trattamento economico anziché di assegni perequativi; la possibilità di incrementare la dotazione del fondo in relazione ai risparmi di gestione e non con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese effettuate rispetto al precedente anno in conseguenza delle missioni internazionali di pace, nonché con le risorse di cui alla legge 13 novembre 2008, n. 181, relative al fondo unico della giustizia; che agli oneri concessi con l'incremento del fondo si provveda attraverso un aumento, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, delle aliquote di cui al testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi di birra, di prodotti alcolici e di alcol etilico, nonché delle relative sanzioni amministrative, quindi, con i fondi stanziati con il provvedimento relativo al riordino dei ruoli e delle carriere del personale. Inoltre, proponiamo che la misura e la ripartizione dei trattamenti economici di cui trattasi siano definite mediante l'attuazione delle procedure di concertazione e contrattazione stabilite con separati decreti dal Presidente della Repubblica e non dal Presidente del Consiglio.
Auspicando che queste proposte emendative possano essere approvate, ringrazio tutti per la cortese attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Saluto i giovani del consiglio comunale dei ragazzi di Valle di Maddaloni accompagnati dai rappresentanti dei grandi del consiglio comunale, nonché gli allievi ed i docenti dell'Istituto comprensivo statale «A. Manzoni» di Lammari (Lucca) e dell'Istituto d'istruzione superiore «Francesco d'Ovidio» di Larino (Campobasso) (Applausi).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Recchia. Ne ha facoltà.
PIER FAUSTO RECCHIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, dovremmo approfittare di questo provvedimento per tornare a quello che potremmo definire il peccato originale, cioè il provvedimento dal quale muove il decreto-legge in discussione. Evidentemente faccio riferimento al decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 - evocato giustamente in tutti gli interventi che mi hanno preceduto, sia oggi che in sede di discussione sulle linee generali - che conteneva, tra le altre norme, un intervento a gamba tesa fortemente penalizzante nei confronti del personale che opera nel settore della difesa e della sicurezza.
I commi 1 e 21 dell'articolo 9, infatti, stabilivano il blocco degli effetti economici delle promozioni al fine di contenere le spese in materia di impiego pubblico, con effetti negativi evidenti sul comparto difesa e sicurezza.
Si è capito da subito che la norma avrebbe creato problemi, tanto che la stessa legge prevedeva una misura compensativa da realizzare attraverso la costituzione di un fondo - originariamente di 80 milioni di euro, per tre anni - destinato al comparto difesa e sicurezza, in regione del principio di specificità del comparto stesso.
Noi, allora - lo voglio ricordare anch'io - ci battemmo tenacemente per contrastare Pag. 53questo peccato originale, perché capimmo da subito che la misura compensativa non sarebbe stata sufficiente a compensare alcunché, che non sarebbero state trovate e individuate risorse aggiuntive - e ripeto aggiuntive - se non colpendo altri capitoli di interesse dello stesso comparto da destinare alle Forze armate e a quelle di pubblica sicurezza.
Saremmo allora voluti intervenire in Aula con emendamenti correttivi ma, tanto per cambiare, ce lo avete impedito, facendo cadere sul provvedimento una delle tante questioni di fiducia che hanno caratterizzato questa legislatura.
Oggi che siamo qui a discutere questo «provvedimento-toppa», fate ricordare anche a me, come molti hanno fatto prima di me, quanto fosse sbagliato imporre quel blocco sul comparto sicurezza e difesa.
Ho chiamato questo provvedimento un «provvedimento-toppa», perché questo decreto-legge - mi riferisco ora al provvedimento attualmente in esame - non è, come alcuni colleghi della maggioranza sostengono, un riconoscimento al più volte evocato sacrosanto principio di specificità, ma il tentativo di correggere un errore.
Si tratta di un errore che ha prodotto reazioni di sdegno da parte del personale del comparto che è arrivato a manifestare in piazza il proprio disagio, giungendo fino ad Arcore. Ed è a partire da quella pressione che il Governo ha inteso procedere nell'approvazione del decreto-legge che oggi siamo chiamati a convertire in legge.
Purtroppo, colleghi, non ci troviamo di fronte ad una maggioranza che ha deciso di affrontare le questioni del comparto in termini generali, definendo gli obiettivi e le esigenze del personale e valorizzando la specificità come atto di riconoscimento di una peculiare condizione di lavoro, quanto piuttosto a una correzione obbligata di un errore. Siamo appunto alla «toppa».
Ma siamo anche al «meglio di niente», questo è l'approccio con il quale tutti noi stiamo procedendo in questa discussione e credo di poter dire che siamo molto vicini al niente.
Ora, sappiamo che le risorse messe a disposizione sono 195 milioni per il 2011 e per il 2012 e 115 milioni per il 2013. Niente sappiamo della loro ripartizione, la cui definizione spetta ad un successivo decreto del Presidente del Consiglio.
Non sapendo nulla della ripartizione e provando a portarci avanti con il programma, immaginando una spalmatura delle risorse disponibili su tutti gli operatori del comparto, si arriverebbe a cifre irrisorie, intorno (è stato detto) ai 25 euro netti al mese per avente diritto. Ammetterete anche voi che siamo molto vicini al niente.
Prendo atto che il sottosegretario Crosetto in Commissione ci ha spiegato che le risorse non saranno distribuite a tutto il personale. L'obiettivo del decreto-legge (cito il sottosegretario) è quello di sterilizzare gli effetti pregiudizievoli derivanti dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali disposti con la legge n. 122 del 2010. L'assegno avrà, quindi, come destinatari solo coloro che hanno subito tali tagli.
Vedremo. Nella sua impostazione, che conferma che stiamo parlando in modo esplicito di «legge-toppa», mi pare ragionevole stringere il perimetro di coloro che potranno beneficiare degli assegni. Tuttavia, nell'attesa di capire come andrà a finire, le risorse ci appaiono comunque insufficienti a compensare il blocco e lasciano aperti molti problemi, dando origine a insoddisfazioni diffuse.
Ma il punto più delicato, o se volete più grave, è che tali risorse non sono - come ho detto - aggiuntive, ma vengono reperite principalmente prosciugando i fondi destinati al riordino delle carriere. In pratica l'aumento dei 115 milioni aggiuntivi agli 80 già presenti nel fondo istituito con la legge del 2010 se lo paga da solo il comparto: non c'è un euro in più messo dal Governo.
Una volta approvata questa legge di conversione, colleghi, l'attesissimo e necessario riordino delle carriere, sul quale la maggioranza e il Governo si sono sperticati in dichiarazioni di impegno, da quel momento in poi scomparirà dall'agenda Pag. 54politica del Governo e del Parlamento. Non vi sarà più un euro per poterlo finanziare.
A nulla sono servite e a nulla serviranno le raccomandazioni espresse da alcuni di voi in questo passaggio nei confronti del Governo. Sapete benissimo che il riordino non vedrà la luce in questa legislatura e lo hanno capito benissimo anche le Forze armate e le Forze di polizia. Per far fronte a un'emergenza che il Governo ha creato se ne apre un'altra, tradendo legittime attese di anni e impegni assunti da questo Governo.
Peraltro, sempre in tema di copertura, la dotazione del fondo di cui al comma 1 può essere ulteriormente incrementata con decreto del Ministro dell'economia di concerto con i Ministri della difesa e dell'interno incidendo sul fondo delle missioni internazionali che, già di per sé, si presenta come insufficiente.
Oltre alle questioni di sostanza di cui ho detto, si presentano anche delle questioni di forma.
Il parere del Comitato per la legislazione ci segnala infatti un'incongruità del ricorso al decreto ministeriale per l'eventuale ulteriore incremento del Fondo istituito con la legge n. 122 del 2010, tenuto conto che l'ammontare del Fondo in questione è fissato per legge, tramite risorse anch'esse derivanti da autorizzazioni legislative di spesa. Il Comitato ci ricorda che alle norme di legge si può derogare soltanto con atti aventi forza di legge e non con atto subordinato, così come ci segnala che l'individuazione degli assegni una tantum, che nel decreto-legge in discussione vengono individuati attraverso un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, dovrebbe avvenire mediante un regolamento di attuazione nella forma del decreto del Presidente della Repubblica. Noi pensiamo che di questi rilievi dovremmo tenerne conto.
In ragione di quanto ho detto, abbiamo presentato degli emendamenti che, più che volti a correggere l'impianto del decreto-legge, mirano a limitarne i danni. Abbiamo chiesto di non intaccare il Fondo necessario al riordino delle carriere; prendiamo le risorse necessarie attraverso altri interventi. Abbiamo proposto alternative, per esempio, individuando le risorse e aumentando la tassazione sulle bevande alcoliche oppure aumentando le sanzioni previste per l'evasione e l'elusione della tassazione sulle stesse. Ancora, abbiamo proposto di intervenire su un altro punto delicato del decreto-legge. Esso prevede, infatti, che la ripartizione degli assegni e la definizione della loro misura avvenga con un DPCM da emanarsi su proposta dei Ministri interessati, sottraendolo al regime di concertazione con le parti sociali, siano esse sindacati che rappresentanze militari. Nei nostri emendamenti si intende ristabilire il principio della concertazione, trattandosi appunto di materia contrattuale. Naturalmente abbiamo presentato, a prima firma del collega Zaccaria, anche emendamenti che puntano a sciogliere i dubbi espressi dal Comitato per la legislazione, a cui ho fatto riferimento.
In conclusione, Presidente, non possiamo occuparci del comparto sicurezza e difesa con questo approccio, quello del «meglio di niente». Dobbiamo sapere che nell'interesse del Paese dobbiamo occuparcene con serietà, guidati da un qualche disegno di medio e lungo termine. Il solo fatto che oggi qui siamo impegnati su un intervento una tantum - e sappiamo che si è aperta anche una discussione in Commissione bilancio in relazione a un emendamento del relatore che riprendeva un nostro emendamento in Commissione, che intendeva sostituire le parole «una tantum» con «assegni perequativi individuali», con l'obiettivo di trasformare l'intervento in continuativo e pensionabile, un emendamento che è stato bocciato dalla Commissione bilancio, smontando così tutto il lavoro che avevamo fatto insieme, maggioranza e opposizione, in Commissione - insomma questo ci dice qual è la consapevolezza che avete nei confronti del comparto tutto, del suo ruolo.
Questo è un provvedimento che nasce a seguito della pressione legittima di una categoria insoddisfatta. Voi l'avete impostata meramente come un'elargizione dovuta di risorse, peraltro insufficienti. Il Pag. 55vostro è un intervento guidato unicamente dall'esigenza di tranquillizzare, ma sotto non c'è niente: nessun disegno, nessun ragionamento strategico a supporto, nessuna sensibilità nei confronti del mondo al quale non date risposte, nessun tentativo di riforma organica del modello, nessuna comprensione.
Ciò di cui parliamo oggi, in questo decreto-legge così come in altri provvedimenti sparsi, non è, o meglio, non è solo l'interesse del personale, ma è l'interesse del Paese. In ogni occasione, almeno per quel che riguarda noi della Commissione difesa, vi abbiamo chiesto di superare questa approssimazione, di impegnare il Parlamento in una discussione complessiva su obiettivi, strumenti e risorse, ma ai nostri richiami vi siete mostrati sempre sordi. Noi, consapevoli del rilievo delle questioni di cui trattiamo, non molleremo e proveremo ad alzare la voce affinché possiate sentirci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.
MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, i colleghi che mi hanno preceduto sono già intervenuti nel merito del provvedimento, ne hanno già elencato limiti, contraddizioni e incongruenze.
Vorrei, però, dare conto ai colleghi in quest'Aula dell'iter controverso e per alcuni versi paradossale che questo provvedimento ha avuto nell'esame per il parere della Commissione bilancio e annunciare anche le nostre intenzioni sugli emendamenti che le Commissioni referenti hanno dovuto presentare a seguito del parere della Commissione bilancio.
Noi non voteremo questi emendamenti. Vi era una possibilità alternativa e vi era, signor Presidente, la possibilità di rispettare il testo che ben due Commissioni avevano predisposto, la Commissione difesa e la Commissione affari costituzionali. Cosa avevano fatto? Avevano tentato di dare dignità a un provvedimento parziale, limitato e sbagliato, a un decreto-legge del Governo. Insomma, nelle caratteristiche dell'azione governativa di questa maggioranza, una una tantum diventava una misura corretta, diveniva un assegno fisso e continuativo. Vi era, inoltre, la possibilità di trovare le risorse necessarie per renderlo dignitoso.
Invece, non si è voluto fare questo mortificando, così, l'espressione di ben due Commissioni e la volontà generale - direi - del Parlamento, trovando artifizi spesso contabili.
Voglio ricordare, inoltre, i limiti, anche per la toppa, come ha detto l'onorevole Recchia, che è stata messa. Non vi è la copertura necessaria. Nel 2013 mancano, infatti, 80 milioni. I 115 milioni che sono utilizzati vengono prelevati dal riordino delle carriere. Si chiude un buco e se ne apre un altro. Il provvedimento è del tutto insufficiente rispetto ai 400 mila operatori interessati.
Signor Presidente, dove sta il problema? Il problema è che questo provvedimento è un altro prodotto dei tagli ciechi e lineari. La spesa cattiva continua e sulla spesa buona, invece, bisogna ritornare, come in questo caso. Come si può pensare, signor Presidente, e come si poteva pensare che in strutture gerarchiche, come quelle delle Forze armate o delle forze di sicurezza, al passaggio di grado - e, quindi, di responsabilità - non corrispondesse un adeguamento economico? Un tenente, che diventa capitano, deve continuare ad essere pagato da tenente pur facendo il capitano. Questo è quello che abbiamo fatto con il decreto-legge n. 78 del 2010. Poi si sono stanziati 80 milioni e poi 115; dopodiché, si è compreso che non bastavano. Poi non si sapeva come venissero utilizzati e chi decidesse. Infine, non vi è concertazione né coinvolgimento.
Insomma, in definitiva con questo provvedimento avete dato un'ulteriore dimostrazione dello stato confusionale in cui vi trovate. Prima avete cercato con il decreto-legge, come al solito, di mettere una toppa senza una linea coerente, una logica e una linea seria rispetto ad un disastro che avete prodotto. Poi siete venuti in Parlamento e si è consumata, Pag. 56ancora una volta, la sceneggiata che abbiamo visto mille volte. Cosa è andato in scena? È andato in scena lo scontro tra due Commissioni sorrette - badate bene - da due Ministeri che, via via, hanno espresso pareri favorevoli, ossia il Ministero della difesa e il Ministero dell'interno. Alla fine lo scontro con chi è avvenuto? Con il Ministro delle una tantum, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro Tremonti che, ancora una volta, ha imposto la sua linea.
Vi era, invece, la possibilità di trovare le risorse per un provvedimento coerente, come abbiamo dimostrato e sostenuto insieme a tutte le altre forze di opposizione presentando un parere alternativo. Vi sono stati vari passaggi in Commissione bilancio. Vi è stato uno scambio di sottosegretari che ora sono tutti presenti in quest'Aula. Si alternavano i falchi e le colombe.
C'è stata anche la presenza del sottosegretario Mantovano, che non ha avuto alcuna soddisfazione rispetto alle sue raccomandazioni. Insomma, abbiamo assistito alla saga del «vorrei ma non posso» e alla remissione del mandato da parte del relatore, l'onorevole De Angelis, che ha fatto, visto il tema, una ritirata strategica e quindi a lui diamo l'onore delle armi. Abbiamo visto imbarazzi e alterne iniziative muscolari in meno. Comunque, alla fine, con il lavoro di questi 15 minuti del Comitato dei nove, probabilmente un'intera maggioranza verrà piegata dalla smania di onnipotenza di un Ministro che, un giorno sì e l'altro no, minaccia le dimissioni pur di imporre i suoi provvedimenti.
I suoi provvedimenti - quelli che interessano a lui - vanno avanti perché abbiamo accumulato in 36 mesi 220 miliardi di debiti in più. Un Paese civile non mortifica le sue Forze armate e le forze di sicurezza come state facendo voi, non le costringe a manifestare continuamente, non le esaspera sino a spingerle a manifestare dinanzi alla residenza privata del Premier per avere in cambio - come con questo provvedimento - una carità penosa, anziché il riconoscimento di un sacrosanto diritto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, intervengo brevemente perché ho parlato anche in sede di discussione sulle linee generali. Vorrei fare anche qualche riferimento agli emendamenti che sono stati presentati.
Signor Presidente, abbiamo lavorato nelle Commissioni congiunte, nel tentativo di capire quale fosse la vera natura di questo provvedimento: per una certa tesi, avanzata dal gruppo dell'UdC, ci troveremmo in presenza di un'una tantum, che potrebbe analogicamente essere considerata come un puro obolo nei confronti del comparto delle Forze armate, delle forze di polizia e del Corpo dei vigili del fuoco.
C'è stato anche un contributo - e questo è anche evidenziato nel fascicolo al nostro esame - da parte dell'opposizione di tentare di rintracciare una qualche dignità a questo provvedimento, nella convinzione che esso non fosse dettato dalle spinte - come si suole dire - dei soggetti interessati per modificare il blocco del decreto legge n. 78 del 2010, ma avesse la dignità e la forza di un'attenzione molto più cogente e molto più forte nei confronti delle forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo dei vigili del fuoco.
Più volte ci siamo trovati in quest'Aula a discutere di provvedimenti sulla sicurezza e di provvedimenti antimafia e, anche in quelle occasioni, il mio gruppo non ha fatto assolutamente mancare la sua adesione e il suo contributo convinto, ma abbiamo sempre detto, continuamente, che c'era bisogno di dare una sistemazione forte alle forze di polizia, come alle Forze armate e al Corpo dei vigili del fuoco. Si è evocata la specificità - questo è un tema ricorrente anche con riferimento a questo provvedimento -, ma non c'è nessuna specificità. La specificità non viene attraverso l'obolo dei 25, 26 o 27 euro al mese. La specificità è il riordino delle Forze Pag. 57armate e delle forze di polizia con l'attribuzione delle qualifiche e dei ruoli nel rispetto dei compiti che sono chiamate ad assolvere giorno per giorno nella difesa delle istituzioni, nel contrasto alla criminalità organizzata e nel campo della protezione civile.
Questo dato non viene assolutamente e minimamente sfiorato: c'è stata una trattativa tra i sindacati e le forze di polizia, con l'aggancio di organismi di rappresentanza militare, che non sono sindacalizzati, e con la rappresentanza che si interessa del Corpo dei vigili del fuoco.
Questa posizione - da noi confermata in sede di discussione sulle linee generali - secondo cui si trattava semplicemente di una una tantum, uguale ad un obolo, che mortifica ed è mortificante, è stata respinta più volte anche da parte dei colleghi della maggioranza e giustamente anche dai relatori: giustamente perché hanno lavorato in una direzione per capire se la materia fosse suscettibile o meritevole di attenzione e di difesa. Vi è stato anche un intervento importante e fondamentale in quel momento da parte del sottosegretario Crosetto in base al quale, sul piano di una valutazione della giuridicità di questa una tantum, è stata data una certa risposta per determinare una svolta rispetto al nostro convincimento, quindi un passo in avanti in relazione agli obiettivi ed ai traguardi che volevamo raggiungere.
Abbiamo affrontato il problema in sede di discussione sulle linee generali e oggi pomeriggio la seduta in Aula è stata sospesa, ma per cosa? Per un obolo. Ritengo che il Governo dovrebbe avere qualche sentimento in più, anche se non vorrei far polemica per partito preso. Ad ogni modo, noi esaltiamo continuamente i compiti delle nostre Forze armate ed il loro grande ruolo, enfatizziamo il ruolo delle forze di polizia e poi li lasciamo disorganizzati, senza nessun tipo di coordinamento e senza nessun riconoscimento forte rispetto alla funzione che sono chiamate a svolgere. Invece, vi dovrebbe essere una forte rivisitazione del loro impiego, attuando o quantomeno modificando, la legge 1o Aprile 1981, n. 121, che tratta della riforma delle forze di polizia.
Nulla di tutto questo. Crediamo di aver risolto il problema delle forze di polizia attraverso questo assegno, attraverso questa una tantum, attraverso questo obolo e oggi, se qualcuno aveva qualche sospetto rispetto alle buone intenzioni manifestate da parte del Governo nel corso delle riunioni congiunte fra la I e la IV Commissione, queste buone intenzioni vengono ad essere smentite dai lavori della Commissione bilancio. Infatti, è stata fatta giustizia di alcuni equivoci perché si dice chiaramente che l'assegno una tantum non deve avere natura giuridica. Ciò è chiaramente espressivo delle nostre preoccupazioni che anzi vengono ad essere confermate. Questa è la prova del nove, anche se noi abbiamo presentato un ordine del giorno che verrà sottoposto all'attenzione del Governo e dell'Aula. Ad ogni modo, non cambia nulla rispetto al percorso che ci si è dati e anche rispetto al tipo di copertura che è stata data da parte del Governo e di cui parleremo anche nel prosieguo dei lavori.
Abbiamo chiaramente espresso la nostra posizione in Commissione bilancio attraverso il vicepresidente, onorevole Occhiuto, abbiamo votato contro, voteremo contro questo emendamento e voteremo a favore degli altri emendamenti che hanno tentato e tentano di dare, come dicevo poc'anzi, una dignità a questo provvedimento che così visto e rappresentato è poca cosa e mortifica e avvilisce certamente sia i destinatari che il Parlamento stesso (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.
AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, ho a cuore il problema, non ho difficoltà a entrare nel merito. Mi si passi anche, signor Presidente e onorevoli colleghi, una forma di «latinorum» che non è in uso, ma più che un provvedimento una tantum mi sembra sia un provvedimento Pag. 58«una manciam» nel senso che, calpestando la dignità propria di quegli elementi che si riferiscono alla specificità di alcuni comparti quali quello delle Forze armate, della polizia e dei vigili del fuoco, stiamo calpestando le loro professionalità, competenze, storia, prospettiva e voglia di far bene attraverso una falsa aspettativa che avete creato prima richiamandovi all'articolo 78 e poi cercando di mettere in campo una serie di buoni propositi che nulla hanno a che fare con le esigenze reali di un comparto. Infatti, se veramente si vuole dare una risposta definitiva e concreta allora bisogna parlare necessariamente di obiettivi, strumenti e risorse, insomma bisogna parlare di qualcosa che vi è culturalmente estraneo che si chiama strategia in questo comparto e in altri contesti della pubblica amministrazione. Non avete una politica rispetto a questi settori dei quali vi state prendendo carico.
Non solo: vi è anche questa decisione di mettere in campo delle risorse che sono, secondo noi dell'Italia dei Valori, poche, maledette e subito, nel merito delle quali non vogliamo entrare, perché riteniamo che sia oltremodo offensivo per tutta l'Aula e per tutti noi dover discutere di risorse che sono pari ad un incremento di 24 o 25 euro, quando è impagabile il lavoro che svolgono le forze dell'ordine nei settori che abbiamo già citato. Evidentemente, per voi la forma e il contenuto non vanno mai insieme, bisogna solo fare una serie di spot elettorali, che, guarda caso, cadono in tutti questi momenti, soprattutto in queste occasioni. Si è persa una grandissima occasione, noi non ci vogliamo far risucchiare in questa logica. Abbiamo fatto un grande lavoro nelle Commissioni congiunte, abbiamo lavorato, come dicevano i colleghi, da ultimo il collega Tassone, siamo stati ben disponibili ad andare incontro - il collega se lo ricorda - a chiarire, a spostare in avanti il baricentro della discussione ed a mettere insieme ai contenuti il riconoscimento di risorse vere. Se non si mettono le risorse vuol dire che non c'è il riconoscimento per l'attività che si è svolta, che si sta svolgendo e che si svolgerà. Noi riteniamo veramente che nel merito abbiamo dato un contributo fondamentale con proposte emendative. Voglio ricordare gli emendamenti dell'Italia dei Valori, che voi avete ritenuto irricevibili. Penso che se gli emendamenti presentati sono irricevibili, la vostra proposta è invece sicuramente una proposta indecente, che offende profondamente la professionalità dei comparti di cui ci stiamo occupando. Mi auguro che ci sia la possibilità di riparare al danno e alla beffa. Ricordo ai colleghi che hanno messo in campo un provvedimento tampone, quasi a cercare di parare le montagne con le mani, quando parlano di presentare un ordine del giorno, che l'ordine del giorno è oltremodo offensivo. Rispetto ad un impegno che equivale a un disimpegno del Governo e soprattutto del Ministro Tremonti evidentemente voi non siete in grado di mettere in campo la benché minima politica nei riguardi di questi settori nevralgici e sensibili della nostra comunità nazionale. Allora, se il fallimento passa anche attraverso questo provvedimento, assumetevi l'intera responsabilità, perché noi stiamo facendo per intero la nostra parte. Stiamo cercando anche di ritornare su alcuni elementi che sono di natura programmatica e pianificatoria, ma a voi questo non riguarda, perché sicuramente la cultura di Governo non vi appartiene. Evidentemente pensate che si possano accontentare e quietare le coscienze, quando invece a questi comparti, a queste persone ed a queste professionalità dovremmo dare riconoscimento e soprattutto risorse, perché è da lì che si capisce se un Governo è attento; se la maggioranza c'è, fa questo tipo di lavoro, questo tipo di intervento e non lesina risorse così importanti e fondamentali per far andare avanti lo Stato e la sicurezza dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'altro giorno in discussione sulle linee generali, come Pag. 59gruppo dell'Italia dei Valori, avevamo detto che avremmo votato a favore di questo provvedimento, perché, anche se il provvedimento non riscuoteva il nostro consenso e soprattutto non era per noi interessante, dal punto di vista della responsabilità avevamo deciso di evitare quello che naturalmente oggi invece avverrà, cioè dovremo astenerci su questo provvedimento, proprio per il cambio di modalità e per le false aspettative che avete dato alle forze dell'ordine. Non capiamo la vostra politica della sicurezza, non capiamo la vostra politica fatta in favore delle forze dell'ordine, anzi in sfavore delle forze dell'ordine, non capiamo come potete attuare una compensazione attraverso una disomogeneità. Avete cambiato tre punti fondamentali del provvedimento: prima è nato un provvedimento che ha tolto quello che le forze dell'ordine avevano; ne avete dovuto fare un altro per ridare alle forze dell'ordine quello che avevate tolto; adesso ne avete fatto un terzo ed avete ritolto ancora qualcosa.
Credo che non si possa chiamare il gioco delle tre carte, ma, come dite voi, piuttosto è meglio di niente. Questo è un tema molto complesso. Vorrei dirvi che i soldi previsti nel decreto-legge in esame sono pochi e non pensionabili: ciò che state facendo è veramente un problema. Oltretutto prendete questi soldi dai settori delle missioni, della giustizia e del riordino delle carriere. Sappiamo tutti i problemi che hanno in questi giorni le missioni e la giustizia e che il riordino delle carriere è fermo da vent'anni, praticamente non parte. Avete fatto di meglio, però: siete riusciti, senza naturalmente contrattare con le organizzazioni sindacali, perché a voi questo non interessa, a non concedergli nulla di ciò che avevate promesso. Loro hanno manifestato davanti alla casa del Presidente del Consiglio, avete per un attimo ripensato a quello che avevate combinato e poi, come si dice, «passata la festa gabbatu lu santu», siete venuti di nuovo in Aula e, ancora una volta, gli togliete qualcosa! Non so come vi presenterete davanti alle organizzazioni sindacali senza avere minimamente mantenuto gli impegni che vi siete posti.
È vero che in parte i soldi sono rimasti gli stessi, una tantum, e li elargite una tantum, ma è vero anche che non sono pensionabili. È vero che inserite tre commi nel testo del provvedimento in esame, ossia il comma 2 dell'articolo 1, dove si tratta dei risparmi delle amministrazioni interessate, quello che prevede la soppressione dell'articolo 1 e, soprattutto, il comma che concerne la soppressione, senza la specificazione della natura giuridica, dell'emolumento corrispondente all'una tantum.
Credo che questi siano temi essenziali che le forze dell'ordine si aspettavano. Avete dimostrato ancora una volta la vostra inadeguatezza e la vostra irresponsabilità. Creerete, per la prima volta, all'interno della pubblica amministrazione due categorie: da una parte coloro che, avendo un aumento livellare, parametrale, ma anche di funzione, avranno un'indennità di un certo tipo e, dall'altra, coloro che, dall'anno dopo, non l'avranno e non sarà pensionabile. Quindi create, all'interno della stessa amministrazione, dipendenti che andranno in pensione con una certa indennità e dipendenti che dovranno andare in pensione con un'altra indennità perché naturalmente non è pensionabile.
Dunque a parità di ruolo, di specificità, di funzioni, avremo dei dipendenti nella pubblica amministrazione che, con questa una tantum, andranno in pensione l'anno successivo con un diverso trattamento economico, una diversa parametrazione, una diversa indennità pensionabile e una diversa liquidazione. questa è una cosa che non era mai è avvenuta nella pubblica amministrazione.
Oggi vi prendete una responsabilità enorme. Create, all'interno delle forze dell'ordine, due diversi modelli di lavoro e, soprattutto, due diversi modelli pensionistici tra le stesse persone che magari hanno un solo mese di differenza. Visto, infatti, che l'indennità non è annuale, ma mensile, chi andrà in pensione al 31 dicembre 2010 o chi, comunque, compie i Pag. 6019, 17, 27 o 32 anni di lavoro all'interno dello stesso anno, perché magari li compie a settembre, novembre o ottobre dell'anno prima, prenderà l'assegno funzionale e andrà in pensione con quell'assegno, chi, invece, ci va, per sua sfortuna, nel gennaio 2011 quell'assegno non lo percepirà né nella funzione, né nel parametro, né nel livello che andrà a prendere. Credo che questo sarà un problema enorme per la forze dell'ordine, per i dipendenti delle Forze armate e per i vigili del fuoco.
Mi auguro che in futuro cercherete di correggere tutto questo, come state cercando di fare oggi, visto che di giorno in giorno rincorrete i guai che combinate attraverso le vostre proposte di legge. Ogni giorno combinate un guaio e il giorno dopo cercare di risolverlo, lo risolvete a metà dopodiché, il giorno dopo, ne ricombinate un altro, non cercando, invece, di rincorrere qualcosa di diverso o di dare qualcosa.
Anche perché ho letto quello che ha sostenuto Matteo Bragantini, il collega della Lega, che ha ragione perché dice: questo provvedimento serve per andare incontro alle istanze del mondo del «personale militare e delle forze di polizia rimasto penalizzato da provvedimenti di contenimento della finanza pubblica degli ultimi anni, al quale verrà concessa una una tantum denominata in sede di Commissione »assegno perequativo individuale«. In questo senso come gruppo Lega consideriamo questo intervento come una sorta di riparazione, un atto in un certo senso dovuto agli uomini e alle donne, che contribuiscono decisamente in Italia e all'estero alla sicurezza della nostra esistenza». Questo fa capire che cosa da una parte si dice e che cosa, invece, poi dall'altra parte si toglie.
Credo che vi prendete una responsabilità politica molto forte. Noi su questo punto non ci stiamo e, purtroppo, devo dire che rispetto al giudizio favorevole che avevo espresso precedentemente nella discussione sulle linee generali, dove comunque c'era stato all'interno delle Commissioni un dibattito specifico dei colleghi della maggioranza, e in cui si era comunque arrivati ad un dunque e ad una sorte, oggi, invece, si ritorna indietro, ci si rimangia tutto e naturalmente il provvedimento cambia completamente modello ed esistenza.
Pertanto noi non possiamo più esprimere il nostro «parere» favorevole. Certamente i soldi ci sono, quindi, ci asterremo, ma credo che sia una sconfitta della maggioranza e soprattutto credo che non sia un bel modello di legiferare per coloro che poi, ogni giorno, si magnificano in Aula per quello che fanno (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.
RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, intervengo come membro della Commissione bilancio per ricordare ancora una volta alcune cose successe la scorsa settimana e ripetutesi anche oggi in detta Commissione. Si era conclusa, peraltro, la prima votazione, con un pareggio pieno sul parere presentato dal relatore - prima che rassegnasse l'incarico di relatore - e su un controparere, presentato dalle minoranze. Il risultato è stato di parità, salvo poi aver tentato - ed esserci riusciti ovviamente - a introdurre letteralmente una presa in giro nei confronti del Parlamento e soprattutto poi dei destinatari di questo provvedimento.
Allora, se per caso avessimo ancora bisogno di conferme, quello che stiamo esaminando è l'esatta fotografia di chi sta comandando questo Paese, cioè il Ministro dell'economia e delle finanze, Giulio Tremonti, il quale usa non il fioretto, ma la spada per tagliare risorse destinate a vari settori della pubblica amministrazione e non soltanto, dalla scuola, alla sanità e alle forze dell'ordine.
Poi che cosa succede, signor Presidente? Succede che alcuni esponenti, sindacalizzati e non, delle forze dell'ordine prendano il treno o la macchina, per andare a Milano e di lì poi ad Arcore, a manifestare davanti alla casa del Premier. Allora il Premier si fa ovviamente convincere che sarebbe opportuno dare qualcosa, Pag. 61una piccola mancia, una «caramellina» ed eccoci a questo provvedimento: 25 euro al mese, una tantum, per il quale c'è esclusiva copertura finanziaria per le l'esercizio 2011 (per i mesi che rimangono di questo anno) e non c'è nessuna copertura per gli esercizi successivi e quindi si rinvia alla legge di bilancio, se e quando ovviamente vi saranno le risorse aggiuntive disponibili, per farvi fronte.
Non solo, ma ciò succede nonostante e avendo dimenticato che proprio il sottosegretario dell'interno, il sottosegretario Mantovano, stamane in Commissione ci abbia ricordato che sarebbe stato opportuno, sin da subito, trovare le risorse necessarie e poi abbia anche detto che sarebbe opportuno che, nel novero dei destinatari di queste risorse finanziarie una tantum, venissero anche inseriti i vigili del fuoco.
Che cosa poi è successo lo sappiamo, ma quello che è ancora più grave - e qui richiamo l'attenzione ancora una volta dei colleghi della Commissione bilancio - è che questa una tantum sarà sicuramente pensionabile.
Basterà che un componente delle forze dell'ordine, ricevuta questa mancia, questo «regalino» davvero ridicolo, decida di ricorrere, perché ci sono tutte le condizioni perché questa cifra entri nel novero degli emolumenti che vanno a costituire il fondo pensione quando raggiungerà l'età pensionabile. Quindi si aprirà un contenzioso enorme tra gli aventi diritto a questa una tantum e la pubblica amministrazione.
Non solo non c'è copertura per gli anni 2012 e seguenti, ma non è prevista neanche una copertura per far fronte a quei ricorsi che sicuramente avranno esito positivo. Siamo di fronte alla palese violazione dell'articolo 81 della Costituzione. Dunque, limitatamente alla copertura finanziaria del provvedimento, il gruppo dell'Italia dei Valori esprime un «parere» non positivo per le ragioni appena esposte (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, anche noi interveniamo sul complesso delle proposte emendative per esprimere con decisione il nostro voto contrario sull'emendamento che ha determinato questo ripensamento da parte del Governo. Lo abbiamo già fatto in sede di Commissione stamani e nella scorsa settimana, quando abbiamo votato contro la proposta sulla quale si esprimerà tra poco l'Aula, quella, cioè, di cancellare ciò che era stato scritto dalle Commissioni di merito. Abbiamo espresso voto contrario in sede di Commissione e ripeteremo il medesimo voto in Aula, per ragioni esclusivamente politiche, per non assecondare, cioè, il comportamento ondivago del Governo che nelle Commissioni di merito, con il sottosegretario Crosetto, ha espresso un parere favorevole alla modifica del provvedimento nella direzione auspicata dalle Forze armate, dal personale delle forze di polizia e dai vigili del fuoco e poi, in sede di Commissione bilancio ci ha ripensato dopo qualche giorno, ha detto che aveva sbagliato e ha ripristinato il vecchio testo, che rappresenta davvero un'elemosina per il personale di questo comparto.
Noi riteniamo che su tale vicenda si sia consumato lo stesso copione che sempre si svolge quando si parla delle Forze armate, delle forze di polizia e dei vigili del fuoco e cioè prima si fanno dei tagli lineari, come è accaduto con il decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78. Infatti il provvedimento in esame nasce in ragione del fatto che con il menzionato decreto-legge, nel corso dell'estate passata, sono state tagliate risorse per il personale delle forze di polizia, delle Forze armate e dei vigili del fuoco. Prima si fanno i tagli e poi si riconosce che, dal momento che il personale di questi comparti è peculiare, occorre impegnarsi a ripristinare tali risorse e a recuperare i tagli effettuati. Magari al termine di simili provvedimenti si approvano ordini del giorno che riconoscono la validità e la peculiarità del lavoro svolto dal personale di questi comparti poi, però, quando il Governo e la maggioranza hanno la possibilità di intervenire concretamente Pag. 62per adempiere agli impegni che hanno dichiarato di voler assumere, fanno finta di niente.
Ebbene, noi non ci stiamo. Stigmatizziamo con forza questo atteggiamento e diciamo un'ultima cosa: risparmiateci, almeno nel provvedimento in esame, l'ennesimo ordine del giorno perché non bisogna ancora prendere in giro chi difende la sicurezza dei cittadini e del Paese e che per farlo, a volte, è costretto persino al sacrificio della vita (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sul complesso delle proposte emendative, invito il relatore per la I Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.
MARIA ELENA STASI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, di tutti gli emendamenti, tranne - chiaramente - gli emendamenti 1.300, 1.301 e 1.302 che discendono dal parere della V Commissione (Bilancio) su cui esprimono parere favorevole, nonché l'emendamento 1.500 delle Commissioni per ottemperare al quarto punto del parere della V Commissione (Bilancio), di cui raccomandano l'approvazione.
PRESIDENTE. Il Governo?
GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ricordo che, ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Maurizio Turco 1.1.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Laboccetta, onorevole Bianconi, onorevole Garavini, onorevole Scilipoti, onorevole Comaroli, onorevole Vanalli, onorevole Consiglio, onorevole Colombo, onorevole Osvaldo Napoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 522
Maggioranza 262
Hanno votato sì 256
Hanno votato no 266).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaccaria 1.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.
ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, intervengo solo per un paio di minuti perché questo (insieme alla proposta emendativa successiva) non è un mio emendamento personale ma rappresenta un'osservazione (che mi pare molto significativa e lo dico perché non è mia, personale) del Comitato per la legislazione. Cosa succede? Siamo in una materia coperta da disciplina legislativa, cioè sono le leggi a regolare questa materia. Ebbene, il fondo perequativo di cui si parla qui viene sostanzialmente gestito con un decreto ministeriale. In altre parole è un errore di «grammatica», nel senso che quando la materia è disciplinata con leggi, non si può derogare ad essa con decreti ministeriali.
Questo lo dico perché fare questo errore significa poi, nelle fasi successive, poter andare incontro a delle censure sul piano formale di questo provvedimento. La spiegazione della relatrice per non accettare questo emendamento sacrosanto Pag. 63è la seguente e vorrei che fosse ascoltata da tre o quattro persone. Secondo tale spiegazione si è ritenuto preferibile che la dotazione del fondo possa essere incrementata, se necessario, con semplice atto amministrativo - siamo in un'Aula del Parlamento naturalmente - senza quindi dover ricorrere a modifiche legislative che richiedono tempi lunghi.
Questo è il principio democratico, cioè in certe materie la disciplina deve essere data per legge. Noi sappiamo che, volendo, i tempi possono essere anche brevi, quando si è d'accordo. Allora come si fa a dire che in una materia dove vige il principio di legalità, dove c'è una legge che disciplina la materia, si può derogare con un decreto del Ministro? Lo capirei se il provvedimento fosse stato in seconda lettura, vincolato, blindato, ma questo decreto-legge è diventato un «colabrodo» (mi permetta l'espressione che non è tecnicamente appropriata), in quanto è stato modificato in maniera molto forte, e si sono accolti ovviamente pareri e indicazioni della Commissione Bilancio. Ebbene, cosa mancava a non accogliere questa osservazione che per chi fa la pratica del parlamentare dovrebbe essere di comune buonsenso?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 1.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Scilipoti, onorevole Raisi, onorevole Parisi, onorevole Laura Molteni, onorevole Giachetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 526
Votanti 525
Astenuti 1
Maggioranza 263
Hanno votato sì 257
Hanno votato no 268).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Rugghia 1.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rugghia. Ne ha facoltà.
ANTONIO RUGGHIA. Signor Presidente, come è stato detto dai colleghi del mio gruppo che mi hanno preceduto, noi, in sede di Commissioni riunite, abbiamo provato a migliorare il provvedimento, che è molto atteso dalle Forze dell'ordine e dai militari, anche attraverso il contributo, per la verità, della maggioranza e dei relatori. Poi, successivamente, nel passaggio in Commissione bilancio e con la valutazione del Governo, purtroppo, siamo tornati al testo originario. Non ci sarà più, quindi, come era stato stabilito dalle Commissioni riunite, un assegno fisso, continuativo e pensionabile. Si tornerà, insomma, all'una tantum, una misura questa assolutamente risibile. Non si tratta, signor Presidente, colleghi della Camera dei deputati, di un riconoscimento di diritto; non si tratta, come è nella natura del provvedimento, della riparazione di un torto che è stato subito da tutti gli appartenenti al comparto difesa e sicurezza, ma siamo, addirittura, alla mancia. Il collega Vannucci che mi ha preceduto lo ha detto molto bene ed io condivido le sue considerazioni.
Abbiamo provato a vedere quale sarà l'impatto del presente provvedimento sulla platea dei cittadini in divisa che aspettano questo intervento. Si tratta, su 400 mila persone, di circa 25 euro di una tantum. È una misura effettivamente risibile, deludente e anche mortificante rispetto alle aspettative dei militari e delle forze di polizia. Ma se guardiamo questo provvedimento, ciò che proprio non tiene è la copertura che viene individuata.
I soldi per finanziare questa una tantum li prendiamo sostanzialmente dal Fondo sul riordino delle carriere. Quello sì era un provvedimento che tutti i militari aspettavano e che, purtroppo, non verrà più messo all'ordine del giorno di questo Parlamento, perché tale fondo è stato saccheggiato prima - erano rimasti pochi Pag. 64euro - ed ora, su quel fondo, non vi è neppure un euro. Li prendiamo dal Fondo giustizia. Il collega Naccarato l'ha detto: sul Fondo giustizia non ci sono soldi. Come possiamo prevedere coperture di questo tipo se non ci sono i soldi per quanti aspettano i finanziamenti che sono propri di quel fondo? E, poi, quando si pensa di finanziare questi interventi una tantum attraverso il Fondo missioni arriviamo ad una situazione ridicola e contraddittoria allo stesso tempo.
Voglio dire solo questo, signor Presidente: domani esamineremo la mozione sulla Libia che sarà sicuramente approvata; abbiamo conosciuto il testo in quanto è stata trovata la sintesi e l'unità tra le forze di maggioranza. In quella mozione si sostiene che la copertura delle spese per la missione verrà sostenuta esclusivamente con i fondi propri, quelli ordinari cioè, del Ministero della difesa. Non ci sono questi fondi, tant'è che non riusciamo neanche a metterli a disposizione per un'una tantum molto risibile per i militari. E come possiamo pensare che questi fondi ordinari della difesa possano essere sufficienti a coprire la spesa per la missione in Libia che, in base a ciò che abbiamo letto oggi sul quotidiano Il Sole 24 Ore ed alle conferme arrivate anche dai rappresentanti del Governo, ammonta a 260 milioni di euro per tre mesi? Se non cambiano le coperture, quindi, siamo veramente alla presa in giro.
Noi vi chiediamo di votare a favore di questo emendamento, modificare le coperture per questa una tantum, intanto perché sono al di sotto delle aspettative e, poi, appunto, perché non sono credibili le coperture che sono state individuate. Se le cose rimarranno così, proprio perché si tratta di una presa in giro, voi oggi prenderete in giro i poliziotti e i militari che si aspettano molto di più ed a cui era stato detto che avrebbero avuto molto di più come effetto compensativo di scelte assunte in passato.
Noi, domani, con la mozione sulla Libia, utilizzando sempre questo finanziamento, questo fondo, che non è neppure sufficiente per un intervento così risibile, rischiamo di prendere in giro tutto il Paese e la comunità internazionale. Vi chiediamo, quindi, di votare a favore dell'emendamento in esame per cambiare le coperture, per non prendere in giro il Paese e per non prendere in giro le Forze di polizia ed i militari.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rugghia 1.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Rossi... onorevole Sardelli... onorevole Mondello... onorevole Schirru...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 526
Votanti 525
Astenuti 1
Maggioranza 263
Hanno votato sì 254
Hanno votato no 271).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.300 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.
GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, con l'emendamento in esame il gioco dell'oca si compie. Siamo ritornati alla casella dalla quale eravamo partiti. Colleghi, perché siamo chiamati oggi a votare questo decreto-legge? Per una ragione molto semplice. Perché con la legge n. 122 del 2010, la legge di stabilità finanziaria, il Governo Berlusconi che ha in cima alle proprie preoccupazioni il comparto sicurezza (direi che ce l'ha proprio nel cuore), aveva deciso, per riconoscere la specificità del comparto, di effettuare dei bei tagli lineari, non di mettere un euro in Pag. 65più al riconoscimento della specificità ma di fare dei bei tagli. Questo è particolarmente grave perché avete dimostrato di non essere capaci nemmeno di pensare al riordino del comparto sicurezza che sarebbe la ragione vera in grado di attribuire specificità al comparto sicurezza. Non siete capaci di pensarlo, non siete capaci di farlo. Ma non siete nemmeno capaci di stanziare soldi per il comparto sicurezza. Infatti, con questo emendamento si ritorna all'inizio di tutto il discorso. Questo non è un contributo pensionabile. Durante i lavori della Commissione, ci eravamo battuti perché questa mancia che date avesse almeno la dignità di poter entrare nella pensione degli operatori del comparto sicurezza. Non avete nemmeno il coraggio di parlare e di guardare negli occhi queste persone che hanno protestato e sono andate sotto la casa del Presidente del Consiglio che ha detto: «ci penserò io» ed ecco come ci pensa: con una mancia, con un obolo. È una cosa assolutamente vergognosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
La cosa più grave è che con il provvedimento in esame non solo elargite «quattro euro» ma creerete una situazione di disparità incredibile tra chi è andato in pensione lo scorso anno e chi va in pensione oggi, creando un contenzioso infinito che prima o poi dovrete ripagare. Quello che non avete il coraggio di mettere oggi come soldi, come finanziamento, dovrete tirarlo fuori con gli interessi quando chi avrà fatto ricorso avrà visto approvato il suo ricorso, avrà viste riconosciute le sue ragioni. Per tutti questi motivi abbiate almeno la decenza, non l'eleganza ma la decenza, di non presentare ordini del giorno in cui invitate il Governo ad assumersi l'impegno a favore del comparto sicurezza. Non vi crede più nessuno. Lo scorso anno non avete stanziato un euro. Avete emanato un decreto-legge e noi vi abbiamo aiutato affinché divenisse qualcosa di serio. Non siete stati capaci di farlo: elargite una mancia, state facendo un'autentica schifezza. Abbiate almeno il coraggio di ammetterlo e non fate ordine del giorno vergognosi per illudere la gente. Tanto sappiate che non vi crede più nessuno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Cesario... onorevole Zunino... onorevole Capano... onorevole Villecco Calipari... onorevole Cesaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 527
Votanti 508
Astenuti 19
Maggioranza 255
Hanno votato sì 270
Hanno votato no 238).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.500 delle Commissioni, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Mazzuca? Onorevole Boniver? Onorevole Lussana? Onorevole Villecco Calipari?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 520
Votanti 519
Astenuti 1
Maggioranza 260
Hanno votato sì 519).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rugghia 1.15, non accettato dalle Commissioni né dal Governo. Pag. 66
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Granata? Onorevole Villecco Calipari? Onorevole Trappolino? Onorevole Migliavacca? Onorevole Paolini? Onorevole Barbareschi? Onorevole Ronchi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 528
Maggioranza 265
Hanno votato sì 257
Hanno votato no 271).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaccaria 1.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.
ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, anche quello in esame è un emendamento che sarebbe stato facilmente accettabile, perché normalmente, quando nelle leggi si deve dare attuazione a qualcosa, si fanno dei regolamenti, almeno così avevano detto coloro che insegnavano queste discipline. Il regolamento dovrebbe essere posto in essere normalmente con decreto del Presidente della Repubblica (lo dice la legge n. 400 del 1988), tuttavia, in questo caso, vi è al riguardo un'interpretazione originale, nel senso che, anziché questa procedura, si individua il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Capisco che alla maggioranza possa piacere di più che venga posto in essere un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri anziché il decreto del Presidente della Repubblica, però sinceramente non è consentito agire in base alle simpatie personali.
Dice la relatrice, nel respingere l'emendamento proposto, che se si facesse in questo modo, cioè se si facesse un decreto del Presidente della Repubblica, questo determinerebbe un eccessivo irrigidimento delle procedure di attuazione del provvedimento in esame. Posso spiegare cosa vuol dire irrigidimento? Vuol dire che sui regolamenti è previsto il parere del Consiglio di Stato. Dunque la formula prescelta, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, è una formula che evita questo parere del Consiglio di Stato, quindi è un ingombro. Non è solo un ingombro fare le leggi, perché si perde tempo, ma è un ingombro anche fare i regolamenti. Quindi, volevo solo segnalarlo, lo dico affinché rimanga a verbale e affinché chi vota contro sappia che tutto sommato tradisce alcuni principi nei quali dovrebbe in qualche modo credere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 1.18, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Garagnani? Onorevole Capitanio Santolini? Onorevole Cesaro? Onorevole De Pasquale? Onorevole Barbaro? Onorevole Sposetti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge
(Presenti e votanti 526
Maggioranza 264
Hanno votato sì 257
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Scilipoti, Nedo Poli, Galletti, Tempestini, Donadi... Pag. 67
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva
(Presenti 524
Votanti 502
Astenuti 22
Maggioranza 252
Hanno votato sì 270
Hanno votato no 232).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Villecco Calipari 1.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villecco Calipari. Ne ha facoltà.
ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, come altri colleghi vorrei ricordare che con questo provvedimento, che forse è meglio definire più che una tantum «una manciam», in effetti si tentava, o comunque la maggioranza tentava, di colmare un vulnus che era stato creato con la legge n. 122 del 2010 recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica. Con quella legge, infatti, si erano praticamente annullati gli effetti economici delle promozioni e quelli che derivano da situazioni legate al naturale sviluppo di carriera. Per dirla più chiaramente, un capitano, se viene promosso, viene pagato come nel ruolo precedente. Allora come ora, noi abbiamo sempre decisamente criticato questa posizione; abbiamo presentato emendamenti che poi non fu possibile votare perché venne posta la questione di fiducia; abbiamo presentato ordini del giorno che sono stati approvati da quest'Aula e anche dal Governo; abbiamo continuato a dire che tutto ciò da un lato è incostituzionale e dall'altro è assolutamente inopportuno perché queste sono strutture che sono organizzate in termini gerarchici e ciò avrebbe creato quindi un effetto devastante. La ragione, tuttavia, è ancora un'altra ed è più concreta e sembrava o, almeno, ci sembrava, quando ne abbiamo discusso in Commissione Difesa (in questa sede l'onorevole Cicu aveva presentato un emendamento simile a quello di cui ora sto parlando) che vi fosse, anche da parte della maggioranza, una sensibilità a capire che questo non poteva essere un trattamento speciale, una volte per tutte, ma che doveva diventare un trattamento con carattere fisso, continuativo e soprattutto pensionabile. È questo quello che il nostro emendamento afferma perché il balletto di questa maggioranza è stato poi in Commissione Bilancio un balletto che ha annullato quell'emendamento che la stessa maggioranza aveva fatto approvare nelle Commissioni Affari Costituzionali e Difesa con la nostra condivisione. Questa allora è, ancora una volta, una presa in giro al comparto sicurezza e al comparto delle Forze armate che voi avete sempre sostenuto essere un comparto indispensabile per la tutela dei diritti dei cittadini di questo Paese e ancora oggi lo state negando, ancora una volta lo state tradendo, siamo solo noi che con coerenza lo stiamo difendendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villecco Calipari 1.10, non accettato dalle Commissioni né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Razzi, Scilipoti, Stradella, Ferranti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge
(Presenti 521
Votanti 520
Astenuti 1
Maggioranza 261
Hanno votato sì 252
Hanno votato no 268). Pag. 68
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.302 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Avverto che, a seguito dell'eventuale approvazione di questo emendamento, risulterebbe precluso l'emendamento Maurizio Turco 1.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, essendo eventualmente precluso il mio emendamento intervengo su questo. Credo che, a parte la questione dell'una tantum, che appare a dir poco ridicola, il provvedimento sia la solita toppa mal messa, che si rivelerà, come al solito, un sistema per dare ai dirigenti quello che ai ruoli non direttivi e non dirigenziali viene abitualmente tolto.
Avete fatto e fate la vostra propaganda, potendo contare unicamente sulla dedizione al dovere della truppa, alla quale, sino ad oggi, avete riservato un trattamento a dir poco vergognoso. Infatti, li avete illusi e maltrattati sotto ogni aspetto, dal lavoro alla dignità che meritano, restringendone i diritti e tagliando indiscriminatamente gli stipendi, per arrivare ad affossare anche quella stessa promessa di riordino delle carriere sulla quale avete fatto incetta di voti e di fiducia.
Fiducia che non meritate, e lo state dimostrando ogni giorno, presentando provvedimenti per favorire gli alti gradi, creando nuovi posti di poteri, gestione e comando, mantenendo in piedi una rappresentanza militare che, sicuramente, vi serve come strumento di controllo. Per ben due volte l'avete prorogata, negando ai militari di poter scegliere i propri rappresentanti: li avete scelti voi, per una tazzina di caffè, perché in cambio gli avete dato la gestione delle macchinette del caffè all'interno delle caserme. Questo è semplicemente vergognoso, da parte vostra e da parte di chi ha accettato questo scambio! Voi ricompensate la dedizione delle Forze dell'ordine con una tazzina di caffè! Solo per alcuni, però!
Sin dalla scorsa estate abbiamo detto che i 170 milioni di euro che avevate stanziato per il biennio 2011-2012 erano totalmente insufficienti. L'avete capito anche voi, ma lo sapevate: li stavate ancora una volta truffando, come abitualmente fate dall'inizio della legislatura.
Inoltre, è ormai accertato che i soldi che voi togliete alla truppa (come avete fatto sino ad oggi) all'80 per cento vanno agli alti gradi e ai generali. Su questo avete continuato a far finta di nulla, avete continuato a derubare la truppa per arricchire i generali. Perché? Perché i generali vi servono. Dalla Finmeccanica a Difesa Servizi Spa i generali vi servono, vi servono per fare affari, vi servono per fare il «nero» necessario, dalla Libia al Kazakistan. Su questo avete parole per la truppa, o avete solamente il vostro accordo tacito ma segreto solo con i generali (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.302, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Buonfiglio, Raisi, Calderisi, Villecco Calipari...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva
(Presenti 524
Votanti 501
Astenuti 23
Maggioranza 251
Hanno votato sì 271
Hanno votato no 230).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.14, non accettato dalle Commissioni né dal Governo. Pag. 69
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Scilipoti, onorevole Proietti Cosimi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge
(Presenti 527
Votanti 279
Astenuti 248
Maggioranza 140
Hanno votato sì 10
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 1.17, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Scilipoti, onorevole Cesario.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge
(Presenti 526
Votanti 525
Astenuti 1
Maggioranza 263
Hanno votato sì 256
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Stanislao 1.19, non accettato dalle Commissioni né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Rubinato, onorevole Calderisi, onorevole Concia.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge
(Presenti 529
Votanti 528
Astenuti 1
Maggioranza 265
Hanno votato sì 259
Hanno votato no 269).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Naccarato 1.20, non accettato dalle Commissioni né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge
(Presenti 522
Votanti 520
Astenuti 2
Maggioranza 261
Hanno votato sì 252
Hanno votato no 268).
Prendo atto che i deputati Baretta e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.21, non accettato dalle Commissioni né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Patarino, onorevole Mazzuca, onorevole Della Vedova, onorevole Baretta, onorevole Fogliardi, onorevole Gnecchi.
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 70
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge
(Presenti 529
Votanti 322
Astenuti 207
Maggioranza 162
Hanno votato sì 7
Hanno votato no 315).
I successivi emendamenti erano già stati dichiarati inammissibili.
Avviso pertanto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale ai sensi dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 4220-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 4220-A).
Avverto che è in distribuzione una nuova formulazione dell'ordine del giorno Marinello n. 9/4220-A/4.
Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?
GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Catanoso n. 9/4220-A/1 e accetta il primo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno Pelino n. 9/4220-A/2. Per quanto concerne il secondo capoverso, faccio notare che, come i presentatori scrivono, è possibile che sia necessario reperire delle risorse. A questo fine, chiedo che esso venga riformulato, inserendo le parole «a valutare la possibilità di». Ciò in relazione a quanto espresso nell'ultimo periodo che dice: «individuando, se del caso, le ulteriori risorse necessarie». Il Governo non può prendere impegni su delle risorse a cuor leggero e, quindi, se il secondo capoverso del dispositivo potesse essere così riformulato, sarebbe accettato.
Sull'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/4220-A/3 esprimerà il parere il sottosegretario Crosetto.
PRESIDENTE. Prego, sottosegretario Crosetto.
GUIDO CROSETTO, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, è anomalo dividere in due la formulazione dei pareri, ma dopo l'intervento dell'onorevole Maurizio Turco penso che il parere contrario vada motivato. Onorevole Turco, siamo abituati in quest'Aula a sentire interventi molto duri, posizioni politiche dure, però - parlo per me, l'onorevole Cossiga e il Ministro che adesso è assente - nessuno di noi è disponibile a venire in quest'Aula e sentirsi dare del ladro, del bandito, di persona che fa il «nero» con Finmeccanica (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Non so quale sia il suo concetto di politica, ognuno di noi può avere idee diverse, le persone che sono qui presenti cercano di lavorare per le Forze armate. Lei sa benissimo che anche questo decreto-legge è un punto di arrivo che ha avuto una notevole discussione all'interno del Governo e un punto non esaustivo anche rispetto alle attese di una gran parte della maggioranza, ma è una risposta a quelle Forze dell'ordine e a quelle Forze armate alle quali tutti i giorni chiediamo qualcosa. Non è il massimo, ma è più di quello che avevamo prima che questo decreto-legge ci fosse.
PRESIDENTE. Quindi, qual è il parere sull'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/4220-A/3?
GUIDO CROSETTO, Sottosegretario di Stato per la difesa. Scusi, Presidente, ci sono delle cose che si possono motivare anche quando si dà un parere contrario.
Noi non possiamo però accettare in quest'Aula dichiarazioni come quelle che lei ha fatto, non come maggioranza o opposizione, come persone (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)! Scusatemi, onorevoli, posso dare il parere. Sentirsi dire...
Pag. 71
FURIO COLOMBO. Questo è il Parlamento! Il parlamentare può parlare!
PRESIDENTE. Colleghi! Ha il diritto di parlare, per cortesia!
GUIDO CROSETTO, Sottosegretario di Stato per la difesa. Onorevole Colombo, come parlamentare che siede oltre che da parlamentare anche da membro del Governo, ho il diritto di parlare quando vengo accusato assieme ai colleghi di: a) dare soldi ai generali, cosa che questo decreto-legge non contiene; b) coprire il «nero» per fare operazioni all'estero. Si tratta di cose che, mi permetta, possiamo trovare in qualche romanzo ma non in questo Governo, non nelle persone che sono qua sedute. E se chiedo dignità personale e la cosa mi irrita è perché probabilmente troppo poco spesso, troppo poco, chiediamo un rispetto personale.
C'è qualcosa che va al di là delle cariche che noi copriamo, è il rispetto per le persone; e la nostra storia personale parla anche per noi! Il parere è contrario (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Iniziativa Responsabile).
PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sull'ordine del giorno Marinello n. 9/4220-A/4 (Nuova formulazione) e sugli altri ordini del giorno presentati?
GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Marinello n. 9/4220-A/4 (Nuova formulazione), accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Alessandri n. 9/4220-A/5, in quanto concerne una materia che non compete al Ministro della difesa e, quindi, si tratta di tematiche per le quali non posso che esprimere un accoglimento come raccomandazione.
L'ordine del giorno Cirielli n. 9/4220-A/6, firmato da molti rappresentanti di gruppi sia di maggioranza che di opposizione, è accettato. Il Ministro della difesa ringrazia per questa importante indicazione in relazione al lavoro che è stato fatto in Commissione.
Con riguardo all'ordine del giorno Rosato n. 9/4220-A/7, l'onorevole Rosato, che è stato sottosegretario come me, comprende bene che il Governo non è una direzione generale, ma poiché è evidente la strumentalità dell'ordine del giorno il Governo non può che non accettarlo.
PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Catanoso n. 9/4220-A/1, accettato dal Governo. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pelino n. 9/4220-A/2, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/4220-A/3, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/4220-A/3, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Sardelli, Scilipoti, Scalera, Raisi, Simeoni, Mecacci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge
(Presenti 505
Votanti 314
Astenuti 191
Maggioranza 158
Hanno votato sì 9
Hanno votato no 305).
Prendo atto che il deputato Tassone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marinello n. 9/4220-A/4 (Nuova formulazione), accettato dal Governo. Pag. 72
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Alessandri n. 9/4220-A/5, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cirielli n. 9/4220-A/6, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Rosato n. 9/4220-A/7, non accettato dal Governo.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo intanto richiamando il Governo, perché il parere espresso dal sottosegretario Cossiga è veramente inqualificabile. Dire che il mio ordine del giorno n. 9/4220-A/7 è strumentale mi sembra un'affermazione che doveva essere richiamata da lei. Glielo leggo, dato che viene definito strumentale. Poteva essere definito ridondante ma non strumentale, in quanto chiedo semplicemente che tutti gli arretrati che i Corpi di polizia, le Forze armate e i Vigili del fuoco aspettano da oltre 90 giorni - non da oltre 9 giorni, ma da oltre 90 giorni - vengano pagati nei prossimi 30 giorni.
Questo non è un ordine del giorno strumentale, ma è un ordine del giorno che richiama il Governo a prendere atto di impegni amministrativi che ha nei confronti di dipendenti che hanno lavorato e attendono il pagamento degli straordinari. Se questo non è stato fatto negli ultimi 30 anni - ma non è così - allora il Governo deve dire che si impegnerà a risolvere il problema e a dare a chi ha lavorato quanto gli spetta.
Il Governo non deve definire strumentale un parlamentare che sollecita il Governo a fare il suo lavoro, sulla pelle di tanti lavoratori che sono nelle strade (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Questo è un comportamento inaccettabile mentre è strumentale - questo sì - il comportamento del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, intervengo per spiegare meglio il termine. Il Governo, come è noto, da alcuni anni non svolge direttamente l'azione amministrativa. Se l'ordine del giorno fosse stato strutturato al fine di garantire l'impegno del Governo per permettere la corretta applicazione dell'azione amministrativa - e sicuramente è così - se così fosse riformulato, il Governo non avrebbe difficoltà ad accogliere l'ordine del giorno.
Poiché non è stato riformulato in tal modo e si attribuisce al Governo una potestà di azione amministrativa che il Governo non ha ai meri fini strumentali legati ai 30 giorni che, come l'onorevole sa, non competono al Governo ma a coloro che svolgono l'azione amministrativa, non posso che definirlo come lo ho definito e, quindi, mantengo il parere contrario già espresso.
ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, credo che a norma del Regolamento vi sia una richiesta di riformulazione da parte del Governo. Accolgo questa richiesta di riformulazione dell'ordine del giorno con cui si impegna il Governo - se questo è il problema - a provvedere a far corrispondere...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Rosato, se la interrompo. Chiedo al rappresentante del Governo se ha proposto una riformulazione.
GIUSEPPE COSSIGA, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, ho semplicemente motivato perché ho giudicato strumentale questo ordine del giorno. Non lo avrei fatto se fosse stato formulato in un altro modo. In quel caso, il Governo non avrebbe potuto che accettare l'ordine del giorno.
Pag. 73
PRESIDENTE. Sta bene. Prego, onorevole Rosato.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, sebbene consideri il collega Cossiga una persona perbene penso, tuttavia, che stia cercando di difendere l'indifendibile. Chiedo che gli emolumenti per il lavoro straordinario e le altre indennità, che sono in arretrato da due anni, vengano pagati. Il Parlamento può essere contrario o favorevole. Tutte le altre cose dette sono valutazioni del sottosegretario che sono fumo, non arrosto.
Pertanto, chiedo che il mio ordine del giorno n. 9/4220-A/7 sia posto in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rosato n. 9/4220-A/7, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Di Caterina, Palagiano, Galletti, Motta, Romani, Sardelli... Ci siamo... L'onorevole Motta ancora non vota... Ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 505
Votanti 504
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato sì 241
Hanno votato no 263).
Prendo atto che il deputato Delfino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4220-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo visto oggi con questo provvedimento qual è la risposta che si vuole dare alle Forze dell'ordine in riferimento alle false aspettative, prodotte naturalmente dal Governo attraverso promesse che non riuscite a mantenere.
Nella discussione sulle linee generali avevamo paventato l'opportunità di votare a favore di questo provvedimento e di votare a favore di uomini che servono lo Stato: Forze dell'ordine, appartenenti alle Forze armate e Vigili del fuoco. Per noi era molto importante questo provvedimento, perché il Governo, attraverso una serie di irresponsabilità e di inadeguatezze, ha prodotto una norma devastante per il personale delle Forze dell'ordine, delle Forze armate e del Corpo dei vigili del fuoco. A noi sarebbe anche andata bene - piuttosto che niente è meglio piuttosto - la parola «poco», ma qui addirittura si prevedono pochi fondi e non pensionabili.
Quindi, credo che con questo provvedimento di oggi vi esponiate ad una serie di ricorsi infinita in quanto diversificate, per la prima volta, personale da personale all'interno dello stesso comparto, all'interno dello stesso ruolo, all'interno della stessa funzione e all'interno dello stesso parametro. Siete riusciti, in un colpo solo, a creare una disomogeneità impressionante.
Forse non vi rendete conto che non conoscete come sono formate e come sono organizzate a livello economico le Forze dell'ordine, né con riferimento alla base pensionabile, né con riferimento alle indennità. Non conoscete cosa sono i parametri, cosa sono le indennità, né tantomeno tutte quelle voci che fanno parte della parte stipendiale e che, quindi, indubbiamente incidono fortemente nel rendiconto economico degli operatori. Pag. 74
Voi avevate pensato, attraverso il primo provvedimento, di concedere al personale delle Forze dell'ordine, penalizzato da provvedimenti di contenimento della finanza pubblica degli ultimi anni, questa una tantum, denominata in sede di Commissione «assegno perequativo individuale». A noi questo stava bene anche se naturalmente era un contributo molto limitativo: si trattava di poco, ma, bene o male, avrebbe restituito alle Forze dell'ordine una minima parte di quello che era stato loro tolto.
Le false aspettative che oggi date vi creeranno moltissimi problemi all'interno delle organizzazioni sindacali che vi siete guardati molto bene dall'informare. Infatti, siete riusciti anche a non far approvare l'emendamento relativo alla contrattazione o comunque all'ascolto dei sindacati di polizia. Siete anche riusciti a non far accettare l'ordine del giorno concernente gli arretrati.
Non comprendo come il Governo possa essere così insensibile e non capisca che da due anni c'è personale che non percepisce gli arretrati. Cosa vi costava oggi in quest'Aula dire...
SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, il Governo ci ascolti!
GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, comprendo che può non essere interessante - per carità - perché magari al Governo non interessa quello che dice l'opposizione, però visto che prima si parlava di rispetto della persona, questo deve esserci da entrambe le parti, senza costringermi naturalmente ad utilizzare termini che non fanno parte del mio modello culturale!
Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che oggi abbiate compiuto un atto degno dell'inadeguatezza di questo Governo nel trattare la tematica della sicurezza pubblica, i problemi delle Forze dell'ordine, creando addirittura, attraverso questo provvedimento, una disomogeneità all'interno dello stesso comparto.
Siete stati molto bravi, soprattutto perché con questo provvedimento che recava misure urgenti - perché adesso con questo provvedimento le misure urgenti non ci sono più - ogni agente, sovrintendente, ispettore, commissario, dirigente, ogni ruolo rappresentato all'interno del personale delle Forze dell'ordine avrà un'una tantum. Tra l'altro, voi non vi preoccupate se chi andrà in pensione fra un mese percepirà lo stesso stipendio che avrebbe percepito il mese prima, non vi preoccupate se lo stesso agente o sovrintendente all'interno della funzione percepirà per lo svolgimento della stessa funzione un modello completamente diverso proprio perché questa indennità non è pensionabile. L'indennità delle forze dell'ordine si forma attraverso tre sistemi di pensionamento: contributivo, retributivo e misto, considerato il percorso degli ultimi dieci anni. Tutto ciò, su un'unica voce retributiva, per coloro che sono al retributivo, stipendiale e commisurata attraverso i dieci anni che si sommano per arrivare naturalmente alla pensione attraverso questo processo.
Credo sia un tema essenziale, non parliamo poi del danno che fate a coloro che andranno in pensione con il sistema contributivo, perché essi dovranno sommare tutta l'età pensionabile e si troveranno attraverso questo processo a svolgere lo stesso lavoro dei colleghi inquadrati nel retributivo; ad ogni modo, la loro indennità non sarà però pensionabile, quindi subiranno un danno irreparabile. Inoltre, poiché non stiamo parlando di un'una tantum sul complesso, ma credo di un qualcosa che possiamo considerare un contratto - non si tratta, infatti, di un'una tantum specifica, ma viene presa in considerazione un'una tantum attraverso il procedimento di ogni singola voce del parametro e la voce stipendiale, quindi è, bene o male, un contratto -, voi vi «beccherete», ve lo anticipo, centinaia di migliaia di ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato. Considerandomi quasi un veggente vi posso dire che perderete tutte le cause, non ne vincerete una per il semplice motivo che non è possibile dare l'indennità di funzione ad una persona affinché non Pag. 75sia assoggettata all'indennità pensionabile, perché non potete dire che è un'una tantum generale, complessiva.
Quindi quell'indennità pensionabile, di funzione non può non essere pensionabile; credo che voi non abbiate ben compreso né cosa avete fatto prima, né cosa avete fatto con il decreto n. 112 del 2008, né quello che avete combinato poi successivamente adottando questa norma, né quello che avete combinato dopo cercando di risolvere questa norma, né quello che avete combinato oggi cercando di risolvere quello che avevate risolto e stravolgendo di nuovo tutto, ripartendo da capo abrogando quello che avevate approvato prima.
Quindi, da una parte date, dall'altra togliete, dall'altra mettete, poi togliete, poi ridate. Bisogna mettercela tutta se si vuole essere buoni con voi e cercare di non dire cose insensate e approssimative. Voi, invece, durante tutto l'iter di questo provvedimento siete stati approssimativi, mentre nelle Commissioni si è lavorato molto bene, in sintonia, abbiamo cercato di risolvere i problemi e poi...
PRESIDENTE. Onorevole Paladini, la invito a concludere.
GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione, ho ancora quindici secondi. Proprio perché, piuttosto che niente è meglio piuttosto, non voteremo contro questo provvedimento perché non vogliamo sicuramente danneggiare come avete fatto voi le Forze dell'ordine, quindi pochi ma non pensionabili, ci asterremo da quello che avete fatto fino ad oggi di irreparabile (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO PAGLIA. Signor Presidente, sinceramente prima di questa sera avevo preparato un altro intervento, anche perché in Commissione obiettivamente avevamo ritrovato una certa intesa tra maggioranza e opposizione, con l'aiuto dei relatori e del Governo. Poi, come spesso avviene in questo periodo, basta una telefonata perché le cose cambino. Lo ha fatto Tremonti, precedentemente l'ha fatto Obama. Forse Tremonti obiettivamente ha più diritto rispetto ad altri di telefonare e cambiare le carte in tavola. Penso che comunque il comparto difesa e sicurezza, insieme ai vigili del fuoco, meriti sicuramente maggiore rispetto e considerazione da parte di tutti. La mia forse sarà anche utopia, però voglio continuare a crederci ed è per questo motivo che Futuro e Libertà si asterrà sul voto finale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.
MARIO TASSONE. Signor Presidente, intervengo brevemente per dichiarare l'astensione del gruppo dell'Unione di Centro. Certamente abbiamo anche manifestato qualche perplessità - uso questo termine e quindi un eufemismo - su questo provvedimento, che è stato motivo di discussione, ma anche di ulteriore preoccupazione, perché immaginare, pensare, dire, dichiarare o manifestare che si fa un provvedimento a favore delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo dei vigili del fuoco con questi risultati ritengo sia stato più un inganno che altro. Mi auguro che il Governo possa recuperare in futuro, ma ci vuole una forte iniziativa anche del Parlamento. Abbiamo votato anche contro alcuni emendamenti, quelli che erano più eclatanti, perché hanno ulteriormente evidenziato i limiti di questo provvedimento, come ha evidenziato il mio gruppo in Commissione bilancio. Ne ha già parlato il collega Occhiuto, per cui non mi dilungo e non vado oltre le cose che abbiamo più volte espresso in questo particolare momento. Pensate veramente - lo dico al Governo, qui c'è il sottosegretario Cossiga - di sistemare le Forze armate, le Forze di polizia e il Corpo dei vigili del fuoco con pochi soldi? Non è però un problema di soldi, occorre capirne il ruolo, la specificità e la peculiarità. Dobbiamo ridurre Pag. 76ancora le Forze armate per ritrovare la copertura con le risorse disponibili? Ma un discorso serio sulle Forze armate, sul ruolo delle Forze di polizia e sui Vigili del fuoco in questo Paese o in questo Parlamento non si è mai fatto. Lo vogliamo fare questo dibattito, questo confronto? Oppure ci riempiamo la bocca con le nostre missioni all'estero, che sono importanti e vedono ovviamente il sacrificio, la dedizione, la grande consapevolezza e il senso di responsabilità delle nostre Forze armate? Oppure parliamo delle nostre Forze dell'ordine per il contrasto alla criminalità organizzata, di cui conosciamo la disorganizzazione, la mancanza di coordinamento, gli squilibri e le confusioni che esistono soprattutto nelle aree del Mezzogiorno? Allora, noi diciamo «sì» all'astensione dopo aver detto «no» - non è una contraddizione, tanto per dirlo a qualche collega, soprattutto all'onorevole Paglia - perché la nostra astensione è soprattutto un atto di fiducia e di speranza che possiamo nutrire in questo particolare momento. È inconcepibile che un Governo finisca e chiuda la partita soltanto con un obolo, che finisca la partita nei confronti delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo dei vigili del fuoco con un obolo di 25 o 26 euro al mese per tre anni, senza nemmeno considerarlo pensionabile, con l'introduzione degli emendamenti a seguito delle condizioni poste dalla Commissione bilancio. Perciò, l'astensione è soprattutto un atto di fiducia nei confronti dei destinatari, una riconoscenza per quello che fanno i destinatari, le Forze armate, le Forze di polizia e il Corpo dei vigili del fuoco. È un'astensione che suona come distanza nei confronti di un Governo che ha ceduto queste cose perché sospinto, ma ha saccheggiato il fondo della giustizia, le missioni all'estero e soprattutto le modalità di riqualificazione dell'organico e di progressione di carriera.
Vorrei capire. Se questi sono il senso e il significato di un impegno, siamo lontani e siamo distanti. Una nostra astensione va soprattutto a difendere i principi e i valori di cui sono portatori i destinatari del provvedimento in esame, ma certamente non è un atto di fiducia e, soprattutto, di adesione alla politica del Governo.
Forse sarebbe stato meglio, caro amico, onorevole, Cossiga, che non si facesse niente. Ognuno sarebbe andato avanti così, ma prendere in giro le istituzioni credo sia di una gravità eccezionale.
Tutta questa negatività la ritroveremo in futuro, non con questo Governo, ma in futuro, tutti quanti, perché le negatività le pagano tutti, le pagano le istituzioni ed il Parlamento che in questo momento si trova ad affrontare e ad esaminare, e quindi a votare, come stiamo facendo, il provvedimento in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gidoni. Ne ha facoltà.
FRANCO GIDONI. Signor Presidente, è chiaro che anche il gruppo Lega Nord sostiene il provvedimento in esame poiché la conversione in legge del decreto- legge n. 27 del 2011 è per noi una prima misura opportuna e, sicuramente, moralmente indispensabile per risarcire, seppure in modo parziale, il personale militare delle forze dell'ordine il quale negli ultimi anni è stato chiamato a sostenere significativi sacrifici nell'ambito delle manovre imposte dalla necessità di tenere in equilibrio i conti pubblici.
Vengono in effetti stanziati 345 milioni di euro per il triennio 2011-2013 con i quali verranno corrisposti degli assegni una tantum che, auspichiamo, possano essere commisurati alle effettive posizioni stipendiali degli interessati, specialmente a vantaggio di coloro che sul campo rischiano di più e sono remunerati di meno.
La Lega Nord ritiene altresì che il provvedimento in oggetto consenta alla maggioranza di cui siamo parte e al Ministro Maroni in particolare di onorare impegni precisi contratti a suo tempo con gli elettori in primis e con gli operatori del comparto che riteniamo assicurino una funzione delicata e strategica. Senza la Pag. 77sicurezza, infatti, non vi sono né convivenza civile, né progresso economico, né, in ultima analisi, democrazia.
Con l'approvazione del provvedimento in esame le risorse del Fondo previsto dal decreto-legge n. 78 del 2010 per remunerare la specificità del Comparto difesa e sicurezza saranno incrementate di 115 milioni di euro ogni anno, ma sarà altresì aperta la via ad ulteriori, possibili aumenti che potranno essere coperti dagli eventuali risparmi realizzati sui capitoli che coprono le missioni internazionali di pace o attingendo al Fondo unico per la giustizia.
Il richiamo al risparmio sugli interventi militari all'estero è un riferimento che come Lega Nord apprezziamo particolarmente essendo convinti che le situazioni interna ed internazionale consigliano ormai di ridurre la nostra esposizione esterna almeno su alcuni teatri, quali quello balcanico e del Libano, dove le condizioni politiche generali sono cambiate e nei quali la nostra presenza non pare più in grado di soddisfare i nostri interessi nazionali.
Giudichiamo altresì positivo il fatto che i fondi eventualmente non spesi possano essere riallocati sul bilancio dell'esercizio successivo evitando che vadano persi. Richiamiamo qui il comma 3 dell'articolo 1 del decreto-legge in esame, il quale prevede che le risorse stanziate permetteranno l'erogazione di somme una tantum, tenendo conto degli incrementi stipendiali non concessi al personale promosso, degli assegni funzionali e dei cespiti ulteriori cancellati.
Speriamo che questa prima reintegrazione a favore del personale delle forze di polizia, delle Forze armate e dei vigili del fuoco sia solo il primo passo verso un ritorno ad una condizione di normalità e di prevedibilità finanziaria. Vogliamo, tuttavia, rimarcare come i sacrifici richiesti e per i quali oggi si offre una compensazione, sia pur parziale, non siano stati il frutto di un capriccio, ma di una stringente necessità alla quale ci siamo piegati in nome di un interesse superiore.
Ricordo infine che il comma 4 dell'articolo 1 del provvedimento in esame precisa che l'onere verrà coperto anche con risorse provenienti dalla legge n. 350 del 2003 nella quale, peraltro, erano stati accantonati degli stanziamenti per permettere di finanziare il riallineamento delle carriere nelle Forze armate e in quelle dell'ordine, un'esigenza che prima o poi si dovrà comunque riconsiderare, dando soddisfazione, in primo luogo, alle categorie maggiormente punite in questi anni, come quella dei sottufficiali anziani la cui posizione è oggetto di una nostra proposta di legge giacente al Senato.
La Lega Nord, dunque, voterà a favore del disegno di legge in esame per la conversione del decreto-legge n. 27 ed invita tutti i gruppi presenti in Aula a fare altrettanto per attestare con i fatti la nostra attenzione verso coloro che servono lo Stato nel modo più nobile e rischioso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, noi siamo qui questa sera ad esaminare un decreto-legge che cerca di correggere i danni che voi avete fatto in questi tre anni ad un comparto, che è stato e che è sempre nelle vostre campagne elettorali una bandiera della destra. Voi avete tagliato, come è noto a tutti, in questi tre anni 3,7 miliardi a questo comparto e questo stesso decreto-legge dimostra lo stato di confusione e di incapacità del Governo. Questo provvedimento, infatti, serve a correggere delle ferite e degli errori che voi avete compiuto nella manovra estiva del 2010 con il decreto-legge n. 78 - per quanto riguarda tutte le questioni che hanno già sollevato i colleghi del Partito Democratico che mi hanno preceduto - e che dopo meno di un anno siete costretti a cercare di correggere.
Ma, forse, anche questa volta la vostra correzione è peggiore dell'errore iniziale. Il decreto-legge n. 78 del 2010 (e la successiva legge di conversione n. 122 del Pag. 782010) ha penalizzato duramente, come tutti voi sapete, le forze di polizia, le Forze armate, i vigili del fuoco, ha bloccato per il triennio 2011-2013 il trattamento economico complessivo di tutti i dipendenti pubblici, ha bloccato per lo stesso periodo gli adeguamenti retributivi e le indennità integrative, derivanti dallo svolgimento di funzioni diverse dalle promozioni. Voi avete, cioè, messo in un cassetto - ogni volta ritirandola fuori come promessa negli incontri con le organizzazioni sindacali - la specificità di cui vi siete riempiti la bocca, illudendo e raccontando bugie alle forze dell'ordine e alle Forze armate. E così, dopo tante chiacchiere e promesse sulla specificità del comparto sicurezza, la manovra estiva aveva peggiorato ulteriormente la situazione. A ciò bisogna aggiungere il taglio del 30 per cento circa delle risorse alle forze dell'ordine dal 2008 ad oggi.
Io viaggio molto in questo Paese per andare a visitare le forze dell'ordine, le forze di polizia, i commissariati, le questure e vedo, come immagino vediate anche voi, le condizioni in cui operano oggi i lavoratori della polizia, che non hanno benzina per le macchine, che non hanno carta per le fotocopie, che non hanno i soldi per gli appalti della pulizia nei loro commissariati, che hanno gabinetti nei quali si vergognano di entrare, che hanno i topi nelle sedi della polizia, come succede in importanti città di questo Paese.
Voglio ricordare l'ultimo taglio, di cui abbiamo avuto notizia dal sottosegretario Mantovano: il taglio dei fondi per la gestione dei pentiti in questo Paese. Il budget che servirebbe è di 70-75 milioni e, ad oggi, nelle casse del Ministero dell'interno di questi 70 milioni ve ne sono 30. È una cosa essenziale, alla giustizia in questo Paese, la cura dei pentiti, ovvero di coloro che collaborano con la giustizia facendo sgominare le organizzazioni malavitose e criminali. Noi abbiamo meno della metà dei fondi per la loro gestione e, forse, potremo arrivare a giugno.
Da molti mesi proteste fortissime, responsabili e civili dei sindacati delle forze dell'ordine, e il lavoro dell'opposizione e del Partito Democratico - che rivendico - in quest'Aula e nelle Commissioni hanno obbligato questo Governo a tornare sulle proprie decisioni e a varare questo decreto-legge per dare l'illusione di un poco di ossigeno (25 euro al mese nette agli operatori del comparto), dovendo tornare indietro sulle proprie decisioni. Io credo che questo sia da sottolineare e lo voglio dire in questa sede anche alla luce delle emergenze che hanno visto lo straordinario lavoro delle forze dell'ordine in queste settimane e in questi mesi. Voglio citare gli esempi di Lampedusa, gli esempi dei campi delle tendopoli come Manduria e il lavoro che è stato svolto per fornire dei permessi temporanei di soggiorno ai circa 25 mila tunisini, che vengono rilasciati dalle questure. È una pressione enorme, che pesa sulle forze dell'ordine e sulla polizia di Stato, alle quali si dice che i soldi non ci sono e alle quali, oggi, con questo provvedimento si elargisce una mancia, secondo noi vergognosa.
Comunque sia questa mancia, questo decreto-legge è frutto di quelle lotti sindacali e dà ragione al lavoro che il Partito Democratico e l'opposizione hanno svolto in quest'Aula ma ci sono difetti enormi nel provvedimento in esame. Questa assegnazione di fondi avviene senza un rapporto ad una concertazione con i rappresentanti dei lavoratori. Le risorse stanziate, com'è stato detto, per questi fondi sono 115 milioni all'anno per il 2011, 2012 e 2013 più gli 80 milioni per i primi due anni, ma questi 115 milioni sono presi dal Fondo per il riordino delle carriere che viene «ucciso» dal provvedimento in esame. Non ci sarà più il riordino delle carriere perché altri soldi non ci saranno.
Questi soldi non entreranno a far parte del computo pensionistico, sono soldi che i lavoratori delle forze di polizia e gli operatori delle forze dell'ordine vedono adesso, non sanno se ci sarà il finanziamento per il terzo anno e non entreranno a far parte del computo delle loro pensioni.
Per questo noi ci atteggeremo in maniera responsabile di fronte al provvedimento in esame, perché sappiamo quanto Pag. 79sono preziosi questi pochi soldi per le forze dell'ordine che in questo momento, in questo Paese, reggono il peso di un'emergenza straordinaria e la cui dignità è stata troppe volte calpestata in questi tre anni, illudendoli, dicendo loro bugie e tagliando continuamente i fondi, perché le forze dell'ordine vanno bene in campagna elettorale, ma vanno male quando bisogna fare le leggi finanziarie. Ed allora noi, responsabilmente, annunciamo il nostro voto di astensione, perché comunque dei soldi verranno dati alle forze dell'ordine, ma continueremo con loro la battaglia che già in questi minuti i sindacati di polizia annunciano per essere stati illusi dalla maggioranza e dal Governo sulla questione della specificità che, ancora una volta, come noi prevedevamo, in questo provvedimento non ci sarà.
Il Governo e la maggioranza si sono impegnati sulla sicurezza a parole nei confronti delle forze dell'ordine, ma mai in questi anni lunghi anni dal dopoguerra, in cui questo Paese ha saputo superare tante crisi che riguardano la sicurezza, mai come durante il vostro Governo sono stati tagliati così tanti fondi sul comparto sicurezza e difesa, mai come sotto il vostro Governo ai servitori dello Stato si è chiesto di fare di più e si è dato loro di meno.
Pertanto ci asterremo perché vogliamo essere dalla loro parte, vogliamo che loro sentano la nostra voce da quest'Aula, perché noi siamo dalla loro parte, perché pensiamo che le forze dell'ordine in una Repubblica democratica servono per garantire la sicurezza come diritto di libertà di tutti i cittadini, ma pensiamo che sia ingiusto calpestarne la dignità, bloccarne le carriere e che questi soldi non abbiano rilievo sul calcolo della loro pensione. Pensiamo che occuparsi della sicurezza sia un lavoro serio e che questo Governo non lo abbia affrontato seriamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.
FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, innanzitutto desidero esprimere la solidarietà mia e del Popolo della Libertà al sottosegretario Crosetto e a tutti membri del Governo dei comparti difesa e interno (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) per il lavoro che sempre hanno svolto con grande dignità e onestà.
Ciò che mi meraviglia è quel parlare in modo anche sarcastico su alcuni aspetti, come se il nostro Paese fosse in una profonda normalità e la situazione fosse di quelle talmente kafkiane che chi per tanti anni ha difeso valori, concetti e uomini appartenenti alla sicurezza e alla difesa del nostro Paese oggi, all'improvviso, per chi sa quale motivo, vuole vessarli o quanto meno non riconoscere la dignità del loro lavoro. E allora oggi ho riflettuto anche sulla mia storia personale, sulla mia vita professionale e mi sono detto che è fondamentale e importante che arrivi un messaggio corretto agli esponenti delle forze dell'ordine.
Vedete, in questi anni il mondo è cambiato. Negli ultimi anni l'Europa e l'Italia hanno dovuto rivedere i loro bilanci.
In Europa ci sono Paesi fortemente in difficoltà, come la Grecia e il Portogallo. Noi, invece, siamo in una situazione diversa sotto il profilo economico, perché sono stati apportati dei tagli alla spesa pubblica. Purtroppo con i tagli alla spesa pubblica, per poter rimanere in Europa e difendere la nostra economia, il nostro mondo del lavoro (di cui fanno parte anche le mogli e i mariti degli esponenti delle forze dell'ordine), abbiamo dovuto fare dei sacrifici. Questi sacrifici si sono tradotti quindi nei tagli alla spesa pubblica. Nei confronti delle forze dell'ordine e nei confronti delle Forze armate in via generale c'è stato lo stesso taglio che in tutto il pubblico impiego, ma per quanto riguarda il personale non si è avuto un taglio, bensì un blocco per tre anni dei contratti e anche delle indennità e delle spese per il personale.
Abbiamo subito compreso che se tutto poteva avere una logica per il pubblico impiego, nel mondo militare e delle forze Pag. 80dell'ordine non poteva essere la stessa cosa, perché c'è un sistema gerarchico e una retribuzione diversa a seconda della gerarchia. Quindi bisognava fare subito un'integrazione per poter sostenere la funzionalità e il rapporto di gerarchia. Per questo furono stanziati, già lo scorso anno, 80 milioni di euro, a differenza di quanto previsto per tutto il pubblico impiego. Questi 80 milioni erano proprio destinati a questo tipo di attività. Quindi mi meraviglio che voi oggi parliate come se si trattasse di uno stanziamento contrattuale per tutto il personale delle forze dell'ordine, dimenticando che invece quel sistema funzionale e gerarchico e quelle indennità non riguardano tutto il personale ma solo una parte dello stesso.
Abbiamo poi capito che questi fondi non erano sufficienti. Ci siamo impegnati qui in Aula durante l'esame di vari provvedimenti, con il contributo della Commissione difesa, dei colleghi che hanno sottoscritto degli ordini del giorno. Ebbene, all'interno di questi provvedimenti c'è stato poi il riconoscimento da parte dello stesso Governo, che si è impegnato a far fronte alla necessità delle Forze armate e delle forze dell'ordine sotto il profilo delle retribuzioni. Più volte è stato ribadito - anche dal Presidente del Consiglio in varie occasioni, come all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Arma dei carabinieri, e ad altre manifestazioni delle forze dell'ordine - che oggi rispettiamo e manteniamo un impegno che ci siamo assunti tempo fa.
Vedete, noi quando prendiamo un impegno lo rispettiamo. Questo Governo non ha fatto solo tagli: alle forze dell'ordine ha comunque fatto siglare, e ha rispettato, un contratto che è stato superiore rispetto al pubblico impiego del 30 per cento. Tutti quanti insieme, come maggioranza, abbiamo realizzato quella differenziazione importante tra forze dell'ordine e militari (cioè di questo mondo, di questi due comparti insieme) rispetto al pubblico impiego, e questo provvedimento si chiama specificità, perché abbiamo detto che un carabiniere o un poliziotto non può essere considerato come l'archivista di un Ministero (con tutto il rispetto per il pubblico impiego). L'ha fatto questo Governo.
Oggi ci dite che la specificità può essere considerata una scatola vuota, ma in realtà è grazie alla specificità che oggi attuiamo questo provvedimento, convertiamo questo decreto-legge, perché senza di essa ci sarebbe stato un trascinamento di tutto il pubblico impiego, su ciò che oggi stiamo facendo per questi comparti.
E non solo, abbiamo sempre dimostrato la differenza tra costoro ed il pubblico impiego. Quando il provvedimento del Ministro Brunetta sull'assenteismo poteva creare dei problemi alle forze dell'ordine ed alle Forze armate, non abbiamo esitato ad escluderle da coloro che, invece, attraverso la malattia, talvolta, facevano assenteismo volontario. Abbiamo sempre rispettato, quindi, e sempre rispetteremo questi uomini.
A noi piace pensare ai valori che rappresentano questi uomini: la legalità, la sicurezza. È un mondo a cui siamo sempre stati affini. Abbiamo gioito quando abbiamo visto voi, cari colleghi del centrosinistra, essere così attaccati al tricolore. Abbiamo gioito e speriamo che continuiate ad essere sempre protesi verso il valore della patria. Oggi, abbiamo appreso che siete talmente attaccati alle forze dell'ordine che mandate messaggi dal Parlamento. Noi vi diciamo: continuate in questo modo perché, nel corso dei tempi, dell'alternanza, arriverà il momento in cui voi dovrete rispettare ciò che in quest'Aula, questa sera, avete detto. Noi siamo dalla stessa parte, approviamo oggi un provvedimento che va incontro all'esigenza delle forze dell'ordine. È vero, è poco, non è pensionabile, può avere mille difetti, ma è qualcosa a favore del personale delle forze dell'ordine e delle Forze armate. Un passo per volta.
Caro onorevole Paladini, eri in un sindacato di polizia quando, in quest'Aula, si parlava di riordino delle carriere. Nel 2003, fu il Governo Berlusconi a stanziare i fondi per il riordino delle carriere. Ero relatore del provvedimento che fu approvato qui alla Camera ed andò al Senato. Il Pag. 81centrosinistra ed alcuni sindacati - il tuo sindacato no, per dire la verità - dissero che era troppo poco, che era meglio non farlo. Non si fece il riordino delle carriere. Poi c'è stato il centrosinistra ed il riordino delle carriere non si è fatto. È chiaro che quando tu non fai e non cogli l'opportunità che ti presenta un miglioramento di carriera e di retribuzione, poi la puoi perdere.
E allora noi, oggi, non vogliamo far perdere alle forze dell'ordine questa opportunità e, soprattutto, il Popolo della Libertà non ragiona con la massima del «tanto peggio, tanto meglio». Stiamo con le forze dell'ordine e questo è un primo passo. Presentiamo un ordine del giorno che chiede al Governo di impegnarsi affinché questa una tantum diventi stabile e pensionabile. Lo faremo con convinzione, con forza, e vedrete che, così come abbiamo rispettato oggi l'impegno, lo rispetteremo anche in futuro (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Correzioni di forma - A.C. 4220-A)
SALVATORE CICU, Relatore per la IV Commissione. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SALVATORE CICU, Relatore per la IV Commissione. Signor Presidente, a seguito dell'approvazione da parte dell'Assemblea dell'emendamento 1.302, nel titolo del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni, le parole: «assegni perequativi individuali» devono intendersi sostituite dalle seguenti parole: «assegni una tantum».
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, le correzioni di forma proposte dal relatore si intendono approvate.
(Così rimane stabilito).
(Coordinamento formale - A.C. 4220-A)
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4220-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 4220-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Touadi, onorevole Calvisi, onorevole Luciano Dussin, onorevole Scilipoti, onorevole Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco» (4220-A):
Presenti 471
Votanti 252
Astenuti 219
Maggioranza 127
Hanno votato sì252.
(La Camera approva - Vedi votazioni).
Prendo atto che il deputato La Loggia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
SENATO DELLA REPUBBLICA ¾¾¾¾¾¾¾¾ XVI LEGISLATURA ¾¾¾¾¾¾¾¾
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N. 2716
DISEGNO DI LEGGE |
presentato dal Presidente del Consiglio dei ministri (BERLUSCONII) e dal Ministro dell’economia e delle finanze (TREMONTI) di concerto con il Ministro dell’interno (MARONI) con il Ministro della difesa (LA RUSSA) e con il Ministro della giustizia (ALFANO)
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(V. Stampato Camera n. 4220) approvato dalla Camera dei deputati il 3 maggio 2011 Trasmesso dal Presidente della Camera dei deputati alla Presidenza il 4 maggio 2011
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Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco
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DISEGNO DI LEGGE
Art. 1.
1. Il decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge.
2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
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Allegato
MODIFICAZIONE APPORTATA IN SEDE DI CONVERSIONE
AL DECRETO-LEGGE 26 MARZO 2011, N.27
All’articolo 1, il
comma 2 è sostituito dal seguente:
«2. La dotazione del fondo di cui al comma 1 può essere ulteriormente
incrementata, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto
con i Ministri della difesa e dell’interno, con quota parte delle risorse
corrispondenti alle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in
conseguenza delle missioni internazionali di pace, e delle risorse di cui al
comma 7, lettera a), dell’articolo 2 del decreto-legge 16 settembre
2008, n.143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008,
n.181, relativo al Fondo unico giustizia. Le risorse di cui al presente comma
sono attribuite in modo da assicurare trattamenti omogenei al personale delle
Forze armate e a quello delle Forze di polizia».
Testo del decreto-legge |
Testo del decreto-legge comprendente le modificazioni |
Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco |
Misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco |
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA |
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Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione; |
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Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di adottare disposizioni in tema di misure per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; |
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Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 23 marzo 2011; |
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Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con i Ministri dell’interno, della difesa e della giustizia; |
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emana |
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il seguente decreto-legge: |
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Articolo 1. |
Articolo 1. |
1. Fermo restando quanto stabilito dall’articolo 9 del decreto-legge 31 maggio 2010, n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n.122, e in particolare dai commi 1 e 21 del predetto articolo, la dotazione del fondo di cui all’articolo 8, comma 11-bis, del citato decreto-legge n.78 del 2010, è incrementata, per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, di 115 milioni di euro. |
1.Identico. |
2. La dotazione del fondo di cui al comma 1 può essere ulteriormente incrementata, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze di concerto, con i Ministri della difesa e dell’interno: a) a favore del personale delle Forze armate, con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in conseguenza delle missioni internazionali di pace; b) a favore del personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, con quota parte delle risorse di cui al comma 7, lettera a), dell’articolo 2 del decreto-legge 16 settembre 2008, n.143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n.181, relativo al Fondo unico giustizia. |
2. La dotazione del fondo di cui al comma 1 può essere ulteriormente incrementata, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con i Ministri della difesa e dell’interno, con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in conseguenza delle missioni internazionali di pace, e delle risorse di cui al comma 7, lettera a), dell’articolo 2 del decreto-legge 16 settembre 2008, n.143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n.181, relativo al Fondo unico giustizia. Le risorse di cui al presente comma sono attribuite in modo da assicurare trattamenti omogenei al personale delle Forze armate e a quello delle Forze di polizia. |
3. Il fondo di cui al comma 1, come incrementato ai sensi del presente articolo, è destinato alla corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, anche con riferimento al personale interessato alla corresponsione, per i medesimi anni, dell’assegno funzionale, del trattamento economico superiore correlato all’anzianità di servizio senza demerito, compresa quella nella qualifica o nel grado, degli incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni, nonché degli emolumenti corrispondenti previsti per il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché all’applicazione dell’articolo 9, commi 1 e 21, del decreto-legge 31 maggio 2010, n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n.122. Si applicano le disposizioni di cui al secondo e terzo periodo del citato articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n.78 del 2010. |
3.Identico. |
4. All’onere derivante dal comma 3 si provvede mediante corrispondente riduzione, per gli anni 2011, 2012 e 2013, dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge 24 dicembre 2003, n.350. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato a disporre, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. |
4.Identico. |
Articolo 2. |
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1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge. |
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Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. |
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Dato a Roma, addì 26 marzo 2011. |
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NAPOLITANO |
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Berlusconi – Tremonti – Maroni – La Russa – Alfano |
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Visto, il Guardasigilli: Alfano. |
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COMMISSIONI 1a (Affari costituzionali)
e 4a (Difesa)
RIUNITE
Martedi' 17 mAGGIO 2011
2a Seduta (antimeridiana)
Presidenza del Presidente della 4ª Commissione
Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Cossiga.
La seduta inizia alle ore 15,35.
IN SEDE REFERENTE
(2716) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, approvato dalla Camera dei deputati
(Esame e rinvio)
Il relatore per la Commissione affari costituzionali VIZZINI (PdL) rileva che il provvedimento in esame dispone l'erogazione di 345 milioni di euro, per il triennio 2011-2013, in favore del personale delle Forze armate, dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia di Stato, dei Vigili del fuoco, del Corpo forestale e del Corpo della Polizia penitenziaria. In particolare, il comma 1 dell'articolo 1 prevede che, fermo restando quanto stabilito dall'articolo 9 del decreto legge n. 78 del 2010, la dotazione del fondo di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del medesimo decreto-legge sia incrementata, per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, di 115 milioni di euro. In proposito, egli ricorda che l'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 ha istituito un fondo con una dotazione di 80 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2011 e 2012, destinato al finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, interessato dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali, disposto dall'articolo 9, comma 21, dello stesso decreto-legge.
Osserva, inoltre, che a seguito dell'intervento disposto dal decreto-legge in esame, il Fondo per il finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco non solo disporrà di 115 milioni di euro in più per ciascuno anno del biennio 2011-2012, ma diventerà triennale, con una dotazione di 115 milioni anche per il 2013.
Si sofferma quindi sul comma 2, che prevede la possibilità di una successiva ulteriore integrazione del citato Fondo per il personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico. Il comma 3 stabilisce, inoltre, che il Fondo sia destinato alla corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Per quanto concerne l'ambito soggettivo di applicazione della disposizione, osserva che essa, da un lato, fa riferimento al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco interessato dalle misure di contenimento della spesa di cui ai commi 1 e 21 dell'articolo 9 del decreto-legge n. 78, dall'altro, fa riferimento al personale interessato al riconoscimento di una serie di benefici economici (assegno funzionale, trattamento economico superiore correlato all'anzianità di servizio senza demerito, compresa quella nella qualifica o nel grado, incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni, emolumenti corrispondenti previsti per i vigili del fuoco).
Il comma 4, infine, contiene le disposizioni relative alla copertura finanziaria del comma 3, cui si provvede mediante corrispondente riduzione, per gli anni 2011, 2012 e 2013, dell'autorizzazione di spesa contenuta in una specifica disposizione della legge finanziaria per il 2004.
Prende quindi la parola il relatore per la Commissione difesa CANTONI (PdL), soffermandosi, in particolare, sulla modificazione apportata dalla Camera dei deputati al secondo comma dell'articolo 1, che conferma la possibilità di incrementare ulteriormente il fondo (sia a seguito delle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in conseguenza delle missioni internazionali di pace, sia con quota parte di quanto destinato al fondo unico giustizia), stabilendo altresì che l'attribuzione delle predette risorse, globalmente intese, deve assicurare trattamenti omogenei al personale delle Forze armate ed a quello delle Forze di polizia.
L'intervento, infatti, supera la formulazione originaria della norma, che prevedeva, invece, che gli assegni per il personale militare fossero finanziati esclusivamente con i proventi derivanti dalle minori spese per le missioni internazionali, indirizzando conseguentemente la quota derivante dal fondo unico giustizia a quello delle Forze di polizia e dei Vigili del fuoco.
Si apre la discussione generale.
Il senatore SALTAMARTINI (PdL) esprime apprezzamento per le misure contenute nel decreto-legge, che corrispondono al principio di specificità del comparto, riconosciuto di recente nella legge delega per la riforma del lavoro pubblico (legge n. 15 del 2009). Osserva che la copertura finanziaria si avvale di risorse a suo tempo stanziate dalla legge finanziaria per il 2004, allo scopo di realizzare un riordino del trattamento economico, di cui permane la necessità per soddisfare il principio, sancito dall'articolo 36 della Costituzione, di proporzione della retribuzione alla quantità e alla qualità del lavoro prestato. A tale riguardo, ricorda i tentativi esperiti anche nella XV legislatura, che tuttavia non sono pervenuti a una definitiva approvazione della riforma.
Si riserva di presentare un emendamento o, eventualmente, un ordine del giorno, in modo da assicurare che eventuali risorse stanziate e non erogate nel 2011 siano in ogni caso destinate al comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico. Inoltre, auspica che le liquidità disponibili presso il Fondo unico della giustizia siano destinate allo stesso comparto, in particolare per adeguare gli organici e per migliorare gli strumenti di contrasto alla criminalità.
La senatrice INCOSTANTE (PD) manifesta il favore del suo Gruppo per le misure contenute nel decreto-legge, destinate a un settore tra i più impegnati dello Stato, a cui tuttavia viene riconosciuto un trattamento economico inadeguato. Tuttavia, il provvedimento reca uno stanziamento insufficiente e recupera solo parzialmente le riduzione disposte nel 2010. Inoltre, si tratta di un intervento che non dispone alcuna riforma del comparto, per cui il beneficio economico viene riconosciuto una tantum e non ha valore ai fini pensionistici. In proposito, ricorda che le stesse organizzazioni sindacali dei lavoratori del comparto hanno manifestato un forte disappunto.
Infine, ribadisce le osservazioni emerse anche nel dibattito presso l'altro ramo del Parlamento a proposito di alcune modifiche implicite all'ordinamento che dovrebbero essere formulate in modo espresso, e le riserve a proposito dei criteri di ripartizione dei fondi.
La senatrice ADAMO (PD) osserva che, secondo quanto affermato anche dal senatore Saltamartini, il decreto-legge non risolve le questioni maggiori del comparto, in particolare l'improrogabile riordino del trattamento economico in coerenza con i meccanismi di progressione in carriera. A suo avviso, il beneficio economico è di ammontare trascurabile ed è stato disposto solo a seguito delle reiterate proteste degli operatori del comparto.
Sottolinea l'urgenza di destinare risorse idonee all'adeguamento degli organici che, come è stato rilevato anche dal senatore Saltamartini, sono al limite della funzionalità, con il rischio concreto di dover demandare alcuni compiti istituzionali al settore privato, con grave danno per le garanzie democratiche.
Il senatore TORRI (LNP), pur nell'esprimere un avviso sostanzialmente favorevole sul provvedimento, osserva che la decurtazione delle risorse stanziate per il riordino dei ruoli e delle carriere del personale non direttivo e non dirigente delle Forze armate e di polizia potrebbe pregiudicare l'approvazione di ulteriori e fondamentali interventi sulla materia tra cui figura anche il disegno di legge n. 934, recante la sua firma, in corso di esame presso la Commissione Difesa e relativo al riallineamento delle carriere dei marescialli.
Il senatore DEL VECCHIO (PD), dopo aver ricordato le forti aspettative nutrite dal personale di tutto il comparto difesa e sicurezza e posto l'accento sui numerosi ordini del giorno relativi alla salvaguardia delle retribuzioni accolti dal Governo nel corso della legislatura, rileva che il decreto-legge all'esame delle Commissioni riunite si presta ad alcuni rilievi critici. Le risorse previste, infatti, non appaiono del tutto adeguate (ed in particolare per l'anno 2013, quando il fondo istituito dall'articolo 8 del decreto-legge n. 78 del 2010 non beneficerà dell'apporto annuo di 80 milioni di euro previsto invece per il 2011 ed il 2012), e gli stessi assegni che verranno corrisposti non avranno la valenza giuridica degli emolumenti ordinari. Inoltre, l'utilizzo delle somme già stanziate ai fini del riordino delle carriere potrebbe pregiudicare una riforma organica particolarmente importante per il comparto.
Il senatore RAMPONI (PdL) invita i commissari a prescindere, nell'analisi del provvedimento, da inopportune strumentalizzazioni di natura politica. Nella XIV legislatura, infatti, le iniziative legislative per il riordino delle carriere del personale delle Forze armate e di polizia non poterono completare il loro iter parlamentare proprio a causa dell'ingiustificato ostruzionismo promosso dalle forze politiche di centro-sinistra, ed anche nella legislatura successiva, dove le forze di centro-destra figuravano all'opposizione, non si riuscì a pervenire al varo delle auspicate riforme, ancorché vi fosse una sostanziale convergenza al riguardo.
Il senatore BIANCO (PD) rileva l'imbarazzo dei Gruppi di maggioranza di fronte a misure che, ad avviso del suo Gruppo, sono insufficienti a recuperare le riduzioni disposte nel 2010. Contrariamente a quanto sostenuto dal senatore Ramponi, nella XIV legislatura il Parlamento si è adoperato per realizzare un riordino del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico, un progetto al quale si rinunciò proprio da parte del Governo Berlusconi per mancanza di risorse. Nella XV legislatura, quindi, tutte le forze politiche si sono impegnate affinché le risorse stanziate fossero mantenute e destinate al comparto. Conclude, confermando la volontà del suo Gruppo di sollecitare la massima attenzione del Governo e del Parlamento nei confronti degli addetti a quel comparto.
Ad avviso del senatore CAFORIO (IdV), il decreto-legge all'esame delle Commissioni riunite rimane decisamente lontano dagli obiettivi che si prefigge, presentando altresì numerosi aspetti negativi quali l'ulteriore decurtazione dei fondi destinati ai provvedimenti per il riordino delle carriere ed il ricorso alle somme derivanti dalle minori spese effettuate per le missioni internazionali di pace (che a tutt'oggi godono di stanziamenti decisamente sottodimensionati).
Con riferimento alla possibilità di utilizzare negli esercizi successivi le somme non impiegate in quello di competenza, il sottosegretario COSSIGA ricorda che tale misura era già stata introdotta nel testo approvato presso le Commissioni riunite Affari costituzionali e Difesa dell'altro ramo del Parlamento e successivamente espunta, nel prosieguo dell’iter, a seguito dell'avviso contrario espresso al riguardo dalla Commissione Bilancio. Pertanto, eventuali ordini del giorno sul tema dovrebbero, ai fini dell'accoglimento da parte del Governo, essere formulati in modo da fare comunque salvi i vincoli di bilancio.
Pone quindi l'accento sulla riformulazione, sempre operata nel corso dell'esame in prima lettura, del secondo comma dell'articolo 1, volta ad evitare il prodursi di situazioni sperequative tra il personale delle Forze armate da un lato e quello delle Forze di polizia e dei Vigili del fuoco dall'altro.
Non essendovi altri iscritti a parlare, il presidente CANTONI dichiara chiusa la discussione generale, proponendo di fissare il termine per la presentazione di eventuali ordini del giorno ed emendamenti per domani, mercoledì 18 maggio, alle ore 11.
Le Commissioni riunite convengono.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 16,30.
COMMISSIONI 1a (Affari costituzionali)
e 4a (Difesa)
RIUNITE
MERCOLEdi' 18 mAGGIO 2011
3a Seduta (antimeridiana)
Presidenza del Presidente della 4ª Commissione
Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gentile.
La seduta inizia alle ore 14,45.
IN SEDE REFERENTE
(2716) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito e conclusione dell'esame)
Riprende l’esame, sospeso nella seduta di ieri.
Il presidente CANTONI rende noto che, alla scadenza del termine (fissato per le ore 11 della giornata odierna), risultano presentati un solo ordine del giorno (a firma del senatore Saltamartini, pubblicato in allegato), e undici emendamenti, tutti riferiti all’articolo 1 del decreto-legge (cinque da parte del Gruppo del Partito Democratico, 4 da parte del Gruppo Unione di Centro e 2 da parte del Gruppo dell’Italia dei Valori, pubblicati in allegato).
Il senatore SALTAMARTINI (PdL) illustra l’ordine del giorno G/2716/1/1 e 4, che impegna il Governo a intraprendere ogni idonea iniziativa per il mantenimento in bilancio di eventuali somme residue del fondo perequativo per gli anni 2011, 2012 e 2013 anche ad incremento delle dotazioni stabilite per i medesimi anni.
All’ordine del giorno G/2716/1/1 e 4 aggiungono quindi la propria firma i senatori BIANCO (PD), BOSCETTO (PdL), CAFORIO (IdV), CARRARA (CN-Io Sud) e TORRI (LNP), insieme agli altri commissari presenti ed appartenenti alle rispettive forze politiche.
Dopo che i relatori hanno espresso il proprio parere favorevole, il sottosegretario GENTILE, a nome del Governo, dichiara di accogliere l’ordine del giorno.
Si procede pertanto all’esame delle proposte emendative riferite al testo del decreto-legge.
Il senatore BIANCO (PD) dà per illustrati gli emendamenti 1.1, 1.2, 1.3, 1.4 e 1.0.1.
Interviene quindi il senatore CAFORIO (IdV), dando per illustrati gli emendamenti 1.8 e 1.10.
Il relatore per la Commissione affari costituzionali VIZZINI (PdL) invita i presentatori a ritirare gli emendamenti preannunciando, altrimenti, un parere contrario.
Interviene, in senso adesivo, il relatore per la Commissione difesa CANTONI (PdL).
Alle considerazioni poc’anzi svolte dai relatori si associa il sottosegretario GENTILE.
I senatori BIANCO (PD) e CAFORIO (IdV) insistono per la votazione degli emendamenti.
Previa verifica del numero legale, sono pertanto separatamente posti in votazione gli emendamenti 1.1, 1.2, 1.3 e 1.4, che risultano respinti dalle Commissioni riunite, e vengono quindi dichiarate decadute, per assenza dei proponenti, le proposte 1.5, 1.6 e 1.7.
Successivamente, le Commissioni riunite respingono l’emendamento 1.8, mentre la proposta 1.9 viene -del pari- dichiarata decaduta per assenza dei proponenti. Infine, sono posti separatamente ai voti e respinti gli emendamenti 1.10 e 1.0.1.
Esaurito l’esame degli emendamenti, si passa infine al conferimento del mandato ai relatori a riferire in Assemblea.
Il senatore BIANCO (PD), a nome del suo Gruppo, preannuncia un voto di astensione, osservando che il provvedimento non affronta in modo organico le esigenze dei comparti della sicurezza, delle Forze armate e del soccorso pubblico, limitandosi a introdurre un beneficio economico simbolico.
Interviene quindi il senatore TORRI (LNP), preannunciando il voto favorevole della propria parte politica, invitando il Gruppo del Partito Democratico a considerare anche l’attuale e difficile congiuntura economica ed auspicando pertanto che il disegno di legge iscritto all’ordine del giorno possa essere approvato con la più ampia condivisione possibile.
Accertata la presenza del prescritto numero di senatori, le Commissioni riunite conferiscono infine ai relatori Cantoni e Vizzini il mandato a riferire favorevolmente all’Assemblea per l’approvazione del provvedimento in titolo, nel testo trasmesso dalla Camera dei deputati, chiedendo l’autorizzazione a svolgere la relazione in forma orale e con la riserva di presentare le proposte di modifica che si dovessero rendere necessarie in conseguenza di un eventuale parere della Commissione bilancio motivato ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione.
La seduta termina alle ore 15,05.
ORDINE DEL GIORNO ED EMENDAMENTI AL DISEGNO DI LEGGE (AL TESTO DEL DECRETO-LEGGE)
N. 2716
G/2716/1/1 e 4
Il Senato,
premesso che:
– con il provvedimento in esame si prevede lo stanziamento, per gli anni 2011, 2012 e 2013, di somme destinate ad incrementare il fondo perequativo di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, destinato al personale del Comparto sicurezza e difesa e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, interessato dal «blocco» retributivo previsto dal medesimo decreto-legge;
– le modalità per l'individuazione delle misure compensative e per la ripartizione degli stanziamenti per ciascuno degli anni del triennio 2011-2013 sono rimesse a decreti del Presidente del Consiglio dei ministri;
– occorre prevedere modalità attuative che consentano di utilizzare tutte le risorse stanziate, comprese quelle non impiegate o non impegnate nell'anno di riferimento;
impegna il Governo:
ad intraprendere ogni idonea iniziativa volta a prevedere il mantenimento in bilancio delle eventuali somme residue del fondo perequativo per gli anni 2011, 2012 e 2013, anche ad incremento delle dotazioni stabilite per i medesimi anni, nonché a consentire l'utilizzo delle stesse somme non impiegate o non impegnate nell'anno precedente, anche attraverso modalità attuative da definire con i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri di ripartizione degli stanziamenti relativi a ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito dalla legge n. 122 del 2010.
Art. 1
1.1
BIANCO, SCANU, ADAMO, AMATI, INCOSTANTE, BASTICO, CECCANTI, CRISAFULLI, DEL VECCHIO, DE SENA, GASBARRI, MAURO MARIA MARINO, NEGRI, PEGORER, PINOTTI, SANNA, VITALI
Al comma 1, sostituire le parole: «per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, di 115 milioni di euro» con le seguenti: «a decorrere dall'anno 2011, di 140 milioni di euro».
Conseguentemente:
al comma 3, sostituire le parole: «assegni una tantum» con le parole: «assegni perequativi individuali, aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente».
Sostituire il comma 4, con i seguenti:
«4. Con riferimento alle amministrazioni pubbliche inserite nel conto consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'ISTAT, ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 1999, n. 196, a pena di configurazione di danno erariale a carico dei soggetti responsabili, l'uso delle autovetture in dotazione a ciascuna amministrazione è ammesso strettamente per esigenze di servizio ed è in ogni caso escluso per trasferimenti verso e dal luogo di lavoro. La presente disposizione non si applica alle autovetture assegnate, ai fini di tutela e sicurezza personale, a soggetti esposti a pericolo, ai sensi dell'articolo 7, comma 3, della legge 4 maggio 1988, n. 133. L'uso in via esclusiva delle autovetture di servizio è ammesso esclusivamente per i titolari delle seguenti cariche:
a) Presidente del Consiglio dei ministri e Vice Presidente del Consiglio dei ministri;
b) Ministri e Vice ministri;
c) Sottosegretari di Stato;
d) Primo Presidente e Procuratore generale della Corte di cassazione e Presidente del tribunale superiore delle acque pubbliche, Presidente del Consiglio di Stato, Presidente e Procuratore generale della Corte dei conti, Avvocato generale dello Stato, Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, Presidente del Consiglio di giustizia amministrativa della regione siciliana;
e) Presidenti di Autorità indipendenti.
4-bis. Ai sensi dell'articolo 2, comma 122, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, tutti coloro che hanno ricoperto cariche pubbliche a qualsiasi titolo, e che sono cessati dalla carica, perdono il diritto all'uso dell'autovettura di Stato. Ciascuna amministrazione procede alla individuazione delle autovetture in esubero, ai fini della loro dismissione entro il 31 dicembre 2011. Dalle disposizioni di cui al presente comma devono derivare risparmi non inferiori a 140 milioni di euro a decorrere dall'anno 2011. l risparmi devono essere conseguiti dalle amministrazioni pubbliche ed in caso di accertamento di minori economie rispetto agli obiettivi di cui al presente comma, si provvede alla corrispondente riduzione, per ciascuna amministrazione inadempiente, delle dotazioni di bilancio relative a spese non obbligatorie, fino alla totale copertura dell'obiettivo di risparmio ad essa assegnato».
1.2
SCANU, BIANCO, ADAMO, AMATI, INCOSTANTE, BASTICO, CECCANTI, CRISAFULLI, DEL VECCHIO, DE SENA, GASBARRI, MAURO MARIA MARINO, NEGRI, PEGORER, PINOTTI, SANNA, VITALI
Al comma 1, sostituire le parole: «115 milioni di euro» con le seguenti: «140 milioni di euro».
Conseguentemente, sostituire il comma 4, con il seguente:
«4. Ai maggiori oneri di cui alla presente legge, pari a 140 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, si provvede mediante corrispondente aumento, con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, delle aliquote di cui all'allegato I del Testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, relative alla birra, ai prodotti alcolici intermedi e all'alcol etilico al fine di assicurare un maggior gettito complessivo pari a 140 milioni di euro all'anno per gli anni 2011, 2012 e 2013».
1.3
BIANCO, SCANU, ADAMO, AMATI, INCOSTANTE, BASTICO, CECCANTI, CRISAFULLI, DEL VECCHIO, DE SENA, GASBARRI, MAURO MARIA MARINO, NEGRI, PEGORER, PINOTTI, SANNA, VITALI
Al comma 2, sostituire le parole da: «con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese» sino a: «Fondo unico giustizia» con le seguenti: «con quota parte delle risorse derivanti dai risparmi di gestione realizzati sul bilancio ordinario del Ministero della difesa e con quota parte delle risorse derivanti dai risparmi di gestioni realizzati sui bilanci ordinari del Ministero dell'interno, delle infrastrutture e dei trasporti, della giustizia, dell'economia e delle finanze e delle politiche agricole alimentari e forestali».
1.4
BIANCO, SCANU, ADAMO, AMATI, INCOSTANTE, BASTICO, CECCANTI, CRISAFULLI, DEL VECCHIO, DE SENA, GASBARRI, MAURO MARIA MARINO, NEGRI, PEGORER, PINOTTI, SANNA, VITALI
Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
«2-bis. Il secondo periodo dell'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, è sostituito dal seguente: ''La misura e la ripartizione dei trattamenti di cui al presente articolo sono individuate mediante l'attuazione delle procedure di concertazione e contrattazione e recepite con separati decreti del Presidente della Repubblica, ai sensi di quanto disposto dal decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195''».
1.5
Al comma 3, sostituire le parole: «una tantum» con le seguenti: «perequativi individuali, aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente».
1.6
Al comma 3, sostituire le parole: «, anche con riferimento al personale interessato alla corresponsione,» con le seguenti: «, con riferimento al personale interessato alla corresponsione,».
1.7
Al comma 3, sostituire le parole: «nonché all'applicazione dell'articolo 9, commi 1 e 21, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78,» con le seguenti: «in relazione all'applicazione dell'articolo 9, commi 1 e 21, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78,».
1.8
Al comma 3, aggiungere, in fine, il seguente periodo: «L'entità, la ripartizione e i tempi di erogazione dei trattamenti devono essere individuati attraverso le procedure di concertazione e contrattazione e recepite da appositi decreti del Presidente della Repubblica, ai sensi di quanto disposto dal decreto legislativo n. 195 del 12 maggio 1995».
1.9
Sostituire il comma 4 con i seguenti:
«4. All'onere derivante dal comma 3, pari a 115 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, si provvede a valere su quota parte dei maggiori risparmi di spesa di cui al comma 4-bis.
4-bis. Con riferimento alle amministrazioni pubbliche inserite nel conto consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'ISTAT, ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 1999, n. 196, a pena di configurazione di danno erariale a carico dei soggetti responsabili, l'uso delle autovetture in dotazione a ciascuna amministrazione è ammesso strettamente per esigenze di servizio ed è in ogni caso escluso per trasferimenti verso e dal luogo di lavoro. La presente disposizione non si applica alle autovetture assegnate, ai fini di tutela e sicurezza personale, a soggetti esposti a pericolo, ai sensi dell'articolo 7, comma 3, della legge 4 maggio 1988, n. 133. L'uso in via esclusiva delle autovetture di servizio è ammesso esclusivamente per i titolari delle seguenti cariche:
a) Presidente del Consiglio dei Ministri e Vice Presidente del Consiglio dei Ministri;
b) Ministri e Vice Ministri;
c) Sottosegretari di Stato;
d) Primo Presidente e Procuratore generale della Corte di cassazione e Presidente del tribunale superiore delle acque pubbliche, Presidente del Consiglio di Stato, Presidente e Procuratore generale della Corte dei conti, Avvocato generale dello Stato, Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Presidente del Consiglio di giustizia amministrativa della regione siciliana;
e) Presidenti di Autorità indipendenti.
4-ter. Ai sensi dell'articolo 2, comma 122, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, tutti coloro che hanno ricoperto cariche pubbliche a qualsiasi titolo, e che sono cessati dalla carica, perdono il diritto all'uso dell'autovettura di Stato. Ciascuna amministrazione procede alla individuazione delle autovetture in esubero, ai fini della loro dismissione entro il 31 dicembre 2011. Dalle disposizioni di cui al presente comma devono derivare risparmi non inferiori a 115 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013. I risparmi devono essere conseguiti dalle amministrazioni pubbliche ed in caso di accertamento di minori economie rispetto agli obiettivi di cui al presente comma, si provvede alla corrispondente riduzione, per ciascuna amministrazione inadempiente, delle dotazioni di bilancio relative a spese non obbligatorie, fino alla totale copertura dell'obiettivo di risparmio ad essa assegnato».
1.10
Sostituire il comma 4 con il seguente:
«4. All'onere derivante dal comma 3 si provvede mediante aumento, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, delle aliquote di cui all'allegato I del testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, relative a sigari, sigaretti, sigarette, tabacco da fumo, tabacco trinciato, tabacco da fiuto, tabacco da masticare, al fine di assicurare un maggior gettito complessivo pari a 115 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013».
1.0.1
SCANU, BIANCO, ADAMO, AMATI, INCOSTANTE, BASTICO, CECCANTI, CRISAFULLI, DEL VECCHIO, DE SENA, GASBARRI, MAURO MARIA MARINO, NEGRI, PEGORER, PINOTTI, SANNA, VITALI
Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente:
«Art. 1-bis.
1. I commi 5-bis, 5-ter, 5-quater, 5-quinquies e 5-sexies, dell'articolo 55 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, sono soppressi.
2. I risparmi di spesa di cui al comma l, sono destinati all'incremento della dotazione del fondo di cui all'articolo 1, comma 1».
AFFARI COSTITUZIONALI (1a)
giovedi' 5 maggio 2011
285a Seduta (antimeridiana)
Presidenza del Presidente
La seduta inizia alle ore 14,05.
IN SEDE CONSULTIVA
(2716) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, approvato dalla Camera dei deputati
(Parere alle Commissioni 1ª e 4ª riunite, ai sensi dell'articolo 78, comma 3, del Regolamento. Esame e rinvio)
Il presidente VIZZINI (PdL), relatore, riferisce sui motivi di necessità e urgenza del decreto-legge n. 27, recante disposizioni per la corresponsione di assegni una tantum a personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; conclude, proponendo di esprimere un parere favorevole sulla sussistenza dei presupposti costituzionali.
Il seguito dell'esame è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 14,15.
AFFARI COSTITUZIONALI (1a)
martedi' 17 maggio 2011
286a Seduta (antimeridiana)
Presidenza del Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Cossiga.
La seduta inizia alle ore 15,05.
IN SEDE CONSULTIVA
(2716) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, approvato dalla Camera dei deputati
(Parere alle Commissioni 1ª e 4ª riunite, ai sensi dell'articolo 78, comma 3, del Regolamento. Seguito e conclusione dell'esame. Parere favorevole)
Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 5 maggio.
Si procede alla votazione della proposta di parere favorevole avanzata dal Presidente, relatore.
Il senatore BIANCO (PD) esprime preoccupazione per le condizioni di difficoltà in cui operano gli addetti del comparto sicurezza e difesa. Si tratta di un'emergenza obiettiva che giustifica l'adozione di un provvedimento d'urgenza per il riconoscimento di un beneficio economico.
Per tali motivi, a nome del suo Gruppo, preannuncia un voto favorevole.
Accertata la presenza del prescritto numero di senatori, la Commissione approva il parere favorevole proposto dal relatore, sulla sussistenza dei presupposti costituzionali.
La seduta termina alle ore 15,15.
BILANCIO (5a)
martedi' 17 maggio 2011
522a Seduta
Presidenza del Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gentile.
La seduta inizia alle ore 15,20.
IN SEDE CONSULTIVA
(2716) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, approvato dalla Camera dei deputati
(Parere alle Commissioni 1a e 4a riunite. Esame e rinvio )
Il relatore LATRONICO (PdL) illustra il disegno di legge in titolo segnalando, per quanto di competenza, che il decreto, composto di due articoli, aumenta di 115 milioni di euro - per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013 - la dotazione del fondo destinato al finanziamento di assegni una tantum in favore del personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Al relativo onere si provvede mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge n. 350 del 2003 (finanziaria per il 2004), che stanzia 122 milioni di euro annui, a decorrere dal 2006, da destinare a provvedimenti di riordino delle carriere del personale non direttivo delle Forze armate e delle Forze di polizia. Altresì, viene stabilita la possibilità, attraverso apposito decreto interministeriale, di incrementare ulteriormente la dotazione del fondo, a valere su risparmi di gestione relativi alle spese effettuate in conseguenza delle missioni internazionali di pace, nonché a valere su quota parte delle risorse destinate al Fondo unico giustizia, fermo restando l'ammontare complessivo della disponibilità di tale Fondo. Il provvedimento - provvisto di relazione tecnica all'atto di presentazione alla Camera dei deputati - non ha subito, durante la prima lettura, modifiche tali da richiedere l'aggiornamento della Relazione medesima, ai sensi dell'articolo 17, comma 8, della legge n. 196 del 2009. Pertanto, per quanto di competenza, non vi sono rilievi da formulare. Rinvia, infine, per ulteriori osservazioni, alla nota n. 105 del Servizio del bilancio.
Il presidente AZZOLLINI comunica che la Ragioneria generale dello Stato ha fornito l'aggiornamento della relazione tecnica e che il relativo documento è a disposizione dei Senatori.
Il senatore MORANDO (PD) reputa che l'aggiornamento della relazione tecnica non offra una risposta al complesso dei profili critici evidenziati nella nota n. 105 del Servizio del bilancio. In particolare, per quanto riguarda il comma 1 dell'articolo 1, pur considerando la natura di tetto della relativa autorizzazione di spesa, il dispositivo è volto a finanziare il riconoscimento di benefici economici - riconducibili a diritti soggettivi perfetti - ai quali risultano associati fattori di spesa di natura obbligatoria. Pertanto, occorre verificare se lo stanziamento di spesa autorizzato sia effettivamente adeguato a soddisfare le esigenze di tutti i potenziali aventi diritto.
Il senatore LUSI (PD) chiede chiarimenti sul comma 2 dell'articolo 1, con particolare riguardo all'effettivo accertamento del risparmio di spesa a cui è condizionato l'eventuale ulteriore incremento del fondo preposto all'erogazione di provvidenze una tantum.
Il senatore MORANDO (PD) ritiene indispensabile un supplemento di analisi sul comma 2, dal momento che il medesimo, prevedendo l'utilizzo di un eventuale risparmio di spesa per far fronte ad una nuova erogazione, potrebbe risultare incompatibile con uno dei criteri ispiratori della legge di contabilità, in base al quale le eventuali minori spese registratesi in corso di esercizio dovrebbero andare in economia.
Il senatore LUSI (PD) rileva come l'aggiornamento della relazione tecnica fornito dalla Ragioneria generale dello Stato non risponda pienamente alle criticità segnalate dal Servizio del bilancio per quanto riguarda il comma 3.
Il senatore AGOSTINI (PD) chiede chiarimenti sul comma 4, con particolare riguardo alla motivazione della scelta di accorpare in un un'unica posta di bilancio le risorse stanziate a copertura del decreto-legge ed attualmente distinte su due fondi da ripartire iscritti nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze.
Il PRESIDENTE, nel rispondere al quesito testé formulato dal senatore Agostini, rileva come l'accorpamento in un unico fondo appaia funzionale a garantire una maggiore elasticità nella distribuzione delle risorse tra i vari comparti interessati dall'erogazione delle indennità una tantum.
Invita poi il rappresentante del Governo a produrre nella giornata di domani un'integrazione della relazione tecnica idonea a fornire i chiarimenti richiesti nel corso del dibattito.
Il seguito dell'esame è quindi rinviato.
BILANCIO (5a)
mercoledi' 18 maggio 2011
523a Seduta
Presidenza del Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gentile.
La seduta inizia alle ore 9,10.
IN SEDE CONSULTIVA
(2716)Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, approvato dalla Camera dei deputati
(Parere alle Commissioni 1a e 4a riunite. Seguito dell'esame e rinvio)
Riprende l'esame sospeso nella seduta di ieri.
Il PRESIDENTE comunica che è a disposizione dei senatori una nota trasmessa dal Ministero dell'economia e delle finanze, in cui vengono forniti chiarimenti circa alcuni profili problematici sollevati nella nota del Servizio del bilancio.
Il senatore MORANDO(PD) evidenzia come il documento governativo non fornisca risposta alla questione fondamentale, consistente nel fatto che eventuali risparmi di spesa connessi alle missioni internazionali di pace, anziché andare in economia, vengono reimpiegati per l'eventuale erogazione di indennità una tantum, eludendo così un principio generale di contabilità pubblica.
Il senatore FERRARA(PdL) manifesta perplessità per il fatto che, secondo il documento governativo, soltanto alcune previsioni contenute nell'articolo 9, comma 21, del decreto-legge n. 78 del 2010 vengono scontate ai fini della quantificazione dei tendenziali.
Il senatore Massimo GARAVAGLIA(LNP) rileva una forte criticità della copertura, laddove si fa riferimento ad eventuali minori spese connesse alle missioni di pace.
Altresì esprime scetticismo sul ricorso al Fondo unico per la giustizia, considerato che le modalità di utilizzo del medesimo risultano legislativamente vincolate.
Il PRESIDENTE sottolinea come le criticità delineate dai colleghi Ferrara e Massimo Garavaglia possano trovare risposta, considerando che l'articolo 1, comma 2, prevede soltanto la mera possibilità di un ulteriore incremento del fondo per l'erogazione dell'indennità una tantum, per cui l'eventuale maggiore spesa risulta senz'altro condizionata dall'individuazione di adeguate risorse.
Ritiene poi necessario che il Governo fornisca adeguati chiarimenti ai rilievi sollevati dal senatore Morando sul rispetto dei principi generali della contabilità pubblica.
Il seguito dell'esame è quindi rinviato.
BILANCIO (5a)
mercoledi' 18 maggio 2011
524a Seduta
Presidenza del Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Gentile.
La seduta inizia alle ore 15,10.
IN SEDE CONSULTIVA
(2716) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, approvato dalla Camera dei deputati
(Parere alle Commissioni 1a e 4a riunite su testo ed emendamenti. Seguito e conclusione dell'esame del testo. Parere non ostativo con osservazioni e presupposti. Esame degli emendamenti. Parere in parte non ostativo, in parte contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, in parte contrario)
Riprende l'esame sospeso nella seduta antimeridiana di oggi.
Il presidente AZZOLLINI rende noto che il Ministero dell'economia e delle finanze ha prodotto note volte a fornire risposta ai rilievi critici formulati dai Gruppi di minoranza.
Il senatore MORANDO (PD) si dichiara del tutto insoddisfatto dei chiarimenti forniti dal Governo, con particolare riferimento al ricorso a risparmi di spesa per finanziare l'erogazione di indennità una tantum, rilevando, peraltro, il rischio che il ricorso alle minori spese conseguenti alle missioni internazionali di pace non rappresenti neppure una copertura basata su minori oneri a legislazione vigente, considerata la cadenza semestrale dei rifinanziamenti di tali missioni.
Evidenzia, inoltre, che nella nota fornita dalla Ragioneria generale dello Stato nella giornata di ieri si ammette come gli emolumenti una tantum possano avere effetti ai fini dei trattamenti pensionistici.
Altresì si sofferma sull'articolo 1, comma 4, del decreto-legge, sottolineando come la riduzione, ai fini di copertura, dell'autorizzazione di spesa prevista per il riordino delle carriere del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia, pur accettabile sul piano contabile, sia tuttavia sintomatica di un'incongruenza dal punto di vista della programmazione politica, in quanto si definanzia un intervento su cui c'era stato l'impegno del Governo ad intervenire attraverso la legislazione delegata.
In merito, invece, al possibile ricorso al Fondo unico per la giustizia, ricorda che l'ISTAT ha classificato gli importi recuperati attraverso le confische effettuate dalle pubbliche autorità come operazioni prive di impatto sull'indebitamento: ne consegue che le relative risorse del Fondo unico per la giustizia, non costituendo indebitamento, non possono neppure essere utilizzate per finanziare oneri. In conclusione, ritiene che sul testo del provvedimento sia necessario approvare, a suo personale avviso, un parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Poiché non vi sono ulteriori interventi sul testo, il relatore LATRONICO (PdL) illustra gli emendamenti riferiti al disegno di legge in titolo, rilevando, con riferimento all'emendamento 1.1, che oltre alla valutazione della maxicopertura, risulta altresì necessario acquisire la relazione tecnica, ai fini della corretta quantificazione dell'onere che, per effetto della proposta emendativa, opererebbe "a regime" e non più una tantum. Occorre poi valutare l'emendamento 1.2, che propone una copertura alternativa a quella del testo del provvedimento, innalzandone peraltro l'onere. L'emendamento 1.3 va valutato in relazione al testo, nonché per quanto riguarda il rispetto dei principi di contabilità. L'emendamento 1.5 comporta maggiori oneri. Con riguardo all'emendamento 1.7, è necessario valutarne la portata normativa, in ordine ai profili finanziari. Occorre valutare la maxicopertura degli emendamenti 1.9 e 1.10. E' necessario verificare la correttezza del meccanismo di copertura dell'emendamento 1.0.1. Non vi sono osservazioni sui restanti emendamenti.
Il presidente AZZOLLINI, in relazione ai rilievi formulati dal relatore, propone l'espressione di un parere di contrarietà, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sugli emendamenti 1.3 e 1.5 mentre, data la non particolare chiarezza del testo propone l'espressione di un parere di semplice contrarietà sull'emendamento 1.7.
Il sottosegretario GENTILE si dichiara favorevole alla proposta avanzata dal Presidente.
Il senatore MORANDO (PD), dopo aver messo in rilievo la difficile interpretazione del testo cui è riferito l'emendamento 1.7 si dichiara favorevole alla proposta di semplice contrarietà avanzata dal Presidente in quanto anche il testo suscita dubbi sui quali tuttavia non sembrano esservi censure ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Alla luce delle considerazioni emerse nel corso del dibattito, il relatore LATRONICO (PdL) propone alla Commissione un parere del seguente tenore: "La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo ed i relativi emendamenti esprime, per quanto di propria competenza, parere non ostativo sul testo, nel presupposto della non rilevante entità degli effetti finanziari del provvedimento sul piano previdenziale ed osservando, in relazione all'articolo 1, comma 2, che le risorse volte ad incrementare in via eventuale il fondo dovrebbero essere destinate ad andare in economia ove non utilizzate, secondo un principio generale di contabilità pubblica.
In relazione agli emendamenti, esprime parere contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sulle proposte 1.3 e 1.5, di semplice contrarietà sulla proposta 1.7 e di nulla osta sulle restanti proposte.".
Il presidente AZZOLLINI, verificata la presenza del prescritto numero legale, mette in votazione la proposta di parere avanzata dal relatore.
La Commissione approva.
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Senato della Repubblica |
XVI LEGISLATURA |
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Assemblea
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ASSEMBLEA |
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554a seduta pubblica: |
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Mercoledì 18 maggio 2011 |
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Presidenza della vice presidente BONINO
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza della vice presidente BONINO
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 16,31).
Si dia lettura del processo verbale.
MALAN, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Discussione e approvazione del disegno di legge:
(2716) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (Approvato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale) (ore 17,46)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2716, già approvato dalla Camera dei deputati. (Brusìo).
Onorevoli colleghi, stiamo passando al punto successivo all'ordine del giorno, che prevede la relazione del relatore e una serie di interventi, però non in questo frastuono. Vorrei pregarvi di non obbligarmi a sospendere la seduta.
Irelatori, senatori Vizzini e Cantoni, hanno chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni, la richiesta si intende accolta.
Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore, senatore Vizzini.
VIZZINI, relatore. Signora Presidente, il decreto-legge all'esame dell'Assemblea dispone l'erogazione di 345 milioni di euro, per il triennio 2011-2013, in favore del personale delle Forze armate, dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia di Stato, dei Vigili del fuoco, del Corpo forestale e della Polizia penitenziaria.
Nello specifico, il comma 1 dell'articolo 1 prevede che, fermo restando quanto stabilito dall'articolo 9 del decreto-legge n. 78 del 2010, la dotazione del fondo del medesimo decreto-legge sia incrementata, per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, di 115 milioni di euro. L'articolo 8 del decreto-legge n. 78 del 2010 ha istituito un fondo con una dotazione di 80 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2011 e 2012, destinato al finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco interessato dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali, disposto dall'articolo 9, comma 21, dello stesso decreto-legge n. 78 del 2010.
A seguito dell'intervento disposto dal decreto in esame, il fondo per il finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco non solo disporrà di 115 milioni di euro in più per ciascun anno del biennio 2011-2012, ma diventa triennale, con una dotazione di 115 milioni anche per il 2013. (Brusio).
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, potete anche accomodarvi in luoghi predisposti per colloqui più riservati.
VIZZINI, relatore. Il comma 2 prevede la possibilità di una successiva ulteriore integrazione del citato fondo per il personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico.
Il comma 3 stabilisce inoltre che il fondo per il comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico sia destinato alla corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Per quanto concerne l'ambito soggettivo di applicazione della disposizione, si osserva che la medesima, da un lato, fa riferimento al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco interessato dalle misure di contenimento della spesa di cui ai commi 1 e 21 dell'articolo 9 del decreto-legge n. 78; dall'altro lato, fa riferimento al personale interessato al riconoscimento di una serie di benefici economici (assegno funzionale; trattamento economico superiore correlato all'anzianità di servizio senza demerito, compresa quella nella qualifica o nel grado; incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni; emolumenti corrispondenti previsti per i Vigili del fuoco).
Il comma 4 contiene le disposizioni relative alla copertura finanziaria.
Il provvedimento è stato esaminato dalle Commissioni riunite affari costituzionali e difesa in due sedute che si sono svolte in questi giorni. Non sono stati approvati emendamenti, ma è stato accolto dal Governo un ordine del giorno, presentato dal senatore Saltamartini, che ringrazio per averlo presentato, al quale hanno aggiunto la loro firma i senatori di maggioranza e di opposizione delle due Commissioni. Il tema, d'altra parte, non poteva non essere condiviso da tutte le forze politiche che responsabilmente hanno a cuore le esigenze del comparto sicurezza e difesa del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, per la funzione fondamentale che esso svolge a tutela della sicurezza dei cittadini e dell'ordine pubblico.
Dal momento che tale comparto era stato interessato dal blocco retributivo previsto dal decreto-legge n. 78 del 2010, con l'ordine del giorno accolto si impegna il Governo a intraprendere ogni idonea iniziativa volta a prevedere il mantenimento in bilancio delle eventuali somme residue del fondo perequativo per gli anni 2011, 2012 e 2013, anche a incremento delle dotazioni stabilite per i medesimi anni, nonché a consentire l'utilizzo delle stesse somme non impegnate o non impiegate nell'anno precedente anche attraverso modalità attuative da definire con i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri.
Sin qui, la parte della relazione che riguarda i profili di più stretta competenza della 1a Commissione.
Vorrei aggiungere che considero impegno doveroso del Governo e del Parlamento dare alle forze dell'ordine, che quotidianamente battono il territorio del nostro Paese per garantire la sicurezza dei cittadini e combattere la criminalità organizzata, il riconoscimento del loro lavoro, mettendo a disposizione queste risorse, che rappresentano certamente solo una parte di quello che avremmo dovuto fare, ma una parte importante, perché è l'inizio di un processo che il Governo saprà portare avanti. (Applausi dal Gruppo PdL).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il relatore, senatore Cantoni.
CANTONI, relatore. Signora Presidente, sarò breve perché il collega presidente Vizzini ha già svolto nelle sue parti fondamentali la relazione sul disegno di legge n. 2716, al quale noi diamo grandissima importanza per sottolineare l'attenzione del Governo e della maggioranza, ma in linea generale - noi riteniamo - di tutta l'Assemblea, in favore del personale del comparto sicurezza, la cui specificità è da anni oggetto di riconoscimento legislativo.
Dobbiamo infatti essere grati a questo comparto per lo svolgimento dei suoi compiti con abnegazione e senso del dovere e per la grande lotta alla criminalità, che mai come in questi ultimi anni il Governo Berlusconi ha portato avanti, secondo un concetto di attento e severo controllo della malavita.
Il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 27 del 2011, già approvato con modificazioni dalla Camera dei deputati, come è già stato detto, prevede uno stanziamento di 345 milioni. Non ripeterò le cifre che sono già state enunciate, ma vorrei ricordare nel dettaglio la modifica apportata dall'altro ramo del Parlamento al comma 2 dell'articolo 1. La disposizione riformulata conferma la possibilità di incrementare ulteriormente il fondo, sia a seguito delle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in conseguenza delle missioni internazionali di pace, sia con una quota parte di quanto destinato al fondo unico giustizia, stabilendo, altresì, che l'attribuzione delle predette risorse, globalmente intese, deve assicurare trattamenti omogenei al personale delle Forze armate e a quello delle Forze di polizia.
Il testo originario della norma prevedeva, invece, che gli assegni per il personale militare fossero finanziati esclusivamente con i proventi derivanti dalle minori spese per le missioni internazionali, indirizzando conseguentemente la quota derivante dal fondo unico giustizia agli assegni per il personale delle Forze di polizia e dei Vigili del fuoco.
Nel corso dell'esame del provvedimento nelle Commissioni riunite sono stati presentati 11 emendamenti (cinque del Partito Democratico, quattro a firma dei senatori D'Alia e Serra e due dell'Italia dei Valori), nessuno dei quali è stato approvato, nonché un ordine del giorno del senatore Saltamartini, che - come ha già evidenziato il presidente Vizzini - è stato accolto dal Governo ed impegna l'Esecutivo a intraprendere iniziative volte al mantenimento in bilancio delle somme residue del fondo perequativo per gli anni 2011, 2012 e 2013.
È un disegno di legge che fa onore alla nostra Assemblea, e del quale siamo estremamente orgogliosi. (Applausi dal Gruppo PdL).
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.
È iscritto a parlare il senatore Del Vecchio. Ne ha facoltà.
DEL VECCHIO (PD). Signora Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli rappresentanti del Governo, il disegno di legge che oggi esaminiamo è relativo ad una tematica di notevole importanza, in quanto attiene alla equilibrata e funzionale operatività delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo dei vigili del fuoco. Tre comparti a cui il nostro Paese affida compiti delicatissimi e primari, quali il controllo del territorio nazionale, la sicurezza interna ed esterna, la salvaguardia delle istituzioni democratiche, gli interventi in occasione delle pubbliche calamità, la lotta alla criminalità. Tre comparti, quindi, che chi è chiamato al governo del Paese non può non considerare strategici per la vita della Nazione, per la serenità dei cittadini e per il rispetto degli accordi e delle alleanze.
Proprio per questi motivi, per l'importanza delle funzioni della sicurezza e della difesa, erano state accolte con grande stupore da parte dei cittadini le misure riduttive che questo Governo aveva adottato nel 2010 nei confronti delle retribuzioni del personale appartenente ai comparti in argomento. Stupore da parte dei cittadini, dicevo, ma anche disagio morale nei destinatari di quel provvedimento - il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e dei Vigili del fuoco - che non riuscivano a comprendere, e tuttora non comprendono, lo stridente contrasto tra il riconoscimento e l'esaltazione della loro funzione e della insostituibile opera che svolgono, espressi continuamente anche da esponenti importanti del Governo e della maggioranza, e la penalizzazione che questo Governo ha posto in atto nel 2010 alle loro già scarse retribuzioni.
Per queste ragioni, per le giustificate reazioni negative a quel provvedimento, va accolto con favore il fatto che l'Esecutivo ha finalmente compreso la necessità di rivedere le decisioni assunte nel 2010. D'altro canto, il Parlamento, in più circostanze nell'ultimo anno e con numerosi ordini del giorno, ha sollecitato il Governo ad operare per sanare gli inconvenienti che si sono determinati.
Purtroppo, però, il giudizio nei riguardi dell'iniziativa dell'Esecutivo non può essere positivo nella misura in cui sarebbe stato auspicabile. Il provvedimento che viene proposto, infatti, non elimina gli effetti degli ingiustificati tagli alle retribuzioni del personale in argomento; addirittura, prevede aspetti ancora penalizzanti per gli operatori dei tre comparti.
Innanzitutto, le risorse finanziarie destinate alle misure perequative appaiono insufficienti. Il personale in argomento ammonta complessivamente a più di 400.000 unità e, pur nella diversità delle perequazioni da attivare e da calcolare caso per caso, gli assegni da elargire avranno un importo medio di 25 euro: cifra, direi, assolutamente irrisoria. Sarà quindi necessario integrare sensibilmente il fondo per le perequazioni nell'anno in corso ed in quelli che seguiranno, con particolare riferimento al 2013, allorché non sarà disponibile l'aliquota di 80 milioni di euro, prevista solo per il 2011 e il 2012.
Un secondo aspetto del provvedimento non in armonia con le aspettative del personale è quello relativo alla natura delle misure perequative. Sorprendentemente, il Governo ha deciso di attribuire alle misure in argomento le caratteristiche di una tantum e non le ha considerate, come invece era lecito attendersi, assegni individuali aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento che dovrebbero sostituire. Ciò determinerà evidentemente penalizzazioni nel settore previdenziale a carico del personale in questione.
È evidente, quindi, come gli aspetti di cui ho parlato - la limitatezza delle misure perequative predisposte dal Governo, la natura di queste stesse misure - siano in contrasto con il riconoscimento dovuto della peculiarità dell'impiego e del ruolo delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco: quella specificità che il Parlamento ha finalmente riconosciuto al personale dei tre comparti proprio in questa legislatura.
In sostanza, mentre con dichiarazioni in circostanze particolarmente difficili vengono esaltati il senso di sacrificio, lo spirito di servizio, la pronta disponibilità del personale in argomento, mentre frequentemente si riconoscono i suoi obblighi e le limitazioni previste da leggi e regolamenti o si esprimono nei suoi riguardi apprezzamento e riconoscenza per quanto fa continuamente, poi, in un momento così importante come quello del disegno di legge all'esame, il Governo purtroppo non riesce ad assicurare pienamente ciò che non può essere considerato un privilegio, bensì il giusto riconoscimento dell'impegno di quelle categorie di servitori dello Stato.
Sembra al riguardo che il Governo abbia perseguito in questa circostanza l'intendimento di promuovere un provvedimento parziale e limitato e non abbia operato per sviluppare una politica di forte supporto ai comparti della sicurezza e della difesa.
Sottolineo ancora un altro aspetto del provvedimento che necessita - a mio modo di vedere - di una sostanziale modifica. Le risorse per la corresponsione degli assegni una tantum al personale di cui stiamo trattando verranno tratte da quelle accantonate per il riordino delle carriere nei tre comparti. È un colpo forse definitivo alle speranze di quel personale di vedere realizzata una riforma di sistema - il riordino delle carriere - assolutamente urgente e dallo stesso personale, da tutto il personale, continuamente sollecitata.
Concludendo, credo di poter affermare che il provvedimento all'esame è l'occasione per una reale e concreta dimostrazione di attenzione nei confronti di una categoria stimata e apprezzata da tutti. Lo scopo è stato raggiunto solo in maniera parziale e, certamente, non come quel personale si attendeva. È una occasione che il Governo non ha colto appieno, ma che potrebbe dare comunque un esito positivo qualora fossero accolte le proposte che il Partito Democratico formulerà in sede di esame degli emendamenti, e che riguarderanno proprio gli aspetti negativi che ho evidenziato. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Caforio. Ne ha facoltà.
CAFORIO (IdV). Signora Presidente, rappresentante del Governo, colleghi, il disegno di legge che oggi esaminiamo dispone la conversione in legge del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27. Questo provvedimento reca misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Peccato si tratti solo ed esclusivamente di qualcosa che era stato tolto ingiustamente ai militari, solo qualche mese addietro, e che, per compiacere il ministro Tremonti, non si restituisce in modo definitivo, come si sarebbe dovuto fare, ma una tantum. Infatti, colleghi, al comma 1 dell'articolo 1 si prevede che, fermo restando quanto stabilito dall'articolo 9 del decreto-legge n. 78 del 2010, ed in particolare dai commi 1 e 21 del predetto articolo (ovvero il blocco degli scatti), la dotazione del fondo di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del medesimo decreto-legge sia incrementata, per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, di 115 milioni di euro.
Vorrei ricordare al riguardo, infatti, che la normativa oggi vigente - quella che la maggioranza ha approvato nel 2010, convertendo l'ennesimo decreto di finanza creativa tremontiana, il decreto n. 78 - ha bloccato, per il triennio 2011-2013, il trattamento economico individuale complessivo dei dipendenti pubblici, anche di qualifica dirigenziale, prevedendo che esso non possa in ogni caso superare il trattamento ordinariamente spettante per l'anno 2010. Questo significa, colleghi, per dirla in parole povere, che i capitani possono pur diventare colonnelli, ma continueranno ad essere retribuiti da capitani.
Non solo. Come saprete, sempre lo stesso decreto, all'articolo precedente a quello che introduceva il blocco degli scatti - ovvero all'articolo 8 (comma 11-bis) - ha disposto l'istituzione di un fondo destinato - leggo testualmente - «al finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco» interessato dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali, disposto dall'articolo 9.
Questo fondo, per il triennio 2011-2013, aveva come dotazione 80 milioni di euro. Ora, con il decreto in esame gli si aggiungono 115 milioni di euro annui. Occorre ricordare che si tratta non di una aggiunta dovuta alla magnanimità del Governo o di questa maggioranza, ma semplicemente di una necessaria aggiunta perché i fondi già individuati - gli 80 milioni di cui sopra - sono già esauriti.
Ciò detto, e continuando con il decreto in questione, al comma 2 dell'articolo 1 è stabilito che la dotazione del fondo possa essere incrementata - anche qui leggo testualmente - «con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze(...) con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in conseguenza delle missioni internazionali di pace, e delle risorse di cui al comma 7, lettera a), dell'articolo 2, del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143 (...), relativo al Fondo unico giustizia».
Ci troviamo, quindi, davanti a un'autorizzazione che il Parlamento dà al Ministro dell'economia per spostare eventuali fondi risparmiati da altre amministrazioni dello Stato - quali il Ministero della giustizia o il Ministero della difesa - per incrementare il famoso fondo una tantum. Cioè, praticamente, colleghi, si dice: vorremmo darvi di più perché sappiamo che questi soldi son pochi e non bastano neppure per un semestre, ma autorizziamo ad aumentare detto contributo con i soldi che dovessero avanzare dalle missioni internazionali o dal Fondo unico giustizia.
A questo punto, colleghi, c'è davvero qualcosa che non mi torna! Come ben sappiamo, i soldi non bastano mai per nessuna Amministrazione dello Stato, figuriamoci per le onerosissime missioni internazionali che ci troviamo a rifinanziare puntualmente ogni sei mesi. Figuriamoci anche l'effetto di questo provvedimento sulla giustizia, con i tanti e gravissimi problemi da cui essa è afflitta. Problemi che emergono soprattutto a causa della scarsità dei fondi e non, come invece questo Governo vuole farci intendere, esclusivamente dalla cattiva amministrazione degli stessi e dalle défaillances strutturali del sistema. Non è riformando il sistema giustizia che possiamo risolvere questi problemi. Diamo loro i fondi che invece intendiamo persino togliere e vedremo come la durata dei processi diventerà ragionevole senza ledere i diritti di alcuno.
Tornando al decreto-legge in esame, il Governo, che puntualmente dice di non avere i soldi per finanziare a dovere le missioni internazionali e il Fondo unico giustizia, ci dice oggi che in futuro, se queste spese dovessero magicamente ridursi, Tremonti potrà trasformarle in aumenti di stipendio una tantum - mi verrebbe da dire «una paucum» - per gli ufficiali. È di questo che stiamo parlando? Ma vi sembra forse un modo di costruire la legislazione dello Stato?
A questo punto, segnalo anche un forte timore, dato dal tenore letterale della norma. Non vorrei che a fine anno ci trovassimo di fronte ad ulteriori atti normativi - oltre a quelli che normalmente discutiamo, si intende - con i quali finanziare i fondi delle missioni internazionali e il Fondo unico giustizia. Nutro il sospetto che questo possa essere stato voluto di proposito al fine di far avanzare detti finanziamenti e che questi siano quindi spostabili dal ministro Tremonti su altri capitoli, facendo intanto credere oggi ai militari che gli stessi soldi potrebbero essere destinati a loro.
La memoria corre al ventennio fascista, quando gli armamenti venivano trasferiti da un posto all'altro in occasione delle visite del duce per far credere che la dotazione fosse composta da un elevatissimo numero di unità, per far moltiplicare fittiziamente le poche risorse a disposizione. Non è altro che un tranello finanziario! Un gioco delle tre carte! Tutto ciò, colleghi, risparmiandovi i dettagli sulle norme oggi in vigore e sulle modalità di assegnazione dei soldi di cui al Fondo unico per la giustizia.
Sottolineo invece che, supponendo che le economie di spesa sulle missioni internazionali e sul Fondo unico per la giustizia si realizzino, l'eventuale incremento del fondo le cui risorse finanziano gli interventi previsti dal decreto-legge in esame andrà disposto con decreto ministeriale. L'intervento non risulterebbe quindi sottoposto alle consuete procedure di verifica parlamentare dei profili di carattere finanziario. Inoltre - leggo testualmente una parte della nota del Servizio studi della Camera dei deputati - «non sono esplicitate le modalità di accertamento e riassegnazione dei predetti risparmi: non risulta quindi possibile verificare se le stesse siano idonee, per un verso, ad evitare che le somme in questione vadano in economia e, per altro verso, a garantire un utilizzo entro termini coerenti con le precedenti previsioni di impiego, al fine di evitare disallineamenti sul piano temporale, con conseguenti effetti di cassa. Sul punto appare necessario acquisire una valutazione del Governo». In proposito, occorre considerare che i provvedimenti di finanziamento delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia prevedono attualmente stanziamenti di durata semestrale.
Passando ad analizzare il comma 3, dell'articolo 1, emerge con chiarezza la confusione che avvolge questo provvedimento e l'intenzione subdola del Governo. Si parla, infatti, di corresponsione di assegni perequativi individuali, aventi la stessa natura dell'emolumento corrispondente, che nel titolo sono stati definiti una tantum e che altro non sono che sacrosanti aumenti di stipendio dovuti all'avanzamento del grado, cioè qualcosa che andrà elargita mensilmente, quanto meno per i tre anni che ci si è preoccupati di finanziare con questo decreto, mantenendo, però, in vigore il blocco degli scatti. È veramente pura demagogia.
Ma non è finita qui, colleghi. Al comma 4 è contenuta la copertura finanziaria dell'onere derivante dal comma 3 in questione. Lì si dispone che alla copertura finanziaria si provveda «mediante corrispondente riduzione, per gli anni 2011, 2012 e 2013, dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge 24 dicembre 2003, n. 350». Tale ultimo periodo autorizzava, tra l'altro, la spesa di 122 milioni dì euro, a decorrere dall'anno 2006, da destinare a provvedimenti normativi in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale non direttivo e non dirigente delle Forze armate e delle Forze di polizia. Quindi, per completare il capolavoro dell'ingiusto ed iniquo taglio degli scatti stipendiali, prima glielo si ridà una tantum, ma mantenendo il taglio stesso, e poi, per coprire la marachella, cosa si fa? Si tagliano i fondi da destinare a provvedimenti normativi in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale non direttivo e non dirigente delle Forze armate e delle Forze di polizia. Si potrebbe dire che, all'interno di una guerra tra poveri, si toglie ai più poveri per dare ai meno poveri.
Vedete, colleghi, e concludo, l'Italia dei Valori non può essere contraria ad una norma con la quale si restituiscono soldi ai militari, soldi questi ultimi, colleghi, vogliate perdonare la terminologia, fregati loro con precedenti atti che la maggioranza ha adottato. Ma, al contempo, non ci si può chiedere di avallare una simile legislazione e non ci si può chiedere di accettare che i soldi che si restituiscono agli uni vengano tolti a settori che ne avrebbero altrettanto bisogno. (Applausi dal Gruppo IdV).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore De Sena. Ne ha facoltà.
DE SENA (PD). Signora Presidente, con l'approvazione del decreto-legge in esame, il Governo, dopo l'ennesimo taglio alle risorse operato con il decreto Tremonti, al fine di scongiurare la palese incostituzionalità derivante dal blocco dei benefici economici legati all'avanzamento in qualifica, utilizza le risorse allocate ed accantonate per l'anno in corso e relative al riordino delle carriere al fine di attribuire un emolumento perequativo in luogo del blocco dei benefici economici legati all'avanzamento in qualifica.
Tali risorse, aggiunte agli 80 milioni già stanziati per sopperire al medesimo meccanismo introdotto dallo stesso decreto Tremonti, sono state sufficienti a coprire tutte le esigenze dell'intero comparto sicurezza e difesa, Vigili del fuoco compresi, anche contabilizzando i riflessi economici necessari per garantire la copertura ai fini previdenziali della buonuscita, per il solo anno 2011.
È opportuno sottolineare che la medesima soluzione, anche con effetti ai fini previdenziali di buonuscita, è già stata operata altre due volte sul comparto Sicurezza e Difesa: la prima volta nel 1995, a seguito del riordino delle carriere operato in quell'anno; la seconda volta nel 2003, quando vi fu una norma che trasformò i livelli stipendiali in parametri stipendiali con l'applicazione della legge n. 153 del 2003. Per cui, è assolutamente infondata l'obiezione del Ministero dell'economia sull'impossibilità a praticare una soluzione di questo tipo.
Ma l'aspetto veramente incredibile risiede nel fatto che il Governo, proprio per evitare opposizione e strumentalizzazione da parte dello stesso Ministero, aveva garantito gli emendamenti, prima approvati in Aula a Montecitorio, poi cassati per effetto del parere contrario della Commissione bilancio. Il tutto per consentire poi al comparto, senza alcun onere a carico dell'erario, di ridurre al minimo i danni e le mortificazioni che gli uomini e le donne che vi operano subiscono ormai da anni.
In ultimo, si sottolinea che per il 2012 mancano circa 85 milioni per effettuare la stessa operazione. Lo stesso avviene per il 2013, laddove la somma ammonta a 185 milioni, i quali, come originariamente previsto, dovevano essere reperiti dai fondi per la riduzione delle missioni all'estero per quanto riguarda le Forze armate, mentre per le Forze di polizia dal Fondo unico per la giustizia.
Il non voler riconoscere questa opportunità, cioè consentire che le proprie risorse possano sanare anche l'aspetto previdenziale e gli effetti sulla buonuscita, rappresenta una mortificazione per chi, come le donne e gli uomini del comparto Sicurezza e Difesa, opera quotidianamente con risultati di grande eccezionalità.
Sarebbe stato invece preferibile estrapolare una strategia lungimirante, per sostenere un comparto che, anche a fronte di un costante abbattimento degli organici, offre sempre una tenuta non solo di grande efficienza, come ho detto, ma anche di emblematica dignità.
Se la sicurezza costituisce una priorità nel programma di Governo, allora è necessaria un'azione di lungo respiro che, concertata e condivisa anche trasversalmente, possa effettivamente declinare serenità ed ottimismo degli addetti, da un lato, e credibilità politico-istituzionale dall'altro. Una strategia, onorevoli colleghi, che, abbandonando la pratica minimale della elargizione, peraltro insignificante, dell'una tantum, coltivi la cultura dell'azione sistemica, anche di medio e lungo periodo, contemplando interventi coerenti in termini non solo di riordino delle carriere e di benefici economici, ma anche di rivisitazione degli organici, di politica alloggiativa residenziale agevolata, di razionalizzazione delle competenze, delle strutture e del sistema tecnologico, che peraltro offre, nei tempi moderni che viviamo, grandi opportunità di coordinamento, seppure in un'ottica di riequilibrio della spesa. In definitiva, una strategia che, sconvolgendo la cultura tradizionalistica, consideri la sicurezza non più un costo, ma un vero e proprio investimento, nell'interesse della collettività tutta.
Onorevoli colleghi, ho avuto il privilegio di operare in vari ruoli nel comparto Sicurezza per oltre quarant'anni, e quanto ho affermato promana proprio dal dato esperenziale di lunghissimo corso, ed auspico, da parte del Governo e dell'intero Parlamento, una migliore attenzione alla priorità sicurezza ed il più chiaro rispetto per gli uomini e le donne del comparto stesso. (Applausi dai Gruppi PD e IdV).
Presidenza del vice presidente NANIA(ore 18,20)
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Amato. Ne ha facoltà.
AMATO (PdL). Signor Presidente, onorevoli colleghi, nell'affrontare alcune delle ragioni a sostegno del provvedimento oggi all'esame, mi si consenta una breve ricostruzione della vicenda.
Ebbene, con la conversione in legge del decreto-legge n. 78 del 2010, recante rigorose «Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica» Governo e maggioranza scelsero - con lungimiranza e una certa dose di innegabile coraggio - di legiferare sul contenimento della spesa connessa al pubblico impiego. Fu allora inevitabile chiedere un sacrificio a quel settore, che occupa circa un terzo dei dipendenti della pubblica amministrazione, ovvero i comparti Sicurezza e Difesa, e introdurre anche per chi vi opera il blocco per tre anni delle retribuzioni stipendiali ai valori del 2010. Un sacrificio al quale Forze di polizia, Forze armate e Vigili del fuoco non si sono sottratti, continuando a svolgere il proprio delicato lavoro con immutato senso di responsabilità e - mi si conceda - con immutato senso delle istituzioni.
Ed allora, in occasione del prolungato passaggio parlamentare del disegno di legge governativo sul «collegato lavoro» (convertito con la legge 4 novembre 2010, n. 183) fu il Popolo della Libertà ad introdurre una fondamentale modifica al testo. Si volle infatti riconoscere la specificità del ruolo del comparto sicurezza per i «peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti e i correlati impieghi in attività usuranti», rimandando poi, in maniera esplicita, a «successivi provvedimenti legislativi» per lo stanziamento delle occorrenti risorse finanziarie. Stanziamenti che sarebbero dovuti transitare sul fondo, appositamente istituito all'articolo 8, comma 11-bis, del citato decreto-legge n. 78 del 2010, già destinato «al finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco».
Ricordo - e lo dico ai colleghi dell'opposizione - che in quell'occasione il PD si astenne dal voto sull'introduzione della connotazione di specificità, parlando di «norma manifesto», così come ricordo l'incredulità di alcune associazioni di categoria di fronte al plauso, pressoché generale, espresso dagli stessi addetti del comparto.
Oggi - nei limiti dei ristretti margini di manovra concessi dalle misure di contenimento del deficit pubblico - il Governo intende compiere un primo passo per ripagare la fiducia accordatagli. E lo fa dando concretezza ai propositi espressi all'articolo 19 del «collegato lavoro» con lo stanziamento di 345 milioni di euro in tre anni, come si legge all'articolo 1 del decreto al nostro esame. Somma che, aggiungendosi ai 160 milioni di euro già disponibili sul predetto fondo, consentirà di erogare 195 milioni di euro per i primi due anni (2011 e 2012) e 115 milioni nel terzo anno. Una cifra che permette, soprattutto, di realizzare l'obiettivo di controbilanciare gli effetti del blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli aumenti stipendiali nel periodo 2011-2013.
Colleghi, va inoltre considerata positivamente la possibilità, configurata al comma 2 dell'articolo 1, di una successiva integrazione del fondo perequativo mediante la più snella procedura dell'atto amministrativo, in luogo della modifica per via legislativa, anche se il fatto che gli ulteriori stanziamenti a favore del fondo saranno conseguenti ad eventuali riduzioni della spesa per le missioni internazionali di pace pone obiettivamente la necessità di ricercare soluzioni di insieme che esulino dal singolo conferimento di un contributo una tantum; ciò, anche perché la pratica di un incremento della dotazione del fondo perequativo, autorizzata dal comma 2 dell'articolo 1, apre inevitabilmente la strada al superamento stesso della logica dell'una tantum.
Debbo infine sottolineare, come particolarmente degna di attenzione per i profili di interesse della Commissione difesa, alla quale appartengo, la composizione della copertura finanziaria, realizzata al comma 4 dell'articolo 1 con una riduzione degli stanziamenti previsti allo scopo del riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze armate e di polizia. È, questa, una disposizione che dovrà andare di pari passo con l'indicazione di un preciso indirizzo governativo, vista la rilevanza della materia per l'intero comparto Difesa e Sicurezza.
Certo, a questo provvedimento non si può chiedere respiro progettuale, perché è soprattutto un intervento urgente che punta a sanare una condizione di sofferenza sociale, assegnando risorse, sia pur una tantum, ad un comparto che ha sempre dato prova di abnegazione e sacrificio. E a tal proposito, signor Presidente, mi consenta di ringraziare ancora una volta le Forze armate, le Forze di polizia e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco per l'opera che svolgono, quotidianamente, con ammirevole dedizione ed estrema professionalità, nell'intento di garantire la difesa del Paese e la sicurezza e dei cittadini. E lo dico senza retorica, perché così è veramente.
Vorrei perciò concludere chiedendo al Governo, la cui sensibilità in materia è nota, un impegno per il futuro: al fine di rivedere - allo scadere del blocco del livello retributivo imposto alla pubblica amministrazione dalla vigente normativa - il concetto di elargizione una tantum là dove si legifera sulla condizione lavorativa delle donne e degli uomini in forza ad un settore così strategico. (Applausi dal Gruppo PdL).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Poiché i relatori ed il rappresentante del Governo non intendono replicare, invito il senatore Segretario a dar lettura del parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti.
MALAN, segretario. «La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo ed i relativi emendamenti esprime, per quanto dì propria competenza, parere non ostativo al testo nel presupposto della non rilevante entità degli effetti finanziari del provvedimento sul piano previdenziale ed osservando, in relazione all'articolo 1, comma 2, che le risorse volte ad incrementare in via eventuale il fondo dovrebbero essere destinate ad andare in economia ove non utilizzate, secondo un principio generale di contabilità pubblica.
In relazione agli emendamenti esprime parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione sulle proposte 1.102 e 1.104, di semplice contrarietà sulla proposta 1.105 e di nulla osta sulle restanti proposte».
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.
Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire, nel testo comprendente le modificazioni apportate dalla Camera dei deputati.
Procediamo all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 1 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.
D'ALIA (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI). Signor Presidente, intervengo molto brevemente per fare qualche considerazione sugli emendamenti che abbiamo presentato, partendo dalla constatazione e dall'amarezza per il rifiuto del ministro Maroni di venire in Aula, così come chiesto da tutti i Gruppi parlamentari di opposizione in più di una Conferenza dei Capigruppo, per aprire una discussione sui risultati e fare un bilancio di questi primi tre anni di politiche della sicurezza del Governo Berlusconi, con riferimento ad una serie di fatti specifici che hanno caratterizzato anche il ruolo internazionale del nostro Paese.
Mi riferisco alla vicenda dei migranti dal Nordafrica e del riconoscimento della protezione temporanea a 25.000 tunisini e alla bocciatura da parte della Corte di giustizia europea del reato di immigrazione clandestina; mi riferisco a più di una pronuncia della Corte costituzionale sulla illegittimità dei poteri sindacali in materia di sicurezza e quindi al fallimento delle cosiddette ronde; mi riferisco alla sentenza della Corte costituzionale, che ha dichiarato "esilarante dal punto di vista giuridico l'aggravante della clandestinità per quanto riguarda le condotte illecite.
Mi riferisco cioè a tutte quelle bandierine ideologiche che il Governo e la maggioranza in questi tre anni hanno posto sui vari pacchetti sicurezza, senza ascoltare alcun consiglio dell'opposizione, e che sono state smontate dalla Corte costituzionale e dalla Corte di giustizia europea e che comunque non hanno prodotto alcun effetto pratico, al punto che il Presidente del Consiglio è stato costretto a scrivere una lettera, insieme al presidente Sarkozy, nella quali i due leader si sono impegnati a rivedere l'Accordo di Schengen. Infatti, tale accordo, così come previsto e attuato negli Stati membri dell'Unione europea, certamente con i limiti che l'Unione europea ha in materia di contrasto all'immigrazione clandestina, determina sostanzialmente la circostanza che ciascun Paese deve farsi carico comunque del fenomeno migratorio.
La lettera e l'iniziativa congiunta italo-francese è servita solo a dare una mano a Sarkozy nei confronti dell'Italia per la chiusura della frontiera con la Francia. Avremmo voluto cioè conoscere, anche di fronte a una serie di dichiarazioni improvvide del ministro Maroni e di altri autorevoli esponenti del Governo sulla Corte costituzionale, sulla Corte di giustizia europea e su tutto ciò che abbiamo letto sui giornali in queste settimane e in questi mesi, i risultati concreti conseguiti in materia di sicurezza, di lotta alla clandestinità, all'immigrazione irregolare, e così via, dopo tre anni di Governo.
Avremmo voluto fare tutto ciò proprio nell'ambito della discussione su un provvedimento come questo, che concede una una tantum al personale del comparto sicurezza e che credo sia esattamente la prova provata dell'oltraggio e della presa in giro nei confronti di poliziotti, carabinieri, rappresentanti della Guardia di finanza e di tutti coloro i quali si impegnano quotidianamente per garantire la sicurezza pubblica nazionale.
I nostri emendamenti, signor Presidente (di questo avremmo voluto discutere con il ministro Maroni ed il Governo), segnalano semplicemente la circostanza che nel provvedimento non vengono stanziate risorse aggiuntive per riconoscere la specificità del ruolo, della funzione e della professionalità delle Forze di polizia e del comparto sicurezza. Attraverso una sorta di partita di giro si rimpingua infatti un fondo sottraendo risorse al fondo previsto per il riallineamento delle posizioni di carriera del personale dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica e, per altro verso, al fondo previsto già dal 2004 per il riordino dei ruoli e delle carriere del personale non direttivo e non dirigente delle Forze armate e delle Forze di polizia. Si prelevano, cioè, risorse da questi fondi, che puntano a finanziare il riordino delle carriere del personale del comparto sicurezza, e si dà un contributo una tantum, un obolo, una piccola elemosina di circa 24 euro mensili al personale della Polizia di Stato, dei Carabinieri, eccetera spacciando questo intervento per un provvedimento in favore del comparto e a presidio della sicurezza. Ritengo che questa sarebbe stata la sede propria per affrontare tali questioni.
Era evidente che l'introduzione del reato di immigrazione clandestina avrebbe comportato l'intasamento dei tribunali. E chissà cosa sarebbe successo se questo Governo non avesse introdotto una sanatoria per 25.000 migranti provenienti dalla Tunisia! Avremmo avuto 25.000 processi in corso che avrebbero aggravato il già triste bilancio della giustizia italiana.
Avremmo voluto parlare in tale circostanza, signor Presidente, anche dei provvedimenti, altrettanto demagogici, relativi alla immediata espellibilità degli extracomunitari reclusi condannati ad una pena superiore a due anni per capire, visto che oltre il 30 per cento della popolazione carceraria è composta da extracomunitari e stranieri, se quei provvedimenti, tanto sbandierati nelle diverse campagne elettorali, fossero stati attuati, in che misura e che effetto deflattivo avessero avuto sulla situazione della popolazione carceraria italiana. Di tutto questo e di tutte le altre "bufale" che in questi tre anni ci avete rifilato avemmo voluto parlare con serenità nella sede propria, che è il Parlamento.
Ci è stato risposto dal ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Vito, che il ministro Maroni ritiene di chiudere questa pratica che riguarda la sicurezza con l'ennesima routinaria, burocratica informativa al Comitato Schengen.
Ci sembra offensivo per il Parlamento, un modo per scappare dalle proprie responsabilità. Gradiremmo invece, in sede di esame del decreto-legge (e comunque lo chiederemo anche dopo l'esame e la conversione di questo decreto-legge) che il Ministro venisse in Aula a riferire i dati sull'immigrazione irregolare, sulle espulsioni effettuate realmente, su quelle con accompagnamento alla frontiera, su quante unità di personale vengono utilizzate nei centri e su quanti sono i centri di identificazione. Insomma, vorremmo che ci venisse a dire esattamente e con concretezza, e non a chiacchiere, cosa si è fatto e cosa si sta facendo, perché il silenzio conferma solo il fallimento, anche in questo settore, delle politiche del Governo Berlusconi.
Per questo abbiamo presentato emendamenti che puntano, in questa fase, a trasformare un obolo una tantum in un trattamento permanente a favore di questo personale e abbiamo previsto, anziché prelevare risorse dal fondo che dovrebbe finanziare i nuovi contratti del personale delle Forze armate e di polizia e pensare di rimpinguare ulteriormente questo fondo diminuendo le risorse per le missioni internazionali (un altro modo indiretto di delegittimare i militari impegnati nelle missioni internazionali di pace all'estero), di tagliare drasticamente il finanziamento delle cosiddette auto blu limitandone l'uso solo ed esclusivamente alle esigenze di servizio di una cerchia ristretta e predeterminata esattamente di soggetti, così come indicato nelle nostre proposte. In tal modo si darebbe un segnale alle Forze di polizia che, anziché essere impegnate a scortare le auto blu, con quelle risorse potrebbero contare su un parco macchine più fornito e su un maggiore rifornimento di carburante. In tal modo si tratterebbero meglio i nostri poliziotti e carabinieri, anziché prenderli in giro e costringerli a dover protestare ad Arcore. (Applausi dai Gruppi UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI, PD e IdV).
PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono per illustrati.
Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.
VIZZINI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti. Ricordo che l'ordine del giorno G1.100, cui sono state aggiunte in Commissione le firme di tutti i componenti delle Commissioni riunite 1a e 4a, è stato accolto in quella sede.
DAVICO, sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello del relatore ed accoglie l'ordine del giorno G1.100.
PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.100, presentato dal senatore Bianco e da altri senatori.
Non è approvato.
INCOSTANTE (PD). Chiediamo la controprova.
PRESIDENTE. Ordino la chiusura delle porte. Procediamo alla controprova mediante procedimento elettronico.
Non è approvato.
Metto ai voti l'emendamento 1.101, presentato dal senatore Scanu e da altri senatori.
Non è approvato.
INCOSTANTE (PD). Chiediamo la controprova.
PRESIDENTE. Ordino la chiusura delle porte. Procediamo alla controprova mediante procedimento elettronico.
Non è approvato.
Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, l'emendamento 1.102 è improcedibile.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.200.
INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.
PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.
(La richiesta risulta appoggiata).
Votazione nominale con scrutinio simultaneo
PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.200, presentato dal senatore Scanu e da altri senatori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
INCOSTANTE (PD). Presidente, lei non può aspettare chiunque!
PRESIDENTE. L'ho fatto anche con i vostri colleghi che sono arrivati adesso.
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 2716
PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.103, presentato dal senatore Bianco e da altri senatori.
Non è approvato.
INCOSTANTE (PD). Chiediamo la controprova.
PRESIDENTE. Ordino la chiusura delle porte. Procediamo alla controprova mediante procedimento elettronico.
Non è approvato.
Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, l'emendamento 1.104 è improcedibile.
Metto ai voti l'emendamento 1.105, presentato dai senatori D'Alia e Serra.
Non è approvato.
Metto ai voti l'emendamento 1.106, presentato dai senatori D'Alia e Serra.
Non è approvato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.107.
GIAMBRONE (IdV). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.
PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Giambrone, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.
(La richiesta risulta appoggiata).
Votazione nominale con scrutinio simultaneo
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.107, presentato dal senatore Caforio e da altri senatori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 2716
PRESIDENTE. Metto ai voti l'emendamento 1.108, presentato dai senatori D'Alia e Serra.
Non è approvato.
D'ALIA (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI). Chiediamo la controprova.
PRESIDENTE. Ordino la chiusura delle porte. Procediamo alla controprova mediante procedimento elettronico.
Non è approvato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.109.
GIAMBRONE (IdV). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.
PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Giambrone, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.
(La richiesta risulta appoggiata).
Votazione nominale con scrutinio simultaneo
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, dell'emendamento 1.109, presentato dal senatore Caforio e da altri senatori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 2716
CASSON (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CASSON (PD). Signor Presidente, volevo far presente che non sono riuscito ad esprimere il voto a favore.
PRESIDENTE. Ne prendiamo atto.
Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G1.100 non verrà posto ai voti.
Saluto ad una rappresentanza di studenti
PRESIDENTE. È in tribuna una rappresentanza di studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Trapani. A loro va il saluto dell'Assemblea. (Applausi).
Ripresa della discussione del disegno di legge n.2716 (ore 18,48)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
CAFORIO (IdV). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CAFORIO (IdV). Signor Presidente, colleghi, vorrei fosse chiaro a tutti che oggi siamo stati convocati per partecipare, in veste di comparse, ad uno spot elettorale, l'ennesimo, fortemente voluto dal Presidente del Consiglio che, come di consueto, nega la realtà e preferisce nascondere la polvere sotto il tappeto, anziché toglierla.
Questo spot ritrae un Governo del fare, che si mostra estremamente sensibile alle istanze mosse dalle Forze armate e dalle Forze di polizia e di sicurezza e che decide di dare loro un premio per l'encomiabile e fondamentale lavoro svolto, attraverso il riconoscimento di un compenso economico. È una favola a lieto fine in cui il personale del comparto viene premiato dal buon amministratore. La realtà è ben diversa. Quanti hanno fino ad oggi operato per garantire la sicurezza al Paese diventano, per l'ennesima volta, vittime di un raggiro.
Entrando nel merito del provvedimento, a determinare l'urgenza del decreto-legge n. 27 del 2011 è stato innanzitutto un fattore: si è ravvisata la necessità di porre rimedio a quanto obbrobriosamente previsto nel decreto-legge n. 78 del 2010, convertito dalla legge n. 122 del 2010.
Con tale atto normativo, nello specifico con l'articolo 9, commi 1 e 21, il Governo aveva deciso di far fronte alla crisi economica, che il Presidente del Consiglio ha sempre negato, attraverso l'introduzione del blocco degli effetti economici delle promozioni. In breve, si è deciso di non incidere sulle strutture gerarchiche che caratterizzano le Forze armate e di polizia, di non bloccare le promozioni e gli avanzamenti di grado, ma semplicemente di non riconoscere i trattamenti economici fino al 2010 previsti per tali avanzamenti. È come volere - e mi scusi, signor Presidente, se faccio uso di metafore - «la botte piena e la moglie ubriaca».
Il personale del comparto ha comunque accettato questa decisione e ha continuato a svolgere egregiamente il proprio dovere. I tenenti promossi hanno assunto la responsabilità dei capitani e hanno iniziato a svolgere le nuove funzioni senza però aver ottenuto un incremento nel trattamento economico. Lo hanno fatto sicuramente perché hanno un fortissimo senso del dovere, di cui siamo tutti grati.
Ma fino a che punto questo Governo intende fare leva su tale sentimento? Quante altre prove di pazienza saranno costrette a sostenere le Forze di polizia e quelle dell'ordine? Questo decreto-legge rappresenta sicuramente l'ennesima prova cui viene sottoposta la pazienza del comparto Difesa. Come possono le Forze addette a garantire la sicurezza del Paese sentirsi appagate dal riconoscimento di un assegno una tantum, di valore sicuramente molto esiguo?
Ma il problema, colleghi, non proviene solo dai criteri adottati per gestire tali risorse; a preoccuparci è soprattutto la copertura che il Governo ha deciso di dare a tale decreto-legge, a tale grandissima, incisiva e soprattutto lungimirante manovra politica, comprese le conseguenze che ne derivano.
Gli assegni una tantum che verranno corrisposti al personale delle Forze armate e di polizia e ai vigili del fuoco saranno versati attingendo completamente dal capitolo «riordino delle carriere e riallineamento dei ruoli». La promessa fatta dal Governo ad inizio legislatura di riordinare le carriere e di dare maggiore dignità alle forze di sicurezza, anche attraverso un trattamento economico più favorevole, viene, quindi, attraverso questo decreto-legge, completamente spazzata via.
Il Governo, da oggi, non avrà più i fondi per affrontare questi due importantissimi aspetti della questione. Possiamo chiudere definitivamente nel cassetto il sogno di riordinare le carriere e i ruoli del personale dei comparti sicurezza e difesa.
Sempre in tema di copertura, il Governo ha deciso di assicurare un eventuale ulteriore finanziamento del fondo di cui al comma 1 attingendo anche dal fondo delle missioni internazionali. Il Governo, infatti, prevede inspiegabilmente di destinare minori risorse in campo internazionale rispetto agli anni precedenti. Questa previsione di spesa risulta, però, ingiustificata, soprattutto alla luce dei nuovi drammatici sviluppi in Medio Oriente e nel Nord Africa a partire dalla missione in Libia, e della costante esiguità delle risorse storicamente destinate a tale scopo.
Inoltre, gli stanziamenti previsti, secondo il Governo, potrebbero anche essere incrementati utilizzando i fondi derivanti dai risparmi delle altre amministrazioni dello Stato! Vorrei complimentarmi, dunque, con le altre Amministrazioni dello Stato. I miei complimenti vanno al Ministero dei beni e delle attività culturali che, nonostante la drammatica situazione in cui versano le opere d'arte, riuscirà a risparmiare. Vorrei inoltre elogiare il Ministero dell'istruzione che, nonostante i problemi di organico e le emergenze strutturali degli edifici scolastici, riuscirà anch'esso a risparmiare.
Vorrei infine complimentarmi con il Ministro della salute che nonostante l'elevatissimo numero di ricoveri ospedalieri e la carenza strutturale e organica, dovuti alla politica del taglio indiscriminato adottata da questo Governo, riuscirà, risparmiando, a finanziare il fondo e a garantire che le forze dell'ordine percepiscano una irrisoria somma una tantum.
Occorre inoltre dire che tali eventuali incrementi del fondo verranno disposti con decreto ministeriale, bypassando le consuete procedure di verifica parlamentare sugli aspetti finanziari. In pratica, quindi, si permette al Ministro dell'economia e delle finanze di diventare l'esclusivo gestore delle risorse nazionali, eludendo qualsiasi possibile interferenza da parte del potere legislativo, costituzionalmente atto a svolgere una funzione di vigilanza.
Concludo, colleghi, annunciando il voto di astensione del mio Gruppo. Abbiamo deciso di non opporci, esclusivamente perché sarebbe un'ulteriore ingiustizia nei confronti di quanti lavorano nei comparti Difesa e Sicurezza, negare persino questo piccolissimo atto di elemosina che il Governo ha inteso compiere. Sicuramente, se fossimo stati noi al governo, non saremmo stati costretti ad adottare tali vergognose misure riparatrici, ma avremmo messo in atto una politica di lungimiranza e di efficienza, che è ben lontana dalla realtà che ormai tristemente contraddistingue l'agire di questo Esecutivo. (Applausi dai Gruppi IdV e PD).
SAIA (CN-Io Sud). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SAIA (CN-Io Sud). Signor Presidente, in questo dibattito per la conversione del decreto-legge n. 27 del 2011, rimangono sicuramente valide tutte le questioni aperte, i dubbi manifestati, le criticità evidenziate dagli esponenti sia di maggioranza che di opposizione intervenuti prima di me, anche in discussione generale, sulla situazione del comparto Sicurezza. Si tratta però di argomenti fuori tema, che non attengono al provvedimento in esame.
Le problematiche del comparto, è ovvio, non si risolvono con questo decreto-legge, questo è bene chiarirlo; tuttavia, ci troviamo di fronte ad un primo importantissimo gesto concreto in favore dei nostri uomini che difendono la legalità e la democrazia in Italia come all'estero. Il comparto Sicurezza e Difesa è il primo - e ad oggi l'unico - di tutto il pubblico impiego a ricevere e ad incassare un concreto provvedimento legislativo di natura economica: certo, solo sulla base stipendiale (che ha subito un blocco) di questi uomini, non sulle parti accessorie e sugli straordinari, però incontrovertibilmente stiamo parlando di una nuova disponibilità finanziaria per il comparto stesso, peraltro come prima e unica eccezione al decreto-legge n. 78 dell'anno scorso, più volte citato durante la discussione generale, con riferimento alla specificità di questo settore, che viene ampiamente riconosciuta dal Governo.
Alle nostre Forze armate e di polizia e ai Vigili del fuoco destiniamo un aumento quando altri Paesi europei si sono trovati costretti addirittura a licenziare decine di migliaia di appartenenti per far quadrare i bilanci, come in Gran Bretagna, dove circa 30.000 poliziotti sono stati licenziati. Purtroppo, la congiuntura economica ci permette per ora di aggiustare il tiro e far fronte solo in parte agli eccessi dei tagli lineari che questo comparto aveva subito, come tutti gli altri settori pubblici, nel provvedimento economico dello scorso anno.
È stata richiamata più volte la questione del riordino delle carriere. Ricordo che nel 2006 ero il relatore di tale provvedimento, approvato solo dalla Camera, che il Senato non fece in tempo ad approvare in via definitiva. Vorrei però sottolineare che, nella legislatura seguente, quando ebbe la maggioranza il centro-sinistra, per due anni questo tema non fu più preso in considerazione.
Il mio Gruppo quest'oggi ritiene senz'altro più urgente e significativo, collega D'Alia, dare subito un riconoscimento al comparto, piuttosto che attendere un probabile riordino delle carriere, pur nella consapevolezza che le cifre rimaste negli anni nelle pieghe del bilancio non basterebbero neppure per iniziare a parlare di quel provvedimento. Gli sforzi del Governo vanno quindi riconosciuti.
Una nota di merito va inoltre data all'Esecutivo per aver saputo trovare le risorse con oculatezza, senza aumentare la tassazione, ma razionalizzando le spese esistenti e attingendo al Fondo unico per la giustizia, strumento peraltro sacrosanto di lotta al crimine, che prevede come prima destinazione proprio il supporto economico alle forze di sicurezza, anche tramite l'assegnazione di somme una tantum, come stabilito dalla finanziaria del 2010.
Appare pertanto strumentale anche solo affermare che il Governo «aumenta di 25 euro al mese lo stipendio ai poliziotti», perché le assegnazioni non saranno a pioggia, ma saranno elargite a chi ha subito effettivi tagli o blocchi sull'avanzamento del compenso, con particolare riferimento all'anzianità di servizio, partendo infatti da chi ha almeno 17 anni di servizio.
Va poi specificato che il testo del decreto-legge deliberato dal Consiglio dei ministri prevedeva due diverse forme dell'eventuale integrazione del Fondo, una per il personale del comparto difesa e una per il personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Più precisamente, il testo del Governo prevedeva che potesse essere destinata solo al personale delle Forze armate una parte dei risparmi corrispondenti alle eventuali minori spese effettuate rispetto al precedente anno per missioni internazionali di pace, mentre al personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco potessero essere destinate risorse eventualmente disponibili nel Fondo unico per la giustizia.
Le modifiche apportate alla Camera, con la disponibilità anche in questo caso del Governo, hanno voluto, da una parte, eliminare tale rigidità nella destinazione delle risorse disponibili sui due predetti Fondi, quello per le missioni internazionali di pace e quello del Fondo unico, e, dall'altra, prevedere un ulteriore canale di finanziamento eventuale delle misure in favore del personale dei comparti Difesa, Sicurezza e Protezione civile, prevedendo la possibilità di utilizzare per le finalità del decreto-legge anche gli eventuali risparmi di gestione conseguiti sui bilanci ordinari delle amministrazioni interessate.
Un'altra importante modifica apportata alla Camera è l'introduzione all'articolo 1 del comma 2-bis, per precisare che le somme del Fondo per la corresponsione di assegni al personale dei tre comparti non impegnate nell'esercizio di competenza possano essere utilizzate per i medesimi scopi nell'anno successivo, anche aggiungendosi alla dotazione prevista per il nuovo anno.
Il comma 3 è stato poi modificato al fine di specificare che gli assegni al personale sono assegni perequativi individuali, aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente, e non soltanto assegni una tantum, come prevede il testo base del Governo. Ci sembra che tali modifiche siano state quanto mai opportune per dare più equilibrio ed equità ai vari corpi del comparto.
Ovviamente, è necessario che il Governo si impegni, come ha fatto in Commissione accettando l'ordine del giorno firmato anche dal mio Gruppo e a prima firma del collega Saltamartini, che ringraziamo, ad attingere per il futuro al Fondo unico per la giustizia per recuperare per i prossimi anni, considerato che attualmente non sono sufficienti, le somme che serviranno a ricostituire il Fondo per il riordino delle carriere, mantenendo in bilancio le eventuali disponibilità residue del Fondo perequativo.
Questo provvedimento non è che un piccolo sollievo per un settore particolarmente martoriato, ed è giusto ringraziare gli uomini e le donne delle forze dell'ordine che in questi mesi hanno sostenuto l'emergenza dei clandestini, in particolare a Lampedusa. Si tratta di un atto piccolo, ma concreto, che non manca di aprire la strada a tutti quei provvedimenti che seguiranno con il fine di strutturare gli interventi in favore del comparto sicurezza.
Noi ci saremo, e ci siamo già oggi con un voto convinto, positivo e propositivo al disegno di legge in esame, ma con la volontà di verificare gli altri impegni del Governo per questo comparto. (Applausi dal Gruppo CN-Io Sud. Congratulazioni).
SERRA (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SERRA (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI). Signor Presidente, rileggendo i provvedimenti sottoposti al Parlamento dal Governo negli ultimi mesi - penso al processo breve, a quello definito lungo, ai vari impedimenti, legittimi o meno - veniva da credere che difficilmente se ne sarebbero potuti registrare di peggiori. Ma poi è arrivato questo decreto-legge, che assegna un obolo alle Forze armate, alle Forze di polizia e ai Vigili del fuoco. Si affronta cioè la drammatica situazione del settore: mettendo in campo una misura una tantum. È questa la dimostrazione di quanto il Governo, al di là della propaganda quotidiana, tenga effettivamente alla sicurezza, di quanto tenga alle Forze armate, oltre che chiamare quotidianamente chi vi opera «i nostri ragazzi», o alle Forze di polizia, salvo poi vantarsi di arresti e sequestri in campo mafioso.
Desidero sottolineare una volta per tutte, dato atto al ministro dell'interno Maroni, al quale va la mia incondizionata stima, di aver proposto una legge sacrosanta, peraltro sostenuta ed approvata da tutti, che gli arresti tanto propagandati in realtà ci sono sempre stati, anche se meno pubblicizzati. Potrei stilare un elenco infinito, a cominciare da Riina, Provenzano, Madonia, Schiavone, Vernengo, Santapaola, e così via.
Ognuno di questi è il risultato dell'attività ininterrotta, oltre che della magistratura, oggi tanto vituperata, soprattutto delle Forze dell'ordine, alle quali va il riconoscimento del Governo che le premia - udite udite - con un obolo. Eppure, l'Esecutivo sa bene che non si tratta di questioni meramente economiche, ma di argomenti che investono la specificità del lavoro, i contratti, il blocco degli stipendi, la previdenza, il riordino. Il Governo è stato solo abile. Ma dove vive? In quale realtà vive? Non si rende conto che è riuscito a coagulare tutti i sindacati, tutte le organizzazioni sindacali, vicino al pensiero di destra, vicino al pensiero di sinistra - tutte - nella contestazione per riaffermare i propri diritti. E quando gli agenti hanno raggiunto la residenza di Arcore del Presidente del Consiglio, lo stesso Presidente è sceso tra i manifestanti garantendo il suo personale intervento e lo stanziamento al successivo Consiglio dei ministri di ulteriori risorse, attraverso l'approvazione di un successivo decreto ad hoc. Eccolo, il decreto-legge ad hoc!
Il presidente Vizzini, per il quale ho molta stima, ha ricordato che si tratta di 340 milioni di euro in tre anni. aa parte che l'ultimo anno è tutto da discutere, egli probabilmente non si è reso conto che in termini di aumento pro-capite parliamo di 23 euro e mezzo lordi. Ripeto, 23 euro e mezzo lordi. La questione non può essere ridotta al reintegro di pochi spiccioli, sebbene necessari, considerati gli spaventosi tagli degli ultimi tempi.
Inutile è stato allora il tentativo di tradurre il trattamento compensativo una tantum con un altro fisso, continuativo, valido ai fini pensionistici. Eppure, il consenso intorno a questa soluzione era stato raggiunto in Commissione alla Camera dei deputati fino al consueto passo indietro dell'Assemblea, prona ad ogni espressione di volontà del Governo.
Mi chiedo allora fino a che punto si abuserà della pazienza degli uomini e delle donne che rischiano quotidianamente - quelli sì - la vita per salvare la collettività e con il loro lavoro consentono ad esponenti dell'Esecutivo di affacciarsi costantemente in televisione per proclamare arresti e sequestri.
Fino a quando i nostri militari impegnati in missioni di pace affronteranno gli attacchi proditori di chi quella pace non la vuole, sentendosi inoltre penalizzati e offesi da un provvedimento simile?
Quando si parla di Forze armate, di Forze dell'ordine e di Vigili del fuoco - di questi ultimi, colpevolmente, troppo poco ci si occupa - lo facciamo con orgoglio. Siamo consapevoli del loro ruolo fondamentale e siamo coscienti che certe razionalizzazioni si devono compiere riducendo sprechi, duplicazioni di funzioni e di ruoli, ma siamo altrettanto consapevoli che è indispensabile garantire le risorse per mettere la Difesa e la Sicurezza al riparo dalle congiunture economiche.
Non c'è, in definitiva, soltanto un problema di rivendicazione salariale. La questione dell'una tantum finisce per mortificare l'intero settore, come mortificante è il fatto che le risorse debbano essere raccattate qua e là, come se si trattasse di una elargizione, probabilmente solo in risposta alle manifestazioni di protesta degli agenti. Disporre un obolo significa non voler affrontare e risolvere i problemi che meritano una impostazione di carattere generale, soprattutto per quanto attiene agli avanzamenti, alle carriere e alla previdenza.
L'Esecutivo non ha capito, o non vuole capire, che, oltre l'esigenza di una soddisfazione materiale, c'è una grande frustrazione da parte di quegli uomini delle Forze dell'ordine, costretti a lavorare in zone notoriamente a rischio e non supportati dagli strumenti più elementari. Chi lavora sull'Aspromonte - io ne sono testimone perché, come anche il collega De Sena, ho speso 40 anni nelle forze dell'ordine e a favore della collettività - può vedersi anche attribuita un'elemosina di 23 euro; ma costui vorrebbe poter svolgere il proprio lavoro con serietà, professionalità e dedizione e vorrebbe essere messo in condizioni di contare su uomini e mezzi. Mi chiedo: il Governo pensa veramente di chiudere la partita con questa donazione? Se l'Esecutivo è convinto di questo, ne resto sconvolto, ma prenderò atto che il tema del comparto Sicurezza viene affrontato solo per motivi elettorali e - quindi - di consenso.
Per questa ragione, dichiaro che il mio Gruppo si asterrà. È un'astensione che suona come una presa di distanza dalla politica di questo Governo che, in una visione miope e marginale delle reali difficoltà, vorrebbe risolvere il problema in un modo a dir poco umiliante. Con il nostro voto di astensione vogliamo difendere i principi e i valori di cui sono portatori i destinatari del provvedimento e non dare la nostra adesione alla politica della sicurezza dell'Esecutivo. (Applausi dai Gruppi UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI, PD e del senatore Li Gotti).
TORRI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TORRI (LNP). Signor Presidente, utilizzerò molto meno tempo di quello impiegato dai miei colleghi, anche perché credo che per alcuni aspetti ci sia poco da raccontare rispetto alla vicenda di questo decreto.
I 345 milioni di euro stanziati sono sicuramente una boccata di ossigeno. Non sono tanti: sono quelli che il Governo è stato in grado di trovare in un momento di congiuntura economica molto triste come questo. Credo vada anche indicata la volontà del nostro partito, alla Camera dei deputati, di cercare di trasformare questa misura una tantum in una misura «una semper» (per capirci meglio). Purtroppo, però, non siamo riusciti a compiere questa operazione proprio a causa della congiuntura economica: la coperta è corta e non ci sono tanti fondi.
Tuttavia, bisogna anche dire che, nel rispetto degli uomini e delle donne che stanno lavorando per la Polizia, per l'Arma dei carabinieri e per le Forze armate - ne parlava prima il senatore Serra - un segnale andava dato. Non credo, caro senatore Serra, che il segnale sia stato dato per fare campagna elettorale: il ballottaggio arriverà e non credo che sarà questa misura a cambiare gli esiti elettorali nelle varie città, anche perché i comparti di Sicurezza e delle Forze armate devono essere un bene comune. Ripeto sempre questo concetto, anche se vedo che non si vogliono trattare tali comparti in modo conseguente. Se fossimo stati onesti, avremmo dovuto affrontare questa misura esattamente come le missioni, ossia al di sopra delle parti, anche perché bisogna essere chiari e onesti: dobbiamo assolutamente dire che il voto di astensione in Senato non è tale, ma è un voto contrario, per cui ci si sta mascherando dietro una cosa che non è vera. Astenersi in Senato vuol dire che non volete consegnare i famosi 25, 23 o 27 euro (quelli che saranno). Pochi che siano, l'astensione vuol dire però non dare i soldi al comparto. A tal proposito, mi rifaccio a un vecchio saggio come mio nonno, il quale - si tratta magari di un vecchio saggio contadino - in momenti di ristrettezza economica diceva in dialetto: «piuttost che nient l'è mej piuttost» (la traduzione è: «piuttosto di niente, è meglio piuttosto»).
Sono anch'io allarmato dal fatto che, purtroppo, pescando dal comma 155 dell'articolo 3 della legge n. 350 del 2003 (che si era riproposto, come avevo fatto io all'inizio della legislatura, di operare il riordino anche del comparto dei sottoufficiali), si possa in qualche modo inficiare quello che sarà il decorso di questi iter di legge. Tuttavia, dovevamo dare il segnale e credo che la correttezza ci insegni che le forze di polizia e tutti coloro che stanno lavorando sono di tutti: essi non sono della maggioranza o della minoranza.
Poi non so, caro collega Serra, se le forze di polizia ci consentano di andare in televisione a fare degli spot elettorali, perché il ministro Maroni e tutti gli uomini cercano di dare il massimo per assicurare alle patrie galere dei delinquenti. Credo si stia lavorando al meglio possibile con le risorse a disposizione e di questo va dato merito alle Forze di polizia. Non credo sia corretto definire queste risorse come obolo, perché l'obolo si fa al mendicante. Credo che usare questo termine, visto che ha prestato servizio nelle Forze di polizia per quarant'anni, non le faccia onore. Come non credo facciano onore le citazioni del mio collega dell'Italia dei Valori: la critica è sempre presente, e di fatto c'è sempre un motivo per non votare o per non essere disponibili. È stato così per le missioni e prendiamo atto che è così anche in questo caso. Ritengo che per serietà il provvedimento vada votato, perché i componenti del comparto hanno bisogno di soldi e di un segnale della nostra fiducia. I ragazzi non hanno appartenenza politica e si fanno «un mazzo tanto», per usare un termine crudo, nell'attività che stanno svolgendo.
Ritengo altresì che la Lega, in maniera corretta, debba appoggiare questo provvedimento, anche se io per primo, che mi ero occupato del riordino delle carriere, potrei avere delle difficoltà, perché con lo spostamento di fondi può darsi che non ce ne siano abbastanza per i sottufficiali. Ma lo facciamo perché il segnale andava dato e le persone che stanno lavorando vanno gratificate. Non si può parlare di obolo: saranno pochi, ma stiamo cercando di dare una boccata di ossigeno concreta. L'ordine del giorno del collega Saltamartini, che abbiamo firmato, credo sia l'inizio di una strada per far diventare questa misura «una semper», ma non possiamo tutte le volte tirare la giacchetta su questioni importanti come queste.
Se vi astenete non fate un buon servizio alle Forze di polizia: sarebbe più corretto se usciste dall'Aula. Per tali ragioni, riteniamo di votare convintamente a favore del provvedimento. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL).
BIANCO (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BIANCO (PD). Signor Presidente, la vicenda che si concluderà tra qualche minuto con il voto finale in Aula al Senato è emblematica, colleghi della maggioranza, della vostra assoluta incapacità di governare in modo serio e credibile questo nostro Paese.
Quest'anno ricorre il 30º anniversario dell'approvazione di una riforma molto importante, quella che disegna il moderno ordinamento della pubblica sicurezza in Italia. Ma a trent'anni di distanza quella riforma ha bisogno, più di altre che regolano altri settori della vita del Paese, di un intervento che tenga conto delle mutate condizioni e che rilanci la professionalità delle forze di sicurezza. Ebbene, il Ministro dell'interno due anni fa a piazza del Popolo, in occasione del 150º anniversario dalla fondazione del Corpo della Polizia di Stato, annunciò con grande coraggio e anche con assoluta buona fede, ne sono convinto, che si sarebbe avviata immediatamente la riforma dell'ordinamento della pubblica sicurezza in Italia. Ci troviamo in una condizione parlamentare particolarmente favorevole, perché la maggioranza che sostiene il Governo è amplissima, ma soprattutto perché su questo tema l'opposizione, nelle competenti Commissioni parlamentari aveva non solo dichiarato la propria disponibilità, ma addirittura sollecitato un intervento di riforma organica del settore, tanto che la Commissione affari costituzionali - il collega Vizzini lo ricorderà certamente - aveva varato un'indagine conoscitiva sul punto.
Di fronte al profilarsi di difficoltà, molte delle quali incomprensibili ed immotivate, il Governo si nasconde dietro un dito, rinuncia ad avere una sua politica della sicurezza e interviene esclusivamente sulla base di spinte di vario tipo e di emergenze, e senza una logica organica. Lo stesso identico approccio, colleghi della maggioranza, lo avete avuto per quanto riguarda la questione della polizia locale. La Commissione affari costituzionali ha varato, tra l'altro in modo condiviso, un testo di riforma che riguarda un settore delicato quale quello della polizia locale. Questo provvedimento, praticamente pronto, e che ha due relatori, uno nominato tra le forze di maggioranza e uno tra le forze di opposizione, è fermo perché il Governo non dà via libera dal punto di vista della copertura finanziaria, peraltro estremamente ridotta.
Insomma, io credo che voi affrontiate una questione delicata ed importante in un modo assolutamente inadeguato. Vi è sofferenza, colleghi, tra le Forze di polizia e Forze armate. Vi è sofferenza perché voi avevate creato grandi attese ed avevate fatto grandi promesse per quanto riguarda la loro retribuzione, ma oggi la delusione è grande e direttamente proporzionale alle attese che avevate creato e che oggi state deludendo.
La politica complessiva del Governo in questa materia naturalmente non ci può soddisfare. Ci sono certamente sprechi in un settore delicato, ma non ci sono risorse adeguate per quegli uomini e donne delle Forze di polizia, dei Vigili del fuoco e delle Forze armate che fanno il loro dovere in modo così appropriato e che soffrono di una condizione difficile, nelle frontiere sia militari sia di sicurezza in cui sono quotidianamente impegnati. Ed è a loro che noi affidiamo sistematicamente la difesa del nostro Paese in situazioni molto delicate, e li ripaghiamo con un obolo, colleghi. Ha ragione il collega Serra: si tratta di un obolo vergognoso, di una cifra incredibile, di 23 euro lordi, e per di più - lo voglio dire al collega Torri che si lamenta perché le forze dell'opposizione hanno deciso di astenersi - avendo rigettato qualche attimo fa gli emendamenti che almeno trasformavano un obolo in un assegno permanente e non una tantum. (Applausi dal Gruppo Pd e del senatore Serra). Ed avete rifiutato anche l'emendamento sulla copertura, che evitava di finanziare questo intervento diminuendo lo stanziamento per il riordino delle carriere, spostando la copertura su altre voci.
Ma allora di cosa stiamo parlando? Siete voi che ogni giorno vi riempite la bocca dei successi delle Forze di polizia o della qualità dei nostri uomini delle Forze armate e poi, al momento giusto, dimenticate di premiare la loro professionalità e di lavorare in questa direzione. Ecco la ragione per la quale non possiamo in questa condizione che dissociare la nostra responsabilità dalla vostra. Naturalmente noi non voteremo contro, proprio per rispetto delle Forze di polizia e perché la loro condizione di malessere è tale che anche una goccia va difesa. Ma ci impegneremo con tutte le nostre forze, a partire dalla ripresa dell'attività parlamentare, per una vera riforma dell'ordinamento della pubblica sicurezza e perché sia pagata in modo adeguato la professionalità che noi richiediamo a questi uomini.
Per questa ragione i senatori del Partito democratico non voteranno per questo provvedimento e si asterranno, come gesto di attenzione e di rispetto nei confronti delle Forze armate e delle Forze di polizia. (Applausi dai Gruppi PD, IdV e dei senatori Giai, Serra e Peterlini. Congratulazioni).
SALTAMARTINI (PdL). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SALTAMARTINI (PdL). Signor Presidente, onorevoli colleghi, negli ultimi 15 anni il nostro Paese è stato governato per otto anni dal centrodestra e per sette anni dal centrosinistra. Nel quinquennio 2001-2006 il Governo Berlusconi finanziava la legge sui parametri con 530 milioni di euro e la contrattazione collettiva e la specificità con 1 miliardo e 690 milioni di euro. Nel successivo biennio il Governo di centrosinistra, guidata dal presidente Prodi, incrementava la tassazione del personale dipendente pubblico, portando l'aliquota dal 23 per cento al 27 per cento. Altro che contratto!
Con la crisi finanziaria internazionale che voi conoscete, affrontata con il decreto-legge n. 78 del 2010, nel pubblico impiego si sottoponevano ad una sterilizzazione tutti i trattamenti contrattuali del personale del pubblico impiego. E tuttavia, dopo una lunga rivendicazione di questo personale, che sottolineava come il proprio ordinamento, lo stato giuridico, e conseguentemente il trattamento che ad esso doveva essere riservato in base all'articolo 36 della Costituzione dovesse essere differenziato da quello del personale della pubblica amministrazione, rivendicazione aleggiata, come sa chi mi ha preceduto, sui tavoli contrattuali per oltre un ventennio, è stato proprio il Governo Berlusconi ad approvare la legge sulla specificità, con l'articolo 19 del collegato al lavoro entrato in vigore nell'ottobre dello scorso anno.
La legge sulla specificità non è affatto quanto è stato sostenuto in quest'Aula. C'è un principio che voi, colleghi della sinistra, probabilmente potete sostenere: il principio di uguaglianza dei trattamenti dei dipendenti pubblici. Impossibile immaginare che si possano riconoscere trattamenti privilegiati. Ebbene, con le norme sulla specificità sosteniamo la tesi che questo personale, che non esercita i diritti di rappresentanza come tutti gli altri lavoratori, che non ha i diritti politici come tutti gli altri cittadini, deve ottenere uno status che ne riconosca le peculiarità attraverso riconoscimenti normativi specifici. Se mi è consentito, dopo trent'anni che tale rivendicazione andava avanti, questo è il primo provvedimento in cui si riconosce a detto personale che le sue prestazioni non sono esattamente uguali a quelle degli altri pubblici dipendenti.
Per essere concreti, sottolineo che chi ha letto questo provvedimento non ve lo ha spiegato bene. Non è vero che gli aumenti sono pari a 23 euro lordi a testa: gli incrementi retributivi sono parametrati sui trattamenti specifici e riguardano l'assegno di funzione, la parametrazione, le promozioni, le classi e gli scatti dei dirigenti (Applausi dal Gruppo PdL), gli aumenti ISTAT dei dirigenti. E per dare dei numeri (non i numeri al lotto), per il personale con 17 anni di servizio appartenente al ruolo degli agenti, sovrintendenti e ispettori il provvedimento riconosce 1.448 euro lordi l'anno; per il personale con 27 anni di servizio il provvedimento riconosce 1501 euro lordi l'anno; per il personale con 32 anni di servizio riconosce 343 euro lordi l'anno a solo titolo di assegni funzionali.
Quindi, cari colleghi presenti, non credo che questo personale possa essere strumentalizzato da una parte o dall'altra attraverso la demagogia. Quando siete stati al Governo non avete riconosciuto i benefici che oggi sostenete; mi auguro che quando andrete al Governo possiate farlo, ma finora non l'avete fatto.
Veniamo ora alla questione del trattamento e del riordino delle carriere. Questo personale aspetta dal 2004 il riordino delle carriere. Siamo stati noi, con il Governo Berlusconi, ad introdurre un'accisa sulle sigarette e sugli alcol per stanziare delle somme a tal fine. Ricordo in quest'Aula che, nel 2006, un progetto di legge di riordino delle carriere, che avevo contribuito a redigere, fu approvato dalla Camera dei deputati e poi, per una serie di problemi, non fu approvato dal Senato della Repubblica. Mi auguro che in questa legislatura potremo realizzare tale obiettivo, perché credo che non andremo a casa: abbiamo ancora due anni di legislatura nei quali avremo la possibilità di approvare questo importante provvedimento.
Conclusivamente, cari colleghi, signor Presidente, queste misure sono dovute agli uomini che garantiscono l'ordine pubblico internazionale all'estero e nel nostro Paese. Questi trattamenti sono dovuti a chi garantisce la lotta alla mafia e alla criminalità organizzata e i servizi di ordine pubblico.
Credo che un Paese civile avanzato debba continuare in questo trend; infatti, se la condizione del personale delle Forze di polizia è questa, dipende dal fatto che nel corso degli anni questo personale è stato maltrattato e posto ai margini della nostra società e nei trattamenti retributivi, perché mai l'atteggiamento sostenuto in questa sede è stato poi tradotto nella legislazione.
Sono quindi orgoglioso di dichiarare oggi (domani è la Festa della Polizia) che il Governo Berlusconi, nonostante la crisi internazionale e il blocco delle retribuzioni, riconosce a tutti gli appartenenti al personale delle Forze armate e delle Forze di polizia il ruolo e lo status che a loro spetta, in funzione della loro attività e del rischio della vita, che molto spesso corrono nello svolgimento dell'attività istituzionale. Questi sono fatti. La demagogia spero sia abbandonata alla campagna elettorale, che spero possa terminare domenica prossima. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP. Congratulazioni).
DEL VECCHIO (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.
PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.
DEL VECCHIO (PD). Signor Presidente, non parteciperò alla votazione finale di questo provvedimento perché sono state formulate in questa Aula delle affermazioni gravissime nei confronti dei senatori del Partito Democratico.
Cominciamo dalla specificità: invito il senatore Saltamartini ad andare a ricercare il disegno di legge del 18 settembre 2008 (Applausi dal Gruppo PD), quindi molto prima dell'approvazione, che poi è avvenuta l'anno scorso, relativo alla specificità delle Forze armate e che era sottoscritto da tutti i parlamentari del Partito Democratico: esso prevedeva il riconoscimento della specificità per le Forze dell'ordine, le Forze di Polizia e le Forze armate. (Applausi dal Gruppo PD).
VIZZINI, relatore. Perché non l'avete fatto quando stavate al Governo?
DEL VECCHIO (PD). Sono state poi fatte altre affermazioni errate. Naturalmente nell'ambito del Partito Democratico operano personale e senatori che conoscono perfettamente quali sono le motivazioni e l'impegno dei nostri uomini e delle nostre donne delle Forze armate, delle Forze di polizia e dei Vigili del fuoco. Quindi, credo che quelle affermazioni che sono state formulate in quella circostanza siano state assolutamente fuori luogo ed errate.
Per questo non parteciperò alla votazione. (Applausi dal Gruppo PD e dei senatori Serra, Lannutti e Giai).
INCOSTANTE (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
INCOSTANTE (PD). Chiediamo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.
PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dalla senatrice Incostante, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.
(La richiesta risulta appoggiata).
Votazione nominale con scrutinio simultaneo
PRESIDENTE. Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico, del disegno di legge, composto del solo articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B). (Applausi dal Gruppo PdL e dai banchi del Governo).
Omissis
La seduta è tolta (ore 19,40).
Allegato A
DISEGNO DI LEGGE
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (2716)
ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE ED ALLEGATO RECANTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE AL DECRETO-LEGGE IN SEDE DI CONVERSIONE NEL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI (*)
Art. 1.
1. Il decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, recante misure urgenti per la corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge.
2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
________________
(*) Approvato il disegno di legge composto del solo articolo 1.
Allegato
MODIFICAZIONE APPORTATA IN SEDE DI CONVERSIONE AL DECRETO-LEGGE 26 MARZO 2011, N. 27
All'articolo 1, il comma 2 è sostituito dal seguente:
«2. La dotazione del fondo di cui al comma 1 può essere ulteriormente incrementata, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri della difesa e dell'interno, con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in conseguenza delle missioni internazionali di pace, e delle risorse di cui al comma 7, lettera a), dell'articolo 2 del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 181, relativo al Fondo unico giustizia. Le risorse di cui al presente comma sono attribuite in modo da assicurare trattamenti omogenei al personale delle Forze armate e a quello delle Forze di polizia».
ARTICOLO 1 DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO COMPRENDENTE LE MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA CAMERA DEI DEPUTATI
Articolo 1.
1. Fermo restando quanto stabilito dall'articolo 9 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e in particolare dai commi 1 e 21 del predetto articolo, la dotazione del fondo di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del citato decreto-legge n. 78 del 2010, è incrementata, per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, di 115 milioni di euro.
2. La dotazione del fondo di cui al comma 1 può essere ulteriormente incrementata, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri della difesa e dell'interno, con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese effettuate, rispetto al precedente anno, in conseguenza delle missioni internazionali di pace, e delle risorse di cui al comma 7, lettera a), dell'articolo 2 del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 181, relativo al Fondo unico giustizia. Le risorse di cui al presente comma sono attribuite in modo da assicurare trattamenti omogenei al personale delle Forze armate e a quello delle Forze di polizia.
3. Il fondo di cui al comma 1, come incrementato ai sensi del presente articolo, è destinato alla corresponsione di assegni una tantum al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, anche con riferimento al personale interessato alla corresponsione, per i medesimi anni, dell'assegno funzionale, del trattamento economico superiore correlato all'anzianità di servizio senza demerito, compresa quella nella qualifica o nel grado, degli incrementi stipendiali parametrali non connessi a promozioni, nonché degli emolumenti corrispondenti previsti per il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché all'applicazione dell'articolo 9, commi 1 e 21, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. Si applicano le disposizioni di cui al secondo e terzo periodo del citato articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010.
4. All'onere derivante dal comma 3 si provvede mediante corrispondente riduzione, per gli anni 2011, 2012 e 2013, dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge 24 dicembre 2003, n. 350. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a disporre, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
EMENDAMENTI E ORDINE DEL GIORNO
1.100
BIANCO, SCANU, ADAMO, AMATI, INCOSTANTE, BASTICO, CECCANTI, CRISAFULLI, DEL VECCHIO, DE SENA, GASBARRI, MARINO MAURO MARIA, NEGRI, PEGORER, PINOTTI, SANNA, VITALI, MONGIELLO, DE LUCA
Respinto
Al comma 1, sostituire le parole: «per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, di 115 milioni di euro» con le seguenti: «a decorrere dall'anno 2011, di 140 milioni di euro».
Conseguentemente:
a) al comma 3, sostituire le parole: «assegni una tantum»: con le parole: «assegni perequativi individuali, aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente»;
b) sostituire il comma 4 con il seguente:
«4. Con riferimento alle amministrazioni pubbliche inserite nel conto consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'ISTAT, ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 1999, n. 196, a pena di configurazione di danno erariale a carico dei soggetti responsabili, l'uso delle autovetture in dotazione a ciascuna amministrazione è ammesso strettamente per esigenze di servizio ed è in ogni caso escluso per trasferimenti verso e dal luogo di lavoro. La presente disposizione non si applica alle autovetture assegnate, ai fini di tutela e sicurezza personale, a soggetti esposti a pericolo, ai sensi dell'articolo 7, comma 3, della legge 4 maggio 1988, n. 133. L'uso in via esclusiva delle autovetture di servizio è ammesso esclusivamente per i titolari delle seguenti cariche; a) Presidente del Consiglio dei ministri e Vice Presidente del Consiglio dei ministri; b) Ministri e Vice Ministri; c) Sottosegretari di Stato; d) Primo Presidente e Procuratore generale della Corte di cassazione e Presidente del tribunale superiore delle acque pubbliche, Presidente del Consiglio di Stato, Presidente e Procuratore generale della Corte dei conti, Avvocato generale dello Stato, Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, Presidente del Consiglio di giustizia amministrativa della regione siciliana; e) Presidenti di autorità indipendenti. Ai sensi dell'articolo 2, comma 122, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, tutti coloro che hanno ricoperto cariche pubbliche a qualsiasi titolo, e che sono cessati dalla carica, perdono il diritto all'uso dell'autovettura di Stato. Ciascuna amministrazione procede alla individuazione delle autovetture in esubero, ai fini della loro dismissione entro il 31 dicembre 2011. Dalle disposizioni di cui al presente articolo comma devono derivare risparmi non inferiori a 140 milioni di euro a decorrere dall'anno 2011. I risparmi devono essere conseguiti dalle amministrazioni pubbliche ed in caso di accertamento di minori economie rispetto agli obiettivi di cui al presente comma, si provvede alla corrispondente riduzione, per ciascuna amministrazione inadempiente, delle dotazioni di bilancio relative a spese non obbligatorie, fino alla totale copertura dell'obiettivo di risparmio ad essa assegnato».
1.101
SCANU, BIANCO, ADAMO, AMATI, INCOSTANTE, BASTICO, CECCANTI, CRISAFULLI, DEL VECCHIO, DE SENA, GASBARRI, MARINO MAURO MARIA, NEGRI, PEGORER, PINOTTI, SANNA, VITALI, MONGIELLO, DE LUCA
Respinto
Al comma 1, sostituire le parole: «115 milioni di euro» con le seguenti: «140 milioni di euro».
Conseguentemente, sostituire il comma 4 con il seguente:
«4. Ai maggiori oneri di cui alla presente legge, pari a 140 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, si provvede mediante corrispondente aumento, con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, delle aliquote di cui all'allegato I del testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, relative alla birra, ai prodotti alcolici intermedi e all'alcol etilico al fine di assicurare un maggior gettito complessivo pari a 140 milioni di euro all'anno per gli anni 2011, 2012 e 2013».
1.102
BIANCO, SCANU, ADAMO, AMATI, INCOSTANTE, BASTICO, CECCANTI, CRISAFULLI, DEL VECCHIO, DE SENA, GASBARRI, MARINO MAURO MARIA, NEGRI, PEGORER, PINOTTI, SANNA, VITALI, MONGIELLO, DE LUCA
Improcedibile
Al comma 2, sostituire le parole da: «con quota parte delle risorse corrispondenti alle minori spese» sino a «Fondo unico giustizia» con le seguenti: «con quota parte delle risorse derivanti dai risparmi di gestione realizzati sul bilancio ordinario del Ministero della difesa e con quota parte delle risorse derivanti dai risparmi di gestione realizzati sui bilanci ordinari del Ministero dell'interno, delle infrastrutture e dei trasporti, della giustizia, dell'economia e delle finanze e delle politiche agricole, alimentari e forestali».
1.200
SCANU, BIANCO, ADAMO, AMATI, INCOSTANTE, BASTICO, CECCANTI, CRISAFULLI, DEL VECCHIO, DE SENA, GASBARRI, MARINO MAURO MARIA, NEGRI, PEGORER, PINOTTI, SANNA, VITALI, MONGIELLO, DE LUCA
Respinto
Dopo il comma 2, inserire il seguente:
«2-bis. La dotazione del fondo di cui al comma 1 è altresì incrementata con le risorse corrispondenti alle minori spese derivanti dall'attuazione del comma 2-ter.
2-ter. I commi 5-bis, 5-ter, 5-quater, 5-quinquies e 5-sexies dell'articolo 55 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, sono soppressi».
1.103
BIANCO, SCANU, ADAMO, AMATI, INCOSTANTE, BASTICO, CECCANTI, CRISAFULLI, DEL VECCHIO, DE SENA, GASBARRI, MARINO MAURO MARIA, NEGRI, PEGORER, PINOTTI, SANNA, VITALI, MONGIELLO, DE LUCA
Respinto
Dopo il comma 2, inserire il seguente:
«2-bis. Il secondo periodo dell'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, è sostituito dal seguente: "La misura e la ripartizione dei trattamenti di cui al presente articolo sono individuate mediante l'attuazione delle procedure di concertazione e contrattazione e recepite con separati decreti del Presidente della Repubblica, ai sensi di quanto disposto dal decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195"».
1.104
Improcedibile
Al comma 3, sostituire le parole: «una tantum» con le seguenti: «perequativi individuali, aventi la stessa natura giuridica dell'emolumento corrispondente».
1.105
Respinto
Al comma 3, sopprimere la parola: «anche».
1.106
Respinto
Al comma 3, sostituire le parole: «nonché all'applicazione dell'articolo 9, commi 1 e 21, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78,» con le seguenti: «in relazione all'applicazione dell'articolo 9, commi 1 e 21, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78,».
1.107
Respinto
Al comma 3, aggiungere, in fine, il seguente periodo: «L'entità, la ripartizione e i tempi di erogazione dei trattamenti devono essere individuati attraverso le procedure di concertazione e contrattazione e recepite da appositi decreti del Presidente della Repubblica, ai sensi di quanto disposto dal decreto legislativo n. 195 del 12 maggio 1995».
1.108
Respinto
Sostituire il comma 4 con i seguenti:
«4. All'onere derivante dal comma 3, pari a 115 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, si provvede a valere su quota parte dei maggiori risparmi di spesa di cui al comma 4-bis.
4-bis. Con riferimento alle amministrazioni pubbliche inserite nel conto consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'ISTAT, ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 1999, n. 196, a pena di configurazione di danno erariale a carico dei soggetti responsabili, l'uso delle autovetture in dotazione a ciascuna amministrazione è ammesso strettamente per esigenze di servizio ed è in ogni caso escluso per trasferimenti verso e dal luogo di lavoro. La presente disposizione non si applica alle autovetture assegnate, ai fini di tutela e sicurezza personale, a soggetti esposti a pericolo, ai sensi dell'articolo 7, comma 3, della legge 4 maggio 1988, n. 133. L'uso in via esclusiva delle autovetture di servizio è ammesso esclusivamente per i titolari delle seguenti cariche:
a) Presidente del Consiglio dei Ministri e Vice Presidente del Consiglio dei Ministri;
b) Ministri e Vice Ministri;
c) Sottosegretari di Stato;
d) Primo Presidente e Procuratore generale della Corte di cassazione e Presidente del tribunale superiore delle acque pubbliche, Presidente del Consiglio di Stato, Presidente e Procuratore generale della Corte dei conti, Avvocato generale dello Stato, Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Presidente del Consiglio di giustizia amministrativa della regione siciliana;
e) Presidenti di Autorità indipendenti. Ai sensi dell'articolo 2, comma 122, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, tutti coloro che hanno ricoperto cariche pubbliche a qualsiasi titolo, e che sono cessati dalla carica, perdono il diritto all'uso dell'autovettura di Stato. Ciascuna amministrazione procede alla individuazione delle autovetture in esubero, ai fini della loro dismissione entro il 31 dicembre 2011. Dalle disposizioni di cui al presente comma devono derivare risparmi non inferiori a 115 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013. I risparmi devono essere conseguiti dalle amministrazioni pubbliche ed in caso di accertamento di minori economie rispetto agli obiettivi di cui al presente comma, si provvede alla corrispondente riduzione, per ciascuna amministrazione inadempiente, delle dotazioni di bilancio relative a spese non obbligatorie, fino alla totale copertura dell'obiettivo di risparmio ad esso assegnato».
1.109
Respinto
Sostituire il comma 4 con il seguente:
«4. All'onere derivante dal comma 3 si provvede mediante aumento, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, delle aliquote di cui all'allegato I del lesto unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni, dì cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, relative a sigari, sigaretti, sigarette, tabacco da fumo, tabacco trinciato, tabacco da fiuto, tabacco da masticare, al fine di assicurare un maggior gettito complessivo pari a 115 milioni di euro annuì per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013».
G1.100
SALTAMARTINI, GALLONE, PISCITELLI, SAIA
Non posto in votazione (*)
Il Senato,
in sede di esame del disegno di legge n. 2716,
premesso che:
con il provvedimento in esame si prevede lo stanziamento, per gli anni 2011, 2012 e 2013, di somme destinate ad incrementare il fondo perequativo di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, destinato al personale del Comparto sicurezza e difesa e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, interessato dal «blocco» retributivo previsto dal medesimo decreto-legge;
le modalità per l'individuazione delle misure compensative e per la ripartizione degli stanziamenti per ciascuno degli anni del triennio 2011-2013 sono rimesse a decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri;
occorre prevedere modalità attuative che consentano di utilizzare tutte le risorse stanziate, comprese quelle non impiegate o non impegnate nell'anno di riferimento;
impegna il Governo
ad intraprendere ogni idonea iniziativa volta a prevedere il mantenimento in bilancio delle eventuali somme residue del fondo perequativo per gli anni 2011, 2012 e 2013, anche ad incremento delle dotazioni stabilite per i medesimi anni, nonché a consentire l'utilizzo delle stesse somme non impiegate o non impegnate nell'anno precedente, anche attraverso modalità attuative da definire con i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri di ripartizione degli stanziamenti relativi a ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, di cui all'articolo 8, comma 11-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito dalla legge n. 122 del 2010.
________________
(*) Accolto dal Governo
ARTICOLO 2 DEL DECRETO-LEGGE
Articolo 2.
1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge .