Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Rapporti Internazionali | ||
Titolo: | II Riunione del Gruppo parlamentare di collaborazione italo-cileno ' Roma, 11-13 luglio 2011 | ||
Serie: | Documentazione per l'attività internazionale Numero: 463 | ||
Data: | 06/07/2011 | ||
Descrittori: |
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Camera dei deputati
XVI LEGISLATURA
Documentazione per l’attività internazionale
SECONDA RIUNIONE DEL GRUPPO PARLAMENTARE DI COLLABORAZIONE ITALO-CILENO
Roma, 11-13 luglio 2011
n. 463
A cura del Servizio Rapporti Internazionali (Tel. 9515). Hanno collaborato il Servizio Studi (Tel. 3410) e l’Ufficio Rapporti con l’Unione europea (Tel. 2146)
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I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono
destinati alle esigenze di documentazione interna per l’attività degli organi
parlamentari e dei parlamentari.
I N D I C E
PROGRAMMA.......................................................................................... Pag. 1
COMPOSIZIONE DELLA PARTE ITALIANA DEL GRUPPO PARLAMENTARE DI COLLABORAZIONE ITALIA-CILE .......................................................... “ 5
COMPOSIZIONE DELLA PARTE CILENA DEL GRUPPO PARLAMENTARE DI COLLABORAZIONE ITALIA-CILE........................................................... “ 7
BIOGRAFIE
- Roberto Delmastro Naso, Presidente della parte cilena del Gruppo parlamentare di collaborazione Italia-Cile.................................................................... “ 11
- Pedro Araya Guerrero, Primo Vice Presidente della Camera dei deputati del Cile “ 13
- Giovanni Calderón Bassi................................................................... “ 15
- Guillermo Ceroni Fuentes.................................................................. “ 17
- Pablo Lorenzini Basso....................................................................... “ 19
- Alejandro Santana Tirachini............................................................... “ 21
1. DOCUMENTAZIONE GENERALE SUL CILE
SCHEDA PAESE....................................................................................... “ 25
- Quadro politico................................................................................... “ 29
- Quadro istituzionale........................................................................... “ 31
- Politica interna................................................................................... “ 33
- Politica estera.................................................................................... “ 40
- Quadro economico............................................................................ “ 49
Scheda di approfondimento
Adesione del Cile all’OCSE................................................................. “ 65
RAPPORTI BILATERALI.......................................................................... “ 67
Schede di approfondimento
- Presenza Imprese italiane................................................................. “ 81
- Collaborazione culturale, scientifica e tecnologica .......................... “ 85
- La collettività italiana in Cile............................................................... “ 87
RAPPORTI PARLAMENTARI ITALIA-CILE............................................ “ 93
- Rapporti tra l’Unione europea e Cile (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea) “............................................................................................................. 109
2. IL GRUPPO DI COLLABORAZIONE ITALO CILENO
- Scheda............................................................................................... “ 117
- Composizione della parte italiana del Gruppo parlamentare di collaborazione Italia-Cile “............................................................................................................. 123
- Protocollo di collaborazione (in italiano e spagnolo)......................... “ 125
3. ORGANIZZAZIONI REGIONALI DELL’AMERICA LATINA
- I processi d’integrazione in America Latina (a cura del Servizio Studi) “ 131
- Rapporti tra Unione europea e Mercosur (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea) “............................................................................................................. 171
- Rapporti tra UE, America Latina e Caraibi (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea) “............................................................................................................. 177
SECONDA RIUNIONE
GRUPPO PARLAMENTARE DI COLLABORAZIONE
ITALO-CILENO
Roma, 11- 13 luglio 2011
BOZZA DI PROGRAMMA
Aggiornato al 1° luglio 2011
Lunedì 11 luglio 2011
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Al termine |
Sistemazione in hotel della delegazione cilena
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Martedì 12 luglio 2011
Seconda Riunione del Gruppo di collaborazione italo-cileno
Ore 9.45 |
Arrivo della delegazione cilena all’ingresso principale di Palazzo Montecitorio |
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Ore 10– 11 |
Sala del Mappamondo
Seconda Riunione del Gruppo di collaborazione italo-cileno
Indirizzo di saluto del Presidente della Camera dei deputati, on. Gianfranco Fini
Indirizzo di saluto del Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, Enzo Scotti
Indirizzo di saluto del Presidente della parte cilena del gruppo di collaborazione parlamentare italo-cileno, on.RobertoDelmastro Naso
Indirizzo di saluto del Presidente della parte italiana del gruppo di collaborazione parlamentare italo-cileno, on. Pierluigi Castagnetti
Indirizzo di saluto del Segretario Generale dell’IILA, S.E. Ambasciatore Giorgio Malfatti di Monte Tretto
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Ore |
Coffee break
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Ore 11.15 – 12.30 |
Seminario parlamentare “Parlamento, politica e cittadinanza”
Intervento introduttivo dei lavori del Seminario parlamentare del Giudice costituzionale, S.E. Alessandro Criscuolo
I sessione:
“La politica nell’era della globalizzazione. Crisi della politica tradizionale”
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Ore 12.30 – 13.30 |
II sessione:
“La politica nell’era di internet e la crisi dei partiti”
Conclusione del Seminario |
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Ore 14
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Ore 15 |
Incontro della delegazione cilena con il Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, Enzo Scotti (Sala Busti)
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Ore 16 |
Saluto in Aula della delegazione cilena
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Ore 16.30
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Sala del Mappamondo
III sessione:
“Il ruolo dell’Europa e dell’America Latina nella stagione della globalizzazione”
Intervento introduttivo del senatore Gilberto Bonalumi, Presidente della Rete Italia America Latina (RIAL)
·
Relatore per la parte italiana on. Giorgio · Relatore per la parte cilena on. Giovanni Calderon Bassi- UDI |
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Ore 19 |
Conclusione dei lavori |
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Pranzo presso Ristorante Sangallo |
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Al termine |
Rientro in hotel della delegazione cilena
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Mercoledì 13 luglio 2011
Ore 9.15 |
Arrivo della delegazione cilena all’ingresso principale di Palazzo Montecitorio
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Ore 9.30 |
Incontro della delegazione cilena con il Presidente della Commissione Affari esteri della Camera, on. Stefano Stefani (Studio del Presidente Stefani)
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Ore 10.30
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Incontro della delegazione cilena con l’onorevole Pier Ferdinando Casini (Studio del Presidente Casini)
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A seguire |
Visita di Palazzo Montecitorio |
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Colazione offerta dall’Ambasciata del Cile in Italia |
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Ore 16.30 |
Visita ai Musei Capitolini
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COMPOSIZIONE DELLA PARTE ITALIANA DEL
GRUPPO PARLAMENTARE DI COLLABORAZIONE
ITALIA-CILE
Pierluigi Castagnetti |
Presidente |
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Sesa Amici |
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Fabio Evangelisti |
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Giorgio |
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Gennaro Malgieri |
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Osvaldo Napoli |
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Bruno Tabacci |
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COMPOSIZIONE DELLA PARTE CILENA DEL
GRUPPO PARLAMENTARE DI COLLABORAZIONE
ITALIA-CILE
Roberto DELMASTRO NASO |
(Partito Renovación Nacional - PRN) |
Presidente |
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Pedro ARAYA GUERRERO |
(Partido Regionalista de los Independientes - PRI) |
Primo Vice Presidente della Camera dei deputati |
Giovanni CALDERÓN BASSI |
(Unione Democratica Indipendente - UDI)
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Guillermo CERONI FUENTES |
(Partido
por |
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Pablo LORENZINI BASSO |
(Partido Demócrata Cristiano – DC) |
Ex Presidente della Camera dei deputati |
Alejandro SANTANA TIRACHINI |
(Partito Renovación Nacional - PRN) |
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ROBERTO DELMASTRO NASO
Presidente della parte cilena del Gruppo parlamentare di collaborazione Italia-Cile
Roberto Delmastro Naso è nato il 17 ottobre 1945. Dopo la laurea in Ingegneria forestale, conseguita presso l’Università Austral, ha seguito un master in Scienze forestali presso l’Università della Carolina del Nord (USA). Sposato con María lnés Anwandter Haverbeck, ha tre figli. Parla italiano ed inglese.
Si è dedicato agli studi di ingegneria forestale, divenendo prima professore ordinario di genetica ed ingegneria forestale presso l’Università Austral e successivamente Preside della Facoltà e direttore dell’Istituto di silvicoltura. Dal 1993 è membro del direttivo dell’Università Austral.
Ha inoltre collaborato con importanti imprese che lavorano nel campo ambientale; nel 1999 gli è stato assegnato il Premio “Ingegnere forestale dell’anno” dal Collegio di ingegneri forestali del Cile.
Nel 2005 il Presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi, gli ha attribuito l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella della solidarietà italiana.
E’ membro del Partido Renovación Nacional.
Eletto deputato per i periodi legislativi 1998-2002 e 2002-2006, nel dicembre 2005 è stato rieletto per il periodo 2006-2010. E’ membro permanente della Commissione permanente attività produttive e delle Commissioni speciali sulla disuguaglianza e la povertà e sulla libertà di espressione e mezzi di comunicazione.
Rappresenta
E’ Presidente del Gruppo di amicizia Italia-Cile e del Gruppo Cile-Kuwait nell’ambito dell’Unione interparlamentare
L’onorevole Delmastro ha partecipato alla Conferenza dei parlamentari di origine italiana, tenutasi a Roma il 20 e il 21 novembre 2000 (regione italiana di origine Piemonte e Trentino- Alto Adige).
L’onorevole Delmastro ha già presieduto la parte cilena del Gruppo di collaborazione italo-cileno in occasione della prima riunione, avvenuta a Valparaiso nel gennaio 2009.
Nato ad Antofagasta, il 16 giugno1974, celibe, è il presidente del Partido Regionalista de los Independientes, PRI.
Laureatosi in diritto nell’Università di Antofagasta, è di professione avvocato.
Ha iniziato la sua attività politica nel Partito Democratico Cristiano ed è entrato a far parte del PRI nel giugno 2008.
Deputato nelle legislature 2002-2006 e 2006-2010; è stato rieletto per la legislatura 2010-2014 nel distretto n. 4 della regione di Antofagasta e rappresenta i comuni di Antofagasta, Mejillones, Sierra Gorda, Taltal
Ricoprirà la carica di Primo Vice Presidente della Camera dal marzo 2011 al marzo 2012.
Giovanni Calderón Bassi
Nato l’8 luglio 1971. Avvocato. Membro dell’Unione Democratica Indipendente, è alla sua prima legislatura.
Nato a Parral, il 30 luglio 1946, sposato. Si è laureato nell’Università di Santiago ed è avvocato. È anche agricoltore.
Parlamentare dal 1994, è stato eletto nelle liste del
Partido Por
Ha iniziato la sua carriera politica nel 1967, aderendo al Movimiento de Acción Popular Unitaria (MAPU), nell’ambito del quale assunse diversi incarichi direttivi fino al 1973.
Nel 1989, entrò a far parte del gruppo dei fondatori
del Partito per
Inició su trayectoria política en 1967, cuando se incorporó al donde asumió diferentes cargos directivos, hasta 1973.
En 1989, conformó
el grupo de fundadores del Partido por
Entre 1993 y 1994, asumió como consejero regional de su partido (PPD).
Come parlamentare, è stato membro della Commissione Diritti Umani, Nazionalità e Cittadinanza, della Commissione di indagine sulla dissoluzione della Colonia Dignidad, della Commissione di indagine sulle Irregolarità nelle dogane e della Commissione Agricoltura, Silvicoltura e Pesca.
Ha ricoperto la carica di Primo Vice Presidente della Camera dei Deputati dal 13 marzo 2008 al 18 marzo 2009.
L’onorevole Ceroni Fuentes ha partecipato alla Conferenza dei parlamentari di origine italiana, tenutasi a Roma il 20 e il 21 novembre 2000.
Inoltre, il 23
settembre
L’onorevole Ceroni Fuentes ha partecipato alla prima riunione del Gruppo, svoltasi a Valparaiso nel 2009.
Pablo Lorenzini Basso
E’ nato il 25 ottobre 1949. E’ sposato ed ha due figli. Si è laureato in Economia presso l’Università di Santiago e si è successivamente specializzato a Barcellona.
Dal 1972 al
Nel 1997 è entrato a far parte del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana del Cile. Nel 1998 è stato eletto alla Camera dei deputati ed è stato riconfermato in quelle successive. E’ stato Presidente della Camera dei deputati nella sessione legislativa 2004-2005.
Si ricorda che l’on. Pablo Lorenzini Basso, nella veste di Presidente della Camera dei
deputati cilena, ha effettuato una visita ufficiale a Roma dal 29 maggio al 3 giugno
2004, ed ha incontrato l’allora Presidente della Camera dei deputati, on. Pier
Ferdinando Casini. In tale occasione, è
stato sottoscritto un Protocollo di cooperazione (1° giugno 2004) tra
Per quanto
riguarda l’attuale legislatura, si ricorda inoltre che, il 27 marzo 2009, l’on. Lorenzini, a guida di una delegazione della
Camera dei Deputati del Cile, è stato ricevuto dal Presidente della parte
italiana del Gruppo di collaborazione parlamentare Italia-Cile, on.
Castagnetti, ed è stato successivamente ospite dell’on. Giorgio
Si segnala, inoltre, che l’onorevole Lorenzini Basso ha partecipato alla Conferenza italiana dei Parlamentari di origine italiana nel mondo che si è svolta a Roma il 20 e 21 novembre 2000.
Alejandro Santana Tirachini
Nato il 18 luglio 1965, laureato in amministrazione e gestione d’impresa. Analista finanziario.
Membro del Partito Renovación Nacional, è alla sua prima legislatura.
Repubblica del Cile[1]
Breve profilo storico-politico
A metà del XVI secolo si realizzò la conquista spagnola del territorio cileno, occupato, sin dal I sec., dai Mapuche, tribù del popolo degli Auracani. Gli spagnoli erano guidati da Pedro de Valdavia, fondatore di Santiago.
Nel 1817, dopo 7 anni di guerra, gli spagnoli vennero sconfitti e l’indipendenza del Cile, già dichiarata il 18 settembre 1810, venne proclamata ufficialmente il 12 febbraio 1818.
Nell’Ottocento si alternarono al potere i conservatori, espressione degli interessi dei grandi proprietari terrieri e i liberali, che condussero una politica mirante a una maggiore liberalizzazione del commercio.
Il Cile fu la prima nazione in America Latina a raggiungere una stabilità di governo, favorita dalle condizioni fisiche del territorio, dall’omogeneità della popolazione, dalla coesione della classe dominante e soprattutto da un lungo periodo di espansione economica, fondata sulle esportazioni di materie prime e semilavorati.
Il Cile dovette fronteggiare
A partire dal 1925, i militari si inserirono nella politica cilena, sfruttando a loro vantaggio la crisi economica nel tentativo di cambiare radicalmente il sistema istituzionale. Il Colonnello Ibáñez fu presidente dal 1927 al 1931 e dal 1952 al 1958.
Dopo la grande depressione degli anni trenta, un
piccolo gruppo di cattolici ruppe i legami con il partito conservatore, dando
vita ad una nuova forza politica,
Le elezioni presidenziali del 1970 furono vinte dal socialista Allende. Il nuovo governo prese provvedimenti per l’attuazione della riforma agraria, aumentò i salari, conquistando così l’appoggio della classe operaia ed attuò un vasto programma di nazionalizzazione: dalle miniere di rame alle banche, fino alle imprese estere.
In politica estera, il Cile instaurò relazioni con
Cuba,
Dopo un primo tentativo di colpo di Stato militare
nel giugno 1973, i rappresentanti della destra e del centro della Camera dei
deputati accusarono il Presidente di aver sistematicamente violato
Costituzione di stampo autoritario fu approvata con un referendum nel 1980.
Nel 1983 le forze dell'opposizione moderata fondavano il raggruppamento “Alleanza Democratica”. Nel 1988 un referendum indetto da Pinochet a poco più di un anno dalla scadenza del suo mandato ebbe esito sfavorevole. Le proteste contro il regime si rafforzarono con la gravissima crisi economica e portarono al progressivo isolamento di Pinochet, anche a livello internazionale, con la caduta degli altri regimi autoritari in America Meridionale.
Liquidato il regime di Pinochet, nel 1989 venne eletto Presidente della repubblica Patricio Aylwin Azócar, al quale nel 1994 succedette Eduardo Frei-Ruiz Tagle, figlio dell'omonimo ex-presidente. Il suo successore, il socialista Ricardo Lagos, ha esercitato il proprio mandato dal marzo del 2000 fino all’assunzione della socialista Michelle Bachelet, nel marzo 2006.
Nelle elezioni presidenziali svoltesi a dicembre 2009 e gennaio 2010, la coalizione socialista Concertación, che aveva candidato il democristiano Eduardo Frei, ha perso il potere dopo venti anni di governo. L’opposizione di centro destra è infatti riuscita ad imporre il proprio candidato, Sebastián Piñera, che è stato eletto Presidente con il 51,7% dei suffragi.
DATI GENERALI |
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Superficie |
756.950 kmq (due volte e mezzo la superficie dell’Italia)
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Capitale |
Santiago del Cile (5.540.000 abitanti, capitale amministrativa), Valparaíso (810.000 abitanti, capitale legislativa)
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Abitanti |
16.134.000[2]
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Tasso di crescita della popolazione
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0,94% |
Aspettativa di vita |
76 anni
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Composizione etnica |
bianchi e bianco-amerindi 95%, amerindi 3%, altri 2%
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Religioni praticate |
cattolica 89%; protestante 11%
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Utenti Internet |
7 milioni (39ma posizione al mondo, Italia: 29.000.000. 13ma posizione al mondo)
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CARICHE DELLO STATO |
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Presidente della Repubblica e Primo Ministro |
Sebastian PIÑERA Echenique (Centro-destra, in carica dall’11 marzo 2010) |
Presidente della Camera dei deputati |
Patricio MELERO Abaroa (Union Democrata Independiente) dal 15 marzo 2011. Dura in carica un anno |
Presidente del Senato |
Guido GIRARDI Lavin (Partido por |
Ministro degli Affari esteri |
Alfredo MORENO Charme (Ind. Pro UDI) |
Ministro delle Finanze |
Felipe LARRAÍN (indipendente) |
Ministro dell’Interno |
Rodrigo HINZPETER (Renovación Nacional) |
SCADENZE ELETTORALI |
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Politiche e presidenziali |
Dicembre 2013
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QUADRO POLITICO |
Governo in carica
Il 9 febbraio 2010, il neo eletto Presidente Piñera annunciò la formazione del primo gabinetto ministeriale composto da 16 uomini e 6 donne di cui 4 appartenenti a Renovación Nacional, 4 all’Unione Democratica Indipendente (UDI) e 14 indipendenti (di cui molti legati alla Coalición por el Cambio). Tutti i componenti hanno forti legami con il mondo imprenditoriale.
Il 13 gennaio 2011 è avvenuto il primo rimpasto di gabinetto che ha visto l’uscita di quattro ministri a favore di una maggiore rappresentanza dei partiti di maggioranza.
Composizione del Parlamento
Camera dei deputati
Partiti |
seggi |
Coalizione per il cambiamento - Alleanza per il Cile (Centro-destra) |
58 |
Coalizione per la democrazia Concertacion,, centro sinistra |
57 |
Indipendenti (provenienti dal Partido Regional Independiente più vicino al centro-destra) |
3 |
Indipendenti – Fuori del Patto |
2 |
TOTALE |
120 |
Senato[3]:
Partiti |
seggi |
Coalizione per il cambiamento - Alleanza per il Cile (Centro-destra) |
16 |
Coalizione per la democrazia Concertación |
19 |
Indipendenti (provenienti dal Partido Regional Independiente più vicino al centro-destra) |
1 |
Indipendenti – Fuori del Patto |
2 |
TOTALE |
38 |
Le elezioni legislative, svoltesi il 13 dicembre 2009, congiuntamente al primo turno delle elezioni presidenziali, hanno portato ad una sostanziale parità tra le forze di centro-sinistra e quelle di centro-destra.
Alla Camera
il centrodestra di Alianza por Chile può
contare su una maggioranza minima (58 contro 57) e questo rende decisivi i voti
dei cinque deputati indipendenti. Al Senato, dove solo la metà degli scranni è
stata rinnovata, la situazione appare ribaltata:
QUADRO ISTITUZIONALE |
Sistema politico
Il Cile è una Repubblica
Presidenziale, indipendente dal 1818. Il Congresso cileno, il 26 agosto
Gli emendamenti approvati smantellano il predominio dell’oligarchia militare e reintroducono numerosi ed importanti istituti propri di un ordinamento democratico-pluralista.
Con la riforma vengono anzitutto abolite le figure dei senatori designati e dei deputati cosiddetti “vitalizi”, selezionati dal Presidente in carica in prevalenza tra gli alti ufficiali delle Forze armante. I 9 senatori non eletti attualmente in carica non sono stati infatti sostituiti allo scadere del loro mandato, in marzo.
Inoltre, i vecchi Presidenti della Repubblica perdono il diritto a divenire senatori a vita: tale nomina aveva garantito a Pinochet il diritto a sedere nel consesso parlamentare, garantendogli al contempo l’immunità.
Il Presidente riacquista il diritto a destituire i comandanti in carica dell’Esercito, dell’Aviazione e della Marina, prerogativa trasferita con la costituzione da Pinochet al Consiglio nazionale di sicurezza che, sempre ad opera della revisione, diviene organismo puramente consultivo senza poteri di tipo decisionale.
In aggiunta, la riforma contiene molte novità anche non collegate alla realtà militare. Il punto più discusso e che ha già sollevato vespai di critiche è quello secondo il quale il mandato del Presidente viene ridotto da sei a quattro anni pur venendo mantenuto il divieto di un secondo periodo consecutivo di esercizio delle funzioni. I critici sostengono si tratti di un lasso temporale eccessivamente limitato. Il vantaggio, come sottolineato dai sostenitori della riforma, è il maggior ricambio alla guida del Paese e si associa ad una maggior praticità ed economicità delle tornate elettorali: le elezioni presidenziali e quelle del Congresso andrebbero difatti a coincidere.
Le riforme accrescono poi il ruolo del Parlamento in un sistema, come quello cileno, con una forte accentuazione presidenziale. In tal senso si è deciso, ad esempio, che, per avviare un’inchiesta parlamentare sull’operato del Governo, basti il 40% dei voti della Camera bassa anziché la maggioranza assoluta.
Presidente della Repubblica
Il Presidente della Repubblica è eletto direttamente con suffragio universale per un mandato di quattro anni. Non può essere immediatamente rieletto. Se un candidato non riceve più del 50% dei voti al primo turno, si tiene un ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto più voti. Il Presidente nomina i Ministri. L’età per essere eletto Presidente è stata ridotta da quaranta a trentacinque anni.
Parlamento
Il Parlamento (Congreso)[4] è a struttura bicamerale, composto dalla Camera dei Deputati e dal Senato.
Il nuovo testo costituzionale stabilisce che il Presidente della Camera segua il Presidente del Senato nella “linea di successione” relativa all’esercizio delle funzioni di Presidente della Repubblica, in caso di incapacità di quest’ultimo.
Inoltre, il Presidente della Camera
integra il Consiglio per
A partire dall’11 marzo del 2006, il Senato è composto solo da 38 membri eletti a suffragio popolare. Sono stati eliminati i membri istituzionali[5] e quelli vitalizi. La durata in carica dei senatori è 8 anni. Ogni 4 anni viene rinnovato metà del Senato.
Struttura amministrativa
Si articola in 13 Regioni, a loro volta suddivise in province e comuni (341). Mentre le Regioni e le Province sono governate da rappresentanti designati dal Presidente della Repubblica, i comuni sono guidati da sindaci direttamente eletti dal corpo elettorale.
POLITICA INTERNA |
Le elezioni tenutesi in due turni elettorali svoltisi a cavallo tra il 2009 ed il 2010 e conclusesi con la vittoria del candidato del Partito per il Rinnovamento Nazionale (RN) e dall’Unione Democratica Indipendente (UDI), Sebastian Piñera, hanno posto fine ad un ventennio di governo da parte dell’alleanza di centro-sinistra Concertación di Michelle Bachelet. Per la prima volta, nella storia recente del Cile, dopo la caduta della dittatura, accede pertanto al Governo una coalizione di destra.
Dopo il primo turno di dicembre, Piñera si era presentato al ballottaggio con il 44 per cento rispetto al 29% del candidato della Concertación, il democristiano Eduardo Frei. Nonostante qualche giorno prima del ballottaggio, il terzo candidato, il socialista indipendente Ominami, avesse dato l’indicazione chiara, anche se non entusiastica, di appoggiare Frei, l’alto numero di astenuti non ha consentito a quest’ultimo la rimonta e Piñera è prevalso con circa il 51.6% dei voti, insediandosi l’11 marzo 2010.
La debolezza mostrata dalla “Concertacion” può essere imputata, da un lato, all’inefficacia delle politiche di redistribuzione del reddito promesse soprattutto all’inizio del mandato di Michelle Bachelet e dall’altro, ai numerosi scandali che hanno visto esponenti governativi e politici della coalizione (tra cui i Ministri dell’Educazione e della Sanità) implicati in presunti casi di corruzione. Alla delusione in vasti settori dell’opinione pubblica per la debolezza delle riforme, si è’ poi aggiunta la prova di scarsa capacità amministrativa fornita in episodi eclatanti come la fallita riforma del sistema di trasporti pubblici di Santiago (c.d. progetto “Transantiago”), che ha inflitto notevoli disagi agli utenti del trasporto pubblico, in gran parte appartenenti ai ceti meno abbienti.
Nel primo Esecutivo guidato da Piñera, si riscontrava un profilo eminentemente tecnico, con solo 7 dei 22 Ministri con una militanza nelle due formazioni politiche, l’UDI e RN, che hanno appoggiato la candidatura di Piñera, con ben 14 indipendenti. Emblematico è il caso del Ministro degli esteri Alfredo Moreno, che ha una formazione estranea sia alla politica che al mondo diplomatico, essendosi in precedenza occupato principalmente di amministrazione di imprese e di operazioni finanziarie complesse. E’ considerato vicino alla proprietà di “El Mercurio” (primo quotidiano cileno) ed è membro del consiglio di amministrazione del primo gruppo distributivo cileno, Falabella (di proprietà della famiglia di origine italiana Solari – Cuneo).
Dopo l'uscita dal governo il 13 gennaio 2011 del Ministro della Difesa Ravinet, che ha rassegnato le proprie dimissioni a seguito di controverse dichiarazioni - censurate non solo dall'opposizione, ma anche da esponenti della maggioranza - su una fornitura con fondi militari di un ponte prefabbricato per il post-terremoto nella città di Concepcion[6], il Presidente Piñera ha portato a termine il primo rimpasto del suo Gabinetto, da cui escono oltre al già citato Ministro della Difesa, i Ministri dell'Energia, Raineri, dei Trasporti Morande, e del Lavoro Camila Merino.
I nuovi componenti della compagine – che hanno
giurato domenica 16 gennaio nelle mani del Presidente – sono il Sen. Andres
Allamand alla Difesa e
A meno di un anno dall'assunzione, il Presidente ha preso atto di alcune difficoltà che il suo Gabinetto, prevalentemente composto da tecnici, affrontava soprattutto sul piano della comunicazione, ed ha agito di conseguenza con l’estrema rapidità tipica del suo stile manageriale. D'altra parte, ha dovuto subire il “pressing” che venivano producendo i due partiti della maggioranza, per vedersi maggiormente rappresentati nel governo con propri esponenti di peso, che vantavano una lunga militanza politica, ma che erano rimasti fuori dalla prima compagine, e non mancavano di portare avanti una sottile fronda dagli effetti fastidiosi per Piñera.
Ha fatto le spese di tale situazione soprattutto il Ministro dell'Energia Raineri, coinvolto quasi suo malgrado nelle polemiche per l'aumento del prezzo del gas in Patagonia, che hanno provocato forti disordini e blocchi stradali nell'estremo sud del Paese. Il difficile dossier passa ora al Ministro Golborne che, dopo la brillante gestione del caso dei “33 minatori”, dovrà nuovamente impegnarsi personalmente per uscire da un’impasse complicata.
Sul piano bilaterale, l'uscita dal governo dei Ministri della Difesa Ravinet e dell'Energia Raineri non è un dato per l’Italia positivo. Nel corso della sua quarantennale militanza politica nelle file della Democrazia Cristiana cilena, Ravinet aveva avuto modo di conoscere numerosi esponenti politici italiani, con cui continuava a intrattenere rapporti molto cordiali. Da parte sua, Raineri era l'unico membro del Gabinetto in possesso anche della cittadinanza italiana (circostanza piuttosto diffusa in altri Paesi dell'area), e si era mostrato attento e ricettivo sui dossiers che interessano le imprese italiane attive su questo mercato, in primis Endesa per il megaprogetto 'Hidroaysen' ed Enel Green Power nel campo delle energie rinnovabili.
Da segnalare che il Ministro dell'Educazione Lavin ha nel gennaio 2011 ottenuto l'approvazione a larghissima maggioranza della riforma dell'istruzione proposta dal Governo ed approvata, con alcune modifiche, dalla Concertación. L'obiettivo di tale riforma è una maggiore efficienza del sistema, una maggiore vicinanza ai cittadini grazie ad decentramento verso gli Enti locali, e la responsabilizzazione di dirigenti scolastici ed insegnanti, per i quali sono previsti 13.000 prepensionamenti. Verrà, inoltre, perfezionato il SIMCE (Sistema di Misurazione della Qualità dell’Istruzione), garantendo che esso rappresenti effettivamente le differenze socioeconomiche tra gli studenti del Paese. L'approvazione della riforma rappresenta un importante successo per il Governo del Presidente Piñera, che in campagna elettorale aveva inserito proprio questo tra i punti chiave per trasformare il Cile in un Paese “pienamente sviluppato” entro il 2018.
Il 21 aprile 2011 il Ministro dell'Edilizia e dell'Urbanismo, Magdalena Matte, ha reso nota la sua decisione di lasciare l'esecutivo di Sebastian Piñera, a seguito di un recente scandalo che ha coinvolto il suo dicastero[7].
Nuovo Ministro dell'Edilizia e' Rodrigo Perez Mackenna, ingegnere con esperienza nel settore finanziario ed imprenditoriale ed Intendente, fino al momento della nuova nomina, della Sesta Regione “O'Higgins”, con alte percentuali di gradimento nei sondaggi ed un solida reputazione di buon amministratore.
Politica energetica
Tra le prime iniziative annunciate dal Ministro per
l'Energia e le Miniere, Golborne, congiuntamente al Presidente Piniera, risulta
la costituzione di una “Commissione tecnica per lo sviluppo elettrico del
Paese”, che sarà composta da 14 membri - nella maggioranza esperti ed ex alti
funzionari in materia energetica, ambientale e normativa.
La creazione di tale Commissione è stata voluta in particolar modo dal Ministro Golborne, dietro pressione della Commissione Energia del Senato. Si sta prendendo infatti sempre più coscienza da parte della classe politica cilena della necessità di definire una politica chiara e meno contingente in materia energetica, dipendendo da ciò il futuro sviluppo economico del Paese.
La crescita esponenziale della domanda energetica negli ultimi anni, a cui non riesce a far seguito un'equivalente crescita coordinata della produzione, rende vulnerabile il Paese esponendo il suo sistema economico e produttivo allo spettro di un eventuale razionamento energetico.
Per contro, l'Ente petrolifero di Stato ENAP ha deciso di vendere le sue partecipazioni in società legate a progetti geotermici e focalizzarsi nella sua attività principale raffinazione, esplorazione e produzione di gas e petrolio.
Alla vendita, realizzata all’inizio di maggio 2011, per 12 mln. di USD della quota di partecipazione in Energia Andina, farà seguito nei prossimi mesi la cessione (si prevede nell'arco di 6 mesi) delle due società possedute dall'ENAP in comproprietà con l'impresa italiana Enel Green Power: “Empresa Nacional de Geotermia (ENG)” e “Geotermica del Norte (GDN)”.
Il cambio di strategia aziendale dell’ENAP è stato giustificato con la necessità di concentrarsi nel settore primario di attività, risultando esaurito il ruolo di apripista nel settore geotermico. In dieci anni di attività l’ente statale avrebbe contribuito a rompere l'inerzia del mercato e sostenuto lo sviluppo dell'industria geotermica in Cile con l'obiettivo di diversificare la matrice energetica del paese.
Resta il fatto che, nonostante le numerose concessioni di esplorazioni assegnate e l'elevato interesse mostrato dai privati per il settore geotermico, ad oggi non si e' entrato in produzione nessun progetto. Ciò si deve attribuire principalmente a due fattori: la normativa esistente in materia, considerata in molti aspetti molto rigida e poco chiara, nonché la mancanza di incentivi da parte dello Stato che compensino gli alti investimenti ed elevati rischi associati al settore.
Vi son peraltro indizi che tale situazione potrebbe registrare una favorevole evoluzione nei prossimi mesi: il Ministero per l'Energia ha concluso da poco la raccolta di osservazioni e proposte da parte delle imprese sui miglioramenti e le modifiche da apportare al quadro normativo in materia, ed il Ministero delle Finanze starebbe valutando da parte sua la possibilità di predisporre degli incentivi tributari.
Questione indigena
Anche in Cile esiste una questione indigena nella regione dell’Araucania, dove si sono aperti contenziosi relativi alla proprietà della terra talora trasformatisi in scontri anche violenti tra la popolazione india di etnia mapuche e la polizia. Gli indios mapuche peraltro sono divisi al loro interno e si raggruppano in due organizzazioni di orientamento contrapposto quanto ai rapporti con il Governo di Santiago. Nel settembre 2010 la questione ha preso nuovamente visibilità a causa di uno sciopero della fame durato più di un mese e portato avanti da 82 detenuti nei penitenziari di Temuco, Concepción e Angol, con l'accusa di diversi crimini, soprattutto contro la proprietà privata (assalti a fattorie, impossessamento di terre considerate “ancestrali”, incendio di autobus) e confronti anche violenti con le forze di polizia cilene.
Il 2 ottobre 2010 è stata raggiunta un’intesa che a messo fine allo sciopero grazie a importanti modifiche nell'applicazione della legge antiterrorismo relativamente agli atti di rivendicazione dei mapuche. I detenuti non verranno più giudicati secondo la legge antiterrorismo, entrata in vigore durante il regime di Pinochet, ma in base al diritto penale ordinario. Il compromesso e' stato raggiunto anche con riferimento alla convenzione n. 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ratificata lo scorso anno dal Cile). La soluzione di compromesso elaborata dal Governo cileno ha permesso di tamponare una protesta che stava assumendo toni allarmanti con notevole esposizione internazionale.
La visita del Presidente Piñera in Italia
All’inizio di marzo 2011, il Presidente cileno ha effettuato una visita in Italia, dove ha incontrato le massime autorità dello Stato. Nel corso dell’incontro con il Primo Ministro, Berlusconi, è emersa la comune volontà di migliorare la cooperazione in tutti i campi, soprattutto in vista del 2013 anno in cui dovrebbe celebrarsi l’anno della cultura Italia-Cile.
Inoltre è stata riconosciuta la positività della prima
riunione del Gruppo di lavoro misto Italia-Cile (28 gennaio 2011), ed è
stato espresso reciproco compiacimento per la conclusione di un Memorandum
d’Intesa sulla costituzione delle Rete Interuniversitaria Cile-Italia (REUCHI)
e per la conclusione dei negoziati dell’Accordo di Cooperazione scientifica tra
CNR e Commissione per
E’ stata inoltre sottolineata l’importanza della firma del Memorandum d’intesa in materia di piccole e medie imprese ed è stato espresso l’auspicio per una rapida conclusione dell’Accordo contro la doppia imposizione tra Cile e Italia.
E’ stata infine sottolineata la cooperazione esistente in campo di difesa ambientale, di sicurezza sociale e in ambito internazionale (dialogo Ue-America Latina e Caraibi, la cui prossima riunione è prevista il 12 maggio 2011 e V Conferenza Italia-America Latina e Caraibi che avrà luogo a Roma nel prossimo ottobre).
La magistratura cilena indagherà sulla fine di Salvador Allende
Ora il procuratore Beatriz Pedrals ha presentato in tribunale, alla fine di gennaio 2011, le richieste d'indagine relative a 726 casi di violazione dei diritti umani fra il 1973 e il 1990 - i diciassette anni della dittatura di Pinochet - tutti quelli mai indagati dalla magistratura cilena. Tra questi casi c'è anche quello che riguarda la morte dell'ex presidente.
Per la prima volta la giustizia cilena
indagherà sulle circostanze della morte dell'ex presidente Salvador Allende
rovesciato dal golpe dell'11 settembre
Per diversi anni la morte di Allende fu un vero e proprio enigma: perché la sua famiglia e i militanti della sinistra non accettarono la possibilità che si fosse ucciso e accusarono Pinochet e l'esercito di averlo giustiziato sommariamente nel Palazzo della Moneda, sede della presidenza a Santiago. Esiste perfino un famoso articolo di Gabriel Garcia Marquez che, pochi mesi dopo i fatti, ricostruì le circostanze della morte e sentenziò che il presidente era stato ucciso mentre combatteva disperatamente contro l'assalto dell'esercito.
Il generale Javier Palacios, che guidò l'assalto da terra mentre i caccia bombardavano la sede della presidenza, ha sempre sostenuto che trovò il corpo di Allende senza vita su un divano della sua stanza: il presidente si sarebbe ucciso con il mitra che gli aveva regalato due anni prima Fidel Castro. Allende, testimoniò il generale, aveva puntato l'arma sotto il suo mento e il proiettile gli aveva spappolato il cervello. Una versione dei fatti che la moglie Hortensia Bussi e tutta la sinistra internazionale rifiutarono al lungo sia per ragioni sentimentali che per ragioni politiche.
D'altra
parte nel drammatico caos di quella mattina erano spariti gli altri
testimoni. Quando Allende, con il palazzo in parte distrutto e completamente
circondato, decise di arrendersi quasi tutti coloro che erano con lui nella
Moneda l'abbandonarono. Vennero arrestati e, nei due o tre giorni successivi,
segretamente uccisi in una caserma dell'esercito. Tanto che sono ricordati come
i primi "desaparecidos" della dittatura. Non tutti però morirono.
Qualcuno, come Miria Contreras "
POLITICA ESTERA |
Dopo il ritorno alla democrazia, il Cile gode di un solido prestigio in America
Latina e nel mondo: nel
Per i Paesi occidentali, il Cile costituisce attualmente, con il Brasile, uno dei partner più solidi ed affidabili dell’America meridionale.
Adottando un modello neo-liberale aperto al commercio internazionale, il Cile ha intessuto una rete di trattati di libero scambio (USA, Canada, Messico, Cina, Giappone, ecc.) e accordi di “complementarità’” economica parziale (India). Tale politica rientra in una strategia economica di più ampio respiro volta a trasformare il Cile nel centro finanziario del Cono Sud (approfittando anche della fase non positiva attraversata dall’Argentina).
Con riferimento poi al rapporto tra i diversi processi di integrazione in corso in America Latina, la visione cilena appare ispirata a criteri di cautela. Secondo il Cile, i temi sui quali tale convergenza potrebbe realizzarsi sono quelli relativi alle infrastrutture, all'energia, alla politica sociale ed alla finanza, ma, al di fuori delle dichiarazioni di rito, non sembrano maturi i tempi per integrazioni più coraggiose, in particolare sul piano politico.
Nonostante lo storico cambio intervenuto a inizio del 2010 nell'Amministrazione cilena con l'assunzione di un Governo di centro-destra dopo un ventennio di centro-sinistra, nella politica estera di Santiago – come del resto nel campo della politica economica – gli elementi di continuità sono prevalsi, a parte alcuni aggiustamenti, rispetto all'impostazione dei precedenti governi della “Concertacion”.
Il 2011 non dovrebbe discostarsi da questa linea di
realismo e pragmatismo, che vede privilegiati per attenzione e impegno i
rapporti con i Paesi limitrofi, Argentina, Bolivia e Perù, per poi allargarsi
alla dimensione continentale latino-americana e alla sponda orientale del
Pacifico, tenendo sullo sfondo, come dato da tempo consolidato, proficue
relazioni con gli Stati Uniti ed i Paesi dell'Unione Europea. In
un’illustrazione fatta di recente, il Cancelliere Moreno ha ricordato che i
pilastri di politica estera cui il Cile si ispira sono il rispetto assoluto dei
trattati, la difesa dei diritti umani, e un'attenzione particolare al commercio
internazionale, che rappresenta il 70% del PIL. Le esportazioni cilene si
dirigono per il 40% in Asia, per il 25% in Europa e per il 15% in USA. Da qui
la speciale cura dei rapporti con
Nelle relazioni con i Paesi vicini, il Governo appare
seriamente intenzionato a continuare una politica di "attenzione
speciale": ha, infatti, avviato ad esempio un dialogo "senza
esclusioni" con
Tuttavia, nel marzo 2011, il Presidente boliviano
Morales, con un evidente cambio della strategia finora adottata di mantenere le
consultazioni sulla questione marittima in uno stretto ambito bilaterale, ha
annunciato l’intenzione della Bolivia di ricorrere alla Corte dell’Aja per
ottenere “uno sbocco libero e sovrano sul
Pacifico”. Il Cile ha reagito senza indugio e lo stesso Presidente Piñera,
con un’apposita dichiarazione, ha ribadito con fermezza che il Cile non ha
alcun problema di confini pendente con
Il Presidente cileno ha aggiunto che le affermazioni
di Evo Morales costituiscono “un serio ostacolo” per le relazioni fra i due
Paesi, e che
Unanime il ripudio delle varie forze politiche, anche di opposizione, che chiamano a sospendere il dialogo bilaterale nell'ambito dell'Agenda di 13 punti (in cui comunque è presente il tema dell'accesso al mare).
Con il Perù
è in corso un interessante dialogo, soprattutto in materia di integrazione
economica, avviato con la visita del Presidente peruviano Alan García in Cile
nel 2006. Le relazioni sono state ulteriormente rinforzate dalla sentenza della
Corte Suprema di Santiago che nel settembre
Le tensioni nelle relazioni tra Lima e Santiago provocate alla fine del 2009 dall’arresto di un ufficiale dell’aeronautica peruviana accusato di spionaggio per conto del Cile, sembrano essere ormai definitivamente superate.
E' forse con il Perù che l'attuale Amministrazione ha dato maggiori segni di un cambiamento di accento, rispetto alla freddezza che aveva caratterizzato l'ultimo periodo della Presidente Bachelet, come conseguenza del ricorso presentato da Lima alla Corte dell'Aja sulla delimitazione del confine marittimo. L’avanzamento dello stato delle relazioni è stato suggellato dalla visita del Presidente Piñera in Perù nel novembre 2009 e dalla prima visita di stato del Presidente Garcia in Cile compiuta nel gennaio 2011. La visita compiuta dal Presidente peruviano, che era accompagnato da una folta delegazione di parlamentari e imprenditori, ha permesso di riaffermare la centralità dei rapporti economici bilaterali rispetto alle rivendicazioni marittime del Perù[8], la cui ripetuta enunciazione veniva percepita a Santiago come un gesto dal carattere non amichevole. Riguardo alla questione marina, i Presidenti Piñera e Garcia hanno concordato sulla necessità di rispettare le decisioni che saranno assunte dalla Corte Internazionale dell’Aja senza ricorrere ad ulteriori rivendicazioni. E’ emersa inoltre forte concordanza anche sui temi internazionali quali l’importanza di una maggiore integrazione latinoamericana, con particolare riferimento alle reti di interconnessione energetica e al transito di persone e flusso di lavoratori (in un quadro multilaterale, in effetti, la citata visita del Presidente Garcia era finalizzata a promuovere l’iniziativa dell' “Arco del Pacifico”, intesa per il libero scambio aperta a tutti i Paesi latino-americani che si affacciano sull'Oceano).
Con l'obiettivo di rafforzare l'integrazione regionale e di dare impulso allo sviluppo e alla crescita di competitività delle economie dei paesi dell’area, il Cile è parte firmataria, con Perù, Colombia e Messico e Perù, dell'Accordo del Pacifico, sottoscritto a Lima, il 28 aprile 2011. Si tratta di un patto inteso a creare un'area di integrazione profonda fra i paesi latinoamericani che si affacciano sul Pacifico, in un bacino potenziale nel quale vivono più di 200 milioni di persone, il cui commercio raggiunge il valore di 800 miliardi di dollari ed il cui PIL rappresenta il 35 per cento di quello dell'America Latina. Alla firma dell’accordo era inoltre presente, in qualità di osservatore, un rappresentante del governo di Panama.
Nella prima fase, verranno privilegiati i settori del movimento migratorio, del commercio e cooperazione doganale, dei servizi e circolazione dei capitali, dei meccanismi per la risoluzione delle controversie. Verrà altresì avviato un processo di integrazione delle borse cilena, colombiana e peruviana, con l'auspicio che anche quella messicana possa successivamente inserirsi nel processo. A dicembre sarà inoltre sottoposta all’esame dei Presidenti dei quattro paesi, una bozza di accordo quadro per l'armonizzazione dei trattati di libero commercio già in vigore.
Alcuni analisti rilevano che l'Accordo potrebbe avere anche la funzione di ''contrapporsi'' alla spinta economica del Brasile e del Mercosur, nonché di attrarre nuovamente il Messico nell'area latinoamericana, dalla quale era parso allontanarsi negli ultimi anni.
All’indomani della sua elezione a Presidente del Perù, il leader nazionalista Ollanta Humala ha però frenato sull’attuazione dell’Accordo, su cui peraltro erano state già avanzate critiche già al momento della sua sottoscrizione in quanto le regole istitutive dell’organismo creerebbero una asimmetria che favorirebbe il Cile rispetto agli altri integranti.
Forte importanza è attribuita dal Cile agli equilibri regionali del continente sudamericano. Un posto centrale in tale strategia occupa la relazione "strategica" con il Brasile, che viene percepito come un contrappeso naturale alla forte influenza esercitata da Chávez nella regione.
Il Brasile e’ inoltre un tradizionale alleato del Cile nelle vicende che coinvolgono Argentina, Perù e Bolivia. A questo proposito va ricordato come il Cile, proprio sulla scorta delle anzidette considerazioni, appoggi fermamente l'ambizione brasiliana ad un seggio permanente in Consiglio di Sicurezza, sostegno ribadito anche nella recente missione del Presidente Piñera in Brasile.
Un ruolo di importanza crescente nella politica estera cilena e' oggi giocato dalle strategie nel campo dell'approvvigionamento energetico. La complicata dipendenza energetica dall'Argentina sta, infatti, spingendo il Cile sulla strada della diversificazione: due impianti di rigassificazione di gas liquefatto (GNL) stanno per essere realizzati, mentre un'importanza crescente assumono le forme di energia rinnovabili (l'idroelettrico ed il geotermico in particolare sono anche di nostro interesse, con una significativa presenza dell'ENEL) e si è riavviato, pur tra numerosi distinguo ed una palese freddezza da parte della Moneda, il dibattito sul nucleare.
Nel settembre 2010 è stata firmata, nel corso di una visita a Santiago del Ministro argentino della Pianificazione De Vido, un’intesa in materia energetica, che getta le basi per lo sviluppo della cooperazione energetica bilaterale con la creazione di quattro Commissioni di Lavoro bilaterali che esamineranno i temi relativi all’interscambio di energia, all’interconnessione elettrica, ai combustibili ed ai biocombustibili e alla cooperazione nel campo dell’energia nucleare. Tale accordo sancisce, di fatto, il ribaltamento del rapporto di dipendenza energetica del Cile dall’Argentina, con la prospettiva dell’inversione del flusso di gas dei quattro gasdotti transandini.
Con Buenos Aires, inoltre, nel corso dell'ultimo anno non tutto e' filato liscio, a causa del rifiuto a estradare in Cile il terrorista Apablaza (vicenda simile al caso Battisti). Gli interessi economici che legano i due partner, tuttavia, sono così interconnessi da non permettere che un singolo episodio, per quanto difficilmente assorbito nel Paese, possa produrre effetti duraturi sul complesso delle relazioni bilaterali.
I rapporti con gli Stati Uniti sono stati ulteriormente rafforzati dall’accordo di
libero scambio. Numerose le occasioni di incontro, tra cui la recentissima visita del Presidente Obama e la
precedente missione negli USA di Piñera. Il sesto vertice dei leader
progressisti, tenutosi a Viña del Mar il 28 marzo scorso, ha rappresentato
l’occasione per un incontro bilaterale tra il Presidente cileno e il
Vicepresidente statunitense Biden, che ha sottolineato la forte discontinuità
della nuova amministrazione con l’era Bush, evidenziandone l’allontanamento
dalla precedente politica unilaterale. Grande risalto hanno avuto anche i
contatti tra le delegazioni cilene e statunitensi in occasione della V Cumbre
de las Américas di Trinidad e Tobago (17-19 aprile 2009), quando il Presidente
americano ha incontrato il Presidente del Cile, che allora deteneva
La prima visita ufficiale compiuta a Santiago dal Presidente Obama nel marzo 2011, unica tappa sudamericana in un Paese ispanofono, è stata valutata in Cile come un riconoscimento formale dei grandi progressi registrati dalla fine della dittatura a testimonianza degli sforzi compiuti dalla dirigenza cilena per collocare il Paese nella corrente più avanzata dell’economia mondiale, con tassi di sviluppo elevati e costanti e con un grado di apertura al commercio internazionale senza uguali. Nel corso della visita è emersa una visione convergente sui grandi temi internazionali, in primis Libia e Iran. Nei colloqui bilaterali, il Presidente USA ha ribadito l’apprezzamento statunitense per il modello democratico ed economico cileno, rimarcando con soddisfazione che il Cile è uno dei pochi Paesi dell’aerea con cui Washington registra un surpluscommerciale. Piñera, ha assicurato che Santiago si impegnerà maggiormente sul versante della tutela della proprietà intellettuale - tema sollevato a più riprese in passato da Washington specie in riferimento all’industria farmaceutica – ed rivolto al Presidente Obama una richiesta di assistenza degli USA ad un progetto in via di definizione per l’insegnamento dell’inglese, mirato a rendere il Cile, in un certo numero di anni, un Paese totalmente bilingue. Il Presidente cileno ha, inoltre, espresso l’intenzione di allargare la cooperazione triangolare, già in atto con gli USA per progetti di sviluppo in Salvador e Paraguay e, sul piano internazionale, ha rinnovato l’appoggio di Santiago per la posizione di Washington nella crisi libica, ricordando altresì il co-patrocinio della Risoluzione sui diritti umani in Iran.
Molto buone possono essere definite le relazioni UE-Cile. Se si escludono alcune leggere frizioni in merito alla richiesta apertura del mercato europeo ai prodotti agricoli cileni e, da parte UE, di una più rigorosa tutela della proprietà intellettuale e delle denominazioni geografiche, l'Accordo di Associazione attualmente in vigore viene portato ad esempio nell'area latinoamericana. Da parte europea va inoltre rilevato come le risorse stanziate per il periodo 2007-2013 ammontino a ben 41 milioni di euro per il finanziamento di programmi nei settori della coesione sociale, innovazione e competitività ed istruzione.
Il Presidente Piñera ha compiuto nella seconda metà del mese di ottobre 2010 una prima visita ufficiale in Europa con soste a Londra, Parigi e Berlino. Nel quadro della visita sono stati affrontati temi di grande rilevanza per il Cile dando nuovo impulso ai temi legati all’integrazione con l’Unione Europea ed a questioni bilaterali. Nel marzo 2011 il Presidente cileno ha compiuto una seconda tornata di visite in Europa e nel Medio Oriente, nel corso della quale si è tenuta dal 1 al 3 marzo la prima visita ufficiale di Piñera in Italia.
Il 7 gennaio 2011 il Governo cileno ha ufficialmente riconosciuto lo Stato Palestinese. Il comunicato ufficiale governativo ha peraltro contemporaneamente richiamato che Santiago “sostiene pienamente il diritto dello Stato di Israele a esistere dentro frontiere sicure e internazionalmente riconosciute”. Il Cile si aggiunge così alla serie di Paesi del Sudamerica come Brasile, Argentina e Uruguay che hanno recentemente riconosciuto lo Stato palestinese, anche se con l'importante differenza che nel comunicato cileno non vi e' alcun accenno alle frontiere esistenti prima del 1967.
In effetti, il Governo di Santiago non poteva ritardare ulteriormente la decisione, dopo i passi dei suoi omologhi sudamericani, se si tiene in conto la pressione esercitata da una folta, ben inserita e influente comunità palestinese nel Paese.
In parallelo,
Nel quadro delle relazioni con il continente africano il Cile gode di buoni rapporti con la maggior parte dei paesi dell’area, sulla quale si è affacciato solo negli ultimi anni. [9]
La posizione cilena è distante dalla nostra: il Cile è, infatti, favorevole all’aumento dei seggi permanenti e non permanenti. Santiago ha inizialmente assunto l’impegno a sostenere le aspirazioni del Brasile ed ha poi esteso il suo appoggio anche alle candidature di Germania, Giappone e India, opponendosi tuttavia alla concessione del diritto di veto ai nuovi permanenti. Il Cile ha inoltre dichiarato in passato di auspicare il raggiungimento di un compromesso che possa raccogliere il necessario consenso in seno alla membership ONU. Il riferimento alla ricerca di soluzioni che ottengano il più ampio consenso è stato recentemente confermato. Durante la sessione informale dell’Assemblea Generale (negoziati intergovernativi su riforma CdS) del 5 marzo, il Cile ha espresso interesse per soluzioni “intermedie”.
Nella nuova fase, apertasi il 19 febbraio con l’avvio dei negoziati intergovernativi, diventa ancora più importante dialogare con tutti i Paesi su tale tema e sensibilizzare gli interlocutori cileni in merito alle nostre posizioni. Il movimento Uniting for Consensus ha elaborato una piattaforma negoziale che prevede una revisione della composizione del CdS, dei suoi metodi di lavori e dei meccanismi decisionali, inclusa la questione del veto[10].
Le relazioni tra l’Unione Europea e il Cile sono
regolate dall’Accordo di Associazione
firmato a Bruxelles il 18 novembre 2002 ed entrato in vigore il 1° marzo 2005.
L’Accordo, che si articola attorno ai tre
pilastri del dialogo politico, del commercio e della cooperazione,
costituisce la più ambiziosa ed ampia intesa conclusa finora dall’Unione
Europea con un Paese dell’America Latina. Essa disciplina i rapporti in un
novero di settori assai ampio: dalla promozione dei valori democratici e dei
diritti umani alla cooperazione economica e finanziaria, dalle tematiche
ambientali alla cooperazione per il miglioramento dell’efficienza
dell’amministrazione pubblica, dai temi migratori alla lotta contro i traffici
di droga e la criminalità organizzata. Dal punto di vista economico, l’Accordo
ha enormemente favorito i flussi commerciali e gli investimenti: l’interscambio
commerciale UE-Cile dal 2003 ad oggi è cresciuto in media del 27%. Particolare
interesse ha suscitato la firma, avvenuta il 9 marzo
Per ciò che riguarda il dialogo politico, i colloqui hanno avuto ad oggetto, materie di rilevanza bilaterale ed internazionale (crisi finanziaria internazionale, integrazione regionale, situazione politica, economica e sociale in America Latina, collaborazione in materia di diritti umani, Gruppo di Rio). Numerosi gli impegni assunti da entrambe le parti nel settore della cooperazione, soprattutto per quanto concerne la coesione sociale, la riduzione delle disuguaglianze, l’istruzione e la formazione professionale, la protezione ambientale e tematiche energetiche.
Il Cile ha illustrato la proposta di costituire una
“Associazione per lo sviluppo”, finalizzata ad intensificare ulteriormente il
dialogo e la cooperazione bilaterale nei settori dell’energia e
dell’istruzione, cui da parte cilena si attribuisce importanza prioritaria. Da
parte UE l’iniziativa è stata accolta favorevolmente (solo Portogallo e Francia
hanno avanzato dubbi sulla sua utilità).
QUADRO ECONOMICO |
PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI 2010 |
|
PIL (a parità di potere di acquisto) |
199 miliardi di dollari |
Composizione per settore |
agricoltura 4,8%, industria 50,5%, servizi 44,7% |
Andamento PIL |
5,2% |
PIL pro capite (a parità di potere d’acquisto) |
15.038 dollari (Italia: 30.700 dollari) |
Inflazione |
1,7% |
Disoccupazione |
8,3% |
Rapporto debito pubblico /PIL |
6,2% del PIL |
Popolazione al di sotto della soglia di povertà |
18,2% (2005) |
Debito estero |
88,2 miliardi di dollari |
Fonte: MAE, Cia Worldfactbook 2010
Il ballottaggio elettorale del gennaio
Alla luce del forte terremoto che ha colpito il Paese il 27 febbraio 2010 e che ha provocato danni stimati in circa 30 miliardi (pari al 17% del PIL), il Presidente Piñera ha dovuto necessariamente rivedere alcuni di tali obiettivi cercando di equilibrare le sue priorità politiche con le forti necessità richieste dalla ricostruzione.
A tal fine il Governo ha definito un pacchetto di misure destinate al finanziamento di circa un terzo dei costi legati alla ricostruzione delle zone colpite dal sisma (8 miliardi di dollari) con provvedimenti, inseriti in un unico disegno di legge, che contemplano l’aumento provvisorio delle imposte alle grandi imprese, l’incremento dell’imposta sul tabacco, l’aumento provvisorio delle “royalties” all’industria mineraria, l’incremento delle imposte sulla proprietà degli immobili e la vendita di quote pubbliche di società a partecipazione statale. Il disegno di legge è stato approvato dal Parlamento cileno a luglio 2010, ad eccezione della controversa iniziativa volta all’aumento provvisorio delle “royalties”, che è stata successivamente inserita in un apposito progetto legislativo approvato nell’ottobre 2010[11]. A latere di tali provvedimenti, il Governo ha deciso inoltre il ricorso parziale alle risorse del Fondo Sovrano di Stabilizzazione Economica e Sociale (FEES) per un ammontare massimo di 5 miliardi di US$ e l’emissione di Buoni del Tesoro decennali per 1,5 miliardi di US$, dei quali 500 milioni di US$ in Pesos cileni.
La recente crisi finanziaria internazionale ha fatto sentire i suoi effetti negativi in Cile soprattutto durante la seconda metà del 2008 e nella prima parte del 2009 anche se in misura più contenuta, rispetto ad altre economie della regione, grazie soprattutto alla gestione fiscale responsabile messa in atto dal governo negli ultimi anni. Il PIL ha segnato una contrazione dell’1,5% nel 2009. Dopo un iniziale rallentamento nel periodo post-terremoto, l’attività produttiva, sotto la spinta del processo di ricostruzione, ha dato segnali di forte dinamismo. Secondo le ultime stime ufficiali, la crescita del PIL nel 2010 si sarebbe attestata tra il 5,1% e il 5,3%, mentre per il 2011 si prevede una leggera ulteriore accelerazione del ritmo di crescita. Alcuni esperti economici internazionali prevedono che nel 2011 il Cile farà registrare il più alto tasso di crescita nella regione.
Ad inizio 2009, il Ministero delle Finanze cileno ha annunciato l'uso delle risorse del Fondo Sovrano di Stabilizzazione Economica (FEES) per finanziare il Piano di rilancio economico proposto dal Governo e finalizzato a rafforzare l'economia ed a difendere l'occupazione. Il Piano di rilancio economico elaborato dal Cile ha occupato il quinto posto a livello mondiale in termini di rapporto risorse stanziate/PIL.
Dal Fondo Sovrano cileno sono stati prelevati 4 miliardi di US$, pari a circa il 20% delle sue risorse ed al 2,8% del PIL. L'accumulo di tali fondi e' stato possibile grazie all'oculato risparmio pubblico nei periodi in cui il prezzo del rame sui mercati internazionali era notevolmente alto.
Il contenimento del deficit di bilancio, del debito pubblico e dell’indebitamento con l’estero hanno continuato a sommarsi ad una politica fiscale estremamente previdente (l’ex Ministro delle Finanze Velasco, vero deus ex machina della politica economica dell’Esecutivo Bachelet, pur riducendo dall’1% allo 0,5 % del PIL la regola del surplus fiscale, si era opposto alla sua abolizione), che durante il periodo di turbolenze economiche ha risposto alle necessità di salvaguardia dell'occupazione e di stabilità dei parametri macroeconomici. A tal fine, il Governo ha però deciso per il 2009 di annullare in via transitoria la regola del surplus fiscale strutturale riducendolo dallo 0,5% allo 0%. Ciò ha consentito di prevedere nella Finanziaria 2009 un aumento della spesa pubblica di 1.485 milioni di US$ e di far registrare un deficit fiscale del 4,5% del PIL.
Secondo l’“Indice di Libertà Economica” elaborato dall’Heritage Foundation e dal Wall Street Journal, il Cile si conferma il Paese come l’economia più libera dell’America Latina e si posiziona all’11° posto a livello mondiale su 179 nazioni prese in esame. Sulla base dello studio, l’indicatore che registra un miglioramento è in particolare quello relativo alla libertà in campo commerciale (grazie all’elevato numero di Accordi di Libero Scambio firmati dal Paese). Gli autori mettono però in rilievo anche i fattori di maggior debolezza dell’economia cilena rispetto a economie similari, assegnando punteggi bassi agli indici relativi alla libertà lavorativa ed imprenditoriale, riconoscendo l’esistenza di una certa rigidità nel mercato del lavoro e di procedure tutt'ora costose e complicate per avviare o chiudere un’attività imprenditoriale. A tale riguardo, il Presidente Piñera ha inserito, nell’ambito del pacchetto di iniziative legislative a favore delle imprese colpite dal terremoto, anche una serie di misure volte a velocizzare e snellire le pratiche burocratiche per la creazione e la chiusura delle PMI.
A conferma dello stato di salute relativamente sano dell’economia cilena e della buona gestione in materia di politica economica, fiscale e monetaria, Standard & Poor’s ha assegnato al Cile una valutazione di A+ nel rating paese. Ciò posiziona il Cile quale nazione a rischio meno elevato nella regione latinoamericana, in uno scenario economico internazionale complesso. S&P ha voluto esprimere la sua fiducia nella crescente resistenza dell’economia cilena a potenziali shock avversi, richiamando però l’attenzione del Paese su alcuni punti di debolezza ed in particolare la limitata diversificazione della struttura economica, ancora troppo dipendente dalle esportazioni di materie prime e quindi esposta all’andamento dei prezzi.
Nel novembre 2009 le buone condizioni economiche del Cile hanno reso possibile l’organizzazione di un’importante “missione di sistema” italiana guidata dall’allora Vice Ministro dello Sviluppo Economico Urso e dal Sottosegretario agli Esteri Scotti. Organizzata da ICE, Confindustria e ABI in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia. Tale missione la quale ha rappresentato il più importante evento economico-commerciale organizzato dall’Italia in Cile, nella storia delle relazioni bilaterali, con la partecipazione di 120 imprese, 200 imprenditori, 9 banche e 16 associazioni di categoria.
Nonostante le difficoltà legate alla congiuntura internazionale e a quella interna (terremoto del 27 febbraio), il 2010 è stato un anno positivo per l'economia cilena. Il PIL è cresciuto del 5,2% (il più alto livello negli ultimi 5 anni), grazie soprattutto al forte dinamismo della domanda interna accompagnata da un buon andamento dei settori industriale e del commercio. I forti costi legati all'attività di ricostruzione hanno causato, tuttavia, un aumento della spesa pubblica, in particolar modo durante il primo semestre, anche se le entrate hanno registrato un avanzo del 28,4% rispetto al 2009, dovuto all'incremento dei proventi del settore minerario.
Il settore esterno mostra una bilancia dei pagamenti con un surplus pari a poco più di 3 miliardi di
US$. Anche i conti capitale e finanziario hanno registrato un miglioramento
del deficit, passando dai 3.344 milioni del
Sotto il profilo economico per il Cile l'anno 2010, segnato da un inizio difficile sia per la congiuntura internazionale sia per le conseguenze del sisma dello scorso febbraio, termina nel migliore dei modi, con una crescita per il mese di novembre del 6.2% e un aumento su base annua del PIL DEL 5,2%. Altri elementi positivi provengono dal mercato del lavoro: secondo i dati ufficiali il tasso di disoccupazione medio si e' attestato nel 2010 sull’8,1%, a fronte del 10,8% registrato nell’anno precedente, con un incremento di oltre di 627 mila persone della forza lavoro totale. Nello stesso periodo il numero di occupati ha registrato un aumento dell'11,5%, per complessivi 7,3 milioni di persone.
Il recente intervento della Banca Centrale cilena[12] ha permesso di arrestare, almeno temporaneamente, il persistente rafforzamento della valuta locale rispetto al dollaro garantendo una “boccata di ossigeno” per il settore esportatore cileno che tuttavia, dai primi dati disponibili per il 2010, non sembra aver eccessivamente accusato il costo di una valuta nazionale “forte”, considerato che il saldo accumulato della bilancia commerciale è risultato positivo per circa 15 miliardi di dollari, grazie soprattutto alla solidità dei settori di esportazione “classici” cileni (rame, in particolare) ma anche alla dinamicità economica del Paese (la cui reale entità dovrà essere meglio valutata alla luce dei dati definitivi). Si ricorda, a questo proposito, che la produzione in alcuni settori - come quello della cellulosa - che tradizionalmente si inseriscono positivamente nel calcolo del valore delle esportazioni cilene e' ancora frenata dai danni provocati del sisma agli impianti di produzione.
Per il 2011, secondo le previsioni del Ministero dell'Economia cileno, si prospetta una crescita economica del 6%, con un tasso di inflazione che non dovrebbe superare il 3% (alcuni economisti temono tuttavia una possibile fiammata inflazionistica a causa degli effetti sui prezzi di alcuni beni importati, in primis combustibili, a causa della manovra del Banco Centrale), un buon dinamismo nel settore manifatturiero - che dovrebbe ritornare a pieno regime – e un consolidamento del settore del commercio al dettaglio, il tutto corredato da un significativo tasso di crescita occupazionale.
L'unica ombra, che attenua il positivo bilancio preliminare dell'economia cilena, deriva dalla constatazione che il Cile, nonostante gli alti livelli di crescita del PIL, continua a presentare un elevato livello di diseguaglianza sociale. Come attestato anche dalle ultime analisi rese disponibili della CEPAL (Commissione Economica per l'America Latina e Caraibi delle Nazioni Unite) che mettono in evidenza la forte disuguaglianza tra il reddito del 20% dei cileni con entrate pro-capite più rilevanti che risulta di ben 13 volte superiore al reddito del 20% della popolazione più povera.
Il Cile, attraverso il perseguimento di politiche di liberalizzazione del commercio internazionale e degli investimenti, si presenta agli imprenditori stranieri come piattaforma di investimenti e di servizi. Tale politica rientra in una strategia economica di più ampio respiro, rilanciata recentemente dal Governo con la promozione di una nuova "immagine-Paese", volta a trasformare il Cile nel centro finanziario del Cono Sud. L’attuale modello di sviluppo, non alieno da alcune criticità (eccessiva dipendenza dall’esportazione di materie prime, forte collegamento alla domanda esterna), deriva dalla dipendenza del PIL dall’andamento delle esportazioni per circa il 50%.
Nell’analisi del mercato cileno, limitato dalla dimensione ridotta del numero degli abitanti (circa 16 milioni su un territorio molto vasto), occorre tenere conto di due aspetti particolari: il fatto che si tratta di un Paese che esporta materie prime in quantità strategiche per la produzione industriale di molti Paesi (tra cui l’Italia), e l’osservazione che la produzione agroindustriale cilena sfrutta la “controstagione” dell’emisfero australe rifornendo di prodotti agricoli freschi i Paesi occidentali. Tali due aspetti rendono l’importanza del Cile ben maggiore di quanto possa apparire da una lettura superficiale dei dati relativi al numero di consumatori nazionali.
Il 1º ottobre 2006 è entrato in vigore un trattato di
libero commercio con
Con questi ultimi accordi il Cile si posiziona a livello mondiale come lo Stato che ha concluso il maggior numero di TLC (il 75% di export-import avviene attraverso tariffe preferenziali). Tale rete di apertura al commercio mondiale consente al Cile di avere un bacino potenziale di 3,5 miliardi di persone.
L’11 gennaio 2010 si è concluso l’iter di adesione
del Cile all’OCSE. Il processo,
avviato nel
Il principale elemento di debolezza dell’economia cilena consiste nella dipendenza (pur decrescente nell’ultimo periodo) del Paese dai settori tradizionali, in particolare dalla produzione ed esportazione del rame. Da qui, la necessità di fondo di diversificare le proprie esportazioni. Permangono tuttavia altre fragilità dell’economia cilena, evidenziate dal FMI e nell’ultimo rapporto OCSE, che potrebbero frenare la crescita del Paese, quali la dipendenza energetica dai paesi limitrofi (in corso di miglioramento grazie all'apertura di rigassificatori nel luglio 2009 e al potenziamento della capacità produttiva interna), l’esistenza di un mercato del lavoro caratterizzato da un’elevata rigidità e da una prevalenza di lavoratori nel settore informale, nonché un livello di istruzione da migliorare, soprattutto a livello secondario.
Un rilevante dato di novità nel panorama economico cileno é costituito dall’enfasi posta dall’Esecutivo Bachelet e sostenuto anche dall’attuale Presidente della Repubblica, Sebastian Piñera, sulla diffusione e sul potenziamento delle Piccole e Medie Imprese (PMI). L’auspicabile espansione di un sistema di PMI – e di distretti industriali - aprirebbe un grande spazio d’inserimento agli imprenditori italiani e all’internazionalizzazione delle nostre PMI. Forte è, infatti, l’interesse delle Autorità di Governo cilene per l’esperienza italiana nel settore (strumenti legislativi di appoggio alle PMI, consorzi all’esportazione, distretti industriali, società di garanzia reciproca) ed in particolare per quelle politiche che hanno stimolato gli investimenti in settori innovativi e favorito lo sviluppo di imprese non direttamente collegate ai settori più tradizionali. In tale contesto, particolare valore assume la firma, avvenuta a margine della visita del Presidente Piñera in Italia nel marzo 2011, di un Memorandum di Intesa in materia di piccole e medie imprese e cooperative tra il MISE ed il Ministero dell’Economia cileno.
Sono in vigore: Accordi per
Accordi finalizzati (ma non ancora in vigore)
E' in fase di approvazione al Parlamento cileno il TLC con
Accordi in via di negoziazione
Accordi contro le Doppie Imposizioni sono ancora in fase negoziale con Italia, Germania, Finlandia, Olanda, Repubblica Ceca, Ungheria, Cuba, Venezuela, Uruguay, Cina, India e Kuwait.
Sono in corso le negoziazioni per un trattato di libero commercio con Malesia, Vietnam e Tailandia.
In ambito multilaterale il Cile partecipa ai negoziati ALCA e ALADI.
In generale il Cile si presenta come un’economia fortemente orientata verso l’estero (cd. “regionalismo aperto”), con un forte grado di apertura commerciale. Secondo i dati forniti dalla Banca Centrale cilena, durante il 2010 il surplus della bilancia commerciale cilena è stato pari a 15.854 milioni di dollari, con un aumento di oltre il 12% rispetto al 2009.
Tale aumento è da attribuire principalmente all'aumento del prezzo del rame ed alla
quantità delle esportazioni cilene in generale. L'interscambio commerciale ha
raggiunto i 129.984 milioni di USD con un aumento del 34,6% rispetto all'anno
precedente. In termini di interscambio globale
Principali partners commerciali (quota %)[13]
EXPORT |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
|
IMPORT |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
Cina |
15,1 |
14,2 |
22,5 |
24,4 |
|
Stati Uniti |
17,0 |
19,4 |
18,9 |
17,6 |
Giappone |
10,8 |
10,4 |
8,7 |
10,5 |
|
Cina |
11,4 |
12,0 |
13,3 |
15,7 |
Stati Uniti |
12,8 |
11,2 |
11,4 |
9,7 |
|
Argentina |
10,1 |
8,9 |
11,9 |
8,9 |
Brasile |
5,1 |
6,0 |
5,1 |
6,2 |
|
Brasile |
10,5 |
9,3 |
7,4 |
8,8 |
Corea del Sud |
5,9 |
5,6 |
5,8 |
5,8 |
|
Corea del Sud |
7,2 |
5,6 |
5,5 |
6,4 |
Italia |
5,3 |
4,9 |
2,6 |
3,6 |
|
Giappone |
3,7 |
4,7 |
3,5 |
5,5 |
Paesi Bassi |
5,9 |
6,1 |
3,8 |
3,6 |
|
Messico |
3,2 |
3,1 |
3,1 |
3,9 |
Taiwan |
2,7 |
2,8 |
2,6 |
3,0 |
|
Germania |
3,7 |
3,3 |
3,9 |
3,7 |
Messico |
3,6 |
3,2 |
3,0 |
2,8 |
|
Colombia |
2,1 |
3,8 |
3,4 |
2,9 |
Belgio |
1,1 |
1,1 |
1,8 |
2,5 |
|
Peru' |
3,9 |
3,3 |
1,8 |
2,5 |
India |
3,4 |
2,5 |
1,9 |
2,3 |
|
Regno Unito |
0,9 |
0,8 |
2,9 |
1,8 |
Peru' |
1,6 |
2,1 |
2,5 |
2,1 |
|
Spagna |
2,0 |
1,6 |
2,6 |
1,8 |
Canada |
1,8 |
2,0 |
2,3 |
2,1 |
|
Italia |
1,7 |
1,5 |
2,0 |
1,8 |
Spagna |
2,0 |
2,8 |
2,3 |
2,0 |
|
Francia |
1,9 |
1,6 |
1,7 |
1,5 |
Francia |
3,6 |
3,3 |
2,4 |
1,8 |
|
Ecuador |
1,8 |
2,8 |
2,5 |
1,5 |
Argentina |
1,3 |
1,6 |
1,7 |
1,6 |
|
Canada |
2,3 |
1,7 |
1,8 |
1,3 |
Germania |
2,5 |
2,6 |
2,2 |
1,3 |
|
Paraguay |
0,5 |
0,7 |
1,1 |
1,2 |
Altri paesi n.d. |
1,3 |
2,5 |
1,5 |
1,2 |
|
Thailandia |
0,9 |
0,7 |
0,5 |
1,1 |
Australia |
0,4 |
0,7 |
0,9 |
1,2 |
|
Svezia |
0,9 |
0,9 |
0,9 |
0,9 |
Colombia |
0,9 |
1,1 |
1,2 |
1,1 |
|
Guinea |
.. |
.. |
.. |
0,8 |
Mondo |
100 |
100 |
100 |
100 |
|
Mondo |
100 |
100 |
100 |
100 |
L'Italia è passata dal decimo all'ottavo posto del ranking dei principali partner commerciali del Cile ed al primo posto tra i paesi UE, raggiungendo 3.393 milioni di dollari, corrispondenti al 2,61% dell'interscambio globale del Paese, con un aumento del 57,5% rispetto al 2009. Durante il 2010 la bilancia commerciale Cile/Italia ha registrato un surplus di 1.572,47 milioni di dollari a favore del Cile.
Le esportazioni del Cile verso l'Italia hanno raggiunto i 2.459 milioni di USD con un aumento del 75,8% rispetto al 2009, che si spiega principalmente per l'aumento delle esportazioni di rame e di cellulosa. Nella composizione merceologica delle esportazioni, il 78% (pari a 1.916 milioni di USD) del totale esportato verso l'Italia corrisponde, infatti, a prodotti del settore minerario, con un aumento del 88 % rispetto al 2009. Le importazioni dall'Italia hanno raggiunto 933,3 milioni di USD, con un aumento del 23,6% rispetto al 2009, uno dei dati migliori degli ultimi anni.
L’investimento estero è regolato in Cile dalle norme contenute nel Decreto-Legge 600 (DL 600) del 1974, nonché nel Capitolo XIV del “Compendio de Normas de Cambio Internacionales del Banco Central”. Il primo rappresenta lo strumento idoneo a tutelare gli investimenti che prevedono un apporto di capitale minimo di US$ 5 milioni; mentre gli investimenti al di sotto di tale soglia (a partire da US$ 10.000) possono avvalersi dal Capitolo XIV del Compendio de Normas de Cambio Internacionales che rappresenta lo strumento utilizzato soprattutto dalle piccole aziende.
Con il DL 600 fu creato il “Comité de Inversiones Extranjeras"-CIE (Comitato per gli Investimenti Esteri) che è autorizzato ad approvare i progetti di investimento presentati da persone fisiche o società straniere nel Paese.
Attratte dalle vantaggiose condizioni generali del Paese, un crescente numero di aziende multinazionali (dal gennaio 2003 circa 50) hanno scelto il Cile come piattaforma per espandere le loro attività verso altri mercati dall’America Latina. Tra queste, si segnalano Delta Airlines e Air France, che hanno stabilito in Cile i loro centri di prenotazione per l’America Latina, con lo scopo di decentralizzare la domanda proveniente dal Cono Sud. Parimenti altre aziende hanno deciso di stabilire nel Paese i loro call center, centri di sostegno e sviluppo di prodotti, tra queste Packard Bell, Ericsson, Beiersdorf, Xerox, Kodak e Unilever. Inoltre, il Governo cileno ha recentemente incaricato il Comité de Inversiones Extranjeras di avviare i contatti con i dirigenti delle principali multinazionali con l’obiettivo di convincerli a trasferire in Cile i propri uffici per l’intera America Latina. Attualmente tra le multinazionali che hanno già compiuto tale passo vi sono, le statunitensi GE, Citigroup, Motorola e TNT e le canadesi Noranda/Falconbridge e Hydro Quebec, nonché la svizzera Nestlè. Anche l’italiana Enel ha deciso di spostare a Santiago i suoi uffici regionali per l’America Latina a partire dal 2009.
Sulla base dei dati del Comité de Inversiones Extranjeras (CIE) risulta che negli ultimi cinque anni i maggiori Paesi investitori sono stati Canada, Spagna, Stati Uniti, Australia e Regno Unito.
Le cifre relative al 2009 indicano che gli investimenti stranieri materializzati (attraverso il DL 600) sono leggermente diminuiti rispetto al 2008, passando dai 5,2 miliardi di US$ ai poco più di 5 miliardi di US$. I principali settori destinatari degli investimenti diretti durante il 2009 sono stati: quello del commercio, con investimenti pari a circa il 52,8%, del totale e il settore minerario, con operazioni per un valore di oltre 1 miliardo di US$ (pari al 19,9% del totale). Prendendo in considerazione invece la classifica dei principali Paesi investitori lo scorso anno, al primo posto troviamo gli Stati Uniti con 2,8 miliardi di US$ circa (pari al 56,2% del totale), al secondo posto si situa il Regno Unito con 503 milioni di US$ (pari al 9,9%), seguiti da Australia (7,8%) e Perù (6,7%). Quest'ultimo per la prima volta negli ultimi anni figura tra i principali investitori in Cile, grazie ad un investimento nel settore minerario.
Per quanto riguarda l’Italia, il nostro Paese si posiziona nel 2009 al 10º posto tra i principali investitori in Cile con operazioni pari ad un ammontare di 50 milioni di US$, di cui circa 44 riguardano la costruzione di centrali idroelettriche da parte dell’Astaldi S.p.A.
Da rilevare che una delle maggiori operazioni realizzate nel settore del commercio da parte degli Stati Uniti è quella relativa all’ingresso nel mercato cileno della catena nordamericana WalMart. Un altro settore che ha ricevuto importanti investimenti è quello dell'energia, gas ed acque con investimenti totali pari a circa 1,4 miliardi di US$ con operazioni da parte di Canada e Stati Uniti.
I dati preliminari disponibili relativi al primo trimestre del 2010 mostrano una forte diminuzione degli investimenti diretti rispetto all’analogo periodo del 2009. Nei primi tre mesi dell’anno in corso gli investimenti stranieri in Cile sono stati pari a 680,9 milioni di US$ con una diminuzione del 127,3%. La principale operazione registrata fino a questo periodo dell’anno è un investimento di oltre 460 milioni di US$ effettuato dal Canada nel settore minerario. L’Italia fa registrare un investimento di 6,2 milioni di US$ effettuato dall’impresa Cavagna Group International B.V. per l’acquisto, attraverso la sua controllata cilena Cemco Kosangas, dell’attività relativa alla fabbricazione e commercializzazione di valvole e sistemi di regolazione per il gas posseduta dall’impresa locale CEM.
Dai dati del CIE non risultano gli investimenti al di sotto dei 5 milioni di US$. Ciò di fatto esclude dalle rilevazioni gli investimenti delle PMI che si avvalgono del capitolo XIV per l’ingresso dei capitali. Occorre anche rilevare che gli investimenti vengono registrati in base alla nazionalità della società che li realizza, a prescindere da considerazioni relative alla proprietà del capitale e dal controllo. Ciò comporta che possano risultare investimenti realizzati da filiali estere. E’ questo per esempio il caso della rilevante acquisizione da parte di Enel del 94% della spagnola Endesa. Tale operazione, che trasferisce all’Italia il controllo – sia pure indiretto – di circa la metà della generazione elettrica cilena, non appare attribuito nelle statistiche al nostro Paese. Lo stesso vale per la società italiana Ritrama, che ha realizzato di un importante investimento tramite la sua filiale spagnola.
Di particolare interesse per le nostre imprese è il programma del MOP (Ministero Lavori Pubblici cileno), per il quadriennio 2010-2014, che prevede gare per un ammontare totale di 8 miliardi di US$. È un programma molto ambizioso che inizia ora ad entrare nel vivo dopo i ritardi subiti l'anno scorso per l'emergenza post terremoto. La parte più consistente del programma da un punto di vista dell'ammontare economico è la costruzione di un nuovo tratto dell'autostrada urbana di Santiago, denominata “Vespucio Oriente”, per oltre 1.100 milioni di US$.
Una delle scadenze più immediate riguarda, inoltre, la costruzione dell'ospedale di Antofagasta, struttura per la quale è prevista la presentazione di offerte pubbliche a partire dal prossimo mese di novembre.
Nel corso del 2009 gli investimenti del Cile all’estero sono stati pari a 4.217 milioni di US$ con un incremento del 46% rispetto all'anno precedente. Tale cifra uguaglia praticamente il livello massimo fatto registrare nell’ultima decade (4.577 milioni raggiunti nel 2007, prima dell’inizio della crisi finanziaria).
Confermando la tendenza degli ultimi anni, gli investimenti cileni si sono concentrati principalmente nella regione latinoamericana (oltre il 96% del totale). I principali paesi destinatari sono stati il Brasile (41%) ed il Perù (33%), grazie soprattutto agli investimenti effettuati nel settore forestale nel primo e nel settore del retail e dell’energia nel secondo.
I principali settori destinatari degli investimenti sono stati il settore forestale (43%), del commercio (22%), e quello energetico (22%), seguito da quello industriale (7%), trasporto, immobiliare ed infine quello minerario.
Nel primo semestre del 2010 gli investimenti diretti
del Cile all’estero hanno raggiunto i 1.924 milioni di US$ facendo registrare
un incremento del 61,6% rispetto allo stesso periodo del precedente anno. Ciò
conferma il processo di riattivazione dei progetti di internazionalizzazione
delle imprese cilene, raggiungendo i livelli mostrati prima della crisi finanziaria
internazionale. L’America Latina si mantiene come principale destino dei
capitali cileni con il Perù che si posiziona al primo posto fra i paesi di
destinazione con una quota di partecipazione del 56%. Grazie soprattutto ad
investimenti nel settore retail la crescita degli investimenti cileni in questo
paese è stata dell’81%. Segue
Al termine di un lungo e complesso negoziato, le cui fasi finali hanno coinciso con i lavori stessi del Consiglio Ministeriale dell'OCSE riunitosi il 15 e 16 maggio 2007, è stato approvato a Parigi il pacchetto di decisioni sull'allargamento a nuovi Paesi e sulla cooperazione rafforzata con le economie emergenti destinato a ridisegnare il ruolo e la dimensione stessa dell'Organizzazione in un quadro economico internazionale in rapido mutamento sotto l'avanzare dei processi di globalizzazione.
Il pacchetto si compone di tre decisioni principali:
- mandato del Consiglio al Segretario Generale ad avviare i contatti per i negoziati di adesione con Cile, Estonia, Israele, Russia e Slovenia;
-
avvio di una
politica di rafforzamento delle relazioni tra l'Organizzazione e il Brasile,
- negoziato per la riforma del sistema di contribuzione al bilancio dell'Organizzazione, le cui conclusioni dovranno essere presentate alla Ministeriale 2008.
Gli inviti per negoziati di adesione a Cile,
Slovenia, Estonia, ed Israele sono stati estesi non tanto per le dimensioni
delle loro economie, ma per l'esemplarità delle loro esperienze. E' stata
inoltre fortemente sostenuta dall'Italia la decisione di aprire negoziati di
adesione con
L’Italia ha sempre guardato con estremo favore la prospettiva di ingresso del Cile quale membro a pieno titolo dell’OCSE.
L’approvazione di due importanti provvedimenti
legislativi (segreto bancario e responsabilità penale delle imprese) ha
preparato l’ingresso del Cile nell’OCSE. L’invito ufficiale ad aderire all’OCSE
è stato ottenuto il 15 dicembre 2009. L’ingresso del Cile nell’organizzazione
internazionale rappresenta un rilevante successo d’immagine per questo Paese,
che ha dimostrato di saper implementare politiche economiche virtuose a partire
dagli ultimi anni della dittatura militare e per tutti i 20 anni di governo
della Concertacion.
L’11 gennaio 2010 è avvenuta la firma da parte della Presidente Bachelet e del Segretario Generale dell’Organizzazione, Angel Gurria, dell’atto di accessione del Cile all’OCSE quale 31mo Paese membro.
L’Italia ha da sempre intrattenuto delle relazioni di amicizia con Santiago, relazioni che affondano le proprie radici nel contributo dato dalla nostra emigrazione allo sviluppo del Paese. Interrotti sul piano diplomatico durante la dittatura del generale Pinochet, i vincoli tra Italia e Cile, anche a livello di partiti, si sono in realtà approfonditi in quegli anni, grazie alla presenza nel nostro Paese di numerosi rifugiati politici che sarebbero divenuti la classe dirigente del Cile democratico.
Lo scambio di visite a livello bilaterale è aumentato di rilevanza e intensità negli ultimi anni, a testimonianza della forte azione di rilancio delle nostre relazioni con l’America Latina. In tale prospettiva, dopo la visita di Stato della Presidente Bachelet in Italia il 15-17 ottobre 2007, particolarmente significativa è stata la visita di Stato in Cile del Signor Presidente della Repubblica, il 17-18 marzo 2008[16]. Il nuovo Presidente cileno Sebastian Piñera ha infine effettuato una prima visita ufficiale in Italia dal 1 al 3 marzo 2011.
Tra gli incontri più recenti si ricorda la missione del Sottosegretario On. Prof. Scotti (25/28 marzo 2009), in occasione della quale è stato firmato il Piano di azione congiunto, strumento fondamentale per l’approfondimento delle relazioni bilaterali in tutti i campi. Tra gli altri si ricordano gli incontri tra il Presidente Fini e il Presidente del Senato cileno, Zaldivar, a giugno 2008, e tra lo stesso Fini e il Vice Presidente della Camera Ulloa (maggio 2008).
Il 6 maggio 2009 è avvenuto l’incontro fra il Sottosegretario Letta ed il Ministro alla Presidenza della Repubblica del Cile, José Antonio Viera Gallo. Tra i temi trattati, la candidatura Cile a OCSE, la riforma CdS, la crisi economica internazionale e il IV Vertice Italia – America Latina.
Il Sottosegretario Scotti ed il suo omologo Van Klaveren hanno lanciato, a margine della missione, il Gruppo di Lavoro Misto istituito dal Piano d’Azione Congiunto. La prima riunione del Gruppo di Lavoro ha avuto luogo a Roma il 28 gennaio 2011 ed ha costituito altresì incontro preparatorio in vista dell’importante visita ufficiale del Presidente Piñera.
Inoltre, dal 30 novembre al 2 dicembre 2009 si era svolta la visita in Cile del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Gen. Vincenzo Camporini, ricevuto dal Ministro della Difesa cileno, Francisco Vidal.
La posizione del Cile in tema di riforma del Consiglio di Sicurezza ONU è distante dalla nostra: Santiago è, infatti, favorevole all’aumento dei seggi sia permanenti che non permanenti e da tempo ha assunto l’impegno a sostenere le aspirazioni del Brasile. Il Cile ha poi esteso il suo appoggio anche alle candidature di Giappone India e Germania.
Si segnala, infine, che il Presidente Miguel Juan Sebastiàn Piñera Echenique ha presenziato, insieme alla moglie, alla cerimonia per i 150 anni dell’unità d’Italia, svoltasi il 2 giugno scorso, ma non ha tenuto incontri bilaterali, essendosi questi svolti in occasione della sua visita del 2 marzo 2011.
L'evento comporterà la realizzazione di attività di cooperazione e divulgazione delle rispettive culture nel territorio delll'altra parte, contemplando scambi nell'ambito delle arti visive, audiovisive, sceniche e delle rappresentazioni musicali, flocloristiche, letterarie, dell'artigianato, delle bibioteche ed archivi, del patrimonio fisico e morale, dell'architettura e del disegno. Il 30 giugno scorso sono state tracciate le linee guida ed è in via di predisposizione un Memorandum d'Intesa.
Il Cile ha assunto una valenza determinante e prioritaria per il nostro Paese in considerazione del forte aumento delle esportazioni di rame e prodotti derivati, il cui impiego nel sistema produttivo italiano è cresciuto in misura esponenziale. Nel 2008 oltre il 50% del totale del rame importato dal nostro Paese proveniva dal Cile[17]. Ciò ha fatto dell’Italia il terzo importatore mondiale del rame cileno, preceduto unicamente da Cina e Giappone. L’Italia si è confermata inoltre sempre nel corso del 2008 il secondo acquirente mondiale di cellulosa cilena, preceduta solo dalla Cina.
Dopo la forte contrazione delle nostre importazioni di rame e cellulosa verificatasi nel corso del 2009, considerata d’altronde una fase transitoria e legata al rallentamento della nostra industria di trasformazione a causa della crisi mondiale e del conseguente calo delle vendite, durante i primi mesi del 2010 l’Italia si è di nuovo posizionata fra i principali acquirenti delle più importanti commodities cilene. Le importazioni di rame dal Cile sono cresciute del 134,8% rispetto al primo semestre del 2009 mentre le importazioni di cellulosa hanno fatto registrare una crescita del 45%.
Oltre all’importanza strategica quale compratore di materie prime, l’Italia è considerata dalle locali Autorità politico-economiche un partner prioritario sia per la notevole crescita dell’interscambio commerciale nel corso degli ultimi anni (al terzo posto nel 2009 tra i membri della UE è salita al primo posto nel corso del primo semestre 2010) sia quale modello per lo sviluppo nel Paese di un sistema produttivo trainato dal successo e dal radicamento nel territorio di piccole e medie imprese, che occupano l’80% della popolazione, ma contribuiscono solo al 20% del PIL nazionale per mancanza di capacità esportative.
Non considerando la contrazione avvenuta nel corso
del
Va sottolineato che negli ultimi anni varie aziende di distinti settori e dimensioni (Enel, Astaldi, Ritrama, Enartis, Maire Tecnimont, Impresilo, Salini, Segafredo, ecc.) hanno aperto uffici a Santiago e guardano con fiducia alle opportunità che questo mercato può offrire loro. Caso speciale è quello di Ritrama, azienda lombarda del settore autoadesivi, che ha investito nella costruzione di uno stabilimento modello avendo deciso di stabilire in Cile la propria base di operazione per tutto il continente americano con l’obiettivo di produrre in loco per esportare senza dazi negli USA, in Cina e in Giappone.
Data la complementarietà delle due economie (Cile esporta commodities - rame, molibdeno, ortofrutta, cellulosa, farina di pesce e necessita di macchinari e tecnologia; Italia importa commodities e esporta prodotti industriali d’eccellenza) e tenendo conto del limitato dialogo esistente tra i due ambienti economici nazionali, risulta fondamentale approfondire e rafforzare l’effettiva comunicazione e scambio di informazioni tra i due Paesi sia a livello politico, come già si sta facendo con eccellenti risultati, sia a livello economico-industriale. Nonostante le ridotte dimensioni del mercato nazionale, se confrontato con quello di potenze regionali come Messico e Brasile, il Cile risulta particolarmente attrattivo per gli operatori economici internazionali in quanto si propone come Paese piattaforma, da cui raggiungere le principali aree economiche e commerciali, in speciale modo i Paesi dell’area Asia-Pacifico, con la maggioranza dei quali ha sottoscritto trattati di libero commercio.
Nel 2010, secondo i dati ISTAT, è stata registrata una ripresa dell’interscambio commerciale bilaterale che è salito a 2,5 miliardi di euro, con un incremento di quasi un miliardo di euro rispetto all’anno precedente e solo leggermente inferiore al valore di 2,7 miliardi riportato nel 2008. La bilancia commerciale si è chiusa con un saldo a nostro sfavore di circa 1,2 miliardi di euro a fronte di un disavanzo di soli 0,5 mld riportato nell’anno precedente.
Le esportazioni italiane sono state pari nel
Negli anni ’90, il Cile si é nuovamente aperto agli
investimenti italiani. Nel 1995 é stato firmato l’Accordo per
In questi ultimi anni si è registrata una
trasformazione degli investimenti italiani nel Paese, caratterizzata dalla
liquidazione di importanti investimenti diretti: dismissione del Banco
Sudameris[18],
vendita della Parmalat al Gruppo cileno Bethia Solari, l’uscita della Telecom,
avvenuta nel gennaio
La fuoriuscita dal Cile di Telecom è stata più recentemente compensata dal rafforzamento della presenza di ENEL, che opera nel Paese già da diversi anni operando due centrali elettriche e si appresta - grazie alla conclusione di accordi di cooperazione con grandi imprese statali – a divenire il principale attore geotermico in Cile ed il primo in America Latina. La presenza dell’azienda italiana nel Paese si è ulteriormente rafforzata con l'acquisizione degli attivi di Endesa in America Latina dalla partner Acciona. L'operazione conclusa nel 2009, segna il ritorno in forze a Santiago di una grande impresa italiana e, quale immediata conseguenza, un decisivo incremento - sia pure attraverso la controllata spagnola - della quota italiana di investimenti nel Paese. Endesa controlla, infatti, quasi il 50% della generazione elettrica del paese e il principale distributore locale Chilectra (1 milione di clienti). Enel, tramite Endesa, oltre alla costruzione di ulteriori due centrali termoelettriche a carbone, ha come obiettivo, come Enel Green Power, a media scadenza l'inaugurazione della prima centrale geotermica in Latinoamerica oltre che, più in là, la costruzione, in collaborazione con la cilena Colbun, del sistema di centrali idroelettriche 'Hidroaysen', con un investimento di oltre 5 miliardi di dollari.
Il progetto “Hidroaysen”, è promosso da un consorzio formato al 50% da Endesa (ENEL) e al 50% dal gruppo cileno Colbun, e prevede la costruzione delle cinque centrali idroelettriche nella regione Aysen (Patagonia cilena). La sua realizzazione è duramente contestata da gruppi ecologisti interni e internazionali, per i temuti danni ambientali e al sistema idrico della regione.
Nel maggio 2011,
La decisione della Commissione ha scatenato vive proteste di piazza in gran parte del Paese. Mentre non è ancora chiaro quale sarà la via sceglieranno gli oppositori al progetto cileni ed internazionali[19], risulta ora palese che il Governo sta appoggiando, ora con maggior enfasi dopo la decisione della Commissione di Valutazione Ambientale, questo ed altri progetti che dovranno garantire nel medio periodo un aumento sostanziale della capacità di produzione energetica del Paese.
Nell’estate 2007, inoltre, l'impresa italiana "Maire Engineering", societá operativa del Gruppo Maire Tecnimont, in consorzio con la slovacca SES (Slovenske Energetiche Strojarne) ha firmato due contratti per la costruzione di centrali elettriche. Il primo siglato con l'impresa Colbún per la costruzione di una centrale termoelettrica con un investimento superiore ai 500 milioni di US$. Il secondo contratto è stato sottoscritto con Endesa Chile per la costruzione di una centrale a carbone, con un investimento di analogo ammontare.
Nel 2008 la società Astaldi si è aggiudicata un importante contratto per la costruzione
di tre centrali idroelettriche a circa
Sempre nel settore energetico è da segnalare la presenza della piacentina Intergas, facente capo al gruppo Garfin e attiva nella distribuzione di gas a uso industriale e residenziale in alcune città della VIII e IX regione; della piemontese Idroenergia, in procinto di realizzare 7 progetti per la generazione di energia idroelettrica che comporteranno un investimento complessivo di oltre 200 milioni di US$; e dalla veneta Sorgente, che ha inaugurato nel 2009 una minicentrale senza invaso.
La riqualificazione della presenza imprenditoriale italiana è avvenuta inoltre con l’aggiudicazione di progetti in concessione ad imprese di lavori civili, come nel caso di Impregilo (costruzione autostrada urbana di Santiago denominata Costanera Norte) e Torno (costruzione di due gruppi di carceri). Impregilo ha ceduto la propria quota di partecipazione (77%) al Consorzio formato da Autostrade (ora Atlantia SpA) e Gavio, che con l’acquisto delle restanti quote appartenenti ai partner cileni (Costructora Fe Grande e Tecsa) ha assunto il controllo totale dell’autostrada Costanera Norte.
Il gruppo italiano Atlantia SpA, (già Autostrade SpA) e’ divenuto, a seguito
dell’acquisto dalla spagnola Acciona, del 50% della concessione relativa
all’autostrada urbana Vespuccio Sur[20], il
secondo operatore cileno per chilometri controllati, e il primo in termini di
ricavi annui controllando in Cile 6 autostrade urbane e regionali per un totale
di
Il gruppo italiano -- di cui e' prossima la quotazione nella borsa locale -- si appresta ad ulteriori espansioni in Cile, sia partecipando a licitazioni del Ministero delle Infrastrutture, sia in proprio mediante la costruzione di tratti urbani previsti dal piano infrastrutturale della capitale.
Il Gruppo Ansaldo, operativo nella fornitura di turbine (Ansaldo-Energia), è interessato alla licitazione pubblica, che dovrebbe aprirsi il prossimo novembre, delle due nuove linee della Metro di Santiago.
Interessanti possibilità di cooperazione si presenti nel settore dell’industria per la difesa. Agusta-Westland ha vinto la gara di fornitura di quattro elicotteri ai Carabineros de Chile. Finmeccanica intende accrescere la propria presenza sul mercato cileno, partecipando a diverse gare che saranno prossimamente finalizzate dalle Forze Armate cilena. AerMacchi (con gli aerei M-311 e M-346) è interessata a partecipare alla gara internazionale che l’Aeronautica militare cilena dovrebbe bandire per la fornitura di un nuovo aereo addestratore. In questa prospettiva, Aermacchi ha sottoscritto, nel marzo 2008, un accordo di cooperazione industriale rivolto a tutti i Paesi dell’America Latina con l’impresa aeronautica nazionale ENAER, finalizzato proprio alla costruzione del M346. Altre aziende, quali Oto Melara, Wass e Fincantieri, da tempo attive in Cile, stanno rafforzando la loro presenza. Alenia è in contatto con le FF.AA. cilene per la possibile vendita di velivoli da trasporto. Alcatel Alenia Space è in competizione con altre imprese europee per la fornitura di un satellite a uso civile e militare.
L’incentivo di un sistema di PMI e di distretti industriali apre inoltre un grande spazio d’inserimento agli imprenditori italiani interessati ad investire in Cile e all’internazionalizzazione delle nostre PMI. Il Cile ha più volte manifestato il proprio interesse a studiare e, con gli opportuni aggiustamenti, “riprodurre” in loco il sistema italiano delle PMI[21] (legislazione di appoggio alle PMI, sistema di credito, distretti industriali, consorzi all’esportazione). Anche il nuovo Governo del Presidente Piñera è conforme a questo indirizzo considerando le PMI fondamentali per lo sviluppo economico del Paese e per l’aumento dell’occupazione.
INCIDENZA INTERSCAMBIO SUL COMMERCIO ESTERO ITALIANO |
2010 |
Esportazioni verso il Cile sul totale delle esportazioni italiane |
0,190% |
Importazioni dal Cile sul totale delle importazioni italiane |
0,525% |
Fonte: ISTAT |
|
Principali prodotti esportati (gruppi ATECO3 - in milioni di euro) |
2009 |
2010 |
Var % |
282 - Altre macchine di impiego generale |
69,7 |
83,8 |
20,2 |
281 - Macchine di impiego generale |
70,0 |
81,3 |
16,0 |
289 - Altre macchine per impieghi speciali |
66,7 |
80,4 |
20,6 |
283 - Macchine per l'agricoltura e la silvicoltura |
15,9 |
28,1 |
76,6 |
271 - Motori, generatori e trasformatori elettrici; apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell'elettricità |
31,2 |
27,1 |
-13,1 |
171 - Pasta-carta, carta e cartone |
8,1 |
20,8 |
158,1 |
259 - Altri prodotti in metallo |
6,0 |
19,8 |
232,3 |
222 - Articoli in materie plastiche |
11,8 |
17,2 |
45,9 |
284 - Macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili |
9,5 |
16,0 |
68,9 |
273 - Apparecchiature di cablaggio |
12,8 |
15,5 |
20,7 |
293 - Parti ed accessori per autoveicoli e loro motori |
9,0 |
14,6 |
62,6 |
291 - Autoveicoli |
4,4 |
14,6 |
231,9 |
325 - Strumenti e forniture mediche e dentistiche |
8,2 |
13,0 |
58,2 |
201 - Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie |
8,7 |
10,1 |
17,0 |
Principali prodotti importati (gruppi ATECO3 - in milioni di euro) |
2009 |
2010 |
Var % |
244 - Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi; combustibili nucleari |
721,7 |
1.472,5 |
104,0 |
171 - Pasta-carta, carta e cartone |
118,4 |
205,5 |
73,5 |
012 - Prodotti di colture permanenti |
81,4 |
88,6 |
8,9 |
102 - Pesce, crostacei e molluschi lavorati e conservati |
40,9 |
48,5 |
18,6 |
072 - Minerali metalliferi non ferrosi |
16,4 |
17,7 |
8,1 |
103 - Frutta e ortaggi lavorati e conservati |
15,8 |
16,9 |
6,7 |
162 - Prodotti in legno, sughero, paglia e materiali da intreccio |
12,3 |
13,9 |
13,3 |
101 - Carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne |
20,5 |
10,7 |
-47,9 |
201 - Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie |
14,8 |
10,5 |
-28,8 |
131 - Filati di fibre tessili |
6,9 |
6,4 |
-7,7 |
INVESTIMENTI E DISINVEST. DIRETTI ITALIANI E CILENI IN ITALIA |
||||||
ANNO |
INV. ITAL. |
DIS. ITAL. |
SALDO |
INV. CILENI |
DIS. CILENI |
SALDO |
2006 |
5.320 |
690 |
+4.630 |
N.D. |
N.D. |
N.D. |
2007 |
12.812 |
99.857 |
-87.045 |
N.D. |
N.D. |
N.D. |
2008 |
16.311 |
628 |
+15.683 |
N.D. |
N.D. |
N.D. |
2009 |
17.050 |
328 |
+16.722 |
989 |
736 |
+253 |
Fonte: Banca d’Italia – Valori in migliaia di Euro |
||||||
|
||||||
ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE DEBITORIA |
||||||
Ultima intesa Club di Parigi: |
Il Cile ha fatto ricorso 4 volte al Club di Parigi, l'ultima in data 2/4/87 |
|||||
Ultimo accordo bilaterale applicativo con l'Italia |
|
|||||
Fonte: Ministero Affari Esteri
|
||||||
ESPOSIZIONE SACE (milioni di Euro) |
||||||
Categoria di rischio (cat. OCSE) |
2 (su 7 rischio massimo) |
|||||
Portafoglio Garanzie Deliberate al 30.06.2010 |
243,7 |
(milioni di euro) |
||||
Perfezionate |
200,9 |
|
||||
di cui: erogato |
199,2 |
|
||||
Fonte: SACE |
La presenza delle imprese italiane in Cile e’ in
forte espansione negli ultimi anni, in controtendenza rispetto all’uscita di
Banco Sudameris, Telecom e Parmalat nei primi anni 2000.
La chiave delle relazioni bilaterali e’ ancora lo scambio tra materie prime cilene e macchinari e tecnologia italiani. Il rame raffinato gioca un ruolo primario sia per il peso sull’interscambio sia perché oltre la metà di tale metallo importato in assoluto dall’Italia proviene dal Cile, creando un legame strategico molto particolare.
Sono sostanzialmente tre le società italiane che
gestiscono tale ingente flusso commerciale: il gruppo KME di Firenze,
Settore prioritario è oggi quello energetico. Con l’acquisizione di Endesa da parte di Enel, il gruppo italiano controlla oggi più della metà della generazione elettrica del Paese e una importante quota della distribuzione. Importanti sono le prospettive per le energie rinnovabili non convenzionali: geotermico, eolico, solare termodinamico. Enel sta concentrando a Santiago il suo centro operativo per l’America Latina. Enel, tramite Endesa, oltre alla costruzione di ulteriori due centrali termoelettriche a carbone, ha come obiettivo, come EGP, a media scadenza l'inaugurazione della prima centrale geotermica in Latinoamerica oltre che, più in là, la costruzione, in collaborazione con la cilena Colbun, del sistema di centrali idroelettriche 'Hidroaysen', con un investimento di oltre 5 miliardi di dollari (anche se la realizzazione è duramente contestata da gruppi ecologisti interni e internazionali, per asseriti danni ambientali al sistema idrico della Patagonia cilena). L’investimento del gruppo, attraverso le sue controllate, e’ di massima rilevanza. Nelle statistiche compare tuttavia ascritto alla Spagna, in quanto Endesa ha sede a Madrid. Sono presenti anche società italiane di minori dimensioni, specializzate nella costruzione di minicentrali idroelettriche come Sorgent-e e Hydroenergia.
La recente inaugurazione del ri-gassificatore di Quintero (primo impianto del genere in Sudamerica) dovrebbe risolvere i problemi di approvvigionamento causati dalle mancate forniture argentine ad Intergas, società italiana che ha costruito una rete di distribuzione del gas naturale nel sud del Paese.
Nonostante le esportazioni italiane verso il Cile siano aumentate del 70% negli ultimi 4 anni, occorre continuare ad incentivarle per equilibrare l’interscambio.
In particolare, le imprese italiane possono guadagnare spazio, oltre che nel settore minerario, in quello agro-alimentare. Si tratta di ambiti produttivi che oltrepassano i limiti del mercato cileno, servendo ciascuno centinaia di milioni di consumatori nel mondo. Il fenomeno della contro-stagione e la grande esperienza italiana rendono il nostro Paese un partner prioritario per il Cile nel settore frutticolo, vitivinicolo e dell’acquicoltura. Non solo i nostri macchinari sono una delle voci più importanti dell’export verso il Cile, ma tutti i servizi aggiuntivi sono interessati al settore, come il packaging, la logistica e la catena del freddo. Se il commercio procede molto positivamente, si registrano ancora pochi investimenti diretti italiani in questi settori, fatta eccezione per alcune cantine di produzione vinicola. Molte sono quelle di proprietà di italo-cileni. Ferrero ha avviato la coltivazione di nocciole su ampie estensioni agricole.
Il Cile persegue ambiziosi obiettivi anche in un altro settore dove l’Italia gioca oggi un ruolo prioritario: quello delle grandi infrastrutture. Società italiane stanno realizzando grandi centrali termoelettriche (Maire-Tecnimont) e idroelettriche (Astaldi), nel caso di quest’ultima non solo come “contractor” ma con partecipazione nel capitale. Anche nel settore infrastrutturale l’Italia ha un fiore all’occhiello: l’autostrada urbana Costanera Norte realizzata da Impregilo e ora gestita da un consorzio che vede la partecipazione di Atlantia, Gavio e Mediobanca. Altre concessioni sono state recentemente acquisite dal gruppo, che controlla 2/3 della rete autostradale urbana della capitale.
Opportunità molto interessanti si stanno aprendo per la costruzione, spesso attraverso il meccanismo delle concessioni, di centrali elettriche, autostrade, ferrovie, carceri ed ospedali. Tra le nuove società interessate Inso e Trevi.
Il Gruppo Ansaldo, operativo nella fornitura di turbine (Ansaldo-Energia), è interessato alla licitazione pubblica, che dovrebbe aprirsi il prossimo novembre, delle due nuove linee della Metro di Santiago.
Turismo, tecnologia per l’ambiente e per la gestione dei rifiuti e dei residui chimici industriali, impianti per comprensori sciistici, cantieristica navale (marina e lacustre) sono settori di nicchia di un certo interesse.
Interessante il caso di Ritrama, società leader
mondiale nei materiali autoadesivi, che ha aperto uno stabilimento in Cile nel
2008, per sfruttare la rete di Trattati di Libero Commercio di questo Paese,
che consentono di raggiungere senza dazi l’80% del PIL mondiale e un mercato
potenziale di 3.5 miliardi di consumatori. L’investimento di Ritrama non appare
nelle statistiche perché realizzato attraverso la controllata spagnola per
ragioni fiscali legate all’assenza di un Trattato contro
Tra i casi piu’ recenti di apertura di uffici di
società italiane, si segnala
Un ultimo accenno meritano i progressi compiuti nel settore dell’industria della Difesa, con le prime commesse ottenute da società del gruppo Finmeccanica: elicotteri Agusta-Westland, dispositivi elettronici di Elsag Datamat (che ha una filiale in Cile), siluri della Wass, per citare le più rilevanti. Nuove opportunità si profilano per il futuro, in un Paese che vanta le più moderne FF.AA. latinoamericane.
Nel settore “retail” sono infine presenti con punti vendita monomarca molte firme della moda (Armani, Ferragamo, Max Mara, Benetton, Brooks Brothers, Geox, ecc.) e del design italiano (la italiana Horm ha concesso le licenze di produzione con il suo marchio di una linea di mobili ad una azienda cilena), oltre ad una vasta gamma di prodotti gastronomici, importati da società cilene. Presenti anche con rete di vendita il gruppo Fiat (con anche Ferrari, Maserati e Alfa Romeo) e Pirelli pneumatici.
E’ presente un Ufficio di rappresentanza di Intesa San Paolo.
Merita un ultimo cenno il fatto che i primi due gruppi per capitalizzazione della Borsa cilena sono italo-cileni.
Va, infine, segnalata una recente iniziativa di rilancio della presenza in Cile e nell’America latina del Gruppo DeLonghi (tra i leader nel settore degli elettrodomestici da cucina, riscaldamento e aria condizionata in Europa, Brasile, Australia, Stati Uniti). DeLonghi, già presente in Cile con vari distributori locali da alcuni anni, senza tuttavia conseguire una quota di mercato rispondente alle proprie strategie imprenditoriali, ha deciso, di aprire a Santiago un proprio ufficio regionale, congiuntamente a Kenwood (di proprietà dello stesso gruppo italiano), che affiancherà la struttura esistente a San Paolo - competente per il Brasile - come base strategica per logistica e distribuzione. Per il Gruppo italiano il Cile rappresenta il primo passo di una decisa espansione regionale in tutto il cono australe del continente latinoamericano.
Tra i due Paesi è in vigore l’Accordo di
Collaborazione Culturale, firmato il 18 aprile
Il Protocollo Esecutivo di Collaborazione Culturale, firmato a Roma il 28.02.02 era valido fino al 2004. Il III° Programma Esecutivo è in fase di negoziazione. Si sta procedendo al confronto e alla sintesi tra la proposta italiana già diramata alle Amministrazioni competenti e una proposta cilena pervenuta successivamente.
La firma del Protocollo Esecutivo di Collaborazione Scientifica e Tecnologica per ragioni di carattere tecnico-finanziario riconducibile all’organizzazione amministrativa cilena è stata più volte rimandata. La parte cilena ha ultimamente manifestato interesse ad avviare il negoziato. Potenziali settori di interesse reciproco per la ricerca scientifica: ambiente, biotecnologie ed energie alternative. Il 16 ottobre 2007 è stato firmato a Roma il nuovo Accordo di cooperazione S&T, non ancora ratificato, per cui l’eventuale PE farebbe ancora riferimento all’Accordo del 1991.
Per quanto riguarda la collaborazione interuniversitaria tra l’Italia e il Cile, essa ha registrato un notevole impulso negli ultimi cinque anni, con ipotesi di ulteriori sviluppi soprattutto nei settori scientifici e tecnologici. Da Indagine CONICS (2005) risultano 95 collaborazioni. Tra le Università italiane, particolarmente attive risultano le Università di Roma Tre, Genova, Ferrara, Pisa, Napoli Federico II, Bologna, Siena, Cagliari, Venezia IUAV, Torino Politecnico, Milano Politecnico e Milano Bocconi. Numerosi gli accordi finanziati dal MIUR per programmi integrati con rilascio di titoli finali.
Di particolare rilievo il Programma esecutivo del
Progetto MOOKP Chile di Alta Chirurgia Oftalmologia fra l’Università della
Tuscia e
L’insegnamento dell’italiano è impartito presso associazioni private e presso l’Istituto Italiano di Cultura. L’italiano è insegnato, a livello universitario, in corsi complementari o facoltativi. Da segnalare l’istituzione, in via sperimentale, di un Diploma di Studi Italiani inserito nella Facoltà di Storia e geografia dell’Università Cattolica di Santiago. Inoltre, l’Istituto di Cultura ha una convenzione con l’Università per Stranieri di Siena per la somministrazione delle certificazioni d’italiano CILS. L’Ambasciata d’Italia ha attivato contatti con l’Università di Valparaiso per l’istituzione di una Cattedra di Italianistica. Da segnalare l’VIII Settimana della Lingua nel Mondo: “L’italiano in piazza”(20-26 ottobre 2008).
Per quanto riguarda le Istituzioni Scolastiche Italiane, dal 1930 il complesso scolastico italiano privato paritario "V. Montiglio" situato a Santiago ha un programma bilingue cileno-italiano.
In Cile è presente un Istituto Italiano di Cultura a Santiago.
La collettività italiana in Cile
Al 31.12.2010 la collettività italiana ammontava a 54.932 connazionali
iscritti all’Anagrafe consolare (terza per consistenza dopo quella spagnola e
quella tedesca). La maggior parte dei connazionali risiede a Santiago,
Valparaiso e Vina del Mar e, in minor misura, a Concepción,
L’emigrazione italiana in Cile ha avuto inizio nella seconda metà XVI secolo. A partire dalla seconda metà del XIX secolo si registra un aumento del numero di connazionali e nel secondo dopoguerra hanno luogo gli ultimi flussi migratori consistenti, che hanno consentito alla collettività di raggiungere le attuali dimensioni.
2. Processo d’integrazione della comunità italiana nella società
Gli italiani sono ben integrati e godono, in generale, di buone condizioni socio-economiche, ricoprendo di frequente posizioni di rilievo nei settori economici, politici ed accademici. Nell’ultima legislatura sono stati eletti 18 deputati di origine italiana (V. all. 1).
Dopo il ritorno del Paese alla democrazia, si è inoltre riscontrato un ritorno di attenzione per l’Italia e la sua cultura, che ha fornito l’opportunità per rinnovare i legami, che erano stati pressoché interrotti nel periodo del regime militare.
3. COMITES
La collettività italiana in Cile è rappresentata da un Comitato degli Italiani all’Estero eletto nella città di Santiago. Nel 2010 il finanziamento erogato è stato di 21.550 euro; nel 2011 è stato assegnato un finanziamento per 19.730 euro.
4. CGIE
Il Cile è attualmente rappresentato all’interno del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero da 2 Consiglieri:
· Primo Siena, residente a Santiago
· Paolo Castellani, residente a Santiago
5. Associazioni
Numerose sono le Istituzioni e gli
Enti creati dalla collettività, sia nella capitale che nel resto del Paese. Fra
loro spiccano: il COIA (Comitato di Assistenza per gli italiani indigenti) di
Santiago,
La scuola italiana “Vittorio Montiglio” di Santiago, con circa 2.000 studenti, è la più grande scuola italiana dell’America Latina. Da segnalare anche la scuola “Arturo dell’Oro” di Valparaiso, creata dalla collettività italiana negli anni ‘20 del XX secolo.
6. Elezioni
Alle consultazioni legislative del
7. Assistenza diretta ed indiretta
Per quanto riguarda l’assistenza diretta in favore dei nostri connazionali indigenti, nel corso del 2010, sono stati erogati finanziamenti per un totale di 82.210,46 euro. Nel 2011 è stato assegnato un finanziamento pari a 68.100,00 euro.
Per quanto riguarda l’assistenza indiretta, nel corso del 2011 è prevista l’erogazione dei seguenti finanziamenti per un totale di Euro 24.000.
Cile |
|
COMITATO ITALIANO ASSISTENZA di Santiago |
5.000 |
SOCIETA’ FEMMINILE ITALIANA DI BENEFICENZA “HOGAR ITALIANO”di Santiago |
14.000 |
S.I.B.di Valparaiso ( Santiago) |
5.000 |
TOTALE |
24.000 |
Allegato 1
Parlamentari di origine italiana: aggiornato all’8.06.2011
PARLAMENTARI DI ORIGINE ITALIANA: 19
On. Enrique ACCORSI OPAZO |
CITTADINO ITALIANO |
Sen. Isabel ALLENDE BUSSI |
|
On. Nino BALTOLU RASERA |
CITTADINO ITALIANO |
On. Mario BERTOLINO RENDIC |
CITTADINO ITALIANO |
Sen. Carlos BIANCHI CHELECH |
|
On. Giovanni CALDERON BASSI |
|
On. Guillermo CERONI FUENTES |
|
On. Maria Angelica CRISTI MARFIL |
|
On.Roberto DELMASTRO NASO |
CITTADINO ITALIANO |
On. Cristina GIRARDI LAVIN |
|
Sen. Guido GIRARDI LAVIN |
|
On. Marta Eliana ISASI BARBIERI |
|
On. Pablo LORENZINI BASSO |
CITTADINO ITALIANO |
On. Adriana MUÑOZ D'ALBORA |
|
Sen. Fulvio ROSSI CIOCCA |
CITTADINO ITALIANO |
On. Marcela SABAT FERNANDEZ |
CITTADINO ITALIANO |
On. Eduardo SAFFIRIO SUAREZ |
CITTADINO ITALIANO |
On. Alejandro SANTANA TIRACHINI |
|
On. Arturo SQUELLA OVALLE |
|
MEMBRI DI GOVERNO DI ORIGINE ITALIANA: 1
ANDRES IACOBELLI DEL RIO (cittadino italiano) Vice Ministro dell’Edilizia e dell’Urbanismo
ALTRE PERSONALITA’ ITALIANE O DI ORIGINE ITALIANA:
Mons. Riccardo Ezzati Arcivescovo di Santiago
Jose’ de Gregorio Presidente della Banca Centrale
Roberto Angelini Imprenditore, proprietario di uno dei grandi Gruppi cileni
Juan Cuneo Imprenditore, proprietario di uno dei grandi Gruppi cileni
Juan Colombo Membro e già Presidente del Tribunale Costituzionale
Vittorio Corbo Ex Presidente della Banca Centrale
Virginia Reginato Sindaco Viña del Mar
Francisco Brugnoli Direttore Museo Arte Contemporanea Santiago
Romolo Trebbi Architetto e professore universitario
Claudio di Girolamo Artista, Premo Nazionale
Umberto Giannini Filosofo, Premio Nazionale
Flavio Nervi Medico, Vice Decano Facoltá di Medicina Univ. Cattolica
Pierpaolo Rosso Medico, ex Rettore Pontificia Univ. Cattolica
Ernesto Ottone Direttore Cattedra Gobalizzazione Univ. Diego Portales
Tomás Mosciatti Giornalista, direttore radio cilena Bio Bio
RAPPORTI PARLAMENTARI
ITALIA-CILE
Presidente della Camera dei deputati |
Patricio MELERO Abaroa (Union Democrata Independiente) dal 15 marzo 2011 |
Presidente del Senato |
Guido GIRARDI Lavin (Partido por |
Ambasciatore italiano a Santiago:
Vincenzo Palladino
Ambasciatore cileno in Italia:
Oscar Francisco Javier Godoy Arcaya (18/11/2010)
Corrispondenza |
Il
Presidente Fini, il 15 ottobre
Il 12 febbraio 2010, il Presidente Fini ha trasmesso una lettera di felicitazioni al neo Presidente eletto della Repubblica del Cile, Sebastián Piñera, a cui il Presidente cileno ha risposto nel successivo mese di aprile.
Anche
in occasione dell’elezione a Presidente della Camera dei deputati cilena
dell’on. Alejandra Sepúlveda Orbenes, il Presidente Fini, il 23 marzo
Il 2 marzo 2010, un messaggio di cordoglio è stato inviato dal Presidente Fini, all’allora Presidente della Camera dei deputati del Cile, on. Rodrigo Álvarez Zenteno, in occasione del violento terremoto che aveva colpito il Cile il 27 febbraio precedente.
Incontri del Presidente della Camera |
Il 3 maggio 2011, Presidente della Camera
dei deputati, on. Gianfranco Fini, ha ricevuto il Presidente della Camera dei deputati del Cile, on. Patricio Melero,
in Italia per assistere alla cerimonia di beatificazione di Papa Giovanni Paolo
II. Durante il colloquio, nell’ambito del quale è stata sottolineata la
positiva collaborazione parlamentare tra le due Camere, il Presidente Melero ha
manifestato l’interesse cileno ad approfondire le questioni legate agli
strumenti di valutazione di impatto legislativo, anche in relazione alla
recente creazione, presso
Il 25 giugno e il 26 novembre 2009 il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha partecipato alle colazioni organizzate dagli Ambasciatori del Gruppo Latino-Americano e Caraibi (GRULAC)[24], alle quali per l’Ambasciata del Cile era presente l’ambasciatore Cristián Barros Melet.
Il 26 gennaio 2009, il Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, ha incontrato l’Ambasciatore del Cile a Roma, Cristián Barros. Nel corso dell’incontro il Presidente Fini ha sottolineato l’importanza del ruolo del Cile nell’area per la sua democrazia consolidata e ha confermato l’impegno italiano per l’approfondimento delle relazioni. Durante il colloquio sono state esaminate questioni inerenti alla crisi finanziaria mondiale, al ruolo dell’Europa e alla nuova amministrazione americana.
Il 18 giugno 2008, il Presidente Fini ha ricevuto la visita del Presidente del Senato del Cile, Adolfo Zaldivar Larrain.
Durante l’incontro, svoltosi in un clima di cordialità, sono stati sottolineati l’ottimo andamento delle relazioni bilaterali e la comune volontà di rafforzare la collaborazione a livello parlamentare. A tale proposito, il Presidente Fini ha comunicato di aver ricostituito la parte italiana del Gruppo di collaborazione parlamentare italo-cileno, la cui prima riunione con lo svolgimento del relativo seminario sul tema “Parlamento, Politica e cittadinanza” potrà quindi aver luogo a breve. Il Presidente Zaldivar, dopo aver reiterato l’invito al Presidente della Camera a visitare il Cile, ha ricordato i profondi legami tra i due Paesi ed ha espresso parole di elogio nei confronti della comunità italiana in Cile che costituisce un importante segmento della società sia in termini di iniziativa imprenditoriale, sia a livello culturale. Il Presidente Fini ha confermato l’intenzione di recarsi in visita ufficiale in Cile nel mese di marzo 2009.
Il 30 maggio 2008, il Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, ha ricevuto la visita del Vice Presidente della Camera dei deputati cilena dell’epoca, on. Jorge Iván Ulloa Aguillón.
In tale occasione il Vice Presidente Ulloa ha consegnato al Presidente Fini una lettera del Presidente della Camera cilena, Juan Bustos Ramírez[25], nella quale auspica che venga ricostituita quanto prima la parte italiana del Gruppo di collaborazione, prevista dal Protocollo, al fine di realizzare le iniziative già concordate durante la precedente legislatura. Il Presidente Fini, nel confermare l’interesse della Camera all’approfondimento delle relazioni bilaterali con il Cile, ha espresso rammarico per il mancato svolgimento del seminario, previsto per il mese di marzo 2008, e ha comunicato di aver già confermato l’on. Castagnetti a presiedere il Gruppo nell’attuale legislatura, incaricandolo di formare la delegazione che potrà poi realizzare il seminario, possibilmente nel mese di marzo 2009. Il Vice Presidente Ulloa ha invitato il Presidente Fini in Cile, preannunciando anche una lettera ufficiale del Presidente Bustos Ramírez in tal senso. Il Presidente della Camera ha dato la sua disponibilità ad accettare l’invito, possibilmente durante la prossima primavera. Sono state poi prese in esame questioni relative all’ordinamento interno dei due Paesi e alla necessità di ridefinire gli assetti istituzionali, al fine di rispondere alle esigenze dei cittadini che, spesso disattese, hanno generato un’ondata di antipolitica che il Vice presidente Ulloa ha dichiarato essere presente anche in Cile.
Altri incontri |
Il 9 giugno 2010, l’on. Pier Ferdinando Casini ha incontrato il Ministro della Difesa cileno, Jaime Ravinet.
Protocollo di collaborazione |
Il 1° giugno 2004 i Presidenti delle due Camere hanno sottoscritto, a
Roma, un Protocollo di collaborazione parlamentare, tra
Il Gruppo è presieduto dall’on. Pierluigi Castagnetti
(PD), Presidente della Giunta per le autorizzazioni, ed è composto dagli onn.
Sesa Amici (PD), Fabio Evangelisti (IdV), Giorgio
A seguito del rinnovo della Camera dei Deputati cilena, la parte cilena è presieduta, come in occasione della prima riunione, dall’onorevole Roberto Delmastro Naso (Partido Renovación Nacional) ed è composta dagli onorevoli Mario Bertolino Rendic (Partito Renovación Nacional), Giovanni Calderón Bassi (Unione Democratica Indipendente), Pablo Lorenzini Basso (Partido Demócrata Crisiano – DC)[26] e Alejandro Santana Tirachini (Partito Renovación Nacional).
Attività del Gruppo di collaborazione
Il 5 aprile 2011, il Presidente della parte italiana, on. Pierluigi Castagnetti, ha incontrato l’Ambasciatore cileno, Godoy, in vista della preparazione della seconda riunione del Gruppo, che si terrà a Roma il 12 luglio 2011.
Una delegazione parlamentare cilena, guidata dal secondo Vice Presidente della Camera Ivan Moreira (UDI) e composta dagli onn. Ramon Farias, (PPD), Patricio Hales (PPD), Josè Antonio Kast (UDI) e Cristian Mockeberg (RN) è stata in visita alla Camera il 2 marzo 2011. La delegazione è stata ricevuta dal Presidente del Gruppo di collaborazione italiano, Pierluigi Castagnetti e dagli altri membri del Gruppo.
Il 27 marzo
2009, il Presidente della parte italiana del Gruppo di collaborazione
parlamentare Italia-Cile, on. Castagnetti,
ha incontrato una delegazione della Camera dei Deputati del Cile,
guidata dall’ex Presidente della Camera, on.
Pablo Lorenzini Basso, che nel 2004 sottoscrisse il Protocollo di
collaborazione insieme al Presidente Casini, sulla base del quale si è
costituito il Gruppo di collaborazione parlamentare. La delegazione è stata
successivamente ospite dell’on. Giorgio
Il 21 gennaio 2009 il Presidente del Gruppo di collaborazione italo-cileno, on. Pierluigi Castagnetti, ha incontrato l’ambasciatore del Cile in Italia, Cristian Barros. Nell’incontro, l’ambasciatore Barros ha sottolineato l’importanza di tornare ad un rapporto fluido con l’Italia che costituisce, insieme alla Spagna e alla Francia, il Paese dell’UE con cui si collabora in maniera più proficua. E’ stato anche sottolineato, a tale proposito, il ruolo di stimolo che può svolgere il Gruppo parlamentare di collaborazione che consente di sviluppare un dialogo sulle questioni di interesse reciproco.
Prima riunione del Gruppo (Valparaiso 6 – 8 gennaio 2009)
Il Gruppo di collaborazione italo-cileno, presieduto dall’on. Pierluigi Castagnetti e composto dagli onn. Sesa Amici, Fabio Evangelisti, Matteo Salvini e Bruno Tabacci si è recato in Cile dal 6 all’8 gennaio 2009, per partecipare alla prima riunione del Gruppo nel corso del quale si è svolta anche la prima parte del Seminario parlamentare dal titolo: “Parlamento, politica e cittadinanza”.
In Cile la delegazione è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica, Michelle Bachelet, assieme al Ministro dell’Interno, Edmundo PÉREZ YOMA, nonchédal Presidente della Camera dei Deputati, Francisco Encina Moriamez.
In entrambi gli incontri è stata ricordata la grande tradizione di amicizia tra Italia e Cile, rafforzata dalla visita della Presidenta Bachelet in Italia nell’ottobre 2007 e dalla successiva visita del Presidente Napolitano in Cile nel marzo 2008. Si è sottolineata l’importanza del Seminario anche al fine di favorire il rafforzamento delle istituzioni democratiche in entrambi i Paesi e di trovare forme che favoriscano una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita delle istituzioni.
Nel corso della riunione del Gruppo, che si è svolta a Valparaiso, sono stati trattati i seguenti temi:
1. “Partecipazione civica e legittimità delle istituzioni”;
2. “Crisi dei Parlamenti e dei sistemi rappresentativi: nuove forme”;
3. “La crisi finanziaria e la sua influenza sugli assetti democratici.
I lavori vennero aperti dal Presidente della Camera dei Deputati del Cile dell’epoca, onorevole Francisco Encina.
Seconda riunione del gruppo (Roma 12 luglio 2011)
Il 12 luglio
2011 si terrà a Roma, presso
Inizieranno, quindi, i lavori del Seminario parlamentare dal titolo: “Parlamento, politica e cittadinanza”, che verranno introdotti dal Giudice costituzionale, S.E. Alessandro Criscuolo.
Il Seminario si articolerà in due sessioni:
1. La politica nell’era della globalizzazione. Crisi della politica tradizionale (Relatore per la parte italiana on. Sesa Amici – PD)
2. La politica nell’era di internet e la crisi dei partiti (Relatore per la parte italiana on. Gennaro Malgieri – PdL)
Nel pomeriggio del 12 luglio i lavori proseguiranno, affrontando, come è abitudine negli incontri dei Gruppi di collaborazione bilaterale, il seguente tema di carattere economico, che verrà introdotto dal senatore Gilberto Bonalumi, Presidente della Rete Italia America Latina (RIAL):
3.
Il ruolo
dell’Europa e dell’America Latina nella stagione della globalizzazione (Relatore per la parte italiana on. Giorgio
Nella giornata di mercoledì 13 luglio è previsto si svolgano alcuni incontri bilaterali rispettivamente con il Presidente della Commissione Affari Esteri del Senato, on. Stefano Stefani, con l’ex Presidente della UIP, on. Pier Ferdinando Casini. Inoltre, la delegazione cilena avrà un incontro con il Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, Enzo Scotti.
Unione interparlamentare |
La sezione di amicizia Italia-Cile, nell’ambito dell’Unione Interparlamentare è in via di ricostituzione ed è presieduta dall’on. Pierluigi Castagnetti.
Attività legislativa |
“Ratifica
ed esecuzione del Trattato per l'assistenza giudiziaria in materia penale
tra
Precedenti Legislature
I rapporti
parlamentari tra
XV Legislatura
Nella XV legislatura è proseguito lo scambio di visite a livello
presidenziale che aveva già caratterizzato
Il Presidente della Camera, Fausto
Bertinotti, ha effettuato una visita
ufficiale in Cile dal 29 gennaio
al 31 gennaio 2007 nell’ambito della quale è stato ricevuto dalla Presidente della Repubblica, Michelle
Bachelet, e dal Presidente della
Camera dei deputati, Antonio Leal, che gli ha conferito la massima
onorificenza della Camera dei Deputati cilena, la condecoraciòn de
Il Presidente Bertinotti, appena arrivato a Santiago, ha
reso omaggio al Presidente Allende, visitando il museo d’arte a lui intitolato
e la sua tomba; inoltre, il Presidente della Camera ha incontrato la comunità
italiana, presso l’Istituto italiano di cultura, ha visitato il Centro Trilce,
laboratorio femminile di produzione artigianale che si trova in uno dei
quartieri più poveri di Santiago, e, a Valparaiso,
Il 30 gennaio 2007, il Presidente Bertinotti, ha avuto un colloquio con il suo omologo, Antonio Leal, nel corso del quale sono stati ribaditi i profondi rapporti di amicizia, fratellanza e collaborazione che uniscono l’Italia ed il Cile ed è stata espressa da entrambe le Parti la volontà di approfondire le relazioni parlamentari, in particolare mediante l’organizzazione di un seminario in due sessioni sulla crisi della politica, una in Cile e l’altra in Italia, aperta a rappresentanti del mondo della cultura per affrontare una ricerca comune sui temi della qualità della politica, per indagare lo stato di salute dei partiti e delle associazioni sociali e civili, per restituire autorevolezza e rappresentanza alle istituzioni e valutare i rapporti con la società delle comunicazioni. E’ stata sottolineata l’importanza del dialogo tra Europa e America latina come elemento fondamentale per la rinascita della “grande politica”, in grado di recuperare una dimensione globale e di rispondere alle richieste che vengono dai cittadini, al fine di evitare quel progressivo allontanamento tra cittadini e istituzioni che costituisce un rischio reale per le società di oggi.
Il Presidente Bertinotti è stato poi ricevuto, nel Palazzo della Moneda, dalla Presidente, Michelle Bachelet, accompagnata dal Ministro degli esteri Foxley. Nel corso dell’incontro sono state confermate la piena sintonia tra il Cile e l'Italia e la comune sensibilità rispetto alle esigenze di combattere le disuguaglianze e la povertà, nonché di costruire una cooperazione economica basata su due elementi fondamentali: la cultura e l'ambiente. Si è poi parlato del tema della rinascita dell’America latina, resa possibile anche dal grande processo di riforma della politica, di cui si apprezza, in modo particolare, l’impegno sotto il profilo dei diritti umani. Il Presidente Bertinotti, sotto il profilo dei rapporti economici bilaterali, ha sottolineato l’opportunità di sostenere il ruolo delle piccole e medie imprese, anche per contrastare il predominio dei grandi gruppi e difendere le produzioni locali. Il Presidente della Camera ha rinnovato l'invito alla Presidente Bachelet, già rivoltole dal Governo italiano e dal Presidente Napolitano, di essere presente in Italia in autunno.
Il Presidente Bertinotti a sua volta ha ricevuto le seguenti visite:
· Il 16 ottobre 2007, di una delegazione di deputati cileni, guidati dal Presidente della Camera del Cile, Patricio Walker Prieto, con il quale sono stati, in particolare, approfonditi i temi della cooperazione parlamentare e sono stati esaminate le questioni da trattare nei seminari italo-cileni che si intendono organizzare nell’ambito del Protocollo di cooperazione bilaterale. Sotto questo profilo i due Presidenti avevano indicato l’opportunità di approfondire i temi legati alla crisi della rappresentanza politica e al rapporto tra la rappresentanza politica ed i processi di globalizzazione. All’incontro erano presenti il Vice Presidente della Camera dei Deputati italiana, Pierluigi Castagnetti, e l’ex Presidente della Camera del Cile, Antonio Leal, coordinatore del Seminario, e l’ onorevole Roberto Del Mastro, Presidente della parte cilena del Gruppo.
·
Il
15 ottobre 2007, dekla Presidente del Cile, Michelle Bachelet[27] ,a Roma per partecipare alla III Conferenza nazionale Italia-America latina
svoltasi il 16 e il 17 ottobre 2007
presso il Ministero degli Esteri. Durante l’incontro è stato sottolineato il
profondo legame che unisce il popolo italiano e quello cileno e la comune
volontà di rafforzare le relazioni parlamentari.
· Il 1° marzo 2007, della ministra dei Beni culturali cileno, Romy Schmidt Crnosija.
· Il 23 ottobre 2006, del Presidente della Camera dei deputati cilena, Antonio Leal. Nel corso dell’incontro, svoltosi in un clima di grande cordialità, il Presidente Leal ha ricordato gli anni dell’esilio a Roma ed ha sottolineato lo straordinario lo straordinario contributo dell’Italia per il ritorno alla democrazia e per l’appoggio e la cooperazione dati negli anni successivi. Il Presidente Bertinotti, nel sottolineare il ruolo dei parlamenti nel consolidamento della democrazia, ha espresso la volontà di rafforzare le relazioni con il Cile e di ospitare a Roma, a breve, la prima riunione del Gruppo parlamentare di collaborazione, previsto dal Protocollo siglato nella passata legislatura. Il Presidente Bertinotti ha ribadito che il rapporto tra Europa e America latina è fondamentale per promuovere una politica di pace e di dialogo tra nord e sud del mondo, nonché di cooperazione economica; ha poi segnalato la soddisfazione dell’Italia per la decisione del Governo cileno di rivedere la legge sull’amnistia voluta da Pinochet. Sono stati inoltre affrontati temi legati ai processi di globalizzazione ed ai fenomeni migratori, considerati da entrambe le parti sfide che richiedono la cooperazione internazionale; infine, è stata prospettata l’idea di organizzare su questi temi un seminario, aperto ad intellettuali ed esperti.
Cooperazione amministrativa Il dott. Juan Carlos Gonzàlez Ransanz, Direttore
della Sezione studi dell’Ufficio informazioni legislative della Camera dei
deputati cilena, ha effettuato uno stage
presso
Attività parlamentare A.C. 3022: Ratifica ed esecuzione del Trattato per
l’assistenza giudiziaria in materia penale tra le Repubblica italiana e
XIV LEGISLATURA
Intensi sono stati i rapporti bilaterali anche nel corso della XIV legislatura, caratterizzati da scambi di visite tra i Presidenti delle Camere.
Il Presidente Casini ha effettuato una visita ufficiale in Cile dal 9 all’11 gennaio 2004 ed ha incontrato gli allora Presidenti di Camera e Senato, Isabel Allende e Andrés Zaldivar, nonché l’allora Ministro dell’Interno e Vice Presidente della Repubblica, José Miguel Insulza (il Presidente Lagos era all’estero), ed il Ministro degli Esteri, Soledad Alvear.
Il Presidente Casini ha inoltre ricevuto le seguenti visite:
Infine, dal 23
al 30 gennaio 2005 si è svolto, a Santiago del Cile, il Primo Forum di
Cooperazione Italia-Cile, a cui hanno partecipato gli onn. Giampaolo Landi di
Chiavenna (Alleanza Nazionale), Enzo Carra (
XIII LEGISLATURA
Le relazioni parlamentari bilaterali tra Italia e Cile sono state particolarmente intense nel corso della XIII legislatura ed hanno avuto il loro momento più rilevante nella visita che il Presidente della Camera dell’epoca, Luciano Violante, ha effettuato in America Latina nel giugno 1999, di cui il Cile ha rappresentato la terza tappa.
Inoltre, a margine della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell’Unione europea, tenutasi a Roma dal 22 al 24 settembre 2000, si è tenuto un incontro tra i Presidenti dei Parlamenti dell’Unione europea ed i Presidenti dei Parlamenti del Mercosur (Argentina, Brasile, Bolivia, Cile, Paraguay, Uruguay). In rappresentanza del Cile era presente il presente il Presidente del Senato, Andrés Zaldivar Larrain ed il Vice Presidente della Camera, Waldo Mora Longa.
Altro momento importante nelle relazioni bilaterali è stata la partecipazione di 11 parlamentari cileni, tra i quali il Presidente della Camera dei Deputati Lorenzini Basso, alla Conferenza dei Parlamentari di origine italiana nel mondo, tenutasi a Roma il 20 e 21 novembre 2000.
1. Visita ufficiale del Presidente della Camera Luciano Violante in Cile (8-10 giugno 1999)
Il viaggio in America Latina, le cui tappe sono state
l’Argentina, l’Uruguay, il Cile e
L’altro aspetto del viaggio è stato quello degli
incontri con i parlamentari di origine italiana, con i cittadini italiani
residenti in quei Paesi e con i loro rappresentanti. Della delegazione italiana
hanno fatto parte anche i deputati (“under
Nel corso della visita, il Presidente Violante ha incontrato il Presidente della Repubblica, Eduardo Frei, il Presidente del Senato, Andres Zaldivar, il Presidente della Camera, Carlos Montes, il Ministro degli Affari Esteri, Mariano Fernandez. Ha inoltre incontrato Ricardo Lagos, allora candidato unico della coalizione di governo alle elezioni presidenziali, ed attuale Presidente del Cile. Il Presidente Violante ha avuto anche incontri con i parlamentari cileni di origine italiana, con la comunità italiana in Cile e con le organizzazioni che la rappresentano.
2.
Al termine dei lavori della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti UE che si è tenuta a Roma dal 22 al 24 settembre 2000 si è svolta una riunione allargata ai Presidenti dei Parlamenti del Mercosur.
In rappresentanza del Cile era presente il presente il Presidente del Senato, Andrés Zaldivar Larrain ed il Vice Presidente della Camera, Waldo Mora Longa.
I Presidenti dei Parlamenti del Mercosur hanno presentato un documento in cui sono stati riaffermati i principi democratici alla base della cooperazione tra UE e Mercosur, in cui è guardato con favore alla nascita di un’area di libero scambio tra UE e Mercosur, invitata l’UE a smantellare il proprio sistema protezionistico in campo agricolo e zootecnico che provoca gravi ripercussioni socio-economiche nei Paesi Mercosur, richiesto di rendere istituzionali gli incontri tra i Presidente dei Parlamenti UE ed i Presidenti dei Parlamenti Mercosur.
I Presidenti dei Parlamenti UE hanno concordato sull’opportunità di periodici incontri e sul fatto che le Presidenti del Parlamento svedese e del Parlamento spagnolo si adoperino per un programma di cooperazione tra i Parlamenti interessati da presentare alla successiva Conferenza dei Presidenti UE di Stoccolma, che si è svolta il 16-17 novembre 2001.
3.
In vista della Conferenza degli italiani nel mondo
che si è tenuta dall’11 al 15 dicembre
Sono stati censiti dall’Ambasciata d’Italia a Santiago 16 deputati (13% sul totale del componenti della Camera dei deputati) e 4 senatori (9% sul totale dei componenti del Senato). La delegazione cilena presente a Roma era composta da 11 deputati.
I parlamentari cileni di origine italiana che hanno
partecipato alla Conferenza erano: Gustavo Alessandri Valdés, Isabel Allende
Bussi, Francisco Bartolucci Johnston, Mario Bertolino Rendic, Guillermo Ceroni
Fuentes, Roberto Delmastro Naso, Haroldo Fossa Rojas, Guido Girardi Lavín,
Miguel Hernandez Saffirio, Pablo Lorenzini Basso (Partido Demócrata Cristiano),
Juan Masferrer Pellizzari, Adriana Muñoz D’Albora, Luis Pareto Gonzáles, Fanny
Pollaiolo Villa, Antonella Sciaraffia Estrada, Jorge Soria Macchiavello, per
I parlamentari di origine italiana vennero ricevuti dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, prima dell’apertura dei lavori.
Nella dichiarazione finale, i parlamentari di origine
italiana, oltre a sostenere la validità dell’iniziativa, espressero la
convinzione che il nucleo dell’identità storica e culturale italiana,
costituito dai valori dell’umanesimo, della solidarietà, del dialogo e
dell’integrazione con le varie culture possano costituire una ricchezza per
tutti i popoli ed uno strumento di difesa contro i fenomeni di omologazione e
marginalizzazione delle culture; che i parlamentari che saranno eletti dai
cittadini italiani residenti all’estero possano svolgere una fattiva
collaborazione con i parlamentari di origine italiana nel mondo; che
Dopo gli anni di isolamento internazionale durante il regime militare, il Cile ha riavviato i rapporti con l’Unione europea nel 1990, con la firma del primo Accordo quadro di cooperazione. Attualmente i rapporti bilaterali tra l’Unione europea e il Cile sono regolati dall’Accordo di associazione politica ed economica, firmato il 18 novembre 2002 ed entrato in vigore il 1° marzo 2005[29].
L’Accordo di associazione - basato sul rispetto dei diritti umani, dei principi democratici e dello stato di diritto - ha avuto un forte impatto con particolare riferimento alle relazioni commerciali tra UE e Cile e alla cooperazione bilaterale. Esso prevede:
In tale ambito, fin dal 2003, si sono tenuti incontri del Consiglio di Associazione e del Comitato di associazione[31] volti a verificare lo stato di attuazione dell’Accordo stesso, e diversi incontri di dialogo politico. Finora, il dialogo politico si è concentrato sul settore dell'occupazione. Nel 2009, si è svolto il primo dialogo bilaterale sui diritti umani.
L’Accordo istituisce altresì un Comitato interparlamentare di associazione con funzioni consultive e di raccomandazione.
A livello regionale, i rapporti tra UE e Cile sono regolati dall'Accordo quadro interregionale di cooperazione con il Mercosur[32], firmato il 15 novembre 1995 e articolato in tre elementi principali: dialogo politico, cooperazione e volet commerciale. L’Accordo ha l’obiettivo di preparare un accordo di associazione interregionale basato su un’area di libero scambio di beni e servizi tra UE e Mercosur.
Il 23 settembre 2002, nell’ambito del processo volto a realizzare l’accordo di associazione, l’UE e il Cile hanno firmato un accordo di cooperazione scientifica e tecnologica.
Il 6 ottobre 2005, l’UE e il Cile hanno firmato un accordo aereo in base al quale le compagnie aeree hanno accesso al mercato cileno da qualsiasi Stato membro. Tale accordo non sostituisce gli accordi bilaterali esistenti tra i singoli Stati membri e il Cile, ma li rende conformi al diritto comunitario, ponendo fine alle disposizioni che autorizzano le compagnie aeree ad effettuare voli solo dal loro paese d’origine[33].
Il 21 marzo 2006, è stata resa una Dichiarazione congiunta sull’attuazione del partenariato strategico tra America latina e UE per gli affari idrici e fognari.
Il 24 aprile
Il 17 maggio 2010 si è tenuto a Madrid il quarto Vertice UE-Cile[34] previsto dal dialogo politico (il primo dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona)[35]. In questo contesto, le parti hanno concordato sull’opportunità di coordinare il proprio lavoro a livello internazionale sui principali temi globali, migliorando gli scambi politici bilaterali su questioni come ambiente, cambiamenti climatici, biodiversità, sicurezza umana, disarmo, libero commercio, energia, scienza, tecnologia e formazione di capitale umano.
È stato sottolineato come la collaborazione abbia consentito di elaborare una road map e un programma di lavoro per l'Associazione per lo Sviluppo e l'Innovazione (ASI), che è stata istituita, nel 2009, durante il 7° Comitato di associazione. Entrambe le parti hanno evidenziato il ruolo importante di tale Associazione nel favorire un'ulteriore intensificazione delle consultazioni, della cooperazione e del coordinamento a tutti i livelli, nel quadro dell'Accordo di associazione. In particolare, l’attività dovrebbe concentrarsi su azioni specifiche volte a stimolare lo sviluppo economico e la coesione sociale, inizialmente in settori chiave - segnatamente, istruzione, energia, ambiente e cambiamenti climatici - con l'innovazione come tema trasversale. Questa iniziativa mira a rafforzare il rapporto bilaterale e, nello stesso tempo, l'integrazione le relazioni regionali.
Sono stati segnalati progressi significativi nel commercio
bilaterale, così come un aumento degli
investimenti in beni e servizi, che erano stati avviati in seguito all'entrata
in vigore dell'Accordo di associazione. A tale proposito, si ricorda che il
commercio bilaterale tra il Cile e l'UE è raddoppiato nel periodo tra il 2003 e
il 2009, mentre gli investimenti in Cile da parte dell’UE nel periodo tra il
1974 e il 2009 hanno raggiunto i 21 miliardi di euro, il 38% del totale
investimenti esteri ricevuti dal Cile durante questo periodo. Inoltre, sono
stati accolti con favore la firma dell'Accordo
quadro tra il Cile e
Con riferimento allo stato di attuazione dei programmi di cooperazione nel quadro del Documento strategico per il Cile 2007-2013 e della revisione di medio termine, entrambe le parti confidano che i risultati della cooperazione nel periodo 2011-2013 - con un contributo europeo di 15.580.000 di euro e un contributo equivalente cileno, dando priorità agli ambiti della coesione sociale, innovazione e competitività - saranno uguali o addirittura di migliori. Entrambe le parti hanno accolto con favore la decisione di cofinanziare progetti nel quadro dell’ASI.
L'Unione europea si è congratulata con il Cile per l'adesione all'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), avvenuta il 7 maggio 2010, e ha elogiato il suo coinvolgimento attivo nell’ambito delle nuove forme di cooperazione, “triangolarI" o "Sud-Sud", con altri paesi dell'America latina e dei Caraibi.
Il Cile partecipa, inoltre, ai Vertici UE-America latina e Caraibi che si tengono all’incirca ogni
due anni, a partire dal 1999. L’ultimo si è svolto il 18 maggio
Il Cile partecipa al dialogo multilaterale con l’Unione europea anche nell’ambito del cosiddetto Gruppo di Rio[36]che prevede una riunione annuale, alternando la sede fra l'Europa e l'America latina.
Dal 1992 al 2006, l’aiuto finanziario e tecnico per i paesi in via di sviluppo dell’America latina e dell’Asia, nonché la cooperazione economica con tali paesi, è stato disciplinato dal regolamento CEE 443/92.
A partire dal 1° gennaio 2007, l’assistenza comunitaria a sostegno dello sviluppo dei paesi e delle regioni dell'America latina è fornita attraverso il nuovo strumento finanziario per la cooperazione allo sviluppo, istituito con il regolamento CE 1905/06, del 18 dicembre 2006. Il Cile rientra nell'elenco dei paesi beneficiari degli aiuti.
Il regolamento si inserisce
nel nuovo quadro regolamentare in materia di pianificazione e prestazione
dell'assistenza esterna. L’accordo interistituzionale sulle prospettive
finanziarie 2007-2013, del maggio
Dopo consultazioni con le
autorità cilene, i rappresentanti della società civile e gli altri soggetti
interessati, nell’aprile 2007
Tale programma, al quale il Cile contribuisce con un
analogo finanziamento, è stato sottoscritto dalle Parti il 24 luglio
Nel luglio
2010, è stata ultimata
In particolare, dei 41 milioni di euro stanziati nel Documento strategico per la cooperazione con il Cile per il periodo 2007-2013, 15.580.000 di euro restano disponibili per il Programma indicativo nazionale, che coprirà il periodo 2011-2013. Per quanto riguarda gli adeguamenti necessari, si ricorda la decisione del Cile, nel 2008, di istituire il Sistema Bicentenario Becas Cile, un fondo di 6.000 milioni di dollari per finanziare gli studi post-laurea ed altri studi diversi.
Ciò ha sollevato una questione circa la necessità che
l’UE prosegua nell'assistenza finalizzata agli scambi universitari e alle borse
di studio. Tale assistenza è pari a 4.920.000 di euro per il periodo 2007-2010.
Dopo un attento esame, visto che le attività concernenti l’educazione e la
formazione professionale possono essere
finanziate nell’ambito della coesione sociale e dei settori
dell'innovazione e della competitività,
Il Cile beneficia anche dei programmi trasversali a favore dell’America latina, tra i quali in particolare: ALFA (formazione accademica), AL-INVEST (investimenti) e URB-AL (promozione di associazioni tra comuni).
L'Unione europea rappresenta la seconda fonte di importazioni del Cile (dopo gli Stati Uniti) e il suo secondo mercato d'esportazione (dopo il recente sviluppo della Cina). L'Accordo di associazione del 2002 sottoscritto da UE e Cile comprende un accordo di libero scambio, entrato in vigore nel febbraio 2003. Tale accordo di libero scambio ha portato ad un forte aumento delle esportazioni di beni e servizi tra l'UE e il Cile, mentre le importazioni europee sono più che raddoppiate dal 2003.
L'accordo di libero scambio UE-Cile copre tutti i settori delle relazioni commerciali tra i due paesi. Nel 2009, le esportazioni dell’UE verso il Cile 2009 sono state pari a 4,5 miliardi di euro, mentre le importazioni nell'UE di prodotti provenienti dal Cile, nello stesso anno, sono state pari a 7,4 miliardi di euro.
Le maggiori importazioni europee dal Cile riguardano: prodotti minerari (52,6%), tra cui minerali (17,4%) e metalli non ferrosi (35,1%), pesce (5,1%) e altri prodotti non alimentari (26,2%), così come le materie prime (6,1%). Le esportazioni europee in Cile riguardano: macchine e attrezzature elettriche (38,2%), mezzi di trasporto (12,3%), prodotti chimici (13,1%), e il carburante (9%).
L'accordo di libero scambio elimina le barriere al commercio e stabilisce regole chiare, stabili e trasparenti per gli esportatori, gli importatori e gli investitori. Crea una zona di libero scambio di merci, servizi e appalti pubblici, liberalizzando i flussi di investimenti e capitali e rafforzando la tutela dei diritti di proprietà intellettuale. Il Comitato di associazione e altri comitati speciali si incontrano una volta l'anno per affrontare i temi legati ai commerci bilaterali e valutare ulteriori possibilità per ampliare il commercio bilaterale e gli investimenti.
Il GRUPPO DI COLLABORAZIONE ITALO-CILENO
Nel corso della XIV legislatura, il
Presidente della Camera dei deputati, on. Pier Ferdinando Casini, e il
Presidente della Camera dei deputati cilena, on. Pablo Lorenzini Basso, hanno
sottoscritto, a Roma, il 1° giugno 2004, un Protocollo di collaborazione
parlamentare, tra
Il Protocollo prevede, inoltre, la costituzione di un Gruppo di collaborazione che si riunirà periodicamente, alternativamente, in Cile e in Italia, con i seguenti compiti:
1) favorire lo scambio di esperienze e il rafforzamento del dialogo tra gli organi delle due Camere, in particolare tra le Commissioni parlamentari;
2) approfondire questioni di interesse comune, quali le riforme costituzionali, la sicurezza internazionale, le relazioni tra Europa e America latina, il commercio mondiale e la lotta alla povertà;
3) stimolare la formazione di posizioni convergenti nelle varie sedi parlamentari internazionali su temi quali lo sviluppo e la democratizzazione delle Nazioni Unite.
Il Gruppo non si è, però, riunito in ragione degli appuntamenti elettorali che hanno interessato i due Paesi.
Nella XVI legislatura Presidente del Gruppo è stato confermato l’on. Pierluigi Castagnetti (PD), già indicato come Presidente nella XIV e nella XV legislatura.
Il Presidente della Camera dei Deputati, on. Gianfranco Fini, ha designato, con lettere inviate il 5 agosto 2008, i componenti della parte italiana del Gruppo di collaborazione italo-cileno.
La parte italiana del
gruppo è quindi composta dal Presidente Pierluigi Castagnetti (PD), che era già stato designato a presiederlo nella
XIV e nella XV legislatura, dagli onorevoli: Sesa Amici (PD), Fabio Evangelisti
(Italia dei Valori), Giorgio
.A seguito del rinnovo della Camera dei Deputati cilena, la parte cilena è presieduta, come in occasione della prima riunione, dall’onorevole Roberto Delmastro Naso (Partido Renovación Nacional) ed è composta dagli onorevoli Mario Bertolino Rendic (Partito Renovación Nacional), Giovanni Calderón Bassi (Unione Democratica Indipendente), Pablo Lorenzini Basso (Partido Demócrata Cristiano – DC)[39] e Alejandro Santana Tirachini (Partito Renovación Nacional).
Seminario parlamentare italo-cileno
Durante la precedente legislatura, il Presidente Bertinotti aveva concordato e annunciato congiuntamente all’allora Presidente della Camera cilena, Antonio Leal, durante il loro incontro a Santiago il 30 gennaio 2007, di promuovere due iniziative seminariali congiunte, nel quadro del protocollo di collaborazione italo-cilena, sulla problematica della qualità della politica e della partecipazione dei cittadini nella vita delle democrazie europee e latino-americane.
Tuttavia il sopraggiunto scioglimento delle Camere aveva determinato il rinvio del seminario a data da destinarsi.
Il Presidente Fini, durante gli incontri avuti con il
Vice Presidente della Camera cilena, Jorge Ulloa, il 30 maggio 2008, e con il
Presidente del Senato cileno, Zaldívar, il 18 giugno
Articolazione del Seminario
Il seminario, dal titolo: “Parlamento, politica e cittadinanza”, è articolato in quattro panel, due dibattuti nella prima sessione di lavori in Cile, due da affrontare nella seconda, in Italia.
Si ricorda che i temi concordati con la parte cilena sono i seguenti:
o Partecipazione civica e legittimità democratica;
o La politica nell’era della globalizzazione. Crisi della politica tradizionale;
· La politica nell’era di internet;
· Crisi dei Parlamenti e dei sistemi rappresentativi: nuove forme.
Prima riunione (7-8 gennaio 2009)
Nel corso della I riunione del Gruppo[40], che si è tenuta a Valparaiso il 7 e l’8 gennaio 2009, si è svolta la prima fase del Seminario parlamentare dal titolo: “Parlamento, politica e cittadinanza”, articolato nelle seguenti due sessioni:
Nel corso della I riunione del Gruppo, che si è svolta a Valparaiso il 7 e l’8 gennaio 2009, si è svolta la prima fase del Seminario parlamentare dal titolo: “Parlamento, politica e cittadinanza”, articolato nelle seguenti due sessioni:
1. “Partecipazione civica e legittimità delle istituzioni” (Relatore per la parte italiana: on. Fabio Evangelisti; Relatore per la parte cilena: Professor José Miguel Izquierdo, direttore del Programma di Analisi Politico ed Elettorale dell’Istituto Libertà);
2. “Crisi dei Parlamenti e dei sistemi rappresentativi: nuove forme” (Relatore per la parte italiana:on. Sesa Amici; Relatori per la parte cilena: Professor Eugenio Guzmán, Preside della Facoltà di “Governo” dell’Università del “Desarrollo”; Professore José Luis Cea, Professore di diritto costituzionale ed ex Giudice della Corte costituzionale cilena);
Quindi è stato trattato un terzo tema:
In Cile la delegazione è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica, Michelle Bachelet, assieme al Ministro dell’Interno, Edmundo PÉREZ YOMA, il 6 gennaio, edal Presidente della Camera dei Deputati, Francisco Encina Moriamez, il 7 gennaio.
Nel
corso dell’incontro,
Nell’incontro con il Presidente della Camera dei Deputati, Francisco Encina Moriamez, alla presenza di numerosi deputati cileni, tra i quali il Presidente della parte cilena del Gruppo, Roberto Delmastro, e l’ex Presidente della Camera, Isabel Allende, il Presidente Encina ha ricordato la grande tradizione di amicizia tra Italia e Cile, sottolineando come il seminario costituisca una importante forma di dialogo tra i due paesi.
Il Presidente Castagnetti ha sottolineato come l’esperienza vada oltre i rapporti di diplomazia parlamentare e rafforzi le relazioni tra i popoli. Nel corso del Seminario si intende approfondire la problematica della crisi dei modelli democratici. Quando funzionano i Parlamenti, funziona la democrazia; quando i Parlamenti non funzionano la democrazia è malata e i popoli si allontanano dalle istituzioni, con il rischio che si opti per soluzioni non democratiche.
La delegazione ha altresì incontrato, in un evento conviviale organizzato presso la residenza italiana, anche il ministro della Difesa Goni, e quello dei Beni Nazionali, Signora Romy Schmidt, oltre ai più qualificati esponentie della comunità italiana in campo politico, economico e accademico-culturale. Inoltre, la delegazione ha incontrato il Ministro alla Presidenza e Responsabile per i Rapporti con il Parlamento, José Antonio Viera Gallo, e il Presidente del Senato, Adolfo Zaldivar.
Seconda riunione (12-13 luglio 2011)
Il 12 e il 13 luglio 2011 è previsto si tenga a Roma,
presso
Per quanto riguarda il Seminario parlamentare dal titolo: “Parlamento, politica e cittadinanza”, restano da trattare i due seguenti argomenti:
4. La politica nell’era della globalizzazione. Crisi della politica tradizionale (Relatore per la parte italiana on. Sesa Amici – PD; Relatore per la parte cilena on. Pablo Lorenzini Basso - DC)
5. La politica nell’era di internet e la crisi dei partiti (Relatore per la parte italiana on. Gennaro Malgieri – PdL; Relatore per la parte cilena on. Alejandro Santana Tirachini – PRN)
Inoltre, verrà affrontato il seguente tema di carattere economico:
6.
Il ruolo
dell’Europa e dell’America Latina nella stagione della globalizzazione(Relatore per la parte italiana on. Giorgio
È previsto che la delegazione cilena incontri il Presidente della Commissione Affari Esteri, on. Stefano Stefani, l’ex Presidente dell’Unione Interparlamentare, on. Pier Ferdinando Casini, e il Sottosegretario di stato agli Affari Esteri, Enzo Scotti.
COMPOSIZIONE DELLA PARTE ITALIANA DEL
GRUPPO PARLAMENTARE DI COLLABORAZIONE
ITALIA-CILE
Presidente:
Pierluigi Castagnetti (PD), Presidente della Giunta per le autorizzazioni
e componente della Commissione Politiche dell'Unione europea
e del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa
Componenti |
Gruppo |
Incarichi |
Sesa Amici |
PD |
Componente della Commissione Affari Costituzionali e del Comitato Pari Opportunità Segretario del PD |
Fabio Evangelisti |
Italia dei Valori |
Componente della Commissione Affari esteri Osservatorio della Camera dei Deputati sui fenomeni di xenofobia e razzismo Vicepresidente Vicario del Gruppo IdV |
Giorgio |
MISTO (Liberal Democratici-MAIE) |
Componente della Commissione Affari esteri e della Delegazione NATO |
Gennaro Malgieri |
PDL |
Componente della Commissione Affari esteri, della Delegazione presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, della Delegazione presso l'Assemblea parlamentare dell'UEO e della Delegazione presso l’Assemblea parlamentare Euromediterranea |
Osvaldo Napoli |
PDL |
Componente della Commissione Affari esteri Vicepresidente del Gruppo PDL |
Bruno Tabacci |
MISTO (Alleanza per l'Italia) |
Componente della Commissione bilancio e componente del VAST. Vice Presidente del Gruppo Misto per la componente API |
INSERIRE PROTOCOLLO IN ITALIANO E SPAGNOLO (DOCUMENTI IN PDF)
I processi dI integrazione
in America Latina
Il quadro complesso e composito del regionalismo e delle spinte all’integrazione in America Latina, il continente in cui il fenomeno è più sviluppato, dopo l’Europa. L’approccio latinoamericano è caratterizzato da forme di integrazione sub-regionale e da una marcata tendenza al metodo intergovernativo, piuttosto che allo sviluppo di istituzioni sovranazionali. Eppure, malgrado la difficoltà di costruire processi più ampi, su scala realmente regionale, e malgrado contraddizioni e carenze, i processi di integrazione in corso stanno indubbiamente promuovendo e facilitando l’inserimento dei paesi latinoamericani da protagonisti sulla scena politica ed economica internazionale.
Premessa
Nello scenario attuale dell’integrazione regionale
latinoamericana si registra una coesistenza tra meccanismi “storici” - come il
Mercosur,
Dopo l’Europa, l’America Latina è l’area del mondo in cui il fenomeno del regionalismo si è più sviluppato e diffuso, sia in termini storici sia per quanto riguarda l’attualità. L’approccio latinoamericano è caratterizzato da forme di integrazione subregionale che coinvolgono aree più limitate rispetto alle grandi aggregazioni geografiche.
Lo scenario latinoamericanopresenta così un quadro composito di integrazione nel quale coesistono diversi raggruppamenti di paesi. Questa complessità evidenzia le difficoltà che i paesi latinoamericani incontrano nel creare processi e istituzioni capaci di promuovere l’integrazione e lo sviluppo su scala regionale. Le istituzioni regionali latinoamericane di solito non muoiono, ma sopravvivono in letargo o operando in modo poco incisivo, senza riuscire a raggiungere risultati in termini di efficienza o di benessere delle popolazioni nazionali.
D’altra parte, molti paesi adottano un atteggiamento ambiguo nei confronti degli impegni regionali, preferendo di fatto mantenere una certa misura di “mani libere” nelle scelte politiche ed economiche, soprattutto nei periodi di crisi.
Per tutte queste ragioni, è molto difficile tracciare un bilancio dello stato dell’arte dell’integrazione latinoamericana; ed è in ogni caso fondamentale fare riferimento alle strategie e agli interessi di politica interna dei paesi dell’area.
1. I processi di integrazione sub-regionale
1.1. Mercosur e CAN
Fino agli anni ’80, Argentina e Brasile sembravano più condizionati dai fattori di competizione reciproca che animati dal desiderio di ricercare forme di cooperazione per sostenere le loro strategie di crescita e inserimento internazionale. I cambiamenti degli anni ’90, trainati dal ritorno della democrazia e dall’affermarsi delle politiche di liberalizzazione economica, hanno dato vita ad una rinnovata ondata regionalista latinoamericana (Gardini, 2009), improntata a nuovi principi liberali ma finalizzata ad affrontare sempre le storiche sfide dello sviluppo economico e dell’unità latinoamericana.
Con la transizione democratica[41], i governi latinoamericani hanno cominciato a considerare il percorso dell’integrazione regionale come una possibile risposta comune alle ricorrenti crisi sociali ed economiche. I primi passi verso l’integrazione hanno in taluni casi assunto la forma di accordi bilaterali; la forza di questi accordi ha però immediatamente richiamato l’attenzione dei paesi vicini, soprattutto quelli di minori dimensioni, contribuendo a trasformare quei passi bilaterali in processi regionali.
Nel 1991 il Trattato di Asunción ha segnato l’avvio del Mercato Comune del Sud (Mercosur). Nel 2011, dunque, il Mercosur compirà 20 anni. In questo periodo i tempi politici nazionali hanno segnato l’evoluzione del processo di integrazione. Analisti e studiosi tendono a dare del Mercosur due giudizi agli antipodi, considerandolo un successo oppure un fallimento. La valutazione dei risultati del Mercosur viene sempre ricondotta a questa dicotomia, che uno studioso argentino ha denominato “l’approccio idealistico e l’approccio possibilistico” (Ferrer, 2007). Altri, come Carlos Álvarez, ex-presidente della Commissione di Rappresentanti Permanenti del Mercosur (CRPM), suggeriscono di evitare il “merco-scetticismo” che guarda all’integrazione da un punto di vista meramente congiunturale, determinato dalla situazione delle bilance commerciali dei paesi in rapporto al loro commercio interregionale.
In realtà, un’analisi di prospettiva individua nel
contribuito alla democratizzazione della subregione uno dei risultati politici
più importanti del Mercosur: il “fattore democratico” può considerarsi il suo
elemento politico fondamentale. I paesi membri (e quelli associati) sono
democrazie, anche se con diversi livelli di maturità. Il Mercosur, ad esempio,
ha avuto un ruolo cruciale nel respingere il tentativo di colpo di stato del
generale Lino Oviedo nel
Il Mercosur, inoltre, si è imposto all’attenzione internazionale come un interlocutore credibile, conferendo ai paesi membri un maggior peso nei negoziati commerciali internazionali. Il Mercosur e la sua evoluzione sembrano dunque essere fattori cruciali per le sorti del regionalismo latinoamericano. Tuttavia, occorre tenere presente che questo processo, per come è maturato, incarna tuttora un modello di integrazione a carattere intergovernativo e fortemente imperniato sull’asse Brasile-Argentina, che giocano un ruolo determinante negli assetti del Mercosur, cosa che a volte soffoca le proposte dei paesi di minori dimensioni.
Anche sul piano dei risultati economici esistono valutazioni divergenti, ma va sottolineato che la scelta di una determinata strategia economica implica la parallela individuazione di una metodologia specifica che possa valutarne i risultati. In questo senso, i risultati dell’integrazione non sono indipendenti della metodologia adottata.
A quasi vent’anni dalla sua creazione, il Mercosur non è, in realtà, un mercato unico compiuto: è un’unione doganale “incompiuta”. Secondo alcuni analisti, tuttavia, malgrado questo risultato sia derivato da una serie di difficoltà, la flessibilità che ne è conseguita è stata di fatto utile per la sopravvivenza del blocco in momenti di grave crisi, come quella del Brasile del 1998 o dell’Argentina del 2001/2002.
L’esistenza di un sistema subregionale di questo tipo, d’altra parte, si è rivelata utile per attrarre flussi di investimenti esteri e ha contributo alla modernizzazione economica generale. Il commercio intraregionale è triplicato in meno di un decennio, malgrado siano mancati progressi sostanziali verso la libera circolazione di servizi.
Come per qualsiasi altro processo d’integrazione, le prospettive di sopravvivenza e sviluppo del Mercosur dipendono dalla sostenibilità del progetto in termini di approfondimento e allargamento e dall’evoluzione degli scenari interni ed esterni. Sebbene nella sua struttura attuale il Mercosur non preveda nessun tipo di istituzione sovranazionale, in prospettiva si pongono alcune questioni: 1) l’allargamento, attraverso l’inclusione di nuovi paesi e nuove tematiche[42]; 2) il consolidamento, attraverso l’applicazione degli accordi e la creazione di un sistema regionale più efficiente e sovranazionale, e 3) le relazioni esterne, in direzione di un maggiore peso dei paesi membri nelle sedi decisionali del sistema internazionale.
La difficoltà di approfondire il processo di integrazione ha offerto maggiori spazi al processo di allargamento, che è stato presentato e motivato come strada sia per rafforzare il Mercosur, sia per aumentare il suo potere negoziale nei confronti di paesi terzi e di soggetti collettivi internazionali. In questo quadro, tuttavia, la riduzione delle asimmetrie resta una questione estremamente delicata, che condiziona il processo di allargamento.
Le asimmetrie economiche fra gli Stati membri, infatti, rendono più difficile la trasformazione dell’integrazione in un gioco a somma positiva, in cui tutti i paesi sentano di poter ottenere dei vantaggi. È necessario, ad esempio, migliorare le condizioni di accesso ai mercati dell’Uruguay e del Paraguay, e affrontare le asimmetrie a partire da una visione globale, trattando non solo l’aspetto commerciale ma anche le dimensioni produttive, sociali, scientifico-tecnologiche, nelle quali lo scambio di esperienze e il trasferimento di know-how possono assumere una grande importanza.
A titolo di esempio, i Fondi per la convergenza strutturale nel Mercosur (Focem) – che hanno un bilancio di 100 milioni di dollari l’anno - rappresentano un fattore redistribuivo importante a vantaggio dell’Uruguay e del Paraguay; ciò nonostante, le carenze in termini di capacità operative e progettuali dei due paesi continuano a costituire gravi limiti al loro sviluppo.
Un altro tema controverso riguarda la possibilità che un paese membro concluda accordi commerciali bilaterali con uno Stato terzo. È stato il caso dell’Uruguay, dove si è svolto un vivace dibattito sulla proposta di concludere un trattato di libero scambio con gli Stati Uniti. Alla fine il governo uruguaiano lo ha escluso e l’allora Presidente della Commissione dei rappresentanti del Mercosur, Carlos Álvarez, ha dichiarato (nel 2007): “È molto importante che il Presidente dell’Uruguay abbia confermato il Mercosur come l’opzione strategica di fondo prescelta dal suo paese sullo scenario internazionale. Questa decisione deve però essere sostenuta da una maggiore attenzione alla questione delle asimmetrie che, in definitiva, esercita un peso molto importante al momento di valutare l’efficacia e la legittimità dell’integrazione. Insisto sul fatto che la lotta contro le asimmetrie implica un approccio globale: commerciale, produttivo, sociale, scientifico-tecnologico e culturale”.
Malgrado l’integrazione ponga sfide molto impegnative, e nonostante le critiche, le imperfezioni e l’esistenza di nuclei di oppositori agguerriti all’interno dei singoli paesi[43], gli Stati membri del Mercosur continuano a considerare quel processo un’opzione strategica.
Uno dei fatti politicamente più rilevanti degli anni più recenti è la domanda di adesione del Venezuela al Mercosur (2006). Si tratta: della prima volta dal Trattato di Asunción che uno Stato chiede l’ingresso come membro a pieno titolo e non come associato. A conclusione del processo di adesione ancora in corso, il Venezuela sarà il primo nuovo Stato membro del Mercosur dal 1991 (Granato e Oddone, 2006).
In termini commerciali, in questi ultimi tre anni la
prospettiva di adesione del Venezuela ha già avuto un forte impatto: il Brasile
è diventato il secondo partner commerciale del paese dopo gli Stati Uniti,
spodestando
I fattori che più mettono a rischio lo sviluppo della CAN sono la scarsa coesione tra i membri del blocco regionale e la difficoltà di costruire una visione strategica condivisa.
Nel 2006 il Venezuela ha deciso di uscire dalla CAN per aderire (come si è visto sopra) al Mercosur; mentre il Cile ha deciso un riavvicinamento. La scelta del Cile di aderire con lo status di paese associato (lo stesso, peraltro, che ha nel Mercosur) non rafforza il processo di integrazione della CAN, nella misura in cui non comporta per Santiago un impegno politico verso quel processo, ma semplicemente un rafforzamento del paese come attore economico nel quadro subregionale. Il Venezuela, d’altro canto, era alla “ricerca di alleati per un suo proprio disegno politico di integrazione nazionale e regionale e ha evidentemente scelto i partner che riteneva più forti e con maggiore credibilità internazionale” (Gardini, 2009).
In ogni caso, da un punto di vista economico l’uscita del Venezuela dalla CAN non ha comportato un cambiamento significativo nei suoi rapporti commerciali con i paesi di questa struttura subregionale.
1.2. L’integrazione regionale centroamericana e caraibica: SICA e CARICOM
Il Sistema di Integrazione Centroamericana (SICA) costituisce il punto più alto di
un processo avviato fin dagli inizi degli anni ’60. Del SICA fanno parte i
sette paesi dell'istmo centroamericano (Guatemala, Belize, El Salvador,
Honduras, Nicaragua, Costarica e Panama) e
Lo sviluppo del commercio intraregionale – che si svolge nel quadro del Mercato Comune Centroamericano (MCCA) - è un indicatore della crescente importanza della collaborazione e dell’integrazione dell’area: nell’ultimo decennio esso è passato da poco più di un quinto a quasi un terzo delle esportazioni del Centroamerica[47].
Il processo di integrazione avviato dal SICA fa registrare alcuni importanti risultati positivi, quali la riduzione dei rischi di nuovi conflitti e il consolidamento della pace. Ad esempio, l'esistenza e l’azione del SICA hanno sicuramente avuto un ruolo nella crisi honduregna aperta dal colpo di stato contro il presidente Zelaya (maggio 2009), evitando che degenerasse in un conflitto armato e propiziando poi il ritorno a una certa normalità con l’elezione del presidente Lobo. Positivo il ruolo del SICA anche nella creazione della Corte Centroamericana di Giustizia e nell’introduzione di criteri come lo sviluppo umano sostenibile e la sicurezza democratica nelle politiche nazionali dei paesi membri. Tuttavia, il SICA sconta ancora alcuni significativi limiti, quali l’assenza di meccanismi decisionali vincolanti, la dipendenza finanziaria delle sue istituzioni dalla cooperazione internazionale, un’eccessiva accentuazione della dimensione commerciale sulla base degli accordi intergovernativi che regolano il MCCA, a scapito di una visione multidimensionale del processo di integrazione. Infine, come nel resto dei meccanismi di concertazione subregionale latinoamericana, anche nel SICA si riscontra una forte impronta intergovernativa.
Circa le prospettive future dell’integrazione
centroamericana, una prestigiosa istituzione accademica come
In sintesi, l'integrazione regionale centroamericana - ritenuta dagli stessi attori dell’itsmo uno strumento indispensabile per consentire a questi piccoli paesi di affrontare le dinamiche del mercato globale – è ancora un cantiere aperto, in cui convivono iniziative quali il Parlamento Centroamericano (PARLACEN) e la già menzionata Corte Centroamericana di Giustizia, assieme a debolezze istituzionali, per cui il processo decisionale dipende interamente dagli accordi intergovernativi. Va segnalato, a tale proposito, come non tutti gli Stati centroamericani abbiano aderito alle istituzioni “comunitarie”: del PARLACEN non fanno parte Costarica, Panama e Repubblica Dominicana, e né il Costarica né il Guatemala sono membri della Corte Centroamericana di Giustizia. Si tratta di esempi che evocano un processo di integrazione “a geometria variabile”, con accordi che impegnano alcuni paesi e non altri, come è il caso - tra l'altro – dell’accordo per la libera circolazione delle persone nella regione centroamericana, al quale non aderiscono Costarica, Panama, Belize e Repubblica Dominicana. Il Sistema dell’Integrazione Centroamericana, insomma, non riesce ancora a diventare un vero e proprio progetto sovranazionale, a cui gli Stati deleghino via via alcune competenze.
n questo scenario deve essere considerato il Proyecto Mesoamérica (prosecuzione del precedente Plan Puebla-Panamá), che non si propone come meccanismo di integrazione subregionale ma è finalizzato a realizzare opere di connettività física. L’importanza del Proyecto Mesoamérica – trattato più diffusamente nella sezione sull’integrazione economica - risiede nella partecipazione del Messico e della Colombia, storicamente paesi di riferimento per il Centroamerica.
Un sostegno importante all’integrazione centroamericana è venuto dall’Accordo di associazione firmato con l’Unione Europea in occasione del recente VI Vertice Euro-latinoamericano di Madrid. L’Accordo potrà offrire un quadro negoziale più appropriato per l’agenda biregionale su una serie di nodi: l’interscambio commerciale di una serie di prodotti, le tematiche migratorie, l'introduzione di un fondo di compensazione per ridurre le asimmetrie.
Attualmente
Obiettivo generale della CARICOM è quello di intensificare il commercio tra gli Stati membri e favorire la competitività delle loro produzioni, mantenendo una politica di rigido protezionismo fondata su elevate barriere tariffarie al commercio con paesi terzi. Sono anche state adottate diverse misure per i paesi meno sviluppati della Comunità e un programma di armonizzazione delle politiche economiche. Per la costituzione della zona di libero commercio all’interno della CARICOM sono state eliminate le tariffe intra-zona - con alcune eccezioni – ed è prevista una tariffa esterna comune.
Negli anni ’90,
Oggi, malgrado persistano eccezioni per alcuni prodotti, si può dire che i territori dei paesi CARICOM costituiscano effettivamente una zona di libero commercio. La realizzazione della tariffa esterna comune comporterà una riduzione sostanziale della protezione esterna e potrà causare difficoltà soprattutto per i paesi che dipendono in modo significativo dalle tariffe sulle importazioni.
Oggi
Nel complesso si può dire che, malgrado i loro
sforzi,
1.3. Le nuove proposte: ALBA e UNASUR
Negli ultimi anni si sono sviluppati in America Latina due nuovi progetti d’integrazione regionale. Il primo è conosciuto come “Alternativa Bolivariana per l’America” (ALBA) ed è stato ideato e promosso dal Venezuela per contrastare il progetto dell’ALCA (Area di Libero Commercio delle Americhe)[48]. Il secondo progetto, noto come Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR), del quale fanno parte tutti i paesi sudamericani, punta a creare una “nuova visione dello scenario sudamericano”. Entrambe le proposte intendono promuovere lo sviluppo e la concertazione politica tra i paesi dell’area, ma pur condividendo gli stessi obiettivi non propongono lo stesso schema di concertazione regionale per raggiungerli.
Alla “Alternativa Bolivariana per l’America” (ALBA) aderiscono: Bolivia, Cuba, Dominica, Ecuador, Nicaragua, Saint Vincent e Grenadine, e Antigua e Barbuda. La proposta fu lanciata in occasione del III Vertice dei capi di Stato e di governo dell’Associazione degli Stati dei Caraibi, nel dicembre 2001, dal Venezuela come “progetto anti-egemonico”. Fin dall’inizio, la proposta ALBA è stata concepita come alternativa e contraltare dell’ALCA.
L’ALBA è strutturata in una serie di accordi che mirano a superare le asimmetrie economiche e sociali esistenti tra i paesi latinoamericani, all’insegna della formula dei “vantaggi cooperativi”. Questo schema di regionalizzazione si prefigge di stimolare una specializzazione produttiva efficiente e competitiva, compatibile con uno sviluppo economico e sociale equilibrato all’interno di ogni paese.
Sul piano del commercio regionale, l’ALBA prevede di accordare lapreferenza agli investitori nazionali, l’utilizzo di meccanismi di compensazione commerciale, l’uso delle monete nazionali dei paesi membri per il pagamento degli scambi intrablocco, l’eliminazione delle barriere tariffarie, la costruzione di una connettività marittima ed aerea nel territorio integrato, e il finanziamento di progetti produttivi nei settori strategici delle economie nazionali.
La cooperazione e integrazione energetica rappresenta uno degli elementi cruciali dell’ALBA, specialmente alla luce dei problemi di approvvigionamento di tutti i paesi del Caribe, ed è finalizzata a ridurre le asimmetrie regionali attenuando l’impatto dell’aumento dei prezzi del petrolio sulle produzioni locali. Lo strumento per raggiungere questi obiettivi è la proposta di “Petroamerica”, che è esplicitamente rivolta a ridefinire le relazioni tra i paesi sulla base delle loro risorse e potenzialità, approfittare della complementarietà economica, sociale e culturale per attenuare le asimmetrie regionali e minimizzare gli effetti negativi dei costi dell’energia sui paesi dell’area. In Petroamerica si realizza la sintesi di tre iniziative subregionali d’integrazione energetica: Petrosur (Argentina, Brasile, Uruguay e Venezuela[49]); Petrocaribe per i 14 paesi dei Caraibi, e Petroandina (Bolivia, Ecuador, Colombia, Perù e Venezuela[50]).
La proposta di integrazione finanziaria ruota attorno
alla Banca del Sud e alla Banca dell’ALBA. Mentre la prima è stata già
sviluppata, la seconda rimane ancora a livello di progetto.
Un’iniziativa complessiva dell’intera America Latina appare improbabile per le enormi dimensioni del continente e la sua grande diversità interna: l’area centroamericana, e in particolare il Messico, gravitano chiaramente nell’orbita degli Stati Uniti, e iniziative come l’ALBA appaiono troppo fondate su criteri politici e strettamente associate alla figura del presidente Chávez per poter essere realmente condivise da tutti i paesi. Sembra dunque plausibile che sia il Sudamerica a ricercare una nuova collocazione internazionale che porti a un rafforzamento della competitività dei paesi, tutelandone anche l’autonomia decisionale, con soluzioni più fondate su criteri territoriali. È con questi obiettivi e in questo nuovo spazio che nasce la proposta dell’UNASUR.
La proposta della Comunità Sudamericana delle Nazioni (CSN), oggi conosciuta come Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR), è stata lanciata a Cuzco l’8 dicembre del 2004[51]. Il progetto includeva i cinque Stati del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e in prospettiva il Venezuela), il Cile e i membri della CAN (Bolivia, Colombia, Ecuador e Perù), più altri due paesi settentrionali del Sudamerica: Guyana e Suriname.
Dopo i vertici di Brasilia (2005) e Cochabamba (2006), l’UNASUR è stata lanciata nel vertice di Brasilia del 2008[52]. L’articolo terzo del Trattato indica un elenco di obiettivi tra cui spicca il rafforzamento del dialogo politico tra i paesi membri, per assicurare uno spazio di concertazione teso a rafforzare l’integrazione regionale e la partecipazione dell’UNASUR allo scenario internazionale. Per poter realizzare i suoi obiettivi, il Trattato dota l’UNASUR di personalità giuridica, anche se il suo disegno istituzionale mantiene l’impronta di dialogo intergovernativo.
L’architettura istituzionale dell’UNASUR prevede la creazione di Consigli tematici presieduti dai capi di stato e di governo, mentre la definizione delle politiche operative è a carico dei ministri. Sono stati così istituiti i seguenti Consigli:
·
Il Consiglio
Energetico Sudamericano – creato con
· Il Consiglio di Difesa, istituito nel vertice di Salvador (Brasile) il 16 dicembre 2008, su proposta del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula Da Silva, con l’obiettivo di consolidare il Sudamerica come una zona di pace e di stabilità democratica[53].
· Il Consiglio della Salute - creato nello stesso vertice del dicembre 2008 - ha come obiettivo principale la costruzione di uno spazio d’integrazione in materia di sanità pubblica che possa promuovere politiche comuni e sviluppare attività di coordinamento a fini di prevenzione.
Per quanto riguarda il ruolo dei parlamentari, il Trattato costitutivo dell’UNASUR prevedeva all’articolo 17 che la configurazione di un parlamento sudamericano con sede nella città di Cochabamba (Bolivia) sarebbe stata oggetto di un Protocollo addizionale. Ciò nonostante, i parlamentari si sono già riuniti nell’ottobre del 2008 per rilanciare e promuovere l’idea del Parlamento dell’UNASUR.
Per un suo pieno inserimento internazionale come “continente”, è necessario che il Sudamerica sviluppi un processo di concertazione politica. La concertazione e l’integrazione regionale non impediscono affatto la presenza di paesi leader - le cosiddette “locomotive” dell’integrazione – che, anzi, sono sempre esistiti in tutti i processi di questo tipo. In questo caso, è ancora in costruzione una leadership capace di creare nuovi consensi sul ruolo internazionale del Sudamerica. Concertazione politica e integrazione regionale costituiscono gli elementi chiave per il nuovo inserimento sistemico internazionale di un continente in cui la potenza egemonica ha portata emisferica.
L’UNASUR sembra essere soprattutto al servizio del progetto di leadership regionale del Brasile, potendo così contare, in prospettiva, su un attore politico molto forte ma finora disposto ad investire solo risorse limitate in questa vicenda. L’UNASUR è stata concepita come un processo di concertazione regionale che vuole rafforzare i meccanismi d’integrazione subregionali esistenti, e soprattutto puntare alla realizzazione di un’area comune d’integrazione per il Sudamerica che dovrebbe diventare un attore chiave del commercio mondiale e interlocutore unico nei negoziati internazionali.
Il Sudamerica, a fronte del processo politico di integrazione regionale, è alla ricerca di una propria via al regionalismo che non ricalchi modelli esterni ma che sia funzionale alle reali esigenze della regione, rispettando la sua cultura e rispondendo alla necessità di creare benessere per le popolazioni locali.
2. L’integrazione economica in America Latina e nei Caraibi
2.1. L’evoluzione recente dell’economia regionale
Il termine America Latina e Caraibi (ALC) nasconde una realtà di paesi molto diversi tra loro. Quando si analizza la performance dell’economia della regione nel suo insieme, questa varietà è occultata dal peso che le maggiori economie hanno sul totale. Il Messico individualmente rappresenta oltre ¼ del prodotto interno lordo (PIL) regionale, mentre i rimanenti paesi centroamericani e caraibici rappresentano, insieme, soltanto l’8% dell’economia regionale (grafico 1). All’interno delle isole dei Caraibi, inoltre, esiste uno squilibrio tra le economie di Cuba e Repubblica Dominicana, che insieme rappresentano i 2/3 dell’economia della regione, e il resto dell’area.
Fonte: Cepal (2009), Anuario estadistico de America Latina y Caribe.
Il Sudamerica rappresenta il 65% dell’economia regionale e il Brasile da solo contribuisce per circa la metà del PIL sudamericano (grafico 2), seguito dall’Argentina e, ad una certa distanza, da Venezuela e Colombia. Dei trentatre paesi dell’ALC, dunque, cinque (Messico, Brasile, Argentina, Venezuela e Colombia) rappresentano oltre l’80% del PIL regionale complessivo. La traiettoria economica di questi paesi fornisce evidentemente una chiave di lettura dell’evoluzione dell’economia regionale negli ultimi anni, in virtù non solo del loro peso statistico, ma anche della loro capacità di trainare i paesi vicini nel processo di espansione.
Fonte: Cepal (2009), Anuario estadistico de America Latina y Caribe.
L’America Latina e i Caraibi hanno sperimentato, tra il 2003 e il 2008, un periodo di sostenuta crescita economica, interrotta dalla crisi che ha iniziato a diffondersi a livello mondiale a partire dall’ultimo trimestre del 2008. L’area ALC non è rimasta immune dalla crisi. In misura minore o maggiore, tutti i paesi ne sono stati colpiti: si stima che nel 2009 la regione nel suo insieme abbia subito una riduzione del PIL dell’1,8%.
Il principale canale di trasmissione della crisi internazionale alle economie ALC è stato il rallentamento e la successiva contrazione del commercio, accoppiati ad un forte calo dei prezzi delle materie prime. L’espansione del commercio era stata il principale motore della crescita dell’economia regionale nel periodo precedente alla crisi: tra il 2003 e il 2008 le esportazioni regionali sono aumentate del 130%.
Questo ciclo virtuoso è stato il risultato dell’incremento non solo del volume ma anche dei prezzi delle esportazioni (grafico 3). Questo effetto è stato particolarmente rilevante per i paesi esportatori di commodities, prodotti di base i cui prezzi sono sensibili alle oscillazioni della domanda mondiale. In questo senso, l’emergere del mercato cinese, con la sua elevata domanda di materie prime minerarie, energetiche e agricole, ha avuto un effetto significativo su paesi come Cile, Perù, Brasile e Argentina, il cui paniere di esportazioni è composto in grande misura da quei prodotti.
I movimenti di prezzi delle commodities sono stati particolarmente marcati nel primo semestre del 2008 (+15,8%) e nello stesso periodo del 2009 (-18,3%); in questo secondo periodo la contemporanea riduzione di prezzi e di volumi ha comportato una contrazione del valore totale delle esportazioni regionali del 30,9% per l’insieme dei paesi ALC. I paesi dei Caraibi sono stati particolarmente colpiti, con una riduzione del valore totale delle esportazioni del 36,7%.
Fonte: Cepal (2009), Panorama de la inserción internacional de América Latina y el Caribe.
Un altro importante motore della crescita della regione
nel periodo 2003-2008 sono stati gli investimenti diretti esteri (IDE).
Partendo da una media di 66,3 miliardi di dollari/anno nel periodo 2000-2005,
gli IDE hanno iniziato una scalata che è culminata nel
L’aumento dei flussi di IDE verso la regione nel suo
insieme nasconde dinamiche molto diverse tra i vari paesi. La crescita degli
IDE riflette soprattutto la performance del Sudamerica, che ha visto aumentare
la sua partecipazione agli investimenti regionali da una media del 57% nel
periodo 2000-
Anche le piccole economie dei Caraibi e del Centro America hanno mostrato un trend positivo, e hanno visto crescere la loro quota dell’IDE regionale dal 9% al 14%.
A differenza degli altri paesi della regione, il Messico non ha registrato un aumento rilevante degli ingressi di IDE, ed è stato fortemente colpito dal calo che ha interessato tutta la regione nel 2009. Il mancato dinamismo degli IDE verso il Messico ha comportato un calo della sua quota sul totale regionale dal 33% al 14%.
Il Messico, il Centroamerica e i Caraibi sono particolarmente sensibili alle dinamiche dell’economia statunitense, e la contrazione delle esportazioni e degli IDE regionali riflette questa dipendenza. Va però osservato che la performance dell’economia messicana evidenzia problemi di ordine strutturale: mentre i paesi sudamericani hanno trovato importanti complementarietà con i mercati emergenti asiatici, il Messico ha un paniere di esportazioni fondato su prodotti industriali a medio livello tecnologico, quindi più esposti alla concorrenza dei prodotti cinesi sul loro principale mercato, quello statunitense.
Tabella 1. Flussi di IDE verso America Latina e Caraibi (milioni di dollari USA)
|
2000-2005 (a) |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
ALC |
66.370 |
74.794 |
111.844 |
131.938 |
76.681 |
Sudamerica |
37.974 |
43.370 |
71.227 |
91.278 |
54.454 |
Brasile |
19.197 |
18.782 |
34.585 |
45.058 |
25.949 |
Cile |
5.012 |
7.298 |
12.534 |
15.181 |
12.702 |
Colombia |
3.683 |
6.656 |
9.049 |
10.583 |
7.201 |
Messico |
22.327 |
19.779 |
27.311 |
23.170 |
11.417 |
Centroamerica |
2.549 |
5.756 |
7.235 |
7.487 |
5.026 |
Panama |
656 |
2.498 |
1.777 |
2.402 |
1.773 |
Costarica |
597 |
1.469 |
1.896 |
2.021 |
1.323 |
Caraibi |
3.521 |
5.890 |
6.071 |
10.002 |
5.783 |
Repubblica Dominicana |
932 |
1.528 |
1.563 |
2.971 |
2.158 |
(a) Media annuale |
|
||||
Fonte: Cepal (2010), Ingresos de Inversion Extranjera Directa en America Latina y el Caribe |
|
Un flusso finanziario particolarmente rilevante per
l’economia della regione è rappresentato dalle rimesse degli emigrati
all’estero. La tabella 2 mostra che in dodici paesi dell’ALC la quota delle
rimesse sul PIL è superiore al 5%. È interessante notare come le tabelle 1 e 2
siano quasi complementari: le economie più grandi, anche se ricevono importanti
flussi di rimesse, hanno un minore rapporto rimesse/PIL. Il Messico è il
principale paese di destinazione delle rimesse: nel
I flussi di rimesse verso i paesi ALC hanno una dimensione comparabile a quella degli IDE: nel 2009, 58 miliardi di dollari di rimesse a fronte di 76 miliardi di IDE. Le rimesse presentano un comportamento meno pro-ciclico rispetto agli IDE (nel 2009 hanno subito un calo del 9% contro il -42% degli IDE) e sono particolarmente importanti per alcune delle economie più piccole.
Tabella 2. Paesi ALC con maggiore partecipazione delle rimesse al PIL
|
Milioni di dollari |
% Pil |
|
|
2008 |
2009* |
2008 |
Belize |
78 |
74 |
5,7 |
Repubblica Dominicana |
3.487 |
3.344 |
7,6 |
Ecuador |
3.200 |
3.078 |
6,1 |
El Salvador |
3.804 |
3.460 |
17,2 |
Giamaica |
2.180 |
1.921 |
14,5 |
Guatemala |
4.451 |
4.065 |
11,4 |
Guyana |
278 |
266 |
24,0 |
Haiti |
1.300 |
1.220 |
18,7 |
Honduras |
2.824 |
2.525 |
20,1 |
Nicaragua |
818 |
784 |
12,4 |
S. Kitts e Nevis |
37 |
- |
6,9 |
S. Vincent e Grenadine |
31 |
- |
5,1 |
ALC |
64.717 |
58.481 |
1,8 |
Paesi in via di sviluppo |
337.761 |
317.237 |
2,0 |
* Dati Preliminari |
|
|
|
Fonte: Banca Mondiale |
|
|
|
L’espansione dell’economia internazionale ha determinato un notevole miglioramento della bilancia dei pagamenti dei paesi latinoamericani e caraibici, grazie all’aumento delle esportazioni, degli investimenti e delle rimesse. I tassi di crescita dell’economia regionale sono stati i più elevati degli ultimi quaranta anni. Malgrado la regione sia stata colpita negli ultimi due anni dalla crisi internazionale, il periodo di crescita precedente ha contribuito a migliorare i parametri strutturali di gran parte delle economie ALC, consentendo così ai paesi in questione di trovarsi meglio preparati ad affrontare la crisi.
Infatti, la crescita 2003-2008 e il miglioramento
della bilancia dei pagamenti delle economie ALC hanno ridotto il livello di
vulnerabilità di quei paesi di fronte alla crisi finanziaria che ha messo in
ginocchio l’economia mondiale. In questo senso, due indicatori sono particolarmente
importanti. Il primo è l’ingente accumulo di riserve (in valuta estera) da
parte delle economie ALC, politica peraltro adottata da molti paesi in via di
sviluppo, inclusa
Fonte: Cepal (2009), Bilance preliminar de las economias de America Latina e Caribe.
Un’altra variabile importante per valutare la vulnerabilità della regione alla crisi internazionale è quella dell’indebitamento estero. Il rapporto debito estero/PIL ha registrato un forte calo per tutto il periodo 2003-2008 (tabella 3). Questa riduzione è dovuta più ad un aumento del PIL che ad una politica attiva di abbattimento del debito estero[54], visto che il debito estero totale della regione è rimasto stabile nel periodo. È tuttavia significativo che - a differenza di quanto accadeva in un passato non tanto remoto - i governi latinoamericani e caraibici non abbiano cercato di sfruttare il ciclo positivo delle loro economie per contrarre ulteriore debito estero.
L’analisi dell’evoluzione dei conti pubblici dei paesi sudamericani evidenzia anch’essa il divario tra la condizione attuale di quelle economie e la situazione all’epoca della crisi dell’indebitamento degli anni ’80. Nel periodo dell’espansione, infatti, i governi ALC hanno compiuto un importante sforzo di contenimento dei conti pubblici, che si riflette in un avanzo primario[55] positivo. La politica di contenimento fiscale, accoppiata all’espansione dell’economia, ha determinato una riduzione del rapporto tra indebitamento pubblico e PIL e ha aumentato il margine per l’utilizzo anti-ciclico della politica fiscale.
Tabella 3. Evoluzione della posizione fiscale e finanziaria delle economie ALC: indicatori scelti
|
2003 |
2004 |
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009* |
Settore fiscale (% Pil) |
|
|
|
|
|
|
|
Avanzo primario |
0,1 |
1,1 |
2,2 |
1,8 |
2,1 |
1,5 |
-0,1 |
Debito pubblico governo centrale |
57,2 |
50,9 |
42,7 |
35,7 |
29,9 |
27,8 |
28,3 |
|
|
|
|
|
|
|
|
Settore esterno (%) |
|
|
|
|
|
|
|
Debito estero lordo/ Pil |
39,9 |
34,4 |
25,1 |
21 |
20 |
18,2 |
19,3 |
Debito estero lordo/ esportazioni |
169,0 |
138,0 |
101,0 |
84,0 |
82,0 |
73,0 |
75,0 |
*Dati Preliminari |
|
|
|
|
|
|
|
Fonte: Cepal (2009), Balance Preliminar de las economias de America Latina e Caribe |
Una volta esaminati i trend più generali dell’evoluzione delle economie ALC nell’ultimo decennio, è interessante tornare all’analisi dei singoli paesi che, dato il loro peso nell’economia regionale, sommati ne determinano in gran parte la traiettoria.
Il grafico 5 mostra la crescita cumulativa delle cinque maggiori
economie latinoamericane negli ultimi dieci anni. I tassi di crescita più
elevati in assoluto sono stati quelli di Colombia e Argentina: la prima ha
registrato tassi sostenuti di crescita per tutto il decennio, mentre la
seconda, dopo aver subito una drastica riduzione del PIL (-15%) tra il 2000 e
il
I due grandi paesi emergenti della regione - Brasile e Messico - fanno registrare, in realtà, la peggiore performance del gruppo delle maggiori economie. Il Brasile ha registrato una crescita cumulativa del PIL di poco superiore al 30% nel decennio[56]; nello stesso arco di tempo, la crescita del PIL del Messico è stata di appena il 12,6%, a causa soprattutto del forte impatto della crisi americana e internazionale che ha provocato un calo del PIL del 6,7% nel 2009, ma anche dei bassi tassi di crescita del periodo precedente.
Fonte: Cepal (2009) Bilance preliminar de las economias de America Latina y el Caribe
Nel secondo semestre del 2009 sono emersi segnali che indicavano il superamento della fase più acuta della crisi: la produzione industriale e le esportazioni hanno iniziato una graduale ripresa, mentre l’aumento del commercio internazionale ha determinato un rialzo dei prezzi delle commodities. La ripresa, tuttavia, non va attribuita soltanto ad un contesto internazionale più favorevole: le misure di sostegno all’economia adottate dai paesi ALC, e soprattutto la politica fiscale più espansiva, sono state decisive per evitare una recessione più lunga e profonda. È importante segnalare, inoltre, che in alcuni paesi le banche pubbliche hanno attivamente sostenuto le strategie anti-cicliche dei governi, compensando la contrazione del credito privato[57].
Le stime per il 2010 prevedono un tasso di crescita superiore al 4% per la regione nel suo insieme, ma con una certa disomogeneità tra paesi: per quelli sudamericani e per il Messico le previsioni sono molto positive, mentre Centro America e Caraibi mostrano segnali meno vigorosi di ripresa (FMI, 2010).
Sul piano della sostenibilità della ripresa dell’economia regionale, la questione principale riguarda le persistenti fragilità delle economie avanzate e l’incertezza sul futuro della loro performance quando le misure straordinarie di sostegno saranno cancellate. I paesi in via di sviluppo in generale, e quelli ALC in particolare, saranno in grado di mantenere elevati tassi di crescita in assenza di una ripresa sostenuta delle economie avanzate (il cosiddetto “decoupling”), o saranno invece contagiati dai malanni dei paesi ricchi (Canuto, 2010)?
2.2. L’integrazione infrastrutturale: l’IIRSA e il Proyecto Mesoamérica
Una caratteristica saliente dell’attuale ciclo dei paesi ALC riguarda i progetti di integrazione delle infrastrutture economiche – e specialmente quelle dei trasporti – individuati come condizione dello sviluppo dei paesi della regione e dell’incremento degli interscambi tra i diversi sistemi economici nazionali. Il processo di integrazione delle infrastrutture non consiste soltanto nella creazione di collegamenti tra infrastrutture già esistenti bensì si sviluppa in parallelo alla costruzione delle infrastrutture stesse, anche per via del notevole ritardo accumulato dalle economie latinoamericane su questo terreno negli ultimi decenni (tabelle 4-6).
Paese o Regione |
(%) Strade asfaltate/ totale rete viaria |
Totale rete viaria/ territorio (m/Km2) |
Strade asfaltate/ territorio (m/Km2) |
Totale rete viaria/ popolazione (m/ab.) |
America Latina (media) |
11,2 |
141,24 |
15,82 |
6,82 |
Europa occidentale (media) |
95,2 |
1.044,32 |
993,7 |
9,86 |
Europa centrale e orientale (media) |
54,3 |
812,88 |
441,7 |
8,76 |
USA |
59 |
657,89 |
388,15 |
21,82 |
Giappone |
53,7 |
3.117,73 |
1.674,27 |
89,18 |
Tailandia |
97,5 |
126,23 |
123,07 |
1,01 |
Indonesia |
46,3 |
187,63 |
86,87 |
1,46 |
Tabella 5. Indicatori
relativi alla dotazione di ferrovie e idrovie
Paese o Regione |
Ferrovia/ territorio (Km/1.000 Km2) |
Idrovia/territorio (Km/ 1.000 Km2) |
America Latina e Caraibi (media) |
5,96 |
6,06 |
Europa occidentale (media) |
48,41 |
12,81 |
Europa centrale e orientale (media) |
40,27 |
5,48 |
USA |
20,22 |
4,26 |
Giappone |
61,82 |
4,71 |
Tailandia |
7,95 |
7,82 |
Indonesia |
3,54 |
11,81 |
|
Utenze fisse /100 ab. |
Utenze mobili /100 ab. |
Utenze banda larga/100 ab. |
America Latina (media) |
17,3 |
80,4 |
3,7 |
Nord America (media) |
40,6 |
73,6 |
20,4 |
Europa occidentale (media) |
51,1 |
113,3 |
27,2 |
Europa orientale (media) |
30,3 |
117,3 |
10,1 |
Giappone |
37,4 |
87,7 |
23,7 |
Corea del Sud |
53,3 |
94,7 |
32,1 |
Indonesia |
13,4 |
61,8 |
0,1 |
Mondo |
18,8 |
59,3 |
6,2 |
Le statistiche mostrano il significativo ritardo nello sviluppo delle infrastrutture che contraddistingue i paesi della regione, anche se paragonati ad altri paesi in via di sviluppo. La crisi finanziaria degli anni ’80 ha ulteriormente ridotto i livelli di investimenti in infrastrutture, storicamente finanziati e gestiti dal settore pubblico per le loro caratteristiche di bassa redditività, alti costi di costruzione e rischi elevati.
Proprio in risposta all’incapacità di finanziare gli investimenti in infrastrutture in seguito alla crisi, molti governi latinoamericani hanno cercato di coinvolgere attori privati nella costruzione di infrastrutture fisiche e nella gestione dei relativi servizi. Tuttavia, i processi di privatizzazione sono stati insufficienti a garantire indici di investimento sostenibili nel settore. Oggi è diffuso il consenso sul fatto che malgrado la partecipazione privata sia auspicabile e necessaria – perché apporta risorse e conferisce una maggiore efficienza ai servizi offerti –gli investimenti privati non hanno le caratteristiche necessarie a superare tutte le carenze del settore, soprattutto quando si tratta di fornire servizi alle regioni con minori attrattive economiche o di arrivare alle popolazioni che ne hanno più bisogno.
I progetti di integrazione delle infrastrutture fisiche corrono in parallelo e in sinergia con i processi di integrazione commerciale, ma non coincidono necessariamente con essi, perché sono più condizionati da fattori di carattere territoriale e geografico rispetto al commercio. Di seguito si presentano succintamente i due principali processi di integrazione di infrastrutture attualmente in corso tra i paesi ALC: l’IIRSA e il Proyecto Mesoamérica.
L’Iniziativa
per l’Integrazione delle Infrastrutture Regionali del Sudamerica (IIRSA) è frutto di un accordo tra i
dodici paesi sudamericani, firmato dai loro Presidenti a Brasilia nel 2000. Si
tratta di un meccanismo di coordinamento intergovernativo tra tutti gli Stati
del subcontinente, compresi
Nella riunione di fondazione dell’IIRSA, i capi di Stato e di governo hanno affidato alla Banca Interamericana di Sviluppo (BID), alla Corporación Andina de Fomento (CAF) e a FONPLATA (Fondo Finanziario per lo Sviluppo dei Paesi del Bacino del Plata) il mandato di fornire il necessario supporto tecnico e finanziario all’Iniziativa. Nella successiva riunione dei presidenti che ha avuto luogo nel 2002, le tre banche che compongono il Comitato di Coordinamento Tecnico - CCT, dopo un lavoro di consultazione con le strutture tecniche dei dodici governi, hanno presentato una proposta che delineava le modalità del programma di lavoro.
Quattro elementi hanno guidato la nascita dell’IIRSA.
In primo luogo una visione strategica, secondo la quale l’integrazione dell’infrastruttura dovrebbe essere orientata allo sviluppo economico del territorio beneficiario di un determinato progetto. Più ancora che integrare infrastrutture, l’IIRSA vuole stabilire un criterio prioritario nella selezione dei progetti: quello di incoraggiare le attività economiche esistenti e potenziali.
Un secondo elemento, che deriva dal primo, è la pianificazione territoriale dei progetti in base ad una logica geoeconomica, che “cancella le frontiere politiche”. La pianificazione limitata alle frontiere nazionali tende infatti a generare una catena di progetti sub-ottimale in termini di costi di costruzione e di efficienza delle infrastrutture. Inoltre, precedenti iniziative hanno mostrato che ogni paese parte dalla propria visione di integrazione regionale, rendendo difficile la convergenza su progetti comuni. L’IIRSA ha come obiettivo la promozione di tale convergenza.
Il terzo pilastro dell’IIRSA consiste nell’opzione di una istituzionalità leggera, transitoria e multilaterale (in rete), che non contenda il potere ai governi nazionali e si concentri sulle dimensioni tecniche senza entrare nelle dispute regionali. Per questo l’IIRSA ha evitato di creare una nuova istituzione o di usarne una vecchia, oltre a non avere sede né cariche.
Il quarto elemento strutturante dell’IIRSA, infine, è una gestione volta ai risultati. Con questo fine è stata definita nel 2004 l’Agenda Comune di Implementazione 2005-2010 che raccoglie 31 progetti definiti prioritari dai paesi dell’IIRSA per il loro impatto sull’integrazione fisica dell’America del Sud.
Con l’obiettivo di pianificare l’infrastruttura di integrazione territoriale in una prospettiva di lungo termine, l’IIRSA ha identificato dieci Assi di Integrazione e Sviluppo, definiti come spazi geoeconomici con caratteristiche comuni, in cui esistono bisogni e opportunità che devono essere soddisfatti con azioni integrate, da realizzare nei campi dell’infrastruttura economica (trasporti, energia, telecomunicazioni e risorse idriche), dell’informazione e della conoscenza (formazione professionale, sviluppo tecnologico, diffusione e accesso all’informazione) e della gestione ambientale.
Figura 1- Assi di Integrazione e Sviluppo dell’IIRSA
Fonte:
Corporación Andina de Fomento(CAF)
Il settore dei trasporti rappresenta il 62% del valore degli investimenti previsti dall’IIRSA e l’86,7% del numero totale di progetti. Il settore dell’energia rappresenta il 37,9% del valore totale degli investimenti e l’11,1% del numero di progetti. Quello delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione ha un peso inferiore: 0,02% degli investimenti e 2,1% dei progetti.
Assi di Integrazione e Sviluppo |
Numero Progetti |
Trasporti |
Energia |
Comuni-cazione |
Totale |
% Investimenti |
Andino |
65 |
4.423,70 |
2.626,30 |
0,1 |
7.050,10 |
9,48 |
Capricorno |
69 |
6.705,36 |
1.240,00 |
0 |
7945,36 |
10,69 |
Idrovia Paraguay-Paraná |
88 |
2.727,85 |
1.239,00 |
7,00 |
3.973,85 |
5,35 |
Amazonas |
57 |
5.214,83 |
62,80 |
3,13 |
5.280,76 |
7,10 |
Massiccio della Guyana |
25 |
626,90 |
300,00 |
0 |
926,90 |
1,25 |
Del Sud |
26 |
2.103,00 |
430,00 |
0 |
2.533,00 |
3,41 |
Interoceanico Centrale |
54 |
4.088,54 |
482,75 |
4,50 |
4.575,79 |
6,16 |
Mercosur- Cile |
105 |
17.716,82 |
11.449,14 |
0 |
29.165,96 |
39,23 |
Perù - Brasile - Bolivia |
23 |
2.487,59 |
10.400,00 |
0 |
12887,59 |
17,34 |
Tecnologie di Informazione e Comunicazione |
2 |
- |
- |
2,90 |
2,90 |
0,004 |
Totale |
514 |
46.094,59 |
28.229,99 |
17,63 |
74342,21 |
100 |
I progetti finora portati a termine rappresentano una quota ancora piccola del portafoglio dell’IIRSA: poco più del 10% del totale dei progetti e l’8,39% del valore complessivo. Sono però numerosi i progetti in via di esecuzione, che rappresentano il 50,1% del valore totale stimato del portafoglio dell’IIRSA e il 35,6% del numero totale di progetti. In fase di studio c’è il 33,0% del valore totale e il 28,6% del numero complessivo di progetti. I rimanenti sono in uno stadio ancora meno avanzato.
Per quanto riguarda le fonti di finanziamento del portafoglio dell’IIRSA, gli investimenti pubblici, con 36,7 miliardi di dollari, rappresentano quasi la metà (49,4%) dell’ammontare complessivo. Gli investimenti privati arrivano al 19,3% (14,3 miliardi di dollari), mentre la modalità mista, con finanziamenti pubblico-privati, arriva al 31,2% (23,1 miliardi di dollari) del portafoglio complessivo.
Al di là dei progetti infrastrutturali, l’IIRSA intende promuovere anche Processi Settorialidi Integrazione(PSI) finalizzati all’integrazione logistica. Nel 2004 e 2005, per esempio, è stato lanciato il Programma “Puertos de Primera”, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di funzionamento dei principali porti della regione andina, cercando di rendere più efficiente l’offerta dei servizi portuali. Un altro esempio è il Programma di Integrazione e di Sviluppo Frontaliero, che punta a facilitare il transito attraverso i passaggi di frontiera come condizione per l’incremento dello sviluppo regionale.
La seconda iniziativa rilevante di integrazione regionale delle infrastrutture è il Proyecto Mesoamérica. Il Proyecto è nato nell’ambito del Sistema dell’Integrazione Centroamericana - SICA come successore del Plan Puebla-Panamá, e la sua portata geografica è stata ampliata fino ad includere 10 paesi: Belize, Colombia, Costarica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama e Repubblica Dominicana.
I progetti della prima fase del Plan Puebla-Panamá si sono concentrati sull’integrazione fisica e sullo sviluppo regionale tramite la promozione di progetti nei settori dell’infrastruttura elettrica, delle telecomunicazioni e dei trasporti. Nella fase attuale, il Proyecto Mesoamérica comprende progetti di alto impatto sociale nelle aree della salute, della casa, dell’ambiente e della prevenzione di disastri naturali. Di seguito una breve presentazione dei principali progetti in corso nella sfera delle infrastrutture economiche più direttamente associate alle dinamiche dell’integrazione regionale.
Nel settore energetico, il progetto chiave del
Proyecto Mesoamérica è costituito dal Sistema de Interconexión Eléctrica para
America Central - SIEPAC. L’obiettivo è quello di promuovere la competitività
della regione centroamericana tramite il rafforzamento del settore elettrico,
con particolare attenzione alle linee di trasmissione elettrica, alle energie
rinnovabili e alle misure di risparmio e efficienza energetica. La rete SIEPAC
è costituita da
Nell’ambito del settore elettrico si sta lavorando anche sul versante normativo per definire la base giuridica e normativa per la realizzazione del mercato elettrico regionale. Il quadro istituzionale deve garantire regole chiare per l’interscambio di energia tra i paesi che formano la rete e rendere più attraente l’investimento in progetti di generazione elettrica su scala regionale.
Dalle informazioni rese pubbliche dal Proyecto
Mesoamérica, risulta che il costo complessivo dei progetti di integrazione
elettrica è di circa 900 milioni di dollari. Il principale ente finanziatore è
stato
Nel
settore delle telecomunicazioni, la principale iniziativa del Proyecto
Mesoamérica è l’Autopista Mesoamericana de
L’AMI permetterà di soddisfare la domanda di trasmissione di voce, dati e immagini, e di promuovere l’uso delle tecnologie dell’informazione in modo estensivo, particolarmente nelle aree rurali che sarebbero altrimenti escluse da questo servizio. L’inizio delle operazioni dell’AMI, così come quello della SIEPAC, è previsto per il 2010.
Parallelamente
alla costruzione delle infrastrutture fisiche,
È stato anche firmato un accordo tra le Autorità di Telecomunicazioni del Proyecto Mesoamérica e COMTELCA che include tra gli obiettivi di integrazione misure mirate alla riduzione dei costi agli utenti della telefonia mobile a lunga distanza (roaming) tra i paesi membri.
Il Proyecto Mesoamérica non ha reso pubblici i costi complessivi delle iniziative nel settore delle telecomunicazioni. Alla costruzione dell’AMI hanno partecipato “investimenti privati” di dimensioni non specificate. Il BID ha contribuito con il finanziamento della cooperazione tecnica al processo di armonizzazione del quadro regolatore (US$ 320.000) e del progetto roaming (US$ 500.000). Anche COMTELCA ha partecipato al finanziamento delle iniziative per un valore non specificato.
Per quanto riguarda l’integrazione delle
infrastrutture economiche, il terzo pilastro del Proyecto Mesoamérica è quello
dei trasporti. L’agenda centroamericana in quest’area è volta a sviluppare un
sistema efficiente di trasporti multimodali a livello regionale, tramite il
miglioramento dell’infrastruttura fisica, l’armonizzazione delle legislazioni e
dei quadri normativi e l’upgrading
dei servizi associati, con l’obiettivo di rafforzare l’integrazione e la
competitività interne ed esterne della regione. Le iniziative nel settore dei
trasporti si sviluppano lungo tre assi:
Il RICAM è il programma principale del settore ed è
composto da
Il volume di risorse necessario per gli investimenti
in infrastrutture previsti da RICAM hanno portato i paesi membri a cercare di
individuare i progetti prioritari. A partire da uno studio tecnico i governi
hanno identificato il Corridoio del Pacifico come sistema autostradale
prioritario per l’integrazione regionale, in grado, nel breve termine, di
diventare un corridoio logistico “a 5 stelle” dal punto di vista degli standard
internazionali di sostenibilità e di sicurezza. Il Corridoio del Pacifico, che
si estende per
Anche in questo caso, non è noto il totale degli investimenti previsti nel settore dei trasporti. Il Proyecto Mesoamérica si limita ad indicare che i progetti sono finanziati dai governi nazionali e che il BID ha contribuito per circa 7 milioni di dollari a fondo perduto ai progetti di cooperazione tecnica.
2.3. I flussi intraregionali di commercio e investimenti
Se il processo di integrazione delle infrastrutture economiche nei paesi ALC procede a vele spiegate, lo stesso non si può dire dell’integrazione commerciale.
La regione ALC nel suo insieme ha vissuto una fase di forte integrazione commerciale nel corso degli anni ’90, periodo in cui la quota del commercio intraregionale su quello totale dell’area è aumentata dal 13,9% al 20,2 %. In seguito alla crisi asiatica del 1998 c’è stato un netto calo del commercio intraregionale, nonostante il boom delle esportazioni vissuto dalla regione dopo il 2003. È soltanto alla fine del ciclo di crescita che la quota del commercio intraregionale sul totale delle esportazioni ALC si riavvicina ai livelli raggiunti nel 1998 (19,2%).
Tabella 8. America Latina e Caraibi: esportazioni totali e per blocco subregionale di integrazione in milioni di dollari correnti e percentuali
|
1990 |
1998 |
2003 |
2008 |
I sem 2008 (A) |
I sem 2009(a) (B) |
(B/A) |
Comunità Andina (CAN) (b) |
|
|
|
|
|
|
|
Esportazioni totali (1) |
31.751 |
38.896 |
54.716 |
181.762 |
103.766 |
51.987 |
-49,9 |
Esportazioni alla CAN (2) |
1.312 |
5.504 |
4.900 |
17.550 |
8.384 |
6.364 |
-24,1 |
Percentuale intraregionale (2/1) |
4,1 |
14,2 |
9,0 |
9,7 |
8,1 |
12,3 |
- |
Mercosur |
|
|
|
|
|
|
|
Esportazioni totali (1) |
46.403 |
38.896 |
106.674 |
276.345 |
129.499 |
97.354 |
-24,8 |
Esportazioni al Mercosur (2) |
4.127 |
5.504 |
12.732 |
40.736 |
19.881 |
13.827 |
-30,5 |
Percentuale intraregionale (2/1) |
8,9 |
25,3 |
11,9 |
14,7 |
15,4 |
14,2 |
- |
Mercato Comune Centroamericano (MCCA) |
|
|
|
|
|
|
|
Esportazioni totali (1) |
4.480 |
14.987 |
18.117 |
30.010 |
13.632 |
11.881 |
-12,8 |
Esportazioni al MCCA (2) |
624 |
1.944 |
3.111 |
6.461 |
3.277 |
2.687 |
-18,0 |
Percentuale intraregionale (2/1) |
13,9 |
13,0 |
17,2 |
21,5 |
24,0 |
22,6 |
- |
Comunità dei Caraibi (CARICOM) |
|
|
|
|
|
|
|
Esportazioni totali (1) |
4.118 |
4.790 |
8.624 |
23.536 |
15.982 |
- |
- |
Esportazioni al CARICOM (2) |
509 |
1.031 |
1.419 |
3.664 |
1.692 |
- |
- |
Percentuale intraregionale (2/1) |
10,3 |
18,6 |
16,5 |
15,6 |
10,6 |
- |
- |
America Latina e Caraibi (ALC) |
|
|
|
|
|
|
|
Esportazioni totali (1) |
130.214 |
280.065 |
376.590 |
884.686 |
450.351 |
311.192 |
-30,9 |
Esportazioni a ALC (2) |
18.727 |
56.644 |
59.635 |
170.225 |
80.812 |
53.281 |
-34,1 |
Percentuale intraregionale (2/1) |
13,9 |
20,2 |
15,8 |
19,2 |
17,9 |
17,3 |
- |
(a) Dati preliminari |
|
|
|
|
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|
(b) Nella metodologia CEPAL il Venezuela è incluso nella CAN, pur essendo uscito dal blocco nel 2006 |
|
||||||
Fonte: CEPAL (2009), Panorama de la insercion internacional de America Latina y el Caribe |
|
|
I diversi raggruppamenti sub-regionali hanno presentato indicatori simili a quelli della regione nel suo insieme, ma le tendenze alla crescita o alla contrazione del commercio sono state più o meno intense a seconda del blocco considerato. Nel Mercosur, per esempio, il livello di integrazione commerciale del 1998 non è più stato raggiunto: il commercio intraregionale che quell’anno era arrivato al 25,3% del totale, era ancora inferiore al 15% del totale dieci anni dopo. Il Mercato Comune Centro Americano (MCCA), dall’altra parte, ha presentato una tendenza alla crescita costante della partecipazione al commercio intraregionale, passando dal 13% nel 1998 al 21,5% nel 2008.
Anche la crisi che ha colpito la regione a partire
dall’ultimo trimestre del
Il ritardo nello sviluppo del commercio intraregionale nell’area ALC diventa particolarmente evidente se confrontato con i dati relativi ad altre regioni. Nell’Unione Europea la quota del commercio intraregionale sul commercio totale è del 67%; anche nell’ASEAN (il raggruppamento delle nazioni dell’Asia sudorientale) l’indicatore dell’integrazione commerciale tocca il 25,2%.
La tabella 9 presenta i 10 primi prodotti di esportazione intraregionale dei tre maggiori raggruppamenti. I prodotti manifatturieri occupano una posizione di primo piano in questo commercio; ciò significa che il mercato regionale è di cruciale importanza per le esportazioni di molti di questi prodotti, assorbendone in molti settori oltre il 40%. Vale la pena di rilevare, tra l’altro, l’importanza del settore automobilistico, che costituisce uno degli assi principali del commercio intraregionale latinoamericano.
Tabella 9. Commercio intraregionale di Mercosur, CAN e MCCA per principali prodotti
|
Valore esportazioni intraregionali (milioni di dollari) |
Partecipazione del settore al commercio intraregionale |
Coefficiente intraregionale (quota del mercato regionale sul totale delle esportazioni) |
||||
|
1996 |
2006 |
1996 |
2006 |
1996 |
2006 |
|
Veicoli per trasporto passeggeri |
1.333 |
2.931 |
5,4 |
6,6 |
87,1 |
43,8 |
|
Veicoli per trasporto merci |
576 |
1.801 |
2,3 |
4,1 |
64,6 |
49,8 |
|
Gas di petrolio |
95 |
1.758 |
0,4 |
4,0 |
99,9 |
76,2 |
|
Petrolio greggio |
1.468 |
1.625 |
6,0 |
3,7 |
22 |
7,4 |
|
Componenti ind. automob. |
921 |
1.422 |
3,8 |
3,2 |
53,8 |
34,9 |
|
Trasmis. televisione e radio |
6 |
1.191 |
0,0 |
2,7 |
41,2 |
41,4 |
|
Grano non macinato |
808 |
1.143 |
3,3 |
2,6 |
75,2 |
72,1 |
|
Polietilene |
194 |
681 |
0,8 |
1,5 |
73 |
49,2 |
|
Prodotti farmaceutici |
377 |
590 |
1,5 |
1,3 |
65,6 |
41,1 |
|
Cosmetici |
148 |
457 |
0,6 |
1,0 |
76,7 |
52,1 |
|
Primi 10 prodotti |
18.623 |
13.599 |
24,1 |
30,7 |
- |
- |
|
Altri prodotti |
5.926 |
30.506 |
75,9 |
69,3 |
- |
- |
|
Totale |
24.549 |
44.105 |
100 |
100 |
23,3 |
17 |
|
Fonte: CEPAL (2009), Panorama de la insercion internacional de America Latina y el Caribe |
|
||||||
L’importanza del commercio intraregionale per lo sviluppo dell’area ALC è confermata dal fatto che i prodotti manifatturieri hanno un peso più elevato nelle esportazioni intraregionali che in quelle totali. In effetti, la loro quota sul totale del commercio intraregionale è superiore all’80% nei principali raggruppamenti di integrazione, e al 90% in MCCA e CARICOM. Questo dato è in forte contrasto con la composizione delle esportazioni totali dei diversi blocchi: i prodotti manifatturieri rappresentano meno del 60% delle esportazioni totali di Mercosur e CAN, e una quota leggermente più elevata delle esportazioni di MCCA e CARICOM.
L’integrazione regionale offre la possibilità di ampliare i mercati nazionali e le scale di produzione, così come di promuovere il commercio di servizi e gli investimenti intraregionali. La partecipazione dei prodotti manifatturieri alle esportazioni è particolarmente importante in quanto crea maggiore valore aggiunto rispetto alle esportazioni di prodotti non lavorati. Tra gli esportatori, inoltre, si trovano numerose piccole e medie imprese in diversi settori, con un effetto di generazione di occupazione.
Un ulteriore indicatore dello sviluppo economico dei paesi ALC è la capacità di attrarre investimenti diretti esteri (IDE), già accennata in precedenza, e soprattutto la capacità di generare flussi di IDE verso l’estero. L’aumento degli investimenti all’estero provenienti dai paesi ALC e l’emergere di imprese multinazionali latinoamericane non è una prerogativa esclusiva della regione, bensì un fenomeno che ha interessato i paesi in via di sviluppo in generale. Secondo dati dell’UNCTAD, nel 1990 i PVS rappresentavano il 5% dei flussi mondiali di investimenti diretti realizzati all’estero; nel 2007, questa quota aveva raggiunto il 13% (Hiratuka e Sarti, 2010).
|
2001 |
2002 |
2003 |
2004 |
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
Accum. |
Brasile |
-2.258 |
2.482 |
249 |
9.807 |
2.517 |
28.202 |
7.067 |
20.457 |
-10.084 |
58.439 |
Messico |
4.404 |
891 |
1.253 |
4.432 |
6.474 |
5.758 |
8.256 |
1.157 |
7.598 |
40.223 |
Cile |
1.610 |
343 |
1.606 |
1.563 |
2.183 |
2.171 |
2.573 |
7.988 |
7.983 |
28.020 |
Colombia |
16 |
857 |
938 |
142 |
4.662 |
1.098 |
913 |
2.254 |
3.025 |
13.905 |
Venezuela |
204 |
1.026 |
1.318 |
619 |
1.167 |
1.524 |
30 |
1.273 |
1.834 |
8.995 |
Argentina |
161 |
-627 |
774 |
676 |
1.311 |
2.439 |
1.504 |
1.391 |
679 |
8.308 |
Fonte: CEPAL (2010), La inversion extranjera directa in América Latina y el Caribe |
|
|
|
Tabella 10. Flussi di investimenti all'estero per paese di origine in milioni di dollari
La tabella 10 mostra i sei paesi che hanno rappresentato oltre il 95% dell’IDE in uscita dai paesi latino americani nell’ultimo decennio. Nel 2009 il Cile è diventato il principale investitore latinoamericano, risultato in parte spiegato dalla contrazione degli investimenti esteri brasiliani in quell’anno, dovuto ai prestiti e agli ammortamenti che le filiali brasiliane all’estero hanno inviato alle case madri e che hanno superato i flussi in uscita. Il Cile è anche il principale investitore in termini di rapporto IDE/PIL.
Se si considerano i dati cumulativi del periodo, il Brasile emerge chiaramente come il primo paese della regione per i flussi di investimento in uscita, seguito dal Messico. La leadership di Brasile e Messico nel processo di internazionalizzazione produttiva regionale è confermata dalla tabella 11, che mostra le principali imprese multinazionali latinoamericane per settore di appartenenza.
Non esiste una mappatura delle destinazioni geografiche della totalità dell’IDE in uscita dei paesi ALC; molti flussi sono diretti a paradisi fiscali a partire dai quali è molto difficile rintracciare la loro destinazione finale (Hiratuka e Sarti, 2010). Tuttavia, considerando i dati sulle principali operazioni di fusione e acquisizione (M&A) realizzate dalle multinazionali latinoamericane è possibile stabilire che gran parte dei flussi di IDE in uscita si dirigono verso i paesi ALC.
Tabella 11. America Latina e Caraibi: principali imprese e compagnie per vendite, investimenti e personale all'estero, 2009
Impresa |
Paese |
Vendite (US$ milioni) |
Vendite all’estero (%) |
Investimenti all’estero (%) |
Personale all’estero (%) |
Settore |
Petrobrás |
Brasile |
101.948 |
29 |
34 |
10 |
Petrolio/Gas |
PDVSA |
Venezuela |
68.000 |
94 |
5 |
6 |
Petrolio/Gas |
Itau- Unibanco |
Brasil |
44.242 |
11 |
3 |
10 |
Banca |
América Movil |
Messico |
30.209 |
64 |
32 |
69 |
Telecomunicazioni |
Vale |
Brasile |
27.852 |
35 |
47 |
20 |
Attività minerarie |
Grupo JBS/ Friboi |
Brasile |
20.548 |
85 |
85 |
77 |
Agro-alimentare |
Gerdau |
Brasile |
15.242 |
53 |
58 |
46 |
Siderurgia/Metallurgia |
Cemex |
Messico |
15.139 |
80 |
64 |
64 |
Cemento |
Femsa |
Messico |
15.080 |
41 |
19 |
33 |
Bevande/Liquori |
Cencosud |
Cile |
10.518 |
56 |
50 |
44 |
Commercio |
Telmex |
Messico |
9.115 |
67 |
51 |
70 |
Telecomunicazioni |
Grupo Bimbo |
Messico |
8.915 |
55 |
58 |
51 |
Alimentare |
Grupo Alfa |
Messico |
8.850 |
52 |
70 |
51 |
Multisettore |
Tenaris |
Argentina |
8.149 |
83 |
84 |
73 |
Siderurgia/Metallurgia |
Grupo Camargo Correa |
Brasile |
6.950 |
22 |
47 |
28 |
Costruzioni/Ingegneria |
Embraer |
Brasile |
6.812 |
86 |
45 |
13 |
Industria aerospaziale |
Fonte: CEPAL (2009), La inversión extranjera directa en America Latina y el Caribe |
|
La tabella 11 mostra che i prodotti energetici e minerari occupano una posizione di primo piano nelle attività delle multinazionali latinoamericane: dei primi cinque posti tre sono occupati da aziende del settore (Petrobrás, PDVSA e Vale). È anche cospicua la presenza di imprese operanti nei settori dei servizi (finanziari e telecomunicazioni) e dei prodotti ad intensità tecnologica medio-bassa come l’industria agro-alimentare, la siderurgia/metallurgia e il cemento.
L’IDE nell’area ALC mostra dunque un trend di
crescita per quanto riguarda i flussi sia in entrata che in uscita, e si
profila come un potenziale motore dell’integrazione regionale. D’altro canto,
però, diversi studi hanno evidenziato come l’impatto dell’IDE sul trasferimento
di tecnologie e sull’aumento della produttività sia stato finora molto
inferiore alle previsioni: risultato in parte dovuto al fatto che i flussi si
sono orientati verso i processi di privatizzazione negli anni ’90 e verso le
industrie estrattive ed energetiche negli anni 2000. Massimizzare l’impatto
positivo dell’IDE implicherebbe, dunque, una maggiore attenzione alle esigenze
legate alla attuale fase della globalizzazione, e in particolare richiederebbe
di incentivare la creazione di catene di valore regionale, gli investimenti in
istruzione e tecnologia, lo sviluppo dei mercati finanziari locali e delle
infrastrutture economiche, e quello delle piccole e medie imprese.
Bibliografia
CEPAL (2009a), Panorama de la inserción regional de América Latina y el Caribe, Santiago, Cile.
CEPAL (2009b), Balance Preliminar de las economias de América Latina y el Caribe, Santiago, Cile.
CEPAL (2009c), Anuario Estadístico de América Latina y el Caribe, Santiago, Cile.
CEPAL (2010), La inversion extranjera directa en América Latina y el Caribe, Santiago, Cile.
Atmann Bordón, J. (2007), Desafíos de
Canuto, O. (2010) “Recoupling or Switchover: developing countries in the global economy” http://go.worldbank.org/2U94VVZFN0 .
Ferrer, A. (1997), “El exito del Mercosur posible”, in Revista de Economia Politica, Vol. XXVII, Nro 1, Sao Paulo, Centro de Economia Politica.
FMI - International Monetary Fund (2010), World Economic Outlook, April.
Gardini, G. (2009), L’America Latina nel XXI secolo. Nazioni, regionalismo e globalizzazione, Roma, Carocci
Granato, L. y Oddone, N. (2006), “Los nuevos proyectos de integracion
regional vigentes en America Latina:
Hiratuka, C. e Sarti, F. (2010) “Notas sobre a internacionalização produtiva no período recente e impactos sobre a integração regional”, in Rhi-Sausi, J.L. e Ozorio de Almeida, A. (coord.), A Nova Geografia Econômica da América do Sul, Roma, CeSPI.
Malamud, C. (2008), “
Il Mercato Comune del Sud (MERCOSUR) è stato
istituito il 26 marzo 1991, con la firma del Trattato di Asunción da parte di Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, con
l’obiettivo di creare un mercato comune tra i paesi partecipanti ricalcando le
forme di cooperazione economica esistenti tra Argentina e Brasile a partire dal
1986. Il 4 luglio 2006, durante un vertice a Caracas, i rappresentanti del
Mercosur hanno formalizzato l’ammissione del Venezuela quale quinto membro dell’organizzazione, mentre, per
quanto riguarda
Accordi di associazione legano al Mercosur Cile (1996), Perù (2003), Colombia (2004), Ecuador (2004).
Le relazioni tra l'Unione europea e il Mercosur sono attualmente regolate dall'Accordo quadro interregionale di cooperazione, entrato in vigore il 1° luglio 1999, che si articola in tre elementi principali: dialogo politico, cooperazione e volet commerciale.
Il dialogo politico si svolge sulla base della dichiarazione congiunta allegata all'Accordo, la quale prevede:
·riunioni regolari tra i Capi di Stato dei paesi del Mercosur e i vertici dell'UE;
·una riunione annuale tra i Ministri degli affari esteri dei paesi del Mercosur e quelli degli Stati membri dell'Unione europea, in presenza della Commissione europea;
·convocazioni di riunioni tra altri Ministri competenti per questioni di interesse comune, nonché riunioni periodiche tra alti funzionari.
L’Accordo quadro costituisce uno strumento transitorio e di preparazionead una futura associazione interregionale che predisponga, a medio termine, un'area di libero scambio di beni e servizi tra Unione europea e Mercosur, nel pieno rispetto delle regole stabilite dall’Organizzazione mondiale del commercio.
In tale prospettiva, nel novembre 1999, le Parti hanno formalmente avviato i negoziati per un accordo d’associazione e di libero scambio che sono stati sospesi nel 2004 per l’impossibilità di risolvere alcune questioni: in particolare da parte europea si chiedeva un migliore accesso al mercato dei beni industriali e dei servizi, degli investimenti, degli appalti pubblici a fronte di una maggiore apertura del mercato agricolo europeo.
Nel 2009 e 2010 si sono
tenuti incontri informali tra le parti per valutare la situazione e verificare
le condizioni per un possibile rilancio dei negoziati, A seguito dei risultati
di tale processo informale, il 17 maggio
I negoziati sono basati su un approccio da regione a regione e si prefiggono un risultato ambizioso ed equilibrato, nel rispetto dei rispettivi obblighi in ambito OMC. L’accordo avrà un’ampia applicazione (coprendo non soltanto lo scambio di beni ma anche servizi, investimenti, appalti pubblici e sviluppo sostenibile), benché prodotti e settori sensibili di entrambe le parti saranno salvaguardati. L’accordo assicurerà inoltre un’adeguata protezione dei diritti di proprietà intellettuale e delle indicazioni geografiche, efficaci politiche della concorrenza e uno speciale capitolo su standard sanitari e fitosanitari. Stabilirà anche un efficace e vincolante sistema di risoluzione delle controversie.
Dal rilancio ufficiale dei negoziati si sono tenuti cinque round negoziali, l’ultimo dei quali dal 2 al 6 maggio 2011. Come risulta dalla dichiarazione rilasciata a conclusione del round negoziale, i capi negoziatori di entrambe le parti hanno riaffermato l’impegno a raggiungere un accordo generale, equilibrato ed ambizioso.
Come riportato dalla Commissione, le discussioni hanno consentito di fare progressi nella parte normativa di diversi settori, inclusi regole d’origine, appalti pubblici, servizi e investimenti, concorrenza e risoluzione delle controversie. Per quanto riguarda le fasi future, entrambe le parti continueranno il lavoro interno per predisporre offerte migliorate di accesso al mercato; quando tale lavoro sarà completato congiuntamente verrà fissata la data per lo scambio simultaneo delle offerte.
In ogni caso, è stato concordato che i prossimi round si terranno a Bruxelles dal 4 all’8 luglio 2011 e in Uruguay dal 7 all’11 novembre 2011.
Come riferito dal
Commissario europeo per il commercio internazionale, Karel de Gucht, ai
ministri del commercio il 13 maggio 2011 lo scambio delle offerte non dovrebbe
avvenire prima di novembre e comunque non prima che il Consiglio abbia
esaminato le valutazioni sull’impatto dell’accordo sull’industria e
sull’agricoltura europee, che
Per quanto riguarda le relazioni commerciali, nel 2009, gli scambi UE-Mercosur hanno eguagliato il valore degli scambi totali dell’UE con il resto dell’America latina (le esportazioni di beni dell’UE in Mercosur ammontano a 27,2 miliardi di euro; le importazioni a 35,1 miliardi di euro). Nel 2008, l’UE è stato inoltre il maggior partner commerciale del Mercosur (rappresentando il 20,7% degli scambi totali del Mercosur) ed il maggior investitore (per un valore di 167.2 miliardi di euro).
L’UE è il principale mercato del Mercosur per le esportazioni agricole, che coprono il 19,8% delle importazioni totali dell’UE. Le esportazioni dell’UE in Mercosur si concentrano prevalentemente sui prodotti industriali, in particolare macchinari, attrezzature per i trasporti, e prodotti chimici.
Dal 1992 al 2006 l’UE ha destinato al Mercosur quasi 100 milioni di euro, con l’obiettivo di rafforzare il processo di integrazione regionale in corso. A tale scopo, le iniziative dell’UE si conformano allo stato di avanzamento del processo e alle tabelle di marcia definite dai governi dei paesi del Mercosur.
Dal 1° gennaio 2007, l’assistenza comunitaria ai paesi e alle regioni dell’America latina viene fornita attraverso il nuovo strumento finanziario per la cooperazione allo sviluppo, istituito con il regolamento CE 1905/06 del 18 dicembre 2006. Tale regolamento intende fornire un sostegno diretto alla politica di cooperazione allo sviluppo della Comunità e si inserisce nel nuovo quadro regolamentare in materia di pianificazione e prestazione dell'assistenza esterna.
Il regolamento, che in conformità all’accordo interistituzionale sulle prospettive finanziarie 2007-2013 risponde all’esigenza di semplificare drasticamente gli strumenti finanziari attraverso i quali l’UE realizza le attività di assistenza esterna, prevede che la cooperazione allo sviluppo sia attuata mediante programmi tematici e geografici che includano il sostegno allo sviluppo e il rafforzamento della cooperazione con i paesi e le regioni dell'America latina, dell'Asia, dell'Asia centrale, del Medio Oriente e del Sud Africa.
Il nuovo strumento
sostituisce il regolamento CEE 443/92 che, dal 1992 al
Su tali basi nel settembre 2007
Il Mercosur beneficia anche dei programmi orizzontali istituiti dall’Unione europea in favore dell’America latina:
- a@lis, per la promozione della società dell’informazione;
- AL-INVEST, per favorire gli investimenti e la cooperazione economica tra le piccole e medie imprese europee e latino-americane;
- ALFA, per promuovere la cooperazione in materia di istruzione superiore;
- URB-AL, per stabilire legami tra le città europee e quelle latino-americane;
- ALURE, per incrementare un utilizzo razionale delle risorse energetiche;
- ATLAS, per facilitare ed incoraggiare la cooperazione economica tra Europa e America latina, attraverso la costituzione di reti tra camere di commercio.
Le relazioni tra Unione europea e America latina, istituite già a partire dagli anni ’60, hanno visto un sostanziale incremento soprattutto nelle passate tre decadi. Attualmente le relazioni si svolgono a vari livelli: tra UE e America latina, a livello regionale (con Mercosur[59], Comunità andina[60] e America centrale[61]) nonché tra UE e singoli paesi (Messico e Cile).
I Caraibi, in particolare, fanno parte dei paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico) con i quali l’UE ha sviluppato relazioni speciali risalenti al Trattato di Roma, attualmente regolate dall’Accordo di Cotonou.
In tale contesto, il 15 ottobre 2008 UE e paesi dei Caraibi hanno firmato gli Accordi di partenariato economico (APE). Gli APE – che riguardano il commercio di beni e di servizi, gli investimenti, la concorrenza, l'innovazione e la proprietà intellettuale, gli appalti pubblici e gli aiuti allo sviluppo - sono destinati a sostituire le previsioni in materia contenute nell’Accordo di Cotonou, perché queste ultime rappresentano una deroga temporanea alle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio.
La direzione strategica delle relazioni tra UE, America latina e Caraibi è definita attraverso un dialogo politico istituzionalizzato che si svolge prevalentemente nei due fora principali, rappresentati dal Gruppo di Rio e dal Vertice dei Capi di Stato UE-America latina e Caraibi (UE-ALC).
Si ricorda che il Gruppo di Rio, istituito nel 1986
tra sei paesi dell’area per facilitare il dibattito su temi di interesse
comune, comprende attualmente l’intera America latina nonché una rappresentanza
dei paesi caraibici. Con
L’ultima riunione si è tenuta a Praga il 13 e 14 maggio 2009. L’incontro si è concluso con l’adozione di una dichiarazione congiunta sui due temi chiave della riunione: fonti di energia rinnovabile e approccio sostenibile alla sicurezza energetica e al cambiamento climatico; stabilità finanziaria e crescita dell’economia mondiale.
Ogni due anni si tiene un Vertice tra i Capi di Stato e di Governo dei paesi dell’UE, dell’America latina e dei Caraibi. Fino a questo momento se ne sono tenuti sei, l’ultimo dei quali a Madrid il 18 e 19 maggio 2010[62]. Tali Vertici rappresentano pietre miliari nelle relazioni reciproche e costituiscono un’occasione unica per un dibattito di alto livello che affronti i temi principali del partenariato tra le regioni. Ogni Vertice si conclude con l’approvazione di una dichiarazione che contiene affermazioni politiche congiunte e impegni in materia di cooperazione.
Secondo quanto riportato nel comunicato stampa della
Presidenza spagnola (all’epoca Presidente di turno dell’UE), il Vertice di Madrid è stato salutato da tutti
i leader come un successo in termini di risultati e accordi raggiunti e
perché si è rafforzata l’alleanza reciproca sui temi globali della crisi
economica e della protezione ambientale. In particolare, si è deciso di
riprendere i negoziati tra UE e Mercosur e di finalizzare, dopo due anni di
negoziati, l’accordo di libero scambio con i paesi dell’America centrale.
Inoltre in occasione del vertice, è stato lanciato ufficialmente il fondo per
gli investimenti nell’America latina, istituito dalla Commissione europea per
mobilitare finanziamenti aggiuntivi nella regione a sostegno di progetti di
investimento in aree prioritarie quali infrastrutture energetiche, trasporti,
ambiente, servizi sociali e potenziamento del settore privato.
Le Parti hanno espresso la loro soddisfazione per l’avvio nel giugno 2009 del dialogo strutturato UE ALC in materia di migrazione che attraverso un approccio multidimensionale intende raggiungere una migliore comprensione delle realtà del fenomeno, promuovere un’efficace protezione dei diritti umani dei migranti in entrambe le regioni e identificare questioni di mutuo interesse.
Nella stessa occasione è stata annunciata la
creazione di una fondazione UE-America
latina, cui
Il partenariato strategico tra l'Unione europea (UE)
e i paesi di America Latina e Caraibi (ALC) è stato istituito a Rio de Janeiro
nel 1999. Nel corso degli ultimi dieci anni, le due regioni hanno cooperato
sulla base di un'agenda comune in ambito biregionale, bilaterale, multilaterale
e settoriale in una vasta gamma di tematiche. Attualmente l'UE è il secondo più
importante partner commerciale dell'America Latina e il maggior investitore
nella regione. Negli ultimi dieci anni,
In tale periodo gli obiettivi della politica strategica dell’UE verso la regione sono stati:
· il rafforzamento del dialogo politico a livello regionale, subregionale e bilaterale, culminante nei vertici ogni due anni;
· lo stimolo del processo di integrazione regionale, avviando quando possibile negoziati per concludere accordi di associazione con sub regioni e, in maniera complementare, rafforzando le relazioni bilaterali;
· promozione della coesione sociale, che rappresenta una priorità della cooperazione allo sviluppo dell’UE verso la regione.
Per quanto riguarda il dialogo politico, oltre ai
citati vertici UE-ALC tenutisi a
partire al 1991 e la conclusione con successo degli accordi di cooperazione e dialogo politico con
In tale contesto, il 30 settembre 2009
I quattro principali orientamenti politici proposti dalla Commissione per il futuro sono:
· intensificare e orientare il dialogo biregionale
rafforzando il dialogo politico su settori prioritari relativi a sfide globali, come le questioni macroeconomiche e finanziarie, la sicurezza e i diritti umani, l'occupazione e gli affari sociali, l'ambiente, il cambiamento climatico e l'energia, l'istruzione superiore e la tecnologia e l'innovazione;
sviluppando e consolidando il meccanismo di coordinamento e di cooperazione UE-ALC in materia di droga e proseguendo il dialogo strutturato e globale sulla migrazione in modo aperto e costruttivo, in linea con l'approccio globale dell'UE sull'argomento;
· rafforzare l'integrazione regionale e l'interconnettività
proseguendo i negoziati in corso (paesi andini e Mercosur) e sostenendo gli sforzi d'integrazione all'interno della regione;
adottando un approccio dal basso verso l'alto per favorire l'integrazione regionale e rafforzando l'interconnettività;
· rafforzare le relazioni bilaterali e tenere maggiormente conto della diversità
traendo pieno vantaggio dai partenariati strategici (Brasile e Messico), dagli accordi di associazione (Cile e Messico) e dagli accordi di cooperazione bilaterale già esistenti;
rafforzando le relazioni bilaterali con i singoli paesi per integrare il sostegno dell'UE ai gruppi regionali.
· modulare e adeguare i programmi di cooperazione
definendo programmi di cooperazione con l'America latina che favoriscano una crescita sostenibile a basse emissioni di carbonio, l'occupazione e una migliore distribuzione del reddito, e attenuino gli effetti della crisi economica e finanziaria;
aumentando la cooperazione nei settori della giustizia, della libertà e della sicurezza;
sfruttando la valutazione in corso dei programmi di cooperazione per diversificare maggiormente gli strumenti e adattare la cooperazione della Commissione alle diverse esigenze, vale a dire:
- continuare a concentrare le risorse finanziarie dello strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo sui paesi più poveri e sul fabbisogno dei gruppi più vulnerabili;
- migliorare la cooperazione, in particolare su coesione sociale e integrazione regionale, orientando i programmi verso le necessità emergenti;
- cercare di potenziare la cooperazione nei settori legati a conoscenza e innovazione, come ricerca e istruzione superiore, scienza, tecnologia ed energie rinnovabili;
- integrare nei programmi di sviluppo e cooperazione, compresi quelli sulla lotta alla deforestazione, aspetti relativi al cambiamento climatico, tanto per la mitigazione quanto per l'adattamento;
- sviluppare nuove forme di cooperazione nell'ambito del nuovo strumento finanziario per i paesi industrializzati con i paesi più sviluppati della regione.
Nella comunicazione
· assicurare che il vertice tenga conto dell'impatto della crisi, in particolar modo su occupazione e problemi sociali, e permetta di ottenere risultati duraturi;
· rafforzare il dialogo e la cooperazione tra le due regioni nel campo dell'innovazione e delle tecnologie a bassa emissione di carbonio e verdi con azioni concrete, tra cui il potenziamento della capacità istituzionale per la cooperazione nella regione in materia di scienza e tecnologia;
· promuovere la cooperazione su questioni di interesse comune tra America Latina e Caraibi.
L’UE è il principale
donatore nell’assistenza allo sviluppo all’America latina. In aggiunta ai
contributi degli Stati membri, a partire dal 1996 il bilancio dell’UE fornisce
un totale di quasi 500 milioni di euro
per anno, con l’obiettivo principale di contribuire alla riduzione della
povertà, perseguendo il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del
millennio. In tale ambito
A partire dal 2007, l’assistenza alla regione è attuata nell’ambito dello strumento per la cooperazione allo sviluppo, con un’allocazione di 2,69 miliardi di euro per il periodo 2007-2013. Tre le aree prioritarie: promozione della coesione sociale; sostegno al processo di integrazione regionale; investimento sulle persone. Fondi aggiuntivi sono forniti nell’ambito dei cinque programmi tematici dello strumento di cooperazione allo sviluppo: incentivi alle persone, ambiente e gestione sostenibile delle risorse naturali; attori non statali; sicurezza alimentare; migrazione e asilo. Inoltre numerosi progetti sostengono la tutela dei diritti umani, nell’ambito dello strumento finanziario per la promozione della democrazia e dei diritti umani nel mondo.
Inoltre, in aggiunta all’assistenza fornita dalla
Commissione
L’Unione europea è il secondo partner commerciale dell’America latina, un mercato di 530
milioni di persone che è cresciuto di oltre il 5 percento l’anno prima della
crisi economica e sta tornando attualmente a livelli analoghi. Nel 2010, lo
scambio in beni ha raggiunto il valore di 164 miliardi di euro (pari al 6.2%
del commercio totale UE e al 13.6% del commercio totale dell’America latina):
l’UE importa prevalentemente prodotti primari (carburanti, prodotti agricoli e
minerari); ed esporta prodotti industriali (chimici, meccanici e attrezzature
per i trasporti). Lo scambio di servizi nel
L'UE segue da vicino la situazione dei diritti umani e della sicurezza nei paesi dell'America latina e dei Caraibi e annette grande importanza al processo di costante costruzione della democrazia e transizione democratica pacifica nella regione. L'UE coopera strettamente con la regione su queste tematiche in ambito multilaterale e sostiene finanziariamente progetti e programmi intesi alla protezione e promozione dei diritti umani, compresi i diritti delle popolazioni indigene, alla democratizzazione e alla non discriminazione attraverso, segnatamente, lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani e lo strumento per la stabilita. L'UE contribuisce inoltre al consolidamento democratico nella regione, tra l'altro, inviando nella regione missioni UE di osservazione delle elezioni, in particolare in Bolivia, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Nicaragua, Perù e Venezuela.
Clausole sui diritti umani sono parte integrante di tutti gli accordi conclusi e in fase di negoziato con i paesi della regione; di diritti umani si è anche discusso nel contesto del nuovo partenariato strategico previsto con Brasile e Messico. L’UE intrattiene inoltre discussioni regolari in materia di diritti umani con i paesi della regione a livello multilaterale, regionale e bilaterale. Con determinati paesi, come l'Argentina, i dialoghi settoriali in materia di diritti umani sono oggetto di periodiche consultazioni. Sono posti in essere dialoghi politici istituzionalizzati anche con il Cile e il Messico nell'ambito degli accordi di associazione esistenti. Tali dialoghi includono discussioni periodiche su tematiche connesse ai diritti umani a livello di alti funzionari.
L’UE sottolinea inoltre come l’impegno di entrambe le
regioni sia dietro l’adozione di strumenti internazionali in tema di diritti
umani, quali il Protocollo opzionale alla Convenzione ONU contro la tortura,
[1]Fonti: Ministero degli Affari esteri, The CIA World Factbook, UIP – Unione Interparlamentare, pubblicistica di politica internazionale, fonti di stampa.
[2] Composizione della popolazione per classi d’età: 0-14 anni: 25,8%; 15-64 anni: 66,3%; 65 anni ed oltre: 7,8%.
[3] Fonte: sito IPU.
[4] Ha sede a Valparaíso.
[5] I senatori istituzionali erano costituiti da due componenti della Corte Suprema, un ex Controllore Generale della Repubblica (Corte dei Conti), un ex comandante in capo dell'Esercito, uno della Marina, uno della Forza aerea, un generale dei Carabinieri, un ex rettore dell'Università statale ed un ex Ministro di Stato.
[6]Il 27
febbraio 2010 il Cile fu devastato da un
terremoto di magnitudo 8,8 che causò oltre 500 morti accertati e distrusse interi centri abitati lasciando senza
casa più di due milioni di persone.. Una nuova scossa sismica di magnitudo 7,1 sulla scala Richter ha
colpito il 1° gennaio 2011 la regione centrale del Cile alle 17.20 ora
locale (le 21.20 italiane). L'epicentro è stato localizzato in mare davanti
alle coste dell'Araucania, a
[7] Si tratta dell'accusa sollevata dall'Opposizione di frode fiscale nell'ambito dell'autorizzazione, firmata dalla stessa Matte, al pagamento di un indennizzo di 17 miliardi di pesos (circa 37 milioni di US$) a favore di un'impresa edile che nel 2006 aveva ricevuto la commessa per la realizzazione di lavori di miglioramento urbanistico legati al sistema di trasporti della capitale “Transantiago”. L'impresa aveva fatto causa al Ministero per i maggiori costi sostenuti, provocati, secondo i rappresentanti dell'azienda, da continue modifiche delle Autorità ai piani originali del progetto.
La cifra, considerata eccessiva, ha spinto l'Opposizione ad indagare sui procedimenti adottati dal Ministero dell'Edilizia per determinare l'ammontare dell'indennizzo, individuando una serie di irregolarità commesse da alcune persone 'di fiducia' della stessa ex Ministro.
La gestione della Matte, considerata molto vicina al Presidente Piñera, era già stata messa in discussione ed aveva generato un acceso dibattito alcuni mesi fa, a seguito di un'interrogazione parlamentare sulle procedure e sulle cifre relative ai sussidi concessi dal Ministero dell'Edilizia per la ricostruzione nelle zone colpite dal terremoto del 27 febbraio 2010.
[8]Il Perù ha presentato nel gennaio 2010 la questione della frontiera marittima all'esame della Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja. La soluzione giurisdizionale non è vista in maniera completamente negativa, messe da parte le dichiarazioni pubbliche rilasciate da politici di entrambi gli schieramenti, in quanto permette di ricondurre la controversia in un alveo istituzionale, nel quale il Cile ritiene di avere sufficienti elementi per far valere le proprie ragioni e chiudere così definitivamente un tema che, ad intermittenza, appare quale elemento di cospicuo disturbo nelle relazioni tra i due paesi.
[9] Va segnalata la presenza nel Paese
di un autonominatosi “Ambasciatore in missione speciale della Repubblica araba
saharaui democratica”, Sig. Mohamed Larossi. In merito alla vicenda Santiago ha
precisato che, sebbene il Cile rispetti il diritto di autodeterminazione dei
popoli ed intende continuare ad appoggiare il processo di decolonizzazione nel
quadro delle Nazioni Unite - sostenendo qualsiasi iniziativa che porti ad una
soluzione pacifica del conflitto e che avvenga nel quadro del diritto
internazionale - afferma di non riconoscere né
[10] La proposta prevede un aumento di 12
seggi non permanenti, di cui
[11] La quasi totalità delle imprese minerarie private operanti in Cile ha peraltro, secondo le ultime dichiarazioni governative, aderito al nuovo regime impositivo del settore introdotto con legge entrata in vigore il 21 ottobre 2010. Il nuovo regime tributario introdotto prevede un aumento per un periodo di tre anni (2010-2012) dell'aliquota versata dalle imprese minerarie (fissata tra il 4- 9% del reddito imponibile). A partire invece dal 2013 si applicherà di nuovo il regime fissato nel contratto originale per la durata rimanente (15 anni fino al 2017). Successivamente sarà concesso alle imprese che hanno aderito al nuovo regime un beneficio parziale “compensatorio”, consistente in un ulteriore periodo di invariabilità di 6 anni (fino al 2023). Il Governo prevede di ottenere maggiori entrate fiscali dell'ordine di 1.000 milioni di USD nel periodo 2011-2014. Tali stime sono state calcolate sulla base di un prezzo del rame di 3,20-3,30 USD la libbra, ma considerando che il prezzo attuale del metallo si aggira intorno ai 4,30 USD/lb il ricavato potrebbe essere molto superiore.
Il provvedimento contempla anche la creazione di un Fondo di Investimento e Riconversione Regionale, gestito dalle amministrazioni regionali, al quale saranno destinati annualmente 100 milioni di USD nel periodo 2011-2014 (suddivisi per un terzo a beneficio delle regioni “minerarie” del Paese mentre i due terzi saranno distribuiti fra tutte le regioni cilene). La restante quota delle entrate provenienti dal provvedimento sarà invece utilizzata nella ricostruzione in generale del Paese.
[12] Il Banco Central ha annunciato nei primi giorni del gennaio 2011 che procederà ad acquisti valutari per oltre 12 miliardi di USD nel corso del 2011, al fine di frenare il forte rafforzamento del peso cileno nei confronti della divisa statunitense. Si tratta dell’intervento storicamente più consistente sinora realizzato dall’Istituto di emissione cileno. L'intervento sul mercato del cambio e' coinciso con il nuovo record negativo nel rapporto dollaro/peso (465,8 pesos per dollaro - il più basso mai registrato nel corso degli ultimi 32 mesi). La forte svalutazione del dollaro nel corso del 2010 è imputabile a diversi concomitanti fattori, in particolare alla debolezza globale della divisa americana ed al consistente aumento del prezzo del rame (+30,4%), fenomeni accompagnati da un incremento dell’afflusso di capitali esteri, attratti dai rendimenti più elevati, e dal miglioramento delle prospettive economiche cilene.
La realizzazione dell’operazione annunciata dal Banco Central dovrebbe consentire alle riserve ufficiali cilene di raggiungere un livello pari al 17% del PIL. Gli esportatori cileni hanno accolto con favore l'iniziativa ribadendo però la necessità di misure complementari di sostegno dell'attività. L'annuncio del Banco Central ha peraltro provocato un immediato rialzo della quotazione del dollaro di oltre 22 pesos. Gli analisti prevedono che il recupero della divisa statunitense possa attestarsi tra i 485-500 pesos per dollaro, ma alcuni economisti sono convinti che gli effetti non saranno duraturi se dovesse continuare lo scenario economico attuale caratterizzato dalla crescita delle economie emergenti e l'aumento di liquidità da parte dei Paesi sviluppati. Crescono inoltre le aspettative di un aumento dell'inflazione, in particolare in considerazione dell'incidenza della valutazione del dollaro sulle importazioni di petrolio, da cui il Cile e' fortemente dipendente.
[13] Fonte: elaborazioni ICE su dati GTI
[14] A cura del Ministero degli Affari Esteri
[15] In collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri
[16] Nella precedente legislatura si ricordano la visita dell’allora Ministro D’Alema, in Cile a dicembre del 2006, accompagnato dall’ex Sottosegretario Di Santo, e quella dell’allora Presidente Prodi a marzo del 2007; la visita del Sottosegretario agli Affari Esteri, On. Donato Di Santo in occasione del Forum UE-LAC sulla Coesione sociale.
A settembre 2006, è stato a Roma l’ex Presidente della Camera cilena, Viera Gallo. Ad ottobre 2006 l’ex Min. D’Alema ha incontrato il Presidente della Camera dei Deputati di Santiago, Leal, ricevuto anche dal Presidente Napolitano e dal Presidente della Camera, Bertinotti.
Il Sottosegretario Di Santo è stato in visita in Cile all’inizio di novembre 2006, incontrando il Ministro degli Esteri, Foxley, oltre al Ministro dell’Economia, Ferreiro Yazigi. Nello stesso mese, ha partecipato all’Internazione Socialista di Santiago, unitamente, fra gli altri, agli On.li Fassino, Boselli, Locatelli e Bafile.
Nel corso dell’ultima settimana di gennaio 2007, si è svolta la visita in Cile del Presidente della Camera, Bertinotti, che ha incontrato, fra gli altri, il Presidente Bachelet, il Presidente del Senato, Frei, ed il Presidente della Camera, Leal.
Il Sottosegretario Di Santo inoltre ha partecipato al XVII Vertice Iberoamericano dei Capi di Stato e di Governo che si è tenuto a Santiago dall’8 al 10 novembre 2007.
[17] (a titolo di paragone il principale
partner in materia petrolifera è
[18] ultima grande banca italiana attiva in Cile con operazioni di sportello
[19] sarà possibile presentare un 'Recurso del Reclamacion' al Consiglio dei Ministri riunito in formato settoriale (con i titolari dei Dicasteri di Ambiente, Salute, Agricoltura, Sviluppo Economico, Energia e Miniere), o in alternativa un 'recurso de proteccion' dinnanzi alla giustizia civile, che potrebbe, per via giudiziale, giungere fino ad istanze internazionali.
[20] L’operazione è stata realizzata da
Autostrade Sud America (holding italiana facente capo ad Atlantia, Sias-Gavio e
Mediobanca) che ha annunciato nell’aprile
[21] Si ricorda che,nel marzo
[22] A cura del Ministero degli Affari esteri
[23] A cura del Ministero degli Affari esteri
[24] Il GRULAC è una ripartizione regionale (5 Gruppi regionali, costituiti, grosso modo, per aree geografiche) dei Paesi membri delle Nazioni Unite. In relazione al contesto delle Nazioni Unite, i Gruppi regionali cercano perciò di stabilire una influenza ed un controllo sulle elezioni per le cariche politiche all’interno dell’ONU, attribuite sulla base della rappresentanza geografica. Il Gruppo America Latina e Caraibi (GRULAC) è composto da 33 Stati membri (Antigua e Barbuda; Argentina; Bahamas; Barbados; Belize; Bolivia; Brasile; Cile; Colombia; Costa Rica; Cuba; Dominica; Ecuador; El Salvador; Giamaica; Grenada; Guatemala; Guyana; Haiti; Honduras; Messico; Nicaragua; Panama; Paraguay; Perù; Repubblica Dominicana; Saint Kitts and Nevis; Saint Lucia; Saint Vincent and the Grenadines; Suriname; Trinidad e Tobago; Uruguay; Venezuela).
[25] L’8 agosto 2008, il Presidente della Camera Juan Bustos Ramírez è deceduto all’età di 72 anni. Il Presidente Fini ha inviato subito dopo una lettera di condoglianze indirizzata al nuovo Presidente della Camera cilena, on. Francisco Encina Moriamez, eletto al posto di Bustos il 14 agosto 2008.
[26] Gli onorevoli María Angélica Cristi Marfil, Guillermo Ceroni Fuentes, Marcelo Díaz Díaz e Pablo Lorenzini Basso facevano parte della Commissione anche nella precedente legislatura della Camera cilena.
[27] Si ricorda che il 17 ottobre
[28] Il deputato Jorge Ulloa Aguillon, con l’appoggio dei Partiti Unione Democratica Indipendente, Socialista e Socialdemocratico, ha espresso alla Camera dei deputati del Cile, il 19 novembre 2003, piena partecipazione e pieno sostegno all’Italia in seguito all’attentato di Nassirya.
[29] L’Accordo ha sostituito il secondo l’Accordo quadro di cooperazione, firmato il 21 giugno 1996 ed entrato in vigore nel febbraio 1999.
[30] Per i prodotti industriali l’Accordo prevede, al momento della sua entrata in vigore, la liberalizzazione quasi totale delle importazioni cilene. La liberalizzazione sarà completata nei tre anni successivi. Per i prodotti agricoli, l’UE eliminerà progressivamente, entro il 1° gennaio 2012, il 97% delle tariffe sulle importazioni dal Cile. Sono previste inoltre altre importanti misure di liberalizzazione in altri settori, compresi i servizi.
[31] L’ultimo incontro del Comitato di associazione (l’ottavo) si è svolto a Santiago il 25 novembre 2010.
[32] Il Mercato Comune del Sud (Mercosur)
è stato istituito il 26 marzo 1991, con la firma del Trattato di Asunción da
parte di Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Successivamente
[33] Si segnala inoltre che nel corso del 2005 UE e Cile hanno istituito due dialoghi settoriali in aree ritenute di reciproco interesse, quali istruzione e politiche sociali.
[34] Si ricorda che i Vertici si svolgono con cadenza biennale. Il primo si è tenuto il 29 maggio 2004, il secondo si è tenuto il 13 maggio 2006 e il terzo, il 17 maggio 2008. Le principali attività svolte dopo l'ultimo Vertice bilaterale sono state: il 3° dialogo settoriale per le politiche dell'occupazione (Santiago, 17-19 Novembre 2008); il seminario che segna il quinto anniversario della data di entrata in vigore dell'Accordo di associazione (Santiago, 28 novembre 2008); il 4° incontro del Comitato Direttivo dell’Accordo Scienza e Tecnologia (Bruxelles, 24 aprile 2009); il dialogo sui diritti umani (Santiago, 21 aprile 2009); il 4° Consiglio di associazione (Praga, 14 maggio 2009) e il 7° Comitato di associazione (Bruxelles, 15 ottobre 2009).
[35] L’UE era rappresentata dal presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, e dal presidente della Commissione, Josè Manuel Durão Barroso, con la partecipazione del premier spagnolo nonché presidente di turno del Consiglio dell’UE, Josè Luis Rodríguez Zapatero, mentre il Cile era rappresentato dal presidente Sebastián Piñera Enrique.
[36] Il Gruppo di Rio è composto, tra gli altri, dai dodici membri dell'Associazione latinoamericana di integrazione - Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Messico, Panama, Paraguay, Perù, Uruguay e Venezuela.
[37] Si segnala che per il periodo precedente (2002-2006) il Cile ha beneficiato di 34,4 milioni di euro, e che, in tale periodo, i fondi sono stati previsti per i seguenti settori: cooperazione economica e innovazione tecnologica (64,5%), ambiente e risorse naturali (8,4%), sostegno alle riforme di governo (27,1%).
[38] Poiché l’onorevole Salvini è cessato dal mandato, si è in attesa della designazione di un nuovo componente da parte del Gruppo della Lega Nord Padania, al fine di procedere alla integrazione del Gruppo
[39] Gli onorevoli María Angélica Cristi Marfil, Guillermo Ceroni Fuentes, Marcelo Díaz Díaz e Pablo Lorenzini Basso facevano parte della Commissione anche nella precedente legislatura della Camera cilena.
[40]Hanno partecipato alla missione il presidente, on. Pierluigi Castagnetti, e gli onn. Sesa Amici, Fabio Evangelisti, Matteo Salvini e Bruno Tabacci
[41] Avvenuta – per citare solo i paesi
del cono sud latinoamericano - in Argentina nel
[42] Le nuove politiche di integrazione produttiva e integrazione transfrontaliera - così come l’integrazione di settori che permettano di sviluppare nuove forme di complementarietà economica - cercano di dare una risposta efficace alla necessaria (e dimenticata) questione della riduzione delle asimmetrie tra grandi e piccoli paesi.
[43] Le recenti dichiarazioni del candidato alla presidenza del Brasile, José Serra, sulla necessità di riformare e rendere più flessibile il Mercosur per trasformarlo in una semplice area di libero commercio, visto che il suo formato attuale non permetterebbe lo sviluppo del paese, hanno riacceso il dibattito sulla funzionalità del processo d’integrazione regionale. Felix Peña (2010) ha sostenuto recentemente che “nel Mercosur c’è un dibattito metodologico su come lavorare insieme, che a tratti si trasforma però in un dibattito esistenziale, trasformando la domanda in un’affermazione: dobbiamo lavorare insieme”.
[44] Sono queste le tre tematiche alla base delle relazioni tra UE e Mercosur, i cui antecedenti sono l’Accordo di Cooperazione Interistituzionale tra le Comunità Europee e il Mercato Comune del Sud del 1992 e l’Accordo quadro di Cooperazione internazionale del 1995.
[45]I problemi principali sono quelli relativi alla questione agricola e alle preferenze accordate alle imprese nazionali nelle gare di approvvigionamento da parte degli Stati.
[46] Il26 maggio 1969Bolivia, Colombia, Cile, Ecuador e Perù firmarono l’Accordo di Cartagena che segnava la nascita del Patto o Gruppo Andino. Nel 1973 il Venezuela chiese di entrare a farne parte; mentre nel 1976 si verificò l’uscita del Cile, perché la politica estera neoliberista del governo dittatoriale di Pinochet era incompatibile con gli obiettivi economici del Patto. Il Patto Andino perseguiva infatti la creazione di un mercato comune, lo sviluppo industriale della regione attraverso programmi settoriali e una “distribuzione equa” dei costi e benefici dell’integrazione regionale. I negoziatori andini si ispirarono al modello della Comunità Economica Europea e della sua struttura istituzionale e fondarono – per la prima volta in America Latina - un’organizzazione con caratteristiche sovranazionali. Sempre sull’esempio europeo, progettarono anche un Tribunale di Giustizia, il cui Trattato costitutivo è del 1979; e un Parlamento Andino, che è operativo dal 1984.
[47]Secondo i dati del commercio regionale pubblicati dal SIECA (Sistema de Estadísticas de Comercio de Centroamérica, www.sieca.org.gt).
[48] L’ALCA – progetto fortemente
sponsorizzato dagli Stati Uniti - è una proposta di accordo per eliminare o
ridurre le barriere commerciali tra tutte le nazioni delle Americhe e delle isole vicine, ad eccezione di Cuba.
Nella visione statunitense, l’ALCA dovrebbe rappresentare l’evoluzione (e
l’ampliamento) della NAFTA (North American Free Trade Agreement) che include
oggi USA, Canada e Messico. Il progetto è stato lanciato in occasione del
Vertice delle Americhe tenutosi a Miami nel dicembre del 1994, ed è proseguito
per tutti gli anni ’90 e l’inizio del XXI secolo. Data la resistenza opposta da
molti paesi latinoamericani, e in particolare dal Brasile, gli Stati Uniti
hanno abbandonato il progetto originario e hanno scelto di firmare accordi solo
con alcuni paesi della regione. Sono stati così siglati Trattati di Libero
Commercio con il Cile, con i paesi del Centroamerica e
[49] Tramite le rispettive compagnie energetiche: Petróleos Brasileiros (PETROBRAS), Energía Argentina S.A. (ENARSA); Administración Nacional de Combustibles, Alcohol y Portland (ANCAP) e Petróleos de Venezuela S.A. (PDVSA).
[50] L’Iniziativa Petroandina è stata lanciata dal XVI Consiglio Presidenziale Andino, tenutosi a Lima il 18 luglio 2005, come piattaforma comune o “alleanza strategica” di compagnie statali del petrolio e del gas.
[51]La trasformazione della Comunità in Unione è avvenuta a Brasilia con la firma del Trattato Costitutivo dell’UNASUR il 23 maggio 2008.
[52] Finora hanno ratificato il Trattato Bolivia, Guyana, Ecuador, Perù e Venezuela. Molto particolare è il caso argentino, visto che il Parlamento di Buenos Aires non ha ancora fissato una data per la ratifica, malgrado recentemente l’ex presidente Néstor Kirchner sia stato nominano presidente dell’UNASUR.
[53] L’accordo tra
[54] Alcuni paesi, tuttavia, hanno approfittato della congiuntura internazionale favorevole per ridurre l’indebitamento estero e negoziare migliori condizioni di rifinanziamento.
[55] L’avanzo primario misura la differenza tra le entrate e le spese del bilancio dello Stato, esclusi gli interessi pagati sul debito, e quindi misura l’aspetto fiscale (non-finanziario) dei conti pubblici. L’avanzo primario costituisce un importante indicatore dell’evoluzione futura del debito pubblico.
[56]Per fare un paragone con un altro paese emergente, in nessun anno del periodo considerato il Brasile ha raggiunto tassi di crescita simili a quelli cinesi; anzi, in 7 anni su 10 la sua crescita è stata pari o inferiore alla metà della crescita della Cina.
[57] Questa politica è stata particolarmente importante in Brasile, dove il credito pubblico rappresenta circa il 35% del credito totale.
[58]Anche sul piano simbolico, forte è l’importanza dell’IIRSA che per la prima volta ha riunito tutti i paesi dell’America del Sud, inclusi Guyana e Suriname che normalmente non partecipavano a quei consessi.
[59] Il Mercato Comune del Sud (MERCOSUR)
è stato istituito il 26 marzo 1991, con la firma del Trattato di Asunción da
parte di Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Successivamente
[60] L’Unione europea ha sostenuto il
processo di integrazione della regione già a partire dall’accordo di Cartagena
che ha istituito
[61] Costa Rica, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama e Salvador.
[62] Rio de Janerio il 28 e 29 giugno 1999; Madrid il 17 e 18 maggio 2002; Guadalajara, in Messico, il 28 maggio 2004; Vienna il 12 maggio 2006; Lima maggio 2008.