Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento cultura
Titolo: Sistema di promozione della lingua e della cultura italiana in Libano - Missione di una delegazione della VII Commissione ' Beirut, 21-23 dicembre 2011
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 307
Data: 20/12/2011
Organi della Camera: VII-Cultura, scienza e istruzione

 

Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Sistema di promozione della lingua e della cultura italiana in Libano

 

Missione di una delegazione della VII Commissione – Beirut, 21-23 dicembre 2011

 

 

 

 

 

 

n. 307

 

 

 

20 dicembre 2011

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Cultura

( 066760-3255 – * st_cultura@camera.it

Servizio Studi – Dipartimento Esteri

( 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it

 

 

§      Le sezioni I e III sono state curate dal Servizio Studi

§      Le sezioni II e IV sono state curate dal Servizio Rapporti internazionali.

 

 

I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.

File: CU0395.doc

 


INDICE

Premessa  1

Schede di lettura

Promozione della cultura e della lingua italiana all’estero: il quadro normativo vigente  5

§     La Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all’estero  5

§     Gli Istituti italiani di cultura all’estero  7

§     La Società Dante Alighieri e la promozione della lingua italiana all’estero  9

Relazioni culturali scientifiche e tecnologiche tra Italia e Libano  11

Libano  13

§     Il quadro istituzionale  13

§     La situazione politico-sociale  14

Relazioni parlamentari Italia-Libano  17

 

 


SIWEB

Premessa

Una delegazione della VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati effettuerà una missione a Beirut dal 21 al 23 dicembre 2011,per approfondire la conoscenza del sistema di promozione della lingua e della cultura italiane in Libano, anche in relazione all’indagine conoscitiva vertente su analoga materia che la VII e la III Commissione stanno svolgendo.

In particolare, la delegazione dovrebbe incontrare l’Ambasciatore d’Italia a Beirut, S.E. Giuseppe Morabito, il Direttore dell’Istituto italiano di cultura a Beirut, dott.ssa Wanda Grillo, rappresentanti della Commissione cultura del Parlamento libanese, il Rettore dell’Université Saint-Esprit de Kaslik (USEK), Padre Mahfouz, alcuni partecipanti ai corsi d’insegnamento della lingua italiana organizzati presso la sede demaniale dell’IIC Hamra.

Il presente dossier è organizzato in 4 sezioni.

Nella prima sezione si dà conto del quadro normativo vigente in materia di promozione della cultura e della lingua italiana all’estero.

Nella seconda sezione si forniscono alcune informazioni sulle relazioni culturali, scientifiche e tecnologiche tra Italia e Libano.

La terza sezione è costituita dalla Scheda paese riferita al Libano.

La quarta sezione si riferisce ai rapporti parlamentari tra Italia e Libano.

 

 


Schede di lettura

 


Promozione della cultura e della lingua italiana all’estero:
il quadro normativo vigente

La disciplina dell'attività degli istituti italiani di cultura all'estero e degli interventi per la promozione della cultura e della lingua italiana è posta dalla legge 22 dicembre 1990, n. 401: le finalità della normativa sono fissate dall’articolo 2, in base al quale “la Repubblica promuove la diffusione all'estero della cultura e della lingua italiana onde contribuire allo sviluppo della reciproca conoscenza fra i popoli, nel quadro più generale dei rapporti tra il nostro Paese e la comunità degli altri Stati”.

La responsabilità istituzionale per il perseguimento di tali finalità è posta in capo al Ministero degli affari esteri, ferme restando le competenze previste dalle leggi vigenti per la Presidenza del Consiglio dei Ministri e per le singole Amministrazioni dello Stato.

Occorre segnalare che il recente DPR 19 maggio 2010, n. 95, di riorganizzazione del dicastero, a norma dell'articolo 74 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 (L. 133/2008) ha operato una profonda ristrutturazione dell’articolazione del Ministero degli Affari esteri, che ha comportato tra l’altro la soppressione della Direzione generale per la promozione culturale e la creazione di una Direzione generale per la promozione del sistema paese: a norma dell’art. 5, comma 5, la Direzione cura, tra l’altro, “la diffusione della lingua, della cultura, della scienza, della tecnologia e della creatività italiane all’estero, anche attraverso il coordinamento e la gestione della rete degli istituti di cultura e degli addetti scientifici”.

Per quanto concerne le funzioni specifiche del Ministero degli affari esteri, delineate all’art. 3 della legge n. 401/1990, esse consistono anzitutto nella definizione degli accordi sugli scambi culturali con gli altri Stati, e nella cura della loro attuazione. Il Ministero, inoltre, promuove il coordinamento da un lato delle Amministrazioni dello Stato e degli enti e istituzioni pubblici, e dall'altro delle associazioni, fondazioni e privati, al fine della massimizzazione della promozione culturale dell'Italia all'estero. Il Ministero provvede altresì all'istituzione ed eventuale soppressione degli Istituti italiani di cultura all'estero, la cui attività è sottoposta all’indirizzo e alla vigilanza dell'Amministrazione degli Affari esteri tramite le Rappresentanze diplomatiche e gli Uffici consolari.

La Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all’estero

Per quanto concerne gli obiettivi e gli indirizzi della promozione della cultura e della lingua italiana all'estero, essi sono definiti dal Ministero degli Affari esteri, sentita la Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all'estero (vedi infra), alla quale compete anche esaminare in sede consultiva i progetti proposti in materia di diffusione della cultura italiana all'estero da associazioni, fondazioni e privati.

Il Ministero degli Affari esteri, infine, cura la raccolta e la diffusione dei dati relativi alla vita culturale italiana nel suo complesso, avvalendosi delle informazioni che al riguardo le Amministrazioni statali, nonché gli enti ed istituzioni pubblici sono tenuti a trasmettere - uguale obbligo è posto in capo ad associazioni, fondazioni e privati - e presenta annualmente al Parlamento una relazione sull'attività svolta per la diffusione della cultura italiana all'estero, congiuntamente al rapporto predisposto dalla citata Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all'estero[1].

La Commissione - il cui assetto è disciplinato dagli artt. 4 e 5 della legge n. 401/1990 - è istituita presso il Ministero degli Affari esteri, con diverse funzioni, tra le quali:

a)  proporre gli indirizzi generali della promozione e diffusione all'estero della cultura e della lingua italiana e dello sviluppo della cooperazione culturale internazionale;

b)  esprimere pareri - come si è visto - sugli obiettivi programmatici in materia del Ministero degli Affari esteri, di altre Amministrazioni statali, di Regioni ed enti pubblici vari, come anche su iniziative proposte da associazioni, fondazioni e privati, ed eventualmente sulle convenzioni da questi stipulate con il MAE;

c)   formulare proposte di iniziativa su specifici settori di attività o particolari aree geografiche, soprattutto quelle con forte presenza di comunità italiane all'estero;

d)  formulare indicazioni programmatiche per cooperare alla preparazione delle conferenze periodiche degli Istituti italiani di cultura all'estero (vedi infra);

e)  predisporre annualmente un rapporto sulla propria attività, da trasmettere al Ministro degli Affari Esteri che, come già accennato, lo acclude alla relazione annuale da presentare in Parlamento.

La Commissione è nominata con decreto del Ministro degli Affari esteri per una durata triennale: il Ministro - o un Sottosegretario da lui delegato - la presiede, mentre i restanti componenti della Commissione sono assortiti tra eminenti personalità del mondo culturale e scientifico, rappresentanti del Consiglio generale degli italiani all'estero nonché della Conferenza permanente Stato-Regioni, alti funzionari ministeriali competenti, nei vari Dicasteri, per le attività di promozione culturale. Nella Commissione siedono inoltre un rappresentante della Rai e il presidente della Società Dante Alighieri, ovvero un suo delegato.

Gli Istituti italiani di cultura all’estero

La legge n. 401/1990, all’art. 7, prevede che gli Istituti italiani di cultura all'estero sono istituiti nelle capitali e nelle principali città degli Stati con i quali l'Italia intrattiene relazioni diplomatiche: come sopra richiamato, gli Istituti sono istituiti e soppressi con decreto del Ministro degli Affari Esteri, e nei limiti delle risorse finanziarie previste nell'apposito capitolo di bilancio del Ministero. Pur sottoposti alla funzione di vigilanza dell'Amministrazione degli affari esteri, gli Istituti godono di autonomia operativa e finanziaria, con controllo consuntivo della Corte dei conti sui bilanci annuali.

Un regolamento emanato con decreto del Ministro degli Affari Esteri, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze e con il Ministro della Funzione pubblica, detta i criteri generali dell'organizzazione e del funzionamento degli Istituti: si tratta del D.M. 27 aprile 1995, n. 392, che reca il regolamento sull'organizzazione, il funzionamento e la gestione finanziaria ed economico-patrimoniale degli Istituti italiani di cultura all'estero.

Tale regolamento prevede, tra l'altro, l'obbligo per gli Istituti di trasmettere annualmente al Ministero degli Affari esteri e al Ministero dell'Economia e delle Finanze, tramite la Rappresentanza diplomatica o l’Ufficio consolare territorialmente competente, il conto consuntivo, con acclusa una relazione sulle attività poste in essere.

La dotazione finanziaria di ciascun Istituto è stabilita dal Ministro degli Affari Esteri mediante ripartizione dell'apposito stanziamento di bilancio annuale. Gli Istituti di cultura, in vista di specifiche attività o settori di studio e ricerca, incluse quelle relative all'insegnamento della lingua italiana, possono creare proprie sezioni distaccate a valere sui fondi già stanziati per l'Istituto fondatore: ciò è tuttavia possibile agli Istituti solo dopo l'autorizzazione del Ministro degli Affari esteri di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, sentita l'autorità diplomatica competente per territorio. La gestione finanziaria e patrimoniale delle sezioni distaccate è responsabilità dei Direttori degli Istituti fondatori.

Presso ogni Istituto di cultura è istituito un fondo scorta per i pagamenti e le spese necessarie al funzionamento dell'Istituto medesimo, il cui iniziale ammontare è stabilito con decreto del Ministro degli Affari Esteri di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, che valutano le esigenze dei vari Istituti anche sulla base dei consuntivi degli anni precedenti. Il citato regolamento adottato con D.M 27 aprile 1995, n. 392, disciplina anche le modalità di gestione dei fondi scorta e del loro adeguamento mediante utilizzo delle entrate ordinarie degli Istituti.

Ai sensi dell’art. 8 della richiamata legge n. 401/1990, tra le principali funzioni degli Istituti italiani di cultura all'estero figurano:

a)stabilire contatti con le istituzioni e personalità del mondo culturale e scientifico del paese ospitante, favorendo tutte le iniziative volte alla conoscenza della cultura italiana e alla collaborazione culturale e scientifica, fornendo anche le relative documentazioni e informazioni;

b)promuovere iniziative, manifestazioni culturali e mostre; sostenere iniziative per lo sviluppo culturale della comunità italiane all'estero, onde agevolare tanto la loro integrazione nel paese ospitante quanto il legame culturale con la madrepatria;

c)assicurare collaborazione a studiosi e studenti italiani nelle loro attività di ricerca e studio all’estero;

d)favorire iniziative per la diffusione della lingua italiana all'estero, anche mediante la collaborazione dei lettori di italiano nelle università del paese ospitante.

È prevista la possibilità (art. 9) di istituire Comitati di collaborazione culturale presso gli Istituti, che contribuiscano alle loro attività: i Direttori degli Istituti formulano le proposte di costituzione dei Comitati e di nomina dei loro componenti, e le sottopongono all'approvazione delle autorità diplomatiche italiane territorialmente competenti. Dei Comitati possono essere chiamati a far parte a titolo onorifico sia esponenti dei paesi ospitanti particolarmente interessati ed esperti nella cultura italiana, sia qualificati esponenti delle comunità italiane in loco.

I Direttori degli Istituti (art. 14) sono nominati, di norma fra il personale direttivo dell'area della promozione culturale, ed acquisito il parere della Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all'estero, con decreto del Ministro degli Affari Esteri, che tiene conto, anche in vista della destinazione geografica, delle competenze relative all'area di riferimento e delle aspirazioni espresse dall'interessato. La funzione di Direttore può essere anche conferita, soprattutto in relazione alle esigenze di particolari sedi, a persone di prestigio culturale e provata competenza in ordine all'organizzazione della promozione culturale (art. 14, comma 6).

Al Direttore competono importanti funzioni (art. 15) come quella di rappresentare l'Istituto, mantenerne i rapporti con l'esterno e recare la responsabilità delle attività da esso svolte, che il Direttore programma e coordina sottostando alle funzioni di indirizzo e vigilanza in capo al Ministero degli Affari esteri.

In particolare, il Direttore di ciascun Istituto mantiene i rapporti con le autorità diplomatiche italiane competenti per territorio, predispone annualmente il programma di attività e dà impulso alle relative iniziative e manifestazioni, si incarica di assicurare adeguate iniziative linguistiche e culturali in riferimento alle comunità italiane in loco, provvede all'organizzazione dei servizi e del personale, nonché alla gestione finanziaria e patrimoniale dell'Istituto di competenza, predispone un rapporto annuale sull'attività svolta che verrà inoltrato tramite la Rappresentanza diplomatica o l’Ufficio consolare competente, predispone il bilancio preventivo e consuntivo da sottoporre annualmente al Ministero degli Affari Esteri sempre tramite le competenti autorità diplomatiche.

È previsto altresì che gli organi centrali ed i vari Istituti di cultura possano stipulare convenzioni, nel caso si richiedano specifiche competenze non reperibili presso il personale di ruolo, per l'acquisizione di consulenze da parte di specialisti: ciò potrà avvenire solo per il tempo necessario allo svolgimento di tali attività e nei limiti delle disponibilità di bilancio.

La Società Dante Alighieri e la promozione della lingua italiana all’estero

Per quanto riguarda la promozione della lingua italiana all’estero, un ruolo centrale è quello rivestito dalla Società Dante Alighieri (SDA), sorta nel 1889 per iniziativa di un gruppo di intellettuali guidati da Giosuè Carducci, ed eretta in Ente morale con Regio decreto del 18 luglio 1893, n. 347. Con il decreto-legge 28 maggio 2004, n. 136 (L. 186/2004) è stata assimilata, per struttura e finalità, alle ONLUS.

La missione istituzionale della SDA è la valorizzazione, promozione e diffusione della lingua e della cultura italiana, e per il conseguimento di queste finalità la Società si avvale dell’opera di oltre 500 Comitati, dei quali più di 400 attivi all’estero nei cinque continenti.

In Italia sono presenti 95 Comitati distribuiti in quasi tutte le province, attraverso i quali la SDA partecipa alle attività intese ad accrescere e ampliare la cultura della nazione e promuove ogni manifestazione rivolta a illustrare l’importanza della diffusione della lingua, della cultura e delle creazioni del genio e del lavoro italiani.

Per mezzo delle 423 sedi estere, diffuse in oltre 60 Stati, la Dante Alighieri istruisce e cura circa 5.900 corsi di lingua e cultura italiane a cui sono iscritti più di 200.000 soci studenti;  la Società, inoltre, opera per assicurare la presenza del libro italiano in tutto il mondo attraverso la costituzione e l’aggiornamento di oltre 300 biblioteche con una dotazione libraria di oltre 500.000 volumi di vario genere.

Con riguardo all’attività didattica, in base alla convenzione del 4 novembre 1993, n. 1903 con il Ministero degli Affari esteri, la Società Dante Alighieri opera, tra l’altro, per la certificazione dell’italiano di qualità con un proprio progetto certificato, denominato PLIDA (Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri). La certificazione è riconosciuta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca come titolo per l’immatricolazione universitaria a condizioni agevolate per gli studenti stranieri.

Il PLIDA attesta la competenza in italiano come lingua straniera secondo una scala di sei livelli rappresentativi di altrettante fasi del percorso di apprendimento della lingua e corrispondenti a quelli stabiliti dal Consiglio d’Europa. Vengono altresì rilasciate due ulteriori certificazioni: PLIDA Juniores, concepita per gli adolescenti, e PLIDA commerciale, destinata alla valutazione di specifiche competenze linguistico-settoriali. Un’ulteriore attività del PLIDA consiste nell’organizzazione di corsi di aggiornamento per insegnanti di italiano a stranieri.

A fronte, inoltre, della crescente domanda di conoscenza della lingua italiana da parte della popolazione immigrata, la Società Dante Alighieri, accanto ad altre istituzioni con competenza specifica nel settore - in primis la Caritas - ha in corso di progettazione iniziative volte ad agevolare l’inserimento degli stranieri nella società e nel mondo professionale italiano. Tali iniziative fanno seguito ai progetti pilota già realizzati dalla SDA in ordine all’insegnamento della lingua italiana nei Paesi di provenienza di notevoli flussi migratori, quali Tunisia, Moldavia e Sri Lanka.

 

Per completezza d’informazione, occorre segnalare che al PLIDA si affianca la Certificazione di Italiano come lingua straniera (CILS),titolo ufficiale che dichiara il grado di competenza linguistica comunicativa in italiano come lingua straniera, rilasciata dall’Università per Stranieri di Siena ai sensi della legge 17 febbraio 1992 n. 204 ed in conformità alla convenzione con il Ministero degli Affari Esteri del 12 gennaio 1993.

La CILS si articola in quattro livelli che individuano una competenza linguistica e comunicativa progressivamente più alta secondo i parametri previsti nel documento del Consiglio d'Europa, Modern Languages: Learning, Teaching, Assessment. A Common European Framework of Reference (1996).

 

Per ottenere il Certificato in uno dei quattro livelli è necessario superare un esame composto da cinque parti, con prove di ascolto, comprensione della lettura, analisi delle strutture di comunicazione, produzione scritta e produzione orale. Nel corso del 2011 saranno attivati due Livelli PRE-CILS: A1 e A2, destinati a chi ha bisogno di una attestazione della competenza in italiano L2, anche se è in una fase iniziale del processo di apprendimento. La CILS è rivolta a cittadini stranieri o italiani residenti all'estero. Per sostenere l'esame non è necessario possedere titoli di studio particolari, né è necessario aver superato un esame CILS di livello inferiore. Le prove CILS non sono legate a particolari metodi o tipi di corsi di lingua.

 


Relazioni culturali scientifiche e tecnologiche tra Italia e Libano

Si è potuto registrare un notevole incremento delle relazioni culturali tra Italia e Libano, a seguito della firma, nel novembre 2000, dell’Accordo di collaborazione culturale, scientifica e tecnologica ratificato sia da parte libanese che da parte italiana.

 

Risultano operativi un accordo dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia con l’Università di Bjblos e con l’Università St-Esprit di Kaslik nel settore dell'architettura e dell'urbanistica, e tre accordi tra il Politecnico di Milano e la   American University of Science and Technology (AUST) di Beirut nel settore dell’ingegneria, tra i quali si segnala quale particolarmente rilevante quello siglato nel febbraio 2006 per un corso con rilascio di doppia laurea in ingegneria. Nel 2010, è stata inoltre firmata una convenzione tra l’Università Libanese e l’Università per Stranieri di Siena, che istituisce un Master di comunicazione interculturale (Studi italo-libanesi) per la formazione di insegnanti di italiano nelle istituzioni scolastiche e universitarie libanesi.

 

Si segnala, inoltre,la presenza di un Istituto di Cultura presente a Beirut, con succursali anche a Kaslik, Tripoli e Saida.

 

In Libano non sono presenti istituzioni scolastiche italiane.

 

A seguito dell’entrata in vigore del predetto Accordo di collaborazione culturale, scientifica e tecnologica è stato introdotto l'insegnamento dell’italiano, come seconda lingua straniera, in alcune scuole secondarie libanesi.

 

L’italiano è inoltre insegnato nei corsi di lingua dell’Istituto di Cultura a Beirut, Kasllik, Tiro e Tripoli, nonché all’Università Libanese dove è presente un lettore di ruolo MAE. Dall’anno accademico 2007/2008 è stato attivato anche un corso presso l’Università Saint-Esprit di Kaslik, a cui nel 2009 è stato rinnovato il contributo per l’assunzione di lettori locali.

 

In Libano la domanda di cultura italiana è in crescita, trainata in particolare dalle nuove generazioni, interessate a conoscerne gli aspetti più attuali. Per far fronte a tale esigenza, continua sul piano strategico la collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura di Beirut   con le più importanti organizzazioni ed associazioni locali, per assicurare un pubblico numeroso agli eventi in programma e per garantire una più ampia ricaduta di immagine.

 

Per l’a.a. 2011/2012, infine, le borse di studio offerte dall’Italia agli studenti libanesi sono di 42 mensilità per un importo di 700 euro.

 


Libano

Il quadro istituzionale

Dal punto di vista della forma di governo, il Libano è una repubblica parlamentare, basata su norme e consuetudini costituzionali miranti a consentire, secondo lo schema della democrazia “consensuale” o “consociativa”, la condivisione del potere tra le diverse comunità religiose del Paese (cristiani, musulmani sunniti, musulmani sciiti). Il Presidente della Repubblica è eletto dall’Assemblea nazionale con un mandato di sei anni, ed è, per convenzione costituzionale, un cristiano. Il potere legislativo è conferito ad un Parlamento monocamerale, l’Assemblea nazionale, composta da 128 deputati eletti, in modo da assicurare rappresentanza paritaria a cristiani e musulmani, per quattro anni con sistema maggioritario in dodici circoscrizioni plurinominali (in ciascuna circoscrizione sono eletti i candidati che ottengono il maggior numero dei voti, tenendo conto però del numero prefissato di deputati cristiani, da un lato, e musulmani, dall’altro, da eleggere in quella circoscrizione). Il presidente dell’Assemblea nazionale è, per convenzione costituzionale, un musulmano sciita. Il Presidente della Repubblica, in consultazione con l’Assemblea nazionale nomina il primo ministro che deve essere, per convenzione costituzionale, un musulmano sannita. 

Per Freedom House, il Libano è uno “Stato parzialmente libero”, non in possesso però dello status di “democrazia elettorale”, mentre il Democracy Index 2010 dell’Economist Intelligence Unit lo definisce “regime ibrido” (cfr. infra “Indicatori internazionali sul Paese”).

Secondo fonti indipendenti, il sistema politico ritagliato sulle appartenenze religiose e le forti influenze straniere hanno fin qui impedito l’effettiva autonomia delle istituzioni libanesi. Per quel che concerne le condizioni di esercizio delle libertà politiche e civili, il Libano ha una lunga tradizione di libertà di stampa, con numerosi quotidiani (anche se in molti casi legati a gruppi politici), sette stazioni televisive statali e decine di stazioni radiotelevisive private. Anche Internet non appare sottoposto a restrizioni o censure. La libertà di associazione e di riunione non appare sottoposta a restrizioni ed anche la libertà religiosa appare rispettata, anche se risulterebbero abbastanza comuni discriminazioni informali sulla base dell’appartenenza religiosa (solo nel 2009 è stato riconosciuto il diritto di non indicare sui documenti d’identità il gruppo religioso di appartenenza).

La situazione politico-sociale

Presidente della Repubblica dal maggio 2008 è Michel Suleiman; primo ministro dal gennaio 2011 è Najib Mikati.

Il Libano non è stato fino a questo momento coinvolto dalle proteste in corso in Nord Africa e Medio Oriente, mentre continua a scontare un’instabilità derivante da fattori interni endemici.

Come è noto, a seguito degli accordi di Taif del 1990, che posero fine alla lunga guerra civile scoppiata a metà degli anni Settanta, il Libano si è trovato sotto una sorta di protettorato siriano. Solo successivamente all’omicidio dell’ex-primo ministro libanese Hariri, avvenuto nel 2005 in circostanze tali da lasciar presumere un coinvolgimento di esponenti del movimento filoiraniano e filosiriano libanese di Hezbollah (ed anche, specialmente in una prima fase delle indagini, di esponenti dei servizi segreti siriani), le proteste popolari libanesi indussero la Siria a decidere il ritiro delle truppe presenti in Libano. Tuttavia, la Siria ha continuato comunque ad esercitare una notevole influenza nelle vicende libanesi. Infatti, se nelle elezioni del 2009 la coalizione di partiti antisiriana del “14 marzo” guidata dal figlio di Rafiq Hariri, Saad, ha prevalso su quella filosiriana dell’”8 marzo” (al cui interno milita anche Hezbollah, la cui influenza sulla politica libanese appare crescente), la Siria ha sostenuto, insieme all’Arabia Saudita, la formazione di un governo di unità nazionale guidato dallo stesso Saad Hariri e il “dialogo nazionale” da questo avviato. Il governo Hariri è entrato in crisi agli inizi del gennaio 2011 con le dimissioni dei ministri di Hezbollah per protesta contro le attività del Tribunale internazionale per il Libano istituito dall’ONU (e presieduto, fino a poche settimane prima della sua morte, avvenuta nell’ottobre 2011  dall’italiano Antonio Cassese) per indagare sulla morte di Rafiq Hariri. Nel corso del 2011, il tribunale speciale per il Libano ha infatti perfezionato l’incriminazione di quattro esponenti di Hezbollah per l’omicidio, prefigurando anche la possibilità di procedere in contumacia.

L’attività del tribunale ha influenzato gli equilibri politici interni. Infatti, se fin dal 24 gennaio 2011, è stato designato un nuovo primo ministro, esponente della coalizione di partiti filosiriana, il sunnita Miqati, già primo ministro nel 2005, le trattative per la formazione del governo sono risultate particolarmente complesse e solo il 12 giugno è stata annunciata la lista dei trenta ministri, diciannove dei quali sono peraltro esponenti vicini ad Hezbollah. Alla fine di novembre il governo Mikati ha evitato la crisi, superando lo stallo che si era determinato sul pagamento del contributo al Tribunale speciale per il Libano, pagamento al quale Hezbollah era contrario. Alla fine il pagamento del contributo è avvenuto, con un via libera sostanziale anche da parte di Hezbollah che ha preferito non compromettere su questa questione la permanenza in vita del governo.

La situazione libanese è anche fortemente influenzata dall’instabilità siriana; il Libano ha votato contro la decisione della Lega Araba del 12 novembre di sospendere dall’organizzazione la Siria e si è anche dissociata dall’imposizione di sanzioni avvenuta il 27 novembre. Le sanzioni alla Siria potrebbero colpire significativamente anche l’economia libanese, per gli stretti legami tra i due Paesi. La crisi ha determinato un afflusso di profughi siriani in Libano (alla fine di ottobre stimati in 5.000 unità).

Per quel che riguarda le relazioni con Israele, si sono tornati a registrare alla fine di novembre lanci di razzi dal Sud di Israele. Altro elemento di contenzioso con Israele è stato poi determinato dai programmi di sfruttamento dei giacimenti di gas recentemente avviati da Israele e Cipro in acque sulle quali anche il Libano avanza rivendicazioni.


Indicatori internazionali sul paese:[2]

Libertà politiche e civili: “Stato parzialmente libero”, (Freedom House); “regime ibrido” 86 su 178; (Economist)

Libertà di stampa: 78  su 178

Libertà di Internet 2009: assenza di prove di “filtraggio” di siti Internet

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); situazione di rispetto in concreto (USA)

Libertà economica: 89 su 179 (Heritage Foundation)

Corruzione percepita: 127 su 178

Variazione PIL 2009: + 8,5 per cento

Situazione di cessate il fuoco in conflitto armato internazionale (missione ONU: UNIFIL: Italia 1780)

 

Fonti: The Statesman’s Yearbook 2011, Unione interparlamentare, Freedom House, Human Rights Watch, Arab Reform Bulletin –Carnegie endowment for international peace, Brookings Institution, Economist Intelligence Unit, Agenzie di stampa

 


Relazioni parlamentari Italia-Libano

 

Presidente del Parlamento

 

Presidente dell’Assemblea Nazionale libanese: Nabih BERRI, dal 1992, rieletto nel 1996, nel 2003 e nel giugno 2009.

 

 

Rappresentanze diplomatiche

 

Ambasciatore d’Italia a Beirut: Giuseppe MORABITO, dal 16 ottobre 2010.

 

Ambasciatore del Libano in Italia: Karim KHALIL, Incaricato d’Affari ad interim (dal 21 marzo 2011); in precedenza ricopriva la carica di Primo Segretario (dal 10 settembre 2009).

 

***

 

Si segnala che l’onorevole Gennaro Malgieri ha ricevuto dal Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, l’incarico di coordinare le relazioni della Camera con i Parlamenti dei Paesi arabi del bacino del Mediterraneo.

Nell’ambito di tale incarico l’on. Malgieri il 23 gennaio 2009 ha incontrato alcuni  Ambasciatori dei Paesi arabi, tra cui l’allora Ambasciatore libanese Mistou.

***

 

Incontri del Presidente della Camera

 

Il 20 aprile 2010 il Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, ha incontrato il Primo Ministro del Libano, Saad Hariri[3].

Tra i temi al centro del colloquio, la situazione politica del Libano, nel contesto di generale instabilità della regione medio-orientale, il conflitto israelo-palestinese e il ruolo dell’Unione europea e degli Usa, i rapporti con la Siria.

Il 4 febbraio 2009 il Presidente della Cameraha ricevuto la visita dell’ex Presidente del Libano, Amin Gemayel.

Il colloquio si e' incentrato sugli sviluppi recenti della situazione politica libanese e regionale. Per quanto riguarda il Libano, Gemayel ha affermato che esso è vittima della crisi medio-orientale. Ha, quindi, ricordato che il suo partito è per una cultura della democrazia e della pace, contrapposta al terrorismo e alla violenza, ricordando il sacrificio del figlio, morto per questi ideali. Gemayel, ha poi richiamato l’attenzione sul fatto che Hezbollah (che ha da sempre avversato la Risoluzione 1701 per la instaurazione di una tregua nella guerra del 2006 tra Israele e Libano) ha costruito in Libano sostanzialmente uno Stato nello Stato, che impedisce la realizzazione di una vera azione di governo e si oppone alla pace. Ha quindi ricordato che Hezbollah è legato all’Iran e propugna la stessa ideologia dei pasdaran iraniani rilevando che anche in Europa vi sono forze che aiutano Hezbollah. Per quanto concerne le future elezioni politiche di giugno 2009 l’ex Presidente ha affermato che il suo partito intende costituire una alleanza politica contro Hezbollah pur mantenendo un orientamento moderato e aperto al dialogo. Per quanto riguarda la presenza di osservatori europei alle future elezioni di giugno 2009, ha evidenziato come questi possano rappresentare un’arma a doppio taglio, perché vi è il rischio che, non potendo verificare le intimidazionisubìte dagli elettori nelle zone sotto controllo di Hezbollah, finiscano per ritenere tutto regolare.

In merito al conflitto israelo-palestinese ha osservato che il territorio e popolo palestinese è ormai diviso in due: da una parte la Striscia di Gaza dove si impone Hamas mentre l’Autorità palestinese governa nei restanti territori. Ha poi osservato che il partito di Hamas sarebbe uscito sconfitto militarmente e politicamente dalla recente guerra con Israele (che potrà trarre vantaggio dalla spaccatura palestinese). Gemayel ha quindi sottolineato che in questa situazione di precari equilibri, l’Italia è coinvolta in prima linea, con la  presenza delle forze comandate dal Generale Graziano. Ha poi aggiunto che il contingente di stanza in Libano svolge peraltro un lavoro eccellente, anche da un punto di vista politico-diplomatico. A conclusione dell’incontro, ha ribadito che l’obiettivo è la ricostruzione dello Stato in Libano e che il popolo libanese ha bisogno di non sentirsi abbandonato (il sostegno americano secondo  l’ex Presidente sarebbe insufficiente).  Ha quindi fatto cenno al dramma degli ostaggi libanesi trattenuti nelle carceri siriane (la Siria vuole recuperare il suo ruolo in Libano) ed ha infine osservato che, per quanto riguarda Israele, la vittoria di Netanyahu alle ultime elezioni non cambierà le linee guida nell’area. 

Il 19 gennaio 2009 il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha incontrato una delegazione del Consiglio degli Ambasciatori della Lega degli Stati arabi in Italia, composta dagli Ambasciatori del Libano, Mistou (allora decano del corpo diplomatico in Italia), del Qatar, Al-Moraikhi, dell’Egitto, Rashed, dell’Autorità Nazionale Palestinese, Ateyeh, della Giordania, Principessa Al-Hashemi, del Marocco, Ben-Abdallah, accompagnati dal Capo Missione della Lega degli Stati arabi, Al Gargani.

L’obiettivo dei contatti degli Ambasciatori della Lega degli Stati arabi in Italia era quello di chiedere una presa di posizione sulla crisi di Gaza.

 

 

Commissioni

 

Il 6 ottobre 2009 ha avuto luogo un incontro tra il Presidente della Commissione Affari Esteri, onorevole Stefani, e l’allora Ambasciatore del Libano in Italia, Melhem Nasri Mistou.

Al centro del colloquio la scadenza del mandato del Generale Graziano, al comando del contingente UNIFIL in Libano.

Dal 6 all’8 luglio 2009 una delegazione della Commissione Affari esteri della Camera, guidata dal Presidente Stefano Stefani, ha svolto una missione in Libano e Giordania.

Il 30 giugno 2009 il Presidente della Commissione Affari esteri della Camera, Stefano Stefani, ha incontrato l’allora Ambasciatore libanese, Melhem Nasri Mistou.

Nel corso dell’incontro, l’Ambasciatore ha ricordato i risultati delle elezioni legislative dello scorso 7 giugno, con l'affermazione della coalizione filo-occidentale, che ha conquistato 68 dei 128 seggi dell'Assemblea nazionale. Saad Hariri ha ricevuto l'incarico di formare un governo di unità nazionale, che comprenda anche rappresentanti della minoranza Hezbollah. L’Ambasciatore ha quindi ricordato come gli italiani siano molto ben visti dalla popolazione locale e in particolare la guida italiana del contingente UNIFIL. Pertanto, proprio virtù del ruolo trainante dell'Italia nel processo di peace keeping nel sud del Libano, ritiene pericoloso ridurre il contingente per l’“effetto domino” che potrebbe avere, con conseguenze disastrose per le forze moderate in Libano e, in generale, per la democrazia. Infine, l’Ambasciatore ha ricordato che la situazione iraniana desta preoccupazione ed influisce anche sulla politica interna del Libano perché l'Iran è uno Stato teocratico che vuole imporre la propria visione egemone anche al di fuori di esso.

Il 24 giugno 2009 il Presidente della Commissione Affari esteri Stefani ha incontrato l’allora Ambasciatore italiano a Beirut, Gabriele Checchia.

Nel corso del colloquio è stata affrontata la questione della formazione del nuovo governo libanese, a seguito delle recenti elezioni, nonché i riflessi che la situazione iraniana – all’indomani delle elezioni presidenziali del 12 giugno 2009 e dei successivi disordini – potrebbe avere sugli equilibri interni del Libano. 

Il 12 e 13 maggio 2009, la Commissione Difesa si è recata in Libano per visitare la missione italiana UNIFIL.

La delegazione del Consiglio degli Ambasciatori della Lega degli Stati arabi in Italia - composta dagli Ambasciatori del Libano, Mistou (allora decano del corpo diplomatico in Italia), del Qatar, Al-Moraikhi, dell’Egitto, Rashed, dell’Autorità Nazionale Palestinese, Ateyeh, della Giordania, Principessa Al-Hashemi, del Marocco, Ben-Abdallah, accompagnati dal Capo Missione della Lega degli Stati arabi, Al Gargani - ha incontrato il 14 gennaio 2009, il Presidente della Commissione Affari esteri, Stefani.

Si segnala che il 15 gennaio la delegazione ha altresì incontrato il Ministro degli Affari esteri Frattini e il Presidente della III Commissione del Senato Dini.

Una delegazione della Commissione Difesa, guidata dal Presidente Edmondo Cirielli e composta dai deputati Giovanni Fava, Gianfranco Paglia, Antonio Rugghia e Rosa Maria Villecco Calipari, ha effettuato una missione in Libano, il 28 e 29 luglio 2008; la delegazione ha visitato il contingente italiano impegnato nella missione UNIFIL II.

 

 

Cooperazione multilaterale

 

Il Libano partecipa alla cooperazione parlamentare nell’ambito del Partenariato Euromediterranea ed alle riunioni dell’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterranea (AP-UpM) e in tale ambito esercita la Vice Presidenza della Commissione Cultura.

In occasione della Sessione Plenaria dell’AP-UpM, che si è svolta a Roma – durante la Presidenza italiana dell’Assemblea – il 3 e 4 marzo 2011, la delegazione libanese era rappresentata dai deputati dell’Assemblea Nazionale Yassine Jaber e Mohammad Kabbani, accompagnati dall’allora Ambasciatore Mistou.

Il 27 maggio 2010 il Presidente della Delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’OSCE, on. Riccardo Migliori, ha incontrato l'allora Ambasciatore della Repubblica Libanese in Italia, S.E. Melhem Nasri Mistou. Il Libano, pur non facendo parte dei paesi Mediterranei partner dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE, è stato invitato dal Presidente Migliori a partecipare alla Riunione autunnale dell’Assemblea, svoltasi a Palermo dall’8 all’11 ottobre 2010 (non ha partecipato).

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Si segnala il programma internazionale organizzato dall’IPALMO e dall’IDLO, sul tema "Rafforzare il ruolo del parlamento nell'indirizzare il costo sociale delle riforme economiche e promuovere l'e-parliament in Egitto, Iraq e Libano", che ha dato luogo a diverse iniziative:

-         dal 7 all’8 giugno 2011 a Beirut si è svolto il Workshop sul tema, al quale hanno partecipato, per la Camera dei deputati italiana, l’on. Antonino Foti per la Commissione Lavoro, e l’on. Lino Duilio per la Commissione Bilancio.

-         dall’11 al 13 luglio 2011 la Camera dei deputati ha ospitato una visita di studio per delegazioni provenienti dalle istituzioni di Egitto, Giordania, Iraq e Libano, nell'ambito del citato programma. Nel corso della visita si sono svolti un Seminario ed incontri con le Commissioni e con gli uffici. All'evento hanno partecipato: il Presidente della Commissione Bilancio, Giancarlo Giorgetti, il Presidente della Commissione Lavoro, Silvano Moffa, la Commissione Affari esteri e il suo Presidente, Stefano Stefani, gli onorevoli Donato Bruno e Roberto Zaccaria, rispettivamente Presidente e Vice Presidente della Commissione Affari Costituzionali, nonché i deputati Sergio D'Antoni, Antonino Foti e Lino Duilio.

 

 

UIP

 

Nell’ambito della UIP, opera la sezione di amicizia Italia-Mediterraneo orientale (Giordania, Libano, Siria, Territori dell’Autorità Palestinese), che per la XVI legislatura è composta dal senatore Mauro Del Vecchio (Presidente), dai deputati Giuseppe Moles, Enzo Carra e Antonio Razzi, e dai senatori Francesco Maria Amoruso e Barbara Contini.

 

 

Attività legislativa

 

Legge n. 130/11 del 2 agosto 2011, GU n. 181 del 5 agosto 2011. Testo coordinato G.U. n. 181 del 5 agosto 2011. Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, recante proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni per l'attuazione delle Risoluzioni 1970 (2011) e 1973 (2011) adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Misure urgenti antipirateria.

Legge n. 87/11 del 3 giugno 2011, GU n. 142 del 21 giugno 2011. Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Libano per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Beirut il 22 novembre 2000.

Legge n. 9/11 del 22 febbraio 2011, GU n. 46 del 25 febbraio 2011. Testo coordinato G.U. n. 46 del 25 febbraio 2011. Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 29 dicembre 2010, n. 228 recante proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle forze armate e di polizia.

Legge n. 126/10 del 3 agosto 2010, GU n. 186 del 11 agosto 2010. Testo coordinato G.U. n. 186 del 11 agosto 2010. Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 luglio 2010, n.102, recante proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace, di stabilizzazione e delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia.

Legge n. 30/10 del 5 marzo 2010, GU n. 55 dell'8 marzo 2010. Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa.

Legge n. 12/09 del 24 febbraio 2009, GU n. 47 del 26 febbraio 2009. Testo coordinato G.U. n. 47 del 26 febbraio 2009. Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2008 n. 209, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali.

 

 



[1]L’ultima relazione, riferita all’anno 2009, è stata trasmessa al Parlamento il 18 gennaio 2011 (doc. LXXX, n. 3).

[2]Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); la condizione della libertà economica come riportata dalla fondazione Heritage la condizione della libertà di Internet come riportata da OpenNet Initiative; il tasso di crescita del PIL come riportato dal Fondo monetario internazionale; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alla nota esplicativa presente in “Le elezioni programmate nel periodo febbraio-aprile 2011” (documentazione e ricerche n. 85, 9 febbraio 2011).

[3]    Saad Hariri è figlio dell’ex Premier Rafiq Hariri, assassinato il 14 febbraio 2005.