Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento cultura
Titolo: Sistema di promozione della lingua e della cultura italiana in Belgio - Missione di una delegazione della VII Commissione - Bruxelles, 1 e 2 dicembre 2011
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 301
Data: 30/11/2011
Descrittori:
ATTIVITA' CULTURALI   BELGIO
LINGUA ITALIANA     
Organi della Camera: VII-Cultura, scienza e istruzione

 

Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Sistema di promozione della lingua e della cultura italiana in Belgio

 

Missione di una delegazione della VII Commissione – Bruxelles, 1 e 2 dicembre 2011

 

 

 

 

 

 

n. 301

 

 

 

30 novembre 2011

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Cultura

( 066760-3255 – *st_cultura@camera.it

Servizio Studi – Dipartimento Esteri

( 066760-4172 – *st_affari_esteri@camera.it

 

 

 

§       Le sezioni I, II e IV sono state curate dal Servizio Studi

§       La sezione III è stata curata dall’Ufficio Rapporti con l’Unione europea

§       La sezione V è stata curata dal Servizio Rapporti internazionali.

 

I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.

File: CU0390.doc

 


INDICE

Premessa  1

Schede di lettura

Promozione della cultura e della lingua italiana all’estero: il quadro normativo vigente  5

§      La Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all’estero  5

§      Gli Istituti italiani di cultura all’estero  7

§      La Società Dante Alighieri e la promozione della lingua italiana all’estero  9

Promozione della lingua e della cultura italiana in Belgio: informazioni specifiche  11

§      L’Istituto italiano di cultura di Bruxelles  11

§      Le Scuole europee in Belgio  12

§      La sezione elementare italiana della Scuola Internazionale di SHAPE   14

§      Ulteriori attività per la diffusione della conoscenza della lingua italiana in Belgio  15

Unione europea: recenti iniziative nei settori dell’istruzione e della cultura  17

§      Processo di Bologna  17

§      Modernizzazione delle università  20

§      Istruzione e formazione nel futuro quadro finanziario 2014-2020  26

Scheda paese Belgio  29

§      Il quadro istituzionale  29

§      La situazione politica  30

Rapporti parlamentari Italia-Belgio  33

 


SIWEB

Premessa

Una delegazione della VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati effettuerà una missione a Bruxelles l’1 e 2 dicembre 2011, per partecipare all’inaugurazione della mostra pittorica “Maestri di Brera”, organizzata dalla regione Lombardia e dall’Accademia di Brera, sotto il patrocinio del Vice Presidente della Commissione europea, on. Antonio Tajani, dell’Ambasciata d’Italia e dell’Istituto italiano di cultura di Bruxelles.

La missione ha anche lo scopo di approfondire la conoscenza del sistema di promozione della lingua e della cultura italiane in Belgio, anche in relazione all’indagine conoscitiva vertente su analoga materia che la VII e la III Commissione stanno svolgendo.

In particolare, la delegazione incontrerà la Presidente della Commissione cultura e istruzione del Parlamento europeo, on. Doris Pack; l’Ambasciatore d’Italia a Bruxelles, S.E. Roberto Bettarini; il Direttore reggente dell’Istituto italiano di cultura a Bruxelles, dott. Maurizio Dessalvi; il dirigente scolastico competente per la circoscrizione consolare di Bruxelles, professoressa Emanuela Zanchetta. La delegazione dovrebbe altresì incontrare il Commissario europeo per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, Androulla Vassiliou.

Il presente dossier è organizzato in 4 sezioni.

Nella prima sezione si dà conto del quadro normativo vigente in materia di promozione della cultura e della lingua italiana all’estero.

Nella seconda sezione si forniscono alcune informazioni specifiche sulla promozione della lingua e della cultura italiane in Belgio.

La terza sezione concerne le recenti iniziative nei settori dell’istruzione e della cultura in ambito UE.

La quarta sezione è costituita dalla Scheda paese riferita al Belgio.

La quinta sezione si riferisce ai rapporti parlamentari tra Italia e Belgio.

 


Schede di lettura

 

 


Promozione della cultura e della lingua italiana all’estero:
il quadro normativo vigente

La disciplina dell'attività degli istituti italiani di cultura all'estero e degli interventi per la promozione della cultura e della lingua italiana è posta dalla legge 22 dicembre 1990, n. 401: le finalità della normativa sono fissate dall’articolo 2, in base al quale “la Repubblica promuove la diffusione all'estero della cultura e della lingua italiana onde contribuire allo sviluppo della reciproca conoscenza fra i popoli, nel quadro più generale dei rapporti tra il nostro Paese e la comunità degli altri Stati”.

La responsabilità istituzionale per il perseguimento di tali finalità è posta in capo al Ministero degli affari esteri, ferme restando le competenze previste dalle leggi vigenti per la Presidenza del Consiglio dei Ministri e per le singole Amministrazioni dello Stato.

Occorre segnalare che il recente DPR 19 maggio 2010, n. 95, di riorganizzazione del dicastero, a norma dell'articolo 74 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 (L. 133/2008) ha operato una profonda ristrutturazione dell’articolazione del Ministero degli Affari esteri, che ha comportato tra l’altro la soppressione della Direzione generale per la promozione culturale e la creazione di una Direzione generale per la promozione del sistema paese: a norma dell’art. 5, comma 5, la Direzione cura, tra l’altro, “la diffusione della lingua, della cultura, della scienza, della tecnologia e della creatività italiane all’estero, anche attraverso il coordinamento e la gestione della rete degli istituti di cultura e degli addetti scientifici”.

Per quanto concerne le funzioni specifiche del Ministero degli affari esteri, delineate all’art. 3 della legge n. 401/1990, esse consistono anzitutto nella definizione degli accordi sugli scambi culturali con gli altri Stati, e nella cura della loro attuazione. Il Ministero, inoltre, promuove il coordinamento da un lato delle Amministrazioni dello Stato e degli enti e istituzioni pubblici, e dall'altro delle associazioni, fondazioni e privati, al fine della massimizzazione della promozione culturale dell'Italia all'estero. Il Ministero provvede altresì all'istituzione ed eventuale soppressione degli Istituti italiani di cultura all'estero, la cui attività è sottoposta all’indirizzo e alla vigilanza dell'Amministrazione degli Affari esteri tramite le Rappresentanze diplomatiche e gli Uffici consolari.

La Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all’estero

Per quanto concerne gli obiettivi e gli indirizzi della promozione della cultura e della lingua italiana all'estero, essi sono definiti dal Ministero degli Affari esteri, sentita la Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all'estero (vedi infra), alla quale compete anche esaminare in sede consultiva i progetti proposti in materia di diffusione della cultura italiana all'estero da associazioni, fondazioni e privati.

Il Ministero degli Affari esteri, infine, cura la raccolta e la diffusione dei dati relativi alla vita culturale italiana nel suo complesso, avvalendosi delle informazioni che al riguardo le Amministrazioni statali, nonché gli enti ed istituzioni pubblici sono tenuti a trasmettere - uguale obbligo è posto in capo ad associazioni, fondazioni e privati - e presenta annualmente al Parlamento una relazione sull'attività svolta per la diffusione della cultura italiana all'estero, congiuntamente al rapporto predisposto dalla citata Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all'estero[1].

La Commissione - il cui assetto è disciplinato dagli artt. 4 e 5 della legge n. 401/1990 - è istituita presso il Ministero degli Affari esteri, con diverse funzioni, tra le quali:

a)   proporre gli indirizzi generali della promozione e diffusione all'estero della cultura e della lingua italiana e dello sviluppo della cooperazione culturale internazionale;

b)   esprimere pareri - come si è visto - sugli obiettivi programmatici in materia del Ministero degli Affari esteri, di altre Amministrazioni statali, di Regioni ed enti pubblici vari, come anche su iniziative proposte da associazioni, fondazioni e privati, ed eventualmente sulle convenzioni da questi stipulate con il MAE;

c)   formulare proposte di iniziativa su specifici settori di attività o particolari aree geografiche, soprattutto quelle con forte presenza di comunità italiane all'estero;

d)   formulare indicazioni programmatiche per cooperare alla preparazione delle conferenze periodiche degli Istituti italiani di cultura all'estero (vedi infra);

e)   predisporre annualmente un rapporto sulla propria attività, da trasmettere al Ministro degli Affari Esteri che, come già accennato, lo acclude alla relazione annuale da presentare in Parlamento.

La Commissione è nominata con decreto del Ministro degli Affari esteri per una durata triennale: il Ministro - o un Sottosegretario da lui delegato - la presiede, mentre i restanti componenti della Commissione sono assortiti tra eminenti personalità del mondo culturale e scientifico, rappresentanti del Consiglio generale degli italiani all'estero nonché della Conferenza permanente Stato-Regioni, alti funzionari ministeriali competenti, nei vari Dicasteri, per le attività di promozione culturale. Nella Commissione siedono inoltre un rappresentante della Rai e il presidente della Società Dante Alighieri, ovvero un suo delegato.

Gli Istituti italiani di cultura all’estero

La legge n. 401/1990, all’art. 7, prevede che gli Istituti italiani di cultura all'estero sono istituiti nelle capitali e nelle principali città degli Stati con i quali l'Italia intrattiene relazioni diplomatiche: come sopra richiamato, gli Istituti sono istituiti e soppressi con decreto del Ministro degli Affari Esteri, e nei limiti delle risorse finanziarie previste nell'apposito capitolo di bilancio del Ministero. Pur sottoposti alla funzione di vigilanza dell'Amministrazione degli affari esteri, gli Istituti godono di autonomia operativa e finanziaria, con controllo consuntivo della Corte dei conti sui bilanci annuali.

Un regolamento emanato con decreto del Ministro degli Affari Esteri, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze e con il Ministro della Funzione pubblica, detta i criteri generali dell'organizzazione e del funzionamento degli Istituti: si tratta del D.M. 27 aprile 1995, n. 392, che reca il regolamento sull'organizzazione, il funzionamento e la gestione finanziaria ed economico-patrimoniale degli Istituti italiani di cultura all'estero.

Tale regolamento prevede, tra l'altro, l'obbligo per gli Istituti di trasmettere annualmente al Ministero degli Affari esteri e al Ministero dell'Economia e delle Finanze, tramite la Rappresentanza diplomatica o l’Ufficio consolare territorialmente competente, il conto consuntivo, con acclusa una relazione sulle attività poste in essere.

La dotazione finanziaria di ciascun Istituto è stabilita dal Ministro degli Affari Esteri mediante ripartizione dell'apposito stanziamento di bilancio annuale. Gli Istituti di cultura, in vista di specifiche attività o settori di studio e ricerca, incluse quelle relative all'insegnamento della lingua italiana, possono creare proprie sezioni distaccate a valere sui fondi già stanziati per l'Istituto fondatore: ciò è tuttavia possibile agli Istituti solo dopo l'autorizzazione del Ministro degli Affari esteri di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, sentita l'autorità diplomatica competente per territorio. La gestione finanziaria e patrimoniale delle sezioni distaccate è responsabilità dei Direttori degli Istituti fondatori.

Presso ogni Istituto di cultura è istituito un fondo scorta per i pagamenti e le spese necessarie al funzionamento dell'Istituto medesimo, il cui iniziale ammontare è stabilito con decreto del Ministro degli Affari Esteri di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, che valutano le esigenze dei vari Istituti anche sulla base dei consuntivi degli anni precedenti. Il citato regolamento adottato con D.M 27 aprile 1995, n. 392, disciplina anche le modalità di gestione dei fondi scorta e del loro adeguamento mediante utilizzo delle entrate ordinarie degli Istituti.

Ai sensi dell’art. 8 della richiamata legge n. 401/1990, tra le principali funzioni degli Istituti italiani di cultura all'estero figurano:

a)stabilire contatti con le istituzioni e personalità del mondo culturale e scientifico del paese ospitante, favorendo tutte le iniziative volte alla conoscenza della cultura italiana e alla collaborazione culturale e scientifica, fornendo anche le relative documentazioni e informazioni;

b)promuovere iniziative, manifestazioni culturali e mostre; sostenere iniziative per lo sviluppo culturale della comunità italiane all'estero, onde agevolare tanto la loro integrazione nel paese ospitante quanto il legame culturale con la madrepatria;

c)assicurare collaborazione a studiosi e studenti italiani nelle loro attività di ricerca e studio all’estero;

d)favorire iniziative per la diffusione della lingua italiana all'estero, anche mediante la collaborazione dei lettori di italiano nelle università del paese ospitante.

È prevista la possibilità (art. 9) di istituire Comitati di collaborazione culturale presso gli Istituti, che contribuiscano alle loro attività: i Direttori degli Istituti formulano le proposte di costituzione dei Comitati e di nomina dei loro componenti, e le sottopongono all'approvazione delle autorità diplomatiche italiane territorialmente competenti. Dei Comitati possono essere chiamati a far parte a titolo onorifico sia esponenti dei paesi ospitanti particolarmente interessati ed esperti nella cultura italiana, sia qualificati esponenti delle comunità italiane in loco.

I Direttori degli Istituti (art. 14) sono nominati, di norma fra il personale direttivo dell'area della promozione culturale, ed acquisito il parere della Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all'estero, con decreto del Ministro degli Affari Esteri, che tiene conto, anche in vista della destinazione geografica, delle competenze relative all'area di riferimento e delle aspirazioni espresse dall'interessato. La funzione di Direttore può essere anche conferita, soprattutto in relazione alle esigenze di particolari sedi, a persone di prestigio culturale e provata competenza in ordine all'organizzazione della promozione culturale (art. 14, comma 6).

Al Direttore competono importanti funzioni (art. 15) come quella di rappresentare l'Istituto, mantenerne i rapporti con l'esterno e recare la responsabilità delle attività da esso svolte, che il Direttore programma e coordina sottostando alle funzioni di indirizzo e vigilanza in capo al Ministero degli Affari esteri.

In particolare, il Direttore di ciascun Istituto mantiene i rapporti con le autorità diplomatiche italiane competenti per territorio, predispone annualmente il programma di attività e dà impulso alle relative iniziative e manifestazioni, si incarica di assicurare adeguate iniziative linguistiche e culturali in riferimento alle comunità italiane in loco, provvede all'organizzazione dei servizi e del personale, nonché alla gestione finanziaria e patrimoniale dell'Istituto di competenza, predispone un rapporto annuale sull'attività svolta che verrà inoltrato tramite la Rappresentanza diplomatica o l’Ufficio consolare competente, predispone il bilancio preventivo e consuntivo da sottoporre annualmente al Ministero degli Affari Esteri sempre tramite le competenti autorità diplomatiche.

È previsto altresì che gli organi centrali ed i vari Istituti di cultura possano stipulare convenzioni, nel caso si richiedano specifiche competenze non reperibili presso il personale di ruolo, per l'acquisizione di consulenze da parte di specialisti: ciò potrà avvenire solo per il tempo necessario allo svolgimento di tali attività e nei limiti delle disponibilità di bilancio.

La Società Dante Alighieri e la promozione della lingua italiana all’estero

Per quanto riguarda la promozione della lingua italiana all’estero, un ruolo centrale è quello rivestito dalla Società Dante Alighieri (SDA), sorta nel 1889 per iniziativa di un gruppo di intellettuali guidati da Giosuè Carducci, ed eretta in Ente morale con Regio decreto del 18 luglio 1893, n. 347. Con il decreto-legge 28 maggio 2004, n. 136 (L. 186/2004) è stata assimilata, per struttura e finalità, alle ONLUS.

La missione istituzionale della SDA è la valorizzazione, promozione e diffusione della lingua e della cultura italiana, e per il conseguimento di queste finalità la Società si avvale dell’opera di oltre 500 Comitati, dei quali più di 400 attivi all’estero nei cinque continenti.

In Italia sono presenti 95 Comitati distribuiti in quasi tutte le province, attraverso i quali la SDA partecipa alle attività intese ad accrescere e ampliare la cultura della nazione e promuove ogni manifestazione rivolta a illustrare l’importanza della diffusione della lingua, della cultura e delle creazioni del genio e del lavoro italiani.

Per mezzo delle 423 sedi estere, diffuse in oltre 60 Stati, la Dante Alighieri istruisce e cura circa 5.900 corsi di lingua e cultura italiane a cui sono iscritti più di 200.000 soci studenti;  la Società, inoltre, opera per assicurare la presenza del libro italiano in tutto il mondo attraverso la costituzione e l’aggiornamento di oltre 300 biblioteche con una dotazione libraria di oltre 500.000 volumi di vario genere.

Con riguardo all’attività didattica, in base alla convenzione del 4 novembre 1993, n. 1903 con il Ministero degli Affari esteri, la Società Dante Alighieri opera, tra l’altro, per la certificazione dell’italiano di qualità con un proprio progetto certificato, denominato PLIDA (Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri). La certificazione è riconosciuta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca come titolo per l’immatricolazione universitaria a condizioni agevolate per gli studenti stranieri.

Il PLIDA attesta la competenza in italiano come lingua straniera secondo una scala di sei livelli rappresentativi di altrettante fasi del percorso di apprendimento della lingua e corrispondenti a quelli stabiliti dal Consiglio d’Europa. Vengono altresì rilasciate due ulteriori certificazioni: PLIDA Juniores, concepita per gli adolescenti, e PLIDA commerciale, destinata alla valutazione di specifiche competenze linguistico-settoriali. Un’ulteriore attività del PLIDA consiste nell’organizzazione di corsi di aggiornamento per insegnanti di italiano a stranieri.

A fronte, inoltre, della crescente domanda di conoscenza della lingua italiana da parte della popolazione immigrata, la Società Dante Alighieri, accanto ad altre istituzioni con competenza specifica nel settore - in primis la Caritas - ha in corso di progettazione iniziative volte ad agevolare l’inserimento degli stranieri nella società e nel mondo professionale italiano. Tali iniziative fanno seguito ai progetti pilota già realizzati dalla SDA in ordine all’insegnamento della lingua italiana nei Paesi di provenienza di notevoli flussi migratori, quali Tunisia, Moldavia e Sri Lanka.

 

Per completezza d’informazione, occorre segnalare che al PLIDA si affianca la Certificazione di Italiano come lingua straniera (CILS),titolo ufficiale che dichiara il grado di competenza linguistica comunicativa in italiano come lingua straniera, rilasciata dall’Università per Stranieri di Siena ai sensi della legge 17 febbraio 1992 n. 204 ed in conformità alla convenzione con il Ministero degli Affari Esteri del 12 gennaio 1993.

La CILS si articola in quattro livelli che individuano una competenza linguistica e comunicativa progressivamente più alta secondo i parametri previsti nel documento del Consiglio d'Europa, Modern Languages: Learning, Teaching, Assessment. A Common European Framework of Reference (1996).

 

Per ottenere il Certificato in uno dei quattro livelli è necessario superare un esame composto da cinque parti, con prove di ascolto, comprensione della lettura, analisi delle strutture di comunicazione, produzione scritta e produzione orale. Nel corso del 2011 saranno attivati due Livelli PRE-CILS: A1 e A2, destinati a chi ha bisogno di una attestazione della competenza in italiano L2, anche se è in una fase iniziale del processo di apprendimento. La CILS è rivolta a cittadini stranieri o italiani residenti all'estero. Per sostenere l'esame non è necessario possedere titoli di studio particolari, né è necessario aver superato un esame CILS di livello inferiore. Le prove CILS non sono legate a particolari metodi o tipi di corsi di lingua.

 


Promozione della lingua e della cultura italiana in Belgio: informazioni specifiche

L’Istituto italiano di cultura di Bruxelles

L’Istituto Italiano di cultura di Bruxelles[2] promuove e diffonde la lingua e la cultura italiana in Belgio attraverso l’organizzazione di iniziative culturali volte a favorire la circolazione delle idee, delle arti e delle scienze.

In particolare, l’Istituto offre i seguenti servizi:

§      corsi di lingua e civiltà italiana tenuti da docenti qualificati di madrelingua;

§      due sessioni annuali di esami per ottenere il diploma di conoscenza della lingua italiana come lingua straniera;

§      una Biblioteca italiana a disposizione degli alunni e degli iscritti all'Istituto per la consultazione e il prestito di libri, cd, dvd, riviste e giornali italiani;

§      servizio di informazione e documentazione sull’Italia nel campo culturale;

§      informazione sulle opportunità di lavoro e studio in campo linguistico e culturale.

 

Per quanto concerne l’insegnamento dell’italiano, l'Istituto propone corsi annuali, semestrali, trimestrali o intensivi all'interno di gruppi omogenei, a diversi orari. L'insegnamento, basato su una partecipazione attiva degli alunni, è organizzato sulla base delle loro effettive esigenze - stabilite tramite test di orientamento e d’ingresso - ed ha come obiettivo lo sviluppo di competenze comunicative in lingua italiana, nonché la sensibilizzazione ai diversi aspetti della vita culturale italiana. La didattica proposta si fonda su saper fare, saper essere e saper apprendere e mira all’acquisizione di strategie comunicative utili in contesti differenti (pubblico, professionale, personale[3]).

A conclusione di ogni corso, gli studenti sostengono un esame finale, attraverso test orali e scritti, che determina il passaggio al livello superiore. L’Istituto rilascia a richiesta un attestato di frequenza con l’indicazione del punteggio ottenuto[4].

Nella sezione del sito dell’Istituto dedicata alle Borse di studio sono presenti informazioni generali, con due sottosezioni specificamente dedicate alle borse offerte dall’Italia ai belgi e alle borse offerte dal Belgio (sia Comunità Francofona che Fiamminga) agli italiani.

In particolare, l’Università per Stranieri di Siena conferisce borse di studio, offerte dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, ai migliori studenti iscritti ai corsi di lingua italiana dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles al fine di consentire la prosecuzione del loro apprendimento a Siena.Inoltre, al termine di ogni corso l'Istituto mette a disposizione borse di studio che includono la gratuità o una riduzione fino a 50% dei costi d'iscrizione presso centri convenzionati d'italiano per stranieri in Italia[5].

Nella sezione Lavoro si annunciano opportunità di impiego nel settore delle istituzioni del sistema Italia in Belgio, ma anche di privati nel campo della lingua e cultura italiana.

Una speciale sezione, intitolata Insegnare l’italiano, si rivolge a coloro che intendono insegnare la lingua italiana in Belgio.

Le informazioni sui tirocini si trovano nell’apposita sezione Tirocini.

La sezione Cooperazione culturale e scientifica riassume gli elementi essenziali degli accordi bilaterali tra Italia e Belgio, con l’eventuale indicazione di particolari bandi di interesse.

Seguono la Sezione Premi e concorsi in cui vengono offerti link ai principali premi nazionali e internazionali, regionali, provinciali e comunali offerti dall’Italia aperti a cittadini stranieri e/o italiani, e la sezione Corsi e Convegni dove si possono trovare informazioni utili sui principali convegni e corsi internazionali che hanno luogo in Italia.

Le Scuole europee in Belgio

In Belgio operano le Scuole europee di Bruxelles I, II e III, IVe la Scuola europea di Mol[6].

 

Le Scuole europee - tutte dipendenti dalla Rappresentanza Permanente dell'Italia presso l'Unione Europea - sono state create nel 1953 per l’istruzione in comune dei figli dei dipendenti delle Comunità europee. Il 21 giugno 1994 è, quindi, intervenuta, in Lussemburgo, la Convenzione recante Statuto delle Scuole europee, ratificata dall’Italia con legge 6 marzo 1996, n. 151.

In base allo Statuto, l’insegnamento impartito nelle Scuole comprende l’istruzione fino al termine degli studi medi superiori e può articolarsi in un ciclo materno, in un ciclo elementare di cinque anni e in un ciclo secondario di sette anni.

Gli studi sono compiuti nelle lingue danese, francese, greca, inglese, italiana, olandese, portoghese, spagnola e tedesca: si tratta, peraltro, di un elenco che può essere adeguato dal Consiglio superiore (sul quale, si veda infra). Però, allo scopo di favorire l’unità della Scuola e la reciproca intesa e comprensione fra gli alunni appartenenti alle varie sezioni linguistiche, alcuni corsi sono tenuti in comune per classi dello stesso livello.

Al termine degli studi secondari viene rilasciata la licenza liceale europea. I titolari della licenza godono, nello Stato membro di cui sono cittadini, di tutte le prerogative attribuite a coloro che sono in possesso del diploma rilasciato al termine degli studi medi superiori e possono iscriversi all’università.

Nelle Scuole europee l’insegnamento è impartito da insegnanti comandati o designati dagli Stati membri, conformemente alle decisioni assunte dal Consiglio superiore. Essi conservano i diritti all’avanzamento di carriera e alla pensione garantiti dalla normativa nazionale.

A ciascuna Scuola europea è riconosciuta la personalità giuridica necessaria per il conseguimento dello scopo perseguito e, in ogni Stato membro, la Scuola è trattata come istituto scolastico di diritto pubblico.

Gli organi comuni a tutte le Scuole europee sono il Consiglio superiore - che stabilisce il regolamento generale delle Scuole e definisce l’orientamento degli studi e l’organizzazione[7] -, il Segretario generale – che risponde del proprio operato al Consiglio superiore -, i Consigli di ispezione – di cui uno per il ciclo materno ed elementare e uno per il ciclo secondario, i quali vigilano sulla qualità dell’insegnamento impartito nelle Scuole – e la Camera dei ricorsi.

Ogni Scuola europea è amministrata dal Consiglio di amministrazione – competente in materia di bilancio – ed è gestita dal Direttore che ha autorità sul personale assegnato alla Scuola e risponde del proprio operato al Consiglio superiore, dal quale è nominato[8].

Il bilancio delle Scuole è alimentato con i contributi degli Stati membri – ai quali spetta il mantenimento della retribuzione dei docenti –, il contributo dell’UE – che deve coprire la differenza fra l’importo globale delle spese delle Scuole e il totale delle altre entrate – i contributi degli organismi non comunitari con i quali il Consiglio superiore ha concluso un accordo, le entrate proprie della scuola, in particolare le tasse scolastiche, e altre entrate varie.

La creazione di una nuova Scuola può essere decisa dal Consiglio superiore, previo accordo con lo Stato membro ospitante in merito alla messa a disposizione, a titolo gratuito, e alla manutenzione, di locali adeguati alle esigenze della nuova Scuola.

Attualmente esistono 14 Scuole europee[9]. Al sistema delle scuole europee è associata la Scuola per l’Europa di Parma, cui è stata riconosciuta personalità giuridica con L. 115/2009.

La sezione elementare italiana della Scuola Internazionale di SHAPE

Presso SHAPE (il Quartier Generale Supremo Alleato in Europa - Supreme Headquarters Allied Powers Europe,) sito a Casteau, cittadina belga vicino a Mons, è presente la Scuola Italiana presso la Scuola internazionale della NATO, con una sezione elementare legalmente riconosciuta[10].

La scuola dipende dal Ministero degli Affari Esteri Italiano attraverso gli organi di controllo dell'Ambasciata, Direzione didattica di La Louvière e Consolato Generale d'Italia in Charleroi. Al fine di conferire lo "status" di scuola statale a tale Scuola Italiana, sono state intraprese le opportune azioni presso i Dicasteri della Difesa e degli Affari Esteri. L'insegnamento è impartito da personale docente italiano, dipendente dal Ministero dell'Istruzione, dell’Università e della Ricerca, collocato temporaneamente fuori ruolo e messo a disposizione del Ministero degli Affari Esteri.

Vengono seguiti i programmi didattici per la scuola elementare italiana. Nell'orario scolastico, oltre alle discipline indicate nel Decreto, sono inseriti i corsi di nuoto, di lingua Francese (BE Elementary Section) e di lingua Inglese (US Elementary Secton).

Al termine dell'anno scolastico gli alunni ricevono un attestato rilasciato dal Direttore Didattico (dipendente dal Consolato di Charleroy) che è valido a tutti gli effetti nelle scuole del territorio metropolitano. Al termine del 5° anno scolastico, come in Italia, gli alunni sostengono (sempre a SHAPE) un esame di idoneità alla scuola media.

Il gruppo docenti della sezione italiana è costituito da tre unità.

Ciascun insegnante si occupa di un "ambito disciplinare" (linguistico-espressivo, antropologico-scentifico, logico-matematico) seguendo l'organizzazione della scuola italiana.

Le classi sono due, una per il primo ciclo (1^ e 2^) e l'altra per il secondo ciclo (3^, 4^ e 5^) ma vengono suddivise per alcuni periodi giornalieri in gruppi di livello, di numero ridotto.

Le lezioni si svolgono dal lunedì al venerdì per complessive 35 ore settimanali, cosi distribuite:

§         22 ore e ½ nella scuola italiana (con partecipazione a francese speciale nella scuola belga per circa due ore settimanali);

§         12 ore e ½ nella scuola americana.

Non esiste una sezione di scuola media né di scuola superiore italiana.

Gli alunni che rimangono in Belgio dopo la classe 5a proseguono gli studi nella sezione secondaria belga dove operano 2 insegnanti di lingua e cultura italiana, dipendenti dalla Direzione Didattica di La Louvière.

A tale sezione di norma si iscrivono gli studenti provenienti dall'Italia, che devono frequentare livelli scolastici compresi tra il primo anno di scuola media inferiore e l'ultimo delle medie superiori.

Ulteriori attività per la diffusione della conoscenza della lingua italiana in Belgio

Iniziative per la diffusione della conoscenza della lingua italiana in Belgio fanno capo anche ad altri soggetti, fra i quali, oltre alla Società Dante Alighieri, che ha sedi a Bruxelles, Anversa, Gand, Kortrijk, Liegi e Verviers.

 

Ø      ICoN - Italian Culture on the Net[11]

 

ICoN è un Consorzio composto da venti Università italiane che opera in convenzione con il Ministero degli Affari Esteri, nato nel 1999 con il patrocinio della Presidenza della Camera dei Deputati e con il sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell'Università. Esso ha lo scopo di promuovere e diffondere la lingua e la cultura dell'Italia nel mondo attraverso tecnologie telematiche e specifiche iniziative didattiche.

Il corso di laurea triennale in Lingua e cultura italiana è riservato a studenti stranieri e italiani residenti all'estero. Requisiti di accesso sono una conoscenza avanzata della lingua italiana e il titolo di studio che consente l'accesso all'università in Italia.

L'attività didattica, divisa in sei semestri, si svolge per via telematica, in classi virtuali moderate da un tutore oppure in autoapprendimento.

ICoN ha sedi convenzionate in tutto il mondo (Istituti di cultura italiana, Scuole italiane all'estero, Università straniere ecc.). In queste sedi si svolgono gli esami semestrali. La prova finale consiste in un elaborato scritto o multimediale su un tema attinente all'indirizzo di studio.

Sede per gli esami del corso di laurea in Belgio:

- Katholieke Universiteit Leuven - Dipartimento di Linguistica - Blijde-Inkomststraat - 21 3000 Leuven[12].

 

Ø                              COM.IT.ES – Comitati degli italiani all’estero

 

I Com.It.Es. sono organismi di rappresentanza degli italiani all'estero. Istituiti nel 1985 dalla legge n. 205/1985, successivamente innovati dalla legge n. 286/2003 - che ha abrogato la precedente - , e regolamentati dal DPR 395/2003.

Essi contribuiscono ad individuare e promuovere le esigenze di sviluppo sociale, culturale e civile della comunità di riferimento, con particolare attenzione nei confronti delle tematiche delle pari opportunità, dell'assistenza sociale e scolastica, della formazione professionale, del settore culturale, dello sport e del tempo libero.

In Belgio operano Com.IT.Es a Bruxelles, Charleroi, Genk, Liegi, Mons, Namur.

 


Unione europea: recenti iniziative nei settori dell’istruzione e della cultura

Processo di Bologna

Il processo di Bologna si propone di far convergere i sistemi nazionali di istruzione superiore dei Paesi europei verso un sistema comune più trasparente e armonizzato che, attraverso riforme progressive, definisca un’architettura comune rispettosa dell’autonomia delle istituzioni universitarie, della libertà d’insegnamento, del principio di pari opportunità e dei principi democratici.

Il c.d. “processo di Bologna” prende il via il 19 giugno 1999, allorché i Ministri europei dell'istruzione superiore di 29 paesi europei, riuniti a Bologna, hanno sottoscritto un accordo - noto come la Dichiarazione di Bologna - che ha dato vita a un processo di armonizzazione dei vari sistemi di istruzione superiore europei, inteso a creare entro il 2010 uno spazio europeo dell'istruzione superiore e a promuovere il sistema europeo di istruzione superiore su scala mondiale al fine di aumentarne la competitività internazionale.

In occasione del decimo anniversario del Processo di Bologna per la riforma dell'istruzione superiore, l’11 marzo 2010 i ministri dell'Istruzione di 46 paesi europei[13] hanno sancito l'avvio ufficiale dello “Spazio europeo dell'istruzione superiore” (SEIS) con la dichiarazione di Budapest e Vienna. L'impegno assunto dai Governi per dare attuazione al Processo di Bologna si basa su principi chiave comuni che intendono facilitare la costruzione del SEIS tra cui la promozione della mobilità di studenti, docenti e ricercatori, da realizzare attraverso la rimozione di ostacoli alla mobilità (anche per quanto riguarda il rilascio dei visti e dei permessi di lavoro) e l'attivazione di meccanismi di trasferibilità di borse di studio e prestiti nazionali.

 

Una relazione sui progressi conseguiti nell’ambito del Processo di Bologna dai paesi partecipanti[14] - presentata in concomitanza con la dichiarazione di Budapest e Vienna – conferma gli obiettivi che hanno determinato il successo del Processo di Bologna, vale a dire promuovere l'apprendimento permanente, la mobilità, gli strumenti di trasparenza (attraverso, ad esempio, la classificazione degli istituti di istruzione superiore) e di finanziamento (per mezzo di fonti di finanziamento diversificate da destinare all'istruzione superiore). Tra i principali risultati, la relazione evidenzia: il sistema a tre cicli (licenza, master, dottorato),adottato da quasi tutti i paesi firmatari;  il sistema di accumulazione e trasferimento dei crediti (European Credit Transfer and Accumulation System - ECTS), reso obbligatorio nella maggior parte degli stessi; la diffusione del supplemento al diploma.

In particolare la relazione focalizza i seguenti risultati:

1) sistema di studi in tre cicli: il nuovo sistema in tre cicli è ben avviato nei quarantasei paesi. Tuttavia, alcune professioni particolarmente regolamentate come la medicina ed i settori apparentati restano assoggettate alle vecchie norme;

2) formazione professionale superiore: l'inclusione della formazione professionale nel processo di Bologna non esiste in tutti i paesi. Alcuni di essi non danno del resto la stessa definizione di “formazione professionale”. Alcuni paesi (Danimarca, Lettonia) tuttavia hanno integrato la formazione professionale nel processo di Bologna con successo e fanno un riferimento esplicito a questi programmi nel loro quadro nazionale di rilasci di attestati;

3) sistema europeo di trasferimento di unità di corsi capitalizzabili (ECTS) e supplementi al diploma: trentasei paesi hanno attuato questi due strumenti che hanno in gran parte contribuito ad ancorare le riforme necessarie e che hanno facilitato la comprensione reciproca dei sistemi nazionali d'insegnamento superiore;

4) quadro nazionale di rilasci di attestati: otto paesi hanno realizzato questo quadro destinato a rendere il rilascio di attestati più trasparente di un paese all'altro. Undici altri sono in buona via per portare a termine il processo mentre gli altri sono ancora in fase preparatoria;

5) garanzia di qualità: benché praticamente tutti i paesi che partecipano al processo di Bologna abbiano realizzato una o l'altra forma di sistemi d'assicurazione qualità, si constatano differenze nella filosofia e l'approccio che sottendono questi sistemi.

6) mobilità degli studenti: anche se la mobilità è uno degli obiettivi fari del processo di Bologna, questa non è oggetto di una reale politica. Alcuni paesi hanno organizzato misure di sostegno ma le disparità tra paesi ricchi e meno ricchi fanno che la mobilità è lungi da essere diventato una realtà;

 

 

 

7) dimensione sociale ed istruzione nel corso della vita nell'insegnamento superiore: questi aspetti sono trattati in modo molto diverso da un paese all'altro. In materia d'uguaglianza sociale, pochi hanno fatto in modo che gli studenti di ambienti svantaggiati abbiano un accesso più facile agli studi superiori. Per quanto riguarda l'istruzione nel corso della vita, sembra essere soltanto “un argomento periferico” in numerosi paesi. Peraltro pochi risultano gli investimenti in materia;

8) impatto della crisi economica: i paesi hanno reagito molto differentemente. Secondo i dati disponibili, cinque di loro non hanno modificato i loro piani. Undici hanno ridotto i bilanci mentre ventinove, al contrario, hanno aumentato le spese in materia.

La relazione conclude che, al fine di superare l’attuale situazione di crisi, è vitale che l'Europa investa nell'ammodernamento dell'insegnamento superiore per aiutare i cittadini ad adattarsi alla nuova distribuzione economica, demografica e sociale. Il documento sottolinea, infine, la necessità di ulteriori sforzi nel campo dell'apprendimento permanente, ad esempio, accelerando l'applicazione delle misure volte ad incoraggiare i gruppi socialmente svantaggiati e gli studenti adulti a partecipare all'insegnamento superiore.

 

Nel corso del vertice di Leuven/Louvain-la-Neuve nel 2009, i ministri responsabili dell'istruzione superiore nei paesi che partecipano al processo di Bologna hanno approvato un piano d’azione 2009-2012 identificando le seguenti priorità di azione:

·      affrontare la dimensione sociale dell'istruzione superiore;

·      sostenere un accesso equo all’istruzione superiore;

·      predisporre misure efficaci per assicurare il completamento degli studi.

Il piano di lavoro 2009-2012 è portato avanti da un gruppo di follow-up di Bologna che ha istituito sette gruppi di lavoro sui seguenti argomenti:

- dimensione sociale;

- Quadro europeo delle qualifiche;

- apertura internazionale;

- mobilità;

- riconoscimento dei titoli di studio;

- monitoraggio dell'attuazione del processo di Bologna;

- meccanismi di trasparenza.

In vista della prossima conferenza ministeriale, in programma ad aprile 2012, i paesi e le istituzioni che partecipano al processo di Bologna organizzano seminari e conferenze internazionali nell’ambito dei quali possono anche essere predisposti documenti ufficiali. In tale contesto va inserita la dichiarazione di Berlino sulla dimensione sociale dell’istruzione superiore del 13 luglio 2011, che considera la realizzazione di un'infrastruttura dell'istruzione superiore forte, efficiente, socialmente inclusiva e

diversificata nonché la definizione di meccanismi di sostegno per gli studenti quali fattori chiave per il successo dello spazio europeo dell'istruzione superiore.

Una conferenza internazionale sul finanziamento dell'istruzione superiore, tenuta a Yerevan, Armenia, l’8-9 settembre 2011, ha richiamato la responsabilità del settore pubblico nel definire un quadro normativo che assicuri un’efficiente mobilitazione, allocazione e utilizzo delle risorse finanziarie nell'istruzione superiore, in coerenza con i principi e gli obiettivi politici dello spazio europeo dell'istruzione superiore. In tale contesto, si ritiene auspicabile la creazione di uno spazio europeo di dialogo nel settore del finanziamento dell'istruzione superiore al fine di aiutare i decisori politici a colmare il gap attualmente esistente.

Modernizzazione delle università

Il 20 settembre 2011 la Commissione europea ha presentato una comunicazione (COM(2011)567) con la quale propone un’agenda per la modernizzazione dei sistemi d’istruzione superiore nell’UE intesa a conseguire gli obiettivi definiti nella strategia Europa 2020, ovvero aumentare fino al 40% la percentuale dei giovani laureati, migliorare la qualità dell'insegnamento e massimizzare il contributo che l'istruzione superiore può dare all’uscita dalla crisi.

Al fine di promuovere eccellenza e innovazione, la strategia intende rafforzare i legami tra istruzione, ricerca e imprese, nonché garantire forme di finanziamento efficienti che, attraverso un governance dell'istruzione superiore meno rigida, consenta  investimenti nell'istruzione di qualità in linea con le esigenze del mercato del lavoro.

La strategia Europa 2020 è basata sull'economia della conoscenza e pertanto richiede persone in possesso di competenze trasversali, competenze digitali per l'era digitale, creatività e adattabilità unite a una solida conoscenza del settore prescelto (ad esempio scienze, tecnologia, ingegneria o matematica). In tale contesto, la Commissione ritiene necessario colmare gli squilibri e le difficoltà che un numero crescente di datori di lavoro nel settore pubblico e nel settore privato - in particolare nei settori a forte intensità di ricerca - incontra per individuare persone suscettibili di rispondere alle loro esigenze, in costante evoluzione.

Secondo la Commissione, pertanto, l'Europa ha bisogno di una grande diversità di istituti d'istruzione superiore e ciascuno di essi deve cercare di raggiungere l'eccellenza conformemente alla sua missione e alle sue priorità strategiche.

La Commissione ritiene che la capacità degli istituti europei d'istruzione superiore a svolgere il loro ruolo nella società e a contribuire alla prosperità dell'Europa sia attualmente sottoutilizzata: nonostante il fatto che entro il 2020[15]il 35% di tutti i posti di lavoro nell'UE richiederanno qualifiche elevate, solo il 26% della manodopera possiede attualmente un diploma d'istruzione superiore. Secondo la Commissione, inoltre, l'Europa presenterebbe una quota di ricercatori nella popolazione attiva totale (6 %), più bassa di Stati Uniti (9 %) e Giappone (11 %)[16]. Secondo l'ultima classifica accademica mondiale delle università, solo circa 200 istituti di istruzione superiore europei su 4 000 figurano tra i primi 500, e solo 3 tra i primi 20.

Questioni fondamentali per gli Stati membri e per gli istituti d'istruzione superiore

Sebbene la principale responsabilità nell'attuazione delle riforme nell'istruzione superiore spetti agli Stati membri e ai singoli istituti, secondo la Commissione un’azione coordinata a livello europeo offrirebbe migliori risposte alle sfide strategiche, come dimostrano peraltro gli sviluppi del Processo di Bologna, il precedente progetto di modernizzazione delle università dell'UE[17] e la creazione dello Spazio europeo della ricerca.

Al fine di ottimizzare il contributo dei sistemi d'istruzione superiore europei ad una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva la Commissione ritiene prioritario realizzare riforme nei seguenti settori principali:

a)  aumentare il livello di qualificazione per formare i diplomati e i ricercatori di cui l'Europa ha bisogno.

In tale contesto la Commissione ritiene prioritario definire chiaramente i percorsi che consentono di accedere all'istruzione superiore dopo una formazione professionale o altri tipi d'insegnamento, utilizzando di preferenza i quadri nazionali delle certificazioni collegati al Quadro europeo delle certificazioni e basati sui risultati acquisiti nell'istruzione e nella formazione, nonché procedure chiare per riconoscere la formazione e l'esperienza acquisite al di fuori del settore formale dell'istruzione e della formazione. Inoltre, di ritiene necessario fornire più informazioni sugli sbocchi dell'istruzione e adeguati consigli per aiutare nella scelta degli studi e diminuire l'abbandono scolastico;

b)migliorare la qualità e la pertinenza dell'istruzione superiore.

In tale contesto la Commissione ritiene prioritario definire un meccanismo che premi i successi degli istituti nella preparazione degli studenti al mercato del lavoro. Inoltre, si ritiene necessario incoraggiare la diversificazione delle modalità di studio, nonché  trarre migliore vantaggio dal potenziale delle TIC per favorire esperienze di apprendimento, metodi di insegnamento e di ricerca più efficaci e personalizzati (ad esempio l'eLearning e l'apprendimento "misto"). Appare altresì opportuno elaborare politiche attive del mercato del lavoro volte a favorire l'occupazione tra i diplomati e a migliorare l'orientamento professionale. Infine, si fa riferimento a misure per incentivare gli istituti d'istruzione superiore a investire nella formazione continua del loro personale e a valorizzare l'eccellenza in materia d'insegnamento;

c)  aumentare la qualità grazie alla mobilità e alla cooperazione transnazionale.

La Commissione sottolinea, tra l’altro, l’importanza di garantire il riconoscimento efficace dei crediti d'insegnamento ottenuti all'estero, attraverso un'efficace garanzia della qualità, un'utilizzazione comparabile e coerente dell'ECTS e del supplemento al diploma, nonché la creazione di collegamenti tra le qualifiche e il Quadro europeo delle qualifiche. In tale contesto, appare opportuno migliorare l'accesso, le condizioni di occupazione e le possibilità di evoluzione per gli studenti, i ricercatori e i docenti di altri paesi, con particolare riferimento alla piena attuazione delle direttive relative agli studenti e ai ricercatori (2004/114/CE e 2005/71/CE) e il Codice dei visti dell'UE al fine di facilitare il rilascio dei visti Schengen agli studenti e ai ricercatori che effettuano soggiorni che non superano i tre mesi entro un periodo di sei mesi;

d)attivare il triangolo della conoscenza, collegando l'insegnamento superiore, la ricerca e le imprese per favorire l'eccellenza e lo sviluppo regionale.

A tal fine, la Commissione giudica necessario stimolare lo sviluppo di competenze imprenditoriali, creative e innovative in tutte le discipline e nei tre cicli, rafforzando l'infrastruttura di trasferimento delle conoscenze degli istituti di istruzione superiore e migliorando la loro capacità di partecipare a imprese in fase di avvio (start-up) e nuove imprese (spin-off). In tale contesto occorre incoraggiare la partnership e la collaborazione con le imprese, in quanto attività essenziali degli istituti d'istruzione superiore, nonché favorire la partecipazione sistematica degli istituti d'istruzione superiore ai piani integrati di sviluppo locale e regionale, orientando il sostegno regionale verso la cooperazione tra l'istruzione superiore e le imprese, in particolare a favore della creazione di poli regionali di eccellenza e di specializzazione;

e)migliorare la governance e il finanziamento.

La Commissione considera opportuno incoraggiare una migliore identificazione dei costi reali dell'istruzione superiore e della ricerca al fine di orientare in modo più preciso le spese attraverso meccanismi di finanziamento collegati ai risultati e che introducano un elemento di concorrenza. Appare altresì necessario adattare i meccanismi di finanziamento alle esigenze di diversi profili d'istituto, al fine di elaborare misure d'incentivazione per sostenere una diversità di scelte strategiche e di sviluppare centri di eccellenza. In tale contesto potrebbe risultare efficace la facilitazione dell'accesso ad altre fonti di finanziamento, in particolare attraverso l'utilizzazione di fondi pubblici per mobilitare l'investimento privato e altri investimenti pubblici, ad esempio, ricorrendo al cofinanziamento. Infine, si considera opportuno sostenere lo sviluppo di gruppi d'inquadramento strategici e professionali nell'istruzione superiore, facendo sì che gli istituti dispongano dell'autonomia che consente loro di definire gli orientamenti strategici, di gestire i flussi di reddito, valorizzare i buoni risultati per attrarre migliori docenti e ricercatori.

Il contributo dell'UE: misure d'incentivazione a favore della trasparenza, della diversificazione, della mobilità e della cooperazione

La Commissione ritiene inoltre necessario aumentare il contributo dell'UE al raggiungimento degli obiettivi in materia, e a tale proposito prospetta misure d'incentivazione a favore della trasparenza, della diversificazione, della mobilità e della cooperazione intese, in particolare a:

a)  sostenere le riforme attraverso la raccolta di dati per le politiche, l'analisi e la trasparenza.

In tale contesto la Commissione intende:

-     lanciare il nuovo strumento di classificazione e d'informazione basato sulle prestazioni “U-Multirank, il cui scopo è redigere, a partire dal 2013, una classifica degli istituti d'istruzione superiore e migliorare radicalmente la trasparenza del settore dell'istruzione superiore;

-     migliorare, in collaborazione con Eurostat, i dati sulla mobilità a fini di apprendimento e sull'occupabilità associata all'istruzione superiore in Europa, operando per la creazione di un Registro europeo dell'istruzione superiore;

-     analizzare, in collaborazione con gli Stati membri e con le parti interessate, l'impatto di diverse strategie di finanziamento sulla diversificazione, l'efficacia e l'equità dei sistemi d'istruzione superiore, nonché sulla mobilità degli studenti;

b)incoraggiare la mobilità.

In particolare, la Commissione intende:

-     migliorare il riconoscimento degli studi effettuati all'estero, rafforzando il Sistema europeo di trasferimento dei crediti d'insegnamento (ECTS), sia proponendo misure d'incentivazione nei programmi dell'UE per migliorarne l'applicazione e sia operando nel quadro del Processo di Bologna;

-     proporre un programma di mobilità nel quadro di Erasmus a livello Master (Erasmus Masters Degree Mobility Scheme), attraverso uno strumento di cauzione per i prestiti destinati agli studenti a livello europeo, operativo a decorrere dal 2014, al fine di facilitare la mobilità, l'eccellenza e l'accesso a un finanziamento abbordabile per gli studenti che preparano il loro master in un altro Stato membro, indipendentemente dallo loro origine sociale;

-     rafforzare le sinergie tra i processi dell'UE e i processi intergovernativi nel contesto ministeriale dello Spazio europeo dell'istruzione superiore;

-     sostenere l'analisi del potenziale di flusso di mobilità degli studenti, in particolare nel quadro del Processo di Bologna;

-     favorire il Quadro europeo per le carriere scientifiche al fine di incoraggiare la mobilità transnazionale dei ricercatori;

c)  porre l'insegnamento superiore al centro dell'innovazione, della creazione di posti di lavoro e dell'occupabilità.

La Commissione intende:

-     adottare, entro la fine del 2011, un programma strategico in materia d'innovazione che delinei le priorità future dell'Istituto europeo dell'innovazione e tecnologia (EIT) e presenti una proposta per la costituzione di nuove comunità della conoscenza e dell'innovazione (CCI)[18];

-     trarre vantaggio dai progetti pilota recentemente varati attraverso le alleanze della conoscenza al fine di rafforzare l'interazione tra le università e le imprese;

-     rafforzare, nell'ambito delle azioni Marie Curie, un programma di dottorati industriali europei al fine di sostenere la ricerca applicata;

-     proporre un quadro della qualità per i tirocini e unapiattaforma unica e centralizzata per le offerte di tirocini in Europa, al fine di aiutare gli studenti e i diplomati ad acquisire le conoscenze pratiche necessarie per il mondo del lavoro;

d)sostenere l'internazionalizzazione dell'istruzione superiore europea.

La Commissione europea intende, tra l’altro:

-     fare in modo che l'UE sia considerata una destinazione di studi e di ricerca per i migliori talenti del mondo;

-     sviluppare i contatti con i partner esterni all'UE sulle politiche relative all'istruzione superiore;

-     utilizzare le partnership per la mobilità esistenti al fine di migliorare e facilitare gli scambi tra gli studenti e tra i ricercatori;

Sviluppi successivi

La proposta della Commissione è frutto di un ampio processo di consultazione che ha coinvolto l'ambiente universitario, quello delle imprese e delle parti sociali, nonché governi e organismi internazionali. Al fine di elaborare politiche graduali e identificare prassi innovative, la Commissione intende proseguire il suo dialogo con le parti interessate e con il Parlamento europeo e le altre istituzioni europee. La Commissione si baserà anche sulla consulenza esterna con la previsione di creare, nel 2012, un gruppo di alto livello con la missione di analizzare i temi determinanti per la modernizzazione dell'istruzione superiore, iniziando con la promozione dell'eccellenza nell'istruzione e l'elaborazione di relazioni nel 2013.

Conclusioni Consiglio istruzione

Il 28 novembre 2011 il Consiglio istruzione ha approvato conclusioni con le quali accoglie positivamente la comunicazione della Commissione.

Il Consiglio riconosce il ruolo che l'istruzione superiore può svolgere, in stretto collegamento con i settori della ricerca e dell'innovazione, in ordine al raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020, in particolare, nel fornire un elevato livello di qualifica al capitale umano e nel promuovere l'attività di ricerca indispensabile per assicurare crescita economica e occupazionale.

In tale contesto, pur ricordando che la principale responsabilità delle riforme nel settore dell'istruzione superiore spetta agli Stati membri e agli istituti d'istruzione, il Consiglio sottolinea come le risposte politiche comuni finora individuate – dal Processo di Bologna alla creazione dello Spazio europeo della ricerca - e l’approfondimento della cooperazione a livello europeo abbiano fornito contributi significativi in termini di sostegno finanziario, analisi delle politiche basata su dati concreti e scambio di buone pratiche. Secondo il Consiglio, anche la mobilità internazionale degli studenti, dei ricercatori e del personale, destinata ad aumentare con l’avvio dello spazio europeo dell'istruzione superiore, avrà ripercussioni favorevoli sulla qualità  di tutti i settori fondamentali di riforma.

Raccogliendo molte delle indicazioni presenti nella comunicazione della Commissione, il Consiglio invita gli Stati membri, tra l’altro, a:

-     intensificare gli sforzi per aumentare il livello di qualificazione nell'istruzione superiore e raggiungere l'obiettivo principale di Europa 2020 in materia d'istruzione, ossia che almeno il 40% delle persone tra i 30 e i 34 anni nell'UE sia in possesso di un diploma d'istruzione terziaria o equivalente;

-     rafforzare i legami tra istituti di istruzione superiore, datori di lavoro e istituzioni del mercato del lavoro in modo da tenere maggiormente conto delle necessità del mercato del lavoro nei programmi di studio;

-     stimolare lo sviluppo di competenze imprenditoriali, creative e innovative in tutte le discipline e in tutti i cicli e promuovere l'innovazione nell'istruzione superiore attraverso una maggiore interattività dei contesti di apprendimento e il rafforzamento dell'infrastruttura dedicata al trasferimento delle conoscenze;

-     definire chiaramente i percorsi che consentono di accedere all'istruzione superiore dopo una formazione professionale o altri tipi d'insegnamento, nonché i meccanismi volti a riconoscere la formazione e l'esperienza acquisite al di fuori del settore formale dell'istruzione e formazione, in particolare affrontando le sfide connesse all'attuazione e all'uso dei quadri nazionali di qualifiche collegati al Quadro europeo delle qualifiche.

 

Infine, il Consiglio si compiace dell’intenzione della Commissione di promuovere, insieme agli Stati membri, lo sviluppo coerente dello Spazio europeo della ricerca e dello spazio europeo dell'istruzione superiore e puntare a rafforzare le sinergie tra l'UE e il processo di Bologna, anche avvalendosi del programma post-2013 nel settore dell'istruzione e della formazione, al fine di contribuire alla realizzazione dell'obiettivo di "mobilità del 20%" stabilito dal processo di Bologna e dall'UE.

Riconoscimento dei titoli studio

In tale contesto si segnala che il 23 novembre 2011 presso la Commissione Cultura e istruzione del Parlamento europeo è stata presentata una proposta di risoluzione d’iniziativa del deputato europeo Luigi Berlinguer relativa al contributo delle istituzioni europee al consolidamento e all'avanzamento del processo di Bologna.

Al fine di promuovere un'accelerazione del processo e un'attuazione più efficace degli obiettivi di crescita e di eccellenza delle università europee, la proposta evidenzia come l’attuazione in tutti gli Stati membri di quadri nazionali delle qualifiche correlati al Quadro delle qualifiche del SEIS - e dunque basati sui risultati dell'apprendimento - volti al riconoscimento dei titoli formali, non formali e informali, consentirebbe di rendere misurabili e maggiormente comparabili i titoli ottenuti nelle università europee.

Istruzione e formazione nel futuro quadro finanziario 2014-2020

Nell'ambito delle azioni previste nel prossimo quadro finanziario pluriennale 2014-2020, il 23 novembre 2011 la Commissione europea ha proposto di razionalizzare e di potenziare il quadro degli attuali programmi dell’UE al fine di porre rimedio all’attuale frammentazione dei programmi e degli strumenti operanti nei settori dell'istruzione e della cultura.

In particolare, mediante due proposte di regolamento, la Commissione propone un programma “Erasmus per tutti” (COM(2011)788) a sostegno dell'istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport, con uno stanziamento totale pari a 19 miliardi di euro nel settennio, e un programma  "Europa creativa" (COM(2011)785), che con un bilancio proposto di 1,8 miliardi di euro intende valorizzare le attuali esperienze dell’UE a sostegno ai settori della cultura e degli audiovisivi.

Questo finanziamento sarebbe integrato da un significativo sostegno per l'istruzione e la formazione derivante dai fondi strutturali, analogo a quello già erogato nel periodo 2007-2013  (pari a circa 72,5 miliardi di EUR).

In particolare, il nuovo programma “Erasmus per tutti” riunisce i sottoprogrammi, attualmente separati, del programma sull'apprendimento permanente nonché i programmi internazionali esistenti e comprende tre direttrici principali:

-        mobilità transnazionale finalizzata all'apprendimento;

-        promozione di cooperazione tra gli istituti di istruzione e il mondo del lavoro per stimolare la modernizzazione dell'istruzione, l'innovazione e l'imprenditorialità;

-        raccolta di informazioni sull'efficacia degli investimenti nell'istruzione e del sostegno all'attuazione di politiche efficaci da parte degli Stati membri.

La Commissione intende inoltre sviluppare, con la partecipazione della BEI, un programma innovativo per fornire garanzie per la mobilità degli studenti di master.

Nell'ambito del programma “Erasmus per tutti”  è previsto un sottoprogramma relativo allo sport, incentrato sugli aspetti seguenti:

-        affrontare le minacce transnazionali, quali il doping, la violenza, il razzismo e l'intolleranza, e le questioni relative all'integrità delle competizioni e degli sportivi;

-        sviluppare forme di cooperazione europea nello sport;

-        sostenere le organizzazioni sportive di base.

Anche per i settori cultura e audiovisivo la Commissione propone un unico programma, "Europa creativa", che riunisce gli attuali programmi "Cultura", "MEDIA" e "MEDIA Mundus". La gestione centralizzata del programma “Europa creativa” sarebbe affidata all'Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura (EACEA) e sarebbe integrata da uno strumento finanziario innovativo, gestito dal gruppo BEI, per fornire finanziamenti del debito e conferimenti di capitale alle industrie culturali e creative.

 


Scheda paese Belgio

Il quadro istituzionale

Il Belgio è una monarchia parlamentare. Del potere legislativo è investito il parlamento federale insieme ai consigli delle comunità ed ai consigli regionali. Il re convoca il parlamento a seguito delle elezioni o delle dimissioni di un governo, ed ha il potere di scioglierlo conformemente all’articolo 46 della costituzione del 1831 (approvazione di una mozione di sfiducia al governo o mancata approvazione della questione di fiducia, in entrambi i casi a maggioranza assoluta, senza indicazione contestuale o nei tre giorni successivi di un nuovo primo ministro). Le riforme costituzionali iniziate nel 1970 sono culminate nel 1993 nella trasformazione del Belgio da stato unitario a “stato federale, composto di comunità e regioni”. Le comunità sono tre e si basano sull’appartenenza linguistica: quella di lingua fiamminga, quella di lingua francese e quella di lingua tedesca; esse hanno competenze in materia culturale, scolastica e linguistica. Altrettante sono le regioni: le Fiandre, la Vallonia e Bruxelles-Capitale, che hanno competenze in materia di sviluppo regionale, pianificazione urbana, alcuni aspetti dei commerci e dei trasporti, commercio estero ed aiuto allo sviluppo. Le Fiandre e la Comunità fiamminga hanno istituzioni comuni (un Parlamento ed un governo regionale unico), mentre la Vallonia, la regione di Bruxelles, la comunità francofona e quella tedesca mantengono ciascuna un proprio parlamento e un proprio governo.

Il Parlamento federale è bicamerale. La Camera dei Rappresentanti si compone di 150 membri, eletti a suffragio universale diretto con sistema proporzionale con voto di preferenza e per quattro anni. Il Senato si compone invece di 71 membri (esclusi i senatori di diritto come ad esempio certi membri della famiglia reale): 25 senatori sono eletti dal collegio elettorale fiammingo e 15 da quello francese; 21 sono eletti dai consigli delle comunità (10 fiamminghi, 10 valloni ed 1 tedesco). Questi senatori cooptano per altri 10 (6 di lingua fiamminga e 4 di lingua francese). I poteri del parlamento federale attengono alle riforme costituzionali, alla finanza federale, agli affari esteri, alla difesa, alla giustizia, alla sicurezza interna, alla sicurezza sociale e ad alcune aree della sanità. Il Senato è essenzialmente una camera di revisione, anche se può dare avvio a certe legislazioni ed ha le stesse competenze della Camera dei Rappresentanti in materia di riforma costituzionale ed assenso ai trattati internazionali.

Il numero dei ministeri del governo federale è limitato a quindici. Il Consiglio dei ministri, al di là del Primo ministro, deve comprendere un egual numero di componenti di lingua fiamminga e francese. Membri del parlamento, se nominati ministri, sono sostituiti in parlamento dai secondi nella lista elettorale per il periodo di carica ministeriale.

Per Freedom House, il Belgio è uno Stato “libero” in possesso dello status di democrazia elettorale, mentre il Democracy Index 2010 dell’Economist Intelligence Unit lo classifica come “democrazia piena” (cfr. infra “Indicatori internazionali sul Paese).

La situazione politica

Attuale re del Belgio è Alberto II (n. 1934), succeduto al fratello Baldovino nel 1993 (e sposatosi nel 1959 con Paola Ruffo di Calabria). Un emendamento costituzionale del 1991, peraltro, permette alle donne di accedere al trono.

Incaricato prima dell’estate dal re Alberto II di formare un nuovo esecutivo è il leader dei socialisti francofoni Elio Di Rupo (n. 1951), primo capo di governo francofono dopo 32 anni nonché primo socialista a ricoprire questo incarico dal 1974.

La situazione politica belga è infatti caratterizzata dallo stallo prodotto dalle ultime elezioni politiche del 2010, che videro l’affermazione nelle Fiandre del partito separatista N-VA guidato da Bart de Wever con 27 seggi e nella Vallonia francofona del partito socialista francofono guidato da Elio Di Rupo con 26 seggi. A seguito delle elezioni non si è riusciti a formare un governo, mentre è rimasto in carica per gli affari correnti fino al giugno 2011 il governo guidato dal primo ministro democristiano fiammingo Yves Leterme, che tuttavia sta per abbandonare la scena politica belga avendo accettato l’incarico di vice-segretario generale dell’OCSE.

Di Rupo sembra aver raggiunto un accordo per formare il governo con sei partiti: i socialisti, i democratici cristiani e i liberali francofoni e fiamminghi, escludendo i separatisti fiamminghi del N-VA. L’accordo prevede un’ulteriore riforma costituzionale, con la separazione dal distretto elettorale della regione bilingue di Bruxelles di sei comuni prevalentemente fiamminghi e la loro unione con il distretto della regione delle Fiandre. I residenti francofoni nei sei comuni potranno scegliere se votare nel distretto di Bruxelles. L’accordo prevede inoltre il trasferimento di competenze dal governo federale a quelli regionali in materia di politica del lavoro, tassazione, salute e amministrazione della giustizia. In questo quadro si prevede altresì la riscossione diretta da parte delle regioni di parte del gettito fiscale (fino a 10,7 miliardi di euro all’anno). Si prevede infine un riallineamento delle scadenze elettorali tra livello regionale e livello federale (entrambe si terranno ogni cinque anni). L’accordo per le riforme costituzionali è sostenuto anche dai due partiti verdi francofono e fiammingo che tuttavia non dovrebbero entrare a far parte della coalizione.

Successivamente, anche a seguito dell’abbassamento del rating del debito pubblico belga operato dall’agenzia Standard and Poor’s, i medesimi partiti hanno raggiunto un accordo anche sull’approvazione del bilancio di previsione 2012, con riferimento al quale in precedenza i partiti coinvolti nei negoziati per la formazione del governo avevano mostrato divisioni  che avevano condotto proprio all’esclusione dei due partiti verdi dalla coalizione, per evitare che questa assumesse, agli occhi dei partiti di orientamento di centro-destra (democristiani e liberali), un’eccessiva caratterizzazione di centro-sinistra. A caratterizzare la realtà politica belga è anche il tentativo di salvataggio in corso, congiuntamente alla Francia del gruppo bancario franco-belga Dexia, già oggetto di un intervento di sostegno pubblico nel 2008.

 

Elio Di Rupo (cenni biografici)

Il vallone Elio Di Rupo nasce nel 1951 a Morlanwelz (nel sud del paese) da genitori italiani emigrati in Belgio dall’Abruzzo. Viste le umili origini e le difficoltà economiche familiari dovute aggravate dalla perdita precoce del padre, Di Rupo si impegnò negli studi fino a conseguire un dottorato in Chimica. Iniziò molto presto a fare politica nell’ambito del partito socialista di cui divenne presidente nel 1999. Come leader socialista ha concentrato la sua azione sul superamento della grave crisi del partito provocata da diversi scandali legati alla corruzione.


Indicatori internazionali sul paese[19]:

 

Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House); democrazia piena (Economist)

Indice della libertà di stampa: 14 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Corruzione percepita: 22 su 178

Libertà economica: Stato libero (32 su 178)

Variazione PIL: 2009: - 2,6 per cento; 2010:  + 2,1 per cento

 

Fonti: Fondazione Schuman, Economist Intelligence Unit ViewsWire, International Crisis Group, Agenzie di stampa

 


Rapporti parlamentari Italia-Belgio

Presidenti delle Camere

Camera dei Rappresentanti

André FLAHAUT, dal 20 luglio 2010

Senato

Sabine de BETHUNE, dall’11 ottobre 2011

 

 

Rappresentanze diplomatiche

Ambasciatore d’Italia presso il Regno del Belgio

S.E. Roberto BETTARINI,

da giugno 2010

Ambasciatore del Regno del Belgio in Italia

S.E. Vincent Mertens DE WILMARS, dal 7 novembre 2011

 

 

XVI LEGISLATURA

 

 

Incontri bilaterali

 

Il 24 febbraio 2010 il Presidente della Camera dei deputati, on. Gianfranco Fini, ha partecipato all'inaugurazione del Centro Meseuro presso la sede del Parlamento Europeo a Bruxelles.

L’8 agosto 2009 il Presidente Fini si è recato a Marcinelle (Belgio), nella ricorrenza del 53° anniversario della tragedia avvenuta nella miniera del Bois du Cazier, che costò la vita a 262 lavoratori, dei quali 136 italiani. Il Presidente Fini ha deposto al cimitero di Marcinelle e al Museo del Bois du Cazier una corona di fiori in memoria delle vittime. Erano presenti, fra gli altri, gli onorevoli Antonio Razzi, Gianni Farina, Guglielmo Picchi, Aldo Di Biagio e Franco Narducci.

L'11 settembre 2008 il Vice Presidente della Camera, Rocco Buttiglione, ha ricevuto una delegazione di deputati cristiano-democratici del Parlamento fiammingo. Il colloquio si è incentrato sul ruolo del Parlamento e sul sistema delle autonomie locali in Italia ed in Belgio.

 

Incontri delle Commissioni

 

Il 27 ottobre 2009, una delegazione della Camera dei Rappresentanti del Regno del Belgio, composta dal Vice Presidente del Collegio dei Questori on. Luc Goutry e da funzionari, ha incontrato i deputati questori della Camera, onn. Colucci, Mazzocchi e Albonetti.

Il 26 e 27 ottobre 2009, una delegazione della Commissione Affari esteri della Camera ha svolto una missione presso il Consolato d’Italia a Bruxelles, su invito del Sottosegretario Mantica, finalizzata alla presentazione da parte del MAE dei servizi consolari a distanza. Alla missione, guidata dal Presidente della III Commissione, on. Stefano Stefani, hanno preso parte componenti delle Commissioni esteri e degli organi parlamentari competenti in tema di italiani all'estero dei due rami del Parlamento, e segnatamente i deputati Franco Narducci, vicepresidente della III Commissione, Giuseppe Angeli, Gino Bucchino, Marco Fedi, Enrico Pianetta, Fabio Porta, Antonio Razzi e Marco Zacchera, presidente del predetto Comitato permanente, nonché i senatori Giampaolo Bettamio, Mirella Giai, Basilio Giordano, Claudio Micheloni e Stefano Pedica.

Per quanto riguarda la XV legislatura, il 24 ottobre 2006 la Presidente della Commissione Politiche dell'Unione europea, on. Franca Bimbi (PD-U), ha incontrato a Roma il Segretario di Stato per gli Affari europei del Belgio, Didier Donfut.

 

Cooperazione multilaterale

 

Il Belgio invia delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa, della UEO, della NATO e dell'OSCE. Il Parlamento belga fa parte inoltre dell’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP-UpM).

Alla 7^ sessione plenaria, svoltasi il 3 e 4 marzo 2011 a Roma, presso la Camera dei deputati - che, insieme al Senato della Repubblica, ha esercitato la Presidenza di turno dell'Assemblea da marzo 2010 a marzo 2011 -, per la Camera dei Rappresentanti belga hanno partecipato ai lavori gli onn. Patrick Moriau e Nadia Sminate e, per il Senato, il sen. Frank Boogaerts.

Il 12 febbraio 2009 Bruxelles ha ospitato la Conferenza parlamentare ad alto livello organizzata dal Parlamento europeo e dall'OCSE, sulla coerenza delle politiche di immigrazione e di sviluppo, cui ha partecipato l’on. Margherita Boniver.

Per quanto riguarda la XV legislatura, alla Conferenza su “Il ruolo dei parlamenti nella promozione di politiche per lo sviluppo della società dell’informazione”, ospitata dalla Camera dei deputati il 3 e il 4 marzo 2007, organizzata congiuntamente all’Unione Interparlamentare e all’UNDESA - in quanto inserita nel quadro dell’iniziativa Global Centre for ICT in Parliaments - il Parlamento belga è stato rappresentato dall’on. Walter Muls, deputato della Camera dei Rappresentanti.

 

Unione Interparlamentare

 

In ambito UIP opera la sezione bilaterale di amicizia Italia–Benelux, di cui fa parte il Belgio. La parte italiana, per la XVI legislatura, è presieduta dal sen. Claudio Micheloni.

 

Attività legislativa

 

Disegni di legge di ratifica di trattati internazionali riguardanti il Regno del Belgio approvati nella XVI legislatura:

 

- Legge 30 giugno 2009, n. 85: "Adesione della Repubblica italiana al Trattato concluso il 27 maggio 2005 tra il Regno del Belgio, la Repubblica federale di Germania, il Regno di Spagna, la Repubblica francese, il Granducato di Lussemburgo, il Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica d'Austria, relativo all'approfondimento della cooperazione transfrontaliera, in particolare allo scopo di contrastare il terrorismo, la criminalità transfrontaliera e la migrazione illegale (Trattato di Prum). Istituzione della banca dati nazionale del DNA e del laboratorio centrale per la banca dati nazionale del DNA. Delega al Governo per l'istituzione dei ruoli tecnici del Corpo di polizia penitenziaria. Modifiche al codice di procedura penale in materia di accertamenti tecnici idonei ad incidere sulla libertà personale".

 

Disegni di legge di ratifica di trattati internazionali e proposte di legge riguardanti il Regno del Belgio attualmente all’esame delle Camere:

 

On. Antonio Borghesi (IdV) e altri: Disposizioni concernenti le sedi di rappresentanza delle regioni all'estero e l'istituzione di un "Palazzo Italia" a Bruxelles (presentato alla Camera l’8 novembre 2010, assegnato alla Commissione Affari costituzionaliin sede referente il 10 gennaio 2011; non è ancora iniziato l'esame). Con tale proposta di legge, i proponenti intendono disporre la chiusura delle sedi di rappresentanza delle regioni all’estero e istituire un «Palazzo Italia» a Bruxelles, nell’ottica di una politica di contenimento della spesa pubblica.

 

Sindacato ispettivo

 

Si segnala l’interrogazione a risposta 5/04016, presentata in Commissione Affari esteri da Franco Narducci (PD) il 22 dicembre 2010, riguardante la mancata nomina del direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, dopo il richiamo in patria della direttrice, dott.ssa Sira Miori, avvenuto il 12 luglio 2010.

Il Sottosegretario per gli Affari esteri Alfredo Mantica ha risposto, in data 11 gennaio 2011, segnalando che: l'Italia non può che riservare particolare attenzione all'azione culturale da sviluppare in Belgio; il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha deciso di affidare nuovamente l'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles ad un direttore di «chiara fama», ossia ad una personalità di riconosciuto prestigio culturale e di elevata competenza; si sta procedendo ad un'attenta individuazione di un direttore dotato della necessaria professionalità.

 

Si segnala la mozione 1-00425, presentata alla Camera da Massimo Polledri (Lega nord Padania) il 2 agosto 2010, avente ad oggetto l’irruzione della polizia belga nella sede dell'arcivescovato a Mechelen del 24 giugno 2010. In essa si impegna il Governo a manifestare la solidarietà dello Stato italiano al Vaticano e alla figura del Papa, a garanzia dei diritti fondamentali delle persone e delle istituzioni coinvolte, nel rispetto della reciproca specificità e autonomia e ad agire tramite i propri canali diplomatici a sostegno delle prerogative dello Stato della Città del Vaticano. L’iter è ancora in corso[20].

 

Si segnala altresì l’interpellanza 2-00162, presentata al Senato da Roberta Pinotti (PD) il 23 febbraio 2010, avente ad oggetto l’iniziativa belga - che sta coinvolgendo altri quattro Paesi della NATO (Olanda, Lussemburgo, Germania e Norvegia) – finalizzata a che gli Stati Uniti rimuovano il proprio arsenale nucleare ancora presente nei Paesi europei. Nell’interpellanza si chiede di sapere se il Governo italiano intenda sottoscrivere la richiesta del Governo belga. L’iter è ancora in corso.

 

 

 



[1]  L’ultima relazione, riferita all’anno 2009, è stata trasmessa al Parlamento il 18 gennaio 2011 (doc. LXXX, n. 3).

[2]    http://www.iicbruxelles.esteri.it/IIC_Bruxelles/Menu/Istituto/Chi_siamo/. Fondato nel 1932, l’Istituto è una delle sedi più antiche della rete culturale all'estero. La sua prima denominazione fu "Casa degli Italiani", come ancora oggi si può leggere nella dedica di una tela datata 1934, opera del pittore Gariazzo, custodita nei suoi locali. La denominazione attuale risale al 1950.

[3]http://www.iicbruxelles.esteri.it/IIC_Bruxelles/Menu/Imparare_Italiano/I_corsi_di_lingua/Metodi_e_livelli/

 

[4]http://www.iicbruxelles.esteri.it/IIC_Bruxelles/Menu/Imparare_Italiano/I_corsi_di_lingua/Esami_ed_attestati/.

[5]    http://www.iicbruxelles.esteri.it/IIC_Bruxelles/Menu/Imparare_Italiano/Le_borse_dell_Istituto/.

[6]    EURSC / Schola Europaea

[7]    In particolare, in materia didattica, il Consiglio superiore, su parere del Consiglio di ispezione, fissa i programmi e gli orari per ogni anno di studio e formula raccomandazioni sulla scelta dei metodi; provvede al controllo dell’insegnamento attraverso i Consigli di ispezione; stabilisce l’età prescritta per essere ammessi ai vari cicli di istruzione e le norme che autorizzano il passaggio alla classe o al ciclo superiori, nonché le condizioni alle quali sono convalidati gli anni di studio compiuti presso la Scuola; stabilisce gli esami e rilascia i diplomi. Esso è composto da uno o più rappresentanti a livello ministeriale dei singoli Stati membri, da un membro della Commissione delle Comunità europee, da un rappresentante dei docenti, da un rappresentante dei genitori. Un rappresentante degli studenti può essere invitato a partecipare in qualità di osservatore per le questioni riguardanti gli studenti stessi. L’art. 28 dello Statuto prevede, peraltro, altre partecipazioni a seguito della stipula di accordi di partecipazione con organizzazioni di diritto pubblico che siano interessate al funzionamento delle Scuole.

[8]    Il Direttore deve essere in possesso delle competenze e dei titoli che nel proprio paese sono richiesti per poter assumere la direzione di un istituto di istruzione secondaria superiore.

[9]    Alicante, Bergen, Bruxelles I, Bruxelles II, Bruxelles III, Bruxelles IV, Culham, Francfort, Karlsruhe, Luxemburg I, Luxemburg II, Mol, Munich, Varese.

[10]   http://www.nato.int/shape/community/school/italian.htm.

 

[11]   http://www.italicon.it/index.asp?codpage=hp

[12]   http://www.arts.kuleuven.be/csi/introduzione.htm

[13]   Aderiscono attualmente al Processo di Bologna 46 Stati: oltre ai 27 Stati membri dell’UE, ne fanno parte Albania, Andorra, Armenia, Azerbaijan, Bosnia Erzegovina, Croazia, Federazione Russa, Georgia, Islanda, Liechtenstein, ex Repubblica Yugoslava di Macedonia, Moldova, Montenegro, Norvegia, Santa Sede, Serbia,  Svizzera, Turchia e Ucraina. Hanno presentato richiesta di partecipare Israele, Kosovo, Kyrgyzstan e Repubblica turca di Cipro nord. La Commissione europea partecipa in qualità di membro aggiunto.

[14]   La relazione “Focus sull'insegnamento superiore in Europa 2010: l'impatto del processo di Bologna” è stata predisposta della rete di informazione sull'istruzione in Europa, Eurydice, istituita dalla Commissione europea e dagli Stati membri, nel 1980, per incrementare la cooperazione nel settore educativo, migliorando la conoscenza dei sistemi e delle politiche.

[15]    (COM(2010)682).

[16]    Studio MORE sui modelli di mobilità e i percorsi professionali dei ricercatori dell'UE (CE, 2010).

[17]    COM(2006) 208 definitivo.

[18]   Le CCI rappresentano le articolazioni dell’EIT. Specializzate su temi specifici, esse rappresentano esempi positivi di partnership integrate tra istituti d'istruzione superiore e imprese private, essendo riuscite a favorire un’imprenditorialità basata sulla ricerca pluridisciplinare e innovativa, a forte intensità di conoscenza.

[19]   Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); il tasso di crescita del PIL come riportato dall’Economist Intelligence Unit; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alle note esplicative presenti nel dossier Analisi dei rischi globali. Indicatori internazionali e quadri previsionali (29 luglio 2011)e nella nota Le elezioni programmate nel periodo settembre-dicembre 2011 (9 settembre 2011).

 

[20]   Nel settembre 2010 la competente Camera del Tribunale belga si è espressa a favore della restituzione del materiale sequestrato.