Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento cultura
Titolo: Missione di una delegazione della VII Commissione in Estonia - 8-10 novembre 2009
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 96
Data: 06/11/2009
Descrittori:
ESTONIA   SCAMBI CULTURALI
Organi della Camera: VII-Cultura, scienza e istruzione

 

Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Missione di una delegazione della VII Commissione in Estonia

 

8-10 novembre 2009

 

 

 

 

 

 

n. 96

 

 

 

6 novembre 2009

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Cultura

( 066760-3255 – * st_cultura@camera.it

Hanno partecipato alla redazione del dossier:

Servizio Studi - Dipartimento Esteri

( 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it

Servizio Rapporti Internazionali

( 066760-3948 – * ccdrin1@camera.it

 

§         La prima, la seconda e la terza sezione sono state redatte dal Servizio Studi.

§         La quarta sezione è stata curata dal Servizio Rapporti internazionali.

 

 

I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.

File: CU0168.doc

 


INDICE

Premessa  1

Prima sezione

Classi delle lauree in scienze motorie e delle lauree in professioni sanitarie della riabilitazione -Il quadro normativo  5

Seconda sezione

La proposta di legge A.C. 2131 e abb.13

Terza sezione

L’Università di Tartu  17

§      La Facoltà di Scienze motorie e dello sport17

Quarta sezione

Repubblica di Estonia  21

Rapporti bilaterali37

§      Relazioni politiche  37

§      Relazioni economiche, finanziarie e commerciali37

§      Relazioni culturali40

§      Comunità italiana  41

Rapporti parlamentari Italia-Estonia  43

Tõnis Lukas, Ministro per l’Educazione e la Ricerca  46

Peeter Kreitzberg. Presidente della Commissione Affari culturali del Parlamento Estone  48

 

 


SIWEB

Premessa

Il presente dossier è stato preparato in occasione della missione di una delegazione della VII Commissione Cultura, Scienze, Istruzione, in Estonia, prevista per l’8-10 novembre 2009.

L’esigenza è nata a completamento dell’attività istruttoria svolta durante l’esame della proposta di legge C. 2131 e abb., in materia di abrogazione dell’equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia, in riferimento alla quale la Commissione ha anche svolto un’indagine conoscitiva. La Commissione ha, quindi, ravvisato la necessità di approfondire la conoscenza del sistema estone sull’argomento, poiché in quell’ordinamento è vigente una disciplina specifica dei due corsi di laurea indicati, che da diversi anni ha garantito adeguati livelli di preparazione specifica degli studenti.

Durante la missione, la delegazione incontrerà il preside, prof. Pääsuke, e altri docenti della Facoltà di scienze dell’esercizio e dello sport dell’Università Ulikol, sita in Tartu, e visiterà le strutture e le apparecchiature didattiche della medesima Università.

Ulteriori incontri sono previsti con il Ministro dell’educazione e della ricerca, Tonis Lukas, e con il Presidente della Commissione affari culturali dell’Assemblea nazionale estone, on. Peter Kreitzeberg.

Il dossier si articola in una prima sezione, nella quale si riepiloga il quadro normativo nazionale relativo alle classi delle lauree in scienze motorie e delle lauree in professioni sanitarie della riabilitazione e in una seconda sezione, in cui si dà conto della proposta di legge in esame.

Nella terza sezione si riporta una scheda sull’università di Tartu, con specifico riferimento alla Facoltà di scienze motorie e dello sport.

Nella quarta sezione, infine, si riportano alcune schede concernenti l’Estonia e i suoi rapporti internazionali, nonché i curriculum del Ministro e del Presidente sopra indicati.

 


Prima sezione

 


Classi delle lauree in scienze motorie e delle lauree in professioni sanitarie della riabilitazione -Il quadro normativo

L’art. 17, c. 115, della l. n. 127 del 1997[1] aveva delegato il Governo ad emanare uno o più decreti legislativi finalizzati alla trasformazione degli Istituti superiori di educazione fisica (ISEF). Tra i criteri e i principi direttivi la legge prevedeva la possibilità di istituire facoltà o corsi di laurea e di diploma in scienze motorie, indicando i settori scientifico-disciplinari caratterizzanti e la determinazione delle procedure per l'individuazione sul territorio delle relative sedi.

In attuazione della delega, è intervenuto il d.lgs. n. 178 del 1998[2] che ha disciplinato l’istituzione dei corsi di laurea in scienze motorie, di durata quadriennale, e ha individuato anche la finalizzazione degli stessi[3].

Il medesimo d.lgs. ha stabilito che il diploma di laurea in scienze motorie non abilita all'esercizio delle attività professionali sanitarie di competenza dei laureati in medicina e chirurgia e di quelle di cui ai profili professionali disciplinati ai sensi dell'articolo 6, c. 3, del d.lgs. n. 502 del 1992[4], tra i quali, in base al DM 29 marzo 2001, rientra il fisioterapista[5].

Ha, inoltre, affidato ad un DM la definizione dei criteri per la programmazione dell'istituzione delle facoltà e dei corsi di laurea e di diploma in scienze motorie e le procedure, i tempi e le modalità per la loro attivazione, a decorrere dall'anno accademico 1999-2000. Le università interessate dovevano presentare la richiesta al Ministro che, previa verifica tecnica effettuata dall’Osservatorio per la valutazione del sistema universitario, autorizzava all’attivazione dei corsi o delle facoltà.

In attuazione di tali previsioni, è intervenuto il DM 15 gennaio 1999[6]- che ha fissato i criteri- e, a seguito di questo, il DM 5 maggio 1999 che ha autorizzato l’istituzione di facoltà e corsi di laurea e di diploma in scienze motorie, a decorrere dall’a.a. 1999-2000, presso varie università[7].

 

A seguito della riforma degli ordinamenti didattici universitari avviata dall’art. 17, c. 95, della già citata legge n. 127 del 1997, e realizzata dai successivi regolamenti ministeriali di attuazione, i percorsi di istruzione superiore sono stati riarticolati in conformità con gli standard condivisi dai Paesi dell’Unione europea: si è, così, introdotta nell’ordinamento la laurea, conseguibile in tre anni di studio, e la laurea specialistica (ora magistrale), conseguibile in ulteriori due anni di studio (cosiddetto 3+2).

In particolare, il DM n. 509 del 1999[8] ha definito i punti cardine della riforma dettando i criteri generali per l’ordinamento degli studi. Anzitutto, il DM (art. 4) ha previsto che i corsi di studio dello stesso livello, comunque denominati dagli atenei, aventi gli stessi obiettivi formativi qualificanti, fossero raggruppati in classi di appartenenza, da definire con successivi DM[9]. Ha, altresì, stabilito che i titoli conseguiti al termine dei corsi di studio dello stesso livello, appartenenti alla stessa classe, hanno identico valore legale. Con riferimento alla laurea – conseguibile con 180 crediti formativi[10] -, il DM ha precisato che essa è finalizzata ad assicurare allo studente un’adeguata padronanza di metodi e contenuti scientifici generali, nonché l’acquisizione di specifiche conoscenze professionali (art. 3). La concreta definizione dei percorsi universitari è stata, poi, demandata ai regolamenti didattici di ateneo, nell’ambito degli obiettivi formativi qualificanti e delle attività formative indispensabili per ciascuna classe dei corsi di laurea definiti con appositi decreti ministeriali (art. 11).

 

In attuazione delle previsioni recate dal DM n. 509 del 1999, è intervenuto, dapprima, il DM 4 agosto 2000[11], che ha istituito la classe 33 – Classe delle lauree in scienze delle attività motorie e sportive, prevedendo che i laureati nei corsi di tale classe dovessero possedere competenze relative alla comprensione, alla progettazione, alla conduzione e alla gestione di attività motorie a carattere educativo, adattativo, ludico o sportivo, finalizzandole allo sviluppo, al mantenimento e al recupero delle capacità motorie e del benessere psicofisico ad esse correlato, con attenzione alle rilevanti specificità di genere. Quanto agli sbocchi occupazionali, il DM prevedeva che i laureati della classe avrebbero svolto attività professionali nel campo dell'educazione motoria e sportiva nelle strutture pubbliche e private, nelle organizzazioni sportive e dell'associazionismo ricreativo e sociale.

 

Per quanto concerne, invece, i corsi di studio in fisioterapia, il DM 2 aprile 2001[12] ha istituito la classe 2 - Classe delle lauree in professioni sanitarie della riabilitazione, prevedendo che i laureati nella classe sono operatori delle professioni sanitarie dell'area della riabilitazione che svolgono con titolarità e autonomia professionale, nei confronti dei singoli individui e della collettività, attività dirette alla prevenzione, alla cura, alla riabilitazione e a procedure di valutazione funzionale[13]. Quanto agli sbocchi occupazionali, il DM prevede che i laureati svolgono attività di studio, didattica e consulenza professionale, nei servizi sanitari ed in quelli dove si richiedono le loro competenze professionali; svolgono la loro attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private, in regime di dipendenza o libero-professionale. Per quanto concerne, invece, i corsi, il DM prevede che essi sono attivati dalle Facoltà di medicina e chirurgia e la formazione si svolge presso le aziende ospedaliere, le aziende ospedaliere-universitarie, gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, nonché altre strutture del Servizio sanitario ed istituzioni private accreditate.

 

In seguito, il DM n. 509 del 1999 è stato sostituito dal DM n. 270 del 2004[14] che, statuendo che il corso di laurea ha l'obiettivo di assicurare allo studente un'adeguata padronanza di metodi e contenuti scientifici generali, anche nel caso in cui sia orientato all'acquisizione di specifiche conoscenze professionali (art. 3), ha previsto che modifiche o istituzioni di singole classi di laurea potevano essere adottate, anche su proposta delle università, con decreto del Ministro, sentito il CUN, unitamente alle connesse disposizioni in materia di obiettivi formativi qualificanti e di conseguenti attività formative (art. 4).

In attuazione di tale ultima previsione, sono intervenuti, in data 16 marzo 2007, due DM, rispettivamente volti a definire le nuove classi delle lauree e le nuove classi delle lauree magistrali. L’art. 1 del DM 16 marzo 2007 riferito alle nuove classi delle lauree prevede che le università modificano i regolamenti didattici di ateneo a decorrere dall'anno accademico 2008/2009 ed entro l'anno accademico 2009/2010 e che le classi di laurea previste dal DM 4 agosto 2000 saranno soppresse a decorrere dall’anno accademico 2010-2011. E’ fatta salva, ovviamente, la conclusione dei corsi di studio e il rilascio dei relativi titoli, secondo gli ordinamenti didattici previgenti, agli studenti già iscritti ai corsi alla data di entrata in vigore dei nuovi ordinamenti didattici.

 

Il medesimo DM 16 marzo 2007 relativo alle nuove classi delle lauree ha istituito la classe L-22 –Classe delle lauree in scienze delle attività motorie e sportive, che stabilisce cheil principale sbocco occupazionale previsto dai corsi di laurea della classe consiste nell’attività professionale di professionista delle attività motorie e sportive, nelle strutture pubbliche e private, nelle organizzazioni sportive e dell'associazionismo ricreativo e sociale, con particolare riferimento a:

a) Conduzione, gestione e valutazione di attività motorie individuali e di gruppo a carattere compensativo, adattativo, educativo, ludico-ricreativo, sportivo finalizzate al mantenimento del benessere psico-fisico mediante la promozione di stili di vita attivi.

b) Conduzione, gestione e valutazione di attività del fitness individuali e di gruppo[15].

 

Per quanto concerne, invece, le professioni sanitarie, si ricorda che la l. n. 43 del 2006[16] ha prefigurato nuovi percorsi formativi per le professioni sanitarie, che andranno a sostituire quelli disciplinati dai DM del 2 aprile 2001. In particolare, essa prevede che l’esercizio della professione sanitaria riabilitativa (come delle altre professioni sanitarie citate) è subordinato al conseguimento del titolo universitario rilasciato a seguito di esame finale con valore abilitante all’esercizio della professione. Prevede, altresì, che il titolo è rilasciato a seguito di un percorso formativo da svolgersi in tutto o in parte presso le aziende e le strutture del Servizio sanitario nazionale, inclusi gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS), individuate dalle regioni, sulla base di appositi protocolli d'intesa tra le stesse e le università. Prevede, altresì, che gli ordinamenti didattici dei corsi di laurea sono definiti con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca scientifica, di concerto con il Ministro della salute, e che le università procedono alle eventuali modifiche dell’organizzazione didattica dei corsi di laurea già esistenti, ovvero all’istituzione di nuovi corsi di laurea.

 

E’, quindi, intervenuto il DM 19 febbraio 2009 per le classi dei corsi di laurea per le professioni sanitarie[17], che prevede che le classi delle lauree delle professioni sanitarie di cui al DM 2 aprile 2001 sono soppresse e sostituite da quelle allegate al decreto stesso, e che le università adeguano i vigenti regolamenti didattici di ateneo alle disposizioni di cui al DM entro l’a.a. 2010/2011. In particolare, l’art. 1, c. 8 – confermando quanto già disposto dal DM 2 aprile 2001 - prevede che i corsi di laurea istituiti dalle università sono finalizzati a formare laureati secondo gli specifici profili professionali di cui ai decreti adottati dal Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali ai sensi del già citato art. 6, c. 3, del d.lgs. n. 502 del 1992 (per il profilo professionale del fisioterapista, il riferimento è al già citato DM 14 settembre 1994, n. 741), mentre il c. 9 – anche in tal caso confermando le previgenti disposizioni - prevede che la denominazione dei corsi di laurea deve essere corrispondente a quella delle figure professionali individuate dai suddetti decreti. L’art. 2 conferma che i corsi di laurea afferenti alle nuove classi devono essere istituiti e attivati dalleFacoltà di medicina e chirurgia e conferma, altresì, con l’aggiunta delle Università, le sedi in cui avviene la formazione.

La nuova classe che qui interessa è la L/SNT2 –Classe delle lauree in professioni sanitarie della riabilitazione, i cui obiettivi formativi qualificanti confermano, per la professione sanitaria di fisioterapista, quelli già illustrati con riferimento al DM 2 aprile 2001. Peraltro, l’art. 1, c. 10, del DM – anche in tal caso confermando il DM 2 aprile 2001 - prevede che gli obiettivi formativi qualificanti e la denominazione dei titoli finali rilasciati dalle università possono essere ridefiniti con decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, di concerto con il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali in relazione a eventuali riformulazioni determinate con i decreti adottati ai sensi del più volte citato art. 6, c. 3, del d.lgs. n. 502 del 1992.

Come già previsto dalla legge n. 43 del 2006, il DM sancisce che l’esame finale dei corsi di laurea ha valore di esame di Stato abilitante all’esercizio della professione e che, conseguentemente, i titoli di laurea, oltre che la denominazione del corso e la classe di appartenenza, devono indicare il profilo professionale al quale i laureati vengono abilitati[18]..

 

 


Seconda sezione

 


La proposta di legge A.C. 2131 e abb.

La proposta di legge A.C. 2131, che ha avviato il suo iter al Senato[19] e che alla Camera è stata abbinata con altra pdl di identico contenuto[20], abroga, anzitutto, l’art. 1-septies del decreto legge n. 250 del 2005[21].

L’articolo di cui si propone l’abrogazione ha sancito l’equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia a condizione che il diplomato in scienze motorie consegua attestato di frequenza ad idoneo corso su paziente, da istituirsi con decreto ministeriale, presso le università.

 

La relazione introduttiva specifica che l’abrogazione si rende necessaria poiché con la disposizione del 2005 si è attribuito il medesimo valore legale a titoli di studio conseguiti a conclusione di percorsi formativi radicalmente differenti. Evidenzia, inoltre, che, mentre il diploma di laurea in fisioterapia prevede un esame finale con valore abilitante all’esercizio della professione[22], non esiste analoga previsione per il diploma di laurea in scienze motorie. Da questo punto di vista, la relazione evidenzia che la disposizione che si intende abrogare contrasta con l’art. 33 della Costituzione che, per l’abilitazione all’esercizio delle professioni, prevede il superamento di un esame di Stato.

 

Il decreto ministeriale previsto dal DL 250/2005 è stato adottato il 24 febbraio 2009, successivamente all’approvazione del provvedimento da parte del Senato.

 

Sull’argomento si era pronunciata la VI Sezione del Consiglio di Stato che, con sentenza n. 5628 del 14 ottobre 2008, accogliendo il ricorso di alcuni diplomati in scienze motorie, aveva dichiarato l’obbligo dell’Amministrazione universitaria di emanare il decreto istitutivo dei corsi entro un termine che, avendo riguardo al tempo trascorso al sorgere dell’obbligo di legge, era stato fissato in 90 giorni dalla comunicazione  in via amministrativa della decisione stessa o dalla notifica della stessa a cura degli appellanti. Il Consiglio di Stato, infatti, evidenziando che la dimensione dell’inerzia è stata da tempo rapportata dalla giurisprudenza a fattispecie anche diverse dal mero avvio di procedure su istanza di parte, essendo ipotizzabili lesioni di interessi protetti connesse ad omissioni dell’Amministrazione in ordine all’emanazione di atti dovuti(ad esempio in materia pianificatoria o repressiva) ha evidenziato che analoghi principi non possono non essere applicabili quando da una attività auto-organizzativa degli apparati pubblici dipenda il perseguimento di un beneficio accordato in via legislativa quale quello previsto dall’art. 1-septies del dl 250/2005.

In particolare, il Consiglio di Stato ha affermato che «(a)l riconoscimento di equipollenza dei citati titoli di studio corrisponde, infatti, con ogni evidenza, un interesse legittimo dei laureati in scienze motorie all’attivazione dei corsi. (…). Un margine di discrezionalità sul “quomodo”, ovvero sui tempi tecnici occorrenti e sulle modalità di tale attivazione non può investire anche l’“an”, ovvero la scelta di istituire, o meno, i corsi di cui trattasi: tale scelta, infatti, è stata già compiuta dal legislatore, che ha assegnato all’Amministrazione, in tale prospettiva, una specifica potestà di provvedere, il cui mancato esercizio (…) costituirebbe fattispecie tipica di sviamento, fonte anche di danno risarcibile per i possessori del titolo di studio dichiarato equipollente».

 

Nel dettaglio, il decreto 24 febbraio 2009 prevede che i laureati in scienze motorie possono essere ammessi alla frequenza di tutte le attività professionalizzanti previste nel triennio del corso di laurea in fisioterapia, previo riconoscimento di un massimo di 60 crediti formativi, nonché all’integrazione delle discipline teoriche previste nel corso di laurea in scienze motorie e non riconosciute.

Al fine di consentire l’accesso ai percorsi integrativi, il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali deve indicare una programmazione triennale di posti in soprannumero riservati ai laureati in scienze motorie. Al termine del percorso integrativo occorre sostenere un esame finale presso le Facoltà di Medicina e Chirurgia ai fini dell’abilitazione all’esercizio della professione di fisioterapista.

 

Nel corso dell’esame, la Commissione cultura della Camera ha ravvisato la necessità di regolare la situazione di quanti, nella vigenza della disposizione di cui si propone l’abrogazione, si siano laureati o si siano iscritti ai corsi di laurea in scienze motorie[23].

Si è quindi previsto che con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, da emanare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, sentito il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali e previo parere del Consiglio universitario nazionale, sia definita, per i laureati e gli studenti iscritti ai corsi di laurea in scienze motorie, la disciplina del riconoscimento dei crediti formativi, delle modalità di accesso al corso universitario, nonché di quelle di svolgimento del periodo di formazione e tirocinio sul paziente, ai fini del conseguimento della laurea in fisioterapia. Lo schema del decreto, dopo l'acquisizione degli altri pareri, è trasmesso alle Camere per l'espressione del parere delle competenti Commissioni parlamentari.


Terza sezione

 


L’Università di Tartu

L’Università di Tartu[24] fu fondata nel 1632 dal re svedese Gustavo Adolfo. Inizialmente denominata Academia Dorpatensis (Dorpat era l’antico nome di Tartu), fu pensata - sul modello dell’Università di Uppsala  - per condurre ricerche e insegnamenti avanzati in un grande numero di discipline. L’Università di Tartu (UT) ha continuato a mantenere tale approccio e rimane tuttora l’unica università per gli studi classici in Estonia. I soggetti di ricerca spaziano oggi tra le discipline più diverse, dalla medicina, alla filosofia, alla genetica, all’informatica.

L’UT è il centro principale di ricerca e formazione in Estonia ed ha un ruolo fondamentale nella conservazione della cultura del popolo estone. La forte reputazione delle capacità nella ricerca è documentata dal fatto che l’UT è l’unica università della regione baltica ad essere stata invitata a far parte del Gruppo di Coimbra, una rete di istituti universitari di ricerca fra i più prestigiosi d’Europa.

L’UT include dieci facoltà, cinque colleges e diverse unità regionali di sviluppo, due delle quali situate in diverse parti del Paese. Per favorire e sviluppare la competenza professionale dei suoi studenti e dello staff accademico, l’UT ha stabilito accordi di cooperazione bilaterale con 48 istituzioni distribuite in 19 paesi del mondo. Gli studenti attualmente iscritti sono quasi 16 mila.

L’università possiede anche una prestigiosa biblioteca che ospita 3,5 milioni di volumi.

La Facoltà di Scienze motorie e dello sport

La Facoltà di Scienze motorie e dello sport[25] ha una lunga tradizione e grande esperienza nella formazione degli insegnanti di educazione fisica, degli allenatori sportivi e dei ricercatori nell’area delle scienze sportive. Negli ultimi anni sono stati creati anche corsi per la formazione di fisioterapisti. La Facoltà è l’unico istituto di istruzione in Estonia nel quale si tengono corsi per l’ottenimento di diplomi nell’area dell’educazione fisica ai più alti livelli, Bachelor e Master; essa offre inoltre la possibilità di corsi a distanza per coloro che non possono frequentare le lezioni quotidianamente.

La Facoltà ha stabilito buone relazioni con molti istituti universitari in tutto il mondo, cosicché gli studenti possono beneficiare di lettori provenienti da altre università; nel quadro del programma Erasmus, inoltre, ogni anno un certo numero di studenti e di professori hanno la possibilità di studiare o insegnare in molti paesi europei, così come studenti e insegnanti europei sono ammessi all’interno della Facoltà.

Nei laboratori e nelle cattedre della Facoltà sono portati avanti progetti di ricerca in molteplici aree delle scienze dello sport e dell’esercizio fisico, tra i quali: gli effetti dei pesi sull’organismo umano e i meccanismi dell’allenamento; i fattori che influenzano lo sviluppo fisico nei bambini, inclusi gli aspetti socio-culturali dell’educazione fisica e dello sport; i metodi per testare le capacità fisiche e lo stato di salute; i cambiamenti nelle funzioni dell’organismo con l’invecchiamento; l’effetto della fisioterapia sulle funzioni motorie, ecc.

Le ricerche condotte hanno prodotto in alcuni casi indicazioni concrete, ad esempio su come migliorare gli effetti dell’allenamento sportivo, sulla promozione dell’educazione fisica nelle scuole e dello sport nel tempo libero, e sul miglioramento dei metodi usati in fisioterapia.

Molti dei gruppi di ricerca della Facoltà appartengono al Centro estone di Scienze della salute e del comportamento (che è un centro di eccellenza).

La Facoltà comprende due istituti: l’Istituto di Biologia dell’esercizio e fisioterapia (Exercise Biology and Physiotherapy) e l’Istituto di pedagogia e formazione nello sport. I membri dello staff della Facoltà sono 39, tra i quali 5 professori; nei cinque laboratori sono utilizzati 15 ricercatori a contratto, 120 laureandi e 23 dottorandi.

 

 


Quarta sezione

 


Repubblica di Estonia[26]

(Eesti Vabariik)

 

Map of Estonia

 

Novembre 2009

 

Dati generali

Superficie

45.228 Kmq

Capitale

Tallinn (471.608 ab.)

Abitanti

1.299.371 (età media 40 anni)

Tasso di crescita della popolazione

-0,63%

Aspettativa di vita

73 anni

Tasso di alfabetizzazione

99%

Gruppi etnici

Estoni 65.3%, Russi 28.1%, Ucraini 2.5%, Bielorussi 1.5%, Finlandesi 1%, altri 1.6% (dati del 1998)

Lingue

Estone (ufficiale) 67%, russo 30%, altre 3% (dati del 2000)

Religioni

Evangelica luterana 13,6%, ortodossa 12,8%, altre cristiane compresa quella cattolica 1,4% (dati del 2000)

Fonte: CIA The World Factbook 2009


Cenni storici

 

I primi antenati degli estoni furono i cacciatori ugro-finnici. Nel XIII secolo l'Estonia fu investita dall’espansione verso oriente delle popolazioni e degli ordini militari tedeschi: i danesi conquistarono la fortezza di Tallinn, nel 1227 i Cavalieri Porta Spada di Livonia sconfissero le ultime resistenze degli estoni che vennero cristianizzati, mentre Tallinn si unì alla Lega Anseatica nel 1248.

Nel 1346 i danesi cedettero i loro possedimenti ai Cavalieri di Livonia che nel frattempo si erano uniti ai Cavalieri Teutonici e la nobiltà germanica mantenne il controllo del Paese fino al 1524, introducendo la riforma protestante. Il Regno di Svezia si impadronì dell’Estonia settentrionale nel 1561, mentre la Livonia fu annessa nel 1583 dal ducato polacco di Curlandia per finire anch’essa sotto il controllo svedese nel 1625. Gli svedesi introdussero delle riforme a vantaggio dei contadini, della lingua e della cultura estone, con l’istituzione nel 1632 della prima Università a Tartu.

Dopo la sconfitta del 1721, con il Trattato di Nystad la Svezia cedette l’Estonia all’Impero russo, anche se il sistema giuridico, la Chiesa luterana e le amministrazioni municipali rimasero in mano alla nobiltà tedesca fino al tardo Ottocento. Nel 1819 fu abolita la servitù della gleba e l’afflusso di contadini verso le città risvegliò i sentimenti nazionali estoni. In occasione delle rivoluzioni russe del 1905 e del 1917, gli indipendentisti estoni acquisirono sempre maggior seguito.

Il 24 febbraio 1918 ci fu la proclamazione della Repubblica Indipendente di Estonia, cui seguì la guerra di indipendenza, conclusasi con la firma del trattato di pace di Tartu tra la Repubblica di Estonia e l'Unione Sovietica nel 1919. Nel 1920 venne approvata la prima Costituzione, con l’introduzione della democrazia parlamentare.

Tuttavia, stretta tra l'emergente Unione Sovietica e le mire espansionistiche della Germania nazista, l'Estonia passò presto dalla democrazia a un regime autoritario: nel 1934 il Primo Ministro Konstantin Päts instaurò un regime dittatoriale. Il patto Molotov-Ribbentropp del 1939 pose l'Estonia nell'area di influenza sovietica: le autorità sovietiche provocarono la morte, la deportazione e l'allontanamento di 60.000 estoni. Proprio per questo motivo alcuni Estoni accolsero Hitler come un liberatore quando questi nel 1941 invase l'Unione Sovietica e occupò gli Stati baltici. Durante la seconda guerra mondiale l'Estonia perse circa 200.000 abitanti, oltre alla sua indipendenza.

Al termine dell’occupazione tedesca nel 1944, ci fu la restaurazione del dominio sovietico.

Nel 1988, sull’onda delle speranze suscitate dalla perestrojka gorbacioviana, una folla di 300.000 persone si riunì a Tallinn per cantare le canzoni nazionali proibite, in quella che è comunemente nota come la “Rivoluzione del Canto” che aprì la strada all’indipendenza. Nel novembre del 1988 il Soviet supremo estone approvò una dichiarazione di sovranità e nell'agosto 1989 due milioni di persone formarono una catena umana che si snodava da Tallinn alla capitale lituana, Vilnius.

Il 20 agosto 1991 l'Estonia dichiarò l'indipendenza dall'Unione Sovietica che iniziava a disgregarsi. Il 6 settembre la Russia riconobbe lo status indipendente della Repubblica Estone e il 31 agosto 1994 venne completata l'espulsione delle truppe militari russe dal territorio estone.

 

 

CARICHE DELLO STATO

 

Presidente della Repubblica

Toomas Hendrik Ilves, dal 9 ottobre 2006

Presidente del Parlamento (Riigikogu)

Ene Ergma, dal 2 aprile 2007

Primo ministro

Andrus Ansip (RIF), dal 5 aprile 2007 (II mandato)

Ministro degli Affari esteri

Urmas Paet (RIF), dal 13 aprile 2005

 

 

Scadenze elettorali

 

 

Presidente della Repubblica

Marzo 2011

 

Parlamento unicamerale (Riigikogu)

Settembre 2011

 

 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

In base alla Costituzione adottata con referendum popolare il 28 giugno 1992, e basata in larga parte sul testo del 1938, la Repubblica di Estonia è una democrazia parlamentare.

 

Il Parlamento monocamerale (Riigikogu) è la suprema istanza legislativa ed è composto da 101 membri, eletti ogni quattro anni a suffragio universale con una legge elettorale di tipo proporzionale, con sbarramento al 5%. L’Assemblea ha il potere, tra gli altri, di approvare le leggi, concedere e revocare la fiducia al Governo o ai singoli Ministri e sottoporre a referendum popolare i provvedimenti di legge. L’iniziativa legislativa spetta ai singoli membri, ai gruppi parlamentari ed alle Commissioni del Riigikogu, al Governo ed al Presidente della Repubblica limitatamente agli emendamenti costituzionali.

 

Al Riigikogu spetta anche il compito di eleggere il Presidente della Repubblica. E’ richiesta la maggioranza dei 2/3, ma qualora, dopo tre scrutini, nessun candidato la raggiunga, il Presidente del Parlamento convoca entro un mese uno speciale organo elettorale, composto dai parlamentari e da rappresentanti dei governi locali, che dovrà eleggere a maggioranza semplice il Capo dello Stato tra i due candidati più votati in Assemblea. Il mandato dura cinque anni, rinnovabile per altri cinque.

La Costituzione estone conferisce al Presidente il potere di designare il Primo Ministro – che dovrà poi ricevere la fiducia dal Parlamento – e successivamente i Ministri (su proposta del Primo Ministro), di promulgare le leggi ed i decreti, di svolgere le funzioni di Comandante in capo delle Forze Armate, di proporre al Parlamento la nomina del Governatore della Banca di Estonia e del Presidente della Corte Suprema di Giustizia e di indire le elezioni per il rinnovo del Riigikogu.

 

Il Governo è composto dal Primo Ministro, nominato dal Presidente e confermato entro 14 giorni da un voto di fiducia a scrutinio palese del Riigikogu e dei Ministri. Una volta ricevuta la fiducia dall’Assemblea, il Primo Ministro deve presentare entro sette giorni la lista dei Ministri al Presidente della Repubblica, il quale nell’arco di tre giorni deve nominare i titolari dei dicasteri. L’Esecutivo decade qualora il Parlamento esprima la sfiducia con voto a maggioranza su una mozione presentata da almeno 1/5 dei membri dell’Assemblea. Il Governo, oltre a disporre delle normali funzioni di carattere esecutivo ed amministrativo, gestisce le relazioni internazionali.

 

La Costituzione e le norme di procedura penale garantiscono l’indipendenza della Magistratura. I giudici sono nominati a vita e la Costituzione proibisce esplicitamente la formazioni di Tribunali speciali.

Il sistema giudiziario si articola in tre gradi: i Tribunali cittadini, provinciali ed amministrativi rappresentano il primo grado, le Corti distrettuali d’Appello costituiscono il secondo grado e la Corte Suprema svolge le funzioni di Corte di Cassazione.

La Corte Suprema rappresenta, oltre che il grado più alto di giurisdizione, anche l’ultima istanza di sindacato di costituzionalità sulle leggi e sugli atti approvati da Parlamento, Governo, Presidente della Repubblica ed Enti locali. In prima istanza, la supervisione sulla conformità della legislazione al dettato costituzionale è esercitata dal Garante Legislativo – un funzionario ad hoc nominato per sette anni dal Parlamento, su proposta del Presidente della Repubblica –, che svolge anche il ruolo di Ombudsman. Se il Garante rileva una difformità tra un atto approvato da un organo istituzionale e la Costituzione, deve chiedere a tale organo di modificare l’atto nell’arco di 20 giorni. Qualora l’organo istituzionale non modifichi l’atto viziato, il Garante si rivolge alla Corte Suprema.

La Corte Suprema può essere adita, oltre che dal Garante stesso, anche dal Presidente della Repubblica, dalle Giunte degli Enti locali, dalle corti di prima e seconda istanza e dai cittadini.

 


POLITICA INTERNA

 

Immediatamente dopo l’indipendenza, si verificò in Estonia una vera proliferazione di partiti politici, in parte ridimensionata da diverse fusioni ed alleanze a metà degli anni ’90. Alle elezioni parlamentari del 2007 si sono presentate undici formazioni politiche, un numero decisamente ridotto se paragonato ai circa trenta partiti presenti nel 1995. L’attività politica è peraltro caratterizzata dal ruolo di singole personalità, più che da significative differenze di natura ideologica e programmatica, e ciò ha contribuito a rendere instabili le coalizioni di governo, oltre che ad allontanare i cittadini dalla politica.

 

Nel settembre 2006 è stato eletto Presidente della Repubblica Toomas Hendrik Ilves, già leader del Partito Socialdemocratico.

 

Le elezioni parlamentari del marzo 2007, le prime dopo l’adesione del Paese all’Unione Europea e le prime al mondo in cui sia stato possibile votare per via telematica, hanno registrato l’affermazione del Partito Riformista (destra liberista) del Primo Ministro uscente Andrus Ansip che, ottenendo il 27,8% dei voti, si è aggiudicato 31 dei 101 seggi del Riigikogu.

Nelle preferenze, il partito di maggioranza relativa è seguito, con il 26,1% dei voti, dal Partito del Centro del populista Edgar Savisaar, formazione di sinistra vicina alle istanze della minoranza russa, già membro della coalizione di Governo uscente. Il terzo maggior partito è risultato essere la formazione nazional-conservatrice Unione Pro Patria-Res Publica con il 17,9%. Segue il Partito Socialdemocratico, che con il 10,6% delle preferenze ha incrementato da 6 a 10 il numero dei propri seggi, mentre l’Unione Popolare Estone (partito rurale), membro della precedente coalizione di governo, ha visto dimezzarsi la propria consistenza, passando da 13 a 6 seggi.

La consultazione elettorale, caratterizzata da una affluenza del 61%, ha inoltre segnato l’affermazione dei Verdi, che, con il 7,1%, hanno superato per la prima volta la soglia di sbarramento del 5%.

L’elettorato aveva così premiato l’Esecutivo uscente, per gli eccellenti risultati fatti registrare dall’economia, essendosi dimostrato in grado di sfruttare le opportunità offerte dall’adesione all’Unione Europea, nonché per il conseguente generalizzato miglioramento del tenore di vita della popolazione.

 

La composizione del Riigikogu all’indomani delle elezioni politiche del 4 marzo 2007 era la seguente:


 


Partiti

Seggi

Partito Riformista

31

Partito del Centro

29

Pro Patria-Res Publica

19

Partito Socialdemocratico

10

Verdi

6

Unione Popolare Estone

6

Totale

101

 

Andrus Ansip, incaricato dal Presidente delle Repubblica di formare il nuovo esecutivo, ha dato vita ad una coalizione di Governo profondamente modificata rispetto alla precedente e più orientata a destra, composta dal Partito Riformista, dall’Unione Pro Patria-Res Publica e dai Socialdemocratici. Il secondo partito a livello nazionale, il Partito del Centro, è stato escluso dal Governo, così come successe dopo le elezioni del 1999 e del 2003, sebbene allora risultasse vincitore. Nelle due precedenti legislature venne tuttavia chiamato a far parte dei nuovi Governi formatisi a seguito delle ricorrenti crisi politiche. Sembra dunque che le tendenze populiste e filo-russe di tale formazione portino ad un suo relativo isolamento da parte delle altre forze politiche, fatta salva la necessità di eventuali compromessi per formare coalizioni più stabili quando quelle preferibili da un punto di vista di affinità politica si rivelano inefficaci.

 

Al Ministero degli Affari Esteri è stato confermato, dopo un prolungato confronto tra i Riformisti e l’Unione Pro Patria/Res Publica, Urmas Paet (riformista). All’Unione Pro Patria/Res Publica è andata la presidenza del Parlamento, dove è stata eletta la Signora Ene Ergma.

A causa di problemi emersi nel corso dell’applicazione del nuovo sistema di pagamento delle pensioni, il Ministro per gli Affari Sociali, Maret Maripuu ha rassegnato le sue dimissioni; al suo posto, dal 23 febbraio 2009, è subentrato Hanno Pevkur.

Nel mese di marzo 2009 è stato eletto il nuovo Presidente del Partito Social Democratico nella persona di Juri Pihl, già Ministro dell’Interno.

 

Tra i punti salienti del programma di governo, si segnalano i temi dell’introduzione dell’Euro, della sicurezza energetica, della tutela ambientale, della competitività delle imprese, della riduzione progressiva della pressione fiscale. In politica estera viene affermato l’impegno ad incrementare gli stanziamenti per le proprie forze di difesa in relazione alla sempre più intensa partecipazione alle attività NATO. Tale programma dovrà essere realizzato entro le prossime elezioni politiche del marzo 2011.

Nel maggio 2009 ha avuto luogo un mini rimpasto di governo: Ansip ha sollevato dall’incarico tre ministri in quota ai socialdemocratici, due dei quali sono stati sostituiti. Alle Finanze Jurgen Ligi (Partito della Riforma) ha preso il posto di Ivari Padar, mentre agli Interni è stato nominato Marko Pomerants (Unione Pro Patria-Res Publica), in sostituzione di Jüri Pihl. Il Ministro delle Nazionalità, Urve Palo, non è stato sostituito e il ministero è vacante dal 21 maggio 2009.

 

Composizione attuale del Governo:

 

*      Andrus ANSIP (RIF) - Primo Ministro

*      Urmas PAET (RIF) - Esteri

*      Jaak AAVIKSOO (RESP/PROP) - Difesa

*      Marko POMERANTS(RESP/PROP) - Interno

*      Juhan PARTS (RESP/PROP) - Economia e Comunicazioni

*      Jurgen LIGI (RIF) - Finanze

*      Rein LANG (RIF) - Giustizia

*      Tõnis LUKAS (RESP/PROP) - Istruzione e Ricerca scientifica

*      Laine JÄNES (RIF) - Cultura

*      Jaanus TAMKIVI (RIF) - Ambiente

*      Helir-Valdor SEEDER (RESP/PROP) - Agricoltura

*      Siim-Valmar Kiisler[27] (RESP/PROP) - Affari Regionali

*      Hanno PEVKUR (RIF) - Affari Sociali

 

Le elezioni europee di giugno 2009

 

Dopo una campagna elettorale dominata dalla pesante crisi economica, alle elezioni europee di giugno 2009 l'elettorato estone ha accordato la vittoria al maggior partito di opposizione, il Partito di Centro, che ha ottenuto il 26,1% dei voti e due seggi. Degli altri quattro seggi a disposizione dell'Estonia, 1 è andato al Partito Riformista (15,3% dei voti), 1 all'Unione Pro Patria-Res Publica (12,2%), 1 ai socialdemocratici (8,7%) ed 1, infine, al candidato indipendente Tarand (25,8% dei voti), il vero trionfatore delle elezioni.

Il gran numero di voti (102.509 voti, pari al 25,8%) ottenuto dal candidato indipendente, Indrek Tarand (45 anni ed ora anchorman televisivo), ha costituito la vera sorpresa di questo turno elettorale, apparentemente grazie ad una campagna “anti-partiti”. All’indomani delle elezioni europee si rileva dunque la prevalenza di un voto di protesta, in larga parte determinato dalla difficile congiuntura economica e sociale.

In controtendenza rispetto al trend europeo, la percentuale di votanti è salita dal 26,8% del 2004 al 43,2% (+ 61,2%). Le cause di ciò possono ravvisarsi da un lato nella disapprovazione di una buona parte dell’elettorato per le attuali politiche governative e dall’altro nell’utilizzo del voto elettronico (e-voting), utilizzato da 59.600 elettori.

 

 

POLITICA ESTERA

 

Nel 2004 l'Estonia ha raggiunto i due principali obiettivi di politica estera fissati sin dal momento in cui ha riacquistato l'indipendenza: l'ingresso nella Alleanza Atlantica (2 aprile) e nell'Unione Europea (1° maggio).

Oltre ad un rapporto particolarmente forte con gli Stati Uniti, Tallinn privilegia il rafforzamento della cooperazione tra le Repubbliche Baltiche e il consolidamento delle relazioni economiche e culturali con tutti i Paesi della Regione, anche attraverso l’attiva partecipazione ad organizzazioni regionali quali il Consiglio degli Stati del Mar Baltico. In tale contesto va ricordato il particolare rapporto di amicizia che lega l’Estonia alla Finlandia. La Finlandia è per l’Estonia il primo partner commerciale ed il secondo investitore estero (dopo la Svezia).

 

Sulle relazioni russo-estoni continuano a pesare alcune questioni ancora aperte, fra cui l’integrazione della consistente minoranza russofona e la definizione del confine di Stato.

 

La minoranza russa

All’indomani della restaurazione della Repubblica d’Estonia nel 1991, due diverse leggi sulla cittadinanza – l’una approvata nel 1992, l’altra nel 1995 - attribuirono la cittadinanza solo a coloro che già l'avevano prima dell'annessione sovietica ed ai loro discendenti, lasciando gran parte della popolazione residente in una condizione di “non-cittadinanza”. Ai non-Estoni, le leggi sulla cittadinanza riconobbero comunque la facoltà di chiedere la naturalizzazione.

Alla fine degli Anni ‘90, il Governo estone ammise ufficialmente l’esistenza di un problema riguardante l’integrazione sociale delle popolazioni di lingua russa. Nel marzo 2000 fu quindi varato un ampio programma - Integration in Estonian Society 2000-2007 - basato essenzialmente su due pilastri: l’insegnamento e la diffusione della lingua estone, quale fattore essenziale di integrazione, e la creazione delle condizioni per il mantenimento delle differenze etniche, sulla base del riconoscimento dei diritti culturali delle minoranze etniche.

 

Delimitazione della frontiera di Stato

Il 9 maggio 2005, l’allora Presidente Rüütel, analogamente al suo omologo lituano, declinò l’invito del Presidente russo Putin a presenziare alla cerimonia organizzata a Mosca per commemorare il 60° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. Alla base di tale decisione, oltre ad una diversa lettura della storia, vi era anche la questione della firma del Trattato di delimitazione dei confini, trattato già parafato ma la cui conclusione formale era stata più volte rimandata dai russi[28]. Mentre il Parlamento estone ha ratificato il testo nella seduta straordinaria del 20 giugno 2005 con un’ampia maggioranza - fatto non scontato alla vigilia, vista la reticenza con cui alcuni Partiti di centro-destra della coalizione di Governo avevano accettato la pur limitata cessione di territorio alla Russia -, i Russi hanno criticato l’introduzione, nella legge di ratifica, di un preambolo che ricorda la continuità giuridica con la Repubblica di Estonia sorta alla fine della Prima Guerra Mondiale. La querelle riguarda pertanto lo stesso momento fondativo della Repubblica che i Russi identificano nella dissoluzione dell'Unione Sovietica.

 

La principale preoccupazione di Tallinn nei confronti di Mosca tuttavia attiene al regime dei visti di ingresso. La Russia ne chiede la soppressione per i propri cittadini, ma tale misura secondo il Governo estone esporrebbe l’UE ad una massiccia ed incontrollata immigrazione. Per questo Tallinn ritiene che tale provvedimento potrebbe essere preso in considerazione solo quando la Russia avrà ristabilito un sufficiente controllo del territorio, posto termine al movimento di persone gestito dalle organizzazioni criminali e infine ripristinato un controllo delle frontiere, oggi estremamente permeabili, specie in Asia.

 

Le tensioni tra Estonia e Russia si sono acuite nell’aprile 2007, con manifestazioni di protesta a Tallinn di esponenti della minoranza russofona contro la decisione del Governo estone di rimuovere dal centro della capitale il monumento dell’Armata Rossa (“Soldato di bronzo”) e di una dozzina di tombe circostanti di caduti presumibilmente russi, per trasferirli all’interno di un vicino cimitero militare internazionale.

Tale decisione, motivata dagli estoni con l’intenzione di dare al memoriale una più adeguata sistemazione e di togliere dal centro un retaggio dell’occupazione sovietica divenuto luogo di incontro di manifestazioni antigovernative di opposto segno, è stata percepita a Mosca, ove il mito della “Grande Guerra patriottica contro il nazi-fascismo” ha ancora radici profonde, come un’offesa alla memoria dei caduti russi della Seconda Guerra Mondiale.

Da questi fatti è scaturito un acceso scambio di accuse reciproche tra Mosca e Tallinn, corredato, nella capitale russa, da manifestazioni di ostilità dei nazionalisti russi contro l’Ambasciata e la persona dell’Ambasciatore estoni, nonché contro l’Ambasciatore di Svezia, recatosi dalla collega estone per manifestarle la sua solidarietà. Le tensioni sul monumento si sono successivamente allentate, ma periodici episodi di guerra cibernetica, spionaggio, nonché le preoccupazioni per le obsolete centrali nucleari russe e per i depositi di scorie presenti in territorio russo non lontano dal confine estone, contribuiscono a mantenere tra Tallinn e Mosca un clima di sostanziale diffidenza.

 

****************

 

Nell’ambito della politica di vicinato, l’Estonia rivolge una particolare attenzione alle relazioni con Ucraina, Georgia e Moldova.

 

L’Estonia, che nel 2003 fu favorevole all’intervento in Iraq, ha manifestato un forte impegno a contribuire alle missioni internazionali per il mantenimento della pace, partecipando sin dal novembre 1999 con 23 militari (ESTPATROL) alle operazioni in Kosovo nel quadro della Multinational Specialised Unit (MSU), integrati in un’unità dei Carabinieri.

Dal febbraio 2006 truppe estoni hanno sostituito i militari lettoni per prestare servizio nell’ambito della missione internazionale di mantenimento della pace in Kosovo. L’avvicendamento rientra nell’ambito di un progetto internazionale denominato “Squadrone Baltico”, che coinvolge le tre Repubbliche baltiche e la Danimarca, prevedendo la turnazione dei militari dei tre paesi nel battaglione danese stanziato nella provincia serba.

 

Tallin è attiva in ambito NATO anche in Afghanistan, dove sono di stanza 22 militari dal marzo 2003. L’Estonia ritiene inoltre fondamentale l’assistenza nella ricostruzione e la cooperazione allo sviluppo, ed ha in breve tempo raddoppiato i fondi destinati a tale fine.

 


Estonia e Unione europea

 

L’Estonia, come si è detto, è divenuta membro dell’Unione Europea il 1° maggio 2004, dopo che la sua popolazione si era espressa a favore dell’adesione tramite referendum, tenutosi il 14 settembre 2003, che ha visto la partecipazione del 63,4% degli aventi diritto al voto: a favore dell’adesione si è espresso il 66,92% dei partecipanti.

Largamente inferiore invece fu l’affluenza alle prime elezioni europee: solo il 26.7% dell’elettorato si recò alle urne e i risultati penalizzarono fortemente i partiti al governo, che avevano assunto in campagna elettorale un atteggiamento oscillante sulla costruzione europea (per quanto riguarda le elezioni europee di giugno 2009 si veda supra).

 

In materia di allargamento UE, il Governo estone è favorevole all’adesione della Turchia e considera prioritario il processo di “europeizzazione” dei Balcani Occidentali.

Il 9 maggio 2006, in coincidenza con la Festa dell’Europa, il Parlamento Estone aveva ratificato a larga maggioranza (73 voti su 101, con un solo voto contrario) il Trattato Costituzionale. Nel giugno 2008, con una maggioranza ancora più forte (91 voti a favore ed un solo contrario), il Parlamento estone ha  ratificato il Trattato di Lisbona.

Il 21 dicembre 2007 anche l’Estonia è entrata a far parte dell’area Schengen.

Quanto all’adozione dell’euro, il percorso dell’Estonia appare ancora incerto. La recessione innescata dalla crisi economica e finanziaria internazionale ha infatti ulteriormente allontanato la prospettiva dell’adesione estone all’eurozona, che era originariamente prevista per il gennaio 2007 ed era stata poi posticipata al 2008.

Da fonti di stampa del 27 ottobre u.s., emerge come il Fondo Monetario Internazionale ritenga che l'Estonia abbia l'adozione dell'euro "a portata di mano", pur esortando allo stesso tempo il governo del piccolo Paese baltico ad adottare una riforma del sistema fiscale che permetta di ridurre il deficit di bilancio. Secondo Christoph Rosenberg, capo della missione del Fmi per l'Europa centrale, la data ipotizzata per il passaggio alla moneta unicaresterebbe il 2011 (per il 2009 il Fondo prevede una contrazione del Pil estone del 14%, ma la repubblica baltica dovrebbe poi tornare a crescere nel 2010).

 

 

SITUAZIONE ECONOMICA

 

Cenni sul sistema economico

 

La struttura del PIL estone è profondamente cambiata dalla fine degli anni ’80. Nel 2007 il settore dei servizi rappresentava il 70% del valore della produzione, mentre la quota di agricoltura e pesca è scesa dal 20% del 1989 al 3% nel 2007. La quota relativa all’industria, appena al di sotto del 17% nel 2007, si è dimezzata rispetto ai livelli del 1989, ma è rimasta pressoché costante a partire dalla metà degli anni ’90.

Come risultato della decisa politica di privatizzazione, il settore privato era responsabile dell’85% del PIL nel 2001, uno tra i valori più alti per le economie dell’Europa dell’Est. Un clima favorevole agli investimenti dall’estero ha permesso all’Estonia di modernizzare rapidamente il proprio settore industriale.

 

Andamento congiunturale

 

L’Estonia ha fatto registrare per diversi anni tassi di crescita sostenuti, anche in ragione di favorevoli circostanze macroeconomiche a livello internazionale.

Tale scenario si è profondamente modificato in seguito alla grave crisi economica e finanziaria internazionale, che ha trascinato l’economia estone in una profonda recessione, con una contrazione del PIL nel 2008 del 3,6%. Per il 2009 le previsioni sono ancor più negative: si stima infatti una diminuzione del reddito nazionale di circa tredici punti percentuali. Nel primo trimestre del 2009 il paese ha già sperimentato un crollo delle attività produttive nell’ordine del 15,6%, con risultati particolarmente negativi nei settori delle costruzioni, del commercio e dell’industria.

 

L’inflazione, dopo aver raggiunto il 10,4% nel 2008, è prevista in netto calo per il 2009, soprattutto a causa della forte contrazione della domanda interna.

Risulta altrettanto allarmante la situazione occupazionale: il tasso di disoccupazione, attestatosi al 5,7% nel 2008, potrebbe balzare infatti al 12,4% nel 2009, facendo così registrare il peggior risultato dal 2001.

La recessione in atto condurrà inevitabilmente anche ad un deterioramento delle finanze pubbliche. Mentre nel 2007 si è registrato un avanzo del 2,7%, nel 2008 si è registrato un deficit di bilancio pari al 3% del PIL. Per il 2009 le previsioni sono ulteriormente negative: si stima infatti un disavanzo pubblico pari al 3,7%. In linea con l’andamento del saldo di bilancio, nel 2008 il debito pubblico è salito al 4,8% e per il 2009 si prevede che salirà fino al 7,3%.

La coalizione di Governo ha approvato un rigido bilancio di austerità nel tentativo di minimizzare gli effetti della crisi economica internazionale. Il pacchetto prevede alcune importanti misure fra le quali: tagli dei salari e degli stipendi pubblici del 10%, riduzione dei costi gestionali del Governo di 1,49 miliardi di corone e diminuzione dei trasferimenti dal bilancio dello Stato alle municipalità locali.

Sul fronte delle entrate fiscali è stato contemporaneamente disposto un aumento delle accise su alcol e tabacchi, che dovrebbe apportare al bilancio pubblico circa 410 milioni di corone. Proseguono serrati i negoziati sui prossimi tagli, mentre rimane tuttora insospeso la controversa questione dell’assicurazione di disoccupazione.


Politica economica

 

Il Governo estone, negli ultimi anni, ha abolito i sussidi statali, ha condotto una politica di privatizzazione molto vasta (solo il prezzo di alcuni servizi pubblici ed il prezzo dell'energia rimangono sotto il controllo dello Stato) ed ha adottato una legislazione fallimentare efficace. Nella classifica dei Paesi stilata in base alla percezione della corruzione, l'Estonia figurava nel 2007 al 24° posto su 121 Paesi. Tutte le più importanti Agenzie Internazionali ritengono il Paese sia affidabile, nonostante l’Agenzia di rating “Fitch” abbia declassato l’Estonia da AA a AA- a causa dell’alta esposizione ai finanziamenti esterni, della dipendenza dal sistema bancario, dell’alto livello di inflazione e del rischio di recessione.

 

Inoltre, il sistema economico dell’Estonia è caratterizzato da un regime liberale negli scambi con l’estero che non impone restrizioni sul movimento di merci e capitali, promuove le esportazioni e facilita le importazioni. Nella classifica dei Paesi che vantano una forte libertà economica, stilata dalla Fondazione americana Heritage Foundation per il 2007, l’Estonia figura al 12° posto (era settima nel 2006), dopo Hong Kong, Singapore, Irlanda e Svizzera.

Il sistema fiscale è particolarmente favorevole per gli investitori esteri. La pressione fiscale in Estonia è tra le più basse dell’UE. L’aliquota impositiva, unica sia per le persone fisiche che giuridiche, è stata ridotta dal 1° gennaio 2008 al 21%. La prevista ulteriore riduzione di 1 punto percentuale è stata annullata a causa della forte crisi economica in atto.

Tuttavia durante il 2008 non solo la competitività internazionale del Paese si è ridotta (nella classifica stilata dal World Economic Forum l’Estonia è passata dal 27º al 32° posto, e secondo alcune previsioni, nel 2009 potrebbe scendere addirittura al 40°), ma non è neanche migliorata la flessibilità del mercato del lavoro (sempre nella classifica del WEF l´Estonia è tra i Paesi con la più alta rigidità del lavoro: 116^ su 143 Paesi analizzati).

 

Nonostante la crisi, tra gli obiettivi prioritari del governo resta quello di traghettare l’Estonia verso la zona Euro. Il Primo Ministro Ansip ha annunciato che l’adozione della moneta unica potrebbe avvenire nel 2011. Di recente però la Banca Centrale d’Estonia ha dichiarato che l’ingresso nell’Unione Monetaria non potrà avvenire prima del 2012 poichè, di fronte alla recessione in atto, il Governo dovrà adottare ulteriori politiche fiscali restrittive affinchè siano soddisfatti i criteri di adesione.

Inoltre, l’adeguamento alle normative comuni dopo l’ingresso nell’Unione Europea è ancora in corso e perdurano i quesiti circa le conseguenze del recepimento di alcune regole in campo tecnico e di normativa commerciale.

 

Intanto, per fronteggiare la mancanza di liquidità nelle casse statali, il Governo ha chiesto alla BEI un prestito da 550 milioni di Euro, da restituire in 5 anni e da usare principalmente per co-finanziare progetti in cui già confluiscono aiuti esterni.

 

L’Estonia ha un “currency board” sin dal 1992 (la corona estone è ancorata all’euro). Il cambio fissato è 1 Euro=15,6466 corone estoni.

 

Relazioni commerciali con i principali partner

 

Dopo la significativa diminuzione del tasso di crescita del commercio estero registrata nel 2007, il paese ha sperimentato nel 2008 un incremento del 5% delle esportazioni (ammontate a poco più di 8469,2 milioni di Euro) ed un decremento del 5% delle importazioni (ammontate a circa 10.902 milioni di Euro).

La contrazione della domanda di beni provenienti dall’estero ha avuto una forte ripercussione sul saldo della bilancia commerciale del 2008. Il deficit commerciale, infatti, è diminuito del 28,5% rispetto allo scorso anno, raggiungendo il valore di 2.433 milioni di Euro.

 

Il 70% delle merci ha preso la direzione dell’UE a 27, da cui proviene anche l’80% delle merci importate. Le esportazioni verso la UE sono aumentate del 5% rispetto al 2007 e i Paesi principali destinatari delle esportazioni estoni sono stati Finlandia, Svezia e Federazione Russa, con cui è stato registrato l’incremento più forte.

Le esportazioni verso i Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti (Paesi CIS) hanno rappresentato il 13% del totale dell’export estone. L’Estonia importa dagli stessi Paesi per circa il 12%. Le esportazioni verso gli altri Paesi sono diminuite del 13% a causa dell’arresto nelle forniture verso il Togo di carburante lavorato in Estonia. USA, Norvegia e Turchia rimangono comunque tra i principali partners commerciali.

Analizzando i settori merceologici, si nota che la struttura delle esportazioni si è fortemente modificata durante l’anno. Sebbene tra le esportazioni il primo posto sia saldamente occupato dai macchinari ed attrezzature (soprattutto dispositivi per la comunicazione mobile, cavi e motori elettrici consegnati a Svezia, Finlandia e Danimarca), che rappresenta il 22% del totale, la crescita maggiore si è registrata nel settore dei metalli e prodotti minerali (ivi inclusi i carburanti). La diminuzione delle importazioni è da imputare principalmente al decremento del 22% nell’import di veicoli da trasporto, in particolare di autoveicoli (circa 428,3 milioni di Euro in meno). Anche l’importazione di legno e relativi prodotti è diminuita del 33%, a causa soprattutto della riduzione nelle forniture dalla Russia. Le importazioni di macchinari e attrezzature sono rimaste al livello dello scorso anno. E’ cresciuta l’importazione di prodotti minerali e di materiale grezzo e di prodotti per l’industria chimica.

 

Per quanto riguarda i Paesi fornitori, la quota detenuta dall’UE a 27 ammonta all’80%, in diminuzione del 3% rispetto allo scorso anno. I principali Paesi da cui l’Estonia importa sono: Finlandia, Germania, Svezia.

Le importazioni dai Paesi CIS si sono contratte dell’11% rispetto al 2007: in particolare, quelle dalla Russia sono diminuite del 28%. Al contrario, gli acquisti dalla Lituania, Bielorussia (+96%) e Lettonia sono aumentati a causa soprattutto dell’acquisto di carburanti.

 

Il saldo della bilancia commerciale con la UE e i Paesi CIS è stato negativo. I principali partners con cui è stato registrato un surplus sono Danimarca e Svezia per l’UE, Russia e Kazakhstan per i Paesi CIS, USA e Norvegia per gli altri Paesi. Il deficit più importante è quello registrato con la Germania.

 

Per quanto riguarda gli investimenti è da notare che l’Estonia ha attratto fin dalla riacquisizione dell’indipendenza flussi di capitali esteri di notevole rilevanza in relazione alle ridotte dimensioni del Paese. Le agevolazioni fiscali e la mancata tassazione dei profitti rendono il paese particolarmente attraente agli occhi degli investitori internazionali.

 

Alla fine del 2008 il flusso degli investimenti diretti esteri in Estonia è ammontato a circa 1.368,2 milioni di Euro, circa il -30% rispetto allo scorso anno. Gli investimenti estoni all’estero, per l’intero anno 2008, hanno invece totalizzato 664,9 milioni di Euro, circa il -42,5% rispetto all’anno precedente.

Dal punto di vista degli stock, alla fine del 2008, il totale degli investimenti esteri in Estonia ammontava a 11,76 miliardi di Euro, di cui Il 32,2% del totale è stato diretto verso intermediazioni finanziarie, il 15% verso il settore immobiliare, il 9% verso altre attività commerciali e l’8% verso il commercio all’ingrosso.

Oltre il 70% degli investimenti in Estonia arriva dall’UE. In particolare, il 40% dalla Svezia e circa il 23% dalla Finlandia. Si collocano invece nel basso della classifica i Paesi Bassi con il 6,8%, la Danimarca 3,7% e la Fed. Russa per il 3,4%.

Per quanto concerne gli investimenti estoni all’estero, circa il 60% del totale si dirige verso le altre due Repubbliche baltiche. A seguire, Cipro con il 9,5%, la Finlandia con il 5,4% e la Fed. Russa con il 4,4% (che rispetto allo scorso anno vede contrarsi del 40% la propria posizione).

 


 

Principali indicatori macroeconomici

(previsioni per il 2009)

PIL nominale

18.311 miliardi di US$

Variazione reale del PIL

-13%

Avanzo/disavanzo di bilancio

-3,7% del PIL

Debito pubblico

7,3 % del PIL

Inflazione (variazione media annua)

0%

Disoccupazione

12,4%

Fonte: Economist Intelligence Unit – Giugno 2009

 

 


Rapporti bilaterali[29]

Relazioni politiche

I rapporti politici bilaterali si sono sviluppati in questi anni in modo rapido e positivo. L’Italia, che non aveva mai formalmente riconosciuto la sovranità sovietica sui Paesi baltici dopo l’occupazione di questi ultimi, ha prontamente preso atto della riacquisita indipendenza, inviando sin dal 1992 un ambasciatore a Tallinn, ed appoggiando poi la richiesta estone di ammissione all’Unione Europea ed alla NATO.

 

Il rapporto con l’Estonia ha avuto il momento di maggior significato con la visita di Stato effettuata dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il 20-21 aprile 2004, in restituzione della visita del Presidente Rüütel a Roma svoltasi il 20-22 novembre 2002.

Negli anni successivi, gli scambi di visite hanno registrato un generale rallentamento.

Il 22-23 gennaio 2009, nell’ambito di una rinnovata attenzione da parte italiana ai Paesi del Nord Europa, il Sottosegretario agli Affari Esteri Mantica si è recato in visita a Tallinn per colloqui con il suo omologo Tiido e con il Ministro degli Esteri Paet. Sempre a Tallinn, lo stesso Sottosegretario Mantica ha presieduto il 18 marzo 2009 una riunione degli Ambasciatori italiani nell’area baltico-scandinava. In pari data veniva firmato con il Sottosegretario estone Tiido una “Dichiarazione Congiunta”, intesa a conferire maggiore regolarità e intensità alle consultazioni bilaterali tra i due Ministeri degli Esteri.

Particolare rilevanza hanno assunto anche la visita ufficiale a Roma (14-15 luglio 2009) del Presidente della Repubblica estone, Toomas Hendrik Ilves, nonchè la visita ufficiale a Tallinn (8 settembre 2009) del Ministro Frattini, che ha avuto incontri di lavoro con il Presidente Ilves e con il Ministro degli Affari Esteri, Urmas Paet, ed ha firmato un importante “Accordo di cooperazione bilaterale contro il crimine organizzato, il terrorismo ed il narcotraffico”.

Relazioni economiche, finanziarie e commerciali

Il volume dell’interscambio commerciale con l’Italia ha registrato, a partire dall’acquisizione dell’indipendenza del Paese, un costante e progressivo aumento. Già nel 2008, per effetto della crisi economica e finanziaria internazionale, si è tuttavia registrato un calo dell’interscambio di oltre cinque punti percentuali, dovuto principalmente ad una diminuzione delle esportazioni italiane, scese dai 392 milioni di euro del 2007 a 351,5 nel 2008 (-10,4%). Per quanto non sufficienti a compensare la riduzione dell’export, le importazioni italiane dall’Estonia sono cresciute del 19,2% (da 75,9 milioni di euro nel 2007 a 90,5 milioni di euro nel 2008).

Il saldo della bilancia commerciale è rimasto tuttavia positivo per l’Italia, seppur in diminuzione di oltre il 17%.

 

Per quanto riguarda la composizione merceologica dell’export italiano verso l’Estonia, la voce principale è costituita dai macchinari, seguiti dal settore tessile ed abbigliamento, mezzi di trasporto, prodotti in metallo, prodotti chimici, prodotti in plastica e gomma, prodotti  alimentari. In questo ambito è di particolare rilievo l’acquisto da parte della Guardia di Frontiera Estone di due esemplari di elicotteri Augusta Westland AW139. La consegna del primo è avvenuta il 12 ottobre 2007, mentre quella del secondo nel 2008. Sono stati, inoltre, avviati contatti per l’acquisto di un terzo esemplare.

Analizzando la composizione merceologica delle importazioni, l’Italia ha continuato ad acquistare in Estonia soprattutto prodotti della filiera del legno, macchinari e loro parti, prodotti alimentari e prodotti in metallo.

 

In base ai dati del 2008, l’Italia si posiziona nella classifica dei Paesi fornitori all’11° posto, con una quota di mercato del 2,5%, perdendo così una posizione. Retrocede anche nella classifica dei Paesi acquirenti passando dal 15° posto nel 2007 al 16°, con una quota di mercato di circa l’ 1,2%.

 

Al 31 dicembre 2008, lo stock cumulativo degli investimenti diretti esteri effettuati nella Repubblica Estone da imprese italiane, è risultato essere di circa 38,5 milioni di Euro, ossia lo 0,3% del totale. L’ammontare degli investimenti estoni in Italia, sempre nello stesso periodo, è ammontato a circa 154,1 milioni di Euro, il 3,2% del totale (+47%).

Gli investimenti italiani più conosciuti in Estonia sono quelli effettuati dall’imprenditore Ernesto Preatoni e dalla sua società, la Pro Kapital AS, i cui interessi hanno riguardato e riguardano i seguenti settori:  bancario, con la Preatoni Bank, ceduta successivamente ad un gruppo di investitori greci; turistico, con l’agenzia di viaggi Domina Travel; alberghiero, con gli hotel della catena Domina (Domina Ilmarine e Domina City); immobiliare, attraverso la realizzazione di numerose opere di costruzione e ristrutturazione, la più recente delle quali è stata la realizzazione del centro residenziale Ilmarine, vicino al porto turistico di Tallinn.

Fra gli altri investimenti italiani possono essere citate la Costech International, che produce apparecchiature scientifiche e di misurazione, la Thor Baltic, che vende macchine utensili e per la lavorazione di legno e metalli, la Vigala Piimatööstus nel settore lattiero-caseario. Vi sono poi numerose altre attività imprenditoriali poste in essere in da operatori italiani, per la maggior parte concentrate in Tallinn e per lo più realizzate da singole persone, ed il cui numero è in continua evoluzione. I settori in cui l’iniziativa italiana si è manifestata sono piuttosto vari e vanno da attività tradizionali come quelle immobiliari, di intermediazione commerciale, di import ed export tra Italia ed Estonia, di ristorazione.


Dati statistici bilaterali

 

Interscambio commerciale Italia-Estonia

 

 

 

2005

 

 

2006

 

2007

 

2008

 

Esportazioni

Italiane

 

225,3

 

340,3

 

392,3

 

351,5

 

Variazione %

 

21,7

 

51,0

 

15,2

 

-10,4

 

Importazioni

Italiane

 

45,9

 

66,4

 

75,9

 

90,5

 

Variazione %

 

-0,4

 

44,6

 

14,3

 

19,2

 

Totale

 

271,2

 

406,7

 

468,2

 

442

 

Saldo per l’Italia

 

 

179,4

 

273,9

 

316,4

 

261

Fonte: ISTAT(milioni di euro)

 

Relazioni culturali

Le relazioni in campo culturale tra Italia ed Estonia sono disciplinate dall’Accordo di collaborazione culturale, scientifica e tecnologica firmato il 22 maggio 1997 a Tallinn ed in vigore dal 30 gennaio 2000. Tale Accordo dispone uno stanziamento finanziario di 366.600 euro. Il Protocollo esecutivo dell'accordo, firmato a Tallin il 5 gennaio 2005, era previsto coprisse il periodo 2005-2008.

Per quanto concerne la collaborazione interuniversitaria, l'Estonian Business School di Tallinn ha manifestato interesse al rafforzamento della cooperazione con le università italiane anche attraverso il ricorso a borse di studio del programma comunitario ERASMUS.

Tra i progetti di cooperazione scientifica previsti dal programma esecutivo si segnalano i seguenti: Università di Tallin e Università di Torino (informatica), Università di Roma "La Sapienza" (farmacologia); Università di Tartu e Politecnico di Milano (bioingegneria), Università di Verona (medicina), Università di Firenze (economia), Università di Messina (economia), CNR (biologia e climatologia). Per l'a.a. 2008-2009 l’Italia offre a cittadini estoni 48 mensilità di borse di studio.

Per quanto attiene, invece, alla diffusione della lingua italiana, è attivo presso l'Università di Tallin un corso di laurea in lingua italiana che registra ogni anno sempre più iscrizioni; inoltre in Estonia è attivo un lettorato di ruolo presso l’Università di Tartu e la nostra lingua è insegnata anche presso l’ateneo privato Estonian Humanitarian Institute (EHI). A Tallin è peraltro attivo un Comitato della Società Dante Alighieri.

Comunità italiana

La collettività italiana residente in Estonia è andata aumentando nel corso degli ultimi anni. Se infatti nel 1991 - anno dell’indipendenza della Repubblica di Estonia - risultavano residenti soltanto due connazionali, gli italiani oggi residenti in Estonia ed iscritti negli schedari consolari (AIRE) dell’Ambasciata sono 216 (familiari compresi). Si calcola anche che alcune decine di connazionali siano stabilmente residenti in Estonia, pur non essendosi ancora iscritti all’AIRE. Circa la metà si è stabilita in Estonia a seguito matrimonio con cittadini estoni. Il restante 50% vive nel paese baltico per motivi di lavoro, nel settore degli investimenti immobiliari e finanziari, della ristorazione e dell’importazione di prodotti tipici italiani.

Nell’insieme, il livello di istruzione e le condizioni socio-economiche dei connazionali residenti in Estonia possono considerarsi buone. Non si prospettano pertanto al momento, dato il limitato numero di connazionali, particolari problematiche ed aspettative della comunità italiana e di origine italiana.

Non sono presenti COMITES (Comitato degli Italiani all’Estero). La Comunità italiana in Estonia non è rappresentata nel CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero). Non vi sono associazioni o club italiani, ad eccezione della Società Dante Alighieri, che è peraltro frequentata prevalentemente da “italianisti” estoni.

 

I cittadini estoni soggiornanti in Italia sono circa 600.

 

Visite ed incontri recenti

 

2 aprile 2001

Roma

Visita Primo Ministro Mart Laar

 

7-8 luglio 2002

Tallinn

Visita Presidente della Commissione Affari Esteri On.Gustavo Selva

 

12 novembre 2002

Tallinn

Visita Sottosegretario agli Affari Esteri Sen. Roberto Antonione

 

21-22 novembre 2002

Roma

Visita di lavoro del Presidente della Repubblica Arnold Rüütel

 

16 aprile 2003

Tallinn

Visita Ministro per le Infrastrutture e per i Trasporti On.Pietro Lunardi, in preparazione del semestre di Presidenza Italiana dell’UE

 

30 aprile 2003

Tallinn

Visita Ministro della Difesa Antonio Martino

 

20 maggio 2003

Tallinn

Visita Ministro delle Politiche Comunitarie Rocco Buttiglione, in preparazione del semestre di Presidenza Italiana

23 marzo 2004

Tallinn

Visita Vice Presidente del Consiglio On.Gianfranco Fini

20-21 aprile 2004

Tallinn

Visita di Stato del Signor Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi

14-15 settembre 2005

Tallinn

Visita del Vice Ministro delle Attività Produttive, on. Adolfo Urso

20-21 settembre 2007

Tallinn

Visita del capo di Stato Maggiore della Difesa, Amm. Di Paola, per incontri con il suoomologo, Gen. Ants Laaneots, e con il Ministro della Difesa Jaak Aaviksoo.

22-23 gennaio 2009

Tallinn

Missione in Estonia del Sottosegretario di Stato Sen. Alfredo Mantica

18 marzo 2009

Tallinn

Visita del Sottosegretario di Stato Sen. Alfredo Mantica. Firma “Dichiarazione Congiunta” sulla cooperazione rafforzata tra i due Ministeri degli Esteri.

13-15 luglio 2009

Roma

Visita del Presidente della Repubblica di Estonia Toomas Hendrik Ilves in Italia.

8 settembre 2009

Tallinn

Visita ufficiale del Ministro Affari Esteri, On. Franco Frattini, per incontri con il suo omologo, Urmas Paet, e con il Presidente Ilves. Firma dell’”Accordo di cooperazione bilaterale per la lotta al crimine organizzato, al terrorismo ed al narcotraffico”

 


Rapporti parlamentari Italia-Estonia

 

 

Presidente del Parlamento unicamerale (Riigikogu): Ms. Ene Ergma

 

 

Rappresentanze diplomatiche

Ambasciatore d’Italia in Estonia

S.E. Rosa Maria CHICCO FERRARO, dal 1° ottobre 2009

Ambasciatore di Estonia in Italia

S.E. Andres TOMASBERG, dal 20 settembre 2006

 

XVI legislatura

 

Incontri bilaterali

 

Il 14 luglio 2009 il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha incontrato il Presidente della Repubblica di Estonia Toomas Hendrik Ilves.

Nel corso dell’incontro sono stati ricordati gli ottimi rapporti esistenti tra i due paesi e sono state affrontate in via generale le tematiche relative alla politica estera, con particolare riferimento al futuro dell’Europa, al Partenariato orientale, all’area mediterranea, ai rapporti tra Unione europea e Russia e alle problematiche legate all’approvvigionamento energetico.

 

Incontri delle Commissioni

 

Il 23 settembre 2009 il Presidente della Commissione Affari Esteri, Stefano Stefani ha incontrato l’Ambasciatore della Repubblica di Estonia, S.E. Andres Tomasberg.

 

Si ricorda che - per quanto riguarda gli incontri della XV legislatura - il 17 ottobre 2006 il Presidente della Commissione Affari costituzionali, Luciano Violante, ha incontrato il Cancelliere di giustizia della Repubblica di Estonia, Allar Jocks, mentre il 25 settembre 2006 il Presidente della Commissione affari esteri, on. Umberto Ranieri, ha incontrato gli ambasciatori di Estonia, Lettonia e Lituania, Andres Tomasberg, Astra Knrme e Sarunas Adomavicius.

 

Cooperazione multilaterale

 

L'Estonia prende parte alla cooperazione parlamentare nell'ambito dell'Unione europea.

Il 25 e il 26 maggio 2009 a Tallinn si è svolta la V Conferenza delle Commissioni Parlamentari competenti in materia di controllo dei Servizi di Intelligence e di controspionaggio dei Paesi membri della UE (sono stati invitati anche i medesimi organismi dei Parlamenti di Norvegia, Svizzera e Islanda). Nessun componente del Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica del Parlamento italiano vi ha potuto partecipare, a causa di concomitanti impegni parlamentari.

 

L'Estonia invia proprie delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa, dell'UEO, dell'OSCE e della Nato (l'Estonia è membro della Nato dal 29 marzo 2004 e l’estone Sven Mikser è Vice Presidente dell’Assemblea Parlamentare della Nato dal novembre 2008).

 

Nella XV legislatura l'Estonia ha ospitato a Tallin, il 30 e 31 maggio 2006, la riunione della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi membri del CdE, dedicata al tema "La diplomazia parlamentare - trait d'union tra i Paesi".

 

Si segnala che il Parlamento estone partecipa alla Conferenza Parlamentare del Mar Baltico (BSPC).

 

L'Estonia prende parte inoltre alla cooperazione euromediterranea e quindi all'Assemblea Parlamentare Euro-Mediterranea (APEM).

 

Unione Interparlamentare

 

Per la XVI legislatura la sezione bilaterale di amicizia Italia-Paesi baltici è presieduta dall’on. Riccardo Migliori (PDL).

Anche nel corso della XV legislatura la sezione è stata presieduta dall’on. Riccardo Migliori (AN); ne erano membri gli on. Daniele Galli (FI), Maurizio Fistarol (PD-U), Antonio Razzi (IdV), Raffaello de Brasi (PD-U) e i senatori Roberto Manzione (Gruppo Misto) e Mauro Libè (UDC).

Nel corso della XIV legislatura la sezione si è recata in missione nei Paesi baltici, visitando anche l'Estonia, il 13-17 maggio 2002, mentre l'omologa sezione estone è stata ricevuta presso la Camera dei deputati dal 2 al 6 ottobre 2002.


 

Attività legislativa

 

Legge n. 71/09 del 29 maggio 2009: «Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all'adesione della Repubblica ceca, della Repubblica di Estonia, della Repubblica di Cipro, della Repubblica di Lettonia, della Repubblica di Lituania, della Repubblica di Ungheria, della Repubblica di Malta, della Repubblica di Polonia, della Repubblica di Slovenia e della Repubblica slovacca alla Convenzione firmata a Bruxelles il 23 luglio 1990, relativa all'eliminazione delle doppie imposizioni in caso di rettifica degli utili di imprese associate, fatta a Bruxelles l'8 dicembre 2004, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno».

 

Allo stato attuale non vi sono all’esame delle Camere disegni di legge di ratifica di trattati internazionali riguardanti l’Estonia.

 


Tõnis Lukas, Ministro per l’Educazione e la Ricerca[30]

Unione Pro Patria/Res Publica

 

 

 

È nato a Tallinn, il 5 giugno 1962, è sposato, ha due figlie ed un figlio.

 

Educazione

1987: Università di Tartu, Laurea in Storia; 1997 Laurea in Lettere; 1998–1999 Dottorato

1981: Tallinn Technical School No. 19

1980: Tallinn Secondary School No. 1

 

Carriera professionale

Da aprile 2007: Ministro per l’Educazione e la Ricerca della Repubblica di Estonia

2003:                       Membro del 10° Riigikogu (Parlamento estone)

1999–2002:              Ministro per l’Educazione della Repubblica di Estonia

1999, 2002–2003: Membro del 9° Riigikogu

1997–1998:              Università di Tartu, Project Manager

1996–1997:              Sindaco della città di Tartu

1995–1996:              Membro dell’8° Riigikogu

1993-2005:               Membro del Consiglio della città di Tartu

1992–1995:              Direttore del Museo Nazionale Estone

1989–1992:              Postgraduate Student e lettore presso l’Università di Tartu

1987–1989:              Insegnante alla scuola elementare di Rõngu

 

Membro delle seguenti associazioni:

Associazione degli Studenti estoni

Associazione per il Patrimonio estone

Associazione dei Sapienti estoni

Associazione per la promozione della vocazione educativa estone

Associazione degli Amici del Museo Nazionale Estone

Associazione letteraria estone

 

Decorazioni

2006 – 4a Classe dell’Ordine del National Coat of Arms – per aver contribuito alla restaurazione dell’Indipendenza della Repubblica di Estonia .

 

Lingue conosciute

Estone, Francese, Inglese, Tedesco e Russo.

 

 


Peeter Kreitzberg.
Presidente della Commissione Affari culturali del Parlamento Estone
[31]

Partito Socialdemocratico

 

 

È nato a Pärnu il 14 dicembre 1948, convive, ha due figlie ed un figlio.

 

Educazione: Università di Lund, PhD 1993; Università di Tartu, dottorato 1988–1992, studi post-lauream in pedagogia 1977; Leningrad Institute of General Education of Adults, laureato in Pedagogia 1978; Università di Tartu, Matematica, 1972; Rakvere Secondary School No. 1 1967.

 

Carriera professionale: 9°,10° e 11° Riigikogu (Vice-Presidente 2001–2003, 2003–2005); Università di Tallinn, Professore, dal 1997; Vice Sindaco di Tallin, 1996-1999; Ministro per la Culutra e l’Educazione della Repubblica di Estonia 1995; Università di Tartu, Ufficio per la Ricerca Scientifica studentesca, lettore, senior lecturer, docente, professore 1978–1996, Preside 1972–1974.

 

Appartenenze partitiche: Partito Socialdemocratico dal 2005; Partito di centro estone 1994– 2004.

 

Partecipazione negli Organi rappresentativi: 9°, 10° ed 11° Riigikogu; Consiglio della città di Tallinn, 2003–2005; Consiglio della municipalità rurale di Vihula, 1999–2002.

Riconoscimenti: Ordine del National Coat of Arms, 3a classe (2003); Ufficiale dell’Ordine dell’Infante Dom Henrique della Repubblica di Portogallo; Ufficiale del National Order of France (2001).

 



[1]    Legge 15 maggio 1997, n. 127, Misure urgenti per lo snellimento dell'attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo.

[2]    Decreto legislativo 8 maggio 1998, n. 178, Trasformazione degli Istituti superiori di educazione fisica e istituzione di facoltà e di corsi di laurea e di diploma in scienze motorie, a norma dell'articolo 17, comma 115, della L. 15 maggio 1997, n. 127.

[3]   La finalizzazione consisteva nell’acquisizione di adeguate conoscenze di metodi e contenuti culturali, scientifici e professionali nelle seguenti aree:

a)   didattico-educativa, finalizzata all'insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado;

b)   della prevenzione e dell'educazione motoria adattata, finalizzata a soggetti di diversa età e a soggetti disabili;

c)   tecnico-sportiva, finalizzata alla formazione nelle diverse discipline;

d)   manageriale, finalizzata all'organizzazione e alla gestione delle attività e delle strutture sportive.

[4]    Decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della L. 23 ottobre 1992, n. 421.

[5]   L’art. 3 del DM 29 marzo 2001, Definizione delle figure professionali di cui all'art. 6, comma 3, del D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, da includere nelle fattispecie previste dagli articoli 1, 2, 3 e 4, della L. 10 agosto 2000, n. 251 (art. 6, comma 1, L. n. 251/2000) include nella fattispecie «professioni sanitarie riabilitative» le seguenti figure professionali: podologo; fisioterapista; logopedista; ortottista - assistente di oftalmologia; terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva; tecnico della riabilitazione psichiatrica; terapista occupazionale; educatore professionale.

[6]    Decreto ministeriale 15 gennaio 1999, Criteri per la programmazione dell'istituzione delle facoltà e dei corsi di laurea e di diploma in scienze motorie e procedure, tempi e modalità per la loro attivazione, ai sensi dell'art. 3 del D.Lgs. 8 maggio 1998, n. 178.

[7]    Decreto ministeriale 5 maggio 1999, Autorizzazione all’istituzione di facoltà e corsi di laurea e di diploma in scienze motorie in correlazione con la trasformazione degli ISEF e alla relativa attivazione a decorrere dall’anno accademico 1999-2000 presso le Università di Bologna, Cagliari, Cassino, Catania, Catanzaro, Firenze, Foggia, Genova, L’Aquila, Milano Cattolica, Milano Statale, Padova, Palermo, Perugia, Torino, Urbino, Verona e presso Istituto navale di Napoli.

[8]    Decreto ministeriale 3 novembre 1999, n. 509, Regolamento recante norme concernenti l'autonomia didattica degli atenei.

[9]    L’art. 4 del DM 509/1999 prevedeva che, trascorso un triennio dall'emanazione dei predetti decreti, modifiche o istituzioni di singole classi potessero essere proposte dalle università e, sentito il CUN, determinate con decreto del Ministro unitamente alle connesse disposizioni in materia di obiettivi formativi qualificanti e di conseguenti attività formative.

[10]   La nozione di credito formativo è stata introdotta dall’art. 5 del DM 509/99. I crediti misurano l’impegno complessivo richiesto allo studente, comprensivo dello studio individuale, ma anche della partecipazione alle lezioni, alle esercitazioni, a tirocini e ad attività di orientamento. A ciascun credito corrispondono, di norma, 25 ore di lavoro. Il lavoro di un anno corrisponde convenzionalmente a 60 crediti. Per conseguire la laurea, come detto nel testo, occorrono 180 crediti, mentre per la laurea magistrale ne occorrono 120.

[11]   Dm 4 agosto 2000, Determinazione delle classi delle lauree universitarie. Le classi di laurea specialistica sono state, invece, definite con DM 28 novembre 2000.

[12]   Dm 2 aprile 2001, Determinazione delle classi delle lauree universitarie delle professioni sanitarie.

[13]   In particolare, l’allegato 2 del DM 2 aprile 2001 stabilisce che  i laureati fisioterapisti “sono operatori sanitari cui competono le attribuzioni previste dal D.M. del Ministero della sanità 14 settembre 1994, n. 741 e successive modificazioni ed integrazioni; ovvero svolgono, in via autonoma o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori, e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita od acquisita. I laureati in fisioterapia, in riferimento alla diagnosi ed alle prescrizioni del medico, nell'àmbito delle loro competenze, elaborano, anche in equipe multidisciplinare, la definizione del programma di riabilitazione volto all'individuazione ed al superamento del bisogno di salute del disabile; praticano autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive utilizzando terapie fisiche, manuali, massoterapiche e occupazionali; propongono l'adozione di protesi ed ausili, ne addestrano all'uso e ne verificano l'efficacia; verificano le rispondenze della metodologia riabilitativa attuata agli obiettivi di recupero funzionale”.

[14]   DM 22 ottobre 2004, Modifiche al regolamento recante norme concernenti l'autonomia didattica degli atenei, approvato con D.M. 3 novembre 1999, n. 509 del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica.

[15]   Per completezza, si ricorda che, a seguito dei DM 16 marzo 2007, con DM 26 luglio 2007 sono state adottate le linee guida per l’istituzione e l’attivazione da parte delle università dei nuovi corsi di studio. Il decreto, in particolare, fissa gli obiettivi da perseguire nella riprogettazione dei percorsi formativi e definisce i requisiti richiesti per i nuovi corsi di studio.

[16]   Legge 1 febbraio 2006, n. 43, Disposizioni in materia di professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione e delega al Governo per l'istituzione dei relativi ordini professionali.

[17]   Per le classi di lauree magistrali delle professioni sanitarie e, invece, intervenuto il Dm 8 gennaio 2009.

[18]   Il decreto disciplina anche l’affidamento degli insegnamenti, gli obiettivi a cui devono tendere gli insegnamenti, le attività formative autonomamente scelte dagli studenti, l’attività formativa pratica e di tirocinio clinico, l’attribuzione dei crediti, il riconoscimento dei crediti nel caso di trasferimenti, i contenuti dell’esame finale.

[19]   A.S. 572.

[20]   A.C. 2317.

[21]   Decreto legge 5 dicembre 2005, n. 250, Misure urgenti in materia di scuola, università, beni culturali ed in favore di soggetti affetti da gravi patologie, nonché in tema di rinegoziazione di mutui, di professioni e di sanità, convertito in legge, con modificazioni, dall'art. 1, L. 3 febbraio 2006, n. 27.

[22]   Questa previsione era già presente nell’art. 1 del DM n. 741 del 1994, Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale del fisioterapista, ed è stata riconfermata nella legge n. 43 del 2006.

[23] Fonte: Ufficio di Statistica del MIUR (http://statistica.miur.it/ustat/Statistiche/provvisoria.asp)

Anno accademico

Iscritti al 1° anno

classe 33

Iscritti totali

classe 33

Laureati

classe 33

2005/2006

5.794

19.232

(anno solare 2005)  1.930

2006/2007

6.106

20.281

(anno solare 2006)  2.508

2007/2008

7.456

22.408

(anno solare 2007)  2.802

2008/2009

5.608

20.768

(anno solare 2008)  2.889

 

[24] Le informazioni sono tratte dal sito http://www.kk.ut.ee/

[25] Le informazioni sono tratte dal sito http://www.kk.ut.ee/index.aw/set_lang_id=2

 

[26]   Fonti: Ministero degli Affari esteri, CIA The World Factbook 2009, Unione Interparlamentare, fonti di stampa.

[27]   In carica dal 23 gennaio 2008, ha sostituito Vallo Reimaa. Appartengono allo stesso partito.

[28]   L´accordo definisce le linee di demarcazione terrestre e marittima (Golfi di Finlandia e Narva),previo uno scambio di territori di 127,5 ettari a favore dell’Estonia e 125,5 a favore della Russia, teso a rendere più razionale la nuova frontiera. L´Estonia riconosce così definitivamente una riduzione del proprio territorio di circa il 5% rispetto al confine tracciato nel 1920 dal Trattato di Pace di Tartu e la definitiva assegnazione al territorio russo (area di Petseri/Pechory) di buona parte del gruppo etnico ugro-finnico dei Setu (minoranza di religione cristiano-ortodossa e dall’idioma affine all’estone).

[29]   Fonte: Ministero degli Affari esteri.

[30]   Fonte: Ministero Affari Esteri.

[31]   Fonte: Ministero Affari Esteri.