Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento cultura
Titolo: Educazione civica. Educazione alla cittadinanza. Educazione alla legalità (Casal di Principe, 7 novembre 2008)
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 27
Data: 05/11/2008
Descrittori:
EDUCAZIONE   GIOVANI
ISTRUZIONE   PROGRAMMI E CORSI SCOLASTICI
Organi della Camera: VII-Cultura, scienza e istruzione


Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

SERVIZIO STUDI

 

Documentazione e ricerche

Educazione civica

Educazione alla cittadinanza

Educazione alla legalità

(Casal di Principe, 7 novembre 2008)

 

 

 

 

n. 27

 

 

5 novembre 2008

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La ricognizione della normativa regionale è stata effettuata dal Dipartimento Affari regionali.

 

 

 

 

Dipartimento Cultura

 

SIWEB

 

I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.

 

 

File: CU0043

 


INDICE

Premessa  1

La normativa e l’attività ministeriale  3

Risorse finanziarie per la diffusione della cultura della legalità  9

Indirizzi del Consiglio d’Europa e dell’Unione europea in materia di educazione alla cittadinanza ed educazione civica  15

§      Ministro della pubblica istruzione. D.M. 9 febbraio 1979. Programmi, orari di insegnamento e prove di esame per la scuola media statale (stralcio Programmi Educazione civica)23

§      Protocollo d’intesa 24 gennaio 2003 tra Ministero dell’Interno – Dipartimento Pubblica Sicurezza e Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - Direzione Generale per le Relazioni Internazionali26

§      L. 28 marzo 2003, n. 53. Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale (art. 2)30

§      D.Lgs. 17 ottobre 2005, n. 226. Norme generali e livelli essenziali delle prestazioni relativi al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione, a norma dell'articolo 2 della L. 28 marzo 2003, n. 53 (art. 1, All. C/2, Parte VII - Obiettivi specifici di apprendimento per l'educazione alla Convivenza civile)33

§      Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. D.M. 16 marzo 2006, n. 28. Giornata della legalità e Manifesto “Cittadinanza, legalità e sviluppo”43

§      Ministero della pubblica istruzione. Direttiva 16 ottobre 2006, n. 5843/A3. Linee di indirizzo sulla cittadinanza democratica e legalità  50

§      L. 27 dicembre 2006, n. 296. Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) (art. 1, commi 52, 627, 1345)62

§      Ministero della pubblica istruzione. Nota 23 maggio 2007, n. 2546. Comitato Nazionale Scuola e Legalità. Linee di indirizzo  63

§      D.L. 1° settembre 2008, n. 137, conv. con mod., L. 30 ottobre 2008, n. 169. Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università (art. 1 - Cittadinanza e Costituzione)70

Normativa regionale

§      Ricognizione delle leggi regionali con riferimento all’educazione alla legalità  73

Regione Campania  76

§      L.R. 6 maggio 1985, n. 39. Provvedimenti a favore delle scuole campane per contribuire allo sviluppo di una coscienza civile contro la criminalità camorristica  76

§      L.R. 13 giugno 2003, n. 12. Norme in materia di polizia amministrativa regionale e locale e politiche di sicurezza  78

§      L.R. 12 dicembre 2003, n. 23. Interventi a favore dei comuni ai quali sono stati trasferiti i beni confiscati alla delinquenza organizzata, ai sensi della legge 7 marzo 1996, n. 109, articolo 3  85

§      L.R. 9 dicembre 2004, n. 11. Misure di solidarietà in favore delle vittime della criminalità  87

§      Delib.G.R. 22 settembre 2006, n. 1473. Iniziative straordinarie L.R. n. 39/1985 - "Le Quattro Giornate di Napoli contro la camorra"92

Pubblicistica

§      I Quaderni di Eurydice, L’educazione alla cittadinanza nelle scuole in Europa, 2005 - stralcio  97

§      Ministero della pubblica istruzione, I Centri Risorse. Le attività dei Centri Risorse contro la dispersione scolastica, 2007 [realizzati con l’apporto del Fondo sociale europeo come polo di un’offerta formativa innovativa] - stralcio  141

 


SIWEB

Premessa

Questo dossier è stato preparato in occasione della missione a Casal di Principe (Caserta) di una delegazione della VII Commissione, prevista per il 7 novembre 2008. 

Durante la missione, la delegazione incontrerà il Consiglio comunale e i docenti e gli studenti dell’Istituto tecnico commerciale “G. Carli”, con i quali saranno affrontati i temi dell’educazione alla cittadinanza e alla legalità.

Il dossier si articola in una prima sezione ricognitiva della normativa e dell’attività ministeriale sull’argomento: per quanto concerne la normativa, partendo dal DPR n. 585 del 1958, che introdusse lo studio dell’educazione civica nei programmi di insegnamento della storia in vigore negli istituti e scuole di istruzione secondaria ed artistica, si arriva al decreto legge n. 137 del 2008 che ha previsto, a decorrere dall’anno scolastico 2008/2009, la predisposizione di azioni di sperimentazione finalizzate all’acquisizione di competenze relative a “Cittadinanza e Costituzione” nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, nonché nella scuola dell’infanzia.

Per quanto concerne l’attività ministeriale, si è operata la ricognizione dei provvedimenti di maggior rilievo in tema di educazione alla legalità.

In una seconda sezione, si è operata la ricognizione delle risorse finanziarie di cui si è previsto l’utilizzo per la diffusione della cultura della legalità,  con riferimento sia alle risorse nazionali, sia ai Fondi strutturali.

Completano il quadro descrittivo gli orientamenti del Consiglio d’Europa e dell’Unione europea in materia di educazione alla cittadinanza e di educazione civica.

Nel dossier sono stati inseriti, inoltre, i testi degli atti normativi e dei provvedimenti ministeriali più rilevanti, nonché una ricognizione delle leggi regionali. Per la sola Campania, sono stati inseriti i testi della normativa regionale.

Chiude il dossier una sezione di pubblicistica.

 


La normativa e l’attività ministeriale

Con Decreto del Presidente della Repubblica 13 giugno 1958, n. 585, Programmi per l’insegnamento dell’educazione civica negli istituti e scuole di istruzione secondaria e artistica, si è dispostoche,con effetto dall'anno scolastico 1958-59, i programmi d'insegnamento della storia, in vigore negli istituti e scuole d'istruzione secondaria ed artistica, fossero integrati da quelli di educazione civica indicati nel provvedimento[1].

Nel Decreto Ministeriale 9 febbraio 1979, recante Programmi, orari di insegnamento e prove di esame per la scuola media statale, l’educazione civica viene considerata “un campo di raccordo culturale, interdisciplinare, che ha anche suoi contenuti specifici rappresentati dalle informazioni sulle forme e sulle caratteristiche principali della vita sociale”; la materia d'insegnamento, esplicitamente prevista dal piano di studi, ha come oggetto di apprendimento le regole fondamentali della convivenza civile. Al gruppo di materie costituito da storia, educazione civica e geografia vengono assegnate quattro ore settimanali nelle prime e seconde classi, cinque ore nelle terze classi.

La legge 53/2003[2] (cosidetta”Legge Moratti”) indica tra le finalità della scuola primaria, che costituisce il primo ciclo di istruzione unitamente alla scuola secondaria di primo grado, l’educazione ai princìpi fondamentali della convivenza civile.

Il concetto è ripreso nelle Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio personalizzati nella scuola primaria e secondaria di primo grado, Allegate al DLgs. 59/2004[3], che fanno riferimento all’esercizio competente di tutte le “buone pratiche”. Le Indicazioni specificano anche gli obiettivi di apprendimento per l'educazione alla Convivenza civile (educazione alla cittadinanza, stradale, ambientale, alla salute, alimentare e all'affettività) in entrambi gli ordini si scuola. Così pure si precisa nel Profilo educativo e culturale dello studente alla fine del primo ciclo di istruzione (allegato D) che “grazie alla maturazione della propria identità e delle competenze culturali, il ragazzo è consapevole di essere titolare di diritti, ma anche di essere soggetto a doveri per lo sviluppo qualitativo della convivenza civile”.

Le nuove Indicazioni nazionali per la elaborazione dei curricoli per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione , allegate al D.M. 3 luglio 2007, ed adottate in via sperimentale per il biennio scolastico 2007/2008 e 2008/2009, includono tra i compiti peculiari del primo ciclo scolastico, l’educazione alla cittadinanza, anche al fine di insegnare agli allievi a riconoscere e rispettare i valori sanciti nella Costituzione della Repubblica Italiana.

Il riordino dell’istruzione secondaria di secondo grado delineato dal D.Lgs. 226/2005[4], come è noto, non è stato ancora avviato[5]; si ricorda, comunque, che il D.Lgs. citato menziona, tra le finalità dei nuovi percorsi liceali e dell’istruzione e formazione professionale di competenza regionale, la promozione dell’educazione alla convivenza civile (art. 1, comma 5).

Con riguardo a quest’ultima, gli Allegati al provvedimento, recanti Piani di studio dei singoli percorsi, indicano gli obiettivi specifici di apprendimento da conseguirsi- al termine del quinto anno- in esito ad attività didattico educative che permettano allo studente di trasformare in competenze personali le conoscenze e abilità relative ai seguenti ambiti: educazione alla cittadinanza, educazione stradale, educazione ambientale, educazione della salute, educazione alimentare, educazione alla relazione ed all’affettività[6].

 

 

Per completezza si segnala, inoltre, una disposizione volta a favorire l’ampliamento dell’offerta formativa che, pertanto, concorre a fare della scuola un “centro di promozione culturale, relazionale e di cittadinanza attiva nella società civile in cui opera, favorendo rientri scolastici e creando occasioni sistematiche di formazione[7]”. Ci si riferisce all’art. 1, comma 627, della legge finanziaria 2007 (L. 296/2006), che – ponendosi in continuità con quanto già previsto dall’art. 9 del DPR 275/1999[8] - prevede la fruizione degli ambienti e delle attrezzature scolastiche, anche in orario diverso da quello delle lezioni, da parte degli alunni, dei loro genitori e, più in generale, della popolazione giovanile[9]. La previsione in commento ha dato l’avvio al “Programma nazionale scuole aperte”[10].

 

Da ultimo, l’articolo 1 del Dl 137/2008[11]prevede che, dall’anno scolastico 2008/2009, siano predisposte azioni di sperimentazione (ex art. 11 del regolamento di cui al già citato D.P.R. n. 275/1999) finalizzate all’acquisizione di competenze relative a “Cittadinanza e Costituzione”, nonché iniziative di sensibilizzazione e formazione del personale docente.

In base alla relazione illustrativa, la disposizione “si colloca in una rinnovata presa di coscienza del compito centrale della scuola di formare cittadini informati, consapevoli e responsabili per la società di domani””.

Le relative attività devono essere realizzate nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, rispettivamente, nell’ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse. Analoghe iniziative devono essere avviate nella scuola dell’infanzia.

La disposizione prevede anche, a seguito di modifica apportata durante l’esame parlamentare, che al fine di promuovere la conoscenza del pluralismo istituzionale sono, altresì, attivate iniziative per lo studio degli statuti regionali.

 

In materia sono anche intervenuti numerosi provvedimenti ministeriali, incentrati sulla promozione dell’educazione alla legalità ed alla convivenza civile; queste finalità sono state ribadite recentemente nel quadro di misure volte a fronteggiare l’intensificarsi di episodi di bullismo.

 

 Si segnalano di seguito - a titolo di esempio -alcuni di questi atti ministeriali.

 

La Circolare Ministeriale 25 ottobre 1993, n. 302 (Educazione alla legalità), facendo riferimento al contesto storico-sociale nel quale la scuola italiana si trovava ad operare, promuoveva l’avvio di un “processo di sempre più diffusa educazione alla legalità, come presupposto etico e culturale di una contrapposizione decisa a tutti i fenomeni di criminalità”, in collaborazione con le altre istituzioni competenti e responsabili.

 

A tal, fine si proponevano una serie di iniziative.

1)       Organizzazione di un'efficace attività di contrasto della dispersione scolastica[12].

2)       Promozione di progetti sperimentali coordinati a livello nazionale in relazione a puntuali realtà di disagio e di frammentazione sociale, da realizzare mediante azioni di aggiornamento, intese quadro, sperimentazioni curricolari.

3)       Promozione di rapporti fra istituzioni scolastiche, anche appartenenti a zone colpite in grado diverso da fenomeni di criminalitàorganizzata, per il tramite di gemellaggi, scambi epistolari, visite-scambio, nell'ambito di viaggi studenteschi, proposte culturali.

4)       Attività centrali e locali di aggiornamento e di formazione dei docenti sull'educazione alla legalità, con particolare riguardo agli interventi finalizzati a contrastare la criminalità mafiosa. Tali attività potevano coinvolgere non soltanto i docenti delle discipline diritto ed educazione civica, ma anche tutti i docenti comunque disponibili ad assumere particolari responsabilità promozionali in un progetto/processo di educazione alla legalità.

5)       Utilizzazione di possibili strumentazioni multimediali già elaborate nel quadro delle iniziative di aggiornamento promosse e realizzate, anche dagli IRRSAE, con riguardo all'educazione alla legalità.

6)       Distribuzione ai docenti di alcune zone territoriali di particolare esposizione al rischio criminalità, di un questionario di screening, in relazione al tipo e al grado di impegno formativo esistente e/o promovibile.

7)       Distribuzione agli alunni di alcune zone territoriali, di particolare esposizione al rischio criminalità, di un questionario tendente a identificare il tipo e il grado di conoscenza e valutazione del fenomeno criminalità organizzata.

 

Veniva avviata tra l’altro, nello stesso anno, la collaborazione tra il Ministero e la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia, che- apriva presso i propri uffici uno specifico "sportello" destinato agli studenti.

In seguito, con il Protocollo di intesa del giugno 1998, la Commissione parlamentare di inchiesta, il Ministro della pubblica istruzione ed il Dipartimento per gli affari sociali della Presidenza del Consiglio hanno avviato iniziative congiunte per la promozione e la diffusione della cultura della legalità tra gli studenti della scuola dell’obbligo e del primo biennio delle superiori, con riferimento particolare ai residenti nelle zone a forte degrado ambientale.

 

Con la Direttiva ministeriale 8 febbraio 1996, n. 58, veniva ribadito il ruolo dell’educazione e della scuola e si fornivano indicazioni per i programmi di insegnamento dell’educazione civica specificando, tra l’altro, che gli obiettivi propri della materia sono perseguiti, da un lato, nella complessiva attività didattica ed educativa, che riguarda trasversalmente tutti gli insegnamenti e le attività extracurricolari, con modalità flessibili, anche in relazione all’autonomia delle singole scuole; dall’altro, nell’ambito di un insegnamento specifico, come previsto dal D.P.R. 585 del 1958.

 

In anni più recenti, la Direttiva generale sull’azione amministrativa del Ministero dell’istruzione per l’anno 2005, ha indicato fra gli interventi prioritari a favore dei giovani l’educazione alla convivenza civile e alla legalità, quali presupposti per realizzare l’obiettivo strategico diretto alla promozione e allo sviluppo di una dimensione europea dell’educazione.

 

 Con il Decreto ministeriale 21 dicembre 2005, n. 90, veniva costituito il Comitato Nazionale “Scuola e Legalità”, con l’obiettivo di potenziare l’educazione alla legalità come elemento qualificante dell’educazione alla convivenza civile, affinché le istituzioni scolastiche divenissero luoghi privilegiati di rispetto dei diritti umani, di pratica della democrazia e di formazione di cittadini consapevoli e responsabili.

 

Il Decreto ministeriale 16 marzo 2006 ha istituito la Giornata Nazionale della Legalità, da celebrare il primo giorno di ogni anno scolastico[13], e diffuso il Manifesto Nazionale “Cittadinanza, legalità e sviluppo”.

 

Con Direttiva 16 ottobre 2006, Prot. n° 5843/A3, il Ministero della pubblica istruzione ha emanato le Linee di indirizzo sulla cittadinanza democratica e legalità.

In sintesi,la Direttiva, coerentemente con le direttive internazionali ed europee e in conformità con le indicazioni della Costituzione italiana, propone una rilettura dei valori di cittadinanza, di democrazia, di legalità anche in considerazione dei cambiamenti sociali, culturali, economici, e dei processi di innovazione e trasformazione che hanno investito i sistemi educativi di tutti i Paesi.

All'educazione alla legalità viene riconosciuta una dimensione formativa trasversale ai saperi; essa costituisce l’opportunità di rafforzare la capacità della scuola di interpretare e di intervenire sulla realtà contemporanea e comprenderne i problemi. Viene, inoltre, ribadito il valore educativo dell' esperienza acquisita anche al di fuori dei sistemi di istruzione e formazione, valorizzando la dimensione formativa dell'interazione tra apprendimento formale e non formale.

La Direttiva sottolinea la necessità di una partecipazione attiva dei giovani alla costruzione europea, alla comprensione delle diversità culturali delle società multietniche, al riconoscimento dei valori della libertà, dell'uguaglianza, della legalità, al rispetto dei diritti umani e alla lotta contro la mafia, il razzismo, la xenofobia. Indica, inoltre, le linee guida e gli orientamenti di cui tenere conto nella progettazione e realizzazione delle iniziative di educazione alla legalità.

Vengono fornite, infine, indicazioni in merito al Piano dell’offerta formativa[14] elaborato dalle istituzioni scolastiche autonome, all'accoglienza, all'organizzazione della vita scolastica, alla valutazione, alla formazione del personale scolastico, all'Associazionismo degli studenti e dei genitori, alla Cooperazione europea ed internazionale, e proposti alcuni criteri per le azioni da realizzare a livello provinciale, regionale, nazionale.

 

Con nota prot. n. 2546/DGS del 23 maggio 2007 sono state, quindi, rese note le Linee di indirizzo elaborate dal Comitato Nazionale "Scuola e Legalità”.

 

Queste ultime specificano che l'educazione alla legalità dovrebbe assumere una funzione nuova nel complesso della programmazione didattica per diventare uno snodo interdisciplinare completamente integrato nei curricola ed evidenzia che saranno determinanti, in proposito, le conoscenze e le competenze dei docenti che dovranno introdurre l'educazione alla legalità in tutti gli ambiti curricolari, evidenziandone le dimensioni trasversali. Ancora, secondo le linee di indirizzo, l'educazione alla legalità non va sommata alle diverse discipline, ma sono queste a cedere spazi ed agganci formativi. Si prevede, inoltre, che debbano essere ampliate ed integrate le occasioni di conoscenza e di comprensione dei fenomeni sociali, nel rispetto delle esigenze formative degli studenti, che dovranno essere in grado di contestualizzare problemi e soluzioni attraverso solide competenze cognitive, civiche e relazionali.

In questo quadro, viene sottolineato il carattere strategico della sensibilizzazione e formazione dei docenti, dei dirigenti e del personale della scuola e, a tale scopo, si prospetta la realizzazione di un piano nazionale (rivolto agli insegnanti) e di iniziative mirate (per i dirigenti ed il personale ATA). La formazione per l'educazione alla legalità dovrebbe inserirsi, dunque, nell'ambito del sistema di educazione permanente di tutto il personale della scuola.

 

Come già accennato sopra, misure specifiche sono state poi adottate in relazione all’incremento di fenomeni di bullismo e violenza nei contesti scolastici; con nota n. 16 del 5 febbraio 2007 il Ministro della pubblica istruzione ha emanato le linee di indirizzo generali ed indicato azioni di prevenzione da attivare a livello nazionale.

In tale quadro si fa riferimentoalla necessità di valorizzare i percorsi di apprendimento individualizzati e interconnessi con la realtà sociale del territorio, la cooperazione, la promozione della cultura della legalità e del benessere di bambini e adolescenti. Si precisa tra l’altro che “la comunità scolastica contribuisce allo sviluppo della personalità dei giovani anche attraverso l'educazione alla legalità, intesa non solo come rispetto delle regole di convivenza democratica, ma anche dei doveri che ineriscono al ruolo e alla funzione che ciascun soggetto è chiamato a svolgere all'interno della comunità medesima”. Si sottolinea, inoltre, come le istituzioni scolastiche e gli insegnanti debbano avere a disposizione risorse e strumenti di supporto per lo svolgimento del loro compito, in un rapporto di collaborazione con le altre istituzioni territoriali e agenzie educative.

A tali indicazioni si affianca l’adozione di misure volte ad individuare comportamenti attivi di natura "riparatoria – risarcitoria” da parte degli alunni (per tale profilo sono state apportate modifiche allo Statuto degli studenti e delle studentesse adottato con DPR 249/98[15]); particolare rilievo assume, a tal fine, il regolamento disciplinare di cui le singole scuole devono dotarsi.

Secondo le indicazioni contenute nelle linee di indirizzo, sono state in seguito avviate campagne di comunicazione diversificate; è stato realizzato un portale internet, in collaborazione con scuole, studenti e consulte[16] (www.smontailbullo.it); è stato attivato un numero verde (800 66 96 96) e sono stati costituiti osservatori regionali permanenti.

Il Ministero, inoltre, ha siglato un’intesa con l'A.E.S.V.I. (Associazione Editori Software Videoludico Italiana)[17], per la promozione di campagne di comunicazione dirette a a sensibilizzare i genitori nella scelta dei videogiochi con riguardo al controllo preventivo della classificazione PEGI (Pan European Game Information), il codice di autoregolamentazione adottato su scala europea dalle stesse ditte produttrici di videogame.

Merita poi segnalare che recentemente (26 luglio 2008) è stato siglato un accordo operativo- tra il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, la procura nazionale antimafia e l'Agenzia del Demanio- grazie a a quest’ultimo 230 beni confiscati alla criminalità in tutta Italia verranno assegnati ad istituti scolastici e diventeranno sedi di formazione professionale.

 

Come primo esempio di riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata sono state presentate il 29 settembre 2008 al Presidente della Repubblica[18], le mozzarelle di bufala dell’agroaversano, prodotte nelle aziende bufaline confiscate grazie alla collaborazione tra le cooperative sociali e gli Istituti Alberghieri del territorio(“Cavalcanti” di Napoli, “Castel Volturno” e “Piedimonte Matese” di Caserta)[19].

 

Infine, merita segnalare alcune iniziative in corso risultanti dalla collaborazione tra il Ministero, la Camera dei deputati e il Senato della repubblica. Si tratta del progetto “Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione[20]” e del progetto “Vorrei una legge che[21]” .


Risorse finanziarie per la diffusione della cultura della legalità

Si riportano, di seguito, alcune disposizioni che hanno finanziato progetti a vario titolo riconducibili alla promozione dell’educazione alla cittadinanza ed alla legalità.

 

L’art. 1, comma 1345, della legge finanziaria per il 2007 (L. 296/2006) ha istituito e finanziato con 950.000 euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2007, 2008, 2009, il Fondo per iniziative volte all’affermazione della cultura della legalità ed al contrasto delle mafie in favore delle regioni interessate dal radicamento territoriale dei fenomeni della criminalità organizzata. Il Fondo è finalizzato allo sviluppo nelle scuole di azioni e politiche volte agli scopi citati ed alla diffusione della cittadinanza attiva.

Con Decreto dirigenziale n. 63 del 15 novembre 2007, il Ministero della Pubblica istruzione ha ripartito tra gli Uffici Scolastici Regionali per la Sicilia, per la Calabria, per la Campania e per la Puglia il finanziamento complessivo relativo al 2007: alla Sicilia sono stati assegnati 350 mila euro, 200 mila euro a ciascuna delle altre regioni.

Da informazioni assunte presso il Ministero, risulta che con tali fondi sono state realizzate una serie di iniziative, sia a livello nazionale che locale, scelte autonomamente dagli Uffici scolastici regionali di riferimento sulla base di criteri comuni di efficacia, efficienza, capillarità dell’azione e coinvolgimento dei giovani sin dalla fase di progettazione. Tra i progetti di respiro nazionale particolare rilievo ha assunto la diffusione delle nuove tecnologie e la segnalazione del loro potenziale di connessione e di comunicazione tra i ragazzi.

L’importo relativo all’esercizio finanziario 2008[22] non è stato ancora ripartito. Nel ddl di bilancio per il 2009 (AC 1714, Tabella 7), attualmente all’esame della Camera dei Deputati, Io stanziamento di competenza attribuito al Fondo ammonta a 733.856 euro; la decurtazione è connessa alle riduzioni lineari disposte dall’art. 60 del DL 112/2008 (cosidetta “manovra 2009-2011”), convertito, con modificazioni, dalla legge 133/2008[23].

 

L’art. 1, comma 52, della medesima legge finanziaria per il 2007 ha, inoltre, autorizzato la spesa di 100 mila euro per ciascun anno del triennio 2007-2009 per la realizzazione di campagne di informazione e di educazione dei giovani sui rischi derivanti dal vizio del gioco, affidando al Ministro della pubblica istruzione la definizione delle modalità applicative. Il finanziamento è stato confermato per l’esercizio finanziario 2008[24], mentre nel ddl di bilancio 2009 (AC 1714, Tabella 7) all’ esame della Camera dei deputati, l’importo è stato ridotto a 79.565 euro in relazione alle decurtazioni disposte dal già citato art. 60 del DL 112/2008.

 

Da informazioni assunte presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca risulta che è stato istituito un gruppo di lavoro tecnico scientifico (Decreto Direttore Generale per lo Studente, 18 dicembre 2007) con associazioni competenti e professionalità adeguate per la costruzione di programmi educativi finalizzati a sviluppare nei ragazzi la consapevolezza dei rischi derivanti dal vizio del gioco d’azzardo ed a r la progettare azioni di supporto alla formazione dei docenti. Il lavoro avviato dovrebbe concludersi con la realizzazione di un sito internet che sarà attivato entro la fine del 2008 e con una pubblicazione da distribuire in tutte le scuole[25].

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 L’art. 2, commi 102-104, della legge finanziaria per il 2008 (L. 244/2007) ha istituito nello stato di previsione del Ministero dell’Interno un Fondo per la legalità, con lo scopo di finanziare progetti volti a “rafforzare la legalità e il miglioramento delle condizioni di vita dei territori in cui opera la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare”. Ai sensi della legge citata il Fondo sarebbe stato alimentato con proventi derivanti dai beni mobili e somme di denaro oggetto di confisca, quale misura di prevenzione patrimoniale antimafia ai sensi della L. 575/1965[26].

In ordine alla destinazione del Fondo, si prevedeva il finanziamento anche parziale di progetti relativi:

§      al potenziamento delle risorse strumentali e delle strutture delle Forze di polizia;

§      al risanamento di quartieri urbani degradati;

§      alla prevenzione e al recupero di condizioni di disagio e di emarginazione;

§      al recupero o alla realizzazione di strutture pubbliche;

§      alla diffusione della “cultura della legalità”.

La disciplina di attuazione della disposizione e, in particolare, le modalità di accesso al fondo erano rimesse ad un decreto del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge finanziaria.

Successive disposizioni sono intervenute in seguito sulla medesima materia trasferendo la dotazione del Fondo per la legalità al Fondo unico giustizia, di nuova istituzione e di più ampia portata; tra le destinazioni indicate per quest’ultimo, tuttavia, non è più compreso il finanziamento dei progetti sopra elencati.

 

L’articolo 61, comma 23, del già citato decreto-legge 112/2008, ha previsto che le somme destinate ad alimentare il Fondo per la legalità citate confluissero, unitamente ad altre analogamente derivanti da applicazione di sanzioni, in un unico nuovo fondo (Fondo unico giustizia); la gestione delle risorse in questione è stata affidata alla società interamente posseduta da Equitalia S.p.A. (ex Riscossione s.p.a.)[27], già titolare, ai sensi della legge finanziaria per il 2008, della riscossione delle spese di giustizia.

Recentemente, poi, l'articolo 2 del DL 143/2008[28], come modificato nel corso dell’esame presso il Senato, ha previsto una più puntuale regolamentazione del Fondo unico giustizia; in particolare, ha ulteriormente ampliato la tipologia delle risorse che affluiscono al citato Fondo ed ha introdotto nuove modalità di gestione affidando ad un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri l’indicazione annuale delle quote da destinare:

a) in misura non inferiore ad un terzo, al Ministero dell'interno per la tutela della sicurezza pubblica e del soccorso pubblico, fatta salva l'alimentazione del Fondo di solidarietà per le vittime delle richieste estorsive e del Fondo di rotazione per la solidarietà delle vittime dei reati di tipo mafioso;

b) in misura non inferiore ad un terzo, al funzionamento e al potenziamento degli uffici giudiziari e degli altri servizi istituzionali del Ministero della giustizia;

c) all’entrata del bilancio dello Stato.

 

L’educazione alla cultura della convivenza civile è inclusa, unitamente ad altri obiettivi, compreso quello di prevenire e combattere il disagio giovanile attraverso iniziative di formazione dei docenti, tra le finalità da conseguire nel 2005 tramite assegnazione di parte delle risorse del Fondo per l’offerta formativa[29]alle istituzioni scolastiche per il potenziamento dei Piani dell’offerta formativa. Si precisa, in particolare, che nella programmazione delle attività complementari ed integrative dell'iter formativo, da realizzarsi anche in orario extrascolastico, saranno previste azioni volte a costituire, sviluppare e potenziare la socializzazione e la formazione personale degli studenti, ivi comprese quelle promosse a livello nazionale, finalizzate all'orientamento dei giovani, alla partecipazione dei genitori al progetto educativo e al percorso formativo della scuola, all'educazione interculturale, all'aggregazione giovanile, alla convivenza civile, al potenziamento della cultura musicale, sportiva, all'educazione motoria nella scuola primaria e all'educazione alla salute.

Analogo obiettivo è indicato nelle Direttiva di riparto del Fondo per l’esercizio finanziario 2006[30]; tra le finalità indicate per il 2007 e per il 2008[31] figurano la realizzazione di percorsi multidisciplinari di educazione alla salute ed alla legalità, il contrasto al bullismo ed alla violenza, la promozione delle cultura delle legalità e della cittadinanza attiva.

 

Numerosi progetti sono stati, poi, finanziati con i Fondi strutturali 2000-2006[32]: in particolare, 4929 iniziative, per un impegno finanziariodi 170 milioni di euro, sono state adottate nell’ambito del programma operativo “La scuola per lo sviluppo” (e tramite l’utilizzo del Fondo sociale europeo)[33]. Esse riguardano principalmente la lotta alla dispersione scolastica, considerata misura di prevenzione rispetto all’eventuale devianza; analoga attenzione è stata dedicata al miglioramento dell’accoglienza scolastica attraverso l’adeguamento delle strutture edilizie.

Con l’apporto del Fondo sociale europeo, per un importo complessivo di 31,3 milioni di euro, sono stati, inoltre, realizzati i 140 “centri risorse[34], come polo di un’offerta formativa innovativa realizzato dalle scuole e da altri soggetti (associazioni, enti locali).

Nel corso dell’attuazione del programma, in coerenza con gli orientamenti comunitari per le aree dell’Obiettivo 1, che indicano nell’integrazione degli interventi uno dei metodi più significativi per raggiungere gli obiettivi di sviluppo economico e di coesione sociale, il 24 gennaio 2003 è stato siglato un Protocollo di intesa tra il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ed il Ministero dell’interno[35], volto a favorire la collaborazione tra le parti per ridurre fenomeni di criminalità ed emarginazione sociale nel Mezzogiorno d’Italia nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia” a titolarità del Ministero dell’Interno e delP.O.N. “La scuola per lo sviluppo”, a titolarità del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

I due Ministeri si sono impegnati a collaborare e coordinare gli interventi finanziati dai rispettivi Programmi Operativi nelle regioni dell’Ob.1, per:

·          il rafforzamento delle basi culturali e della convivenza civile dei cittadini;

·          lo sviluppo di una maggiore coesione sociale;

·          la sicurezza nel territorio;

·          la riduzione di fenomeni di criminalità e di disagio sociale.

Gi interventi in questione sarebbero stati realizzati attraverso un’integrazione delle Misure presenti nei due Programmi Operativi:

Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia” :

Programma Operativo Nazionale “La scuola per lo sviluppo” :

 

In particolare, la collaborazione è stata caratterizzata dalla produzione di un videogioco a cura del Ministero dell’interno, che poi è stato diffuso nelle scuole attraverso l’attuazione di percorsi didattici da parte del Ministero dell’istruzione (i cantieri della legalità)[36].

In secondo luogo, sono state realizzate due iniziative parallele: il Ministero dell’interno ha avviato 20 progetti pilota per la diffusione della legalità, con il coinvolgimento di 144 comuni, mentre il Ministero dell’istruzione ha emanato una circolare multi misura destinata alle 600 scuole degli stessi comuni con l’opportunità di ampliare l’offerta formativa e di allestire laboratori multimediali e linguistici. Le scuole coinvolte sono state 323 e sono stati presentati 1311 progetti, dei quali 904 approvati[37], con un impegno di oltre 25 milioni di euro a valere sul FSE e di altrettanto a valere sul FESR.

La realizzazione dei progetti programmati e finanziati con i Fondi strutturali 2000-2006 è ancora in corso di completamento.

 

Per il periodo 2007-2013 sono previsti due Programmi operativi nazionali,Competenze per lo Sviluppo” e “Ambienti per l’Apprendimento”, che prevedono di implementare gli interventi finalizzati a migliorare le competenze di base, in considerazione del fatto che, come dimostrano le risultanze di studi internazionali, vi è una correlazione tra livelli di istruzione e propensione alla devianza e alla criminalità, come pure fra livelli di istruzione e partecipazione attiva dei cittadini ai processi di sviluppo e al benessere della collettività. In questo ambito, è prevista la promozione di progetti per il successo scolastico e, in tale contesto, di iniziative per la diffusione della “cultura della legalità”.

Nell’a.s. 2007-2008, nell’ambito del PON “Competenze per lo sviluppo”, finanziato con il FSE, sono stati realizzati circa 1500 interventi per promuovere il successo scolastico con il coinvolgimento di 130.000 fra allievi e genitori e un impegno di 40 milioni di euro. Nello stesso periodo, lo sviluppo delle competenze sociali e civiche sono state oggetto di interventi formativi per gli allievi, i docenti e gi adulti da parte di oltre 2.500 scuole, che hanno sviluppato oltre 5.000 progetti, con un importo complessivo di circa 100 milioni di euro.


Indirizzi del Consiglio d’Europa e dell’Unione europea in materia di educazione alla cittadinanza ed educazione civica

Con riferimento all’attività degli ultimi anni si segnala che è stata adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa la Raccomandazione (2002)12 del 16 ottobre 2002 sull’educazione alla cittadinanza democratica; quest’ultima è intesa comefattore di coesione sociale, di comprensione reciproca, di dialogo interculturale ed interreligioso e di solidarietà; se ne auspica pertanto la centralità nelle riforme e nell’attuazione delle politiche dell’istruzione.

Il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha proclamato il 2005 "Anno Europeo della Cittadinanza attraverso l'Istruzione"[38] con l'obiettivo di concentrare l'attenzione sull'importanza dell'istruzione nello sviluppo della cittadinanza ed incentivare una partecipazione viva, attiva e propositiva alla vita sociale; in tale ottica è stata avviata in tutta l'Europa una campagna di diffusione dei programmi di educazione alla cittadinanza, elaborata in seno al Consiglio, e sono state promosse iniziative per la diffusione di buone pratiche, per svolgere un ruolo attivo all'interno della società, a livello locale, nazionale o internazionale.

Il 18 dicembre 2006, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno approvato una Raccomandazione relativa a “competenze chiave per l’apprendimento permanente[39]” queste ultime dovrebbero essere acquisite al termine del periodo obbligatorio di istruzione o di formazione e servire come base al proseguimento dell’apprendimento nel quadro dell’educazione e della formazione permanente.

 

 L’iniziativa si inquadra nel processo, avviato dal Consiglio europeo di Lisbona del 2000 e conosciuto come ‘strategia di Lisbona’, che ha la finalità di fare dell’Europa ‘l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo’. Per ottenere questo risultato, è stata fissata (Consiglio europeo, Barcellona marzo 2002) una serie di obiettivi che devono essere raggiunti per il 2010, attraverso l’impegno di tutti gli Stati membri e delle istituzioni europee, impegnate nel monitoraggio sui progressi fatti e nell’individuazione di ulteriori strategie.

 

Tenendo conto di queste finalità, il Parlamento ha definito otto ambiti di competenze chiave[40]: comunicazione nella madrelingua; comunicazione nelle lingue straniere; competenza matematico scientifiche; competenza digitale; imparare ad imparare; competenze sociali e civiche; spirito di iniziativa e imprenditorialità; consapevolezza ed espressione culturale.

Per quanto qui interessa, con riferimento alla competenze sociali e civiche la Raccomandazione specifica che esse includono competenze personali, interpersonali e interculturali, e riguardano tutte le forme di comportamento atte a consentire una partecipazione costruttiva alla vita sociale e lavorativa, ivi compresa la gestione di conflitti; in particolare, per un’efficace partecipazione sociale e interpersonale è essenziale comprendere i codici di comportamento e le maniere generalmente accettati in diversi ambienti e società (ad esempio sul lavoro). È altresì importante conoscere i concetti di base riguardanti gli individui, i gruppi, le organizzazioni del lavoro, la parità, la non discriminazione tra i sessi, la società e la cultura, nonché le dimensioni multiculturali e socioeconomiche delle società europee. Alla base della “competenza sociale” sta la capacità di comunicare in modo costruttivo in ambienti diversi, di mostrare tolleranza, di esprimere e di comprendere diversi punti di vista, nonché di negoziare.

 La competenza civica si basa, a sua volta, sulla conoscenza dei concetti di democrazia, giustizia, uguaglianza, cittadinanza e diritti civili.

Le abilità connesse riguardano la capacità di impegnarsi in modo efficace con gli altri nella sfera pubblica, nonché di mostrare solidarietà e interesse per risolvere i problemi concernenti la collettività locale e la comunità allargata. Ciò comporta, tra l’altro, il rispetto dei diritti umani, tra cui anche quello dell'uguaglianza, quale base per la democrazia, la consapevolezza ed il rispetto per le differenze tra sistemi di valori di diversi gruppi anche in relazione a fattori religiosi o etnici.

 

 

 




[1]    Con riguardo alla scuola secondaria inferiore, si precisava che l’insegnamento (nella I e II classe) avrebbe enucleato elementi utili alla formazione della personalità civile e sociale dell'allievo per passare poi all’illustrazione (classe III) dei principi ispiratori e lineamenti essenziali della Costituzione della Repubblica Italiana.

Per il primo biennio della scuola secondaria superiore si segnalavano come temi di interesse: diritti e doveri nella vita sociale, interessi individuali ed interesse generali, bisogni collettivi, pubblici servizi, organizzazione del lavoro, solidarietà sociale, lineamenti dell’ordinamento dello Stato, rappresentanza politica ed elezioni. Per le classi del triennio venivano indicatii seguenti argomenti: inquadramento storico e principi ispiratori della Costituzione, doveri e diritti dell'uomo e del cittadino, garanzie e limiti della libertà, solidarietà sociale nello Stato moderno, problemi sociali con riferimento alla loro evoluzione storica, lavoro e sua organizzazione, previdenza ed assistenza, formazioni sociali, ordinamento dello Stato, organi costituzionali, formazione ed attuazione delle leggi, organismi internazionali e supernazionali per la cooperazione tra i popoli.

Si prescriveva infine che, nell'ambito dell'orario fissato per l'insegnamento della storia, il docente destinasse ai temi di educazione civica due ore mensili.

[2]    L. 28 marzo 2003, n. 53, Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale.

[3]    Allegati B) e C) al D.Lgs. 19 febbraio 2004 n. 59 Definizione delle norme generali relative alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione, a norma dell'articolo 1 della L. 28 marzo 2003, n. 53.

[4]    D.Lgs. 17 ottobre 2005, n. 226, Norme generali e livelli essenziali delle prestazioni relativi al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione, a norma dell'articolo 2 della L. 28 marzo 2003, n. 53. Il secondo ciclo di istruzione, nelle linee definite dalla riforma Moratti ed a seguito delle modifiche introdotte dall’art.13 del DL7/2007, è costituito dal sistema dell’istruzione secondaria superiore (del quale fanno parte licei, istituti tecnici e istituti professionali) e dal sistema dell’istruzione e formazione professionale, di competenza regionale.

[5]    L’art. 13, comma 1-quater, del dl 7/2007, convertito, con modificazioni, dalla legge 40/2007, ha rinviato l’avvio della riforma del secondo ciclo all’anno scolastico 2009-2010.

[6]    Gli obiettivi contenuti nei piani di studio relativi al liceo classico (Allegato C/2), riportati in questo dossier, sono riproposti dai piani di studio degli altri percorsi.

[7]    Ministero della Pubblica istruzione, nota 29 luglio 2007,Programma nazionale "Scuole aperte" a. s. 2007/08. Criteri e parametri organizzativi.

[8]   Ai sensi dell’art. 9 del D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275, Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'art. 21 della L. 15 marzo 1997, n. 59, le istituzioni scolastiche realizzano ampliamenti dell’offerta formativa anche in relazione alle esigenze del contesto socio culturale ed in collegamento con iniziative promosse dagli enti locali. Gli interventi citati sono destinati agli studenti, ma anche ai loro genitori o, comunque, in generale, agli adulti del territorio. Iniziative complementari e integrative dell'iter formativo degli studenti da realizzare al di fuori dell’orario scolastico erano autorizzate anche dal DPR 10 ottobre 1996, n. 567 Regolamento recante la disciplina delle iniziative complementari e delle attività integrative nelle istituzioni scolastiche.

[9]    Al finanziamento dell’iniziativa concorre una parte delle risorse stanziate per la scuola dall’art. 1, comma 634, della medesima legge finanziaria (l’importo complessivo previsto dal comma è di 220 milioni di euro a decorrere dall'anno 2007).

[10]   Circolare ministeriale 29 agosto 2007. Le risorse dedicate al Progetto per il 2007 ammontano a 64 milioni di euro; in particolare, 30 milioni sono destinati ad attività di recupero e prevenzione di ripetenze ed abbandoni; i rimanenti alla sperimentazione di metodologie didattiche innovative nello studio delle discipline curricolari (5 milioni per laboratori scientifici, 2 milioni per percorsi di approfondimento dello studio di Dante, 2 milioni per la promozione dell'attività motoria e sportiva, 2 milioni per l'approfondimento della cultura e della storia locale, 2 milioni per l'apprendimento pratico della musica, 2 milioni per le discipline artistiche, oltre 9 milioni destinati alle spese di apertura, funzionamento e pulizia dei locali della scuola). Da informazioni fornite dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, risulta che anche per il 2008 il programma è stato confermato e che i finanziamenti riguardano progetti relativi alla musica, allo sport, alle scienze e ai corsi di italiano per stranieri.

[11]   Dl 1 settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università.

[12]   Giova, inoltre, ricordare che con una serie di decreti legge furono adottati - per gli anni scolastici 1992/1993 e 1993/1994 - interventi urgenti per l’edilizia scolastica e per la prevenzione e rimozione dei fenomeni di dispersione scolastica (rafforzando le dotazioni organiche dei docenti in servizio nelle regioni meridionali ed in alcune grandi città): si tratta del D.L. 2 agosto 1993, n. 265, reiterato con il D.L. 1 ottobre 1993, n. 391, convertito, con modificazioni, dalla legge 1 dicembre 1993, n. 484, e del D.L. 10 giugno 1994, n. 370, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1994, n. 496.

[13]   Come determinato dalle Regioni ai sensi dell’art. 138 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112.

[14]   Ai sensi del D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275, il Piano dell’offerta formativa (POF) è il documento costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche autonome e comprende anche attività extracurricolari ed educative progettate in relazione al contesto culturale e socioeconomico (iniziative di recupero, sostegno, orientamento scolastico e professionale, attivazione di insegnamenti facoltativi e percorsi didattici individualizzati). Il POF è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi definiti dal consiglio di circolo o di istituto, e tenendo conto delle proposte e dei pareri formulati dai genitori e, per le scuole secondarie superiori, degli studenti. Il documento viene poi adottato dal consiglio di circolo o di istituto, reso pubblico e consegnato agli alunni e alle famiglie all'atto dell'iscrizione.

[15]   D.P.R. 24 giugno 1998, n. 249.

[17]   In data 5 febbraio 2007.

[18]   Il 29 settembre 2008, nell’ambito della manifestazione “Tutti a scuola” sono state presentate alla Presidenza della Repubblica alcune esperienze significative condotte da scuole di vario ordine e grado .

[19]   Il progetto è noto come Mozzarelle di bufala: “Dalla scuola alla tavola”, nell’ambito della più ampia iniziativa “Più scuole meno mafia”

[22]   Ministero dell’Economia e delle finanze, Decreto 18 dicembre 2007, Ripartizione in capitoli delle Unità previsionali di base relative al bilancio di previsione dello Stato per il 2008, Stato di previsione del Ministero della Pubblica istruzione, Missione Istruzione scolastica, Programma Programmazione e coordinamento dell’istruzione, Macroaggregato 1.1.2 .Interventi, Centro di responsabilità Dipartimento per la programmazione ministeriale e per la gestione del bilancio delle risorse umane e dell’informazione, cap1263.

[23]   In particolare tre disposizioni contenute nell’art. 60 del DL 112 hanno ripercussioni sull’entità e sulla distribuzione degli stanziamenti; si prevede infatti che:

•     per gli esercizi dal 2009 al 2011 sia operato un taglio lineare sulle dotazioni finanziarie delle missioni di spesa a legislazione vigente di ogni ministero, con indicazione della componente relativa a competenze predeterminate per legge (art. 60, comma 1 );

•     limitatamente all’esercizio finanziario 2009, con la legge di bilancio – ed i successivi provvedimenti di assestamento – si possano rimodulare le risorse iscritte in bilancio, nell’ambito dei programmi facenti capo ad una stessa missione (fatta eccezione per le spese di natura obbligatoria, per le spese in annualità e a pagamento differito) comprese quelle predeterminate per legge (art. 60, comma 3);

•     per l’esercizio finanziario 2009, la quota degli importi da accantonare ai sensi dell’art. 1, commi 507 e 508, della legge finanziaria 2007 (L. 296/2006 ) sia portata in riduzione effettiva dalle dotazioni di bilancio (art. 60, comma 10).

[24]   Ministero dell’Economia e delle finanze, Decreto 18 dicembre 2007, Ripartizione in capitoli delle Unità previsionali di base relative al bilancio di previsione dello Stato per il 2008-Stato di previsione del Ministero della Pubblica istruzione, Missione Istruzione scolastica, Programma Programmazione e coordinamento dell’istruzione, Macroaggregato 1.11 Funzionamento, Centro di responsabilità Dipartimento per l’istruzione, Cap 1463.

[25]   Il gruppo di lavoro ha effettuato una serie di incontri che hanno portato:

a)   alla progettazione di un percorso pilota mirato alla conoscenza del fenomeno (come viene percepito; quali sono le strategie preventive più funzionali da applicare nel contesto scolastico), nonché alla sensibilizzazione ed alla formazione di alunni e docenti, con una particolare centratura sulle metodologie di sperimentazione attiva e partecipante da parte dei target individuati (fase in progress);

b)   all’elaborazione di un portale internet centrato sulle condotte a rischio in età dello sviluppo che interessano le tematiche del gioco d’azzardo, e che troverà adeguata pubblicizzazione entro fine 2008;

c)   all’elaborazione di specifici supporti informativi sul tema, mirati a differenti target di popolazioni (studenti ed insegnanti), e la cui pubblicazione richiede necessari step di valutazione e raccordo finale,

      Le informazioni sintetizzate sopra sono state assunte presso il Dipartimento per l’Istruzione – Direzione generale per lo studente.

[26]    La legge 31 maggio 1965, n. 575 , Disposizioni contro la mafia, contiene attualmente le principali norme in materia di misure di prevenzione patrimoniali antimafia. Tali misure, introdotte dalla cosidetta “legge Rognoni-La Torre” (L. 646/1982) sono il sequestro e la confisca, volte a sottrarre, prima provvisoriamente e poi in via definitiva, agli appartenenti alle organizzazioni criminali la disponibilità giuridica e materiale di beni di illecita provenienza.

[27]   Al capitale di Equitalia partecipano l'Agenzia delle entrate, nella misura del 51 per cento, e l’INPS, nella misura del 49 per cento.

[28]   Decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, Interventi urgenti in materia di funzionalità del sistema giudiziario; il ddl di conversione, approvato dal Senato, è attualmente all’esame della Camera (AC 1772).

[29]   Direttiva ministeriale 10 giugno 2005, n. 56, recante ripartizione del Fondo di cui alla legge 440/1997 per l’esercizio finanziario 2005. La legge 18 dicembre 1997, n. 440 ha istituito nello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione, a partire dall’esercizio finanziario 1997, il “Fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e per gli interventi perequativi” definendone obiettivi e modalità di utilizzazione. Tra gli obiettivi figurano: la formazione del personale della scuola; la realizzazione di interventi perequativi finalizzati ad incrementare l’offerta formativa, anche attraverso l’integrazione degli organici provinciali; lo sviluppo dell’autonomia scolastica; l’innalzamento del tasso di scolarità (art. 1). Le disponibilità del Fondo, indicate in tabella C della legge finanziaria (ai sensi dell’art. 68 della legge 17 maggio 1999, n. 144) sono ripartite annualmente con decreto interministeriale (previo parere parlamentare) dando attuazione, per l’utilizzazione delle somme, a direttive del Ministro della pubblica istruzione sottoposte anche esse a parere parlamentare (art. 2 della legge). Alle direttive citate è affidata l’indicazione di: interventi prioritari; criteri per la ripartizione delle somme; modalità per la gestione, il monitoraggio e la valutazione degli interventi medesimi. Di fatto, dopo l’approvazione della legge, si è sempre provveduto con un unico atto (direttiva ministeriale) all’indicazione di obiettivi e strumenti contestualmente alla ripartizione dei fondi disponibili.

[30]   Direttiva 3 aprile 2006, n. 33.

[31]   Direttiva del Ministro della pubblica istruzione 5 ottobre 2007, n. 81; Ministero dell’istruzione, dell’università della ricerca, Direttiva 6 agosto 2008, n. 69.

[32]   I Fondi strutturali sono strumenti finanziari gestiti dalla Commissione europea per realizzare la coesione economica e sociale di tutte le regioni dell'Unione e ridurre il divario tra quelle più avanzate e quelle in ritardo di sviluppo. I Fondi strutturali che per il periodo 2000-2006 hanno concorso a realizzare il Programma operativo nazionale (P.O.N.) "La scuola per lo sviluppo" sono:

·          il Fondo Sociale Europeo (FSE) utilizzato solitamente per finanziare gli interventi nel campo sociale, ossia tutto ciò che concorre a sostenere l'occupazione mediante interventi sul capitale umano e quindi la formazione dei cittadini: dallo sviluppo delle strutture adeguate alla formazione. ai programmi di formazione continua, dalla creazione delle figure professionali dei formatori, all'aggiornamento delle competenze dei funzionari della pubblica amministrazione. I beneficiari sono in primo luogo i giovani, le donne, gli adulti che entrano o che rientrano nella vita attiva, i disoccupati di lunga durata, gli occupati a rischio di espulsione dal mercato del lavoro, i gruppi a rischio di esclusione sociale;

·          il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) utilizzato per interventi infrastrutturali e tecnologici nei settori della comunicazione, energia, istruzione, sanità, ricerca ed evoluzione tecnologica.

Per il periodo 2000-2006 gli obiettivi prioritari dei Fondi Strutturali sono stati tre:

OBIETTIVO 1 Sviluppo e adeguamento strutturale delle regioni il cui PIL è inferiore al 75% della media comunitaria. Per l'Italia esse coincidono con le regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia.

OBIETTIVO 2 Conversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali.

OBIETTIVO 3 Ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione in tutti i territori che non fanno parte dell'Obiettivo 1.

Il PON Scuola attinge ai finanziamenti previsti per l'Obiettivo 1 ed è uno dei Programmi individuati nel Quadro Comunitario di Sostegno Obiettivo 1 (QCS) che è il documento di programmazione delle risorse finanziarie destinate alla regioni italiane. Oltre al PON Scuola vi sono altri 6 Programmi Operativi Nazionali e 7 Programmi Operativi Regionali (POR), uno per ciascuna delle 6 regioni dell'Obiettivo 1 e uno per il Molise, cui è stato accordato il sostegno transitorio.

Tutti i dati riportati in questa sezione sono stati acquisiti attraverso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca, Dipartimento per la programmazione, Direzione generale per gli affari internazionali

[33]   Informazioni molto dettagliate sui fondi strutturali e sul loro utilizzo sono reperibili all’indirizzo http://www.pubblica.istruzione.it/fondistrutturali/default2007.shtml

[34]   Sulla distribuzione e sull’attività di questi ultimi si veda, nel presente dossier, lo stralcio dalla pubblicazione “ I Centri risorse” (Roma, 2007 ), curata dal ministero della Pubblica istruzione.

[35]   Operante fino al 31 dicembre 2006.

[36]  http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/campagne/2003/educare_alla_legalita/educare_alla_legalita.html

[37]    Di essi, 571 sono progetti formativi per giovani e adulti, a valere sul Fondo sociale europeo, mentre 474 son progetti per le infrastrutture tecnologiche, a valere sul Fesr.

[38]   La conferenza per il lancio "Imparare e vivere la democrazia", si è tenuta a Sofia, Bulgaria, il 13 e 14 dicembre 2004.

[39]   2006/962/CE.

[40]   Il termine “competenza” è riferito a una “combinazione di conoscenze, abilità e attitudini appropriate al contesto”.