Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
| |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|
Autore: | Servizio Controllo Parlamentare | ||||||
Titolo: | L'attività di controllo parlamentare n. 37/XVI NOVEMBRE 2011 | ||||||
Serie: | L'attività di controllo parlamentare Numero: 37 Progressivo: 2011 | ||||||
Data: | 29/11/2011 | ||||||
Descrittori: |
|
|
Notiziario mensile Numero 37/XVI NOVEMBRE 2011 L’attività di controllo parlamentare
MONITORAGGIO DI: NOMINE GOVERNATIVE ATTI DI INDIRIZZO E DI CONTROLLO RELAZIONI AL PARLAMENTO ED ALTRI ADEMPIMENTI
a cura del Servizio per il Controllo parlamentare |
INDICE
NOMINE GOVERNATIVE PRESSO ENTI 3
ATTI DI INDIRIZZO E DI CONTROLLO 33
Note annunciate al 31 ottobre 2011 in attuazione di atti di indirizzo 41
Ministero degli affari esteri 41
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 77
Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale 90
RELAZIONI AL PARLAMENTO E ALTRI ADEMPIMENTI DA OBBLIGO DI LEGGE 97
L’attività di monitoraggio delle relazioni al Parlamento 98
In evidenza ad ottobre 2011 99
Relazioni al Parlamento annunciate nel periodo 1° - 31 ottobre 2011 101
Questa pubblicazione trae origine dal lavoro svolto dal Servizio per il controllo parlamentare sul monitoraggio di vari tipi di adempimenti governativi nei confronti del Parlamento, per offrire notizie, dati statistici ed altre informazioni utili per l’attività parlamentare.
A tal fine il notiziario è suddiviso in tre sezioni in modo da considerare analiticamente gli adempimenti governativi a fronte di obblighi derivanti da leggi ovvero da deliberazioni non legislative della Camera dei deputati, nonché relativi alla trasmissione degli atti per i quali è prevista l’espressione di un parere parlamentare.
La pubblicazione si apre con la Sezione I relativa alle nomine governative negli enti pubblici, monitorate principalmente ai sensi dalla legge n. 14 del 24 gennaio 1978, che disciplina le richieste di parere parlamentare e le comunicazioni al Parlamento di nomine effettuate dal Governo in enti pubblici.
Scendendo maggiormente nel dettaglio, la sezione I dà conto, nella sottosezione a), delle nomine effettuate dal Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione della suddetta legge n. 14 del 1978 nel periodo considerato dalla pubblicazione. Si tratta pertanto delle nomine conseguenti a proposte di nomina trasmesse per l’espressione del parere parlamentare (ai sensi dell’articolo 1 della legge n. 14 del 1978), informando quindi sull’esito dei pareri espressi dalle Commissioni parlamentari di entrambe le Camere in sede di nomina da parte governativa, o comunicate dal Governo (ai sensi dell’articolo 9 della richiamata legge n. 14). Vengono anche specificate le procedure di nomina previste dalle norme relative ai singoli enti e fornite notizie essenziali sull’attività degli stessi.
Nella sottosezione b) vengono elencate ed analizzate le principali cariche di nomina governativa, sempre ricomprese nell’ambito della legge n. 14 del 1978, scadute e non ancora rinnovate nel periodo considerato o che scadranno nei mesi successivi.
La sottosezione c) dà conto di nomine o di cariche in scadenza, sempre nel periodo preso in esame, in enti pubblici e autorità indipendenti che esulano dal campo di applicazione della legge n. 14 del 1978.
La Sezione I cerca quindi di fornire un quadro della situazione delle nomine governative in molti enti pubblici tramite l’utilizzo di una banca dati istituita negli ultimi mesi del 2002 dal Servizio per il controllo parlamentare per colmare una lacuna avvertita non solo a livello parlamentare, e che da allora è cresciuta anche estendendo il campo del proprio monitoraggio. Tale banca dati viene implementata dal Servizio stesso tramite la ricerca e l’esame di documenti di varia provenienza (prevalentemente parlamentare e governativa) nonché il contatto diretto con i Ministeri competenti per le nomine e con gli enti stessi. Lo scopo è appunto quello di fornire dati di non facile reperibilità, ordinati in modo cronologico e logicamente coerente, per far sì che l’utente possa meglio orientarsi in un campo vario e complesso. In tal modo è possibile disporre, tra l’altro, di uno scadenzario delle principali nomine che dovranno poi essere rinnovate ed avere notizia dell’esito dei pareri espressi dalle competenti Commissioni.
Nella Sezione II viene presa in esame l’attuazione data dai diversi Ministeri agli impegni contenuti in atti di indirizzo (ordini del giorno, mozioni o risoluzioni) approvati in Assemblea o in Commissione. Il Servizio per il controllo parlamentare provvede a segnalare detti atti ai Ministeri di volta in volta individuati come competenti a dare loro seguito (nel caso degli ordini del giorno una volta divenuta legge l’A.C. cui sono riferiti). Gli atti così inviati alle Amministrazioni sono elencati nel paragrafo “Le nostre segnalazioni”.
Nella Sezione III si illustrano gli esiti del monitoraggio svolto dal Servizio sulle relazioni al Parlamento la cui trasmissione sia prevista da norme di legge, distinte tra “governative” e “non governative”. Si dà inoltre conto delle relazioni di nuova istituzione, stabilite cioè da nuove norme entrate in vigore nel periodo considerato.
Come per quelle contenute nella Sezione I, anche le informazioni riportate nelle sezioni II e III sono tratte dalle altre due banche dati sviluppate e gestite dal Servizio per il controllo parlamentare, e costantemente alimentate sulla base dei dati contenuti nelle Gazzette Ufficiali, degli atti parlamentari, nonché delle informazioni acquisite direttamente dai Ministeri.
La sezione è ripartita in tre sottosezioni che danno conto: 1) delle nomine effettuate dal Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione della legge n. 14/1978, relativa al controllo parlamentare sulle nomine negli enti pubblici, nel mese di ottobre 2011 (e nella prima parte del mese di novembre 2011), indicando i nominativi dei titolari, le cariche assunte, le modalità, le date di nomina e il tipo di controllo parlamentare previsto (espressione del parere da parte delle Commissioni competenti o comunicazione al Parlamento da parte dei Ministeri, evidenziando altresì i casi in cui non sia stata seguita nessuna delle due procedure); 2) delle nomine scadute e non ancora rinnovate negli enti medesimi nello stesso periodo e di quelle in scadenza fino al 31 dicembre 2011 con l’indicazione dei titolari e delle cariche in scadenza (o scadute), delle procedure di nomina e del tipo di controllo parlamentare previsto per il rinnovo delle suddette cariche; 3) delle principali nuove nomine effettuate e di quelle in scadenza in enti pubblici o autorità amministrative indipendenti non ricompresi nel campo della citata legge n. 14/1978, entro il 31 dicembre 2011, con l’indicazione dei titolari, delle procedure di nomina, delle date di scadenza e dell’eventuale rinnovo se già avvenuto.
La prima sezione della pubblicazione “l’attività di controllo parlamentare” dà conto delle nomine governative negli enti, monitorando il mese di ottobree l'inizio di quello di novembre 2011, con una proiezione previsionale delle cariche in scadenza fino alla fine di dicembre 2011. La sezione è composta da tre sottosezioni, che danno conto sia delle cariche rinnovate nel mese di ottobre 2011, sia di quelle da rinnovare entro la fine di dicembre 2011, nei campi degli enti pubblici e delle autorità amministrative indipendenti.
IN QUESTO NUMERO:
- Nel mese di ottobre 2011 il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha prorogato gli incarichi di Massimo Avancini come commissario straordinario dell'Ente parco nazionale dell'Alta Murgia, nonchèdi Aldo Cosentino e di Silvio Vetrano quali rispettivamente commissario straordinario e subcommissario dell'Ente parco nazionale delle Cinque terre.In riferimento a quest'ultimo ente,si anticipa che, con proprio decreto del 10 novembre 2011, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha successivamente nominato un nuovo commissario straordinario, Vincenzo Santoro, in sostituzione del dimissionario Cosentino.
- Il Consiglio dei ministri del 6 ottobre 2011 ha deliberato la nomina, in corso di perfezionamento con D.P.R., di Domenico Sudano a presidente del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura CRA.
- Ad ottobre 2011 la Commissione VII Cultura della Camera ha espresso parere favorevole sulle proposte di nomina di Paolo Tenna e Alberto Contri a componenti del Cda della Fondazione centro sperimentale di cinematografia CSC, ed ha respinto la proposta di nomina di Giulio Malgara a presidente della Fondazione La Biennale di Venezia. Nello stesso periodo è stata altresì annunciata alla Camera la nomina di Amalia Ghisani a Commissario straordinario dell'Ente nazionale di previdenza ed assistenza per i lavoratori dello spettacolo ENPALS.
- Sempre ad ottobre 2011 il Ministro dell'istruzione, università e ricerca ha comunicato alle Camere le nomine della maggior parte dei presidenti e dei membri dei consigli degli enti di ricerca, effettuate tra agosto e l'inizio di settembre 2011, ed il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha comunicato di ritirare la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina di Matteo Marzotto a presidente dell'Agenzia nazionale del turismo ENIT.
- Si anticipa che con lettera in data 28 ottobre 2011, annunciata alla Camera ed al Senato il 2 novembre 2011, il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha trasmesso la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina di Sergio Trevisanato a presidente dell'Istitutoper lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori ISFOL.
- Si anticipa anche che, con lettera in data 26 ottobre 2011, annunciata alla Camera il 2 novembre 2011, il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha trasmesso nuovamente alla Camera le richieste di parere parlamentare sulle nomine di Alessandro Natalini e Romilda Rizzo a componenti della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche, sulle quali la I Commissione Affari costituzionali della Camera ha espresso parere favorevole il 9 novembre 2011.
- Tra novembre e dicembre 2011 sono previsti in scadenza i mandati dei commissari straordinari degli Enti parco nazionali dell'AppenninoLucano - Val d'Agri – Lagonegrese, Domenico Totaro, del Gargano, Stefano Pecorella, e della Majella, Franco Iezzi, nonché i mandati dei presidenti degli Enti parco nazionali dell'Appennino tosco-emiliano, Fausto Giovannelli, e dell'Arcipelago toscano, Mario Tozzi.
- A novembre 2011 scadranno anche i mandati del commissario straordinario Giuseppe Cosentino presso l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione INVALSI e del presidente nonché dei componenti del Cda della Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo ARCUS S.p.a.
- A dicembre 2011 scadranno i mandati quadriennali dei presidenti delle Autorità portuali di Messina e Marina di Carrara, rispettivamente Dario Lo Bosco e Luigi Guccinelli, nonché i mandati del presidente e dei membri del consiglio di amministrazione della Fondazione La Biennale di Venezia e quello di Antonio Pilati a componente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato AGCM.
Per l’approfondimento sulle nomine e le scadenze nei singoli enti si rinvia alle relative note.
a)
Principali nomine effettuate (o in corso di perfezionamento)
dal
Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione
della L.
n. 14/1978 nel mese di ottobre 2011
In questa sottosezione si dà conto delle principali nomine soggette a controllo parlamentare effettuate dal Governo nel periodo considerato, delle procedure e del tipo di controllo parlamentare seguiti.
In particolare si specifica se per il rinnovo delle suddette cariche sia stata trasmessa dal Governo la richiesta di parere parlamentare (ai sensi dell’articolo 1 della L. n. 14 del 24/1/1978, recante norme per il controllo parlamentare sulle nomine negli enti pubblici, definiti successivamente come: istituti e (...) enti pubblici anche economici, che riguarda generalmente i presidenti o comunque gli organi di vertice degli enti e in qualche caso anche i vicepresidenti o i componenti di consigli o commissioni), o la mera comunicazione al Parlamento (ai sensi dell’articolo 9 della suddetta L. n. 14/1978, che riguarda generalmente i componenti dei consigli degli enti o i commissari straordinari), o se in occasione dei precedenti rinnovi non siano state attivate queste procedure.
La citata L. 14/1978 stabilisce, tra l’altro, dall’art. 1 all’art. 8, che il Presidente del Consiglio dei ministri, il Consiglio dei ministri ed i singoli ministri, prima di procedere, secondo le rispettive competenze, a nomine, proposte o designazioni di presidenti e vicepresidenti di istituti e di enti pubblici, anche economici, devono richiedere il parere parlamentare (…). Il parere parlamentare è espresso dalle Commissioni permanenti competenti per materia delle due Camere ed è motivato anche in relazione ai fini ed agli indirizzi di gestione da perseguire. (…) L'organo cui compete la nomina, la proposta o la designazione può provvedere, trascorsi i termini stabiliti dai regolamenti delle due Camere, anche se non sia stato reso il parere delle Commissioni. (…) La richiesta di parere da parte del Governo deve contenere la esposizione della procedura seguita per addivenire alla indicazione della candidatura, dei motivi che la giustificano secondo criteri di capacità professionale dei candidati e degli eventuali incarichi precedentemente svolti o in corso di svolgimento, in relazione ai fini ed agli indirizzi di gestione che si intendono perseguire nell'istituto o ente pubblico. (…) Qualora, a seguito del parere espresso da una o entrambe le Commissioni, il Governo ritenga di procedere a nomine, proposte o designazioni diverse da quelle indicate nella richiesta di parere, si applica la procedura prevista negli articoli precedenti. La stessa procedura si applica altresì per la conferma di persona in carica, anche nel caso in cui nei confronti della stessa sia già stato espresso il parere del Parlamento. La conferma non può essere effettuata per più di due volte.
Le richieste di parere parlamentare su proposte di nomina trasmesse dal Governo, sono poi assegnate alle Commissioni competenti per l’esame ai sensi del comma 4 dell’articolo 143 del Regolamento della Camera, che stabilisce che: nei casi in cui il Governo sia tenuto per legge a richiedere un parere parlamentare su atti che rientrano nella sua competenza, il Presidente della Camera assegna alla Commissione competente per materia la relativa richiesta, e ne dà notizia all'Assemblea nella prima seduta successiva alla presentazione della richiesta stessa. In periodo di aggiornamento dei lavori della Camera, il Presidente della Camera può differire l'assegnazione della richiesta di parere, tenuto conto del termine previsto dalla legge per l'adozione dell'atto da parte del Governo. (…) In ordine ad atti di nomina, proposta o designazione, la Commissione delibera il parere nel termine di venti giorni dall’assegnazione, prorogabile una sola volta, per non più di dieci giorni, dal Presidente della Camera. (…) Il parere è comunicato al Presidente della Camera, che lo trasmette al Governo.
Per quanto riguarda le nomine che il governo è tenuto a comunicare al Parlamento, sempre la legge 24 gennaio 1978, n. 14, all’articolo 9, stabilisce che le nomine, le proposte o designazioni degli altri amministratori degli istituti ed enti di cui al precedente articolo 1 effettuate dal Consiglio dei ministri o dai ministri, devono essere comunicate entro quindici giorni alle Camere. Tali comunicazioni devono contenere l’esposizione dei motivi che giustificano le nomine, le proposte o designazioni, le procedure seguite ed una biografia delle persone nominate o designate con l’indicazione degli altri incarichi che eventualmente abbiano ricoperto o ricoprano.
Qualora lo statuto o la stessa legge istitutiva del singolo ente (o categoria di enti) contengano specifiche norme relative al controllo parlamentare, ulteriori rispetto a quelle generali contenute nella L. n. 14/1978, allora se ne dà conto nella colonna relativa alla procedura di nomina.
Si ricorda per inciso, riguardo alla scadenza degli organi degli enti in questione, che il D.L. 16/5/1994, n. 293, convertito dalla L. 15/7/1994, n. 444, sulla disciplina della proroga degli organi amministrativi, stabilisce tra l’altro che: (…) gli organi amministrativi svolgono le funzioni loro attribuite sino alla scadenza del termine di durata per ciascuno di essi previsto ed entro tale termine debbono essere ricostituiti. Gli organi amministrativi non ricostituiti nel termine di cui all'articolo precedente sono prorogati per non più di quarantacinque giorni, decorrenti dal giorno della scadenza del termine medesimo. Nel periodo in cui sono prorogati, gli organi scaduti possono adottare esclusivamente gli atti di ordinaria amministrazione, nonché gli atti urgenti e indifferibili (…). Entro il periodo di proroga gli organi amministrativi scaduti debbono essere ricostituiti. (…) I provvedimenti di nomina dei componenti di organi scaduti adottati nel periodo di proroga sono immediatamente esecutivi. (…) Decorso il termine massimo di proroga senza che si sia provveduto alla loro ricostituzione, gli organi amministrativi decadono. Tutti gli atti adottati dagli organi decaduti sono nulli.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare
|
Data nomina |
Procedura di nomina |
Ente parco nazionale delle Cinque Terre
|
Commissario straordinario:
Aldo Cosentino (con il sub commissario Silvio vetrano)
|
Nomine non ancora comunicate al Parlamento ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978 |
1/10/2011
|
D.M. del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare
|
Commissario straordinario:
Vincenzo Santoro |
10/11/2011 |
|||
Ente parco nazionale dell'Alta Murgia |
Commissario straordinario:
Massimo Avancini |
11/10/2011 (decorrenza 13/10/2011) |
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con proprio decreto del 29 settembre 2011, aveva prorogato per ulteriori tre mesi i mandati del commissario straordinario dell'Ente parco nazionale delle Cinque Terre Aldo Cosentino e del sub commissario Silvio Vetrano, i cui precedenti mandati venivano a scadenza alla data del 1° ottobre 2011. Si anticipa che a seguito delle dimissioni rassegnate da Cosentino il 10 novembre 2011, il Ministro, con proprio decreto in pari data, ha nominato Vincenzo Santoro nuovo commissario straordinario per tre mesi a decorrere dal 10 novembre 2011.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con proprio decreto dell'11 ottobre 2011, ha anche nominato Massimo Avancini commissario straordinario dell'Ente parco nazionale dell'Alta Murgia per tre mesi a decorrere dal 13 ottobre 2011. Si ricorda che, con sentenza n. 264 del 5 ottobre 2011 (depositata il 12 ottobre 2011), la Corte costituzionale, pronunciandosi in ordine ad un conflitto di attribuzione sollevato dalla Regione Puglia, ha annullato il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dell'11 febbraio 2011 con il quale Avancini era stato nominato commissario straordinario senza che fosse avviato e proseguito il procedimento per raggiungere l'intesa con la Regione Puglia per la nomina del Presidente dell'ente parco in questione.
Glienti parco nazionali sono disciplinati dalla legge n. 394 del 6 dicembre 1991, legge quadro sulle aree protette, hanno personalità di diritto pubblico, sede legale ed amministrativa nel territorio del parco e sono sottoposti alla vigilanza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ne nomina il presidente con proprio decreto, d’intesa con le regioni e le province autonome interessate e previa espressione del parere da parte delle competenti Commissioni parlamentari.
Tra agosto e settembre 2011 il Ministro dell'istruzione università e ricerca ha nominato i presidenti e i componenti dei consigli (salvo alcune successive integrazioni) degli enti di ricerca.
Tali nomine, comunicate e annunciate al Senato il 4 ottobre 2011 e alla Camera il 18 ottobre 2011, sono state effettuate con la nuova procedura stabilita dal D.Lgs. 31 dicembre 2009, n. 213,che(come recita l'articolo 1, comma 1),allo scopo di promuovere, sostenere, rilanciare e razionalizzare le attività nel settore della ricerca (...), reca ilriordino degli enti di ricerca1 in attuazione dell'articolo 1 della legge 27 settembre 2007, n. 165, delega in materia di riordino degli enti di ricerca2, sul cui schema di decreto legislativo la VII Commissione Cultura aveva espresso parere favorevole, con osservazioni e condizioni, il 16 dicembre 2009, e che era stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 17 dicembre 2009.
Ai fini del controllo parlamentare sulle nomine negli enti pubblici, principale oggetto di questa sezione della pubblicazione, il citato D.Lgs. n. 213/2009apportava, tra le altre, importanti innovazioni come la riduzione del numero dei componenti3 dei consigli degli enti, la modifica della composizione e delle relative modalità di nomina4, anche per i presidenti5, sulle cui candidature non si esprimono più le Commissioni parlamentari competenti6, restando prevista solo lacomunicazione alParlamento delle nomine effettuate dal Ministro dell'istruzione, università e ricerca7.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare
|
Data nomina |
Procedura di nomina |
Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura CRA |
Presidente:
|
Parere favorevole espresso ai sensi dell’art. 1 della L. n. 14/1978 dalle Commissioni 13ª Agricoltura e produzione agroalimentare (Senato) il 14/9/2011 e XIII Agricoltura (Camera) il 22/9/2011
|
Nomina deliberata dal Consiglio dei ministri il 6/10/2011 in attesa di perfezionamen- to con D.P.R. |
D.P.R. previa deliberazione del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, sentite le Commissioni parlamentari competenti |
Il Consiglio dei ministri del 6 ottobre 2011 ha deliberato la nomina di Domenico Sudano a presidente delConsiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura CRA.Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera del 1° settembre 2011, aveva trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 14 del 1978, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina di Sudano, seguita dai pareri favorevoli delle Commissioni competenti. Il 5 dicembre 2010 era scaduto il mandato del precedente presidente Romualdo Coviello (nominato per un quadriennio con D.P.C.M. del 5 dicembre 2006). Alla conclusione del successivo periodo di 45 giorni di prorogatio, di cui al D.L. n. 293/1994, convertito dalla L. n. 444/1994, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali aveva nominato Paolo Cescon commissario straordinario dell’ente, coadiuvato da tre subcommissari.
Il CRA è stato istituito con il D.Lgs. 29 ottobre 1999, n. 454 di riorganizzazione del settore della ricerca in agricoltura, a norma dell'articolo 11 della L. 15 marzo 1997, n. 59. E’ un ente nazionale di ricerca e sperimentazione con competenza scientifica generale nel settore agricolo, agroindustriale, ittico e forestale e con istituti distribuiti sul territorio. Il CRA ha personalità giuridica di diritto pubblico, è posto sotto la vigilanza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ed è dotato di autonomia scientifica, statutaria, organizzativa, amministrativa e finanziaria. Gli istituti scientifici e tecnologici e le relative sezioni operative, di cui al D.P.R. 23 novembre 1967, n. 1318, e alla legge 6 giugno 1973, n. 306, costituiscono gli istituti del Consiglio, mantenendo la propria autonomia scientifica, amministrativa, contabile e finanziaria. Il Consiglio, attraverso tali istituti, svolge, valorizza e promuove la ricerca scientifica e applicata e l'innovazione, anche al fine di promuovere uno sviluppo agricolo e rurale sostenibile; individua processi produttivi e tecniche di gestione innovativi anche attraverso miglioramenti genetici e l’applicazione e il controllo delle biotecnologie; fornisce consulenza ai ministeri, alle regioni e alle province autonome; favorisce il processo di trasferimento dei risultati ottenuti alle imprese e collabora a tal fine con le regioni; esegue ricerche a favore di imprese del settore agricolo, ittico e agroindustriale. Tali attività sono svolte anche nel quadro della collaborazione scientifica e tecnologica con le università e le loro strutture di ricerca, con gli istituti e laboratori del Consiglio nazionale delle ricerche e con altri enti pubblici di ricerca.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare
|
Data nomina |
Procedura di nomina |
Fondazione Centro sperimentale di cinematografia CSC |
Componenti del Consiglio di amministrazione:
Paolo Tenna, Alberto Contri
|
Pareri favorevoli espressi, ai sensi dell’articolo 6 del D.Lgs. n. 426 del 18/9/1997 e dell’art. 1 della L. n. 14/1978, il 14/09/2011 dalla Commissione 7° istruzione (Senato) e il 19/10/2011 dalla Commissione VII cultura (Camera) |
Procedura di nomina in corso |
D.M. del Ministro per i beni e le attività culturali su designazione, rispettivamente, delle regioni Piemonte e Lombardia, in quanto soggetti che contribuiscono per almeno un milione l'anno alla Fondazione |
Il 19 ottobre 2011 la Commissione VII Cultura della Camera ha espresso parere favorevole sulle proposte di nomina a componenti del Cda della Fondazione Centro sperimentale di cinematografia di Paolo Tenna e Alberto Contri. La Commissione 7° Istruzione del Senato aveva espresso parere favorevole sulle proposte il 14 settembre 2011. La richiesta era stata trasmessa alle Camere ai sensi dell'articolo 1 della legge 14 del 1978 e dell’articolo 6, comma 1 del decreto legislativo 18 novembre 1997, n. 426, come modificato e integrato dal D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 32, secondo cui: il consiglio di amministrazione è nominato con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentito il parere delle competenti Commissioni parlamentari, ed è composto dal presidente, indicato dal medesimo Ministro, e da quattro componenti, designati, rispettivamente, tre dal Ministro per i beni e le attività culturali ed uno dal Ministro dell'economia e delle finanze. I componenti del consiglio di amministrazione sono individuati tra personalità di elevato profilo culturale, con particolare riguardo al campo cinematografico ed audiovisivo, e con comprovate capacità organizzative. Possono far parte del consiglio di amministrazione due ulteriori rappresentanti di soggetti pubblici o privati che partecipino alle attività della Fondazione con un contributo annuo di almeno un milione di euro. Essi restano in carica per l'anno cui si riferisce il contributo. Il contributo annuo può essere erogato anche per più anni, in tal caso i consiglieri in questione possono restare in carica per periodi più lunghi. Tenna e Contri sono stati proposti appunto come i due rappresentanti di cui al secondo capoverso del comma 1, in particolare come rappresentanti delle regioni, rispettivamente, Piemonte e Lombardia in seno al consiglio. Il presidente e gli altri componenti del Cda di competenza del Ministero per i beni e attività culturali furono invece nominati per quattro anni lo scorso 23 luglio 2008, conformemente ai pareri favorevoli espressi dalle Commissioni competenti di Camera e Senato alla metà del mese di luglio 2008. Si trattava di Francesco Alberoni (già nominato presidente per due precedenti mandati il 5 marzo 2002 e il 17 giugno 2004) e dei consiglieri di amministrazione Giuseppe (Pupi) Avati, Dario Edoardo Viganò e Giancarlo Giannini (anche quest’ultimo, come il presidente, è al terzo mandato, mentre gli altri due sono stati nominati per la prima volta); il 13 ottobre 2009 è stato nominato anche il consigliere di competenza del Ministro dell’economia e delle finanze, Giorgio Tino.
Il Centro, nato nel 1935, trasformato in fondazione con il citato D.Lgs. n. 426/1997 e riordinato con il D.Lgs. n. 32/2004, si occupa di alta formazione, conservazione e ricerca nel campo della cultura cinematografica.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare
|
Data nomina |
Procedura di nomina |
Ente nazionale di previdenza e assistenza per i lavoratori dello spettacolo ENPALS |
Commissario straordinario:
Amalia Ghisani |
Nomina comunicata al Parlamento ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978 e annunciata alla Camera il 3/10/2011 |
13/09/2011
|
D.M del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze |
Il 3 ottobre 2011 è stata annunciata alla Camera la comunicazione della nomina, avvenuta con decreto interministeriale del 13 settembre 2011, di Amalia Ghisani a commissario straordinario dell’Ente nazionale di previdenza e assistenza per i lavoratori dello spettacolo ENPALS, sino al completamento del processo in corso di incorporazione del soppresso Ente nazionale di assistenza e previdenza per i pittori e scultori, musicisti, scrittori e attori drammatici ENAPPSMSAD, e comunque non oltre il 31 gennaio 2012.
L'ENPALS è stato istituito con il D.L.C.P.S. 16 luglio 1947, n. 708, successivamente ratificato, con alcune modifiche, dalla legge 29 novembre 1952, n. 2388, per la gestione dell’assicurazione obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti in favore dei lavoratori dello spettacolo.
L’ordinamento ed il funzionamento dell'ente è stato disciplinato con il D.P.R. 5 gennaio 1950, n. 26.
A partire dal 2008 (anno durante il quale sono cessati per compiuto quadriennio gli ordinari organi di amministrazione) non essendo state ancora definite le procedure attuative relative all’adozione dei provvedimenti di riorganizzazione e riordino previsti nei confronti delle amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli enti pubblici non economici, l’ENPALS, al pari degli altri enti previdenziali nazionali, ha operato in regime commissariale.
Tale situazione è stata superata con l'emanazione del D.L. 31 maggio 2010, n. 78, convertito con legge 30 luglio 2010, n. 122, con il quale è stato rideterminato l'assetto ordinamentale degli enti pubblici previdenziali. La norma ha, infatti, stabilito che gli organi delle amministrazioni soggette alla disciplina di cui al D.Lgs. 479/1994 sono: il presidente, che assorbe le funzioni precedentemente svolte dal consiglio di amministrazione; il consiglio di indirizzo e vigilanza, nel frattempo ricostituito con D.P.C.M. del 2 gennaio 2009; il collegio dei sindaci ed il direttore generale.
Inoltre, con l'articolo 7, comma 16 del D.L. 78/2010, è stato disposto il trasferimento all'ENPALS delle funzioni già esercitate dall'ENAPPSMSAD - Ente Nazionale di Assistenza e Previdenza per i Pittori e gli Scultori, i Musicisti, gli Scrittori e gli Autori Drammatici.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare
|
Data nomina |
Procedura di nomina |
Agenzia nazionale del turismo ENIT |
Presidente:
Matteo Marzotto |
Richiesta di parere parlamentare trasmessa ai sensi dell'art. 1 della L. n. 14/1978 e annunciata alla Camera il 27/09/2011 |
Richiesta di parere ritirata il 26/10/2011, mentre era in corso l'esame da parte della X Commissione Attività produttive della Camera
|
D.P.R. su proposta del Presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del turismo, previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni e Province autonome |
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera del 26 ottobre 2011, ha comunicato alla Camera di ritirare la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina di Matteo Marzotto a presidente dell'Agenzia nazionale del turismo ENIT. Tale richiesta era stata assegnata alla X Commissione Attività produttive che l'ha esaminata nelle sedute del 5, 12 e 18 ottobre. In quest'ultima data il Ministro del turismo aveva annunciato il ritiro della richiesta di parere su Marzotto. Marzotto, già presidente dell'ente dal 24 luglio 2008, è stato nominato commissario straordinario dal 31 luglio 2009, fino all'insediamento del Consiglio di amministrazione. Quest'ultimo è stato nel frattempo rinnovato con D.P.C.M. del 13 luglio 2011 ed è composto dallo stesso Marzotto, da Maurizio Di Dalmazio, Bernabò Bocca, Flavia Coccia e Maurizio Melucci, ma non risulta ancora insediato.
Nata a seguito della trasformazione disposta con il D.L. n. 35 del 14 marzo 2005, convertito, con modificazioni, nella legge 14 maggio 2005, n. 80, l'Agenzia nazionale del turismo è subentrata all'attività dell'Ente nazionale italiano per il turismo.
L'Agenzia è dotata di autonomia statutaria, regolamentare, organizzativa, patrimoniale, contabile e di gestione, ed è sottoposta alla attività di indirizzo e vigilanza del Ministro del turismo.
L'ente ha il compito di promuovere l'immagine unitaria dell'offerta turistica nazionale e di favorirne la commercializzazione. L'ordinamento dell'Agenzia è regolato dal D.P.R. 6 aprile 2006 n. 207 recante il regolamento di organizzazione e disciplina dell'Agenzia.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare
|
Data nomina |
Procedura di nomina |
Presidente:
Giulio Malgara
|
Parere contrario espresso ai sensi dell'art. 1 della L. n. 14/1978 dalla Commissione VII cultura (Camera) il 26/10/2011
|
Procedura di nomina sospesa (il Ministro per i beni e le attività culturali ha dichiarato di non voler dar corso alla nomina, d'accordo con l'interessato) |
D.M. del Ministro per i beni e le attività culturali, sentite le competenti Commissioni parlamentari |
Il 26 ottobre 2011 la VII Commissione della Camera ha respinto la proposta di nomina di Giulio Malgara a presidente della Fondazione La Biennale di Venezia. Il Ministro per i beni e le attività culturali aveva trasmesso la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina di Malgara con lettera del 6 ottobre 2011, annunciata alla Camera il 12 ottobre 2011. Successivamente, il 10 novembre 2011, il Ministro ha dichiarato che, d'accordo con lo stesso Malgara, la proposta di nomina non avrà più corso.
La Biennale di Venezia, le cui origini datano al 1895, è una istituzione culturale che organizza manifestazioni internazionali nelle arti contemporanee, come la Mostra internazionale d'arte cinematografica, l'Esposizione internazionale d'arte, la Mostra internazionale di architettura e il Festival della danza. Negli stessi settori, la Biennale promuove iniziative editoriali e, per mezzo dell'Archivio storico delle arti contemporanee, cura la conservazione della documentazione sulla sua storia. L’Istituzione attuale nasce nel 1998 dalla trasformazione dell'ex Ente autonomo La Biennale di Venezia in Società di Cultura, figura giuridica di diritto privato atipica, che con il D.Lgs. n. 1 dell’8 gennaio 2004 è stata trasformatain fondazione.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare
|
Data nomina |
Procedura di nomina |
Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori |
Presidente:
Sergio Trevisanato
|
Richiesta di parere parlamentare trasmessa ai sensi dell'art. 1 della L. n. 14/1978 e annunciata alla Camera il 2/11/2011
|
Procedura di nomina in corso |
D.P.C.M., previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentite le Commissioni parlamentari competenti
|
Si anticipa che il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 28 ottobre 2011, annunciata alla Camera ed al Senato il 2 novembre 2011, ha trasmesso la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina di Sergio Trevisanato a presidente dell'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori ISFOL. Tale richiesta è stata assegnata alla VII Commissione Lavoro della Camera ed alla 11ª Commissione Lavoro, previdenza sociale del Senato.
Si ricorda che, a seguito dell'adozione del nuovo statuto dell'Istituto, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con proprio decreto del 20 luglio 2011 (pubblicato nella G.U. del 1° agosto 2011), aveva nominato Trevisanato commissario straordinario dell'ISFOL a decorrere dal 18 luglio 2011 fino alla data di insediamento dei nuovi organi e comunque non oltre il 31 dicembre 2011. In precedenza Trevisanato aveva già ricoperto l'incarico di commissario straordinario dell'Istituto nel 2004 succedendo a Carlo Dell'Aringa, prima di esserne nominato presidente per due mandati quadriennali consecutivi, il secondo dei quali conclusosi anticipatamente a seguito dell'adozione del nuovo statuto dell'Istituto, avvenuta con D.P.C.M. 11 gennaio 2011 (pubblicato nella G.U. n. 77 del 4 aprile 2011).
L'ISFOL, istituito con D.P.R. n. 478 del 30 giugno 1973, è, ai sensi dell'articolo 10, comma 1, del D.Lgs. n. 419 del 29 ottobre 1999, ente nazionale di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Per effetto dell'articolo 7, comma 15, del D.L. 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni dalla legge n. 122 del 2010, sono state trasferite all'ISFOL le funzioni proprie dell'Istituto affari sociali IAS (di cui all'articolo 2 del D.P.C.M. del 23 novembre 2007), contestualmente soppresso. L'ISFOL, che è succeduto allo IAS in tutti i rapporti attivi e passivi, haquindi adottato, come precedentemente ricordato, un nuovo statuto.
L'articolo 7, comma 2, del nuovo statuto prevede una riduzione dei componenti del consiglio di amministrazione da 8 a 4 più il presidente. Essi sono nominati con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali che ne designa due; altri due sono designati dalla Conferenza dei presidenti delle regioni e uno dal Ministro dell'istruzione, università e ricerca.
L'articolo 16, comma 1, del nuovo statuto, recante norme transitorie e finali, stabilisce tra l'altro che il presidente, il consiglio di amministrazione, il collegio dei revisori dei conti in carica alla data di entrata in vigore del presente Statuto decadono con la nomina dei nuovi organi cui si provvede entro i successivi 60 giorni.Considerato quindi anche l'ulteriore periodo di 45 giorni di prorogatio, previsto dal D.L. n. 293/1994, convertito dalla L. n. 444/1994, gli organi dell'ISFOL sono decaduti a decorrere dal 18 luglio 2011. Con la medesima decorrenza, fino alla data di insediamento dei nuovi organi e comunque non oltre il 31 dicembre 2011, Sergio Trevisanato è stato nominato commissario straordinario dell'Istituto.
b) Principali
cariche di nomina governativa in enti ricompresi
nel campo di
applicazione della L. n. 14/1978
scadute e non ancora
rinnovate nel mese di ottobre 2011
o previste in scadenza
entro il 31 dicembre 2011
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto |
Data scadenza |
Procedura di nomina |
Ente parco nazionale dell'Appennino lucano - Val d'Agri – Lagonegrese
|
Commissario straordinario:
Domenico Totaro |
Comunicazione al Parlamento ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978 |
6/11/2011 e comunque non oltre la nomina del presidente |
D.M. del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare |
Ente parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano |
Presidente:
Fausto Giovanelli |
Parere parlamentare ai sensi dell'art. 1 della L. n. 14/1978 |
20/11/2011 |
D.M. del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare d'intesa con le regioni competenti |
Ente parco nazionale dell'Arcipelago toscano |
Presidente:
Mario Tozzi |
|||
Ente parco nazionale del Gargano |
Commissario straordinario:
Stefano Pecorella |
Comunicazione al Parlamento ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978 |
4/12/2011 e comunque non oltre la nomina del presidente |
D.M. del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare |
Ente parco nazionale della Majella |
Commissario straordinario:
Franco Iezzi |
19/12/2011 e comunque non oltre la nomina del presidente |
Nei mesi di novembre e dicembre 2011, se non saranno sopraggiunte nuove nomine o proroghe, sono previsti in scadenza i mandati (tutti di durata trimestrale) dei commissari straordinari degli Enti parco nazionali dell'Appennino lucano - Val d'Agri – Lagonegrese, della Majellae del Garganononché i presidenti degli Enti parco nazionali dell'Appennino tosco-emiliano e dell'Arcipelago toscano.
Su questi enti in generale, si veda supra alla sottosezione "a".
La nomina dei presidenti degli enti parco è disciplinata dal comma 3 dell’articolo 9 della legge n. 394/1991, secondo cui: il presidente è nominato con decreto del Ministro dell'ambiente d'intesa con i presidenti delle regioni o delle province autonome di Trento e di Bolzano nel cui territorio ricada in tutto o in parte il parco nazionale. Il Presidente ha la legale rappresentanza dell'ente parco, ne coordina l'attività, esplica le funzioni che gli sono delegate dal consiglio direttivo, adotta i provvedimenti urgenti ed indifferibili che sottopone alla ratifica del consiglio direttivo nella seduta successiva. Il successivo comma 4 specifica che: il consiglio direttivo è formato dal presidente e da dodici componenti, nominati con decreto del Ministro dell'ambiente, sentite le regioni interessate (…), mentre il comma 12 (come modificato dal comma 8 dell’articolo11-quaterdecies del D.L. 30 settembre 2005, n. 203 convertito dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248) stabilisce che gli organi dell'ente parco durano in carica cinque anni. Sulle nomine dei presidenti di questi enti viene richiesto il parere parlamentare ai sensi dell’articolo 1 della citata L. n. 14/1978.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto |
Data scadenza |
Procedura di nomina |
Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione INVALSI |
Commissario straordinario:
Giuseppe Cosentino |
Comunicazione al Parlamento ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978 |
5/11/2011
|
D.P.C.M. su proposta del Ministro dell'Istruzione, università e ricerca |
Il 5 novembre 2011 è scaduto il mandato del commissario straordinario Giuseppe Cosentino (in carica dal maggio 2011) presso l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione INVALSI.
L’INVALSI è un ente di ricerca dotato di personalità giuridica di diritto pubblico che ha raccolto l’eredità del Centro europeo dell’educazione CEDE. L’istituto effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni di istruzione e formazione professionale, anche nel contesto dell'apprendimento permanente. In particolare l’INVALSI gestisce il Sistema nazionale di valutazione SNV, studia le cause dell'insuccesso e della dispersione scolastica, effettua le rilevazioni necessarie per la valutazione del valore aggiunto realizzato dalle scuole, predispone annualmente i testi della nuova prova scritta, a carattere nazionale, volta a verificare i livelli generali e specifici di apprendimento conseguiti dagli studenti nell’esame di Stato al terzo anno della scuola secondaria di primo grado, predispone modelli da mettere a disposizione delle autonomie scolastiche ai fini dell'elaborazione della terza prova a conclusione dei percorsi dell'istruzione secondaria superiore e svolge altri compiti relativi alla valutazione dell’insegnamento e dell’apprendimento, oltre che dell’organizzazione della scuola.
Si segnala che, con decreto del direttore generale per gli ordinamenti scolastici e l'autonomia scolastica del 2 settembre 2011, pubblicato nella G. U., serie generale n. 229 del 1° ottobre 2011, è stato adottato il nuovo statuto dell'INVALSI8.
L'articolo 1, comma 1, dello statuto ribadisce la natura di ente di ricerca di diritto pubblico dell'istituto9, ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 31 dicembre 2009 n. 213, recante disposizioni per il riordino degli enti di ricerca.
Secondo quanto previsto dall'articolo 8, comma 1, dello statuto, sono organi dell'INVALSI il presidente, il consiglio di amministrazione, il collegio dei revisori dei conti ed il consiglio tecnico-scientifico. I componenti del consiglio di amministrazione, compreso il presidente, sono nominati con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, durano in carica quattro anni e possono essere riconfermati una sola volta (articolo 8, comma 3, nonché articolo 9, comma 1 dello Statuto), in linea con il dettato dell'articolo 8 del citato D. Lgs. 213 del 2009.
Ai fini del controllo parlamentare sulle nomine nell'ente in questione, si ricorda che il richiamato D. Lgs. 213 del 2009, nel provvedere al riordino degli enti di ricerca, ha stabilito tra l'altro che sulle candidature dei presidenti non si esprimano più le Commissioni parlamentari competenti, rimanendo prevista (ai sensi dell'articolo 11, comma 5) solo la comunicazione al Parlamento delle nomine effettuate dal Ministro dell'istruzione, università e ricerca.
Il presidente ed il consiglio di amministrazione sono selezionati con le procedure previste dall’articolo 11 del citato D. Lgs. 213 del 2009. Il presidente è scelto tra persone di alta qualificazione scientifica e con adeguate conoscenze dei sistemi di istruzione e formazione, di ricerca e dei sistemi di valutazione in Italia e all'estero. I componenti del consiglio di amministrazione sono scelti dal Ministro tra esperti nei settori di competenza dell'istituto (articolo 8, comma 2 dello statuto).
Inoltre, secondo l'articolo 10, comma 1 dello statuto, il consiglio di amministrazione, nel rispetto del principio di pari opportunità, è composto dal presidente e da due membri di alto profilo professionale e culturale nel panorama nazionale ed internazionale, dei quali almeno uno deve provenire dal mondo della scuola o dell’amministrazione scolastica.
Si segnala inoltre che l'articolo 19, comma 1, del D.L. 6 luglio 2011 n. 98, convertito in legge con modificazioni dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, ha disposto l'avvio, da parte dei commissari straordinari dell'INVALSI e dell'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica ANSAS, di un programma straordinario di reclutamento da concludere entro il 31 agosto 2012. La stessa norma prevede inoltre, a far data dal 1° settembre 2012, la decorrenza delle assunzioni, la soppressione dell'ANSAS ed il ripristino dell'Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa INDIRE che, articolato in tre nuclei territoriali, assume la natura di ente di ricerca dotato di autonomia scientifica, finanziaria, patrimoniale, amministrativa e regolamentare. L'articolo 19, comma 1, ultimo periodo del citato D.L. n. 98 del 2011 dispone in conseguenza l'abrogazione dei commi 610 e 611 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (che previamente avevano istituito l'ANSAS e viceversa soppresso l'INDIRE), confermando peraltro la soppressione degli Istituti regionali di ricerca educativa IRRE, già ivi disposta.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto |
Data scadenza |
Procedura di nomina |
Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo ARCUS S.p.a. |
Presidente:
Ludovico Ortona |
Parere parlamentare ai sensi dell’art. 1 della L. n. 14/1978 |
18/11/2011
|
D.M. del Ministro per i beni e le attività culturali di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti |
Componenti del consiglio di amministrazione:
Mauro Mainardi, Luca Zanotto, Sergio Colombo, Mario Belfiore, Marcello Franco e Giacomo De Ghislazoni Cardoli |
Comunicazione al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978 |
D.M. del Ministro per i beni e le attività culturali di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti; tre componenti sono nominati su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze |
Il 18 novembre prossimo, essendo stati nominati per 3 anni con decreto del 18 novembre 2008, verranno a scadenza i mandati dei componenti del consiglio di amministrazione della Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo ARCUS S.p.a., nonché del presidente Ludovico Ortona, nominato il 1°luglio 2010 al posto del dimissionario Salvatore Italia.
Si ricorda che, ai sensi dell’art. 10, comma 6 della legge 8 ottobre 1997, n. 352 (sostituito dall’articolo 2 della legge 16 ottobre 2003, n. 291) il consiglio di amministrazione della società è composto da sette membri, compreso il presidente, nominati con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali. Tre dei componenti del consiglio sono nominati su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze. Il presidente è nominato sentite le competenti Commissioni parlamentari.
ARCUS S.p.a. è stata costituita nel febbraio 2004 dal Ministro per i beni e le attività culturali, ai sensi della citata legge 16 ottobre 2003, n. 291. Il capitale sociale è interamente sottoscritto dal Ministero dell’economia e delle finanze, mentre i programmi di indirizzo sono oggetto di decreti annuali adottati dal Ministro per i beni le attività culturali, che esercita altresì i diritti dell’azionista, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Lo scopo della società è quello di sostenere, anche finanziariamente, progetti concernenti il mondo dei beni e delle attività culturali, anche nelle sue possibili interrelazioni con le infrastrutture del Paese.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto
|
Data scadenza |
Procedura di nomina |
Fondazione La Biennale di Venezia |
Presidente:
Paolo Baratta
|
Parere parlamentare ai sensi dell’art. 1 della L. n. 14/1978
|
19/12/2011 |
D.M. del Ministro per i beni e le attività culturali, sentite le competenti Commissioni parlamentari |
Membro del consiglio di amministrazione:
Giorgio Orsoni (vicepresidente), Luca Zaia, Amerigo Restucci e Giuliano Da Empoli |
Comunicazione al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978 |
D.M. del Ministro per i beni e le attività culturali |
Il 19 dicembre 2011 scadranno i mandati dei componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione La Biennale di Venezia, nonché del presidente Paolo Baratta. Baratta era stato nominato insieme al nuovo Cda il 19 dicembre 2007, a seguito delle dimissioni anticipate del precedente presidente Croff e del Cda, i cui mandati sarebbero scaduti il 15 gennaio 2008.
Il Governo aveva già avviato la procedura di nomina del nuovo presidente (come precedentemente illustrato nella sottosezione a) della presente sezione): il Ministro per i beni e le attività culturali ha infatti trasmesso la richiesta di parere parlamentare sulla nomina di Giulio Malgara con lettera del 6 ottobre 2011, annunciata alla Camera il 12 ottobre 2011. Tale proposta è stata peraltro respinta dalla VII Commissione della Camera il 26 ottobre 2011, e successivamente il Ministro ha dichiarato che la proposta di nomina non avrà ulteriore corso.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto
|
Data scadenza |
Procedura di nomina |
Autorità portuale di Messina |
Presidente:
Dario Lo Bosco |
Parere parlamentare ai sensi dell’art. 1 della L. n. 14/1978
|
20/12/2011 |
D.M. del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti d'intesa con la regione nell'ambito di una terna proposta da province, comuni e camere di commercio |
Autorità portuale di Marina di Carrara |
Presidente:
Luigi Guccinelli |
Il 20 dicembre 2011 scadranno i mandati quadriennali dei presidenti delle Autorità portuali di Messina, Dario Lo Bosco, e di Marina di Carrara, Luigi Guccinelli, nominati con decreti ministeriali del 17 dicembre 2007, notificati il 20 dicembre 2007.
Le autorità portuali sono state istituite dalla legge 28 gennaio 1994, n. 84, con compiti di indirizzo, programmazione, coordinamento, promozione e controllo delle operazioni portuali e delle altre attività commerciali ed industriali esercitate nei porti. L’autorità portuale ha inoltre poteri di regolamentazione e di ordinanza, anche in riferimento alla sicurezza rispetto a rischi di incidenti connessi alle suddette attività ed alle condizioni di igiene del lavoro, sovrintende alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle parti comuni nell'ambito portuale, compresa quella per il mantenimento dei fondali, previa convenzione con il Ministero delle infrastrutture, ed ha competenza nell’affidamento e controllo delle attività dirette alla fornitura a titolo oneroso agli utenti portuali di servizi di interesse generale. L'autorità portuale ha personalità giuridica di diritto pubblico ed è dotata di autonomia amministrativa, di bilancio e finanziaria. L’art. 8 della suddetta legge n. 84/1994 stabiliva che i presidenti di questi enti fossero nominati dall’allora Ministro dei trasporti e della navigazione (oggi Ministro delle infrastrutture e dei trasporti), d'intesa con la regione nell'ambito di una terna proposta da province, comuni e camere di commercio.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto |
Data scadenza |
Procedura di nomina |
Autorità garante della concorrenza e del mercato AGCM |
Componente della commissione:
Antonio Pilati |
Comunicazione al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978 |
29/12/11 |
Nominati con Determinazione adottata d'intesa dai Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica |
Il 29 dicembre prossimo scadrà il mandato di Antonio Pilati a componente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato AGCM. Pilati era stato nominato il 29 dicembre 2004 in sostituzione del dimissionario Giorgio Guazzaloca.
Gli altri componenti dell’autorità sono: Piero Barucci, Carla Rabitti Bedogni (nominati il 3 marzo 2007) e Salvatore Rebecchini, nominato il 5 marzo 2009; il presidente è Antonio Catricalà (nominato il 18 febbraio 2005).
L'Autorità garante della concorrenza e del mercato(nota anche come antitrust) è stata istituita dall’art. 10 della L. 10 ottobre 1990, n. 287,Norme per la tutela della concorrenza e del mercato (G. U. del 13 ottobre 1990, n. 240), secondo cui, tra l’altro, essa opera in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione ed è organo collegiale costituito dal presidente e da quattro membri, nominati con determinazione adottata d'intesa dai Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Il presidente è scelto tra persone di notoria indipendenza che abbiano ricoperto incarichi istituzionali di grande responsabilità e rilievo. I quattro membri sono scelti tra persone di notoria indipendenza da individuarsi tra magistrati del Consiglio di Stato, della Corte dei conti o della Corte di cassazione, professori universitari ordinari di materie economiche o giuridiche, e personalità provenienti da settori economici dotate di alta e riconosciuta professionalità. I membri dell'Autorità sono nominati per sette anni e non possono essere confermati. Essi non possono esercitare, a pena di decadenza, alcuna attività professionale o di consulenza, né possono essere amministratori o dipendenti di enti pubblici o privati, né ricoprire altri uffici pubblici di qualsiasi natura. I dipendenti statali sono collocati fuori ruolo per l'intera durata del mandato. L'Autorità ha diritto di corrispondere con tutte le pubbliche amministrazioni e con gli enti di diritto pubblico, e di chiedere ad essi, oltre a notizie ed informazioni, la collaborazione per l'adempimento delle sue funzioni. L'Autorità, in quanto autorità nazionale competente per la tutela della concorrenza e del mercato, intrattiene con gli organi delle Comunità europee i rapporti previsti dalla normativa comunitaria in materia.
All’autorità sono state assegnate anche competenze in materia di pubblicità ingannevole e di pubblicità comparativa, così come stabilito dal Titolo III, Capo II del D.Lgs. n. 206 del 6 settembre 2005, e in materia di conflitti di interessi, come stabilito dalla legge n. 215 del 20 luglio 2004.
L'autorità ha quindi compiti di vigilanza contro gli abusi di posizione dominante e le intese o cartelli che possano ledere o restringere la concorrenza, controlla le operazioni di concentrazione, verifica il rispetto del divieto di pubblicità ingannevole e valuta e sanziona i casi di conflitto d'interesse dei componenti del Governo.
c) Principali
cariche in enti e autorità non ricompresi
nel
campo di applicazione della L. n. 14/1978,
rinnovate o in
scadenza entro il 31 dicembre2011
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto |
Data nomina |
Procedura di nomina |
Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche CIVIT |
Componenti:
e Romilda Rizzo |
Pareri favorevoli espressi ai sensi del co. 3 dell' art. 13 del D.Lgs.n. 150/2009 dalle Commissioni I Affari costituzionali (Camera) il 9/11/2011 e 1° Affari costituzionali (Senato) il 28/9/2011 |
Procedura di nomina in corso
|
D.P.R. previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazio-ne e l'innovazione, di concerto con il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, previo parere favorevole delle Commissioni parlamentari competenti espresso a maggioranza dei 2/3 dei componenti |
Si anticipa che, a seguito della decisione del Consiglio dei Ministri, adottata nella seduta del 24 ottobre 2011, di deliberare il nuovo avvio della procedura di nomina di Alessandro Natalini e Romilda Rizzo a componenti della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche, il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera del 26 ottobre 2011, annunciata alla Camera il 2 novembre 2011, ai sensi dell'articolo 13, comma 3, del D. Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150, ha trasmesso nuovamente alla Camera le richieste di parere parlamentare sulle suddette nomine, sulle quali la I Commissione Affari costituzionali della Camera si è espressa favorevolmente il 9 novembre 2011. Natalini e Rizzo dovrebbero sostituire Pietro Micheli e Luisa Torchia, che si sono dimessi, rispettivamente, il 14 gennaio e il 30 giugno 2011. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento aveva trasmesso, con lettera del 1° settembre 2011, annunciata alla Camera il 6 settembre 2011, una precedente richiesta di parere parlamentare sulle due proposte di nomina. Mentre la 1°Commissione del Senato aveva espresso parere favorevole su tali proposte il 28 settembre 2011, presso la I Commissione della Camera, il 21 settembre 2011, non era stato raggiunto il quorum previsto di due terzi dei componenti.
Infatti le suddette proposte di nomina necessitano di un parere favorevole espresso con maggioranza dei due terzi dei componenti della Commissione, secondo quanto richiesto dal citato articolo 13 del D.Lgs. n. 150 del 2009. La norma dispone che: 1. in attuazione dell'articolo 4, comma 2, lettera f) della legge 4 marzo 2009, n. 15 [delega al Governo finalizzata all'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e alla efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni nonché disposizioni integrative delle funzioni attribuite al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro e alla Corte dei conti], è istituita la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche (...) che opera in posizione di indipendenza di giudizio e di valutazione e in piena autonomia, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della funzione pubblica e con il Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato ed eventualmente in raccordo con altri enti o istituzioni pubbliche, con il compito di indirizzare, coordinare e sovrintendere all'esercizio indipendente delle funzioni di valutazione, di garantire la trasparenza dei sistemi di valutazione, di assicurare la comparabilità e la visibilità degli indici di andamento gestionale, informando annualmente il Ministro per l'attuazione del programma di Governo sull'attività svolta. (...). 3. La Commissione è organo collegiale composto da cinque componenti scelti tra esperti di elevata professionalità, anche estranei all'amministrazione con comprovate competenze in Italia e all'estero, sia nel settore pubblico che in quello privato in tema di servizi pubblici, management, misurazione della performance, nonché di gestione e valutazione del personale. I componenti sono nominati, tenuto conto del principio delle pari opportunità di genere, con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, di concerto con il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, previo parere favorevole delle Commissioni parlamentari competenti espresso a maggioranza dei due terzi dei componenti. I componenti della Commissione non possono essere scelti tra persone che rivestono incarichi pubblici elettivi o cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali o che abbiano rivestito tali incarichi e cariche nei tre anni precedenti la nomina e, in ogni caso, non devono avere interessi di qualsiasi natura in conflitto con le funzioni della Commissione. I componenti sono nominati per un periodo di sei anni e possono essere confermati una sola volta. In occasione della prima seduta, convocata dal componente più anziano di età, i componenti eleggono nel loro ambito il Presidente della Commissione. (...).
Nella presente Sezione si dà conto degli atti di indirizzo (mozioni, risoluzioni ed ordini del giorno) segnalati dal Servizio per il controllo parlamentare ai Ministeri ai fini della loro attuazione, nonché delle note trasmesse dagli stessi Dicasteri a seguito delle segnalazioni ricevute.
Le attuazioni governative:
Nel periodo considerato dalla presente pubblicazione sono state trasmesse al Servizio per il controllo parlamentare da parte dei Ministeri competenti le note relative all’attuazione di 43 ordini del giorno, 5 mozionie di 5 risoluzioni.
Di tali attuazioni 33sono state trasmesse dal Ministero degli affari esteri, 10 dal Ministero dell'interno, 5 dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, 2 dal Ministero della difesa, 2 dal Ministero della salute ed 1 dal Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale.
Si riscontra pertanto un andamento costante nel numero delle attuazioni: 53 a fronte delle 58 del mese di settembre.
Sul piano del numero complessivo delle attuazioni trasmesse rispetto al totale degli atti segnalati a ciascun Dicastero, dall’inizio della legislatura ad oggi, nel mese di ottobre si registra quale amministrazione maggiormente adempiente il Ministero della difesa, con 154 atti attuati su 174 (con una percentuale di attuazione dell'89%). Seguono il Ministero degli affari esteri, con 258 atti di indirizzo attuati su 300 segnalati (con una percentuale di attuazione dell'86%), il Ministero dell’interno, con 222atti attuati su 328 (con una percentuale del 68%) edil Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con 224 atti attuati su 485 (con una percentuale di attuazione del 46%).
Premesso che nella Sezione II della presente pubblicazione si dà conto testualmente di quanto riferito dai Dicasteri in merito ai singoli atti di indirizzo, si evidenzia che delle 43 attuazioni riferite ad ordini del giorno trasmesse nel periodo considerato:
11 rispondono ad ordini del giorno presentati nel corso dell’esame dell’Atto Camera 1802, divenuto legge n. 183 del 2008, di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 settembre 2008, n. 147, recante disposizioni urgenti per assicurare la partecipazione italiana alla missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia”. Tali atti di indirizzo sono stati attuati dal Ministero degli affari esteri.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C. 1802, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 17, tutti attuati;
9 attuazioni danno seguito ad ordini del giorno presentati nel corso dell'esame dell'Atto Camera 3638, divenuto legge n. 122 del 2010 di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”. Tali atti di indirizzo sono stati attuati dal Ministero degli affari esteri, dal Ministero dell'interno e dal Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C.3638, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 342, di cui finora attuati 54;
9 attuazioni danno seguito ad ordini del giorno presentati nel corso dell'esame dell'Atto Camera 4086, divenuto legge n. 10 del 2011, di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e di interventi urgenti in materia tributaria e di sostegno alle imprese e alle famiglie”.Tali atti di indirizzo sono stati attuati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dal Ministero dell'interno.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C.4086, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 216, di cui finora attuati 32;
4 attuazioni danno seguito ad ordini del giorno presentati nel corso dell'esame dell'Atto Camera 4551, divenuto legge n. 130 del 2011, di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, recante proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni per l'attuazione delle Risoluzioni 1970 (2011) e 1973 (2011) adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Misure urgenti antipirateria”. Tali atti di indirizzo sono stati attuati dal Ministero degli affari esteri.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C.4551, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 24, di cui finora attuati 4;
2attuazioni danno seguito ad ordini del giorno presentati nel corso dell’esame dell’Atto Camera 2468, divenuto legge n. 77 del 2009, concernente “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile”. Tali atti di indirizzo sono stati attuati dal Ministero dell'interno.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C. 2468, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 82, di cui finora attuati 17;
1 attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 2180, divenuto legge n. 94 del 2009, concernente "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica". Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero dell'interno.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C. 2180, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 32, di cui finora attuati 9;
1 attuazione risponde ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 3196, divenuto legge n. 26 del 2010, di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195, recante disposizioni urgenti per la cessazione dello stato di emergenza in materia di rifiuti nella regione Campania, per l'avvio della fase post emergenziale nel territorio della regione Abruzzo ed altre disposizioni urgenti relative alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed alla protezione civile”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero dell'interno.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C.3196, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 52, di cui finora attuati 5;
1 attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 3175, divenuto legge n. 50 del 2010, di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 febbraio 2010, n. 4, recante istituzione dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero dell'interno.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C.3175, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 17, di cui finora attuato 1;
1 attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 3610, divenuto legge n. 126 del 2010 di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 luglio 2010, n. 102, recante proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace, di stabilizzazione e delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero degli affari esteri.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C.3610, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 7, tutti attuati;
1 attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 3778, divenuto legge n. 220 del 2010, concernente “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2011)”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero degli affari esteri.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C.3778, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 155, di cui finora attuati 52;
1 attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 4307, divenuto legge n. 75 del 2011, di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34, recante disposizioni urgenti in favore della cultura, in materia di incroci tra settori della stampa e della televisione, di razionalizzazione dello spettro radioelettrico, di moratoria nucleare, di partecipazioni della Cassa depositi e prestiti, nonché per gli enti del Servizio sanitario nazionale della regione Abruzzo”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero della salute.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C.4307, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 188, di cui finora attuato 1;
1 attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 4357, divenuto legge n. 106 del 2011, di “Conversione in legge del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, concernente Semestre europeo – Prime disposizioni urgenti per l'economia”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero degli affari esteri.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C.4357, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 153, di cui finora attuati 2;
1 attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 4449, divenuto legge n. 129 del 2011, di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 giugno 2011, n. 89, recante disposizioni urgenti per il completamento dell'attuazione della direttiva 2004/38/CE sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e per il recepimento della direttiva 2008/115/CE sul rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi irregolari”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero degli affari esteri.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C.4449, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 4, di cui finora attuato 1.
Le nostre segnalazioni:
Il Servizio per il controllo parlamentare provvede a segnalare gli ordini del giorno, accolti dal Governo e/o approvati dall'Assemblea o dalle Commissioni, ai Ministeri individuati come competenti per la loro attuazione dopo la pubblicazione della legge cui essi si riferiscono sulla Gazzetta Ufficiale.
In particolare, nel periodo 1° - 31 ottobre 2011 sono stati così sollecitati 13 ordini del giorno*, dei quali :
5 riferiti alla legge n. 154 del 2011, concernente “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di partenariato economico tra gli Stati del Cariforum, da una parte, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altra, con Allegati, Protocolli, Dichiarazioni e Atto finale, fatto a Bridgetown, Barbados, il 15 ottobre 2008” (A.C. 4470), inviati al Ministero degli affari esteri;
4 riferiti alla legge n. 169 del 2011, concernente “Concessione di contributi per il finanziamento della ricerca sulla storia e sulla cultura del medioevo italiano ed europeo” (A.C. 2774), inviati al Ministero per i beni e le attività culturali;
3 riferiti alla legge n. 153 del 2011, concernente “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo nel campo della cooperazione militare tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno del Marocco, fatto a Taormina il 10 febbraio 2006” (A.C. 4433), inviati al Ministero degli affari esteri;
1 riferito alla legge n. 152 del 2011, concernente “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di mutua assistenza amministrativa per la prevenzione, l'accertamento e la repressione delle infrazioni doganali tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica argentina, con Allegato, fatto a Roma il 21 marzo 2007” (A.C. 4388), inviato al Ministero degli affari esteri.
Nel periodo considerato sono state inoltre segnalatedal Servizio per il controllo parlamentare 8 risoluzioni**:
- MARIANI ed altri n. 7/00518, sulla realizzazione del metanodotto denominato Rete Adriatica, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
- Guido DUSSIN ed altri n. 7/00686, sul violento nubifragio che ha colpito i territori dei comuni di Brenta, Casalzuigno, Cittiglio, Cuveglio, Cuvio, Duno, Laveno, Mombello e Rancio Valcuvia il 5 agosto 2011, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministero dell'economia e delle finanze ed al Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
- VENTUCCI ed altri n. 7/00713, concernente la concessione dell'esonero dalla prestazione di garanzia per l'introduzione di beni nei depositi IVA, al Ministero dell'economia e delle finanze;
- VIOLA n. 8/00149 e Guido DUSSIN n. 8/00150, concernenti iniziative urgenti per la realizzazione di interventi di messa in sicurezza dal rischio idrogeologico di territori ubicati nelle regioni Veneto e Friuli-Venezia Giulia, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
- CIRIELLI ed altri n. 8/00151, sulla tempestiva adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri finalizzato all'erogazione degli assegni una tantum al personale individuato dal decreto-legge n. 27 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 74 del 2011 e sul trattamento retributivo del medesimo personale, al Ministero della difesa ed al Ministero dell'interno;
- MOFFA ed altri n. 8/00152, concernente progetti sperimentali di inserimento lavorativo dei disabili, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
- COSENZA n. 8/00153, concernente iniziative per il buon funzionamento degli impianti di depurazione in Campania e nelle altre regioni del Sud, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Sono state inoltre segnalate dal Servizio per il Controllo parlamentare 22 mozioni:
- IANNACCONE, LANDOLFI, DESIDERATI ed altri n. 1/00701, DI PIETRO ed altri n. 1/00732,Nunzio Francesco TESTA ed altri n. 1/00735, DI BIAGIO ed altri n. 1/00736, LULLI ed altri n. 1/00738(Testo modificato nel corso della seduta), LOMBARDO ed altri n. 1/00739 e MOSELLA ed altri n. 1/00744, concernenti iniziative in relazione alla annunciata chiusura dello stabilimento Irisbus di Flumeri (Avellino), al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed al Ministero dello sviluppo economico;
- COMMERCIO ed altri n. 1/00740 e PISICCHIO ed altri n. 1/00743, concernenti iniziative volte a garantire un adeguato risarcimento a favore delle persone che hanno subito danni da incidenti stradali al Ministero della salute;
- DI PIETRO ed altri n. 1/00391(Nuova formulazione nel testo modificato), TEMPESTINI ed altri n. 1/00621(Testo modificato nel corso della seduta), PEZZOTTA ed altri n. 1/00623, ANTONIONE, DOZZO, SARDELLI ed altri n. 1/00625, PISICCHIO ed altri n. 1/00629, DI BIAGIO e DELLA VEDOVA n. 1/00712, OLIVERI ed altri n. 1/00726(Testo modificato nel corso della seduta), concernenti iniziative per garantire la trasparenza delle informazioni relative all'aiuto pubblico allo sviluppo, al Ministero degli affari esteri;
- BORGHESI ed altri n. 1/00713, META ed altri n. 1/00715, MEREU ed altri n. 1/00723(Testo modificato nel corso della seduta), VALDUCCI, DESIDERATI, PIONATI ed altri n. 1/00724, COMMERCIO ed altri n. 1/00728 e MOSELLA ed altri n. 1/00729, concernenti misure a favore del trasporto pubblico locale, al Ministero dell'economia e delle finanze ed al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/1802/9 Ordine del giorno |
Fassino |
Assemblea |
06/10/2011 |
III |
Processo di ricostruzione e di democratizzazione in Afghanistan |
L'ordine del giornoFassino ed altri n. 9/1802/9, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 19 novembre 2008, impegnava l'esecutivo ad adottare ogni iniziativa utile a rafforzare il ruolo e il coinvolgimento delle Nazioni Unite nella gestione della cooperazione, ricostruzione e possibile riconciliazione nazionale in Afghanistan, a sostegno del processo di democratizzazione del paese, di "afghanizzazione" della sicurezza dell'area ed a tutela dei diritti umani fondamentali e della popolazione femminile.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“L'azione esercitata dall'Italia nella difficile realtà afghana è stata sempre ispirata a finalità di trasparenza ed efficacia di intervento a sostegno dello sviluppo e della sicurezza del Paese.
Il Governo si è, quindi, adoperato per una sempre più diffusa sensibilità internazionale su questi temi, prestando un fattivo contributo alla finalizzazione della Dichiarazione dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi contributori della Forza multinazionale ISAF, adottata a margine del Vertice NATO di Lisbona, nel novembre del 2010.
Alla linea definita in ambito NATO, si sono attenuti i nostri contingenti inquadrati in ISAF e i nostri operatori di Cooperazione, la cui condotta sul terreno, nell'area di rispettiva competenza (il Comando Regionale ad Herat) è stata riconosciuta come ineccepibile.
Grande attenzione è stata riservata anche alle attività di monitoraggio dei meccanismi e delle procedure volti a ridurre i rischi legati a fenomeni di corruzione e di moltiplicazione dei costi nella gestione dei programmi di sviluppo sostenuti dalla comunità internazionale in Afghanistan.
Per ciò che attiene al processo di "afghanizzazione" della sicurezza, che riteniamo centrale, il Governo non ha fatto mancare il proprio sostegno alla NATO Training Mission - Afghanistan/NTM-A, creata nel 2009 allo scopo di formare le Forze di Sicurezza afghane (ANSF), nell'ottica dell'avvio del processo di transizione, iniziato poi effettivamente nel luglio scorso, con un primo gruppo di aree trasferite al controllo delle ANSF, con le truppe NATO in funzione di supporto.
Nostro fondamentale contributo è stato l'incremento del numero dei nostri addestratori impegnati nel compito di formare le Forze di Polizia afghane, sulla base di una decisione preannunciata al Segretario Generale della NATO Rasmussen, in visita a Roma nel settembre dello scorso anno, e formalizzata al Vertice di Lisbona dei Capi di Stato e di Governo della NATO nel novembre 2010. Il nostro impegno in questo settore si basa sulla convinzione - condivisa da tutti gli Alleati e sostenuta dalla NATO - che un efficace processo di transizione in Afghanistan passi, in primo luogo, attraverso la costituzione di Forze di Sicurezza in grado di controllare effettivamente il loro territorio nazionale e di arginare il fenomeno dell'insorgenza, non ancora debellato, specialmente in alcune zone del Paese.
Il Governo italiano ha altresì ripetutamente assicurato - attraverso i Decreti Missione periodicamente approvati e convertiti in legge - propri contributi finanziari al fondo fiduciario della NATO creato appositamente per la formazione dell'Esercito Nazionale Afghano (ANA)”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/1802/22 Ordine del giorno |
Tempestini |
Assemblea |
06/10/2011 |
III |
Crisi nell'area caucasica |
L'ordine del giorno Tempestini ed altri n. 9/1802/22, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 19 novembre 2008, impegnava l'esecutivo a sostenere gli sforzi internazionali e dell'Unione europea sul tema delle condizioni di sicurezza dei civili, del ritorno dei rifugiati alle loro case, dei diritti umani e della non discriminazione nei confronti delle varie etnie nell'area caucasica.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“Il Caucaso meridionale rappresenta una regione di forte interesse strategico essendo punto cruciale di passaggio dei corridoi energetici dalla Russia e dall'Asia Centrale verso il Mediterraneo. L'Italia sta rafforzando la propria proiezione nell'area e segue con attenzione l'evolversi della situazione politica, mentre guarda con preoccupazione allo stallo negoziale dei "conflitti protratti".
L'attenzione prestata dal Governo italiano, in particolare nell'ultimo periodo, è testimoniata dalla significativa intensificazione delle visite ed incontri ad alto livello, secondo un approccio di uguale attenzione politica nei confronti di tutti i Paesi dell'area ed in piena sintonia con il "Partenariato orientale" lanciato in sede UE.
In tale contesto, il Ministro Frattini ha avuto a Roma incontri con gli omologhi armeno (novembre 2009), georgiano (febbraio 2010), azero (luglio 2011). Si ricorda inoltre che il Sottosegretario Mantica si è recato in missione a Baku, dal 6 al 7 dicembre 2010, e sta programmando una visita a Jerevan. Infine, si segnalano le visite a livello del nostro Vice Ministro dello Sviluppo Economico, in alcuni casi configuratesi come missioni di sistema, svolte nel corso del 2010 in Armenia e Azerbaigian. Diverse le occasioni di incontro bilaterale anche in Italia, in occasione di visite di Autorità dei paesi dell'area.
Accanto agli scambi di visite e agli incontri, che hanno consentito l'approfondimento del dialogo politico con questi Paesi, occorre menzionare il significativo ampliamento della base di collaborazione di intese a tutti i livelli, testimoniata dalla firma di diversi accordi tra la fine del 2009 e il 2011. Si possono ricordare, in particolare, l'accordo in materia di lotta alla criminalità con la Georgia; i numerosi testi firmati con l'Armenia in materia di consultazioni politiche, cooperazione economica, cooperazione nel campo della pubblica amministrazione e in materia di polizia e infine l'accordo di cooperazione rafforzata tra i due Ministeri degli Esteri in via di finalizzazione con l'Azerbaigian. Sono il segnale di una collaborazione forte e strutturata che mira, fra l'altro, ad un graduale avvicinamento degli standard fra l'Italia e questi Paesi.
Per quanto concerne specificatamente il conflitto in Georgia, siamo effettivamente impegnati nelle "Discussioni di Ginevra", unico forum, a co-presidenza UE, OSCE e NU, che riunisce Tbilisi e Mosca. La recente nomina - da noi sostenuta - del nuovo Rappresentante Speciale UE per il Caucaso Meridionale e il conflitto in Georgia, Philippe Lefort, è tesa a dare un nuovo impulso ai negoziati.
L'Italia fornisce inoltre un importante contributo alla missione EUMM, che rimane l'unica missione di monitoraggio internazionale sul terreno, con una qualificata presenza di propri funzionari. Per quanto attiene al conflitto in Nagorno Karabach, i vari tentativi di mediazione susseguitisi nel corso degli ultimi mesi, non paiono purtroppo al momento sortire risultati decisivi.
Su questo sfondo, da parte italiana anche nei citati incontri a livello politico, non si è mancato di ribadire agli interlocutori di ambo le parti, il forte invito ad impegnarsi per una rapida soluzione di tale conflitto.
L'Italia mantiene dunque un forte impegno nella stabilizzazione della regione che consentirebbe, in particolare a Paesi come l'Armenia e l'Azerbaigian, di beneficiare di tangibili ricadute positive anche in termini di investimenti esteri e di accresciuta prosperità economica per le popolazioni e in generale per l'intera area geografica”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/4357-A/130 Ordine del giorno |
Narducci |
Assemblea |
06/10/2011 |
III |
Norme contrattuali per il personale docente ed amministrativo in servizio all'estero |
L'ordine del giorno Narducci n. 9/4357-A/130, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 21 giugno 2011, impegnava l'esecutivo a valutare l'opportunità di sospendere la Circolare n. 1 del 17 maggio 2011 del Ministero degli affari esteri, al fine di ripristinare l'applicazione delle norme contrattuali vigenti, garantendo il regolare inizio delle lezioni nelle scuole italiane all'estero ed avviare l'immediata indizione delle prove di selezione e l'aggiornamento delle graduatorie per permettere a dette scuole italiane ed alle università straniere di avvalersi di personale in possesso delle professionalità richieste per la promozione e la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“La Circolare n. 1 del 17 maggio 2011 ha dato esecuzione alle norme contenute nell'art. 2 comma 4 novies della Legge 10/2011. Tale articolo ha modificato, nell'ottica del contenimento della spesa e dell'ottimizzazione delle risorse, alcuni aspetti connessi alla durata e alle procedure di trasferimento del personale docente ed amministrativo in servizio all'estero, rendendo necessaria la predisposizione di provvedimenti finalizzati a tutelare i diritti del personale interessato.
Dall'esame delle innovazioni apportate dalla nuova legge al CCNL/2007 si è ritenuto, informate le OO.SS. del Comparto Scuola estero, di poter individuare in una circolare ministeriale un rapido strumento idoneo a dare attuazione alle modifiche normative, in tempo utile per garantire un regolare avvio dell'anno scolastico. Altri strumenti avrebbero comportato un iter molto più lungo e quindi si sarebbero dimostrati inefficaci nell'imminenza delle operazioni di nomina per la destinazione all'estero del personale.
La Circolare n. l del 17 maggio 2011 ha, inoltre, dato seguito alle indicazioni di atti parlamentari di indirizzo volti ad impegnare il Governo a valutare l'opportunità di predisporre disposizioni attuative transitorie finalizzate a:
definire le modalità con le quali il personale rientrato in Italia dopo il primo mandato possa essere destinato all'estero entro i limiti dei nove anni stabiliti;
garantire che il personale in servizio all'estero al momento dell'entrata in vigore della legge possa concludere il proprio mandato.
La Circolare, infatti, ha consentito al personale restituito ai ruoli metropolitani dopo un primo mandato, se inserito in graduatoria e in posizione utile, di poter completare il servizio fino al compimento dei nove anni scolastici e al personale in servizio all'estero di continuare fino alla scadenza del proprio decreto di destinazione.
Nessuna disposizione contrattuale non attinente alla legge è stata modificata dalla Circolare in questione.
Per quanto riguarda le prove di selezione per il rinnovo delle graduatorie, si conferma che l'Amministrazione - nel quadro dell'attuale delicata congiuntura di finanza pubblica - si sta adoperando in vista della loro auspicata indizione.
Nel frattempo, la proroga della validità delle graduatorie attuali fino al 31.8.2012 consente di procedere a nuove nomine per gli anni scolastici 2011/2012 e 2012/2013. Le graduatorie esaurite interessano soprattutto l'area linguistica tedesca e in particolare i corsi di lingua e cultura italiana ex art. 636 del D.Lgs 297/94. Le sedi non sono rimaste vacanti in quanto sono stati nominati, come previsto dalle vigenti norme contrattuali, i supplenti in grado di garantire un buon livello di insegnamento.
Alla luce di quanto sopra esposto, l'inizio dell'attività didattica è prevista avvenire senza ritardi proprio in virtù dei provvedimenti attuativi contenuti nella Circolare ministeriale in questione. Le procedure di nomina si stanno concludendo e l'anno scolastico potrà quindi svolgersi in modo regolare”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/3638/32 Ordine del giorno |
Evangelisti |
Assemblea |
06/10/2011 |
III |
Risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo |
9/3638/152 Ordine del giorno |
Fassino |
||||
9/3638/314 Ordine del giorno |
Adornato |
Gli ordini del giorno Evangelisti ed altri n. 9/3638/32, Fassino n. 9/3638/152 ed Adornato ed altri n. 9/3638/314, accolti dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 28 luglio 2010, impegnavano l'esecutivo a valutare l'opportunità di provvedere, nell'ambito della prossima manovra finanziaria e di bilancio, al ripristino delle risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo ed a promuovere una vera e riconosciuta sussidiarietà, che veda coinvolti, in un approccio di sistema, i principali soggetti, dalle Ong, alle imprese, alle università, alle regioni.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“Il Governo, per tener fede agli impegni assunti nell'ambito delle attività di Cooperazione allo sviluppo, ha sottoposto tali attività di aiuto ad un processo di razionalizzazione strategica e organizzativa, dovendo conformarsi alle pressanti esigenze di rigore della finanza pubblica. Con i fondi a disposizione la Cooperazione continua ad operare sul fronte dello sviluppo, secondo un concetto onnicomprensivo basato sulla valorizzazione di tutte le fonti di finanziamento e su responsabilità condivise fra tutti gli attori coinvolti (donatori e beneficiari, settore pubblico, settore privato e società civile, enti centrali e territoriali), nel rispetto dei principi di efficacia dell'aiuto definiti a Roma (2003), Parigi (2005) e ad Accra (2008).
Per ottenere una maggiore omogeneità di intervento, annualmente, a partire dal dicembre 2008, il Ministero degli affari esteri pubblica le "Linee guida" di indirizzo triennali della Cooperazione italiana che, nella recente versione aggiornata al triennio 2011-2013, evidenziano un ulteriore passo in avanti nel processo di concentrazione dell'aiuto pubblico. In questo modo il Governo intende dare seguito alle specifiche raccomandazioni del Comitato Aiuto Pubblico allo Sviluppo dell'OCSE formulate nella "Peer Review" del 2009, nonché ai principi del Codice di Condotta dell'Unione Europea sulla divisione del lavoro in ambito UE.
Analogamente a quanto avvenuto per i fondi ordinari, anche i fondi stanziati con lo strumento dei "Decreti missione" 2009, 2010 e 2011 hanno dovuto subìre delle riduzioni, rispetto al 2008, in ragione delle esigenze di risanamento della finanza pubblica.
A dispetto di questa situazione congiunturale sfavorevole, come sottolineato anche nelle succitate "Linee Guida", è stato mantenuto il legame tra la prosecuzione degli impegni e il loro finanziamento tramite lo strumento del "Decreto missioni", così che il nostro Paese ha potuto continuare l'impegno a favore dei processi di pace, stabilizzazione e ripristino complessivo di condizioni idonee allo sviluppo verso i Paesi in situazioni di fragilità e di conflitto o post-conflitto quali Afghanistan, Iraq, Libano, Pakistan, Sudan e Somalia.
Inoltre, per reperire risorse, la Cooperazione si sta adoperando su più fronti, comprese le opportunità derivanti da strumenti internazionali, come quello della 'cooperazione delegata' in ambito UE per poter gestire risorse comunitarie e/o di altri Stati membri per la realizzazione di progetti di sviluppo.
Alla luce di quanto precede, si sottolinea pertanto che, nonostante la difficile congiuntura economica e le esigenze di risanamento della finanza pubblica, il nostro paese è attivamente impegnato nell'applicazione dei principi di efficacia degli aiuti ormai generalmente riconosciuti dalla comunità dei donatori, affinché la contrazione dei fondi pubblici destinati alla Cooperazione italiana non si traduca nel disimpegno sul fronte dello sviluppo”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/3638/75 Ordine del giorno |
Pezzotta |
Assemblea |
06/10/2011 |
III |
Incremento del personale in comando presso la Direzione generale cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri |
L'ordine del giorno Pezzotta ed altri n. 9/3638/75, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 28 luglio 2010, impegnava l'esecutivo ad adottare iniziative volte a dotare nel più breve tempo possibile la Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo presso il Ministero degli affari esteri di unità aggiuntive di personale, in posizione di comando, individuando, nell'ambito delle strutture dell'amministrazione dello Stato, quelle più idonee a fornire il suddetto personale.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“Sul fronte delle rendicontazioni in giacenza ventennale dei progetti promossi dalle ONG, si sono registrati sostanziali ed incoraggianti progressi nello smaltimento dell'arretrato, anche grazie alla Task Force in comando dalla Guardia di Finanza richiesta a rafforzamento delle insufficienti risorse umane a disposizione della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo.
I proficui contatti tra il Ministero degli Affari Esteri e la Guardia di Finanza hanno infatti portato, tra agosto 2010 e febbraio 2011, al distacco in comando presso la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo di 7 unità del Corpo.
Anche grazie al loro apporto, a fine luglio 2011 su un totale generale di 615 progetti, corrispondenti a circa 2500 rendiconti da ricalcolare, ne sono stati esaminati (liquidati o trasmessi all'Ufficio Centrale del Bilancio) quasi 2000 (corrispondenti a 483 progetti), e restano ora da ricalcolare ex novo 63 progetti, che equivalgono a circa 250 rendiconti. Tale risultato, se si riuscirà a mantenere il ritmo di lavorazione finora assicurato, lascia ben sperare per la risoluzione definitiva della questione entro la fine del corrente esercizio finanziario o al massimo agli inizi del 2012”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/3638/144 Ordine del giorno |
Tempestini |
Assemblea |
06/10/2011 |
III |
Ripristino degli stanziamenti destinati alla missione di spesa "L'Italia in Europa e nel mondo" |
L'ordine del giorno Tempestini ed altri n. 9/3638/144, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 29 luglio 2010, impegnava l'esecutivo a provvedere, nell'ambito della prossima manovra finanziaria e di bilancio, al ripristino degli stanziamenti ridotti dal taglio lineare delle missioni di spesa del Ministero degli affari esteri, con particolare riferimento alla Missione “L'Italia in Europa e nel mondo”, al fine di rispettare gli impegni contratti in sede internazionale e di scongiurare il rischio di compromettere il ruolo e l'immagine del nostro Paese all'estero.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“Il Governo riserva la massima attenzione agli impegni previsti nell'ambito della Missione "L'Italia in Europa e nel Mondo".
Nell'attuale delicata congiuntura finanziaria, il Ministero degli Esteri è pertanto fortemente impegnato a verificare i margini per possibili, auspicate reintegrazioni delle riduzioni di stanziamenti rese necessarie dalle imprescindibili esigenze di consolidamento del bilancio dello Stato. A tal fine sono stati avviati, d'intesa con il MEF, i necessari approfondimenti.
Le rimodulazioni, in particolare per quanto concerne le attività di assistenza e le iniziative di promozione culturale a favore dei connazionali all'estero, appaiono peraltro ridimensionate se si tengono in considerazione i fondi devoluti quest'anno per la prima volta, in applicazione delle nuove norme sull'autonomia gestionale e finanziaria delle sedi, direttamente agli uffici della rete diplomatico-consolare.
Il Governo rimane, quindi, impegnato a porre in essere ogni iniziativa volta ad assicurare il pieno rispetto degli impegni assunti a livello internazionale mediante una costante azione di ottimizzazione delle risorse disponibili”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/3638/154 Ordine del giorno |
Colombo |
Assemblea |
06/10/2011 |
III |
Incremento delle risorse destinate alla partecipazione italiana ad organismi internazionali per la realizzazione dei programmi in tema di diritti umani |
9/3638/160 Ordine del giorno |
Gozi |
Gli ordini del giorno Colombo n. 9/3638/154 e Gozi n. 9/3638/160, accolti dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 28 luglio 2010, impegnavano l'esecutivo a provvedere, nell'ambito della prossima manovra finanziaria e di bilancio, al potenziamento dei contributi volontari nell'ambito della partecipazione italiana ad organismi internazionali per la realizzazione dei programmi in tema di diritti umani.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“Il Governo intende tener fede agli impegni assunti per garantire il proseguo delle attività di aiuto allo sviluppo e per contribuire alle iniziative degli organismi internazionali che si occupano di diritti umani. Dovendo tuttavia conformarsi alle pressanti esigenze di rigore della finanza pubblica, tali impegni sono stati sottoposti ad un processo di razionalizzazione strategica e organizzativa, in particolare quanto all'impiego delle risorse ad essi destinate.
Anche alla luce dei principi di efficacia sanciti a Roma (2003), Parigi (2005) e ad Accra (2008), la Cooperazione allo sviluppo del Ministero Affari Esteri ha accelerato il processo di concentrazione delle risorse finanziarie destinare alle organizzazioni multilaterali su priorità di settore ben identificabili. Gli strumenti per procedere in tal senso sono sia le Linee guida triennali della Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri (sottoposte ad un aggiornamento annuale da parte del suo Comitato Direzionale) sia il documento di programmazione multilaterale del 2009 (in corso di aggiornamento) della stessa Cooperazione nella parte relativa ai contributi volontari.
Le priorità identificate - attualmente i settori della sicurezza alimentare, della salute, dell'istruzione e accesso all'energia - sono adottate dalla Cooperazione con l'obiettivo di favorire il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, nonché le priorità G8/G20, e tengono conto delle linee generali di politica estera nazionali. Sono privilegiate le Organizzazioni Internazionali - principalmente quelle che hanno sede in Italia - che presentino un vantaggio comparativo nei settori menzionati.
Fermo restando la linea sopra esposta, l'impegno a promuovere politiche e interventi di cooperazione che pongano in modo prioritario il tema del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali continua a rappresentare un aspetto rilevante delle strategie della cooperazione italiana, come testimoniato anche dalla inclusione fra i soggetti destinatari delle risorse degli organismi che operano a sostegno della tutela dei diritti umani, tra i quali, in particolare, UNHCR (Alto Commissariato per i Rifugiati delle NU ), OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) e OHCHR (Alto Commissariato per i Diritti Umani delle NU).
Nel triennio 2009-2011 questi tre organismi hanno beneficiato di contributi da parte della Cooperazione italiana, per un valore complessivo pari ad Euro 23.378.000, così suddivisi: euro 18.113.000,00 in favore UNHCR, euro 4.917.000,00 in favore di OIM ed euro 348.000,00 in favore di OHCHR.
Vanno inoltre considerati i contributi obbligatori che sono stati erogati agli organismi operanti più specificamente nell'ambito delle politiche migratorie. Oltre alla stessa OIM, si tratta dell'OIL (Organizzazione internazionale del Lavoro) e del Centro OIL di Torino (Centro Internazionale di Formazione di Torino, cd. CIF-OIL).
I contributi obbligatori sono calcolati sulla base della scala contributiva dell'ONU (stabilita dalla Quinta Commissione dell'Assemblea Generale) per tutte le Agenzie e Fondi delle Nazioni Unite (di cui l'OIL fa parte) e per tutte quelle organizzazioni internazionali che vi si conformano (come nel caso dell'OIM), opportunamente adeguata in base al numero di Stati Membri.
La quota italiana di partecipazione alla parte amministrativa del bilancio dell'OIM e dell'OIL ammonta a circa il 5% in entrambe le organizzazioni; tale quota fa sì che il contributo obbligatorio italiano si posizioni al sesto posto, subito dopo USA, Giappone, Germania, Gran Bretagna e Francia.
Il contributo obbligatorio per l'OIL è previsto dalla Legge n. 1622 del 13.1 1.1947 ed è stato nel 2010 pari a euro 13.119.933,59.
Il contributo obbligatorio per il Centro OIL di Torino è previsto dall'accordo fra l'OIL ed il Governo italiano del 13 dicembre 1983, ratificato con Legge n. 253 del 27 maggio 1985, e nel 2010 è stato pari a euro 7.850.000,00.
Il contributo per l'OIM è stabilito dalla Legge n. 441 del 22.02.1968 e per il 2010 è stato pari a euro 1.417.856,15”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
6/00052 Risoluzione |
Mazzocchi |
Assemblea |
06/10/2011 |
III |
Iniziative volte a far cessare le persecuzioni nei confronti dei cristiani nel mondo |
La risoluzione Mazzocchi ed altri n. 6/00052, accolta dal Governo ed approvata dall'Assemblea nella seduta del 12 gennaio 2011, impegnava l'esecutivo a far valere con ogni forma di legittima pressione diplomatica ed economica il diritto alla libertà religiosa, in particolare dei cristiani e di altre minoranze perseguitate, laddove risulti minacciata o compressa per legge e per prassi, sia direttamente dalle autorità di governo, sia attraverso un tacito assenso e l'impunità dei violenti.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“I gravi episodi d'intolleranza e di violenza che hanno colpito le comunità cristiane in varie zone del mondo sono fonte di preoccupazione ed apprensione per il Governo.
Come sottolineato dal Ministro Frattini lo scorso 12 settembre in occasione del 25esimo Incontro Internazionale per la Pace a Monaco di Baviera, a dieci anni dall'attacco alle Torri Gemelle, che rappresenta il simbolo forse più eclatante del tentativo di incrinare in modo irreparabile le ragioni del vivere insieme, questi attacchi sono, purtroppo, la conferma di una crescente cristianofobia: in Iraq, in Nigeria, in Pakistan, Paesi dove la voce dei cristiani rischia di spegnersi. Sarebbe un danno irreparabile, una catastrofe per la ricchezza di quei territori, per la causa della libertà e per le speranze di pace del mondo.
Nell'anno in cui si celebra il trentesimo anniversario della risoluzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di tutte le forme di intolleranza e di discriminazione basate sulla religione o sul credo, dobbiamo ancora confrontarci con sfide non secondarie sotto il profilo della tutela delle minoranze cristiane.
Di fronte a questo rischio, è essenziale porre in essere ogni sforzo per difendere e promuovere la libertà di religione, libertà che si colloca al centro dei diritti umani, e che costituisce la base fondamentale di ogni convivenza pacifica, tanto sul piano interno come su quello dei rapporti internazionali.
La promozione della libertà di religione e la tutela delle minoranze confessionali costituiscono, pertanto, una priorità dell'azione di politica estera dell'Italia, che ha messo in campo una serie di iniziative in particolare a livello europeo.
La forte azione esercitata dal Ministro Frattini al Consiglio Affari Esteri del 21 febbraio scorso, dopo un dibattito non privo di difficoltà, ha stimolato l'Unione Europea a rinnovare la sua condanna per il crescente numero di atti di intolleranza compiuti ai danni di cristiani ed altre comunità religiose, e dei loro luoghi di culto.
L'Unione Europea, con l'attivo concorso del nostro Paese, ha quindi avviato un esercizio di monitoraggio finalizzato all'elaborazione periodica di un rapporto sullo stato della libertà religiosa nel mondo. Questo risultato contempera le posizioni di tutti i Ventisette su una questione, per noi di massima priorità, che richiede equilibrio tra diverse sensibilità, senza però attenuare la gravità né la natura dei fatti che hanno colpito diverse minoranze religiose nel mondo, in modo particolare quelle cristiane.
Si tratta della base di partenza, e non certo di un punto d'arrivo, di un processo - al cui sviluppo l'Italia sta continuando a lavorare - che dovrà portare l'UE ad un ancor più efficace coinvolgimento in materia di protezione dei diritti delle minoranze religiose nel mondo.
In ambito Nazioni Unite, abbiamo contribuito in modo sostanziale all'adozione, nel dicembre 2010 da parte dell'Assemblea Generale, della risoluzione contro ogni forma di intolleranza e. discriminazione religiosa, promossa proprio dall'UE. Grazie all'azione dell'Italia, la risoluzione contiene elementi specifici che richiamano l'aumento degli episodi di violenza contro gli appartenenti a minoranze religiose e il dovere di ogni Stato di esercitare la massima vigilanza per prevenirli e punirne i responsabili. Analoga iniziativa è stata adottata dal Consiglio Diritti Umani, a seguito del rapporto del Relatore Speciale ONU sulla libertà di religione.
Un argomento connesso, tradizionalmente controverso, sono le iniziative sulla "diffamazione delle religioni" presentate regolarmente dai Paesi della Conferenza Islamica in ambito ONU, che si ispirano a concetti presenti nelle norme contro la blasfemia esistenti in diversi ordinamenti di Paesi a maggioranza musulmana. L'Italia ha sempre sostenuto che la diffamazione religiosa non è un concetto riconducibile al sistema di tutela internazionale dei diritti umani e che anzi può essere utilizzato come strumento discriminatorio nei confronti delle minoranze per limitare la libertà di espressione e la stessa libertà di religione.
Grazie all'azione di persuasione esercitata con il contributo determinante dell'Italia, i Paesi della Conferenza Islamica hanno al momento accantonato questa iniziativa in ambito ONU, in favore di altre, incentrate su misure di contrasto alla discriminazione religiosa, adottate per consenso. Si tratta di un segnale molto incoraggiante.
L'incontro organizzato congiuntamente da Stati Uniti e Organizzazione della Conferenza Islamica il 15 luglio scorso a Istanbul ha costituito un momento importante per consolidare tale approccio consensuale.
La Farnesina ha anche sostenuto il Seminario italo-spagnolo, tenutosi a Firenze il 13 e 14 giugno scorsi, intitolato "Libertà religiosa: diritti umani, inclusione sociale e partecipazione politica. Il caso delle comunità cristiane", organizzato nel quadro dell'Alleanza delle Civiltà guidata dall'ex presidente portoghese Jorge Sampaio, con l'obiettivo di approfondire il tema della libertà religiosa.
Nel quadro dell'azione a tutto raggio svolta dal nostro Paese va, infine, ricordato che il 12 settembre l'Italia ha ospitato un importante evento, promosso dall'OSCE, e intitolato "Prevenzione e reazione agli incidenti ed ai crimini motivati dall'odio contro i cristiani".
In sintesi, dunque, il Governo è fortemente impegnato a promuovere su diversi fronti, sia sul piano bilaterale sia a livello multilaterale, la tutela della libertà religiosa e delle comunità cristiane nel mondo, in conformità al forte mandato politico ricevuto dalla mozione unitaria approvata dalla Camera dei Deputati lo scorso 12 gennaio”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
8/00135 Risoluzione conclusiva |
Mecacci |
Commissione |
06/10/2011 |
III |
Tutela dei rifugiati iraniani nel campo di Ashraf |
La risoluzione conclusiva Mecacci ed altri n. 8/00135, approvata dalla III Commissione (Affari esteri) nella seduta del 14 luglio 2011, impegnava l'esecutivo a trasmettere al Governo iracheno le preoccupazioni espresse dalla Commissione Affari esteri con la risoluzione 8-00019 e, in particolare, il richiamo all'impegno assunto ad evitare l'uso della forza nei confronti dei residenti nel campo di Ashraf, privilegiando la ricerca di una soluzione pacifica attraverso il dialogo; a sostenere in sede internazionale e nel quadro della linea definita in sede UE iniziative che contemperino la tutela dei residenti nel campo di Ashraf con il pieno rispetto della sovranità irachena, nonché del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani; a fornire con la massima urgenza l'assistenza umanitaria ai residenti di Ashraf e, in particolare, a garantire l'accesso al servizio medico sanitario ovvero a consentire ai feriti di recarsi a proprie spese all'esterno per ricevere cure mediche in ospedali pubblici e cliniche private irachene o statunitensi, nonché a sensibilizzare l'Unione europea a promuovere analoga azione anche attraverso l'impulso del Commissario europeo per gli aiuti umanitari.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“Su istruzione del Ministero degli Affari Esteri, l'Ambasciata d'Italia a Baghdad si è attivata presso l'Ufficio del Primo Ministro iracheno direttamente competente per la gestione di Camp Ashraf (il c.d. Ashraf Committee). Ha inoltre preso contatto con la missione delle Nazioni Unite in Iraq (UNAMI) e con le istituzioni comunitarie competenti.
Al Presidente dell'Ashraf Committee, Dr. Haqi Sharefi, sono state rappresentate le preoccupazioni del Governo italiano nei termini espressi nella risoluzione della Commissione Affari Esteri della Camera.
Sono state in particolare ribadite le ben note posizioni italiane, più volte espresse sia sul piano bilaterale che in ambito comunitario, a favore di una soluzione pacifica - nel pieno rispetto del diritto internazionale e della sovranità irachena - alla questione posta dalla permanenza in Iraq dei circa 3.500 dissidenti iraniani acquartierati presso la cittadella militare di Camp Ashraf.
Da parte italiana è stata inoltre rappresentata al Governo iracheno la ferma condanna degli eventi dell'8 aprile scorso e la necessità di informare ogni iniziativa nei confronti dei residenti di Ashraf al pieno rispetto dei diritti umani. È stata sottolineata l'esigenza di fornire una adeguata assistenza umanitaria e sanitaria ai feriti negli scontri con le Forze irachene, consentendo loro di accedere alle necessarie cure in strutture mediche idonee.
Nel corso dell'incontro il Dr. Haqi Sharefi ha ribadito le note posizioni di Baghdad circa l'esigenza di trovare una soluzione condivisa al problema di Camp Ashraf, con il pieno coinvolgimento della comunità internazionale. Egli ha inoltre riaffermato la volontà irachena di agire nel pieno rispetto dei diritti umani e di trovare una soluzione pacifica alla questione, ma ha altresì sottolineato l'imprescindibile necessità per l'Iraq di mantenere la piena sovranità ed il pieno controllo sul proprio territorio.
Quanto all'impegno ad accogliere, di concerto con le Regioni, alcuni tra i residenti di Ashraf bisognosi di cure, l'On. Ministro Frattini ha sottoscritto lo scorso 9 agosto una Convenzione quadro con la Presidente della Regione Lazio Polverini per realizzare iniziative umanitarie a favore di persone vittime di conflitti. Successivi contatti con l'Assessorato alla Salute della Regione Lazio hanno permesso di individuare nell'Azienda ospedaliera S. Camillo Forlanini la struttura disposta a garantire degenza e cure mediche a sette residenti di Ashraf, individuati dall'organizzazione che detiene il controllo del campo quali feriti bisognosi di cure urgenti.
La nostra Ambasciata a Baghdad ha quindi incontrato l'Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite in Iraq, Dr. Tahar Boumedra, il quale si è, tra l'altro, impegnato a visitare il Campo e a cercare di incontrare i residenti di cui è stato chiesto il trasferimento in Italia, al fine di verificarne le condizioni di salute.
In data 9 settembre il viaggio in Italia dei primi 4 residenti di Camp Ashraf si è svolto positivamente secondo un programma concordato con la Autorità irachene. I feriti sono stati muniti dei lasciapassare e dei visti consegnati a Baghdad dalla nostra Ambasciata e di una copia della lettera con la quale la Regione Lazio conferma che si farà carico delle spese mediche.
Le Autorità irachene hanno assicurato la massima collaborazione per agevolare il trasferimento dei feriti e coordinare i necessari movimenti dei cittadini iraniani da Ashraf all'aeroporto di Baghdad.
Parallelamente il Governo sta contribuendo positivamente alla riflessione in corso a Bruxelles sulla possibile istituzione di un punto focale per Camp Ashraf all'interno del Servizio Europeo di Azione Esterna”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/1802/11 Ordine del giorno |
Bernardini |
Assemblea |
11/10/2011 |
III |
Processo di democratizzazione del Libano e andamento della missione UNIFIL |
9/1802/18 Ordine del giorno |
Rugghia |
||||
9/1802/23 Ordine del giorno |
La Forgia |
L'ordine del giorno Bernardini ed altri n. 9/1802/11, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 19 novembre 2008, e gli ordini del giorno Rugghia ed altri n. 9/1802/18 e La Forgia ed altri n. 9/1802/23, accolti dal Governo nella medesima seduta dell'Assemblea, impegnavano l'esecutivo: a rafforzare il proprio sostegno politico ed economico al Tribunale speciale per il Libano e a contribuire a che l'impegno della comunità internazionale in quel Paese evolva da una presenza militare o di ricostruzione di infrastrutture ad un esplicito sostegno alle riforme democratiche; a riferire in Parlamento sull'andamento della missione UNIFIL in Libano, fornendo elementi conoscitivi sulle dotazioni, le attività, i mezzi utilizzati e sulle condizioni d'impiego del personale partecipante alla missione.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“Il Governo italiano attribuisce un ruolo fondamentale alla missione delle Nazioni Unite in Libano, UNIFIL, al mantenimento della pace e della sicurezza nel Libano meridionale, nonché al prestigio che in essa riveste il contributo italiano.
UNIFIL è composta da circa 11.500 unità e l'Italia, che ha avuto il comando dell'operazione fino al 28 gennaio 2010 con il Gen. Graziano, vi partecipa con un contingente di circa 1.800 unità. Attualmente il Gen. Bonfanti è Deputy Force Commander di UNIFIL.
La situazione sul terreno sembra attualmente stabile, nonostante si siano verificati degli attentati al contingente durante il 2011, ma potrebbe risentire della crisi siriana. L'Italia prosegue con determinazione il proprio impegno a preservare l'indipendenza, l'unità e la democrazia del Paese, continuando a salvaguardarne la sicurezza e la stabilità anche tramite la nostra presenza nella missione UNIFIL.
È ora in corso, in ambito Nazioni Unite, una ridefinizione dei settori geografici e dei contributi di UNIFIL. Anche l'Italia, d'intesa con il Segretariato Generale delle Nazioni Unite, sta rivedendo il proprio contributo, mantenendo la consapevolezza dell'opportunità di assicurare alla missione il necessario sostegno politico e diplomatico ai fini del rafforzamento dello stato di diritto in Libano.
Altro impegno importante dell'Italia rimane assicurare la piena operatività del Tribunale Speciale per il Libano (TSL) e la necessaria collaborazione delle autorità libanesi con tale organo. Creato nel 2007 in virtù della Risoluzione 1757 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e guidato dal giurista italiano Antonio Cassese, il TSL, aperto ufficialmente a L'Aja il 1° marzo del 2009, applicherà esclusivamente le disposizioni del Codice penale Libanese, ad eccezione della pena di morte.
Alla luce dell'importanza attribuita al lavoro svolto dal TSL, continuiamo dal 2008 a partecipare alle spese di funzionamento del Tribunale con un contributo finanziario annuo di 800.000 euro, riconfermato anche per il 2012, reiterando alle autorità libanesi l'aspettativa, non solo italiana ma della comunità internazionale nel suo insieme, che il Libano rispetti i propri obblighi finanziari nei confronti del TSL, equivalenti al 49% del bilancio del Tribunale.
Sul piano politico rappresenta senz'altro una svolta positiva il fatto che, il 7 luglio scorso, il Primo Ministro Mikati abbia ottenuto la fiducia parlamentare al proprio governo, espressione del fronte dell'8 Marzo, insieme al gruppo di Jumblatt e ad alcune personalità legate al Primo Ministro e al Presidente della Repubblica Sleiman.
In sintesi, il Governo italiano prosegue il suo impegno, in stretta collaborazione con i partner UE, a sostenere il Libano nella sua strada verso le riforme, ed in particolare verso un rafforzamento della democrazia, dello stato di diritto, dello sviluppo economico e dell'equità, come il Ministro Frattini ha confermato al suo omologo libanese Mansour a New York, il 23 settembre scorso. In ambito europeo questa linea è stata ribadita al Consiglio Affari Esteri del 18 luglio scorso, che ha inoltre richiamato i contenuti della nuova Politica Europea di Vicinato”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/1802/25 Ordine del giorno |
Narducci |
Assemblea |
11/10/2011 |
III |
Iniziative volte a ripristinare il contributo italiano al Fondo per lo sminamento umanitario nonché promozione di programmi di mine risk education destinati ai bambini |
9/1802/26 Ordine del giorno |
Barbi |
||||
9/1802/27 Ordine del giorno |
Garofani |
||||
9/1802/28 Ordine del giorno |
Sarubbi |
Gli ordini del giorno Narducci ed altri n. 9/1802/25, Barbi ed altri n. 9/1802/26, Garofani ed altri n. 9/1802/27 e Sarubbi ed altri n. 9/1802/28, accolti dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 19 novembre 2008, impegnavano l'esecutivo ad adottare iniziative utili a ripristinare il contributo italiano al Fondo per lo sminamento umanitario, promuovendo altresì iniziative di sensibilizzazione e formazione di tutta la popolazione locale, nonché programmi di mine risk education destinati ai bambini, in relazione al pericolo rappresentato dal munizionamento inesploso con particolare riferimento al sub-munizionamento antipersona disperso da bombe a grappolo.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“Il Governo ha sempre rivolto una particolare attenzione alla situazione umanitaria provocata dalle mine antipersona, dai residuati bellici esplosivi e dalle munizioni a grappolo, svolgendo in collaborazione con le principali Agenzie ed Organismi dell'ONU operanti in tale ambito, attività soprattutto nei Paesi dell'America Latina, Africa sub-sahariana e Bacino del Mediterraneo.
A questo riguardo, al Fondo per lo Sminamento Umanitario, istituito con la legge 7 marzo 2011 n. 58, sono state attribuite risorse finanziarie per gli esercizi 2009, 2010 e 2011, attraverso gli stanziamenti disposti con la legge finanziaria e di stabilità annuale nonché tramite gli stanziamenti ad hoc autorizzati dai provvedimenti legislativi per il finanziamento delle missioni internazionali (cosiddetti "Decreti Missioni").
Nell'esercizio 2009, sono stati. attribuiti complessivamente al Fondo 1,5 milioni di euro. Nel 2010, lo stanziamento è ammontato a 3 milioni di euro, mentre nel 2011 sono stati allocati 2.240.000 euro.
I fondi sono serviti per finanziare iniziative di assistenza e cooperazione nell'ambito dello sminamento umanitario nei seguenti Paesi: Afghanistan, Angola, Bosnia-Érzegovina, Eritrea, Etiopia, Libano, Libia, Mozambico, Senegal, Somalia, Sri Lanka, Sudan e Sud Sudan. Sono state anche sostenute le iniziative di sminamento curate dall'Organizzazione degli Stati Americani (OSA) e le attività delle principali organizzazioni non governative operanti nel settore, nonché della Implementation Support Unit della Convenzione di Ottawa.
Sono state finanziate iniziative di sminamento, di educazione al rischio derivante dalle mine e di assistenza alle vittime, anche in linea con gli impegni assunti alla Seconda Conferenza di Riesame della Convenzione di Ottawa, svoltasi nel dicembre 2009 a Cartagena de Indias (Colombia).
Sono altresì intervenute nel corso degli ultimi due anni due modifiche alla legge 58/2001, adottate su iniziativa governativa. Con la legge 12 novembre 2009 n. 173 è stata autorizzata la ratifica del V Protocollo della Convenzione CCW relativo ai residuati bellici esplosivi. Con la legge 14 giugno 2011 n. 95 è stata autorizzata la ratifica della Convenzione di Oslo sulle munizioni a grappolo. Le due leggi citate hanno emendato la legge 58/2001, consentendo l'utilizzo delle risorse del Fondo anche per progetti relativi ai residuati bellici esplosivi e alle munizioni a grappolo.
La Farnesina sostiene fortemente il Fondo per lo sminamento umanitario, nella convinzione che esso costituisca uno strumento fondamentale per contribuire al miglioramento delle condizioni di vita, concorrendo quindi al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (con particolare riferimento a quelli relativi alla lotta contro la povertà)”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/1802/19 Ordine del giorno |
Rosato |
Assemblea |
11/10/2011 |
III |
Crisi umanitaria in Congo |
L'ordine del giornoRosato ed altri n. 9/1802/19, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 19 novembre 2008, impegnava l'esecutivo a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative volte a stanziare quanto prima risorse adeguate a fronteggiare la grave crisi umanitaria in atto nella Repubblica democratica del Congo ed ogni intervento, nelle opportune sedi internazionali, utile a rilanciare un'iniziativa diplomatica che possa portare quanto prima ad una soluzione politica dei conflitti in atto.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“La travagliata storia recente della Repubblica Democratica del Congo ha ostacolato i tentativi degli organi governativi di stabilizzare il Paese, conferendo un andamento difficoltoso al ritorno alla normalità auspicato dalla comunità internazionale.
La situazione nell'est del Paese rimane tesa, anche se non si può parlare, al momento attuale, di recrudescenza, mentre la situazione umanitaria resta drammatica. Gli scontri tra gruppi ribelli e Forze Armate Congolesi, appoggiate dalla "Missione ONU per la Stabilizzazione del Congo" (MONUSCO, già denominata MONUC), sono frequenti ma circoscritti. Una gran parte dell'est è, in effetti, al di fuori del controllo del governo di Kinshasa, che può far valere la sua autorità solo nei centri principali.
La MONUSCO porta avanti non senza difficoltà la missione che le è stata affidata di proteggere le popolazioni civili, per mancanza di uomini e mezzi. Il ritiro degli elicotteri indiani ha accentuato le difficoltà logistiche in un Paese senza infrastrutture viarie ed impedisce l'ottimale dispiegamento dei contingenti militari dell'ONU.
Si riscontrano scontri per il possesso di risorse minerarie della RDC. L'elemento tribale esiste, ma la composizione dei gruppi di ribelli non è più uniforme e comprende individui emarginati che entrano a farvi parte allettati dalla possibilità di saccheggi, di denaro proveniente dalla vendita di contrabbando di minerali.
Il Governo italiano contribuisce allo sforzo della comunità internazionale a favore dei profughi e della popolazione locale. Nel 2008 è stato versato un finanziamento di 60.000 Euro alla Comunità Economica degli Stati dell'Africa Centrale (CEEAC) a sostegno delle attività di pace e sicurezza nella regione, ed un milione di dollari per l'addestramento dell'Africa Stand-by Force (Forze di Peacekeeping e Peacebuilding dell'Unione Africana da dispiegare nelle aree di crisi). Il nostro Paese continua ad adoperarsi, nelle competenti sedi internazionali, allo scopo di giungere ad una soluzione politica del conflitto in atto nell'est della RDC.
Si segnala che è stato avviato nel 2010 un progetto di cooperazione allo sviluppo nel settore sanitario nell'estremo ovest del Paese (Matadi) che è previsto concludersi nel 2013. Di recente, inoltre, è stato erogato un contributo pari a 80.000 euro all'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per sostenere il programma di vaccinazione nazionale volta a contrastare il diffondersi della poliomielite nel Paese.
Tutte le attività di emergenza condotte sul canale bilaterale dalla Cooperazione italiana sono coordinate dalla nostra Ambasciata a Kinshasa, che ha altresì il compito di monitorare le attività sostenute dall'Italia e realizzate dalle Organizzazioni Internazionali. Ciò al fine di garantire massima efficacia all'aiuto fornito, sia attraverso il canale bilaterale che multilaterale, in termini di effettivo raggiungimento dei suoi destinatari”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/1802/21 Ordine del giorno |
Recchia |
Assemblea |
14/10/2011 |
III |
Partecipazione italiana al processo di stabilizzazione nei Balcani |
L'ordine del giorno Recchia ed altri n. 9/1802/21, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 19 novembre 2008, impegnava l'esecutivo a mantenere inalterato il supporto e a valutare la possibilità di confermare l'attuale contributo italiano alla missione NATO in Kosovo (Kfor), adottando nelle opportune sedi internazionali ogni iniziativa utile a favorire il raggiungimento di un accordo tra la parte serba e quella kosovara al fine di poter utilmente dispiegare la missione Eulex e di progredire efficacemente nella direzione di una stabilizzazione dell'area.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“La partecipazione italiana alle missioni internazionali nei Balcani costituisce un punto qualificante della nostra politica estera.
La situazione di sicurezza nel Nord del Kosovo (regione a maggioranza serba) continua a richiedere un attento monitoraggio sul terreno. Momenti di tensione e scontri degenerati in violenza si sono da ultimi verificati a fine luglio, causando una vittima e alcuni feriti tra le unità speciali della polizia kosovara.
Le rimodulazioni della nostra partecipazione sono state esaminate sulla base degli accordi con gli alleati e delle decisioni assunte a livello NATO in ordine al dispiegamento delle forze sul terreno.
Circa gli sviluppi della missione NATO KFOR, la situazione viene qualificata come in costante e positiva evoluzione. Ciò anche grazie ad una sempre migliore e più efficace interazione tra le truppe di KFOR e le Forze di Sicurezza kosovare (KSF) nella tutela dell'ordine pubblico e nella protezione dei monasteri serbo-ortodossi. Lo scorso febbraio si è passati alla fase "GATE 2" di graduale disimpegno di KFOR dal teatro kosovaro. Il contingente NATO si è dunque ridotto da quattro a due Battle Group con conseguenze ridefinizione del numero delle truppe presenti sul terreno, che sono passate da 10.000 unità a 5.000 unità circa. La consistenza numerica del contributo italiano, al completamento di GATE 2, si ridurrà da 1.200 a circa 700 unità. Con l'avvio della terza fase - c.d. GATE 3, non ancora calendarizzata - si addiverrà poi ad un ulteriore ridimensionamento dei contingenti in KFOR.
Per quanto riguarda il rilascio (unfixing) dei luoghi di culto serbo-ortodossi al controllo delle Forze di sicurezza kosovare, sei delle nove Proprietà designate con Statuto Speciale sono state già affidate al controllo della Kosovo Police (tra le quali i monasteri di Gracanica, Goriok, Budisavici e dei Santi Arcangeli), con il mantenimento di una protezione "dinamica" da parte di KFOR. Per i monasteri di Decani e di Visoki e per il Patriarcato di Peja-Pec, invece, occorrerà ancora attendere del tempo ed essi resteranno pertanto sotto sorveglianza di KFOR anche nel corso della fase GATE 2. Ogni ulteriore unfixing dovrà essere deciso caso per caso dal Consiglio Atlantico, in base alle condizioni effettivamente presenti sul terreno.
Con riferimento alla missione europea di rule of law EULEX, l'Italia vi ha finora contribuito con un contingente tra i più numerosi (assieme a Francia e Romania): 195 unità, tra Carabinieri, funzionari di Polizia, finanzieri, agenti penitenziari, magistrati ed esperti. A seguito della rimodulazione della partecipazioni di contingenti militari italiani alle missioni all'estero, sulla base del D.L. del 7 luglio scorso, è stata disposta la riduzione del 50% della partecipazione militare italiana da 125 a 60 unità, dal 1° novembre prossimo.
Circa i seguiti del Rapporto Marty, la task force costituita nell'ambito di EULEX ed incaricata di seguire il dossier dovrebbe essere pienamente operativa nel prossimo futuro quando assumerà le funzioni il Procuratore capo (di nazionalità statunitense), Williamson”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/4449-A/3 Ordine del giorno |
Zacchera |
Assemblea |
14/10/2011 |
III |
Osservanza delle norme del diritto internazionale in materia di soccorso da parte delle autorità della Repubblica di Malta nei confronti di imbarcazioni di clandestini |
L'ordine del giorno Zacchera ed altri n. 9/4449-A/3, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 14 luglio 2011, preso atto che in passato barconi, gommoni ed altre imbarcazioni sono stati segnalati in acque di competenza maltese senza che le autorità della Repubblica di Malta siano intervenute per il soccorso di potenziali naufraghi, impegnava l'esecutivo ad insistere in ogni sede per segnalare questi atteggiamenti della Repubblica di Malta ed anche richiedendo in sede europea una maggiore attenzione di Malta all'osservanza del diritto internazionale.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“L'Italia ha a più riprese richiamato Malta alle sue responsabilità in materia di ricerca e soccorso in mare, denunciandone la condotta a maggior ragione nei casi in cui il mancato intervento di soccorso da parte di unità maltesi nella propria area di competenza ha determinato la perdita di vite umane.
Con riferimento agli ultimi mesi, si ricordano in particolare le seguenti azioni:
• 8 aprile 2011: a seguito del naufragio, la notte del 6 aprile, di un'imbarcazione con circa 300 migranti a bordo, 250 dei quali dispersi, il rappresentante dell'Italia presso l'Organizzazione Marittima Internazionale, nell'ambito della sessione di lavoro del Comitato giuridico della stessa Organizzazione, ha pronunciato una dichiarazione diretta a rimarcare l'omissione di soccorso da parte delle unità maltesi nella propria zona di ricerca e soccorso ed a sottolineare, di converso, l'impegno delle unità italiane per il salvataggio dei 52 superstiti;
• 2 maggio 2011: a seguito di un ulteriore episodio di mancato soccorso ad un'imbarcazione con 461 migranti a bordo, l'Ambasciatore d'Italia a Malta ha effettuato un passo formale di protesta con il Segretario Generale del Ministero degli Esteri maltese;
• 3 giugno 2011: a seguito degli episodi di mancato soccorso da parte delle unità maltesi a due imbarcazioni, rispettivamente con oltre 900 e 209 migranti a bordo, verificatisi il 29-30 maggio, l'Ambasciatore d'Italia a Malta ha effettuato un nuovo passo di protesta con il Ministero degli Esteri maltese, denunciando la violazione da parte de La Valletta delle più elementari norme e principi che obbligano al soccorso in mare. Gli stessi episodi venivano altresì denunciati dal Ministro dell'Interno, On. Maroni, in una lettera al Commissario Europeo per gli Affari Interni Cecilia Malmstróm.
Anche nei tragici casi sopra ricordati, l'Italia si è peraltro astenuta da iniziative e reazioni che, lungi dal risolvere le difficoltà esistenti, avrebbero solo danneggiato il rapporto di collaborazione che pure esiste e merita di essere salvaguardato con un Paese vicino e partner europeo. Si è piuttosto insistito sulla necessità e l'urgenza di intese - a livello bilaterale, UE, IMO - dirette a definire regole di condotta condivise per le operazioni di soccorso in mare. In tale prospettiva, si è altresì sostenuta l'esigenza di un'effettiva solidarietà europea per la gestione dei flussi migratori provenienti dai Paesi nordafricani e, segnatamente, l'utilità di una più efficace collaborazione tra i Paesi che costituiscono la frontiera meridionale dell'Unione Europea.
Occorre d'altra parte tener presente che le difficoltà operative, che talora pregiudicano il buon esito degli interventi di ricerca e soccorso lungo le rotte che attraversano le acque di competenza maltese, sono in primo luogo riconducibili ad un'eccessiva estensione della zona di ricerca e soccorso rivendicata da Malta, chiaramente sovradimensionata (250.000 kmq, vale a dire 750 volte il territorio dell'arcipelago maltese) rispetto alle capacità di intervento di cui dispone La Valletta. Tale estensione, che arriva a ricomprendere anche le Isole Pelagie, è costantemente contestata da parte italiana sia a livello bilaterale che in ambito internazionale. A ciò si aggiunge la diversità di posizioni in merito alla individuazione/interpretazione della pertinente normativa internazionale. Malta segue un'interpretazione restrittiva degli obblighi internazionali in materia di ricerca e soccorso e luogo di sbarco delle persone soccorse, rifacendosi alle convenzioni sugli obblighi di salvataggio marittimo precedenti all'aprile 2004 (Convenzione del 1979 su ricerca e soccorso e Convenzione SOLAS - salvaguardia della vita umana in mare - del 1974). In tali convenzioni, gli obblighi del Paese cui spetta il coordinamento dei soccorsi (il Paese che rivendica l'area di ricerca e soccorso) si limitano allo sbarco delle persone "nel più vicino porto sicuro", che, per la parte maltese, finisce spesso per identificarsi con quello di Lampedusa. Le unità maltesi si attengono quindi ad una mera azione di allerta e di successivo coordinamento degli interventi di soccorso, che sono il più delle volte operati da mezzi navali italiani più vicini al luogo dell'evento. Anche nei rari casi di loro intervento diretto, peraltro, le unità maltesi ritengono di non essere tenute a recuperare eventuali migranti, salvo esplicita loro richiesta o condizioni di evidente estremo pericolo. L'Italia si riferisce invece agli emendamenti del 2004 alla Convenzione sugli obblighi di salvataggio marittimo, non sottoscritti da Malta, che introducono l'obbligo per il Paese responsabile dell'area di ricerca e soccorso dove viene svolto il soccorso di farsi carico delle persone soccorse, anche portandole nei propri porti.
Al fine di individuare una soluzione concordata a tali difficoltà, l'Italia ha sollecitato alle Autorità maltesi la ripresa del negoziato bilaterale in materia e, a fronte di un mancato riscontro, ha portato la questione all'attenzione del Segretariato Generale dell'Organizzazione Marittima Internazionale. In tale sede, nel luglio 2010, è stato avviato, con i buoni uffici dello stesso Segretario Generale dell'IMO, un tentativo di conciliazione delle sopra ricordate divergenze, al cui buon esito la parte maltese non ha tuttavia sin qui contribuito in misura per noi sufficiente.
Si è comunque certamente intenzionati a perseguire una linea di azione politico-diplomatica, tanto sul piano bilaterale quanto in ambito europeo e internazionale, finalizzata ad indurre le Autorità maltesi a rivedere le loro posizioni, le quali, anche ad osservatori terzi, appaiono sempre più inadeguate e dannose per una gestione efficace delle problematiche migratorie che caratterizzano il bacino mediterraneo. Il rapporto bilaterale ne beneficerebbe creando giovamento non soltanto all'Italia ma anche alla stessa Malta, che, contrariamente a quanto paventato dalle sue Autorità, non sarebbe chiamata a rinunciare in alcun modo alla propria sovranità”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/4551/11 Ordine del giorno |
Pistelli |
Assemblea |
14/10/2011 |
III |
Possibilità di indire una conferenza regionale della società civile dei paesi del Corno d'Africa |
9/4551/12 Ordine del giorno |
Narducci |
Gli ordini del giorno Pistelli ed altri n. 9/4551/11 e Narducci ed altri n. 9/4551/12, accolti dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 2 agosto 2011, impegnavano l'esecutivo a intensificare l'adozione con urgenza, nelle opportune sedi internazionali, di ogni iniziativa utile a: ripristinare con urgenza nell'area del Corno d'Africa le condizioni politico-diplomatiche minime che permettano agli aiuti umanitari di raggiungere le popolazioni colpite dalle conseguenze della grave siccità in atto e già duramente provate da anni di conflitti; convocare una Conferenza regionale di pace, non appena le condizioni lo renderanno possibile, che coinvolga tutti gli attori regionali interessati, la parte della società civile organizzata e tutte le organizzazioni italiane, internazionali e locali più influenti nel tessuto sociale di Somalia, Eritrea, Etiopia, Kenya e Sudan; intensificare l'adozione di ogni iniziativa utile a fornire contributi economici aggiuntivi, al pari di quanto fatto dagli altri Paesi europei; mettere a disposizione delle organizzazioni internazionali, come l'Unicef e Caritas internationalis, mezzi, vettovaglie e personale volti a fronteggiare l'emergenza.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“Nel quadro della politica italiana di sostegno ai processi di stabilizzazione del Corno d'Africa, e relativamente all'impegno di convocare, quando le condizioni politiche saranno mature, "una Conferenza regionale di pace, che coinvolga tutti gli attori regionali interessati, la parte della società civile organizzata, e tutte le organizzazioni italiane, internazionali e locali più influenti nel tessuto sociale di Somalia, Eritrea, Etiopia, Kenya e Sudan al fine di costruire iniziative volte al rafforzamento dei processi di pace e ad elaborare un progetto di sviluppo economico e istituzionale, tale da risollevare in parte le drammatiche condizioni della popolazione di questa regione", così come previsto nell'atto di indirizzo Pistelli ed altri n. 9/4551/11, si rappresenta che al momento non appaiono essersi concretizzate le condizioni politiche e di sicurezza ritenute necessarie a che possa essere promossa una iniziativa con qualche prospettiva di successo in tal senso.
In Sudan infatti, continuano gli scontri armati tra fazioni del Nord e Sud Sudan di particolare violenza mentre all'interno dei due paesi persistono condizioni d'insicurezza diffuse tali da rappresentare un rischio reale per i connazionali colà in transito e gli operatori delle OO.II. Anche tra Etiopia ed Eritrea continua a persistere una sorta di "pace armata" con ingenti truppe ancora in assetto da guerra distribuite lungo il confine, mentre ogni canale di dialogo bilaterale al momento è interrotto essendo sospesa la partecipazione dell'Eritrea in seno all'IGAD.
In Somalia le condizioni politiche generali restano particolarmente critiche. Nel Paese al momento frazionato in diverse realtà locali (Istituzioni Federali Transitorie a Mogadiscio, Puntaland, Somaliland, Galgadud) gli Shaabab rappresentano ancora una temibile minaccia e controllano alcuni snodi nevralgici in particolare a Sud, dove le forze dell'Unione africana di AMISOM faticano a penetrare.
In tale complicato quadro di riferimento caratterizzato da una instabilità cronica, il Ministro Frattini ha incontrato a New York, a margine della settimana ministeriale dell'Assemblea Generale, il Primo Ministro somalo e il Presidente eritreo (rispettivamente il 21 e il 23 settembre scorsi), per continuare nella costante opera di promozione del dialogo e della stabilità nella regione del Corno d'Africa.
Il Ministero degli Esteri ha inoltre collaborato con l'Ufficio delle Nazioni Unite per la Somalia alla stesura di una "roadmap" che delinea gli obiettivi cui dovrà puntare il Governo Federale Transitorio (GFT) somalo fino alla fine del periodo transitorio (20 agosto 2012). Tale documento rappresenta il programma di governo per le Autorità somale in questo delicato periodo di passaggio dalla fase 'transitoria" a quella di costruzione dell'architettura istituzionale della nuova Somalia. La "roadmap" e stata poi approvata dal Governo Federale Transitorio e dai suoi partners locali (Puntland, Galmudug, Ahlu Sunna Wal Jama'a) in occasione di una Conferenza convocata dalle Nazioni Unite il 6 settembre scorso a Mogadiscio, e che ha visto l'attiva partecipazione dell'Ambasciatore italiano in loco.
A testimonianza infine del costante impegno politico dell'Italia verso la Somalia e a conferma del nostro tradizionale ruolo di sostegno alla sua pacificazione in tutti i fora multilaterali, il Governo italiano, congiuntamente con i Governi britannico e ugandese, si è adoperato per chiedere al Segretario Generale dell'ONU l'organizzazione di un Vertice sulla Somalia a livello di Capi di Stato e di Governo a margine della 66ma sessione plenaria dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
In tale importante consesso, il Ministro Frattini ha potuto sottolineare come il recente ritiro degli Shabaab da Mogadiscio e l'adozione della "roadmap" costituiscano un'opportunità politica che deve essere colta dal Governo Federale Transitorio e dalla Comunità internazionale per progredire sulla via della pacificazione della Somalia. A tal fine, un'efficace strategia civile per venire incontro ai bisogni del sofferente popolo somalo dev'essere adottata, così come dev'essere messa in atto la lotta contro la carestia che continua a mietere un alto numero di vittime, in particolare tra gli strati più vulnerabili della popolazione.
L'Italia ha inoltre partecipato al Gruppo Internazionale di Contatto sulla Somalia, che si è tenuto il 29-30 settembre a Copenaghen e che ha visto l'adesione di tutti i principali attori regionali ed internazionali coinvolti nel processo di stabilizzazione somala.
L'impegno italiano continuerà dunque a essere profuso per raggiungere le condizioni minime di base per poter organizzare l'importante Conferenza regionale, ed in primis la presenza di valide ed efficaci istituzioni di Governo nei Paesi del Corno d'Africa che possano validamente interloquire con la società civile per la costruzione di un pacifico futuro nella Regione con il resto della Comunità Internazionale”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/3778-A/6 Ordine del giorno |
Angeli |
Assemblea |
14/10/2011 |
III |
Assegnazione di adeguate risorse all'associazione "Alleanza degli ospedali italiani nel mondo" per l'anno 2011 |
L'ordine del giorno Angeli ed altri n. 9/3778-A/6, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 19 novembre 2010, impegnava l'esecutivo a prevedere con apposite iniziative di natura finanziaria l'assegnazione di adeguate risorse all'Associazione “Alleanza degli Ospedali italiani nel mondo” per l'anno 2011.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri, per quanto attiene ai profili di propria competenza , ha trasmesso la seguente nota:
“La Legge 2 dicembre 2005, n. 248 (art. 11 quaterdecies, c. 11) aveva autorizzato - per l'interconnessione e la formazione sanitaria tra centri sanitari all'estero - la spesa di 219.000 euro (2006), 500.000 euro (2007) e 500.000 euro (2008) a favore dell'Associazione "Alleanza degli ospedali italiani nel mondo", a valere sui fondi del capitolo di bilancio 3177 dell'allora Ministero della Salute.
In considerazione degli obiettivi statutari perseguiti da tale associazione, nonostante la difficile congiuntura economica e le impellenti necessità di risanamento delle finanze pubbliche, il Governo ha deciso di erogarle un contributo finanziario, ottemperando in tal modo all'impegno assunto.
Tenuto conto del fatto che tale contributo non può essere finanziato con gli stanziamenti ordinari della Cooperazione allo sviluppo, in quanto le attività statutarie sono solo in parte riconducibili alla definizione internazionalmente accettata di “aiuto allo sviluppo”, che delimita in maniera tassativa il campo d'azione della Cooperazione, il Governo vi ha provveduto col Decreto-Legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito in Legge 26 febbraio 2011, n. 10.
L'art. 2, comma 2-duodecies, di detto Decreto-Legge ha infatti disposto l'assegnazione di un contributo di 200.000 euro per l'anno 2011 a favore dell'Alleanza degli Ospedali Italiani nel Mondo”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
1/00669 Mozione |
Nirenstein |
Assemblea |
19/10/2011 |
III |
Iniziative relative alla crisi siriana |
1/00687 Mozione |
Orlando Leoluca |
Le mozioni Nirenstein ed altri n. 1/00669 e Leoluca Orlando ed altri n. 1/00687, accolte dal Governo ed approvate dall'Assemblea nella seduta del 27 luglio 2011, impegnavano l'esecutivo ad attivarsi affinché il Consiglio di sicurezza dell'Onu si pronunci nel più breve tempo possibile per fornire una chiara risposta all'inaccettabile susseguirsi di violenze e repressione in Siria, attraverso l'adozione di una risoluzione di condanna; a farsi promotore di un deciso intervento diplomatico, di concerto con le istituzioni europee, volto a far cessare qualsiasi atto di violenza nei confronti della popolazione siriana; ad adottare ogni utile iniziativa, anche in occasione della stipula di eventuali accordi bilaterali di cooperazione, per favorire e sostenere scelte politiche che tengano conto delle richieste di rinnovamento e cambiamento di quanti da mesi stanno affrontando la dura repressione del regime siriano.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“La situazione in Siria resta drammatica, con un numero di vittime che, secondo le Nazioni Unite, ha superato le 2.700, con circa 12.000 arresti e 3.000 persone scomparse dall'inizio della crisi, nel marzo di quest'anno.
Alla luce della perdurante politica repressiva delle autorità siriane, l'Italia ha avviato un'intensa attività diplomatica volta ad esercitare una pressione crescente sul regime di Assad, sia a livello europeo che oltre Atlantico, nell'obiettivo di imprimere un mutamento radicale nell'atteggiamento della leadership del Paese.
In ambito UE l'Italia si è fatta promotrice di misure restrittive individuali (congelamento dei beni e "travel ban"), che sono state adottate con gradualità a partire da maggio e coinvolgono adesso 54 individui (compreso il Presidente Assad) e 12 entità, mentre proseguono i negoziati per estendere ulteriormente la lista di coloro che sono soggetti a tali misure. E' stato inoltre imposto, il 2 settembre, un embargo sui prodotti petroliferi, rafforzato il 23 settembre da un divieto sugli investimenti europei nel settore.
Questo esercizio di pressioni e sanzioni, con cui si cerca di indebolire la base di sostegno del regime siriano senza però provocare impatti negativi sulla popolazione civile, continua peraltro a svolgersi in stretta collaborazione con gli Stati Uniti, in modo tale da presentare un fronte unito, come accaduto con la decisione del 18 agosto, maturata nei negoziati europei e transatlantici, di chiedere ad Assad di farsi da parte, che ha segnato peraltro un fondamentale punto di svolta cui l'Italia ha partecipato con decisione e determinatezza.
Il crescente isolamento di Damasco costituisce un elemento di grande rilevanza politica, ed il Governo italiano - forte della sua credibilità nell'area medio-orientale e dei rapporti privilegiati che intrattiene con i Paesi della regione - sta svolgendo un ruolo di primo piano in questo senso, affrontando regolarmente la questione con i suoi interlocutori internazionali.
Per questo, l'Italia ha accolto con soddisfazione l'adozione, con il voto favorevole degli altri Paesi dell'area (Turchia, Arabia Saudita, Consiglio di Cooperazione del Golfo e Lega Araba), di una Risoluzione di condanna da parte del Consiglio dei Diritti Umani lo scorso 23 agosto che istituisce una Commissione Internazionale d'Inchiesta con il compito di indagare sui crimini commessi a partire da marzo ed identificarne i responsabili.
In particolare con la Lega Araba l'Italia ha intrapreso una collaborazione più stretta che ha portato il Ministro Frattini ad incontrare il Segretario Generale El Araby a margine dell'Assemblea Generale, nell'obiettivo di rafforzare il raccordo fra le pressioni esercitate dai Paesi occidentali ed i tentativi dei Paesi della regione di imprimere un cambio di passo a Damasco.
Questo faciliterà le discussioni in Consiglio di Sicurezza in merito all'adozione di una Risoluzione di condanna, per arginare la situazione che costituisce una reale minaccia alla pace, alla sicurezza ed alla stabilità regionale: per questo l'Italia ha fortemente sostenuto l'adozione del "Presidential Statement" di condanna del Consiglio di Sicurezza, approvato il 3 agosto, e condivide pienamente la proposta di risoluzione presentata dai Paesi UE, nell'obiettivo di conferire un messaggio chiaro e determinato da parte della comunità internazionale nel suo insieme.
Nonostante il perdurare della mancanza di trasparenza in Siria, dopo forti pressioni anche da parte italiana, è stato concesso l'accesso nel Paese di alcune organizzazioni internazionali e di rappresentanti dei media: fra queste è stata autorizzata una missione ONU (guidata dall'Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari - OCHA) che ha visitato Il Paese dal 20 al 25 agosto, mentre è stata avviata una timida collaborazione delle autorità di Damasco con il Comitato Internazionale della Croce Rossa, nel quadro di un'azione di osservazione e monitoraggio.
Tali concessioni, ancora insufficienti, costituiscono tuttavia un utile segnale degli effetti positivi che possono scaturire da una pressione internazionale coesa, che il Governo italiano è impegnato a promuovere con forza e determinazione”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
1/00710 Mozione |
Farina Renato |
Assemblea |
19/10/2011 |
III |
Iniziative in relazione alla grave carestia che ha colpito il Corno d'Africa |
8/00140 Risoluzione conclusiva |
Farina Renato |
Commissione |
La risoluzione conclusiva Renato Farina ed altri n. 8/00140, approvata dalla III Commissione (Affari esteri) nella seduta del 27 luglio 2011, e la mozione Renato Farina ed altri n. 1/00710, accolta dal Governo ed approvata dall'Assemblea nella seduta del 7 settembre 2011, impegnavano l'esecutivo ad assumere una pluralità di iniziative, anche coinvolgendo la responsabilità dell'Unione europea, a sostegno delle popolazioni del Corno d'Africa, nonché della stabilizzazione e democratizzazione dell'area.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“Il Governo, attraverso 1'azione del Ministero degli affari esteri, ha tradizionalmente assicurato massima priorità agli interventi umanitari nel Corno d'Africa che costituisce una delle aree prioritarie della Cooperazione italiana ai sensi delle Linee guida 2011-2013. Sono in corso varie iniziative per un valore complessivo di 15,8 milioni di Euro nei settori della sicurezza alimentare, della sanità, dell'accesso all'acqua, dell'educazione e del sostegno agli sfollati interni ed ai profughi somali presenti nei centri di accoglienza del Kenya e dell'Etiopia, a cui si prevede di aggiungere ulteriori contributi per un ammontare di 5,3 milioni di euro, per rispondere agli Appelli Consolidati delle Nazioni Unite.
A fronte del drammatico acutizzarsi dell'endemica crisi umanitaria nei paesi del Corno d'Africa, l'Italia ha intensificato gli interventi di emergenza per la protezione dei gruppi vulnerabili eseguiti da UNHCR (del valore di 900 mila euro), di risposta umanitaria per il trattamento e la prevenzione della malnutrizione acuta affidata ad UNICEF (del valore di 1,4 milioni di euro), nonché di sostegno alla Food Security and Nutrition Analysis - Somalia (FSNAU), gestita dalla FAO (del valore di 300 mila euro).
La Cooperazione italiana ha inoltre realizzato due voli umanitari, il 2 e il 19 agosto, che hanno permesso la distribuzione di 40 tonnellate di beni alimentari destinati ai rifugiati nel campo profughi di Dadaab e 30 tonnellate di generi di prima necessità quali tende, contenitori per l'acqua potabile, coperte, generatori elettrici, ed è stato erogato un contributo volontario di 500.000 euro al Programma Alimentare Mondiale (PAM), volto a fornire beni di prima necessità alla popolazione sfollata in Somalia.
Nel corso dell'ultimo Comitato Direzionale della Cooperazione tenutosi a settembre 2011 sono stati approvati due ulteriori contributi in linea con l'obiettivo di sviluppare, presso le popolazioni colpite, le capacità organizzative in campo agricolo, sociale e sanitario per una propria autonomia di vita anche in tempi non di emergenza: 1 milione di euro sono stati stanziati a favore della FAO, alla quale è stata affidata l'esecuzione di un progetto per migliorare i mezzi di sussistenza e favorire l'accesso alle riserve alimentari delle comunità agro-pastorali di Puntland, 600.000 euro a favore dell'UNOPS (United Nations Office of Project Services) per migliorare le condizioni di salute della popolazione attraverso la fornitura di servizi sanitari accessibili e funzionanti, mentre infine è in fase di lancio un'iniziativa per la riduzione del rischio nei settori dell'acqua, dell'igiene ambientale e della salute da realizzare nel sud dell'Etiopia.
Nel quadro della politica italiana di sostegno al Governo Federale Transitorio (GFT) somalo, è proseguita la riflessione sugli aspetti amministrativi collegati alla riapertura della nostra Rappresentanza diplomatica a Mogadiscio quando le condizioni minime di sicurezza saranno garantite.
L'Italia ha, inoltre, collaborato con l'Ufficio delle Nazioni Unite per la Somalia alla stesura di una "roadmap" che delinea gli obiettivi cui dovrà puntare il Governo Federale Transitorio (GFT) somalo fino alla fine del periodo di transizione (20 agosto 2012). Tale documento rappresenta un programma di governo per le Autorità somale nel delicato periodo di passaggio alla fase di costruzione dell'architettura istituzionale della nuova Somalia. La "roadmap" è stata poi approvata dal GFT e dai suoi partners locali (Puntland, Galmudug, Ahlu Sunna Wal Jama'a) in occasione di una Conferenza convocata dalle Nazioni Unite il 6 settembre scorso a Mogadiscio, e che ha visto l'attiva partecipazione dell'Ambasciatore italiano in loco.
A testimonianza del costante impegno politico dell'Italia verso la Somalia, il Governo italiano, congiuntamente con i Governi britannico e ugandese, si è adoperato per chiedere al Segretario Generale dell'ONU l'organizzazione di un Vertice sulla Somalia a livello di Capi di Stato e di Governo, che si è svolta a margine della 66ma sessione plenaria dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In tale occasione il Ministro Frattini ha potuto sottolineare come il recente ritiro degli Shabaab da Mogadiscio e l'adozione della "roadmap" costituiscano un'opportunità politica che deve essere colta dal GFT e dalla Comunità internazionale per raggiungere finalmente la pacificazione della Somalia.
Il Ministero degli affari esteri ha, infine avviato un approfondimento con la competente Commissione per le Adozioni Internazionali della PCM circa la possibilità di iniziative normative volte a semplificare il sistema delle adozioni internazionali a favore dei bambini del Corno d'Africa”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
8/00084 Risoluzione conclusiva |
Tempestini |
Commissione |
19/10/2011 |
III |
Situazione nel Sahara occidentale |
La risoluzione conclusiva Tempestini ed altri n. 8/00084, approvata dalla III Commissione (Affari esteri) nella seduta del 21 luglio 2010, impegnava l'esecutivo ad adottare, in raccordo con i partner europei e con le istituzioni comunitarie, ogni iniziativa utile, sul piano diplomatico per: favorire presso le autorità marocchine la liberazione dei detenuti saharawi nella prigione di Salé in Marocco; ottenere garanzie da parte del Governo del Marocco circa la preservazione dell'integrità fisica di tutte le persone detenute per reati di opinione e, in generale, sul rispetto dei diritti fondamentali; favorire la ripresa dei negoziati diretti, sotto l'egida delle Nazioni unite, tra Regno del Marocco e Fronte Polisario, al fine di giungere nel più breve tempo possibile ad una soluzione conforme alle risoluzioni delle Nazioni Unite; attivarsi nelle opportune sedi internazionali, in raccordo con i partner europei e con le istituzioni comunitarie e sulla base delle indicazioni che dovessero pervenire in tal senso da parte del Segretario Generale, per chiedere l'inclusione della funzione di monitoraggio in loco dei diritti umani nel mandato della missione Minurso dell'Onu o, in alternativa, affinché tale monitoraggio sia comunque affidato ad altro organismo Onu; favorire il riconoscimento effettivo della libertà di accesso e di circolazione nei territori del Sahara Occidentale e nei campi profughi saharawi di osservatori internazionali indipendenti, della stampa e delle organizzazioni umanitarie.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“Il Governo è ben consapevole delle importanti implicazioni, tanto dal punto di vista umanitario quanto da quello della stabilità regionale, del contenzioso tra Marocco e Fronte Polisario.
In tale quadro l'Italia ha sostenuto e sostiene senza riserve gli sforzi dell'ONU per il raggiungimento di una soluzione politica equa, durevole e accettabile da entrambe le Parti, che consenta l'autodeterminazione del popolo saharawi in conformità alle risoluzioni delle Nazioni Unite.
Abbiamo accolto con favore lo svolgimento nel 2010 e 2011 di varie tornate di negoziati informali tra Marocco e Polisario, condotte sotto l'egida dell'Inviato Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ambasciatore Ross, e i seppur limitati progressi registrati in tale ambito.
Grazie anche all'azione di sensibilizzazione internazionale svolta sulle Parti, cui l'Italia ha preso attivamente parte, è stato in particolare possibile assicurare la ripresa delle attività previste dal programma delle Nazioni Unite denominato "Confidente Building Measures" (CBM) gestito dall'UNHCR, volto a creare un'atmosfera di mutua fiducia indispensabile al buon esito dei negoziati.
Come pubblicamente riconosciuto dall'Alto Commissariato, particolarmente significativo ed apprezzato è il contributo offerto in tale ambito dall'Italia, che ha finanziato, sia nel 2010 che nel 2011, una parte dei costi derivanti dalla realizzazione di scambi di visite tra familiari saharawi residenti nel Sahara Occidentale e nei campi profughi di Tindouf, in Algeria, separati da oltre 35 anni a causa del protrarsi del contenzioso.
Altrettanto rilevante ed apprezzato è il contributo offerto dal Governo italiano, attraverso il PAM ed altri organismi internazionali ed ONG, a sostegno delle esigenze di base della popolazione saharawi residente nei campi profughi di Tindouf, concretizzatosi nella consegna di aiuti alimentari di varia tipologia e in un programma volto a migliorare la gestione in loco delle derrate alimentari.
Complessivamente il contributo italiano ammonta a oltre 950.000 €.
Per quanto riguarda gli aspetti inerenti al rispetto dei diritti umani, l'Italia segue le vicende degli attivisti saharawi nel Sahara Occidentale in stretto raccordo con i partner dell'Unione Europea, focalizzando l'attenzione sulla scarcerazione dei sette attivisti arrestati nel 2009 e sul corretto svolgimento del procedimento giudiziario nei loro confronti, nonché sugli incidenti collegati allo smantellamento, nel novembre 2010, di un accampamento di protesta saharawi nei pressi di Laayoune, nel Sahara Occidentale, che hanno causato un pesante bilancio di vittime e feriti tra dimostranti e forze dell'ordine marocchine.
Il Ministro Frattini ha in particolare rivolto pubblicamente un appello alle Parti a proseguire costruttivamente il negoziato sotto gli auspici delle Nazioni Unite per trovare una soluzione pacifica alla controversia per evitare nuovi scontri, appello che è stato accolto da Marocco e Polisario tanto che non si sono registrati ulteriori incidenti di rilievo nella regione.
Abbiamo anche accolto con favore la decisione del Parlamento marocchino di istituire una commissione d'inchiesta che ha contribuito a fare luce sugli eventi che hanno portato all'intervento delle Autorità di Rabat ed ai successivi drammatici incidenti, indagine che ha condotto all'attribuzione di precise responsabilità e alla conseguente rimozione dei responsabili della Prefettura e della Polizia di Laayoune.
Il Rapporto Annuale del Segretario Generale ONU, pubblicato lo scorso 19 aprile, ha dato risalto alle recenti iniziative marocchine su scala nazionale per la tutela delle libertà fondamentali.
Non è stata, invece, menzionata la possibile estensione del mandato della "Missione ONU per il Referendum in Sahara Occidentale" (MINURSO) anche al monitoraggio in materia di tutela dei diritti umani. Tale questione è al momento oggetto di discussione in ambito Nazioni Unite e l'Italia intende garantire un adeguato supporto alla prospettiva di individuare un sistema di monitoraggio nella regione da parte di Organismi internazionali indipendenti.
La comunità internazionale ha accolto alcuni significativi sviluppi nel quadro generale del Marocco dove lo scorso 1° luglio un referendum popolare ha approvato una riforma costituzionale che prevede, tra le altre cose, la costituzionalizzazione dei diritti dell'uomo e dei relativi meccanismi di tutela, nonché un rafforzamento dell'indipendenza del potere giudiziario.
E' da ascrivere al nuovo corso riformatore marocchino la recente decisione del Re di concedere la grazia a 190 detenuti per reati politici e/o di terrorismo, tra i quali figurano anche alcuni attivisti saharawi. Decisiva in tal senso è stata l'azione posta in essere dal neo costituito Conseil National des Droits de l'Homme (CNDH) marocchino”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/4551/19 Ordine del giorno |
Compagnon |
Assemblea |
19/10/2011 |
III |
Iniziative a sostegno di imprese e cittadini italiani operanti nei paesi africani del Mediterraneo interessati dai recenti movimenti di protesta |
L'ordine del giorno Compagnon n. 9/4551/19, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 2 agosto 2011, impegnava l'esecutivo ad adottare iniziative, anche di tipo legislativo, finalizzate al sostegno economico delle imprese e delle persone fisiche operanti nei paesi africani del Mediterraneo interessati dai movimenti di protesta nei confronti dei regimi dispotici di quei paesi; a valutare l'opportunità di istituire in tempi rapidi presso il Ministero degli esteri una sezione riservata all'acquisizione delle documentazioni e delle esatte situazioni economico-contabili delle imprese attualmente presenti nei paesi africani che, a seguito dei citati movimenti di protesta, hanno subìto danni e perdite economiche.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“La crisi che si è sviluppata nell'area mediterranea ha comportato per i nostri connazionali e per le imprese ivi operanti gravi situazioni di disagio e di pericolo ed ha impegnato il nostro Paese in un complesso lavoro di tessitura dei rapporti con i nuovi interlocutori.
Si sono pertanto seguite con grande attenzione le condizioni nelle quali si sono trovati i nostri connazionali che vivevano e lavoravano in quei Paesi e che sono stati talvolta costretti a lasciarli.
In questo quadro, la Farnesina è fermamente impegnata ad approfondire, compatibilmente con le note stringenti esigenze di bilancio, le migliori modalità operative per sostenere le imprese italiane nell'affrontare le difficoltà incontrate”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/3610-A/3 Ordine del giorno |
Di Stanislao |
Assemblea |
24/10/2011 |
III |
Trattato di Lisbona e strategia europea di sicurezza e di difesa |
L'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/3610-A/3, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 21 luglio 2010, impegnava l'esecutivo, viste le possibilità offerte dal Trattato di Lisbona, a fare pieno uso del protocollo n. 1 di detto Trattato ed a recepire le indicazioni del Parlamento europeo in materia di strategia europea di sicurezza e di politica di sicurezza e di difesa comune, avviando in merito un serio e concreto dibattito parlamentare nelle opportune sedi istituzionali.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“L'art. 10 del Protocollo numero 1 del Trattato di Lisbona che prevede la possibilità di organizzare conferenze tra Parlamento Europeo e parlamenti nazionali dei paesi UE, in particolare per discutere di tematiche legate alla Politica Estera e Sicurezza Comune (PESC) e alla Politica di Sicurezza e Difesa Comune (PSDC), consente di continuare ad assicurare il ruolo che spetta ai Parlamenti nazionali in materia di sicurezza e difesa europea e di associarvi i Paesi candidati all'adesione.
Negli ultimi dieci anni ha avuto rilevanza, nell'ambito della politica di sicurezza europea, il ruolo dell'Unione dell'Europa Occidentale (UEO) che si è strettamente intrecciata con l'evoluzione e il consolidamento delle istituzioni della UE, particolarmente dopo l'entrata in vigore appunto del Trattato di Lisbona.
Il Governo italiano, da parte sua, favorisce iniziative di dialogo interparlamentare che vadano in tal senso, avendo al contempo riguardo per ciò che attiene alla definizione delle strutture operative incaricate degli aspetti di organizzazione e coordinamento, alle esigenze di risparmio connesse all'attuale congiuntura economica.
In tale materia l'azione dei Governi si svolge lungo le linee delle "Conclusioni" adottate dal Consiglio Affari Esteri dell'Unione Europea il 26 aprile 2010, lasciando al Parlamento Europeo e ai Parlamenti nazionali le modalità e gli strumenti operativi ritenuti più idonei per la ricerca di soluzioni in tema di dialogo interparlamentare.
In altre occasioni di confronto nel corso del 2010 è emersa la comune convinzione, esposta dai rappresentanti dei governi e condivisa dall'Italia, che la materia è di competenza dei Parlamenti e che occorre quindi arrivare ad una intesa tra il Parlamento Europeo e i Parlamenti nazionali per il perseguimento degli obiettivi di difesa e sicurezza europea.
Da parte italiana, in stretto raccordo con Francia, Germania, Polonia e Spagna, si è inoltre dato un forte impulso in ambito europeo al dibattito sulla riforma e il rafforzamento della politica di sicurezza e difesa comune. Il Governo è, infatti, fortemente impegnato a favorire il processo d'integrazione politica europea nel settore della sicurezza e difesa comune, sostenendo al contempo ogni iniziativa di cooperazione interparlamentare in tale ambito”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/4551/10 Ordine del giorno |
Di Stanislao |
Assemblea |
24/10/2011 |
III |
Crisi alimentare in Afghanistan |
L'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4551/10, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 2 agosto 2011, impegnava l'esecutivo, nell'ambito degli interventi di cooperazione allo sviluppo e anche nell'ambito dell'accordo quadro di cooperazione economica, ad avviare urgentemente ogni possibile iniziativa specifica per fronteggiare la grave crisi alimentare che ha colpito l'Afghanistan.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“Il Governo italiano attribuisce la massima priorità alla regione afgana, come indicato - tra l'altro - nel documento di programmazione strategico della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero Affari Esteri ("Linee guida" per il triennio 2011-2013).
In particolare, gli interventi della Cooperazione nel Paese si prefiggono vari obiettivi, fra cui, in primis, quello di contrastare l'insicurezza alimentare oltre che di favorire l'accesso all'acqua ed ai servizi sanitari, migliorare le condizioni di vita di rifugiati e sfollati, promuovere le tematiche di genere e l'educazione dei minori, sostenere attività di prevenzione e riduzione dei rischi derivanti da disastro naturale.
In aggiunta alle attività di cooperazione già in essere, l'Italia ha prontamente reagito alla grave crisi alimentare occorsa nel Paese, che colpisce in particolare i gruppi maggiormente vulnerabili quali le donne ed i bambini.
Nell'ottobre 2010, il Ministero degli Affari esteri ha provveduto ad erogare un contributo multilaterale in favore della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezza Luna Rossa (FICROSS) del valore complessivo di 600.000 Euro, a valere sulle risorse messe a disposizione dalla Legge sulle Missioni di Pace all'Estero (Legge 30/2010) per l'esercizio finanziario 2010.
Tale contributo ha permesso di sostenere un'iniziativa che prevede una significativa componente di assistenza alimentare d'emergenza a circa 5.800 famiglie vulnerabili residenti nelle Province di Herat, Kunar, Badakhshan, Bamyan e Maidan-Wardak, mediante la distribuzione di circa 490 tonnellate di razioni alimentari contenenti riso, olio, fagioli, zucchero e tè.
Inoltre, a valere sulla Legge 22 febbraio 2011, n. 9 sulle Missioni di Pace all'Estero, è stato programmato un progetto del valore di 500.000 Euro a favore della FAO (esercizio finanziario 2011) per interventi nel settore agricolo, finalizzati alla fornitura di trebbie per il grano, necessari a ridurre drasticamente le perdite di granella alla raccolta, migliorando in tal modo la sicurezza alimentare, in particolare nella provincia di Herat”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 ottobre 2011) |
300 |
Note di attuazione pervenute |
258 |
Percentuale di attuazione |
86% |
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
1/00634 Mozione |
Galletti |
Assemblea |
19/10/2011 |
IV |
Impegno italiano in Libia |
La mozione Galletti ed altri n. 1/00634, sulla quale il Governo si è rimesso all'Assemblea ed approvata da quest'ultima nella seduta del 4 maggio 2011, preso atto delle relazioni dei ministri Frattini e La Russa, svolte il 27 aprile 2011 di fronte alle Commissioni affari esteri e difesa di Camera e Senato in merito all'evoluzione della situazione in Libia, impegnava l'esecutivo ad aumentare la flessibilità operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico ed a tenere costantemente informato il Parlamento.
In merito a tale impegno il Ministero della difesa, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“Il Governo e, in particolare, per la parte di competenza, il Ministro della difesa hanno dato piena attuazione agli impegni posti con la mozione in oggetto, nello scrupoloso rispetto delle determinazioni adottate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite con la risoluzione n. 1973 del 17 marzo u.s., per assicurare la protezione della popolazione civile libica.
In particolare, per quanto concerne l'impiego di velivoli delle Forze armate italiane con azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, gli stessi sono stati impiegati, fin dall'inizio delle operazioni, sia per l'imposizione della no fly zone, sia per la neutralizzazione delle capacità militari ostili che potevano rappresentare una minaccia per i civili, in piena aderenza con il mandato delle Nazioni unite.
A questo proposito, il Ministro della difesa On.le Ignazio LA RUSSA ha recentemente precisato, nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Tripoli lo scorso 8 ottobre, che le operazioni NATO in Libia hanno coinvolto solo e unicamente obiettivi militari, e “...sono stati evitati danni collaterali. La popolazione civile non è stata colpita e di questo va dato atto”.
Circa l'impegno di mantenere costantemente informato il Parlamento sull'evoluzione del contesto libico, il Governo, ben consapevole dell'importanza della condivisione delle decisioni adottate, ha puntualmente e costantemente dato attuazione all'impegno e così intende fare per il futuro. Tale dovere è stato ulteriormente rafforzato dalla disposizione di cui all'articolo 9, comma 2, del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2011, n. 130, che prevede che entro sessanta giorni dalla scadenza del decreto semestrale o annuale, di proroga delle missioni, il Governo presenti al Parlamento una relazione analitica sulle missioni militari e di polizia con riferimento all'evoluzione di ciascuna missione, agli obiettivi prefissati e alla verifica dei risultati conseguiti”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
1/00633 Mozione |
Franceschini |
Assemblea |
19/10/2011 |
IV |
Impegno italiano in Libia |
La mozione Franceschini ed altri n. 1/00633, sulla quale il Governo si è rimesso all'Assemblea ed approvata da quest'ultima nella seduta del 4 maggio 2011, considerata la drammatica situazione umanitaria in Libia, impegnava l'esecutivo ad adottare: ogni iniziativa necessaria ad assicurare una concreta protezione dei civili - in coerenza con le deliberazioni adottate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e le conseguenti deliberazioni del Parlamento italiano - mantenendo altresì costantemente aggiornate le Camere sulla quotidiana evoluzione del contesto libico.
In merito a tale impegno il Ministero della difesa, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“Il Governo e, in particolare, per la parte di competenza, il Ministro della difesa ha dato piena attuazione all'impegno, posto con la mozione in oggetto, di adottare, fin dall'inizio della crisi libica, tutte le opportune iniziative dirette ad assicurare una concreta protezione della popolazione civile, in attuazione della risoluzione n. 1973 del 17 marzo 2011 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, come già dettagliatamente indicato nella nota di attuazione alla risoluzione 6-00072.
Quanto ai successivi sviluppi circa l'impegno italiano in Libia, come recentemente affermato dal Ministro della difesa On.le Ignazio LA RUSSA, nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Tripoli lo scorso 8 ottobre, “Il popolo libico non dimenticherà 1'Italia e l'Inghilterra, e le loro Forze armate, che hanno assicurato la protezione dei civili”, impegnandosi a continuare l'azione di sostegno alla risoluzione n. 1973 delle Nazioni unite “finché ciò che rimarrà del vecchio regime non rappresenterà più un pericolo per il popolo libico”. Confermando, così, il contributo del nostro Paese all'operazione Unifed protector, finalizzata soprattutto, come noto, alla protezione della popolazione civile libica, nel quadro della più ampia condivisione delle scelte e delle posizioni assunte con i partner europei e nell'ambito della NATO, nel rispetto del principio “togheter in, togheter out”, come dichiarato il 13 luglio u.s. dal Ministro della difesa, nel corso dell'audizione presso le Commissioni riunite III e IV della Camera e 3ªe 4ª del Senato.
Circa l'impegno di mantenere costantemente aggiornate le Camera sull'evoluzione del contesto libico, il Governo, ben consapevole dell'importanza della condivisione delle decisioni adottate, ha puntualmente e costantemente informato il Parlamento e così intende fare per il futuro.Tale impegnoè stato ulteriormente rafforzato dalla disposizione di cui all'articolo 9, comma 2, del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2011, n.130, che prevede che entro sessanta giorni dalla scadenza dei prossimi decreti semestrali o annuali, di proroga delle missioni, il Governo presenti al Parlamento una relazione analitica sulle missioni militari e di polizia con riferimento all'evoluzione di ciascuna missione, agli obiettivi prefissati e alla verifica dei risultati conseguiti”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 ottobre 2011) |
174 |
Note di attuazione pervenute |
154 |
Percentuale di attuazione |
89% |
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/4086/116 Ordine del giorno |
La Forgia |
Assemblea |
11/10/2011 |
IX |
Emanazione di un bando di concorso straordinario per il passaggio in servizio permanente dei volontari in ferma breve presso le capitanerie di porto |
L'ordine del giorno La Forgia n. 9/4086/116,accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 25 febbraio 2011, impegnava l'esecutivo a valutare l'opportunità di garantire l'emanazione in tempi rapidi di un bando di concorso straordinario per il passaggio in servizio permanente dei volontari in ferma breve presso le capitanerie di porto.
In merito a tale impegno il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“Si fa presente che in piena aderenza all'impegno governativo in questione, su richiesta del Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto, il Ministero della difesa, direzione generale per il personale militare, ha indetto, per il 2011, un concorso, per titoli, per il reclutamento straordinario di centotrentotto unità nel ruolo dei volontari in servizio permanente della Marina militare nel Corpo delle capitanerie di porto (G.U. n. 64 del 12-8-2011).
Si rappresenta altresì che per il prossimo anno è in programma l'emanazione di un secondo bando che completerebbe il processo finalizzato al passaggio in servizio permanente effettivo (Spe) dei restanti 138 volontari”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/4086/177 Ordine del giorno |
Cardinale |
Assemblea |
11/10/2011 |
IX |
Modalità per il rilascio dell'autorizzazione ad esercitarsi alla guida del ciclomotore |
L'ordine del giorno Cardinale n. 9/4086/177, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 25 febbraio 2011, impegnava l'esecutivo a valutare l'opportunità di prevedere che nel decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, da emanarsi entro il 31 marzo 2011 ai sensi dell'articolo 2, comma 1-quater del decreto-legge n. 225 del 2010, sia previsto che i ciclomotori per le esercitazioni e la scuola guida siano omologati o comunque idonei al trasporto di un passeggero.
In merito a tale impegno il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha trasmesso la seguente nota:
“Si fa presente che la materia di che trattasi è stata disciplinata con decreto ministeriale 1° marzo 2011 recante “Disciplina di rilascio dell'autorizzazione ad esercitarsi alla guida del ciclomotore e delle relative modalità”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 73 del 30 marzo 2011, le cui disposizioni sono in vigore dal 1° aprile 2011”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/4086/264 Ordine del giorno |
Valducci |
Assemblea |
11/10/2011 |
IX |
Modalità per il rilascio dell'autorizzazione ad esercitarsi alla guida del ciclomotore |
L'ordine del giorno Valducci n. 9/4086/264, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 25 febbraio 2011, impegnava l'esecutivo a non differire oltre il 31 marzo 2011 l'applicazione della norma che prevede la prova pratica di guida del ciclomotore.
In merito a tale impegno il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha trasmesso la seguente nota:
“In data 30 marzo 2011 nella Gazzetta ufficiale n. 73 è stato pubblicato il D.M. 1 marzo 2011 recante "Disciplina di rilascio dell'autorizzazione ad esercitarsi alla guida del ciclomotore e delle relative modalità" emanato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Come auspicato dall'Onorevole, le disposizioni del decreto in parola entrano in vigore il 1 ° aprile 2011 e sono applicabili alle istanze di conseguimento del certificato di idoneità alla guida del ciclomotore presentate a decorrere dalla medesima data”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/4086/179 Ordine del giorno |
Fiano |
Assemblea |
11/10/2011 |
IX |
Iniziative volte a salvaguardare i finanziamenti concessi alle Autorità portuali per la realizzazione di opere infrastrutturali |
L'ordine del giorno Fiano n. 9/4086/179, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 25 febbraio 2011, rilevava in premessa che l'articolo 2 del decreto-legge n. 225 del 2010, come convertito dalla legge n. 10 del 2011, modifica la disciplina, introdotta dal decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40, della revoca dei finanziamenti concessi alle Autorità portuali per la realizzazione di opere infrastrutturali e da queste non utilizzati; il comma 2-novies, in particolare, stabilisce che i fondi statali trasferiti o assegnati alle Autorità portuali per la realizzazione di opere infrastrutturali, per le quali non sia stato pubblicato il relativo bando di gara entro il quinto anno dal trasferimento o dall'assegnazione, sono revocati entro il 15 marzo 2011; il richiamato articolo 2 stabilisce altresì che con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, si provvede alla ricognizione dei finanziamenti revocati e all’individuazione della quota, per l’anno 2011, nel limite di 250 milioni di euro, che deve essere destinata (lettera a), nel limite di 150 milioni di euro, alle Autorità portuali che al 30 settembre 2010 abbiano attivato investimenti, con contratti sottoscritti o bandi di gara pubblicati, nell'ambito della realizzazione di grandi infrastrutture portuali che risultino immediatamente cantierabili. L'atto di indirizzo in titolo impegnava, pertanto, il Governo ad adottare iniziative al fine di salvaguardare gli investimenti, ad evitare un taglio indiscriminato degli interventi ed a posticipare al 31 dicembre 2010 il termine previsto dalla citata lettera a) del comma 2-novies dell'articolo 2.
In merito a tale impegno il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha trasmesso la seguente nota:
“In relazione alla revoca dei finanziamenti statali disposta dalla norma in esame, preme chiarire che, nell'ottica di una più efficiente e razionale utilizzazione delle risorse pubbliche, tale disposizione opera solo sulle situazioni di evidente ritardo nell'utilizzo di risorse pubbliche (cinque anni dalla loro assegnazione o trasferimento), escludendo, inoltre, dall'ambito di applicazione delle previsioni di cui all'articolo 2, comma 2-novies, della legge 10 del 2011, i fondi trasferiti o assegnati alle Autorità portuali per il finanziamento di opere in scali marittimi da esse amministrati ricompresi in siti di bonifica di interesse nazionale (SIN), le quali, notoriamente, scontano le tempistiche più lunghe per pervenire alla loro esecuzione.
Si fa da ultimo presente che l'eventuale posticipo al 31 dicembre 2010 del termine previsto dal richiamato articolo 2, comma 2-novies, lettera a), non appare in grado di produrre effetti concreti atteso che, a tale data, non risultano sottoscritti dai beneficiari delle risorse di cui all'articolo 1, comma 991, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, ulteriori atti contrattuali, rispetto a quelli che risultavano già sottoscritti dai medesimi beneficiari alla data del 30 settembre 2010”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/4086/172 Ordine del giorno |
Martino Pierdomenico |
Assemblea |
24/10/2011 |
IX |
Proroga del termine per l'emanazione del decreto del ministro delle infrastrutture e dei trasporti concernente disposizioni contro l'esercizio abusivo del servizio taxi e di noleggio con conducente |
L'ordine del giorno Pierdomenico Martino n. 9/4086/172, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 25 febbraio 2011, impegnava l'esecutivo a valutare l'opportunità di disporre la proroga al 31 dicembre 2011 del termine per l'emanazione del decreto del ministro delle infrastrutture e dei trasporti concernente disposizioni tese ad impedire pratiche di esercizio abusivo del servizio di taxi e di noleggio con conducente, di cui all'articolo 2, comma 3, del decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40, convertito con modificazioni dalla legge 22 maggio 2010 n. 73.
In merito a tale impegno il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha trasmesso la seguente nota:
“In piena aderenza all'impegno governativo in questione, in conformità a quanto disposto dall'articolo 1, commi 1 e 2, del decreto legge n. 225 del 29 dicembre 2010, il termine del 31 marzo 2011 per l'emanazione del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, concernente le disposizioni tese ad impedire pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e di noleggio con conducente, è stato prorogato al 31 dicembre 2011 con D.P.C.M. 25 marzo 2011”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 ottobre 2011) |
481 |
Note di attuazione pervenute |
61 |
Percentuale di attuazione |
13% |
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/3175/13 Ordine del giorno |
Di Giuseppe |
Assemblea |
11/10/2011 |
I |
Rafforzamento della collaborazione tra le autorità interessate nelle operazioni di sgombero dei beni confiscati alla criminalità organizzata |
L'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/3175/13,accolto come raccomandazione dal Governo limitatamente al dispositivo nella seduta dell'Assemblea dell'11 marzo 2010, impegnava l'esecutivo a valutare l'opportunità di rafforzare una auspicabile collaborazione, fattiva e coordinata, tra l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, i prefetti e le Forze dell'ordine al fine di procedere allo sgombero dei beni confiscati.
In merito a tale impegno il Ministero dell'interno ha trasmesso la seguente nota:
“Ai sensi del combinato disposto dell'articolo 2-decies della legge 31 maggio 1965, n. 575, e dell'articolo 823, comma 2, del codice civile, è posta in capo all'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata la tutela dei beni oggetto di confisca, con facoltà di avvalersi del potere di autotutela amministrativa.
Nell'esercizio di tale potere l'Agenzia provvede, tra l'altro, allo sgombero dei beni confiscati, occupati a vario titolo da soggetti terzi.
La relativa attività richiede necessariamente una collaborazione fattiva e coordinata tra le forze dell'ordine, le prefetture e l'Agenzia, considerato che il decreto di sgombero viene notificato all'occupante per mezzo delle forze dell'ordine, previa richiesta della prefettura, a tal fine interessata dall'Agenzia stessa.
E' di tutta evidenza, che la descritta procedura, frequentemente esperita quale strumento efficace di tutela dei beni confiscati, non potrebbe attingere alcun proficuo risultato, se tra i soggetti indicati non vi fosse una profonda e continua sinergia”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/4086/59 Ordine del giorno |
Porcino |
Assemblea |
19/10/2011 |
I |
Proroga della validità delle graduatorie dei concorsi pubblici per vincitori e idonei relative al Corpo nazionale dei vigili del fuoco |
9/4086/97 Ordine del giorno |
Alessandri |
||||
9/4086/257 Ordine del giorno |
Rosato |
||||
9/4086/289 Ordine del giorno |
Paglia |
Gli ordini del giorno Porcino ed altri n. 9/4086/59, Alessandri ed altri n. 9/4086/97, Rosato ed altri n. 9/4086/257 e Paglia ed altri n. 9/4086/289, accolti dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 25 febbraio 2011, impegnavano l'esecutivo a valutare l'opportunità di prorogare l'efficacia delle graduatorie degli idonei relative al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, di cui al decreto del ministro dell'interno n. 1996 del 2008, per consentire a tutti gli aventi diritto l'immissione nei ruoli, a provvedere all'assunzione immediata e contestuale dei vincitori del concorso, nonché a presentare alla Commissione affari costituzionali un piano per l'ampliamento della dotazione organica in attuazione dell'apertura di nuovi distaccamenti prevista dal piano "Soccorso Italia in 20 minuti".
In merito a tale impegno il Ministero dell'interno ha trasmesso la seguente nota:
“La possibilità di attingere al "serbatoio" dei volontari dei Vigili del Fuoco ha sempre costituito e costituisce ancora oggi una risorsa fondamentale per il Corpo Nazionale.
In particolare, la procedura di stabilizzazione del personale volontario del Corpo Nazionale, introdotta dall'art. 1, commi 519 e 526 della legge finanziaria per il 2007 (legge n. 296 del 2006), ha consentito di immettere personale già qualificato nei ruoli operativi del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ed, al contempo, di non disperdere le professionalità acquisite in anni di servizio volontario.
Nell'ambito di tale percorso, l'articolo 1, comma 346, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per il 2008) ha stanziato, per il triennio 2008-2010, apposite risorse da destinare ad assunzioni di personale nella qualifica di Vigile del Fuoco, attraverso le procedure di stabilizzazione.
Per effetto di tale disposizione, sono state già assunte oltre 1.550 unità, già inserite nei Comandi provinciali. Altre 295 unità provenienti dalla graduatoria della stabilizzazione, da assumere ai sensi della legge finanziaria per il 2008, nel giugno 2010 sono state avviate al corso di formazione per Vigile Permanente. Ulteriori 95 unità di Vigili discontinui ai sensi del D.L. 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 sono state assunte ed avviate al corso di formazione.
L'esigenza di tutela delle professionalità, alla quale si è accennato in precedenza, è rinvenibile, analogamente, nella riserva di posti nei concorsi pubblici di cui all'art. 5, comma 2, del D.Lgs. n. 217/2005, nella misura di cui all'art. 13, comma 4, del D.Lgs. n. 77/2002, in favore del personale volontario del Corpo Nazionale che sia iscritto negli elenchi del personale volontario da almeno tre anni ed abbia effettuato non meno di 120 giorni di servizio, alla data di indizione del bando di concorso pubblico per l'accesso alla qualifica di Vigile del Fuoco.
Diversamente la procedura di stabilizzazione, i cui criteri ed il relativo sistema di selezione sono stati fissati con decreto del Ministero dell'Interno del 30 luglio 2007, è una procedura speciale di accesso rispetto a quella concorsuale pubblica. Pertanto, ulteriori assunzioni che avvengano attingendo dalla graduatoria esistente, ovvero l'avvio di nuove procedure di stabilizzazione, saranno possibili solo se espressamente previste dalla legge.
Inoltre, il meccanismo di accesso ai ruoli operativi del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco segue, anche in ragione della specificità delle funzioni svolte, un percorso parallelo e derogatorio rispetto a quello previsto per l'accesso alla generalità delle Amministrazioni dello Stato.
Il regime derogatorio che opera per i Vigili del Fuoco, infatti, contempla per i concorsi destinati ai ruoli operativi, il limite triennale di validità delle graduatorie di cui alla legge n. 609/1996.
Attualmente, pertanto, non essendovi graduatorie di concorso ancora aperte, nel triennio 2010-2012, la copertura del turn-over al 100% nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, prevista dalla legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria per il 2010) e confermata anche dalla recente manovra economica di cui al D.L. 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni dalla legge 15 luglio 2011, n: 111, potrà avvenire soltanto con lo scorrimento della graduatoria del concorso a 814 posti”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2468/55 Ordine del giorno |
Monai |
Assemblea |
19/10/2011 |
I |
Iniziative per fronteggiare le carenze di organico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e per assicurare il potenziamento dei mezzi e delle dotazioni logistiche necessari per l'espletamento dell'attività di soccorso |
9/2468/100 Ordine del giorno |
Versace |
||||
9/3196-A/60 Ordine del giorno |
Rosato |
Gli ordini del giorno Monai n. 9/2468/55 e Versace ed altri n. 9/2468/100, accolti dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 17 giugno 2009, Rosato ed altri n. 9/3196-A/60, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 19 febbraio 2010, impegnavano l'esecutivo ad adottare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, le iniziative legislative necessarie a ripianare le gravi carenze di organico del personale del Corpo nazionale del Vigili del fuoco con un congruo numero di assunzioni, nonché a destinare risorse per assicurare il potenziamento dei mezzi e delle dotazioni logistiche e per proseguire nel riallineamento del trattamento economico del personale con quello dei comparti sicurezza e difesa.
In merito a tale impegno il Ministero dell'interno ha trasmesso la seguente nota:
“Il Ministero dell'Interno è da tempo impegnato affinché le necessarie misure di contenimento della spesa pubblica degli ultimi anni non incidano negativamente sugli strumenti necessari al perseguimento della missione e dei compiti affidati dall'ordinamento al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Tra i fronti di maggiore impegno si annoverano quello del contenimento al minimo della carenza di personale, pur nell'impossibilità attuale di coprire tutti i posti vacanti in organico, e quello della gestione dei mezzi e delle attrezzature di cui il Corpo Nazionale dispone.
Dall'avvio della presente legislatura, in ragione delle elevate professionalità e dedizione degli operatori del Corpo, è stato avviato, infatti, un percorso per assicurare un incremento delle risorse umane a garanzia del mantenimento della funzionalità del sistema di soccorso pubblico del Paese.
Dal 2007, in particolare, sono state già assunte oltre 1.550 unità, già inserite nei Comandi provinciali. Altre 295 unità provenienti dalla graduatoria della stabilizzazione ai sensi della legge finanziaria per il 2008, e ulteriori 95 unità di Vigili discontinui, ai sensi del D.L. 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sono state assunte recentemente e già smistate nei vari Comandi.
Ulteriori assunzioni di vigili del fuoco sono in corso in seguito alla conclusione della procedura di concorso a 814 posti, in forza della quale già ben 823 unità sono state chiamate a frequentare il corso di formazione che si concluderà entro l'anno. Infine, l'utilizzo della medesima graduatoria dovrebbe permettere un'ulteriore convocazione di circa 740 unità entro la conclusione dell'anno.
Nel corso della legislatura, inoltre, sono stati adottati diversi provvedimenti legislativi che, oltre al già citato piano di assunzioni straordinarie, hanno destinato apposite risorse ad un incremento di personale del Corpo Nazionale a garanzia della funzionalità del sistema di soccorso pubblico del Paese. La legge finanziaria per il 2010 (legge 23 dicembre 2009, n. 191), che, per il triennio 2010-2012, ha previsto stanziamenti per assunzioni di personale del Corpo Nazionale a copertura del turn over al 100%. Principio, quest'ultimo, confermato anche in sede di approvazione del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante "Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica".
Per il suo particolare significato - anche in prospettiva - si deve ricordare il riconoscimento del principio di specificità dei compiti al personale del comparto soccorso pubblico, al pari di quelli sicurezza e difesa, contenuto nel primo provvedimento anticrisi del Governo (decreto-legge n. 185/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 2/2009), e reso ancor più chiaro con il decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67, in materia di lavori usuranti.
Ulteriori importanti iniziative sono state assunte dal Governo sia sotto il profilo dei riconoscimenti economici al personale del Corpo che su quello delle assunzioni. Fra le principali si ricordano: il ripristino dell'indennità di trasferta (decreto-legge. n. 39/2009, convertito dalla legge n 77/2009); stanziamento di risorse aggiuntive, pari a 15 milioni di euro, per la speciale indennità di soccorso esterno (decreto-legge n. 78/2009, convertito dalla legge n. 102/2009); riconoscimento dell'indennità di trasferimento, al pari delle Forze di polizia e delle Forze armate (decreto-legge n. 195/2009, convertito dalla legge n. 26/2010).
Per quanto riguarda i mezzi e la logistica, invece, si fa presente che nonostante la ben nota limitatezza di bilancio dovuta al difficile quadro economico-finanziario del Paese, si sta procedendo ad un parziale, ma progressivo e costante rinnovo dell'esistente parco automezzi e delle attrezzature di soccorso.
Sono già state attribuite al Corpo Nazionale speciali risorse aggiuntive che hanno permesso sia di non diminuire le capacità operative in ragione dello straordinario impegno profuso in Abruzzo (degli 80 milioni stanziati con il decreto legge n. 39/2009 per l'intervento dei Vigili del Fuoco e delle Forze di Polizia, più della metà è stata destinata al Corpo Nazionale), sia di avviare un riammodernamento delle colonne mobili regionali (8 milioni di euro stanziati dal decreto-legge anticrisi n. 78/2009, convertito dalla legge n. 102/2009).
E' risultato importante, altresì, il ripianamento in corso dei debiti pregressi, che ha consentito di riattivare alcuni settori maggiormente in sofferenza (es. utenze per le sedi di servizio), anch'essi fondamentali, tanto più per una struttura operativa come quella del Corpo Nazionale”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2180-A/32 Ordine del giorno |
Libè |
Assemblea |
19/10/2011 |
I |
Disparità di trattamento retributivo tra il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e quello del comparto sicurezza |
L'ordine del giorno Libè ed altri n. 9/2180-A/32, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 13 maggio 2009, impegnava l'esecutivo ad assumere iniziative volte a ridurre progressivamente ingiuste disparità di trattamento retributivo per il personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco rispetto agli altri Corpi del comparto sicurezza.
In merito a tale impegno il Ministero dell'interno ha trasmesso la seguente nota:
“Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è chiamato ad assicurare la fondamentale funzione di salvaguardia della vita umana e di tutela dei beni della collettività attraverso le missioni istituzionali del soccorso pubblico, della prevenzione incendi, della protezione civile e della difesa civile, come ribadito dal Decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, che ne ha operato un riassetto di compiti e funzioni.
In ragione di tale indispensabile ruolo nel sistema generale della sicurezza del Paese, la legge delega n. 252/2004 aveva già introdotto un'incisiva riforma del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, attraverso la riconduzione del rapporto di impiego del personale dal regime privatistico a quello di diritto pubblico, al pari di quanto già previsto per gli altri Corpi dello Stato chiamati alla difesa dei valori fondamentali della Repubblica.
Pur essendo parte integrante del sistema di sicurezza, il Corpo Nazionale ha, però, compiti diversi da quelli attinenti la prevenzione e la repressione di reati, la sicurezza delle Istituzioni e la difesa militare, propri degli organismi inclusi nei comparti sicurezza e difesa.
La specifica connotazione delle sue attribuzioni, come sopra accennato, fa sì che il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco non rappresenti un "Corpo di pubblica sicurezza ".
In questo senso va letta la scelta del legislatore che non ha ricompreso, con la legge 1° aprile 1981, n. 121, il personale dei Vigili del Fuoco nella categoria delle Forze di Polizia ivi espressamente individuate, mentre la citata legge delega n. 252/2004 istituiva l'apposito comparto di negoziazione: "Vigili del Fuoco e soccorso pubblico".
La riforma dell'ordinamento introdotta, poi, dal Decreto legislativo n. 217/2005, è incentrata su una ristrutturazione di ruoli, qualifiche e avanzamenti professionali sostanzialmente speculare a quelli delle Forze di Polizia.
Con il nuovo ordinamento del personale del Corpo Nazionale è stato, infatti, introdotto, rispetto al passato, un impianto normativo basato su progressioni di carriera più rapide, anche attraverso un sistema di promozioni a ruolo aperto.
Le differenze tuttora esistenti, specie con riferimento al trattamento economico e previdenziale, tra il personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e quello delle Forze di Polizia, sono in via di progressivo superamento, come dimostrano i recenti interventi legislativi, volti a rilanciare il ruolo di centralità del Corpo Nazionale.
Sul piano concreto, particolarmente significativo, anche in prospettiva, è il riconoscimento della specificità del ruolo assegnato al personale del comparto "soccorso pubblico", introdotto dall'art. 4, comma 3, del decreto-legge n. 185/2008, convertito dalla legge n. 2/2009 e ribadito dall'art. 19 della legge 4 novembre 2010, n. 183, laddove riconosce detta specificità alle Forze Armate, alle Forze di Polizia ed al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ai fini della definizione degli ordinamenti e della tutela economica, pensionistica e previdenziale.
Il processo di armonizzazione dei trattamenti economici del personale del Corpo rispetto alle Forze di Polizia ha trovato riscontro ancora nel richiamato decreto-legge n. 185/2008, nel quale, in sede di conversione, sono state destinate risorse aggiuntive all'attuazione dei patti per il soccorso pubblico da stipularsi annualmente tra Governo e parti sindacali e all'istituzione di una speciale indennità operativa per il servizio di soccorso tecnico urgente espletato all'esterno.
Ulteriori passi in avanti, sotto il profilo dell'armonizzazione del trattamento economico, si sono registrati, sia con il decreto-legge n. 39/2009 (c.d. "Decreto legge Abruzzo"), convertito dalla legge n. 77/2009, con il quale è stata ripristinata l'indennità di missione anche per il personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, analogamente a quanto già previsto per il personale dei comparti Sicurezza e Difesa, sia con il decreto-legge n. 78/2009, convertito dalla legge n. 102/2009, nel quale sono state assegnate, per la speciale indennità di soccorso esterno, risorse pari ad ulteriori 15 milioni di Euro.
Inoltre, con decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195, convertito dalla legge 26 febbraio 2010, n. 26, è stata riconosciuta l'indennità di trasferimento anche in favore del personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, risolvendo, così, sul piano ordinamentale, una disarmonia esistente tra i comparti sicurezza e difesa e del soccorso pubblico.
Le misure adottate per l'armonizzazione dei trattamenti economici si inseriscono, peraltro, in un contesto di disposizioni nel cui ambito il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, diversamente dal passato, risulta espressamente ricompreso assieme ai comparti Sicurezza e Difesa.
E' stato, infatti, previsto - segnatamente all'art. 8, comma 11 bis, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 - un Fondo destinato al finanziamento di misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di Polizia e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco interessato dal blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo e degli automatismi stipendiali, con dotazione di 80 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2011 e 2012. Tale disposizione è stata, di recente, integrata con ulteriori misure perequative introdotte dal decreto-legge 26 marzo 2011, n. 27, che ha disposto la durata triennale del fondo e l'incremento dello stesso fino a 115 milioni per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, riconoscendo, tra i beneficiari dell'assegno una tantum, anche coloro nei cui confronti ha trovato l'applicazione il blocco della progressione economica di cui al comma 1 dell'art. 9 del medesimo decreto-legge n. 78.
Sussistono ancora, dal punto di vista previdenziale e pensionistico, alcune differenze rispetto alle Forze di Polizia, che potranno essere colmate nell'ambito del percorso di progressiva omogeneizzazione avviato nel corso della legislatura.
Anche in merito alle carenze di organico sono stati adottati provvedimenti legislativi che tendono ad una progressiva riduzione delle carenze stesse.
Le previsioni della legge finanziaria per il 2010 (legge n. 191/2009), confermate dalla manovra finanziaria, introdotta con legge n. 122/2010, hanno infatti previsto, nel triennio 2010-2012,assunzioni nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco a copertura del 100% del turnover”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/3638/135 Ordine del giorno |
Rosato |
Assemblea |
19/10/2011 |
I |
Previdenza complementare per il personale del comparto sicurezza, difesa e vigili del fuoco |
L'ordine del giorno Rosato n. 9/3638/135, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 28 luglio 2010, impegnava l'esecutivo a valutare l'opportunità di istituire i fondi di previdenza complementare per il personale del comparto sicurezza, difesa e dei vigili del fuoco prima della concreta attuazione delle norme di cui all'articolo 12, comma 10, della legge n. 122 del 2010, concernenti l'estensione al suddetto personale del calcolo della liquidazione secondo le regole del trattamento di fine rapporto, di cui all'articolo 2120 del Codice civile.
In merito a tale impegno il Ministero dell'interno, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“L'art. 12, comma 10, della legge n. 122/2010 ha esteso dal 1°gennaio del corrente anno anche ai dipendenti pubblici, compreso il personale del Comparto Sicurezza, Difesa e Vigili del Fuoco, il calcolo della liquidazione secondo le regole del TFR di cui all'art. 2120 del Codice Civile, con l'applicazione dell'aliquota del 6,91%. Pertanto, da inizio anno, il computo del trattamento di fine servizio avviene secondo le modalità previste per il trattamento di fine rapporto.
Quindi, il calcolo viene così articolato: a) il trattamento stipendiale goduto alla data di cessazione dal servizio sarà valorizzato per l'anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 2010 ed invece per le anzianità successive sarà accantonata annualmente un'aliquota del 6,91% della retribuzione imponibile; b) il trattamento così determinato è incrementato, su base composta, al 31 dicembre di ogni anno, con l'applicazione di un tasso costituito dall'1,5% in misura fissa e dal 75% dell'aumento dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, accertato dall'ISTAT, rispetto al mese di dicembre dell'anno precedente.
Inoltre il citato art. 12, comma 10, non attua il passaggio al regime del TFR così come voluto dalla legge di riforma del sistema pensionistico (legge 8 agosto 1995, n. 335) perché nulla viene disciplinato in ordine all'avvio della previdenza complementare, né viene prevista l'integrale applicazione dell'art. 2120 del Codice Civile che prevede sia la possibilità di anticipi del TFR, sia la valorizzazione di tutte le voci retributive e non solo di alcune.
Si reputa, altresì, opportuno precisare che, da un lato, le numerose peculiarità ordinamentali e, dall'altro, l'assenza di forme di previdenza complementare avrebbero richiesto l'opportuna esclusione del Comparto Sicurezza, Difesa e Vigili del Fuoco dall'applicazione della norma.
E', pertanto, auspicabile l'avvio delle procedure di negoziazione e concertazione per l'istituzione dei Fondi di previdenza complementare per il personale di che trattasi”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 ottobre 2011) |
328 |
Note di attuazione pervenute |
222 |
Percentuale di attuazione |
68% |
Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/3638/307 Ordine del giorno |
Commercio |
Assemblea |
19/10/2011 |
X |
Approvazione dei Piani attuativi regionali e ripristino delle risorse nazionali per le aree sottoutilizzate (FAS) |
L'ordine del giorno Commercio ed altri n. 9/3638/307,accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 28 luglio 2010, impegnava l'esecutivo a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di ultimare le fasi di approvazione dei Piani attuativi regionali e di ripristinare le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate.
In merito a tale impegno il Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale ha trasmesso la seguente nota:
“Si rappresenta che il Governo ha inteso riorganizzare in una nuova cornice legislativa la disciplina concernente le risorse aggiuntive del FAS per la rimozione degli squilibri economici e sociali, intervenendo con il d.lgs. 31 maggio 2011, n. 88, emanato in attuazione dell'art. 16 della legge 5 maggio 2009, n. 42.
La riorganizzazione è stata attuata secondo i seguenti principi generali:
• programmazione pluriennale, tenendo conto delle priorità comunitarie e garantendo la concentrazione dell'intervento nel Mezzogiorno;
• aggiuntività delle risorse che non devono essere sostitutive dei finanziamenti ordinari, coerentemente con il principio dell'addizionalità stabilito dalla disciplina dei fondi strutturali; forte impulso alla qualità, alla tempestività e all'effettivo orientamento e ai risultati degli interventi, anche facendo ricorso a meccanismi premiali e sanzionatori; rilancio delle attività di monitoraggio e valutazione;
• leale collaborazione istituzionale tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali e coinvolgimento del Partenariato economico e sociale in attuazione della governance multilivello.
Il Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) di cui all'art. 61 della L. 289/2001 è stato ridenominato "Fondo per lo sviluppo e la coesione" mentre è stata confermata la sua funzione volta a dare unità programmatica e finanziaria agli interventi aggiuntivi a finanziamento nazionale rivolti al riequilibrio economico e sociale del Paese e la riserva di una quota pari all'85% alle Regioni del Mezzogiorno.
Sono state poi completate le attività programmate in attuazione della delibera CIPE n. 79 del 30 luglio 2010 e n. 1 dell'11 gennaio 2011 secondo le metodologie di svolgimento ivi previste.
In particolare il CIPE, nella seduta dello scorso 30 settembre, ha preso atto della ricognizione degli interventi finanziati dal fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) 2000-2006 contenuta nell'apposito rapporto intermedio redatto dal Ministero dello sviluppo economico, Unità di verifica degli investimenti pubblici, in attuazione della delibera CIPE n. 79/2010.
Inoltre è in corso di definizione la ricognizione delle risorse liberate derivanti dai programmi comunitari 2000-2006 nonché delle risorse ancora disponibili per l'attuazione della politica regionale unitaria nazionale e comunitaria 2007-2013.
Tali attività, le cui risultanze saranno sottoposte al CIPE in una delle prossime sedute, sono state avviate per consentire una riprogrammazione strategica dei programmi attuativi regionali (PAR) e gli sforzi compiuti consentiranno di conseguire una significativa accelerazione delle fasi procedurali, nonché di elevare l'efficacia dell'utilizzo delle risorse.
Quanto al Piano nazionale per il Sud, altro elemento cardine della politica governativa per lo sviluppo, che costituisce un preciso impegno del Governo, è stata impostata una concreta politica di coesione per garantire lo sviluppo del Paese e la crescita armoniosa del suo territorio.
Ciò è il risultato di confronti attivati negli ultimi mesi con tutte le Regioni interessate con le quali è stato definito un metodo ed un percorso lungo il quale continuerà, costante, il dialogo.
In merito all'attuazione del Piano, il 3 agosto u.s. il CIPE ha iniziato a dare certezza e concretezza alla politica governativa di sviluppo, con destinazione immediata di 7,4 miliardi di euro per la realizzazione di circa 130 interventi nel settore delle infrastrutture che rilanceranno l'economia del Mezzogiorno.
Inoltre il CIPE, nella seduta del 30 settembre u.s., ha approvato una seconda delibera attuativa assegnando circa un miliardo di euro per il finanziamento di interventi infrastrutturali di rilievo strategico nazionale e regionale concernenti l'università e, più in particolare, legati ai temi della “innovazione, ricerca e competitività”.
Infine si fa presente che sono in corso di predisposizione, a livello tecnico, le proposte di delibere di attuazione riferite alle altre linee di attività prevista dal Piano nazionale per il Sud che saranno portate all'esame del CIPE nelle prossime sedute”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 ottobre 2011) |
73 |
Note di attuazione pervenute |
30 |
Percentuale di attuazione |
41% |
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/4307/194 Ordine del giorno |
Palagiano |
Assemblea |
06/10/2011 |
XII |
Controlli sanitari a seguito del disastro nucleare in Giappone |
L'ordine del giorno Palagiano ed altri n. 9/4307/194, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 25 maggio 2011, impegnava l'esecutivo a prendere opportune misure per il necessario coordinamento con gli altri Stati membri della UE in materia di controlli sanitari conseguenti al disastro nucleare del Giappone, nonché ad attivare ed intensificare un programma di controllo sulle importazioni provenienti direttamente o indirettamente dalle aree a rischio, al fine di garantire e tutelare la salute dei cittadini, prevedendo altresì un opportuno programma di informazione alla popolazione.
In merito a tale impegno il Ministero della salute ha trasmesso la seguente nota:
“Per l'impegno del Governo a prendere le opportune misure per il necessario coordinamento con gli altri Stati Membri della UE, in materia di controlli sanitari conseguenti al disastro nucleare del Giappone, si rappresenta che con il Regolamento di esecuzione CE n. 297/2011 e successive modificazioni, è stato già istituito un coordinamento da parte della Commissione europea che prevede la comunicazione, da parte di tutti gli Stati Membri, con cadenza stabilita, dei dati relativi alle importazioni di alimenti dal Giappone ed ai controlli effettuati in frontiera. Tali dati sono disponibili sul sito della Commissione europea.
Per l'impegno ad attivare ed intensificare un programma di controllo sulle importazioni provenienti direttamente o indirettamente dalle aree a rischio del Giappone, al fine di garantire e tutelare la salute dei cittadini, gli Uffici periferici di questo Ministero, PIF ed USMAF, hanno svolto, e continuano a svolgere in frontiera, un'attività di controllo accresciuto sui prodotti alimentari di origine animale e non animale provenienti dal Giappone.
Dai dati finora pervenuti, si rappresenta che a partire dall'11 marzo 2011 le già scarse importazioni in Italia di partite di alimenti di origine animale o non animale originarie del Giappone o da esso provenienti sono risultate o non ricadenti nel Reg. CE n. 297/2011 del 25 marzo 2011 e successive modifiche, o partite dal Giappone prima dell'11 marzo 2011.
I campioni analizzati, hanno, comunque, sempre dimostrato un livello di radioattività molto inferiore ai livelli ammissibili.
Il Reg. CE n. 297/2011 e successive modificazioni potrà comunque essere confermato o modificato in funzione di notizie più precise sullo stato attuale della centrale nucleare danneggiata”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
7/00152 Risoluzione |
Fucci |
Commissione |
06/10/2011 |
XII |
Iniziative per assicurare la piena applicazione dell'articolo 6, comma 3, della legge n. 80 del 2006, in materia di semplificazione degli adempimenti amministrativi per le persone con disabilità |
La risoluzione Fucci ed altri n. 7/00152, approvata dalla XII Commissione (Affari sociali) nella seduta del 20 maggio 2009, impegnava l'esecutivo: ad effettuare un attento monitoraggio, per quanto di sua competenza e nell'ambito dei rapporti tra Stato ed enti locali, sul modo in cui la disciplina recata dall'articolo 6, comma 3, della legge n. 80 del 2006, che contiene importanti e decisive semplificazioni in materia di adempimenti amministrativi per le persone con disabilità, viene applicata nel concreto e quindi a riferirne alla XII Commissione; ad assumere tutte le opportune iniziative per assicurare la piena e totale applicazione sull'intero territorio nazionale di tale normativa.
In merito a tale impegno il Ministero della salute ha trasmesso la seguente nota:
“In relazione alla risoluzione in oggetto si rappresenta che il D.M. 2 agosto 2007 è stato emanato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze in concerto con il Ministero della Salute in attuazione dell'art. 6, comma 3, Legge n. 80 del 2006 e stabilisce che "i soggetti portatori di menomazioni o patologie stabilizzate o ingravescenti, inclusi quelli affetti da sindrome da talidomide, che abbiano ottenuto il riconoscimento dell'indennità di accompagnamento o di comunicazione, sono esonerati da ogni visita medica finalizzata all'accertamento della permanenza della minorazione, previo esame della documentazione agli atti".
Nel 2008, a tal proposito, è stata attivata una collaborazione fra le ASL e l'INPS per l'invio della documentazione relativa ai soggetti con i requisiti individuati dal D.M. 2 agosto 2007 e il Ministero della Salute ha già provveduto a comunicare a tutte le ASL, per il tramite degli Assessorati delle Regioni e Province Autonome, l'adozione di ogni utile accorgimento finalizzato, oltre che alla massima flessibilità del procedimento, anche ad un efficace raccordo sinergico ASL ed INPS, al fine di adempiere alle finalità di una legge emanata a tutela dei disabili gravi, nell'intento di porre un limite alla verifica diretta nei confronti degli stessi. Nell'anno in corso è stato inoltre avviato il Tavolo di consultazione fra istituzioni (INPS, Ministero della Salute, con la direzione generale della prevenzione sanitaria, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) ed associazioni del settore (Fand, Fish, ecc) per la corretta applicazione del D.M. 2 agosto 2007, con discussione aperta sui criteri relativi alle visite di accertamento straordinarie predisposte da INPS e per superare le relative criticità”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 ottobre 2011) |
154 |
Note di attuazione pervenute |
20 |
Percentuale di attuazione |
13% |
Elenco dei deputati primi firmatari degli atti cui sono riferite
le note di attuazione annunciate
|
Primo firmatario |
Tipo di Atto |
Numero |
Pag. |
|
On. |
Adornato |
Ordine del giorno |
9/3638/314 |
45 |
On. |
Alessandri |
Ordine del giorno |
9/4086/97 |
82 |
On. |
Angeli |
Ordine del giorno |
9/3778-A/6 |
63 |
On. |
Barbi |
Ordine del giorno |
9/1802/26 |
55 |
On. |
Bernardini |
Ordine del giorno |
9/1802/11 |
53 |
On. |
Cardinale |
Ordine del giorno |
9/4086/177 |
77 |
On. |
Colombo |
Ordine del giorno |
9/3638/154 |
48 |
On. |
Commercio |
Ordine del giorno |
9/3638/307 |
90 |
On. |
Compagnon |
Ordine del giorno |
9/4551/19 |
70 |
On. |
Di Giuseppe |
Ordine del giorno |
9/3175/13 |
81 |
On. |
Di Stanislao |
Ordine del giorno |
9/3610-A/3 |
71 |
On. |
Di Stanislao |
Ordine del giorno |
9/4551/10 |
72 |
On. |
Evangelisti |
Ordine del giorno |
9/3638/32 |
45 |
On. |
Farina Renato |
Mozione |
1/00710 |
66 |
On. |
Farina Renato |
Risoluzione conclusiva |
8/00140 |
66 |
On. |
Fassino |
Ordine del giorno |
9/1802/9 |
41 |
On. |
Fassino |
Ordine del giorno |
9/3638/152 |
45 |
On. |
Fiano |
Ordine del giorno |
9/4086/179 |
78 |
On. |
Franceschini |
Mozione |
1/00633 |
75 |
On. |
Fucci |
Risoluzione |
7/00152 |
93 |
On. |
Galletti |
Mozione |
1/00634 |
74 |
On. |
Garofani |
Ordine del giorno |
9/1802/27 |
55 |
On. |
Gozi |
Ordine del giorno |
9/3638/160 |
48 |
On. |
La Forgia |
Ordine del giorno |
9/1802/23 |
53 |
On. |
La Forgia |
Ordine del giorno |
9/4086/116 |
77 |
On. |
Libè |
Ordine del giorno |
9/2180-A/32 |
85 |
On. |
Martino Pierdomenico |
Ordine del giorno |
9/4086/172 |
80 |
On. |
Mazzocchi |
Risoluzione |
6/00052 |
49 |
On. |
Mecacci |
Risoluzione conclusiva |
8/00135 |
52 |
On. |
Monai |
Ordine del giorno |
9/2468/55 |
83 |
On. |
Narducci |
Ordine del giorno |
9/4357-A/130 |
43 |
On. |
Narducci |
Ordine del giorno |
9/1802/25 |
55 |
On. |
Narducci |
Ordine del giorno |
9/4551/12 |
61 |
On. |
Nirenstein |
Mozione |
1/00669 |
64 |
On. |
Orlando Leoluca |
Mozione |
1/00687 |
64 |
On. |
Paglia |
Ordine del giorno |
9/4086/289 |
82 |
On. |
Palagiano |
Ordine del giorno |
9/4307/194 |
92 |
On. |
Pezzotta |
Ordine del giorno |
9/3638/75 |
46 |
On. |
Pistelli |
Ordine del giorno |
9/4551/11 |
61 |
On. |
Porcino |
Ordine del giorno |
9/4086/59 |
82 |
On. |
Recchia |
Ordine del giorno |
9/1802/21 |
58 |
On. |
Rosato |
Ordine del giorno |
9/1802/19 |
56 |
On. |
Rosato |
Ordine del giorno |
9/4086/257 |
82 |
On. |
Rosato |
Ordine del giorno |
9/3196-A/60 |
83 |
On. |
Rosato |
Ordine del giorno |
9/3638/135 |
88 |
On. |
Rugghia |
Ordine del giorno |
9/1802/18 |
53 |
On. |
Sarubbi |
Ordine del giorno |
9/1802/28 |
55 |
On. |
Tempestini |
Ordine del giorno |
9/1802/22 |
42 |
On. |
Tempestini |
Ordine del giorno |
9/3638/144 |
47 |
On. |
Tempestini |
Risoluzione conclusiva |
8/00084 |
68 |
On. |
Valducci |
Ordine del giorno |
9/4086/264 |
78 |
On. |
Versace |
Ordine del giorno |
9/2468/100 |
83 |
On. |
Zacchera |
Ordine del giorno |
9/4449-A/3 |
59 |
La sezione tratta della trasmissione al Parlamento da parte del Governo e di altri soggetti (regioni, autorità amministrative indipendenti, ecc.) delle relazioni previste dalle norme vigenti che sono pervenute nel periodo in esame. Conclude la sezione l’indicazione delle nuove relazioni ove previste da norme entrate in vigore nel periodo esaminato.
Il Servizio per il controllo parlamentare effettua il monitoraggio delle relazioni che la Presidenza del Consiglio dei ministri e i diversi Dicasteri, nonché altri soggetti non governativi, devono trasmettere periodicamente al Parlamento come stabilito dalle vigenti disposizioni legislative.
A tale fine, il Servizio cura una banca dati che viene aggiornata sia attraverso la registrazione delle relazioni di volta in volta trasmesse ed annunciate nel corso delle sedute dell’Assemblea, riscontrabili nell’Allegato A al resoconto della relativa seduta, sia mediante l’individuazione degli obblighi previsti da norme di nuova introduzione, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. L’aggiornamento si completa con l’accertamento delle relazioni per le quali l’obbligo di trasmissione sia venuto meno a seguito dell’abrogazione della norma istitutiva, ovvero sia da ritenersi - per le più diverse ragioni - superato o, comunque, non più attuale o rilevante alla luce della situazione di fatto (ad esempio, una relazione che abbia ad oggetto programmi o interventi ormai completati o esauriti senza che la norma che prevede la relazione stessa sia stata esplicitamente abrogata). Ciò nell’ottica di contribuire, da una parte ad una focalizzazione degli obblighi residui e, dall'altra ad un superamento di tutto il superfluo, per favorire il processo di semplificazione normativa.
Nella presente Sezione si dà dunque conto delle risultanze dell’attività di monitoraggio circoscritta alla sola indicazione delle relazioni trasmesse nel periodo considerato dalla pubblicazione, nonché degli eventuali obblighi di nuova introduzione.
Al fine di definire un quadro complessivo degli adempimenti vigenti quanto più corretto ed esaustivo, il Servizio per il controllo parlamentare intrattiene costanti contatti con i competenti uffici interni alle amministrazioni (governative e non) anche attraverso la predisposizione e l’invio di schede informative contenenti l’elenco delle relazioni a carico di ciascun presentatore. Per ogni relazione, vengono indicati la norma istitutiva dell’obbligo, l’argomento, la frequenza della trasmissione (con la data entro la quale si aspetta il prossimo invio), nonché le informazioni sull’ultima relazione inviata. In una distinta sezione di ogni scheda vengono, inoltre, elencate le relazioni la cui trasmissione risulti in ritardo rispetto alla scadenza prevista e di cui pertanto si sollecita la trasmissione al Parlamento.
Tali schede vengono contestualmente inviate anche alle Commissioni parlamentari competenti per materia, con l’intento di fornire uno strumento di agevole consultazione che consenta da un lato ad ogni Ministero di essere al corrente dell’esito delle verifiche effettuate dal Servizio per il controllo parlamentare e, dall’altro, di informare i parlamentari dello stato di adempimento degli obblighi.
Nell'ambito delle relazioni annunciate nel mese di ottobre, si segnalano due documenti che intervengono a colmare un ritardo nella trasmissione.
Si tratta, in particolare, della relazione trasmessa dal Ministro della salute sull'attività svolta, il bilancio di previsione e la consistenza dell'organico della Lega italiana per la lotta contro i tumori, con i dati relativi al periodo dal 2008 al 2010: la precedente relazione risaliva infatti al mese di ottobre 2008 e conteneva i dati sull'attività svolta nel 2007, il conto consuntivo e il consuntivo consolidato per il 2007, nonché il bilancio di previsione consolidato per il 2008.
Del pari, il Ministro dell'economia e delle finanze ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 13, della legge 27 luglio 2000, n. 212, le relazioni sull'attività svolta dai garanti del contribuente negli anni 2009 e 2010 (Doc. LII, n. 3 e Doc. LII, n. 4): pur avendo l'obbligo cadenza annuale, la precedente relazione era stata presentata nel mese di settembre 2009. Per inciso, si ricorda che il garante del contribuente - istituito presso le direzioni delle entrate regionali e delle province autonome, è organo collegiale, composto da un presidente e da due componenti, che opera in piena autonomia, con il compito di accertare l'effettivo rispetto dei princìpi contenuti nello Statuto dei diritti del contribuente, anche attraverso l'attivazione di procedure di autotutela e l'effettuazione di segnalazioni alle autorità competenti. L'articolo 13 della citata legge n. 212 del 2000 prevede due obblighi di relazione al Parlamento: ai sensi del comma 13, il Ministro dell'economia e delle finanze riferisce annualmente alle competenti Commissioni parlamentari in ordine al funzionamento del garante, all'efficacia dell'azione da esso svolta ed alla natura delle questioni segnalate nonché in merito ai provvedimenti adottati a seguito delle segnalazioni; il comma 13-bis, introdotto dall'articolo 94, comma 8, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, prevede che ciascun garante presenti direttamente al Governo e al Parlamento una relazione annuale, con dati e notizie sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale. La prima relazione è focalizzata, quindi, sugli aspetti organizzativi e sull'individuazione degli interventi svolti a seguito delle segnalazioni, mentre le relazioni dei garanti mirano ad evidenziare sia gli aspetti della legislazione tributaria e della prassi dell'amministrazione finanziaria che incidono negativamente sul rapporto tra fisco e contribuenti, sia le relative proposte di miglioramento.
Sempre il Ministro dell'economia e delle finanze ha provveduto ad inviare alle Camere la prima relazione sull'attività svolta dalle fondazioni bancarie (Doc. CCXLII, n. 1), concernente gli esercizi 2009 e 2010. L'obbligo è stato introdotto dall'articolo 52, comma 1-quinquies, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, che ha novellato il decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153, aggiungendo all'articolo 10, comma 3, la lettera k-bis). In base a questa disposizione il Ministero dell'economia e delle finanze - che è chiamato ad esercitare la vigilanza sulle fondazioni bancarie fino all'entrata in vigore della nuova disciplina dell'autorità di controllo sulle persone giuridiche, di cui al titolo II del libro primo del codice civile, ed anche successivamente, finché ciascuna fondazione rimarrà titolare di partecipazioni di controllo in società bancarie, ovvero concorrerà al controllo di dette società attraverso la partecipazione a patti di sindacato o accordi - deve presentare una relazione al Parlamento, entro il 30 giugno, sull’attività svolta dalle fondazioni bancarie nell’anno precedente, con riferimento, tra l’altro, agli interventi finalizzati a promuovere lo sviluppo economico-sociale nei territori locali in cui esse operano.
Sotto un diverso profilo, si segnala la relazione sullo stato della pubblica amministrazione relativa agli anni 2010 e 2011 (Doc. XIII, n. 4-ter), trasmessa dal Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, ai sensi dell'articolo 30 della legge 28 ottobre 1970, n. 775, ma arricchitasi, nel corso del tempo, di contenuti previsti da ulteriori disposizioni legislative: alla relazione risultano infatti allegati la rilevazione sui distacchi e permessi sindacali retribuiti e sulle aspettative e permessi sindacali non retribuiti, di cui all'articolo 50, commi 3 e 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, comprensiva del monitoraggio della spesa, riferita al 2010, per le prerogative sindacali nel settore pubblico, ai sensi dell'articolo 12 della legge 4 marzo 2009, n. 15; la rilevazione sulle aspettative e permessi per funzioni pubbliche elettive, prevista sempre dall'articolo 50, comma 4, del decreto legislativo n. 165 del 2001, riferita al 2010; un documento concernente valutazione e trasparenza nelle pubbliche amministrazioni - primo monitoraggio sull'attuazione del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, nelle amministrazioni centrali e regionali, aggiornato al 31 marzo 2011. Nel trasmettere la relazione in formato cartaceo, il Ministro ha precisato che “nell'ottica della progressiva dematerializzazione dei documenti e del contenimento dei costi, quest'anno l'intera documentazione è racchiusa in una chiavetta usb che sarà distribuita anche a tutti i deputati”.
Ministero degli affari esteri |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
D.L. 4/2007, art. 2, co. 2-bis |
Situazione, risultati e prospettive della missione umanitaria di stabilizzazione e di ricostruzione in Iraq (Dati relativi al 2010, Doc. LIII, n. 3) |
III Affari esteri IV Difesa |
17/10/2011 |
L. 58/2001, art. 6, co. 1 |
Stato di attuazione della legge n. 58 del 2001 concernente l’istituzione del Fondo per lo sminamento umanitario (Dati relativi al 2010, Doc. CLXXIII, n. 3) |
III Affari esteri |
17/10/2011 |
L. 180/1992, art. 1, co. 3 |
Attività svolte nell'ambito della partecipazione dell'Italia alle iniziative di pace ed umanitarie in sede internazionale (Dati relativi al 2010, Doc. LXXXI, n. 4) |
III Affari esteri |
17/10/2011 |
L. 948/1982, art. 3, co. quarto |
Attività svolta dagli enti a carattere internazionalistico sottoposti alla vigilanza del Ministero degli affari esteri (Dati relativi al 2010, Doc. CLXXII, n. 4) |
III Affari esteri |
19/10/2011 |
L. 344/1991, art. 9, co. unico |
Stato di attuazione della legge 26 dicembre 1981, n. 763, recante provvedimenti in favore dei profughi italiani (Dati relativi al 2010, Doc. CVI, n. 3) |
III Affari esteri |
20/10/2011 |
L. 49/1987, art. 2, co. 2* |
Relazione previsionale e programmatica sull'attività di cooperazione allo sviluppo (Dati relativi alla previsione per il 2012 - allegata allo stato di previsione della spesa del Ministero degli affari esteri per l'anno 2012) |
III Affari esteri |
20/10/2011 |
*La norma istitutiva dell’obbligo prevede che la relazione debba essere inviata in allegato al disegno di legge di bilancio, stato di previsione della spesa del Ministero degli affari esteri, da presentarsi entro il 15 ottobre di ogni anno. |
Ministero per i beni e le attività culturali |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
D.Lgs. 42/2004, art. 84, co. 2* |
Attuazione delle norme concernenti la circolazione dei beni culturali ed attuazione in Italia e all'estero degli atti comunitari indicati dalla legge riguardante la restituzione dei beni culturali illecitamente usciti da uno Stato membro dell'Unione europea (Dati relativi all'anno 2010 - allegata allo stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per il 2012) |
VII Cultura |
18/10/2011** |
*La norma istitutiva dell'obbligo prevede che la relazione debba essere inviata in allegato al disegno di legge di bilancio, stato di previsione della spesa del Ministero per i beni e le attività culturali, da presentarsi entro il 15 ottobre di ogni anno. **La data riportata è quella della presentazione al Senato del disegno di legge "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2012 e bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014" (A.S. 2969). |
Ministero della difesa |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
D.Lgs. 66/2010, art. 548, co. 1, lett. a) |
Spesa complessiva prevista per il personale militare (Dati aggiornati al 31 dicembre 2010 – allegata allo stato di previsione del Ministero della difesa) |
IV Difesa V Bilancio |
18/10/2011* |
*La data riportata è quella della presentazione al Senato del disegno di legge "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2012 e bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014" (A.S. 2969). |
|||
D.Lgs. 66/2010, art. 548, co. 1 lett. b) |
Stato di attuazione dei programmi di costruzione, acquisizione ed ammodernamento di mezzi, impianti e sistemi (Dati aggiornati al 31 dicembre 2010 – allegata allo stato di previsione del Ministero della difesa) |
IV Difesa V Bilancio |
18/10/2011* |
*La data riportata è quella della presentazione al Senato del disegno di legge "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2012 e bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014" (A.S. 2969). |
|||
D.Lgs. 66/2010, art. 548, co. 1 lett. c) |
Programmi di manutenzione straordinaria e reintegro dei sistemi d'arma, opere, mezzi e beni destinati alla difesa nazionale e relativa attività contrattuale (Dati aggiornati al 31 dicembre 2010 – allegata allo stato di previsione del Ministero della difesa) |
IV Difesa V Bilancio |
18/10/2011* |
*La data riportata è quella della presentazione al Senato del disegno di legge "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2012 e bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014" (A.S. 2969). |
|||
D.Lgs. 66/2010, art. 548, co. 1, lett. d) |
Stato di attuazione dei programmi di potenziamento ed ammodernamento delle infrastrutture (Dati aggiornati al 31 dicembre 2010 – allegata allo stato di previsione del Ministero della difesa) |
IV Difesa V Bilancio |
18/10/2011* |
*La data riportata è quella della presentazione al Senato del disegno di legge "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2012 e bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014" (A.S. 2969). |
Ministero dell'economia e delle finanze |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
D.L. 269/2003, art. 5, co. 16 |
Attività svolta e risultati conseguiti dalla Cassa depositi e prestiti Spa (Dati relativi al 2010, Doc. CCXX, n. 3) |
V Bilancio VI Finanze |
3/10/2011 |
L. 212/2000, art. 13, co. 13 |
Attività svolta dai garanti del contribuente (Dati relativi al 2009 e al 2010, Doc. LII, n. 3 e n. 4) |
VI Finanze |
13/10/2011 |
L. 882/1977, art. 1, co. terzo* |
Andamento dei rapporti con il Fondo monetario internazionale (Dati relativi al periodo 1° maggio 2010-30 aprile 2011 – allegata allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze) |
V Bilancio |
18/10/2011** |
*La norma istitutiva dell'obbligo prevede che in merito all'andamento dei rapporti tra l'Italia e il Fondo monetario internazionale il Ministro per il tesoro (ora Ministro dell'economia e delle finanze), riferisca annualmente in sede di nota preliminare allo stato di previsione della spesa del Ministero contenuta nel DDL di bilancio, da presentarsi entro il 15 ottobre di ogni anno. **La data riportata è quella della presentazione al Senato del disegno di legge "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2012 e bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014" (A.S. 2969). |
D.Lgs. 231/2007, art. 5, co. 1* |
Attività di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo (Dati relativi al 2010, Doc. CCIX, n. 4) |
II Giustizia VI Finanze |
20/10/2011 |
*L'articolo 2, comma 1, lett. a) e l'articolo 3, comma 1, lett. b) del D.Lgs. 151/2009 hanno previsto che alla relazione debba essere allegato il rapporto della UIF (Unità di informazione finanziaria per l'Italia) di cui all'articolo 6, comma 5, del D.Lgs. 231/2007 unitamente a una relazione della Banca d'Italia in merito ai mezzi finanziari e alle risorse attribuite alla UIF. |
|||
D.L. 155/2008, art. 5, co. 1-ter |
Attuazione degli interventi volti a garantire la stabilità del sistema creditizio e la continuità nell'erogazione del credito alle imprese e ai consumatori, nell'attuale situazione di crisi dei mercati finanziari internazionali (Dati aggiornati al 31 marzo 2011, Doc. CCXXXI, n. 6) |
V Bilancio VI Finanze |
20/10/2011 |
D.Lgs. 153/1999, art. 10, co. 3, lett. k-bis* |
Attività svolta dalle Fondazioni bancarie (Dati relativi agli esercizi 2009 e 2010, Doc. CCXLII, n. 1) (PRIMA RELAZIONE) |
VI Finanze |
24/10/2011 |
*Lettera aggiunta dall'articolo 52, comma 1-quinquies, del D.L. 78/2010, come modificato dalla legge di conversione 122/2010. |
|||
L. 244/2007, art. 3, co. 68 |
Stato della spesa, efficacia nell'allocazione delle risorse e grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta (Dati relativi al 2010, Doc. CCVIII, n. 43) |
I Affari costituzionali V Bilancio VI Finanze |
24/10/2011 |
L. 196/2009, art. 14, co. 4 |
Conto consolidato di cassa delle amministrazioni pubbliche (Dati aggiornati al 31 marzo 2011, comprensiva del raffronto con i risultati del precedente biennio, Doc. XXV, n. 12) |
V Bilancio |
26/10/2011 |
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
L. 244/2007, art. 3, co. 68 |
Stato della spesa, efficacia nell'allocazione delle risorse e grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta (Dati relativi al 2010, Doc. CCVIII, n. 42) |
I Affari costituzionali V Bilancio VIII Ambiente IX Trasporti |
20/10/2011 |
L. 449/1997, art. 59, co. 6* |
Esito delle verifiche degli effetti sul piano occupazionale degli interventi attuati a carico del Fondo a gestione bilaterale per la riorganizzazione ed il risanamento della Società Ferrovie dello Stato Spa (Trasmessa dal ministro per i rapporti con il Parlamento) (Dati relativi al 2010, Doc. CLXXXI, n. 4) |
IX Trasporti XI Lavoro |
25/10/2011 |
*La norma istitutiva dell'obbligo prevede che la trasmissione della relazione avvenga da parte del Governo senza specificare il Ministero competente. |
Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
L. 775/1970, art. 30, co. unico |
Stato della pubblica amministrazione (Dati relativi al 2010 e 2011, Doc. XIII, n. 4-ter. Alla relazione sono allegati: la rilevazione sui distacchi e permessi sindacali retribuiti e sulle aspettative e permessi sindacali non retribuiti, prevista dall'articolo 50, commi 3 e 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, comprensiva del monitoraggio della spesa per le prerogative sindacali nel settore pubblico, previsto dall'articolo 12 della legge 4 marzo 2009, n. 15, riferita all'anno 2010; la rilevazione sulle aspettative e permessi per funzioni pubbliche elettive, prevista dall'articolo 50, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, riferita all'anno 2010; e un documento concernente valutazione e trasparenza nelle pubbliche amministrazioni - primo monitoraggio sull'attuazione del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, nelle amministrazioni centrali e regionali, aggiornato al 31 marzo 2011) |
I Affari costituzionali V Bilancio XI Lavoro |
14/10/2011 |
Ministero della salute |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
L. 70/1975, art. 30, co. quinto Tab. II |
Attività svolta, bilancio di previsione e consistenza dell’organico della Lega italiana per la lotta contro i tumori (Dati relativi agli anni 2008, 2009 e 2010, con allegati il consuntivo della sede centrale per gli anni dal 2008 al 2010, il consuntivo consolidato per gli anni 2008 e 2009, il bilancio di previsione consolidato per gli anni 2009 e 2010 e il bilancio di previsione della sede centrale per gli anni dal 2008 al 2011) |
XII Affari sociali |
5/10/2011 |
Fonte istitutiva |
Soggetto competente |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
D.Lgs. 165/2001, art. 46, co. 3 |
Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) |
Rapporto sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti (Dati aggiornati al 30 giugno 2011) |
V Bilancio XI Lavoro |
5/10/2011 |
Nuove relazioni previste da fonti normative (*)
(*) Si tratta di relazioni previste da nuove norme entrate in vigore nel periodo preso in considerazione dal presente bollettino.
1Si ricorda in proposito che l’articolo 27 della legge 18 giugno 2009, n. 69, Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 140 del 19 giugno 2009, supplemento ordinario n. 95, dal titolo: modifica della legge 27 settembre 2007, n. 165, alcomma1, aveva portato al 31 dicembre 2009 il termine per l’esercizio della delega per il riordino degli enti di ricerca che all’articolo 1, comma 1, della legge n. 165 del 2007 (si veda infra), era previsto in 18 mesi a decorrere dalla data della sua entrata in vigore. Lo stesso comma inoltre, tra le altre modifiche che apportava all’esercizio della delega, riduceva e modificava la composizione del consiglio di amministrazione dell’Agenzia spaziale italiana ASI. I successivi 2 commi stabilivano l’esclusione dallasoppressione prevista dal cosiddettotaglia-enti (di cui al supra citato articolo 26 del D.L. n. 112/2008, come convertito dalla L. n. 133/2008) degli enti di ricerca nel caso in cui, entro il 31 dicembre 2009, fossero stati adottati i previsti decreti legislativi.
2(...) Art. 1. 1. (...) il Governo è autorizzato ad adottare uno o più decreti legislativi, entro il 31 dicembre 2009, al fine di provvedere al riordino della disciplina relativa agli statuti e agli organi di governo degli enti pubblici nazionali di ricerca, vigilati dal Ministero dell'università e della ricerca, nel rispetto dei principi e criteri direttivi indicati nell'articolo 18 della legge 15 marzo 1997, n. 59, e dei seguenti: a) riconoscimento agli enti della autonomia statutaria (...); b) formulazione e deliberazione degli statuti e dei regolamenti di amministrazione, finanza e contabilità, e del personale da parte degli organi statutari competenti dei singoli enti interessati e loro successiva emanazione da parte dei medesimi organi, previo controllo di legittimità e di merito del Ministro dell'università e della ricerca, nelle forme previste dall'articolo 6, commi 9 e 10, della legge 9 maggio 1989, n. 168 (...); c) formulazione e deliberazione degli statuti, in sede di prima attuazione, da parte dei consigli di amministrazione integrati da cinque esperti di alto profilo scientifico, nominati, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca (...). f) riordino degli organi statutari, con riduzione del numero dei loro componenti, garantendone altresì l'alto profilo scientifico e le competenze tecnico-organizzative e prevedendo nuove procedure di individuazione dei presidenti e dei componenti di nomina governativa dei consigli di amministrazione, che sono l'organo di governo degli enti, tramite scelte effettuate in rose di candidati proposte da appositi comitati di selezione nominati di volta in volta dal Governo, assicurando negli stessi comitati un'adeguata rappresentanza di esponenti della comunità scientifica nazionale e internazionale e, in particolare, di quanti sono stati eletti dai ricercatori in organismi degli enti, ove esistenti, e comunque escludendone il personale del Ministero dell'università e della ricerca; g) composizione del consiglio di amministrazione del Consiglio nazionale delle ricerche in modo da assicurare che la metà dei componenti sia di nomina governativa, nonché del consiglio di amministrazione dell’Agenzia spaziale italiana (ASI), prevedendo che con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca siano nominati il presidente e gli altri quattro componenti, dei quali uno designato dal Ministro degli affari esteri, uno dal Ministro della difesa e uno dal Ministro dell’economia e delle finanze (...). 3. Gli schemi dei decreti legislativi adottati ai sensi del comma 1, ciascuno dei quali deve essere corredato di relazione tecnica sugli effetti finanziari delle disposizioni in esso contenute, sono trasmessi alle Camere ai fini dell'espressione dei pareri da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per le conseguenze di carattere finanziario, che sono resi entro quarantacinque giorni dalla data di trasmissione dei medesimi schemi di decreto. Decorso tale termine, i decreti possono essere comunque emanati. 4. I decreti di cui al comma 1 sono emanati su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro per la semplificazione normativa. 5. Ferme restando le procedure di commissariamento previste dalle norme vigenti, nel caso di modifiche statutarie inerenti alla missione dell'ente e alla sua struttura di governo, ovvero nel caso di comprovata difficoltà di funzionamento o di mancato raggiungimento degli obiettivi indicati dal Governo, il Governo può procedere al commissariamento degli enti attraverso decreti sottoposti al parere delle Commissioni parlamentari competenti. Le Commissioni si esprimono entro trenta giorni dalla data di trasmissione. Decorso tale termine, il Governo può comunque procedere al commissariamento (...). 6. Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore dei decreti di cui al comma 1, con le medesime procedure di cui ai commi 3 e 4, uno o più decreti legislativi correttivi o modificativi dei medesimi decreti, nel rispetto dei principi e criteri direttivi di cui al comma 1 (...).
3 Art. 8, co. 1. Il numero dei componenti il consiglio di amministrazione, compreso il presidente, non può superare: a) cinque componenti, nel caso di enti che ricevono un contributo pubblico annuale di importo superiore al 20 per cento del fondo di funzionamento ordinario degli enti o che impiegano oltre cinquecento unità di personale; b) tre componenti negli altri casi. Art. 9, co. 1. Il consiglio di amministrazione del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) è composto da sette componenti scelti tra personalità di alta qualificazione tecnico-scientifica nel campo della ricerca, di comprovata esperienza gestionale di enti ed istituzioni pubbliche o private, di cui: quattro, tra i quali il presidente, designati dal Ministro, di cui uno su indicazione del presidente della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome; gli altri tre designati uno dalla Conferenza dei rettori delle università italiane, uno dalla Confindustria ed uno espressione della comunità scientifica di riferimento (...). co. 3. Il consiglio di amministrazione dell'Agenzia spaziale italiana, nominato con decreto del Ministro, è costituito dal presidente e da altri quattro componenti, dei quali uno designato dal Ministro degli affari esteri, uno dal Ministro della difesa e uno dal Ministro dell'economia e delle finanze. co. 4. La composizione del consiglio direttivo dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) è ridotta dei due componenti rappresentativi degli enti di livello non ministeriale. Restano in vigore le particolari disposizioni del vigente ordinamento dell'ente relative alla nomina degli organi statutari.
4 Art. 8, co. 2. I componenti del consiglio di amministrazione, compreso il presidente, sono nominati con decreto del Ministro, durano in carica quattro anni, e possono essere confermati una sola volta. (...)
5 Art. 11, co. 1. Ai fini della nomina dei presidenti e dei membri del consiglio di amministrazione di designazione governativa, con decreto del Ministro è nominato un comitato di selezione, composto da un massimo di cinque persone, scelte tra esperti della comunità scientifica nazionale ed internazionale ed esperti in alta amministrazione, di cui uno con funzione di coordinatore, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio del Ministero. Il comitato di selezione agisce nel rispetto degli indirizzi stabiliti dal Ministro nel decreto di nomina e, per gli adempimenti aventi carattere amministrativo, è supportato dalle competenti direzioni generali del Ministero. Il personale del Ministero non può, in nessun caso, fare parte del comitato di selezione. co. 2. Il comitato di selezione fissa, con avviso pubblico, le modalità e i termini per la presentazione delle candidature e, per ciascuna posizione ed ove possibile in ragione del numero dei candidati, propone al Ministro: a) cinque nominativi per la carica di presidente; b) tre nominativi per la carica di consigliere. co. 3. Nei consigli di amministrazione composti da tre consiglieri, due componenti, incluso il presidente, sono individuati dal Ministro. Il terzo consigliere è scelto direttamente dalla comunità scientifica o disciplinare di riferimento sulla base di una forma di consultazione definita negli statuti. co. 4. Nei consigli di amministrazione composti da cinque consiglieri, tre componenti e tra questi il presidente, sono individuati dal Ministro. Gli altri due componenti sono scelti direttamente dalla comunità scientifica o disciplinare di riferimento sulla base di una forma di consultazione definita negli statuti, fatto salvo quanto specificamente disposto all'articolo 9.
6 A questo proposito nella premessa del decreto è tra l'altro specificato: Ritenuto di non accogliere la condizione espressa dalla VII Commissione permanente del Senato relativa al ripristino del parere delle commissioni parlamentari sulle nomine dei presidenti degli enti in quanto la nuova procedura si fonda su una scelta dei candidati attraverso criteri selettivi e di valutazione operati da uno specifico comitato selettivo di alto profilo; (...).
7 Art. 11. co. 5
8Come specificato nell'articolo 1 del decreto, nonché dall'articolo 20, comma 1, dello statuto, lo statuto stesso è emanato dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca nell'esercizio del potere sostitutivo di cui all'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213. Tale potere sostitutivo è previsto, in sede di prima attuazione, qualora i consigli di amministrazione in carica degli enti di ricerca, integrati da cinque esperti di nomina ministeriale, non deliberino entro sei mesi dalla entrata in vigore del D.Lgs. 31 dicembre 2009 n. 213.
9 Detta qualifica era stata dapprima attribuita all'INVALSI dall'articolo 2, comma 2, del D. Lgs.n. 286 del 2004.
*Si fa presente che il medesimo atto può investire la competenza di più amministrazioni e quindi essere segnalato, ai fini dell'attuazione, a più di un Ministero.
**Le risoluzioni e le mozioni vengono segnalate ai fini dell'attuazione subito dopo la loro approvazione da parte dell'Assemblea o delle Commissioni.