Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Controllo Parlamentare | ||
Titolo: | L'attività di controllo parlamentare n. 20/XVI APRILE 2010 | ||
Serie: | L'attività di controllo parlamentare Numero: 20 Progressivo: 2010 | ||
Data: | 30/04/2010 | ||
Descrittori: |
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Notiziario mensile Numero 20/XVI APRILE 2010 L’attività di controllo parlamentare
MONITORAGGIO DI: NOMINE GOVERNATIVE ATTI DI INDIRIZZO E DI CONTROLLO RELAZIONI AL PARLAMENTO ED ALTRI ADEMPIMENTI
a cura del Servizio per il Controllo parlamentare |
INDICE
NOMINE GOVERNATIVE PRESSO ENTI 3
a) Principali nomine effettuate (o in corso di perfezionamento) dal Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione della L. n. 14/1978 nel mese di marzo 2010 14
b) Principali cariche di nomina governativa in enti ricompresi nel campo di applicazione della L. n. 14/1978 scadute e non ancora rinnovate nel mese di marzo 2010 o previste in scadenza entro il 31 maggio 2010 30
c) Principali cariche in enti e autorità non ricompresi nel campo di applicazione della L. n. 14/1978, rinnovate o in scadenza entro il 31 maggio 2010 33
ATTI DI INDIRIZZO E DI CONTROLLO 36
Note annunciate al 31 marzo 2010 in attuazione di atti di indirizzo 45
Ministero degli affari esteri 45
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 65
Ministero del lavoro e delle politiche sociali 80
Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione 102
Ministro per i rapporti con le regioni 105
RELAZIONI AL PARLAMENTO E ALTRI ADEMPIMENTI DA OBBLIGO DI LEGGE 110
L’attività di monitoraggio delle relazioni al Parlamento 111
Relazioni al Parlamento annunciate nel periodo 1°- 31 marzo 2010 114
Questa pubblicazione trae origine dal lavoro svolto dal Servizio per il controllo parlamentare sul monitoraggio di vari tipi di adempimenti governativi nei confronti del Parlamento, per offrire notizie, dati statistici ed altre informazioni utili per l’attività parlamentare.
A tal fine il notiziario è suddiviso in tre sezioni in modo da considerare analiticamente gli adempimenti governativi a fronte di obblighi derivanti da leggi ovvero da deliberazioni non legislative della Camera dei deputati, nonché relativi alla trasmissione degli atti per i quali è prevista l’espressione di un parere parlamentare.
La pubblicazione si apre con la Sezione I relativa alle nomine governative negli enti pubblici, monitorate principalmente ai sensi dalla legge n. 14 del 24 gennaio 1978, che disciplina le richieste di parere parlamentare e le comunicazioni al Parlamento di nomine effettuate dal Governo in enti pubblici.
Scendendo maggiormente nel dettaglio, la sezione I dà conto, nella sottosezione a), delle nomine effettuate dal Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione della suddetta legge n. 14 del 1978 nel periodo considerato dalla pubblicazione. Si tratta pertanto delle nomine conseguenti a proposte di nomina trasmesse per l’espressione del parere parlamentare (ai sensi dell’articolo 1 della legge n. 14 del 1978), informando quindi sull’esito dei pareri espressi dalle Commissioni parlamentari di entrambe le Camere in sede di nomina da parte governativa, o comunicate dal Governo (ai sensi dell’articolo 9 della richiamata legge n. 14). Vengono anche specificate le procedure di nomina previste dalle norme relative ai singoli enti e fornite notizie essenziali sull’attività degli stessi.
Nella sottosezione b) vengono elencate ed analizzate le principali cariche di nomina governativa, sempre ricomprese nell’ambito della legge n. 14 del 1978, scadute e non ancora rinnovate nel periodo considerato o che scadranno nei mesi successivi.
La sottosezione c) dà conto di nomine o di cariche in scadenza, sempre nel periodo preso in esame, in enti pubblici e autorità indipendenti che esulano dal campo di applicazione della legge n. 14 del 1978.
La Sezione I cerca quindi di fornire un quadro della situazione delle nomine governative in molti enti pubblici tramite l’utilizzo di una banca dati istituita negli ultimi mesi del 2002 dal Servizio per il controllo parlamentare per colmare una lacuna avvertita non solo a livello parlamentare, e che da allora è cresciuta anche estendendo il campo del proprio monitoraggio. Tale banca dati viene implementata dal Servizio stesso tramite la ricerca e l’esame di documenti di varia provenienza (prevalentemente parlamentare e governativa) nonché il contatto diretto con i Ministeri competenti per le nomine e con gli enti stessi. Lo scopo è appunto quello di fornire dati di non facile reperibilità, ordinati in modo cronologico e logicamente coerente, per far sì che l’utente possa meglio orientarsi in un campo vario e complesso. In tal modo è possibile disporre, tra l’altro, di uno scadenzario delle principali nomine che dovranno poi essere rinnovate ed avere notizia dell’esito dei pareri espressi dalle competenti Commissioni.
Nella Sezione II viene presa in esame l’attuazione data dai diversi Ministeri agli impegni contenuti in atti di indirizzo (ordini del giorno, mozioni o risoluzioni) approvati in Assemblea o in Commissione. Il Servizio per il controllo parlamentare provvede a segnalare detti atti ai Ministeri di volta in volta individuati come competenti a dare loro seguito (nel caso degli ordini del giorno una volta divenuta legge l’A.C. cui sono riferiti). Gli atti così inviati alle Amministrazioni sono elencati nel paragrafo “Le nostre segnalazioni”.
Nella Sezione III si illustrano gli esiti del monitoraggio svolto dal Servizio sulle relazioni al Parlamento la cui trasmissione sia prevista da norme di legge, distinte tra “governative” e “non governative”. Si dà inoltre conto delle relazioni di nuova istituzione, stabilite cioè da nuove norme entrate in vigore nel periodo considerato.
Come per quelle contenute nella Sezione I, anche le informazioni riportate nelle sezioni II e III sono tratte dalle altre due banche dati sviluppate e gestite dal Servizio per il controllo parlamentare, e costantemente alimentate sulla base dei dati contenuti nelle Gazzette Ufficiali, degli atti parlamentari, nonché delle informazioni acquisite direttamente dai Ministeri.
La sezione è ripartita in tre sottosezioni che danno conto: 1) delle nomine effettuate dal Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione della legge n. 14/1978, relativa al controllo parlamentare sulle nomine negli enti pubblici nel mese di marzo 2010 (e nella prima parte del mese di aprile 2010), indicando i nominativi dei titolari, le cariche assunte, le modalità, le date di nomina e il tipo di controllo parlamentare previsto (espressione del parere da parte delle Commissioni competenti o comunicazione al Parlamento da parte dei Ministeri, evidenziando altresì i casi in cui non sia stata seguita nessuna delle due procedure); 2) delle nomine scadute e non ancora rinnovate negli enti medesimi nello stesso periodo e di quelle in scadenza fino al 31 maggio 2010 con l’indicazione dei titolari e delle cariche in scadenza (o scadute), delle procedure di nomina e del tipo di controllo parlamentare previsto per il rinnovo delle suddette cariche; 3) delle principali nuove nomine effettuate e di quelle in scadenza in enti pubblici o autorità amministrative indipendenti non ricompresi nel campo della citata legge n. 14/1978, entro il 31 maggio 2010, con l’indicazione dei titolari, delle procedure di nomina, delle date di scadenza e dell’eventuale rinnovo se già avvenuto.
La prima sezione della pubblicazione “l’attività di controllo parlamentare” dà conto delle nomine governative negli enti, monitorando il mese di marzo 2010 (e la prima parte di quello di aprile 2010), con una proiezione previsionale sulle cariche in scadenza fino alla fine di maggio2010. La sezione è composta da tre sottosezioni, che danno conto sia delle cariche rinnovate nel mese di marzo e nella prima decade di aprile 2010, sia di quelle da rinnovare entro la fine di maggio 2010, nei campi degli enti pubblici e delle autorità amministrative indipendenti.
IN QUESTO NUMERO:
- Nel mese di marzo 2010 il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ha nominato il commissario straordinario dell'Unione nazionale per l'incremento delle razze equine UNIRE,Tiziano Baggio, e alcuni componenti dei consigli di amministrazione dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ISMEA e dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura AGEA.
-Nello stesso periodo Fabio Pistella è stato nominato commissario straordinario dell'ente DigitPA (ex Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione CNIPA), non essendosi conclusa la procedura di nomina a presidente di Davide Giacalone.
- Sempre a marzo 2010 il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha comunicato la proroga dei mandati dei commissari straordinari del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna,Antonio Granara, dell'Ente parco nazionale del Gran Paradiso, Giovanni Picco, dell'Ente parco nazionale della Majella, Gianfranco Giuliante e dell’Ente parco nazionale dell’Asinara, Giancarlo Cugiolu, ed ha inoltre confermato per un nuovo mandato il presidente dell'Ente parco nazionale delle Cinque Terre, Franco Bonanini.
- Si anticipa inoltre che ad aprile 2010 il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha prorogato l'incarico di Arturo Diaconale come commissario straordinario dell'Ente parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Nello stesso mese è stata anche annunciata alla Camera la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina di Benedetto Fiori a presidente dell'Ente parco nazionale delle Dolomiti bellunesi.
- Il Ministro dello sviluppo economico ha comunicato la nomina di Gian Luca Gurrieri a componente del consiglio di amministrazione della Stazione sperimentale per i combustibili SSC.
- Sempre nel mese di marzo 2010 sono scaduti i mandati dei componenti del collegio dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ANSV e di un componente della Commissione di vigilanza sui fondi pensione COVIP, Bruno Mangiatordi. Si sono inoltre dimessi un componente della Commissione nazionale per le società e la borsa CONSOB, Paolo Di Benedetto, e il presidente della Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo ARCUS Spa, Salvatore Italia.
Per l’approfondimento sulle nomine e le scadenze nei singoli enti si rinvia alle relative note.
Cenni sul processo di riforma del comparto degli enti pubblici
Si ricorda che nel supplemento ordinario n. 39 alla Gazzetta ufficiale n. 48 del 27 febbraio 2010 è stata pubblicata la legge 26 febbraio 2010, n. 25 di conversione in legge con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 194, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative, che all'art. 10-bis, termini in materia di “taglia-enti“ e di “taglia-leggi“, torna sulla cosiddetta normativa taglia-enti, volta a ridurre di numero, riformare e razionalizzare gli enti pubblici non economici, che ha come fondamento la legge 24 dicembre 2007, n. 244, finanziaria per il 2008, (comma 634 e seguenti dell’articolo 2) e l’articolo 26 (taglia-enti) del D.L. 25 giugno 2008, n. 112, come modificato dalla legge di conversione n. 133 del 6 agosto 2008.
Riassumendo, quest'ultima norma (ora interpretata e modificata dalla nuova), stabiliva che dovessero essere soppressi gli enti pubblici non economici:
a) con una dotazione organica inferiore alle 50 unità, con determinate esclusioni1 e ad eccezione di quelli confermati con decreto dei Ministri per la pubblica amministrazione e l’innovazione e per la semplificazione normativa da emanarsi entro novanta giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione n. 133/2008, il 20 novembre 20082, che possono, specifica l'art. 10-bis della citata legge di proroga di termini n. 25/2010, essere riordinati ai sensi dei commi 634 e seguenti dell’articolo 23della finanziaria 2008, con regolamenti sui quali il parere parlamentare non espresso dalle competenti Commissioni, non equivale più al parere favorevole, e
b)quelli con dotazione pari o superiore a 50 unità, con le stesse esclusioni di cui supra alla nota 1, per i quali alla scadenza del 31 ottobre 2009 non fossero stati emanati i regolamenti di riordino ai sensi della citata legge finanziaria 2008 o non fossero stati approvati in via preliminare dal Consiglio dei ministri i relativi schemi di regolamento di riordino. Per evitare la soppressione di questi ultimi tuttavia, secondo la nuova norma dell'articolo 10-bis della supra citata legge di proroga termini n. 25 del 2010,gli schemi di regolamento di riordino debbono ora essere adottati in via definitiva entro il 31 ottobre 2010 (salvando comunque dalla soppressione gli enti oggetto di apposite previsioni legislative di riordino entrate in vigore nella XVI legislatura).
Per completezza si ricorda che la L. n. 25/2010 in oggetto, mantiene inoltre invariato l'articolo 7, comma 1 del D.L. n. 194/2009, che stabilisce che: il termine di cui all’articolo 4-bis, comma 18, del decreto-legge 3 giugno 2008, n. 97, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2008, n. 1294, è prorogato fino al completamento delle procedure occorrenti a rendere effettivamente operativa l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) e, comunque, non oltre il 30 giugno 2010, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Nella sottosezione "a" (si veda infra) si dà conto delle nuove nomine effettuate ai vertici di alcuni enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, e cioè l'Unione nazionale incremento razze equine UNIRE, l'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ISMEA e l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura AGEA, dovute alle modifiche statutarie in corso, ai sensi del comma 1 dell’art. 4-sexiesdecies, consigli di amministrazione di enti e società controllati o vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, del D.L. 3 novembre 2008, n. 171, misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare, introdotto dalla legge di conversione 30 dicembre 2008, n. 205. Tale norma dispone che: in vista del relativo necessario riordino, gli enti sottoposti alla vigilanza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nonché le società sulle quali lo stesso Ministero esercita, direttamente o indirettamente, il controllo e la vigilanza adeguano entro il 30 aprile 2009 i propri statuti, prevedendo un numero massimo di componentidei rispettivi consigli di amministrazionenon superiore a cinque, di cui uno designato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome. Nei trenta giorni successivi all'approvazione dello statuto si procede al rinnovo dei consigli di amministrazione degli enti e delle società, nonché degli altri organi previsti dai rispettivi ordinamenti.Il Consiglio dei Ministri del 28 ottobre 2009 aveva conseguentemente avviato, su proposta del Ministro competente, laprocedura per la nomina dei nuovi presidenti dei principali enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Per due di essi, Tiziano Baggio per l'Unione nazionale incremento razze equine UNIRE e Arturo Semerari per l'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ISMEA (sui quali si veda infra alle relative note nella sottosezione "a"), il Governo aveva trasmesso la richiesta di parere parlamentare nel dicembre 2009, ai sensi dell’articolo 1 della L. n. 14 del 24 gennaio 1978 sul controllo parlamentare sulle nomine negli enti pubblici, su cui le Commissioni competenti si sono espresse a gennaio e febbraio 2010 (mentre si erano espresse già a settembre 2009 sulla proposta di nomina di Dario Fruscio a presidente dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura AGEA). Riguardo ad altri tre, e cioè Gianvincenzo Zuccotti per l'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione INRAN, Marco Mario Avanza per l’Ente nazionale risi ENR eGiorgio Zoppello per l'Ente nazionale sementi elette ENSE, si anticipa che il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha trasmesso con lettere del 25 marzo e del 7 aprile 2010 le relative richieste di parere parlamentare, annunciate alla Camera l'8 aprile 2010 e attualmente all'esame della Commissione Agricoltura. Per gli altri due presidenti designati dal Consiglio dei Ministri del 28 ottobre 2009, Fabrizio Mottironi per l'Istituto nazionale di economia agraria INEA e Mario Colombo per il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura CRA, il parere parlamentare non è stato ancora chiesto essendo tuttora in corso la procedura di modifica dei rispettivi statuti, come anche per il Centro per la formazione in economia e politica dello sviluppo rurale di Portici. Per quanto riguarda il previsto rinnovo dei consigli di amministrazione a seguito dell'approvazione delle suddette modifiche statutarie (nomine per le quali è prescritta la comunicazione al Parlamento dei relativi decreti ministeriali, ai sensi dell’articolo 9 della citata legge n. 14/1978), esso anticipa spesso quella che sarebbe stata la loro scadenza naturale. Quindi, a parte l’Ente nazionale per le sementi elette, affidato al commissario straordinario Astolfo Zoina dal dicembre 2006 e l’ISMEA, il secondo mandato del cui presidente, Arturo Semerari, era comunque scaduto nel mese di dicembre 2009 (ma non quello del Cda, che sarebbe altrimenti scaduto nel 2011), di tutti gli altri enti in questione è previsto o è in corso il rinnovo anticipato degli organi di governo.
Riguardo alle modifiche statutarie di questi enti, per quanto concerne l'UNIRE, l'ISMEA e l'AGEAsi veda infra alle rispettive note, mentre si informa che con decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, di concerto con quelli per la pubblica amministrazione e l'innovazione e dell'economia e delle finanze, del 17 febbraio 2010 (G.U. n. 49 del 1° marzo 2010), è stata approvata la modifica dell'articolo 5, comma 1 dello statuto dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione INRAN, secondo cui il consiglio di amministrazione è ora composto dal presidente e da quattro membri nominati con D.M. del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, di cui uno (e non più due) designato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, conformemente al dettato del supra citato comma 1 dell’art. 4-sexiesdecies delD.L. 3 novembre 2008, n. 171, convertito dalla 30 dicembre 2008, n. 205.
Anche l'articolo 11, comma 1 dello statuto dell'Ente nazionale sementi elette ENSE è stato modificato, con D.I. del 18 marzo 2010, stabilendo che: il Consiglio di amministrazione di durata quadriennale è composto dal Presidente e da quattro consiglieri, nominati con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di cui uno in rappresentanza della categoria dei sementieri e/o costitutori, uno in rappresentanza della categoria degli agricoltori e uno designato dalla Conferenza dei Presidenti delle regioni e delle province autonome.
Inoltre, con decreto interministeriale del 19 marzo 2010, sono state approvate alcune modifiche allo statuto dell'Ente nazionale risi ENR (che era stato approvato con D.I. del 1° febbraio 2006). La prima porta la possibilità di rinnovo dell’incarico del presidente da una sola a non più di due (art. 5, comma 1). La seconda riguarda la composizione del Cda, per cui l’art. 6, comma 1 viene così modificato: il Consiglio di amministrazione, nominato con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali è composto, oltre che dal Presidente, da: a) 1 membro in rappresentanza delle regioni interessate alla risicoltura designato dalla Conferenza dei Presidenti delle regioni e delle province autonome; b) 3 membri scelti tra una rosa di nominativi indicati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative della filiera risicola. La scelta dei membri di cui alla lettera b) è effettuata in maniera da assicurare una calibrata rappresentanza delle due componenti della filiera.
Riguardo al riordino di un altro importante gruppo di enti pubblici, si ricorda che sulla Gazzetta ufficiale n. 25, serie generale, del 1° febbraio 2010, era stato pubblicato il D.Lgs. 31 dicembre 2009, n. 213,che(come recita l'articolo 1, comma 1),allo scopo di promuovere, sostenere, rilanciare e razionalizzare le attività nel settore della ricerca, di garantire autonomia, trasparenza ed efficienza nella gestione e di provvedere al riordino della disciplina relativa agli statuti e agli organi degli enti pubblici nazionali di ricerca, vigilati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (...), reca ilriordino degli enti di ricerca5 in attuazione dell'articolo 1 della legge 27 settembre 2007, n. 165, delega in materia di riordino degli enti di ricerca6, sul cui schema di decreto legislativo la VII Commissione Cultura aveva espresso parere favorevole, con osservazioni e condizioni, il 16 dicembre 2009, e che era stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 17 dicembre 2009.
Ai fini del controllo parlamentare sulle nomine negli enti pubblici, principale oggetto di monitoraggio di questa sezione della presente pubblicazione, il citato D.Lgs. n. 213/2009 sul riordino degli enti di ricerca apporta, tra le altre, importanti innovazioni come la riduzione del numero dei componenti7 dei consigli degli enti, la modifica della loro composizione e delle relative modalità di nomina8, anche per i presidenti, che ne fanno parte9 e sulle cui candidature non si esprimeranno più le Commissioni parlamentari competenti10, restando prevista solo la comunicazione al Parlamento delle nomine effettuate dal Ministro dell'istruzione, università e ricerca11.
Importante ai fini del monitoraggio sulle nomine e le scadenze è poi l'articolo 18 che, al secondo comma, dispone che gli organi degli enti in questione, anche se scaduti, rimangano in carica fino all'entrata in vigore dei nuovi statuti o fino al completamento delle procedure di nomina da completarsi entro due mesi da tale entrata in vigore. Vengono così prorogati anche i mandati scaduti dei consigli di amministrazione di enti come la Stazione zoologica "Anton Dohrn", (il cui quadriennio è scadutoil 20 dicembre 2009, essendo stato nominato il 20 dicembre 2005, mentre il presidente Roberto Di Lauro era stato nominato sempre per un quadriennio il 12 ottobre 2007), e l'Istituto nazionale di ricerca metrologica INRIM(quadriennio scaduto il 21 novembre 2009, mentre il mandato del presidente Elio Bava è stato rinnovato, sempre per quattro anni, con D.P.C.M. del 28 ottobre 2009, con decorrenza 27 maggio 2009). Inoltre ad aprile 2010 sarebbero stati in scadenza anche i mandati quadriennali del presidente e del consiglio direttivo dell'Istituto italiano di studi germanici, essendo stata la nomina del presidente Vincenzo Cappelletti, già commissario straordinario dell’istituto, deliberata, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell’università e della ricerca, dal Consiglio dei Ministri del 6 aprile 2006, mentre la nomina del consiglio direttivo (presieduto dal presidente e composto da Paolo Chiarini, Massimo Egidi, Caterina Petruzzi e Eric B. Kusch) era stata effettuata con D.M. dell’11 aprile 2006 dal suddetto ministro. Anche tali organi vengono quindi ad essere prorogati ai sensi dell'art. 18, co. 2 del D.Lgs. n. 213/2009.
Analogamente, dalla norma in oggetto deriva anche la proroga dell'incarico del consiglio direttivo e del presidente dell'Istituto nazionale di fisica nucleare INFN, Roberto Petronzio. La data di scadenza del mandato di quest'ultimo sarebbe altrimenti stata l'11 maggio 2010, essendo egli stato confermato per un triennio dal Consiglio dei ministri l’11 maggio 2007, su proposta del Ministro dell’università e della ricerca, a seguito della designazione, effettuata con la prescritta maggioranza dei due terzi, da parte del consiglio direttivo dell'istituto nella riunione del 24 novembre 2006, e conformemente ai pareri espressi dalle competenti Commissioni parlamentari nel maggio del 2007, ai sensi dall’art. 6 del D.Lgs. 5 giugno 1998, n. 204. Si ricorda che Petronzio era stato nominato presidente una prima volta con D.P.C.M. del 14 maggio 2004.
La Commissione parlamentare per la semplificazione ha all'esame loschema di decreto del Presidente della Repubblica (n. 190) recante riordino dell'Istituto nazionale di statistica ISTAT,trasmesso dal Ministro per i rapporti con il Parlamento (e annunciato alla Camera il 23 febbraio 2010) ai sensi dei supra citati articoli 2, commi 634 e 635, della legge n. 244/2007, e 26, comma 1, del D.L. n. 112/2008, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 133/2008, al fine di conseguire gli obiettivi di riduzione del complesso della spesa di funzionamento dell'Istituto (...), di incremento dell'efficienza e della qualità dei servizi e della conoscenza della realtà economica e sociale del Paese, nonché di rafforzamento della funzione statistica. La Commissione, nella seduta del 3 marzo 2010, ha anche proceduto all'audizione del presidente dell'ISTAT Enrico Giovannini. Il 17 marzo 2010 la I Commissione Affari costituzionali della Camera ha deliberato di esprimere, sull'atto in questione, alcuni rilievi alla Commissione parlamentare per la semplificazione, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4 del regolamento della Camera dei deputati.
L'articolo 2 dello schema di decreto, riafferma che: L'ISTAT (...), ente pubblico dotato di autonomia scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile, svolge la propria attività secondo i principi di indipendenza scientifica, imparzialità, obiettività, affidabilità, qualità e riservatezza dell'informazione statistica dettati a livello europeo e internazionale. L'ISTAT esercita i compiti definiti dall'articolo 15 del decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322 anche al fine di dare attuazione alle disposizioni contenute nei regolamenti (CE) n. 223/2009 e n. 177/2008, anche recependo la raccomandazione della Commissione europea del 25 maggio 2005, relativa all'indipendenza, integrità e responsabilità delle autorità statistiche nazionali e comunitarie. Gli articoli 3 e 4 dello schema di decreto riordinano, modificandone la composizione e riducendone il numero dei componenti, il comitato di indirizzo e coordinamento dell'informazione statistica e il consiglio dell'ISTAT. Si ricorda che i criteri di nomina del presidente dell'istituto erano stati invece già modificati dall'articolo, 5 comma 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, per il quale: all'articolo 16, comma 1, del decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, dopo il primo periodo sono inseriti i seguenti: «La designazione effettuata dal Governo è sottoposta al previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, che possono procedere all'audizione della persona designata. La nomina è subordinata al parere favorevole espresso dalle predette Commissioni a maggioranza dei due terzi dei componenti».
Nella seduta del 16 marzo 2010, l'VIII Commissione Ambiente della Camera ha espresso parere favorevole con condizioni e osservazioni sullo schema di regolamento ministeriale recante la fusione dell'APAT, dell'INFS e dell'ICRAM in un unico istituto, denominato Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ISPRA (atto n. 193), che era stato annunciato alla Camera e trasmesso alla Commissione per il parere il 25 febbraio 2010 dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ai sensi dell'articolo 2812, comma 3, del supra citato D.L. n. 112/2008, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 133/2008.L'istituto è un ente pubblico di ricerca derivante dalla fusione dei tre enti supra citati ed è vigilato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Secondo lo schema di decreto, il presidente viene nominato ai sensi dell'articolo 6, co. 2 del D.Lgs. 5 giugno 1998, n. 204, con D.P.C.M. su proposta del suddetto ministro, per tre anni, tra persone di alta qualificazione scientifica o istituzionale, mentre il consiglio di amministrazione, composto dallo stesso presidente e da sei componenti, è nominato con D.M. dello stesso ministro, sempre per un triennio, tra persone con competenze tecniche, scientifiche e/o gestionali nelle materie di competenza. A proposito della procedura di nomina del presidente dell'istituto, nonché della sua cessazione, il parere favorevole espresso dall'VIII Commissione, contiene, tra le altre, le seguenti condizioni: (...) 2) all'articolo 5, relativo al presidente dell'ISPRA, si preveda il previo parere parlamentare delle Commissioni parlamentari competenti per materia sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante la nomina del presidente medesimo; 3) all'articolo 11, comma 6, si preveda che la cessazione del presidente dalle sue funzioni e lo scioglimento del consiglio di amministrazione, ivi previsti, siano disposti previa motivata comunicazione al Parlamento; (...).
Sulla Gazzetta ufficialeSerie generale n. 75 del 31 marzo 2010, è stato pubblicato il decreto del 12 marzo 2010 del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, recante la definizione delle attribuzioni della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche, ai sensi del D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150, di attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, recante delega al Governo finalizzata all’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e alla efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni, nonché disposizioni integrative delle funzioni attribuite al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro e alla Corte dei conti, che all'art. 13 istituisce la suddetta Commissione. Il comma 4 di tale articolo prevede che la Commissione definisca con propri regolamenti le norme concernenti il proprio funzionamento e il comma 11 dello stesso, prevede che con decreto del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, siano appunto stabilite le modalità di organizzazione, le norme regolatrici dell’autonoma gestione finanziaria della Commissione e fissati i compensi.
Si ricorda che i componenti della nuova Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche, Antonio Martone, Luisa Torchia, Filippo Patroni Griffi, Pietro Micheli e Luciano Hinna, sono stati nominati con D.P.R. del 15 dicembre 2009, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri del 3 dicembre 2009. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento aveva trasmesso, con lettera del 13 novembre 2009, annunciata alla Camera il 16 novembre 2009, ai sensi del citato articolo 13, comma 3, del D. Lgs. n. 150/2009, le richieste di parere parlamentare sulle proposte di nomina dei componenti della commissione. Le Commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato avevano espresso parere favorevole sulle candidature in oggetto rispettivamente il 25 novembre e il 2 dicembre 2009. In quest'ultimo caso, quella presso la I Commissione del Senato è stata una nuova votazione dato che nella precedente seduta del 25 novembre, le suddette proposte di nomina avevano ottenuto un parere favorevole con maggioranza inferiore ai due terzi dei componenti della Commissione, richiesta dal citato articolo 13 del D.Lgs. n. 150 del 2009. La norma dispone che: 1. in attuazione dell'articolo 4, comma 2, lettera f) della legge 4 marzo 2009, n. 15, è istituita la Commissione (...) che opera in posizione di indipendenza di giudizio e di valutazione e in piena autonomia, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della funzione pubblica e con il Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato ed eventualmente in raccordo con altri enti o istituzioni pubbliche, con il compito di indirizzare, coordinare e sovrintendere all'esercizio indipendente delle funzioni di valutazione, di garantire la trasparenza dei sistemi di valutazione, di assicurare la comparabilità e la visibilità degli indici di andamento gestionale, informando annualmente il Ministro per l'attuazione del programma di Governo sull'attività svolta. (...). 3. La Commissione è organo collegiale composto da cinque componenti scelti tra esperti di elevata professionalità, anche estranei all'amministrazione con comprovate competenze in Italia e all'estero, sia nel settore pubblico che in quello privato in tema di servizi pubblici, management, misurazione della performance, nonché di gestione e valutazione del personale. I componenti sono nominati, tenuto conto del principio delle pari opportunità di genere, con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, di concerto con il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, previo parere favorevole delle Commissioni parlamentari competenti espresso a maggioranza dei due terzi dei componenti (...). I componenti sono nominati per un periodo di sei anni e possono essere confermati una sola volta. In occasione della prima seduta, convocata dal componente più anziano di età, i componenti eleggono nel loro ambito il Presidente della Commissione (...). Il 22 dicembre 2009 la Commissione si è insediata ed ha eletto suo presidente Antonio Martone.
a) Principali nomine effettuate (o in corso di perfezionamento) dal
Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione della
L. n. 14/1978 nel mese di marzo 2010
In questa sottosezione si dà conto delle principali nomine soggette a controllo parlamentare effettuate dal Governo nel periodo considerato, delle procedure e del tipo di controllo parlamentare seguiti.
In particolare si specifica se per il rinnovo delle suddette cariche sia stata trasmessa dal Governo la richiesta di parere parlamentare (ai sensi dell’articolo 1 della L. n. 14 del 24/1/1978, recante norme per il controllo parlamentare sulle nomine negli enti pubblici, definiti successivamente come: istituti e (...) enti pubblici anche economici, che riguarda generalmente i presidenti o comunque gli organi di vertice degli enti e in qualche caso anche i vicepresidenti o i componenti di consigli o commissioni), o la mera comunicazione al Parlamento (ai sensi dell’articolo 9 della suddetta L. n. 14/1978, che riguarda generalmente i componenti dei consigli degli enti o i commissari straordinari), o se in occasione dei precedenti rinnovi non siano state attivate queste procedure.
La citata L. 14/1978 stabilisce, tra l’altro, dall’art. 1 all’art. 8, che il Presidente del Consiglio dei ministri, il Consiglio dei ministri ed i singoli ministri, prima di procedere, secondo le rispettive competenze, a nomine, proposte o designazioni di presidenti e vicepresidenti di istituti e di enti pubblici, anche economici, devono richiedere il parere parlamentare (…). Il parere parlamentare è espresso dalle Commissioni permanenti competenti per materia delle due Camere ed è motivato anche in relazione ai fini ed agli indirizzi di gestione da perseguire. (…) L'organo cui compete la nomina, la proposta o la designazione può provvedere, trascorsi i termini stabiliti dai regolamenti delle due Camere, anche se non sia stato reso il parere delle Commissioni. (…) La richiesta di parere da parte del Governo deve contenere la esposizione della procedura seguita per addivenire alla indicazione della candidatura, dei motivi che la giustificano secondo criteri di capacità professionale dei candidati e degli eventuali incarichi precedentemente svolti o in corso di svolgimento, in relazione ai fini ed agli indirizzi di gestione che si intendono perseguire nell'istituto o ente pubblico. (…) Qualora, a seguito del parere espresso da una o entrambe le Commissioni, il Governo ritenga di procedere a nomine, proposte o designazioni diverse da quelle indicate nella richiesta di parere, si applica la procedura prevista negli articoli precedenti. La stessa procedura si applica altresì per la conferma di persona in carica, anche nel caso in cui nei confronti della stessa sia già stato espresso il parere del Parlamento. La conferma non può essere effettuata per più di due volte.
Le richieste di parere parlamentare su proposte di nomina trasmesse dal Governo, sono poi assegnate alle Commissioni competenti per l’esame ai sensi del comma 4 dell’articolo 143 del Regolamento della Camera, che stabilisce che: nei casi in cui il Governo sia tenuto per legge a richiedere un parere parlamentare su atti che rientrano nella sua competenza, il Presidente della Camera assegna alla Commissione competente per materia la relativa richiesta, e ne dà notizia all'Assemblea nella prima seduta successiva alla presentazione della richiesta stessa. In periodo di aggiornamento dei lavori della Camera, il Presidente della Camera può differire l'assegnazione della richiesta di parere, tenuto conto del termine previsto dalla legge per l'adozione dell'atto da parte del Governo. (…) In ordine ad atti di nomina, proposta o designazione, la Commissione delibera il parere nel termine di venti giorni dall’assegnazione, prorogabile una sola volta, per non più di dieci giorni, dal Presidente della Camera. (…) Il parere è comunicato al Presidente della Camera, che lo trasmette al Governo.
Per quanto riguarda le nomine che il governo è tenuto a comunicare al Parlamento, sempre la legge 24 gennaio 1978, n. 14, all’articolo 9, stabilisce che le nomine, le proposte o designazioni degli altri amministratori degli istituti ed enti di cui al precedente articolo 1 effettuate dal Consiglio dei ministri o dai ministri, devono essere comunicate entro quindici giorni alle Camere. Tali comunicazioni devono contenere l’esposizione dei motivi che giustificano le nomine, le proposte o designazioni, le procedure seguite ed una biografia delle persone nominate o designate con l’indicazione degli altri incarichi che eventualmente abbiano ricoperto o ricoprano.
Qualora lo statuto o la stessa legge istitutiva del singolo ente (o categoria di enti) contengano specifiche norme relative al controllo parlamentare, ulteriori rispetto a quelle generali contenute nella L. n. 14/1978, allora se ne dà conto nella colonna relativa alla procedura di nomina.
Si ricorda per inciso, riguardo alla scadenza degli organi degli enti in questione, che il D.L. 16/5/1994, n. 293, (convertito dalla L. 15/7/1994, n. 444), sulla disciplina della proroga degli organi amministrativi, stabilisce tra l’altro che: (…) gli organi amministrativi svolgono le funzioni loro attribuite sino alla scadenza del termine di durata per ciascuno di essi previsto ed entro tale termine debbono essere ricostituiti. Gli organi amministrativi non ricostituiti nel termine di cui all'articolo precedente sono prorogati per non più di quarantacinque giorni, decorrenti dal giorno della scadenza del termine medesimo. Nel periodo in cui sono prorogati, gli organi scaduti possono adottare esclusivamente gli atti di ordinaria amministrazione, nonché gli atti urgenti e indifferibili (…). Entro il periodo di proroga gli organi amministrativi scaduti debbono essere ricostituiti. (…) I provvedimenti di nomina dei componenti di organi scaduti adottati nel periodo di proroga sono immediatamente esecutivi. (…) Decorso il termine massimo di proroga senza che si sia provveduto alla loro ricostituzione, gli organi amministrativi decadono. Tutti gli atti adottati dagli organi decaduti sono nulli.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare |
Data nomina |
Procedura di nomina |
Unione nazionale per l'incremento delle razze equine UNIRE |
Commissario straordinario:
Tiziano Baggio
Vicecommissari: Manin Carabba, Stefano Luciani e Sandro Viani
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Si attende la comunicazione al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978 |
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D.P.C.M. su proposta del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali |
Presidente:
Tiziano Baggio |
Pareri favorevoli espressi dalla 9° Commissione Agricoltura (Senato) il 27/1/2010 e dalla XIII Commissione Agricoltura (Camera) il 10/2/2010, ai sensi dell’art. 1 della L. n. 14/1978
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Nomina deliberata dal Consiglio dei ministri del 19/2/2010 e in attesa di perfezionamen-to con D.P.R. |
D.P.R. su proposta del Presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali |
Il Consiglio dei ministri del 19 febbraio 2009 aveva deliberato, su proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, la nomina di Tiziano Baggio a presidente dell'Unione nazionale per l'incremento delle razze equine UNIRE. Alla chiusura del presente numero della pubblicazione la nomina non era stata ancora perfezionata con D.P.R. e, a seguito delle dimissioni del presidente uscente Goffredo Sottile, il 13 marzo 2010 Baggio è stato nominatocommissario straordinario dell'ente, affiancato da tre vicecommissari, Manin Carabba, Stefano Luciani e Sandro Viani. La proposta di nomina di Baggio a presidente era stata trasmessa dal Ministro per i rapporti con il Parlamento con lettera del 21 dicembre 2009 e annunciata alla Camera e assegnata alla XIII Commissione Agricoltura l'11 gennaio 2010, che ha dato parere favorevole il 10 febbraio 2010, mentre la 9° Commissione del Senato aveva espresso parere favorevole lo scorso 27 gennaio 2010. Il presidente dimissionario Sottile era stato nominato con D.P.R. dell’8 dicembre 2007, mentre il consiglio di amministrazione (ora decaduto con il commissariamento) era stato rinnovato con D.M. del 15 febbraio 2008.
Come anticipato supra nell'introduzione alla I sezione, il rinnovo in corso degli organi di governo dell'UNIRE (come degli altri enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali) è previsto dal comma 1 dell’art. 4-sexiesdeciesdel D.L. 3 novembre 2008, n. 171, introdotto dalla legge di conversione 30 dicembre 2008, n. 205, a seguito della quale è stata approvata la modifica dell’art. 6, comma 1 dello statuto dell'ente, con decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, di concerto con quello dell'economia e delle finanze del 31 agosto 2009, ai sensi dell’art. 6, comma 1, del D.Lgs n. 449 del 29 ottobre 1999, di cui era stata data notizia sulla G.U. n. 210 del 10 settembre 2009, che ha ridotto da 6 a 4 più il presidente i componenti del Cda, di cui uno designato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
L’UNIRE, nato nel 1932, era stato riordinato con il già citato D.Lgs. n. 449 del 29 ottobre 1999 (a norma dell'articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59), quale ente di diritto pubblico dotato di autonomia finanziaria, amministrativa e contabile, posto sotto la vigilanza del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, allo scopo di promuovere l'incremento ed il miglioramento qualitativo e quantitativo delle razze equine, organizzare le corse dei cavalli, provvedere alla valutazione delle strutture degli ippodromi e degli impianti di allevamento, allenamento e addestramento, favorire lo sviluppo delle attività agricole volte al sorgere di nuovi allevamenti ed al miglioramento di quelli esistenti, provvedere alla programmazione dello sviluppo del settore dell'ippicoltura, concorrere alla tutela dell'incolumità ed al mantenimento dei cavalli sottoposti a trattamenti dopanti e contribuire al finanziamento degli ippodromi. Per le suddette finalità, l'UNIRE definisce la programmazione tecnica ed economica delle corse e delle altre forme di competizione, predispone il calendario delle manifestazioni ippiche, coordina l'attività degli ippodromi e determina gli stanziamenti relativi ai premi ed alle provvidenze. Promuove iniziative previdenziali e assistenziali in favore dei fantini, dei guidatori, degli allenatori e degli artieri e svolge tutte le altre attività collaterali e derivate, a tutela della biodiversità della razza equina, predisponendo piani di sviluppo anche pluriennali. L'UNIRE, quale concessionario del segnale televisivo per la trasmissione delle corse, ne assicura la relativa diffusione.
Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ha nominato con proprio decreto due componenti di sua designazione del nuovo consiglio di amministrazione dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ISMEA, nomine non ancora comunicate al Parlamento ai sensi dell'articolo 9 della L. n. 14/1978. Il consiglio verrà poi integrato con successivo decreto. Si ricorda che con D.P.R. dello scorso 22 febbraio era stato rinnovato per la seconda volta l'incarico del presidente dell'istituto, Arturo Semerari, a seguito della deliberazione del Consiglio dei ministri del 19 febbraio 2009, su proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, conformemente ai pareri favorevoli espressi dalle Commissioni agricoltura delle Camere. Il secondo mandato quadriennale di Arturo Semerari (in carica dal 2002 e confermato con D.P.R. del 22 dicembre 2005) a presidente dell’istituto, era scaduto il 22 dicembre 2009. La procedura per il secondo rinnovo dell’incarico di Semerari13 era stata avviata, come anticipato supra nell'introduzione alla sezione, dalConsiglio dei Ministri del 28 ottobre 2009, su proposta del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, insieme a quella per i nuovi presidenti dei principali enti vigilati dal suddetto ministero, tutti in corso di riordino ai sensi del citato comma 1 dell’art. 4-sexiesdecies del D.L. n. 171 del 2008, convertito dalla L. n. 205 del 2008. In conformità con tale norma, che prevedeva tra l’altro la modifica degli statuti degli enti in oggetto in modo che i loro consigli di amministrazione, da rinnovare entro trenta giorni dall'approvazione dei nuovi statuti, avessero al massimo cinque componenti compreso il presidente (di cui uno designato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome), sulla Gazzetta ufficiale, serie generale, n. 9 del 13 gennaio 2010 è stata data notizia del D.M. del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali del 3 dicembre 2009, con cui sono state approvate, ai sensi dell’art. 8, comma 1, del D.P.R. n. 200 del 31 marzo 2001 (Regolamento recante riordino dell'ISMEA e revisione del relativo statuto), le modifiche all’art. 4, commi 4 e 6, dello statuto dell’istituto.
L’ISMEA, ente pubblico economico vigilato dal Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, è stato istituito con il D.P.R. 28 maggio 1987, n. 278 con la denominazione di Istituto per studi, ricerche e informazioni sul mercato agricolo ISMEA, poi trasformato, dal comma 5 dell’articolo 6 del D.Lgs. 29 ottobre 1999, n. 419, con la fusione con la Cassa per la formazione della proprietà contadina (istituita con decreto legislativo 5 marzo 1948, n. 121), nell'Istituto per studi, ricerche e informazioni sul mercato agricolo ISMEA, in seguito regolamentato dal D.P.R. n. 200 del 31 marzo 2001. L’istituto è inserito nel Sistema statistico nazionale SISTAN (istituito con il D.Lgs. 6 settembre 1989, n. 322), e fa parte del Sistema informativo agricolo nazionale SIAN (di cui all'articolo 15 del D.Lgs. 30 aprile 1998, n. 173). L'ISMEA, con riferimento all'attuazione delle politiche e dei programmi comunitari, nazionali e regionali che investono il settore agricolo, delle foreste, della pesca, dell'acquacoltura e dell'alimentazione svolge, sulla base degli indirizzi del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e di specifiche convenzioni, funzioni riguardanti la rilevazione, l'elaborazione e la diffusione dei dati e delle informazioni che riguardano i mercati agricoli, forestali, ittici e alimentari, anche ai fini dell'attuazione degli adempimenti e degli obblighi derivanti dalla normativa comunitaria e dal Sistema statistico nazionale. Provvede inoltre, nel rispetto dei principi della sicurezza alimentare, della biodiversità e della ecocompatibilità, ad attività di ricerca, analisi e servizi informativi per la commercializzazione, la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli, ittici ed alimentari. Costituisce altresì, ai sensi del citato D.Lgs. n. 419 del 1999, forme di garanzia creditizia e finanziaria per strumenti e servizi informativi, assicurativi e finanziari alle imprese agricole ed alle loro forme associative.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare |
Data nomina |
Procedura di nomina |
Agenzia per le erogazioni in agricoltura AGEA |
Componenti del Consiglio di amministrazione:
Fabio Gazzabin e Domenico Di Giorgio |
Si attende la comunicazione al Parlamento ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978
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11/3/2010
|
D.M. del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali
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Presidente:
Dario Fruscio |
Pareri favorevoli espressi ai sensi dell’art. 1 della L. n. 14/1978 dalle Commissioni XIII Agricoltura (Camera) il 29/9/2009 e 9°Agricoltura (Senato) il 23/9/2009 |
1°/2/2010 |
D.P.R. su proposta del Presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali |
Ancora l'11 marzo 2010, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ha nominato con proprio decreto due componenti, sempre di sua designazione, del nuovo Cda dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura AGEA. Anche di queste nomine si attende l'integrazione con successivo decreto e la comunicazione al Parlamento ai sensi dell'articolo 9 della L. n. 14/1978. Si ricorda che lo scorso 1° febbraio era stato nominato il nuovo presidente dell'agenzia, Dario Fruscio. Termina così il commissariamento dell’ente, iniziato nel gennaio 2009 con la nomina a commissario dell’ex presidente Domenico Oriani, poi sostituito il 15 aprile 2009 da Franco Contarin. Anche questo ente, come gli altri vigilati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, è interessato dal processo di riforma statutaria di cui supra alle note sull'UNIRE e l'ISMEA, ai sensi del citato comma 1 dell’art. 4-sexiesdecies del D.L. 3 n. 171/2008, convertito dalla legge n. 205/2008, da cui consegue, come si è visto, anche il rinnovo dei rispettivi organi di governo. Con decreto interministeriale del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione e il Ministro dell’economia e delle finanze del 31 dicembre 2009 (G.U. n. 24 del 30 gennaio 2010), è stata approvata, ai sensi dell’art. 10, comma 1, del decreto legislativo n. 165 del 27 maggio 1999 (si veda infra), la modifica dell’art. 7, comma 1, dello statuto dell’agenzia, che prevede anche in questo caso che il Cda sia ridotto a quattro membri più il presidente, nominati con D.M. del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e di cui uno designato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
L’AGEA è stata istituita con il D.Lgs. n. 165 del 27 maggio 1999 (che sopprimeva contestualmente L'Azienda di Stato per gli interventi nel mercato agricolo AIMA, di cui alla legge 14 agosto 1982, n. 610), per lo svolgimento delle funzioni di organismo di coordinamento e di organismo pagatore (di cui al Regolamento CE n. 885/2006, articolo 18). Infatti l'Unione europea sostiene la produzione agricola degli Stati membri attraverso l'erogazione ai produttori di aiuti, contributi e premi, finanziati dal FEOGA (Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia) e gestiti dagli Stati attraverso organismi pagatori. All'art. 3, commi 2 e 3, dello stesso decreto è disciplinata l'istituzione, da parte delle regioni e province autonome, di servizi ed organismi per lo svolgimento delle funzioni di pagatore. L'AGEA, quale organismo di coordinamento è, tra l'altro, incaricata della vigilanza e del coordinamento degli organismi pagatori ai sensi del regolamento CE n. 1290/2005 del 21 giugno 2005, di verificare la coerenza della loro attività rispetto alle linee-guida comunitarie, di promuovere l'applicazione armonizzata della normativa comunitaria e delle relative procedure di autorizzazione, erogazione e contabilizzazione degli aiuti comunitari da parte degli organismi pagatori, monitorando le relative attività. L'AGEA è anche l'organismo pagatore italiano avendo competenza per l'erogazione di aiuti, contributi, premi ed interventi comunitari, nonché per la gestione degli ammassi pubblici, dei programmi di miglioramento della qualità dei prodotti agricoli per gli aiuti alimentari e per la cooperazione economica con altri paesi ed è strutturato come previsto dal Regolamento CE n. 885/2006.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare |
Data nomina |
Procedura di nomina |
Ente parco nazionale del Gran Paradiso |
Commissario straordinario:
Giovanni Picco |
Nomina comunicata al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978, con lettera del 9/3/2010, annunciata alla Camera il 18/3/2010
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16/2/2010 (con decorrenza 29/1/2010)
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D.M. del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare |
Il 14 dicembre 2009 era scaduto il mandato quinquennale del presidente dell’Ente parco nazionale del Gran Paradiso, Giovanni Picco, che era stato nominato il 14 dicembre 2004. Allo scadere del periodo di 45 giorni di prorogatio (previsto dal citato D.L. n. 293/1994, convertito dalla legge n. 444/1994) Picco è entrato in carica come commissario straordinario per tre mesi, e comunque non oltre la nomina del presidente.
Glienti parco nazionali sono disciplinati dalla legge n. 394 del 6 dicembre 1991, legge quadro sulle aree protette, hanno personalità di diritto pubblico, sede legale ed amministrativa nel territorio del parco e sono sottoposti alla vigilanza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ne nomina il presidente con proprio decreto, d’intesa con le regioni e le province autonome interessate e previa espressione del parere da parte delle competenti Commissioni parlamentari.
Si ricorda che la nomina dei presidenti degli enti parco è disciplinata dalla supra citata legge n. 394/1991che, al comma 3 dell’articolo 9, stabilisce: il presidente è nominato con decreto del Ministro dell'ambiente d'intesa con i presidenti delle regioni o delle province autonome di Trento e di Bolzano nel cui territorio ricada in tutto o in parte il parco nazionale. Il Presidente ha la legale rappresentanza dell'ente parco ne coordina l'attività, esplica le funzioni che gli sono delegate dal consiglio direttivo, adotta i provvedimenti urgenti ed indifferibili che sottopone alla ratifica del consiglio direttivo nella seduta successiva.
Il successivo comma 4 specifica che: il consiglio direttivo è formato dal presidente e da dodici componenti, nominati con decreto del Ministro dell'ambiente, sentite le regioni interessate (…), mentre il comma12 (come modificato dal comma 8 dell’articolo11-quaterdecies del D.L. 30 settembre 2005, n. 203 convertito dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248) stabilisce che gli organi dell'ente parco durano in carica cinque anni (eliminando così il precedente limite di una sola possibilità di riconferma).Sulle nomine dei presidenti di questi enti viene richiesto il parere parlamentare ai sensi dell’articolo 1 della citata L. n. 14/1978.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare |
Data nomina |
Procedura di nomina |
Ente parco nazionale della Majella |
Commissario straordinario:
Gianfranco Giuliante |
Nomina comunicata al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978, con lettera del 9/3/2010, annunciata alla Camera il 18/3/2010
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16/2/2010
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D.M. del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare |
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha nominato, con decreto del 16 febbraio 2010, comunicato al Parlamento nel successivo mese di marzo, Gianfranco Giuliante commissario straordinario dell’Ente parco nazionale della Majella per tre mesi, e comunque non oltre la nomina del presidente, dopo la conclusione del suo mandato di presidente, scaduto il 31 dicembre 2009 e del successivo periodo di 45 giorni di prorogatio (di cui si veda supra alla precedente nota), conclusosi il 15 febbraio 2010.
Con decreto del 16 febbraio 2010, comunicato al Parlamento a marzo 2010, Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha prorogato per altri sei mesi, e comunque non oltre la ricostituzione degli organi del consorzio, il mandato del commissario straordinario del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, Antonio Granara, con decorrenza dal 3 febbraio 2010, data in cui era scaduto il precedente incarico.
Si ricorda in proposito che il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare aveva comunicato, con lettera del 16 novembre 2009, la precedente proroga di sei mesi dell’incarico commissariale, effettuata con decreto del 3 agosto 2009, essendo ancora in corso il procedimento per la ridefinizione dell’assetto normativo del Parco (...) nonché la procedura per la scelta e la nomina del presidente del Parco medesimo. Si ricorda che la prima nomina di Granara a tale incarico, effettuata con decreto del 27 gennaio 2009, era stata comunicata al Parlamento dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare con lettera del 2 febbraio 2009, annunciata alla Camera il 10 febbraio 2009. In quell’occasione Granara veniva nominato nuovo commissario del Parco, sempre per sei mesi, a decorrere dalla scadenza del mandato del precedente commissario Giampiero Pinna, il 3 febbraio 2009, il quale era stato a sua volta in carica a partire dal 2 febbraio 2007. Il Parco è il primo del genere riconosciuto dall’UNESCO nel 1998 e ne sono promotori la Regione autonoma della Sardegna e l’Ente minerario sardo EMSA. Il decreto del 9 marzo 2004, recante lo statuto dell’ente, all’art. 1 stabilisce che: per la gestione del Parco (...) riconosciuto dall'UNESCO, è costituito il Consorzio di cui all'art. 114, comma 10, prima parte, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 ed all'art. 4 del decreto ministeriale del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio di concerto con il Ministro delle attività produttive ed il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 16 ottobre 2001, prot. DEC/SCN/999, adottato d'intesa con la regione autonoma della Sardegna. Il Consorzio è un ente di diritto pubblico dotato di autonomia ed è vigilato dai tre suddetti ministeri insieme a quello per i beni e le attività culturali e dalla regione ed ha sede nel territorio del Comune di Iglesias. L’ente promuove, valorizza e conserva il patrimonio geominerario, artistico e culturale dell’area ed è governato dal presidente, dal consiglio direttivo e dalla comunità del Parco.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare |
Data nomina |
Procedura di nomina |
Ente parco nazionale dell'Asinara |
Commissario straordinario:
Giancarlo Cugiolu
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Nomina comunicata al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978, con lettera del 19/3/2010, annunciata alla Camera il 30/3/2010 |
8/3/2010 (con decorrenza 5/3/2010) |
D.M. del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare |
Con decreto dell'8 marzo 2010, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha nominato, per tre mesi decorrenti dal 5 marzo 2010, e comunque non oltre la nomina del presidente, un nuovo commissario straordinario dell'Ente parco nazionale dell’Asinara, Giancarlo Cugiolu, al posto del precedente Silvio Vetrano. Quest'ultimo era commissario straordinariodal2 febbraio 2009 (a seguito della scadenza del mandato del primo presidente dell'ente parco, Piero Deidda), ed era stato prorogato nell'incarico con D.M. del 4 maggio 2009 (con decorrenza dal 2 maggio 2009), del 3 agosto 2009 (con decorrenza dal 2 agosto 2009), del 2 novembre 2009 (con decorrenza dal 3 novembre 2009) e infine con decreto del 19 febbraio 2010 (con decorrenza dal 4 febbraio 2010, quest'ultimo non comunicato al Parlamento).
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare |
Data nomina |
Procedura di nomina |
Ente parco nazionale delle Cinque Terre |
Presidente:
Franco Bonanini
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Pareri favorevoli espressi, ai sensi dell’art. 1 della L. n. 14/1978, dalle Commissioni VIII Ambiente (Camera) il 18/2/2010 e 13° Territorio, ambiente e beni ambientali (Senato) il 9/2/2010
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19/3/2010 |
D.M. del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, d'intesa con la regione interessata |
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha confermato, con proprio decreto del 19 marzo 2010, Franco Bonanini per un terzo mandato come presidente dell'Ente parco nazionale delle Cinque Terre. La relativa richiesta di parere parlamentare era stata trasmessacon lettera del 15 gennaio 2010, annunciata alle Camere il 20 gennaio 2010, dopo che sulla proposta di nomina era stata acquisita l'intesa con la Regione Liguria ai sensi del comma 3, articolo 9 della supra citata legge n. 394/1991, su cui le competenti Commissioni hanno espresso parere favorevole nel mese di febbraio 2010. Bonanini è presidente dell'ente parco in questione dal 1999 ed era stato rinnovato nell'incarico con D.M. del 29 dicembre 2004, con decorrenza 15 dicembre 2004, entrando quindi nel periodo di 45 giorni di prorogatio dal 15 dicembre 2009. Alla scadenza di detto periodo, Bonanini era stato anche nominato commissario straordinario dell'ente parco in questione, con decreto del 29 gennaio 2010, comunicato alle Camere ai sensi dell'art. 9 della citata L. n. 14/1978, per quattro mesi, e comunque non oltre la nomina a presidente, in attesa del completamento dell'iter di tale nomina.
A proposito di nomine in enti parco nazionali, si anticipa che il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha prorogato, con proprio decreto del 2 aprile 2010, non ancora comunicato al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978, l'incarico di Arturo Diaconale come commissario straordinario dell'Ente parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, per ulteriori tre mesi con decorrenza 4 aprile 2010. Diaconale è in carica dal 2 marzo 2009 ed è stato varie volte prorogato nell'incarico. L'ultimo presidente dell'ente parco, Walter Mazzitti, era scaduto dall'incarico il 14 gennaio 2007 e dal marzo 2007 ad oggi si sono susseguiti i commissari straordinari Stefano Allavena, Giandonato Morra e, infine, Arturo Diaconale.
Si anticipa inoltre che il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera del 19 marzo 2010, annunciata alla Camera l'8 aprile 2010 e in tale data assegnata alla VIII Commissione Ambiente, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della L. n. 14/1978, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del commissario straordinario Benedetto Fiori a presidente dell'Ente parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, su cui è stata acquisita l'intesa con la competente Regione Veneto, ai sensi della supra citata legge 6 dicembre 1991, n. 394, legge quadro sulle aree protette, comma 3, articolo 9. Fiori è commissario dell'ente parco dal 25 gennaio 2010, a seguito della scadenza dell'incarico del precedente presidente, Guido de Zordo.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare |
Data nomina |
Procedura di nomina |
Stazione sperimentale per i combustibili SSC |
Componente del consiglio di amministrazione:
Gian Luca Gurrieri |
Nomina comunicata al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978, con lettera del 23/3/2010, annunciata alla Camera il 30/3/2010
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23/3/2010
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D.M. del Ministro dello sviluppo economico |
Il Ministro dello sviluppo economico ha comunicato la nomina di un nuovo componente del consiglio di amministrazione della Stazione sperimentale per i combustibili SSC in San Donato Milanese. Si tratta di Gian Luca Gurrieri, consigliere designato dalla Regione Lombardia (designazione comunicata al suddetto Ministero con lettera dell'11 febbraio 2010) in sostituzione di Giuseppe Rotondaro che si era dimesso l'8 maggio 2008. Il nuovo consigliere rimarrà in carica fino alla scadenza del Cda, prevista il 26 novembre 2010, essendo il consiglio stato nominato per 5 anni il 26 novembre 2005. Si ricorda che gli altri 11 consiglieri (tra cui è compreso il presidente, Romano Monniello) sono stati designati: uno dal Ministro dello sviluppo economico, uno dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, uno dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e otto dagli industriali, imprenditori e commercianti del settore.
La Stazione sperimentale per i combustibili è una delle otto stazioni sperimentali per l'industria, enti pubblici economici vigilati dal Ministero dello sviluppo economico, disciplinati dal D.Lgs. 29 ottobre 1999, n. 540, integrato e modificato dal D.Lgs. 23 febbraio 2001, n. 71 e il cui riordino è previsto dai commi 2 e 3 dell’articolo 46 dalla legge 23 luglio 2009, n. 99.
La SSC è stata fondata nel 1940 e si occupa di ricerca, sperimentazione, analisi e consulenze nei campi dei combustibili tradizionali come petrolio, carbone, gas e derivati, e alternativi come biocombustibili, combustibili da rifiuti e biomasse.
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare |
Data nomina |
Procedura di nomina |
DigitPA (ex Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione CNIPA) |
Commissario straordinario:
Fabio Pistella |
Si attende la comunicazione della nomina al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978
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10/3/2010
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D.P.C.M. su proposta del Ministro per la pubblica amministrazio-ne e l’innovazione |
Fabio Pistella, presidente uscente del CNIPA (era in carica dal luglio 2007), è stato nominato commissario straordinario dell'Ente DigitPA (ex Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione CNIPA) con D.P.C.M., su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, del 10 marzo 2010. Si ricorda che, come riportato nel precedente numero della presente pubblicazione, il 22 gennaio 2010 il Consiglio dei ministri aveva approvato, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, la nomina di Davide Giacalone a presidente dell’EnteDigitPA, ma all'inizio di marzo 2010 Giacalone ha comunicato la propria indisponibilità a ricoprire l'incarico. Sulla proposta di nomina di Giacalone a presidente, la I Commissione affari costituzionali del Senato aveva espresso parere contrario (con 11 voti favorevoli, 11 voti contrari e 3 schede bianche), nella seduta del 13 gennaio 2010; la I Commissione della Camera aveva invece espresso parere favorevole (con 24 voti favorevoli e 20 contrari), nella seduta del 20 gennaio 2010, in cui era intervenuto anche il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione.
Con il decreto legislativo n. 177 del 1° dicembre 200914, emanato su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, del Ministro per i rapporti con le Regioni e del Ministro per l'attuazione del programma di Governo, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 290, serie generale del 14 dicembre 2009, il Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione CNIPA, ha assunto la denominazione di DigitPA, a norma dell'articolo 24 della legge 18 giugno 2009, n. 69 (recante disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile, che delegava appunto il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per il riordino, tra l'altro, del CNIPA).
b) Principali cariche di nomina governativa in enti ricompresi
nel campo di applicazione della L. n. 14/1978
scadute e non ancora rinnovate nel mese di marzo 2010
o previste in scadenza entro il 31 maggio 2010
Ente |
Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto |
Data scadenza |
Procedura di nomina |
Commissione di vigilanza sui fondi pensione COVIP |
Componente:
Bruno Mangiatordi |
Richiesta di parere parlamentare ai sensi dell'art. 1 della L. n. 14/1978 |
20/3/2010 |
D.P.R. previa deliberazione del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze |
E' scaduto l'incarico di uno dei componenti della Commissione di vigilanza sui fondi pensione COVIP, Bruno Mangiatordi, che era stato confermato nell'incarico con D.P.R. del 18 settembre 2006, senza la richiesta del previsto parere parlamentare. Mangiatordi era stato inizialmente nominato in sostituzione del predecessore Daniele Pace l’11 maggio 2001, per il periodo residuale del mandato di questi (che non aveva concluso il suo quadriennio) e poi per un primo mandato completo il 4 marzo 2002. Nel successivo D.P.R. di nomina del 18 settembre 2006, veniva specificato che la durata di questo ulteriore mandato sarebbe stata tale da permettere a Mangiatordi di raggiungere gli otto anni complessivi a partire dalla prima nomina, venendo quindi a scadenza, considerando anche i periodi di sospensione dell’incarico tra un mandato e l’altro, il 20 marzo 2010.
Riguardo alla procedura di nomina dei componenti della COVIP (istituita con l’art. 16 del D.Lgs. n. 124 del 21 aprile 1993, sostituito dall’art. 13 della L. 8 agosto 1995, n. 335), il comma 3 dell’articolo 18 del D.Lgs. 5 dicembre 2005, n. 252, recante disciplina delle forme pensionistiche complementari, stabilisce che: la COVIP è composta da un presidente e da quattro membri, scelti tra persone dotate di riconosciuta competenza e specifica professionalità nelle materie di pertinenza della stessa e di indiscussa moralità e indipendenza, nominati ai sensi della legge 24 gennaio 1978, n. 14, con la procedura di cui all'articolo 3 della legge 23 agosto 1988, n. 40015; la deliberazione del Consiglio dei ministri è adottata su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Il presidente e i commissari durano in carica quattro anni e possono essere confermati una sola volta (...)
Inoltre i primi due commi del suddetto articolo 18 del D.Lgs. n. 252/2005, stabiliscono che: 1. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali vigila sulla COVIP ed esercita l’attività di alta vigilanza sul settore della previdenza complementare, mediante l'adozione, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, di direttive generali alla COVIP, volte a determinare le linee di indirizzo in materia di previdenza complementare. 2. La COVIP è istituita con lo scopo di perseguire la trasparenza e la correttezza dei comportamenti e la sana e prudente gestione delle forme pensionistiche complementari, avendo riguardo alla tutela degli iscritti e dei beneficiari e al buon funzionamento del sistema di previdenza complementare. La COVIP ha personalità giuridica di diritto pubblico.
Un componente della Commissione nazionale per le società e la borsa CONSOB, Paolo Di Benedetto, ha rassegnato le dimissioni dall’incarico nel mese di marzo 2010 con decorrenza dal primo aprile. Il mandato di Di Benedetto sarebbe arrivato alla naturale scadenza il 30 giugno prossimo, insieme a quello del presidente Lamberto Cardia (essendo stati entrambi nominati con D.P.R. 30 giugno 2003 inizialmente per cinque anni rinnovabili, portati a sette non rinnovabili dall'art. 47-quater della legge 28 febbraio 2008 n. 31). I settennati degli altri tre commissari sono previsti in scadenza, rispettivamente, quelli di Michele Pezzinga e Vittorio Conti nel 2013 e quello di Luca Enriques nel 2014.
La CONSOB, istituita con la legge 7 giugno 1974, n. 216, è un'autorità amministrativa indipendente, dotata di personalità giuridica e piena autonomia dalla legge 281 del 1985, la cui attività è rivolta alla tutela degli investitori, all'efficienza, alla trasparenza e allo sviluppo del mercato mobiliare italiano.
Il presidente e i commissari vengono nominati con D.P.R. emanati su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri previa deliberazione del Consiglio stesso, previa espressione del parere da parte delle Commissioni Finanze delle Camere, ai sensi l’art. 1 della L. 14/1978.
Ente
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Carica di riferimento e titolari |
Controllo parlamentare previsto |
Data scadenza |
Procedura di nomina |
Ente parco nazionale delle Dolomiti bellunesi |
Commissario straordinario:
Benedetto Fiori16
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Comunicazione al Parlamento ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978 |
25/4/2010 e comunque non oltre la nomina del Presidente
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D.M. del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare |
Ente parco nazionale del Gargano |
Commissario straordinario:
Giacomo Diego Gatta |
29/4/2010 e comunque non oltre la nomina del Presidente |
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Ente parco nazionale del Gran Paradiso |
Commissario straordinario:
Giovanni Picco |
29/4/2010 e comunque non oltre la nomina del Presidente |
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Ente parco nazionale dell'Appennino lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
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Commissario straordinario:
Domenico Totaro
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3/5/2010 e comunque non oltre la nomina del Presidente
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Ente parco nazionale della Majella |
Commissario straordinario:
Gianfranco Giuliante |
16/5/2010 e comunque non oltre la nomina del Presidente |
Entro la fine di maggio 2010, se non saranno intanto stati nominati i rispettivi presidenti o non saranno sopraggiunte proroghe, scadranno i mandati dei suelencati cinque commissari straordinari di enti parco nazionali. Per l'illustrazione sintetica della disciplina e delle funzioni degli enti parco si veda supra, a pagina 21.
c) Principali cariche in enti e autorità non ricompresi
nel campo di applicazione della L. n. 14/1978,
rinnovate o in scadenza entro il 31 maggio2010
Il 7 febbraio 2010 erano scaduti i cinque anni dal D.P.R. del 7 febbraio 2005 di nomina di Bruno Franchi per un secondo mandato da presidente dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ANSV, mentre il mandato dei componenti del collegio dell'Agenzia è scaduto il 16 marzo 2010, essendo stati nominati con D.P.C.M. del 16 marzo 2005. Tali nomine erano state deliberate dal Consiglio dei ministri del 28 gennaio 2005 su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, conformemente ai pareri espressi il 29 dicembre 2004 dall'8° Commissione del Senato e il 18 gennaio 2005 dalla IX Commissione della Camera. La nomina del quarto componente del consiglio, quello designato dal Ministero dell'interno, non fu registrata dalla Corte dei Conti per carenza dei requisiti previsti dal D.Lgs. n. 66/1999 (si veda infra) e non fu mai perfezionata. Bruno Franchi era stato nominato presidente dell'ANSV per la prima volta con D.P.R. del 14 ottobre 1999 e tra il primo e il secondo mandato presidenziale era stato commissario straordinario, mantenendone le funzioni fino al 1° giugno 2005.
L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo è stata istituita con il D.Lgs del 25 febbraio 1999, n. 66, che ha anche modificato il codice della navigazione nella parte riguardante lo svolgimento delle inchieste sui sinistri aeronautici, in attuazione della direttiva comunitaria 94/56/CE del Consiglio del 21 novembre 1994, che richiedeva che l'agenzia fosse un'istituzione pubblica, autonoma e posta in posizione di terzietà rispetto al sistema dell’aviazione civile, ragione per la quale essa è stata posta sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri, diversamente da altre istituzioni aeronautiche vigilate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. L’ANSV svolge inchieste tecniche sugli incidenti o sugli inconvenienti occorsi ad aeromobili dell’aviazione civile, potendo anche emanare le opportune raccomandazioni di sicurezza; inoltre svolge attività di studio e di indagine al fine di favorire il miglioramento della sicurezza del volo, diversamente dall'ENAC e dall’ENAV che si occupano della regolazione, controllo e gestione del sistema dell’aviazione civile.
Sono organi dell’ANSV il presidente, il collegio (che dovrebbe essere composto da quattro membri e presieduto dal presidente), il segretario generale e il collegio dei revisori dei conti. Il presidente è nominato con D.P.R. previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, mentre i membri del Collegio sono nominati con D.P.C.M. previa deliberazione del Consiglio dei ministri su proposta, rispettivamente, due del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, uno del Ministro dell’interno ed uno del Ministro della giustizia. Il presidente e i membri del Collegio sono nominati previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, rimangono in carica cinque anni e possono essere confermati una volta.
Salvatore Italia, presidente della Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo ARCUS S.p.a.,ha presentato le proprie dimissioni, che sono state accolte dal Ministro per i beni e le attività culturali con decorrenza 9 marzo 2010. Italia era stato commissario straordinario dal 19 giugno 2008 ed era stato nominato presidente, contestualmente al consiglio di amministrazione della società, con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, del 18 novembre 2008 per un triennio, in conformità con i pareri favorevoli espressi dalle Commissioni Cultura e Istruzione delle Camere, nell'ottobre e novembre 2008, ai sensi dell’art. 10, comma 6 della legge 8 ottobre 1997, n. 352, sostituito dall’articolo 2 della legge 16 ottobre 2003, n. 291, secondo cui: il consiglio di amministrazione della società è composto da sette membri, compreso il presidente, nominati con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali. Tre dei componenti del consiglio sono nominati su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze. Il presidente è nominato sentite le competenti Commissioni permanenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
ARCUS S.p.a. è stata costituita nel febbraio 2004 dal Ministro per i beni e le attività culturali, ai sensi della citata legge 16 ottobre 2003, n. 291. Il capitale sociale è interamente sottoscritto dal Ministero dell’economia e delle finanze, mentre i programmi di indirizzo sono oggetto di decreti annuali adottati dal Ministro per i beni e le attività culturali, che esercita altresì i diritti dell’azionista, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Lo scopo della società è quello di sostenere, anche finanziariamente, progetti concernenti il mondo dei beni e delle attività culturali, anche nelle sue possibili interrelazioni con le infrastrutture del Paese.
Nella presente Sezione si dà conto degli atti di indirizzo (mozioni, risoluzioni ed ordini del giorno) segnalati dal Servizio per il controllo parlamentare ai Ministeri ai fini della loro attuazione, nonché delle note trasmesse dagli stessi Dicasteri a seguito delle segnalazioni ricevute.
Le attuazioni governative:
Nel periodo considerato dalla presente pubblicazione sono state trasmesse al Servizio per il controllo parlamentare da parte dei Ministeri competenti le note relative all’attuazione di 40 ordini del giorno, 4 mozioni ed 1 risoluzione.
Di tali attuazioni 16sono state trasmesse Ministero del lavoro e delle politiche sociali, 13 dal Ministero della difesa, 8 dal Ministero dell'interno, 2 dal Ministero degli affari esteri, 2 dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, 2 dal Ministero della salute, 1 dal Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione ed 1 dal Ministro per i rapporti con le regioni.
Si riscontra pertanto un andamento costante nel numero delle attuazioni: 45 a fronte delle 50 del mese di febbraio.
Sul piano del numero complessivo delle attuazioni trasmesse rispetto al totale degli atti segnalati a ciascun Dicastero, dall’inizio della legislatura ad oggi, nel mese di marzo si registra quale amministrazione maggiormente adempiente il Ministero della difesa, che ha dato seguito a 63 atti di indirizzo su 94 segnalati (con una percentuale di attuazione del 67 %). Seguono il Ministero degli affari esteri, con 83 atti attuati su 154(con una percentuale di attuazione del 54 %), il Ministero dell’interno, con 101 atti attuati su 200 (con una percentuale del 51 %) ed il Ministro per i rapporti con le regioni, con 24 atti attuati su 48(con una percentuale di attuazione del 50 %).
Premesso che nella Sezione II della presente pubblicazione si dà conto testualmente di quanto riferito dai Dicasteri in merito ai singoli atti di indirizzo, si evidenzia che delle 40 attuazioni riferite ad ordini del giorno trasmesse nel periodo considerato:
9 danno seguito ad ordini del giorno presentati nel corso dell'esame dell'Atto Camera 2936, divenuto legge n. 191 del 2009, concernente “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2010)”. Tali atti di indirizzo sono stati attuati dai Ministeri della difesa, dell'interno, del lavoro e delle politiche sociali e dal Ministero della salute.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall'Assemblea riferiti all'A.C. 2936, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 243, di cui finora attuati 10;
7attuazionidanno seguito ad ordini del giorno presentati nel corso dell'esame dell'Atto Camera 2561, divenuto legge n. 102 del 2009, recante "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, recante provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali". Tali atti di indirizzo sono stati attuati dai Ministeri della difesa, dell'interno e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C.2561, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 164, di cui finora attuati 25;
6 attuazioni rispondono ad ordini del giorno presentati nel corso dell'esame dell'Atto Camera 3016, divenuto legge n. 197 del 2009, concernente “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione”. Tali atti di indirizzo sono stati attuati dal Ministero della difesa.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall'Assemblea riferiti all'A.C. 3016, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 11, di cui finora attuati 6;
3 attuazioni rispondono ad ordini del giorno presentati nel corso dell'esame dell'Atto Camera 1713, divenuto legge n. 203 del 2008, concernente “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009)”. Tali atti di indirizzo sono stati attuati dal Ministero dell'interno e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C. 1713, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 220, di cui finora attuati 49;
3 attuazioni danno seguito ad ordini del giorno presentati nel corso dell'esame dell'Atto Camera 2714, divenuto legge n. 141 del 2009, recante “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 agosto 2009, n. 103, recante disposizioni correttive del decreto-legge anticrisi n. 78 del 2009”. Tali atti di indirizzo sono stati attuati dal Ministero della difesa e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C. 2714, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 216, di cui finora attuati 27;
2 attuazionirispondono ad ordini del giorno presentati nel corso dell'esame dell’Atto Camera 1972, divenutolegge n. 2 del 2009, di"Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, recante misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale". Tali atti di indirizzo sono stati attuati dal Ministero della difesa e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C.1972, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 126, di cui finora attuati 20;
1 attuazione risponde ad un ordine del giorno presentato nel corso dell’esame dell’Atto Camera 1386, divenutolegge n. 133 del 2008,di "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria". Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C.1386, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 256, di cui finora attuati 59;
1 attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell’esame dell’Atto Camera 1875, divenutolegge n. 210 del 2008, concernente “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero dell’interno.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C.1875, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 28, di cui finora attuati 8;
1 attuazione risponde ad un ordine del giorno presentato nel corso dell’esame dell’Atto Camera 2031, divenuto legge n. 15 del 2009, recante “Delega al Governo finalizzata all'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e alla efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni nonché disposizioni integrative delle funzioni attribuite al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro e alla Corte dei conti”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C. 2031, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 31, di cui finora attuati 19;
1 attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell’esame dell’Atto Camera 2105, divenuto legge n. 42 del 2009, concernente“Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministro per i rapporti con le regioni.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C. 2105, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 54, di cui finora attuati 13;
1 attuazionerisponde ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 1441-bis-C, divenuto legge n. 69 del 2009, concernente “Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall'Assemblea riferiti all'A.C. 1441-bis-C, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 22, di cui finora attuati 3;
1attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell’esame dell’Atto Camera 2468, divenuto legge n. 77 del 2009, concernente “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero dell'interno.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all’A.C. 2468, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 82, di cui finora attuati 13;
1attuazione risponde ad un ordine del giorno presentato nel corso dell’esame degli Atti Camera 2320 e 2320-bis-B, divenuti legge n. 88 del 2009, concernenti “Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee – Legge Comunitaria 2008”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero degli affari esteri.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti agli A.C.2320 e 2320-bis-B, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 21, di cui finora attuati 9;
1 attuazione risponde all'unico ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 2775, divenuto legge n. 165 del 2009, concernente “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 settembre 2009, n. 131, recante ulteriore rinvio delle consultazioni elettorali amministrative nella provincia de L'Aquila”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero dell'interno.
1 attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 2897, divenuto legge n. 166 del 2009, concernente "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di Giustizia delle Comunità europee”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero dell'interno.
Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall'Assemblea riferiti all'A.C. 2897, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 38, di cui finora attuati 1;
1 attuazione risponde all'unico ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 2552, divenuto legge n. 204 del 2009, concernente "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Emirati Arabi Uniti relativo alla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Dubai il 13 dicembre 2003". Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero della difesa.
Le nostre segnalazioni:
Il Servizio per il controllo parlamentare provvede a segnalare gli ordini del giorno ai Ministeri individuati come competenti per la loro attuazione dopo la pubblicazione della legge cui essi si riferiscono sulla Gazzetta Ufficiale.
In particolare, nel periodo 1° - 31 marzo 2010 sono stati così sollecitati 153 ordini del giorno*, dei quali:
70 riferiti alla legge n. 25 del 2010, concernente “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 194, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative” (A.C. 3210).
12 ordini del giorno sono stati inviati al Ministero dell'economia e delle finanze, 11 al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, 7 alla Presidenza del Consiglio dei ministri, 7 al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, 7 al Ministero dello sviluppo economico, 5 al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, 5 al Ministero dell'interno, 5 al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, 4 al Ministero della difesa, 4 al Ministero della salute, 3 al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, 2 al Ministero della giustizia, 1 al Ministero degli affari esteri, 1 al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione ed 1 al Ministro del turismo;
52 riferiti alla legge n. 26 del 2010, concernente “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195, recante disposizioni urgenti per la cessazione dello stato di emergenza in materia di rifiuti nella regione Campania, per l'avvio della fase post emergenziale nel territorio della regione Abruzzo ed altre disposizioni urgenti relative alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed alla protezione civile” (A.C. 3196).
20 ordini del giorno sono stati inviati alla Presidenza del Consiglio dei ministri, 20 al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, 8 al Ministero della giustizia, 3 al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, 2 al Ministero dell'interno, 1 al Ministero dell'economia e delle finanze, 1 al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ed 1 al Ministro del turismo;
12 riferiti alla legge n. 38 del 2010, concernente “Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” (A.C. 624 e 624-B).
11 ordini del giorno sono stati inviati al Ministero della salute, 3 al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ed a 1 al Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
10 riferiti alla legge n. 30 del 2010, concernente “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° gennaio 2010, n. 1, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa” (A.C. 3097-A e 3097-B).
6 ordini del giorno sono stati inviati al Ministero della difesa, 3 al Ministero degli affari esteri ed 1 al Ministero dell'interno;
8 riferiti alla legge n. 24 del 2010, concernente “ Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2009, n. 193, recante interventi urgenti in materia di funzionalità del sistema giudiziario” (A.C. 3084) sono stati inviati al Ministero della giustizia;
1 riferito alla legge n. 36 del 2010, concernente “Disciplina sanzionatoria dello scarico di acque reflue” (A.C. 2966) è stato inviato al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Nel periodo considerato sono state inoltre segnalatedal Servizio per il controllo parlamentare 6 risoluzioni*:
- VELO ed altri n. 7/00251, concernente la piena operatività dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle Ferrovie, anche attraverso il reclutamento del personale tecnico proveniente dal Gruppo Ferrovie dello Stato, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
- MOTTA ed altri n. 7/00266, concernente il rafforzamento delle misure per l'abbattimento delle barriere architettoniche, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
- PUGLIESE n. 7/00267, sulle problematiche relative alla definizione dei carichi di ruolo pregressi, al Ministero dell'economia e delle finanze;
- GERMANA' ed altri n. 8/00061, concernente l'attività di monitoraggio sul territorio di Messina, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
- ALESSANDRI ed altri n. 8/00062, concernente misure per l'immediato avvio delle attività di bonifica nelle aree colpite dal recente sversamento di idrocarburi nel fiume Lambro, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
- BENAMATI ed altri n. 8/00063, concernente iniziative a favore del settore cartario, al Ministero dello sviluppo economico.
Sono state inoltre segnalatedal Servizio per il Controllo parlamentare 2 mozioni:
- LO MONTE ed altri n. 1/00342, concernente misure urgenti per contrastare la crisi economica in atto, al Ministero dell'economia e delle finanze, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed al Ministero dello sviluppo economico;
- CICCHITTO, COTA ed altri n. 1/00346, concernente misure urgenti per contrastare la crisi economica in atto, al Ministero dell'economia e delle finanze, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali ed al Ministero dello sviluppo economico.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2320-A/28 Ordine del giorno |
Tassone |
Assemblea |
31/03/10 |
III |
Politiche europee di sicurezza e di emergenza immigratoria |
L'ordine del giorno Tassone n. 9/2320-A/28, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 20 maggio 2009, impegnava l'esecutivo: ad adottare ogni utile iniziativa volta a sollecitare le istituzioni europee ad una maggiore attenzione sulle tematiche che riguardano la sicurezza e la difesa comune, a partire da quelle che sono considerate le minacce più incombenti (terrorismo internazionale, scontri etnici e territoriali, criminalità organizzata, traffici illeciti); a sollecitare una politica comune in tema di immigrazione e lo stanziamento di risorse economiche adeguate al fine di approntare gli strumenti di polizia più idonei a fronteggiare in particolar modo l'emergenza legata all'immigrazione clandestina proveniente dai paesi rivieraschi.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“L'emergenza immigrazione nel Mediterraneo ha messo nuovamente in luce l'esigenza di un'efficace azione europea per gestire i flussi clandestini, in chiave di prevenzione e controllo. In effetti, sinora la politica comune dell'immigrazione si è sviluppata più sul piano dei principi generali (ad esempio il Patto Europeo sull'Immigrazione e l'Asilo, adottato dal Consiglio Europeo nell'ottobre 2008), piuttosto che su quello della concreta attuazione di tale politica.
L'Italia da tempo insiste per un rinnovato impegno europeo sull'immigrazione nel Mediterraneo, la cui gestione non può ricadere solamente sugli Stati Membri più direttamente esposti per motivi geografici o demografici. A tal fine, i Ministeri degli Esteri e dell'Interno hanno definito assieme una proposta di Piano d'Azione europeo che è stato presentato al Consiglio Affari Generali e Relazioni Esterne del 27 aprile 2009 dal Ministro Frattini. Il Ministro Maroni, dal canto suo, ha sollecitato nello stesso senso il Consiglio Giustizia ed Affari Interni del 4 giugno 2009. Il Presidente del Consiglio ha inoltre inviato una lettera alla Presidenza ceca ed alla Commissione Europea per sensibilizzarle sulle nostre posizioni in vista del Consiglio Europeo del 18-19 giugno 2009.
Il Consiglio Europeo del 18-19 giugno ha fatto proprie diverse proposte italiane. Esso ha infatti sottolineato la dimensione comunitaria del fenomeno, ha espressamente menzionato i Paesi europei più colpiti (Cipro, Malta, Grecia, Italia), ha rilanciato gli sforzi per dare contenuti concreti alla politica dell'immigrazione europea sulla base del rafforzamento di Frontex e della collaborazione con Paesi terzi chiave, come Libia e Turchia. Infine, ha esortato il Consiglio a tenere nel debito conto questi elementi nella preparazione del prossimo Programma quadro pluriennale in materia di Libertà, Sicurezza e Giustizia (2010-2014) ed invitato la Commissione a presentare ulteriori proposte sulla base di una risposta appropriata a tali problemi.
Il 23 ottobre 2009 i Presidenti Berlusconi e Sarkozy hanno inviato una lettera congiunta sul tema dell'immigrazione irregolare nel Mediterraneo, alla Presidenza UE ed alla Commissione Europea in vista del Consiglio Europeo di fine ottobre. La lettera richiama la necessità che la solidarietà tra Stati Membri si traduca in autentica condivisione di responsabilità ed invita quindi a prenderedecisioni concrete, in particolare sul rafforzamento di Frontex e sul rilancio della collaborazione con la Libia, nonché a stabilire dei partenariati con le Istituzioni internazionali competenti per sviluppare la dimensione esterna dell'asilo prevedendo delle soluzioni ad hoc in materia di accesso alle procedure di asilo fuori dal territorio europeo.
Le Conclusioni del Consiglio Europeo di ottobre sull'immigrazione illegale nel Mediterraneo hanno tenuto conto di varie nostre richieste: l'auspicio di un accordo sull'istituzione dell'Ufficio Europeo di Sostegno per l'Asilo entro il 2009; la necessità di promuovere una solidarietà effettiva e tangibile a favore degli Stati Membri sottoposti a particolari pressioni; il rafforzamento delle capacità operative di Frontex e l'intensificazione del dialogo con la Libia sull'immigrazione.
Allo stesso modo, il Programma dell'UE in materia di Giustizia, Libertà e Sicurezza per il periodo 2010-2014 (cosiddetto Programma di Stoccolma), approvato dal Consiglio Europeo del 10-11 dicembre scorso, ha recepito numerose posizioni italiane, anche sulla scorta dei precedenti Consigli Europei di giugno ed ottobre 2009, con particolare riferimento al rafforzamento dell'Agenzia Frontex, al rilancio della cooperazione con la Libia ed al consolidamento della dimensione esterna delle politiche europee dell'asilo.
Nel corso del 2010 vi saranno varie occasioni per approfondire e concretizzare gli orientamenti politici sull'immigrazione enunciati dal Programma di Stoccolma: il Piano d'Azione del Programma di Stoccolma, che dovrà essere adottato, su proposta della Commissione, entro giugno 2010; il primo dibattito annuale sul Patto Europeo sull'Immigrazione e l'Asilo che avrà luogo al prossimo Consiglio Europeo di giugno; il Terzo Vertice UE-Africa di novembre 2010, a Tripoli, che verterà tra l'altro anche sul tema migrazione, mobilità e sviluppo”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
8/00048 Risoluzione conclusiva |
Boniver |
Commissione |
31/03/10 |
III |
Situazione dei diritti umani in Myanmar |
La risoluzione conclusiva Boniver n. 8/00048, accolta dal Governo ed approvata dalla III Commissione (Affari esteri) nella seduta del 21 luglio 2009, impegnava l'esecutivo ad assumere una pluralità di iniziative a sostegno dei diritti umani in Myanmar.
In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:
“L'Italia segue con costante attenzione il quadro politico e umanitario interno al Myanmar e la situazione dei diritti umani nel Paese, adoperandosi nelle sedi opportune per una maggiore tutela dei diritti dell'uomo e per sollecitare l'apertura di un dialogo aperto ed inclusivo fra la Giunta e le opposizioni.
Di concerto con i principali partners europei persegue una convinta azione nei principali fora delle Nazioni Unite al fine di spingere il Governo del Myanmar verso un maggiore rispetto dei diritti umani. Inoltre, l'Italia mantiene il suo appoggio alla missione di buoni uffici del Segretario Generale dell'Onu e sostiene il mandato dell'Inviato Speciale Ibrahim Gambari con l'intento di favorire l'apertura di un dialogo politico fra Giunta e opposizioni.
Il Governo italiano, in seguito all'arresto di Aung san Suu Kyi, è prontamente intervenuto. Su indicazione del Ministro Frattini, è stata convocata, per un colloquio con il Direttore Generale per l'Asia Ambasciatore Iannucci, l'Incaricato d'Affari della Birmania Maran Ja Taung, invitandola a fornire informazioni sulle condizioni di Aung San Suu Kyi. Alla Signora Ja Taung è stata espressa la viva preoccupazione del Governo e dell'opinione pubblica italiana riguardo alle condizioni di salute del Premio Nobel. Il Governo italiano ha infine rinnovato la richiesta della liberazione, in tempi brevi, sia dell'interessata che di tutti gli altri prigionieri politici, anche al fine di realizzare, in prospettiva, uno svolgimento libero e democratico delle elezioni politiche nel 2010. In seguito all'effettiva condanna del Premio Nobel l'Italia non ha mancato di esprimere immediatamente, per bocca dello stesso Ministro degli Esteri, la propria forte condanna per quanto avvenuto, e la richiesta che nel Paese si possa quanto prima imboccare un cammino di democrazia e riconciliazione nazionale. L'Italia ha inoltre appoggiato la dichiarazione di condanna per quanto avvenuto emessa, a nome dell'intera Unione Europea, dalla Presidenza di turno svedese e la decisione di inasprire le misure sanzionatorie applicate dall'UE nei confronti della Giunta, tramite l'estensione delle misure di "visa ban/asset freeze" per nuovi membri dell'establishment birmano, in particolare per i giudici implicati nel processo al Premio Nobel.
In questa prospettiva, il Governo italiano ha svolto una costante azione di sensibilizzazione nelle sedi internazionali più importanti per mantenere alta 1'attenzione sulla situazione in Myanmar. In particolare, l'Italia si è attivamente coinvolta nell'approvazione, lo scorso ottobre, della Risoluzione 12/20 del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, specificamente rivolta alla situazione di Aung San Suu Kyi e di altri prigionieri politici in Birmania. Questo testo, che esprime grande preoccupazione per la detenzione e la condanna subita dal Premio Nobel birmano e ne chiede un immediato ed incondizionato rilascio, richiede a Yangon di: liberare tutti i prigionieri politici e di consentire loro di partecipare a pieno titolo alle elezioni che si terranno quest'anno; impegnarsi in un processo di dialogo e riconciliazione nazionale attraverso la partecipazione di rappresentanti di tutti i partiti politici e gruppi etnici del Paese; creare le condizioni per elezioni democratiche che siano inclusive, trasparenti, credibili e rispettose degli standard internazionali. La misura del successo di questa Risoluzione è data dal fatto che essa è stata approvata dal Consiglio per consenso: elemento assai significativo, considerando che alcuni membri dell'organo, come l'India e la Cina, sono tradizionalmente restii a puntare il dito contro il Myanmar.
L'Italia ha inoltre contribuito a far approvare, a larga maggioranza, lo scorso dicembre, la tradizionale Risoluzione, presentata dall'UE, con cui l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite prende in considerazione la situazione dei diritti umani in Myanmar. Questo testo - che analizza in maniera obiettiva ed analitica la situazione birmana, non mancando di registrare alcuni sviluppi positivi e non lesinando raccomandazioni costruttive al Paese asiatico - richiama le gravi responsabilità delle Autorità birmane in materia di protezione del diritti umani. In particolare, esso condanna con forza l'attuale contesto di sistematiche violazione dei diritti e delle libertà fondamentali della popolazione birmana e ribadisce la forte preoccupazione per la nuova condanna agli arresti domiciliare di Aung San Suu Kyi, richiedendone la liberazione. Tra le ragioni che spingono a considerare anche questa Risoluzione come un successo, spicca l'aumento del numero di sostegni e la diminuzione dei voti contrari rispetto al testo votato nel 2008.
Sul fronte della cooperazione allo sviluppo, l'Italia opera nel Paese attraverso numerose iniziative, in particolare si segnala il finanziamento di due Programmi FAO (per un totale di 4,5 milioni di euro) volti alla ricostruzione dei mezzi di sostentamento delle popolazioni colpite dal ciclone Nargys nel maggio 2008, e di un progetto dell'OMS riguardante la prevenzione delle cause della mortalità infantile.
L'attività di cooperazione italiana riguarda anche l'assistenza alla crescita della società civile locale: con i fondi a disposizione in base alla legge 180/92, si è infatti finanziato un progetto di una ONG locale, la Shalom Foundation, volto a instaurare forme di dialogo fra le componenti della società birmana al fine di favorire il processo di transizione democratica.
Nell'ambito dello Strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (DCI), il 7-8 luglio 2009 il comitato di gestione dello strumento, nel quale siede anche l'Italia, ha approvato il Programma di Azione Annuale 2009 per l'Asia, predisposto dalla Commissione. Nell'ambito di tale Programma Annuale è prevista un'azione ("Aiuto alle popolazioni sradicate"), dotata di un finanziamento pari a 9 milioni di euro, per la Birmania/Myanmar, il cui obiettivo principale è di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni sradicate in Birmania. In particolare, l'azione mira a migliorare le condizioni delle popolazioni birmane attraverso la protezione dal rimpatrio o dal trasferimento forzati e da altre violazioni dei diritti umani, nonché a promuovere la riconciliazione e risoluzione del conflitto attraverso un impegno costruttivo. Particolare attenzione verrà posta alla prevenzione di violazioni dei diritti umani nei confronti di donne e bambini. L'azione verrà attuata tramite un bando per 1'aggiudicazione di sussidi, con contratti la cui firma è attesa entro la fine del 2010. Le attività dovrebbero cominciare all'inizio del 2011”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 marzo 2010) |
154 |
Note di attuazione pervenute |
83 |
Percentuale di attuazione |
54% |
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
1/00126 Mozione |
Cirielli |
Assemblea |
09/03/10 |
IV |
Misure a favore dell'efficienza e della funzionalità delle Forze armate |
La mozione Cirielli ed altri n. 1/00126, accolta dal Governo ed approvata dall'Assemblea nella seduta del 12 marzo 2009, impegnava l'esecutivo: ad avviare ogni iniziativa di propria competenza per rafforzare ed affinare ulteriormente lo strumento militare e per assicurare la migliore razionalizzazione delle risorse a disposizione del Ministero della difesa; a garantire al personale, nella quotidianità del servizio prestato, i livelli di formazione e addestramento necessari a svolgere le impegnative attività operative ad esso affidate in Italia e nell'ambito delle missioni internazionali; ad aprire una nuova stagione di attenzione ai problemi del comparto difesa e sicurezza, affinché quanto prima possano trovare soluzione e si giunga al pieno riconoscimento della professionalità e specificità del personale delle Forze armate che ne assicuri prospettive di crescita e sostegno.
In merito a tale impegno il Ministero della difesa ha trasmesso la seguente nota:
“Con riguardo agli impegni di cui alla mozione in oggetto, sia ai fini dell'adozione di misure che rafforzino ulteriormente lo strumento militare, sia per rivedere il quadro normativo per assicurare la migliore razionalizzazione delle risorse a disposizione del Ministero della difesa, non senza tener conto del più generale complesso e difficile quadro economico finanziario, alla luce della non favorevole congiuntura economica, il Dicastero ha da tempo avviato azioni concrete.
A tal fine, il Ministro della difesa, illustrando, nel corso dell'audizione del 20 gennaio u.s. alle Commissioni congiunte 4^ del Senato e IV Camera, l'esito finale dei lavori della Commissione governativa di alta consulenza per la ridefinizione del sistema di difesa e sicurezza nazionale, da lui presieduta, ha definito gli obiettivi di riforma del Suo dicastero: compiuta applicazione, "nello spirito e nella lettera", a quanto statuito dalla legge n. 25 del 1997, in merito alle attribuzioni del Capo di Stato maggiore della difesa, riorganizzazione dell'area tecnico-operativa (attraverso l'eliminazione di ridondanze e duplicazioni e l'aumento della capacità di intervento dei vertici militari), rivisitazione della figura del Segretario generale della difesa, eventuale istituzione della carica di Direttore nazionale degli armamenti (separata da quella del Segretario generale), mantenimento, almeno per un decennio, di un volume di risorse finanziarie stabile e certo (con un'adeguata flessibilità ed autonomia interna di bilancio), garanzia di poter disporre di un afflusso ininterrotto di personale giovane ed attratto da chiare prospettive di prosieguo della carriera (con contestuale contrazione degli organici di ufficiali e sottufficiali a favore delle categorie dei volontari), ulteriore razionalizzazione dell'area territoriale.
Circa l'impegno di avviare ogni iniziativa di carattere normativo volta ad assicurare la migliore razionalizzazione e impiego delle risorse, il Ministro della difesa, nella medesima sede, ha osservato che "gli interventi legislativi più urgenti potrebbero già concretarsi in proposte emendative (di natura settoriale e circoscritta) ai provvedimenti attualmente all'esame del Parlamento (senza, pertanto, la necessità di predisporre un apposito disegno di legge contenente una delega legislativa), affiancati, successivamente, dalle opportune modifiche di natura regolamentare", rimanendo fermo l'intendimento del Dicastero e del Governo di assicurare che il Parlamento "resti, la sede istituzionale di riferimento per le decisioni che riguardano la difesa e la sicurezza nazionale", come dichiarato lo scorso 13 gennaio dal Sottosegretario di Stato per la difesa On.le Cossiga presso la 4^ Commissione del Senato.
Con riguardo all'impegno di garantire al personale adeguati livelli di formazione e addestramento il Ministro della difesa, nel corso della seduta del 1°ottobre u.s., all'Assemblea del Senato ha espresso il proprio "fermo impegno nel cercare di fare in modo che non vi siano riduzioni di organico tra i militari in ferma breve, nella convinzione che occorra trovare il giusto equilibrio tra le spese per investimento e quelle per addestramento e reclutamento e che si debba in primo luogo valorizzare l'aspetto umano delle Forze armate, garantendo che il personale sia preparato, motivato e dotato delle migliori attrezzature".
Con questa finalità, l'impegno di destinare, in via prioritaria, le risorse disponibili e quelle eventualmente recuperate da altre aree ai settori del reclutamento e dell'addestramento, è stato perseguito nel predisporre le misure di interesse della Difesa contenute nella manovra finanziaria varata dal Governo il 22 settembre scorso, in modo tale da perseguire i vincoli riduttivi, posti dal quadro legislativo vigente, intervenendo su specifici settori di spesa rimodulabili (ad esempio l'esternalizzazione dei servizi, gli interventi sulle infrastrutture, gli oneri delle servitù militari, il trasporto aereo di Stato e il servizio di assistenza al volo per il traffico aereo civile) che non hanno un diretto impatto sulla formazione e l'addestramento.
Circa il riconoscimento della specificità del personale del comparto sicurezza e difesa il Ministro ha più volte assicurato il Suo personale impegno e quello del Governo tutto, come peraltro già dimostrato, sul piano del sostegno ai redditi più bassi, dalla conferma all'articolo 2, comma 156, della legge 23 dicembre 2009, n. 191, nel limite complessivo di spesa di 60 milioni di euro, anche per l'anno 2010, delle agevolazioni fiscali, per gli appartenenti alle Forze armate e di polizia con reddito annuo lordo complessivo di lavoro dipendente non superiore a 35.000 euro, introdotte dall'articolo 4, comma 3, del decreto-legge n. 185 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n.2 del 2009, ferma restando 1' importanza di quanto disciplinato dall'articolo 20 del disegno di legge "Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e controversie di lavoro" (A.S. 1167-B), concernente la definizione della specificità del comparto sicurezza e difesa in dipendenza della peculiarità dei compiti, degli obblighi e delle limitazioni personali, previsti da leggi e regolamenti, per le funzioni di tutela delle istituzioni democratiche e di difesa dell'ordine e della sicurezza interna ed esterna, nonché per i peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti ed ai correlati impieghi in attività usuranti”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2552-A/1 Ordine del giorno |
Malgieri |
Assemblea |
16/03/10 |
IV |
Accordi di cooperazione in campo militare con il Governo degli Emirati Arabi uniti |
L’ordine del giorno Malgieri ed altri n. 9/2552-A/1, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 28 ottobre 2009, impegnava l’esecutivo, una volta entrato in vigore l'Accordo tra il Governo italiano e quello degli Emirati Arabi Uniti relativo alla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Dubai il 13 dicembre 2003, ad avviare un negoziato nei confronti della parte emiratina per adattare il testo dell'Accordo, con particolare riferimento all'articolo 7 in materia di applicabilità delle rispettive legislazioni nazionali, alle innovazioni intervenute nel panorama giuridico nazionale ed internazionale e nel dibattito parlamentare.
In merito a tale impegno il Ministero della difesa, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“L'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Emirati Arabi Uniti relativo alla cooperazione nel settore della difesa, firmato a Dubai il 13 dicembre 2003 e ratificato con la legge 23 dicembre 2009, n. 204, si inserisce nel quadro degli accordi di cooperazione in campo militare per favorire il processo di ammodernamento dello strumento militare e per consolidare le rispettive capacità difensive, rivestendo, nel contempo, una importante valenza politica considerando gli interessi di tipo strategico e gli obiettivi di stabilità perseguiti dal nostro Paese, soprattutto in alcune zone geopolitiche nevralgiche come quella mediorientale, in cui sono situati gli Emirati Arabi, e offrendo un impulso allo sviluppo dell'industria della difesa.
In questo quadro, con le disposizioni contenute all'articolo 7, che concerne la giurisdizione sul personale ospite, le Parti intendono assicurarsi, ricorrendo a una modalità sistematica e formalizzata - come illustrato il 14 ottobre 2009 dal Sottosegretario di Stato per la difesa, On.le Cossiga, presso la IV Commissione della Camera - l'assenso reciproco circa la trattazione delle violazioni della propria disciplina militare. A tal fine viene previsto il ricorso a un comitato misto competente esclusivamente per l'accertamento di violazioni disciplinari; sul punto i due Paesi contraenti si impegnano a verificare congiuntamente ogni presunta violazione disciplinare commessa dal proprio personale nei confronti del personale della controparte e ad applicare, in caso di ravvisata violazione, il proprio regolamento di disciplina militare.
Il Governo e, quindi, il Ministero della difesa, per quanto di competenza, in attuazione dell'Ordine del Giorno in oggetto, porrà in essere ogni utile iniziativa tesa ad inserire nel testo dell'Accordo alcuni adattamenti finalizzati a migliorare la definizione degli aspetti concernenti la giurisdizione e la cooperazione giudiziaria, tenendo conto delle clausole negoziate nei trattati medio tempore stipulati dall'Italia su temi analoghi successivamente alla firma dell'accordo in esame, che ha avuto luogo nel 2003”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/3016/1 Ordine del giorno |
Gidoni |
Assemblea |
16/03/10 |
IV |
Tutela dei siti storici religiosi serbi in Kosovo |
L’ordine del giorno Gidoni ed altri n. 9/3016/1, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 17 dicembre 2009, impegnava l’esecutivo ad assicurare ogni impegno ed iniziativa nazionale, nel quadro della missione KFOR, per la tutela dei siti storici religiosi serbi in Kosovo, prevedendo una pianificazione della riduzione della presenza italiana nella regione, e la conseguente ridislocazione delle truppe, che non pregiudichi la sicurezza dei siti e delle comunità coinvolte.
In merito a tale impegno il Ministero della difesa, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“Il Governo e, in particolare, il Ministro della difesa, per quanto di competenza, ben consapevole del ruolo che il nostro Paese ha sempre svolto nella sua azione di stabilizzazione nel Kosovo e nella convinzione che la presenza militare internazionale debba continuare a svolgere una azione di monitoraggio sul processo di progressivo radicamento sul territorio della missione EULEX per la formazione delle forze di sicurezza kosovare e la tutela delle minoranze, ha pianificato una riduzione della presenza delle nostre Forze armate in quel territorio nel quadro di una scelta condivisa con gli alleati nel corso del vertice dei Ministri della difesa della NATO dell'11 giugno 2009, ma - come dichiarato lo scorso 8 febbraio dal Sottosegretario di Stato per la difesa, On.le Crosetto, di fronte all'Assemblea della Camera - "poiché il Kosovo è vicino a casa nostra e poiché i monasteri ortodossi per noi rappresentano un elemento prioritario, il nostro contingente diminuirà in maniera inferiore rispetto agli altri".
La riduzione graduale, attenta e coordinata del contingente, che non comprometterà le capacità di risposta a eventuali minacce, è stata descritta, lo scorso 13 gennaio, dal Sottosegretario di Stato per la difesa, On.le Cossiga, nel corso del suo intervento presso le Commissioni riunite III e IV della Camera. Il citato processo prevede una rimodulazione dell'impegno militare a seguito di scadenze prepianificate, definite gate; ogni passaggio al gate successivo viene espressamente autorizzato dal Consiglio Atlantico su proposta delle Autorità militari. A fine gennaio scorso è iniziata la prima fase e l'intero processo dovrebbe completarsi entro la fine del 2010, sempre che vengano valutate positivamente le condizioni di sicurezza anche ai fini della salvaguardia dei siti storico-religiosi.
In tale contesto, il contingente italiano continuerà ad assicurare la salvaguardia di quattro luoghi di culto della Chiesa serbo-ortodossa (il monastero di Visoky a Decani, il monastero di Goriok, il monastero di Budisavic e il Patriarcato di Pec) e a garantire con continuità la protezione delle popolazioni con un dispositivo di adeguata consistenza, articolato su presidi fissi e pattuglie mobili”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/3016/4 Ordine del giorno |
Polledri |
Assemblea |
16/03/10 |
IV |
Rilancio del Polo di mantenimento pesante Nord che provvede alla manutenzione dei mezzi terrestri impiegati dall’esercito |
L’ordine del giorno Polledri ed altri n. 9/3016/4,accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 17 dicembre 2009, impegnava l’esecutivo a valutare le modalità più opportune per cercare di non ridurre il ruolo del Polo di mantenimento pesante Nord (il cui compito istituzionale è quello di provvedere alla manutenzione dei mezzi terrestri impiegati dall'Esercito) e prepararne il rilancio attraverso l’assunzione di personale in sostituzione di quello destinato alla quiescenza nel prossimo futuro.
In merito a tale impegno il Ministero della difesa ha trasmesso la seguente nota:
“Il Governo è ben consapevole dell'importanza che i Poli di mantenimento dell'esercito rivestono quali strutture strategiche di supporto delle forze terrestri e come rilevanti realtà nel tessuto industriale e occupazionale delle aree territoriali sulle quali insistono.
In tale quadro, in attuazione degli impegni assunti con l'O.d.G. in oggetto, il Ministero della difesa, a seguito dell'approvazione del D.M. 18 novembre 2009, recante il decreto di struttura del polo di mantenimento pesante nord di Piacenza, ha incrementato di 204 unità le dotazioni organiche di personale civile del predetto ente.
D'altra parte, il rilancio del Polo di mantenimento di Piacenza attraverso l'assunzione di personale in sostituzione di quello destinato alla quiescenza nel prossimo futuro, non può prescindere dalla considerazione delle limitazioni alle assunzioni normativamente previste per la pubblica amministrazione nel suo complesso, nel quadro più generale di risanamento della finanza pubblica.
Si sottolinea, infine, con riferimento agli aspetti infrastrutturali, che i competenti organi tecnici del Dicastero, in accordo con l'amministrazione comunale di Piacenza, stanno individuando possibili iniziative che possano consentire l'opportuno potenziamento dell'attuale sede, mediante l'utilizzo di risorse derivanti dalla valorizzazione e la razionalizzazione di altri immobili ubicati sul territorio cittadino”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2936-A/118 Ordine del giorno |
Cirielli |
Assemblea |
18/03/10 |
IV |
Costituzione della Società Difesa servizi S.p.a. |
L’ordine del giorno Cirielli ed altri n. 9/2936-A/118, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 16 dicembre 2009, impegnava l’esecutivo a valutare l'opportunità di adottare iniziative normative volte a fornire un'interpretazione sistematica delle disposizioni recate dall'articolo 2, comma 222, della legge n. 191 del 2009 (legge finanziaria 2010), applicandole nel senso che: a) sono esclusi dagli obblighi di comunicazione di cui al medesimo comma 222 sia gli immobili militari, sia gli alloggi militari da alienare; b) le competenze che il comma 222 attribuisce dell'Agenzia del Demanio in materia di gestione degli immobili di proprietà dello Stato, in particolare per quelli in uso al Ministero della difesa, riguardano esclusivamente le locazioni passive e pertanto non interferiscono con i compiti della costituenda società Difesa Servizi Spa; c) il valore patrimoniale da prendere a riferimento, con riguardo ai fondi di investimento immobiliari rimane quello riscontrato dai documenti contabili alla data di entrata in vigore della legge finanziaria 2010.
In merito a tale impegno il Ministero della difesa ha trasmesso la seguente nota:
“Con riguardo alla eventuale necessità di precisare l'ambito operativo del comma 222, dell'articolo 2, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria 2010) - recante la disciplina di un meccanismo di gestione accentrata del patrimonio dello Stato, nonché dei beni di proprietà di terzi in uso a qualsiasi titolo da parte delle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo l, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 - l'Amministrazione della difesa ritiene che già dal quadro normativo esistente, senza necessità di un ulteriore intervento normativo di carattere interpretativo, emerga che la citata disposizione non può incidere sulle disposizioni di carattere speciale che disciplinano e regolano le modalità attraverso le quali il medesimo Dicastero provvede alla valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare e alloggiativo.
Ci si intende riferire, in particolare, alle seguenti disposizioni:
- articolo 14-bis, comma 3, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, il quale prevede che il Ministero della difesa, sentito il Ministero dell'economia e delle finanze - Agenzia del demanio, possa procedere all'alienazione, permuta, valorizzazione e gestione degli immobili militari;
- articolo 2, comma 628, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, che prevede l'alienazione di alloggi militari nell'ambito della realizzazione del programma pluriennale per la costruzione, l'acquisto e la ristrutturazione di alloggi di servizio, previsto dal comma 627 del medesimo articolo;
- articolo 2, della citata legge finanziaria 2010, che:
al comma 27, prevede la possibilità per la Difesa di avvalersi della neo costituita società Difesa Servizi S.p.A. per la valorizzazione e gestione economica degli immobili militari, fatta eccezione per la loro vendita;
al comma 194, concernente la costituzione da parte del Ministero della difesa di fondi di investimento immobiliare, fissa al valore patrimoniale posseduto, alla data di entrata in vigore della medesima legge, dagli immobili militari conferiti ai citati fondi di investimento il corrispettivo minimo, al termine dell'operazione, da destinare all'entrata del bilancio dello Stato.
In ragione della specialità delle richiamate disposizioni di valorizzazione del patrimonio della Difesa, talune delle quali peraltro recate dalla medesima legge finanziaria 2010, non si può che concludere nel senso che gli immobili e gli alloggi militari sono esclusi dall'applicazione dell'articolo 2, comma 222, della legge n. 191 del 2009, per i seguenti aspetti:
a) comunicazione, entro il 31 gennaio, all'Agenzia del Demanio delle superfici non più necessarie, poiché gli immobili e gli alloggi militari sono comunque necessari rientrando, rispettivamente, nelle procedure di valorizzazione e di alienazione di cui all'articolo 14, comma 3, del decreto-legge n. 112 del 2008, e all'articolo 2, comma 628, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008);
b) gestione accentrata degli immobili di proprietà dello Stato da parte dell'Agenzia del demanio, giacché essa deve ritenersi riferita esclusivamente alle locazioni passive, senza quindi incidere sulle competenze del Ministero della difesa in materia di valorizzazione del patrimonio, perseguibile anche avvalendoci della società "Difesa Servizi Spa";
c) inserimento dei beni immobili, a valore di mercato, nel conto patrimoniale dello Stato che non incidono sulle disposizioni di carattere speciale che regolano le procedure di versamento all'entrata del bilancio dello Stato dei proventi derivanti dal conferimento di immobili militari ai fondi comuni di investimento immobiliare.
Ad ogni buon conto, nel caso in cui dovessero ugualmente sorgere, in sede di concreta applicazione della norma, dubbi in ordine alla correttezza della linea interpretativa sopra delineata, si procederà, nel senso suggerito con l'O.d.G. in oggetto, adottando una specifica norma di carattere interpretativo”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/3016/14 Ordine del giorno |
Evangelisti |
Assemblea |
18/03/10 |
IV |
Partecipazione dell'Italia al processo di stabilizzazione in Afghanistan |
L'ordine del giorno Evangelisti ed altri n. 9/3016/14, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 17 dicembre 2009, impegnava l'esecutivo a verificare la tenuta dell'attuale assetto politico dell'Afghanistan e, conseguentemente, ad attivarsi affinché sia promossa a livello internazionale una immediata riflessione sulla presenza dei contingenti militari in quella regione e a proporre in brevissimo tempo adeguate strategie, anche in ambito NATO, finalizzate ad individuare la possibilità di una exit strategy, da valutarsi anche come autonoma strategia da perseguire per l'Italia; a verificare inoltre le reali condizioni in cui il contingente italiano si trova ad operare, considerato che allo stato attuale è in corso di fatto una guerra civile tra diverse fazioni. L'ordine del giorno impegnava altresì il Governo a sostenere nell'immediato ogni sforzo logistico e economico al fine di garantire la sicurezza delle Forze armate italiane attualmente impegnate in tutti gli scenari internazionali, con particolare riguardo alla difficile situazione dell'Afghanistan.
In merito a tali impegni il Ministero della difesa, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“Il Governo e, in particolare, il Ministro della difesa, per quanto di competenza, ben consapevole delle ragioni di politica interna e internazionale sulle quali si fonda la partecipazione del nostro Paese all'attività di stabilizzazione dell'Afghanistan, ha sempre mantenuto ben fermo l'impegno delle nostre Forze armate in quell'area, nel rispetto delle determinazioni assunte concordemente agli altri Paesi alleati.
In questo quadro, le forze dell'Alleanza atlantica impegnate nel territorio afghano hanno adottato un approccio globale (comprehensive approach) che assicuri la contestualità dell'intervento militare alla realizzazione di iniziative di sostegno allo sviluppo sociale, economico, culturale e sanitario del Paese. La nuova strategia per l'area, descritta il 10 dicembre 2009 dal Ministro della difesa nel corso dell'audizione presso le Commissioni riunite III e IV della Camera e 3^e 4^ del Senato, affianca a tale approccio un deciso rafforzamento della presenza militare, con un'aspettativa di risultati in tempi brevi e l'incremento delle pressioni sul Governo afghano per il trasferimento in tempi certi alle autorità del Paese asiatico della piena responsabilità della sicurezza nazionale.
Come illustrato dal Ministro della difesa nel corso della citata audizione, questa è la “strategia di transizione” che il nostro Paese contribuirà a portare avanti, insieme agli alleati, con una prospettiva temporale determinata. La previsione ragionevole è di iniziare il rientro nel 2011 e, comunque, di completarlo non oltre il 2013, anno in cui scadrà il nuovo mandato del Presidente Karzai e termine massimo che la NATO e lo stesso Presidente afghano si sono dati per riconsegnare alla popolazione un paese pacificato.
La nuova strategia italiana in Afghanistan comporta un impiego di più uomini, ma anche un incremento di risorse e mezzi, ponendo sempre come obiettivo prioritario la massima sicurezza possibile in un contesto operativo difficile per i nostri militari, come ha sottolineato il Ministro della difesa davanti alle Commissioni di Camera e Senato nella medesima audizione.
A questo scopo è stata avviata l’immissione delle nuove ralle protette per incrementare la sicurezza del personale a bordo dei veicoli Lince, di altri mezzi a sostegno del quarto battlegroup italiano, di recente schieramento, e di nuovi blindato Freccia. Inoltre, il nostro Paese da tempo compie un continuo sforzo per dotare le Forze armate di un’ampia gamma di mezzi e materiali, inclusi i sistemi di protezione attiva e passiva contro gli IED, ponendo la massima attenzione ai relativi requisiti operativi e all’addestramento del personale per garantirne un efficace impiego”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2561-A/199 Ordine del giorno |
Villecco Calipari |
Assemblea |
30/03/10 |
IV |
Opportunità del rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato stipulati con la manodopera esterna impiegata a supporto delle attività svolte dal Genio campale delle Forze armate |
L’ordine del giorno Villecco Calipari ed altri n. 9/2561-A/199, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 27 luglio 2009, impegnava l’esecutivo a valutare l’opportunità, nell’ambito delle risorse già stanziate a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, di prorogare o rinnovare, per una o più volte, il contratto di lavoro a tempo determinato di ciascun lavoratore necessario alle attività dei gruppi del Genio campale, ottemperando nel contempo agli adempimenti previsti dalle norme contenute nel decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78 (divenuto legge n. 102 del 3 agosto 2009).
In merito a tale impegno il Ministero della difesa ha trasmesso la seguente nota:
“Già nella nota di attuazione, n. 8/42127 inoltrata al Servizio di controllo parlamentare della Camera in data 28/09/2009, riferita all'O.d.G. n. 9/2468/19, è stato indicato che il Governo e il Ministro della difesa in particolare, hanno nella massima considerazione il contributo fornito dai gruppi del Genio campale delle Forze armate nelle attività istituzionali a supporto delle esigenze delle Forze armate e in quelle di soccorso e emergenza ed agiscono, quindi, concretamente per consentire al Genio campale di continuare ad avvalersi di manodopera professionalmente specializzata e rivelatasi pienamente affidabile per i profili di competenza.
Ciò stante, si conferma che, avuto riguardo alle esigenze istituzionali del Ministero della Difesa sia in territorio nazionale, sia all'estero e alle aspettative del personale potenzialmente interessato, è intendimento dell'Amministrazione della difesa di procedere, d'intesa con i competenti Dipartimenti degli altri Dicasteri interessati, all'introduzione di disposizioni volte alla proroga dei contratti de qua”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2561-A/54 Ordine del giorno |
Recchia |
Assemblea |
30/03/10 |
IV |
Efficienza del sistema giudiziario militare |
L’ordine del giorno Recchia ed altri n. 9/2561-A/54, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 27 luglio 2009, osservato in premessa che le previsioni recate dal comma 18 dell'articolo 23 dell'A.C. 2561 (nel corso del cui esame è stato presentato l'atto di indirizzo in titolo) avrebbero potuto determinare elementi di criticità, impegnava l’esecutivo ad adottare urgentemente ulteriori disposizioni normative e regolamentari finalizzate a superare tali criticità e ad evitare una riduzione dell’efficienza del sistema giudiziario militare.
In merito a tale impegno il Ministero della difesa ha trasmesso la seguente nota:
“Le previsioni contenute al comma 18, articolo 23, del decreto-legge 1 luglio 2009, n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n.102. intervenendo sull'articolo 1 della legge istitutiva del Consiglio della Magistratura Militare (legge n. 561 del 1988) sono finalizzate al completamento di un quadro normativo teso a razionalizzare la composizione e il funzionamento dell'organo di autogoverno della Magistratura militare, in linea con la riforma dell'ordinamento giudiziario militare varata dall'articolo 2, commi 603-611, della legge finanziaria per il 2008 (legge n. 244 del 2007). Più nel dettaglio ai sensi del comma 18 del citato articolo 23 del decreto-legge n. 78 del 2009 i componenti togati del Consiglio sono collocati fuori ruolo per la durata del mandato, rendendo indisponibile - per la medesima durata - il posto di organico.
Al riguardo si rappresenta che la citata disposizione sul collocamento fuori ruolo, già in vigore per la magistratura ordinaria (articolo 30, secondo comma, del dPR n. 916 del 1958) colma un vuoto normativo e trova fondamento nell'esigenza di garantire l'esercizio, in modo pieno ed efficace, delle funzioni connesse con il mandato elettivo, in analogia a quanto già avviene per i magistrati ordinari.
La dotazione di magistrati degli uffici giudiziari militari, d'altra parte, appare poter consentire di gestire, senza le ipotizzate criticità, l'attività di lavoro per il periodo di durata dell'incarico nel Consiglio della Magistratura Militare, anche nella temporanea assenza dalle funzioni requirenti o giudicanti dei due magistrati eletti al Consiglio della magistratura militare.
La prevista indisponibilità dei due posti di organico dei magistrati militari eletti a1 Consiglio della magistratura militare è finalizzata a chiarire l'impossibilità di ripianare i due posti dei predetti magistrati militari collocati fuori ruolo ricorrendo a nuove assunzioni, le quali comporterebbero oneri che non trovano copertura finanziaria nella norma.
Ciò stante e fermo restando che allo stato non risultano emerse criticità dall'applicazione della nuova disciplina, vi è l'impegno ad introdurre le necessarie modificazioni alle disposizioni citate laddove, all'ulteriore applicazione di esse, si dovessero rivelare opportune”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/3016/3 Ordine del giorno |
Garofani |
Assemblea |
30/03/10 |
IV |
Adeguamento del codice penale militare alla mutata composizione delle Forze armate a seguito della sospensione del servizio militare di leva ed alle nuove realtà operative internazionali |
9/3016/6 Ordine del giorno |
Duilio |
Gli ordini del giorno Garofani ed altri n. 9/3016/3 e Duilio ed altri n. 9/3016/6, accolti dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 17 dicembre 2009, impegnavano l’esecutivo a presentare con urgenza un disegno di legge per un nuovo codice penale militare adeguato alla realtà delle operazioni fuori area ed alla mutata composizione delle Forze armate dopo la sospensione del servizio militare di leva, rispettoso del diritto umanitario internazionale, delle esigenze di una giusta tutela giurisdizionale nelle situazioni in cui sono chiamati ad operare i militari italiani e conforme ai principi di certezza e conoscibilità affermati dalla giurisprudenza della Corte costituzionale.
In merito a tali impegni il Ministero della difesa ha trasmesso la seguente nota:
“Il Governo e, in particolare, il Ministro della difesa, rispondendo ad un'esigenza avvertita dalle Forze armate e già rappresentata in Parlamento, ha pienamente adempiuto all'impegno posto con 1'O.d.G. in oggetto.
Infatti, con deliberazione del Consiglio dei Ministri del 1° marzo u.s., è stato approvato il testo di un disegno di legge per il conferimento della delega al Governo all'emanazione del codice delle missioni militari all'estero che risponde all'esigenza di disporre di una disciplina distinta, specifica e organica per la partecipazione dei militari italiani alle missioni internazionali di supporto alla pace, ponendo come primo riferimento la tutela dei "soggetti deboli" coinvolti nelle operazioni militari (infermi, feriti, popolazione civile, prigionieri), la coesione interna delle Forze e la salvaguardia del personale impiegato nelle operazioni, nel quadro dell'imprescindibile rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario.
Il provvedimento, presentato al Senato, prevede, in sintesi, principi e criteri di delega che introducono, tra l'altro:
- il completo adeguamento dell'ordinamento interno al diritto internazionale in tema di crimini e di protezione delle vittime civili dei conflitti armati, attraverso l'introduzione, previa attenta revisione, delle fattispecie di reato ispirate al diritto umanitario e contro il servizio contenute nel solo Codice di guerra e il recepimento delle ulteriori previsioni incriminatrici contenute nello Statuto della Corte penale internazionale, ratificato dall'Italia nel 1999;
- una chiara e specifica nozione di "reato militare";
- una definizione organica delle norme processuali specificamente applicabili alle missioni all'estero, nel rispetto del riparto di giurisdizione tra autorità giudiziaria ordinaria e autorità giudiziaria militare statuito dall'articolo 103, ultimo comma, della Costituzione”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/3016/15 Ordine del giorno |
Di Biagio |
Assemblea |
30/03/10 |
IV |
Adeguamento del codice penale militare di pace |
L’ordine del giorno Di Biagio ed altri n. 9/3016/15, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 17 dicembre 2009, impegnava l’esecutivo a valutare l’eventualità di predisporre adeguati interventi legislativi volti ad attuare una modifica del codice penale militare di pace rispondente alle dinamiche delle operazioni militari ed all'evoluzione della struttura delle Forze armate e coordinata con le norme internazionali in materia di diritti umani e di diritto internazionale dei conflitti armati.
In merito a tale impegno il Ministero della difesa ha trasmesso la seguente nota:
“Il Governo opera in piena sintonia con l'impegno assunto con l'O.d.G. in oggetto.
Infatti, il l° marzo u.s. il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo di un disegno di legge recante "Codice penale delle missioni militari all'estero", predisposto sulla base degli studi condotti da un gruppo di Lavoro appositamente costituito dal Ministro della difesa, presieduto dal Consigliere giuridico dello stesso Ministro e composto da rappresentanti dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa, da ufficiali delle Forze armate compresa l'Arma dei Carabinieri e del Corpo della guardia di finanza, da magistrati militari e ordinari e da un professore universitario.
Il provvedimento, presentato al Senato, prevede, in sintesi, principi e criteri di delega che introducono, tra l'altro:
- il completo adeguamento dell'ordinamento interno al diritto internazionale in tema di crimini e di protezione delle vittime civili dei conflitti armati, attraverso l'introduzione, previa attenta revisione, delle fattispecie direato ispirate al diritto umanitario e contro il servizio contenute nel solo Codice di guerra e il recepimento delle ulteriori previsioni incriminatrici contenute nello Statuto della Corte penale internazionale, ratificato dall'Italia nel 1999;
- una chiara e specifica nozione di "reato militare";
- una definizione organica delle norme processuali specificamente applicabili alle missioni all'estero, nel rispetto del riparto di giurisdizione tra autorità giudiziaria ordinaria e autorità giudiziaria militare statuito dall'articolo 103, ultimo comma, della Costituzione.
Il citato disegno di legge costituisce il primo rilevante tassello di una riforma complessiva delle leggi penali militari: infatti il medesimo gruppo di lavoro è ora incaricato di procedere all'elaborazione di uno o più schemi di disegno di legge delega per la riforma dei codici penali militari di pace e di guerra, al fine di renderli pienamente aderenti al diritto interno e al diritto internazionale, nonché alle esigenze connesse alla sospensione del servizio obbligatorio di leva e alla contestuale adozione del nuovo modello delle Forze armate, basate su personale volontario e professionale”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/1972/32 Ordine del giorno |
Villecco Calipari |
Assemblea |
30/03/10 |
IV |
Realizzazione di un piano straordinario di interventi di ammodernamento dell’arsenale militare di Taranto |
L’ordine del giorno Villecco Calipari ed altri n. 9/1972/32, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 14 gennaio 2009, impegnava l’esecutivo a valutare l’opportunità di assumere con tempestività le iniziative necessarie a realizzare un piano straordinario di interventi per garantire la piena efficienza e l’ammodernamento dell’arsenale militare di Taranto, utilizzando una adeguata quota delle risorse nazionali disponibili del Fondo aree sottosviluppate nell’arco del triennio 2009-2011.
In merito a tale impegno il Ministero della difesa ha trasmesso la seguente nota:
“II Governo opera in piena sintonia con l'impegno assunto con 1'O.d.G. in oggetto, nella consapevolezza della rilevanza che gli arsenali rivestono quali strutture strategiche di supporto delle forze navali e quali importanti realtà socio-economiche del Paese.
Proprio nella considerazione dell'importanza rivestita dagli arsenali e a fronte delle criticità del loro funzionamento, il Governo, e in particolare il Ministro della difesa, ha avviato una politica di globale efficientamento del sistema arsenalizio attraverso un'opera di ristrutturazione organizzativa, tecnico-logistica, infrastrutturale e di rinnovamento tecnologico al fine di preservare la capacità di assicurare l'efficienza dello strumento navale, anche nell'interesse dei lavoratori dipendenti.
L'impegno del Governo in tal senso è stato evidenziato dal Sottosegretario di Stato per la difesa, On.le Cossiga, nel corso del suo intervento del 24 giugno 2009 presso la 4^ Commissione del Senato.
Giova segnalare, al riguardo, che sin dal settembre 2007 il Ministro della difesa pro-tempore, sulla base di una proposta elaborata da un precedente gruppo di lavoro ha affidato ad un apposito comitato, denominato Comitato Area Industriale Difesa (CAID), l'approfondimento e la proposizione delle attività necessarie per l'attuazione delle linee d'azione finalizzate ad avviare una soluzione definitiva e organica per l'efficientamento di tutti gli stabilimenti di lavoro della Difesa e, nello specifico, degli arsenali. Sulla base della relazione conclusiva dei lavori del CAID, con decreto del Ministro della difesa in data 27 aprile 2009, è stato istituito il Comitato per la riconversione degli arsenali della Marina militare (CRAMM), incaricato di svolgere una attenta attività di studio e approfondimento finalizzata a rendere il sistema arsenalizio più efficiente e funzionale alle attuali esigenze delle Forze armate, che ha recentemente portato a termine il mandato affidatogli.
Le risultanze dell'attività del CRAMM hanno già determinato alcune iniziative, come, ad esempio, la stipula, in data 30 luglio 2009, di un Protocollo d'intesa tra il Ministero della difesa, il Ministero dello sviluppo economico e l"Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa" (Invitalia) finalizzato alla promozione del recupero e dell'efficientamento degli Arsenali della Marina militare (compreso quello di Taranto), anche attraverso la realizzazione di uno o più poli produttivi volti alla valorizzazione delle aree interessate, con l'obiettivo di favorire anche l'incremento delle dotazioni finanziarie della Difesa.
In relazione alla specifica indicazione, contenuta nell'O.d.G., di accedere alle risorse del Fondo Aree Sottosviluppate (F.A.S.), di cui all'articolo 61 della legge n. 289 del 2002, si evidenzia che:
- nell'ambito del Protocollo d'intesa citato, in relazione all'impegno assunto dal Ministero dello sviluppo economico di "porre in essere quanto nelle proprie disponibilità per concorrere alla ricerca e all’individuazione delle fonti di finanziamento per l'implementazione delle iniziative di cui al Protocollo" (articolo 3), potranno essere individuati eventuali percorsi da intraprendere per il reperimento delle necessarie risorse finanziarie, eventualmente anche a valere sui fondi F. A. S.;
- tale possibilità - già ricercata infruttuosamente in passato - è all'attenzione del Ministero della difesa ai fini dell'individuazione di una posizione condivisa con il Ministero dello sviluppo economico, per la successiva sottoposizione di adeguate proposte al Comitato interministeriale per la programmazione economica”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2714/197 Ordine del giorno |
Garofani |
Assemblea |
30/03/10 |
IV |
Destinazione di parte delle risorse derivanti dall’applicazione dello scudo fiscale all’organizzazione e al funzionamento di asili nido a disposizione del personale appartenente alle Forze armate |
L’ordine del giorno Garofani n. 9/2714/197, accolto come raccomandazione dal Governo, limitatamente al dispositivo nella seduta dell’Assemblea del 2 ottobre 2009, impegnava l’esecutivo a destinare un’adeguata quota del gettito derivante dall’applicazione dello scudo fiscale all’incremento, in via straordinaria per l’anno 2010, delle risorse da destinare alla organizzazione ed al funzionamento di asili nido destinati a conciliare le esigenze familiari e quelle lavorative degli appartenenti alle Forze armate.
In merito a tale impegno il Ministero della difesa, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“In relazione all'impegno assunto con l'Ordine del Giorno in oggetto, per gli aspetti di competenza, occorre evidenziare che il Ministro della difesa si è personalmente impegnato per il più proficuo utilizzo del fondo di tre milioni di euro per il triennio 2008-2010, di cui all'articolo 2, commi 458-460, della legge 24 dicembre 2007, n.244 (finanziaria 2008), destinato alla realizzazione e funzionamento di servizi socio-educativi per la prima infanzia presso enti e reparti del Ministero della difesa. Questo ha permesso la realizzazione di 11 asili nido, di cui 7 già funzionanti, e il finanziamento di altri 3 progetti in corso di realizzazione, distribuiti su tutto il territorio nazionale.
In questo quadro, il Ministero della difesa, al fine di destinare ulteriori risorse per l'organizzazione e funzionamento di asili nido a disposizione del personale dipendente, anche in applicazione alla prospettiva di genere e per l'attuazione della normativa in materia di pari opportunità, attingerà alle risorse di bilancio disponibili e a quelle aggiuntive che potranno essere ulteriormente previste nell'ambito della prossima manovra finanziaria”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 marzo 2010) |
94 |
Note di attuazione pervenute |
63 |
Percentuale di attuazione |
67% |
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2468/93 Ordine del giorno |
Costa |
Assemblea |
18/03/10 |
VIII |
Entrata in vigore delle nuove norme tecniche per le costruzioni di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008 |
L'ordine del giorno Costa ed altri n. 9/2468/93, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 17 giugno 2009, premesso che l'articolo 1-bis del disegno di legge n. 2468 fissava al 30 giugno 2009 il limite alla possibilità di applicare, in alcune situazioni, le norme tecniche vigenti prima del decreto ministeriale 14 gennaio 2008, recante “Norme tecniche per le ricostruzioni”, impegnava l'esecutivo a chiarire che l'applicazione del richiamato articolo 1-bis ha valore per i progetti presentati dopo il 30 giugno 2009.
In merito a tale impegno il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha trasmesso la seguente nota:
“Come noto, con l'entrata in vigore del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, il 30 giugno 2009 è cessato il regime transitorio per l'operatività della revisione delle norme tecniche per le costruzioni.
La conseguente obbligatorietà di applicazione, a far data dal 1° luglio 2009, delle nuove norme tecniche per le costruzioni di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008, ha suscitato da più parti un legittimo interesse teso all'ottenimento di chiarimenti in ordine al regime degli interventi per i quali, anche successivamente al termine del 30 giugno 2009, possa applicarsi la normativa tecnica precedentemente in vigore.
Con l'intento di orientare in maniera univoca gli operatori del settore, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha emanato la circolare 5 agosto 2009 recante “Nuove norme tecniche per le costruzioni approvate con decreto del Ministro delle infrastrutture 14 gennaio 2008 - Cessazione del regime transitorio di cui all'art. 20, comma 1, del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248”.
Riguardo al merito della suddetta circolare, sono pervenute al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti numerose segnalazioni aventi quale comune denominatore l'evidenza di una persistente difficoltà di assimilazione della autentica portata della regolamentazione normativa del periodo successivo al 30 giugno 2009 laddove viene affrontata la questione del discrimine della obbligatorietà di applicazione della nuova normativa per le costruzioni di natura privatistica.
Tenuto conto della particolare rilevanza della materia in argomento che trascende l'ambito della disciplina del territorio per attingere a valori di tutela dell'incolumità pubblica, quale ulteriore contributo esplicativo e chiarificatore delle suddette problematiche, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha emanato la circolare 11 dicembre 2009 “Entrata in vigore delle norme tecniche per le costruzioni di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008. Circolare 5 agosto 2009. Ulteriori Considerazioni esplicative” (GU n. 297 del 22 dicembre 2009).
Tale circolare chiarisce, tra l'altro, che dovendosi individuare, anche con riguardo alle iniziative private, un momento certo ed incontestabile per potersi parlare di inizio delle costruzioni e delle opere infrastrutturali, detto momento non possa essere altro che quello dell'avvenuto deposito, ai sensi e per gli effetti degli articoli 65 e 93 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, entro la data del 30 giugno 2009, presso i competenti uffici comunali comunque denominati.
La predetta circolare dell'11 dicembre 2009 reca, inoltre, ulteriori chiarimenti in ordine alle varianti progettuali in corso d'opera, nonché, in relazione alle costruzioni ed opere infrastrutturali pubbliche o di interesse pubblico, all'ambito soggettivo di riferimento”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2897/25 Ordine del giorno |
Viola |
Assemblea |
18/03/10 |
IX |
Iniziative normative volte alla costituzione di una autorità indipendente con compiti di vigilanza sull'esercizio delle concessioni autostradali |
L'ordine del giorno Viola ed altri n. 9/2897/25, non accolto dal Governo ed approvato dall'Assemblea nella seduta del 18 novembre 2009, impegnava l'esecutivo ad adottare le opportune iniziative normative volte a risolvere definitivamente il problema dell'istituzione di un'autorità indipendente, con compiti di vigilare sull'esercizio delle concessioni autostradali.
In merito a tale impegno il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha trasmesso la seguente nota:
“Con l'ordine del giorno in esame, viene chiesto l'impegno del Governo ad adottare le opportune iniziative normative per l'istituzione di una Autorità indipendente, con compiti di vigilanza sull'esercizio delle concessioni autostradali.
Preliminarmente, si osserva che l'istituzione di una Autorità preposta alla vigilanza nel Settore autostradale non appare lo strumento più idoneo per disciplinare a1 meglio le relative funzioni.
Come è noto, infatti, compito precipuo delle Autorità indipendenti è quella di assolvere a funzioni tutorie di interessi che assumono rilevanza costituzionale.
Tale esigenza è motivata dalla convinzione che determinate competenze debbano far capo a soggetti che agiscono in veste neutra per il perseguimento di interessi protetti dall'ordinamento.
Nella fattispecie, non sembra opportuno istituire una Autorità per la vigilanza sull'esercizio delle concessioni autostradali in quanto tale attività non appare assumere rilevanza costituzionale. Al riguardo si evidenzia che l'istituzione di una Autorità comporterebbe oneri finanziari non indifferenti per il relativo funzionamento.
Nell'ambito della normativa di settore vigente l’art. 7, comma 2 del decreto legge n. 138/2002, convertito in legge n. 178/2002, ha previsto che siano attribuiti ad ANAS S.p.A., tra l'altro, con concessione, la costruzione di nuove autostrade, anche a pedaggio, sia direttamente sia mediante concessione a terzi.
Sono state, inoltre, attribuite ad ANAS le funzioni di concedente, in luogo dello Stato, per la gestione, manutenzione, adeguamento, nonché vigilanza sull'esecuzione dei lavori delle opere in concessione. A tale proposito si rappresenta che, al fine di dirimere conflitti d'interesse in capo ad ANAS per il duplice ruolo rivestito dalla Società in questione (controllore-controllato, concedente-concessionario), l’art. 1 comma 1023 della legge n. 296/2006 ha previsto la separazione dei compiti di vigilanza da ANAS S.p.A. e, per effetto del citato dispositivo normativo, è stata emanata in data 30 luglio 2007 una direttiva interministeriale (Ministero delle infrastrutture - Ministero dell'economia e finanze) con la quale è stato tracciato un percorso operativo, di più fasi, che prevede innanzitutto la costituzione di un organismo dotato di autonomia organizzativa, amministrativa finanziaria e contabile rispetto ad ANAS e successivamente la costituzione di una struttura, anche in forma societaria, con l'attribuzione del pacchetto azionario al MEF.
Allo stato attuale è operante l'organismo autonomo, denominato IVCA (Ispettorato vigilanza concessioni autostradali), che svolge, appunto, compiti dì vigilanza e monitoraggio sulle concessionarie autostradali, sotto il controllo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in attesa che vengano adottati gli opportuni provvedimenti, al fine di dare completa attuazione alla citata direttiva.
Si rileva, inoltre, che fanno capo a questo Ministero, ai sensi dell'art. 98 comma 3, del decreto legislativo n. 112/1998 funzioni di vigilanza e controllo che si sostanziano nella determinazione ed adeguamento delle tariffe autostradali, nell'approvazione delle concessioni di costruzione e gestione, nel controllo delle concessionarie autostradali relativamente all'esecuzione dei lavori ed al rispetto dei piani finanziari.
Tali competenze sono attualmente incardinate presso un'articolazione di questo Ministero ai sensi dell'art. 5, comma 6, del D.P.R., n. 211/2008 (Regolamento di organizzazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti) e dell'art. 2, comma 5, del decreto ministeriale n. 307/2009 attuativo del predetto regolamento. Sulla base di tali disposizioni, pertanto, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è titolare di compiti di indirizzo, vigilanza e controllo tecnico-operativo sui gestori di infrastrutture viarie, appartenenti alla rete nazionale e di programmazione e monitoraggio degli investimenti nel settore autostradale.
E' evidente, per quanto sopra esposto, che la proposta Autorità verrebbe ad assorbire le competenze facenti ora capo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed alla costituita IVCA”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 marzo 2010) |
273 |
Note di attuazione pervenute |
27 |
Percentuale di attuazione |
10% |
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
1/00275 Mozione |
Cicchitto |
Assemblea |
04/03/10 |
I |
Iniziative in materia di contrasto dell'immigrazione clandestina e per assicurare il rispetto delle norme costituzionali e internazionali, con particolare riferimento alle operazioni di respingimento |
La mozione Cicchitto, Cota, Lo Monte ed altri n. 1/00275, accolta dal Governo ed approvata dall'Assemblea nella seduta del 24 novembre 2009, impegnava l'esecutivo: a proseguire nell'azione di controllo e regolamentazione dei flussi migratori, al fine di contrastare con determinazione ogni forma di immigrazione clandestina; a proseguire nell'azione di difesa e garanzia dei necessari livelli di sicurezza nel nostro Paese, contrastando a questo fine l'immigrazione clandestina e promuovendo l'immigrazione legale; ad intervenire nei confronti dell'Unione europea affinché si definisca una politica comune di gestione e controllo dei flussi migratori a difesa degli equilibri sociali ed economici delle popolazioni europee ed affinché l'Europa possa diventare la meta di un'immigrazione effettivamente sostenibile; a proseguire nell'azione di riconsegna alla Libia degli immigrati irregolari, così come delineatasi in questi ultimi mesi.
In merito a tale impegno il Ministero dell'interno ha trasmesso la seguente nota:
“L'attività di contrasto all'immigrazione clandestina via mare è svolta con continuità e con positivi risultati.
Infatti, nel 2009 sono giunti illegalmente sulle coste italiane 9.573 stranieri, a fronte dei 36.951 del 2008, con una flessione percentuale del 74%.
Ciò premesso, si precisa che questo Ministero, tramite il Dipartimento della pubblica sicurezza, dedica da tempo particolare attenzione, sotto il profilo amministrativo ed investigativo, alle problematiche connesse all'immigrazione clandestina, adottando altresì adeguate misure di carattere organizzativo.
Già a partire dal 2001, infatti, in seno alle Questure, si è proceduto alla riorganizzazione. degli Uffici stranieri e delle Squadre mobili, al cui interno sono state individuate le Sezioni criminalità extracomunitaria e prostituzione. E' stato, inoltre, affidato, in via esclusiva, agli Uffici immigrazione, lo svolgimento di tutte le attività amministrative strumentali o comunque collegate all'esercizio delle potestà delle Autorità centrali e periferiche di pubblica sicurezza, aventi ad oggetto l'ingresso, il soggiorno, il respingimento, l'espulsione, il riconoscimento dello status di rifugiato, il conferimento della cittadinanza ed il relativo contenzioso.
Tra gli Uffici immigrazione delle Questure e la Direzione centrale dell'immigrazione e della Polizia delle frontiere del predetto Dipartimento, inoltre, è attivo un circuito di scambio informativo per la raccolta, l'elaborazione e l'analisi dei dati relativi a flussi e rotte migratorie, in stretto raccordo con le Squadre mobili ed il Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, che, a livello centrale, svolge un'azione di monitoraggio degli episodi delittuosi, al fine di dare impulso e coordinamento alle attività investigative degli organi territoriali.
In considerazione dell'incremento del traffico di esseri umani, soprattutto dalla Libia e dalla Tunisia, verso le coste della Sicilia e l'isola di Lampedusa, sono state intraprese mirate iniziative di contrasto, sia attraverso la collaborazione con i Paesi da cui il traffico di clandestini ha origine, sia dando maggiore impulso alle attività investigative. In Sicilia, in particolare, è stata da tempo istituita una task force permanente, composta da investigatori appartenenti ad Uffici centrali e periferici e da personale degli Uffici di polizia di frontiera, con l'obiettivo di acquisire, non soltanto presso le località di sbarco, ma anche e soprattutto nei centri di accoglienza per immigrati, informazioni utili a ricostruire il "modus operandi ", le rotte dei flussi e le caratteristiche dei sodalizi delinquenziali, suscettibili di sviluppi investigativi.
Le proiezioni internazionali delle attività di indagine vengono comunicate anche all'Unità Operativa Nazionale in Libia, costituita, nell'agosto del 2003, presso l'Ambasciata italiana a Tripoli, al fine di collaborare con le Autorità del paese africano nel contrasto dell'immigrazione clandestina. E' composta da investigatori del Servizio Centrale Operativo e da funzionari della Direzione centrale dell'immigrazione e della Polizia delle frontiere ed ha lo scopo di elaborare strategie operative e programmi di intervento congiunti con le forze di polizia di Tripoli, tesi a disarticolare le reti criminali che gestiscono il traffico di clandestini provenienti dal continente africano.
Infine, dal 22 giugno 2009, due funzionari della polizia nigeriana sono a disposizione della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato per concorrere alle attività di indagine condotte dalle Squadre mobili su organizzazioni criminali di quel paese”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2936-A/65 Ordine del giorno |
Granata |
Assemblea |
04/03/10 |
I |
Istituzione dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati alle mafie |
L'ordine del giorno Granata ed altri n. 9/2936-A/65, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 16 dicembre 2009, impegnava l’esecutivo a valutare l'opportunità di istituire l'Agenzia nazionale per i beni confiscati alle mafie, al fine di garantire l’utilizzazione sociale di tali beni e la loro gestione attraverso procedure trasparenti ed impermeabili da infiltrazioni mafiose.
In merito a tale impegno il Ministero dell'interno ha trasmesso la seguente nota:
“Si rappresenta che l'ordine del giorno in oggetto indicato ha ricevuto attuazione con il decreto-legge 4 febbraio 2010, n. 4, con il quale si è provveduto ad istituire l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e a disciplinarne 1'organizzazione e il funzionamento.
Nel Consiglio dei Ministri dello stesso 4 febbraio, è stata resa nota la nomina del direttore e dei componenti dell'Agenzia. I1 relativo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri è in corso di perfezionamento”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/1875/3 Ordine del giorno |
Borghesi |
Assemblea |
16/03/10 |
I |
Rimozione degli amministratori locali della regione Campania in caso di inosservanza delle normative in materia di gestione dei rifiuti |
L’ordine del giorno Borghesi n. 9/1875/3, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell’Assemblea dell’11 dicembre 2008, rilevato in premessa che l'articolo 3 del decreto-legge n. 172 del 2008 (convertito con la legge n. 210 del 2008) disponeva la rimozione degli amministratori locali nel caso di inosservanza della normativa in materia di gestione dei rifiuti, impegnava l’esecutivo a valutare l'opportunità di prevedere che la norma in questione si applichi solo se il mancato adempimento in materia di gestione dei rifiuti si configuri con effetti particolarmente gravi per la compatibilità dell’ecosistema locale, al fine di evitare il rischio di un utilizzo arbitrario della norma medesima.
In merito a tale impegno il Ministero dell'interno ha trasmesso la seguente nota:
“Com'è noto, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dott. Guido Bertolaso, sul finire dello scorso mese di novembre, ha proposto l'adozione di provvedimenti di rimozione nei confronti di 9 sindaci di comuni della Campania, 7 in provincia di Caserta (Castel Volturno, Aversa, Casal di Principe, Casaluce, Maddaloni, San Marcellino e Trentola Ducenta) e 2 in provincia di Napoli (Nola e Giugliano), ai sensi del comma 1-bis dell'art. 142 del TUEL, introdotto dall'art. 3 del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, convertito, con modificazioni, nella legge 30 dicembre 2008, n. 210.
L'intervento sanzionatorio in argomento si inserisce tra quelli già previsti ordinariamente dall'art. 142 del decreto legislativo 267/2000 e può essere disposto, con decreto del Ministro dell'Interno su proposta motivata del soggetto delegato alla gestione dell'emergenza, decorso inutilmente il termine assegnato da parte di quest'ultimo per l'adozione dei provvedimenti dovuti o necessari, nei confronti del sindaco, del presidente della provincia, o dei componenti dei consigli e delle giunte.
Le misure di rigore proposte dal Dott. Guido Bertolaso, che, peraltro, comportavano lo scioglimento dei relativi enti, trovavano fondamento in gravi e reiterate inadempienze, ampiamente documentate, tali da esporre a concreto e grave pericolo la salute dei cittadini e pregiudicare la salubrità dell'ambiente ed, in particolare:
1. grave inerzia nel fronteggiare l'incontrollato abbandono di rifiuti solidi urbani e di rifiuti speciali;
2. violazione del dovere, ex art. 198, comma 1, D.Lgs. 152/2006, di gestione dei rifiuti nelle more dell'aggiudicazione della gara ad evidenza pubblica indetta ai sensi dell'art. 202 del medesimo decreto legislativo;
3. inadempienza dei doveri del sindaco di provvedere, anche in danno dei soggetti obbligati, alla rimozione dei rifiuti, a prescindere dalla titolarità dell'area su cui insistono accumuli di rifiuti e dall'individuazione dei responsabili (art. 192, comma 3 del citato decreto).
Le censure mosse dal dott. Bertolaso, sulla gestione dell'emergenza rifiuti, nei sopra indicati comuni, risultavano tecnicamente ineccepibili. Infatti, anche dai riscontri forniti dai sindaci interessati, emergeva un atteggiamento di sostanziale inerzia nell'espletamento di specifici doveri agli stessi attribuiti, protrattosi per lungo tempo.
Tuttavia, a seguito di successive riflessioni e approfondimenti, effettuati attraverso le Prefetture territorialmente competenti, con decreti del Presidente della Repubblica del 31 dicembre 2009, si è ritenuto di dare corso alle procedure sanzionatorie nei confronti dei sindaci dei comuni di Maddaloni, Castel Volturno e Casal di Principe, tenuto conto delle gravità della fenomenologia attestata dal Prefetto, con l'ausilio delle forze di polizia.
Tanto vale ad evidenziare le cautele alle quali è stata improntata la concreta applicazione della norma che ha dato luogo alla formulazione dell'atto parlamentare in riferimento, ed a fugare ogni timore circa un'impropria utilizzazione della stessa, ad evitare la quale, peraltro, sarebbe sufficiente l'articolazione del procedimento stabilito dallo stesso articolo 142, comma 1-bis, che affida l'iniziativa al Sottosegretario delegato alla gestione dell'emergenza, attribuendo alla competenza del Ministro dell'interno le determinazioni circa la formulazione della proposta di rimozione del sindaco e del conseguente scioglimento dell'ente, previ opportuni approfondimenti e valutazioni.
Al riguardo, comunque, giova ricordare che, di recente, il decreto legge 31 dicembre 2009, n. 195, convertito, con modificazioni, in legge 26 febbraio 2010, n. 26, dichiarata la cessazione dello stato di emergenza in materia di rifiuti nella regione Campania, ha devoluto la materia alla competenza dei prefetti, nel quadro degli ordinari controlli sugli organi degli enti locali”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2561-A/18 Ordine del giorno |
Mazzoni |
Assemblea |
16/03/10 |
I |
Istituzione di un tavolo specifico finalizzato all’emersione del distretto illegale cinese nella provincia di Prato |
L’ordine del giorno Mazzoni ed altri n. 9/2561-A/18, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 27 luglio 2009, impegnava l’esecutivo ad attivare tutti i mezzi, anche con l’istituzione di un tavolo specifico, per l’emersione del distretto illegale cinese, condizione necessaria per favorire un corretto sviluppo economico nella provincia di Prato.
In merito a tale impegno il Ministero dell'interno ha trasmesso la seguente nota:
“Si premette che la popolazione straniera residente nel territorio nazionale rappresenta, secondo i dati Istat 2008, circa il 6,5% del totale della popolazione italiana, con una presenza effettiva di 3.891.295 persone.
In particolare, a Prato, sono stati censiti 9.927 cinesi residenti (la seconda comunità cinopopolare d'Italia), che rappresentano, per consistenza numerica, la prima comunità straniera della città ed incidono per il 42% sul totale degli stranieri. I cinesi della città di Prato rappresentano, inoltre, il 90,9% di quelli dell'intera provincia (10.914) ed il 38,1% di quelli regolarmente residenti in Toscana (26.052).
Considerando presenze regolari e irregolari stimate, la comunità cinese di Prato realizza la maggiore densità, in rapporto alla popolazione residente, attestandosi fondatamente intorno al 9-10% della popolazione complessiva.
Il dinamismo e la particolare propensione all'imprenditoria della comunità cinese hanno progressivamente condotto al proliferare di piccole-medie aziende che hanno monopolizzato la produzione di "bassa fascia" sulle confezioni riferibili al c.d. "pronto moda".
Sulla scorta dei più recenti dati elaborati dalla Camera di Commercio e relativi al 3° trimestre del 2008, su di un totale di 5.785 aziende a conduzione straniera, quelle intestate a cittadini cinesi sono 3.875, vale a dire quasi il 67%.
I1 copioso e programmato impiego di manodopera clandestina proveniente dalla Cina, congiunto alle modalità di conduzione delle aziende, che prescinde totalmente dal rispetto delle normative in tema di sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro, delle norme urbanistiche, dei vincoli fiscali, dei precetti assicurativi e di tutela nei confronti dei lavoratori, ha reso estremamente remunerative tali attività economiche.
Tale situazione ha accresciuto il senso di disagio dell'economia locale, determinando una difficile convivenza, sottolineata tra l'altro dalla crescente richiesta d'intervento alle forze dell'ordine da parte della cittadinanza per il ripristino di condizioni di legalità.
Alla luce di tali profili valutativi sono state promosse - su impulso della Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo e della Questura di Prato – le opportune iniziative per lo scambio informativo, a fini preventivi, indirizzato al coordinamento degli interventi da realizzare per il contrasto alle attività illegali nel mercato del lavoro.
In particolare, nel corso del 2009 sono state sottoposte a controllo circa 250 aziende gestite da cinesi, con la correlata adozione di circa 100 provvedimenti di sequestro degli immobili ed invio di altrettante notizie di reato all'Autorità Giudiziaria.
L'intensa attività di verifica scaturita, congiunta all'affinamento delle procedure sanzionatorie rese particolarmente incisive grazie alla preziosa sinergia strutturata con gli enti istituzionali che interagiscono nelle verifiche, ha consentito il raggiungimento di considerevoli risultati.
La strategia che si ritiene di perseguire nell'immediato prevede l'ulteriore implementazione delle attività di controllo, fino a giungere addirittura a raddoppiarle, con l'estensione delle verifiche stesse alle attività di commercializzazione.
Questo Dicastero, nell'ambito della propria attività di pianificazione degli interventi, terrà debitamente conto delle indicazioni degli organismi locali, volte ad evidenziare il ripianamento degli organici della Polizia di Stato, in modo da rendere possibile la creazione di un "pool" con la Polizia Municipale, già definito in sede di progettazione con Prefettura ed Amministrazione Comunale, al fine di impegnare in via continuativa, nell'azione di controllo, risorse congrue ed altamente professionalizzate.
Il 31 luglio 2007 è stato firmato in Prefettura il primo "Patto per Prato sicura", finalizzato a consolidare con misure concrete calibrate sulle singole realtà locali la cooperazione tra Governo e Istituzioni locali nell'azione di contrasto alle varie forme di criminalità.
L'accordo fonda le proprie ragioni nella specificità del territorio pratese, legata alle problematiche connesse all'attività imprenditoriale e all'immigrazione e punta sui due specifici aspetti dei controlli e dell'integrazione. Sotto il primo aspetto, 1'accordo ha introdotto misure specifiche soprattutto per contrastare il fenomeno della contraffazione dei marchi e dei brevetti, l'irregolare circolazione del denaro e lo sfruttamento della manodopera irregolare, prevedendo, a questo scopo, un aumento degli organici delle Forze dell'ordine (10 poliziotti, 15 carabinieri e 20 militari della Guardia di Finanza), e la creazione da parte di Provincia e Comune, di un fondo per il contrasto dell'illegalità. Per quanto riguarda, invece, le misure finalizzate a favorire l'integrazione, è stata prevista la creazione di un centro polivalente in Via Pistoiese, cuore della comunità cinese di Prato, centro che - realizzato nell'estate 2008 - è diventato un punto di contatto con la popolazione della zona, offrendo servizi amministrativi comunali e di polizia municipale.
Il Tavolo Tecnico presso la Prefettura, nell'intento di arginare l'ulteriore espansione delle imprese illegali e cercare di ricondurre anche questa economia produttiva entro canoni di legalità, procede periodicamente allo scambio informativo delle banche dati, appartenenti ai diversi soggetti istituzionali presenti, ed all'analisi e studio della normativa vigente relativa alle diverse tipologie di controlli nonché alla programmazione ed al coordinamento degli interventi di polizia. Le linee guida dell'attività del Tavolo sono assunte in sede di Comitato per l'ordine e la sicurezza, al quale periodicamente sono riferiti i risultati dell'attività.
Si soggiunge, infine, che il 26 gennaio 2010, la Prefettura, il Comune, la Provincia di Prato e la Regione Toscana, hanno rinnovato il "Patto per Prato sicura", al fine di rinsaldare gli incoraggianti risultati perseguiti, puntando, in particolare, sugli ulteriori seguenti obiettivi:
- rafforzamento della polizia di prossimità;
- realizzazione del "Centro Polivalente", in Via Pistoiese, da parte dell'Amministrazione Comunale di Prato;
- potenziamento del sistema di videosorveglianza nel capoluogo;
- potenziamento della rete di illuminazione pubblica e manutenzione del verde pubblico;
- implementazione di specifiche attività di contrasto a tutte le forme di criminalità economica, con particolare riferimento alle transazioni finanziarie sospette, nonché l'incremento di mirate attività anticontraffazione e per la sicurezza dei prodotti;
- svolgimento di specifiche iniziative di formazione ed aggiornamento professionale del personale delle Forze di Polizia dello Stato e delle Polizie locali su tematiche di interesse comune”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2775-A/1 Ordine del giorno |
Mantini |
Assemblea |
16/03/10 |
I |
Adozione di misure necessarie, anche straordinarie, volte a garantire il diritto di voto alle popolazioni abruzzesi colpite dal sisma dell’aprile del 2009 |
L’ordine del giorno Mantini ed altri n. 9/2775-A/1, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 27 ottobre 2009, impegnava l’esecutivo ad adottare le misure necessarie, anche straordinarie, per garantire ai cittadini de L’Aquila, in particolare, e dei comuni colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009, in generale, il fondamentale diritto al voto in condizioni di parità di accesso, come prescritto dalla Costituzione.
In merito a tale impegno il Ministero dell'interno ha trasmesso la seguente nota:
“L’adozione del provvedimento, che ha dato luogo all'atto parlamentare, è stata dettata proprio dalla preoccupazione, unanimemente avvertita in sede parlamentare, di fare svolgere le consultazioni elettorali amministrative nella provincia di L'Aquila in un clima sereno e scevro da ripercussioni che dallo stato di emergenza potrebbero derivare.
Sono note, infatti, le difficoltà che la situazione, in cui versa il territorio interessato dal sisma del 6 aprile scorso, frappone al normale svolgimento delle relative procedure e che hanno indotto a disporre l'ulteriore rinvio delle elezioni al 28 e 29 marzo 2010, tenendo conto dell'esigenza di agevolare l'esercizio del diritto di voto degli elettori di quella provincia, nella prospettiva di una possibile progressiva normalizzazione dell'area”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/1713/26 Ordine del giorno |
Moles |
Assemblea |
18/03/10 |
I |
Equiparazione delle provvidenze a favore delle vittime del dovere e della criminalità organizzata e dei loro familiari superstiti a quelle riconosciute alle vittime del terrorismo |
9/2936-A/8 Ordine del giorno |
Paglia |
30/03/10 |
L'ordine del giorno Moles ed altri n. 9/1713/26, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 13 novembre 2008, e l'ordine del giorno Paglia n. 9/2936-A/8, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 16 dicembre 2009, impegnavano l'esecutivo a concludere entro il 2010, compatibilmente con le prioritarie esigenze di bilancio, il processo di totale equiparazione delle vittime del dovere di cui all'articolo 1, commi 563 e 564, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, nonché delle vittime della criminalità organizzata e dei loro familiari superstiti, di cui all'articolo 1 della legge 20 ottobre 1990, n. 302, alle vittime del terrorismo, mediante l'estensione completa di tutte le provvidenze previste dalla legge n. 206 del 2004 e successive modificazioni.
In merito a tali impegni il Ministero dell'interno ha trasmesso la seguente nota:
“La legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria 2006), prevede la progressiva estensione alle vittime del dovere delle provvidenze in favore delle vittime della criminalità e del terrorismo. Le modalità procedurali sono disciplinate dal relativo Regolamento di attuazione, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 7 luglio 2006, n. 243.
Per effetto del decreto-legge 10 ottobre 2007, n. 159 (collegato alla Finanziaria 2008), convertito con modificazioni dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, e della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Finanziaria 2008), i benefici riconosciuti in favore delle vittime del terrorismo dalla legge 3 agosto 2004, n. 206, sono stati estesi alle vittime del dovere e della criminalità organizzata.
Poiché il sistema di provvidenze, di natura sia economica, sia pensionistica o assistenziale, che ne scaturisce, non risulta uniforme, è stato istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, un Tavolo tecnico che svolge funzioni di raccordo e coordinamento delle amministrazioni e degli enti previdenziali interessati, per l'attuazione delle disposizioni in materia di vittime del dovere e della criminalità organizzata.
Lo stesso organismo è stato altresì deputato a proporre iniziative di coordinamento e armonizzazione legislativa e amministrativa, atte a garantire modalità univoche di attuazione delle leggi e analizzare la possibilità di attuare la totale equiparazione nel trattamento assistenziale e pensionistico con le vittime del terrorismo, estendendo i benefici previsti in favore delle stesse a tutte le vittime del dovere”.
Con riferimento al solo ordine del giorno Paglia n. 9/2936-A/8, la nota del Ministero dell'interno specifica:
“Per altro verso, giova rammentare che la legge finanziaria 2010, all'articolo 2, comma 250, prevede uno stanziamento di 181 milioni di euro nel 2010, 113 milioni di euro nel 2011 e 60 milioni di euro nel 2012 da ripartire contestualmente con un unico decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, per finanziare una serie di interventi di particolare valenza sociale, tra i quali l'assegno vitalizio previsto dall'articolo 2 della legge 23 novembre 1998, n. 407, in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, del quale, in tale sede, si potrebbe ipotizzare l’estensione alle vittime del dovere”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/1713/209 Ordine del giorno |
Tassone |
Assemblea |
18/03/10 |
I |
Contrasto della criminalità organizzata in Calabria nel settore degli appalti pubblici |
L'ordine del giorno Tassone ed altri n. 9/1713/209, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 13 novembre 2008, impegnava l'esecutivo a rafforzare l'impegno delle Forze di polizia nella lotta alla criminalità organizzata in Calabria, anche con interventi di natura economica e logistica, per respingere i tentativi di infiltrazione messi in atto con l'usura, le estorsioni e le intimidazioni alle imprese impegnate nella realizzazione di importanti infrastrutture nella regione calabrese.
In merito a tale impegno il Ministero dell'interno ha trasmesso la seguente nota:
“La costante attenzione rivolta al contrasto della criminalità organizzata in Calabria nel settore degli appalti pubblici, con particolare riferimento ai lavori in corso sul tratto autostradale A3 Salerno-Reggio Calabria, trova oggettivo riscontro negli esiti giudiziari delle operazioni di polizia condotte negli anni scorsi.
Tali attività, che hanno portato all'esecuzione di numerose ordinanze di custodia cautelare in carcere, hanno permesso di accertare che la `ndrangheta e le `ndrine dominanti nelle zone interessate dai lavori, oltre ad esigere dalle imprese appaltatrici somme, generalmente pari al 3 % dell'intero importo dei lavori, avevano anche imposto che i subappalti e le forniture dei conglomerati cementizi e bituminosi venissero affidati a ditte collegate alle cosche, con costi superiori a quelli che, sulla base dei preventivi presentati, sarebbero stati praticati dalle ditte. Nel corso del 2009, si sono registrati 16 episodi di danneggiamento/intimidazione e 25 furti nei confronti di imprese impegnate nei lavori di ammodernamento del tratto calabrese dell'infrastruttura.
Peraltro, la Direzione investigativa antimafia, attraverso l'Osservatorio centrale sugli appalti e le dipendenti articolazioni territoriali, controlla costantemente i lavori relativi alle opere pubbliche di rilievo strategico, al fine di prevenire e reprimere i rischi di infiltrazione della delinquenza di stampo mafioso nelle imprese impegnate nella loro esecuzione.
Nello specifico, tale attività viene svolta attraverso il monitoraggio degli assetti proprietari e gestionali delle ditte interessate agli appalti a livello nazionale, al fine di rilevare eventuali connessioni o condizionamenti criminali.
Presso le prefetture, ai sensi del decreto ministeriale 14 marzo 2003, sono, altresì, costituiti gruppi interforze che eseguono accessi ispettivi nei cantieri.
Inoltre, l'articolo 5-bis del decreto legislativo 8 agosto 1994, n. 490, introdotto dalla legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", ha conferito al prefetto la facoltà di disporre accessi ed accertamenti nei cantieri delle imprese interessate all'esecuzione dei lavori pubblici, avvalendosi dei predetti gruppi interforze, per l'espletamento delle funzioni volte a prevenire infiltrazioni mafiose nei pubblici appalti.
Nei casi di specie, per quanto concerne, l'autostrada Salerno-Reggio Calabria, da gennaio a novembre 2009, sono stati effettuati 33 monitoraggi nei confronti di ditte impegnate nei lavori, con sede in diverse province.
Correlativamente sono stati effettuati controlli su 372 persone.
Sono stati, inoltre, eseguiti 3 accessi presso i cantieri aperti per la realizzazione dell'opera (ubicati nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro e Potenza), che hanno consentito di controllare 157 imprese, 483 persone fisiche e 501 mezzi ed attrezzature varie.
Analogamente, per quanto riguarda la strada statale 106 "Ionica", nello stesso arco di tempo, sono stati effettuati 2 accessi ai cantieri (ubicati nella provincia di Catanzaro), con il controllo di 82 imprese, 433 persone fisiche e 540 mezzi.
Gli esiti dei monitoraggi compiuti, contenenti elementi suscettibili di approfondimento, sono stati inviati alle competenti articolazioni territoriali per i conseguenti sviluppi sul piano operativo.
Al fine di potenziare la lotta alla criminalità organizzata nella regione sono state avviate anche iniziative di natura logistica, volte ad acquisire nuove e più funzionali sedi per le Forze di polizia.
Tra queste, è in corso di realizzazione il complesso polifunzionale della Polizia di Stato di Reggio Calabria, in località Santa Caterina, da adibire a nuova sede di alcuni uffici della Questura, del Reparto mobile e della Polizia stradale, nonché ad alloggi per il personale della Polizia di Stato”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 marzo 2010) |
200 |
Note di attuazione pervenute |
101 |
Percentuale di attuazione |
51% |
Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2561-A/70 Ordine del giorno |
Damiano |
Assemblea |
04/03/10 |
XI |
Riforma degli ammortizzatori sociali |
L’ordine del giorno Damiano ed altri n. 9/2561-A/70, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 27 luglio 2009, rilevato in premessa che, secondo una denuncia resa nota dalla Fiom del Piemonte, numerose aziende avrebbero terminato alla fine del 2009 le 52 settimane di cassa integrazione ordinaria, impegnava l’esecutivo a prevedere un intervento legislativo sul sistema degli ammortizzatori sociali al fine di garantire una forma di sostegno al reddito ulteriore rispetto al lasso di tempo previsto e tale da includere anche le categorie che attualmente non godono di alcun sostegno.
In merito a tale impegno il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha trasmesso la seguente nota:
“La legge 23 dicembre 2009, n. 191 (finanziaria 2010) recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” ripropone e attualizza l'insieme delle misure di politica passiva del lavoro già sperimentate nel 2009. Consente, infatti, di intervenire anche per l'anno 2010 con gli ammortizzatori sociali c.d. in deroga.
Tali misure di sostegno sono rivolte a categorie di lavoratori che normalmente sarebbero stati esclusi dal campo di applicazione degli ammortizzatori sociali ai sensi della legge 223/1991 a causa della tipologia di contratto di cui sono titolari, dell'appartenenza settoriale dell'azienda di cui sono dipendenti o della dimensione aziendale.
Le aziende, quindi, possono presentare istanza volta all'accesso al trattamento di CIG in deroga anche quando non possono più usufruire degli strumenti ordinari previsti dalla normativa vigente per il sostegno al reddito dei lavoratori, in quanto ne hanno già usufruito per il periodo di durata massima stabilito dalla legge.
Con riferimento ai lavoratori titolari di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, l'articolo 2, comma 130, del predetto provvedimento normativo (finanziaria 2010) sostituisce quanto già previsto dal comma 2 dell'articolo 19 del decreto legge n. 185/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 2/2009.
La norma riconosce, in via sperimentale, per gli anni 2010-2011, nei casi di fine lavoro, una somma liquidata in un'unica soluzione pari al 30% del reddito percepito 1'anno precedente e comunque non superiore a 4.000 euro, ai collaboratori coordinati e continuativi di cui all'articolo 61, comma 1, del decreto legislativo n. 276/2003, iscritti in via esclusiva alla Gestione separata INPS, che operino in regime di monocommittenza, abbiano conseguito l'anno precedente un reddito lordo non superiore a 20.000 euro e non inferiore a 5.000, con riguardo all'anno di riferimento sia accreditato, presso la Gestione separata, un numero di mensilità non inferiore a uno; risultino senza contratto di lavoro da almeno due mesi; risultino accreditate presso la Gestione separata, nell'anno precedente, almeno tre mensilità.
L'intervento amplia, pertanto, i requisiti e la misura dell'intervento una tantum introdotto nell'anno 2009”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2561-A/73 Ordine del giorno |
Madia |
Assemblea |
04/03/10 |
XI |
Incremento ed estensione del sussidio a favore dei lavoratori precari di cui al decreto legislativo n. 185 del 2008 |
L'ordine del giorno Madia ed altri n. 9/2561-A/73, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 27 luglio 2009, a fronte della grave crisi economica in atto che interessa in maniera particolare i lavoratori precari, impegnava l'esecutivo a prevedere l'aumento del sussidio loro attualmente destinato dal decreto-legge 29 novembre n. 185, nonché l’estensione della platea dei lavoratori attualmente beneficiari del sussidio sopra richiamato, anche prevedendo un consistente aumento delle risorse allo scopo destinate.
In merito a tale impegno il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha trasmesso la seguente nota:
“La legge 23 dicembre 2009, n. 191 (finanziaria 2010) recante "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato" ripropone e attualizza l'insieme delle misure di politica passiva del lavoro già sperimentate nell'anno 2009.
Con riferimento ai lavoratori titolari di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, l'art. 2, comma 130, del predetto provvedimento normativo sostituisce quanto previsto dal comma 2 dell'art. 19 del decreto legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2.
La norma riconosce, infatti, in via sperimentale, per gli anni 2010-2011, nei casi di fine lavoro, una somma liquidata in un'unica soluzione pari al 30% del reddito percepito l'anno precedente e comunque non superiore a 4.000 Euro, ai collaboratori coordinati e continuativi di cui all'art. 61, comma 1, del decreto legislativo 276/2003, iscritti in via esclusiva alla Gestione separata INPS, i quali soddisfino in via congiunta le seguenti condizioni: operino in regime di monocommittenza; abbiano conseguito l'anno precedente un reddito lordo non superiore a 20.000 Euro e non inferiore a 5.000; con riguardo all'anno di riferimento sia accreditato, presso la Gestione separata, un numero di mensilità non inferiore a uno; risultino senza contratto di lavoro da almeno due mesi; risultino accreditate presso la Gestione separata, nell'anno precedente, almeno tre mensilità.
L'intervento amplia, pertanto, i requisiti e la misura dell'intervento una tantum introdotto nell'anno 2009”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2714/185 Ordine del giorno |
Sbrollini |
Assemblea |
04/03/10 |
XII |
Destinazione di parte delle risorse derivanti dall'applicazione dello scudo fiscale al Fondo per la realizzazione dei servizi per la prima infanzia |
L'ordine del giorno Sbrollini n. 9/2714/185, accolto come raccomandazione dal Governo limitatamente al dispositivo nella seduta dell'Assemblea del 2 ottobre 2009, impegnava l'esecutivo a destinare un'adeguata quota del gettito che si produrrà dall'applicazione dello scudo fiscale all'incremento, in via straordinaria per l'anno 2010, delle risorse destinate al Fondo per la realizzazione dei servizi per la prima infanzia, di cui all’articolo 70 della legge n. 448 del 2001, al fine di raggiungere entro il 2011 l’obiettivo comune europeo della copertura territoriale del 33 per cento, fissato dal Consiglio europeo di Lisbona del 23-24 marzo 2000.
In merito a tale impegno il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“La legge finanziaria 2010 prevede un gettito da scudo fiscale di 3,7 miliardi di euro.
Le maggiori entrate derivanti dallo stesso andranno a confluire nel Fondo per le esigenze urgenti e indifferibili (art. 7 quinquies del decreto legge 5/2009, convertito in legge 9 aprile 2009, n. 33), di cui all'allegato 1 della legge finanziaria 2010. Tali risorse sono parte integrante del budget di entrata previsto dalla manovra di bilancio e prevedono il rifinanziamento di voci spesa sociale. Tra tali finalità sono individuate: 500 milioni per il rifinanziamento delle missioni internazionali, 400 milioni al 5 per mille, 400 milioni all'autotrasporto, 350 milioni al fondo per l'università, 250 milioni per il fondo di solidarietà dell'agricoltura, 130 milioni ai libri di testo scolastici, 130 milioni alle scuole private, 130 milioni per l'adempimento degli impegni dello Stato derivati dalla partecipazione a banche e fondi internazionali, 100 milioni alle popolazioni colpite da calamità naturali, 370 milioni per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili di Napoli, Palermo e occupati presso gli istituti scolastici, 181 milioni nel 2010, 123 milioni nel 2011 e 60 milioni nel 2012, per interventi finalizzati a misure di riequilibrio socio-economico, nonché di garanzia della stabilità dell'equilibrio finanziario degli enti locali danneggiati dal sisma dell'Abruzzo dell'aprile 2009, nonché in materia di adempimenti comunitari per gli enti locali e funzionalità del sistema giustizia.
Ad ogni modo, si fa presente che è in fase di attuazione il Piano straordinario per lo sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, che è gestito congiuntamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e da questo Ministero.
Parallelamente, è attiva da due anni una sperimentazione di sezioni nido aggregate alla scuola dell'infanzia (2-3 anni) finanziate sul territorio nazionale dal Ministero dell'istruzione, università e ricerca, d'intesa con il Dipartimento per le politiche della famiglia ed il Ministero del lavoro. Per l'anno scolastico 2009-2010 il Ministero dell'Istruzione ha previsto uno stanziamento ulteriore di 19 milioni di euro con la partecipazione del contributo pari 1 milione e 400 euro del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
In tale contesto va inserito anche il Quadro Strategico Nazionale per la politica regionale aggiuntiva 2007-2013 (QSN), approvato con decisione della Commissione europea n.C (2007) 3329 del 13/7/2007, che prevede un meccanismo competitivo legato al conseguimento di risultati verificabili in termini di servizi collettivi in ambiti essenziali per la qualità della vita e l'uguaglianza delle opportunità dei cittadini e per la convenienza a investire delle imprese.
Per le otto Regioni del Mezzogiorno a tal fine sono individuati quattro obiettivi che appaiono significativi sia per valutare l'effettiva capacità di cambiamento delle condizioni di vita e benessere nei territori interessati, sia per la capacità di integrazione virtuosa tra politica regionale e politiche ordinarie. Gli obiettivi sono: innalzare i livelli d'istruzione degli studenti e di tutta la popolazione; aumentare i servizi socio-sanitari a favore di bambini e anziani (alleggerendo in particolar modo le obbligazioni familiari a carico delle donne che contribuiscono a scoraggiare la partecipazione femminile al mercato del lavoro); migliorare il servizio idrico e la gestione dei rifiuti urbani (nel quadro di uno sforzo maggiore volto al miglioramento della qualità ambientale).
L'ammontare totale del premio per i soli obiettivi di cura alla persona (nidi e ADI) è di 750 milioni di euro.
Sono stati quindi selezionati indicatori statistici adeguati a misurare tali obiettivi in termini di disponibilità e qualità dei servizi offerti, cui sono associati espliciti traguardi da raggiungere nel 2013 e meccanismi incentivanti per le Regioni per il conseguimento dei miglioramenti attesi.
In particolare, rispetto agli obiettivi degli asili nido, sono stati fissati i seguenti traguardi:
- aumentare la percentuale dei comuni con servizi per l'infanzia dal 21% al 35%;
- elevare la percentuale di bambini che usufruiscono del servizio dal 4% al 12%.
A tal fine, è partito nel gennaio 2009 il progetto “Azioni di sistema e assistenza tecnica per gli obiettivi di servizio” Servizi per l'infanzia.
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il Dipartimento per le politiche della famiglia gestiscono congiuntamente il progetto per il quale sono stati loro assegnati 2 milioni di euro per il periodo 2007 - 2013.
Il progetto ha ad oggetto in particolare due linee di intervento, una rivolta alle amministrazioni supportanti e l'altra alle amministrazioni regionali.
Con particolare riferimento alla prima si ricordano alcune delle azioni prioritarie, tra le quali emergono quelle di supporto alle funzioni dell'Amministrazione, operando sia nella direzione di un lavoro di consulenza verso i compiti e le funzioni ad essa proprie sia nella produzione diretta di parte di tali compiti e funzioni, attraverso la sostituzione del gruppo di lavoro del Nucleo operativo presso il Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza.
La seconda linea di intervento focalizzerà 1'attenzione sul supporto alle Amministrazioni regionali nell'attuazione e valutazione dei Piani d’azione regionali.
Inoltre, il Governo attraverso il Dipartimento delle politiche della famiglia ha promosso il Progetto pilota NIDI P.A., che riguarda la realizzazione di oltre 50 nidi aziendali presso le sedi centrali e periferiche della Pubblica Amministrazione nazionale.
A tale iniziativa sono stati destinati per il 2009 una somma pari a 18 milioni di euro. Al progetto partecipa anche il Dipartimento delle pari opportunità con un finanziamento di 7,2 milioni di euro, raggiungendo così la somma di oltre 25 milioni di euro.
Tale progetto pilota prevede una seconda fase, con la partecipazione di tutte le amministrazioni pubbliche e il contributo anche del Dipartimento per la funzione pubblica.
Tale Dipartimento, infatti, disporrà, per la realizzazione di questa fase che si svilupperà per il prossimo decennio, le risorse rese disponibili per il graduale aumento dell'età pensionabile delle donne del pubblico impiego”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2714/190 Ordine del giorno |
Burtone |
Assemblea |
04/03/10 |
XII |
Destinazione di parte delle risorse derivanti dall'applicazione dello scudo fiscale all'incremento delle politiche socio-sanitarie |
L'ordine del giorno Burtone n. 9/2714/190, accolto come raccomandazione dal Governo limitatamente al dispositivo nella seduta dell'Assemblea del 2 ottobre 2009, impegnava l'esecutivo a destinare un'adeguata quota del gettito derivante dall'applicazione dello scudo fiscale all'incremento, in via straordinaria per l'anno 2010, delle politiche di sostegno dei redditi più bassi, non solo attraverso incentivi economici, ma anche implementando le politiche socio-sanitarie attraverso una maggiore e più efficace integrazione dei servizi sociali e di cura, specialmente per ciò che attiene al rapporto tra servizi socio-sanitari e territorio in direzione di uno sviluppo generale delle azioni per la domiciliarità.
In merito a tale impegno il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“Con riferimento all'ordine del giorno in oggetto, per quanto di competenza, si rappresenta che la legge 23.12.2009, n. 191 (legge finanziaria 2010), all'articolo 2, comma 102, dispone che: Il Fondo per le non autosufficienze di cui all'articolo 1, comma 1264, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è incrementato di euro 400 milioni per l 'anno 2010”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2936-A/7 Ordine del giorno |
Pepe Mario (PD) |
Assemblea |
16/03/10 |
XI |
Promozione e attuazione di un Piano straordinario di lavoro e di formazione professionale |
L’ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/2936-A/7, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 16 dicembre 2009, impegnava l’esecutivo a valutare l’opportunità di promuovere ed attuare, in collaborazione con le regioni, un Piano straordinario di lavoro e di formazione che utilizzi le risorse poste in essere per le comunità giovanili, unitamente a quelle desunte da altri capitoli del bilancio afferenti al tema della formazione, dello sviluppo e del lavoro.
In merito a tale impegno il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha trasmesso la seguente nota:
“Questo Ministero è impegnato a promuovere ed attuare azioni che comportino positive ricadute nel mercato del lavoro.
E' stato elaborato, infatti, dai Ministri del lavoro e dell'istruzione, il Piano che delinea delle linee di azione comuni ai due Ministeri per costruire un rapporto nuovo e più integrato tra sistema formativo e mondo del lavoro, al fine di realizzare la piena occupabilità dei giovani.
Inoltre, in data 17 febbraio 2010, sono state siglate dal Ministro del lavoro, unitamente alle Regioni ed alle Parti sociali, le linee guida in materia di formazione professionale”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2936-A/94 Ordine del giorno |
Favia |
Assemblea |
16/03/10 |
XII |
Sostegno di iniziative a favore dei minori stranieri non accompagnati |
L’ordine del giorno Favia n. 9/2936-A/94, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 16 dicembre 2009, impegnava l’esecutivo a valutare l’opportunità di intervenire a sostegno degli oneri per i bilanci comunali derivanti dalla tutela dei minori stranieri non accompagnati, incrementando le risorse del Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati.
In merito a tale impegno il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha trasmesso la seguente nota:
“In via preliminare, si segnala che il Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati, istituito dall'art. 1, comma 1267, della legge 296/2006 (finanziaria 2007), è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 50/2008, per violazione delle competenze delle Regioni in materia di servizi sociali.
La Corte costituzionale, in ragione della natura sociale delle provvidenze erogate, ha tuttavia ritenuto di dover salvare i procedimenti di spesa in corso relativi all'anno 2007, ancorché non esauriti. Nel frattempo, quindi, la maggior parte dei progetti ammessi a finanziamento con le risorse del Fondo in questione sono stati comunque realizzati, ed alcuni sono in fase di conclusione. L'art. 5, comma 11, del decreto legge 93/2007, convertito nella legge n. 126/2008, ha poi modificato l'art. 1, comma 1267, della legge 296/2006, disponendo che per l'anno 2008 fossero destinati al predetto Fondo soltanto 5,1 milioni di euro dei 100 milioni inizialmente previsti, e nessuno stanziamento fosse previsto per l'anno 2009, al quale era stata inizialmente assegnata la somma di euro 50 milioni. I 144,9 milioni di euro così individuati sono stati destinati alla copertura delle misure adottate con il citato decreto in materia di abrogazione dell'ICI sulla prima casa e di detassazione degli straordinari.
La tutela dei minori stranieri non accompagnati è stata comunque oggetto di specifica attenzione da parte dell'Amministrazione sia nell'ambito delle attività realizzate con le risorse del Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati, che nell'ambito dell'attività finanziata con il Fondo politiche migratorie anno 2009. Infatti, un aspetto specifico e particolarmente complesso del fenomeno migratorio è costituito dalla rilevante presenza di minori stranieri non accompagnati sul territorio nazionale, il cui numero è attualmente stimabile in circa 7.000 unità. Si tratta di minori quasi sempre non identificati, arrivati in Italia prevalentemente con i gruppi di immigrati sbarcati sulle coste meridionali, che si allontanano, facendo perdere le loro tracce, dopo una breve sosta nelle strutture di accoglienza. Questa nuova tipologia di minori comporta la modulazione e la conseguente individuazione di interventi idonei a dare una risposta alle fisiologiche mutazioni di caratteristiche del fenomeno, da realizzare anche in raccordo con le Amministrazione locali, le quali si trovano in prima linea nella realizzazione dei progetti di prima e seconda accoglienza dei minori non accompagnati individuati sul proprio territorio. Come evidenziato anche nel Libro bianco sul futuro del modello sociale "La vita buona nella società attiva", la tutela dei minori deve essere piena e indipendente dalle modalità di ingresso e tale enunciazione ha trovato un'ulteriore, significativa conferma nell'atto di indirizzo per l'anno 2010 del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, dove è stata affermata la necessità della promozione del massimo livello di collaborazione con le altre istituzioni e le organizzazioni della società civile, affinché i minori stranieri siano protetti e tutelati e vengano scongiurati i rischi di una loro permanenza in circuiti di sfruttamento degradanti e dannosi per la loro crescita.
Con le risorse del Fondo per l'inclusione sociale è stato finanziato, attraverso la stipula di una convenzione con l'ANCI (Associazione nazionale comuni italiani), il “Programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati”, per un ammontare complessivo di 10.000.000 euro, finalizzato alla realizzazione di un sistema nazionale, decentrato ed in rete, di presa in carico e integrazione dei minori stranieri non accompagnati. Sulla base delle risultanze del monitoraggio delle attività, aggiornato a settembre 2009, il programma, realizzato a partire da marzo 2008, ha visto il coinvolgimento di 217 comuni e di 668 minori, nei cui confronti sono state erogate più di 30.000 giornate/uomo di ospitalità.
Alla luce dei positivi risultati ottenuti nell'ambito di tale programma, la scrivente Amministrazione, su proposta del Comitato per i minori stranieri, istituito ai sensi dell'art. 33 del d.lgs. 286/1998, ha proceduto al rifinanziamento del Programma nazionale per i minori stranieri non accompagnati con un incremento delle risorse per un ammontare complessivo di euro 15.000.000. In particolare, nell'ambito del fondo politiche migratorie anno 2009, è stato quindi finanziato il progetto denominato “Programma nazionale di protezionedei minori stranieri non accompagnati –II^ fase", finalizzato a consolidare e rafforzare il sistema nazionale decentrato di identificazione, presa in carico e integrazione dei minori stranieri non accompagnati, con particolare riguardo ai minori che faranno ingresso nel territorio dello Stato italiano a partire dal 2010, attraverso il potenziamento della rete di servizi pubblici locali, già costituita nell'ambito della prima fase del Programma medesimo. Il progetto è stato avviato in data 01.03.2010 e avrà la durata di 18 mesi. Nella relativa convenzione di finanziamento si è altresì evidenziata la necessità che gli interventi rispondano anche alle nuove esigenze emerse, quali: il fenomeno degli sbarchi di minori sulle coste adriatiche (in aumento nell'ultimo anno); il monitoraggio delle effettive presenze dei minori sul territorio siciliano dopo la diminuzione consistente degli sbarchi verificatasi nell'ultimo anno su tale territorio; l'utilizzo dell'affido familiare come strumento di gestione dell'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati da parte degli enti locali; l'ampliamento della rete dei Comuni all'interno del Programma”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2936-A/99 Ordine del giorno |
Orlando Leoluca |
Assemblea |
16/03/10 |
XI |
Adozione di misure volte alla stabilizzazione occupazionale dei lavoratori impiegati in attività socialmente utili nei comuni di Napoli e Palermo |
L’ordine del giorno Leoluca Orlando ed altri n. 9/2936-A/99, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 16 dicembre 2009, impegnava l’esecutivo a garantire tutte le risorse finanziarie necessarie ai fini dell’attuazione di misure di politiche attive del lavoro finalizzate alla stabilizzazione occupazionale dei lavoratori impiegati in attività socialmente utili a Napoli e Palermo.
In merito a tale impegno il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha trasmesso la seguente nota:
“Attiene alle competenze della Direzione generale degli ammortizzatori sociali e incentivi all'occupazione il c.d. bacino nazionale di Lavoratori socialmente utili il cui sussidio è corrisposto a carico del Fondo sociale per l'occupazione e formazione, già Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236.
La gestione di tali lavoratori è, comunque, demandata alle Regioni che agiscono sulla base di apposite convenzioni sottoscritte con questo Ministero.
Le Regioni, inoltre, possono finanziare con risorse proprie progetti di lavori socialmente utili autofinanziati, appunto, ed erogare incentivi per la stabilizzazione degli stessi, in aggiunta a quelli eventualmente previsti per essi da speciali normative nazionali.
In ogni caso, l'assunzione di un Lavoratore socialmente utile, da parte di Amministrazioni pubbliche o imprese private, comporta la fuoriuscita del medesimo dal relativo bacino di appartenenza.
Ciò premesso, si osserva come l'ordine del giorno suindicato impegni il Governo a garantire tutte le risorse necessarie ai fini dell'attuazione di misure di politiche attive del lavoro finalizzate alla stabilizzazione occupazionale di tipologie di lavoratori rispetto ai quali non si profilano competenze della scrivente ma di altre Amministrazioni.
Si tratta, precisamente, degli ex Lavoratori socialmente utili fuoriusciti dal bacino a carico del Fondo per l'occupazione nel caso dei Lavoratori socialmente utili del Comune e della Provincia di Napoli - confluiti nelle cooperative affidatarie di lavori socialmente utili ai sensi del decreto legge 366/1987 convertito, con modificazioni, dalla legge 452/1987 - e dei lavoratori "impegnati in lavori socialmente utili presso gli istituti scolastici" - fuoriusciti dal bacino LSU a carico del Fondo per l'occupazione per essere stati assunti dai soggetti affidatari (ditte private, enti, consorzi di imprese, etc.) di servizi (di pulizia, igiene ambientale, etc.) negli istituti scolastici, sulla base delle procedure definite con il decreto interministeriale n. 65/2001, emanato ai sensi del citato art. 78, comma 31, legge 388/2000.
Per quanto concerne, invece, i Lavoratori socialmente utili del Comune di Palermo - individuati nel suddetto ordine del giorno con riferimento all'art. 3, decreto legge 67/1997 convertito, con modificazioni, dalla legge 135/1997 - si tratta dei cc.dd. “autofinanziati”.
Rispetto a tali LSU, le competenze di questo Ministero si limitano alla predisposizione dello schema di convenzione (Ministero, Regione Siciliana e Comune di Palermo) per il trasferimento delle risorse - pari a 55 milioni di euro a carico del Fondo per l'occupazione - che, ai sensi dell'art. 2, commi 550 e 551, legge 244/2007 (legge finanziaria 2008) a decorrere dal 2008, sono destinate allo svolgimento di attività socialmente utili e, particolarmente, all'attuazione di un preciso piano di stabilizzazione occupazionale.
Per completezza di informazioni in merito, si rappresenta anche che nel 2008, sulla base di tale norma è stata stipulata (11.03.2008) l'apposita convenzione con questo Ministero, la Regione Siciliana ed il Comune di Palermo.
Nel 2009, la norma rilevante ai fini della proroga e del rifinanziamento dei suddetti interventi, vale a dire l'art. 41, comma 16-terdecies, decreto legge 207/2008 convertito, con modificazioni, dalla legge 14/2009, ha autorizzato "la spesa di 55 milioni di euro a decorrere dal 2009 ".
Successivamente all'interpretazione autentica della stessa – “Al fine di evitare la possibilità di un'applicazione estesa anche ad altri enti...”- fornita con l'art. 7-ter, comma 21, legge 33/2009 di conversione del decreto legge 5/2009, è stato possibile procedere alla sottoscrizione (16.04.2009) dell'apposita convenzione tra questo Ministero, la Regione Siciliana ed il Comune di Palermo.
Attualmente, sulla base della normativa citata, è in corso di perfezionamento lo schema di convenzione per il trasferimento delle risorse relative alla corrente annualità”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2936-A/214 Ordine del giorno |
Murer |
Assemblea |
16/03/10 |
XII |
Incremento delle risorse del Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati con particolare riferimento alla tutela dei minori stranieri |
L’ordine del giorno Murer n. 9/2936-A/214, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 16 dicembre 2009, impegnava l’esecutivo a finanziare il Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati, che ha tra i suoi obiettivi quello di affrontare le situazioni di degrado sociale ed abitativo, con particolare riguardo alle condizioni dei migranti e dei loro familiari, nonché la realizzazione di un piano per l’accoglienza degli alunni stranieri.
In merito a tale impegno il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha trasmesso la seguente nota:
“In via preliminare, si evidenzia che il Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati, istituito dall'art.1, comma 1267, della legge 296/2006 (finanziaria 2007), è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo dalla Corte costituzionale con la sentenza n.50/2008, per violazione delle competenze delle Regioni in materia di servizi sociali. La Corte costituzionale, in ragione della natura sociale delle provvidenze erogate, ha tuttavia ritenuto di dover salvare i procedimenti di spesa in corso relativi all'anno 2007, ancorché non esauriti. Nel frattempo, quindi, la maggior parte dei progetti ammessi a finanziamento con le risorse del Fondo in questione sono stati comunque realizzati, ed alcuni sono in fase di conclusione.
L'art. 5, comma 11, del decreto legge 93/2007, convertito nella legge 126/2008, ha poi modificato l'art. 1, comma 1267, della legge 296/2006, disponendo che per l'anno 2008 fossero destinati al predetto Fondo soltanto 5,1 milioni di euro dei 100 milioni inizialmente previsti, e nessuno stanziamento fosse previsto per l'anno 2009, al quale era stata inizialmente assegnata la somma di euro 50 milioni. I 144,9 milioni di euro così individuati sono stati destinati alla copertura delle misure adottate con il citato decreto in materia di abrogazione dell'ICI sulla prima casa e di detassazione degli straordinari.
L'integrazione sociale degli immigrati è stato comunque oggetto di specifica attenzione da parte della scrivente Amministrazione nell'ambito di altre fonti di finanziamento. In particolare, le risorse del Fondo politiche migratorie sono state incrementate di euro 7.000.000 nell'anno 2008, ed euro 27.360.000 nell'anno 2009.
Nell'ambito di tale Fondo, gli interventi programmati hanno riguardato, principalmente, le seguenti aree tematiche: tutela dei minori stranieri non accompagnati; interventi a favore delle donne immigrate; diffusione delle informazioni relative all'accesso ai servizi pubblici; diffusione della lingua italiana.
Con riferimento alla tutela dei minori stranieri non accompagnati, è stato finanziato il progetto denominato “Programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati - II^ fase”, per un ammontare complessivo di euro 15.000.000, finalizzato a consolidare e rafforzare il sistema nazionale decentrato di identificazione, presa in carico e integrazione dei minori stranieri non accompagnati, con particolare riguardo ai minori che faranno ingresso nel territorio dello Stato italiano a partire dal 2010, attraverso il potenziamento della rete di servizi pubblici locali, già costituita nell'ambito della prima fase del Programma medesimo, realizzato nell'ambito delle risorse del Fondo per l'inclusione sociale degli immigrati.
Per quanto concerne gli interventi a favore delle donne immigrate, la Direzione dell'immigrazione, in data 16.10.2009, ha adottato l'avviso n. 1/2009 per la concessione di contributi a favore dei soggetti iscritti alla prima sezione del registro degli enti e delle associazioni che svolgono attività in favore degli immigrati, attuatori di buone pratiche rivolte a donne immigrate. La selezione degli interventi è stata compiuta sulla base delle risultanze di un'indagine affidata all'ISFOL, nell'ambito delle iniziative attivate dalla Direzione attraverso il Fondo europeo per l'integrazione dei cittadini dei Paesi terzi, volta ad individuare le best practices in tale ambito settoriale. Ai primi dieci enti collocati in graduatoria è stato concesso un finanziamento finalizzato alla replica del progetto qualificato alla stregua di una buona pratica. L'ammontare complessivo delle risorse destinate a tale scopo e stato pari ad euro 400.000,00.
Per quanto riguarda le iniziative finalizzate all'inserimento sociale degli stranieri, è stato curato l'aggiornamento e la ristampa, in 27.000 copie del vademecum "L'immigrazione: come, dove, quando”, distribuito in occasione della seconda fase della campagna di comunicazione sull'inclusione sociale dei migranti e disponibile sul sito internet del Ministero. Il costo complessivo dell'intervento è stato pari ad euro 107.594,38.
Inoltre, in data 28.12.2009 è stata sottoscritta con lo IAS (Istituto per gli Affari Sociali) una convenzione avente ad oggetto la progettazione, la realizzazione, la gestione redazionale e l'organizzazione dei contenuti di un portale informativo plurilingue sull'integrazione, attraverso il coinvolgimento attivo delle Amministrazioni competenti (centrali e locali) e degli enti privati e del terzo settore, da svilupparsi in linea con le piattaforme tecnologiche già installate presso il Ministero. L'obiettivo è quello di costituire un punto di riferimento per tutti gli attori che operano nel settore dell'integrazione, ed il luogo di raccolta e scambio di esperienze. La tempistica di realizzazione dell'intervento è stata prevista in 18 mesi, per un costo complessivo di euro 450.000,00; la convenzione in parola è stata approvata con decreto del 28.12.2009.
Per quanto attiene, infine, alla diffusione della conoscenza della lingua italiana, alla luce dei positivi risultati conseguiti nell'esecuzione di analoghe iniziative promosse dalla Direzione generale dell'immigrazione nelle annualità 2005 e 2007, sono stati sottoscritti nel dicembre 2009 accordi di programma con le Regioni e le Province autonome aventi ad oggetto la promozione e realizzazione, su scala nazionale, di corsi di lingua italiana - rivolti ai cittadini extracomunitari (adulti e minori) regolarmente presenti sul territorio nazionale - che prevedono il rilascio di una certificazione ufficiale delle competenze linguistiche acquisite, secondo i criteri stabiliti dal quadro comune europeo per le lingue. La somma complessivamente destinata a tale finalità, che ha incontrato l'adesione di tutte le amministrazioni coinvolte, è stata pari ad euro 4.500.000,00.
Inoltre, anche nell'ambito delle risorse comunitarie sono stati adottati specifici interventi in materia di immigrazione. In particolare, nell'ambito del programma generale “Solidarietà e gestione dei flussi migratori”, l'Unione europea ha istituito il già citato Fondo per l'integrazione dei cittadini dei Paesi terzi, gestito dal Ministero dell'Interno. Questo Dicastero ha contribuito, altresì, all'elaborazione del programma annuale 2010, mediante la partecipazione alla redazione del medesimo programma che attualmente è all'attenzione della Commissione Europea ai fini dell'approvazione. Le azioni individuate dalla Direzione generale dell'immigrazione rappresentano la prosecuzione, l'estensione e/o il perfezionamento degli interventi messi in campo nell'ambito dei programmi 2007, 2008 e 2009 e, in taluni casi, proposte innovative al fine di creare i presupposti per un adeguato percorso di integrazione sociale e lavorativa degli immigrati in Italia”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/1386/106 Ordine del giorno |
Farina Coscioni |
Assemblea |
30/03/10 |
XI |
Riforma degli ammortizzatori sociali |
L’ordine del giorno Farina Coscioni ed altri n. 9/1386/106, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 23 luglio 2008, impegnava l’esecutivo a valutare l’opportunità di adottare iniziative volte ad attuare la delega prevista dalla legge 24 dicembre 2007 per la riforma degli ammortizzatori sociali, al fine di creare uno strumento unico indirizzato al sostegno del reddito e al reinserimento lavorativo dei soggetti disoccupati senza distinzione di qualifica, appartenenza settoriale, dimensione di impresa e tipologia di contratti di lavoro, integrato, sulla base del modello di welfare to work, alle politiche attive del lavoro e ad un regime sanzionatorio dei comportamenti elusivi dell’impegno a una ricerca attiva del lavoro da parte del disoccupato.
In merito a tale impegno il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha trasmesso la seguente nota:
“Nell'ottica di fornire tutela sul piano del sostegno al reddito ad una vasta platea di lavoratori che normalmente sarebbero stati esclusi dal campo di applicazione degli ammortizzatori sociali ai sensi della legge 223/1991 il decreto legge n. 185/2008, convertito in legge n. 2/2009, e modificato dal decreto legge n. 5/2009, convertito in legge n. 33/2009, s'inscrive in una logica di intervento che va nella direzione di estendere e potenziare gli strumenti di tutela del reddito a categorie di lavoratori che altrimenti rimarrebbero privi di tutela.
L'articolo 19, comma 1, lettere a) e b) del decreto legge n. 185/2008 estende la possibilità di beneficiare dell'indennità di disoccupazione con requisiti normali o ridotti ai lavoratori occupati, sospesi dal lavoro, che per far fronte a crisi aziendali o occupazionali sono sospesi da datori di lavoro che, per settore o per dimensioni, non possono accedere agli strumenti di integrazione salariale, quali la CIG ordinaria o la CIG straordinaria.
Nella tutela vengono ricompresi anche i lavoratori in somministrazione. La medesima disposizione, con il comma 1, lett. c), introduce in via sperimentale, per gli anni 2009-2011, un trattamento di sostituzione del reddito in caso di sospensione dal lavoro o di licenziamento destinato agli apprendisti, esclusi dal campo di applicazione della cassa integrazione, della mobilità e dell'indennità di disoccupazione.
Possono essere destinatari del beneficio gli apprendisti sospesi o licenziati da qualsiasi datore di lavoro con almeno tre mesi di servizio in azienda a condizione che sottoscrivano la dichiarazione di immediata disponibilità a un percorso formativo e di riqualificazione professionale, nel caso di sospensione dal lavoro, ovvero di disponibilità ad accertare una offerta formativa o una congrua offerta di lavoro, in caso di licenziamento.
La legge 23 dicembre 2009, n. 191, ha riproposto, poi, e attualizzato l'insieme delle misure di politica passiva del lavoro già sperimentate nel 2009.
La legge consente di intervenire anche per 1'anno 2010 con gli ammortizzatori sociali c.d. in deroga.
Tali misure di sostegno sono, infatti, rivolte a categorie di lavoratori che normalmente sarebbero stati esclusi dal campo di applicazione degli ammortizzatori sociali ai sensi della legge n. 223/1991 a causa della tipologia di contratto di cui sono titolari, dell'appartenenza settoriale dell'azienda di cui sono dipendenti o della dimensione aziendale.
Con riferimento ai lavoratori titolari di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, l'articolo 2, comma 130, del predetto provvedimento normativo sostituisce quanto già previsto dal comma 2 dell'articolo 19 del decreto legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2.
La norma riconosce, in via sperimentale, per gli anni 2010-2011, nei casi di fine lavoro, una somma liquidata in un'unica soluzione pari al 30% del reddito percepito l'anno precedente e comunque non superiore a 4.000 euro, ai collaboratori coordinati e continuativi di cui all'articolo 61, comma l, del decreto legislativo n. 276/2003, iscritti in via esclusiva alla Gestione separata INPS, che operino in regime di monocommitenza, abbiano conseguito l’anno precedente un reddito lordo non superiore a 20.000 euro e non inferiore a 5.000, con riguardo all'anno di riferimento sia accreditato presso la gestione separata un numero di mensilità non inferiore a uno, risultino essere senza contratto di lavoro da almeno due mesi, risultino accreditate presso la Gestione separata almeno tre mensilità.
L'intervento amplia, pertanto, i requisiti e la misura dell'intervento una tantum introdotto nel 2009”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/1713/4 Ordine del giorno |
Di Biagio |
Assemblea |
30/03/10 |
XI |
Possibilità per gli Enti di previdenza privati di modificare l’aliquota percentuale del contributo integrativo |
L’ordine del giorno Di Biagio ed altri n. 9/1713/4, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 13 novembre 2008, premesso che le Casse istituite ai sensi del decreto legislativo n. 103 del 1996 non possono aumentare il contributo integrativo, come è invece riconosciuto agli enti di previdenza privatizzati istituiti ai sensi del decreto legislativo n. 509 del 1994, impegnava l’esecutivo ad adottare opportune iniziative per la modifica del limite normativo che fissa l’aliquota percentuale del contributo integrativo nell’attuale 2 per cento del fatturato lordo, rimettendo la determinazione della percentuale all’autonomia anche delle singole casse ed enti di previdenza privati.
In merito a tale impegno il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha trasmesso la seguente nota:
“Con riferimento all'ordine del giorno in oggetto, si rappresenta che il provvedimento n. 1713, successivamente approvato dal Parlamento e divenuto legge n. 203/2008 (finanziaria 2009) non contiene norme di attuazione del richiamato ordine del giorno concernente, in particolare, la possibilità per gli Enti di previdenza privati, disciplinati dal d.lgs. n. 103/1996, di modificare l'entità del contributo integrativo così come già previsto per gli Enti di previdenza privatizzati ai sensi del d.lgs. n. 509/1994.
Infatti, il superamento del vincolo attualmente stabilito dall'articolo 8, comma 3, del d.lgs. n. 103/1996 che fissa nella misura del 2% il contributo integrativo da applicare sul fatturato lordo, derivante dall'attività professionale degli iscritti, necessita di uno specifico intervento normativo che preveda per gli Enti disciplinati dal citato d.lgs. n. 103 la possibilità di incrementare la misura, anche in considerazione del fatto che gli enti di previdenza privatizzati di cui al d.lgs. n. 509/1994, in ragione dell'ampia autonomia in materia ad essi riconosciuta dallo stesso decreto legislativo n. 509, hanno già potuto, in alcuni casi, elevare la misura percentuale del contributo integrativo”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/1972/90 Ordine del giorno |
Nizzi |
Assemblea |
30/03/10 |
XI |
Previsione di direttive all’INPDAP per la gestione delle prestazioni creditizie erogate ai dipendenti pubblici al fine di agevolare gli aventi diritto nel pagamento dei ratei dei mutui immobiliari |
L’ordine del giorno Nizzi ed altri n. 9/1972/90, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 14 gennaio 2009, impegnava l’esecutivo a valutare l’opportunità di una riforma del decreto ministeriale emanato ai sensi dell’articolo 7, comma 3, della legge 8 marzo 2000, n. 53, al fine di prevedere direttive all’INPDAP per la gestione delle prestazioni creditizie erogate ai dipendenti pubblici allo scopo di agevolare gli aventi diritto nel pagamento dei ratei dei mutui immobiliari, senza ulteriori oneri per la finanza pubblica.
In merito a tale impegno il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha trasmesso la seguente nota:
“Con riferimento all'ordine del giorno in oggetto, si rappresenta che 1'INPDAP, nell'ambito della gestione creditizia riservata ai dipendenti ed ai pensionati pubblici, concede, per l'acquisto della prima casa, mutui ipotecari i cui tassi sono stabiliti con delibera del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2031-A/31 Ordine del giorno |
Lo Monte |
Assemblea |
30/03/10 |
XII |
Iniziative normative volte a tutelare le persone con disabilità e i loro familiari e ad apportare elementi migliorativi alla legge n. 104 del 1992 |
L’ordine del giorno Lo Monte ed altri n. 9/2031-A/31, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 12 febbraio 2009, impegnava l’esecutivo ad adottare iniziative normative volte a tutelare le persone con disabilità e i loro familiari e ad apportare elementi migliorativi alla legge n. 104 del 1992, volti ad eliminare le eventuali disposizioni che appesantiscono le procedure che danno diritto alla fruizione dei congedi, delle aspettative e dei permessi riconosciuti ai lavoratori che assistono persone gravemente disabili, adottando principi e linee guida in grado di sanzionare adeguatamente chi abusa della legge, senza ledere nel contempo il significato più profondo e lo spirito di solidarietà su cui si regge la legge stessa, ossia la tutela e la salvaguardia dei diritti delle persone con grave disabilità.
In merito a tale impegno il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha trasmesso la seguente nota:
“La legge quadro n. 104/1992 costituisce indubbiamente una delle normative socialmente più avanzate in materia di rimozione delle cause di discriminazione, di promozione dell'autonomia delle persone con disabilità, della loro integrazione sociale ed esigibilità dei diritti, anche attraverso forme di sostegno alle persone con disabilità e alle loro famiglie mediante permessi dal lavoro per assistenza che sono stati in seguito rinforzati da congedi straordinari ai sensi della legge 53/2000, volta a promuovere un equilibrio tra i tempi di lavoro, di cura, di formazione e relazione.
Tanto premesso, è opportuno evidenziare come la legge 3 marzo 2009, n. 18, che ha ratificato la Convenzione dell'ONU sui diritti delle persone con disabilità, preveda l'istituzione dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, con funzioni, tra l'altro, di promozione dell'attuazione della citata Convenzione (articolo 3, comma 5, lettera a, della citata legge n. 18/2009), e, più in generale, di supporto tecnico-scientifico per l'elaborazione delle politiche nazionali in materia di disabilità.
In tal senso, il costituendo organismo rappresenta una ulteriore, fondamentale sede, alla luce della prevista presenza dei rappresentanti delle Istituzioni competenti, inclusi la Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome, l'Anci, 1'Upi, nonché delle associazioni maggiormente rappresentative di persone con disabilità, ove proseguire una adeguata e condivisa riflessione su tutti i temi che riguardano la condizione delle persone con disabilità stesse, nonché relativamente agli eventuali interventi normativi conseguenti alla ratifica della citata Convenzione delle Nazioni Unite”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2561-A/94 Ordine del giorno |
Grassi |
Assemblea |
30/03/10 |
XI |
Riforma del sistema del welfare |
L’ordine del giorno Grassi ed altri n. 9/2561-A/94, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 27 luglio 2009, impegnava l’esecutivo a mettere in campo, anche attraverso risorse economiche adeguate, quelle riforme strutturali al sistema di welfare affinché i trasferimenti economici dallo Stato alle regioni ed agli enti locali possano consentire l’erogazione di beni e servizi al cittadino utente, permettendo così al Paese di continuare a crescere e ai singoli una vita migliore.
In merito a tale impegno il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha trasmesso la seguente nota:
“La legge 23 dicembre 2009, n. 191 (finanziaria 2010) recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” contiene una serie di disposizioni volte a tutelare i diritti dei precari, a garantire gli ammortizzatori sociali per i lavoratori in difficoltà; nonché a sostenere i consumi delle famiglie In particolare, per sostenere i consumi delle famiglie, la manovra economica stanzia 130 milioni di euro per assicurare la gratuità parziale dei libri di testo, mentre vengono prorogate al 2012 le detrazioni IRPEF del 36% per ristrutturazioni edilizie; anche per il 2010 viene confermato il Fondo per l'accesso al credito per l'acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie o dei nuclei monogenitoriali con figli minori, con priorità per quelli che sono occupati con rapporto di lavoro a termine ed il Fondo nazionale per le comunità giovanili, per la realizzazione di azioni di promozione e valorizzazione delle attività delle comunità giovanili.
Inoltre, la finanziaria 2010 ha recepito positivamente gli accordi del "Patto per la salute 2010-2012" siglato definitivamente dalla Conferenza Stato-Regioni il 3 dicembre 2009, nel quale lo Stato si è impegnato a garantire, per l'anno 2010, un finanziamento a favore del Fondo per le non autosufficienze.
L'articolo 2, comma 102, della legge finanziaria 2010, infatti, ha disposto un incremento di 400 milioni di euro per il Fondo per le non autosufficienze”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2561-A/141 Ordine del giorno |
Di Stanislao |
Assemblea |
30/03/10 |
XI |
Destinazione delle risorse dei fondi per le aree sottoutilizzate disponibili per l’anno 2009 |
L’ordine del giorno Di Stanislao n. 9/2561-A/141, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 27 luglio 2009, impegnava l’esecutivo: a fornire un tempestivo chiarimento sulle variazioni di bilancio necessarie, con particolare riferimento ai fondi FAS, per dare attuazione alle disposizioni recate dai decreti-legge n. 185 del 2008 e n. 39 del 2009; a fornire un quadro aggiornato e dettagliato delle risorse dei fondi FAS per il periodo 2007-2013; a dare conto, dettagliatamente, della reale consistenza del Fondo sociale per occupazione e formazione, istituito nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nonché del Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in base a quanto stabilito del decreto-legge n. 185 del 2008. L'ordine del giorno impegnava, inoltre, il Governo a fornire ai cittadini abruzzesi e all'intero Paese la dovuta certezza, trasparenza ed evidenza contabile, delle misure adottate dal Governo per far fronte agli interventi di ricostruzione delle zone terremotate in base a quanto stabilito dall'articolo 14 del decreto-legge n. 39 del 2009.
In merito a tale impegno il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“La disponibilità complessiva per l'esercizio finanziario 2009 del Fondo sociale per occupazione e formazione è pari ad euro 3.060.151.786,62 di cui euro 1.693.843.807,00 quale stanziamento definitivo sulla competenza 2009, euro 386.307.979,62 quale residuo di stanziamento relativo all'esercizio finanziario 2008 ed euro 980.000.000,00 quale quota assegnata dalla delibera CIPE n. 2 del 6 marzo 2009.
In particolare, la stessa delibera CIPE n. 2/2009 ha disposto, ai sensi dell'articolo 18 del decreto legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, l'assegnazione della somma, a valere sulle risorse FAS, di euro 4.000.000.000,00 in favore del Fondo sociale per occupazione e formazione. Nell'ambito delle risorse sopra citate, è fissato il limite massimo di utilizzabilità per l'anno 2009 in euro 980.000.000,00, attribuiti al Fondo sociale per occupazione e formazione con D.M. n.102555 del 28 ottobre 2009, e per l'anno 2010 in euro 3.200.000.000,00.
Sulle risorse FAS, disponibili per l'anno 2009, sono stati assunti i seguenti impegni:
a) € 895.000.000,00 per le proroghe dei trattamenti di CIGS, di mobilità e di disoccupazione speciale in deroga ai sensi dell'articolo 2, comma 36, legge 22 dicembre 2008, n. 203 e successive modificazioni (Ripartizione regionale: v. Allegato*).
b) € 40.000.000,00 per contratti di solidarietà stipulati a seguito della riduzione dell'orario di lavoro ai sensi dell'articolo l, comma 6, del decreto-legge 1 luglio 2009, n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2009, n. 102:
c) € 25.000.000,00 per rifinanziamento di proroghe a 24 mesi dei trattamenti di CIGS per cessazione attività ai sensi dell'articolo 1, comma 5, del decreto-legge 1 luglio 2009, n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2009, n. 102;
d) € 20.000.000,00 per le proroghe dei trattamenti di CIGS, di mobilità e di disoccupazione speciale in deroga ai sensi dell'articolo 2, comma 36, legge 22 dicembre 2008, n. 203 e successive modificazioni.
Per fronteggiare le maggiori esigenze relative al ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga, la delibera CIPE n.70 del 31 luglio 2009 ha disposto l'anticipazione di euro 500.000.000,00 all'esercizio finanziario 2009, sulla quota prevista per l'anno 2010.
Si è provveduto ad impegnare la somma di euro 51.000.000,00 in favore dell'INPS ai sensi dell'articolo 8, comma 1, lett. a) e b) del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito con modificazioni dalla legge 24 giugno 2009, n. 77 per interventi a sostegno dell'economia delle zone colpite dal sisma del 6 aprile 2009 (L'Aquila). Si procederà al trasferimento di dette risorse a presentazione del monitoraggio dei relativi costi da parte dell'INPS.
Si precisa, altresì, che a valere sulle risorse in competenza 2009 sul Fondo, sono stati destinati euro 60.000.000 per gli ammortizzatori sociali nei Comuni colpiti dal sisma”.
*L'allegato contenente la ripartizione regionale è disponibile presso il Servizio per il controllo parlamentare.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
1/00217 Mozione |
Di Giuseppe |
Assemblea |
30/03/10 |
XI |
Misure a favore del settore agroalimentare e della pesca |
La mozione Di Giuseppe ed altri n. 1/00217, accolta dal Governo ed approvata dall'Assemblea limitatamente al dispositivo nella seduta del 14 luglio 2009, impegnava l'esecutivo ad adottare interventi per il rilancio del settore agricolo miranti al sostegno e alla valorizzazione della produzione biologica come: rafforzare il sistema delle dop-igp; incentivare la crescita di servizi che orientino e sostengano le imprese agricole nella scelta di strategie di qualità; potenziare e razionalizzare il sistema di certificazione ed accreditamento. La mozione impegnava, inoltre, il Governo ad adottare misure volte a risolvere i problemi del settore pesca quali: la ristrutturazione e il salvataggio delle imprese in crisi, nonché la rimodulazione degli investimenti strutturali del Fondo europeo per la pesca; l'introduzione di ammortizzatori sociali anche per il settore della pesca e l'inclusione dell'attività dei lavoratori del settore ittico nella categoria dei lavori usuranti.
In merito a tali impegni il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“Con decreto interministeriale n. 43900 del 18.07.2008 è stato autorizzato, ai sensi dell'articolo 2, comma 521, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, per il periodo dall'1.01.2008 al 31.12.2008, l'utilizzo della somma di 20 milioni di euro ai fini della concessione del trattamento straordinario di integrazione salariale, in favore dei lavoratori delle imprese e delle cooperative agricole interessate da processi di crisi, ristrutturazione, riorganizzazione e riconversione, non rientranti nelle previsioni di cui agli artt. 1 e seguenti e 21 e seguenti della legge n. 223/1991, previo apposito accordo tra le parti sociali e le istituzioni a livello territoriale.
Il trattamento straordinario di integrazione salariale in questione è riconosciuto al personale, a tempo determinato ed indeterminato, dipendente dalle imprese sopra citate, per periodi di sospensione dal lavoro.
Con decreto interministeriale n. 44768 del 23.12.2008, è stato autorizzato, ai sensi dell'articolo 2, comma 521, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 e dell'articolo 4 ter della legge 02.08.2008, n. 129, di conversione del decreto legge 03.06.2008, n. 97, l'utilizzo della somma di 10 milioni di euro, così come da accordo governativo sottoscritto in data 25.09.2008, ai fini della conversione del trattamento straordinario di integrazione salariale, in favore del personale imbarcato dipendente e soci lavoratori imbarcati di cui alla legge n. 142/2001, delle imprese di pesca interessate da processi di crisi che applichino il CCNL di riferimento del settore, stipulato in data 08.03.2005 tra Federpesca e Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uilapesca-Uil, sia per la parte normativa che per quella retributiva.
Il trattamento straordinario di integrazione salariale in questione è riconosciuto per i periodi di sospensione dal lavoro e comunque per un periodo non superiore al numero di giornate retribuite al lavoratore nel corso dell'anno precedente.
Si riferisce, inoltre, che, considerata la necessità di utilizzare le disponibilità finanziarie residue degli ammortizzatori sociali in deroga già attribuite al settore pesca e tenuto conto delle esigenze emerse per l'anno 2009, con accordo del 09.07.2009, è stato concordato di aggiungere, alle residue disponibilità sulla somma stanziata per l'anno 2008, la somma di 10 milioni di euro a valere sulle disponibilità residue del settore avicolo”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
1/00279 Mozione |
Cazzola |
Assemblea |
30/03/10 |
XI |
Iniziative per il sostegno dei redditi da lavoro e da pensione |
La mozione Cazzola ed altri n. 1/00279, accolta dal Governo ed approvata dall'Assemblea nella seduta del 24 novembre 2009, impegnava l’esecutivo ad adottare una pluralità di iniziative a sostegno dei redditi da lavoro e da pensione, con particolare riguardo alla riforma degli ammortizzatori sociali.
In merito a tale impegno il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:
“Con la legge n. 191 del 23 dicembre 2009 (finanziaria 2010) si ripropone e attualizza l'insieme delle misure di politica passiva del lavoro già sperimentate nel 2009.
Con riferimento ai lavoratori titolari di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, l'articolo 2, comma 130, del predetto provvedimento normativo sostituisce quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 19 del decreto legge n. 185/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 2/2009.
La norma riconosce, in via sperimentale, per gli anni 2010-2011, nei casi di fine lavoro, una somma liquidata in un'unica soluzione pari al 30% del reddito percepito 1'anno precedente e comunque non superiore a 4.000 euro, ai collaboratori coordinati e continuativi di cui all'articolo 61, comma 1, del decreto legislativo n. 276/2003, iscritti in via esclusiva alla Gestione separata INPS, che operino in regime di monocommittenza, abbiano conseguito l'anno precedente un reddito lordo non superiore a 20.000 euro e non inferiore a 5.000, con riguardo all'anno di riferimento sia accreditato presso la gestione separata un numero di mensilità non inferiore a uno, risultino essere senza contratto di lavoro da almeno due mesi, risultino accreditate presso la Gestione separata almeno tre mensilità.
L'intervento amplia, pertanto, i requisiti e la misura dell'intervento una tantum introdotto nel 2009.
Per ciò che concerne, poi, l'elaborazione e attuazione di politiche attive del lavoro, in riferimento alle misure introdotte con il decreto legge n. 78/2009, citato nell'atto parlamentare di cui trattasi, si segnala che, al fine di incentivare la conservazione e valorizzazione del capitale umano nelle imprese, l'articolo 1, comma 1, del predetto decreto legge ha previsto, in via sperimentale per gli anni 2009 e 2010, che i lavoratori percettori di trattamenti di sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro, possono essere utilizzati dall'impresa di appartenenza in progetti di formazione o di riqualificazione che possono includere attività produttiva connessa all'apprendimento. L'inserimento del lavoratore nelle attività del progetto può avvenire sulla base di uno specifico accordo stipulato in sede ministeriale dalle medesime parti sociali che sottoscrivono l'accordo relativo agli ammortizzatori. Al lavoratore spetta a titolo retributivo da parte dei datori di lavoro la differenza di trattamento di sostegno al reddito e retribuzione.
Per favorire ulteriormente il reinserimento nel mercato del lavoro di lavoratori disoccupati o sospesi, beneficiari di prestazioni sociali, l'articolo 1, comma 7, del predetto decreto legge ha previsto l'estensione degli incentivi di cui all'articolo 7-ter, comma 7, del decreto legge n. 5/2009 anche ai beneficiari del trattamento di sostegno al reddito nel caso in cui intendano intraprendere un lavoro autonomo, avviare un'attività autoimprenditoriale o una micro impresa, o associarsi in cooperativa.
In particolare, quindi, i lavoratori aventi diritto per gli anni 2009 e 2010 ad ammortizzatori sociali in deroga, in quanto licenziati o sospesi per cessazione totale o parziale dell'attività o per intervento di procedura concorsuale da imprese non rientranti nella disciplina di cui alla legge n. 223/91 nonché i destinatari di benefici di cui all'articolo 19, comma 1, del decreto legge n. 185/2008, possono richiedere di ricevere in un'unica soluzione l'importo corrispondente al trattamento spettante escluso l'importo relativo ai contributi figurativi.
Per i beneficiari di cassa integrazione in deroga o di sospensione ai sensi dell'articolo 19, comma 1, del decreto legge n. 185/2008, il lavoratore, successivamente all'ammissione al beneficio e prima dell'erogazione del medesimo, deve dimettersi dall'impresa di appartenenza.
Il decreto legge n. 78/2009 prevede, altresì, per i lavoratori beneficiari di trattamenti integrativi ordinari e straordinari a regime, in via sperimentale per gli anni 2009 e 2010, la possibilità, ai sensi dell'articolo 1, comma 8, che venga loro liquidato il relativo trattamento per il numero di mensilità pari a quelle deliberate e non ancora percepite, nel caso ne facciano richiesta per intraprendere un lavoro autonomo, avviare un’attività autoimprenditoriale o una micro impresa o associarsi in cooperativa.
Si segnala, inoltre, che in attuazione della norma di cui all'articolo l, comma 1, del decreto legge n. 78/2009 è stato emanato il decreto interministeriale n. 49281 del 18.12.2009, mentre, in attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 1, commi 7 e 8, è stato emanato il decreto interministeriale n. 49409 del 18.12.2009.
Per quanto riguarda, poi, i provvedimenti adottati dal Governo in favore dei cittadini incapienti e delle famiglie in condizioni di disagio, si ricorda la Carta Acquisti (Social Card).
L'attivazione della stessa può essere richiesta dai cittadini che versano in condizioni di maggiore disagio economico e cioè anziani ultrasessantacinquenni e famiglie con figli di età inferiore ai 3 anni che abbiano un indicatore ISEE fino a 6.000 euro. La Carta consente, per una parte di usufruire di una vera e propria carta prepagata finalizzata all'acquisto di beni alimentari o al pagamento delle tariffe per le utenze domestiche, per l'altra, di beneficiare di vantaggiose condizioni di acquisto che il governo ha negoziato con le grandi centrali di produzioni di beni alimentari. La carta acquisti vale 40 euro al mese e viene caricata ogni 2 mesi con 80 euro, sulla base degli stanziamenti disponibili”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 marzo 2010) |
288 |
Note di attuazione pervenute |
121 |
Percentuale di attuazione |
42% |
Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/1441-bis-C/26 Ordine del giorno |
Zazzera |
Assemblea |
04/03/10 |
I |
Responsabilità dei dirigenti pubblici |
L’ordine del giorno Zazzera ed altri n. 9/1441-bis-C/26, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 29 aprile 2009, impegnava l’esecutivo ad adottare le opportune iniziative normative al fine di prevedere che il dirigente pubblico risponda personalmente, senza la solidarietà dell'Ente di appartenenza, anche per danni arrecati per colpa lieve o colpa semplice.
In merito a tale impegno il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione ha trasmesso la seguente nota:
“Nel nostro sistema giuridico, in caso di dolo o colpa grave del dipendente la Pubblica amministrazione è responsabile in maniera "concorrente", mentre lo è in via “esclusiva” soltanto qualora ricorra la c.d. colpa lieve.
L'unico caso, invece, in cui il dirigente è chiamato a rispondere in via esclusiva del suo operato è quello nel quale la sua azione esuli completamente dai fini perseguiti dalla Pubblica Amministrazione alla quale appartiene.
La ratio di tale condivisibile scelta del Legislatore, che risulta ispirata alla cd. responsabilità professionale, va colta nel raggiungimento di un difficile, ma fruttuoso compromesso giuridico: risulta, infatti, necessario contemperare l'esigenza di tutela del soggetto danneggiato dall'azione illecita del pubblico dipendente (il quale soggetto, altrimenti, vedrebbe frustrato il proprio diritto al risarcimento qualora, nell'ipotesi di danno lieve, non subentrasse la responsabilità dell'Ente pubblico datore) con quella di porre un giusto limite alla responsabilità dell'agente pubblico.
Infatti, specialmente in presenza di mansioni particolarmente complesse, difficili e delicate, qualora il dipendente fosse chiamato a rispondere anche per colpa lieve verrebbe sanzionata ogni sua più piccola imprudenza., negligenza ed imperizia, con il risultato di scoraggiare chiunque dallo svolgimento di determinati incarichi o attività svolte alle dipendenze dello Stato (si pensi, ad esempio, alla rischiosa attività dei medici o degli ingegneri o avvocati, dipendenti dello Stato).
La prevista responsabilità patrimoniale dell'Ente pubblico nell'ipotesi di colpa lieve del proprio dipendente risponde, quindi, ad un’esigenza di giustizia sostanziale, essendo volta a tutelare le legittime pretese del soggetto danneggiato ed a permettere al dipendente pubblico il sereno svolgimento delle proprie mansioni.
Con l'introduzione della recentissima riforma del pubblico impiego, adottata con il D.Lgs. n. 150 del 2009, si è inteso raggiungere gli obiettivi di ottimizzazione, di efficienza e trasparenza dell'amministrazione pubblica, anche attraverso una profonda modifica della disciplina della dirigenza pubblica volta a ridisegnare funzioni, responsabilità, poteri e modalità di conferimento degli incarichi dirigenziali nel settore pubblico.
Obiettivi della riforma, pertanto, sono, da un lato, quello di valorizzare la dirigenza pubblica, assegnandole un ruolo strategico nella definizione e realizzazione degli obiettivi dell'azione amministrativa, dall'altro, quello di istituire sistemi di valutazione della performance interfacciati a sistemi premiali e sanzionatori che responsabilizzino i singoli dirigenti.
In tal senso, la c.d. "riforma Brunetta" modifica l'articolo 21 del D.Lgs. n. 165 del 2001 in materia di responsabilità dirigenziale. In caso di mancato raggiungimento degli obiettivi accertato attraverso le risultanze del Sistema di valutazione di cui al Titolo II e in caso di inosservanza delle direttive impartite, ferma restando la responsabilità disciplinare di derivazione contrattuale collettiva, l'art. 41 del D.Lgs. n. 150 del 2009 stabilisce, infatti, il mancato rinnovo dell'incarico dirigenziale e, nei casi più gravi, dispone la revoca dell'incarico con collocazione del dirigente a disposizione dei ruoli. Inoltre, la responsabilità dirigenziale rileva anche in riferimento ai compiti di vigilanza sul rispetto, da parte del personale dipendente assegnato all'ufficio, degli standard qualitativi e quantitativi fissati dall'Amministrazione datrice; in caso di omessa vigilanza, al dirigente responsabile viene inflitta la decurtazione della retribuzione di risultato, in relazione alla gravità della violazione, di un importo pari, nella misura massima, all’80 % del totale.
Di particolare rilevanza risulta, infine, la disposizione di cui all'art. 69, del D.Lgs. n. 150 del 2009 che prevede, in due casi particolari in materia di procedimento disciplinare, la sospensione del dirigente dal servizio e dalla retribuzione, nonché la mancata attribuzione della retribuzione di risultato.
Tali sistemi, come auspicato nel presente atto di indirizzo, sono volti, da un lato, ad incentivare e retribuire le migliori professionalità e prestazioni lavorative, dall'altro a scoraggiare comportamenti negligenti o atteggiamenti di scarsa produttività e assenteismo, nonché a contrastare comportamenti illeciti o illegittimi.
Anche per la dirigenza pubblica viene poi redatta una graduatoria delle valutazioni individuali ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo in argomento, che prevede la collocazione del personale dirigente, sulla base dei livelli di performance attribuiti secondo il previsto sistema di valutazione, in una delle tre fasce di merito, alle quali è collegata una determinata retribuzione di risultato.
Si reputa, pertanto, che la sinergia tra l'equilibrato regime delle responsabilità patrimoniali del dirigente pubblico attualmente vigente e la recente disciplina della dirigenza pubblica introdotta dalla riforma Brunetta, volta a ridisegnare funzioni, responsabilità, poteri e modalità di valutazione e conferimento degli incarichi dirigenziali nel settore pubblico, non potrà che produrre, nella sostanza, quanto auspicato con il presente atto di sindacato ispettivo”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 marzo 2010) |
68 |
Note di attuazione pervenute |
28 |
Percentuale di attuazione |
41% |
Ministro per i rapporti con le regioni
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2105-A/94 Ordine del giorno |
Duilio |
Assemblea |
09/03/10 |
I |
Creazione di un circuito informativo stabile con le assemblee legislative regionali e delle Province autonome ai fini dell’attuazione del federalismo fiscale |
L’ordine del giorno Duilio ed altri n. 9/2105-A/94, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 24 marzo 2009, impegnava l’esecutivo ad assicurare, nell'attuazione del federalismo fiscale, un circuito informativo stabile con le Assemblee legislative regionali e delle province autonome in linea con il principio di piena collaborazione con le regioni e le autonomie locali.
In merito a tale impegno il Ministro per i rapporti con le regioni ha trasmesso la seguente nota:
“Si fa riferimento all'ordine del giorno n. 9/2105-A/94 con il quale è stato impegnato il Governo ad assicurare, nel complesso processo di delega previsto dalla legge 5 maggio 2009 n. 42, un circuito informativo stabile con le Assemblee legislative regionali e delle Province autonome, in linea con il principio di "piena collaborazione" con le Regioni e le Autonomie locali sancito dal comma 5 dell'art. 2 della citata normativa.
Al riguardo, sono stati interessati gli Uffici del Ministro delle riforme per il federalismo per la valutazione di iniziative condivise che consentano di dare attuazione all'impegno assunto”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 marzo 2010) |
48 |
Note di attuazione pervenute |
24 |
Percentuale di attuazione |
50% |
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2936-A/44 Ordine del giorno |
Bocciardo |
Assemblea |
30/03/10 |
XII |
Reperimento di risorse a sostegno dell’attività di prevenzione del tumore al seno da parte della Lega italiana lotta ai tumori |
L’ordine del giorno Bocciardo n. 9/2936-A/44, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 16 dicembre 2009, impegnava l’esecutivo a valutare la possibilità di reperire le risorse atte al sostegno dell’attività di prevenzione del tumore al seno da parte della Lega italiana lotta ai tumori (LILT) al fine di ripristinare con decreto, anche per il 2010, il contributo straordinario, pari a tre milioni di euro, come risultante dal capitolo 3412 per l’anno 2009.
In merito a tale impegno il Ministero della salute ha trasmesso la seguente nota:
“Questo Ministero è particolarmente attento alle iniziative a favore della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, in quanto unico ente pubblico in Italia delegato alla lotta contro i tumori.
Pertanto ha già avviato, fin dal 7 gennaio 2010, una richiesta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per i rapporti con il Parlamento, finalizzata ad acquisire l'autorizzazione a presentare un emendamento al disegno di legge di conversione del decreto legge 30 dicembre 2009, n. 194, in materia di proroga dei termini, per prorogare per gli anni 2010, 2011 e 2012 il contributo straordinario di 2 milioni di euro.
La prescritta autorizzazione, però non è stata acquisita, nei tempi utili per l'inserimento dell'articolo in sede di conversione del decreto legge sopra citato.
Tuttavia, tenuto conto della rilevanza della proroga del contributo in parola, sarà cura di questo Ministero avviare ogni altra iniziativa normativa adeguata a risolvere la questione posta all'attenzione dall'Ordine del giorno in oggetto”.
Tipo atto e Numero |
Primo firmatario |
Sede esame |
Data annuncio |
Comm. Comp. |
Oggetto |
9/2936-A/215 Ordine del giorno |
Pedoto |
Assemblea |
30/03/10 |
XII |
Destinazione di risorse all’Istituto Superiore di Sanità |
L’ordine del giorno Pedoto ed altri n. 9/2936-A/215, accolto dal Governo nella seduta dell’Assemblea del 16 dicembre 2009, impegnava l’esecutivo ad individuare e ad assegnare all’Istituto superiore di sanità le risorse economiche adeguate al suo ruolo di organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale, al fine di consentire ad esso di continuare a svolgere la propria attività di ricerca nel miglior modo possibile.
In merito a tale impegno il Ministero della salute ha trasmesso la seguente nota:
“Per quel che attiene alla voce trasferimenti statali in favore dell'Istituto Superiore di Sanità, di cui alla tabella C) capitolo 3443, si evidenzia che la somma iscritta in bilancio, pari ad euro 97.956.557,00, è stata ridimensionata in euro 91.984.014,00 a seguito dell'accantonamento pari ad euro 59.7543,00 reso indisponibile ai sensi dell'articolo 17 del Decreto Legge 1° luglio 2009, n. 78”.
Atti di indirizzo segnalati (dall’inizio della XVI legislatura al 31 marzo 2010) |
91 |
Note di attuazione pervenute |
11 |
Percentuale di attuazione |
12% |
Elenco dei deputati primi firmatari degli atti cui sono riferite le note di attuazione annunciate al 31 marzo 2010 |
Primo firmatario |
Tipo di Atto |
Numero |
Pag. |
|
On. |
Bocciardo |
Ordine del giorno |
9/2936-A/44 |
110 |
On. |
Boniver |
Risoluzione conclusiva |
8/00048 |
51 |
On. |
Borghesi |
Ordine del giorno |
9/1875/3 |
75 |
On. |
Burtone |
Ordine del giorno |
9/2714/190 |
88 |
On. |
Cazzola |
Mozione |
1/00279 |
103 |
On. |
Cicchitto |
Mozione |
1/00275 |
73 |
On. |
Cirielli |
Mozione |
1/00126 |
54 |
On. |
Cirielli |
Ordine del giorno |
9/2936-A/118 |
59 |
On. |
Costa |
Ordine del giorno |
9/2468/93 |
69 |
On. |
Damiano |
Ordine del giorno |
9/2561-A/70 |
84 |
On. |
Di Biagio |
Ordine del giorno |
9/3016/15 |
65 |
On. |
Di Biagio |
Ordine del giorno |
9/1713/4 |
97 |
On. |
Di Giuseppe |
Mozione |
1/00217 |
102 |
On. |
Di Stanislao |
Ordine del giorno |
9/2561-A/141 |
101 |
On. |
Duilio |
Ordine del giorno |
9/3016/6 |
64 |
On. |
Duilio |
Ordine del giorno |
9/2105-A/94 |
109 |
On. |
Evangelisti |
Ordine del giorno |
9/3016/14 |
61 |
On. |
Farina Coscioni |
Ordine del giorno |
9/1386/106 |
96 |
On. |
Favia |
Ordine del giorno |
9/2936-A/94 |
89 |
On. |
Garofani |
Ordine del giorno |
9/3016/3 |
64 |
On. |
Garofani |
Ordine del giorno |
9/2714/197 |
68 |
On. |
Gidoni |
Ordine del giorno |
9/3016/1 |
57 |
On. |
Granata |
Ordine del giorno |
9/2936-A/65 |
74 |
On. |
Grassi |
Ordine del giorno |
9/2561-A/94 |
100 |
On. |
Lo Monte |
Ordine del giorno |
9/2031-A/31 |
99 |
On. |
Madia |
Ordine del giorno |
9/2561-A/73 |
85 |
On. |
Malgieri |
Ordine del giorno |
9/2552-A/1 |
56 |
On. |
Mantini |
Ordine del giorno |
9/2775-A/1 |
79 |
On. |
Mazzoni |
Ordine del giorno |
9/2561-A/18 |
77 |
On. |
Moles |
Ordine del giorno |
9/1713/26 |
80 |
On. |
Murer |
Ordine del giorno |
9/2936-A/214 |
93 |
On. |
Nizzi |
Ordine del giorno |
9/1972/90 |
98 |
On. |
Orlando Leoluca |
Ordine del giorno |
9/2936-A/99 |
91 |
On. |
Paglia |
Ordine del giorno |
9/2936-A/8 |
80 |
On. |
Pedoto |
Ordine del giorno |
9/2936-A/215 |
110 |
On. |
Pepe Mario (PD) |
Ordine del giorno |
9/2936-A/7 |
89 |
On. |
Polledri |
Ordine del giorno |
9/3016/4 |
58 |
On. |
Recchia |
Ordine del giorno |
9/2561-A/54 |
63 |
On. |
Sbrollini |
Ordine del giorno |
9/2714/185 |
86 |
On. |
Tassone |
Ordine del giorno |
9/2320-A/28 |
49 |
On. |
Tassone |
Ordine del giorno |
9/1713/209 |
81 |
On. |
Villecco Calipari |
Ordine del giorno |
9/2561-A/199 |
62 |
On. |
Villecco Calipari |
Ordine del giorno |
9/1972/32 |
66 |
On. |
Viola |
Ordine del giorno |
9/2897/25 |
70 |
On. |
Zazzera |
Ordine del giorno |
9/1441-bis-C/26 |
106 |
La sezione tratta della trasmissione al Parlamento da parte del Governo e di altri soggetti (regioni, autorità amministrative ecc.) delle relazioni previste dalle norme vigenti che sono pervenute nel periodo in esame. Conclude la sezione l’indicazione delle eventuali nuove relazioni ove previste da norme entrate in vigore nel periodo esaminato.
Il Servizio per il controllo parlamentare effettua un monitoraggio delle relazioni che la Presidenza del Consiglio dei ministri e i diversi Dicasteri, nonché altri soggetti non governativi, devono trasmettere periodicamente al Parlamento come stabilito dalle vigenti disposizioni legislative.
A tale fine, il Servizio cura una banca dati che viene aggiornata sia attraverso la registrazione delle relazioni di volta in volta trasmesse ed annunciate nel corso delle sedute dell’Assemblea, riscontrabili nell’Allegato A al resoconto della relativa seduta, sia mediante l’individuazione degli obblighi previsti da norme di nuova introduzione, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. L’aggiornamento si completa con l’accertamento delle relazioni per le quali l’obbligo di trasmissione sia venuto meno a seguito dell’abrogazione della norma istitutiva, ovvero sia da ritenersi - per le più diverse ragioni - superato o, comunque, non più attuale o rilevante alla luce della situazione di fatto (ad esempio, una relazione che abbia ad oggetto programmi o interventi ormai completati senza che la norma che prevede la relazione stessa sia stata esplicitamente abrogata). Ciò nell’ottica di contribuire, da una parte ad una focalizzazione degli obblighi residui e, dall'altra ad un superamento di tutto il superfluo, per favorire il processo di semplificazione normativa.
Al fine di definire un quadro complessivo degli adempimenti vigenti quanto più corretto ed esaustivo, il Servizio per il controllo parlamentare intrattiene costanti contatti con i competenti uffici interni alle amministrazioni (governative e non) anche attraverso la predisposizione e l’invio di schede informative contenenti l’elenco delle relazioni a carico di ciascun presentatore. Per ogni relazione, vengono indicati la norma istitutiva dell’obbligo, l’argomento, la frequenza della trasmissione (con la data entro la quale si aspetta il prossimo invio), nonché le informazioni sull’ultima relazione inviata. In una distinta sezione di ogni scheda vengono, inoltre, elencate le relazioni la cui trasmissione risulti in ritardo rispetto alla scadenza prevista e di cui pertanto si sollecita la trasmissione al Parlamento.
Tali schede vengono contestualmente inviate anche alle Commissioni parlamentari interessate per materia, con l’intento di fornire uno strumento di agevole consultazione che consenta da un lato ad ogni Ministero di essere al corrente dell’esito delle verifiche effettuate dal Servizio per il controllo parlamentare e, dall’altro, di informare i parlamentari dello stato di adempimento degli obblighi.
Nella presente Sezione si dà dunque conto delle risultanze dell’attività di monitoraggio circoscritta alla sola indicazione delle relazioni trasmesse nel periodo considerato dalla pubblicazione, nonché degli eventuali obblighi di nuova introduzione.
Nel periodo considerato dalla presente pubblicazione i riscontri effettuati dal Servizio per il controllo parlamentare con gli uffici competenti hanno riguardato, in particolare, gli adempimenti in carico alla Presidenza del Consiglio dei ministri ed ai Ministeri della difesa e della giustizia.
Nel corso della verifica degli obblighi della Presidenza del Consiglio dei ministri, si è riproposta l'esigenza di accertare, in via definitiva, la competenza di alcune relazioni per le quali la norma istitutiva dell'obbligo faccia generico riferimento al Governo piuttosto che ad uno specifico Dicastero. Tale problema si pone ovviamente per le relazioni mai trasmesse prima e per le quali l'attribuzione della competenza non si evinca con certezza sulla base della materia che ne forma oggetto.
Con riferimento al Ministero della difesa, si evidenzia che tale Dicastero risulta quasi pienamente adempiente, con la sola eccezione della relazione sullo stato di salute del personale militare e civile italiano impiegato nei territori della ex Jugoslavia, da trasmettersi congiuntamente al Ministero della salute, con cadenza quadrimestrale, ai sensi del comma 3, articolo 4-bis, del decreto-legge n. 393 del 2000, convertito con modificazioni dalla legge n. 27 del 2001. In proposito, il Ministero della difesa ha peraltro comunicato di essere nella concreta impossibilità di rispettare l'obbligo, in quanto il Comitato tecnico-scientifico, istituito con decreto del ministro della salute, di concerto con il Dicastero della difesa, in data 10 novembre 2003, cui era stata demandata la predisposizione della relazione stessa, non è stato riconfermato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 86 del 2007, recante il Regolamento per il riordino degli organismi operanti presso il Ministero della salute. Per questa ragione la redazione e l'inoltro al Parlamento della suddetta relazione si sono interrotti con quella annunciata il 28 settembre 2009, contenente i dati relativi al secondo semestre del 2007. Il Ministero della difesa ha tuttavia avviato contatti con il Dicastero della salute, di recente ricostituito, al fine di giungere quanto prima ad una soluzione del problema.
L'attività di ricognizione del Servizio per il controllo parlamentare si è concentrata, inoltre, sugli obblighi di legge riguardanti le cosiddette relazioni non governative, ossia la cui trasmissione compete a soggetti diversi dalle amministrazioni dello Stato, ad esempio le regioni, le Autorità indipendenti, i Garanti del contribuente e i Difensori civici. Per quanto riguarda questi ultimi, premesso che rientra nella facoltà di ciascuna regione o provincia autonoma di deliberare se introdurre o meno la figura del difensore civico nel proprio ordinamento, l'articolo 16, comma 2, della legge n. 127 del 1997 stabilisce che, ove ciò si verifichi, tale ente debba inviare alle Camere, entro il 31 marzo di ogni anno, una relazione sull'attività svolta. Con riferimento a tale previsione, l'attività di monitoraggio sulla mancata trasmissione di alcune relazioni ha evidenziato come, pur essendo stata generalmente prevista dagli ordinamenti regionali l'istituzione dei difensori civici, non tutte le regioni abbiano poi effettivamente provveduto all'istituzione del proprio difensore civico: è il caso della Calabria, della Sardegna e della Puglia. Diversa è la situazione della regione Siciliana, che non ha mai legiferato in materia, e del Friuli-Venezia Giulia, dove la legge regionale n. 20 del 1981, che aveva introdotto l'ufficio del difensore civico, è stata poi abrogata dalla legge regionale n. 9 del 2008.
Presidenza del Consiglio dei ministri |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
L. 124/2007, art. 38, co. 1 |
Politica dell'informazione per la sicurezza (Dati relativi al 2009, Doc. XXXIII n. 2) |
I Affari costituzionali |
1°/3/2010 |
D.P.C.M. 329/2001, art. 2, co. 2 |
Attività svolta dall'Agenzia per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) (Trasmessa dal ministro per i rapporti con il Parlamento) (Dati relativi al 2009, Doc. CXCII n. 2) |
XII Affari sociali |
8/3/2010 |
D.Lgs. 66/1999, art. 12, co. 1 |
Relazioni di inchiesta relative ad incidenti aerei (Trasmesse dal ministro per i rapporti con il Parlamento) (Dati relativi agli incidenti aerei occorsi ai seguenti aeromobili: L 13 Blanik, marche I-NOVL, all'aeroporto di Novi Ligure, in data 13 ottobre 2005; PA 34-200T, marche D-GANN, all'aeroporto di Torino Aeritalia, in data 23 giugno 2007; Discus 2B, marche D-7764, all'aeroporto di Alzate Brianza, in data 27 marzo 2009; Be 35-B33, marche D-EJPU, all'aeroporto di Bolzano, in data 15 marzo 2009; PA-28-140, marche I-CVDA, all'aeroporto di Voghera/Rivanazzano, in data 30 giugno 2009; DG-300 ELAN, marche I-AVAT, in località Lovere (Bergamo), in data 28 maggio 2009) |
IX Trasporti |
10/3/2010 |
Ministero degli affari esteri |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
L. 401/1990, art. 3, co. 1, lett. g) |
Attività svolta per la riforma degli istituti italiani di cultura e interventi per la promozione della cultura e della lingua italiane all'estero (Dati relativi al 2008, corredati dal rapporto della Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana riferito alla medesima annualità, Doc. LXXX n. 2) |
III Affari esteri VII Cultura |
8/3/2010 |
L. 231/2003, art. 14, co. 1 |
Partecipazione italiana alle operazioni internazionali in corso (Predisposta congiuntamente al Ministero della difesa) (Dati relativi al I semestre 2009, Doc. LXX n. 4) |
III Affari esteri IV Difesa |
16/3/2010 |
Ministero della giustizia |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
L. 575/1965, art. 2-duodecies, co. 4 |
Consistenza, destinazione e utilizzo dei beni sequestrati o confiscati e stato dei procedimenti di sequestro e confisca (Trasmessa dal ministro per i rapporti con il Parlamento) (Dati aggiornati al 30 novembre 2009, Doc. CLIV n. 3) |
II Giustizia |
1°/3/2010 |
L. 354/1975, art. 20, co. ultimo |
Attuazione delle disposizioni di legge relative al lavoro dei detenuti (Dati relativi al 2009, Doc. CXVIII n. 2) |
II Giustizia |
30/3/2010 |
Ministero dell'interno |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
D.Lgs. 267/2000, art. 146, co. 2 |
Attività svolta dalla gestione straordinaria dei comuni i cui consigli comunali sono stati sciolti per condizionamenti di tipo mafioso (Dati relativi al 2008, Doc. LXXXVIII n. 3) |
I Affari costituzionali |
30/3/2010 |
Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
D.Lgs. 165/2001, art. 53, co. 16 |
Dati raccolti attraverso l'Anagrafe delle prestazioni e degli incarichi conferiti ai pubblici dipendenti e ai consulenti e collaboratori esterni (Dati relativi agli anni 2007 e 2008, Doc. CLI n. 2) |
XI Lavoro |
1°/3/2010 |
Ministero dello sviluppo economico |
|||
Fonte istitutiva |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
D.L. 364/1987, art. 5, co. 1 |
Stato di attuazione del programma generale di metanizzazione del Mezzogiorno (Dati relativi al 2009, Doc. CIV n. 2) |
V Bilancio X Attività produttive |
8/3/2010 |
Fonte istitutiva |
Soggetto competente |
Argomento |
Commissione competente per materia |
Data annuncio |
L. 212/2000, art. 13, co. 13-bis |
Garante del contribuente della regione Campania |
Stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale (Dati relativi al 2009) |
VI Finanze |
1°/3/2010 |
L. 212/2000, art. 13, co. 13-bis |
Presidente dell'Organizza-zione nazionale dei garanti del contribuente nonché Garante del contribuente della regione Puglia |
Stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale (Dati relativi al 2009) |
VI Finanze |
1°/3/2010 |
L. 212/2000, art. 13, co. 13-bis |
Garante del contribuente della regione Valle d’Aosta |
Stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale (Dati relativi al 2009) |
VI Finanze |
8/3/2010 |
L. 212/2000, art. 13, co. 13-bis |
Garante del contribuente della regione Molise |
Stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale (Dati relativi al 2009) |
VI Finanze |
30/3/2010 |
L. 127/1997, art. 16, co. 2 |
Difensore civico regione Toscana |
Relazione sull’attività svolta (Dati relativi al 2009, Doc. CXXVIII n. 16) |
I Affari costituzionali |
30/3/2010 |
L. 127/1997, art. 16, co. 2 |
Difensore civico regione Emilia-Romagna |
Relazione sull’attività svolta (Dati relativi al 2009, Doc. CXXVIII n. 15) |
I Affari costituzionali |
30/3/2010 |
L. 593/1977, art. 3, co. unico |
Accademia nazionale dei Lincei |
Attività del Centro Linceo interdisciplinare "Beniamino Segre" (Dati relativi al triennio 2007-2009) |
VII Cultura |
30/3/2010 |
Fonte |
Ministero competente |
Oggetto |
L. 38/2010, art. 11, co. 1 |
Ministero della salute |
Stato di attuazione delle disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore |
*Gazzetta Ufficiale n. 65 del 19 marzo 2010. |
(*) Si tratta di relazioni previste da nuove norme entrate in vigore nel periodo preso in considerazione dal presente bollettino
nessuna
1 E cioè con esclusione degli ordini professionali e loro federazioni, delle federazioni sportive e degli enti non inclusi nell’elenco ISTAT pubblicato in attuazione del comma 5 dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, degli enti la cui funzione consiste nella conservazione e nella trasmissione della memoria della Resistenza e delle deportazioni, anche con riferimento alle leggi 20 luglio 2000, n. 211, istitutiva della Giornata della memoria, e 30 marzo 2004, n. 92, istitutiva del Giorno del ricordo, nonché delle Autorità portuali, degli enti parco e degli enti di ricerca (...).
2 Con decreto interministeriale del 19 novembre 2008 del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione e del Ministro per la semplificazione normativa, erano stati confermati i seguenti enti pubblici non economici: Accademia della Crusca, Agenzia per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, Cassa conguaglio trasporti di Gas di petrolio liquefatto, Cassa conguaglio settore elettrico, Comitato olimpico nazionale italiano CONI, Istituto italiano per l’Africa e l’oriente ISIAO, Lega italiana per la lotta ai tumori LILT, Ente teatrale italiano ETI e Unione nazionale ufficiali in congedo UNUCI. Questi ultimi due enti rientrano tra quelli oggetto della citata legge n. 14 del 1978.
3 Co. 634: Al fine di conseguire gli obiettivi di stabilità e crescita, di ridurre il complesso della spesa di funzionamento delle amministrazioni pubbliche, di incrementare l’efficienza e di migliorare la qualità dei servizi, con uno o più regolamenti, da emanare entro il 31 ottobre 2009, ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro o dei Ministri interessati, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, il Ministro per la semplificazione normativa, il Ministro per l'attuazione del programma di Governo e il Ministro dell'economia e delle finanze sentite le organizzazioni sindacali in relazione alla destinazione del personale, sono riordinati, trasformati o soppressi e messi in liquidazione, enti ed organismi pubblici statali, nonché strutture pubbliche statali o partecipate dallo Stato, anche in forma associativa, nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi: a) fusione di enti, organismi e strutture pubbliche comunque denominate che svolgono attività analoghe o complementari, con conseguente riduzione della spesa complessiva e corrispondente riduzione del contributo statale di funzionamento; b) trasformazione degli enti ed organismi pubblici che non svolgono funzioni e servizi di rilevante interesse pubblico in soggetti di diritto privato, ovvero soppressione e messa in liquidazione degli stessi (...) c) fusione, trasformazione o soppressione degli enti che svolgono attività in materie devolute alla competenza legislativa regionale ovvero attività relative a funzioni amministrative conferite alle regioni o agli enti locali; d) razionalizzazione degli organi di indirizzo amministrativo, di gestione e consultivi e riduzione del numero dei componenti degli organi collegiali almeno del 30 per cento, con salvezza della funzionalità dei predetti organi (...).
4 Questo precedente termine era: fino al 31 maggio 2009 ovvero, se ultimate prima della suddetta data, fino al completamento delle procedure occorrenti a rendere effettivamente operativa l'Agenzia (...).
5Si ricorda in proposito che l’articolo 27 della legge 18 giugno 2009, n. 69, Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 140 del 19 giugno 2009, supplemento ordinario n. 95, dal titolo: modifica della legge 27 settembre 2007, n. 165, alcomma1, aveva portato al 31 dicembre 2009 il termine per l’esercizio della delega per il riordino degli enti di ricerca che all’articolo 1, comma 1, della legge n. 165 del 2007 (si veda infra), era previsto in 18 mesi a decorrere dalla data della sua entrata in vigore. Lo stesso comma inoltre, tra le altre modifiche che apportava all’esercizio della delega, riduceva e modificava la composizione del consiglio di amministrazione dell’Agenzia spaziale italiana ASI. I successivi 2 commi stabilivano l’esclusione dallasoppressione prevista dal cosiddettotaglia-enti (di cui al supra citato articolo 26 del D.L. n. 112/2008, come convertito dalla L. n. 133/2008) degli enti di ricerca nel caso in cui, entro il 31 dicembre 2009, fossero stati adottati i previsti decreti legislativi.
6(...) Art. 1. 1. (...) il Governo è autorizzato ad adottare uno o più decreti legislativi, entro il 31 dicembre 2009, al fine di provvedere al riordino della disciplina relativa agli statuti e agli organi di governo degli enti pubblici nazionali di ricerca, vigilati dal Ministero dell'università e della ricerca, nel rispetto dei principi e criteri direttivi indicati nell'articolo 18 della legge 15 marzo 1997, n. 59, e dei seguenti: a) riconoscimento agli enti della autonomia statutaria (...); b) formulazione e deliberazione degli statuti e dei regolamenti di amministrazione, finanza e contabilità, e del personale da parte degli organi statutari competenti dei singoli enti interessati e loro successiva emanazione da parte dei medesimi organi, previo controllo di legittimità e di merito del Ministro dell'università e della ricerca, nelle forme previste dall'articolo 6, commi 9 e 10, della legge 9 maggio 1989, n. 168 (...); c) formulazione e deliberazione degli statuti, in sede di prima attuazione, da parte dei consigli di amministrazione integrati da cinque esperti di alto profilo scientifico, nominati, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca (...). f) riordino degli organi statutari, con riduzione del numero dei loro componenti, garantendone altresì l'alto profilo scientifico e le competenze tecnico-organizzative e prevedendo nuove procedure di individuazione dei presidenti e dei componenti di nomina governativa dei consigli di amministrazione, che sono l'organo di governo degli enti, tramite scelte effettuate in rose di candidati proposte da appositi comitati di selezione nominati di volta in volta dal Governo, assicurando negli stessi comitati un'adeguata rappresentanza di esponenti della comunità scientifica nazionale e internazionale e, in particolare, di quanti sono stati eletti dai ricercatori in organismi degli enti, ove esistenti, e comunque escludendone il personale del Ministero dell'università e della ricerca; g) composizione del consiglio di amministrazione del Consiglio nazionale delle ricerche in modo da assicurare che la metà dei componenti sia di nomina governativa, nonché del consiglio di amministrazione dell’Agenzia spaziale italiana (ASI), prevedendo che con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca siano nominati il presidente e gli altri quattro componenti, dei quali uno designato dal Ministro degli affari esteri, uno dal Ministro della difesa e uno dal Ministro dell’economia e delle finanze (...). 3. Gli schemi dei decreti legislativi adottati ai sensi del comma 1, ciascuno dei quali deve essere corredato di relazione tecnica sugli effetti finanziari delle disposizioni in esso contenute, sono trasmessi alle Camere ai fini dell'espressione dei pareri da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per le conseguenze di carattere finanziario, che sono resi entro quarantacinque giorni dalla data di trasmissione dei medesimi schemi di decreto. Decorso tale termine, i decreti possono essere comunque emanati. 4. I decreti di cui al comma 1 sono emanati su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, il Ministro dell'economia e delle finanze e il Ministro per la semplificazione normativa. 5. Ferme restando le procedure di commissariamento previste dalle norme vigenti, nel caso di modifiche statutarie inerenti alla missione dell'ente e alla sua struttura di governo, ovvero nel caso di comprovata difficoltà di funzionamento o di mancato raggiungimento degli obiettivi indicati dal Governo, il Governo può procedere al commissariamento degli enti attraverso decreti sottoposti al parere delle Commissioni parlamentari competenti. Le Commissioni si esprimono entro trenta giorni dalla data di trasmissione. Decorso tale termine, il Governo può comunque procedere al commissariamento (...). 6. Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore dei decreti di cui al comma 1, con le medesime procedure di cui ai commi 3 e 4, uno o più decreti legislativi correttivi o modificativi dei medesimi decreti, nel rispetto dei principi e criteri direttivi di cui al comma 1 (...).
7 Art. 8, co. 1. Il numero dei componenti il consiglio di amministrazione, compreso il presidente, non può superare: a) cinque componenti, nel caso di enti che ricevono un contributo pubblico annuale di importo superiore al 20 per cento del fondo di funzionamento ordinario degli enti o che impiegano oltre cinquecento unità di personale; b) tre componenti negli altri casi. Art. 9, co. 1. Il consiglio di amministrazione del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) è composto da sette componenti scelti tra personalità di alta qualificazione tecnico-scientifica nel campo della ricerca, di comprovata esperienza gestionale di enti ed istituzioni pubbliche o private, di cui: quattro, tra i quali il presidente, designati dal Ministro, di cui uno su indicazione del presidente della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome; gli altri tre designati uno dalla Conferenza dei rettori delle università italiane, uno dalla Confindustria ed uno espressione della comunità scientifica di riferimento (...). co. 3. Il consiglio di amministrazione dell'Agenzia spaziale italiana, nominato con decreto del Ministro, è costituito dal presidente e da altri quattro componenti, dei quali uno designato dal Ministro degli affari esteri, uno dal Ministro della difesa e uno dal Ministro dell'economia e delle finanze. co. 4. La composizione del consiglio direttivo dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) è ridotta dei due componenti rappresentativi degli enti di livello non ministeriale. Restano in vigore le particolari disposizioni del vigente ordinamento dell'ente relative alla nomina degli organi statutari.
8 Art. 8, co. 2. I componenti del consiglio di amministrazione, compreso il presidente, sono nominati con decreto del Ministro, durano in carica quattro anni, e possono essere confermati una sola volta. (...)
9 Art. 11, co. 1. Ai fini della nomina dei presidenti e dei membri del consiglio di amministrazione di designazione governativa, con decreto del Ministro è nominato un comitato di selezione, composto da un massimo di cinque persone, scelte tra esperti della comunità scientifica nazionale ed internazionale ed esperti in alta amministrazione, di cui uno con funzione di coordinatore, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio del Ministero. Il comitato di selezione agisce nel rispetto degli indirizzi stabiliti dal Ministro nel decreto di nomina e, per gli adempimenti aventi carattere amministrativo, è supportato dalle competenti direzioni generali del Ministero. Il personale del Ministero non può, in nessun caso, fare parte del comitato di selezione. co. 2. Il comitato di selezione fissa, con avviso pubblico, le modalità e i termini per la presentazione delle candidature e, per ciascuna posizione ed ove possibile in ragione del numero dei candidati, propone al Ministro: a) cinque nominativi per la carica di presidente; b) tre nominativi per la carica di consigliere. co. 3. Nei consigli di amministrazione composti da tre consiglieri, due componenti, incluso il presidente, sono individuati dal Ministro. Il terzo consigliere è scelto direttamente dalla comunità scientifica o disciplinare di riferimento sulla base di una forma di consultazione definita negli statuti. co. 4. Nei consigli di amministrazione composti da cinque consiglieri, tre componenti e tra questi il presidente, sono individuati dal Ministro. Gli altri due componenti sono scelti direttamente dalla comunità scientifica o disciplinare di riferimento sulla base di una forma di consultazione definita negli statuti, fatto salvo quanto specificamente disposto all'articolo 9.
10 A questo proposito nella premessa del decreto è tra l'altro specificato: Ritenuto di non accogliere la condizione espressa dalla VII Commissione permanente del Senato relativa al ripristino del parere delle commissioni parlamentari sulle nomine dei presidenti degli enti in quanto la nuova procedura si fonda su una scelta dei candidati attraverso criteri selettivi e di valutazione operati da uno specifico comitato selettivo di alto profilo; (...).
11 Art. 11. co. 5. I decreti ministeriali di nomina dei presidenti e dei consigli di amministrazione sono comunicati al Parlamento.
12Art. 28. 1. E' istituito, sotto la vigilanza del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA). 2. L’ISPRA svolge le funzioni, con le inerenti risorse finanziarie strumentali e di personale, dell'Agenzia per la protezione dell'Ambiente e per i servizi tecnici di cui all'articolo 38 del Decreto legislativo n. 300 del 30 luglio 1999 e successive modificazioni, dell'Istituto Nazionale per la fauna selvatica di cui alla legge 11 febbraio 1992, n. 157 e successive modificazioni, e dell'Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare di cui all'articolo 1-bis del decreto-legge 4 dicembre 1993, n. 496, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 gennaio 1994, n. 61, i quali, a decorrere dalla data di insediamento dei commissari di cui al comma 5 del presente articolo, sono soppressi. 3. Con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, da adottare di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentite le Commissioni parlamentari competenti in materia di ambiente, che si esprimono entro venti giorni dalla data di assegnazione, sono determinati, in coerenza con obiettivi di funzionalità, efficienza ed economicità, gli organi di amministrazione e controllo, la sede, le modalità di costituzione e di funzionamento, le procedure per la definizione e l'attuazione dei programmi per l'assunzione e l'utilizzo del personale, nel rispetto del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto degli enti di ricerca e della normativa vigente, nonché per l'erogazione delle risorse dell’ISPRA. In sede di definizione di tale decreto si tiene conto dei risparmi da realizzare a regime per effetto della riduzione degli organi di amministrazione e controllo degli enti soppressi, nonché conseguenti alla razionalizzazione delle funzioni amministrative, anche attraverso l'eliminazione delle duplicazioni organizzative e funzionali, e al minor fabbisogno di risorse strumentali e logistiche. 4. La denominazione «Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA)» sostituisce, ad ogni effetto e ovunque presente, le denominazioni: «Agenzia per la protezione dell'Ambiente e per i servizi tecnici (APAT)», «Istituto Nazionale per la fauna selvatica (INFS)» e «Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare (ICRAM)». 5. Per garantire l'ordinaria amministrazione e lo svolgimento delle attività istituzionali fino all'avvio dell’ISPRA, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con proprio decreto, da emanarsi entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, nomina un commissario e due subcommissari (...). Il commissario Vincenzo Grimaldi e i subcommissari Stefano Laporta e Emilio Sartori sono stati nominati con D.M. del 23 luglio 2008.
13 Consentito dal comma 1-bis dell’articolo 3 del D.L. 30 dicembre 2008, n. 207, convertito dalla L. 27 febbraio 2009, n. 14, che ha esteso anche agli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali il dettato dell’articolo 6, secondo comma, ultimo periodo, della legge 24 gennaio 1978, n. 14, secondo il quale sono rinnovabili fino a due volte gli incarichi degli organi di governo degli enti pubblici vigilati.
14Tale provvedimento stabilisce tra l'altro:Art. 2 . 1. (...) il Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione, (...) assume la denominazione: «DigitPA». 2. DigitPA e' un ente pubblico non economico, con sede in Roma e competenza nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nell'ambito della pubblica amministrazione; esso opera secondo le direttive, per l'attuazione delle politiche e sotto la vigilanza del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Ministro delegato, con autonomia tecnica e funzionale, amministrativa, contabile, finanziaria e patrimoniale. 3. DigitPA svolge funzioni di natura progettuale, tecnica e operativa, con la missione di contribuire alla creazione di valore per cittadini e imprese da parte della pubblica amministrazione, attraverso la realizzazione dell'amministrazione digitale. Art. 3.1. Al fine di conseguire le finalità di cui all'articolo 2, DigitPA opera, nell'ambito delle direttive del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Ministro delegato, ed in coerenza con il Piano ICT nella pubblica amministrazione centrale, di cui all'articolo 22, comma 1, sulla base di un Piano triennale per la programmazione di propri obiettivi ed attività, aggiornato annualmente, nel quale sono determinate le metodologie per il raggiungimento dei risultati attesi, le risorse umane e finanziarie necessarie al fine. Il Piano triennale e' approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Ministro delegato, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. 2. A DigitPA, in particolare, sono affidate le seguenti funzioni: a) funzioni di consulenza e proposta.(...) b) funzioni di emanazione di regole, standard e guide tecniche, nonché di vigilanza e controllo sul rispetto di norme. (...) c) funzioni di valutazione, di monitoraggio e di coordinamento (...) d) funzioni di predisposizione, realizzazione e gestione di interventi e progetti di innovazione (...). 3. DigitPA esprime pareri tecnici, obbligatori e non vincolanti, sugli schemi di contratti stipulati dalle pubbliche amministrazioni centrali concernenti l'acquisizione di beni e servizi relativi ai sistemi informativi automatizzati per quanto concerne la congruità tecnico-economica (...). 4. Fermo restando quanto disposto all'articolo 22, l'Ente svolge ogni altra funzione prevista da leggi e regolamenti già attribuita al CNIPA, nell'ambito delle direttive del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Ministro delegato (...). Art. 5. 1. Il Presidente e' scelto fra persone di alta qualificazione tecnica e manageriale con profonda conoscenza in materia di innovazione tecnologica comprovata da competenze in ambito scientifico e da esperienza di gestione di enti o strutture complesse, pubbliche o private. E' nominato con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Ministro delegato, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri. Dura in carica quattro anni e può essere confermato una sola volta. Se dipendente statale o docente universitario, per l'intera durata dell'incarico, e' collocato, rispettivamente, nella posizione di fuori ruolo o di aspettativa. 2. Il Presidente ha la rappresentanza legale di DigitPA e cura i rapporti esterni con le istituzioni e le amministrazioni pubbliche nazionali, comunitarie ed internazionali. 3. Il Presidente, che e' responsabile dell'attività dell'Ente sotto il profilo tecnico e scientifico, predispone il Piano triennale di cui all'articolo 3, comma 1, che sottopone alla deliberazione del Comitato direttivo e ne garantisce l'attuazione (...). Art. 6. 1. Il Comitato direttivo e' composto dal Presidente e da tre membri, scelti fra persone dotate di alta e riconosciuta competenza e professionalità tecnica e gestionale. I componenti del Comitato direttivo sono nominati, su proposta del Ministro delegato, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Comitato direttivo dura in carica quattro anni, i suoi componenti possono essere confermati una sola volta e ove pubblici dipendenti, sono collocati in posizione di fuori ruolo obbligatorio nell'amministrazione di provenienza secondo i rispettivi ordinamenti. 2. Il Comitato direttivo ha poteri di programmazione, indirizzo, controllo e regolazione dell'attività dell'Ente (...).
15 Le nomine alla presidenza di enti, istituti o aziende di carattere nazionale, di competenza dell'amministrazione statale, fatta eccezione per le nomine relative agli enti pubblici creditizi, sono effettuate con decreto del Presidente della Repubblica emanato su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri adottata su proposta del ministro competente. Resta ferma la vigente disciplina in ordine all'acquisizione del parere delle competenti Commissioni parlamentari.
16Come anticipato supra nella sottosezione"a", è attualmente all'esame della VIII Commissione Ambiente la proposta di nomina di Fiori a presidente dell'Ente parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, a seguito della richiesta trasmessa dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con lettera del 19 marzo 2010, annunciata alla Camera l'8 aprile 2010.
*Si fa presente che il medesimo atto può investire la competenza di più amministrazioni e quindi essere segnalato, ai fini dell'attuazione, a più di un Ministero. Pertanto la somma degli atti segnalati ai Ministeri può non coincidere con il totale degli atti da segnalare.
*Le mozioni e le risoluzioni vengono segnalate ai fini dell'attuazione subito dopo la loro approvazione da parte dell’Assemblea o delle Commissioni.