Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Ufficio Rapporti con l'Unione Europea
Titolo: Migrazione e mobilità: sfide per i sistemi d'istruzione europei - Consultazione della Commissione
Serie: Bollettino Politiche dell'Unione Europea    Numero: 6
Data: 25/07/2008
Descrittori:
IMMIGRAZIONE   ISTRUZIONE
MINORI   STRANIERI

Politiche dell’Unione europea

 

Migrazione e mobilità: sfide per i sistemi d'istruzione europei

Consultazione della Commissione

 

L’apertura di una consultazione da parte della Commissione segnala di norma il concreto avvio della preparazione di una iniziativa legislativa. Conformemente a quanto previsto negli atti relativi alla qualità della legislazione comunitaria, in particolare nell’accordo interistituzionale “Legiferare meglio” del 16 dicembre 2003, la Commissione infatti svolge, nella fase di definizione di una politica e in quella preliminare all’adozione di atti normativi comunitari, un’attività preparatoria volta sia ad aprire un pubblico dibattito mediante la pubblicazione di documenti (come i libri verdi e i libri bianchi), sia ad incentivare il coinvolgimento delle parti interessate mediante meccanismi di consultazione.

A seconda del tipo di problematica, le consultazioni offrono ai rappresentanti degli enti regionali e locali, alle organizzazioni della società civile, alle imprese e associazioni di categoria, ai singoli cittadini interessati, al mondo universitario e ai tecnici del ramo, la possibilità di fornire un proprio contributo alla fase di elaborazione delle norme europee. Con una comunicazione dell’11 dicembre 2002 la Commissione ha indicato principi e regole generali cui intende attenersi nelle consultazioni.

 

Il 3 luglio 2008 la Commissione ha presentato il Libro verdeMigrazione e mobilità: le sfide e le opportunità per i sistemi d'istruzione europei” (COM(2008)423) che analizza la presenza nelle scuole dell’Unione europea dei bambini provenienti da un contesto migratorio, e le implicazioni che tale presenza comporta, in particolare, quando le divergenze linguistiche e culturali si combinano con condizioni socioeconomiche sfavorevoli.

Il Libro verde, tra l’altro, invita a riflettere sul futuro della direttiva 77/486/CEE sulla formazione scolastica dei figli dei lavoratori migranti cittadini dell’UE. Tale misura, che non riguarda i bambini originari di Paesi terzi, tra l’altro, garantisce ai bambini la scolarizzazione obbligatoria, in base alla legislazione dello Stato membro ospitante, un insegnamento gratuito adeguato, in particolare della lingua ufficiale o di una delle lingue ufficiali dello Stato ospitante, e favorisce l'insegnamento della lingua materna e della cultura del paese d'origine, in coordinamento con l'insegnamento normale e in cooperazione con lo Stato membro d'origine. Ad avviso della Commissione, tali disposizioni sembrano aver avuto scarsa efficacia e diversa applicazione da parte degli Stati membri in un contesto di gestione dell’immigrazione mediante accordi bilaterali, ormai non più attuale tenuto conto dell'evoluzione e della natura dei flussi migratori.

Il Libro verde sarà sottoposto ad un ampio processo di consultazione fino al 31 dicembre 2008. Sulla base delle osservazioni pervenute la Commissione potrebbe decidere future iniziative in materia, con particolare riferimento ad un eventuale aiuto agli Stati membri nell’elaborazione di politiche nel settore o nell’organizzazione di un processo di scambio e di apprendimento reciproco.

situazione scolastica dei bambini provenienti da un contesto migratorio

Nel Libro verde i termini "bambini provenienti da un contesto migratorio", "figli di migranti" e "alunni migranti" sono riferiti ai figli di chiunque risieda in un paese dell'Unione europea nel quale non è nato e comprendono, quindi, anche i cittadini originari di un altro Stato membro dell'UE. Il testo non fa, invece, riferimento “a gruppi di cittadini non migranti dell'Unione appartenenti ad una etnia o che abbiano una specifica identità culturale, e che sono spesso vittime di esclusione sociale (ad esempio, i Rom)”, sebbene numerosi aspetti dell'analisi e delle sfide descritte possano applicarsi a questi gruppi.

In riferimento a studi internazionali, il Libro verde sottolinea che i risultati scolastici per molti figli di migranti sono inferiori alla media, riflettendosi in analoghi livelli più bassi di scolarizzazione. Per tali alunni, inoltre, si registra un tasso di abbandono più elevato nella scuola secondaria, circostanza che unita ad una cospicua presenza negli istituti di istruzione professionale, che di regola non permettono l’accesso all'insegnamento superiore, renderebbe piuttosto bassa la percentuale di coloro che completano gli studi universitari. Per alcuni Paesi, inoltre, il Libro verde mostra un aumento dell’handicap scolastico negli alunni immigrati di seconda generazione: la Commissione ritiene che, in tali casi, il sistema scolastico non abbia funzionato da fattore d'integrazione e che il deterioramento del livello d'istruzione possa penalizzare tali alunni accrescendone l’esclusione sociale.  Il Libro verde evidenzia, altresì, che la presenza di un numero elevato di alunni figli di migranti ha un sensibile impatto sui sistemi d’istruzione, rafforzando la tendenza alla segregazione secondo criteri socioeconomici laddove maggiore è la concentrazione di alunni migranti. Tale fenomeno, secondo la Commissione, è presente anche nei migliori sistemi scolastici e potrebbe aggravare le ineguaglianze tra le scuole e aumentare la difficoltà di garantire equità nell'istruzione, con conseguenze negative sul piano della piena integrazione degli allievi figli di migranti nelle scuole e, in particolare, sui processi di integrazione sociale e nel mercato del lavoro di tali alunni.

Le ragioni dell’handicap scolastico tra i bambini figli di migranti

La Commissione rileva che le condizioni socioeconomiche degli alunni migranti incidono sensibilmente sui risultati scolastici. In tale contesto, sono determinanti per l’esito scolastico fattori quali: la perdita del valore delle conoscenze accumulate; l’impossibilità di padroneggiare la lingua d’insegnamento; il diverso livello di aspettative che famiglie e comunità nutrono nei confrontidell'istruzione; la forte influenza delle madri che, in caso di istruzione incompleta ricevuta, possono trasmettere un handicap alla generazione successiva; la presenza di modelli e atteggiamenti favorevoli nell’ambito della comunità di riferimento.

Secondo la Commissione, inoltre, sia la struttura del sistema d'istruzione sia il modo in cui le scuole e gli insegnanti si rapportano agli allievi migrantipossono avere un impatto significativo sui risultati. La Commissione, infatti, è convinta che quanto più le politiche e gli approcci educativi riescono a neutralizzare la segregazione di fatto degli allievi figli di migranti, tanto migliore è la capacità del sistema di istruzione di raggiungere l’obiettivo fondamentale di sviluppare integrazione sociale, amicizie e vincoli sociali tra i figli di migranti ed i loro coetanei. A tale proposito, la Commissione propone agli Stati membri alcune strategie incentrate su aspetti specifici dell’esperienza scolastica quali, ad esempio:

·       corsi di lingua che favoriscano la conoscenza quanto più precoce possibile della lingua del paese ospitante e il rafforzamento della lingua d’origine, anche attraverso le nuove tecnologie di comunicazione;

·       aiuti mirati per singoli o famiglie e programmi di sostegno scolastico in gruppo, anche nell’ambito di una partnership con le organizzazioni dei genitori; rispetto di norme di qualità in tutte le scuole da sviluppare, ad esempio, attraverso miglioramento delle infrastrutture e creazione di una cultura del rispetto;

·       scuole calamita”volte arendere più attraenti, ad esempio con insegnamenti interessanti e rari, le scuole con forte presenza di  allievi provenienti da ambienti svantaggiati, al fine di evitare fenomeni di concentrazione; insegnamento interculturale inteso a far acquisire agli alunni una migliore conoscenza della loro cultura, senza assolutamente indebolire il ruolo centrale occupato dall'identità, dai valori e dai simboli del paese ospitante, e a stabilire un vincolo di reciproco rispetto, a sensibilizzare agli effetti negativi dei pregiudizi e degli stereotipi e a sviluppare la capacità di adottare punti di vista diversi;

·       misure volte a: ridurre il forte tasso di rotazione degli insegnanti nelle scuole meno favorite, ad esempio, sotto forma di incentivi a rimanere; aumentare formazione e sviluppo professionale degli insegnanti sulle questioni di gestione della diversità e di motivazione degli alunni in situazione precaria; aumentare il numero di insegnanti provenienti da un ambiente migratorio;

Quesiti di consultazione

La Commissione chiede, pertanto, alle parti interessate di esprimere la propria opinione al fine di:

·       definire le sfide strategiche principali collegate all'offerta di una buona istruzione ai bambini provenienti da un contesto migratorio;

·       individuare le misure strategiche in grado di rispondere a tali sfide;

·       definire il ruolo dell'Unione europea, in particolare riguardo a: azioni da intraprendere attraverso i programmi comunitari per influenzare positivamente l'istruzione dei bambini provenienti da un contesto migratorio; metodo aperto di coordinamento quale piattaforma di cooperazione e di scambio tra gli Stati membri sulle problematiche comuni in materia di istruzione e formazione; opportunità di elaborare eventuali indicatori e/o criteri come strumenti per concentrare ulteriormente l'azione dei poteri pubblici sull'attenuazione delle differenze dei risultati scolastici;

·       riflettere sul futuro della direttiva 77/486/CEE, in vista di una sua possibile conferma, modifica, ad esempio estendendone l’applicazione ai bambini originari di Paesi terzi, o abrogazione.

 

 

XVI legislatura – Bollettino Politiche dell'Unione europea  n.6, 25 Luglio 2008